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FLC
NUMERO 7
Freight
ght Leaders Club
QUADERNI INTRODUZIONE
NUMERO 7
C
Con la pubblicazione del quaderno ‘’La sicurezza delle
merci pericolose - Linee guida per il trasporto intermo-
dale terra-mare’’, il Freight Leaders Club esaurisce la
trattazione del complesso argomento del trasporto intermo-
dale delle merci pericolose, intrapresa nel maggio ‘95 con la
pubblicazione del Quaderno n. 1.
Il successo riscontrato dal primo quaderno, subito esaurito ed
attualmente in via di ristampa, conferma la validità della
scelta operata dal FLC nel dare seguito al progetto con la rea-
lizzazione del presente volume.
- le Raccomandazioni ONU
- le Direttive dell’Unione Europea
- il nuovo Codice della Strada
- il RID, regolamento internazionale per il trasporto delle
merci pericolose via ferrovia
- l’ADR, che recepisce la convenzione europea per il
trasporto delle merci pericolose via strada
- la CSC, (International Convention for Safe Containers)
- il Codice della Navigazione
- la SOLAS (Safety Of Life At Sea)
- l’IMDG Code (International Maritime Dangerous Goods Code)
- la MARPOL (Marine Pollutant),
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Dedicato a quanti nel passato si sono occupati con competenza e dedizione del tra-
sporto delle merci pericolose
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INDICE
PAG.
1 CAP. 1 NORMATIVE ED ENTI NORMATORI
1 1.1 PREMESSA
1 1.2 TRASPORTO VIA STRADA
2 1.3 TRASPORTO VIA FERROVIA
4 1.4 TRASPORTO MARITTIMO
5 1.5 TRASPORTO INTERMODALE CON CONTAINER
5 1.6 ENTI NORMATORI
7 1.7 STATI ADERENTI ALLE CONVENZIONI SOLAS E MARPOL
7 1.8 STATI ADERENTI ALLE CONVENZIONI ADR E RID
PAG.
77 CAP. 5 CISTERNE E TANK CONTAINER UTILIZZATI PER IL TRASPORTO VIA TERRA
E VIA MARE DELLE MERCI PERICOLOSE
77 5.1 INTRODUZIONE
78 5.2 TRASPORTO VIA MARE
88 5.3 TRASPORTO VIA STRADA
90 5.4 TRASPORTO VIA FERROVIA
91 5.5 RIEPILOGO CONTROLLI PERIODICI
181 ACRONIMI
183 GLOSSARIO
184 INDICE DELLE TABELLE
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TABELLE
Tabella 1.1 Maggiori organismi internazionali coinvolti nella definizione delle norme
Tabella 1.2 Stati firmatari delle convenzioni Marpol e solas
Tabella 1.3 Nazioni aderenti alle convenzioni RID e ADR
Tabella 2.1 Classificazione delle merci pericolose
Tabella 2.2 Correlazione nelle classificazioni per la classe 3
Tabella 2.3 Classificazione della tossicità secondo la direttiva 92/32/CEE
Tabella 2.4 Categorie di tossicità adottate per il trasporto delle merci pericolose
Tabella 2.5 Comparazione Grafica dei valori di tossicità tra la norma CEE e la norma
del trasporto
Tabella 2.6 Ordine di priorità ONU
Tabella 2.8 Ordine di priorità del Codice IMDG
Tabella 3.1 Codici degli imballaggi
Tabella 4,1 Codifica del tipo di contenitore intermedio
Tabella 4.2 Codifica del tipo di materiale impiegato
Tabella 4.3 Codifica dei contenitori intermedi
Tabella 4.4 Elenco delle prove di omologazione dei diversi tipi di contenitori intermedi
Tabella 4.5 Elenco dei controlli periodici previsti per i contenitori intermedi
Tabella 5.1 Elenco tank container estratto dal Codice IMDG per trasporto materie
liquide e pulverolente
Tabella 5.2 Elenco tank container estratto dal Codice IMDG per trasporto materie
gassose non liquefatte
Tabella 5.3 Elenco tank container estratto dal Codice IMDG per trasporto gas forte-
mente refrigerati
Tabella 5.4 Comparazione degli intervalli di tempo delle prove periodiche
Tabella 6.1 Pannello di segnalazione numerato
Tabella 6.2 Elenco dei numeri di pericolo (Kemler)
Tabella 6.3 Etichette previste dall’accordo ADR - RID - RMP
Tabella 6.3.1 Eticheete supplementari
Tabella 6.3.2 Etichette di pericolo ADR/RID - Spiegazione dei simboli
Tabella 6.4 Etichette aggiuntive per il trasporto ferroviario
Tabella 6.5 Etichette previste dal Codice IMDG
Tabella 6.6 Simbologia CEE per la segnalazione dei pericoli
Tabella 6.7 Indicazione di pericolo in vigore negli USA
Tabella 7.1 Placca di approvazione CSC
Tabella 7.2 Descrizione del contenuto della placca e relativo significato
Tabella 7.3 I container Elementi identificativi
Tabella 8.1 Tabella riepilogativa applicazione norme
Tabella 8.2 Scheda classificazione per trasporto intermodale (terra-mare ) di merci
pericolose
Tabella 9.1 Dichiarazione IMO per merci pericolose
Tabella 9.2 Esempio di dichiarazione IMO per merci pericolose
Tabella 9.3 Dichiarazione di assimilazione redatta in conformità alla circolare 3103118
del ministero marina mercantile
Tabella 9.4 Scheda di sicurezza
Tabella 9.5 Elenco della documentazione da allegare all’istanza di imbarco/sbarco
Tabella 10.1 Esame dei casi 1 e 2
Tabella 10.2 Esame dei casi 3 e 4
Tabella 10.3 Esame del caso 5
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Editing e grafica a cura di: Maria Teresa Zefelippo, Emanuela Montixi, Paolo Giordano.
