500 segreti per avere un orto meraviglioso
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Pagine 320
Manuale pratico di orticoltura e giardinaggio. Consigli, suggerimenti, trucchi e segreti per coltivare un orto.
L’antica abitudine di coltivare un orto sta tornando di grande attualità. Dopo qualche decennio trascorso nella illusione di un consumismo facile senza prezzi da pagare, ci stiamo accorgendo che alcuni prezzi ci sono: la rinuncia alla genuinità dei cibi e una totale subordinazione a un sistema produttivo di cui non si conoscono i meccanismi. L’orto come lo si intende oggi non è solo una piccola fonte di reddito, ma soprattutto una nuova filosofia di vita, un metodo sano per recuperare il giusto rapporto con la natura, con la terra e con il cielo. Purtroppo, molte conoscenze sono andate perse, e oggi non esistono scuole né insegnanti in grado di trasferire cognizioni non accademiche, ma pratiche, a chi vuole incominciare. Questo libro, scritto da un amatore che ha coltivato il proprio orto per più di mezzo secolo, rappresenta una vera miniera di suggerimenti utili e consigli preziosi.
Bruno Del Medico
1946. Programmatore informatico attualmente in pensione, opera come divulgatore e blogger in diversi settori tecnici. Alla nascita dell’Home computing ha pubblicato articoli e studi su diverse riviste del settore (Informatica oggi, CQ Elettronica, Fare Computer, Bit, Radio Elettronica e altre). Negli ultimi anni si è impegnato nella divulgazione delle nuove scoperte della fisica quantistica, secondo la visione orientata alla metafisica di molti notissimi scienziati del settore come David Bohm e Henry Stapp. In questo ambito ha pubblicato tre volumi: “Entanglement e sincronicità”, “Succede anche a te?” e recentemente “Tutti i colori dell’entanglement”. Gestisce il sito www.entanglement.it, ed è presente su Facebook con la pagina di successo “Cenacolo Jung-Pauli”, che conta oltre 10.000 iscritti e vuole essere luogo di dibattito dedicato all’incontro tra scienza e psiche.
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500 segreti per avere un orto meraviglioso - Bruno Del Medico
produzione
Bruno Del Medico
Illustrazioni di Elisabetta Del Medico
500 SEGRETI PER AVERE UN ORTO MERAVIGLIOSO
E-book ePUB - ISBN 9788898268382 Prezzo IVA compresa € 12,50
Via Torino 76 – 04016 Sabaudia LT
E-BOOK formato ePUB
1° edizione
ISBN 978-88-98268-382
e-mail: edizioni@coltivarelorto.it
internet: www.coltivarelorto.it
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Prefazione
Un vecchio proverbio dice: Impara l’arte e mettila da parte
. Ci ho sempre creduto ma non avrei mai immaginato quando, bambino di pochi anni, seguivo mio padre nell’orto, che un giorno anche la coltivazione delle patate e della lattuga sarebbero diventate un’arte, ed io ne avrei scritto addirittura dei libri. Questo è il quinto e spero che venga accolto con benevolenza dai lettori, così come è stato per i precedenti. Questa volta ho voluto condensare sulla carta tutte le esperienze che ho maturato personalmente e quelle che ho scambiato con altri appassionati come me negli anni trascorsi, che non sono pochi, perché superano abbondantemente il mezzo secolo. Naturalmente le tecniche, i materiali, i mezzi e le motivazioni che stanno dietro la coltivazione di un orto sono cambiati notevolmente; nonostante ciò le piante sono rimaste sempre le stesse, desiderose di vivere e produrre frutti per moltiplicarsi. L’orticoltore non fa altro che assecondarle e guidarle; talvolta interviene e le corregge. Tuttavia, una pianta di pomodoro nasce, cresce e fruttifica esattamente come cinquanta o cento anni fa. Per questo le esperienze dei coltivatori non sono mai antiquate o superate.
Naturalmente, non c’è scuola migliore della pratica, per cui l’invito a tutti è di rimboccarsi le maniche della camicia e cominciare a sporcarsi le mani.
