k ronstadt 27
© Massimo Ghimmy
Davide Iemmola/A.F.A.&G.
Se tutte le farfalle del mondo
So che non è un argomento di
particolare interesse, per la
prima pagina d’una rivista ad
esempio, disquisire di quan-
to giorno dopo giorno, i giorni
appunto, si ripetano uguali:
fa niente.
C’era quel film bellissimo do-
ve al cinico meteorologo Bill
Murray capitava di rimanere
intrappolato nello stesso gior-
no, e come in quel film capi-
ta di sentirsi imprigionati in
una sequenza banale nel sus-
seguirsi di ore, giorni e setti-
mane; che non è necessaria-
mente un male quando scrivi
sapendo di non poter dare al
tuo articolo con una grande at-
tinenza all’attualità – che non
si scrive su un quotidiano –
in quanto, nel susseguirsi dei
giorni uguali agli altri come
sono scanditi dai media, capi-
ta un periodo dove si decide
che è una notizia il cane che
morde l’uomo e non viceversa
(ricordate i pitbull impazziti?),
oppure qualche virus orienta-
le decide che è ora di porre fi-
ne all’esistenza del virus uma-
no sul pianeta terra, oppure si
decide di intercettare e blin-
dare un po’ di sportivi, reali e
politici.
Il presente dilatato.
Uguale, tutti i giorni.
Figurarsi a Pavia, dove a fred-
do e nebbie succedono subi-
Chi cerchi?
taneamente afa e zanzare, ed
esami a lezioni senza soluzio-
ne di continuità.
Eppure c’è la famosa farfalla
che dall’oceano pacifico deci-
de di battere le ali: sì insomma
una serie di movimenti croni-
ci e all’apparenza impercet-
tibili portano a termine la lo-
ro missione, e all’improvviso
ti rendi conto che da un paio
di mesi o giù di lì Silvio Ber-
lusconi non è più il tuo Pre-
sidente del Consiglio, che hai
quasi finito gli esami e ti tocca
di laurearti, che ti senti gran-
de e vecchio, che hai passato
un periodo felice e non te ne
rendi conto, perso nell’abitudi-
ne di piangerti addosso.
Ti rendi conto che tutto un la-
voro che portavi avanti da tan-
to e sembra giungere a qual-
cosa; che, en passant, il 9
settembre a Pavia si fa una
notte bianca, e un po’ senti di
averci messo del tuo (e se tutte
le farfalle del mondo battesse-
ro le loro ali simultaneamen-
te…), che in fondo in fondo ne
vale la pena: vivere, amare e
soffrire.
Per tutte le piccole e grandi co-
se.
Ci si ribecca a settembre.
Buone vacanze.
Domenico Santoro
Avanti Savoia, l’Italietta è servita
Le questioni di rilevanza pena-
le saranno accertate dai giudi-
ci, ma ciò nondimeno gli scorci
d’Italia aperti dalle intercetta-
zioni telefoniche di queste ul-
time settimane impongono un
moto di ripugnanza morale da-
vanti a quest’Italia abbrutita,
violenta e spudorata, senza ti-
more di eccedere nella gogna
mediatica.
Del resto ciascuno è socialmen-
te responsabile dei suoi atti, e
non solo penalmente, e lo è
doppiamente se si tratta di un
personaggio pubblico.
Delle furberie squallide del ca-
so Ricucci e delle soverchierie
spudorate, coperte dall’omertà
della connivenza e del terrore,
di “calciopoli” sappiamo tutto o
quasi.
Ma non abbiamo toccato il fondo,
ogni volta che si “apre” un telefo-
no all’ascolto pubblico, squallore
si accumula a squallore.
Digit@l point
RILEGATURA TESI DI LAUREA
STAMPA DIGITALE
@
info@digitalcentersrl.it
Doveva arrivare ancora la “no-
blesse” Savoia per aggiunge-
re l’ultimo, l’ulteriore tassello
al quadro di un ”Italia in vista”
dall’aspetto sempre più deca-
dente.
Ciò che emerge è lì da leggere.
Ho fatto una scelta di passi edi-
ficanti del principe Savoia, del
consigliere di Fini, Sottile e di
altri personaggi dell’entourage.
A proposito di una prostituta
che ha intascato i soldi senza
prestazione il principe si affida
a un tal Migliardi, personaggio
della mala, “picchiatore di fidu-
cia” cui “affidare la punizione
dell’incauta signorina” di cui il
Savoia dice “a schiaffi bisogna
prenderla”.
Il compare Sottile parlando con
un amico su come usa il suo po-
tere per “rimorchiare” dice “tro-
viamo un po’ di troie... un po’
di attrici mignotte (ridono).
Tanto siamo noi, noi siamo
via S. Agostino n.4
27100 PAVIA
Tel. 0382.309568
periodico bimensile
Numero 27
Mercoledì 5
2006
amici di alcuni potenti... abbia-
mo tutto, siamo una società e
abbiamo tutto”.
E con lo stesso sistema si fanno
raccomandazioni per la vedette
Gregoraci presso la Rai e altre
ragazze aspiranti attrici di cui
lo stesso Sottile, dopo che ne ha
goduto i favori senza che que-
ste ottenessero nulla, dice “così
imparano a fare le attrici. An-
dassero a fare le commesse”.
Le commesse ringraziano per
tanta considerazione.
Della morte di Calipari il prin-
cipe Vittorio è sicuro di cono-
scere il colpevole, è la Sgrena,
“quel pezzo di m... quella vec-
chia troia” e il suo segretario
Narducci aggiunge “bisogne-
rebbe portarla in una caserma
degli alpini e poi darla agli alpi-
ni che se la sollazzino”.
Il principe non è del tutto d’ac-
cordo e rincara “ma poi la but-
tan giù. La buttan giù dalla
montagna, morta, a pezzetti”.
Ma non basta, a quanto pare,
non sono sempre i comunisti
a mangiare i bambini, anche i
nobili non disdegnano, almeno
a sentire il principe Vittorio, in-
vitato a un’iniziativa benefica a
favore dei minori abusati, ri-
spondere al suo segretario che
gli diceva “speriamo che ci sia-
no delle belle bambine, così le
sodomizziamo”, “Subito. Sì, ur-
lando!”.
E su un carico di medicinali da
inviare in Africa per aiuti uma-
continua a pagina quattro...
 2 k
sciopero dei taxi: Annabella registra picco negativo

