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PANTALEO CARABELLESE PRIMI SAGGI DI ONTOLOGISMO CRITICO ‘CRITICA DEL CONCRETO ‘TERZA EDIZIONE RIVEDUTA © AMPLIATA qg o8 Bxaarow, of Braarov FIRENZE . © SANSONI - EDITORE 1948 A IRENE AFFIDO COLTA PROPRIETA LETTERARIA.RISERVATA | Basteane | \ergiges NF Stampato in Talia = An, Sa a PRNARDINO VARISCO RINNOVATORE DELLA CRITICA PREFAZIONE ALLA T EDIZIONE® Concreteaa & plenezea dellsseve Vi ha, ave Fesseve che not attwiamo, wn avo essere, dix ciamo cosh pile pieno, ai cut not siamo od abbinm solo gee tone dis o alld simbolo L'essre, che ins quale lio Ualesere che € in not? La critica di Kant, nel su realimo ‘esiduo, lo suppone, lo postula, L'idealisma postantiono — tena nel so indiizeo esiemo — to nega j ma da alfessere ‘he ot atinmo, quia pioneren, qual valore che it dogmatisma hantiana e prekantiand daca invece a qual Essere pi picho 1B moi, all Assluto, Now wha, e550 dice, ww ssl alro da (quell che siamo noi: L'Astoluto 8 nai. Quindl noi veramente fon siamo che proprio quellwniversle eslemporane, slero, Intnito, unico quate prima, come Assouto in sé era euciao fort di noi, dinanss al quale noi prima of prosravamo 1 tia della nostra concrtetse, inadequate, alsa nella sua f- velit. a of 2, 0 non, questa plurima coneretaza nostra, fuori e at A sopra delta quate si poncea prime U'Assolut, oF & quando la si riconosce come fo stesso Assalto? In questo risonasci~ mento che cose rimane di quale concretssa che ur in qualche Imodo ci viconoscevimo ? Clad vi bg che cosa dit lempo di fronte (Me eer, il finito di fromte all txfiito, i singoare di Prone Ilunioesale Si 2 repost che veramente quest primi termi tosttutio’ delle csiddetta contingenza, ow 24 sono, sono astra Hone, sono empirin, Ma questa risposta, con mutate parole, "preg | lettor, che lng ger la pra eta uals lo ripete ta pos fata. Ci Samo fat Dio me, én questa sublimesione, abba Aimenticato ¢ periuto noi fey trvare soltanto Dio. Quando tor iam a ricordarci di mos. om ud now stbiirsé quell data, he conta nosba sublimasione aexamo credo di vitare. Quindé anche Peguivocy, er cui nna vale TAssluo 2 veramente fale hella massina, unice, suproma concretesa, @an'alva fnsece 2 Vrumanit, cio le coneretesea naturale dl gener wmawo, Ja ci orca cultura dice Spivite. E dallequivoo, se anche qualche volta sme ha sentore, naw oi cerca dé sire Rompere o contribuire almeno a rompore ques quivoc, @ chiaire quelle quistione, 210 spvito-animatire dé guest inda- wine, che delle conpuiste ideabistiche corce dé fenere sl massio® onto, ma non ouale chindere gl ochi dina a tat problems Snsorgnté dopo e olive la solusione idealists. Né 0! € altro = Datei dl pst, cme sie ua a, cme ‘lgmo, dr in oe mater cppene Taccorgnést qu forse hinraments, ele pane che io ete date (helm aan {oat eap. Vil). tn tall pogine ne 6 devnaata agent nla vest ientittione ‘aa pti con Is mgt © Ste spe ‘te pues che i chsrimento di questo equeaco non ponga mat ‘Gran Gals entcsion das spi mass con vate Lo spirits che ost of snderma,¢ ietantsn floes ‘iit che pur severt come tal, etono po ote, dh opesta Inch, trace dimensions metadiche Rostoegeny he prsaye pote proprio gelarelsticsieatienioe npr fost sole Snpunto gener Tequiveca. Sonfwnr questo best; ogni fender In goed togtere i coniaot i qusta Ep, par con ‘Smeets Ie nae dl vin, o'staticedelfenperees "ie be diene» gocle sess dlfeion cle Bots ‘stn, cy premppotendo. tie Heater, non tly ia'genetdeiequvoco. Contr tak soe quo, Yheglmo he aca ella Meceioaone ala dottea delteatacometg © To ‘teresa, ica alma equate chee mse, han ditt Hae thr Hats simetere in widen che gat smal orn ot sn pab non curs acoompaatn dalla tonne ee te he peth tla premppontasduione tae consontn aia man conan, Sicrgina Fantoconceet hogino st camgeete soskono. I) ij ioe dopmatica che siritene di aver ents esupo- | smesso per rinscire mall intent, che approjondive sempre pie fe concrete che a noi rise, Peeid le kuntiana ertica dalla conosconse, che suppone e cerca di conilare (in wna. sine, fhe 2 sempre e sallanio sivlesé conosetva) iD sogcto-nome, fonoscents, & Poggetto-ecere, conosciato, deve divenee critica ile coniretean stessn. Nala criti della consscenca, into ome sieve ad analiasare questa, si é dimenticen di riccare f oaliane cvtiamente le esigenze viehiste dalla atiitaspiri~ Iwele dalt stesn conoscore i snggttoe oggetto, & qual guinds i accttanana nella Yamandatactconcesione retiica: day ra- fone dé quest exgense €risalie ancora dall atl del canoscere quello di astee. AU problema hetiana: ccome ¢ possibile fonoscre > bisogna quinds sostituve Valivo: wcome € possi= bite essere 2». Sombra‘ ritorno ana vista onli dopone= fica, of & invsce il naturale soyppo della concesione ovtict ella reat Infatti nom sotanto Voggetto & essere, ma anche i sogeto erib il prgindici che sotanto i snggetto sia cosconza €sol= lant Yoggta sia essore,prgindieio, pel quate pave che il sog- sto nom sia ma sappia sallanta, ¢ che Poggeto now sappia Ina sia sollano, non 5! 2 eso wala suo flsité superato, (quando st 3 anmudlats Vesere, che si dizeva opgeto, lla co- lence ohe si diceva soget 1H saggio ch’ fo presenta aglt studio ai flosofa, sense i= futere ts opposta solusione realistic, cow la quale si sempre fovcata di vidarr la cosionsn, ce si dicen soggettva, allessre he si ritenovaogettiv, mostra invece La nscesstd Ad corrggeré la salusione idealisiea,svluppando proprio ta scoperta kan- ana dela concrtese sinitice dalla realli, « cerando pereid A intondove questa realta nelle sue esgenze. Noi ira, i filo- ‘oka nom sappiamo ancora Bene che cose intendiame dire quando Alicia sogeto ed opgets. B percid, questa indagine, pretimi- ‘are ad ogni alive ricerca flosofca* tut proba! ne vengono Aminati Eeplictamente posta rsolo,perd, qu non 9 ha * Nom aterm svar cath trovata I ptr A aragone 3 og ‘min indagine sono, quando, poston alla solusone dl an problema che quello, fondamentalssima, del Soggetlo wniverale. La so lucione d fal problema la prima ¢ fa fondamentale che rset alla sessa impostasione delle Critica del conereo ‘Ohi mon amt distardare ol quiet vere dl proprio pensiero on diseociasioni, che mosterbbore la vanita di dlirine ace tate o poste, port rtenere astranioni quest aie rcerche Bs no ma bisognerd dimosiare che ese siano superfine, € no fncece, come sono, ascoutomente richiste da qualungue sou lone ii problems, che non si content di gérareinkorno ad es ‘ma vorehi di enetvarli. Chi facclasi ad sntondore ¢ valutere luli astrasoni,sontrd forse inuece euoto parle i aire fost ions, che pur sombrano tant concrete e determinate. Molle tole, ¢ nom stanton flee, 1 concretismo pin fativo sion ‘proprio dal rcercare le esigonse del concrete stesso, Pistoia, luglio 1920 {ve vi ipsa co at rate Sev dle, here aa sone a en testo ro, id shou eo sow pre dalla cree fon questa Cries one: Torun, non sone ation lfopcrs del io vivre po qs spn hie inane 1 ed dents (L'Branr # poem religion, 1014s La eseneanoae nom com fa Gree dl cowaet PREFAZIONE ALLA II EDIZIONE 1 La prima edisione &i questa Critica del concreto comparve wel 937 ‘Now aivasse Patlensione quasi di wessuno*, Ie poche copie stonpatefarono pid disperse che Ile, ¢ Tedisione si saul in bree Un certo intresse nacgue dopo, quendo il Wbriccine ora quasi intovaile, Nacque mei givwans, che sentivona i isogno { eouoszore qual solumeto, che contencoa come la ehiave di ttt Sieh coro di esione o di ttt} miei studs posterior, sorck oe leortick. ‘Nacgue specialmente in quei pochi, giveani e mow siovans, ‘hein Ttalia si ceupano di floeofa com spontance « pur coray. sa dedisione alla pura ricerca come tate cufatte Te rags conte Qual del'attalamo swe ql ot dara Is li determinate sens, pesos dll Mali 9 vans dalla ope ‘eano (oppo opto, enstengn, fae, teligane cee) del Cone oro, , come airless, naegue poi anche in ered che, inoee, di flotohia si ocewpeno slo con Preodinata volo \E combatioe Pindirian che ritone opposto a quello profes Sato. Questa vlonta, ud esse legal alla fede eligiosa delta Fivetasione slvica crstiana, o alla fede scietifca nel fatto nate» fd incce seetwire dalla foe flompce proprio Nella tessa btegti, cod lla cosidetia mediasione come ia Tetice anitelca» sempre fnsce col rvolvere la vcore flosofca tinicamente nalts oppassione del flosofont, e non nel loro ac~ ando,fondoco sulla unitd dla coscionsaoteuto conta ei Tica delle eveenute scoperte speculative. Una riproa, quest data mio, air vota esate ali asp exprasc, opinions, che te cusieta daletica degli opps, to decaniata come esonsa alle libertd ello spirit, tm fondo 2 la sessa inbransigens Iidesica ei disputant ta critica & ostentedall'una edall alta posisioe spiritual sic e€ non, senza eric, “Anche a parecchi di questi, dimmu, quando le brvi soste dail ineraian le armi consontivana loro. di porgere orechio tle voci che risuonavana sopra it fro campo ai bata, quei ‘nies studs posteriori fecera capive che Bisognava pur in qualche Indo fae § cont con questa voce che preva desc ragione agli Tinie agi alr, e Pur non si poteva confondere caw quel deg tins o degli alii, e neppure con ta loro opposisione ; non ore € thom solcon essere la sintest ai esse come oppost. Eperid anche tke toro fe ricecate gud! gramo solumeto, non fosse per altro the fer sifiarla, com picolosoffo da arti opposte, come incor- regeibleatoalto mal eclantesi sotto spoglie di problem’ eer ‘eas spegnerlo, Piprender Ta lor lott TE veramente il sofia annullatore ci & stato, ancke senza ta conoscenea di questa Critica, ka quale pur era e doors essere la chiave per comprendare quella specwasione, cui st voles ‘ono te sddtora contest que che sstetyo [6B 3-419 segare ogo oviginalt, se nom op walove. Quasi tte eiiche {he mi sma slats morse, prescndono proprio da qulle conor fee, di ei avewo mesa im evidensa le sxiense imprescindibi Ripresety, dungue, questa Critica @ givwant e non gua 4 spassionaliricereaior! ¢ 8 devisi arligieni, foehé, se 6 dono, ta valino fa discutana al lume « ai cid the essa tessa ‘ice, edi quanto sono venulo foi swogendo, La solasione concretitica del protioma delle flosofa non spud ertcare Sousa toner com come ai questa Critica del foncrto, che 2, dss, Ja ehiave ai essa, cosh di tute Je analist 4 iin, gt situppi a esigonze,e le coresiont di cone the son seal poi ma mao facendo [Now las erie, cerlo,acwmondo #Jondamento coneet, ee, fin base a indagate esigonte di cosciona, sono salt mostra fats E tute te cvtichs finor tentate del aio concretiomo sono 1 questa natura, Pevid non mi d parso fnora utile prondere fin esame: da questo now mi riprometoro wn vantegio spec latin. Le ertiche, dalle qual’ $0 veda la possbiita dv muovt sviluppi 0 magari di coresions, savanna le pi acate © sono empre le desderate. Le aire, delle qual facile me sarebbe tion fare, non mei dispiaccono, sin erché dalle posiione specsdatioa omfutata guateosa cvtamonte 3 rimasto net pretest confeator fia perché domeni, a tompo perso, mi permatteranno il Iusso 4 trionfarne, Per ora, io stesen vedo, possbil, sviluppi bon pit prof so stesso, sont, insole acing, difcotd to maggor’ di quelle ‘mossemi in nome di scrtiche, ripeluteposisiont spectaive, che, lungi dal procarare lz confadanione del mio pension flosfco, evamo state da questo gid confuate. miei erties guardino meglio 2 vadranno cid com ehiarsza divtamonte Toro sess) sence Bi “agmo del mio interoento. To, ieee, 2 Bene che continul a din ‘more qucile dict, che ari non mi muoce, perché non Te ha ‘ancora raggiante “Ai foclé tron © & sempre tempo : cid, me veo 0 mario, aoerrd quando aord fnto di filosofare: filosofare & porsi dif alld nasue de superare, non trionfare sw acverear én quelle id superate fore quote ssa soa econ ¥ wa iron ue | sin nods Elser, he fo riengo modo bys sombre ‘iets por tere Di mio nw 8 fe oe Fagin Sp, & fore sn va maggoe epee crimes nos Trace cept, speciatmente gk limi, qulenne, che owe tl pime dns Fe to tone it gua | Grivel ease, che ei tonsa. pure 2 ror a | stessa : ha avudo soltanto una maggiore nettesxa di line, se | tgp af oct mma simi Spend ane mega inbeca™ fata moet fontamnticrinane gut it ft Toggetitaon & 6 | Fase consetarné una forms elfen cont, Stats fh ala to, che si I sgt epute ean € sop | prin | ordive dee tratarone ho converte tle « ua, anche | se hove ce oeva sane coder da wu pe, sind | paint, sepa aarp, wel Mo cats gu tondesamono for tear trasprte la ro | rosie ns taper ase mt inane © sine wetpsct toetatquta inposaion, ache ho alo Snore are tmp©upsa on es| * la prima intensone er qu rtampare vou ssa us tac ri ef aaglanger ie pose a icazeY pina tae ‘tc cucu sprasonh ee ogg io ranevo esate fe {Go avebie data ers vantaggo dl redre, seolpa ach, Y=p- fontimento earnest hn ance per problems qui tata, ao svat quo ventonnio continue marion; sn vee Tov tae impels fates so ve, «fre nae ache, qutto eguimento soca lun posse, up come dat el Frscotinento a eo, B po pone ery mollis non Exum et volumes ort Ingato eppeanto, fo pcb ‘ee oy ives at pos toner tit guano ine ova he appvatometundoe! ioe a (Uh cntasogande ives Sim unto ber hea pena ee, Lee fom soto iudagine si prsontd. Chi sa il travagio stareo & speculative, da cui essa fu prepara, ss che nom fc improwesexione, Now fa, la mia, intisione, mata di colpo, come, pe i berileyano smmateriatism, 0 lo shilinghino asolutism Iie rsulato di indagine critic. Non so sels conspeoleze de! ‘momento ¢ della funsione critica come estensilt a osofare {olga queste divinasions genial certo tolie quel ria ereativa, apocaiticn insieme, com la quate quell che moran qualche ‘uowo spiraglio at Iuce ono pert nells umana cisions, aso sempre preseuata quis apertura esee ere, per git uniipicd: Cartesio e Kant), prima e pur deinitoa sepert, ‘he sel campo fosofcoaxvee alta la possiblta di ope! nuova soperta, essendosi wna volte per sempre indicat la via laminas 4 vero assouto 0 mano: era, fer gi alr’ pion Heil ed “pigoni), ao creation che fsa in sé una nolla per sempre lt creaione e condanne opis posibilitd mom pur 6 sports ma ten anche di riveree pik profonda del modo di ereareo di aliro ewontuale modo di agie dll esere, 0 di essere della, 0 dé ssre in 58 if dogma della creasione, come passagpo dal ule ailessve, come nigaiviti dello spirit, rnde da wna parte Superfan dl Crealre, «sana dalla ogui nuoos indagine Slr cretivia, “La ertica del concyto now ewol ave € nom fwd cere gue- aria essa now 2 né creativa, né apoclitica, Bes, apts perché citca, scopre quel che. gid 8 Io spirii; ¢.percid hon &oppasisione, non J nd cancellamento raicae, nd ereazione: hon 2 spirto muowo, per la semplice rogione che lo spirito & oino, ¢ dalla flsofia oggetto & propria lo sprito in guano lama’ now 8 Aufkebung, cod splrito e30 pit ato ol $40 ne- 07s, erchd dla spivito now 2 possibile negorione. La flosofa, ferché'ériflesione sullAssoluto, pub scoprire: non pud © non ‘lve ereare sarchbe la sua ana tressione dal! Assolut, ‘Ma, @altva parte, a critic, appumin perché @ scopeta ¢ non ansdlamonto © ereaione o ricresions, ha cosionsa chiar te nom scopre tuto to scopribite, che now 8 essa, come critica {el concrt, ttt lo Spivto sano ad eterno; efereid non solo Consent, ma richisde nuove scoperte, che ta integrin come Sco porta ela conforming come valorespirituae La erica dl conereto on 2, dungue, nf evasion, né ap cies. TE cost & flospa trascendontals, da ann pare, cod rislee At prodiema interno della losoia, ¢ melaisea, dll alia, coe risole it problema ester della flosofa. IL trio di Kent fu fuelo di aver sraduto posible a rsalere it frobloma inlerno fonaa risalere insiome it probloma esterno ; if trio dell flo~ fafa teesca posthantiana fu quallo di aver soppresso ques problema eterno, perché now Hrovato sisluto nella solusone di {nel probleea ters. Chi confront, dice, x prima cow Ba seconde edsion, fro- serd ks riprova det mio modo ai floofore ‘Lapprojondimento critieo principale tra Puna ¢ Vollra sta nella stitucione della esigenza della coscienza a quella della ‘sperienza, come fondamental, (Quando seriuevo ta prima edison, ritenev, com la corrente ‘Alosofiae storia della flosofia, che i ysultao della specudasione hhaniana fosse Ta conguista della cosconza come esporensa. ‘uindé pareoa che proprio Ia eserionsa come tle io clevass & conerctssa. L'apprajondimentafosteriore di Kant me chiar ‘he questo prteso visto, da wa parte, era nom sina solu (po, ma una falsifcesione dé Kant, c,dallalra, era am vero © propria ervore floenio, doowln ad uxo siluppo del sogt- ‘viomo empivistico fasamente atiribuile a Kaxt TH Kant, che tuiora come per tuti 4 manuati (€ now solo questi) ai storia dela flosafa, dt fatale ixconvo del raconal- ‘no com Fempiriom, 2 wna, almeno parsiale, soppressione di Kant: Voriginalita di Kant € propria la seperta dele esa si (cssre) come mtaisice. Solo cool Kant supera Cartes ¢ Leibniz te wna parle, Bacone ¢ Locke dalfalra. Lesser} matic, lod tascende lz natura, fod now & esauito da questa. Questo now wedewana nd i rasionalist, che coreroana Tesore ella « ella naturale matematica aprons, nd gli empirsti, che lo ce. fvano welPempirico fao sontilo, dé Mi dalla coscensa. Gli luni e gli aliré won sedcvano Uessere,¢ quind won ne vedeuano a metafsicta spirtuale. Kant le wee, ne fa la fursione essen~ ella ragione pura ¢ mostra quindi vane la ricerca degli ‘ess ¢ degli all, cal lro saturalismo aprior’ 0 aportrion. La sopeta di Kant quindi non 2 la comma delerore deli wai com quello degli alii; ma & W islamento ¢ ke denunsia del loro erore comune, Taito cid ed aliro ii con obiaresa, quando approfondié per ‘mio conto lo studio di Kani, condotovi dalla sessa erica del concrete. Kant, dungne, miu d'aiwo 4 scoprive questa; ma ‘uesia miu poi d'eita a riscoprire Kant, Quinto seve | prima edisione ero nal primo a quest due moments; per® “nc ta i pet Kan von nasa hem i a {ate det primi de (eft tnt 9a mle che seul CF robin det flaca du Rao Polis, 139) ‘Quest du proc moment ungoe, nel mio studio di Kant (e en pi che de ne rover! arial aman al pmo dopo i sand pss, lo seo commento aimaiente (1936) fata sla Fngosne Inv hs tte wedeze ant am poo pa oad come fondatore dla {tsa more, ta quanto ports i ylngta nese) 8 te pare ‘he posano sve salvaty Gu qui pra incu iosamente iL penn dene che pero meno pone care, quae (eo ma Fpeaimente su di me oltre che sll Merges) ischiino ele ft sverlorouento «fondo nella tat itsinsetasoceaen, yates 1h eterminacioe posiea» neatrs dk gueta, verte clo le nrc ‘elim cola tadsone (Cee tafe nla loo Aton ‘nata da Kant, prima che it mio Kay fowe nato dalla mia Critica del Senco del rend cite atic hes ‘Set cont esos) che infec er toma are pesatore petio a resol bie ‘i eso, perpetrata da chi, non di ‘ux po o.molo del Kant coment oa rimasto anche te me. Quid! Je coneretsse, da me seoperta come inconsapevoloente opera id da Kent, cena identifeata non cox la cosciense ma com sperensa. Ma puy Tosigensa rofonda, che 10 semi, 03 proprio quella di tal eosionsa eigente Tessre metafsicn, ¢ nom sltano quella della esperienza limitente a cosionza al- essere naturale, entro it quate e del quale P'uomo sive, come specie vivene etl pianeta the 2 la tera. E percid nel maggior parte det casi, in questa seconde talisione, nam ho dovuto che sitluire ta paola eoscense gu Ai eperionsa, © pur Fargomentare 8 vimasto ol suo vale Ho solute acconnaye a questa sola chiavifcasine, che la seconda edivione fa della prima, jerché mi pare ta Jondementale Le alice vodrd de sé, cht oogliaconjrontare Pane con Falta titone: confronto, che 2 wile sltnto mci riguardé del fyo- sso storico del mio pensier, e non, 2 rchiesto por a ehiara compreasione di quistaseeondaelisione cote ota gar gel nate soko, Finan, ce fportae i entre mere na importarone gus! pent, ‘he eptason dae Alto non Hi pobre; Tuono Ely con “iis ecto dl soidiafare sempre i font a Fant ed aft tls ret tine, de ch del et, sto ori credo mise ir, pol tr parent, che I slulne che Ta, a atbignts tes in Rane eden raplone pr eat Keplcstante no dec © ‘to poeva dares eereatssousone dl problems tania, o avers {$8 data non slo a qual ncaperta dk Rast he fron | det le, {a anche gis im gus prima mis scopere Kant che € sapposts (quota min eeica del eoncreta La raglan fondarentale fa onse™ ‘hme realtin dlaconescensa Kan, i onsogentssparsions “tovake dal Gegestad, lriducbit dela coon i Ha Rowen = incocetit dalin cna ins Lotto non vise ditt es fon inago ote dal Pilea del essere? x. Se e°8 an merto at quel lavoro, # proprio Pipostasione di gue tema (oi Bad che itt 1 sagpa Besere ‘era seito com Pinisale Ee nom 2, e proprio essa in tuto quel aldo imperioso. presentarsi ai prodiomd alla mia coin Insoddisfatta delle solusiont corenti. Proprio da essa sh pad tive che macque quella scopera dalla concrtaza dell etsee, eb quasi xpi io su Ta cosciensa morale, fhe, stampato a dstansn di qualche setinana dal precedente, fo sin dalla diceso«acerbo fruto di usa itsione, che 84 pay vera della real» (Questa intuisione (fer conseroare la parata allo adoperata) si conne dunpue maturando tra il 'rg € i126 Prim sage, dungue, questi che io ore ripubblic, Eset sono Indvoutii, ¢, ltt eis richest; comungue, a me pain ili, « quateuno forse anche nscesari, ala compronsione det snied lever posterior Comincio dalla Critica del concteto, che appunto vitengo swcesaria a dtia compronsione, che exmind ne cifao Lavoro Sw Tk problema teologco. A questa seguird Che cosa & Is Glosotia?, volume nel qua saccoglierd § primi studi intorno a qucllo che diciamo filosoar. Una che exlminarona pot nel Lavoro sw T problema della fo~ sofia da Kant a Fiehte (r920), Voranno i saggi rigusrdanté La coscienxa morales & Le storia be Roms, 14 gemaio 990 PREFA/ IONE ALLA IIL Bi 1 (Questa eisione di fron ale precedente, presenta Fegginnts A sone append, qua ©, ama precoone maggione | ingagpo sn rispondntn 0 dition! esailuppr, che Font fimo crt ha gid fat view fcend, 0 inva pico Tate precuasione ha richie il completo rifeimento dia sunt pour 39 ¢ 49), ma in gore lita ala crresone i alewe frasi 0 pil sheso di singole para [7 Ma’ on sf cede per questo di pater prondore la Cetca del | conte, pur csl cond or, come altima cimpiuta ere tone di gel che 8 Fontlogismo etic, Ques Ibricino wer trone sempre steno Ta pine parala rlativament ingen | rosolana. Pure, df quate prima paola on 31 pub fare a | ona or tender ghudicare le successive que, soe fon possono ese inlese 'Bpercid.coloro che sincramente & sensa preesion! i ann coma i questo fentare ele lime 0 wc pri | Ad sapere umono, tetore che diciamo flo, Boga che | sibions ta fond di cominciare de tale prima parla. Qua, | fncore ingenua in appari forse lr anche troppo sara 1 atieioee. Tenino 8 onidare questo atin, dt smascherre questa scales son rion ancl est ule ingens | ta comune csconn fondamentle tle tage 2 ta sola ‘ellen di questa critica fale sngenniterimona ta floss, fon tata bz sua atria, alle cosionse comune com le eigane, fai essa dee anddsfare. Bsogna che abbian pasion, dnp, |f nie compogni net flsoare, «cominino da questa prima | pesoond pools ontlasct,gicehé in gueia€°6 ancora Pa : ewilleto tea it taro ergomentare, ancora enaseoloisico, anche Se si dice onlologico 0 atisietico 2 volonaristicn 0 sores, ec, eit mia, decsamenteontolopien¢ scopritre dal esee anche fn quel conoscere, la cui sublimasione (gnosoloisna) lo weve, Tv questa mia prime parola 4 ontologiomo intgrale neces avian sono frequen continu ¥ conta con gull gnoseo- logisme flosofco, del quale comincia la corresione. Kant ine sana 4 compagi fos del suo tempo a sospendere per a ‘momento il Toro lavoro, perchéprestassero oycchio Ini, che di Inosiava se, « come, find a guel pusto guel loro Lavoro fosse, postbie, To nom pyetendo tonto dat miei colleghi; ma chido, the, nel loro continuare fare dal fos, vdano questa nuown critica, co la scoperta della quale Jatto di risoprire tnvieme, bow vivo, anche Tessa, ches ‘rodeoa 0 gid monto ¢ sepolto con I ritca Ravtiana, 0 nom. toceable da evita, se questa. nuova critica non venga in (qualche modo a turbare & princlpi stesi presuppost dal loro) frgomentere, € non venga quindi in qualche modo a rendere, cessaria une revisions vadizale di questo loro argomentare E. potranno allort vedere, se questa ‘iprescindbile yoisione sorta o non porta a quella exigensa dellesere di coscienza puro, fo rispondensa alla quate sltanto io posso axcumere Vorgogio 1H homo sapiens; parawwo alora aadere, see come questa esi- fens exign wna corresione del lipo argomentore; potvanno a Tora vadere se questa che io tonto non & che proprio tal eor7e- lowe che aneNessidexon far, e potanso allora rirocare quel onsapere con me, che exclude Tanti guosealgistcn, per- ‘hd richads la diverstdontlogica come Quslitd nice dell sere, reel quate sé afferma it sapere u Questo eonsapere ha sempre de espicare uteriormente | Quatita pura dl suo essere, Por quanto esplizata essa sia sala (sia mai per eset, B quel the, vella modestia dll mie fz, tengo Jacinda su me seo fentantee quindé anche sul alt, porta come losfanti a questa radice da! lo consaperé., ‘Per questo canone fondamentale del sapere come esplicacione | det impicita Quaid nica dal sho essere, ontoogisno ct] tico non & ¢ non vuole essere soltanto un sistema Alosoic ins &¢ sual estore, prima di tuto ore ogni sstomatiesé fori 0 804g, tn scoperta di guellesee dt cosiensa puro, che tame presupposio imprescindbile da’ ativtaconsapenale wmana, inpone al flosfo di render conto o questa della suo radice prima, tu Qualita pura daessere, Dis ‘Tutt Sistemi storicé della flosofe dovranno guindi exsere rioatat! soto questo aspeto di scoperte, porsiai e spesso i fonsapcooli, di tale Quaitd dll essere di coscionsa pro ti 4 problem floss dooranno essere rimpostts sulla expicite tonfessone dele esigonze che tale eesere impone af nostro apre ‘onsapowle, erchd seramente consapeuole sia. Per questa continua veoisione, che dei eoncati aman Pessere 4k coscensa puro smpone ai fsof che 1s Jormadano, Ponto Iogismo critico pub eomsiderare ¢ considers suo! primi sg, sno solo quelli mdcai come tli, ma tut quel che io ho serio 1 oongo servondo. Giacchd ho pena, e matto tw ats, La consa- fovolsse che la crtic, che fo veo facendo dei concett che La flosofa formula dali esigenze fondamentai che dato essere fmpone alla coscionza umana, tale critica che io wongo faccndo fer epurar dt once dal! ompirismo, che fora ls gnosnlg. fpmo vf aveve detradtt, dowd essere prosguita, nom slo, di Ironte ad eventual, nom wolate © rinscent, insinaasion’ al Tempirismo, ma anche is proseguimento 2 seiluppo dell gid alle esplicasions dell Etoro sosplicito Tate critica, cod tale ferfesionamento deli umani concti sulla base dell essere di coscionsa ro della sua Qualit tora, fo prosguird: e prosguira devono sempre quet pochi (ico ‘siti flosof, che nom seolgono im opera di coneetzea wmana 4a loro fersonale atid spirituale, non perché aon sonteno il fascino di tale concrstzza, im quate che sia dele sue specalé Jorme, ma perché di tal fascina hone il eoragio,spirituale or callers, i ricercare, ad oechiapertie fermi pi che # pos ascadeform, the stata Targomento recat (e444) ae Inns poirot (cateian). Proondamente reaborte ee co Biro ano prime oqo msi cone pio ome (=) sible it Principio primo, del quate naw si stancano dé ripropore il probleme, per riporiare ta concrete etivtd spiriaale aman, sempre pi profondamente, alle sue clerne, aon tempore, ‘Sentrigini, Per butted tts insogn a proposito Plone ‘Nonastante questa consapevoerta, indico axcora come oie personal pri sag quell seit tra st'r4 ei'27 ei vacclgo lance in une spesiate serie di quste aie epere, ow slo perche Sndichino «chi coglia vadrt, i tawaglo di pensieo altraversa {quate sona giwnto a quale chiarzsa che ai hs fatto frre fn termini, che ni sembrano pie Profondi e Did neti, ¢ problem Costes della flosoin, non solo perchi ex, ¢ specialmente (puesta Critica del conersto, sono come #0 silebario concetuale date sucessve mie rceroke, ma anche perc ritengo now eels the in esi il futuro filosofo possa cacntualmente sentir ache| Si guele che io abbie abandanate, come sarc, we glche mi liso profondo, che, confusamente da me sentto prima, sa stato pot non rleoto pits sata tn trvolgene onda di art moti ‘Rimangeno, dungue, eniro la. mia vpra personal, come print sage dé ontlogom ertico quell svi tail "qi '27 Ja tte questa mia opera persnale presen © afd alle fuiural iecrea flosoce come am insiome coerente di primi. saggé di) Heerea dellessee di cosiensa puro, dopoché quest} stata, cro] ber ta prima volta, explictamente esto come fae. | Per questa ragione, che fore la pit superba dalle modest i consentta questa stampa delle oper, ed ho voluto che i prima moro sia dato a questo tibriccino "E forse la prima tli che wn sistema flosnico si freseta es sess come oper # fr critica, e guindi rompa, e880 sts) asa sislematiciti, pur senza per questo dubitae della intr Sree salidits delle sue afermesions» Veventuale corresione di teste avd it loo siluppo nom fa loro negasions. Perché quest fosse vist, Bsogwava passare dal conctio gnosenlgisticn dela Upitca i quale nisce ol rinnegare la erticn, di cui pur enol Cire eect, al concelo ontalogicn di esa, il quale manticns fe critica come esigenza di giustificezione dei concetti da parte) jlessre, ¢ now trasforma questa esigense nd ix wna ite del coneat separati dal sere (Kant), nd is wna aul Uifcesione di xsi eomcet equinds im an autoconcto, che non fn pi bsopno di erica e cid la mega (idelioma posthantan) UH dogma dellontoconeto, afermatost dopo Kant, & dogmatico uento i dogma del conceio riveleo, denunsiaty da Kant Fimo « Palio annullano ta giutifeazione ultima del conceo essere Dare dsessere wn concetto che permet tale gustifcsione 4 ontlogis erica: ai tri, a opgi, dé. doman. Pe Rome, 20 etobre 2947 2. Teoria ¢ pratica nella partisione dalle flosofia, — + Livomo & un essere conoscitivo ed attivo: e percid Yoivana vita dividesi acconciamente in feoreica e ra- fica. Non cost la Glosofia, perd, aggiunge il Rosmini, ché questa non & wn'asfone ma contensplasione. » La Sofia tutta intera & estenzialmente teoretica: ma fr gl dggetti, dei quali ella tratta, vi ha M'azione, ciod Ja pra tea, Pere’ la filosofia pratica non & pratica, ma «tratta della pratica, il che & quanto dire che da Ia Teoria della fpratica », Non divideremo quindi la filosofa, continua Sempre il R., in teoretica ¢ pratica, ma xin due feore, Prana delle quali occupata a mostrarci come stanno git esseri © come operano, ¢ Valtra intesa ad ammaestrarci fcome noi stessi dobhiame operare» (p. VI) CChi si fermi un momento sw queste correzioni ¢ distin- ioni del R,, nota subito quanto segue 19) In conosoenza non & azione, ¢ cost reciprocamente: 2) la filosofa, in quanto & conoscenza dellazione, © teoria della pratica (3?) se tutta la filosofia si risolve in due teorie, © se le Giosofia pratica & teoria della pratica, 'altra delle due vorie, cioe quella che non ha per oggetto la. pratica, Aovrebbe avere come oggetto il non pratico ciot il teorico, ovrebbe esser teoria della teoria " Roswtn, Fisfe des mal, vf, Pees ps vy Ente, 187. 4 [TEORIA F PRATICA 4) ma, comunque, aceettando la distinaione qual « posta dal R., nom si capisce: a") come quella che sarcbbe teoria non della pratica ma di qualcos‘altro, sia invece ccupata a mostrarci anche come operano gli esseri; © 2°) come Taltra che sarebbe teoria della pratica, non ci fac- cia contemplare la pratica, ma sla s intesa’ ad ammae- strarci come noi stessi debbiame operare », eiot non ci insegni quella che & la nostra pratica, ché gli uomini ppossono in pratica fare il contrario di quel che debbono; 5°) accettata Ia suesposta distinzione rosminiana, le ‘operazioni degli esseri in generale non sono una pratica, Giacché infatt il loro studio filosofico & bensi una teoria, ma non della pratica. Vieeversa la pratica umana non sta in quello che gli uomini fanno, ma in quello che esst deb- bono fare, se é vero che essa @ oggetto della filosoia della pratica, e se & vero, insieme, che tal oggetto consiste nel ‘modo in cui noi dobbiame operare; €) a voler risolvere I’ imbroglio indicato nella con- siderazione precedente si dovrebbe dite proprio filosoia della pratica quella che invece secondo l'accezione 10- sminiana ¢ comune sarebbe di qualcos'altro; ela co siddetta flosofa della pratica diventetebbe proprio teoria «di qualeos’altro, ‘Ma fermiamoei a questo punto nelt'arruffar 1a matassa ‘0 meglio nel notar Farruio della matassa, che pure ad tun superfciale sguardo pud parere ordinatissima; fer~ miameci, ché dobbiamo aver presente Vaccusa di dil calla, anche se mossa solo da pigrzia intelettwale i tal arruffio della matassa delle idee non & perd ve- sponsabile il Rosmini. L'arrufio in proposito era, ed &, nella comune eoscienza filosofica. Che anai il Rosmini vi rot, come dire ?, an qualche Silo fuori posto, e percd, prima di metterla sull’arcolaio, v'infld bene dentro le ‘mani ¢ con due hen assestatie risoluti colpicred® di averla {atta pronta perché il fla scorresse schietto © veloce. In vyeritd la matasse era ben pid arruffata di quanto il Ro- ssmini sospettasse, © i suoi colpetti risaluti non le giova- ono. Egli s'accorse che le parole eran tratte a significar agaleosa di estranco al loro significato stesso, ma non approfondi if suo accorgimento. Credé che tutto s'acco- modasse dicendo Filosofia della pratica invece che Bi losofia pratica. I Croce accetto € attud per sito conto Yosservazione rosminiana, senza, neppur Tui, sospettare che non trattavasi solo di una superficiale improprietA di fase, ma di un vero € proprio errore mentale naseosto ietro un improprio uso delle parole. 2, HL teoito ¢ it pratico come conoscitivo ¢ woitivo. — Un tale errore mentale & nel fondo della comune coscienza filosofca Pereid, nell'accingermi a mostrarlo, faccio mia la di- chiarazione con cui Kant presentava (1758) wna sua Nuoua dottina del moto e della quidte, e ciot che «se in tuna quistione filosofica il giudizio concorde dei filesofi fosse tal vallo, che valicarlo dovesse ritenersi delitto da panirsi come quello che commise Remo, mi farei corto passar Ia voglia d'accordare alle mie idee, in contrasto sol decisivo parere della rispettabile grande masse, quella berta che non @ giustiicate da altro che dal senso co- mune. II tenore poco etoieo della dichiarazione mi fac~ sia perdonar Yardire di averla fatta mia. Le stesse parole riportate del Rosmini mettono in evi. denza come sia di uso comune adoperare la parola « teo- leo » col valore di » conoscitivo», ¢ la parola « pratico » com quello di vattivo Né val la pena di cercare esempi di tale scambio. Basta, price un momento un qualehe libro filesofico © legaervi 1 Serli minors, Latersa, Barl, 2905, p. 17. qualche pagina per trovarne. E per prendeme da due libri, che mi capitan sotto mano, di ben diverso indirizzo, i De Sario™ dice: « Una delle quistioni pia. vive nella filosofa contemporanea ¢ quella del doppio panto di ‘vista 0 delia doppia verita, la quistione, cio siguardante il rapporto tra teoria e pratica, tra conoscensa ed azione fa la prima damanda che si pud fare & questa: entro quali imiti & possibile all'uomo oferare senza conoscere ? ce... E il Gentile pone Ia quistione della unita det ‘valor! in questi termini: «Se il valore del conosoere con siste nella sua Uberta, questo valore @ valore teortico 0 valore pratico? deve dirsi veriti 0 deve dirsi bo ta? E, eriticando la vdistinzione Kantiana di spivito teortico spirit pratco», conclude col dite che «il conoscere non si deve pit opporre al tolere» +. Da questo stesso uso parte anche il Variseo in quello studio espliito che ulti- Iamente i fatto della teoria e della pratica s, per quanto Doi, nello studio stesso, necessariamente tralveano i veri Signiicati di tali parole Tl conoscitive, dunque, & spirto teoretico, il volitiva 2 spirito pratico, Il volere del Gentile, cio? Vagire cet De Sarlo, Sia Vazione identica con la volizione stessa fone sia conseguenza, qui al nostro scopo non importa: pratica @ volere nelVazione con Yazione, teoria & co hnoscere, E questa pessbiliti di invertire (ll conoscitivo © spirito teoreticn; teoria 4 conoscere) sta appunto ad indicare la niuna diferenza, ehe, nell uso comune filosotico, ud farsi tra Tuna e Yaltta espressione. Teorico @ il co- hoscitivo (ciot « appartenente alla conoscenca », © non ‘eid che pud essere conoscinto), pratico @ il volitvo: cos inversamente, * Poilogia« lose, Fiona, 1918.9 1, p40 2 Shumate, Pin 007, 13443) Steteme at lien, Pica, 1017, PP. Tae I | | | | covagcesz ® vouoxTa 7 (Questo il sottinteso del comune uso filosaice, Sottin- tes, dico, e non esplicita coscienza, Giacché non ci si domanda se veramente la teoria sia conoscenza e la pra- tica volizione, od inversamente. Se tale domanda si fa- ‘este, 1a identificazione sarebbe forse superata. Ma i fatto si & che entrambe le espressioni si eredono espres- soni diverse diiuno stesso concetto che diré il teorico- ‘concsctivo, e il pratico-wlitivo, Concetto teorico-cono- seitivo, in cui @ falsata la conoscenza, perché concepita seltanto come teoria; e cost inversamente. Dieasi lo stesso per il concetto pratico-valitivo, Cos) né la conoscenaa né Jk teoria vengon ipensate per quello che nella vissuta loro realta sono, © quindi problemi dell'ena si confor dono con quelli delfaltra, rendendosi reciprocamente oscuri ed insolubil. ‘Non @ dungue un errore di lingua quello che io noto, ré & ess soltanto un pecsato contro la proprietd. del Finguagero ». “eB tt or gs mw van, cme ane yrimaris des parla, Feagent pian, ea nl Blots, quell {Sarls risus poten itnene all gene ce Vien dh ep {ol (cGrancs outer Saget dius corto plrt Dew. Seagate {antaodeasonane ac Divina contompinae in De conse fa rd, yrte Il, cap. 30K, 4 2) contre gail sopra, che tendo’ fropsio sin questa iognercognnaogee et valor {cls wont abba total ar, tereno onto eta, A Dio come YOggeto puro, torn park © peo state lS fete torn et gual non vt pres feat aa a ora Forc fon sen plone Aruotle dice «angle Horo ai Gey» (Orage, 178 ein questa toia in fondo poe = Wyo = (it cat nel mio Hngwoggio, ester in 26 quad Teasre Insect Di. Non vo con riportare it mio conto ter ull aristain 9 gto fm gna fale 6 tata pe fontar come starts fn capo ‘niningen proprio Vico 9 acottare tn splice emologa (pte: cme pare, Pele Broce de rete foods irons ate he i i1'Sees © una comune tae? Dobbiam quindi dimostrare: 38) che teoria © pratica, hanno tun lore proprio valore; 2°) che questo non si r= duce caratterizzare, Yona, la conoscenza e, Valtra, il volere; 3°) che percid I identificazione sopra notata & errata, € falsa quindi anche la conoscenza ed il volere; #) che il chiarimento di questo errore pud far molta Toe nei problemi fondamentali della filosofia, 3 La teoria unica e wninersale, ¢ la pratica plurima ¢ singolare, — A. scoprire se veramente teoria © pratica hanno un Tore proprio valore © quale esto @, ricorriamo al'uso comune, cio? al'wso che di esse facciamo, quando, hon preoceupsti di intendere Tattvita dello spirito, le inseriamo net nostro discorrere a rappresentare, genuinia~ mente quel che esse sono, cio® a rappresentare Tesigenza spirituale cai esse rispondono. ‘Facciamo prima di tutto notare che le parole teoria © pratiea, quando vengono, per Verronea identifcazione Sopra notata, tratte a significare soltanto conoscenza © volere, ben di rado vengono adoperate sole. Sono di so- lito accompagnate, 0 mediante una pura © semplice ri- petizione o mediante riferimenti diretti o indiretti, dalle parole ritenute equivalenti di conoscenza ¢ volonta, verita ¢ bonti, conoseetee fare, contemplazione ed azione, tece. E quasi un avvertimento che lo sprito di chi serve, {Qh a 36 stesso ed agli altri, dicendo: Badate, io dio pra- Po volute sltanto, con quake emp, icianar Vattensions sal yaloe ino 20 gi ato alla ria come tale a separa ah Do come Ott par, el sopra std, ender tines ula cpa del osents lavoro, «fe pt disaments ‘Spica In 11 pro alg om fsa Ma qa € ne ee io facia ‘are eoitoVutle mtv clogs, eines ert misra ance rocoto}, dal cu vino tina ia racpert dk quel Princo, ‘Sto que ho trovate buna pr precanre mele decency dt | | | bstermh E RLURALITA 9 tica, ma volevo dite asione; dico teoriea, ma volevo dire ceonescitivo, eee. ‘Abbandoniamo, dungue, pet poco quest'uso sinfor- ato di dette parole, e prendiamo il loro uso schietto, ‘quello in eu esse, adoperate, non sentono il bisogno di appoggiarsi ad altre per non cadere. ‘Di teoria e di pratica si parla, in generale, com riferi- ‘mento all'uomo. Di esse non si parla per la natura che noi troviamo dinansi a noi gid fatta, permanente nel suo essere, con le sue leg fisse ed invariabili, Ma anche {quando tiguardiamo Tuono come natura, come essere naturale esistente tra altri esteri naturali