Nostalgia
Автор Stefano Baldi
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bella giovane, allegra come allora...
Mi stropiccio gli occhi, il piazzale è vuoto,
sta piovigginando, mi stringo il trench,
mando un bacio al cielo e mi commuovo
e in un guazzabuglio di estasi e rimpianto
torno indietro e dal sogno scivolo via.”
Dall’autore di Attimi fuggenti (Bacchilega)
un’altra raccolta di poesie
oniriche e struggenti
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Nostalgia - Stefano Baldi
Nota introduttiva
Ho intitolato questa mia seconda raccolta di poesie ‘Nostalgia’, filo conduttore di diversi componimenti presenti in questo albo che ricordano gli anni dell’infanzia e le persone che non ci sono più, le emozioni e i primi turbamenti della giovinezza e rimarcano soprattutto il tempo che passa inesorabilmente e non si può fermare.
Ma questa sinossi tratta anche altri temi, primo fra tutti quello dell’amore, un sentimento antico, misterioso e difficilmente definibile per le emozioni che, da diverse angolazioni e contesti, suscita nell’animo umano; dei grandi e piccoli drammi che segnano, alle volte indelebilmente, la vita di un individuo e, non ultimo, dell’ecologia a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici derivanti dallo sfruttamento dissennato delle risorse del pianeta da parte di chi dovrebbe invece farne tesoro.
l’autore
Un amore infinito
Il convivio si è protratto
al di là di ogni congettura.
È mezzanotte, l’ora dei commiati
e in quel momento mi appari
bella, giovane, radiosa,
più seducente che mai,
come spesso ti ho sognata.
Curiosamente non so nulla di te,
neppure il nome.
Mi sorridi, uno slancio, un abbraccio,
le nostre guance si sfiorano
avvampando in un impeto fugace.
Nel tuo sguardo mi stempero
rapito dall’azzurro dei tuoi occhi
che rifulge da socchiuse palpebre,
quel fluido pensiero libera dall’oblio
un profluvio d’immagini lontane...
So che non è un sogno
da uno squarcio del tempo
rivivo l’amore di una vita passata.
Sì, mio dolce, imperituro amore,
dalle tenebre mi hai salvato
e io, errabondo prigioniero delle stelle,
a un’altra vita sono approdato.
Nel nulla in cui una scintilla muore
mi ritrovo nella sala del meeting.
La stanza è ormai deserta,
tu non ci sei, il mio cuore è in tumulto,
con gli occhi ti cerco...sei già lontana.
Ora so che non ho più scelta
e già si profila un epilogo inevitabile
ma all’umano sconforto non cedo,
so che per noi ci sarà altro tempo
ove rivivrà il fuoco dell’amore.
2 novembre
In un fluttuare d’immagini sfocate,
nel silenzio pervasivo dei sepolcri,
sotto il cielo plumbeo di novembre
mi avvio lungo un vialetto ombroso.
Eppure, dopo l’ultima pioggia,
il luogo non appare né triste né greve.
Spira appena un palpito di vento
sollevando dal suolo il velo di nebbia,
fugando dagli anfratti le ultime ombre.
M’incammino tra logge e portici
ricolmi di effimeri ricordi floreali,
preludio di foglie secche e sterpi.
Volendo rifuggire dal logoro rituale,
sono qui in quest’ora mattutina
per udire l’eco dei miei passi.
Scorre davanti a me sulle lapidi
una teoria d’immagini quale registro
non decifrabile di tante vite vissute,
pozzo infinito di ancor vive emozioni.
Questa dei miei è l’ultima casa:
sono vicini a me, mi sorridono...
Spezzoni di vita passata riaffiorano;
esitante cacciatore, nel plenilunio
vedo stremato mio padre tornare,
non ha selvaggina nella giberna,
ha un