strumenti Groseille, septidi, 17

Messidor, An CCXIV

I film dell’enigmatico Da- dell’incidente. Chi dà una chia-

vid Lynch si focalizzano sul-
la rappresentazione dell’Ame-
rica delle piccole città (Twin
Peaks, Velluto blu) o la gran-
de agglomerazione di Los An-
geles (Strade perdute, Mulhol-
land Dr.) e la parte oscura che
esiste in entrambe. Mulholland
Dr., il film che abbiamo visto, è
ricco di simboli e di immagini
frammentarie e allucinanti, tut-
te importanti per la compren-
sione finale della vicenda. La
grande suggestione delle inqua-
drature di Mulholland Dr., il so-
noro e le musiche che svolgono
un importante ruolo nella nar-
razione, costituiscono un’espe-
rienza a livello profondo, sicu-
ramente non paragonabile alla
Contro tutte le bandiere
David Lynch: la realtà dentro la scatola blu
ricerca di un dipanamento del-
la trama o di una ricostruzio-
ne temporale degli avvenimen-
ti. Insomma, è più importante
vedere che capire. Il tempo del-
la storia soprattutto nella se-
conda parte del film è sconvol-
to dai continui flashback, l’uso
dei colori (sempre simbolici),
l’accelerazione delle immagi-
ni provocano inquietudine e
smarrimento, rivelando il sen-
so di colpa e l’illusione della
protagonista. Mentre nella pri-
ma parte, la narrazione procede
lenta e gli avvenimenti sono ap-
parentemente scollegati. Lyn-
ch, come per tutte le sue opere,
non ha dato nessuna spiegazio-
ne a proposito del “vero signifi-
cato” del film. Il dvd americano
e quello inglese del film inclu-
dono 10 indizi scritti dal regi-
sta nel libretto allegato, proba-
bilmente inseriti per ironizzare
sull’alone di mistero che avvol-
ge la trama. Ecco gli indizi del
regista, per tutti coloro che han-
no già visto il film e per voi che,
speriamo, vorrete vederlo: Pre-
state attenzione all’inizio del
film, almeno due indizi sono
rivelati prima dei crediti. Pre-
state attenzione alle apparizio-
ni della lampada rossa. Riusci-
te a sentire il titolo del film per
cui Adam Kesher sta cercando
l’attrice principale? E’ menzio-
nato di nuovo? Notate il luogo
ve? E perché? Notate il vestito,
il posacenere e la tazza. Cosa si
sente e accade al club Silencio?
Solo il talento ha aiutato Camil-
la? Notate le circostanze in cui
si vede l’uomo dietro il Winkies.
Dov’è la zia Ruth?
Dopo questo tuffo onirico, ci
sentiamo un po’ destabilizzate,
ci chiediamo quale sia la realtà,
certamente, questo film ci fa-
rà riflettere ancora a lungo. Ci
sentiamo spettatrici di un pic-
colo teatro dove un attore inizia
il suo monologo, due ragazze
ascoltano e piangono e…silen-
cio.
Marta & Kavida

