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Gaetano Cantalini

Via della Libert n. 2 - 67020 Navelli (AQ)


cell. 333.9674874 email: gaetanocantalini@alice.it
sito web: http://gaetanocantalini.wordpress.com/

Navelli, 3 Giugno 2016

Al Sig. Sindaco del Comune di Navelli

Ai Sigg. Capigruppo consiliari


c/o sede municipale

Oggetto: proposta di promozione di una cooperativa di comunit per la


valorizzazione delle strutture comunali inutilizzate gi destinate ad attivit socioculturali e turistico-ricettive

In tutta Italia si stanno diffondendo sempre pi le cooperative di comunit, uno


strumento di Legacoop per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e per
creare possibilit occupazionali soprattutto per i piccoli comuni delle aree montane.
Le cooperative di comunit sono delle societ cooperative il cui scopo costituito
dalla produzione di vantaggi, ovvero beni o servizi, a favore di una determinata comunit
territoriale. Gli esempi pi recenti riportano di progetti su forestazione, agricoltura e
zootecnia biologica, cura del verde e del territorio, turismo agreste, agriturismo, turismo
scolastico e turismo di comunit, albergo diffuso, etc.
E fuori di dubbio che la forma giuridica della cooperativa ben si adatti, forse
anche meglio di altre, a rispondere anche da un punto di vista imprenditoriale alle nuove
esigenze che la globalizzazione dei mercati, labbandono e lo spopolamento dei centri
storici rurali, ed il modello di sviluppo capitalistico hanno creato; si favorisce cos il
ritorno ad una visione pi umana anche dei rapporti economici e sociali, tornando ad
un modello sociale in cui le tradizioni e le produzioni tipiche, la storia, lambiente, ed

infine il rapporto personale in cui il cittadino non considerato freddamente solo un


cliente, sono al centro del progetto.
La costituzione di una cooperativa di comunit, da un punto di vista formale e
giuridico, non diverge dalla costituzione di una qualsiasi cooperativa, in quanto lunica
differenza costituita dalloggetto dello scambio mutualistico, in questo caso costituito da
un servizio rivolto agli appartenenti ad una determinata comunit.
Grazie al contributo dei cittadini/soci, possibile quindi costituire una societ
cooperativa, per definizione a gestione democratica, che sar altamente capace di
adattarsi alle esigenze, peculiarit e problematiche del territorio in cui opera,
valorizzandone al meglio le potenzialit, dando risposte alle esigenze agli abitanti,
creando contestualmente nuove occasioni di lavoro ed evitando lo spopolamento di aree
ricche di storia e cultura, ma ancor pi di rapporti sociali diretti, a volte cos latitanti
nelle grandi citt.
Dove lo Stato non arriva, o non pu arrivare, dove limprenditoria privata non vede
un interesse economico secondo modelli imprenditoriali basati esclusivamente sul
profitto, potr nascere una cooperativa di comunit, in grado di erogare beni e servizi
utili e necessari ai cittadini e, contemporaneamente, di garantire nuovi posti di lavoro.
Pi dello Stato, pi dellimprenditoria privata.
Nel perdurare dellassenza di una specifica legislazione nazionale, alcune realt
regionali hanno adottato una normativa ad hoc, spinte dalla necessit di governare un
fenomeno sempre pi diffuso sui propri territori, anche allo scopo di un riconoscimento
finalizzato alla concessione di agevolazioni e/o finanziamenti regionali.
E il caso della Regione Abruzzo che, nell'ambito di iniziative a sostegno dello
sviluppo economico, della coesione e della solidariet sociale, ha approvato la L.R. 8
ottobre 2015, n. 25 23/14, rubricata Disciplina delle Cooperative di comunit che
definisce i criteri e i requisiti per il riconoscimento della qualifica di cooperative di
comunit alle societ cooperative che rispettino i requisiti stabiliti dal Codice civile, e
che valorizzando le competenze della popolazione residente, delle tradizioni culturali e
delle risorse territoriali, perseguono lo scopo di soddisfare i bisogni della comunit locale,
migliorandone la qualit, sociale ed economica, della vita, attraverso lo sviluppo di
attivit economiche ecosostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al
recupero di beni ambientali e monumentali, alla creazione di offerta di lavoro.
A tal fine lo scopo mutualistico pu essere il pi vario (cooperative di produzione e
lavoro, di utenza, di supporto, sociali o miste), con la peculiarit che i soci possono
essere non solo persone fisiche o giuridiche, ma anche associazioni e fondazioni senza
scopo di lucro che abbiano la residenza o la sede legale nella comunit di riferimento
della cooperativa, nonch enti pubblici, a partire dagli enti locali in cui opera la

