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il Giornale

Gioved 11 febbraio 2010

CULTURA

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ORRORE A MILANO

Quando Beccaria cacciava il lupo mannaro


Escono film e libri sullessere met uomo met animale. Ha fatto sempre paura: nel 1792 dieci giovani furono assassinati da un presunto licantropo. Fu il panico. Fino a quando non inizi a indagare il famoso illuminista
Matteo Sacchi upo.Belva tremendae notturna. Spirito inquietodellanottefatto carne,peloezanne.Ecco la fama che accompagna lanimale cacciatorechepermillennihacontesocampieforestealluomo(che in realtcreatura benpi feroce). Il lupo da sempre stato utilizzato come icona dellanimalit violenta e imprevedibile che vive dentro di noi. Tanto da creare la favolosafiguradellicantropo,creatura a met tra lumano e il ferino che si libera nelle notti di luna piena. Non qui il caso di rivedere la lunga tradizione di questa leggenda che risale almeno ai romani - Petronio nel Satyricon: Il miocompagnosispogliavaebuttavale vesti sul ciglio della strada. Mi sentii venir meno il respiro... diventa dimprovviso un lupo. Ci che conta che il mito ogni tantotorna a colonizzare(in concorrenza col vampiro) limmaginario collettivo. Succede adesso

menteferiti(lacurilmedicopersonale di Pompeo Litta che constati morsi alla gola:Sei sonole feritedellafanciullanelcollo,due alla destra, e quattro alla sinistra parte... Sembrano fatte con sottili pungoli). Le autorit austriache in questo clima di panico intervengono quasi subito, ma alla vecchia maniera. Dopo aver dichiarato la pubblica calamit promettono centinaia di zecchini a chi uccida lastranabestia,convocanocacciatoriespertidallaValsassina,distribuisconoarmi(aiutateinquesto dai nobili). Il risultato che sempre pi persone vedono la belva,chetuttisparanoenoncolpiscono nulla. Il governo decide allora di rivolgersi a una delle sue branchepiefficienti:ilMagistratopoliticoCameraledove prestava servizio lormai anziano Cesare Beccaria. Il nemico della pena di morte incaricato di trovare il mododigiustiziareilmostro.Beccaria opt, il 20 agosto, per lanticasoluzionedelletrappole.NefuronodispostemolteattornoaMi-

