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Interventi per i giovani
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Interventi per i giovani
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Interventi per i giovani

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Attenzione ai bisogni di relazionalità e comunicazione, da un lato, e atteggiamento teso alla negoziazione, dall’altro, sono due prerequisiti alla base degli interventi rivolti ai giovani. Due ricerche affrontano questi temi, così come emergono in famiglia, a scuola, nelle amicizie, nelle aggregazioni. Si tratta poi di progettare gli interventi cercando e riconoscendo gli interlocutori sociali, negoziando con loro le scelte, in una logica di riconoscimento e responsabilizzazione reciproca fra istituzioni e gruppi giovanili. Quindi seguono i testi centrali, derivanti da attività di consulenza, ricerca, progettazione e valutazione di politiche giovanili di enti locali, che trattano di osservatori sulla condizione giovanile, di centri di ascolto per adolescenti, di spazi giovani nei consultori familiari, di centri InformaGiovani e di laboratori teatrali, musicali, audiovisivi.

Leonardo Altieri, professore associato presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna, insegna Sociologia, Metodologia della Ricerca Sociale, Valutazione dei Servizi Sociali. Ha condotto numerose ricerche sulla condizione giovanile. È stato consulente di “piani giovani” di città dell’Emilia-Romagna.
LanguageItaliano
PublisherHomeless Book
Release dateOct 16, 2012
ISBN9788896771488
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    Interventi per i giovani - Leonardo Altieri

    Milano.

    I. Bisogni di relazionalità e di comunicazione. Due ricerche su famiglia, scuola, aggregazioni

    di Leonardo Altieri

    Premessa

    Vengono qui presentate due ricerche sui bisogni di relazionalità e comunicazione, con particolare riferimento agli adolescenti, svolte in provincia di Bologna, i cui principali risultati riteniamo ancora attuali.

    I bisogni di relazionalità e comunicazione, che emergono con forza, dovrebbero essere alla base, ovviamente insieme ad altre finalità specifiche, della progettazione degli interventi rivolti ai giovani.

    1. Giovani e relazionalità, in famiglia, a scuola, nelle aggregazioni in una comunità di collina³

    1.1. In famiglia

    Nella maggior parte delle famiglie dei ragazzi sembrano prevalere rapporti fondati sulla comunicazione e sull’affettività (Tab. 1). Con notevoli differenziazioni nell’atteggiamento dei padri e delle madri, secondo il giudizio dei figli (Tabb. 2 e 3). Le madri capaci di comunicare coi figli sono quasi il doppio rispetto ai padri. Ma i padri riescono a comunicare più coi figli maschi, le madri con le femmine. Può sorprendere che la quota di maschi che trova la madre affettuosa sia il doppio di quella delle femmine.

    Si tratterebbe perciò di comprendere che cosa esattamente si intenda per comunicazione fra genitori e figli. Spesso, infatti, non si tratta di comunicazione profonda, ma piuttosto di emissione di una sorta di comunicati-stampa da parte dei figli, che rendono nota la superficie dei loro comportamenti (sono stato nel tal posto…, là c’erano tizio e caio…, abbiamo fatto…: fine del comunicato). Più raramente si comunica davvero in profondità, su ciò che si ha dentro, sul significato e il valore che hanno le cose che si fanno o che si pensano.

    Un altro 20% dei genitori viene dichiarato disponibile. Qui probabilmente si intende disponibile a contrattare, cioè a quella specie di negoziato informale che è la forma oggi più diffusa di rapporto genitori/adolescenti (Altieri 1991). Si tratterebbe allora di un tipo di rapporto che in genere serve per mantenere la pace in famiglia, contrattando più o meno tranquillamente orari, uscite, soldi, tipo di vestiti, ecc. Ma sarebbe però un tipo di relazione piuttosto superficiale.