esstenti, non abbiemo pit agio di consderarlo in teoria o in pratica. Liuomo-natura ® T'eomo-natura, non teoria né pratica ‘Teoria e pratica adunque si siferscono all'vomo, ma in quanto piena attivitd, non in quanto astratto ente natu fale; si riferiscono quindi al'ativita stessa_spirituale + it conto ora tana nature Kant ebbe i torto sare eee splgures a mturn come tates legality B eat esniconct astra? Non dts ma ont qu ogo a dseuter SRE te peud ete jo eidenca ce, quando seveve quest Sexo, proto, com ls maysir parte dels wos corete, ta ‘Sousto i natu, come fs ella se lege, pee nates « pred ‘Sori fanaa ta cossone chet idace A punto, cot neg {ome att mars usltamente statin metab: Is mata tito, Questa snngeabih dala natre € ena vera propia st: nate enrtre fondametae dls patara bit E00 aceaere it ‘Tate vnict ced, reno out come de singel fat co dele ‘lereraante lg et Le logy ela vit sala tera, =, 0a ese {it mata teers corto sano Togs quando Ia trra on sera Sheor fmt e-agvano toe ee loge dh ext qui lat sn tte La nator, danque, che some scheta vara on © pera me fone gust concn dla tara come para noghone on ho > quest sag ons anche ‘oss’ naacn Eatinamsnte come Senomrao; on vedevo pe ieinatua come fasta lumana. Or dette teoria © pratica riguardano Uateivith ccome il genere, di exi esse sarebbero due specie distinte, ue forme diverse (attivita pratica e attivita toeretica), fovvero la riguardano come In stessa essenza sostanciale i essa, i oni quindi, sarebbero come aspetti diversi concorrenti insieme a fasla essere quell'attivita che 8? Vediamo. Si parla, p. es. di teoria ¢ pratica dell'arte, ell insegnamento, della politica ece., di tooria e pratica della vita umana in generale (Che cosa intendiamo per pratica della vita? Evi- entemente.qui, s per vita intendiamo la condotta com- plessiva dell'womo, per pratica di essa non possiame intender altro che gli atti nella molteplice loro singolarita, Al succedersi di quelle varie azioni che si incalzano e si aceumulano o si sostituiscono, ma che pure tutte, nella singolaritA loro, costituiseono Ia vita, la condotta umana, cessendo, tutte, atti di vita, ciod expressioni diverse, ma ‘par sempre espressioni, di uno stesso quid, la vita umana, Parliamo anche di teoria per qnesta stessa complessiva attivita del vivere ? Certamente, E, se ne parliamo, che cosa intendiamo per teoria della vita? Certo non altro ‘che questo quid comune ai singoli atti in eat si manifesta se con cai si esprime, non altro che I’ idea unica essenziale «di questi atti, che, in mille forme con mille travestiment resta sempre unica in sé, appunto per permettere questo suo plurimo foggiars in pratica. Una teorla che non fosse tale, sarebbe menzogna, mito, utopia, ideale, ecc. non sarebbe troria della vita, Pratica adungue ¢ il singola- rizzarsi molteplice della vita; teoria il permanere uno, tuniversale della vita nelle molte azioni che la attuano Senza la teoria la vita si disperde in mille atti soparati, in eut pitt non Ia si rieonosce, in eui pitt non si riconosce nulla, in cui non v'é pin nella; senza la pratica la vita sitissa in una morta universalitA unica, che pit non & nulla ‘Come per la vita in generale, cost per qualunque de- | terinata sttivita i essa. La pratica dell insegnare non consiste che nei mille e mille atti che I’ insognare richiede; xT insegnare s, cio’ la teoria di quei mille atti che nella foro innuimera esistenza diciamo pratica del!’ insegnare Cos la teoria cis presenta come Vessenza unica di un'at- tivith, Ia coi molteplce individuazione & la pratica dea © cost essenza ® adwnque a teoria; ato singolare cos esistenza Ia pratica. La teoria & percid wniversale ome idea, unica come essenta; la pratica invece & reale ome atto, mollepice come esistenza. ‘Qualsiasi attivith, percid, deve necessariamente essere teoria © pratica insieme; senza Ta teoria quegli atti (pra- tica) non sarcbbero atti di qnell'attvita, senza la pratica Fattivith (teoria) non sarebbe attivita di quegli_ att ‘Teoria © pratica sono adunque i due aspetti che not pos- siamo ¢ alle volte dobbiamo distinguere in ogni forma Geifattivita, ma che non possiamo in alcun modo sepa- axe Tuno dallaltso senza anmullare Vattivita stessa. © quindi anche la stessa tooria ¢ la stessa pratica. Sono le ondizioni intrinseche di ogni forma di concrota attivita idea universale da una parte, gli atti singolari dall'al- tra, L'universalita fssa la singolarita; Ja singolarita in~ dividua Vuniversalita 4 Astratessaconcrtecra € teoria-pratica. — Ma non vedete, dinque, ci si pud obbiettare, che voi stesso, in- Aaganclo la speciale natura della teoria e della pratica, avete in fondo finito col ritrovare che teoria @ il concetto astratto dell attivita, ¢astratta conoscenza, «praticainvece la eoncreta azione di quellattivita, ¢ concreto volere? Per rispondere a questa obbiezione cominciamo con TV intendere il binomio conereto-astratto, che pare iden- tificarsi con quello pratico-teorico, Questa indentifica- zione @ fala. -. Se il rapporto astrattezza-coneretezza valesse quella teoria-pratica, la teoria sarebbe astrattezza © cost red procamente; la pratiea sarebbe concretezza ¢ cosi ree procamente, Ta vetita invece & che sia la teoria che la pratica, se sono prese ciascuna per sé, sono, entrambe, aspetti se. perati delfativita spinituale, © ‘quindi entrambe, per {ale loro separazione, astratte. Se infatti la pura pratica © la molteplicta ‘singolarita dellattivita, mentee la para teoria ne @ assoluta unicith © universalitd, a chi ben rifletia & chiaro che & tanto astratta la pura pratica, quanto la pura teoria, a meno che non si voglia concepite Ja coneretezza delfattivita come una assoluta moltepli- cit di enti separati, dei quali non si potrebbe ammettere neppure Ta coesistenza, senza negare la assolutezza di ‘quella separazione, Pescid né i termini dei due binomii si equivalgono, né Vessenza dell'uno & identica a quella dellalera, ‘Non si equivalgono i termini, giacehé il primo termine astrattezza) del secondo binomio, lang dal identifi carsi con uno dei termini delaltro, li qualifica invece entrambi in quanto separati tra loro © percid dal loro essere concreto, © Taltro termine (conezetezza), invece, ualifica proprio lo stesso essere del primo binotig (sin tesi teorieo-pratica), E percid niente affatto identici sono i due binomii, ‘Liuno, teoria-pratica, essere, &, tut'insieme coneretezza, ed & percid esplicabile con i termini delfaltra; questa inveee non é neppure esplicabile con i termini della prima, Astratto @ il non concreto, cio’ essere in quanto se parato da altro essere, ciod parte di essere, separata dal suo essere eficthivo. Ed astrazione appunto 2 quell'ope- razione per cui noi dimezziamo Vatto per fermarci ad wna parte di esso, Astratta &, quindi, Ia teoria di una attivita, ASTAATTO & coxexeTo 3 jn quanto di questa cogliamo solo universaita. unica, fe questa fissiamo in un nostro coneetto; ina altrettanto sstratta ne & In pratica, in quanto ne cogiiatno solo la imolteplicita singolare, c, nella disereta singolarta caotica (Genza uniti) di questa, perdiamo Tattivita, ot disper- tiamo: Tatto non & pit concreto, E conereto i non discreta e percid non astratto, cio’ essere in quanto non ha Timiti, che Jo separi da un altro enendolireciprocamente estranei. Cioé ® conereto, non la pratica degli atti, ma il loro essere, che & teoria e' pra tica insieme, e percid stringe la propria singolare mol- teplicitd nell'universalita unica = 5. Inseparabilit veciproca della teoria della pratice, — Siamo cosi tornati por altra via allafermazione git dianzi fatta che In teoria non solo non pud essere separata dalla 7 Tasco, ll ingosn, come era nei prim ssons questa som. aro cao tl pried cata a ph Rothe elas eosimamantigitate wae (Disa. dl'1970, St Pa, aPrigarda, voaore a voow miro (appcadie, Te HA 43 del rt toto. Qt Vssnste che non Lsona contondere paces tse, andy cme ito vr ch oie fc pati «tte ccs i, rch Ine. rai &astrtea, perc non t vniera, Se waa Scans Ee roth ema a te fai coe ats fon quid ange a pata ‘Sno tna om ogo qui subito far oservar, perch non nascon, ‘i, mallte. Quo puedo I cre tosrons Sellar cm SSnctto universe trate dalla ments sol passe ste) fo astate ache I pura feo ta noe doves peed rete he sri rege sul neo ie cet rp feria, 1 tmmanente come tale 2 spre viva cages diese fmnereo,« prs superante sempre Tustratio concetio, «tempt i= ‘ant ante in eco, ib rtrd. chiar im sega; or eke Secwvolo annoi's vada avant (i -SEPARABILITA 15 pratica, ma non & neppure, accanto @ questa, una for ‘liversa di attivita Pore, se si domanda a qualemo, se, is un qualunqy) campo ella attivitA umana, si poo esser pratici sen teoria, molto facilmente se ne ottiene una risposta aff mmativa, tratte, si dice, dalla esperienza. Non solo andi si dice, vi sono esempi di uomini che eccellono nella pi tice di qualche cosa, por non pessedendone In teoria ima accade anche sovente che Ia teoria turbi la pratica { teorici won saranno mai dei buoni pratic. TFeco qua un educatere ottimo che non solo nom mai studiato pedagogia, ma non si é neppure mai cura Gi ripensare ed esporte il proprio sistema educativa (Che possa trovarsi un tal tipo e che non sia aro, non negatsi: la pedagogia stessa fe certo precorsa dalla edu ‘Ma pud ben negarsi, sogeiungo To, che egli non ve la teoria nel suo esser pratico, ciot nelVattuar la teott Quella pura pratica o non @ pratica educativa, o ha is sé la sua brava teoria educativa. E se ha in sé, © se pratica & fatta proprio da quell'educatore, questi ai sé anche la teoria © ne & consapevole. Sapete soltanto che cosa non @ consapevole ? Della teoria in quant fastratia dalla pratica, perché non si é mai curato di far questa astrazione ¢ lascia che altri la faccia, E per hhon & consapevole neppure della pratia astratta, di que the sola sarebbe in suo possesso. F invece consapevole f ben consapevole, della concretezza del suo educare, Yeramente gli atti suoi singoli e diversi rispondono al esigenca unica ed universale delVedueaze, Ed egli peri par non insegnando pedagogia, @ vivente scuola di edw tazione, a quanti lo osservano, scolar colleghi © macst {Quel che si @ detto per Veducatore ottimo, si dica pa Vottimo artista, che non abbia ripensata ed esposta teoria della sua arte, si dica per Vottimo uomo, che de goa condotta non abbia esposto un sistema, Ottimi ar- tisti € ottimi uomini, che saranno sempre, per tutti, le fonti vive delf'arte © della vita L'uomo che opera da.uomo, non pud non sapere quello che fa, ¢ se sa quello che fa, possiede Ia teoria della sua pratica ‘Pare, adungue, che quelleducatore sappia la. teoria Jel proprio fare, pur non professando pedagogia, cioé pur iion avendo appresa nessuna dottrina educativa al- frui, né curando di formarsene una propria, Ed ecco che nse si intendeva dire, quando si vispondeva che si pus fsser pratici senza teoria: si intendeva dire che si pud eset concreti senza dottrina, ciob senza Ia esplicita co- oscenza della conereta forma di attivita che si esercta, Per essere, adunque, esatti, e non equiveeare, bisognera alla domanda proposta rispondere: In qualungue forma i attiviti umana si pud essere attori concreti (teoriei, ¢ praticiinsieme) pur non essendo dei dottrinati. E cost ella esatta risposta si vede anche qual doveva ¢ voleva ‘essere lesatta domanda, ‘Ugualmenté si dica per la domanda inversa: se si possa, esser teorico senza pratica. Par che Vesperienza di tutti jigiorn ci consenta e i imponga una risposta affermativa, Laddove lesperienza invece non ci dice mullaltra se nom the si pud esser dottrinar, ciot si pud aver concettuale co- noscenza di una forma diattivithspirituae, senza atari, la non perdiamo di vista lo scopo di questa indagine, ‘che & quella i stabilire l'esatto valore della teoria e della pratica. Se noi analizziamo queste due mal formulate omande, che portano con sé naturalmente due inesatte risposte, vediamo che alla prima domanda, mentre si ‘yuol sapere se la pratica pud esser tale, per sé, senza la teoria, noi rispondiamo che pud esserei una concreta forma ai attivita in ebi non ne abbia una esplicita dottsina; « 6 eon ¥ Prarie alla seconda, mentce si vuol sapere se possa inversamente: In teoria esser tale, per sé, senza la pratica, si risponde che pud essere tina coneettuale conoscenza di ua, non esplicitamente professata, forma dl attiviti, Ciot di téamo: Non vi pu esser pratica senza teoria, ma si pud, p. es, volere uh atto senza conoscerlo; non vi pnd esser fcoria senza pratica, ma si psd conoscere un fatto senza volerlo 6, La cmcrdeca diverse db conmiconte « vaonid, ~ 1 precedente discussione, mentee eh ha fatto intender tele ta natura dela cocretez, ha sapeta Iva UMebbiesone git formulata a principio del pragralo art, ‘ In risposta ad essa, si ¢ gid dimostrato (§ 4) che il bi- somo tariapratica non vale quello astateza-con- Creteza, Bisogna ora diostrare che exw non vale nep- pure Taito binomio conosceneavelont, © che non & ero che lo speciale vale strato por la tora © pe te praia on ia allo che Ja carateite, ripetiva mente, aia conosonsa dia volt Forse,» psa sista, col pare, ma appanto pert questa lana identi rion, inavvertta st rafasin Turbare i! gemaino Sante, come appunto svvene nelle due domande che bbiam tests dieu © ka btn du etna sre ache aae « ree ica tie do aneate pote ease an Sonny ete saat State ch eat aap ina sense pow TEASE Sne intaeir seypdh Arun eon arom ‘eyes uct ee i aprene una mesh qualcom gt ea Ma ‘pcbiadt noe sana apprendre panorama ime in at agit sara sper In on Iga soo alone! Sr SEN now cl se aepure tees, C8 tea ha onto ent ae er ttn (Bea ala Hema ingenoe forma bella e vera delfescre! (I) a | Se il binomio astrattezza-coneretesza fosse, © net suoi termini e nella sua essenza, identico a quello di camo seenza-volonta, la differenza dimostrata tra il binomio teorla-pratica © quello astrattezza-coneretezza.varrebbe anche per il binomio conascenza-votonta, © non avremme pereid bitogno di olteriore dimostrazione Ma, invece, se & diverso dire pratica e dire concretezza, @ anche diverso dire astrattezza e dire conosoenza, Co- ‘oseenza e volont sono entrambe concrete, sono, come Airebbe il Croce, due distinti nel campo dell'ativits, nom ‘due opposti. E ciascan distinto ha una sua propria spe- dale concretezza. La conoscenzn percid on ¢ astrat- fezca. F bensi concretezza le volonta, ma ® ugoalmente tqncretezza la conoscenza, Percid, mentre Ta teoria © Ia pratica possano essere entrambe astratte, il conoscere © il volere sono entrambi concreti. E sono conereti, perché sono due diversi caratteri o momenti di attvita Si domandava, adunque: Essendo 1é teoria I idea una fd universale, la pratica V'atto singolo e plurimo, quel Videa non & coneetto astratto © quindi conoscenza, © questo atto non & azione conereta © quindi volere? Ma, domandando ci3, non si pensa che una conoscenza puramente teorica, cioé universale ed una, non & cono- senza, non c'@; non si pensa che un volere purament 4 azioni, ciot singolare e plurimo, non @ volere, non c' Se la conoscenza fosse pura teoria, non si potrebbe parlare di. pratica nella concreta conoscenza, come co- poscenza; eppure se ne parla e si intende proprio cié che Galla nostra indagine rsulta doversene intendere, e ciot i singoli © molteplici fatti in eui Vuniversale concetto si attua. E se ne parla e se ne pod parlare, appunto perché il conosoere ® concreta attivita, che pud anche essa ri- nirarsi nelle astrazioni sue, Aveva percid ragione il Berkeley 2 mostrare 1a inconsistente vanita del puro concetto universele; ma avea torto nel passareall'estremg) oppesto, nel ridurre il conascere alla pura individuata} immagine («idea singolare, cosa sensibile). Egli dopo) aver eacciata dal posto della concretozza una astrazione, ‘ve ne sostituiva un‘altra, Conoscere & concepire il fatto, ¢ ppunto percid & oggettivo e soggettivo insieme, teories f pratico proprio come conoseere Lo stesso deve dirsi per la volonta, quantungve sia da) combattere un oppostopregiuizio. Se esse fosse pur pratica, non si potrbb palate feria ne lee, cio hel dover fae; eppte se ne parla e se ne intende propre Guello che deves, idea unica ed universe che le nose fuzioni devono attuare, In diversa qualita del nostro vo} Tere, Forwe per il volere non c'@ stato ancora ness) Berkeley (ce tale non si vuole consideraze Kant) che abba imostrata I inconsistente vanith delle azioni nella lor Singolaita plucima. Ma & tanto cvidente nel concret wolere la preenza della qualita univesale di eso, quanto} evidente nel conereto conoscere Ja presenza dei moti fatti conoscat. | “Teoria epratica adungue non sono Je carateistice distintive, apettivamente, del conosoere del volere) TResterebbe a vedere quali sono queste cartteristiche| fe quindi donde nasea la conereta distinzione del cono- Seete e del volere, Cid sarh fatto nel captolo soguente, ‘Rimane, per ora, éimestrato che feria e pratica hanno tan loro proprio vaioe, che non siriduce a carattrizzare| tna it conosere e Yalta il volre 17. Falsiicaione del attivitd concrete ¢ conseguente con: fusione, — La identiicazione, adunque, di teoria © pra tice con conoscere e volere @ erronea, © genera, da. una) parte, un oscuramento della loro diretta ed esplicita Yisione nella coscienza filosofica, e dall'altra una loro} dispersione entto i varii momenti delfattivita. concreta, fe quindi une confusione di questi, che fniscono col mo: strassi quali non sono. Infatti molto raramente si pon mente a cié che t te pratica sono nella essenza loro, Non si guard che teora, ‘quando & parola che per suo conto suona qualche cosa, yoo! dire qualita diversa universale cost dei singoi fatti che io conosco, come delle singole azioni che io faccio che pratica & Ja moltitudine eiot la quantita plurima f singolare cosl dei fatti che individuano la mia no- ione, come elle azioni in eui si esplica il mio wore. ig credo che Yoscurarsi, per uso erroneo a ex faron tratte le parole, Voscurarsi dela visione diretta di queste esigenze della attivita conereta, ha contribuito non poco ‘ tenetei lontani dalla scoperta della concretezza, che a fatica si vien ora facendo, Ma, pit che per la mancanza di questo vantaggio, tal feronea identifiazione ® stata dannosa per Ia falsifica- one che ne & avvenuta della teoria © della pratica da tuna parte, del conoscere © del volese dalValtra, La possibile astrattezza delle prime si 2 imposta alla concretezza degli ultimi e, non potendo far presa sulla attivite volitiva, si € limitata a far qualiicate astratta Ia. conoscenza. E astratta questa risulta — con quanta cocrenza, ogmin vede — anche per coloro che la pongono csplicitamente rome un momento conereta dello spitito, astyatta risulta, quando la si identiiea com la teoria e questa s dice astatta, Ma queste attivita dello spirito, poi, che si som lasciate ualificare dalle stesse condizioni intrinseche di ciaseuna, han naturalmente eereato di tirar sx all'onore della loro diversaconcretezra queste astratte condizioni, ¢ non potendo dar valore di coneretezza alla universale teoria, si son contentate di coneretiszare Ia pura pratica. Pura pratica, di cui niuno forse si attenta @ metsere in dubbio le concretevza, perché la si pensa come I'efiettiva azione volontaria, © non si bada che quella azione non @ niente afiatto pura pratics, ma @ I'snit? della teoria © della pratica della volont’ INé si pud sostenere che pratica della conoscenza sia fl volere, © tearia del volere sia la conoscenza, e ciot che fn ealtd sia Ia conoscenza che i] volere siano aspetti astratti dell'unico concreto atto spirituale: i conoscere libero, Non si pud sostenere, senza annullare sia il volere che il conoseere, E vero: io sento, io so di essere attvo nella cognizione intellettiva, ma so anche di essere di ‘un‘attivita diversa che nel volontario proposito. So che Ja prima attivita mi chiude nel passato fatto (non & detto che il fatto sia negazione di attivita; mi pare anzi evie dente il contrario}. La seconda attivita invece so che mi spinge verso il futaro faciendam. Conservo si, da una. parte, e mi costa fatica il eonservare; ma costruisco anche Gallaltra, ed ugualmente mi costa fatica questa costra~ ione. E perci® arricchisco sempre pit. [Non si pud negase per altro che la suacvennata posi rione ® meno incoerente di quella, yer cui da una parte cesplicitamente si accetta ¢ si difende la coneretezza di fentrambe le dette attivita spirituali, ma dalaltra, iden- tificando queste con teoria © pratica e con soggettivith gagettivita, si tenta di riconguistare poi la eoncretezza, con Trnith sintetica di questi termini, © quindi si perde quella distinta coneretezza prima ammessa, Si conionde ‘ost I implicazione di due diversi momenti concreti con la individuazione resa possibile dalle due condizioni in- trinseche dell'attivith | Nelfambito poi di ciascuna di "per merit del Croce al gan ovidentemeass qui ald, aver fasta eUhinsit questa dsr, gunatongne sea to 9 ek ‘ero apipiatel Por mmo ent vantegg, Dlageave, free nape r queste due forme diverse le condizioni astratte, cacciate da esse, si sono ripresentate sotto la forma dl gradi Nasurem expallas fusca, tamen usque recut; ma natural- mente sono state falsate in questo loro ripresentarsi¢ la foneretezza di ciaseun diverso si @ ingiustificatamente uplicata. Dalla conoscenza non pateva in niun modo rimaner faori Ia pratics, ¢ cast dalla volonté Ja tooria, Forse una conseguenza ancora di questa falsa identi cazione & quel corto maggiore rilivo che, nel campo delle facolta, la conoscenza © la volont hanno acquistato a seapito del sentimento, i quale perd si é non raramente vendicato, facendo del tutto scomparire nel proprio seo e Tone e Valtra, Una volta identificata la teoria con Ia ‘onascenza e la pratica con la volonta, non si sapeva pit dove trovar posto al sentire, che naturalmente dove sare Hoot anehe nol puto partinss 1 Gently foc, all cold $e ine oh re i io Hn eh ‘Shia, od lta deinens wero Spinon da a parse Hegel Sh att nogando ont avert i moment Glia concrete ati {ptaie mn sppentinendne ormando, i uaa maga fond, 2 puncpo dietien hngelane. E42 evo nua. polone og ‘io superl, ta vostansiahentainosreats aceon (0 1 concer tbe gente, prio all To Sbco d Fscht, per solee ere insteeconszrs ewer, sou 82 Pun alo, 6 Red Ernppare Patt conreto ei concnsn ques pr oer tal, dove sere versecat i estore eo wea ele fore fndamextal (ein conten eng fer § 1 ‘coms wae pia fe oer dalla ita de ditt n‘ana patie wd qetn pt oppot dats so pins ‘ie chief gene dla cossenen, intone dls qa st paregga ert get sai er a een ma aata Le loons sooo comode por dar Tac a batty fetch Seatvigore a sevsont foectals T ding recta (oor rics) suo donegea: moment divert ella. cscen rete nls loro ieninsone cosa earn wa pratic ela onions ses, Sit oppsti wentitam (opgeto-ogstio) sono innegaill coniion Intinahe dlls inaividtatone deoctney re fe dlls oppo Tans che tage sortie tle indvionsooe appatite come vana ombra, che inveoe pre corpo della realta tutta quanta esse prender Concludendo, io non so se si rivscird mai a smettere nel lingoaggio ‘flosofica 'ormai inveterato uso di chia ‘mace teorieo il conosctivo e pratico il voltivo; ma ho fiducia che questo chiarimento di idee, dirigendo le menti verso quolla che a me pare la vera sintesi a priori del- essere, ¢ cio’ Ia individuazione dell' unico nei singol, possa ¢ debba oggi riuscire ad una pia elevata impo stazione dei problemi flosofici CarizoL0 SecoNDo LA CONCRETEZZA E IL VOLER 8. Le facoltd dalle coscionsa ¢ % momenti dallssere, — ‘Not traiamo delle coscinsa la certasaa che Pessere&; questo { principio inconfutabile. Ed é anche principio dell idea- Tismo, giacché porta con sé necessariamente Yaltro, pel quale Pessere @ della cosciensa, principio questo che ca- ratterizza qualsiasi forma 4 idealismo, che caratteizza Videalismo stesso. Pure mentre quest'ultima principio \iferenzia Y idealismo dal realism, il primo pad essere faocettato e di solito @ acoettato anche da ogni realism, che non sia rozz0 ed ingenwo, Siceome, per®, il secondo principio risulta necessaria- mente dal primo, il realismo, quande accetta quel primo principio — © deve accettarlo, perché ne & impossibile 1h confutazione — viene in realtd now ad opporsi all! idea lismo, ma a porsi nef suo stesso campo come tna esigenta fon soddisfatta dal seconde principio, Che Tessere sia nella coscienza, non mi dice perché io distingua Vessere dalla coscienza; eppure di tal distinzione bisogna ren erst ragione: questa Fesigenza che il realismo rappre- senta nel campo stesso dell’ idealismo. Questa esigenza potra risolversi in un modo o in wn altro, potra ester Insolubile, potra essere falsamente interpretsta; ma, qua- Inque ne sia Ta natura, Ia sua soluzione non patra i portarmi fuori del eampo ideaistico, dal quale e sul qual essa esigenza @ posta, Percid gli sforai della flosofia po- franno consistere nel distruggere o costruire forme di- verse di idealismo, per appagare, in un moda o in un altro, J esigenza del realismo, ma non potranno mai appr 6 cowenezz24 & vouuRe dare a un realismo, che si opponga all ideatismo, ¢ lo escluda, Liessere, adunque, essendo essere della coscienza, deve essere saputo (dimostrat) da essa: & stato percidritenuto tggeto della cosciensa, Revipgocamente [a coscense, = endo coscienza dellessere, deve essere entiicata (afer- tata) da ess0; & stata percid ritenuta sogedtio dell essere TL soggetto & certo dell'essere, perché coscienza del Voggetto, Cercare altra certezza & vano. Essere coscietsa sono dungue insiome come esigense ella stessaattivta : ta concrete, lla certezza di essere gid stati 1 soggetti sono stati detti intlleto, Voggetto & stato detto vero, e Tatto con- fexeto conoscenze; percid la conoscenca @ cosciensa dell essere che ju, & cosciensa del passzto, Nella certezza invece di fssere ora, i soggetti sono stati detti senso, oggetto bello, t Fatto concreto senlive; questo, pereid, & coscienza del essere che &, @ cosciensa del presente. In ultimo nella certezza di dover essere, i soggetti sono stati detti volonta, Toggetto buono e Tatto concrete azione. Questa pevcid 2 concienza dellessere che sari, cosciensa del futuro. Noi fconosciamo cid che fa, sentiamo cid che &, vogliamo ‘id che sarh, E si credette di dover separare il fu, €, sard felVessere dall intelleto, senso, volonti della coscienza Non si pensd che erana coscienza anche quei momenti dellessere, ed erano essere anche queste facolth della ceoscienza. Tl conereto & il «fav, conosciuto; I'v», sen tito; il vsart», woluto; parché essere © coscienza sono insieme, anche’ nelle diverse loro attivita Che cosa sono adunque coscienza ed essere in quanto, separati Tuna dall'altro © quindi reeiprocamente excl entisi? Sono astrazioni falsiicatrici del conereto: in FACOLTA B NostesTt 7 goncreto Is coscienza @ coscienza che @; Vessere & essere he 50. E la coscienza &, appunto perché, col suo sapere, fimostra Tessere; e Tessere sa, appunto perché, col suo fesere, afferma 1a coscienza, Percid essere concreto non @ fo station essere fuori ki momenti del tempo 1, quale ce lo dipinge una tenace 7 Ho dette top «momeets deere» « do Qui + moments det ss he son gh sat ln, He apr © ial), pc 8 gn che pt sende ques propels ‘Give he ance crea el poetare aan coneorrere al [rnin rary tener ipo come ee. cay in ccunea, dl evn, fore, eieada coz goae i metre ¢ Josie rere», cpl quale vguatunque sin n capone da i, {Is attavia re nome dl momento" (Gata, Disos orm al (av hestnns te sd? acqua.-, ne Operes wa It an, 289,95) E'nego ancor ma seade in gues vistas che lmao Gallet el'pers Des scinse matanin (vol TY, lane, 1530, 13) del momento come «peo [bo sttlineto lo) anare [i bamo, comport di grat, poneone alto, da che pons ere {apropenione cagioata Si pu fal moto mecca alti [Geta cred stendre tempo nla nea prez come shits Ses py Ct iva pi ene Si ‘eponsde tp Intent» tintandor quia he o aco © {elo atte chet ent de tengo. gloat le dines ot dot spun: regions m6 onsiontrendono t moments dat omy Moment fa notare lo mea Cael ol eft Diese, & 20 ainsi yer oacao grav fread qualee cosa 1 moment 5 tepo soo vran saan a er ‘Perit tempo os. quato se ne drs appeen, quanto avvo gh deo IbLEssergen prom rligze (3984 ea La coca moral (13), en an ran Ear et, er me er ps lao net cn concn tian cant concezione astratta, non & Vessere estraneo alle attin forme spirituali, non una morta sostanza; ma & Vesst tuniversale del tempo diverso nelle sue forme, individuat dalla esistenza singolare, nella quale & implicito, ¢ Vessere iiversale che esiste spivitualmente in individul singolay f che solo per cid e in cid & davvero, @ concretamente L'essere conereto non é la fredda idea universale a astratta, a cui, con sofio gelide di morte, riduce les) sere ogni concerione puramente intllettualistica di ess {quando contrappone all intelletio che pensa, Vessere ch 2, L’ idea universale non @ né astratta né fredda. nelle) sere conereto; ne ¢ invece I intimith unica, E cost la coscienza concreta non sta soltanto nel sap nile fati, cose ¢ fini diversi, non sta noppure nella asso| Tuts singolarith di spirti separati dallessere, Essa. sta) invece, nell’ individuare nella singolare esistenza. spir rituale I'universale essere nelle sue forme. Ma noi, che siamo concreti nella concretesza, pur ore hiamo di risolvere in distinti atti di coscionza il teorie f il pratico, Tuniversale ¢ il singolase. E oerchiamo sapere la teoria, cerchiamo di sapere la pratica di quel smal, pod exe re pestle, steno como tempo enpirie «ca fexnsenn naturale enpo enon ura sgeona temporal della cl ‘ion Gareto questo prelais, atovers cow tat nterale ‘Some Sos edetvameatesnput, i trpo come dara, chet perc nung, cle saipreco penetra ebinene formes a wo che J moment ver del temp, lo vere fore ft pl ‘M'parola ansraitca) cotatiee ceo mon soso quel inlere ‘unt topo ches cons anche mente ce gis Kant deena (Distt 1177, § 1) come om part dal tampa tern, [ters tap preaippeado calf tempo come dares i goat ‘vantazn eongngstn = Ballo stopp ssico goerelgia” dls Sitch ec per tn laa coset a abandon oon, por dare tempo it vlore @lcontinuo aamere omen Sena eng, ¢ port tome (aon par ma asppre tera, soe Meta tate pent «re, met ee a ‘he facciaso: sapere Ja tooria come schietta universalitd fel nostro atto: sapere Ia pratica come puntuale coscienza the delYatto abbiamo. Ma il nostro sapere concreto ¢ il gostro atto individuo; atio che now vediamo ito perckd fecciano comereto, ato, ap- 9. w) Peoria epratisa non & ) essere ¢ cosiensa, me2 1) gutivitde soggettvitd, — Se, adungue, essere e coscienz, fn quanto separati, Yun dalf'atro, sono astratti, © se i fondamentali termini astratti della. concretezsa sono le asi dette teoria © pratica, dovrem concludere che Je astratte teoria e pratica sono gli astratth essere ¢ oo seienza, cio’ dovrem concludere con 1 identificare il bir somio teora-pratica col binomio essere-coscienza. La anclusione sembra, al punto in cui siamo, esatta, ‘Ma gid subito ei troviamo di fronte al quesito: quale sari la tcoria, essere ola coscienza ? Qualunque di {questi termini del novo binomio assumiamo come teoria, troviamo dinanzi a diffcolta ben gravi: un essere se- jarato dalla coscienza, il quale sia teoria, non pare am- nissibile, perché si dovrebbe porre la teoria, sia pur astratta, fuori della coscienza, montre gid da Aristotele ‘appiamo che la teoria rimane in chi teorizza (h Bewpla By x Gsagotve, Met. 1050-8), ed essendo chiteorizza, per Aristotele e per tutti, chi ha coscienza, non pare’ che Tessere separato dalla coscienza sia teoria, Che sia invece tooria una coscienza separata dal'esere, pare pin ammissibile, quando non -pensiamo che in tal ‘aso dobbiama identificare Tessere com In pratica, ed sssendo la pratica pluralita, dabbiamo escludere dame da ogniuno di noi che apparteniamo a questa pluralité Ja coscienza, per ridurci a puro essere, mentre, per rife rec allo stesso Aristtoele e alla stessa sentenza di lui ora sitata, in tanto la teoria é nel teorizzante in quanto il teorizzante & coscienza, - TLyero & che il binomio teoria-pratica non esce coy niuno dei suoi termini dalla coscienza, e percid nel sug investire, con In propria distinzione, 1a distinzione, cle pare fondamentale quanto essa 0 pid fondamestale an cora, di essere-coscienza, corregge il dfetto fondamental (cf. 8 4.e 8), di questa, e ciot quello di poter ritenen: essere separato dalla coscienza che lo dimostra,e lt eo! scienza separata dallessere che Ia aferma (cle. 8). TFenendo conto di ci diremo soltanto che Ia sogget vila (fr. 8) & pratica delVesere (e non soltanto coscienzal fe Toggetivite & tcoria della coscienza (enon soltanta essere). E pare quello che io dico, 0 un paradosso © un vole trarre le parole 2 signiicazioni diverse © forse opposi alle comuni. Non @ i} mio un paradosso, e non & neppate tun cambiar valore alle parole. Pratica é plurimo ind vviduarsi del concreto; teoria i! suo unico universalizzars E somma teoria ® certamente Yoggettivita pura, che @ Vuniversaliti somma, Pid dificile ad ammettere pare Valtra_affermazione, che pratica ne sia le soggettiviti pura. E cid, perché nel lungo scambio che abbiam fatto, rei secoli, della conereterza con 'astrazione (cambio fatto nel pensiero flosofico, non nella eoscienza comune) abbiamo adoperata la coseienza, che dicevamo soggetto, fora ad indicare qnesto, ora invece ad indicare Voggetto, ciot or Vina or Valtra astrazione dando sempre a cia scum tin valore di concretezza. Ora tale coscienza era idea universale, fatta fssa ed immobile, come tale for invece era la mente singolare che nel pensare mail rnon si poss, Mente, che, dell'essere, & soggetto; idea, che, della mente, € oggetto, Oggetto e soggetto, in quanto] separati, sono astrazioni come la tearia e la pratica; sone] anzi le ‘stesse astrazioni, La teoria & oggettiva, perché) iniversale ed uniea; Ia pratica & soggettiva, perché sin golare © plurima, ocersivtth © soecierrivms x E se I'idea @ unica, non é unica la mente che Vattua, appunto perché @ unica essa idea, L’unicita dell idea fichiede ploraliti di menti. La richiede, perché T'es- fere, appunto perché concreto, & organico, & organizza- ione del nico nel plusimo; ® organico Yessere, il solo fesere che risulta © che solo pud ssultare, secondo il prin- pio gid esposto all inizio del presente capitolo (cfr. aap. V) ‘Trovata questa concretezza organica nelssere, non, 6 bisogao ai costruirla mediante la dialettica “hoge- liana, che nasce appunto dal bisogno di arrivare al con- freto.concepito come divenire, partendo dall'astratto fesere, cio? dallasteatta idea, Quindi, per uscire dalla morta identiti di questa astratta idea, Ia necessita de ialettica antitetica, Questa, perd, sebbene falsa nella sua meccanica costruzione esteriore, ha avato il grande merito di avviare decisamente a spectlazione verso Ie coneretezza, dalla cui esigenza era nata 10. Teoria ¢ pratica nee tre forme della coscienza essere, adunque, di cui siam cert, non si distingue dalla oscienza, non si oppone ad essa, neppure per astrazione Ogni astrazione, invece, ci yarantisce la concretezza del essere, che noi sappiamo, dell'esere, che noi, in una. parola, siamo, proprio in quanto lo sappiamo Ed estere conereto noi siamo nella diversith dell'essere Ai coscienza § 8) In quanto conoscenti, fammo (Platone); in quanto sensienti siamo; in quanto volenti saremo (Kant). Fumo, siamo e saremo nella inscindibile durata dellessere (il ‘siamo non é dopo i» fummo, né il «saremo » dopo iD siamo). E, anche con questa sua diversifcasione forme, Ja cosciensa ® anche sempre individuazione di teoria in pratica Pura teoria del conoscere & il cosi detto intelletto puro, 3 ‘coxcnoreaas ® Youre che, come sisa, ¢ vuoto senza la pratica della conoscenza E questa, si sa, ceca senza intlletto '. Conoscere cons creto il pieno intendere: intelletto e intelligenti inse- parabili. Intelletto separato & astratta teoria;. intelli enti separati sono astratta pratica delle eonoscenza, Teoria e pratica astratte: astratto oggetto © astratt soggetti. Il proteso intelletto paro & preteco oggetto pur, che & invece oggetto astratto; i pretest intelligenti puri sono pretesi soggetti puri, che sono invece astratti sog- getti, quale sono io, quando mi pongo come wn esistente da me ¢ per me, senza unith con altri esistenti L'intelletto veramente puro non & T'intelletto seo pparato dai singolari intelligent, maT énélleto deg leligenti; gli intellgenti veramente puri non sono sli intelligenti—separati dal! intelletto universale, ma gf Sntllgenté dell intlleto». Quel che abbiam dette della conoscenea, pub dirsi doll attivita sensitiva. Anche questa si eoncretizza sole tanto in atti, che sono unita di teoria e di pratica, che, in breve, racchiudono nella singolarita dei senzienti la tuniversalitA del sentimento, Il sentimenta © a teoria, i senaienti la pratica del sentire. E come nella conoscenza, si parla, per astrazione, di puro intelletto che non sia negli stessi intelligent, cos) nel sentire & astratto il sen= timento in quanto separato dai senzienti, Nel preteso 1 Zadopeae Ie fam frst hain aon veo settee tts In teria kantias dls conor 7 Nona conoada Foggtt pur, she ot Prien ae, pee Sepa rato dal soa chee sta antaen# non po on ae (pete mane, «porud gm atato (ce § 33) fc ach nos 1 Sontonda i sogaetes puro, pete tale, perc myarate datFoggetes ‘quod ance dag le ange, © che cn sleota strato 00 pot, ot pro sggettngasce © perc alo ta ati costeie ‘ome tale ai unostore Oweto (tf $1). La Preece wd arte, ve dishiaslona {8 3). Por Vastrattensn, elt. §-¢ (1) r FORME DELLA COsCIENZA 33 yo sentimento non Voggetto puro ma solo Voggetto fstratto del sentire si cog; © cost nei pretesi schietti ‘snzienti vediamo, del conereto sentce, soltanto Vastratta snggettivith | Concretamente si attua anche il volete nella wniversa- Jit8 unica della sua teoriae nelia singolarita plarima della sua pratica. Teoria del volese @ Iunica volonta pars (Kant), pratica sono i molti soggetti che vogtiono. E anche tel volere si crede che siano campinti atti di pura mora- fits (Ceoria) o di puro interesse (pratica), Sa, in realta sacl preteso atto morale puro, vogliamo non Voggetto jparo del volere, ma un astratte oggetto, come nel preteso puro atto economico ci sono soltanto io come astratto snggetio che non tengo conto degli altsi che vogliona Dove pit & radicata fa persuasions che si tratti di di- stinrione di atti conereti © non di astratti termini del- Tratto stesso, & proprio il campo della volonta. Moralita ‘universale ¢ intereste singalare son concepiti proprio come attivita distinte, che, Inngi dal fondersi Puna con Faltra, si escludono una dalfaltea. Ed 2 sviare I’ inda- ine su questo campo ha contribuito non poco unaeerta preoccupazione moralistica. Ha contribuito con Ia sus presenza, turbando ed ostacolando, pel timore di con fraccolpi nel campo della condotta, la visione della Soggettivita nel campo stesso della moralita. Ha cantri- buito poi anche con a sua assenza, in quanto i negatori ‘di questa preoccupazione, un po! forse per mostrarsi proprio del tutto sgombsi di progindiai moralistic, son ergo quanto =f ole, ltado semi dt veri iteoute pee IRtinecsmente ident deososate pu como fale del quale st pub ovne fe Yo tov) fala idsione ertsiona ciara © die incion fee deerina, ma she par rmane problema grave © ondnmentae, La carctana idusione Gala evideaa viene sole {onto conoitve fw ae veda lt ragone a fag © 10) agovidia © {ale tube poem ano fet le rtsagoimprecinai [pcslal forme fontumeati doa comensa esdene. Impl dk {Poe eet ne sag cman in ca ‘jon che cates snl, quando sr part d wg thoale (pen Olle Lapean). Los soto contenant, pers Nola cou orate por sempre fa srt econ una tga etre i ‘Jeon pun soltntorenrare abt Ch om at ita Tegnen de ‘Hvceolutcggamento dell ters evidenea ale dee forae {Scononrn Fino non abbananecmo i regia ntliteasicn Gate verth come uoen eigenen fonaientate deere, dll qual ‘ono suutaente condone bao «bass, vert tee Sar ordoens questa ds valor non sagan guadagoat. Levine utes Hducle al evdeara conseiva oa quela went, SS ees ee r 1 over 0 13. 1U dovere come legge. — Se la coscienza morale & ‘a oggettiva teoria del volere, e la coscienza economica ‘bia soggettiva pratica di esso, se teoria © pratica tro- ano la coneretezza loro nella individua attivita volitiva, Sivlovere sara Ja logge di questa concretezza, Ed & forse fuperfluo dire legge di questa concretezza, ciot della ancretezza volitiva, perché la legge non pud essere che {ella volonta. Percid il dovere non & soltanto, come Kant eredette “diavere scoperto, la caratteristica della moralita, ma benst anche la categoria della volonté. Ed é caratteristca della tmoralita, solo perché @ categoria della volonta. Il dovere, fistretto a specifche azioni di volontt morale, da una arte si assottiglia esso stosso fino a perdete ogni consi- senza, ¢ dall'altra toglie ogni, efficacia alla coscienza, ‘morale pnt volendogliene conferire una somma. 