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Anonimo D'Amaro

Carne automatica

ORODEGLISTUPIDI EDIZIONI
ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ANONIMO D'AMARO

I EDIZIONE MARZO 2010

QUESTO LAVORO È STATO REALIZZATO UTILIZZANDO SOFTWARE

LIBERO. NON ABBIATE PAURA DI SPERIMENTARE LA DIFFERENZA.


«...la libido always desires
something repulsive.»

Salvador Dalí
C'è una ruota sopra al mio letto.

E' il timone di un vecchio battello.

Pendono teste di vecchi soldati.

C'è un timone sopra al mio letto.

Pendono teste e vecchi cimeli.

Ricche incisioni santificano il muro.

Ci sono incisioni sul muro.

Sono confessioni di vecchi soldati.

Piangono ogni sera sul mio cuscino.

Il cuscino si gonfia di peli, ma io non paura


del malocchio.
C'è una tigre ai piedi del mio letto.

Ha le zampe indebolite dal malocchio.

Non ha mai chiuso gli occhi su di me.

Il cuscino si gonfia di peli, ma io non ho paura

del malocchio.

C'è una tigre che silente tiene traccia.

Tiene traccia del calore del mio corpo.

C'è una tigre ai miei piedi che non parla.

C'è il mio corpo sul letto.


Sono morto.
Sono morto di qualcosa di insolito.

I soldati non mi piangono stasera.

Nella gabbia dei martiri ho preso freddo.

La gabbia dei martiri era buia.

Non mi tocco perché temo d'impazzire.

Non mi tocco perché ho già perduto il tempo.

I martiri sono sempre irreversibili.

C'è uno specchio falso appeso al muro.

C'è uno specchio falso che mi occupa la fronte.

Non riflette, ma rompe le porte.


Per ora la mia porta resta chiusa.

Il lenzuolo si gonfia di unghie, ma io non ho

paura del malocchio.

C'è un delirio che si rompe sulla porta.

C'è un vociare che ricorda la mia gabbia.

Mi è rimasta sulla gola la paura.

Le gabbie dei martiri sanno i loro destini.

Gli aguzzini sono sempre molto calmi.

C'è un delirio che riflette sugli specchi.


Si nasconde sotto al letto e nell'armadio.

Si nasconde perché sa che lo conosco.

Si nasconde e mi lascia minacciato.

Penzola ma non lo temo, e l'armadio

si gonfia di urla, e nel letto tra le gambe

spuntano pugnali, ma non ho paura

del malocchio.
C'è un quadro che nasconde una violenza.

C'è un quadro pervertito che nasconde una

porta.

Sulla porta il delirio si è zittito.

La luce si è spenta.

Rimango ad ascoltare.
Si sentono i due colpi del pendolo.

In casa non c'è alcun orologio.

Si sentono i pugnali che sfregiano l'armadio.

Vuole uscire perché sa che sono molle.

Vuole uscire perché sa che lo conosco.

Vuole uscire e mi lascia minacciato.


C'è qualcuno che siede in fondo al letto,

La tigre non parla perché ha la bocca stretta.

C'è qualcuno che siede in fondo al letto.


C'è una ruota sopra al mio letto.

Pendono teste, e una sacca è chiusa.


Duole il suo muso che nutrendosi mi scava.
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