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Questione di giustizia
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Ebook54 pages47 minutes

Questione di giustizia

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About this ebook

Un poliziesco che vede ancora una volta protagonista il maresciallo Ferrante, alle prese con un intricato omicidio di un giovane dalla vita apparentemente normale. 

Giancarlo Busacca nasce ad Acate il 31 luglio del 1961. Autore di romanzi polizieschi è anche sceneggiatore e regista teatrale.
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateDec 8, 2017
ISBN9788893456111
Questione di giustizia

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    Questione di giustizia - Giancarlo Busacca

    giustizia

    Questione di giustizia

    Mi sono alzato tardi oggi, sono già le nove, non che cambi qualcosa visto che ormai sono in pensione, ma a volte mi piace godermi l’alba quando c’è una bella giornata come quella che intravedo dalla finestra della camera da letto. Per casa si sente solo il rumore delle mie ciabatte, da quando sei mesi fa mia moglie Giovanna è morta, tutti i progetti che avevamo fatto sono andati in fumo.

    Avevamo comperato questa piccola villetta alla periferia di Ragusa, con un giardino dove avevo in mente di curare un piccolo orto, ora la cosa che coltivo sono le erbacce, mi è passata la voglia. Vado in cucina a prepararmi il caffè, rigorosamente nella vecchia caffettiera, non ho mai voluto macchinette con le cialde e robe varie, il caffè alla mattina è un rito e l’aroma che si diffonde in cucina non te lo potrà mai dare una di quelle macchinette. Sistemo sulla tavola la zuccheriera e due tazzine, no, non è un errore ma è un modo di ricordare mia moglie e credere che da lassù mi veda. Ho appena versato il caffè nella tazzina quando suonano alla porta, di certo non può essere mia figlia, lei a quest’ora lavora, vado al citofono:

    - Chi è?

    - Posta, maresciallo Ferrante c’è da firmare.

    Riconosco la voce è mio genero Filippo, fa realmente il postino, lo conosco da quando aveva quattordici anni, quando da Palermo venne a vivere a Ragusa con i nonni, il padre era un poliziotto e cadde assieme alla moglie vittima di un vile attentato mafioso.

    - Dai vieni dentro che ho appena preparato il caffè – dico io rispondendo al citofono.

    Apro la porta e vado in cucina, verso il caffè anche nella seconda tazzina e prendo le fette biscottate con la marmellata, tanto so che tra poco me le cercherà. Intanto entra Filippo in cucina.

    - Ciao Michele, ti ho portato una raccomandata, te la manda l’Inps sarà sicuramente la documentazione della pensione.

    - Dove devo firmare?

    - Non c’è bisogno ho già firmato io e la busta non la apri?

    - Che l’apro a fare se già tu mi hai detto tutto, ma poi cos’hai la vista a raggi X?

    - No è che ho incontrato Mario Cipria.

    - Chi?

    - Quello alto, sposato con la figlia del professore Linguati.

    - Ah ho capito, quello con tutti i capelli brizzolati.

    - Esatto.

    - E lavora all’INPS?

    - Si, te l’ha spedita lui ed a fine mese ti verrà accreditata la pensione e i tre mesi di arretrati che ti spettano così mi ha detto e così c’è scritto, ora vado che ho appena iniziato il giro…non ti dimenticare per domani sera.

    - Perché domani sera che c’è?

    - Come che c’è! Sei a cena da noi e non fare tardi sennò tua figlia s’incazza, ciao.

    Filippo esce, sale sul motorino e parte, io lo guardo andar via dalla finestra, sembra ieri quando quattordicenne passava con la sua vespa a prendere mia figlia Monica, allora abitavamo in centro, in piazza Stazione a cento metri dalla caserma, ma lasciamo perdere se comincio a perdermi nei ricordi non finiamo più, vado piuttosto a prepararmi devo andare in Piazza San Giovanni al Caffè Italia.

    Quando con mia moglie decidemmo di comperare questa villetta in periferia ci sembrava una bella idea, un bel posto tranquillo, liberi dal traffico e dalla confusione, ora che mia moglie non c’è più non mi sembra più una bella idea, per ogni cosa che devo fare sono costretto sempre prendere la macchina. Sto raggiungendo piazza san Giovanni che dista da casa cinque chilometri, ovvero quasi mezz’ora con il traffico che c’è. Lascio la macchina nell’autorimessa vicino al tribunale e mi reco al caffè Italia dove ci sono un paio di amici, che mi attendono per fare colazione insieme. Si tratta di Luigi Casa, bancario in pensione e Salvo Iudice insegnate di matematica, anche lui in pensione. Come potete immaginare

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