Ogni appassionato dell’orto deve comprendere con umiltà che un noviziato è necessario, e il noviziato si paga
, secondo un’altra espressione del tempo passato; però, sapere prima alcune cose, aiuta a ridurre moltissimo il prezzo.
Consapevole di ciò, e mosso da grande simpatia per chi vuole cimentarsi in quella che è stata una grande passione di tutta la mia vita, ho condensato in queste pagine la mia esperienza esprimendola in consigli e suggerimenti: piccoli forse, ma non banali. Spero che siano utili per tutti quelli che li leggeranno.
L’autore
Aglio
Aglio
L’aglio
Si ritiene che l’aglio sia originario dell’Europa meridionale, ma non si hanno notizie certe. Sicuramente era molto usato nell’antico Egitto. I Greci lo detestavano al punto che chi aveva mangiato aglio non poteva entrare in alcuni templi. I romani, invece, ne facevano grande uso. Nel Medioevo era considerato un rimedio contro le epidemie di peste e di colera. Troviamo l’aglio anche in molti riti di magia popolare: notissimo l’uso contro i vampiri. Nella tradizione contadina si appendeva la treccia d’aglio vicino al focolare sia per favorirne l’essiccazione sia perché si credeva fosse capace di allontanare i demoni.
Le varietà di aglio
Esistono due varietà di aglio, il bianco e il rosa, e si riconoscono dal colore delle tuniche. L’aglio bianco è tipicamente quello da serbo, cioè destinato alla conservazione; l’aglio rosa va preferibilmente consumato fresco.
Queste due varietà si coltivano in epoche diverse. L’aglio bianco si pianta in ottobre-novembre, quello rosa in primavera. Varietà bianche: Bianco piacentino, Bianco piemontese, Bianco napoletano. Varietà rosa: Rosa napoletano, Rosso di Sulmona.
Moltiplicare l’aglio
L’aglio è una pianta biennale. Fiorisce e genera semi nel secondo anno di vita, ma la moltiplicazione da seme non è praticata. Si preferisce mettere a dimora i singoli spicchi prelevandoli dai bulbi. Per avere buoni risultati vanno piantati solo gli spicchi più esterni, quelli più grossi: spicchi piccoli produrranno bulbi piccoli.
Si piantano da ottobre a febbraio. Le distanze minime sono 30 cm tra le file, 15 cm sulla fila. Circa la profondità di semina ci sono due scuole. Secondo la prima gli spicchi si interrano, con la punta verso l’alto, con almeno 3 cm di terra sulla punta; la seconda, invece, prevede l’impianto degli spicchi in modo che la punta fuoriesca da terra. Consiglierei questo secondo metodo solo nelle zone a clima più mite.
Si può usare l’aglio acquistato al supermercato per la riproduzione?
Si può usare, limitatamente agli spicchi più esterni e più belli. Negli ultimi anni pare sia venuta in uso la pratica di trattare agli e cipolle destinati alla vendita con prodotti che contrastano la germinazione. Sarà preferibile, prima di interrare l’aglio, lasciarlo esposto alla luce finché non si vede che la germinazione è iniziata, cioè gli spicchi cominciano ad emettere delle puntine verdi.
Torcitura delle foglie
Quando le foglie diventano gialle molti usano praticare la torsione, che si fa in questo modo: si afferra il fusto al colletto, cioè un paio di centimetri sopra terra, e lo si torce con un mezzo giro della mano ripiegandolo poi verso terra; in questo modo tutte le energie dell’ultimo periodo di crescita della pianta contribuiscono all’ingrossamento del bulbo. Altri affermano, al contrario, che questa pratica blocca il flusso di linfa dalle foglie al fusto e sconsigliano la torcitura.
Vale anche per: Cipolla
Come raccogliere l’aglio
I bulbi di aglio si estirpano dal terreno quando le foglie sono completamente secche. Cipolla e aglio si estraggono dal terreno aiutandosi con le mani, o al massimo con una forca, infilando i denti così lontani da non correre il rischio di bucare i bulbi. E’ preferibile fare la raccolta con il tempo asciutto, lasciando i bulbi qualche giorno sul terreno o comunque ben allargati all’aperto in modo che si asciughino; sarà anche utile rivoltarli almeno una volta al giorno. Questa asciugatura facilita il distacco di tutti i residui di terra: eventualmente scuotete i bulbi o strofinateli con le mani.