Stampa: Color Black, Novate Milanese.
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NORMATIVE QUADERNI
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ED ENTI NORMATORI
C A P I TO L O 1
PREMESSA 1.1
Lo sviluppo di una linea guida per il trasporto intermodale via terra (strada e ferrovia)
e via mare di merci pericolose si realizza nel rispetto delle norme attualmente in
vigore,
1
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• Il D.M. 4 settembre 1996 (pubblicato nel Supplemento ordinario alla G.U. n. 282
del 2.12.96) attuazione della direttiva 94/55 (Recepimento dell’accordo ADR
anche per il traffico tra i paesi CE e il traffico nazionale).
L’aggiornamento del Decreto Legislativo 285 del 30.4.92, avente per oggetto il
“Codice della Strada” è stato pubblicato nel Supplemento ordinario alla G.U. n. 49
del 22.3.94.
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15 (3) I carri utilizzati per il traffico strada-rotaia devono recare sulle due fian-
cate le etichette di pericolo prescritte dal RID/RMP per le merci trasportate.
L’etichettatura di pericolo dei carri portanti non è necessaria
a) nel caso di sistema di trasporto “strada viaggiante” (carico di
autocarri con o senza rimorchio nonché di semirimorchi con trattore sui
carri utilizzati per tale sistema di trasporto), salvo diversa decisione della
ferrovia, anche relativamente ad una determinata relazione di trasporto, e
b) per gli altri trasporti di veicoli stradali cisterna.
15 (4) Le consegne scritte prescritte dal marg. 10385 dell’ADR devono esse-
re allegate alla lettera di vettura.
I trasporti internazionali via mare delle merci pericolose sono regolati da raccoman-
dazioni elaborate in sede IMO, con riferimento alla
La convenzione SOLAS si occupa degli aspetti della sicurezza del trasporto maritti-
mo in senso “esteso” ed in particolare di tutto ciò che concerne impianti antincendio
1) Questo accordo comprende anche gli accordi particolari firmati dai Paesi interessati al trasporto.
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RID e per l’ADR. Peraltro, detti regolamenti RID ed ADR non trovano applicazione
in linea di massima al di fuori dei Paesi Europei, sicchè un trasporto intermodale
destinato a Paesi delle Americhe, dell’Africa, dell’Asia e dell’Australia deve necessa-
riamente tener conto delle normative colà esistenti qualora dopo la tratta marittima
sia previsto l’utilizzo di mezzi di trasporto ferroviario e stradale di quei Paesi.
Nella tabella 1.1 sono indicati gli organismi preposti all’emissione delle norme di
trasporto delle merci pericolose, e le interazioni tra essi.
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Nelle tabella 1.2 sottoriportata sono elencati gli Stati che hanno ratificato le
Convenzioni SOLAS 1974 e MARPOL 73/78.
È opportuno rimarcare che sia la Reg. 54.2 del Capitolo II-2 che il Capitolo VII della
SOLAS 1974, nel trattare il trasporto via mare delle merci pericolose, fanno anche
riferimento all’IMDG Code. Sulla base di questa indicazione la maggior parte degli
Stati che hanno ratificato la SOLAS stanno via via inserendo nella propria normativa
nazionale l’IMDG Code stesso.
Purtroppo non è questo il caso degli Stati Uniti che, pur avendo adottato sia la
SOLAS che la MARPOL hanno una propria normativa per le merci pericolose conte-
nute nel CFR n. 46.
Nella tabella 1.3 sottoriportata sono elencate gli stati che hanno ratificato le conven-
zioni RID ed ADR.