“Brasato all’aceto”:
Ovvero il miglior motore
grafico Open Source
Per prima cosa, al fine di rende-
re chiaro il discorso sarà bene
spiegare in termini comprensi-
bili cos’è un motore grafico. Be-
ne, un motore grafico è, molto
semplicemente, una serie
di misteriose funzioni
espresse in linguag-
gio di programma-
zione che riprodu-
cono un modello
della realtà, spiega-
no cioè come devono
funzionare determina-
ti avvenimenti e rendono
www.sauerbraten.org a video – sullo schermo –
lo d’avere uno scenario vuoto,
composto da un numero varia-
bile di cubi, con cui poter in-
teragire: possiamo deformare
ogni singolo spigolo per otte-
nere le forme che vogliamo e
poi assegnare oltre trecen-
to diverse texture “ dal
muro di mattoni all’er-
ba“ all’area seleziona-
ta, semplicemente con
un clic del nostro mou-
se e qualche combinazio-
ne di tasti, senza dover impa-
rare ex-novo un linguaggio
di programmazione. Allo

La Gaia Scienza
Andare di corpo regolarmente: una soluzione alla
domanda energetica
Dal punto di vista energetico, il
momento storico è di quelli to-
pici. Dalla crisi del gas tra Rus-
sia ed Ucraina, da cui l’Italia è
uscita fortunatamente indenne,
alla nuova “alba nucleare” che
si va prospettando, e le cui deri-
ve possono essere solo lontana-
mente prevedibili.
A questo proposito, mi piace-
rebbe sdrammatizzare il tutto e
alleggerire il tono delle polemi-
che pensando che...solo i nostri
escrementi ci salveranno!
Non da molto, in un progetto
energetico d’avanguardia, che
punta a recuperare calore dal-
le fognature, i cittadini di Oslo
contribuiscono a riscaldare le
proprie case semplicemente ti-
rando lo sciacquone in bagno.
Enormi macchine blu al termi-
ne di un tunnel di 300 metri in
una centrale ai piedi delle colli-
ne ad Oslo usano la tecnologia
di refrigerazione per risucchia-
re calore dalle fognature e tra-
sferirlo ad una rete di conduttu-
re dell’acqua calda, alimentando
così migliaia di radiatori e calo-
riferi attorno alla città.
“Crediamo che questo sia il si-
stema di riscaldamento più
grande del mondo capace di
usare acque di scarico”, ha det-
to a Reuters Lars-Anders Loer-
vik, direttore della società
energetica di Oslo Viken Fjer-
nvarme, che gestisce l’impian-
to, aperto questa settimana.La
pompa di calore, un sistema di
compressori e condensatori, co-
sta circa 11,5 milioni di euro ed
ha una potenza di 18 megawatt
(MW), abbastanza per riscalda-
re 9.000 appartamenti e rispar-
miare 6.000 tonnellate di com-
bustibile all’anno.
Secondo gli esperti le fognatu-
re potrebbero essere sfruttate
ovunque.
“La tecnologia è quella, così
se pure l’infrastruttura è quel-
la, c’è una soluzione flessibi-
le per molte città in tutto il
mondo”, dice Monica Axell, a
capo del centro pompe calo-
re dell”International Energy
Agency, che fa da consulente
a 26 Paesi industrializzati . A
suo giudizio in Svezia c’è un im-
pianto ancora più grande, con
una capacità di 160 MW che re-
cupera calore dalle acque reflue