CARTE Una vicenda quasi incredibile ma vera e documentata in un antico Giornale


con larrivo del film The wolfman che d alla saga del licantropo unambientazione vittoriana. E dietro alla pellicola arrivano romanzi e racconti come The wolfmen, la raccolta pubblicata da NewtonComptonecheraccoglie storiescritte dageniacci dellhorror come Clive Barker e Graham Masterton. Ma difficilmente si ricorda, tremando di fronte allo schermo, chefragliepisodirealichehanno contribuitoallanascitadileggendesubestiemisterioseelupimannariunoitalianissimo,anzilombardo.Unavicenda,dafaraccapponare la pelle, presente solo ad alcuni cultori di storia locale (comePaoloColussioMarioComincini, autore de La bestia feroce. Quandoilupimangiavanoibambini nellItalia padana, Diakronia, 1991). Eppure la vicenda bendocumentatadauntestosettecentescopresenteallaBiblioteca Braidense di Milano e intitolato: Giornale circostanziato di quantohafattolabestiaferocenellAltoMilanesedaiprimidiLuglio dellanno 1792 sino al giorno 18 Settembre p. p., Stampato a Milano A spesa dello Stampatore Bolzani. Eppure la vicenda coinvolge tra i cacciatori di mostri e presunti licantropi anche quel Cesare Beccaria, divenuto famoso per Dei delitti e delle pene. Ma veniamo ai fatti raccontati dal Giornale circostanziato e dai documenti darchivio. Tutto comincia il 5 luglio 1792. Giuseppe AntonioGaudenzio,unbambino di 10 anni di Cusago, perde la muccachestavacustodendo.Viene mandato dal padre nel bosco, di notte, a cercarla con lintimazionedinontornaresenza(erano altri tempi e quella vacca era lunica ricchezza della famiglia).GiuseppeAntonionontornapi.I genitorisonopresidal rimorsoe locercano invano. Qualchegiornodopositrovanodeivestiti stracciati e avanzi del corpo diunfanciullodivorato.Siincolpanoilupi,macchidubita,non stagione.Pochigiornidopo,per,il9luglio,ungruppodiragazzi diLimbiate(aquasi25chilometri distradadaCusago),vieneassalitodaunabruttabestia...dallorribile aspetto e di strana forma. Fuggono, ma il pi piccolo, Carlo Ocadi8anni,vieneraggiunto:la Bestialafferra,epresolopelcollo se lo strascina nel bosco. Quandoicontadiniaccorronolotrovano sbranato. Scoppiailpanico.Perlecampagnepareesserciunmostro.Lanotizia si sparge rapidamente seminando il terrore tra i contadini. Molti vedono, o credono divedere, lo strano animale in localit moltodistantitraloro.Irazionalisti da caff (tra cui il redattore del Giornale circostanziato) sostengono,basandosisulledescrizioni che ne vengono fatte, che si tratti di una iena scappata da qualche circo ambulante oppure di lupi o canirandagi.Aicontadinicircondati dal buio delle campagne, invece, le disquisizioni naturalistiche non interessano. Sanno solo che i loro figli muoiono e che dei lupinormalinonvaganoperdecineedecinedichilometriperuccidere bambini. Si barricano nelle cascine, se hanno armi sparanoaogniombra,altrimentiimpugnano il forcone, tremano e pregano. Pensano che non una Bestia naturale questa sia, ma uno spiritoinfernale,oaltrochdanalogo.Questa,comunqueinsensata, opinione si sparge, e vha sin chi dice averla trovata di notte in mezzo ad un bosco in figura di gentil donzella. E del resto le descrizioni parlano di una creatura incredibile - lunghezza di due braccia circa, alta un braccio e mezzo come un vitello di ordinariagrandezza,conlatestasimilea quella di un maiale, orecchie da cavallo, peli lunghi e folti sotto il mento... ed il resto del corpo baio - e inizia a circolare la voce che sia un loup garou (lupo mannaro in francese). Nel frattempo lunica cosa certa che i bambini continuano a essere sbranati: Giuseppa Suracchi (anni 6, di Corbetta) Antonia Maria(anni8,diSenago),DomenicoCattaneo(anni13,diCesano Boscone), Giovanna Sada (anni 10, di Arluno), Regina Mosca (da S. Siro fuori da porta Vercellina a Milano), Anna Maria Borghi (anni 13, da Barlassina), Giuseppa Re (anni 13, di Bareggio), Maria AntoniaRimoldi(diTerrazzano). Enonmancanoiragazzini, come Giovanna Bosone, che sfuggono allabelvamanerestanoorrenda-

DELITTO La gente sparava al minimo sospetto. Fu dichiarata la pubblica calamit


lano.Beccariacredevadavveroallesistenza della bestia? Che le morti fossero da attribuire allo stesso animale? Probabilmente no. Credeva, come il governo e i circoli illuministi, che il panico fosselacosapeggiore.Cheandasse fermato. Il 13 settembre un lupo cadde in una trappola presso Porta Vercellina. I contadini lo impiccaronoconuncappio.Quandofumostratoadalcunideitestimonidelle aggressioni molti negarono chesitrattassedellabestia.Altri disserocheforseloera.Questaseconda risposta era quella che le autorit volevano credere e far credere. Entro lottobre 1792 la commissione dinchiesta, seppur costretta ad ammettere alcune incongruenze, decret che la belvaeramorta.Nonsiregistraronoaltremortio,ses,nevennenascosta la notizia. Il panico venne superato e la gentefecelafilapervedereillupo impagliato. Poi arrivarono i francesielaguerraelepauredivennero altre. Eppure resta il fatto che una spiegazione di quelle morti e sulla natura della bestia non stata mai trovata. The Wolfman avrebbero dovuto ambientarlo a Milano pi che nellInghilterra vittoriana.