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STATO SOLAS MARPOL STATO SOLAS MARPOL STATO SOLAS MARPOL STATO SOLAS MARPOL
ALGERIA X X REPUB. DOMENICANA X KAZAKHISTAN X X ROMANIA X
ANGOLA X EQUADOR X X KENIA X RUSSIA (FEDERAZIONE) X X
SOLAS
ANTIGUA E BERMUDA X X EGITTO X X KUWAIT X SAN VINCENZO E GRENADINE X X
ARGENTINA X X GUINEA EQUATORIALE X LIBANO X X SUD ARABIA X
AUSTRALIA X X ERITREA X LIBERIA X X SEYCHELLES X
AUSTRIA X X ESTONIA X X LIBIA X SIERRA LEONE X
BAHAMAS X X ETIOPIA X LITUANIA X X SINGAPORE X X
BAHREIN X FIGI X LETTONIA X X SLOVACCHIA X X
BANGLADESH X FILIPPINE X LUSSEMBURGO X X SLOVENIA X X
BARBADOS X X FINLANDIA X X MADAGASCAR X SUD AFRICA X
BIELORUSSIA X X FRANCIA X X MALAWI X SPAGNA X X
BELGIO X X GABON X X MALESIA X SRI LANKA X
BELIZE X X GAMBIA X X MALDIVE X SUDAN X
BENIN X GEORGIA X X MALTA X SURINAME X X
BRASILE X GERMANIA X X MARSHALL (ISOLE) X X SVEZIA X X
BRUNEI X GHANA X MAURITIUS X X SVIZZERA X X
BULGARIA X X GRECIA X MESSICO X TAILANDIA X
CAMBOGIA X X GUATEMALA X MONACO X X TOGO X X
CAMERUN X GUINEA X MAROCCO X X TONGA X X
CANADA X HAITI X MYANMAR X TRINIDAD E ZOBAGO X
CAPO VERDE X HONDURAS X OLANDA (PAESI BASSI) X X TUNISIA X X
CILE X X UNGHERIA X X NUOVA ZELANDA X TURCHIA X
CINA X X ISLANDA X X NIGERIA X TAIWAN X X
COLOMBIA X X INDIA X NORVEGIA X X UCRAINA X X
CONGO X INDONESIA X OMAN X X EMIRATI ARABI X
COSTA D’AVORIO X X IRAN (REP. ISLAMICA) X PAKISTAN X X REGNO UNITO X X
CROAZIA X X IRAQ X PANAMA X X STATI UNITI X X
CUBA X IRLANDA X PAPUA NUOVA GUINEA X X URUGUAY X X
CIPRO X ISRAELE X PERU X VANUATU X X
‘’CECA REPUBBLICA’’ X X ITALIA X X POLONIA X X VENEZUELA X X
COREA REPUB. DEMOCRATICA X X GIAMAICA X X PORTOGALLO X X VIETNAM X
DANIMARCA X X GIAPPONE X X QATAR X YEMEN X
TABELLA 1.2 - STATI FIRMATARI DELLE CONVENZIONI MARPOL E
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STATO ADR (*) RID (**) STATO ADR (*) RID (**)
Albania Si Lituania SI SI
Algeria Si Si Lussemburgo Si Si
Austria Si Si Macedonia SI
Belgio Si Si Marocco Si
Bosnia e Erzegovina Si SI Monaco Si Si
Bielorussia Si Norvegia Si Si
Bulgaria Si Si Olanda Si Si
Croazia SI Si Polonia Si Si
Danimarca Si Si Portogallo Si Si
Estonia Si Regno Unito Si Si
Federazione Russa Si Romania SI
Finlandia Si Si Rep. Ceca Si Si
Francia Si Si Siria Si
Germania Si Si Slovacchia Si Si
Grecia Si Si Slovenia Si Si
Iran Si Spagna Si Si
Iraq Si Svezia Si Si
Irlanda Si Svizzera Si Si
Italia Si Si Tunisia Si
Lettonia Si Turchia Si
Libano Si Ungheria Si Si
Liechtenstein Si Si Yugoslavia Si
NOTE:
(*) aggiornamento al 1/1/1997
(**) aggiornamento al 1/1/1997
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LA CLASSIFICAZIONE QUADERNI
NUMERO 7
Le merci ritenute pericolose ai fini del trasporto via mare e via terra (*) sono suddivi-
se in classi secondo le indicazioni riportate nella tab. 2.1.
Scopo di questo capitolo è presentare le modalità di classificazione in campo marit-
timo e terrestre che esprimono l’appartenenza di una sostanza ad una determinata
classe, seguendo il criterio del pericolo prevalente.
I criteri adottati in campo marittimo e terrestre non sono tuttavia tra loro equivalenti,
anche se la tendenza delle norme è di utilizzare uguali definizioni di classe sia per
la modalità terrestre che marittima.