trattate. Mentre in Finlandia un
impianto simile da 90 MW trat-
ta le acque di scarico.
Ad Oslo, acque di scarico non
trattare, da gabinetti, bagni, fo-
gnature ed acqua piovana, fini-
sce nel sistema attraverso un
filtro che blocca corpi grossi,
come i topi morti.
Gli scarichi delle fognature
scorrono nel sistema ad una
temperatura di 9,6 gradi centi-
gradi, uscendo ad una tempe-
ratura di 5,7 gradi dopo che il
calore è stato sottratto con il si-
stema usato nei refrigeratori, e
l’energia ricavata scalda l’acqua
di una sistema di tubi di 400
chilometri, che riscalda uffici
ed abitazioni.
Tutto questo vi sembra un altro
mondo? Sì, purtroppo è un al-
tro mondo...
Alessio Vagnoni
delle immagini e dei com-
portamenti. Semplice, no?
In altre parole, il motore grafi-
co è ciò che ci permette di ave-
re uno scenario giocabile, ciò
che rende possibile le varie in-
terazioni del nostro personag-
gio con gli oggetti e che gestisce
qualsiasi altra funzione com-
plessa legata all’aspetto del vi-
deogioco... insomma le fonda-
menta stesse di un videogioco.
Solitamente questi motori gra-
fici sono di difficile approccio
per i “non addetti ai lavori” poi-
chè interpretano i dati grazie
al linguaggio che il program-
matore sceglie di utilizzzare-
C, C++, Visual Basic, Java etc.
etc. a secondo del grado di com-
plessità .
Il primo punto a favore di Sauer-
braten “Brasato all’aceto” secon-
do diversi filologi dei termini
informatici, consiste proprio
nell’avere diversi gradi di ap-
proccio. Dalla rete www.sauer-
braten.org si possono scarica-
re sia i file contenenti il codice
sorgente cioè quelli che posso-
no essere modificati, attraverso
il C++, per sviluppare il pro-
dotto sia l’ultimo pacchetto sta-
bile che contiene un software
eseguibile “giocabile“ e la pos-
sibilità di creare diverse nuove
mappe partendo da uno scena-
rio vuoto e dalle funzioni stan-
dard presenti nel pacchetto. Il
risultato, molto più semplice da
vedere che da spiegare, è quel-
stesso tempo resta la possi-
bilità per i più volenterosi di
modificare ogni altra cosa pos-
sibile, partendo dalle complica-
te funzioni che regolano la fisi-
ca dei corpi. Ma non finisce qui.
L’equipe di ideazione l’ha reso
perfettamente compatibile con
due “mostri” dell’Open Source:
The Gimp e Blender, connubio
che rende possibile sviluppare
un videogioco senza bisogno di
acquisatre del software proprie-
tario. Il “Brasato” è sviluppato
per i tre sistemi in circolazio-
ne- Windows, Mac e Linux – il
che lo rende praticamente uni-
versale.
Ma il vero vantaggio, apprez-
zato da chi con queste cose in-
tende lavorare, è il consumo di
risorse... in poche parole com-
pletamente nullo. Per intender-
ci, testato su una macchina con
1 GHz di processore e 512 Mb di
memoria Ram, non ha dato se-
gni di sofferenza pur lavorando
su mappe da 1024^3 cubi cioè
1.073.741.824 cubi!!!
M.S.
 k 3
sciopero dei taxi: colpita anche calciopoli, Moggi arriva in ritardo e la Juve perde