    C’è però un numero consistente di famiglie in cui i figli non danno giudizi positivi dell’atteggiamento soprattutto dei padri nei loro confronti. L’11% dei padri viene definito come indifferente o semplicemente arrendevole; il 15% come autoritario (soprattutto dalle figlie), il 12% come troppo critico. Si tratterebbe di circa il 40% dei padri, in totale, su cui i figli non danno certo giudizi positivi. Tale quota è molto più bassa per le madri: 15%.

    Ma come giudicano i ragazzi il proprio atteggiamento verso i genitori (Tabb. 4, 5 e 6)? Essi tendono a dare un’immagine molto positiva di sé: il 78% dice di essere molto comunicativo o affettuoso con la madre (ma solo il 60% col padre). Il 18% si limita ad essere rispettoso col padre (quindi un rapporto piuttosto superficiale). Il 78% si dichiara indipendente rispetto ai genitori: si tratta di quelle famiglie in cui prevalgono rapporti di separazione (Altieri 1991), cioè di non comunicazione, di non interferenza reciproca fra genitori e figli. Solo un 15% ammette di avere un atteggiamento negativo verso il padre (il 10% verso la madre), di indifferenza o di critica. Evidentemente essi tendono ad addossare ai padri quasi tutta la responsabilità dei rapporti problematici sopra considerati.

    Abbiamo anche chiesto come i figli giudicano i rapporti reciproci fra padre e madre (Tab. 7). Nel 64% dei casi prevalgono affetto e confidenza. Ma nel 10% ci si limita al rispetto e nell’11% alla sola correttezza formale (dunque con scarsa o nulla confidenza ed affettività). L’11% delle coppie è giudicata soprattutto litigiosa.

    Sembra emergere complessivamente un quadro in cui nel grosso delle famiglie prevale affetto e comunicazione. C’è poi una piccola parte in cui ci si limita al rispetto formale e alla contrattazione. Ma c’è anche una minoranza non irrilevante in cui i rapporti intra familiari sono estremamente superficiali ed anche di conflitto.

    Tab. 1 Come sono tuo padre e tua madre nei tuoi confronti?*

    * Mancano le risposte altro, gli indecisi, le non risposte.

    Tab. 2 Come è tuo padre nei tuoi confronti?*

    * Mancano le risposte altro, gli indecisi, le non risposte.

    Tab. 3 Come è tua madre nei tuoi confronti?

    Tab. 4 Come sei tu nei confronti di tuo padre e tua madre?*

    * Mancano le risposte altro, gli indecisi, le non risposte.

    Tab. 5 Come sei tu nei confronti di tuo padre?*

    * Mancano le risposte altro, gli indecisi, le non risposte.

    Tab. 6 Come sei tu nei confronti di tua madre?*

    * Mancano le risposte altro, gli indecisi, le non risposte.

    Tab. 7 Come sono i rapporti fra i tuoi genitori?*

    * Mancano le risposte altro, gli indecisi, le non risposte.

    1.2. In compagnia

    L’esigenza di una comunicazione profonda è forse quella più sentita dagli adolescenti. Tanto è vero che, se sono felici, tutte le ragazze e i tre quarti dei ragazzi non se lo tengono per sé, ma hanno bisogno di comunicarlo (Tab. 8). Per le femmine, in particolare, tale bisogno è tanto forte che tendono a dirlo a tutti; mentre i maschi privilegiano, in tal caso, il rapporto più ristretto con pochi amici intimi.

    È per questa esigenza di comunicare che oltre il 90% fa parte di una compagnia, più o meno ristretta (Tab. 9). Va notato come ormai non c’è più quasi nessuna differenza fra maschi e femmine (un tempo le aggregazioni informali erano fenomeno maschile).

    Esistono comunque ancora comportamenti differenziati fra maschi e femmine (Tab. 10): queste ultime fanno quasi sempre parte di gruppi misti, mentre buona parte dei maschi, soprattutto i giovanissimi frequentano gruppi dello stesso sesso.