Rimangono però notevoli difformità tra le norme terrestri e marittime nel descrivere
non tanto l’appartenenza di una sostanza ad una classe quanto nell’evidenziare rag-
gruppamenti a sottoclassi omogenee di pericoli secondari o nell’esprimere livelli di
maggiore o minore pericolosità delle sostanze stesse.
(*) N.B.: In seguito nel testo per “via terra” si intende “via strada” e “via ferrovia”
a) molto pericoloso
b) mediamente pericoloso
c) poco pericoloso
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Nei regolamenti ADR e RID e nelle norme nazionali in vigore dall’1.1.97 le seguen-
ti classi 1 e 7 sono definite “limitative”. Tale limitazione è riferita al fatto che le
materie ammesse al trasporto, alle condizioni indicate, sono solo quelle esplicita-
mente elencate nelle rispettive classi ed è vietato il trasporto per altre materie a
meno di ricorrere ad accordi di deroga bilaterali o multilaterali tra gli Stati interessati
o ad autorizzazioni rilasciate dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione per il
territorio nazionale.
Le altre classi sono “non limitative” e possono comprendere materie non espressa-
mente menzionate ma che per caratteristiche di pericolosità sono assimilabili a quel-
le elencate nelle diverse classi e sono quindi soggette alle stesse condizioni di tra-
sporto. In altri termini, i proprietari, i mittenti e/o i caricatori possono classificare,
direttamente e sotto la propria responsabilità, le merci presentate al trasporto, per
analogia, tenendo conto delle caratteristiche di pericolosità della classe e materia di
riferimento e presentarle al trasporto con gli imballaggi scelti fra quelli indicati nelle
prescrizioni generali della classe e materia di riferimento.
- classe di appartenenza
- nome chimico
- formula chimica
- principali dati chimico-fisici
- sistemi di imballaggio
- gruppo di imballaggio
- criteri di stivaggio
- etichette/pannelli di pericolo
- norme particolari.
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Nel trasporto via mare, con esclusione delle classi 1 (esplosivi), 2 (gas compressi
liquefatti o disciolti sotto pressione), 7 (materiali radioattivi) viene ammesso l’impie-
go di tre gruppi di imballaggio (gruppo I, gruppo II e gruppo III) aventi caratteristiche
di resistenza meccanica decrescente in relazione alla pericolosità propria della
merce.
Il concetto di classe limitativa non viene espressamente introdotto nell’IMDG Code.
Ciò potrebbe far pensare che i criteri di classificazione adottati per il trasporto via
mare siano più “permissivi”.
Nella pratica invece l’IMDG Code tratta tutte le classi come se fossero limitative,
ovvero esige che tutti i prodotti o le miscele, a qualunque classe di pericolo appar-
tengano, siano individuati e vengano classificati secondo le indicazioni del codice
IMDG.
L’IMDG Code consente tuttavia per talune classi una “scappatoia” nella classifica-
zione delle sostanze o miscele non elencate, facendo ricorso a famiglie di sostanze
chiamate in inglese N.O.S. (Not Otherwise Specified) in italiano N.A.S. (non altri-
menti specificate), individuate da apposito numero ONU. È consentito il ricorso alla
classificazione N.O.S. (o N.A.S.) solo dopo aver esaurito negativamente la ricerca tra
le sostanze elencate nell’IMDG Code.
Nell’ambito del trasporto è in vigore l’Annesso III della Convenzione Marpol che
fissa i criteri di pericolosità dei prodotti per l’ambiente marino. Nelle schede prodot-
to dell’IMDG Code sono individuati, come segue, i prodotti pericolosi per l’ambien-
te marino:
- Il simbolo “P” indica il prodotto “inquinante “ per l’ambiente marino
- Il simbolo “PP” indica quello “altamente inquinante” per l’ambiente marino.
I criteri in questione sono recepiti nell’IMDG Code cosicchè attenendosi alle disposi-
zioni dello stesso si rispettano anche le disposizioni dell’Annesso III della MARPOL.
In altri casi vengono adottati numeri ONU di “gruppo” o per “famiglie di prodotti”
non definibili in modo univoco in quanto in genere non sono prodotti puri ma
miscele di prodotti, per esempio il n. ONU 1268 raggruppa “prodotti petroliferi
distillati infiammabili”. Sui testi delle Convenzioni e Raccomandazioni si troveranno
detti numeri ONU sempre affiancati alle dizioni italiane N.A.S. (Non Altrimenti
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Stabilito) o inglese N.O.S. (Not Otherwise Specified).
È consentito il ricorso ai numero ONU per “famiglie di prodotti” solo quando è
regionevolmente possibile escludere che nuove sostanze o miscele non abbiano già
ricevuto l’attribuzione di uno specifico numero ONU.