1 Kant oscilla tra wna eoncegione del dovere pura- mente formale, ed una concezione di determina!i dover. la vera scoperta Kantian nel cost detto uso pratico delia ragione sta nella natura della volonta. E molto di quel che eg disse della moralita, va detto invece della volonta Liapprofondimento della seoperta kantiana nel campo dalla yolonth resta ancora quasi tutto da fare © Tl dovere, dicommo, & la legge stessa, perché la legge & categoria del volere, Legge, infatti, implica comando; Ja legge @ git essa stesca imperativa (un residuo intel- lettualistico vietd a Kant di vedere questo). EY impera- tivo si attua con la coazione, cia? col costringere a far fesere cid che ancora non &. Percid oggetto di comanido fon & mai né il passato fatto, né Ia presente cosa; oggetto 1 Chr. oa lsgiano, i mo comments an Rondon lla met ‘fica det covtun fSanvoai, 1936) (1. ro CONCRETEZZA ® VouERE 4 comando & il fine che sari, appunto perché fine, A sé ad altri che si comandi, si comanda un fine. Or essere Sinale é Tessese voluto e la concretezza sua sta nell'atto. i volonta. Io voglio, vuol dire: sta in me una legge che ‘mi impone un fin, fo debbo, To voglio vuol dire io debbo, Eppure tra le due espressioni pare che ci sia un abisso Pare che invece continuamente nel vivere noi diciamo: io voglio a, ma pur dovrei 8; ovvero io debbo 8, quan- tungue vorrei a. Lo diciamo con la bocca, ma non la pensiamo con la conereta nostra volont’ visoluta. Lo dic iamo con Ja bocca quando guardiamo i termini astratti del nostro votere. 118 che io dovrei, & la teoria che ia vedo astratta e che percid credo non attuata da @ che Jo voglio; a, che & Ia pratica, che anche vedo astratta, perché astratta vedo la teoria. Ma se io concretamente voglio a, in a vive quel b che debbo. E reciprocamente ‘io debbo 8, con quet & si attua proprio quella ch’ io vorrei, Di qui e in eid soltanto quella che pud dirs, ef 2etta, equazione personale della moralit Se veramente tra a e 8 v'é dissdio, a non & fuori di, sma To nega, e appunto per negarlo non & fori; se tra a @ b, dungue, v'ha dissidi, ed io compio a, quest'e non soltanto un atto economico, ma & un vero e praptio errore i volonté, @ un atto immoraie, Esso non ¢ fuori della legge, ma ne @ Iz negazione; con esso non voglio conere- tamente, campio soltanto un male. 24. Llopgetivitd: morale nei soggeti. — Ma, nom vi ® dunque, per niente un bene oggettivo ‘Pare dino, se Ja comune confutarione che si fa del TVoggettiviemo empirico in etica, dimostra che non pud Voggetto bene, con la determinata esistenza sua, qua lifcare Tattivita morate det soggetto, perché nei fatti © tra le cose che si dicono beni, non c’ 2 wn bene che sia OccETHVITA MORALE a gssoluto bene, cho sia il bene che cal suo porsi come og- getto di volosta caratterizisenz‘altro 'azione come buona. 8 quindi impossibile conquistare Punith della moraliti partendo dai beni ‘Ora a questa conquista non possiamo rinunziare senza, ‘entraddirei', Non possiamo rinunciare, anche se la ‘ostra indagine debba por capo a negate puramente € seoplicemente la. moralits. ‘Non potendo rinunziare ala conquista dellunitA, prima, 4 imunziare senz'altro alla maralit, cambiamo il punto 4i partenza, abbandoniamo come fondamento e principio alla indagine i fatti, le cose esistenti, che si dicono beni, ¢ tfacciamoci dalla'attivith di catcienza che si muove alla conquista di questi beni, rifacciamoci da essa nella Fsperanza che ci manifesti quella unith caratteristica ‘alla moralita, che non ei viene svelata dai fatti. Ma noi, sppanto risalendo alla attivith di coscienca, trovamme he questa unit caratteristicn della moralith & la teoria Jel volere, © percid @, come ogni teoria, oggettiva, Sicché partesdo dalla coscienza noi trovammo: 29) che la co= scienza non & da ridursi a soggettivith; 2) che la mora ta @ in quella facolta di coseienza, che dieesi volonta; 5%) che di questa volonta essa ® Voggettivita. Tn questa posizione 2 impliita che la volonta del sog- aetto non & tutta soggettiva, ciot che, @ parlar propris- ‘mente, il volere non € pura facoltA del soggetto, ma & aitivith concreta e percid unith di teoria e di pratica, di oggettivita © soggettivita insieme. Con tal valore con~ eto le facalta posiono © devono rientrare nel campo ‘1 vivo ed attuale pensiero filosofico, Come v'ha un fssere universale, In cui concreterza @ nellattuazione 2 Del chemi pare cheno arena abbas cont b> Jara, {quando ai ta sortenitore della plealih Gel criter! moval sale di quest's tniversale sua idealita v'ha wna concretezza nella vey Tonta, nel sentimento, nell’ intelltto degli infiniti soggetti e fanno gli infiniti soggetti, cost della lege ere, della universale sua realta © «fe evleate a chi logge, ol, com quest lint gente paras in ion footie dain ogni ne Macque a presets asso (erat a prone dirs ota nae) . cnercto che napee in pinot problems metas (ce Pralon lp cy ue to chert a ao Ft Cartrovo Tenzo L' OGGETTIVITA 45. HE dualisoo e Poggetio come oggetio di conoscensa. — possible, dungue che Coggeticia sin nel soggetti? Ta scoperta della oggettivita della moraitd ci ad indagare con maggiore précisione la natura fegettivita in generale, perché si possa poi dimo Yessenza e la pensabiiti di quella morale. Per qua sisia vemuto, dopo Kant, maturando la concezione della oncretezza dell'essere e percid della impossibilita di una istinzione assoluta tra soggetto ed oggetta, pure non edo che si veda ancora abbastanza chiarame: Galmente nel campo della oggettivita. {Quando noi concepiamo empiricamente il mondo come ‘un isieme di enti assolutamente separati, in mezzo ai {quali Fuomo vive, e dei quali percid egli'si procura la fonoseenza per servirsene alla. soddisfazione dei suo Hisogni, o per adattate la propria alla loro esistenza, di- amo che questi enti costituiscona i mondo oggettivo. Un mondo di cose reali, ai eni il soggetto non pud che ‘rocurarsi Ia conoscenza ¢ tener conto, Gli oggetti, chec- ‘hé egli faccia, son Nl davanti a lui, disturbatori 0 coa dintori della sua azione, ma separati da Tui, Son la natura ‘he noi conosciame, o che almeno cerchiamo o fingiamo A conoseere, quand’anche cid in realth non ei riesca Da questa natura & separata la soggettivita, lo spirito. Poo, questo, essere, con Ja propria attivith, in rapporto fon questi enti, ¢ in rapporto deve essere se ¢ quando) trede di operare nel mondo; ma non va confaso col mondo stesso, 11 mondo sta dinanai allo spirito, sta con le sus | eg, che esso intende, anche conto se, non vi | sin soggetto, 1 ocoerniiTh 6 Questo mondo oggettive appare al soggetto. con nomen mutevoli, pur attnando leggi fisse. Diciamo all che esso ha in sé del contingente, e possiamo ridurlo tut ‘a contingenza o ritenerlo un misto di necessitA e di cog tingenza; ma, contingente 0 necessario che sia, e5s0 sh sempre davanti a noi, spiiti che Jo osserviamo, e890 separato da noi Noi percid possiamo, oltreché conoscer esso, espl im un qualunque altro modo Ia intima nostra attivig) Ai soggetti, possiamo rallegrarci o dolerei, desideraré 4 tisgustari, fingere © negare; ma sempre in tutto cid ch) rot facciamo, rimaniamo noi soggetti, noi sprit fquindi in tutto cid che noi facciamo oltse il conoscery Sentiamo 0 diciamo di aver in qualche modo rapport con Voggettivita, noi intendiamo riferitei a quella dete: rminata esistenza, che, separata, ci sta davanti nel Sempreché parliamo di oggetti nelle nostre soggettin) attivita, essi non possono esserei forniti che da quell ‘sistente natura che conosciamo, e quindi con la media} rione della conoscenza. Se la nostra volont& ha un igetto, & ben la conoseenza che glielo da, FE cid perché soggetto, separato dalfoggetto, per agitarsi che eg faccia, per attvita che in sé senta e riconosea, sari sem pre puro soggetto. Ta sua attivita o non uscira di sé Fimasra quind nel soggettive, ¢ soggettivi saranno j prodotti sui; o si porri in rapporto col mondo, con i patura, e avid allora, sl, un oggetto, ma questo ogget apparterrd necessariamente a quel mondo oggettivo ch i sta di fronte e che ei consta soltanto per Ta conoscenz che ne abbiamo. ‘La conoscensa, adungue, ci fa sapere Foggtivita : i sop gato now pud sopere Poggetto che mediante ta cone — Voceert9 or cososcexza 7 x6, Lloggetio realistico nel? édealiomo. — Questa ule ima proposizione che 2 la conclusione Togica della em- price concezione dualistica del mondo sopraccennata, & fimasta oggi in tutte le dottrine filosoiche; ¢ non solo fa quelle che, rinnegando il grossolano realismo primitivo,, in qualche modo spiegando la distinzione, pure non {olgono la separazione assoluta di soggetto ed oggetto, ‘na anche in quelle che esplicitamente condannano ogni aualismo. Cid indica che soggetto ed oggetto (concepiti come ter- ‘mini di tale concezione de! mondo, scambiata per éoscienza, elfessere), anche in queste dottrine filosofiche non dua- lstiche, non furono visti nella Toro coneretezza di co- scienza, e si continud quindi, anche in esse, a cereare la encretezza nella empitica astrazione. ‘Non parlo del materialismo, il quale non ha fatto che acgare, sic et simplicter, Vino dei due termini, il sogget(o tome spiritualita, e chiadersi nelaltro termine, Yoggetto feqme materia, non-spiritualita, preso uella rigida sua astrazione, senza aooorgersi che anche quest altro ter~ mine necessariamente svaniva con la negazione del primo. 0 il materiaista, li proprio, conosce la natura, e siamo sel 10220 dualismo sopra sviluppato; o non I conosee, ‘enon si capisce come egli possa affermar proprio soltanto ba natura. Parla invece dell idealisima soggettivo, che ha. sen- altro negato Voggetto e il mondo ogyettivo, per poterto trarte dal soggetto. E pi ancora parlo di quel! idealismo the ha visto il concreto nell'attuale © quindi ha decisa- mente superato o cereato di superare il eoncetto astratto 4 soggetto, Quella conclusione deve essere abbandonata da ogni flosofia che voglia superare il dvalismo realistico nella ‘eoeretezza della coscienza. E cid deve fare ogni serio Mealismo; ehé I idealismo che 6 rifogi nel soggetto quasi per reazione al materialistico rifugiarsi nell'oggstto, nog ¢ idealismo, E ua soggettiviamo inconcludente, col quale ‘ben pub batters! il grossolano materilismo, Ma, ci si pud obbiettare: « Perché mai quell propo sicione ee alferma che la conoscenza ci fa sapere logget, deve essere abbandonata ? F proprio essa una conse guenza esclasiva del dualismo realist © non & invee fin presupposto necesario di ogni coscienza dell essere? 1 realismo dualistco pretende che Foggetto sia, per sgl conto, indipendentemente. dal soggeto. L'idealismo rmestea invooe che in realta il soggetto pone Togaetto, Ma che quest oggetto esisa per suo conto, © quindi de} termini tui, con ln propria esstenza, In conoseenza che i soggetto ne ba, 0 he invece la sia esistenea propria consista nel'ssser posto dal soggetto, ci non muta nally alla sua natura doggeto, che, in quanto tale, non pote Constarei che con Ta couoscenca. Potsemo oi dare pl a soggetto tutte le attvith che voglamo: Toggeto, si ‘© non sia posto da hi, rimarra sempre ozgetto, © quand vvorrema saperlo, non dobbiamo ¢ possiamo che cone seerl, Con questa oggettvith della conoscena,perci sia o non sia posta da noi, avrem sempre da fare {cont per qualunquo eventuale attivith nostra diverse dal 17. Speciale ogectivita delle diverse forme dell atta, — Eppure questo, che tutte le dottrine filosafiche ritengono necestario presupposto, io non credo sia da ammettersi Esso @ soltanto necessit& di un dualism realistica © not csigenza di coscienza Infatti 1a separazione dei soggetti daglt oggetti e 1a conseguente deduzione idealistica di questi da quel Gerivano dallo scambiare Vastrazione empirica con la cconcretezza; scambio, che scinde (realismo) o mula eS Voscermvina piensa ¥ (idealism soggettivo) izreparabilmente Vessere ella onerta attiviea Quella seissione, da cul deriva questa mutilazione, fa che nel realsmo Toggotto (ester), separato da. ogni at¥vith del soggetto (escienza), debba ser coereato 4a questo con uno speciale inattivo lume © specchio, che filomina o rifetto e che & la conoscenaa, Ogni sopra tiente attivitd della coscionza del soggetto (gitdicaze, futare, proporre) non disporra che di quell oggeto il rrinato 0 specchiato fuori di sé stesta; essa non sa tai oggetiva Di questa relistca non oggettivith delattivita sog- eitivasofre anche toto I idealism soggettivo, it quale percid non & idealismo, ma contraifaione di realismo, © perc anche riduce tutta Fattivta soggetiva alla dia- Ieitica antitetica del conoscere come negatsi del soggetto polfoggetto. E da questa riduzione soggettivistica della altivith soggettiva alla realistien opposizione del sog- tio alloggetto dipendono la negasione para e semplice delle pur evident forme dellattvita ai coscienza diverse dalla attiviticonoscitiva,e la elevazione, ad unica forma 4 aitivita di coscienza, ai quella conoscensa che nal realismo era e doveva essere soltanto inattivo spechio, nol invece abbiam vist, e spiegate con 1 moment diversi dell'esere, Ie forme diverse dellattivita di co- scinza & 8), LLoggetivita. non pud non essere in cia- seuna di queste: dove non ci fsse, la coneretenza sarebbe aegata (§ 20), 1 tempo, vedemmo, & Vessenza dell'attivits, © perc quilt delfessre, Eattivita, in questo suo distinguersi in diverse forme, resta conereta, percid ® sempre, in siascana, unita delle sue condisons, & sempre individas- tione dlinoggetivateoria nella soggetiva pratica(§ 20) Logeato non, 2 dungue dato alle (realismo) 0. prot uli (ealismo!soggetivo) sole conosco; Voggetto 200 1 ocoersremma » Getermina, ¢ss0, una concreta forma di coscienza, Laver, fanche eg, credto questo, fu il torto del Rosmini nell tgeniale Sua scoperta della oggettivitt ‘Le forme concrete, dunque, nella loro diversita, hanno 1a loro imprescindibile oggettivitd negli stessi sogectti Per questi ultimi troveremo, in questa diversiti dele Adelle cost dette facold, le quali nei soggetti separati dak TVoggetto si presentane come astratte potenze soggettive, vvoote irreali © impotenti, ma nella coscienza concreta ono oggettive, ©, mentre costituiseono to speciale di verso carattere delloggetto stesso, sono piene, reali el attive nei soggetti. Se perc, partendo da questa diver Sificazione della coneretezza, distinguiamo nei soggett| intelletto, sentimento © volonta, dobbiamo distinguere| nelloggetto Ie corrispotdenti vert, Dellexza ¢ bont| fe trovare Vessenza di questi oggettivi valori in quell facoltd eredute soggettive. Percié alla bonti ¢ alla bellezza non dobbiamo date come oggetto la veritA. La bonta e la bellezza oggettive| separate tra loro, ¢ separate entrambe dalla veritd, sone] astrazioni, ma proprio come © per la stessa ragione pet tui astrazione la vorita oggettiva separata dalla bonti dalla belleza. ‘Adungue, in qualsiasi deduzione delle facottt dall sivita cosiddetta soggettiva & sempre racchiusa na de Guzione delle forme dellessere oggettive. Basta perc che uma qualsiasi diversifeazione ci affermiamo ne Soggetti, per dover tyovare Ia cortispondente diversi one nelYoggetto +. Vedere i diversi soltanto nei soggett + Seq dae a! nnepaie dino racle dah atl de west cuca ecignea du caf me Ta tein delle foc, 22522 dare ws fekca akctova, © quindi omen dace allessere attgato in una de occernvta miveRsA a fe poste identico V oggetto per ciascun diverso, 0, peggio, pore come oggetto Toggetto di uno di questi diversi ‘considerare come conereti i soggetti, proprio nella loro astrattezza di soggetti soparati da ogni oggettivita, E tmche quando di questi diversi soggettivi si ponga la sintesi 0 la superabilita, bisogna in tal modo ritrovarli nella oggettivita. Pescid Toggetto, mentre non ha una conereta separa sione dai soggetti, ha invece in sé la diversifeazione della concretezza dellessere, diversifcazione che ritroviemo nelle facolt& dei soggetti 38. Universalitd ed unicta del'ogge. — Messa in rilievo questa diversificazione essenziale alloggetto, va sosto ora in evidenza il fondamentale carattere di questo, ‘ot la universalita, Carattere, questo, che pare contrad- dire I affermata diversitA. Giacché, mentre dimostriamo che Ta diversit della concreteaza ha valore oggettivo, dall'altra parte poi affermiamo esplicitamente 'univer- slit € quindi Ynicita dell'oggetto. In realt8, contrad dizione non ce; giacché universalita ed unicita non signiicano identita e singolarita, né Ia diversita significa pluralith. Pereid la diversifcazione delToggetto non me- roma né la sua universalita né Ia sua unieita (§ 43). uct ena cater rds gut ttn a wae, det soggett, imvano vercheranno 4 soddisfare quota eigenza della Averath dee forme delfesere, dln quae eigenen confsameate oven, deta dttrina tna i Lear # Ht polos ne, palo Vi 1 problema delle tact ¢ quello del vate costiteono in slo ‘obiema, che 8 rnb, nolo aobandooa la separtion de so ect agi get abbandonata quest, il problema dele fant Slaneoe come i pretiems dala concrete divers (i, Loggettivita, dicevamo, & wniversalita. E che infatti Toggettivo sia oggettivo perché universal, risulta dalla semplice considerarione che Toggetto @ fatto ogeetto ‘proprio dal valere per tutti, L’oggetto del mip sogno nox 2 oggetto, appunto perché vale come tale soltanto pee fe. Il che, badiamo bene, non dice che Voggetto, sia un ‘quid che pnd valere pet me solo o pud valere per tutti, che pereid non sia Vessenza delYoggetto da identiicarst ‘con questa validita sua per tutti, No, perché, nell'esempio Gitata, ef trae in inganno Vespressione, che, esatta, do- rebbe dive! « L’oggetto del mio sogno non & verantente Oggetto, perché il mio sognare, appunto perché tale, thega Toggetto, esi pone esto stesso al posto delYoggetto» E questo porsi suo al posto dell‘aggetto é veramente o5~ gettivo, perch vale pel sognante come per tutti quanti | fi alts, io fossil solo soggetto (ipotesi assurda per Yarie ragioni) mi sarebbe impossibile distinguere tra i mondo oggettivo e le finzioni mie soggettive: mondo ‘ggettivo non ci sarebbe e quindi non ci sarebbe coscienza ferton ef sazei neppure io in quanto coscienza. ‘Appunto perché vale per tutti, appunto perché, cio’, @ universale, Foggetto ® anche unico. Lioggettivita non & che Punicita dell’esere, di cui noi soggetti siamo i molt ‘Non intendasi pereid che in concreto noi siamo soltanto i molti, No, siamo i molti delf'essere, il cui oggetto & unio, siamo. Afa, in quanto astraiamo quest unico, a qualifcar noi noa festa che Tastratto opposto, il molt E possiamo noi anche vederei come quell unico, ma. in realta allota noi ei vediamo come oggetto, cio come il valida per tutti, Giacché io visto in tal caso (® chiaro che i molti noi, elevati ad unitA proprio in quanto noi, Aabbiamo scomparire come molti e debbo quind ima incte come unico) rion sono pit: uno di questi tutti, appanto perehé sono le loro-unita, sono il loro essere uno, né c 2 BD weer 33 sid aleuno di tutti noi. Quindi anche io, unico, som sono pi io; sono oggetto, La ridusione dei tutti come tali a Tunieo & la fonte def pin gravi equivodt (§§ 45, 52) ‘Questa visione oggettiva dei soggetti stata scambiata pet Ia soggettivith stessa e sié affermata quindi Yunicita fssoluta del soggetto, come tale, Questa unicita invece & propria dell oggetto, Non. lo spirito soggettivo, ma l'es- sere oggettivo & unico. Giacché, se e quando volessimo [§ 9) vedere distinto lo spiito dall’esere, ne troveremmo come caratteristica proprio In pluralita © non Vunicitd, Gli spriti sono infiniti, Ma solamente molti ed infiniti come astratti spiriti che si contrappongono_allessere Concretamente sono moltied infiniti nella unicith del loro essere, Ciaseuno nella propria singolarta spirituate indi vidua la universalith dellessere; ma non dobbiamo per- 8 dire che la sua individualita sia la universalita, Se tale fosse, non sarebbe pi Ia individuslith di ciascuno, sa I individvalita unica; Y individualita non esisterebbe pis. Contro questo scoglio non pub non frangetsi qual- Sasi concerione i spirito.universale assoluto, come ascoluto soggetto, assoluto io (cap. VI). Ta positione, invece, va rovesciata, tenendo conto, nel rovesciamento, della astrattezza come dei moti cost del Yunico, quando siano separati gli uni dalfaltro: Yunico a Toggetto. E perc Voggetto @ teoria pura: si vede, ciod fi attua spiritualmente; non si fa, cio’ non é prodotto dai soggetti come tali.E si vede non soltanto ello schietto ‘campo necestario della conoscenza, dove Toggetto del- TPintelletto @ par vissuto nei singoli fatti conosciuti, che ze sono le pratiche cognizioni. Si vede anche, puramente i vede, nel campo doveroso della volonta, dove si fanno, 2, le ationi (pratica), ma se ne vede, se ne deve vedere la teoria; visione teorica che non & cognizione. Si vede final- mente nel libero campo del senso, dove la personalissima pratica del sentire Je qualita, che diciamo costtuire i 3 E ocernivisk ccorpi, vive quella teorica unicita del senso spitituale, che eleva a valore di bellezza quella pratiea E la teoria, come V'oggetto, & unica per tutti. Unica per tutti in ciascuna determinata attivitd, unica per tutti per aqualsiasi facolta. Se v'é un volere, la teoria del volere sark unica per tutti quelli che vogliono, proprio cos! ‘come unica sar& Ja teoria del conoscere, unica la teotia ‘del sentir, 19, Le cose, # fatt, i finds e Foggettvita. — Eppure, si dira, sev ¢ sna cosa che risulta alla comurie esperienza_ fed al pit elementare buon ‘senso, é la moltepliita. dei fini, delle case e dei fatti; e almond le cose ei fatti hanno come caratteristica essenziale Voggettivita, ‘Dunqute i tant fatti ch’ io conosco, sono wn fatto solo? T tanti fini, che la mia volonta si propone, sono un fine solo? Le fante cose ch’ io sento, sono una cosa sola? (© queste cose e fini efatti sono tanti, come a me appaiono, fe Tuniversalita delYoggetto & falsa; 0 Voggetto & vera- mente universale e queste tante cose e fini efatti non. sono oggettivi ‘Vediamo: le cote, i fini ¢ i fatti che noi crediamo di ‘vedere proprio nella piena concretezza quando Ii affer~ miamo come tali, sono astrazioni. Si did: + Appunto, sono T'astrazione che avete detto oggettivita © che noi fonveniamo che non sussista se non in conereta sintesi fol soggetto. E il soggetto sono io: uno; e Voggetto sono le cose che mi stanno davanti: tante, La oggettivith & proprio la molteplicita, la soggettivita & proprio Tunica», Ed avete ragione, rispondo; ma avete ragione, perché avete gi fatto prima un‘altra astrazione, vi siete cons erato voi, solo, di fronte alle cose; voi, solo soggetto. Tn questa astrazione prescindete dal fatto che quelle ‘cose vi risultano oggettive, perché tali rsultano ai tantt soggetti, uno dei quali voi siete. Non sono oggetti perché UUSIVERSALITA ED oxIcrTA 55 sisultano a voi solo, Le oose che risltano a voi, in quanto [idaltri non risultano, sono voi stesso, sono il vostro sogno. ‘Questa penna con cui io scrive, & per me un oggetto, perché penna 2, © la stessa precisa penna, per quanti Juri mai la osservino, Essa, come oggetto, @ universale fale per tutti, @ da tutti conosciuta; ma ciascuno le co- hnsee a suo modo. Questa penna, come oggetto, & sola feoria, fe penna; di questa teoria poi ciascuno fa a suo ‘odo Ia pratica, E sorgono quindi le diserepanze neta fonoscenza delVoggetto stesso, Dinanzi ad una penna, astratti siamo noi tutti che la vediamo in quanto ci con Sideriamo enti distinti da essa, ed astratta la penna in ‘quanto la consideriamo esistente fuori © senza la nostra visione di essa, II concreto ? L’unica penna (teoria) che fi attaa in tante distinte vision. Sostituite alla. penna, Tressete e avrote la funzione reciproca dei soggetti ¢ del Voggetto. Ma, si aggiunge: «Ela molteplicita delle cose, quella rolteplicita che & cos davanti a me, come davantia tutti? Ti mondo non a me solo si presenta distinto in tanti jnnumerevoli enti che riteniamo costituiscano appunto la oggettivita del mondo, Che una cosa, per essere oggetto, sia e debba essere unica per tutti i soggetti, mi avete fimostrato; ma non mi avete dimostrato che Voggetto, 4 puro oggetto, sia_unico, appunto perché oggetto. E vvero che dinanai a pi soggetti & unica Ia cosa che tutti diciamo oggetto, quelVoggetto; ma & altrettanto vero che dinanzt ad uno o pif soggetti vi sono tante cose, the costituiscono tanti oggetti. Dinanzi a me, penne ce ne sono tante, e tanti calamai, tanti scaffal, cc. Ci saran Guindi pid soggetti, ma ei sono anche pit oggetti» 'No: voi sapete bene quel che volete dirvi, ma vi tra- dite, parlando, Vero tutto quello che avete detto, tranne 4a conclusione; il che vul dite che questa, veramente, conelusione non &, giaoehé non eonsegue dal precedente E vero: il mondo si presenta distinto in tante innumerevol cose, che costituiscono la sua oggettvita. Ma esse cost tuiscono oggettivita del mondo in quanto molte, 0 in quanto puramente sow in sf? Che nella concretezza naturale est, insieme, sieno e motte, non diseutiamo: voi ammetiete con me ¢ non potete non ammettere, Ma evidentemente solo in quanto costituiscono il mondo come essere in sé, dicono che il mondo oggettivo. Tutte Je vostre penne sono oggettive, proprio in quanto, tute. insieme sono una sola cosa, Ia penna, € non in quanto sono mote, Lroggettivita del mondo, si, ¢ data appunto da quelle cose. Ma non vedete che, in quanto voi le considerate rmolte voi vi ponete come una casa fra cose, un wivente’ fra viventi, un uomo tra uomini ? E che, se, per assurdo, vi isolate da tutti gli altri uomini e da tutti gl altri esseri, per rimanere voi solo con Ie sole penne, dovete porvi ‘come ima penna tra penne ? In quanto molte, dunque, te cose, di cut mi vedo cir condato nel mondo, sono empiriche cose astratte, sogget- tive e non oggettive, tra le quali devo cacciare anche me, quando perdo la concretezza, Si intende che con tall coggettivith siamo in una oggettiviti empirica naturale, in una fenomenica oggettivits, e non nelloggettivith para, 22, 20, Liuniversaita di Kant ¢ Foggetivite della «coscienza inn generale», — Tl puro oggetto, adungue, & unico, ¢ so carattere & Vuniversalita A questo valore della universalita, di earattere dell'og~ getto, in generale non si pone mente, Oggi poi, pit si parle di universaita © meno si guarda a quel che essa fat il carattere universale, che Voggettivita aveva per Kant si@ perdata, e non si sa bene che cosa si intenda per a aiversalit da una parte e per oggettivita dall'atra. ‘Universalith 2 validith per tutti, Perei3, pensa Kant, Yoggetto deve essere universale, se & oggetto. Ma oggetto, ‘gi continua, non pud essere conosciuto da noi sogeetti ‘pani. Pure vi 2 la conosoenza, vi & Tesperienza, e mon, } possibile conoscenza od esperienca, anche soltanto mana, senza oggetto: evidentemente oggetto (Gegens- jn), della nostra umana conoscenza non & Voggetto in s& (Obiek), Ma il Gegenstand, sia 0 non sia Jo stesso Obiekt, presenta come Obiekt; percid deve presentarsi come ‘niversale, giacché altrimenti non potrebbe presentarsi tome Obiekt, Perché sia possibile Is conoscenza umana, Gungue, conclude Kant, noi dobbiamo passare dalla soggettiva, molteplice cosi-fenomeno alla oggettiva, unica ‘stconeetto, dando alla prima validita wniversale; que- sta universalizzazione della cosa-fenomeno in cosa-con- fgtto costituisce Toggetto che soltanto pud risultare alla fmoscenza umana. Leggett, cosi (quello che solo ci {onsta come tale), si rsolve proprio soltanto nell universal Dire oggetto & dire universale, © basta: non e'@ una de- teminata quiddith a costiturlo: se c'@ altro, & sogget- fivith. Quando poi I idealismo post-kantiano, da Fichte sd Hegel, ha dimostrato che la cosa in sé, che esisterebbe fame Obiekt senza essere Gegenstand, ® inconcepibile fi inesistente, quanda cost ha tolta di mezzo questa qetesa x (astoluta x per Kant non era) che col suo esi- Stere potrebbe valere per tutti e non vale per nessuno, on ha fatto (per quel che tale dimostrazione vale) che toglier di mezzo tale quiddita determinata, che togle ‘mniversalit all Obiekt e costringe il Gegenstand aun yano conato verso di questo; ¢ allora VObickt non & ‘seluso dall'smano Gegenstand: Toggettivita & univer- saith di coscienza, Possiamo questa universalitaritenerlasoggettivita ? Non fare; questa resta da distinguere an ora in campo critic. 38 V ocoarsirth wenversaniTA gD oxicm’ 9° Invece ello sviluppo idealistco dol kantismo si @ posta come soggetto questa universalita gid costtutiny ell Obiekt (questa sostituzione dell io alla cosa in 34 esplicitamente fatta dal Fichte, & pit o meno impliciy) in tutti i sistemi posteriori, compreso I idealismo attualy del Gentile), © si € fatto quindi universale il soggetto iq Quanto tale. Si ® cost distinto il soggetto puro (quell tanico universale) dal soggetto empirico (quello plurime kkantiano). E cos, dando luniversaliti, che & propriy delVoggetto, al soggetto, si credato di scoprte il soggetty po, mentre non si¢ fatto che nogare I Idea che & Tog. getto universale, negare quindi la stessa universality Con tale negasione si & creduto dl risolvere la. eter ‘quistione dell idea e della real, del pensare e dell'esse ‘La soluzione ha parvenza critica, ma in ealta & dogmay ticd, ed espone il kantismo alla giusta accusa, fat da tutto il cattolieesimo (tomistico od agostiniano), dl cempitismo psicologistco. Questa accusa non 2 tolta dal cconsiderare il soggetto Kantiano, che si pone come pro ddattore delle categorie, dal considerarlo unico ed univer sale, Non & tolta, perché tale considerazione non fa chy sgenerare Fequivoco del soggetto, e considerare quest ereatore delle categorie, secondo che eonvenga alle prie tesi, or come me, vivente uomo determinate rnatura, or come Dio posto come To assoluto, © fatt ereatore di me, vivente womo determinato di natu Tale interpretazione del Kantismo, come dottrina a ritiene le categorie ¢ le idee come prodotto del soggett Intelligente e taziocinante, ha certo qua e ti motivo essere nei residui dogmatic, © nei motivi etnici di Kan ‘ma non risulta dalla parte viva del kantismo. Kant net ‘come tale & motivo empiristico, che risale ad Aristotele fell sua interpretazione seolastica, Lielevare ad. uni forsale anche il soggetto produttore non ha altro efftto ‘he quello di sopprimere sonz’altro Toggetto © Toggetti- iti, quando abbiamo git prima tolta quella oggettiviti textanziale, cost detta empirca, di cose e di fatt singolai, fei quali relegavano In oggettivith tutti gli empiristi, che “th Aristotle in poi solo cost potevan ritenere soggettivo ‘mondo universale dell idee: v solo cos s, cio’ it quanto anmettevano gid, a soddisfare Tesigenza oggettiva della tescienza, quella sostanziale oggettiviti delle cose sin- ar Laddove Ia conoscenza, quale & volute dall'intimo © tivo pensieto kantiano, non si intende pid, perde ogni so valore, quando non si ritenga I" intelletto oggettivo fasieme con le sue categorie; non si intende pis, se non cesta dal dice Ie categorie produzione dit me inte gate. Percid il nostro Rosmini @ stato ben kantiano roprio quando ha messo come oggettiva I intelletto. Lessere, le categorie Kantiane, fonsioni della wsita sintetica appercettiva, e quindi Tessere, questa. unit, fondamento di esse categorie, non vuol dire produzione thlle categorie universali da parte del soggetto (aflerma- tione questa che spinge poi, per difendere il kantismo a detto empirismo psicologistico, ad affermare Vunicita ‘eTuniversaliti del soggetto, cio’ a porre come soggetto nico Vunita sintetiea appercettiva), ma vuol dire sol- ‘anto che ciascuni soggetto non & soggetto separato, ma 4 uno dei soggetti della concreta coscienza conosctiva, ‘ella quale 1a cosiddetta unita sintotica appercettiva & Hoggettivita unica. E le categorie kantiane non sono ritiene le categorie prodotte dal mio intelletto, ma le tH de le varie formo di questa oggettivits. Il concetto puro tiene costitutive dell intlletto come tale (cioé dell inj kantiano non & prodotto dal soggetto, Kant certo alle telletto nella sua oggettivita). Questa produzione dell wlte fa eredere di ritenerlo tale, o tals anche espicita- Tuniversale concetto puro da parte del soggetto pensantf mente lo dice; ma qui non trattasi di. fissare, in morti oo co ocunmenen UUNIVERSALITA ED wsicHTA o qganto tall, a meno che non si vogtia. non solo abbando- fare il concetto critico dellsperienza e della coscienza, jma anche negare ogni esperienza ed ogni coscienza’ questa Toggettivita non pud non essere universalita festa 2 sapere che cosa sia la soggettivita. Questa grea critica del soggetto faremo nel capitolo seguente, frantumi, i pensiero di Kant, ma proprio di svolg secondo i suoi prineipi vitali nella sua intima cocremg facenclo cadere le scorie morte. E se accettiamo i concety ‘ii conoscenza e di esperienza che dalla critica si matu obbiamo negate questa soggettivita delle categorie, biamo cio’ negare ta produsione dalloggctio da parte soggeto. Questa prodnzione, che & sembrata la grande © pit alla innovazione portata dal crticismo nel pensi filosoficg,& si pus dite, veeehia quanto lo stesso empiri filosofico; questo ha sempre pensato, contro Platone, Al soggetto facesse le idee. Hl valore di Kant, invece, n sta in questo; sta nell aver decisamente portato 1’ esse) ideale nella realta naturale con T'unitd dellesperienza, pit ancora nellaver cominciato a fare intendere la cay cretezza dell essere con Vaffermazione dellesigenza now nica nel pensieso dei soggetti Solo a questo patto il k tismo nella sua essenza vitale € nel suo svolgimento & empitismo psicalogistico, Dall'altra parte ei troviamo qui sospinti a riosaminare quel punto oscuro del criticismo kantiano, del principio delle categorie, ¢ del valore che ha il Kantiano Beousstsei. “iherhowpt, Or fo non so se nell’ intenzione di Kant questa ‘oscienza in generale, nella quale, pensate, le cose diven- ano oggetti, sia da ritenersi un o il soggetio; ma affermo, ‘de, Se vogliamo rimanere nella concezione critica del jpnsicro e della conoscenza, non possiamo ritenerla sog- ftto. E cid non deve trovarsi strano, quando si sia inti tnamente persuasi che il conereto é coseienea, e che questa aflrmazione & diversa dall'altra, con la quale si suole con- fondere, che Ja coscienza sia soggetto. La w coscienza in _guerales di Kant non cessa dallestere in qualehe modo fescienza, anche quando non sia, per sé, il soggetto, anzi 5a oggctio, sia Voggetto. E si spiega allora cost Fogaetti- sith delle categorie con la superiore oggettivita del loro principio, Non si potra pit die che Voggettivita consegue fille categorie, ma si dovra invece dire che le categorie anno il loro principio nella oggettiviti, che ¢ appunto, Bh coseienza in generale, che & universalita Bisogna quindi, se non si vuole lasciare nel criticism come soggetto una equivoca quiddita dogmatica che sono io misero mortale, or ® Dio, bisogna ricercare q ‘il valore che crticamente — ciot datla correzione crt fel concetto. di essere — il soggetto, deve assumere Cosi dallo sviluppo della coneretezza kantiana ci trovi a una parte, sospinti a ricercare il valore del soggett gquendo non lo si ritenga pit né quiddita sostanzial csterna ad ogni coscienza, che risulta impensabile, né I tuniversaita, che risulta unica caratteristica del ogg in quanto tale. Giacché soggetto ed oggetto noi posias a1. Analisi de oniversaitd. — Lroniversalit, debe ftenere uaigeabili quanto st voglia; ma unificare nepparg Kant, & valiith per tuti i soggetti, Quel che um sog- aero at deh das termini da unifeae non sappang 60 stone valido por af, cod st come so, & universe Thiktinone: © questa non pub saperi, se soggetto ef[@ Perci® owgstivo), in quanto ® saputo da tutti gl alte, tegetto valgono entrambi seltanto universaita. Quest iggetti come ugualmente valide anche per ciascuno dé pereiS non pad essere la caratteristica dei soggetti i. 6 1 occernia, UWSIVERSALISA wp escer 3 To che servo, vedo i fonte alla mia inestra un dio che & un ulivo: eso vale per me, cio # mia coscen Fun oggetto ? No: si pud dire qualita o atto coggeti cio & quel soggetto che sono to, quantungve ne tuisca una parte o un momento soo. Ma, quando qu «quid vale come ulivo cost per me, come anche per ca Soggeto, che intenda me e sia da me inteso, io? quand} ques'aivo , come olive, anche coscenza oro, ally sso casa di valere per me solo © quid per cascun sj Soggetto, © si pone invece come valido per tutti. E :1 pors-valide-per-me-solo significava costituiee un. pa dela” mia singolare soggetivit,porsvalido-perta vorra dire eosttuire una parte della soggettvita. di tut sna siccome significa anche cessare di Valere per cise jn quanto ciaseuno, vorra dive anche costture una par della soggettvita ai tuttiin quanto esso& unica, ed & bi Jaunicith di tutti, Lalivo, im quanto waivemale, vel di unieitd (per quanto paral, perché si tratta soltan Ai un live) dei soggetti, E Se Tuniverslits costiti Ja oggettvita, questa unit dei soggett costituisce Tog gettivitd loro. Qnell'uivo in fondo costitaisee una. par ella ogetiita naturale dei soggett) uomi Fp incapace di cogliere Voggetto. Che io, dinanai alla cosa five, conforti la nwa esperienza di ogei con altra aia Seperienza, non basta. Tutta [a mia esperienza dard sempre sollanto me; io in soguo ho esperienza dellvlivo, jaa e550 non & oggettivo, perché non & universale, clog Jné non procura Ia mia. oggettvita Come dell'livo si dica anche delle verita oggettive di or- fine logico. Fintantoché 2-+2 = 4 non vale per gli altri ‘ome per me, io non posso affermarne Ja oggettivita, Che Tolivo abbia una oggettivita diversa da quella di 2+ 2, ‘anol qui non importa: la diversita & tutCalto che esclusa Jslla universalith, Anche quella somma, pesché sia og- settiva, dave essore oggettvita in me. Si tratti di analisi 4 sintesi, di oggetio ch’ io conosca a:priori o a-poste- rior, un quid che valga come oggetto per me, deve uni- yesalizaats, cio’ porsi come oggettivita inerente a cia scan soggetlo, pel quale si pone come oggetto Fin qui, adunque, la universalith delloggetto & quella aniita, per la quale eiascun soggetto va oltre la propria sponadica singolarita separata, ricon-scendo con questo sbbandono del proprio chinso'‘monadismo, Voggettivita, che i dd eoncretezza Dov'& dunque andata a fnire Voggettivita. del li in guanto tale? E andata a finire col costtuire Vogget tivita de soggett, pei quali vale. Loggettivita. de ul veramente of & scomparsa: Tulive, univesalizzandosi, hha costitito una sua estera oggettvits, ma la nostra Giacché ha fatto st che claseono rieanosca in sé una eo scienza comune, © pereid, sotto quell'aspetto, non s4 pit soltanto un separato claseime, ma sia un ciascu ‘mito alfaltro dall'unico che & in hui come nelaltro, ‘ogni oggettivazione si risolve in questo, E si rsolve i questo, proprio perché in tal. processo il ciascano ioe il soggetto nella sua astratta singolaith separa ‘Ma nella posizione schiettamente kantiana, dalla quale siamo pastiti, siamo ancora dinani ad una grande die Stinzione di oggetti da una parte ¢ soggetti dallaltra Vera t che quegli oggetti in fonda fniscone con essere acorbiti nella coscienza di questi soggetti © col costi- ‘hime Voggettivith uniea; ma questi soggetti come ri- sultan? Non in modo diverso da quello in ui ci visul- favano quegli oggetti. Gli aleri soggetti come me risul- fano a me nella mia esperienza, proprio come risulta Tolivo, ¢ quindi i ciascuno di essi sapref, come de livo, 2 Chel eigutndo i capita «Leepeviensa de ob kelp (0) on ¥ oceerrrer Usaviesany ED viceth 65 sottnto Foggettivit, in quanto cascone mi viene em fermate da alt. Cho fo veto, comenase, Io pe ton basta, come g non bastara it mio vedere 0 pes Fats nf bast ee mi par foo tend, pera tani com in suo lingeagglo pala ef, 30, tnteno, ese cio Dastase per lio vicino,baserbby teh fer Tule. allra pono pio asters qu She ago soggeth cmt me, © che. devono conferia Fopgtto perch ess sia tl, de questo oggetto che de Aisle, solo quando mi venga ta predetaconferma ere aon port fa lpi tivo, inversament| Come oggetto io vito? E qianto com alto proce Inunto stato fatto quando s1¢ aimostrato che i tim espericnesenteg Fagetto come cost tn sé non onesie Falla, tnd daa posi Kantian Ta'pate gmatia,ioviamo: che quel «tut og felts pers qual xendovatido un oggett & univers Son sono altro che sempcemente +f tuts, e 200 ta Gata entogoria ta quest; 2) ce quell ogg, che Sho valere per tut univer non alto che po SNottante esto salere per tote quind non gi {Xone questa valid Es spogn pre coas o | fecesariamenteaceadere, che Taio, clevandost dao | “ion soggetiva a ogg, on face alto che Pe orareFogactevith a soggeth a qt prseatava’ quest pero non & esse, come 2 prima vista Parra het sopgett ce esp conn, «pee prota fetta ante a 96 ses onl da'una_ pura © senpice cirfcarone eri dela posvone Ianto rsa che a nivesalith fate che fa unit ma proprio que ol, pet at Sterma, coe dei soggetts B con questa wits co tice Ia get Soo eos! nl, nnd volo apegee Yoggett, to presppontane. ia fod di noi ce par to PE jn quanto vogliamo spiegatio; presuppositione che ap- fo faceva Kant con Ja sua wcosa in sé realsticn fome precedente causale del fenomeno sentito, L’og- gto & Lunico, valido fer tutti, e che percid & unica in tutti. Se Foggetto fosse gid prima e fuori di questa unicita valida per tutti, questa universalita non servirebbe a spiegare nulla: noi 0 gid sapremmo V'oggetto fuori di questa universalita, ¢ non ne avremmo quindi bisogno: non Jo sapremmo, ¢ quel che Ja universalita ci dices, nulla chiarirebbe di questa nostra ignoranza, L'univer- slit non pud essere carattere di un quid (oggetta), che bbia una sua natura determinata e in pin questo attri- buto di universale: Tuniversalita costituisce essenzial= mente Toggetto, 0 non & un suo carattere Questo, si sa, non fu visto da Kant, che ammette un Obickt al di Li di un Gegenstand, e quindi wna + cosa fn sé sotto ciascuna cosa fenomenica nell empirica con- fetto; ma, quel che & pid, mi pare ehe non sia stato ancora visto chiaramente, Certo per Kant, che primo scopriva questo mondo, della coneretezza;, in cui si esigeva la fue sone intima del soggettivo con Voggettivo, eta dill, non addirittura impossible, aver sienra coscienza della fontraddizione o almeno dell’equivaco in eu si chiudewa, fd clevarsi quindi ad una superiore concezione dell'og- feito, Ma anche dopo che di quella realistiea « cosa in 2 si & mostrata I inconsistenza, non si pub dir del {atto chiarito Yeqnivoco. I meglio che al riguardo si & latto, @ stata Ia pura © semplice negaaione della cosa in sé © dell'oggetto insieme, per riconoscere I'unica ¢ la fina concretezza nel soggetto. Loggetto ¢ il «non sog- tlgeto », © quindi, dove tutto & soggetto, il nulla. Nega- mone dell'oggetto, che & dovuta all'aver senz’altro sop- Wesso 'Obiekt per sifugiarsi unieamente nel Gegenstand, ire bisognava riconascere Vesigenza dell Obiekt nel 66 V oncarnirrA [OMIVERSALITA oGgETTIvA # Lo6rea Gegenstend, Per peneteare nella natura di tale oggetti vith isogna abbandonare il pregiudisio che logget) Sia soltanto il non soggetto, essendo Gegenstand senza ‘Obiekt, puro pensato senza essere; bisogna abbandonary| fl pregiudizio che Poggetto, ed esso solo, sia fitizia astra ‘proprio Voggetto nella sua realta. Esso rimarri concetto # non altto, Loggettivité dell'wlivo voi non me Vavete spiegata, quando mi avete dimostrato came io mi formi iI concetto, che @ universale, perché vale per tutti gli ‘ivi possibili (aniversaliti logica); Voggettivita reale Gel livo & presupposta a questo concetto, ed ® presap- posta quindi anche Ia sua universalita oggettiva, che non 22, Universalitd opgettioa e universal logice. — Gi} $a valiita di un concetto (legge) per tutti gli enti che si poo obbiettare, ed & stata gia obbietiata e Kant, ‘une confusion del concetto di universal logica (+ esten Sone del concetto o della legge a tutti i casi particola possibili») con quello di universalita oggettiva (+ valida per tutte le intelligenze «), che «sono ben lungi dal co} Stituire una cosa sola», Giacché «la universalitt logy | implica certamente Tobbiettivita della esperienza..; inversamente Vobbiettivith non implica punto la univer salita logica ¢ pereid non pud avere in essa il suo fon] damento » (Ora cid. poteva © doveva rimproverarsi al Kant dal realismo dogmatico, che Tasciava intatta Ia oggettivitl precritica, cioé la oggettivita di enti distint, separati dai Soggetti che li pereepivano, e assolutamente estranet 4 \ questi, Ma questa oggettivita realistica era, in Kant Incompatible com Voggettivith richiesta da quella com eretezza dellessere, senza della quale non si pud parla rné di coscienzs in generale, né di possbilita della espe| rienza e della conoseenza, Il Kant della prima oggettiviti 2 il Kant che comincia la critica; il Kant di questa se} tconda oggettivita & il Kant che ha compiuta la critica] 'E pereio certo al primo Kant si pud dire: Voi, com vostre categorie, mi spiegate come io mi formi il concet i nn oggetto, ma non potete certo pretendere che quest eoncetto, con la sua universalith di concetto, mi dil Yattuano, ma é la validit di quellente nella sua sin- olarit per tutti i soggetti che lo. pereepiscono, Ma rimproverare cid a Kant @ mettersi sulla via del 420 realismo invece di approfondire quella det suo ideas Tismo crtico, Mettersi sulla via del suo realismo gnoscolo- fico, confermando la concezione dogmatica dell'univer- fale, sia che lo si intends, con Platone, come entita a 46 prototipo del rele, sia che lo si intenda, con Aristotcle f con Ia scolastica aristotelica, come astratta prodotto el intellotto, In entrambe queste posizion’ speculative ton si riconosce il conereto valore dell'universale. E Kant invece, con I critica, aveva gid scoperto, senza pur ve- tkslo chiaramente, tal valore, Luniversale infatti sta ‘ella unicita oggettiva della coscienza dei soggetti, © non in ideali entita natural intuite come esistenti a sé (Pla. one), 0 in artificiali prodotti del lavoro di astrazione dalla ‘naturale esperienza (scolastica aristoteica). Quella Seale esistenza, questa umana astrazione presupponevano come loro fondamento, non spiegavano, Vesigenza spi- Fitvale della universalita, Aver fatta sentire Puniversa~ lita proprio come tale fondamento, averla portata insieme ‘ella coscienza e nellessere, questo & il merito fondamen- fale di Kant. E continuare a distinguere T'universale ‘ggettivo empirico ¢ Puniversale ligica, ponendo il primo fone stante a sé © cost precedente del secondo, & non ‘redere questo merito. Kant ha torto nel dedurre Vogget- ENymrane, Inieone alla meselsa, Torino, 904 P- 68 V ocoereta ‘vita dalle categorie, se e quando ritenga le categorie prodotte del soggetta, sia questo unico ed assoluto, @ frolteplice © contingente; ma, quando si vedano le tan fegorie come le forme di quella coscienza in generale che ® proprio Voggettivita della coscienza, allora ta de. Guzione Kantiana della determinata oggettivith da es. riacquista il suo valore, L’universalita Jogica, dice il Martinetti, implica Yunis verslita oggettiva; ma non inversamente. Si pud subite Aomandare, qual’ é Ja universalit sottostante all'una e} fllaltra forma di universalith, che sark poi Ia vera «| Tunica wniversalita; giacché queste due forme di uni ‘versaith, col loro essere Yuna diversa dalaltra, non pare che rispondano alla essenza_stessa della universaliti (©, ammesso che In cosiddetta universal oggettiva sia le fondamentale, giacché su essa si erge quella logica, sidomanderd se Ia. vera universalita & questa pit ati ima pi ristretta universalita logica, o quella, meno alta ‘ia pit ampia, universalita oggettiva; si domander& st sia pensiero (coscienza) 0 nogazione di pensiero una uni: versalita che sia oggettiva senza essere logica, senza essere ioe esigenza che universalizza le soggettive coscienze {de intelligence), © cost, © solo cosi, fa riconoscere Ia pro pria oggettivita ‘Nella semplice universal non si possono avere del gradi (ot. § 18). TI puro universale 0 @ unico, 0 non é universale, 6 came unico, ® proprio il valore oggettivo che Tatto a ccoscienza dei soggetti riconosce in sé, IL_vero universal 2 Toggettivo, e il kantiano riconoscimento della ogget) tivitd degli enti attraverso il coneetto puro non ha alt valore che questa aflermazione della universalita. come ggettivita. L’universale quindi non pud'essere altro che il valido per tutti, ¢ quindi in tutti LONIVERSALITA ogceTTIVA F Lectcd 69 Riconosciuto questo valore unico della universal came oggettivita, si pud anche aggiungere che T'univer- salita oggettiva sia fondamento di quella logica, ma a due fondizions: 2°) che per universalitt oggettiva si intend, ‘ome devesi in base alla scoperta kantiana della. con- cetezza, la pura universalith di coscienza, ciot quella, fnscienza, quel Bewusstsein Uberhaupt, in cx tutte Ie foggettive intellgenze si unificano, riconoscendola come Jor principio; 2°) che per universalita logica si intenda fnvece Tumana concettualitt conosctiva, che per® non simane pura universalith psicologica soggettiva, proprio ferché attinge la sna pur Timitata oggettivita da quella sniversalitd di coscienza che & Yoggettivita unica E invece per il Martinetti e in genere per la distinzione realistica della universalitt oggettiva ¢ logica, conservata f difesa contro Kant dal Martinett, la universalita og- gettiva che si pretende porre a fondamento di quella fegica ® la singolarita aristotelica degli enti naturali ‘entiti. Singolarita, che non @ né universalith né oggetti- With, © che & ben lung! del poter costituize il fondamento dll, universalita logica. Kant (ll Kant oggettiva della foncretezz2, non il Kant ell idealismo soggettivistico ato da Tui conteo di Ini) & ben pid profondo di quello supposto da tele confutazione: ogni universaliti logica, per limitata e relativa che sia, ¢ impossibile su tal em= pirico fondamento singolare, che non @ mé universale né rggettive, Il singolare « questo» o « quella» (non Jo diciamo sen- Sile, dato. il valore di spirituale forma di concretezza che secondo noi devesi dare al sentire, cfr § ro), in quanto puramente tale, non pud essere oggetto, perché non pud ‘essere in tutti Soggetti Iv questo » che Sono io, in quanto puro questo senza significato, non & in aleun modo il questo che & un altro soggetto come me. La ogget vita, in vero, @ tutealtro che oggettiva, quando non viene| intesa come universalita, © come Ia sola universalita pos: sibile; e cost reciprocamente la universalitt & tuttaltrg che suniversale, quando non viene intesa come ogget: tivita, © la sola oggettivita possibile. Nel primo caso ci troviamo dinanzi alla singolere cosa in v6 realistica, che inyano abbiamo affermata © aflermeremo come cono- scinta © sconosciuta, come pensubile o non pensabile: hnel secondo caso ci troviamo dinanzi all universale sit. tizio, ai exi sempre invano abbiam voluto e vorremmn stabitre Is nominalith o 1a realta. campo della pura: oggettivit @ il campo della pura wnicita senza numero, fe solo questa & universaliti. La singotarit, sia astratta, sia conereta, non & mai oggettivita, perché & soggettivita Concludendo, Tuniversaith & oggettivita, © univer. salita del conectto non & mai soltanto una finzione logics (e ad una finzione si riduce una universalita di natura diversa da quella obbiettiva), ma si fonda sempre sulla loggettivita stessa della coscienza, L'oggetto puro di que- sta 0 @ universale assoluto, 0 non é. Kant pereid vide iusto © in conformita con Ia sua grande scoperta della ‘coneretezza della coscienss, quando vide che i cosiddettt foggetti del senso non sono oggetto, se e quando Ii rite: siamo mancanti di universaita. La duplicazione degli logget in reali e ideali, cose e coneetti, crea una incon cepibile duplicazione della universalita|(singolare Yuna, quella oggettiva; schiettamente universale Yaltra, quella diversa pitt che oggettiva) e mette necessariamente capo fad un dualismo di essere ¢ coscienza, che la concretezra ‘del'essere non pad consentire. $i ereerebbero due grand: categorie di oggetti, ciascuna delle quali non avrebbe niente a vedere con Tatra. Senza dire, che si dovrebbe poi in una di esse trovar posto per i soggetti, a meno che non si volesse di questi formare una o due altre UNIVERSALITA OGGETTIVA LOGICA n categorie di enti fronts ‘La pura oggettivita, dunque, essendo schietta uni eraliti, ® assoluta unicita, Perio Toggetto non & né fiato né.prodotta della. conoscenza; Yoniversale non & ‘né dato né prodotto della concreta aitiviti della co- feienza ma YVattivita stesse, che Ia coscienza attua in ogni sua forma di concretezza e in tutta Ja sua indivie duazione, secondo gli oggetti cui fossero di Carrrovo Quarto LA SOGGETTIVITA 23. Liantitesi delle sopgetivila. — Questo tavolo, que- slo calamaio, questa penna, si dice, sono cose; io sono soggetto. La soggettivita adunque sarebbe caratteristica ria dell'entesio © non degli enti-cose, dei quali in- fee sarebbe propria la oggettivita Or che cosa vuol dire il mio essere un soggetto, cio® the cost importa nelfente-io questa sua caratteristica fella soygettivita ? Lesere, io, soggetto vuol dire il frovarsi di questo ente che dico «io, di fronte ad atti, fi cui esso ente 2, volente 0 nolente, cosciente: soggetto alla Ice che vedo, al muro contro ci batto, all'uomo fon cui mi incontro, alla dimostrazione che necesita im, al fine che me attrae, ec.; in breve, soggetto ad altro fiverso da me ed agente su me. Questi att, di cui ho sol- tanto coscienza, quasi subijeiant me: la soggettivith & tescienza della passivita dellente-io. E siccome la co- ssienza & coscienza fino a che non fasifia, ci® fino a che presenta, quale @, cid di cui & coscienza, possiam dire the Ia soggettivith di questo ente-io @ la’ passivita con- ‘spevole del suo essere, Dire: il mondo che si scontra ia me, mi rende suo soggetto, in quanto dello scontro the subisco, ho consapevolezza; e in questo sta la mia + Aa eempd vega aot per ntcosn 5 pb otis quae ‘pelts connone atomic, o tomy el oe costo ete fix o Trganan Invduae iva, 0s), rate sempre tae tore aa cm i quanto oppsta agg co a peep, © fivaresa dn oon xTITESI © SUE coNskouENaE ” 76 1a socourrivira “apeve soggetto ad atti non posti da me ma da me su Ffiti, © che ora mi so soggetto di atti posti da me stesso. ‘Ge prima ln soggettivith era passivita consapevole del foo essere, ora & attivita consapevole del suo essere. [ente-o & soggetto in quanto passivo, ma lo stesso pre- eo ente 2 soggetto della propria attivita. Cast e380, prio in quanto soggetto, pare, da una parte, quasi fn ricettacolo passive, benché consapevole, di atti che fella loro origine si dicono provenienti dallesterno di ‘ss0, © dallaltra, principio attivo, gualmente consa- pevole, ma attore di atti che finiscono su quell’esterno, Gilla cui attivita & passive rleettacolo, soggettivita. E vero che, posto che potessi non sape nulla, non mi direi soggetto anche essendo nella pas vita ma cld non toglie che Ia coscienza, che ho, & passivita. La mia gloriosa quelifca di soggetto, di fron al tavolo che sostiene il mio braccio, non mi dare che la coscienza dell'esser, jo, sostenuto premuto dae al quale, invece, in quanto ritenuto una cosa che non f soggetto, ® negata si la coscienza del premermi, ma invece riconosciuta Yattivita di quell’atto, cui io son soggetto. Pare che non possa avere altro valore 1a a gnificazione che dolente consapevole si fa con la parol soggetto: I'jo, in quanto soggetto, & Tente consapevel ‘ella propria passivith Ma, daltea parte, vediamo che questo ente-io, che i a soggetto consapevole delle varie ma continue aoa] degli enti circostanti, delle cose, & anche soggetto con sapevole degli atti, di cui & principio attivo eli stess So ai esser soggetto a lampo che mi abbaglia, ed al tuon che mi atterrisce, ma so anche che sono io il sogeetta 14 quegli ati, ehe intendano lo stesso folmine e riescone a rattenerlo 9 scagliarlo; vedo il tramonto del sole, Jo ne godo; sento 1a pioggia, ma io ta spiego; il fine m’at| trae, ma io voglio; ece. Son sempre quell io, che mi Dire che la soggettivita & pura consapevolezza, pura ‘xscienca, la quale non ® attiva né passiva, perché tali sarcbbero soltanto i contenuti della coscienza stessa, & ‘isolvere la quistione in favore della attivita del soggetto, ‘non risolverla affatto. Si ha il primo caso, se nol, pur endo diversamente, sottintendiamo Ia coseienza in sé ome attiva: Ia soggettivita sarebbe attivita, che a sua ‘olla poi sarebbe indizio, simbolo, indicazione — si dica fome si voglia — or di tuna passivita or di una attivita Ba 2 chiaro — a parte la evidente falsiicazione che della foscienza facciamo, dandole questo valore.puramente Indicativo di qualche cosa che & fuori di essa — che wna toscienza attiva non pud ticonoscere il passivo, perché fsa tutto aa soltanto nella sua forma. E quindi, in wl- tia analisi, won pnd che riconoscere spuri, fsa, ine~ sistente quella estranea attivita, di eni doviebbe essere Indio passivo proprio essa coscienza, che @ attivita. F. oi non risolvere la quistione, se tacitamente implichiamo alla coscienza, a cai riduciamo il soggetto, kx dupliita frovata in questo. Del resto, se la soggettivith & duplice Eager rely -pavainpe) woe mpep elt td & coscienza, non importare in questa Ja stessa du- di'purtnenTodlcutere, sonia pores npetere pasion serpents plicita-sarebbe annullage la coscienza, perché sarcbbe Cee rei Taman era ene ee Per 2 Paemt pri ee a waa prt ana dela coscionn dt sgt feat lfogeto non sla che get ets, stax (Gene Teoria dla sri, ia, 138, p ete da tempo en ogra ‘monte rigetondo. tan tae ino ritrh ose da pi appt] tito conctto delfaggetto—-« nx vader dh nana ton posse Shvto,al rime saminare nl ste, pore dapmaticmeate “isaggett 8 aetivit, serene Fopaet & inert, st La cae ‘Sra ato cameo een dag ae fs a a socgErnvETA falsgcarla: la coscionza, per sé stessa falsa coscienza. Resterebbe ee gli enti-cose, che not contrapponiamp) come non-soggetti, agi enti-io, siano anch’essi a lo tolta attivi e passivi come gli entivio, ma, a differen questi ultimi, siano incobsapevoli, cio’ non abbiang foscienza, Or non ¢' & hisogno di insistere soverchiamen per far vedere, che per la stessa ragione, per cui non pos Slamo ammettere che Ta coscienza sia attivith inditio qj passivita, non si pad neppure ammettere che lente cos Ettive non sia, in quanto attive, nel campo della eo} Scienza, cio@ in fondo non abbia, esso, consapevolezn} Aalvattivita. La coseienza che ne abbia io, diverso da lu) Surebbe cowcienza passiva, ciob sarebbe coscienza a Aqualeose di diverse da cid’ di cul deve essere coscienza| Lattivita di quell'ente-cosa, perché neli'ambito di w entero diventi coscienza consapevole della passivita, Bel Soena che originariamente sia coscienza ai attivith. Cl iquel’ente-cosa sarebbe anch'esso un entesio. Si é creduty ti evitare ei, facendo porre Pente-cosa dall'ente- (ideal ‘ino. soggettivo) € ritenendo il soggetto pura attivits} ima si cos! falsata le genvina testimonianza della co} non pud esi 24. Idealism, realismo ¢ dualisgmo nascenti da tok antes. — Se adunque dobbiamo ctedere (non creden| hnon possiamo) alla coscienza nella sua genvinita, se Bi) oggettivita & proprio la caratterstica dell'ente-io (en Consapevole) in quanto distinto © contrapposto allen cosa, se infine questa consapevolezza si manifesta sh ‘come attivita che come passiviti, quale riterremo ge| hnuinita di coscienza nella indicazione del soggetto, i fitivita 0 la passivitt? Diremo soggetto Trente-io_ i fquanto consapevole degli atti-che egli subisce dalla at see consravesze 9 “vith degli altri enti, 0 lo diremo invece tale in quanto onsapevole attore di atti? ‘Di soli, in modo espresso o sottinteso, si pone o si sccetta Ia domanda, in tal modo formulata circa la sog- ettivita, © quindi si accetta Vantitesi che con essa fosta. B, insieme con Yantites, la necessita di rsolverla fb dice di esuperarla s, ma in realtd si rimane in essa) iecettando Vuno o Valtro valore del soggetto. Si conce- sce quindi iL soggetto or soltanto secondo Ta. passiva fa signficazione, of soltanto secondo Vattiva sua in- fleazione. Tridealismo, nella perenne lotta contro il realismo, si appoggia so questa indicazione del soggetto come ente tivo consapevole della propria attivitd, ed esclude la pposta signifcazione. It realismo, al contrario, fa. pro- ria la comune significazione del soggetto come entre fonsapevole della propria passivitd, ed esclude la oppo~ sia indicazione, L' idealismo, cos, sostanzialmente di- ‘wenta soggettivismo; il realismo oggettivismo: Giacché | vera entith non @ se non Ih dove & Vattivith; la pass vith @ negazione, é non essere, E percid se soggettivith & {Htivith, cid che non & soggetto, non & entita; il non-sog~ iitto, se anche non & assoluta negazione, @ pura dipen- denza, emanazione del soggetto: non & né in sé, né por sé; per sé & inesistente, Se invece soggettivita & passivita, & thse allora che @ inesistente: 2, al pid, pura emanazione a dipencnsa dall'oggetto. L’idealismo eonseguente, quindi, toga gli enticcose, che rduce alla negazione che il soggetto fa i sé stesso. Il realismo conseguente nega gli enti-io the riduce a qualiti delYoggetto, a fenomeno, ad epi fenomeno © conaltro dir si voglia, Errore fondamentale comune ® la concezione del ter~ mini astratei soggetto ed oggetto come concreti, © quindi 8 14 soccerriviTA ANTITESI E SUE CONSE: b BSI E SUE coxsteunsae Br Vafiermazione della realtd di uno solo di essi come con creto ¢ la riduzione dell'altro termine a nulla © 2 pury| artificio. I realismo, infati, in tanto @ costretto a nega} la realtA del soggetto, in quanto lo concepisce come en. ita conereta, che vede invece realizata nell oggetto| Viceversa I'idealismo in tanto @ costeetto a negare i rwalth dell'oggetto, in quanto lo concepisce come entiti ‘conereta che invoce vede realizzata nel soggetto. Senza accorgersene ¢ non ostante il loro rigoroso essere com sequenaiario, entrambi lasciano intatto il punto di par, ‘enza degli entiio (oguetti) contrapposti agli enti-ease (oggetti). Invece bisogna riveder proprio questo, risa Tendo alla coscienza concreta; bisogna cio? abbandonar Ja concezione del soggetto e delloggetto come enti con roti, L'entith concepita nel soggetto 0 nelloggetto, is quanto puramente tall, non pud essere che entita astratta © parcid, se vale per negare Vastratta oggettiviti nel astratto soggetto e cosi inversamente, non vale per nnegare la concteta entitd al soggetto per aver attibuito Vessere alloggetto, ¢ cosi inversamente. In concrot, uindi, Vessere che & del soggetto, & anche delloggetto.| Cot: per intendere che cosa sia la soggsttivita, non ei basta ricorrere alla distinzione ent-io ed enti-cose; perché ritroviamo negit enti-io, in quanto conereti, quell'essre, Ja cui oggettivitariteniamo caratteristica dogli enti-cose, ¢ in questi ultimi, in quanto conereti, itroviamo anche quel essere, la cui soggettivith siteniamo caratteristica degli ‘enti-io (fr. § 22). La proposizione che nega Vessere al sog- sgetto in quanto fale, non & vera, se non é integrata dall'a- tra chenegal'essere anche alloggetto in quanto tale, es nnon trovano entrambe la loro conferma nell’ affermszione che Vessere & concretezza di oggetto nel soggctti. Le op- poste dottrine, fermandosiall'una o all'altra delle de prime hegazioni, ritengono che un termine astratto della co- scienza possa sopprimere Valtro, sostituendoglist pro ocendolo nella negazione di sé: lo conservano cost nella oa separate astrattezza © questa eredono concretezza B evidente che non telgono V'astrattezza, non raggian- ovo le concretezza: questa non si raggiunge, se non [gsciando i termini astratti al lore posto e col loro valore postive © portandoli cost nellessere concreto, in cn fono inseparabilmente Ma bisogna che i termini astratti rimangano al loro sto col loro valote, © non ci inducano invece nella ten- farione di farsi considerare entrambi, nella foro distin- tone, come concreti. Il che appunto fa ogni dottrina, ‘nalistica, che, ad wn primo esame, appunto. perché ayoctta i termini posti nella coscienza comune, sembra 1k pit coerente. Pit coerente, perché, conservando il nom otestato punto di partenza dei due opposti monismi f.accettando sia le concezioni da essi presippaste sia le sonseguenti esclusioni (il soggetto non & oggetta; Vog- getto non & soggetto), ne trae la logica conseguenca che ‘sono due diverse attiita, ciascona delle quali in pre- = Dimostace che Yonge, pa geri ches facia come par of [sto sgardra samp inesiee do Ht aoggete coe che st ponte pt eppare io dicuson), non 8 dense ce agg ase dat vgetn 1 vole con acrotanta apone porte e et cut tye date, 1 eae on Flo won ria ehe uno facsia Tato cart nance ene ido sin agente « quale Tito! Gusado pent W Gente, woende feserace In prone feeteghans, oosade che sa lcone ogg col oggetto, perce i pens & posto fel secon, inplca AC aorta i consetto che Foggetto sin puro dal sopgettoy (Tesia iperl dalo Spin. 9, gc ce Pon nla son Gao ‘se deve tiostrre. Chin deity Che nts de egpeto cope a fattara del myaito © son delloggteo propio Ievn che 8 du simorteare «non dn peropotr dre, Rory fe, tebe dno aucbbe che Yitalcone dlfeser ngs ve nto inten, ule, ow eaendel tncary Won ps Ips lla con eos E aoa it soggee save posto all opaees senza deValtra sente Ie propria passivita», eiot ricomo Faltrui attivita; e qnindi conferma la realta del duph punto di partenza, Ma se hanno torto i monisti a ng esaminare i punto di partenza, a fermarsi quingi rmezza strada nel riconoscimento ‘delV'astratto © a ragglungere percié Ia piena concretezza, tanto maggion) torto hanno { dualisti a voler chiudere ostinatamente gl cechi dinanzi alla evidenza del concreto, « a voler quing} dare valore i concretezaa entrambi i termini astray dell essere nella loro esciusiva distinzione, Non ripeterea fquanto gi, al riguardo, abbiamo dimostrato, Lessa Doggetto di tun ente-cosa abbiam visto che consisté nel valere per tutti; validita per tutti che non esclude ang implica. gli entiio che sono questi tnt Dobbiam dungue rifarct el punto di partenza ¢ int derlo meglio, Ciné: visto che, se intendiamo la distin zione di entiio ed enti-cose come separarione di due clas di enti concreti, iniamo, da una parte, col negare la di retia ed esplicita testimonianza della coscienza riguand alla passivith ed attivita, insieme, degli enti-io, ©, dal Traltra, col porre una delle due classi come classe di en che non sano enti, dobbiamo riconoscere nella distinzion} ‘di enti io ed enti cose quei termini astratti dell essere} che gid per altra via ci erano risultati, Dobbiamo quindl abbandonare quella. supercostruzione della coscienza non esigenza di coscienza, ma errore di special dottr della entitd concreta del soggetto. Dobbiamo pes esplicitamente affermare che in concreto il soggetto nal 2 i non-oggetto, né I’ oggetto il non soggetto; ma ‘che soggetto ed oggetto sono inseparabili nellessere cor] Non o fermi « cnseraze, come pot dualism, per uf conspicnea ints a etre, sa cotrento pore ans tv ome prevaleate erin, eeuin se sntanca a negars come Ge] ANTITES! E SUE consuavENEE 83 aqeto, clo’ Ventedio, perché sia tale, deve essere anche pegetto, © Vente-cosa, perché sia tale, deve essere anche seazetto 25, Soggatiita¢ solipsismo, — La proposisione, posta ai flosof, ripetuta dal volgo, ma non creduta da nes- sano, che fo, in quanto io, sono un soggetto ¢ percié non “oggetto,e che le cose che mi stan davanti (al pensiexo od iF sens non import) saa oggetio« perio an sggeto, Palen. To,sggeto, mails, la na, Pav, gto {Un tle propsistone, ipetata da uit, non in tal, tres de nessun, Se eet fose da quakano, quest evrsaimente saree sips, slpista, at non sltanto ai dotting, saree ot i sl, Teneo Solpsista i foto, perch fut gi nts presentano fa per quant pi @ meno ain con Tai, con come li fresntano isle «la lana, quindh tome opto, = Foeaetita stain. questo prsetarsi at ent alt da total quae preentan,c apart dh ie Ed so lipshta comepuente non deve stendere nemo. © da essono eve eset ites, ico re ai un morto oe Fess dove ive ecto cal vinunsiare al regno pee ere elPoniversoe slo cos, se mal, regia, [NE dalla difficlta del solipsisme mi salve ponendo sme unico ed universale. Continuerd a non essere inteso © non intendere. Se nel primo caso dovrd rinunziare al regno perché & regno della morte, nel secondo dovrd Finunziarvi, perehé non vi @ regno. E universe, invece, & regno, di cu ognuno é re a suo modo. Bisogna finire wna buona volta di eredere che il soggetto intenda soltanto sé stesso, Credere all'unicita assoluta del soggetto ¢ il corollario di questa falsa opinione che io non intenda a 2a soccarnivara altro che me. La posisione soggettivistica di Cartesio va, pi che rovesciats, intograta « Che cosa sono adunque’ gli enti che, altri da me, si presentano a me soggetto? In quanto altri da me, sono soggetti come me distinto da loro, e peed pitt o meng, lontani da me, ma sempre in alterno rapporto con me, Senza questo alterna rapporto non ci sarebbe coscienza, fe guindi non ci sarei neppure io come soggetto, Percid & ‘vero che io in qualehe modo comprendo tutti gli enti sma solo a condizione che quest, ciascuno a suo modo, comprendano me. Tl grave corpo che m’& davanti, & un) soggetto grave come il corpo che mi appartione, e sente quindi, come grave, 1a gravita di questo come questo sente la gravita di esso, Se il mio corpo non fosse grave, mi sarebbe impossibile sentire la gravita + Questo, e questo soltanto, fo ctedo di fronte agli altri enti: appunto Ii credo allri, coe come me. E se io sono soggetto, soggetti come me. 7 oando eriveve quote parle, in vedevo anvora com chiarenm tutta a falls dlls Itereetaone soot dl eatesineina. a integrason, cu nel festa alndo, 2 gan motivo epllo neln en Care “Gira sigue Ia ots 11 clo visio 8 Carts nl volume Da casio a Ravin, Sansa, 140, Le wisn al eaesonesina, S'S potbe obettve: Sta hen, fy 29 Yt corpo gave wna griits comune a coo nko. Mas pu de ance the aa orp st {Ese cop genve Gk una comune fra ? Che vale he questo {echo ut Conpo sau Fall grave? Quando sone iach on, ot Suva yatre®cosenor ma duvromo die cho arp eomapevele Siquande seven bone sates quel che sights corp, dopoche ct Shnoe portent che no pu est nue for dla comienea trece froce caper grave ch corpo, 8 proprio To sto saperia grave ch fess for saquanto ho ao corpo: # Tattle gravid) he en mare rsepong nu ndaete Yale dt quanta demo (1) ‘ala qustione, che wom tie ANIITESI © SUE consEGURNZE 85 ‘Tutti gli enti, dunque, se @ in quanta mi si presentano finanai a me, sono soggetti come me, o non sono ne pre enti, non sono aflatto. E che essi «altri» non siano affatto, non & possibile, senza che non sia neppure io: ii oro ‘non essere, quindi, serebbe V'assoluto non essere Jo wnico sono soltanto un impensabile assurdo, del ‘quale non ¢'& che una vacna sonorita che non @ parola 26. Corporeita non & oggettvitd, — Né vale il dire che jo, in me stesso, distinguo Ia mia soggettivita dalla mia foggettivita, la mia spiritualita dalla mia eorporeit, © so che Puna non & Yaltra, ¢ quindi tra gli enti che mi si pre sentano, distingna quelli anche spirituali come me, ¢ pereid soggett, da quelli soltanto corpore, e percid oggetli (Questa roz2a pesizione di dualismo realistico non do- vrebbe pi aver posto nella discussione filosofica, se non vogliamo esser sempre da capo. Essa, in fondo, era stata i superata dagii scolastici, quando dlistinguevano con nettezza Foggettivita degli enti dalla Toro attualita, ¢ non fonfondevano questa, e tanto meno quella con Ia mate- rialit; non confondevano Voggettjvith con la materialit, in quanto ponevano Voggettivith degli enti, materiali 0 spirtuali che questi fossero ritenuti, nel loro essere nella coscienza, nel loro «esse in mente, nella loro idealit La inavvertita confusione del materiale con Togeet- tive ha portato, o almeno ha contribuite a portare I ideali- smo trascendentale post-kantiano a ritenere negative Toggetto come gid sin dai primordi della speculazione si Fitenova negativa la materia in quanto tale. Quand'anche, unque, si ritenga sostanza a sé stante e separata dalla Sostanza spiritale la materia, non per questo si ha dl iritto di confondere quella pretesa sostanéa materiale ‘con Toggetto, che la coscienza esige come sua univer- 86 salita, che & sostanza spitituale, Quand'anche in verity fo womo sia un composto di queste due pretese sostance, spirito © materia, la oggettivitt che io spirito richiedo, non mi & corto data da quella materia che concorre formar me somo, La oggettiviti del mio spirito sa. rebbe sempre spirituale come sono io, soggetto, che ly richiedo. ‘Ma ho detto Ia materia pretesa sostanza materiale, pperché per questa non sostanzialita della materia come tale, anche senza risalire al neoplatonismo ed al pensiers indiano da una parte, 0 senza scendere dall'altra alla kkantiana sostanza come categoria intellettiva, posso ri ‘mandare senz/altyo a Berkeley, ebe, nella sua dottrina eit immaterislismo, won mi pare sia stato battuto an cora da alomo, per quante dilfiolta possa incontrare i] suo «percipi di fronte ai percipienti che sono i singo- lari soggetti, Ma queste dificolta non riguardano la di rmostrazione della materialita come schietta passivit, © quindi come negesione della sua sostanzialita. Dimo- strazione, del resto, che, anche esplicita, si trova con tinuamente nel proceso storico della speculazione. E. perché, danque, neppare la mia e quindi tanto meno Valtrui sostanziale corporeiti materiale sarebbe mai la mia oggettivita; © perché questa sostanzialta materiale, sempre che Ia si voglia in un qualche modo raggiungere, si dissolve come sostanza estranea alla spiritualita, per ‘essere tutt'al pit riconoscista come un modo di manifer starsi di quest’ultima; — io, posto che fossi sostanza spirituale solo in quanto soggetto e non in quanto oggetto, ‘non potrei mai ritrovare come 1’ oggetto, che io richiedo, Ja sostanza materiale. Liaffermazione, dunque, della mia umana corporeiti tun valore pwd avere, solo quando, accettata 'apparte- nenza della corporeita in generale alla coscienza, si cerca, intendere quale caratteristica speciale importi in tale orporeita In sua dretta appartenenza a me come sog- spite, cot la sua individuale soggettivita, Non sarebbe {bai donque quella affermazione, wma affermavione della aia oggettivitd come corporeitd; essa riguarda soltanto, fa quanto ha un signifcato, il problema della apparto- feoza di me, che dico io, come singolare uomo vivo, a {ella generale corporeita in cui Ta vita si afferma e che firiamo natura. E questo @ tuttaltro problema che uello della oggettivit’ di coscienza: & it problema della tatura. La confusione di questo problema con quello illoggetto ha generato i pid grandi equivoci net campo peculativo, Comunque si riselva questo problema della gatura, non essa & Voggetto della mia coscienza; se mai, Thsigenza della soggettvith e delloggettivita si vitrovera, sete nelCambito dela nature. La ats now 2 get Concludendo, affermare in me due concrete ent Iocantives i spto's i tates, ror. pr slvare quella dualiti Gi sostanza dalla condanna che ne fanno) ‘i entitd, che, con la loro assoluta eterogenciti dame, dpvrebbero atiuarla, © dalle quali soltanto, se mai, sari sutorizzato a portare in me la stessa dualita, 2 proprio nm poree il carro avanti ai buoi. Pit ancora: confondere qiesto problema della dualiti di sostanza di spirito © aiateria, col problema della esigenza della soggettivith © lla oggettivita nella coseienza, ponendo ta soggettivita fome la sostanza spirituale, e Toggettiviti come Ia so- stanza materiale, @ la pid grave confasione che si sia mai fatta nella storia della speculazione, Di questa confusione # conseguenza I'idealismo soggettivo. 27. Presenze (@ualitd) ¢ distinsione (concreteza). — Ma allora, ci si pad dire, perché questa distinzione di sog- fetlo ed oggetto, che non trova la sua conferma e la sua realizzazione nella separazione degli enti-io dagli enti- 88 2A socernivirk cose? E, tolta quest'ultima, annullata la eterogencit degli enti, non viene ad essere del tutto annullata ancte} la prima distinzione ? No, la distinaione soggetto-oggett non & eliminabile; bisogna intenderla, non si pud soppr. ‘meria; essa é la stessa coscienza nella sua individuazione| ‘Che cosa ® adungne il soggetio puro, cio’ il soggette jin quanto si distingue dall'oggetto ?