    Tab. 8 Che fai quando sei felice?*

    * Mancano le risposte altro, gli indecisi, le non risposte.

    Le compagnie sono composte sia da ragazzi della stessa età, sia di varie età, soprattutto quelle frequentate dalle femmine (Tab. 11).

    Le ragazze sono più soddisfatte e gratificate dei maschi circa il ruolo che hanno nella loro compagnia (Tab. 12). I ragazzi appaiono più insicuri, si sentono considerati solo abbastanza nel loro gruppo. È da sottolineare che nessuno si sente escluso, tenuto cioè in nessuna considerazione; appena qualche femmina si ritiene poco considerata.

    Tab. 9 Hai una compagnia?

    Tab. 10 Composizione della compagnia per sesso

    Tab. 11 Composizione della compagnia per età

    Tab. 12 Come ti senti considerato/a nella tua compagnia?

    Queste aggregazioni informali sono importantissime per gli adolescenti, la loro crescita, la loro socializzazione, la costruzione della loro identità sociale (Tab. 13). Sono soprattutto le ragazze a pensarla così, nel 75% dei casi (contro il 52% dei maschi). Più precisamente, il 35% degli adolescenti ritiene talmente importante questa esperienza di socializzazione da affermare che non potrebbe farne a meno.

    Tab. 13 Che importanza ha per te la tua compagnia?

    1.3. Nelle associazioni

    Le aggregazioni informali sono il luogo tipico degli adolescenti; costituiscono forse l’unica situazione che essi considerano fino in fondo propria, autocostruita ed autogestita (Altieri 1987; Baraldi 1988). Infatti la loro esigenza di aggregarsi non si rivolge all’associazionismo formale ed organizzato, per lo meno in giovanissima età.

    Ad una visione superficiale dei dati così non sembrerebbe, dato che il 40% dei maschi (ma appena un quarto delle femmine) dichiara di far parte di qualche associazione (Tab. 14). Ma in realtà si tratta quasi esclusivamente di appartenenza a società sportive, essendo la pratica sportiva alquanto diffusa. Solo il 4% fa parte di gruppi religiosi e il 3% di esperienze culturali, come gruppi musicali, teatrali, ecc. (Tab. 15).

    Sarebbe importante che tutti i soggetti sociali (enti, organizzazioni, adulti, ecc.) che si rivolgono ai giovani tenessero presente questa realtà: l’associazionismo difficilmente è attraente per i più giovani, che lo considerano mondo degli adulti, lontano, estraneo. Ma l’adolescente non è affatto isolato, ma vive una forte appartenenza al proprio gruppo informale. Non ci si può dunque rivolgere agli adolescenti come individui isolati, ma occorrerebbe coinvolgere i loro gruppi nelle proposte, nelle iniziative: difficilmente un giovanissimo lascerà la propria compagnia per aderire singolarmente, o andrà tutto il gruppo o non andrà nessuno.

    Tab. 14 Fai parte di gruppi organizzati o associazioni?

    Tab. 15 Tipo di gruppo*

    * Rispetto al 41,4 % della tabella precedente, mancano le non risposte e le risposte altro non specificate.

    1.4. Nell’amicizia

    La compagnia non esclude affatto il rapporto intimo con pochi amici stretti: tutte, proprio tutte le ragazze e quasi tutti i ragazzi hanno almeno un’amica/o con cui confidarsi (Tab. 16). Compagnia, amicizia, coppia sono piuttosto da considerarsi come i luoghi dove gli adolescenti innanzitutto comunicano. La compagnia non può rispondere in modo esauriente a questa esigenza. La differenza consiste allora nei gradi diversi di intensità della comunicazione.

    L’amicizia è appunto un livello più profondo rispetto al gruppo. Infatti è proprio di problemi strettamente personali che si parla innanzitutto con gli amici e poi dei propri rapporti affettivi, cioè appunto delle questioni più coinvolgenti ed intime (Tab. 17). Solo dopo di questi si parla di scuola, di rapporti coi genitori, dei propri interessi o hobby, ma anche del significato della vita.