Si deve infine specificare che un numero ONU di “gruppo” rappresenta tutti i tre
livelli di pericolo delle sostanze; infatti il numero ONU 1268, già citato, è rappre-
sentativo dei:
Ne consegue che, data l’importanza del livello di pericolo nella definizione del tipo
di imballo di contenitori e di segnalazione nelle schede di sicurezza o nelle segnala-
zioni di pericolo (etichette) o nei pannelli di segnalazione (es. numero Kemler), è
importante che nelle classificazioni intermodali si indichi a fianco del numero ONU
anche il livello di pericolo.
Tenendo conto delle caratteristiche qui esposte, ne consegue che la conoscenza del
Numero ONU consente il passaggio corretto tra la classificazione terrestre e maritti-
ma e viceversa, nonché l’individuazione di una sostanza fra quelle repertoriate
nell’IMDG Code.
La classificazione delle merci pericolose ai fini del trasporto (tab 2.1) fa riferimento
alle raccomandazioni ONU e si applica sia in regime nazionale che in regime inter-
nazionale .
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In questo paragrafo viene fatta un’illustrazione di carattere generale delle classi delle
merci pericolose. Per approfondimenti si rimanda direttamente alle rispettive norme.
Come appare evidente da quanto di seguito illustrato vi sono differenze fra i criteri di
identificazione delle classi di sostanze pericolose nelle modalità di trasporto via terra
e via mare.
a) Materie esplosive: merci solide o liquide (o miscela di materie) che sono suscetti-
bili, per reazione chimica, di sviluppare gas ad una temperatura, una pressione
ed una velocità tali che possono derivarne danni nelle vicinanze.
Materie pirotecniche: merci o miscele di merci destinate a produrre un effetto
calorifico, luminoso, sonoro, gassoso o fumogeno o una combinazione di tali
effetti, a seguito di reazioni chimiche esotermiche autosostentantesi non detonanti.
b) Oggetti esplosivi: Oggetti contenenti una o più sostanze esplosive e/o merci piro-
tecniche.
c) Materie ed oggetti non menzionati né sotto a) né sotto b): che sono fabbricati in
vista di produrre un effetto pratico per esplosione o a fini pirotecnici.
Le materie e gli oggetti della classe 1 sono assegnati al gruppo di imballaggio II.
Sottoclassi 2.3.1.1.1
Per le modalità di trasporto via strada e ferrovia sono state definite 6 sottoclassi (divi-
sioni) in base al livello di pericolo:
Divisione 1.1 Sostanze ed oggetti che hanno un pericolo di esplosione che inte-
ressa l’intera massa praticamente nello stesso istante.
Divisione 1.2 Sostanze ed oggetti che presentano pericolo di proiezione ma non
di esplosione dell’intera massa.
Divisione 1.3 Sostanze ed oggetti che presentano pericoli di incendio con minimo
rischio di esplosione o di proiezione od entrambi, ma non di esplo-
sione dell’intera massa.
Divisione 1.4 Sostanze ed oggetti che non presentano rischi significativi. Gli effetti
sono essenzialmente limitati al collo.
Divisione 1.5 Sostanze molto insensibili che presentano un rischio di esplosione
dell’intera massa ma che sono così poco sensibili che nelle condi-
zioni normali di trasporto le probabilità di innesco o di una transi-
zione dalla combustione alla detonazione sono molto ridotte.
Divisione 1.6 Oggetti estremamente poco sensibili non comportanti un rischio di
esplosione in massa. Questi oggetti non contengono che merci deto-
nanti estremamente poco sensibili e presentanti una probabilità tra-
scurabile di innesco o di propagazione accidentale.
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Freight Leaders Club
La classe 1 comprende:
Sostanze esplosive, ad esclusione di quelle che sono troppo pericolose per il traspor-
to o quelle che presentano un rischio predominante indicato in altre classi,
DEFINIZIONI
a) È materia esplosiva una sostanza sia solida che liquida (o una miscela di sostanze)
che sia capace di una reazione chimica in grado di produrre gas a temperatura,
pressione e velocità tali da causare danni all’ambiente circostante.
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c) Sono oggetti esplosivi gli oggetti contenenti una o più sostanze esplosive.
d) Una esplosione di massa è quella che interessa pressoché tutta la massa virtual-
mente in modo istantaneo.
Le materie e gli oggetti della classe 1 sono di norma assegnati al gruppo di imballo
II, salvo diversamente prescritto nelle schede sostanze.