* Non rispondere cid @ anmullare di fatto la distinzione stessa, anche se 3] dice altrimenti Fintanto che si distingueva fra materia spirto, tay natura e coscionza, tra cose e menti, tra essere e pensiero, il soggetto aveva un suo proprio valore: indicava. ap ppunto il pensieo, la mente, a coscienza, lo spirito, mentr, oggetto era Testere, Ia cosa, la natura, la materia. Eran due mondi separati Tuno dalfaltro, © aventi ciascune ‘una sua propria speciale esistenza, per quanto si dices il secondo presente al primo ¢ si ceteasse di coneiliare oom ‘ogni mezzo quella separazione con questa presenza. Si poteva magasi, invertendo, dire soggetto la natura nella sua realta, e oggetto lo spirito nella sua idealita, com! forse 8 essenziale al platonismo del Rosmini, ¢ come forse, volendo 0 non, dovrebbe fare ogni idealismo oggettive pprecritico*; ma sempre restano i due mondi separati, 1 clots 8 indlpenanile: acc i sol dite sogett puro quel soget, hea difeenca quella mptce, abs, itm co, rao ‘ston ss Teggett. lak presi ou tl ogpetto& ome ede, sly dca, per gaat sagt pay ca it ain sor TM um soggett, eee I invevie singolat Soc, + Cae el portal ol qusta inversions «delle cath el eon cpr gh ai ati sarcoma, ob i. Saget (Now dik, prc, morte wien gue, sale seh combate eaamo soggrtea ene mete in chro gl equvee, Tis mechan fil soggetto Tabbiamo indicato chiaramente, quando fabbiamo identiicato con Yono o con Faltro. Ma, quando proprio la spiegazione della detta pre sosta dll'un mondo all altro, ci ha, com Kant, dimosteato, ‘gon evidenze che finara a nessuno @ riuscito di oseu- fare, cia dimostrato che quei due mondi necessariamente formano o richiedono un mondo solo, che non & pitt mondo ima & essere conereto della coscienza; quando i pensa che quella assoluta dualita di sostanze eterogenee, che pare Qetacolo insuperabile per questa coneretezza, non & pro prio che un primo rozzo tentativo di soddisfazione di guellaesigenza fondamentale di coscienza, che si formula fn detta presenza, © percid un errore imposto alla co- seienza, e non la testimonianza di essa (non pare vero, sa ancora oggi ci sono di quelli che parlano di dati og Jett presenti alla cosciensa alla maniera prekantiana », f quindi ancora non pongono mente alla presenza per sé stessa, alla concretezza); quando cid si é dimostrato, quando cid si pensa, & necessario rieercare il pit profondo quindi pit vero e genvino valore che ha il soggetto tome tale * Appente b timinin molto ani i abe dl dai pe {Srsideats come strwnento, «tude Ie néansone devote Fest, ever‘ oan ehuer votre cgi: ae wo Wari sprint, Pais, egal, pa). tal moment, ba agin i agpingere che non vert mal Ma appt perl a canons SSeume ten alo che qual d struments etoyencsalfssre aT ffengere, «ls criten bo ato siaieato he quoi altasione di Se srumento. Agpanto perc iso intendete Tesre once fone presen delfogetio nol ogg (coe covers) © dh questa fvtie perl slasone det problem Ricerca che resta ancora quasi tutta da fare. In reat Jo sviluppo postkantiano della distinzione soggetto-og. | igetto non ha ancora del tutto abbandonato quello che fra il presupposto fondamentale del dualismo; non I’ ba, abbandonato neppare nei pit. assoluti_ assertori della ‘anita e della universalitt dello Spirito: si continua a ve: dere nell oggetto il non-io; Jo si riduce quindi a pura regazione, il che & senzaltro una falsita, che ha indotta f induce alla negazione dialettica. La dialettica antite tica di Fichte, di Hogel, del neohegelismo @ resa neces. siria propria da questo non visto residuo di duslisma realistion. L'oggetto non @ affato il non-io. Se dopo Kant Si inteso’ che la presenza dell oggetto nei soggetti im porta appunto che in concreto soggetti ed oggetto now iano eterogenei © non esistano separatamente, deves intendere anche che Voggetto non pud pith essere, sie 1 simpliciter, soltanto il non soggetto. Dir cid & negare senz’altro Tammessa distinzione. E tutto I’ idealisma postkantiano si dibatte appunto in questa contraddi Hione, di aver, ciot, messo in evidenza e sviluppato I’ im- prescindibile valore coneretistico della critica, e di voler hello stesso tempo conservare il valore prectitico deb Voggetto come non soggetto e quindi ceteare di porla accordo con Ja cosciensa critica. Impresa impossible quant‘altra ma. °e inveoe da fare wna cosa semplicissima, Ma & un tuovo di Colombo, che forse pud esser visto solo ora dopo. la dialettica hegeliana, C’2 da integrare Ia proposizione che dice che « Poggetto & il non soggetto», con Taltea, lugnalmente valida, che «il soggetto & il non-oggetto feoncependo in quest ultima proposizione Toggetto non: soltanto col valore nogativo che gli risuita dalla prima, fa con wn valore positive come quello che ha il soggetto PRESENA E DISTISAON or jlla prima proposizione, E cosi, come non i pone il etto soltanto nel non-oggetto, non si porrd neppure Toggetto soltanto nel non-soggetto, per evitare di chi- deci in una pura ¢ semplice negazione. Tutto questo si risolve nel dire che c'® da correggere ewpitistco concetto di presenzecdll-ssereallcoscenst, he genera Yassurdo della dualiti dela sostanza, c'é fi correggerlo nel concetto dell aproristico esseredelle- tisienze, che ne esige la concretezza, cio? la distinzione soggett-oggetto on questa scoperta della concretezza dellssere, in -qanto essere di coscienza, si passa da una critica gnoseo- figca qual era quella di Kant alla critica ontologica che Hla fondazione della. metatsca. Con questa scoperta ella coneretezza, quindi, i problemi filosofici vengono 1 prendese tutti una posiione pin profonda, a comin- Tiare dallo stesso fondamentale problema dellessere in 1, Essere in sé, che, inteso come oggetto della eoscienza, ‘tom pud considerarsi pitt come pura negazione della co- teienza dei soggetti. In tal modo la distinzione sogeett- ‘aggetto non ci die non ci pud dare due sostanze etero- ee © separate, ma ci di Tessere conereto, in cui i di- finti si attuano non com una reciproca negazione, ma fensi con una reciproca richiesta. L’oggetto, appunto ferch® presente nei soggetti, non & affato il non io, fit non @ fichtianamente Ifo che si pone come non io ‘Questo porre 'oggetto come non io & proprio reso necesst- th, dicevo, da questo residuo di dualismo dommatico, che a soggettivitassoluta ritenuts eanereta soo in quanto, ‘aavvertitamente, conserva Yopposizione realistica di imti-cose ad entio, trasformata in opposizione dell og- fetto al soggetto. Questa @ Fultima conseguenza di quella impostazione dell io come dibattentesi tia In sua attvita Ia sua pas- ATTEVITA & PassivitA 93 92 oconrnivaré diversa persuasione dell'altro soggetto cosciente, non pave mull Ta ragione fondamentale, per cui il soggettivismo pre- fantiano (€5. Berkeley) © pid quello post-kantiano (es Fichte) han sitennto che il saggetto come tale (Dio per Berkeley, I To assoluto per Fichte) sia Ia stessa attivita tToggetto sia la negazione di questa (I idea di Berkeley, non To di Fichte}, & di sapore tutto scolastico, ed & furioso vederla implicitamente adottata ancora ogg, ja Ttalia, da tanto professato antiscolasticismo, Tale ‘agione é che universale oggetto di pensiero, che la sco- iptica giustamente distinse, come oggetta, dalle attuall formali cose esistenti che ad essa rispondono, la scola- sica steson pose perd anche come astratto, cio’ prodotto fel processo di astrazione, che la mente (soggetto) com- pie per ricavarlo da quella che ¢ Ia realta, Ta questa Vuni- fersile come tale, essendo soltanto tal prodatto del pro- aso astrattive della mente wmana, non ci satebbe in sean modo. L’oggetto, idea, Yuniversale, € ancora oggi per i sougettivisti tale pure prodotto; ancora ogti, ir dopo le istanze sempre vittoriosamente rinnovate nel torso della speculazione, prima e dopo della scolastica, ‘a prd della validita delluniversale come essere, © contio JA sua concezione di puro prodotto del soggetto womo, sivita, impostazione dalla quale abbiam visto nascerg doalismo, il zealismo, Videalismo soggettivo, il solipsis 28. Critica della anitest ativita-passivitd. — Si inten ore meglio, perché dicevamo che domandare se il sogget & Vente consapevole della sia attivith o della sua pas ‘vita, se clo’ sa di produrte o di subire e rispecchiare, por capo necessariamente oa un dualismo o a un moni smo falso, perché parziale (§§ 23,24). L’attivo e il passin nnon possono essere i distinti del conercto: é In falsita fg) damentale della dialettica antitetica, Nessuno dei due natura di distinto, L’uno, perché pia che distinto; Vat perché meno che questo, perché nulla, I! problema di ppassivita, quindi, é il problema della negazione entro conereto essere, come il problema dellattivita & il pro} Dlema dell'essere conereto, E il soggetto puro, in qu termine del conereto, ciot uno dei distinti fondames| tall che devonsi riconoscere nella coscienza_perché si vveramente tale, non pnd essere né attivita, né passivit| 1é entrambe insieme. Tdentificare Wattivitt con Ia soggettivita & ertore na} meno grave del! identiicarla con Toggettivita, Al sogget tivista che dimostra come Foggetto sia un creato un post allattivita che & soggetto, Foggettivista avr semprl ragione di contrapporze per lo meno il suo scetticisny i fronte a tale dimostrazione. Egh potra sempre din che la dimostrazione, anche se pat lagica ¢ necessitant| allassenso, non pub conquistarle pieno, perché la. col scienaa stessa di lui soggetto che deve assentire, si ribell) in quanto ha intima persuasione che loggetto, in quant saputo da Ini soggetto, non & fatto da lui, e che anzi i tanto eli soggetto ne ha coscienza, in quante lo presup| pone, ¢ non lo pone. Dire empirico questo soggetto, ch ‘questa sua persuasione di soggetto cosciente contrappone Or Voggetio, come distinto del conereto, anche se © quando provoca un processo di astragione, wow & mai it podotto di sso, ma, se mai, il suo prestpposto. Da quando Si credette (su tale opinione forse bisognerd tomate) che Mrstotele_ponesse Tuniversale forma come soltanto non ci siamo pit sollevati da questo abisso di oscurita’ in eni cost ci cac- "Bur gmostrason i quit ulti prpessons ct, ot quanto bo dato in alte aver prndent cap seguente i LA SooerTIeTTA sisconanin, 95 inione che si & volute dedurre dalla critica kentiana fell tradizionale presenza (§ 7) (#1 sa che Tantiteticita Jantiana & ben altro che presenza, e non costituisce sMlatto Ta coscienda, anzi la esclude), ma non possiamo ferto abbandonare le esigenze di soggettivita ed. ogget= fivitd: soggetto ed oggetio sono i distinti della stessa frscienza nel suo essere ‘Ma pare, se mon possiamo pit identiicare il soggetto jporo con la coscienza, perché anche Toggetto puro & fnscienza, ci incorre Vobbligo di vedere in che modo si possa intendere il soggetto, se vogliamo mantenerne Ta istinzione dalVoggetto, Digebbe il Rosmini: Tl soggetto & realtd. cosciente Mao) o intendiamo reattA come oggettivita © coscienza ome soggettivita, allora abbiamo messo il soggetto proprio come lo stesso conereto; cio® nou abbiamo solo rinnegata la duale eterogeneita della tradizionsle dogma- fica presenza, ma anche la distinzione stessa, richiesta alla cosciensa, di soggetti ed oggetto, giacché non di- tiamo in che cosa posta consistere Ta pora esigenza della soggettivita nel'essere concreto, cio’ soggettive & ogget- ‘vo insieme, e poniame tal essere concreto come soguett. Dvvero ()) intendiamo per realt4 quello che il Rosmint alle volte con essa intende, cioe la forma sensible dela toscienza, supponendo una forma di coscienza superiore ‘he ¢T'idealit, ¢ allora la risposta rosminiana suonerebbe fist: Tutto ® coscienza; ma la forma inferiore di essa individuale e transcunte, @ soggettivita, 1a forma supe- riore, universale ed immanénte, € oggettivita. Ma quando, intine, 7) con lo stesso Rosmini, intendiamo la forma reale ciammo, Ci sono perd sempre stati tentativi per usc E il pit recente, natevolissimo, fa certo quello del Rost il qvale perd soltanto intravide, non vide schietta 1a na fontologica, forse perché non si poneva in quella. ping assoluta, incondizionata Hbert@ spirituale, che i flosl ‘deve ceteare di dare a st stesso. 1 filosafo che indaga, non deve guardare mai alle cop seguenze della sva dotivina: porti alla distruzione © Creazione, alla materia o allo spitto, a conoscere 0 a conosoere, al tutto o al milla; non deve eurarsene, Ve fuel che Vern, Solo a questo patio il filosoto @ filo TEgli deve guardarsi soltanto dall'assurdo cio? dal ay gare la coscienza, dalla quale vuole e deve trarre la sf Jefone del suo problema (['ssere nella sua qualith @ cessere, cio’ nella sua universaiti). Liuniversalita dali filosofia, e quindi i suo essenziale valore, nom si sah se nion @ questa condizione. Tornand arasatert detfoggeta, non is qu dee, per stato deve nacre Siero, so qu, ere prs nett gel cee eget ne et conor me 2 dente Sr emtntre cam a nui Sian garter ne att Slant get in gent tal veh eonsidencine che pa {Sour atte purine, i at amo nol tact inocu met ng, foot o es iment ul, pep nla ‘tans no ton escne ein non ‘hme neppre,notoapet tote ence conto, {pin ear helt eagtta ate nde compet ‘ra noi: nientaltro; ¢ niente pid invero pud essere. | questa detnsine del zoggtto nan er che 6 trol cot shit ss tram cet so. La see come singled cea, — Dot] rae nes ete Se a onda viamo dune abandons questo ia yceso op yay mt gig sum me 96 1a SogETIIUETA dellessere come Ja sua schietta singolarita plurale, chy costituisoe i soggetti, accanto alla schietta universality sunica dello stesso essere, Ia quale ne costituisoe Ja form ideale © quindi Yoggetto, allora vediamo come dalla po. sizione rosminiana, approfondita criticamente, sia dy traere molta luce Da essa infatti i soggetti (essendo singolarit cons, pevole, 7) rsultano individuazione del! universale nie f Foggetto, essendo tale universale unico, risulta il prin cipio di questa individuazione, Cosi soggetto ed oggetts Si chiariscono come i distinti imprescindibili della co: Scienza, ma appunto percld in atto soltanto © sempre rel loro nesso indissolubile che & Tessere conereto. Sog getto, per sé, adunque, il singolare di coscienza; oggetto, in sé, Vuniversale di eoscienza, Ed @, a mio avviso, grave errore ritenere il primo un soggetto empirico, e il secondo vero soggetto, Spirto, io assolute 0 puro. Cid dicendo, noi perdiamo Voggettivita; f, siccome non possiamo farne a meno, Vandiamo ripe scandlo poi nella negasione dialettica del soggetto, che pporrebbe, col suo non-io, insieme la molteplicit individua| ‘lei soggetti empirici ¢ fa oggettivita, la quale, non po ‘endo consistere in altro, fnisce in’ questa empiricita, che ai oggettivo non ha’ che la negazione. Laddove & ‘veto che i soggetti, in quanto schiettamente molti ¢ Singolari, non sono il concreto essere 0 la concreta co- scienza; ma non sono essi soli questa, appunto perché ‘essa richiede quell'unico universale, che rende compat i molti, © che appunto & oggetto di coscionza Cartroto Quarto, I SOGGETTI IN CONCRETO 30. Critica delta soggetivita come forma specade ai com wiensa (volontarisor, sentimentatismo, intelltualionc), — Confrontiamo, prima, brevemente questa concezione, che, falla critica della coscienza, ci risulta della soggettivita, ‘on quelle che si sono storicamente atfacciate nella ri- 4essione flosofca, per essere poi meglio in grado di ve~ Jere in concreto i soggetti come singolar I soggetto puro, adungue, non 2 la coscienza concreta, sma la singolarita della coscienza; divemmo la sua real, se volessimo ridurre la concreta realta alla pura singolarita Ma noi crediamo che questa riduzione, comunemente acceltata anche se combattuta in nome di un preteso iealismo, si fonda su un veechio pregiudizio, che cio? ili enti siamo reali, ciot siano veramente, in quanto asso- Iutamente singolari, e che soltanto questa. esistenza ‘sngolare sia la realth dell'esere, Questa concezione del soggetto non & da confondere on quella, molto diffusa, per quanto nom paia, e per quanto non sia sempre esplicitamente professata. (oggi ‘questo ripensamento di quel che soggetto ed oggetto valgano per loro stessi non si fa, ed @ invece la condi- tione necessaria per lo svilupparsi e progredize del pen- Siero speculativo), con quella concezione che pone il sougetto in quanto tale come Matto stesso spirituale, fo 4 faccia unico o molteplice, lo si ritenga il sole possibile atto riselvente in sé ogni diversit,o gli si ponga accanto ‘mn atto eterogenco, comangue lo Si qualifichi, materiale, reale, naturale, ece. Ciot la concezione critica del soggety| ‘che noi additiamo ¢ poniamo in luce, non & la veccki tradizionale concezione volontaristica; giseché in quest, dda una parte si nega, come not neghiamo, la pura specy Jarita passiva della coscionza che sarebbe fatta tale pro prio da questa sua passiva ricettivita, ma si ammett GalValtra, © noi non ammettiamo, che solo il sogget| sia spirtualita attiva, ritenendosi Yoggetto qualcos’altry, ‘La conoezione volontaristica del soggetto, inoltre, ¢ tanto parziale (¢ quindi tanto falsa) quanto le oppost ‘concezioni sentimentalistca ¢ intellettualistica, Tnvece non ci si sa far persuasi di rinunziare ad ung speciale forma di coscienza della o nella singolarita giae che si afferma sempre insistente, anche quando non ly vvogliama anzi contro ogni nostro volere, quella. piegi ualistica che Ia tradizione filosoica ha impressa nel nostra coscienza riflessa. TE questo pregiudizio tradizionale, come, senza che noi ‘ce ne rendiamo conto, agisee in modo che I'universale ‘unico in quanto tale si veda in una speciale forma com: creta della coscienza (la oggettiva), ciod si eoncepist soltanto come vero (cap. IIT, §§ 15-16), cost fa si che il pro soggetto si veda in una diversa forma (che par bi pit soggettiva), si pensi, cio, come sentimento, Questo, infatti si dice, & quella certa intimita, quel certo calore di meiti, pel quale ciascuno sente come] [propri i fatti di coscienza. E non ei si accorge, inveee ‘che questa pretesa pura meth del sentimento non é mai para soggettivits, ha sompre il suo bravo oggetto: Tog! sgetto sentito; non ei si acconge, quindi, che in realta i hel sentimento vivo, si, questa’ mia meita, ma la vivo in un momento dell’ssere, in una speciale forma della tivit di coscienza, cio’, il momento presente che & bi tessa coscienza estetica, Ia quale, essendo una concreta forma, richiede insieme soggetivita ed oggettivita, Nel seatire ci sari certo Tesigenza soggettiva, ma proprio fos! come c'® nell’ intelletto © nel volere. Ma il senti mento concreto, che io in realta vivo, ® cosciensa com freta in una delle sue forme: & coscienza estetica, non ‘nscienza puramente soggettiva. I] sentimento, quindi, 4 soggettivo non ha niente pit) che le altze attivita spi= ritual E soggettivo solo nella singolarth della concreta foseienaa. presente 1Né vale a sostenere Ia esclusiva soggettivita del sent timento ¢ Tesclusiva sentimentaliti del soggetto, Vafier- mare che il sentimento accompagni ogni nostro atto € percid sia Ia vera essenza del soggetto che compie quegli ait. Non vale, perché, se Vaccompagnarsi del sentimento fa tutti i nostri atti fosse ragione della sua soggettivita, ssa varrebbe ngualmente per I intelletto e per la volonti: fjacehé, come non si da concetto o volizione, che non sia fiscaldata di sentimento (che, cio’, non sia vissuta come | presente), cost non si da sentimento, che non sia ac fampagnato da concetti e da voligioni. Dimostrare cid cosa superfiva, In tutti 1 modi, se voglions trovare sentimenti non accompagnati da concetti, a maggior ra- tione si potrebhero trovare concetti non accompagnati aa sentimenti Contro un sentimento posto come costitutive della soggettiviti, hanno Den ragione quelli che fniscono col agar additittura ogni sentiment, Affermare infatti un {al sentimento (ci’ costitutivo della soggettivita) sarebbe Aflermare la coneretezza del soggetto proprio come paro soggetto, © quindi negare che il soggetto in conereto sia Individuazione deloggetto, e quindi in sealta chiudere it soggetto in un suo proprio inaccessibile mondo, © in fostanza cosi negare che ci sia un'attivit che possa, ainsi sentire La concetione intelletualistica 0 conoscitiva del sog- getio, infne, per Ia quale questo é concepito come schietig intelletto, da tempo & molto screditats. Eppure io cred cche non abbia da affacciare ragiont minoti delle due alte. Ma anch'essa & infciata dai due errori, da cui son rese false le altre: Yopposizione del soggetto come co. Scienza alloggetto come non costienza, la determina: ione del soggetto come una specifica forma di coscienza, ‘Le due ragioni non sono forse neppure molto coerenti tra loro, e percid, viste nella loro schiettezza, si elidono anche Funa con Taltra, ciot dimostrano esse stesse la falsita di cid, di eni dovrebbero dimostrare la vert’ La scoperta adanque della soggettivita come singolae itt i coscienza ci fa intendere perché doveva riuscir ana, come sempre ¢ rivscita, Ia determinazione det soggetto come wna speciale forma di coscienza Non si deve adunque identificare il soggetto con una delle forme concrete della coscienza, non potendo quests ron esterci tutte nel soggetto, E pereid non ci si salva Gai misticismo, ricorrendo a un opposto volontarismo 0 intellettualismo, Ridurre il soggetto ad una di queste forme é da una parte scindere assolutamente il soggetto dalle altre forme della coneretezza, © dare ad esso in tal forma una coneretezza che come Soygetto puro non pai avere, ¢ dalfaltra ridurre quelle che sono forme concrete Gella coseienza ad astrazioni, con Te quali ci sar& poi im possibile rageiungere la concretezza, perché la cercheremo Sempre dove non &, Posto il soggetto come sentimento, a voler raggiungere Tattivita concreta della coscienza, Govremo porte la volonta o Vintelletto o entrambi in- seme come oggetto. Na, non appena sbbiamo coscienza ai questa nevessta, sentiamo subito il bisogno di abbando- hare la natura sentimentale del soggetto, che ad essa ci ‘adiduce, Per abandonatla, perd, siamo costretti a dacci 2 103 jg braccio-ad una natura intellettiva © volitiva del sog- go stesso. Ma da entrambe queste ci vediam poi fustrelti a negate senz’altro il sentimento per non farla ‘gsetto, © ad andar quindi alla vicerea di un oggetto, che ‘ani volitivo, se abbiam fatto intellettivo il soggetto, jntelettivo, se invece Vabbiam fatto volitivo, E si spiegs auindi, come su questo terreno molto facilmente dal mi- ‘iciomo cadiamo nel volontasismo, giacehé ci sembra, inolto pit plausibile concepire loggetto come intellettivo (ef. cap. HIN) anziché come votive St. Critca dt sage come anime, — T soget sono fangs, le vtcie aime’? a qustine ee i sggetto sa la trndiinae, grea 0 tls, anima, ape og saggiaininsanabil con. Ton, ost duce « quistone purl, non ¢ Ferataallonore dalla dsieone, La sopata, dla SGcretere, io tego, nape i problema, ace a re fcndere di quan’ hes «sperana dellayvenire Bapre il problens, perc mete In eiden I sag Tih come Imprenscndbile een i coscentn; ie A pobiena ¢ perch ne shies une impostasions anova tne coeront sliion Noi qui ora non le tenferen: samo ala cite, non tocors ll seafiea del conereto C1 contenterto di fosare che Yanina Cl tradatnae dual setae Tico non si pod swale identifeare eon le single 4h li cncinan, che a conretern cl a scoperta, Qua Gnglaitaicicde in compotteza dellencre, Or ¢ Gino, ches pet anime intendlamo ancora. dl mona: Beit che o) sian, atime, ston tno wera faifaine « cuindl eonctiamente chia in sé ses, fche 1) paramo tut quant duno special eee che fidano spr, e che lenin etsaentesotens fh an alt svtasaleecwre be diame mately a ch'esso diviso in assoluti atomi separati tra Toro in quanta] formanti anch’essi ciascuno una sostanza, — & chiat| che non solo rinneghiamo la compattezza dellessery, ‘ma rrinneghiamo molte innegabili conquiste flosofchy spirituali in genere, circa quel che effettivamente ppensa nella concreta coseienza, come materia, come spi Tito, ¢ risaliamo soltanto a ingenue dottrine filosofcke che mal soddisfano dette esigenze della coscienza. tale grossolano dualismo, dj tale sostanzialismo mong, dist si & fatta gid giustiza. E, comonque, i pit risolut ualisti post-cristiani (mi si consenta il termine che vale che hanno svolte le loro dottrine dopo Vevangelio di Cristo) pongono sempre, nico principio delle due sostanze, Dio. Quindi almeno in Dio questa dvalita si unifiea. E dalla “concretezza dell'essere noi non escludiamo, no possiamo eseludere proprio niente ¢ tanto meno il sue Principio. Il Principio del'esore, che sia fuori dellessere, non 2; e quindi non & neppure principio, EJ" integrazione che bisogna fare, dell’ Una che non &, di Plotino, & a vvalore che bisogna dare 2 quella univocits dell Ens, che Duns Seoto contrappose alla tomistica anatogicit La dottrina tradizionale delVanima, dunque, si trova i fronte a due assurdi git dimostrati tali nel process storico della flosofia: Vassurdo dell'eterogencitiassoluta dell essere; Vassurdo del sostanzialismo monadisticd, Tali assurdi furono denuneiati come tali da coloro stessi che vollero difenderli come verith e perc ne enuclearono la idea chiara, che si mosttd poi insussistente: dico Cartesio per il primo assurdo, Leibniz per il secondo, T soggetti, dunque, del’essere conereto non sono mo- radi sostanziali, il che, petd, non vaol dire che in con-| creto non oi sia Ja singolarit, e che i soggetti sano Il Soggetto. Non sono neppure uno dei due pretest generi sommi dell'essere, il che non vuol dire certo che siano Lp ante 105 altro di tali due generi,e ciod materia, L'essere @ Vessere ola coscienza e con questo, se vogliamo far qualcosa di falido © non sipetere inutilmente posizioni speculative Bi confutate, dobbiamo corcar di spiegare tutto quel the si presenta come esigenza della coscienza, Dio ed io, fpiritualita © materia, essere © divenice, ece..: cheeché fw afermi, bisogna che in qualche modo sia dimosirato, tio si presenti come esigenca di coscienza (§ 8). Or con Ie due condizioni che eostituiscono la primordiale e fon- jamentale distinaione di coscienza, i soggetti e Voggetto, “on possono identificarsi quei due’ pretesi generi sommiz la materia non @ in alcun modo oggetto (§ 26), e Ie anime ‘postono essere intesi come soggetti solo a condizione che iTcorrspettivo oggetto non sia Ia materia ma quellessere sgivituale che le costituisce coscienti, sapienti snsiemce ‘Questa conoezione della cascienza, dimostrante I'essere — Si badi; dico coscienza e non solamente conoseenza, che, fer me, ® una forma della coscienza stessa —, & il pit jetta € il pid comprensivo risultate di tutta la filosofa. Por coscienza cos! si intende — e non pud non intendersi = cid che @ assolutamente insorpassabile, cid di eui non. Wha al di fi: non dunque sola esperiensa sensbile, ma_ proprio quella insuperabile coscienza, che non esclude el qualungue modo di sapere che si voglia 0 si possa ensare al di lA di quello, cosidetto, sensible; coscienza, fhe non esclude Tessere, anti lo dimostra, immanente 0 trascendente che lo si ritenga Peri’ coloro che vogliona far opera seria nella dimo- strazione della esistenza dell'snima, devono attaccarsi ftenacemente a questo conereto essere della coscienza, ¢ i Ii trata, ivi trovarla, Finehé cid non fanno, fanno opera vana! Ma per cid fare, bisogna non avere pregi~ zi; bisogna, cio’, pur avendo, eventualmente, una pro= prin preventiva fede, che forse in Silosofia ¢ sempre na 106 1 S0GGETTE ms CONCRETO. te axes or scoste linea direttiva della propria indagine, stare sempre gigne atomica © monadica degli enti e questa loro divi ‘con animo pronto ad approfondir quella fede, abbande} gone in generi opposti assolutamente eterogenei © pat- handone le scorie, © conservandone I inaccessa ma in, | gp escludentisi tra loro, credo non meritimo pit una vitante misteriosita, E questa prontezza spirituale, chy | gplicita discussione: una confutazione di esse ¢ in tutto impone, ne convengo, una gran dose di sacrificio sup.| j processo speculative; una confutazione di este chiara- pone come una temperatura a zero sotto a una caldaia| gente sente chiunque di noi oggi voglia rendersene conto: im bollore, questa prontezza spirituale aleuni non hana} gamettendole rinnega sé che le ammette, in quanto si affatto ¢ confessano di non avere, altri hanno al somn| ova solo ¢ quindi non si trova pit. Una tale gratuita, della bocea, ma non sentono nella concretezza intima det} gnmissione non & solamente indegna del peasiero filo- loro lavoro filosofico Sono anch’ io tra costoro ? Cerca} giico contemporanto, ma é anche impossbile; perché, almeno di non essere; se non sono, non io posso giudicate | ga dal primo cominciare a discutere, bisogner venire 3 Certo questo invertimento critica della misteriosa fede quella coscienza a tutti comune, per Ia quale la discus tarpa forse le ali all’ ingegno, ma in compenso le irroba. gone stessa ® possibile. Percid chi veramente creda di stisce; in tutti # modi é Ia condigione essenziale dell gotee e dovere contribuire al risorgere del problema del- indagine flosofca Fanima nella flosofia, se yuol servire alla ‘sua fede, bi- jogna che cominci da essa, E certo a cerear di dare alla Ho percld cereato con una certa ansia, nelle opere ‘dei cantemporanei dualisti spiritualist, la dimostraziong della dvalita sostanziale dellessere nella stessa natura rnon I’ ho travata. Prendere in considerazione tutte quelle ‘agioni, che non muovono di un ette le posizioni di Kant, «di Spinoza, di Leibniz, di Berkeley, ma si aggirano fuor ‘di esse, e percid si sommano e si contraddicono incon ‘dentemente, non si deve, Dire, con i dualisti, esistenza elYanima & dire che v'é in conereto, in mezzo ad alti ‘enti che non sono anime, un certo numero di enti che costituiscono ciascuno un Soggetto, che cisscuno di quest soggetti da una parte, e di questi altri enti dalfaltra tsste concretamente chiuso in sé stesso, in quanto & una| sostanaa, © che, quindi, gli enti, pur avendo esistenza ciascuno in questa sua’ propria. chiusa sostanzialta, si dlividono in due grandi categorie: soggetti ed oggeti, Saremmo a quella distinzione di entiio ed enti-cose che abbiam visto (cap. IV, §§ 23-25) né richiesta né con- sentita dalla esigenza della soggettivita. Questa. conce tr mec ah ents Esco ws defi ’De Sano pel quae oi soggetto € un rea lee ose che pu rpecbiace i ent pardlstinguenosene «sna gee deer denies guafents Fale disuse fori este [opus attatin, le qe, mentce chindona pet a bo spc. {Bee Yasione ot detirainas staal, provements dal dt toe. ana $03 lore fndamento ino ela wonnasone dl sama tesa Pociggae Fie, Frenae, 1918, sob Ml. path Bs M tala D8 ‘Bgoeta deaiatane propio prs tenorn! eat cont dls profonds eliminate geese atone fr pice congo Ort toa val fe guna deisteone dlfanima ® prsinamente agplcatle now sd atte le cone acl loo expe eases, ma anc nl Cont pac pi appolonit dom, che ere helmet dels, fat cororea Quella denstone aati capa pe corp se Hes deta chien, forse ance porto calle. des cori wrens, = er qualche © él appsrtenente sl cotsenss comune ele do sen gran sgn oar gaa std, (ge sngaar Ul angie Tanluemente sngolare’ ed qs Nae wormente la concesone come, quia she 9 samo eres Uhberave da ques scart do qui quivor, che soprctatare Varo pero 109 308 1 S0cceTH aN coNcRETO on exendsi visto ld, e continsandos,anzi, anche in ME concerione critica della ral, vedere In coninaa Branto come soggtto, si dovuto, px una logic io. fimcec allo steno proceso del pesiero, spoglae tal Begetto della sin cartterisien Gt singlarth plasma (aE pur rail presuppont oil fondamento della ses ffiein critica, e fart universateed unica Si dovato fe, inna tala che ¢ council eogeto, enti eo eon la cotcioneasenea res, daven nateralmente fppsire come Twnico exereattivo, che al die, prem oto una voce tradzional, atte puro. E facendo unico ongectto in quanto Spite, in quanto assolto atta foros evita (o megs credeva evita) di pore i ipo dellativta in una ssclta © perio non uni- Eile roleplay aro lt i reat flea Jato, ences scaclava. da exo i plurino e il dvero favece il concreto neo dk soggetto opgeto, che & frltato detnitive dela citea, non inporta Tesclsine, fal sopectto, del id riconosito e inclinnabile carat. fee a singolrit, equindl dei plait, ma bons fehiole la valorzasone del soggeto come tale alla oecretaattivith e quindi In sia exenca individuation. sereditata anima un maggior valore, contribuisce pit una seria indagine criti, quale p. es. quel del Ya] Tisco, che parta da Kant e cerchi penetraslo o superar the non una dogmatica aflermazione, si dica scientife ‘quanto si voglia, di un dualismo spirituaistico, che aggiri in discussion} tanto vane quanto lunghe © mal teplici 32: Critica del soggtto come allo puro. — Lresigenza af singolarita, che 1 eoscienza concreta, pone come seg gettivith, non & neppure soddisfatta dalla concezi ‘dealistica postkantiana dell’ To trascendentale Questa, invero, conserva In realist e tradizion coneesione della attivith spirituale come soggettivita,« ‘quindi, nella eliminazione di ogni altra attivita che sia quella spirituale, eleva I'io come tale a spirito, ai antocoscienza, ad atto puro, ece. II soggetto risultante a tuna coseienza critica non & dungue Watto puro, lo Spirit) Y'To trasoendentale, ce. Quando si abbia presente J ‘concetto critica deliessere concreto della coscienza, pl tguale Voggetto puro deve essere coscienza come soggetto puro, si vede che caratteristica del puro soggetty la singolarith prima, e questa, in quanto tale, non i né il principio dallattvita, né la stessa ativita concreta) rma soltanto V individuarsi, il singolarizzarsi di quest Ma perché Questa valorizzazione si fosse avuta e si fosse vista la inelevabiita del soggetto come tale ad atto, Disognava forse cominciare col guardare — e non sid fatto — quale sviluppo e rivoluzione di concettt import, ella concerione della spiritwalitt come attivita, quale svilnppo importi la scperta della soggettivit’ nea stessa attivitl in quanto coscienza. Essa importa che il pro- blema della attivita non si imposti pid nella molto ve- serancla dualitt antitetica di atto e potenza, di ériyyse Sivayis, ma bensi con quel che effettivamente risulta sell attivitA una volta ritrovata come la stessa coscienza, ‘cio’ con Ta soggettivita ed oggettivita di essa; importa " Logged i capitlo dels eit op. det Do Sal, a save daver sleeato en 15 rapon per Je qual bla concep ‘ogo on cat eer fora oa deer ata aa ‘tinge se ste shanira be ctancun obieetosngolo ta Cag ats: pre qua = soggetto, ins, non m modo lms) ats la alt, ma'am rele che pub sepaceinre la rat Ipurdningundosege 0) Ty p.t29.F quot tuo sol dre xt (Bhs Sein! i to anna ne cnt ents Toes Sotto wart anpetl ulna confertata, alles agin cog che il problema della attivita si veda come probleng (tei soggettt agenti in quanto enti din essere che @ tivita, Oggi l'aer speculative risuona d’ogni lato di at atto, atto: in questo far riswonare Patto sono con ‘piritualisti e idealisti, fenomenisti ed attualisti: e 4p ‘povera potenza non tyova pil un cantuesio dove nas Sersi, non ostanti le sempre buone ragioni che gia Pat fd Aristotele presentavano contro un gi ellenico attuab] smo sofstica). Per proclamare Vattualita. il pen: tumano non ha certo aspettato Spinoza, e per difende Ja potenza ¢ i potenti (gli aventi potenza, il Suva nion ha certo aspettato Leibniz. Il vero ® che impost ancora oggi il problema metafisico sulVantitesi potena} fatto, non uno svileppo, ma un abbandono della crit perché & perdita della coneretezza, cui la critica menare, L'atto puro, nella sablimazione del Sogget Jignora, nega i soggetti svith ¢ sopgetivitd delesere conesto (§ 33), © is once de quella asuréa antics, per la quale samo test a nogae Ta potenan per poteraflermare Vatto ore aunque sl soggetto come conereto att © ato go, € da sna parte esladere ogni possiiit di soddie Save Tesigenca innegabile dune capactainattele di none, dallalze pesdere quella oggettvita in sé, che ihconeetaattivits proprio perch sia conereta, non pd on aver. Seif soggetto, in quanto ato, & veramente fatto conereto, eso non & pil la schetta sigenza s05- siti della coccienea,¢ la oscennaconereta,E perdiomo {1 T ineliminabile oggettivth dell cowcenna’ Toget- fish diventa ‘ona fol, on paro esempice fates sci, ci non vedremmo neppure fa ragione, uno schetto osu, di cai, siminata tx positivitareaisticn del og. ft, resta sola In consnguente neativitd. i coseienza fon meno realistic. Quella concretczra. delessere di tevciensa, cut la erica ei mend (§ 27), andrebbe cost CComungue, ifendere ancora oggi Tatto puro ¢ negan} & mo9ve ieremissbilmente peeduta Ja potenza,#sifare da ‘an ben pid misero punto dt vs (quel manic, cid che con pid ampio «proton Sfoardo aveva fatto fora Spinoss e prema a It fora anche Bruno, Non @ afato valitare Vesigenra sogett Wistca della coscenza, che & la seoperta che i pes Uecidenfale umano a fatto col Cristiaesimo, prod nico Tato, Taristoteticn doce, ma eda Ona Dendere Teflttiva esigenaa dellgoita © dalfaltra Jp condizione a richiamare ancora Aristotle s difender Ja potenza al ci Ia di questo atto, che si solve ceplcta parola-umana, Tt problema della attivith. og! mmaturata la citia in scoperta della concreterza Tesere di coscinea, deve essere, dis, it problema soqgetth agents in um conereto essere, il uni gettivo nsf & principio Intimo dt ati. 11 prob datio e della potena si chiarisoe come problema del TH nuove soggettismo, che si & fatto conseguire da Kant, non vale pid del'antioo soggettivismo di Berkeley: forse meno, giacché Berkeley lasciava insoluta la difh- folth del dvalismo dei soggetti precipionti da una parte di Dio soggetto volente la percezione dalaltra, laddove |] nuovo soggettivismo annulla senz‘altro quei_ primi, ecessariamente ridotti a una inattiva rappresentazione, 11m passivo percipi, qual’é il negativo pensato, al quale 4 riduce Ia pluralita, che dovrebbe essere invece proprio G agenti, Questi pensati, tra i quali fo sono, in quanto ingolare, ciot uno di tanti, ridotti a passive rappresenta~ pioni non sarebbero mai soggetti attori neppare di quelle Iappresentazioni, cui Vessere oggettivo & ridotto. L'og- getto cosl esta Sopprosso, perché, nel dedurre dalla sco~ ferta critica della concretezza del'esere alle attivith dela ses eosnsa, a comtrvato della cose {Konett realisticn a sggeto, quae Snes, fn base gues soperta, doveva esere coretto.E Fesigenza oggettva rinane insodistata: Toggeto me nine con eo svanee e's Yuota I Teal at Tatte sts Cinch, pendula Toggettivi weno nec SSriamente a perder pi ane la sogetit non san infart concep soggett che in corto nom sbi gett, ti non valgono neppure come gst TToggetto nico, Tatto puro, © po inseme, nea ctv, erehe questa la soa negaion, san an Revita, erehé per die fo dovrebe rivolges alfa fro io" 33. Le potense agenti (soggetti) © it principio ogget ell attivita; individvasione. — Quando noi adunqse aa soggetto puro togliamo, come devesi, non la siugolart rolteplice, ma Uatto, perché tale che involge la concr) Voggetto, di fronte al qual jnvece vogliamo intendere nella sua purezza il soggetto| tevza ¢ quindi implica gi quando cid facciamo, ci avviamo verso un nuove cone tmonadismo, che, sostanziato di critica, e maturatosi di essa, non sari da confondere con qualunque monadisty} Drecritico; verso un monadismo, per Ie cul mona abbiamo bisogno affatto né di involucri che ermetica mente le chiudano e le separino, né di armonia.prest bilita, giacché l'armonia non é il presupposto delle m ndi in quanto puramente tali, ma consiste proprio m A Guo ta aterm cos “iienge siappund Igamete ts dl egtinng Cora langue d serpin egos a 0 pin fetan. di soperace foc snes uno! feats prem 8 en Stat, Inger fare sachs in Fraga, Se sono & port negate ala sun lt esrvnon, perce Hmaglanges 4a tio pur, ch, sete, puro wana essere attivo di ali monadi, le quali petcid henno, jsito, tm principio unico della loro individuale attivita Tsoggetti cos, nel loro agire, sono in conereto, civd sono soggeti che individaano oggetto Lrostacolo maggiore a uns netta visione della individua- sone sta proprio nel persstente dualismo di enti-sogectti fd entivoggetti, con cui abbiamo, per Inngo uso di falsa dottrina, quasi connaturata la nostra mente, Ma quando i questo riusciamo a spogliarei,cogliamo appunto questa, individuazione, ¢ la vediamo come soggettiva nella rela- fione e condizionatezza reciproca degli agenti, e come ‘ggettiva nell’ incondizionato principio unico dell'atti= vita di questi agenti. Pereid come il puro soggetto non & la stessa évigyei aristotelica,. non & il conereto atto, ‘xsl Toggetto puro non @ i passivo prodotta di tale at~ fivith del soggetto, ma anzi ne & il principio, Si intende cosi, perché Vuniversale, Voggetto, anche se astraente dalla singolarita, nella quale & immanente, non @ percid astratto, ciob non & mai una fattizia rappresen- fazione, non @ un prodotto dell’ individuo soggetto. Non va confuso il fattizio, Vastratto empirico, il generale ton Vuniversate, L’universale, identificato’ col fattisio astratto, diventa arbitrario, empizico, relativo; © noi invece abbiam visto che esso & principio essenziale della ‘mecreta coscienza ¢ quindi della conereta attivita. Pereid, adungue, il soggetto, in quanta puro sogeetto, tiot in quanto quel singolare di cascienza, che in conereto & Yoggetto, che di questo sapere & ka universalita, il soygetto non @ Yatto, come non é V'atto neppure loggetto in quanto tale, Escludere che la concreta attvita sia il soggetto come tale, non vnol diee tiporla. nell oggetto fame tale: tutto il valore del processo ‘ilosofico da Car- ‘eso a Kant sta nel mettere in evidenza, che, se vera~ mente v' te una spirituaitd nei soggetti, Vattivita del- ae 1 s0cgErHt IN cONCRFTO essere non pud essere soltanto oggettiva. E noi slang Jontanissimi dal sinnegare tele valore: senza riconoscerg questo, @ impossibile rilettere sol conersto come essere, ‘ome coscienza, come attivita 1 distinti del conereta, visto come attivita, rimangong pur sempre il soggetto ¢ Voggetto. Di questi dunque bi ogna determinare i valore in ragione della concretezza come attiviti, E tal valore non sta nel'essete it primg {a soggetto) potenza,¢ il secondo (oggetto) atto. Questa in fondo ¢ in linea’ generale & la concezione dell essere fino a Kant: percié mal se ne vedeva Vattivitt. E non sta neppure nel’esere att il soggetto e potenza Voggetto Giremmo questa Ja concevione dell idealism post-kam ‘iano, ma non vogliamo ingolfarci a dimostrave la con | rispondenza della concezione del’ oggetto come negazione deiVatto soggettivo alla concezione delfaristotclica pe: fenza nella sua negativith. dell'atto, L’ importante pet noi & che Voggetto come tale non & potenza, Dicemna js che concretamente concepita Tattivita risulta dei) tnoltiogenti con unico principio. TL valore dei soggeti Sta in quellessere, come agenti, molti; il valore dell og: getto nellessere, come principio di attivit, unico. Tnfine il riconoscimento di queste esigenze della. com creta coseienza nelfattivita che essa costitusce, pud fort Dporre su ntiova base il vecchio problema della potenza ¢ flelVatto. T soggetti sono, 3, agenti, ma potremmo fors Gini otense agent, in quanto Tattualita del loro agin, {a loro conereta attivitd non esaurirh mai Tassoluta ni vversalita. E reciprocamente Voggetto sari, si, atto par jin quanto non a, nella sua universalita, potenza. cht rest, nella sua capacita attiva, inateiva (@ 1a scopert GelPattualismo di Spinoza); ma é atto puro, solo in quanta principio unico ai agenti nei quali siindividua. E peril ‘ome non possiam ritenere né soltanto agenti né soleant ‘potenze i soggetti, ma dobbiam ritenerli fotenze agent {gi badi a non confondere con agesti solo in potenza); ‘sl non possiam ritenere né soltanto immanente attivita jpora né soltanto trascendente principio ai attivita V'og- getto, ma dobbiam ritenerlo immanente principio della ora atv. Abbiamo cot intesa a coneretaindividazine, ee derdo che qi agent tno iat tall dl prindpo itn feo delativit, i quanto unico ¢ comune’ tut © For lncitante dal! interno nec agente a slg, “dob a renderlo esplicito, Queste coplicazioni delVoggetto, quindi, sono insieme anche Jo sciluppo dei soggett Questo principio immanente, che non pud non ester ‘isto nella sua unit dai soggetti, che ne sono consa- jpevoli proprio come del principio del loro essere ([are), 4, in ciaseuno di questi, soltanto implicto, cio’ sempre soperante quella qualsiasi esplicazione che ciaseuno i so abbia dato, Ma perché questo perdurare implicto dl principio, fer grande, profonda e luaga che ne sia Vesplicazione ? 