Groseille, septidi, 17
Messidor, An CCXIV
Somalia, finalmente una speranza
In Somalia c’è una guerra civi-
le da 16 anni, e l’assenza totale
di uno stato e di qualunque for-
ma di amministrazione pubbli-
ca, in particolare a Mogadiscio
dove c’erano una decina di War-
lords che comandavano altret-
tanti quartieri. Circa 7 o 8 anni
fa, data la situazione di peren-
ne anarchia, alcuni quartieri si
erano organizzati per creare un
po’ di ‘sicurezza del quartiere’.
Dopo poco avevano aggiunto
un sistema per giudicare chi
commette omicidio, violenza o
furto all’interno del quartiere.
Da li nacquero i tribunali che
nel giro di poco conquistarono
la simpatia di gran parte della
popolazione locale, che, stanca
di anni di guerra, cominciò ad
avvicinarsi alla religione. Dal
momento che la popolazione
è tutta musulmana, ma anche
i Warlords sono musulmani, la
religione politicizzata diventò
un’ alternativa politica al siste-
ma clanico.
A questo si è aggiunta la paura
americana che la Somalia, per
mancanza di uno stato, potes-
se diventare terra libera per Al-
qaeda (tempo fa si diceva che
Bin Laden potesse essere in So-
terza pagina
malia). I Warlords affamati di
denaro si proposero subito per
la ‘lotta contro il terrorismo’ su
finanziamento di Etiopia e Stati
Uniti. Tra Somalia ed Etiopia ci
sono state due guerre per l’Oga-
den, regione abitata da somali
ma attualmente sotto l’ Etiopia,
nel 1964 e nel 1977.
Da allora questa regione tentò
di conquistare l’indipendenza
dall’Etiopia, anche con l’aiuto
della Somalia, fino al suo crol-
lo. Di conseguenza l’Etiopia
non vede di buon occhio una
Somalia unita e forte per timo-
re di altre pretese. In ogni caso,
nel giro di poco, tutti i tribunali
furono eliminati e gli USA riu-
scirono a constatare che Bin La-
den non era in Somalia. Da al-
lora le cose andarono di male in
peggio e i signori della guerra
ricominciarono la loro guerra
una volta eliminati gli islamisti.
Pochi mesi fa, quasi tutti i War-
lords, spinti dagli USA, si sono
uniti in una ‘organizzazione per
la Pace e la Lotta al Terrorismo
Islamico’.
Si parla di un fondo di 100.000
USD al mese per questi Warlor-
ds, che hanno cominciato a fare
pulizia degli islamisti che ormai
avevano solo scuole e ambula-
tori.
In seguito il presidente del go-
verno li ha convocati, ottenen-
do come risposta: “non abbiamo
tempo per il governo, stiamo lot-
tando contro il terrorismo”. Ma
ormai la gente è stanca, e prova
simpatia per ogni forma di or-
ganizzazione diversa dai War-
lords, anche se potenzialmente
altrettanto pericolosa. Così nel
giro di pochi giorni gli islamisti
hanno conquistato la capitale e
i Warlords sono tutti scappati.
Non so come andrà a finire, ma
di fatto per la prima volta dal
1990 c’è una sola forza che con-
trolla Mogadiscio e a quanto pa-
re sono disposti a consegnarla
al governo virtuale, ovviamen-
te a condizione che accetti le lo-
ro istanze. Si spera che ciò pos-
sa assicurare una relativa pace
per il tempo necessario a raf-
forzare il governo virtuale, con
l’augurio che la comunità in-
ternazionale, a cominciare dai
paesi africani, cominci ad aiu-
tare seriamente questo gover-
no, anche per loro interesse di http://www.flickr.com/photos/hotzone/112969980/in/photostream/
pace regionale e rimpatrio dei
profughi somali.
Hussein Aden