Sottoclassi 2.3.1.2.1
Il regolamento del Ministero della Marina Mercantile, ora dei Trasporti e della
Navigazione, fornisce una definizione diversa rispetto a quella internazionale in
quanto fa riferimento al Testo Unico di Pubblica Sicurezza, che definisce come
esplosiva quelle sostanze o miscele di sostanze che esplodono per contatto con
fiamma, per urto, per sfregamento e la cui sensibilità all’urto o allo sfregamento è
superiore al dinitrobenzene, anche quando tali caratteristiche sono da esso perdute
in modo permanente, per aggiunta o presenza di acqua o di altre sostanze. La suddi-
visione di questa classe è effettuata in 5 sotto gruppi. Per il trasporto nazionale di
esplosivi si dovrà fare pertanto riferimento alle norme nazionali.
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Freight Leaders Club
A asfissiante
O comburente
F infiammabile
T tossico
TF tossico infiammabile
TC tossico corrosivo
TO tossico comburente
TFC tossico infiammabile corrosivo
TOC tossico comburente corrosivo
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Freight Leaders Club
Per gas e miscele di gas che presentano, secondo questi criteri, delle proprietà peri-
colose relative a più di un gruppo, i gruppi che riportano la lettera T sono predomi-
nanti su tutti gli altri gruppi, i gruppi che portano la lettera F sono predominanti sui
gruppi designati con la lettera A o O.
I gas corrosivi sono considerati come tossici e pertanto appartenenti al gruppo TC,
TFC e TOC.
NOTA L’infiammabilità è determinante sia per metodi di prova, sia per calcolo
secondo metodi approvati dall’ISO (vedere le norme ISO 10156: 1990)
Per classificare una miscela di gas (compresi i vapori della materia di altre classi)
può essere utilizzata la seguente formula:
1
CL50 (miscela) tossica =
n fci
∑
i=1 tci
dove:
fci è la frazione molare dell’iesimo costituente della miscela.
tci è l’indice di tossicità dell’iesimo costituente della miscela.
Gas corrosivi sono i gas o le miscele di gas che rispondono interamente ai criteri
di tossicità: per effetto della loro corrosività devono essere classificati
come tossici con il rischio sussidiario della corrosività.
Una miscela di gas è considerata come tossica a causa dei suoi effet-
ti combinati di corrosività e di tossicità; presenta un rischio seconda-
rio di corrosività allorché è noto per esperienza che esercita un effet-
to distruttivo sulla pelle, gli occhi o le mucose o allorché il valore
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Freight Leaders Club
CL50 degli elementi costituenti la miscela è inferiore od uguale a 5000 ml/mc (ppm),
quando è calcolato secondo la formula:
1
CL50 (miscela) corrosiva =
n fci
∑
i=1 tci
dove:
fciè la frazione molare del costituente iesimo corrosivo della miscela
tciè l’indice di tossicità della materia costituente la miscela ed è uguale a CL50
Sono materie della classe 2, quelle che hanno una temperatura critica inferiore a
50°C oppure una tensione di vapore superiore a 300 kPa (3 bar) a 50°C.
Le materie ed oggetti della classe 2 sono ripartite come segue:
Secondo le loro proprietà chimiche, le materie e oggetti della classe 2 sono suddivisi
come segue:
a) non infiammabili;
at) non infiammabili, tossici;
b) infiammabili;
bt) infiammabili, tossici;
c) chimicamente instabili;
ct) chimicamente instabili, tossici;
NOTA IMPORTANTE:
Nel primo semestre del 1997 nei trasporti via strada e ferrovia potranno essere adot-
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a) gas compressi (quelli che non possono essere liquefatti a temperatura ambiente
20°C)
b) gas liquefatti (quelli che possono diventare parzialmente liquidi sotto pressione
a temperatura ambiente 20°C)
c) gas disciolti (quelli che possono essere sciolti sotto pressione in un solvente, che
può essere assorbito in un materiale poroso)
d) gas fortemente refrigerati come aria liquida, ossigeno.
In relazione alle proprietà chimiche ed agli effetti fisiologici i gas possono essere:
• infiammabili
• non infiammabili, non tossici
• velenosi
• di sostegno nella combustione
• corrosivi.
Ai fini della segregazione e stivaggio il codice IMDG classifica i gas come segue:
sono infiammabili con una miscela in volume contenente il 13% o meno di aria
oppure
hanno nell’intervallo di infiammabilità in aria il punto inferiore almeno del 12%.
Sono i gas che trasportati ad una pressione non inferiore a 280 Kpa a 20°C o si pre-
sentano come liquidi refrigerati o
• sono conosciuti per essere velenosi o corrosivi per l’uomo o per rappresentare un
pericolo per la salute
oppure
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Freight Leaders Club
Il regolamento del Ministero della Marina Mercantile, ora Ministero dei Trasporti e
Navigazione, classifica i gas destinati al trasporto se contenuti in recipienti sino a
1000 litri. Per il trasporto in contenitori aventi capacità superiore, è necessario rife-
rirsi a successive circolari del Ministero della Marina Mercantile.