Vale anche per: Cipolla
Come conservare l’aglio
Conservare l’aglio significa impedirne la marcescenza e la germinazione. La prima si contrasta mantenendo l’aglio ben asciutto, la seconda tenendolo al freddo e al buio. Per una conservazione efficace dividete gli spicchi ed eliminate quelli danneggiati, metteteli in una reticella e appendenteli in un luogo fresco, asciutto e buio.
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Come fare una treccia di aglio o cipolla
Nelle campagne si usa confezionare le reste, o trecce, con i bulbi di aglio ancora collegati al loro fusto. Procedete in questo modo:
- Appendete a un punto alto una corda o uno spago robusto lungo circa un metro e mezzo. Intrecciate sommariamente tra loro gli steli di 4 o 5 bulbi, e legateli al capo pendente della corda in modo che con il loro stesso peso la tengano ben tesa;
- prendete uno per volta gli altri bulbi, e arrotolate lo stelo due volte attorno allo spago facendo passare il capo sotto il giro, come a fare mezzo nodo. Stringete bene lasciando uno spazio tra la legatura e il bulbo; questo deve collocarsi a circa 5 cm dalla corda, in modo da lasciare spazio anche per gli altri bulbi che aggiungerete;
- proseguite distribuendo i bulbi circolarmente attorno alla corda in modo equilibrato, facendo sì che la treccia risulti bilanciata. Per prelevare i bulbi da usare in cucina cominciate dall’alto, eventualmente tagliando gli steli. La treccia può essere conservata al freddo e al buio ma non all’umidità o alla luce intensa, altrimenti i bulbi germogliano precocemente.
Come usare l’aglio in funzione antiparassitaria
L’aglio è prezioso nell’orto, perché può essere usato come antiparassitario contro tutti gli insetti: a questo scopo si prepara un infuso da spruzzare sulle piante che si vogliono proteggere o disinfestare.
Anguria
Anguria
L’anguria
L’anguria (o cocomero) è una pianta originaria dell’Asia tropicale, a grande sviluppo vegetativo. Per la semina si preparano delle file distanti 1,50 mt e su queste si praticano buche larghe 60 cm, profonde 40 e distanti 1 mt tra loro. Ogni buca va riempita deponendo sul fondo concime organico (letame) o comunque concime ricco di potassio, che aumenta la consistenza del frutto ed il suo sapore. Esistono diverse varietà di anguria che si distinguono tra loro per la forma del frutto (tondo, ovale, oblungo), per il colore della buccia che può essere di un verde più o meno scuro, a tinta unita o striato, e per il colore del seme. Conviene acquistare sementi F1 oppure piantine già pronte, presso rivenditori di fiducia.
Vedi anche: Melone, Zucca
Cucurbitacee pesanti. Come evitare il contatto con il suolo
E’ bene non tenere le angurie a contatto del suolo, per evitare che la buccia possa venire deturpata dagli insetti; in ogni caso si formerebbe una grande antiestetica macchia bianca sul lato a contatto del suolo e non esposto alla luce. Le angurie, fin da piccole, si sollevano dal terreno disponendole su una mattonella o supporto simile: periodicamente e con molta cautela potranno essere girate. Non girate solo il frutto perché rischiereste di causarne il distacco: girate assieme il frutto e almeno 50 cm del tralcio.
Vale anche per: Melone, Zucca
Quando è matura l’anguria?
Ci sono diversi metodi per valutare il giusto punto di maturazione delle angurie: ciascuno è abbastanza vago nella enunciazione e non è applicabile con certezza, ma deve passare attraverso il filtro della sensibilità dell’operatore. E’ ben noto, nella raccolta in campo delle angurie, il lavoro indispensabile degli staccatori
, i quali indicano quali frutti raccogliere e quali ancora no. Ciascuno di questi professionisti ha maturato una sua tecnica personale. Se vogliamo essere certi di scegliere bene le angurie da raccogliere possiamo affinare una delle seguenti tecniche:
Il suono. Battendola con uno schiaffo o con una pacca, l’anguria acerba emette un suono squillante; quella troppo matura un suono decisamente sordo, un tonfo. L’anguria a giusta maturazione emette invece un suono profondo; dopo alcune prove è facile memorizzare la tonalità e l’intensità giuste.