IL MOSTRO
Il lupo mannaro ha sempre stimolato la fantasia di registi e scrittori. Sopra unimmagine da The Curse Of the Werewolf (1961). Sotto un disegno tratto dal Giornale circostanziato (1792) che rappresenta il mostro che semin il panico in Lombardia alla fine del Settecento. Fece dieci vittime comprese tra i 6 e i 13 anni [Corbis]

DIARI DI UN VAGABONDO

Il viaggio non ha pi fascino, resta solo la dura realt


Negli articoli scritti da Jack London per Cosmopolitan nel 1906-1907, il lato oscuro del sogno americano
Gian Paolo Serino

astradanonhapifascino. Non ci sono piavventuraemistero: resta solo la dura realtdaaffrontare.unodeipassaggi pi significativi di La strada. Diaridiunvagabondo,scrittoinedito di Jack London che Castelvecchi mandaorainlibreria(pagg.261,euro16):novetraarticolieraccontiapparsisu Cosmopolitan trail1906eil 1907e che perla prima voltain Italia trovano finalmente una dignit nonsolofilologicamaancheeditoriale. Che dire, a esempio, delledizione Einaudi del 1997, curata da Maurizio Maggiani? Non solo non rispetta loriginale (London volle a tuttiicostichevenisseroraccoltise-

condo lordine di pubblicazione e noninordinecronologico),maaddirittura fu stampata con i capitoli inordineinverso.I protagonistisonosenzatettoediseredatichevivono linferno di unAmerica, quella tra lafine dell800e iprimissimi del 900, colpita da una delle crisi economiche peggiori della sua storia. Londondecidediportaresullacarta la visione dei pi emarginati per raccontare le molte piaghe, sociali e morali, che si nascondono proprio dietro le fulgenti apparenze del progresso. London, emarginatodilussodellaletteraturaamericana,capacedivenderemilionidicopieconlibricheresterannonellimmaginario(da ZannaBianca a Ilrichiamo della foresta), si sempre defilatodallestablishment cultura-

VISIONARIO
Lo scrittore americano Jack London (1876-1916)

le. Malgrado un successo mondialechegliconsentivadiviverecome una rockstar ante litteram, non ha mai ceduto alle lusinghe del Potere.Perquestolasuaunavisione quasi unica nel panorama letterario non solo americano. Natoinunafamigliapovera,Londonhatrascorsogliannidellagiovinezza vagabondando per tutta l'America:rincorrendotrenimerci, viaggiando in condizioni estreme, spessoelemosinandoilcibo,finendo un mese in carcere e vivendo esperienzelimite.Un americandream rovesciato, un vivere on the road che non ha nulla delledonismoautodistruttivodiunKerouac, ma piuttosto una radiografia socialespietatacosvitaledacontagiare anche il lettore pi distante. Co-

mesottolineailcuratoreDavideSapienza,loscrittoreamericanoanticipaquellachesarebbestatalapoetica di moltissimi autori: da John Steinbeck a George Orwell, da artisti storyteller come Woodie Guthrieagliesponentidellabeatgeneration sino alle icone del rocknroll. Jack London racconta le vene dell'America: un pulsare di miseriaenobilt,disicurezzaeincertezza, di democrazia e di diritti umani violati. E la sua unicit sta proprio nel raccontare vette e abissi con una profondit che non diventa mai un pianto sterile, ma un urlo dinchiostro sempre intriso di ironia. E, in questo senso, pi che nel Diario (tutto sommato marginale senonfosse inedito), in Vagabon-

di che passano la notte che ritroviamo tutta la poetica londoniana. La necessitdichi,nellirriducibilesolitudinedelviaggiaredavveroattraverso la vita, vuole raccontare la propria ferita aperta. lo stesso London a svelarcelo: Viaggiammoinmezzoallatormentaeperfare passare il tempo si decise che ognuno dovesse raccontare una storia. Fu stabilito che ogni storia dovesse essere bella e, per giunta, che fosse una storia che nessuno avesse mai sentito prima. La pena per linsuccesso era la trebbiatrice. E voglio qui affermare che mai nellamiavitahopartecipatoaduncos meraviglioso saturnale di narrazioni. London era su un carro bestiameinsiemeadottantavagabondi. In quella apparente disperazioneciregalailsuosegreto:raccontare storie per attraversare la notte che, come la vita, pu essere tremenda e gelida.

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