Per il passaggio da una modalità di trasporto all’altra è utile avere come “elemento
di riferimento” il numero ONU della sostanza. Il numero ONU è infatti comune alla
classificazione via terra e via mare.
Sono materie e miscele infiammabili quelle che, ad una temperatura non superiore a
20°C, sono liquide o viscose, e che a 50°C, hanno una tensione di vapore massima
di 300 kPa (3 bar) e che presentano un punto di infiammabilità fino a 61°C (vaso
chiuso).
La classe 3 comprende ugualmente le materie liquide infiammabili e le materie soli-
de infiammabili allo stato fuso il cui punto di infiammabilità è superiore a 61°C e
che sono presentate al trasporto o trasportate a caldo ad una temperatura uguale o
superiore al loro punto di infiammabilità.
Sono escluse le materie liquide infiammabili che, a causa delle loro ulteriori pro-
prietà pericolose, sono elencate in altre classi, o assimilabili a queste ultime.
Alle materie della classe 3 vengono assegnati, secondo il loro grado di pericolo:
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Freight Leaders Club
Campo di applicazione
Il regolamento DPR 1008 del Ministero della Marina Mercantile, ora Ministero dei
Trasporti e Navigazione, riprende la stessa classificazione del Codice IMDG, ma rac-
comanda per i prodotti liquidi aventi punto di infiammabilità tra 61° e 100°C l’im-
piego di recipienti robusti. (Art. 2 - Norme particolari provvisorie per l’imbarco il
trasporto delle merci pericolose i colli appartenenti al gruppo III).
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Classe VIA MARE Temperatura CORRELAZIONE Classe VIA TERRA Temperatura Temperatura
di (ordinale) di di
infiammabilità ebollizione infiammabilità
3.1 Gruppo a < - 18 °C) Il Gruppo di 3, .. a): fortemente < 35 * < 23°C *
basso punto di imballaggio infiammabili
infiammabilità
3.2 Gruppo a > - 18 °÷23 ° C II Gruppo di 3, .. b): mediamente > 35* < 23°C
punto di imballaggio infiammabili
infiammabilità
intermedio
3.3 Gruppo ad alto > 23 °÷61 °C III Gruppo di 3, .. c): poco > 23° C÷ 61 °C
punto di imballaggio infiammabili
infiammabilità
NOTA * Per identificare una sostanza nella lettera a) deve essere tenuto in conside-
razione il valore del punto di infiammabilità solo se la sostanza presenta rischi
secondari di elevata tossicità o di elevata corrosività
La classe 4.1 comprende le materie ed oggetti che hanno un punto di fusione supe-
riore a 20°C e che sono pastosi ad una temperatura di 20°C .
Appartengono alla Classe 4.1:
Vengono assegnati gli ordinali a), b), c), in funzione del seguente grado di pericolo:
a) alta pericolosità
b) media pericolosità
26
Freight Leaders Club
c) bassa pericolosità
(*) N.B.: Le materie della Classe 4.1 marg. 2401 dell’ADR dal 41° al 50° ( N ONU
3231 3241) non sono ammesse al trasporto secondo il RID e pertanto non sono
ammesse al traffico strada-rotaia.
La lettera a) (alto grado di pericolo) viene assegnata a tutte le materie solide umidifi-
cate che allo stato secco sono classificate come esplosivi.
La lettera b) (grado di pericolo medio) viene assegnata alle materie autoreattive.
L’assegnazione di materie o sostanze non nominativamente specificate ai marginali
da 3° a 8°, dall’11° al 14°, 16° e 17°, cosi come l’assegnazione del livello di perico-
losità deve essere basata sull’esperienza o sui risultati di prove eseguite con quanto
previsto dal Manuale delle Prove e Criteri Parte III Sezione. 33.2.1 dell’ONU o RID
(Appendice III marg. 1320 e 1321) (*).
La classe 4.1 comprende le materie solide facilmente infiammabili per contatto con
sorgenti di accensione, quali fiamme libere o fiammiferi, materiali che possano pren-
dere fuoco a seguito di sfregamento; comprendono esplosivi umidificati, materie
autoreattive, solidi facilmente combustibili e solidi che possono contribuire all’in-
cendio, prendere fuoco per sfregamento.
27
Freight Leaders Club
lungo intervallo di tempo (ore o giorni). Esse sono denominate materie autoriscal-
danti.
Le prove, relative alla materie di classe 4.2, al fine di verificare fenomeni di accen-
sione spontanea o temperature del campione superiori a 200°C nel corso delle 24
ore del test, sono riportate nel Manuale delle Prove e Criteri Parte III Sezione.