34. Liessere unico come attivitd temporale: FEterno, implicit. — L'universalita unica della coscienza (ogget tivita) ha come diversith del suo essere quelli che io dico ‘momenti della eterna temporalith e che sono anche fa- itt della eterna coscienza. Tl tempo non & la maschera delessere, ma la sta qualita universe Questo ® forse il risultato pit profondo della extica fstotiea kantiana, la quale fa il tempo senso interore Resta da dare il nuovo valore a questa coscienza sensi- tiva, quando abbiam superato quello realistico, che avea ancora per Kant, e pel quale fenomenizzava il reale. E questo valore I’ ha, ¢ grande, e non inferiore di certo 6 1 soceertt mv coneRETo alle altre due facolta della coscienza. La continua ed eterna f fiversiicazione ai queste forme dellessere universe, Iq (quale @ quella stessa che io dico intensione dei moment) Gel tempo (8), da Vattivite delfessere, conereto nel ‘sua. molteplice individuazione. ‘Non dunque il soggetto, nella sua purezza di soggetto, 2 Fatto puro aniversale nella sua diversita: questo @ Ig. ggetto unico. E pred il conereto agire non vol dire pro- Gurse Foggetto universale, produzione, che escluderebbe Vindividuazione, Agire @ eterna esplicazione soggettiva dell’ Unico universale nelle forme diversiicate dalla Sua, temporalita, Bsplicazione eterna, continua, come I' Unico, di eui & esplicazione, Con tale concezione dellattivitl Si climina da una parte quella vanilicazione della stessa attivita, nella quale si cade, quando, per concepirla pura, Ta ai pone in tn continuo antocancellamento (hegeliae nismo in geners}, ¢ dalfaltra quella obbiezione, che suole Inuoversi-ad ogni concezione attivista dell'essere, del Y impossibilita che I Unieo, in qualehe modo, aument, ‘Quest'ultima obicsione deriva dal pregiudizio della sta: ficitd dellesere 1; © questo stesso pregiudizio € quell, pel quale Tessere @ soppresso in nome dell'attivita, eal Sorprendente risultato della preaccennata vanficazione della stessa attivita. Se percid vogliam chiamare Spitito questo conereto totale individyante I’ Unico, chiamiamolo pure (per quanto sso factia pensare allunicith del soggetto, che, vedremo, hon @ ammissibile); ma non diciamo che lo Spirito & il farsi dello Spirito, cio’ non riduciamo Y'attivita al vuoto fasoluto, E, per ottenere cid, dobbfamo abbandonare fa concezione delf'atto conereto come la negazione della tsi fantitesi, 0 Tantonegarsi del soggetto; dobbiame che Raa pr i. 2 erEeRxo ny sbbandonare ciod Ia concezione dialettica antitetica o attuale delVattivit. Pin ancora: debbiame non porre Foggetto come schietto prodotto del soggetto, come un passato negato in quanto gid pensato. Cosi facendo, [a produzione si vuota, perché diviene produzione di un astratto negativo, e condanniamo lo Spirito a porte con~ tiouamente la propria nogazione come proprio porsi, cod in realta a non produrse né esplicare nulla, ma a segarsi_continuamente, Dobbiamo invece riguardare, senza spaventarei delle conseguenze o delle difcolt il tempo, con i suai momenti, feome T Unico del'ssore concreto. Dobbiamo la feno: monica femporanaitd non ritenere contratia allessere ¢ quast negativa di esso, ma quel che in effetto &, cio’, } apparire,e ritrovare in essa il fenomeno della femporalita costiutiva dellessere unico. Certo staccarsi da. quella, | concezione del tempo come fenomeno che nasconde l'es- sere, e del sentire come falso © bugiardo legame con V'es- sere, concezione su cul ¢ con evi tante dottrine si son costruite, non @ facile. Non 2 facile, non ostante che, Tngi dall'allontanarci cost dalla. comune coscienza e oo- noscenza, rientriamo invece in essa. Cosi, nella sua guar fifcasione ininita, Vattivith concreta ha la qualitd dele Tessere di coscienza, qualiti datale dal Tempo, suo sssoluto Principio. Un essere che, pur ammesso come un tutto infinito, sviluppi Ja sua attiva qualita di essere fe eosi in qualche modo sia concreto (coneresea qualita- fivamente © quantitativamente) & inconcepibile, solo ‘quando, per chiuder tutto essere reale in una stasi senza tempo, lo fssiamo invece in uno det momenti del tempo, in una delle forme delfessere, la quale di soito ¢ quella della esistenza di fatto, uno schietto passato senza pre- cente ¢ senza futuro, Se Vessere fosse soltanto tale fatto, ron potrehbe avere attivita e sviluppo, ma non sarebbe ns 1 a0cgETH ne coNCRETO neppure infinite ed unio; i soggetti col loro Snalizzare fed estetizzare gli porzebbero i confi, e lo spezzerebbero ‘Alla domanda, dungue (fine del § 33). del perché tro. ‘viama implicito sempre quello che pur it principio unien 4i quelle esplicazioni di sso, che costituiscono la nostra attivith consapevole, non vi ka che una risposta sempli- cissima e grande insieme, questa: Esso & 1"Eterno, che, nella intensione temporale dei suot_momenti divers! 8), & individuato dai soggetti che lo cercano infinite. mente nella sua sublimita qualitativa pura 35: Individuasione ¢ diversfcasione. I soggetti come ermine singolari della individuaxione, — U distinti sog. gettioggetto, dunque, essenziali ad ogni forma della coscienza, non si devono seambiare con le forme stesse della coscienza, perché entrambi sono essenziali a cia- scuna forma in quanto costitutivi dalla coscienza, come individuasione, L. individwazione, che gli enti fanno del essere oggettivo, assoluto, presippone ¢ richiede La sua diversifcazione in forme diverse. L' individuacione non ¢ la diversifcazione, © cost reciprocamente. L'essere ogget- tivo, individuato net soggetti, non & forma diversa, ma ims plicito principio smoranente. Nessuna delle forme & principio delle altre diverse; esse sono reeiprocamente in quello cche con Fichte ditei cicolo solido, e percid sono intense nella loro esplicita diversita, ma nessuna @ il principio mplicto (Unico) immanente nell'ativita spiritual. Fichte ert® nel porre tal cireolo solido tra soggetto ed oggetto: falsified F immanenza, riducendola a yuoto so5- igettivismo: il principio oggettivo necessario ad essa gl cera sfuggito; Foggetto ora stato ridotto a negazione del soggetta, I suo errore sta nello scambiare la diversii- caazione che & processo di svolgimento dellessere unico ('Eterno) con I’ individuazione che ¢ immanenza im- plicita di tale Essere unico oggettivo negli enti plurimi fhe ne sono i soggetti Rosmini ered nel porre la oggettivita, ben vista come universal, e la soggettivita, ben vista come singolarita nel porle come forme dellessere implicantisi tra loro fost, da una parte, perdette I individuazione dell esore fonereto, avendone perduto le condizioni, e dall'altra Ja terma forma dall'essore, la volitiva o finale, che eglt disse pratica © deontologica, mal poté mettere in rap- porto con lo altre pretese due forme TL soggetto, come schietta singolarita, si afferma non soltanto nel campo del sentimento (Rosmini), ma anche jn quello dell intelletta della volont, La eonosoenza non si risolve soltanto in una identica universalita immanente (la verita pura), ma, pur senza rinnegare questa, ansi per attuarla, si concreta in fatti individwali (la mia e Taltrai esistenza, Vesistenza sog- gettiva, il mio essere un intelligente), che, per sé sol presi clascuno nella sua pura astratta singolarita, son0 puri soggetti; ma in concreto individvano quella veritd Questa ¢ la Scoperta speculativa di Cartesio e Berkeley combinati insieme, ed & In esplicita visions delf'ntico ‘motivo della interiorita del_ vero Cosi nel campo dolla volonta non v’ha soltanto I im ‘manente vniversalita morale (la bonti pura), ma v'& anche il caldo interesse individuale (il mio essere un vyolente). Questo puro interesse singolare, distinto da ‘quella universale teoria, sono io, & soggetto. E come non ‘¥a_ confuso col sentimenta la singolare esistenza mia, cos, non va confuso neppare il mio interesse. L’ interes, per ef, non 2 piacere né dolore, come non lo é Vesistenza i mio essere intelligente © volente non va confuso col ‘mio essere senziente. ‘Anche V'atto sensitive ba una concretezea sua propria Ja realta presente. Anch'esso, percid, non si risolve solo in una pura coscienza estetica universale (la. Dellezea pura}, ma si attua con TP individuale intuire sensitive, che, preso a se solo, & tanto astratto quanto quella oo. | scienaa estetiea. E qui io, in quanto sono singolare ine ‘tito (ciot sono un senzionte) sono puro soggetto. Questa singolare potenza di sentire che costitisce la sogeettivita, | © condizione del concretarsi della universale bellezza, alla quale come dal suo immanente principio, essa @ condizionata ' Tl soggetto, adunque, non @ una speciale forma di con seienza; perché termine, in ciaseuna speciale forma, della concrete. coscienza Tal iene quiets dinestasions dsl aggtivie dls coiensn tetas onsets dalla form soatve dl sere fer a het fo. ra17, 330) ntnde acho Inst dle dire ste ‘og specie tn Tata come boa ulin fate ultato de sggetinme strc, ‘lla faa epinione lowes (fosnSce saltanto, 28 gt ate, a como comone) deli citi sogpttivitd dt valent ‘hn cotsito, de ua porte a imnegabesgenen da ttt sot data sppereneoce dla cousenta ete a sentiment i bel pee), fae cou Teron Rosie del sentinento come ogc, alle. 1 catieatonetagehaan deans mpeetrogpette come ane treeraione nbsp, che suboe concrete ano ells Aon, ‘aso al ape eto, Sn he now i sa ‘donate de'ana rte ln coocene rnin o qual Scelitice osetia, che ne € fs dedi) del soni, dlrs conan Sic aco ttn ome seg seta pe thn ss lps a Ay hapuoa929 nla Bisioccafloasee ch Palermo sults blo} Seatac Gone net po dae nia log de ant Steno toa) Etanio mens ex da riptea de quate pea 1 ats (spesiione a questa mia contesioe Site. aetatva | Lo scambio che fora si fatto coming «fas dela Spgtivih con ano forma, dl conga’ akexe Hite dla tvisone eg nt inde ened so Meet ed oggett Gusto dualime, anche quand, en Tega stato supert,ha asity las ea Trindiar come forma toggetira quella estelicn © aps fata qual aligns Onde ogg ih tates couse force a gran tore ¢ da hngh alla vva ogg se ee ses gots ols 4 ae BS Pom ting ors sn eae tie psioce st aman memes uae ae Lote ya ace Dae anes he oe Beers ce ees cea 2 SERRE nes aban ra Fo 3 Pie vlnto dang evtare che id at cipeta per i wentimente, or ct tt pubisron del Gentle pare sian venute 5 conorsre ia conection erecn. Pare mitaao, sts non; pee, Inve ‘ntacetasone dal yoshi conctfo cme fe per act c ‘enc! tadasons spontanesdlfeigenes stebcn elt pce) del tll cme pace, i el, coment « nats de ‘mio ontlogimo ec, presenta forse, id. dele ale ae firme at coucnsn, aisle i core Toegl coms expire: ite dalla exeica croctan-geatna, eh, In staan, © me pat esa: I sogaetae dln balers ladesone dl alfarto eiaa accomanano eseanaimene pons esttcogertano con to cactano, Taentimentn, cul ogg ieore i Gen ame pare de el suo se jum losten nn soltanto was grow snot pe I ale no apc pw le iene state & quila che G. a desea ogi, o quota fveco dalle Exetict, ose dosha sve, force sie tats e das qacsta come nésusone i qual, © et 9 negativits dela Spinto err, no piu me loge oat ta sata sagt fare) « opgettvien (gion), ma propio tra rt nga conrnn che evidestmeate non sure pt ta ose cncretn (ne 5 lepgee guacho ano delle arc) ate, ean fh duals eftties con-reteas ore abbandonata rion) Tesgenn dla oggctivc, mon rieten » pode dea att ttmae uname dein dives dalle'or forme cere 5pm [ir agai late’. vith dellarte © per di pit anche de! Dello, la morta g fgettivitd della religione, e la coneretezza soltanto filosofa. Caloro che cid ripetono da Hegel e con Hegg ron han cezeato di readersi conto della effettiva esigena| tstetica ¢ religiosa dello spiito, ponendo tra loro una] titestinsussistente e superandola in une falsa concretez quella, pretesa, della flosofia, pretesa da Hegel e ai Gentile, ina non dalla Filosofia stessa nel suo svolgiment er, vole cogliere in una mia propri: forma, eiot attuare ‘qncretamente, la mia singolarta nella sua purezza, chiu- endola in sé stosa, Ia si dica soggetto, anima, psiche, i, fg com'altzo si voglia. E percid, sempre che ciaseuno di ‘voglia porre con una forma diversa di quella concreta Gitivith che ess0 stesso a ciascuna« attua, voglia porre proprio « ciascuno» separate dail’ Unico eda ogni tro, lo falsifca, anzi lo perde. Da potenza agente gli tende elevarsi ad agente, ¢ si perde anche come po- Henza agente, sia che, universalizzandos, si faccia uaioo Je infatti i wciascuno ), sia che, fissandosi come 1 soggetto, dunque, tungi dal! identicast con dele forme 6} coscienza e dal cstituie uno dei mone dletfessere © dell facolta della coscenza,individua ta soa singolriti quel verses -defuniversae ent nella sua individuality singolare, necessriamente forme, che sopra abblam vist, Non c'& il soggetto ef “ eeparlin modo asoluto da ttt gl alr (e pela quind oscente o senziente 0 volente, perché in cliascuno él qeciascuna' degli alt) lt altri (e perda q Sono git altel ae; e coal il soggettasingolare indivi Vruniversale, esso &, come soggetto, soltanto singolar] Qyyero, al contrario, si pud depotsnziarlo a puro nue eeee at at impo T Unico om gon Secret ee Pa devtearan «pam nie sua complessa diversita ale valutazions, potrebbe ditsi del soggetto che ri- T sopast cosh ola loro pluralta sono i vei termine dale ostrsiagne I congeto pete sarc la fattvn felasione) del'ssere concreio: Tativita si svg] prs nite sumtin: coset it mein eat soy. za soggetti, pur essendo sempre, essa, esplicazione dil eto, sarebbe ia coscienza del mio esser uno, uno appunto Toggetto unico waiveraie impicto in tale fro atti Etat uno di taut relaione come oggettivo suo principio sosanvale | Ma, in questa mia semplifcazione 2 aumero, sotto pena perdermi in modo assoluto (come sotto qualche aspetto jd accadere ello spinozismo), non devo dimenticare ‘the sono singolarita di coscienza, sono numero veramente [yaro, numero di coscienza, numero metafsice e non em- + itengo te conta espresio dali parla ermint sa op print stant ala sngen det singh Pest ie oe onsnaa it spgoace ¢ Fenivcrne som ¢ tes. Pare set folsom, ho adpesneo Ie pale tern anche Sic iri oe ir ae alent opi ‘Mou be covets Teprestne por fnde po italigite t punta di pvionsn de gus comaae cvcienen aloaen, dlls Ep facade eiice fi atlip, pce 9 oo arent a {pct tro univ tsingate (toe isl particle) ‘Sata com Worrall site 1 sogolatee Vanier che SESSLER ar me bioganve pare da gust Tiervare i conto di (nai cltanto A sgget ¢ 908 wpe: fo anche pec Topartio ‘pace avosncio por elamare Van one ints ce toritngo che ndvsieaniond dn gg im sogee eae cocnor, om 8 was calaion,» pte Intron oa ® sine tro sont ed ygetos rts & sompree satanto tea fgets e qura prcappoaeUsndistucins, soe dla quale ea fan & poste 4 1 SoGgETEY HE CONCRETO jdaismo post kantiano. Trscendentl avec sono Bco mame satenatin ant, La ui nal gat ‘Cscnsa, a conlcone che trsendentale See ety ca non & ne plural nélcun cg [2 8TH Pris, TogEeto i coscienza (ct. § 45) (pee © Shaves le atoms in tanto "tog Feet maa eapeinsa in quanto angi oe nepace a matenatio dalla mon SSSR Seiad at ston sleeper far ata une saputo ‘Dei distinti fondamentali della coseienza, dunque, do biamo contentarei di avere nella loro distinzione un coweienza non concrete ma trascendentale, E allora punto abbiame quella cescienza che dobbiamo aver Tin tal senso questi distin della coscienza, molti ed uni singolare ed niversale, soggetto © ogyetto, sono cond rion trascendentali della coseienza stessa, cio® condizic tthe sono inseparabii, e in questa loro inseparabili Sono essere coneteto, la coscienza attiva. La trasem| dentalita, mediante la quale li cogliamo nella rilessione) tnon deve farei dimenticate il loro essere di distint, 1a ea distinzione & ineliminabile,insieme, come distinzione fistinti e reciproca ‘loro ric Questo é il vero valore della trascendentalita Kantian} dalla quale la flosofa si allontanata, ponendo com] ‘eascendentale il soggetto, e ponendolo autore primo sintes} a priori dellesperienza e del pensiero in genes Ta trasoendentalita, quale chiaramente fu vista da Kaa sta in questo superare Ia coneretezza della coscienza, raggiungere, in questo sforzo di superamento, Vesti Jntima di questa, E il soggetto non & trascendentale, rnon risalta in detto sforzo, se non a condizione che Se ne abbandoni il valore di singolarita. 1 To assolut Ahi Fichte, I'Io trascendentale del post-kantismo ing rere non & di Kant, enon una esigenza della coscienz 2 ana invenzione falsificatrice della coscienza fatta dab Carrroto Sesto AUTOCOSCIENZA® |] cmte capt nea cope weil pits cron, ma fae vi & nel enptelo V come #¥ (Sogaeto ed satocneam}, de) [gouc prevent coitolo I teiprtngne «In sateaane 200 ‘37. Soggetio ed autocoscienza. — Si & finora parlato di soggetto », pid. che di aio ‘Or non potrebbe I io porre nella realtA conereta quella sssoluta separazione, che il puro soggetto non riesce a parce (cap. IV, 23, 24) tra gli enti? ‘Lente io, of si potrebbe dire, in tanto non avete po- {ato distingucrlo dallente cosa, in quanto Yavete consi erato soltanto come un soggetto di coscienza. E Yente-io fnvece &, proprio come io, anche oggetto di coscienza: & sntocoscienaa. Consideratelo come tale, © vedete o r= [resentarvisi concreta la vecchia distinzione e separazione [ii soggetti dagli oggetti, degli spiriti dalle cose, o pre fentarvisi come canereto propria il soggetto in quanto [tone To, To Spitito, To soggetto che sono oggetto ai me stesso, Veri soggetti sono queli, che, perché coscienti, fono capaci di essere oggetti a st stessi, Schitti oggetti invece sono quelli che, incapaci di essere i loro propti soggett, perché incoscienti, restano nella loro oggettivitd sella quale 1 To Ii coglie (Fealismo) Ii pone (idealismo). 1 soggetto 8 dunque conereto, sia che si ammetta col [ralismo, sia che si neghi eon I'idealismo che concreto fia anche Voggetto, Questo ce I insegnd gia Arstotce, [quando volle veder chiaro quel che possa essere I’ in- telletto puro (Mea., ib. XII, capp. VIL e IX, 1072+, 1074-8); ce lo hanno riscoperto Cartesio e Fichte, quando uanno posto nel'ego (res cogitans per V'uno, Assoluto per altro I insuperable principio; ce lo ha sviluppato Hegel, 230 Laurocoscrenza quando ha concuso process dla sins, nll Spite MNotato come flonan quanto «1 Hea che ens sy {Brick § 374: Die sch dotonde Idee la ssttnetin, Cit Hegu ed 2 eslun cli paola 12s)» Aurion daa, te Sgn se reito ogg, specilments a Tesi (Ora questa dellantconinea& Ia faite fonamen- tale ch bsg sida alla. cesenns Sloe con temperance, Snidarin€ far acne lla cite d toner perce ® far vedere lo scmbio ches fy det Yesigenca fondamentae dt cxsinas, Ta concreteza, cn Guin arttara,incenione meta sogetivitia, She rautconien Se infatti prescindiamo dalla posizione aristotelica che pone come Dio Ia vinote vorjgeas in quanto Egli pensa SE stesso. (Iela/. 1074-3), nel pensiero fileofico mo- derno di fronte alla coscienza come autocoscienza sono state prese tre posizioni diverse: 18) Lantocoscienza, come la vera e propria coscienaa, la spiritualita, opposta, come sostanza, alla natura corpo- rea, che non @ né coscienza né autocoseienza, pur essendo tuna sostanza separata dalla prima: essa, compresa ta 1 Datla postions arta posinme ora geinde in pee “avstotce dstingu tnt mano ef ateta din a er dura’ Varomentson sttace nts dso ep: ‘SSE CNG sue se inuiens fmt sa eeu dl Sita tame i gs ect p Senco se tg outset vedo robles nt ter Seetes ecg, ie sa ate ination see ada Sree eit te guna elite ntosore a tah elem int ae one pre ne Fe are tees gan tls perro «poet opt he ah Se le dd mgptie hloue oa et), val sit eee creeper tte ee Ne Regt eps Get eet soccerto be satura animale, # macchina. Non v'& che Yomo, vera- ‘monte consapevele, in quanto io consapevole dime stesso, dot io autocoscienza, E, nella sua essenza, pit che Ia schietta posizione cartesiana della cogitatioe della extensio, quella che essa é divennta nel pensicro postcertesiano, per I interpretazione unilaterale e soggettivistea data al tartesianesimo specialmente dal tedesco idealismo tra seendentale ed assoluto; 2) la realtd oggettiva in sé rimane, impenetrata e impenetrable, di fronte al soggetto. Ve perd una realtd saputa; una real, cio’, divenuta universale e chiamata ragione, in quanto 8 autocoscienza, La prima & la realta ‘el! inconoscibile essere in sf Kantiano, la seconda & la yealti della esperienza kantiana. Si pud dire al’ ingeosso ima posizione neocrtica, in quanto conserva una cosa in sé, inattuale e senza interesse, ma pone Ja realtd co soscinta come I’ integrale esperienza Kantiana, © quindi fiduce Ta realta conosciuta, pur in questa universaliti raziousle, « pura fenomenologia. La realta autocosciente © fenomenica; © questa antocoscienza fenomenica la yealtd che risulta ; 3) la realtd conereta in quanto coscienza & tutta e sellanto autocoscienza. La coscienga non pud essere im- -mediata; essa @ sempre ¢ soltanto mediazione. Non vi ud percid essere né realta che non sia coscienza, né foscienza che non sia autocoscienza. Lessee in sé della fantiana inconoseiilita ® fugato, ela fenomenologia diventa la stessa concretezza di coscionza, e questa Puniea + Moto posttantimn taco, aatane © 30m egsite, del = tanta tet del otacentn 8 gest pin dcenn dl toe Ho fe ln gusta pono opecaativa (ea igaardo I vos Gio in sEacklopeti Hasna). Ped Fassteniins taco conten: peranco, che, ance ese, a gusta deriv, non confor cal perro coperetinno, Neypar exo, pur ean tit indy oft Iprculativa, ba vista T tprescindindil deli erten Gel covereto (i) 132 Larrocosciesza possibile attivita senza preteso essere in. sé né reale g Pealistico, né noumenico © idealistico, £ la posiione Gell idealismo assoluto hegeliano, Nessuna di queste posizioni & sostenibile, I! duatisma sotterranco della seconda & un progtesso rispetto al dua: Tismo sostanzialistico della prima, ma conserva insoluts fa dificolta kantiana dela saputa non sapienza del Tressere in sé. La teran poi, sotto la forma di assoluto rmonismo spiritvalistico dell'attivita, conserva, insoluta, tale dificolta, ed, accettata, Tessenza del dualismo, ti sultante dallempirismo conoscitivo: ritenere il concrete ‘tutocoscienza universale ed unica, @ porte fuort del con: ‘reto, inesplicabile, da una parte, Ja coscienza phorim, ‘dei soggetti, © dalattra Vesigenza unica dell'essere og gottivo, ‘La falsitA sta sempre nella falsa concezione del so agotto ¢ delloggetto, nel concepite, ciot, il soggetto come Coscienza e Voggetto come non-coscienza, sta, ciot, nek identifcare, realisticamente, la coscienca con ¥'i0, che ‘di essa ® soltanto un distinto,e distinto tale che richiode ‘2 sua integrazione la cosiddetta cosa in sé, che costituisea Toggetto del rapporto egoistico, ciot del rapporto in cut fo sono con gli altri Tnfatei il concetto che la realth tutta (citemata assolut nella ¢ per la sua totalit!) sia autocoscienza deriva Gal rispettivo superamento det primo dualismo sostanzia liste (pel quale la sostanza cosciente, io, come res co filans, so il’ mio estere e in questo sapere il mio essere pongo la sia sostandialith, Ia quale distingue me com Enstanza dal rinanente essere, la res extensa, lar quale hnon ea il suo essere), nel secondo cio? in quello eritice 1 Si vola quanto pot ton vento oplicndo rguar al ean eee Ta OO eens id cap TAt de ZT probl. tealog. (1). soccerto 333 enomenologico {pel quale la ses extensa cartesian © spinoziana, divenuta I'inzccessibile cosa in st kantiana Pinon materia che é eslemo fenomeno spasiale, non spitita che € intemo fenomeno temporale — resta.posi- fivamente affermata come essere, perché condizioni e spieghi essere oggettivo universale in eui Tumana soscenza trasforma la sua sensibile esperienza esterya ft interna), © di questo dualismo critico infine nel mo- pismo attivo idealistico (nel quale la Kantiana cosa in 3 si risolve completamente nella negazione che di essa fisotd nella sua inconosebiliti, e come tale negazione S pone come Toggetto della umana conoscenza, divenuta tos, esa, universale ed assoluta conoscenza). In tal pro- fesso Poggetto (identificato con la materia), cio® il non fenscienaa, € venuto man mano a rendere esplicita la ne fazione, cui era stato ridotto’ Tl soggetto, cio® la co Scienza, di ivalsa ® venuto man mano conguistando i farattere positive lasciato dalloggetto. Or in questa feonquista il soggetto @ rimasto sempre quello che era nella falsa posizione iniziale: fo ente con cosciensa di me; f, riconosciuta 1a schietta negativita alfessere che era Foggetto della coseienza, si # trasformato in avfocoscienza pura: Vessere & svanito. Questa la umile genes! realistica, anzi materialistiea, ella ogei tanto decantata autocoscienza come assoluto ldealismo: Ta concezione del soggetto come ente con coscienza (6pirito) e deloggetto come eate senza co “ciexza imatetia) in un sostanziale dualism, Alla quale genesic'? solamente da far osservare che fa vostiensa now 2 sata mai puro soggetto, che fa materia non @ stale mai ‘ggeto bi cosciensa (§ 26): non & stata mai, tranne che in fgrossolane dottrine di ilosof: perseguenti_ un empirismo Cle H prob flor do Ket a Piette oy Wavrocoscxenza assurdo © allontanantisi cosl dal genuino sapere oo: Tune, che erede st alla esperienza, ma non pone I’ espe. rienza al posto dell'apriori, © percid ha sempre ragie nato e creduto e continua a ragionare e credere aprion, fondando cost Tesperienza. E c'é quindi da osservare, in conseguenza, che ty realtd tutta come autocoscienza e Vautocoscienza come io, sono, in campo idealistico, soltanto un assurdo, per ché lio, come un ente antosciente ha un significata solo quando conserviamo Vessere © ad un genere di enti aggiungiamo come proprieta la coscienza, ¢ allaltro ly neghiamo, Ma, tolto Tessere che in qualche modo non. risulti alla coscienza, anzi tolto in generale Tessere, che ud significare mai autocoscienza ? Nulla; e questo nulla Sarebbe quello che & atto in atto, sarcbhe V'attiva reali! ‘Non pud sigaificar nulla, perché I io, che & autovoscienza, rnon saprebbe di che ewer cosciensa: perché ct sis co- sciensa, deve nei soggetti coscienti esserei Toggetto di cui si coscienti ‘Questo il processo positive per cui la speculazione mo- derma & givnta al concetto dell'antocoscienza come Io, 1 processo negativo, © meglio il difetto, per cui tale pro- cesso positive & stato possibile, sta nella mancata critica della distinzione ai soggetti ed oggetto nella coscienza, La, critica di questa distinzione mette in luce Terroneita di quel processo: riconosciuto il soggetto come il singo- are e Voggetto come T'universale della coscienza, Vio ‘come autocoseiensa manifesta il proprio assurdo, E nella manifestazione di questo assurdo, si vede anche, 4 rilesso, quel che ¢'@ di vero nella sopraccennata po- sixione aristoteliea: ¢' di vero la concezione della mente (oGs) come attivo sapere (vinors), © percid. sostantiva {sépyetn, enon pura potenza inattuale, non schietta Bivaqis inattiva, La mente ridotta a questa dovrebbe essere sect 25 determinata all'atio da qualeos'atro ai estranco ad essa fe di pid valido di essa, proprio perché atto, Ora questa, foncretezza attiva della mente come sapere, che 2 il ‘yalore della winsts vojowas aristotelica, non @ stata, ‘ome si dice, inverata dallo sviluppo moderno soggetti- yistico dellautocosciewia, ma puramente e semplice~ Imente misconosciuta, per la degradazione del sapere aristotelico, in cni si sente virtualmente Vesigenza della foncretezza di coscienza, a quella soggettivita, che solo Yerrore materialistico pone identica alla coscienza, ne~ ‘gando cost la conctetezza di questa, Eoco perché, come icevamo, la dimostrazione della falsitt fondamentale fleautocoscienza fa affacciare alla critica del conereto. 11 nocciolo di tale dimostrazione sta nell’ indicare come fn grossolano errore e non una esigenza della coscienza, Fidentificazione di questa con I'io: 0 soso am adstinio dala cosciensa, ma non sono fa coscienza senza. Quando, coi, alla critica del concreto ci siamo affac- dati, vediamo come questo processo dell autocoscienza, faratteristico on dell idealismo ma del soggettivismo ella filosofia maderna, consista nel confondere due pro- Demi, quello della singolarith dime ente pensante (in fondo il problema della soggettivita) con quello della tniversaliti dellessere unico che io penso (in fondo il problema della oggettivit), il problema del chi col pro- Dlema del ohe. I'due problemi non si potevano vedere chiaramente distinti fino a che non avevamo corretta © integrata la critica, gnoseologistca, kantiana nella im- ‘manente critica ontologica della coscienza conereta, © on avevamo cosl vista chiaramente nella sua esigenza, ontologica Ia distinzione fondamentale della coscienza, Singolarta © universalit 38. Essere concrelo ed autocosciensa. — Né si pud dire, ‘come a tutta prima pud apparire dopo lo svolgimento ah awrocoserena i tale critica, che" + chi abbia inteso il valore della coscienza come fealth concreta risultaehiaro in che senso la coscienza sia autocoscienza, La realth & eoscienza che il soggetto, che ¢ coscienza, ha delloggetto, che & an- ch'esso coscienza; percid la realth & autocoscienza Non si pad dire, perché proprio Guell'esser eoscienza cost fel soggetto che del oggetto, lungi dal richiedere, esclade Vantocoscienza, UL soggetto, nella sua distints porezza di soggetto, non & la coscienza che soddisia anche Tesi. igenza della oggettivith, e cos, reciprocamente. ‘Percid. In realta (essere concreto), appunto perche coseienza, non pid essere autocoscienza: uell'aver co. Scienza di sé, perderebbe la sua essenza di coscienca, pesderebbe i distinti che la costituiscono. Par, quindi, the diciamo qualeosa, quando diciamo la realtd. autor coscienza, ma non facciamo che metterei in una fuga di coscienze, ognuna oggetto dell’ altra, faga che non ha ‘mai termine, Di pensato veramente non diciamo nulla; giacché la coseienza ha conereto valore soltanto dalla Dresenza dell'oggetto nei soggetti. Quando invece po- hiamo la coscienza come autocescienza, sopprimiamo tale esigenza, Ta veritA ® che Tautocoseienza ha un significato sol tanto, in un mondo atomico, per un ente realistieo, che abbia, oltre quello della coscienza, un suo diverso essere che Io costiteisca ente come altri enti che eventualmente nnon abbiano tale coscienza dellessere, Pud nella realtd concreta, cio? in quell'essere di coscienza, oltre il quale hnon v'ha essere, parlarsi di tali enti? Io credo di no. ‘Camunque, si sappia che parlar di autocoscienza & essere "Le pare che saguono tr viglette sono dein pris dione 4 quo To alos eve ancora sae autores dea Live ail Teutosnclens come stovoggetion Tammettevo, come eee coxenero uy in pieno realismo atomistic, ¢ non in idealismo o in quel jncreto ontologismo ch’ io difende, © anche instauro Dunqie Tautocosciensa non i illumina net farci sa~ Jue dal soggetio allio, né ci soccorre ih alcun modo per fntendere la concretezza di coscienza che & presenza del oggetto pei soggetti. L'autocascicnza non spiega dungue fattvita in cul la coscionza consste, ma la sopprime Se vogliamo saivare tale attivita, dabbiamo comincice fol salvar Ia coscienza come tale, allora vedremo che In coscienza 8, proprio in quanto realt attiva, in quanto toneretezza delesere, &, x, quel proceso attvo, quella tonquista continua, quello sviluppo, cbe pud-eontinuare f dirs mediazione, ma questa mediazione non & del sog- fetlo con sé stesso, col, negato: il soggetto, che media # xesto, negando sé per raggiungere T oggetto, & na- fora che non raggiungera mai Yoggetto, © rimarra sol- fanto con la negazione di sé. La distinzione soggettiog- feito della coscienza non & mediagione: queste Ia verita Srtostante alle possioni speculative aflermanti frescindibilith def intoizione. La mediazione perc, se fon & del soggetto con st stesso, non & neppure del Sog- otto con Yoggetto intest entrambi positivamente, non trail singolare ¢ Tuniversale, Per aver cost concepita atiivitaspirtwale, si cadde ella sopradetta_media- Jione negativa, propria del dialettismo antitetico, La Isdiasione & quella che dicemmo diversfcasiqne dele forme di coscienza tra loro nella concretezza della indi~ fiduasione, che immediatamente i soggetti fanno del [Unico implcito in loro con la sua diversifcazione,ciot con la sua. mediazione 39. Io e # soggeti. — Intosa cosi la natura della co- ienza nella sua essensa di individuata mediazione di Horme, possiamo domandare: Dobbiamo distinguere me 238 E-auTocoscresza da soggetto? TL soggetto non sark autocoscienza (§ 37 sma soggtio 2 fo sesso che io ? . (Questa quistione @ analoga quella gid esaminata del, suniversalita oggettiva e della universalita logica (§ 22) Ora si tratterrebbe invooe della singolasita soggettiva « i quella logica, cine di ragione. Le prima era Ta qui stione della oggettvita della idealita; fu risoluta, ma. strando che oggetvita& idealitd. La second & la quistong della soggettivith ¢ della egoita. Va risoluta anche que. sta in modo analogo alla prima: egoilé ? snggttivita [Ma affermare non baste; bisogna dimostrare. isi pa dunque dite: «La soggettoita & singotaritd cosciensa € voi avete dimostrato che non & autocoscienz, pperché é la plucalita della coscienza, Ma la gold & by Singolarité della ragione, e questa singolasita non pod essere plural: Zo, singolare, sono Unico perché ragin hrevole, La singolariti del ragionevole non & pluralita, perché esser ragionevole é esser universale e quindi umiey ‘come la ragione. Questa speciale singolarita, che & un cit, della ragione & Vaulocosciensa, che & poi la vera ¢ propria costienza, sono To, La coscienza dei molti soggett Pil non io, che Fo unico ed assoluto pongo « unque, rispondiamo, la ragionevolezza eleva il sin ‘golare alla universalith, Bene; accettiamo sen‘altro. My fda questa elevazione non si pd dedurre che io singolar tagionevole sono, in quanto tale, wniversale e pert tunico, senza confondere la ragionevolezza con la ragions Solo questa confusione porta a quella negazione della Singolarita me, negazione in cai veramente consiste Ta elevazione della singolasita, perché propria dime re ionevole, a universalita © unicit&. Togliamo la conf Sione e rientreremo senz'alto nella viaffermazione, anche ‘con I’io, della singolarita phirale propria dei soggetti © 0 jp ragionevole sono wn Soggetto capace di ragione © pereid| apace di universalita ed unieitA. La ragionevolezza & wpecta di ragione; Ia ragione invece & wniversalita ed anita di coscienza, Ja capacita del'universale, dunque, non solo non to- fle la singolavita plurale, che abbiamo vieonosciuta pro- pria del soggetti, come tali, ma non & altro che questa capaci dell universale siamo tanti, ¢ in tanto ne siamo ‘capaci, in quanto ci distingniamo dalla stesea universa- Jia; dime c'e anche nella lingua come nell'essere il arate che ne eostituisce la singolarita: noi Ta singolarita per sé non pud essere che singolarita, E questi singolari, in quanto singolari, son, in concreto, [exo delf'altro, e altro dell'uno, cio? ciaseuma @ i. Giac- ehé io non dico proprio altro che questo: la mia singola- itt del soggetto nel concreto essere; e pereid non ho phic fale. Non ho plurale, pur essendo singolare, cio® numer Jamente ed essenzialmente wno fra tanti, dei quali sano @, nella sua spontaneiti, un io uno; Faltro non & [ono che sono fo, pur essendo in reciprocita di rapporti fon me. Tl mio non aver plurale in quanto sono win di Fanti non vuol dire escludermi dalla pluralita, ma anzi [wuol dire chiamar me, come uno di tanti, a costituila 'p sono singolare in quanto costituisco il plurale, Ma in fianto costituisco concretamente tale pluralita, in quanto, proprio come uno di tanti, sono eapace di universalita, + quindi mi pongo in compattezza con titi gli altri, che lane miei alii. E questo appunto & esser ragionevale La egoitd pura, dunquo, che non sia soggettiva, 0 sia it che soggettiva, non potrebbe non negare me ragio- fmvole. Essa non sarebbe altro che Tastratto oggetto lmiversale di cosciensa. E percid quanda, con Fichte p.es., una tale egoita pura (non soggettiva percbé unica 10 Lavracoscrena ed universe) si& ammesa come Io, si finito ool negayy ‘quell’jo (capace bensi di universalita ma non universal i sf stesso in quanto io}, che par sono Is pit chiara te stimonianca di coscienza, e fui, senza dubbio, il punta i partenza dello stesso Fichte*. Si finito col negate, proprio perché lo si ¢ dovuto riconoscere come To uniep fssoluto; To, per tale posizione speculativa, non sono pi i-eapace di universalita, ma lo stesso Universal. La ply ralitt @ totalmente esclusa dalla eoscienza, © con tal fsclusfone (la sea riduzione a nogazione & To stesso che fesclusione) Ia coscienza stessa & perduta, Sotto questo aspetto pi coerente di Fichte @ Hegd, i quale almeno, nel suo rifugiarsi nella ragione antitetieg, csclude ogni soggettivita ed egoith ¢ riconosce cos! Tog. sgeltivitd della ragione Il vero @ che entrambi, per il loro gnoseologismo, non riescono a vedere la cosciensa concreta nella costitutiva sta Uistinzione, e Tuno la cerea nel soggetto clevandolo ad Aantitetica universalita, altro mel oggetto, riconoscende jn questo, che & veramente Vuniversale, tale antites dltuniversalita Ragione, che & antocoscienza del sop getto I To assoluto di Fichte; ragione che & autocoscienss AlelVoggetto Tautoconcetto di Hegel. Cosi dal! idealismo postkantiano nel'autocoscienza ¢ stata soffocata Ia distinzione (soggettioggetto) cost tutiva della coneretezza di coscienza, e si & ritenuta bi ragione idealistica come la Uiberazione della cosciens| dalla distingione di soggetto ed oggetto. Si credeva di ‘dovernela. liberare, perché non si vedeva tale distinzion| come intritiseea alla coscienza stessa, ma come la empi: Fistica © gnoteologistica opposizione della soggettiva eo} scienza alloggettivo essere Twos considersioni sono state ok svt a «1 poles de Mosh ta Kant a Fiches, TrimarchiPalorao, 1099 (0). E senza accorgersene I! idealismo, che voleva liberare |k ragione dalla distinzione di coscienza, vi portava di peso la gnoseologistica opposizione: questa. la. pret Gerazione della ragione dal realismo} Proprio laccet- [asione della empiristica opposizione, che questo am- [notte tra soggetto ritenuto coscienza e ogeetto ritensto jssere. Cost invece di vedere ed accettare la distinzione ntrinseca della coscienaa, si credeva di liberar da questa JGstinzione la ragione eome coscienza per eccellenza, la [agione pura, e si poneva questa, in nome di tale libera- sone come autocoscienza antitetica, Ma proprio questo bisogno di trasformare Ia coscen in autocoscienza, perché sia elevata a ragione, ci indica [diasamente, con la duplicazione (auto-coscienza) delia ‘xscienza, da una parte Iinnegabilita della distinzione fon- Jamentale della coseienza, che percid si cerca di ottenere Jiualizando la coscienza in sé stessa, e dalValtra la fal- Sicazione che si fa della ragione, quando, per conservarla toscienza comocchesia, la si rtiene autocoscienza, cio? la fi titiene cosciensa duplicate (now distinte, si badi bene). 