[...] Come si scrive un articolo per K

Traduzioni dal Serbo di Aleksandra Milic Terapia e Pallottole
Luci accese, spente, in seguito
Il silenzio repentinamente accese.
di Jovan Ducic Lo sguardo assente della di-
rimpettaia sembra essersi in-
Sono rimaste le orribili parole non dette, ceppato durante il tentativo di
Solo i tuoi occhi, calmi come il buio, ricordare altro: per il resto la lo-
Loro mi guardavano e ascoltavano; quacità molesta di chi non ha
Il mio dolore nel tuo orecchio cantava il silenzio. spesso gente con cui parlare
inizia a spazientirmi.
Che inno del cuore, quella parola non detta! Sono nato stronzo, ma ci sono
Quella parola che non conobbe le vie né il desiderio! sicuramente persone peggiori,
Quando il silenzio parla per noi, la sua parola per cui prima di diventare sgar-
Ha tutta la pulizia del sogno e della bramosia dolente. bato, mi rimetto il cappello e
abbozzo un saluto.
Questa piana musica dell’amore che tace Ventidue scalini, per un totale
Ha la pace della preghiera nel fondo del spirito: di due piani su quattro: il fat-
Non si perde mai con le bugie, to di averli percorsi per anni si
Né la voce viziosa viene nel nostro udito. era scavato una fossa nel pro-
fondo del mio inconscio ed ora,
L’idea scritta sulla pietra muta; ogni singolo passo riecheggiava
La fiducia tutta nella lacrima che non vuole versare; in me come colpi soffocati dal
Quel giuramento nella sconosciuta ora del giorno; ventre di una bara.
E la più alta legge del dolore che grida. Diciannove, venti, ventuno…
contarli ha sempre avuto una
valenza quasi scaramantica, ma
in questo momento sta assu-
mendo tutte le sfumature e i to-
ni di un esorcismo.
Eppure non ci sono demoni da
scacciare, spiritelli smarriti da
ributtare nell’orrida Gehenna
in cui per secoli si sono trastul-
lati.
Almeno non credo…
Tu non hai mai avuto un’ani-
ma; nemmeno quando parlavi,
respiravi e ridevi, e tutti ti con-
sideravano viva.
Sono le sette e trentadue e die-
tro quella porta, il tuo corpo
immobile giace irregolare, sul
marmo candido della sala da
bagno.
Forse non avrei dovuto accetta-
re. Forse questa è la tua enne-
sima trovata per perseguitar-
mi, per farmela pagare. Forse
mi sto semplicemente nascon-
dendo dietro gli ultimi scrupo-
li rimasti; o forse, la mia pau-
ra è quella di ritrovarti uguale a
come ti lasciai un anno fa: geli-
da, contratta, priva di qualsiasi
traccia di vita.
Mi spezzerò i denti se continuo
a titubare.
Mi muovo.
La dolcezza con cui accarez-
zo la maniglia e spingo la por-
ta per un attimo mi disorienta,
e mi inietta nel corpo una ge-
stualità dimenticata, domestica
e gentile.
Certe volte ci ronzano in testa
le canzoni meno appropriate
alla situazione in cui ci trovia-
mo… “Per i nostri occhi e le no-
stre labbra, per tutto quello che
hanno fatto…”.
Se mi trovassi in un romanzo a
questo punto potrei prendermi
un po’ di fiato e rifugiarmi in un
flash back, ma sono un misero
pezzo di carne, e devo accon-
tentarmi di affrontare i ricordi.
Da “Gemme di Ippocastano”, di
Pcmb
Paolo Bertazzoni

Apatia
di Jovan Ducic
Quella notte nel campanile
d’una cattedrale sedeva Mefisto
tutto pallido e silenzioso accanto
le campane gotiche. I suoi fred-
di occhi d’acciaio erano fissa-
ti sulla enorme città, ghiacciata
in un sogno terribile. Centinaia
di ponti vuoti pendevano sopra
il bianco fiume nel quale alcu-
ne stelle brillavano. La notte era
fredda e triste.
Mefisto sedeva così orribile e
pallido come una volta sopra le
città perdute nelle ore delle loro
[...]
cadute in rovina. Nell’aria scura
e fissa intorno a lui stavano ele-
vate sottili chiese gotiche, nelle
cui quella notte era carcerato un
dio impotente. Però Mefisto esi-
tava di fare qualche male di nuo-
vo.
Si riscosse dentro di lui la vo-
ce antica del amore? E lui, che
stava sopra tutto e contro tut-
to, provò che finalmente torna-
va all’eterna, silenziosa e calda
Armonia? O invece quella notte
immaginava la sua orgia più or-
ribile, il suo poema di Distruzio-
ne più maestoso?
No, inerte e silenzioso, nella not-
te fredda senza cielo, accanto al-
le campane smorzate, lui sentì
il cuore piccolo e vuoto. Dentro
di lui non c’era più né amore né
odio; dentro di lui adesso c’era
solo la fredda Apatia; un mare
verde di veleno e fiele. E Mefi-
sto conobbe quello sconosciu-
to sentimento d’apatia che né
Dio né Satana aveva mai prova-
to, ma che è un sentimento so-
lo d’Uomo.
Allora il dio del male capì tutta la
profondità di umiliazione e sentì
il dolore più crudele di tutti.
 4 k
Materiale ignifugo