cooperativa di comunit. Gli enti locali, in tal modo, potranno discostarsi dalla prassi in
base alla quale si esternalizzano alcuni servizi socialmente rilevanti, per diventare veri e
propri promotori di cooperative di comunit per lo svolgimento di compiti istituzionali.
Vi anche una definizione della comunit di riferimento, cos come una stringente
quantificazione percentuale del numero dei soci rispetto alla popolazione residente;
inoltre prevista listituzione di un albo regionale delle cooperative di comunit per il
riconoscimento della relativa qualifica, che consente di poter partecipare agli interventi
economici regionali, ovvero finanziamenti agevolati, contributi in conto capitale e
contributi in conto occupazione.
Se questa nuova forma sta riscuotendo grande successo in tutta Italia perch
permette di far fronte a specifici bisogni di una comunit, soprattutto laddove lintervento
pubblico e il mercato non riescono a rispondere adeguatamente, valorizzando il
protagonismo dei cittadini. Vi sono esperienze in Puglia: a Melpignano sono stati
realizzati impianti fotovoltaici e case dellacqua, a Zollino la cooperativa Jemma
commercializza i prodotti tipici. Sono nate cooperative di comunit a Succiso,
nellAppennino reggiano, dove sono stati aperti un bar, un negozio di alimentari e un
ristorante, a Gaverina Terme (Bergamo) dove la cooperativa LInnesto realizza opere di
ristrutturazione e percorsi didattici, a Cerreto Alpi (Reggio Emilia) dalla volont di un
gruppo di giovani con lobiettivo di riqualificare ed implementare le attivit locali, a
vantaggio dellambiente e della comunit locale. Ad oggi le cooperative di comunit
aderenti a Legacoop sono 40, suddivise in 12 regioni (Abruzzo, Calabria, Campania,
Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Puglia, Toscana, TrentinoAlto Adige, Umbria e Veneto) e contano oltre 1500 soci.
Tutto ci premesso, chiedo alle SS.LL. di valutare la possibilit di attivare anche
nel nostro Comune una cooperativa di comunit per la valorizzazione a fini socioculturali e turistico-ricettivi delle diverse strutture di propriet comunale rimaste per
troppo tempo inutilizzate a seguito di importanti interventi di recupero come il Palazzo
Santucci con tutti gli alloggi ad esso annessi, il Palazzo De Roccis del quale da poco
stata completata la ristrutturazione anche grazie alle donazioni post sisma da parte di
alcuni Comuni umbri o lex edificio scolastico nella frazione di Civitaretenga gi
interessato da un progetto di iniziativa pubblica inserito nel P.I.T. dellAmbito aquilano
denominato @lbergo diffuso, ricadente nellAzione 3.2.2. del DOCUP Abruzzo 20002006. Mi preme porre in particolare laccento sullaspetto altrettanto interessante
riguardante le opportunit di lavoro ed imprenditoriali, specie per i nostri giovani, che
sono possibili grazie alle cooperative di comunit semplicemente sfruttando le
potenzialit di sviluppo locale. Unopportunit, quella delle cooperative di comunit, che
ci consente di mantenere vive e valorizzare le nostre comunit, rinvigorendo i nostri
borghi e rilanciando leconomia.

Certo che la suddetta proposta venga presa dalle SS.LL. in debita considerazione,
visti i notevoli benefici che queste nuove forme di cooperazione comportano in termini
sociali ed economici, ringraziando per la cortese attenzione, invio cordiali saluti

Gaetano Cantalini

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