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Quando muore Manolete
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Quando muore Manolete
Ebook42 pages28 minutes

Quando muore Manolete

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Spionaggio - racconto lungo (25 pagine) - Spagna, 1947: un ex-agente tedesco al servizio degli inglesi, una frontiera pericolosa, un complotto sovietico e una posta in gioco inimmaginabile...


Sono trascorsi due anni dalla fine della II guerra mondiale. Eppure non c'è pace per l'ispano-tedesco Manuel Weissmann, passato dall'Abwehr di Berlino all'MI6 di Londra e infiltrato in Francia tra esuli spagnoli manovrati dall'MGB di Mosca. I russi vogliono che scorti un loro agente oltre frontiera per creare una rete di spie, i britannici che li assecondi per scoprirne le trame. Ma la polizia segreta franchista è in agguato nei Paesi Baschi e, per uscirne vivi, il doppio gioco deve diventare triplo.


Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964), vive tra l'Italia e la Spagna. Autore di una cinquantina di volumi tra narrativa e saggistica, ha scritto romanzi originali con Martin Mystère (Premio Italia 2018, Premio Atlantide 2019) e con Diabolik & Eva Kant. Oltre alla saga horror-erotica Danse Macabre e alla serie noir Black, pubblica i romanzi di Agente Nightshade per Segretissimo Mondadori, sotto il nome François Torrent.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateNov 12, 2019
ISBN9788825410488
Quando muore Manolete

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    Quando muore Manolete - Andrea Carlo Cappi

    Torrent.

    1

    Rio Bidasoa, confine ispano–francese, 28 agosto 1947

    Quattro contro due, calcolò Weissmann, sfilando dalla tasca la navaja. Non molto sportivo.

    Cominciava a capire il motivo dell'insistenza con cui i mugalaris avevano spinto per scortare lui e Moreno nella foresta fino alla riva del fiume, malgrado Weissmann avesse detto di essere in grado di cavarsela per proprio conto.

    I Paesi Baschi, divisi tra Spagna e Francia, erano da sempre zona di contrabbando. Per la gente del posto era il gau lana, il lavoro di notte. Dalla frontiera passava di tutto, in una direzione o nell'altra: bestiame, tabacco, parti meccaniche, ma durante la Guerra Civile anche farina e altri generi alimentari sottoposti a razionamento. Ed esseri umani, beninteso, verso la Francia fino al 1940 e verso la Spagna dopo l'arrivo dei tedeschi.

    Il traffico non si era interrotto dopo il 1945: per gli antifranchisti quello era ancora l'unico modo di passare la frontiera. I contrabbandieri che facevano loro da guida erano chiamati mugalaris e molti non volevano neppure compensi per i loro servigi. Ma questi erano impostori. Nient'altro che una banda di tagliagole.

    Weissmann non capiva cosa potessero volere da due disgraziati che cercavano di entrare in Spagna di nascosto, ma non c'era tempo per riflettere.

    – Non ti muovere – mormorò a Moreno. – Stai indietro e non toccare la pistola.

    Uno sparo sarebbe risuonato da una riva all'altra del fiume, allertando le guardie di frontiera francesi e spagnole. Quella era una questione da risolvere senza armi da fuoco. Lo sapevano anche i tagliagole, benché avessero tradito le loro intenzioni prima del necessario. Nel silenzio della notte lo scatto della yatagan, la navaja basco–francese, risuonava chiaro e distinto.

    Per loro sfortuna, da ragazzo, a Cordova, Weissmann aveva frequentato pessime compagnie.

    Lasciò cadere la sacca impermeabile che portava in spalla, aprì a sua volta il coltello e lo strinse con la destra, il pollice appoggiato al principio della lama. Teneva il braccio sinistro piegato all'altezza del basso ventre, a scopo di protezione ma anche a portata di un eventuale cambio di mano. Le gambe aperte erano pronte alla huida, e ruotava il corpo in avanti o all'indietro.

    Il primo del gruppo si avvicinò, cercando di sferrare un colpo dal basso verso l'alto. Weissmann fu più rapido e diretto: gli bloccò il braccio con la sinistra e con la destra affondò un floretazo all'altezza del cuore. Si ritirò

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