cronache Groseille, septidi, 17

Messidor, An CCXIV

Avanti Savoia, l’Italietta è servita Creative Jammin’ Festival2

...da pagina uno
nitari, ancora il segretario Nar-
ducci dice che devono esse-
re roba “di bassissimo costo in
Reg. Trib. PV n°594 - Stampa: Industria Grafica Pavese sas, Pavia - Chiuso in Redazione 3-7-2006 - Tiratura 2000 copie - 2006, Alcuni diritti riservati (Rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0 by-nc-sh)
la fiaccola olimpica portata dal dice: “guardi che io sono Sax -
6, 7, 8 luglio
suo figlioccio a Torino: “Allora, Coburgo, son tedesco eh! Ho
se questi no global fanno qual- delle reminiscenze di... doppia Siamo qui riuniti per celebrare la seconda edizione

barba a qualsiasi brevetto”, pra-
ticamente “acqua e zucchero”
però provenienti dalle aziende
del principe.
E infine un po’ di politica, di
sano anticomunismo quando il
principe si informa presso una
“Voce” ignota del passaggio del-
cosa li menano, spero”. Voce “Li
meniamo tutti, guarda, gli spac-
chiam la schiena”. Principe “Gli
spacchiam la schiena”.
Ma la chiosa forse è davvero il-
luminante su questa Italia rap-
presentata così bene dal Savoia
in patria e nel mondo quando
S lì (SS) “ Non avevamo dubbi.
Grazie a tutti coloro che han-
no perorato la causa del rientro
dei Savoia, ci avete offerto an-
cora una volta l’occasione per
conoscere cos’è l’Italia in veri-
tà.
Matteo Canevari
della festa ai Giardini Malaspina (accesso da Piazza
Petrarca, Pavia), una tre giorni di musica e arte co-
me conclusione di questa annata di attività.
I concerti iniziano alle 20:30.
Giovedì surf’n’roll con The Pentothals, preceduti dai
Fiasco de Gama e dai vincitori del concorso “School
of Rock”, i The Things.
Venerdì i Kumenei porteranno a Pavia la pizzica sa-
lentina. Apriranno la serata due gruppi locali: News
for Lulu e La corte dei miracoli.
Sabato gran finale con il ritorno del dance & roll dei
Rum tum tugger, accompagnati dai Lhiannan Shee.
Special guest Lisi Riders.
Ricordiiamo ai peggiori BIRRA a 3 euro.

Il progetto Creative Pavia na-
sce da un’idea dell’associazio-
ne OMP…
Quante volte ci avete senti-
to parlare di questo progetto,
di concorsi e di corsi, di sigle
incomprensibili Gpl, CC, CC-
CP, FbL… Ora che siamo giun-
ti alla fine dell’anno, vorrem-
mo raccontarvi cosa è stato per
noi e per chi ha partecipato al-
le attività.
Tutto è partito dall’idea di po-
chi pazzi che hanno suda-
to –era giugno 2005- settanta
camicie per presentare un ban-
do, detto volgarmente “legge
285/97 Progetto Giovani” a una
simpatica “signora del comu-
Definibus
ne” che chiameremo, per mo-
tivi di privacy, Titty – e che ci
preme ringraziare.
A settembre questi folli, le cui
file si erano nel frattempo in-
foltite, hanno iniziato a lan-
ciare concorsi, laboratori, pre-
sentazioni, ed eventi a raffica,
senza neppure sapere da che
parte erano girati. Purtroppo le
attività proposte sono piaciu-
te alla città, il che ha portato
questi incoscienti a sudare al-
tre settanta volte sette camicie
per non deludere le aspettati-
ve degli astanti, né la signora
Titty…
Nella pratica, ciò ha compor-
tato la spedizione di un con-
tingente di disgraziati eversivi
nella ridente città di Torino per
presenziare alla Fiera Interna-
zionale del Libro, -seguono pa-
role atte a descrivere ciò che è
successo nell’anno, quasi prive
di punteggiatura, fidatevi, sap-
piamo scrivere, ma non abbia-
mo intenzione di dimostrarvelo
adesso-, (cvd…) la partecipa-
zione di una ragazza calabrese
alla premiazione del concorso
di poesia e prosa (1080Km)…
che poi non ha neanche vin-
to, un’eccezionale mostra foto-
grafica esposta al più intenso
rigore invernale (ha nevica-
to un giorno, a Pv e l’abbiamo
beccato!!!) e alla più totale in-
differenza, sette (non settanta)
laboratori scolastici, di Fotogra-
fia, Giornalismo, Cortometrag-
Incandescente obbiettività:
Nenia in concerto
“Un nome che abbiamo scor-
dato, una voce di madre sco-
nosciuta. Un uomo che smette
di ridere e avverte il sibilo del-
l’abisso…”
Dietro ad ogni materia permea-
ta di vita si srotolano millenni
di strategie evolutive, di impe-
rativi biologici e dissimulazioni
più o meno consce, più o meno
mascherate di spiritualità o ad
essa direttamente imputate.
Parlare dei Nenia è parlare di
una inusitata forma di schiet-
tezza, di una volon-
tà di ricerca che
scandaglia il suono
attraverso il suono
stesso, e nella sua
capacità conteniti-
va colloca o me-
glio ri-colloca il
nodo focale del-
la sua analisi: l’uo-
mo.
Non un semplice
schema, come quello di ricer-
ca e costruzione sonora, e che
proprio con Hospes approda
ad una precisione inedita, nel-
la quale si esprime il paradosso
di un lavoro talmente raffinato
da raggiungere il minimalismo,
l’essenza.
Intendere artaudianamente il
suono come il luogo nel qua-
le si possono recuperare livelli
soggiacenti di coscienza, vivere
l’ascolto come un’esperienza
sempre diversa e moltepli-
ce sembra essere uno de-
gli obiettivi più
vividi del per-
corso Nenia, che
affonda radici so-
lide e suggestive
nell’esperienza
teatrale condot-
ta da Giuseppe
Imprezzabile con il
Lenz di Parma.
Parlare dei Nenia è