1) La innegabile distinzione soggetti-oggetto della co- seienza (non vista per V'empirismo che riserva alla sola soagettivita Ia coscienza) si presenta come pura dualit ti indistinta coscienza (autocoscienza); B) tale dualita perché sia resa coscienza distinta, éintesa come autone~ ‘ativith (tosi-antites! di Fichte; autoconcetto di Hegel atto puro ali Gentile}; y) questa autonegativita & intesa tome ragione; 8) questa ragione antitetica siritiene eo- scienza miversale | Bisogna torare @ dare, con Ia coscienza comune, al Frio da una parte, alla ragione dalaltra il foro genuino valore: io, ragionevole, « percid soggetto singolare delta tosciensa concreta; a ragione universale, © percid oggetto unico della sessa\cosciensa concrta ue Vavrocoseirsza Se vogliamo quindi distinguere me da soggetto, il og. getto non rimane che come astratta rappresentaziony concettuale dell’ io concreto, ciad il modo di indicare i plurimo, i disereto, il numerico dei concseti io. I soggett, Siamo tanti, infiniti ia numero: mia io, in verta, sono uy singolare couereto, perché V'altro, mentre & soggetto come me, & un altro io, che io, nella mia singolasita, devo ne. cestariamente dit tu, pur avendo coscienza, ‘nella mig coneretezza, che egli ® un io come me, pur essendo un, altro. Quindi, altro egli da me, ¢ in quanto mi accomung ‘con Ini chiamando soggctto Ini e me, © in quanto dig 2 lui tu; ma: © soggetto, in quanto formante con me quella ploralita infinita che & la soggcttivita: «tu», in quanto attuante eli la sua propria singolariti, che, eon Ja mia, forma sempre quella ploralita infinita, che ¢ Ia soggetivita, e che richiede sempre quella unicitd uni. versale in sé, che & ragione ed oggettivita. Si risolve cost quel rompicapo di ogni psicologia © gno- seologia, che & la definizione dell’ io. To sono sogeetta singolare in conereto. Non devo quindi rinnegare la ple ima singolarith dei soggetti con la mia ragionevolezza. Quando io e Yaltro ragionevole ragioniamo tra nei, siamo certo entrambi capaci di universal, ma non pet que- sto siamo entrambi un ragionante solo, non per questo non rimaniamo due enti ragionevoli, non per questo ct annulliamo nella universaita Se il soggetto dunque non & autocoseienza (§ 37). non sono autocoscienza neppure jo, il quale, appunto. perché ragionevole, non sono che soggetto nell'attsazione della ‘mia capacith dell'niversale, ciot soggetto in concreto, To non sono soggetto autocosciente, ciot soggetto co- sciente di me in quanto puro soggetto. Questa coscienza imi sfugge e mi sfuggira sempre, per la semplice ragione cche non ¢'&, E quando invece par che la eerehi, io in- us | seco cereo ¢ trovo non me ma Dio: rifletto allora la cou qetczza nella trascendentalita religios: Dio © non auocoscienza Percid quell'autocescienza, nella quale si vuole vedere me puro, non & che una empiricssima astratta coscienza icologica: sono io, si, ma separato da Dio, dallessere e dal mondo: io, ma tuttalvo che ragionevole: io, perzo tnatomico © non pulsante individuo cancreto della co- seienza 'Se la razionalita non fosse che questo psicologismo ra- xionalistico, che & rinnegatore della singolaritt personale {kl ragionante per voler essere sublimatore di questo ‘id assoluta ragione, se non fosse che questo, il natura smo realistico, pluralistico, empiristico, nominalistico Javrebbe ragioni da vendere ‘contro di essa, Ma allora il Sngolare, costretto, a coglier sé stesso in quanto tal, ‘a proprio come il cane che voslia raggivmger con la corsa kh propria coda, Per aver costienza bisogna che ci sia i [quid di cui si ha coscienza, ciod Voggetto. Ciot io posso| aver coscienza, solo ricereando oggetto con 1a mia sin- folarita soggettiva, e cioe essendo veramente concreto frnon chiudendomi in me stesso sono certesea Concludendo: dobbiamo, adunque, dire non solo che ip ragionevole sono soggetto di coscienza, ma anche che questo soggetto @ quell io? Certamente, per quanto Je ue affermazioni bisogna che siano intese, ciascuna nel alore che pud avere, To sono soggetto, perehé non sono the Ia singolarita del soguetto eoneretizzata. Tl soggetto tio, perché la singolarith dei soggetti non pnd rimanere [stratta singolarith; Tesserei di um soggetto vuol dire Tesser conereto di quel soggetto. La singolarita soggettiva, adunque, richiede come sua oncretezza la individvalitd. ragionevole, me, © percid sono singoli, anche dove e’&ragione, ec" ®ragione anche a avrocasctssza dove vi sono singoli, La singolaritt plurale non pwd es sere esclusa dal campo della spirtualita, e percid oy ‘pnd costituire una negazione di questa. In questo senso [a ragionevoteara & concreta, ela concretezza ¢razionale, Si intendono quindi Je motivazioni profonde dei var razionalismi, ® cominciare, per fermarci nella filosofi moderna, da quello di Cartesio a finire 2 quello di Hegd Tniversalita ci coscienga aflermava Ia sua sovranit Denché costringendola solo nella forma conoscitiva. Ma si intendono anche le flee proteste, che sono state sempre Tevate, in nome della coscienza, contro Ja ragione ridotta ad un appiattimento della realta in una conoscenza 9 inattiva © pragmatica; si intende il grido che Pascal, Jn nome della coscienza, leva dicendo che il seatimento haa ragioni che la ragione non conosce; si intendono tat fli irrazionalismi, che anche oggi si affermano. Non @, come las proclama, protesta contro la ragione; & invece an reclamare alla soggettivith di coscienza la capacith di hniversal, la tagionevolezza, un rivendicare alla coscienza sia il singolare come tale in quanto capace di universal, Sia Te forme di ragione diverse dalla conoseitiva, in quanto ragione, universalita anch’esse. Caprrovo Serrmo, IL SOGGETTO UNIVERSALE, 40. II Soggetio universale in Varisco e Gentile. — » Quel [che anche ha inolto contribuite, a mio avviso, a far ca- dere delle persone dingegno nella dottrina dello Spirito sniversale unico, & che i filosof velgari spaceiavano una ottrina concermente Te anime separate le funzioni del Jima indipendenti dal corpo © dagli,organi, che nos potevano giustilicare a sufficienza Orbene questo, che era Vavviso di Leibniz al suo tempo, gon la dovuta modestia é anche il mio al nostro tempo. Da una parte gli spirtualisti han continuato a parlare i queste anime separate © di queste loro funzioni, che, in quanto indipendenti dal corpo, gia Leibniz condanna’ | dalValtra parte i positivisti han creduto di farne un fatto speciale tra allel special fatti, una certa categoria di | fatti con una propria scienza; i materalisti infine han sednto di ridnrre senza residuo questi fatti ad altri fatti, che sono tanto insussstenti quanto i primi. Tutti [costoro son oggi vi filosoft volgari» di Leibniz, che non sono giustificare a suficienza la loro dottrina del- fanima; e percid tutti gli idealsti post-kantiani hanno abbandonata questa falsa anima a sé stessa, © si son rifupiati, per dir cosi, neli'anima unica dell'universo, [ipostatizzando nell' Io trascendentale Ia unita sintetica [appercettiva di Kant. Questa inveee, abbiam visto, & [suscettibile di altro valore, e quello datole allontana. dalla vera scoperta kantiana. Bisogna duungue non abbandonare | quest'anima individuale perché falsifieata, ma ricercarne, * Laue, Conitraton sar Us dcrine dae sri uniezl (702, ly «Opera phlopica a cura ai JH. Erdaann, Sera 10, fp e700, attraverso © oltte la falsiicazione, Ia vera natura, Tesi igenza fondamentale di coscienza, cui essa risponde sem. Dre: abbsndonare bisogna la falsieazione e non Y'esigenza tessa falsficata, Ela singolarith spirtuale & esigenza insopprimibile, Cid abbiam mostrato nei tre capitol che precedono, Tn questo vogliam siprendere Iz quistione cel Soggeto tuniversale, esiminandola al lume di quello che la sogget= tivita e Toggettivita si son rivelate attraverso Yanalis critica che ne abbiame fatta, Quistione, che & sempre di sommmo intereste in filosoia, e che ora riveste une speciale fcarattere di attwaliti in Italia per il dissidio Variseo Gentile nella valutazione di tal Soggetto universe. E riprenderemo la quistione proprio da tale dissdio, facendo dda ess0 scaturire In soluzione che a noi sembra esatta, Gia il Variseo, in una prefazione * ch’ io ritengo sega il primo passo nella second fase del suo pensiero, seri. veva: «Non tutto ® chiaro nella filosoia della trascen- denza; ma in quella dell’ immanenza e'& pur molto di ‘oscuro, Vi sida, p. es, il nome di soggetto « qualche cosa, che non strebbe una persona, quindi non un sog- getto secondo Faceecione comune del termine, e di che ressino sa indicare i caratteri; mentre poi, equivocando, si traggono delle conclusioni dalla identita. del nome. E vero: noi possiamo (dobbiamo in certi casi) astrart dalle diversi, ¢ anche dalla distinzione, tra le coscienze personali; arrivando cos) a concepire un soggetto uni: 1B la pefasione a io Dono 9 La ara elt porcine it tive di Most Yb ob dap el mie lume wn atic. Tve Kan! ¢ Room (oR dS» 100, 2h 8 {ktsteseroe suns oorvrin a tn sagt, comaand inom at msi sappor cont ale Gvegesze el no pense dl ein quasi, punto d'imprtage ed ale mits conftasoe {Se tp verano «perma, ssn che lca puntos [Gi stam moa fx pons put come uaa voltae fark amos pe ieTragiont eit sigucato del mutameato* (i) rs vanusco © cesar 40 versale, un pensiero universale, ecc... Ma cid a che siamo nsrivati, ¢ Ia profonda radice della Teale, 9 un'astrazione J ota?» Certo questa ultima domanda ogg pit non porrebbe il Variseo, ma in questa suesposta esigenza di rendersi conto di quel che valga il Soggetto universale, presup- posto da ogni idealisme post-kantiano, sta il motivo dominante di tutta Ia sua speculazione posteriore, che Si pad riascumere nelle due domande: Trascendenza 0 jmmanenaa ? E se la seconda non soddisfa, come ® mat | possibile Ia prima ? Nell'ultimo lavoro 1, col quale il Varisco ha esaminata J dottrina del Gentile riguardo al Soggetto, il V. erode * Unie mote Riv. los 28.3, 8, goo mareo 020) ttn at are a apis pra wa ae Scho nla oron che hn pv col Gata) ql ntegrasone de ete pregadene dello wesio Varco el senso segura dell fence wm acta om fest penetra specaimento de chi ‘Sn abi malin dometicherr to pair del Vario gue cot uo muesnneta che fd ads La Taste nelle se Hoe ge 1) Faminssione (VI) dels comtradicione(¥) dea Slsoa (1) [cies units come Sopgetio averse (11; ‘or gual i sappors el sogetoindvideo cal Sopgeto ai ert? Questo rapport sor pub sere né dh asaluta fmanench| [Wtexn ns alta tenon GEL) Net env o Sopeeteo iverats pon sabe sggeto (Cait, 1), sarebbe sanebta eset indvbiate quae voce on pb iene soltanto CORT emplnico Oe Xi Ne 20 Sogutte wnierane bom sebe es Sto (at: 7) Game i deta rapport deve exer di tasendenen reais crn snl nt slo om alae In covenant DUN} ae a [te condone des viupp dela conocenea (IINIV), yack Tne Aside, jor eonscre soy nan ao, anche della me tat alta (I-IV): “ay aucrts tratendenaa teltva. & inlminaile (VIXVIM facto pane Dio git como Soggetto stint « asl amet oes [Edsiore to pone some tener dau odio, els ame i poter rispondere anche alla seconda domanda, che dalle sue indagini precedenti era stata lasciata Senza risposta. Gentile © Varisco convengono nel ritenere fondamento, ‘di qualsiasirealtA la conoscenza kantiana, © su tale fon. damento entrambi ritengono che sia reale, che sia ansi 1a somma real, il Soggetto universale. In questa somma realtd & naturale che il fondamento st identifiehl con cig che visi fonda e che quindi la conoscenza, nel suo soma complessivo valore, sia Soggetto universale. Essa porta 2 Dio come Soggetto universale; ma questo, a sua volta Ia condiziona in modo che le @ sempre intrinseco e la eo. stituisce tale, In questo, dungue, entrambi son daccordo) Dio & nella conoscenza, # ne costituisce Vessenziale fon. , amento, ‘Ma di qui, poi, per il Gentile, scomparsa la kantiana cosa in sé ¢ tidotta quindi tutta Vassoluta realtd a quella condizione trasoendentale dellesperienza, che era Vunith sintetica appercettiva kantiana e che si® venuta mano ‘mano chiarendo fino a lo « Spirito» dell idealismo at. tuale, i Soggetto universale, oltre questo assoluto va Jore che ha nell'esperienza e con Vesperienga, non ne ha altro; ¢ inversamente tutta Fespetienza come conoscenza non hia altro valore che quello che in esso si assume, IL ‘mets, porché questo wniverale non sath prodotts dl odes (GEV. fe rin eo ammetn! e he conieraion an soln temporaoea (XVID, ma 2} ch ¥" be wba consiirastone ‘tcheextaterporanes {XVII}. deve ametre che Bao ® stints ag ale sae "gusts io trscendente rlatvo on dev evry satamente sstemporneo tte pao) pr care atone (Sb), abe Dotensa impbeia nelfatoalt, st spogs on in melee da onaet prtclan (X3), qua portando sel Uo Ia oro moth ‘pomtanee, vf detominaan I eaalieh [) ss Vantsco & onriee 1st Soggetto universale, quindi &, si, non altro che espe- ienra; ma @ Yesperienza vera ed unica, non Vempirica Gi fat, di cose, di soggetti parventi nella loro pluralita Questa’ & pura’ apparenza, irvealtA; non ® esperienza, fl Varisco, inveee, pur acoettando il Soggetto universale ‘maturatosi dallo sviluppo idealistico della critica, con- inva per @ domandarsi: Ma io, in quanto mi distinguo | dall'altro, e quindi non sono Soggetto universale, sono fa pura vaniti, © non sono iavece anch’ io fondamento della realtA (esperienza kantiana) ? E allora qual rap- porto ha il Soggetto universale con me, che, per quanto particolare, pur non sono una irrealta, una vana, insus- fistente parvenza? Una tale quistione per il Gentile ron esiste, perché il soggetto particolare si risolve senza fesiduo in quello universale: io souo io, quando sono tniversale ed unico, Quando tale non sono, non sono io E dire + quando. @ in fondo dire una inesattezza, perché fo sono sempre universale; percié non v'@ altro che que~ sto Soggetto universale, che, ® naturale, non & quell io empiio, frazione della realti, che sono io, quando mi Fconsidero come non universale. Questa frazione della walt. non @ reale, ¢ pura parvenza, non esperienza, cio? non &, Di jo, quindi, non ve ne @ che xno, 41. Della amoissbilta dei soggtti singolari. — Vi &, udanque, un solo Soggetio, V'sniversale, o vi sono altri soggett, i singolari ? Perché si affermi un certo rapporto | di questi con quello, e quindi una speciale esistenza di quello al dia di questi, bisogna prima risolvere questa | quistione. Ma anche di questa non si pub venire a capo, se non si cerca prima di intender bene il soggetto. Que- sta critica del soggetto invece non é stata fatta © non sifa, D'ogni parte si cerea soltanto di trarre delle con lusioni da un presupposto eoncetto dogmatico di sog- sgetto. Concetto dogmaticn di soggetto, che si risolve 132 1 SGGETTO. USIVERSALE nella identificazione della coseienza col soggetto, © quinai finisce col far porre come soggettivitd la. coscienza Ore, inteso il valore dei soggetti nella loro purezea i soggetti, vediamo che tali puri soggetti non solo sono ammisibili eda ammettere come soggetti singolari nella Toro pluraita (dite soggetti particolari ¢ empirismo), ma rnon Sono ammissbili altrimenti. Ed essere soggetto sin- golare non @ affatto lo stesso che essere soggetto tnico Giacché Ia singolavita.¢ Vonita disereta costitutiva dell, pluralita. Se dimentichiamo questo valore della sogget. tiviti, ogni nostro discorrere non si raccapezza. pit, non hua aleun senso. Soggetto concreto, sappiamo, ¢ Tente‘o, che, in compattezza di coscienza, si teova di fronte ad altro ente, che @ anche ente-o, © a ui per cid gli dice ‘tus, sostenuto in tale compattezza dalla unicitt del Voggetto universale Or messo che la eonoscenza sia pit che lempircita, come V. ¢ G., d'accordo con Kant, entrambi ammettono, 1 soggetto, inteso come sopra, ha un valore soltante ‘empitico ? Se 2 vero che ogni esperienza non & pitt tale, ‘che ogni conoseenza anzi ogni coscienza svanisee, quando si abbandoni la concreta singolarita individua ‘del sog- setto, dobbiamo ritenere che esso non ha soltanto un valore empirico. A questo proposito mi pare conclusiva « stringente la eritica che fa il V., e pit stringente mi pare 12-dove non fonde e non fonda questa quistione sa quella delia temporal, Noi abbiam visto che i soggetti, nella loro pluralita singolare, sono un distinta della diz stinzione costitutiva dolla coscienza pura. "11 Gantt dic ra (a Disa etgion, Bites, Valles, 1920, 48) che cBuogna asermate i sagt biagea ure asia ogee: mu melo tec tmp ayelnge che sil arto I elt ante ea appunto pet usta presppost fentcasione del set ca ia estan, Tagua ola & ta sels, F Asst soscntst stscotart 155, Inoltte Tassoluta immanenza soggettivistica © & asto- Jta soppressione della distinzione tra apparenza. fen0- sence realtasostanziale almeno net senso in ex questa | kistiione era prima intesa, o non si pud pit sostenere fume assoluta in quanto soggettiva. Ora ritenere il sog- fatto singolare come pura parvenza fenomenica & ritor- jare all distinzione kantiana tra fenomeno e cosa in sé {he ci sidica infatti che cosa sia questa cota in sé che vive acl fenomeno, ¢ cio’ che sia To trascendentale, non basta, {quando poi si svaluta il fenomeno perché empirico. In fale caso ci contraddiciamo, perché tomiamo ad una | cosa in sé che non si manifesta: I’io singolare & empiricita iasussistente, ® negativita. E dalla contraddizione 1’ im- -manentismo soggettivistico non esce, se non negando la [cosa in sé anche come To trascendentale, ciot ponendo J questo nel fenomeno, © quindi elevando il fenomeno [rome tale ad To trascendentale, Né ¢ Jecito non uscire ‘halla contraddisione, perché tutto il ragionare anche di oloro che negano il principio di non contraddizione, ¢ fosi affermano Yassoluta immanenza soggettivistica, si fonda su di esso, se in realtA tal ragionare viol dimostrare fa qualche cosa © non una qualche cos‘altra, Non @ faro infatti il caso di trovare i contraddittoristi ad in- wcare explicitamente proprio la non contraddizione a sostegno delle loro doterine T soggetti singolari, adunque, non solo sono possibil, ‘ma sono (li unici soggetti che sono richiesti dalla co- seienza, e senza dei quali Vesperienaa ¢ la conoscenza non hanno pid alcun senso, ¢ Ia eoseienza non & possibile 42. Inamoissibilitd della vorischiana trascendenza re: [letioa del Soggetio unicersale. — Meosso cid, possiamo ancora affermare 'esistenza del Soggetto _universale tmico ? Che si possa e si debba affermarla, perché espe 34 1 Soccerto UNIVERSALE rienza sia possibile, Variseo ¢ Gentile concordemente ammettono, Ma io eredo che, quando si ammetta questo, Si devono negare nella concretezza i soggetti singotari; ¢, in secondo Inogo, quando par questi si ammettang jn nin qualche moda, si deve nogare la relativita dell trascendenza del Soggetto universale di fronte a lor, TInfatti se soggetto & il singolare, e se il singolare ¢ imniversale ed unico, che cosa pud miai essere questa sin folarita. plurima dei soggetti? Se Ia realta & Soggetto fmnico universale, noi, quando et diciamo distinti Tune dall'altro in quanto soggetti, non siamo realta, nom siamo, In breve, In. pluralitt non pod esserci, quando si eleva, la singolavita come tale @ Unicita, E vano & ogni stor per far nascere tale pluralitt da questo unico che sure: fiziamente I'ha annullata, quando ba usurpata per Ja singolarita, I} singolare come unico non & che Lanna lamento della plaralita e qnindi anche della singotarti che da questa ® costtuita. Pereid, se if soggetto (il sin: glare} é nico, e questo unico é il reale, il plurimo, in ‘quanto tale, non pid essere che irreale, pura parvenza, nnegetivita, Se c' @ dungue il Soggetto universale unico, evonsi negate nella concreterza i particolari soggett fella esperienza, i singolari soggetti della coscienza pura, ‘Ma, rimettendo a poi tal discussione, si ammetta per ora, come il V. ammette, che in qualche modo abbiano csistenza e i soggetti particolasi,e il Soggetto universale, Concesso provvisoriamiente questo al V., pud il Sogeetto luniversale non essere del tutto immanente nei soggett! cosiddetti particolai, cio’ non risolversi in questi senza residuo, come appunto crede il G. ? ‘Ammettere che non si risolva, come ammette il Vi fo credo sia abbandonare, senza possibilita di riconquista, Yunico fondamento possibile di ogni dimostrazione, la conereta cascienza, Se questo essere & Soggetto, che com: EA TRASCENDESZA RELATIVA 15 pendia ta coscienza nella sua singolarita uniea, ritenere [the esso non si esaurisca nei soggetti particolar, con cut guesta singolarita si attua, e dargli invece una esistenza, jdstinta da essi e superante T'esistenza loro, 2, volere 0 fo, Tinunziare alla coneretezza della coscienza, | Infatti, oltre questo insieme di soggetti di casciens, [a sarebbe qualeosalvo a determinare Velevarsi di questo Jinsieme » a Soggetto unico, distinto e, almeno in questo fequalcos’ altro s, separato da tutti quanti gli altri. Se questo qualeos’aitro non ci fosse, ¢ chiaro che il Soggett [miversale ci sarebbe, ma sarebbe immancate, E questo qualcos'altro, in fondo, i V. pit © meno esplicitamente jymmette, quando parla di trascendenza sia pute relativa JOr questo » qualeos‘altras, che determina la soggettivita frascendente dell’ Universal, non pad essere la stessa| frratteristica che determina Ia soggettivith dei soggetti [prticolar, perché, come abbiamo noi esplicitamente [rsto e come @ implicito nella dottrina stessa del V., tale faratteristica ® proprio Ia singolarita plarale, eke viene [sclusa dal Soggetto universale. Se questi avesse la sog- pettivita con tale caratteristca, eli non savebbe pit i [oguctto unico ¢ sommo, ma sarebbe un soggetto tra Joggetti. Avrebbe perdata, insieme con I’ universalita jmica, anche la speciale trascendenza, Tnoltre, ammesso anche che questa caratteristica della oggettivita non sia Ia singolarith molteplice ma la cen- festa in quanto tale, unificavione, © che questa nif Jezione nom si riduca puramente e semplicomente a quella larita (ammissioni queste, che entrambe, iescono Jiaccettabil), non per questo riusciamo a sottrarre il [Soggetto universale unico, se distinto dai scggetti sin- Jplari, alla necessit che abbia una caratterstica diversa ia quella di questi ultimi; giacché 0 la coscienza, che io souo in quanto soggetto, ® questa universalith de! sog. 136 1 soccert0 agetto unico, ¢ allora io non sono pit soggetto singolae, il Soggetto universale non & distinto da me, sono To, (© invece io ho coscienza in quanto sogeetto singolare {uno di tanti), © allora Yaffermazione del Soggetto uni verse distinto da me non pud essere fatta che in bas tuna caratteristica che trascenda quella che caratte Fiza le soggettivitt mia, Or questa. speciale caratter stica della Soggettivitd universale sara sempre una asso Ita incognita, che si porra al dil. di ogai mia esperienz, conoscenza, coscienza, © sarh quindi tale da esser rin negata nel momenta stesso che & affermata. Dio, per. sona distinta da me, o o ingenuamente lo fingo come te, fed Esto allora diviene il personale Dio pagano, tutt’alte che tnico ed universale, ma vivente in dimestichezza {eterminati rapporti con me; o io voglio, per un pretey tio atto ai fede, che sia Soggetto Unico oltre me, ¢ a Tora non mi resta che affermatlo come un «di Hs, che nay imi consti aflatto nel «di qua, cid, in elettiva. vert, jo non affermo affatto quel edi lis, perché ogni aff. mmazione bisogna che abbia wn sia pur minimo signif. ccato. Affermare Ia personaliti, © non sapere, in. modo assoluto, quel che si intenda affermare con tale perso nalith, € non affermare. Affermare, dunque, la personal {i Dio @ non affermare Dio; & nogarl. Non & quindi possibile affermare anche approssimati- vyvamente la trascendenza relativa di Dio come persona Al massimo rinscitd. a porre nello stesso tempo che Dia trascendente me, anche me trascendente Dio; e per alt via, quindi, avxe di nuovo negata Ja speciale universlith fe la unicita di Dio come Soggetto, Jo mi exgerd come Persona anche di fronte a Dio, det quale non so quale sia mai la personal, Infatti 1" Unit universale, implicita in me soggetto singolare (Xi), pesmette e richiede che io traseends Ffaltro soggetto singolare: «ciascun individuo & per ciaseun altro un trascenclente relative» (XII), L'unificazione delle | rscienze individuali, a qualunque segno arrivi, & sempre asciale; io non soffro il dolore altewi, per quanto ne fofira (IX). Gra, quando questa Unita, implicita in me, costituisce, essa, Soggetto distinto da me, in cui & implicita, non pua comprendere me in quanto io trascendo Taltro soggetto singolare come me. Se infatti compren- [esse me in quanto trascendente relativo dellaltr, sic- Jsome essa é implicta in quest‘altro (come in me), fo non servi pit trascendente relative ai fronte a quest altro, ¢ Jcosi reciprocamente; cia? Taltro avrebbe come suo do- fore anche il mio, E allora se il Soggetto universale, eo- situito dalla Unita, non puo comprendere me in quanto fo trascendo Talteo soggetto singolare come me, anche Esso sarebbe, 3 trascendente relative di fronte a me, [ma anche io sarei trascendente relativo di fronte a Lu Jo non proverei mai la gioia divina, ma neppure Dio [entircbbe la mia. E quando Dio fosse in questo rapporto on galt, soggett, in che cosa mai si differenzierebbe questo rapporto da quello che corre tra i soggeti singo- Jici? E, non differenziandosi i rapporto, non verrebbe [Dio a porsi come uno tra i soggetti, unifeato con tutti foro, ma trasceso da ciascuno di loro ? Per dare a Dio juna personalita distinta, Tavremmo perduto come Dio, invece di guadagname la trascendenza, 43: Critica dela soggettivita del wniversale. — Ma. se la trascendenza relativa di Dio persona & ineoneepibile, ‘hon & meno inconcepibile a sua assoluta immanenza. Che anzi proprio questa ultima inconcepiblita. mette il V. in condizione di tentare In soluzione del problema ‘son una trascendenza telativa. Infatti, oppone il V. al G.: «Se voi fate Soggetto lessens wniversale e lo vidueete allunita delle coscienze individuali, dovete accorgervi cche cid a cui sicte pervennto, “‘non costituisce una eq. sciensa ‘una’ paragonabile a quella di mn individu, non costituisee wn soggetto, parché soggetto, se non, significa individuo consapevole, non ha pit. nessun si gnificato’” (IX). E, perehé costitnisca un individuo con. sapevole, bisogna che abbia wna individualita sua propria Luniversale, se puramente immanente nei soggett, non, © per suo conto un soggetto. Se soggetto 2, bisogna che Jn qualche modo superi con questa sua distinta sogget- tivita questa. immanenaa, Porte adunque la soggettivta dell'universale & porne la necesita della traseendenzay TL Soggetto unversale, dunque, non riesce ad essere ni trascendente né immanente di fronte agli altri soggetti Bisogna percid esaminare se, a prescindere dalla tra: seendenza 0 dalla immanenza, la soggettivita. dellani. versale @ richiesta o almeno consentita dalla. coscienza, ‘Ora, anche prescindendo dalla interpretazione perso nalistica che T'idealismo soggettivistico post-kantiang (Fiehte, Gentile) ha data alla appercezione sintetica Kantian, il V, ritiene di aver approdato a una nuova prova della soggettiviti delluniversale. » L' Unita, gti fice (VID), essendo condizione cost deg individu che ei loro pensieri conereti, non pud essere che il‘ Soggetto universale'. Infatti: Je unita di penser, di cui ei consta all infuori della -rifessione flosofica, sono git individni, ‘ossia dei soggetti; I’ ipotesi che Ja Unita sia Waltra na: fara @ dungue arbitraria, e d'un signficato problema- tico «+, Liessere universale adunque, non pud essere og- +B quote sppunto Ie asovadecss pase ce Vase tegen ai ce pri iets «inten cos o ‘Sure de ats smsanents, ma ss tle ese, saree opto, non 35 Scr nog Og nn pe sie sh enmca 159 Fagseto; perché Vesprienza, ai eui € "Unita, in coereto Feonsta di unita individvali che sono soggetti Non ci feilta unit data natura Ora noi abbiamo prima dimostrato che queti individ perché in conereto'siano soggeti, devono avere intine [<0 Voggeto: cid esge il loro essere individ: coscinti. Se la coscienza siultasse soltanto di soggetti_ nella scrote esistenza ed attivitd loro, io soggetto non potel sscolutamente wscire dalla mia chinsa individuale co- frenza, © pescid non ci sarcbbe affato coiciensa, perché fire coscienza ¢ dire uscita dalla puntuale chinsa indi- iualita soggettiva 8 la stessa cosa, Percid «I potest [the T'Unita sia dalire natura che soggetto. sarebbe fanto arbitraria, quanto Tipotesi che essa sia alta satura che oggetto. Ma & vantagglo della prima jpotes, Feioe dela oggettivith della unith pura, sta il fatto che, quando noi eerchiamo di intendere questa conereta co- senza soggettivo-oggetiva, vediamo che in questa con- Fectezza il soggettvo ® plurale, ed & inveee usico Tog- [getivo, E quindi arbitcara e ingiustficata sarebbe sol- fanto Ta seconda ipotesi, che cio’ Y"Unith sia di natura sosgettiva Pesd contro VoggettivitA dell! Essere unico, assoluto ella sua unicith, starcbbe sottanto Ia dificelta che con | nolta efficacia e chiarezza ha ora il V. formulata, e che [+ utile siportate integralmente: « Accettandola (I ipotesi [che Unita sia d'altra natura che soggetto) si fanno dipendere le leggi da una x, che, non essendo consape- | vole, sara un oggctto, E si noti. L’ Unita ¢ il fondamento | vero, ultimo, delle loggi. Ma V individuo ha bisogno, peri deve eee trscnente, quantunque ot wao tascendensa per innalzarsi alla Unita, di un fondamento primo (tae rispetto a Iu). E il fondamento primo non avrebbe va. lore se non coincdesse con Y'ultimo. Posto che Iultim, T Unita, fosse un oggetto, anche il primo sarebbe oggetto. Mentre si & visto (IV) che il fondamento prime, elle leggi & 1 individuo: un soggetto» Ora i punti capital, che bisogna aver presenti per chiarire Ia quistione e superare Ie difficolta, sono ise. ‘guenti: 19) Soggetto ed oggetto, nella loro purezza, non sono concreti, cio’ non costituiseono né due separate eterogence coneretezze (lo stesso supporre queste & ne. ‘gare la concretezza), né due forme della diversta; 2) ess sono i distinticostitutivi della coseienza; ;9) neppure & da Cconfondere soggetto pura con eoscienza, © oggetto puro ‘con non-cascienza, giacché Ia coscienza, appunto perché, distinzione, & soggetto-oggetto, ed & concreta; 4") se 09m sapevole non si vuol dire Voggetto nella sua porezza di ‘oggetto, allo stesso titolo non si dovrd dite cansapevole neppure il soggetto nella sua purezza, perché consape. volezza é lo stesso che coscienza concreta, © coscienza conereta distinzione di oggetto soggetti, ‘Questi punti a me sembrano risultare chiaramente da quanto ho gia dimostrato (Cap. HT, IV, V, VD). Ore, quando tutto cid si abbia presente, si vede, che, com Toggettiviti dell’ Essere unico, non ‘si fanno’ dipendere le leggi da una x inconsapevole, giacché Voggetto 2 tanto appartenente alla coscienza, quanto il soggetto, Ese possiamo, in un certo senso, ritenere x Toggetto puro, ‘lobbiamo, per Ja stessa ragione, ritenere x il soggetto puro; giacché nessuno det due & mai, da solo, coscienza conereta, Coscienza, ripetiamo, 2 individuazione, ¢ di questa soggetti ed oggetto sono, entrambi, distinti fon: damental Distinti fondamentali, che, appunto perché ‘condizioni intrinseche della coscienza che non si pub ascendere, non sono, come tali, inconsapevoli, ioe [negazione di coscienza, ma sono essenziale sapere del loro fesere: Tuma (I Oggetto puro) Principia, Valtea (i s03- ‘ttl purl) fermini della conereta cosciensa (che non & [mai autocoscienza, §§ 37-38), da essi costituita come in- HSividuazione, Questo fondamento delle leggi adunque Jari Oggetlo, ma non per questo sari non consapevole, fstraneo alla coscienza, non coscienza 1 Né eke dvr ite ai igen oS, lo et Yep ata 9 anc come pt tar. be emptor « ato enon to si am [Seip pres Mawes cstanpoae Tan pin feo mt rs vc quant Geta vl quis, fo [Sino soe pone ni ss dante ere eh sin rela srt yon ie ge Fann ana rode sh coves exo } Tiron an ping, sos prone. el mancto sept gn cop, ke dep i sul os [Slot ri sel dns ape chef pte ye sin mma rf ve En cotton det ars eee es [Serta son ar © oe ve frm es ren 5h Soovsnceenoemene nts ¢ Faeroe dee mes fs Sign sce ect te eo msi esta Sot Sins ns de i Infnnccn pout Seat tose gun nan setts agen anaes ape Prune ca la poping pense Gh Sper tn ee es ene sat 9 [ira ais yao ain cote ot etaapi cp Sollee een gute von etn woe aya ana new in foct leas pnt betes aaa: [str ee smanre tri, che pes ass cot Stoners © pe Taman ocs sues osc spe Mrs coupes ore "unaeente’ ees Tans nents n see tw Be appt cc one core fs hp toe sabea tka Savane espns ise 62 1 S0GGETTO UNIVERSALE Comungue, il V. dice che questa unita somma ed unica, questo fondamento ultimo delle legei ® necessario che sig della stessa natura, di cui il fondamento primo di esse, che @ Vindividuo; giacché il fondamento primo non avrebbe valore, se non coincidesse con T'ultimo. Ora cid che qui trae in ingenno non soltanto il Varisco (che ansi gli & forse V'unico che meno si é Tasciato trarre, © pit hha indicato la via. che mena alla seoperta dell’ inganne), ma tutti coloro che ammettono il Soggetto universle imnico,¢ Ia confusione del soggetto puro, che & un distinto della coscienza conereta, coma stessa coscienza concreta, soggetto-oggetto. Quell' individuo, che iV. dice fondamento primo delle loggi, ® quest’ultima, la costiena conereta, cio® i saggetti che in conereto richiedono Vog- getto, e che percid potremmo anche dire oggetto, quando ‘quest’oggetto intendessimo anch'esso in concreto © clot Immanente nei soggetti, cost come i soggettiintendevamg compatti dal'oggetto, Che anzi proprio sotto questo aspetto di compattezza il V. dice il soggetto fondamento dllle leggi: «la necessita logica non pd avere i so fon damento che nell’ individuo...; non riconosciamo la ne. cestta, se mon ce ne rieonoseiamo nevessitati», Come ‘vedesi tn tal soggetto fondamento delle leggi sono quel soggetti singolari bensi, ma che sono soggetti di un og 4etto universale, e sono fondamento delle leggi proprio in questa Toro ‘conerotezza di individuazione dell'uni- versale e non in quanto schiettamente singolari. Ea ecco ‘appunto come e perché coincidona il fondamento primo ed ultimo delle Ieggi. L’individuo plurimo, ma dell essere ‘universale in sé, ovvera Vessere unico ma oggetto di ttt i soggetti {in breve, Tessere della cosciznsa) ecco il fom damento primo ed ultimo delle leggi e della realtA in breve della fenomenica natura) Se poi intendiamo come fondamento primo ed ultimo quel distinti soggetto ed oggetto, che, abbiamo visto, cximiea 163 sono le condizioni trascendentali della coscienza, allora fssi non devona e non possono essere identificati, senza che uno dei due nom sia soppresso, ¢ non sia guindi esa olla la stessa coscienza Tl vero & che tutta questa concezione varischiana pre- suppone a fondamento la. gnoscologistica opposiione del soggtto come coscenza e dell oggtto come non cosciensa (ela | x, che non essendo consapevole, sark un oggetto 1). E on tale presupposlo non si pua vedere il concreto, non si ud salire alla distinsione cosstutioa della coscienza, non 1H pud scoprive Dessere della coscionsa Abbiam visto che, falsando il vero valore della critica, | Kantiana, il pensiero filosofico posteriore ad essa ha posto | a sintesi,¢ cio’ la concreta coscionza, come attivith del soggetto, Si 8 detto: I'wio penso™, che & la condizione | somma ed unica di ogni esperienza, @ Vatto che in quanto | soggetto io faccio; e, siecome ® Yatto della universale conoseenza, in realta il soggetto vero, cid il soggetto che @ sempre o assolutamente soggetto, & unico; il soggetto 2 universale ed unico come il suo atto, Noi abbiamo gi rostrato come tale svilappo dell’ idealismo kantiano annulli it fondamento di questo, e quindi, in definitiva, fannulli anche se stesso, sopprimendo la coscienza. | L’vio penso», invece, @ concreta coscienza, che non ® affatto il prodotto di quella astrazione della'coscienza che @ il soggetto, ma é la natura stessa della coscienza nella sua individuazione delloggetto in soggetti, del Principio in termini, Principio ¢ termini, ped che non ‘econo dalla coscienza, ¢ percid, presi in una assoluta | separazione, sono astratti. E se’ primo ed ultimo pren- diamo anche essi astrattamente come separati, il primo zon pud essere ultimo; il primo che & T'ultimo, il primo conereto, eio® il primo non separato dallultimo. Se ine tendo quindi come primo fondamento delle leggi quella 364, 1 soncetro unvEnsite costrisione della mia individualith, ch’ io sento quando ri riconosco necessitate, e di questa costrzione io vedo soltanto Ja singolare potenza ch’ io sono, I’ individuals spontaneo ma vuoto (0 vuotato) potere ch’ io sono: se cosi intendo questo primo fondamento, & chiaro che essa zon sara, non doved essere ultimo. II quale invece, sari 4 Principio del primo, cio’ Yuniversale ed unico Essere in sé, che immane nella soggettiva singolarita 2 costi- tuirla ¢ renderne possibli i rapporti; sara quindi non la soggettiva puntualita delfessere in relazione, ma la sua, diffusa unicita come essere in sé, che, per se solo, non, poteebbe essere Tl primo che & V'ultimo, & il primo che non st separa dall'altimo, Concludere quindi che individuale soggetto deve essere ultimo perch individuale soygetto é il primo, ce nello stesso tempo dire che Tultimo ¢ un soggetto di- stinto, in quanto tale, dal primo, separate dal primo per un suo proprio carattere (trascendenza), & prendere prima i termini primo ed ultimo nel loro significato con- creto e quindi nella loro piena fusione, ¢ pot trarte delle illazioni dal loro signifcato astratto, ciod dalla loro asso- lata separazione. FE quindi, st, individuale soggetto & il primo, individuale soggetto é Yultimo fondamento delle leggi, ma sempre lo stesso individuale soggetto; cod i soggetti conereti della coseienza dell’ Unico, Ma, quand il primo mi fate plurimo nella sua concretozza, ¢ ultimo, invece, me lo fate unico nella sua propria ed esclusiva trascendenza, bisogna che poi vi decidiate a dare al sog- sgetto in quanto tale o la singolarita molteplice del primo © fa unicita universal delPultimo. «To, direbbe il Gentile, sono su quest'ultima via, giacché ritengo imposible, proprio per lo stesso argomento che voi mi date fra mano, Datterle entrambe insieme, Appunto perche il fondamento ultimo delle legi 8, come ha scoperto Kant, il Soggetto universale, il fondamento primo, io, non devo essere che cuca 265 questo. La pluralité 8 Vapparenza del soggetto, il suo vero essere @ Tuniciti, Jo quindi (Io astaluts) sono io. Non trascendenza, né assoluta né relativa; ma immanenea, {dentificazione piena di io ed To nella unicta 44, L’equivoco della uaité: Singolarita ¢ Unicitd. — Con- ‘ro queste alfermazioni che farebbe il G., per®, insorge Yesigenza che tutti sentiamo del plurimo nel concreto, insorge la coscienza della singolarita di ciascuno di noi Che siamo Tuno e altro, non pud essere pura parvenza} ® profondo © concreto essere anch’esso Dobdiamo dunque prendere Yaltra via © sinunziare alla soggettivita dell Universale ? Gia da quanto abbiam Getto, non rimane possiblita di scelta; ma perché la ri sposta riesca pit Iimpida e persuasiva, dobbiamo chia sre ancora un po’ la natura del soggetto, liberandola alla equivoca concezione che se ne ha, quando Ia st in- ica come wnité di coscensa a parola unit, infatti, ¢ attribuita sia al soggetto che allogeetto; cio? sia al singolo, che & termine di ine Gividuazione perché soggetto individuale di spontancit2, che all'unico, che é il principio della individuazione sog- gettiva, perché oggetto universale di ogni spontancit E unith di coscienza anche Tuniversaliti oggettiva Ora T'unita di eoscienza che costtuisce la individualita soggettiva, sia che si prenda come astratta singolarila, sia che si prenda come concreto individuo, in eui si mol- ‘iplica VattualitA wniversa dellessere, ha sempre il suo valore nella singolarita, che nel primo caso concepiamo Jn un astratto concetto, nel secondo sappiamo nella piena, coneretezza. L’uniti di coscienza del soggetto, adunque, astrattamente & wna wnild, conerctamente 2 tna indivi Atialita, sempre un singolere; in miun caso & fe snitd, cio? pura unicita 365 1 soacerto univers ‘Questa & soltanto delfoggetto. Mentre quella che di. ciamo unita di coscienza del soggetto & sempre singolaita, Vanita di coscienza delf'oggetto & sempre unicita, sia che, trascendendo a coneretezza, si cerchi di coglietla come Ja trasoendentale sostanza unica dell'essere, sia che la si sappia come Vimmanente principio universale. Perc tale ‘unita di coscienza costitutiva dell oggetto, trascendental mente ¢ Tunicta, concretamente @ f'universalitd (anicith in tutti); in nian easo & pura singolaita. L'unita di eo- scienza costitutiva deli'oggetto, adunque, non & Iunith i coscienza costitutiva del soggetto. L'uniita oggettiva non @ affatto né una unita numerica né un numero com- plessivo; essa non ha niente da fare col numero, del quale inyece 2 eostitutiva In singolaita Or, quando noi diciamo, come, in breve, il V. dice ‘ogni soggetto ® unit, ¢ ogni unit & soggetto, dunque ‘anche quella speciale Uniti, che & universale, & Sog- getto, noi non poniamo mente a questi differenti valori della patola unita. L’equivoco verbale ei fa confondere i valori spiritual. Che ogei unit sia soggetto e ogni sog- getto sia uniti, ¢ vero se prendiamo la parola unita 0 nel senso di singolarit, di un ciaseuno (pura soggettivitl) © anche nel senso di un concreto individuo (soggettivita conereta); non & vero affatto, se la prendiamo invece nel senso di uniciti. Ora invece quella speciale Unith che & Funiversale, in tanto @ una speciale unit, in quanto appunto @ unieitd. Se non é uniita, non ¢ universale non © nulla. E allofa Yessere i soggetti unita e le unith sog- Betti, non dice mula riguardo a quello che pud essere una unit che & tuttaltra cosa. Si pud, volendo, discutere quale sia la vera unitd, se I’ unita numerica oT’ uni cita senza numero, ¢ cercar cost di eliminare 1’ equi vyoro verbale; tna confondere Y'una con Faltra non si pud, tanto meno si pud attribuire all'una la natura dell altea, 45. LUnica von & soggetto, — Si pub obbiettare: «in “concreto cid che a me consta, non @ la mia astratte sin- golaritd, ma la mia concreta individualiti. Non mi ci- ‘ulta che ci sano altri modi di unificazione della coscienza {Questa per non pud non essere coscienza una, oF sup- ‘porre questa unit della coseienza di natura diversa da quella individualita. che soltanto mi consta, @ una sup- posizione gratuita, Ch’ jo non abbia la coscienza imme- fists, diretta, immanente, di quella individualita che eostitnisce quella suproma unita di coscionza che & Dio, ron vale a farle negare quella natura di individualita ‘che, unica, mi constav ‘Questa abbiezione non terrebbe conto pieno di quanto | abbiamo testé detto, e poreid discuterla vale approfon- tire quanto si& dimostrato. Che in conereto di me consti | la concreta individualiti, @ indubitato. Ma, quando io vvaglio comprendetla, pongo capo a. due distinti di co- scienza (che non sono condigioni limitate, temporance, © neppure estrance alla individualita stessa, ma costiti- tive di essa): il singolae, e unico. Entrambi non mi constane, s© aon come condizioni intrinseche di quanto ‘eonsta: entrambi, esplicati separatamente I'uno dal- Traltro con Ia rifessione, sono coscienza trascendentale, Ja quale rende concepibile da me uomo la coscienza con- ‘reta, ¢ perc, nel limiti in cui la loro indicazione & di mostrats, ® tanto inoppugnabile quanto la stessa co- scienza conereta. Ora la coscienza unica @ appunto un dlistinto della distinzione costitutiva della coseienza stessa sso & imprescindibilmente richiesto dalla mia stessa in- vidual, ma richiesto appunto in connessione con- freta con la richiesta singolaritd che io affermo in con- roto con Ia individualita singolare