    Tab. 16 Hai un amico con cui confidarti?

    Tab. 17 Con questo amico parli di*:

    * Possibili più risposte.

    1.5. In coppia

    Moltissimi adolescenti vivono già rapporti affettivi (Tab. 18) ed è interessantissimo notare come questi non siano in contraddizione con l’appartenenza alla compagnia. Un’indagine nella vicina Pianoro ha mostrato come l’inizio di un rapporto affettivo non allontani affatto l’adolescente dalla compagnia, ma in taluni casi addirittura lo porti a frequentarla di più o ad entrare nella compagnia del proprio partner (ripetiamo che stiamo parlando di adolescenti; dopo i venti anni la situazione è probabilmente diversa). La spiegazione sta appunto nel fatto che sia coppia che compagnia rispondono al bisogno di comunicazione profonda, sono dunque in continuità e non in contraddizione, anche se ovviamente rispondono a tale bisogno con intensità e con linguaggi diversi.

    Che il rapporto affettivo abbia questo significato lo si può capire dalla domanda circa gli aspetti considerati importanti nella relazione di coppia (Tab. 19). Al primo posto per quasi tutto viene la sincerità, poi la fedeltà, il comprendersi, il corrispondersi pienamente, la conoscenza profonda dell’altro, l’amicizia. Si tratta proprio di aspetti che hanno a che fare con la piena disponibilità e capacità a comunicare. Questo viene richiesto al partner ed in questo senso presumibilmente va collocata anche la fedeltà.

    Tab. 18 Ci sono coppie fisse nella tua compagnia?

    Tab. 19 Quale aspetto è molto importante in un rapporto sentimentale?*

    * Possibili più risposte.

    L’intesa sessuale viene solo al settimo posto ed anche molto staccata. Ancor meno importante è la speranza che il rapporto durerà nel tempo. Appunto: il bisogno di comunicare deve essere soddisfatto nell’oggi, non appare importante la garanzia del futuro. Si tratta di esperienze sentimentali senza progetto, tutte proiettate sul presente. Allora non verrà nemmeno presa in considerazione la balzana idea che il rapporto presente possa o debba essere quello da portare fino alla meta del matrimonio, quello di tutta una vita (Tab. 19).

    1.6. A scuola

    L’esperienza scolastica viene giudicata molto positivamente come occasione di socializzazione (Tab. 20): oltre i tre quarti si trova bene nel gruppo-classe (più di un terzo addirittura molto bene). E ciò vale sia per i maschi che per le femmine, senza differenze rilevanti.

    Il discorso cambia notevolmente se passiamo a considerare il rendimento scolastico (Ta. 21): ben il 45% dei maschi ammette coscienziosamente di trovarlo insufficiente (contro solo il 9% delle femmine). La quota maggiore delle femmine si attesta su uno striminzito rendimento sufficiente. Ma abbiamo anche, soprattutto fra le ragazze, andamenti giudicati discreti o buoni. Solo due intervistati (uno per ciascun sesso) sono a livelli ottimi.

    Il motivo sta forse in un mancato incontro fra quanto propone la scuola e gli interessi, le attitudini degli studenti. Infatti solo il 27% dei ragazzi e il 20% delle ragazze è davvero soddisfatto della scuola scelta (Tab. 22). Il grosso si attesta su un abbastanza soddisfatto. E c’è un quarto (quota rilevante in tal caso, costituita soprattutto di maschi) che afferma apertamente di non essere soddisfatto della scelta compiuta. Come giustificano gli studenti questo loro giudizio? Quasi tutti hanno cercato di dare una risposta, cosa significativa, trattandosi di una domanda aperta, dove cioè l’intervistato deve scrivere lui stesso per esteso la sua

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