Aladino Foto
gi, per un totale di duecento-
trentatre alunni iscritti, di cui
settanta partecipanti (come le
camicie), la pubblicazione del-
la PRIMA (!) antologia di rac-
conti e poesie in copyleft, Ulti-
ma notte di veglia e altre follie,
Divercity, la festa al parco del-
la Vernavola, che ha coinvolto
più associazioni, circa settemi-
la persone e cinquantadue fusti
di birra in quattro giorni, giova-
ni virtuosi del bel canto e del-
la musica impegnati in un con-
corso allo Scarface Café, una
bellissima festa ai giardini Ma-
laspina, Cd musicali in copy-
left, una spinta alla formazione
di una bella rete di associazio-
ni giovanili che si va ultiman-
Foto di laurea do, questo bellissimo giornale,
Sviluppo e stampa in 30 minuti tanti/e passione, entusiasmo,
divertimento, voglia di sudare
Servizi matrimoniali altre camice – facciamo sessan-
Foto digitali in 30 minuti tacinque, però, stavolta…- e un
articolo che senza questa inuti-
le precisazione sarebbe stato di
Corso Cavour, 16A 27100 Pavia
2500 battute esatte…
Tel/Fax 0382/33866 Lidia Acquaotta e
Luca Schiavi
gruppo, ma un pro-
getto che parte dal ten-
tativo di “dare corpo al suono
– psichico” (La Casa del dolo-
re – 2001) e approda nel 2006
ad “Hospes”, interessante rifles-
sione sul concetto di individuo
inteso come soggetto/oggetto
“partecipe di più nature”.
Identità, ruolo, mutevolezza
dell’ente a partire dalla fissità
delle sue strutture interiori: la
musica dei Nenia agisce diret-
tamente sulla percezione, ab-
bandonando le banalizzazioni
salvifico-speculative sulle quali
l’ambient e la musica new age
si sono attualmente arenate.
La loro indagine segue uno
I disegni in questo numero sono di Elena Balduzzi
ronstadt
periodico bimensile
Numero 27
www.kronstadt.it
info@kronstadt.it
http://creativecommons.org/
licenses/by-nc-sa/2.0/it/legalcode/
dun- que in realtà una dissi-
mulazione, una traduzione e di
conseguenza un tradimento di
ciò che l’esperienza alla quale
ci sottopongono può spingerci.
Dopotutto, come loro stessi pre-
cisano “il nostro corpo è uno
strumento d’azione: a nessun
livello, in nessun senso, sotto
nessun aspetto, serve per pre-
parare, spiegare, una rappre-
sentazione”.
I Nenia suoneranno il 6 Luglio
al Festival “Fraskettando” di
Alessandria.
Per info. www.fraskettando.it
Paolo Bertazzoni
Abbonamenti:
non ancora, ma stiamo
lavorando per voi. Presto
per gli abbonati un origi-
nale dono l’originale tova-
glietta decorata a mano
da un prestigioso artista.