mia. Dire invece che anche es:0 unico non pid non, essere per suo conto, una individualita, perché non mi consta altro che V indivi 368 1 SoscErTo UxIVERSALE dualita, & darle un valore conereto, e quindi anche ridurre il conereto a questo unico termine trascen: entale, annullando Tattro e annullando quindi me ¢ tutte Ie altre concrete individnalita singolas: annullanda quindi anche Ja stessa individual uniea in cui la si @ voluto chiudere, giacché ad essa mancherebbe il singolare plurimo che @ indispensabile all'essere individuale ‘Con un procesto analogo, cio® dando valore concreto allaltro termine trascendentale, la singolarit, si fnirebbe col dimostrare Ja necessiti del ploralismo. Si direbbe infatti: non v'é altra forma di coscienza che quella ine dividuale det singolo, 1a quale & necessariamente plu- ima; percid quella che diciamo coscienza, realt, non pup essere che fondamentalmente plurima anch'essa: Init del reale @ un mito, in verita essa non vi & La vert vera invece & che anche questo pluralismo assoluto, che crediamo div pensare, non To pensiamo affatto, perché anch'esso annulla la coneretez2a e quindi gli stessi sin- {golar, annullando I'uniita, che condiziona la singolarita, plorale in quanto relativa. In entrambi questi modi di ragionare si pecea, perché si eleva a coscienza concreta un distinto di essa. Inteso cid, dobbiam dunquo rifutare Ia. soggettivita all’ Universale ? Al puro universale in quanto tale, s, senz‘altro; e per la semplice ragione che attribuendogliela Jo neghiamo, Io riduciamo un singolare, e neghiamo cost tutta Ia coscienza, 46. I! Tuto come Soggeto wniversale. — Ci si pud an- cora obbiettare: «Sta bene. L’ Universe, quale voi Vintendete, non pud essere Soggetto; sarebbe una sin- golarita anch’esso, e quindi non sarebbe pit unico. Ma ‘qui non trattasi delluniversale astratto, In conereto ¢'&, sto no, tn Essere pieno? Liessere concreto uno? ' x69 Edbene questo Esteve pieno, questo concreto Esere ‘no, questo direbbero concordemente Vatisco e Gentile, 2 Soggctto. E si pud die questo il foudamento di ogh! dottrinaidealisia v E il Varisco potrebbe anche aggiungermi: » Voi stesso, quando io appunto, non vedendo ancora ragioni sufficient per ammettere una trascendenza rolativa, dicevo che in fal caso I'Essere in universale non poteva essere che agetto, voi stesso credeste dimostrarmi che T Essere jmmanente ha e deve avere, nella picna concreterza sua, valore di soggetto», E infatti, elimino subito la quistione personale, Var- gomento ad hominem, quando io esaminai altra volta > Ja quistione del Soggetto universale, ero, si pud dite, pelambito del comune idealismo post-kantiano © con [temporaneo, e quindi del comune gnoseologismo, ¢ ciot sredevo che non si potesse parlare di una realta come coscienza, se non risalendo ad wna attivita soggettiva tniversale ed unica, e, pur sentendone forse gid un certo intimo disagio, anch’io, con gli altri, identiicavo eoscienza con soggetto. E percid, da una parte, vedevo nella con tretezza dei soggetti particolari, quali erano ammessi dal Varisco, una dificlta gnoseologica, e, dallaltra, nella toncezione dell’ Bssere conereto universale, mi avvici= havo allo Spirito assoluto di Hegel, al Soggetto unico del Royce © a quello del Gentile, per quanto cercavo insieme anche di salvrae la concretezza reale dei sog- gett particolar. a ervcendensa relates del V. for non ecde questa unith soseetton deere conte, Ia quale i conse dalle. Nem ls weinl, perch Di. che & Al soggtt. pur tnd tlt: Inent trscendnte com gusta rus pols sngetaviy snanente, opie come Dio wes. nel soggt arta, covttcadone Frits ST Lewore # il prot rl, cap. VIL ‘Ma quando si é, come credo di aver ora fatto, chiarita —e non certo per me soltanto — Ia distinzione costite. tiva della coscienza, e si dimostrato che essa costituisee la conereterza della coscienza, il suo essere; quando x ® cosl eseluso che fosse coscienza soltanto I' To, che, per ‘quanti sforzi si facessero, non riusciva mai a dar ragione i me come eoncreto individvo; quando cid-si & fatto, si pud dire che ritenere il eoncreto Tutto come Soggetto ‘universale @ una soluzione o equivoca o falsa della quis stone. ‘Prima di tutto (cfr. cap. soguente) questo Tutto con- creto non & il conereto: in quanto Tutto ess0 & trascesg dda un Quid che gli é immanente ¢ cos lo rende Tutt, ‘Senza tale immanenza non @ il Tutto, Quindi quel che si vuole che sia Soggetto universale distinta individualita unica, & questo conereto Tutto tra seeso, © questo Quid da cut & trasceso ? Non pud essere il primo, perché allora bisognerebbe imettere anche il secondo come Soggetto, e quindi avrebbero due Soggetti somml, due Uniei: in breve, Y Universo © Dio! due soggetti sommi in contlitto tra loro per il possesso dell sommita nica, Satana e Dio Non pud essere il secondo, perché questo, in quanto Quid unifieante il Tutto, non pud isolare sé, come sog- etto puro, da questo e cost porst come soggetto unico conereto, on pus, senza rinnegare sé stesso in quanto ieante il Tutto, e quindicadere nella sopradetta dua Jita di soggetti sommi: Egli ne sarebbe ano; il Tutto ali si contrappone come Yaltro. Gentile cerca di superare questa dificlta col negore inveoe sf Tutto nel concetto 1B opinions che spas wi & aasata nl toi dell lo, « sent a ie oes nana ce 2 ella autoctisi del Soggetto; concetto, perd, che appunto fperché applicato all Unico assoluto, 'e fatto negative di Jgoo! Tutto che vorrebbe invece potensiare © compen- iar, finisce col vuotare la coscienza di ogni essere, & Jquindi annollarla, mettendo lo Spirito come il farsi dello [sprito, l divenize come vuota identita, Comanque, con fale soggettivita di questo Quid unico, unifcante id Tutt Jal negarlo, ricadremmo in quella soggettivita. dell Uni- [yersale puro come tale, che sopra (§ 45) abbiamo esami- ta, ed abbiamo vista impossbile. Gia dunque anche Is olaliti det concreto 2 ostacolo insuperabile alla con- fezione del concreto come il Soggetto unico universale 47. I Concreto come Soggetiy universale. —- Prescine J4amo, danque, dalla totalith come tale, che, per suo lemto, importa anche altre dificolta, e torniamo al tema [proposto (§ 46): ritenere il conereto Soggetto universale una soluzione equivoca © falsa del problema della sog- ectivits E equivoca, se non si precisa questo Soggetto come co. Giaeché in concreto i soggetti sono coscienza del- jversale. Ma abbiam visto che dit cid non significa altro che questo: Quel distinto di coscionza, che ¢ la pura singolarith ¢ che dicesi soggetto, in tanto é conereto # quindi essere e non pura e semplice astrazione, in quanto ff integra con quelValtro distinto, che @ la pura unicita ir che dicesi oggetto. I soggetti sono conereti in quanto ono soggetti di un oggetto. E quindi dire: in eonereto é Aoggetti han coscienza dell'wniversale, vale dise: ciascun oggetto, per sf solo, non sussiste affato, giacché gli Imanca il fondamento’ unico dell'essere in sé, Vogliamo tanto conservare questa concezione pluralistica dei Sougetti, quando diciamo universale soggetto Vessere leereto, intendendo dire soltanto che ci sono in «sso tutti i soggetti,e ciascuno di questi non pud noa essere a 1 SOGGETTO UNIVERSALE 1 conensro m3 coscienza dell'universale ? Se intendiamo soltanto. con. servarla, non diciamo mulla di falso; ma non diciamy chiaramente eid che vogliam dire e quindi i nostrp dite si presta al'equivoco: in verita non dieiamo propris nla ai tale proclamazione. Dalla esperienza kantiana si era [dopo Kant, risaliti alla sua condizione; ma non ei si as- [gourd nel dare valore di soggetto a tal condizione, se la toscienza, che noi siamo, e da eui siamo partiti e debbiam empre partite, continui a sussistere con quel valore, 1p non si dissolva. In questo richiamo alla conoscenza pena, quale da Kant fu analizzata e fissta, il Varisco {appresenta una istanza di primo ordine nella vita det je0siero flosofico contemporanco € non soltanto italiano, [pe quanto non abbia sapoto rinunziare alla universalit Hel Soggetto, la quale porta con sé Yunicita di eso © Tesciusione di altri soggetti. | Abbandonando dunque Ia soggettivita come singo- Jari © quindi plaralita, si perde ogni possibilitA di espe- fienza e di coseienza; questa @ annullata. E assurdo quindi uel concetto del concreto come Soggetto unico univer fale che a tale annullamento mena. Per uscire dallequivoco dobbiamo assumere esplicito a signficato della frase essere concreto & soggetto uni versale, Con essa noi abbandoniamo del tutto la con cezione pluralistica dell soggettvita, adottando quell della assoluta unicita del soggetto, che 2 costituito dab essere conereto, 0, tutt'al pid, agelunglamo a quoste soggetto unico che @ il concreto, altri soggetti che non siano quello. ‘L'uno e Valtro valore che possa darsi a questa sogget. tivita del concreto, & falso. Per il primo si dice: Il concroto & spirituale (¢ penser, si dice) in quanto 2 attivita, ed & unico in quanto naz consente, fuori di sé, altri concreti; & dunqne il Soggetto ‘unico ed universale. Questa affermazione, dicevamo, ® falsa. Ed & falsa, perché @ impensabile. Infstti essa esclude da_un tale soggetto Ja singolatt’, Ia quale porrebbe Lui in condi ione di essere uno di tanti, Si dice dungue: non ha che un solo ed unico Essere (0 atto), che & Soggetto. Ma affermato questo, il soggetto singolare non pub non di venire una negazione, o, tutta pii, una pura parvenza, tuna empiricita inconsistente, una falsita. E perduto i soggetto singolare, & perduta la coscienza, @ perduta le coneretexza: non v'& chi fa affermazione. ‘A questo perdersi della coscienza col proclamare il conereto come soggetto, e il soggetto come 1 Unico, Y idealismo post-kantiano. tedesco (che implicita 0 espi- cita tal proclamazione richiede) non ha posto mente, L'idealstso attuale italiano é Ja conferma pit esplicta Due sono i mativi che hanno tratto nell’ inganno testé thiarito: il primo (abbiamo gia ripetuto anche troppo) & fo scambio. della soggettivith con Ia spicitualita. Tl se Jtondo, che si pud dire specifica di questa concezione, & 8 del eoneret. Premettiamo che se questa fosse vera si dovrebbe con- ‘ludere, una volta chiarito il primo motivo, alla. oggel~ Sivit © nom alla soggettivita del concrete. Ma questa ‘uniita del concreto non & vera, perché ess0 ¢ tanto unico ‘nel sno principio oggettivo quanto plurimo nei suoi in- Aividui soggettivi, E contro quella affermazione della ‘micitd avrebbe non minore valore quello della sua plu- rita, Né il conereto & contraddittorio, perehé consente 6 richiede unicita e pluralita: nessuno di questi due di- ‘stint &-negativo defaltro; il concreto & individuazione ‘del Principio in termini, e non dialettica di opposti. La eoneretezza @ individuazione, e percid & compatta Ia sua soggettivita: per sé, come concrete, non & né wnieo come: iI suo Oggetto, né plurimo come i suoi soggetti Chiariti questi motivi di errore, quella dimostrazione ella. soggettivita. universale del’ concreto svanisce, ¢ guella concezione del concrete come soggetto unico uni versale manifesta tutta Ia sua assurdit, Sia aggiunto, fra parentesi: Solo questa. concetiong Jo dire rigorosamente panteistica, in quanto essa da una parte, ritenendo soggettivita la concretezza, riconosce questa la spritualita, e dall'altra, dando alla soggettivita Tonicitd, Ie rieonosce Fattributo fondamentale della spi ritualith divina. Soltanto per questa concezione Vessete conereta 2, tutto, Dio; essa sola @ schietto pantelsmo, Limmanenze di Dio nell essere concreto, che non & Di, non pub dirsi panteismo. toptnd ens erates pantesmo,prcht geno @aatraig {robe Len, ftp 2 ere von soi. If {nto pesoalice portato nom tnggarecomrenen lpn col po: ‘Shun solos ani det Toy quell dr Dio. Pees hi tale Gotti, ‘el sles Unit dl! fo profena, non pub diendrst dag ta ‘Aide test sopgettie in altro nda ce moran, ch, le ‘ono sentence Foclatapersaalie dh Di, no psoas som dh ‘ie asc'ent proprio pence’ og altro snggeteo om yb (Stee sabito a gus. at bio. I tsume pero, ge ‘Peso dal io, ae qaale Ba avo aloe a cost nel ql ‘roolespogian del lore mielopeo,finsce pel panel, ele Ue sia rigrom prenioae Is eonceioe del! To waco acl ‘Pers nan suse qullalteratia che commnemente spose ft teimo penonalitca e pantsisno, asrnativs, asttado I geal ‘2 ne 2prqcomncive fx prefaione sl mio volume ou £'Eswe ed rotten riiva cont sopuat period Teno panto Ose ee domends an es Vara hie gl ln ro, aves che 8 fendono pore il faadamento el seent per copoodete (Gt peente stato nol colada per pantie no dg Stes wigense be it V dal pastel cadena sabe sole ‘st demande, all cids guns, del Varuc io alors epondera vsico B sour 175 48. Concrtessa det unico Soggeto e dei molt. — Resta [altro valore di questa concezione, quello pel quale pare ‘he possano pur in qualche modo esser consentiti i molti snggetti, oltre quello unico che compendia in sé il con- creto. Se questi fossero consentiti, non ci satebbe quel= Tanmullamento della soggettivita’ singolate, pel quale abbiam dovuto concludere all assurdo del valore prece- dente di tal concezione. Si dice: i molti soggetti singolari fon sono vana ombra, puro non essere, labile empirias sa sono manifestazione di quell assoluto che & il Soggetto nico universale, creature di quest'sltimo ung, scettando Is sda «animonaments « queue poi die, Fadendo deh de orminideaernaiva i pnts, © 200° tet Stndomt ata eggotvtsvarsehiaa delresereaniveret, th ioe facia con la son soggettits (ett precedente § 49) "Ne i dott daifoggettita concettele dl'emnee dl Vai, qual Jn at olor a trstormave, dela sosgetats univers [i dstoenece, potevano nr nenate orem pnteatn, perks emeitevino 1 eigen Tro plural tri eagwnte§ 48). La i onion pete era lors da oa pare, wa core sb “Honinato vag, tel qunl, senate, tle conus sole ste operate, divaan'uncetare Tionperstita deta dt ar sativa te lbino personae pastes. TE etca del eoncet an. detto ee questo fa pont: aap ‘rot au conta coroner de coca cl gua raponde tis less de re sta a posto pnt conto dk Sei ate die, rp tnt ral gut seegttive» temo onaog-apetivo i quale limo nea hn She free eal aateralmo, ae col Soma, ot tw Do de £1 Dela a oa i nade «por meee pitt © sativa non ¢t: opt fede in Di, og stasione di Dio, gti p= sito, rd rcknde Di privat qua fod dk gute Smo Sine, di gusto pense int riciede Dio come Opt par £o= ssn dame Aace guar & ogee 2'Dio:e Fania i Do kon sheds oe sleds ln sopgth dt tai 176 1, S0CGETTO UNIVERSAL Anche questo valore, perd, forse pit incoerente de primo nel suo compromesso tra Tunicita © la plurality, 2 falso, e mena anch'essoall'znnvllamenta della coscieneg Questa & porduta, perché tutto Lestere, FAssoluto e i fenomenico, st risolverebbe in una soggettivitd senza oggetto. L'essere conereto sarebbe assoluta discretezra Ja concretezza sarebbe perduta. Sarebbe, quindi, perduto to stesso concteto, ¢ con esso il Soggetto unico che in ess ‘i vuol porre. E la dificoltA insita nella concesione bee. Keleyana della sostanza spivituale, difficoltA presente, pitt 6 meno, nella maggior parte delle coneezioni moderne dellessre “Za coscienza sarebbe perduta, anche perché questa _| aoe I tia bia, ‘ow iat abr omen | ‘eral del intel, quindl, che radizonalmente si dice st |nchachara am a wom Hlene astratt, ectins diver aDsiokens quam abate. | lgqan Ussing (a0) Onto, Woy Lea. tek totes ca. 9 ‘Quaveintetualesconsuns est ideas fuvas, qu ie empire | $0) IV, cup. 7, 40. G. Beaxney ae coun dhe i tantuoedantur concen, abstracts nominees I conceit puss, | eis of bumon Keowee (1730), m+ Wore | Orton, 872, str. B, = Comensve (3) Loppasisione dei concets dl conereto © astatto comincis a appasite tpicamente nel liguaggio flosoco neh sco IT SNIIT quedo, con Gilterto Porotano e con Duns Seo, ei forono sats por determinare le diverse forme dl cowoscenen «| Ai designasione delle coe o dele crenze a seconda che eee s ‘sleracono lla ogo totale © materiale wall, © sollanto al Ino ‘epettosntletoae, CQuestaansitess di concettl passd pol a designare non pia, sotto, Te diverse forme dl cobowcente e-dl espresione Ta fe osee cous conosiote ed xpresse, Per questa opposicone, al fonoepie comone, fe deta concrete Ta cose portcolare, che, i ‘quan tale, fv stent eistente nell pnecza dalle sue quai Ie particolrta fy scambiata per singoiait, cla sngolaeh fy scambiata per concretezza, Fo, quindi, altra parte stensto Sabot const, dol quae rconescevast propria Tuniverit ‘Quest, in quanto quate dalla cosa, ynversalzeata. dll intl letto trace, som era ia qualithindwiduata dolla cosa singe. lage: enw ln quia dots all natura dell intelito: quast siete proprio per poter emer vera. Concretera perc fa Tenuta quella preventiva unione di determinate qualt, all ‘vale facovn partie il proceao di stration, che ea ssieme ‘Sparasone tall quality dal loro conezeto aesembrant nll Sen purtsolare determinata, ¢ univeraissasione meaisatice {Si ciscuna di exe, Il concreto eta rimaneva quella nine, che fra In com stews tell oan reale plenesta dl cost individu Sngolare" i swbechom, con Te qualith sue nella masse. loo ‘lessons, costituivn dele com ‘la pure, quell unith di esenaa della cos, sin astrattamente comospit sia conctetamente esitente, continuava a permanere fon ostanteogatsforz di duplicaione Fi, anz, col prevalre. (uetPanione di determinate qualita della cise ne cosutava la ‘qoaitt fondamentale, che, tiversaizate anch’ssa come le tltte in concetto,aivenon ia cosa astrata, Querta coma acteata {vist come Pesenaa rose della cora ef posta come It forma lta cosa concrota. Lesenra, Ia cot duplicaione era stato i Salone 6625; R. Reena, Gite Snmungen dor Gepenoart, Jen, ooh ye oly pare Ase st We ad, Geseiceder loopiocken ‘Famianogi Lips, #579, PP 0 8 nto di pistons, divenve essa soit atrats,e il comereto dl: Teniva quasi un compro dk sostanen «forma, soggetto © qual (Sineasa ef eesnea, Sh ritomave cont al solo anstotlico: Jt enero on era opps alfastratio, che, invece, eb aveea linmanente in se Tale conereto continuava a nirovae ell oot singoase in quanto tale, c, sicome quer nella massa pleneera dele soe qualita rittovav fos ereeva di trovarls) Eon la intuisone sensilile che se ne aveva, con cons comer eleva cosa inital soso im guetta sua singer ‘Kant per primo conseato e zese eplcta Uimmanenza de YVaisatto anal concen nella concreta cosa: immanenza, che, frnea eenderae cata conto, sh proferava col coneetto isto- Celice dlls ell,rinnovatoedivulgato dali colastica Lastratto hon s oppone ai concrete, mi To eosttsace, come elemento in Colectuale, iverste © necssui, implicto nel partcoare con feta della natura Concreta gon él la cosa in quanto rimane sé stesa\con Ta sua natura econ In sua parbeolt, gach Sqoesta sum natura @ proprio quelle csenza wniversle che est Mfwando # sell feet. Ma Kant non chiar bene a se stesso “qwsta seoperta: lari, al di della cosa conceta con ‘Zivta, ama inconosbile cosa in sé, che mom sapeva se Tose “Abbanvtonaca questa cis ins, dll sopertakaatiana 5 sono ratte due oppor concerions del concrete. Da na parte, n= fevandoat il concetto del seale concteto come T iuividuale In oppossione allastratto sempre conceto univorale + ie det Cho reomereto individu &soltanto Ia paste dl spario edi tempo tempita di wna quali ce wil thtto dwn coneeto resle clot fon qui ed ote iempito diqualith del ttt determinate & pis bite soanto una volta»; love universal € quar che poo ‘Seevecoanune a molt (W. SCHUPPE, Grundis der Exkennti Ieoris amd Logik, 30, 2980, pp. K-82; La 1 ed. & del 1899), SS fain cost conereta’ proprio T atuisone empirca Fantians Seisa dal conceto. Dalfalra parte si ivece dota una in~ Nesione nelfatiibsione del carsttee di concrete: conereto on pid i sngolare ma universe comme tale; non & pi aco, ta il concstto sess, Si comin gut con Fichte a inndere che ih port essence ¢ um concetto abtratto, lla ai concreto + [System ser Sitesi, 1708, in « Werke I, p. 517) Dise pol ‘Splicitamente Hegel! Ieonostto & ei che # in tutto e pe tutto Goncretons Come la forma assoats teas, 1 concetto © ogni “Llrminatione; ma quale questa & alla tua vent E-pereb, fraissimo To Spiro icant in quant site come comeeta, Ogaiattzo conreto, por quanto seco si, non cod intimamenta ‘denico cons, perio nom & ip resto ox) conere: meno d fat, id tie comunementesintende per concrete ona mote, plicit tenuta nsieme com messi extrinsic» (nile § 0 Prime di Kane, danque, conereta ra fa resin ve, astraten iy 1s in mente det eeaiamo precitice, Ors, Fintivione ingore © Aetermnata del! immanetusme empiratico © del empiicertich smo e i coneetio universle od aol ell iealisino aol f0n0, na eVallto, nella coeiensa non © & pt lave in ve Ea Scoperta dl Kant ha toleo di messi east. Se, qind i eon freto avesse senso solento nen sua opsisions con Vesteatta, ‘so questa opposiione trae il sno valor sltato dal Yea, 4 chiaro che a concetto di cancretosvaninee col tale del realsno: nom c'@ pb, infat, un sre eke non sl ut mene ‘Ma, totto i realismo, rinane Pesigensa da cl questo macque acai eso flsamente sade, e ot Vesigeea deli sogget tivieh od oggetivieh della cascenea. La ciwcensa non ta Soltanto soggeto; & sempre soggetto-ngetto.E, nella ossenen, , oagettivithvuol die niversath unica: soggetivity ol dire Singolaithmpotteper. Ritrovumo sel sngolare e uellaniver: Sale, che erano stat intes! dal elie come reste © rrp mente carattesizzati come coneteto od atratto, Esigensa della Stssenza non # dungue lopponisione ta ter sh mene rr in re sma la singolait del soggett i oncienca nella waite ogeet> Ai conciensa. In questo senso, Vopposiione concetoastratte nom pit sostenitile, perché Vasteatio poteva susistere in Oppas lone al concreto, solo quando avera ana sie piopria see, Imente, 1 quale, por conto suo, era concret enon astatta. Tole Jn speciea sede dolfastratto,Yopponisone come tale non rege Di Tm breve, Kant ck fatto eapire che on sono possi de foncretezze quella della mente che ha ina le cove asta un versal e quella deesere ce Bai fe coo concrete singolar Ta gonesetezza non pub cere che ng, ¢ questuna mon pub ‘Sere né soo quella della mente quanto toast pen soo di rné quola delfessre in quanto questo i rive in Sehietsngolurl. Quest'una,invece, © proprio In cwcensn come singlariea dl sogget aellunith del oggetio. Cot la concretecea 2 "Tindividaacione soggettivs, clot molteplice, dell Tea, eo. Scienza oggettiva, cist unica, 9 quantunque astatto, esi & proprio sib che & concrete, «che eeoncreto senate, sl mggetto come tale: Lasslutomente con | | } Avexsoice 11 CERTEZZA ED ERRORE coe) Certezra & lo stat a cosienta di chi ba vagiata, visto com ‘scermimento, le ragion dello sue allermasions © non dua perelb della Toro valiith opgetiva Certeziapereid # enwinsn soypetiva deesere opetve. sind soggettvith delfeasre: sue soggettive. Glin conconsa Sggetiva Quant pered 4 valor della coniensa opgetva, ante Iesspecie dt carters, vee tewen ‘Valor della coniensa oggetiva sono i vero i bell, 000 4 ciaacono di questi valon ¥' ha na cecersa con ui suo speiale ‘arneere:conicve & caratone della certeera del ver, tone dk ‘quella del bello, olre dt quella det bone TL certezea 6 adengen, lites, enc, etic? ciaseuna in confonibile con Valtra, par quanto implant atte t3 leo "Per raggiungere questa conceone della certrare isognn aver onguistato, con Ta Tilesione, le cosienza dell oggettivita come presente nogh ste soggot Finora Toggotivth era concepita ia ress oppossions con Freeze det soggets. Il che da una. parte sendeva isolate i ‘problem dela certesza o dallas riluceva In corteara sole | eerteza del ver, confondendosispesso anche [a eertezz2 com Ia Si puo cool scope il process storico del problema specu- Jasivo fa certezzanello sue grand lines po la prime speci dh cterea; quella dela verily ala quate ean era rita, ‘Che non posa eset el pensiero oggettiva verith senza So seltiva certesn il pensiero geco non seope. Si avvere goltanto ‘Tdiagio in cul €'la cosienza che afer sendaltro Tn vert Dggetiva, B pect Vasfermarione idalisticn della venta & pre: Ai dl mggetvio stain «segue dalla negation etn, sinh; igh crate, cvtaiay lowe seg, rs, dicen 1. erie: ep erent mats, meta ee, pa 224 venice 1b 1 pensteoevstano, invecr, el suo valoe speculative ein. ima towcenra del erent & sthitta certeran snteriore. Perc In vests rimane sempre in quanto oggettive, considera come ‘Gtema al soggetto. Per tale aterionta la coviesea rimane ex “La Ghsofa. moderna. persib si ipropenc il problema, « dy Ccartsio a Fchte intende a rslvers,salendo dal individu “Sngolase, plano, soggeto corto al sempre iadividale, mani Yermle ci unis, Sopgett, 10 Asrobulo. Donde 40 certo. son Ceveto, in quando To auslate, 4 Dio. Ea cetera erie tb ‘wpa, mm solo co contours la cerezza con Ia vert, © megip ol soetiuie In certeara soggttiva alla verta oggettva, Donde Is reasone di Hegel, che im nome dela vents oggottiva, stoma fils astute Idee di Plone, e reetitsisre al s9o posto assoato ia detronierta vert, ma purtroppo perdendo tz certer= ne Fdurce Ia soggettvit core alla reat anttetica alls iden inngna reongustve ke veritd rece sosn ferdoe la covtece tristigna’ 1 sopgeti cert non soao Fantitest dela idea vera, ma ono invece proprio tsoggets individu dolesere spitual, & fou Tideu ern €-oggetivta, La conguita dh questa cortezea fntellttivn fark conquistaze anche la cartersa ceca od ete, Siacché ai veda il walore di verith nella sia diversifeaione da {Geto bellecea bont: # molt sgget sono gi iio ert sue, ab cat guests alert sano Tiversahtd sien Tints Nom 2 forse oper lowes. in el in modo spit @ osm a ub serie octavo ro ‘feklmnte anne, che bunno elo oper einen tri 0 pet Ea pita tino ue povlomus A Gannten, Toad de acs vane, Prog so UIl, cap ea cottate, pp tovors Le 1 pas) Tata, iow ondanenine, ta ey Nap, 2856 CCD cron pp 208) P. Gauttoor, Suga Blfen inn tin sets conven, Sap x4 (eto Wea. = ela tA dal ceca © tint dette conoeens op: ‘enae/:A Roni, 1 rimovonn lisa la, Mano, 18 Nepal 184) (atl, ma specalinnte cap. pp. tele: « Del eo fralequistion dln dal se «quoi i ceteea dello rane Ggnsont yc dts pps nqsaste eB corte. dle cognsot tunel} Stans, Str ate Rote, 1838 Fo pp. ayia dine fopinone fe quae aes cho I een dela ce ‘at dlo ile indipeaente dn lls dl origin deb see ee. 5¢ Sh pp oy tse: Be Wassseo, Line lea ea, Roma, 1035 feaps Be pp. tases: «ent conten B= Senone Eun otto spirtusle umano, i cui valre & soltanto sogget> tivo, ¢ oh Snvece # aflermato come concer. ‘Gane eono le forme in cui Tatsvita spirale at diveraiica tanie sono Te forme in evi Ferrre = ditingae: i ha pore a rroe conosco, i faith un eeore semi, Ia brattezea! uh ‘rote solo, eae ‘Chi sogna i etre; eh nara il so sogno in an atto pl sityale concrete, Pere il soggeto che era non individu (ome Fehiede In concreters} col propio att epirituale Vopgetivit Ese intendiamo per teora Punivernle oggttivita eb ogni ato “pitaale, ¢ per pation In son soggetiees, vediamo Terrore || come'an alto postive, cho perd «nepa fa teoria etl & atta», || perché Je a sostitaisce. In questo senso errore @ sempre, nella || Noa poitivti un sito shiettemenee pratica (eke non vuol dire ‘oltve), ma una pratt astatte paraae, I quale quad ‘ton ¢ coorente con [a concrete coscones. ‘Rusonoscare quella paral, © procurao guindi alfatt e: soaeo la sua correnra con Ia concretinza, & coreggere Terror ‘Aito di corenone, che perei® nom sopprime Yessteara stonca frmans dellenore, ma ne elimina Ia megatieth ene empl In vuotersa tooriea, | Tiprablema delesrore & de pid dificit deta Stoo, per 12 |) ragione git men ia evidena da latone, por que che rguards In elstas Inf st domanda Platone (Feet, x09): +Come |) peasate che uno il quale hs im soe mano la conoseenza di una vt cova, ios proprio cotesta cra; enon gil lgnori perch fon Is canoe, ma peri atto stesso che la eomosce » Giarehé ii fase, come tale, conse proprio in questo non conoscere cb ‘Avett ah alerma fs conoseonsa erro perso non 4 ignoraaza, non & semplice assenea di easensn Quind, a saltare la colt, gi neh pensivo greco prota na pura ¢ remplice nepasione dllerore come tal, | Se ie dou Prtgorto tdens vcs ing tars sarebbe pesaareo dire cid che non ¢, eo8 non pensar nly | om dir nulla Contra queste nogasione Platone dimestra che entre. waa com positiva diverse dalle vert: gl ero, yer Pistooe, sono combimaria! non conform alla dialettica {btechard). il problems deferorenemple quas fatto 1! Sofsts | plionice: Platone ne conclde no spetate essere del non este. a hia Atal come ei, Sines spate dai Sp pa 8 Sel See th "poten Satenge ¢ mp all exces Sinn sextet pes mr ep pers fons te ea pant pd care es Sete sot na sat ey ‘i Sogiament a ti pei ee ‘chon it cee re Scrieces SSS tc eh te nae ip on massa ey "ule pom sansa ‘nC qn a coi ashi ‘ie fattening hse ‘ani i st ee poi ‘api it tte sd a ae ee tet ‘ecg melts soos piace i mat Ele TE tens tgs aga, ete inna os i la ‘ls pn i oe ya ns Sa te we stan fw sea pana, deco ae cos a ‘Sennen goat wate’ pepe Ce ita ean eget a fp sans ep asin dn sn ata eg n't fn sss la lms or ime rnin, wn cot at arn cee i ae Selatan com snes denen ah int dtane hte ny hse Se ea Sa got an cane ca a eg sic? ar ce com amie ee Sige papas eS So apm nop att gos Ze in ste soem ners ong la a te fon error e nepativit, mn qoaleost di posltvo, wh prodotte ‘ello spit» che non pb essere prodoto dalla wpsta teortico, © dove quinds exere prodotto dello spisito praico, Tomiame asl molto vient al volontarimeartsiano. Si apre cos il probloma dell pastvth dell'trone pur nella sua forma paradostle, e della sua presensa nila conereesee ‘pirtuale- Questa presnza nol sopra abbiamo ceresto tr epegae Essa ¢ eplicahile solo so non ammettiamo Is neessith dele Adysone ch ogni atto pensato a crore rolo poche git pent {Gente Aprmxoiee IKE LA COSA BN SE (coat) “La » cosa in sé» tadislonate pad esere, com suficiente est tears, indicts con Pease in re degli sols, in quanto e808 Aig dalferce ix onl, Eq coe in a6 a cosa della sa reales i cam e non soltanto nel pensieto che ge ne ba. Tat Sno a Kant, parlavane ot queso fen ve nel suo Uitngsers Uatfese én ‘nlc, senza bette che questo loo. parlrne fa pur un fare, in qualcbe modo, esere i inet, uel che ‘Sowovn ent 46 ‘Kant dimostsd che questa dificott era superatile mediante Ja distincione a i pentare eit conowcere, Nol possiamo e dob Dlamo cl pensiooallermare In cen in af ra hod psa coo serla in altun modo e cot né col sens, n¢ con Finale, on la ragione, Col sen wa non Jn coca in ty aha Papper Gqatitntiva dei, spacioggataw temporalizzata; co I intl ‘hn on la comin se ma Foggettouniversalezato dalle ntepoies on Ia vagione quella Cracla cosa in 36 che ancora persitevn ala conoscencaintletva si petde, e slo la forma di qoera co. ‘oscenza & elovata alla sncondisonatessa che ¢ Vesgenta delin ‘aglone. La cosa in sé & dunque assolvtamenteinconoetbl. Ma, per Jortua, di tale conoscenaa noi nom abbiam bisgno: ests Tesperionsa” Della com in s¢¢ toleantoindlapensstie Patera one fatea col peniero, appntopereht ons acambi Pespeiencs on fa cononensa narita della re i “a dificola del pensar tvadictonate& cst superna mediante Js aistinzione ai ponsinro e conoacensa, Ma Kant non dice ta the casa si e posta essere ua pelea che non si snso, née letto, nb zagione; eos endo nella dicots del penser fra- ‘isionale. Eis ricadatas fa pit manifesta, quando gl, posendo Ia sto ragion para come pensiro © facend da eon aermare 1a com in 9f peemsppora del sntice, pest tale aflermanione ome nousieao, e questo nousteno eiptia (Dio, anima, mondo) in baer alle esgenze della ragione stan enon dela cosa L'ater- sazione della cose in af iaconoacbile perché esse in 9, dvlene 230 appevoice ut tea catnulfamento che In mente fade! propo essore mentale in asec ele Cosi Ia cots jn ay dopo A ehlrimento kantiane, sella pit ‘che mai una contaldinie del pensieo. E Kant invece, eo) fpensere tradionale, coutinuava & cree che per pensare non Crs doveare contedize Sicrfette, dalla tevola kastans pura, a liminare Ia con ‘radalsion, sviluppando il coneetto di Liite git aceennato da ‘Kant ¢ mostrando come Ia com in 96 sla. un concettoriite, fvidente che, qual concetto che sia, es simane contmaditoria proprio per quisto suo esere un coneettor rimane sempre ua Someeto impose. “a contetddivione dela cogs in sé 4 mesa in evidenra da ‘ichte quale eredette di superarlaeocetandoln nel ao sept prnmnente neativo, La con in 6, appnto perehé tale, mane fort del pense, che ne rceve slo Turto Recessario allo sv Tippo della propria dinlttieta bla se dal ponsiro, Teve const. derare Hegel, €impossitle wee, ta cosa its, come ess ie tistinto dalle im mons, non rete se non come negacione che esensale al pensloro: per questo la cosa in sé & essere che & fom estore, Bisogna portar nel pensiro Ta cosa in sé © adottarme In contradisione. Ua contaldtorith della cosa in 86 pensata reunen stenea del ponsare, € 1 Idea nella sua dalettcia con- ‘taddltora, Ela dinlttien rascendentale, che per Kant ere une fates Logica petehé antinomics, diventa Ta veta logiea props ‘per questa ota antinontit ‘Basta ivedere ab tnt la flea dstnsione tradisionale de esse in so-edelfese im ment, perch cell da soa parte t8t Vincantsto castlloRegeiano, e dafatra st aterm expicita positiva enon contraddttora Vesigenca della cosa in 8 1 bi: Pel storia del once di +o inn, v le pre Bs ‘hw dt Kant Jaco Relahld, Moston, Shee, iets Sebeling, gl Trae soe ei ei genre tate Te pre sal amano, sn partclare, EAnicuus, Kav! wid os Ding erin 150g. Par la'dota toriane o commute cosete con feito mao di com fo at clr Inve De Canannucase. La float IRawt T Fiess, 19971 1! probleme tose com floafa, Kom INDICE DEI NOMI: Anssrorm: 7.36, enawos. Pameetey: 1, 86, 93,106,191, 10, 196 Ponmanso: 1 Canto: 84 104, #85, 189, Croce: 19030038 30. De Simo: , opens Don Soro! ior Paty 3738 92,95 888 4,129,138, 9,1 se 1 * 59, 67, 9%) #0, 129. 20, 144 184 Soacaemt: 27, Gueviee: possi ¢ toto il cap. va. Hieore 28, 57,90, 738, 122,129, 13, 140, U4, 144 09, 307° Hone? 193, 194 Jovanta: 41 avr: passim. LLntusits 404, 106; 120, 147, 208 Mauenmareeies 196 Manner: 675, OuuieLanmone: 98 Pascati 144, 195 Parone! 27, 3, 60, 67, 10, 186, 188 Provo: 104 osurst: 3. 5 $0, 59, 81 88, 94, 95, # Rover! 169 Seavmirar 188 Serena: 28,106, 39, 144,188 ‘Vanasco® passin tutte il cap. it Vico: 7 inant: 36 gua sltinto test, a le pefasiont fe appenis INDICE-SOMMARIO® Profaron alts Efi Pag, 8s Prfason a HY sions dale recta ed Prin Sag. xt ‘Preface ll HE asia sda vce tle Oper. = Cop. 1 = Troma x Pratcs 1 Tone Bc na: incre Coats nla some covcn Mies 2 Hoc tome enantio come li. a) Uso Sloe somone del terco ¢ prc ome sosonitive olive = 8) Esvore sttontante tl so 4 Tioia, wna ¢ smite poten, ollie at 2 Gide tintnetn di tore ¢ pres 8) Tea © ee flee cnttutive deta tetas sept ~ 2) Teoria Hess ncnrconccase «triacs. ~ a) Bee con fetostnita = 8) Attra dla toot che de fatcn =) Diatioae det bom taprates ot 5. Tnsporhia ripen deta tris dalla rai. = 0) 1 onsets pati t ly concrete =) tard oncetsst =e) Disasoae dels ton dalla detrina 6, La snarcan ita tonscnsa# ata) TEBE La conwcene non stata ms coneeta =) Conse ‘ancepe ato) Volee non prs patie ma co ‘Paefccone dla sonra ¢coaguete conn Oscars del wor eri © praia [triad stints) 8) Elevation 8 quer trmen tet ‘concretees vB bgs a cononconen da wat, 6 Ia ‘ole del const) Riper a de termi ‘Strath sot form i gendt =) Conclsions op. = La cowcasrasza eo 1 outs Pu 35 3 Ze fc ale cocoa # eon Sse — 2) 1 Prisco dl eevtenen ome prneps ideation 8) Eat 234 29.01 = Looonmiret 8 dl rina ~ oes cosines ~ comer {enum soggtio-ogstiva tui fre mons (snout, entr,flere)~ rf Insparbiita i comenea a esre = 2 Lesere coneeto 9 Terie poate mom & evar cuir, 8 opt tite ptt a} © n00 t B= 8) 0. Teavie rain le te Joe tla tonciens. ~ a) Inte [cto parc snaigent els conosco”) sonteato ‘ro senienh ae sent = ) volonee_ para c wales ‘el voles =a) Ea presrepaione marl x, Dun de aes «Foro dela slows (to ioral) 1) Tientit i mols © coeen morte ~'8) ba co. ‘hava morale sont valstasone del cone 2) 6 ocrndo grado dels volo =) Latta imorale come [atta agave dell poops teovia a Iaith date euinca orale come tone ath La moralih aon vaonesconcet, Tomi daa moraita come tora doves cone tge =a) I dere ep della concrstnsa ‘tea Crten del dere hastano—o}Volra = do- ‘ere = dj Cots dlls dationone tra volte dovere 1g Leggett erle nt sgt a) Vana serene tone rn poppet epi") Oggetivih ihe dala sais morte =e) Loqgetiet he sot leat Pag 15.1 datos «Vogt cone gts dk cooieaet. = ik “uate reaetce =) ao oggsteo te no {to sito lle conosense Dogg eatin na alone. ~ a) 1ogett dl mate ‘ils © dal esto sogetivo ~ 1) 1 prsappoto fomeogstco: goreloses da gett, 1. Special ott dae deri fred ait. ~) Cetin ‘i presaposto ghoslogsten 0) Le acl a ogg ome wart ogstnt deers, 18, Dalai vi al opt — 0} La divert non to- ‘te Fanvorslt Tunis dlloggtto puro = 2) Visone ‘ugettva dei soggtt of equate elo Spinto unico ree, fats its Fogo 9) Cites dia ogee ‘seh date cone 8} La plore cove nate come teens epics, areal ot ant «Popa date ceacioce in ge ferme 9} Obiekt« Grgestand 2) 1 sorgeta non & {ivr enon produce Toggetto =) Tl sapett citco iM) I Benwatim aberkanpt aw & sgzeta “Anat saunter. ~ a) Leggett Seah ent co: ‘Aittiva da oggetvta dei sogpet = 0) aiten dalla o + | | i | | | (Cap M, = es snag lsinione O geet of ogg ~«) Conseguete vale fet soggets@ eoggcto.= 2) Crtee deltas ‘teegztto, Crate «siesta, ~ 2), Fon ‘nent rene dea obtesione moe» Kast =) Can ‘enlo del coneetocomincata a scope dn Katt =") eotataione del universal pstonco 6 gull arstor {shes =) Vadore dolla dintinatane =) Asardo Sa single come oggetva ed unierale 7) asad ‘eta dapsone deg ogg Pag ‘at dt topet, Fat fs Sco) Passe ob ate dt ggetto~e) Cin el sect ome pars caneaevolensa ai, uta © ato nase da fle anti. ~ 1) Tsao atti pr Welamo « past pal re Ihena nore caotne =e} Apparent coerenea del ‘unite ” 4) Th coesety come cisassoge dal ston Sheu «vlpsome = o) Solpdits come eonepuenza “Edu Slips dl set tata =) Ce ent come geet — a) L'atrit Cope nowt opatla~) Canfsione dela sates, on Foggstts 8) a negations dal oggetivth come con ‘Segcnan di tale confessone o Copa nella cosines ‘rovnee ual) detnsone (ores). ~ a} La dan 1th deesntsnge nella solace prosenin — 2) Annals: ‘mente dts dita poem ein fewer corto ‘ha coiena) =e) Ta daktin anton @ neacine A ran wim») agro ite cne Crtica dante stipes =) Wattvo 3 ‘esivo bom ponona etre termini de coeeto ~ 0) [veda spective =o) Linovrsle come presappasts ‘on prodoto ala aorasione ~) Cen dlls conte: fecen dels shifts plat dg age eager co engl akc. — a) L205 = 1 sooonnr ne concn = Pas Gren tages ceo speci eset [cnonetono, sntinontaiono,‘ntetutioms) ~ 3) ‘ote volts =) Pree covciesaspecile deta 235 236 3 ‘Gap. VI = Linowocosctnnta segetivith - ) Cita del sopgetto come sentient « { Ugeste ragone © orto dels concen tata Sexe Seto rc at spy nt wes Crt de ppt cone nina, - 4) La tenon nine SSegola al concreto =f) Testu doe prime = ts fede na oelo Cin dein tea sce Cen de spat come ato pur. =o) Th soggetio nll ondensa eta non tatoo ~ 2) Gita stances Susie poteanlimo (postilieo) ~ ) Ate co {eto ed gees a) Tl mguetvem tevaepsoo. gor Sunisio atale Ee pce age (get) principio opt) daa ‘iiss ndttuacione a} Uh ove menadaa~ ‘ivduasione estat) Tsogget come ptnan eat fe Togeeto come prindpie neues =) a cnet {natvdunsone dell imps, Deas wien cone ais lompoae: PElro, plc SD Lemare nico oggettiva te temp = 8) ae one spatiale ce eae now padects Dose fetto~ e) Crten dala Sprta coms frat dlio Sprit 1 Looe unico del tempo. e Tingitesen dalocte Eonceto~ 9) bBo pict, uaiiduastne e srefecone T spp cms termini al ate rlctone~ a} La versieasiane del Cre fone sieole slit ~ 5) Hrore Feb © Rosin = Ta sngolrt pat cnessre sapeta da Caro & Beriney =) Shgolrita et valre = #)Sngoaith bel semtve~ 7) soggeteo om & ana determina form d fensensa © 5) I soggtt cme termi, {Ee sinsarth: unaro mtafsce,~ 9) Febicasone dl foxgeto on Felovason ad agerte 1) ‘0 col poten: Imentosuiero state =) Tl sumer mnatene = 2) 1a trscndente ‘Sopa antceins.~ ) Otbitsioe! Ui come st: fontieara = 2) Le tre podniont daltanticonienes walla Mowoge moteras =e) Reliano dlluuteenss ah Contasione ello com ls eoensa =) asrado a Yautocoteosn «In rien dl concieto Bure conere ed atten) La diinson soe ‘ngetto« Fastorontensa~) Reto dlfevtcesenes in) Dleiaone © inditasione Tree Supt. =) Soggetvits egoies aalgin con | | i | | | | oggettvits ed Health - 2) Logis eniverslee@ nies — ‘i Contarone daa zgione’ con is rgmarveeen =) {egeth come soggtivitaconeita ~e) Lt neusone nie f) Ea ragione come iberstne dalla dstasone 3 ‘edema = jf La duplsine da Coenen seat feocenss — h) Constn astra ti soget ¢ cme fears dims 1) hr dm sutovncente Ln {ose plorin nels soplone ~m) Gl aioli 1 Soret wntozate in Vary # Gillet mls ‘nko dh Tatas esto tempo = 8)

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