Lo scricchiolìo. Un altro tipo di suono che ci si può esercitare a riconoscere è lo scricchiolìo tipico che si percepisce stringendo l’anguria con forza tra le mani.
Il viticcio. Quando l’anguria è matura il viticcio più vicino, lungo il fusto, è secco.
La pruina. Quando l’anguria è matura la patina cerosa della buccia, detta pruina (tipica anche di alcune varietà di prugna), scompare.
Depressione attorno al peduncolo. Quando la maturazione è compiuta, nella zona attorno al peduncolo che unisce l’anguria alla pianta si crea una leggerissima depressione che si può individuare con un certo esercizio.
Aromatiche
Aromatiche
Le aromatiche
Sotto la dicitura aromatiche
comprendiamo tutte le piante che, pur non essendo la base principale dei piatti, si usano in cucina, aggiungendole ai cibi, per dare aromi e profumi alle pietanze. Altre piante, dette officinali, hanno maggiormente proprietà medicinali o curative secondo la medicina popolare. E’ utile coltivare le aromatiche nell’orto perché, oltre ad arricchirlo di profumi, contribuiscono ad allontanare i parassiti che spesso non ne tollerano gli effluvi.
Alcune sono notissime, come ad esempio la salvia, il rosmarino, l’origano e la menta. Altre, come per esempio la ruta, il finocchio selvatico, l’anice o il coriandolo, pur essendo meno note, hanno comunque vaste platee di estimatori.
Alcune varietà di erbe aromatiche, come il basilico e il prezzemolo, sono considerate più spesso tra gli ortaggi: in alcune zone d’Italia vengono chiamate i sapori
.
La germinazione del prezzemolo
Il prezzemolo è una pianta di larghissimo uso, tanto che di una persona molto attiva si usa dire: "sei sempre in mezzo come il prezzemolo". Nonostante possa essere coltivato pressoché tutto l’anno, presenta un aspetto veramente estenuante per la pazienza del coltivatore, legato alla sua germinazione, per cui molte volte si giunge a ritenere che la semina sia fallita; si tratta, invece, di germinazione lentissima. I semi messi in terra impiegano fino a 40 giorni per emergere. Inutile dire che se non si cura in modo particolare l’aiuola di semina, questa si riempirà di erbe spontanee molto prima che il prezzemolo emerga, soffocandolo quando alla fine esce dal terreno. Per ovviare, il consiglio è di tenere sempre pulitissima l’aiuola dalle erbe infestanti. Esiste però un altro metodo più sicuro, che consiste nel seminare il prezzemolo in un vivaietto dedicato, in contenitori alveolari, mettendo pochi semi in ogni singolo minivaso. Il prezzemolo non necessita di essere diradato: quando sarà alto almeno 10 cm trasferite i singoli ciuffi a dimora, alla distanza di 15 cm l’uno dall’altro.
Coltivare il rosmarino ad alberetto
Il metodo classico di coltivazione del rosmarino è a cespuglio, lasciandolo crescere spontaneamente, e bisogna riconoscere che dopo alcuni anni il cespuglio assume naturalmente una dimensione e una forma che hanno un loro fascino. Se si desidera coltivare il rosmarino in modo originale si può scegliere la forma ad alberetto. Si comincia usando una pianta di tre anni circa, che abbia formato una buona ramificazione di base, con un ramo abbastanza dritto e del diametro minimo di 1 cm. Si eliminano tutti gli altri rami. Sul ramo scelto si eliminano le foglie e le piccole diramazioni laterali fino a due terzi della sua altezza. Infine, si cimano le punte che tendono a fuggire verso l’alto o verso i lati, dando per quanto possibile una leggera forma a palla
.
Si ripete questa operazione ogni inverno, mentre la pianta si fortifica e allunga il fusto. La potatura delle cime deve essere leggera ma costante, per formare una bella chioma piena, e deve tendere sempre a perfezionare la forma