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LICHENI E AMIANTO: BIODETERIORAMENTO O BIOPROTEZIONE?

Sergio Enrico FAVERO-LONGO1,2, Francesco TURCI1,3, Daniele CASTELLI1,4, Bice FUBINI1,3, Rosanna PIERVITTORI1,2
Centro Interdipartimentale G. Scansetti per lo Studio degli Amianti e di Altri Particolati Nocivi, Universit degli Studi di Torino; 2 Dipartimento di Biologia Vegetale e Centro di Eccellenza CEBIOVEM, Universit degli Studi di Torino, Viale Mattioli 25, 10125 Torino; 3 Dipartimento di Chimica Inorganica, Chimica Fisica e Chimica dei Materiali, Universit degli Studi di Torino,Via Giuria 7, 10125 Torino; 4 Dipartimento di Scienze Mineralogiche e Petrologiche, Universit degli Studi di Torino, Via Valperga Caluso 37, 10125 Torino
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L'utilizzo dei minerali asbestiformi ormai vietato da oltre un decennio, ma lo stato d'abbandono di diffusi manufatti in cemento-amianto (Eternit) e di diversi siti di estrazione contribuiscono a rendere l'amianto un problema sociale ed ambientale di estrema attualit. Lo studio delle interazioni fisiche e chimiche fra specie rupicole (Candelariella vitellina, Lecanora rupicola, Xanthoparmelia tinctina) e serpentiniti asbestifere, effettuato mediante osservazioni ed analisi microscopiche e spettroscopiche (SEM-EDS, XRD, micro-Raman), ha permesso di verificare come il crisotilo (serpentino asbestiforme) sia significativamente modificato nella sua composizione chimica in presenza di colonizzazione lichenica. Prove di lisciviazione di minerali asbestiformi, realizzate in laboratorio seguendo un approccio biomimetico, hanno mostrato come l'azione di metaboliti lichenici (acido ossalico, acido norstictico, acido pulvinico) modifichi la chimica di superficie delle fibre (IR con molecole sonda) e ne riduca la capacit di produrre radicali liberi, determinante per la patogenicit (EPR-spin trap). Analisi effettuate su tetti in cemento-amianto hanno dimostrato come su tali substrati i licheni (Candelariella sp.pl.) esercitino un'azione biodeteriogena sulle fibre di crisotilo, ma non su quelle di crocidolite (anfibolo asbestiforme), notoriamente pi pericolose. L'elevato grado di copertura lichenica riscontrato su tali manufatti comporta, tuttavia, che alla colonizzazione sia anche legata una significativa azione bioprotettiva. La valutazione della duplice azione biodeteriogena e bioprotettiva esercitata dai licheni, nonostante la crescita lenta e le difficolt di coltivazione limitino una potenziale applicazione in termini di bioremediation, risulta di estremo interesse nella definizione delle priorit di intervento in presenza di substrati ricchi in amianto.

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