33.2.1dell ONU e nel RID al capitolo D.
Per l’assegnazione delle materie della classe 4.2 si applicano i seguenti criteri:
Le sostanze appartenenti a questa classe sono sia solide che liquide e sono suscetti-
bili di combustione spontanea per effetto del calore nelle normali condizioni riscon-
trabili durante il trasporto e per contatto con l’aria.
Questa classe comprende:
• sostanze piroforiche
• sostanze autoriscaldanti
28
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2) altre sostanze che, a contatto con l’aria e senza apporto di energia, sono in
grado di autoriscaldarsi. Queste sostanze possono prendere fuoco solo in grandi
quantità (ordine di kg) e dopo lungo periodo (ore o giorni); sono chiamate sostanze
autoriscaldanti.
Per l’assegnazione delle materie alla classe 4.3 si applicano i seguenti criteri:
29
ordinale b) ogni materia che reagisce facilmente con l’acqua a temperatura
ambiente sviluppando gas infiammabile con una erogazione oraria
massima uguale o superiore a 20 litri per chilogrammo di materia, e
che non risponde ai criteri del gruppo a)
ordinale c) ogni materia che reagisce lentamente con l’acqua a temperatura
ambiente sviluppando un gas infiammabile con una erogazione oraria
massima superiore ad 1 litro per chilogrammo di materia, e che non
risponde ai criteri del gruppo a) o b)
Le sostanze appartenenti a questa classe sono sostanze solide o liquide che hanno la
comune proprietà di sviluppain gas infiammabias a anenietsupecoloside chs magis-ia
Freight Leaders Club
è assegnata al gruppo a) ogni materia che, per l’una o l’altra delle concentrazioni
provate, ha una durata di combustione inferiore a quella
della miscela bromato di potassio/cellulosa in rapporto
3:2;
è assegnata al gruppo b) ogni materia che, per l’una o l’altra delle concentrazioni
provate, ha una durata di combustione uguale od inferiore a
quella della miscela bromato di potassio/cellulosa in rap-
porto 2:3 e che non risponde ai criteri dell’ordinale a);
è assegnata al gruppo c) ogni materia che, per l’una o l’altra delle concentrazione
provate, ha una durata di combustione uguale od inferio-
re a quella della miscela di bromato di potassio /cellulosa
in rapporto 3:7 e che non risponde ai criteri degli ordinali
a) o b).
è assegnata al gruppo a) ogni materia che, in miscela con cellulosa alla concentra-
zione 1:1 mostra una pressione uguale o superiore a
2070 kPa in un tempo uguale od inferiore a quello della
miscela 1:1 di acido perclorico in soluzione acquosa al
50% e cellulosa
è assegnata al gruppo b) ogni materia che, in miscela con cellulosa alla concentra-
zione 1:1 mostra una pressione uguale o superiore a
2070 kPa in un tempo uguale od inferiore a quello della
miscela 1:1 di clorato di sodio in soluzione acquosa al
40% e cellulosa e che non risponde ai criteri dell’ordina-
le a);
è assegnata al gruppo c) ogni materia che, in miscela con cellulosa alla concen-
trazione 1:1 mostra una pressione uguale o superiore a
2070 kPa in un tempo uguale od inferiore a quello della
miscela 1:1 di acido nitrico in soluzione al 65%, e che
non risponde ai criteri degli ordinali a) o b).
31
La classe 5.1 comprende le materie che di per sé non sono combustibili, ma che
possono tuttavia sviluppare ossigeno ed altri gas capaci di accrescere la violenza e la
rapidità di propagazione di un incendio.
Alcune materie comburenti sono tossiche o corrosive oppure sviluppano gas tossici
in caso di incendio.
I miscugli di materie comburenti e materie combustibili si infiammano facilmente,
anche per semplice sfregamento od urto. Tali miscugli possono bruciare con forza
esplosiva.
La maggior parte degli acidi liquidi forti, reagiscono violentemente con le materie
comburenti sviluppando gas molto tossici.
Non sono considerate come materie della classe 5.2 i perossidi e i preparati di
perossidi organici:
32
Freight Leaders Club
- che contengono non più del 1% di ossigeno attivo e allo stesso tempo non più
del 1% di perossido d’idrogeno
- che contengono non più dello 0,5% di ossigeno attivo e allo stesso tempo più
dell’ 1% ma meno del 7% di perossido d’idrogeno
- quelli le cui prove hanno dimostrato che ne sono esenti (tipo G).
I perossidi organici sono classificati in sette tipi in funzione dei gradi di pericolo da
essi rappresentato. I tipi variano da A, che non è ammesso al trasporto nell’imballag-
gio in cui è stato sottoposto alle prove ed il tipo G che non è soggetto alle prescrizio-
ni della classe 5.2. La classificazione dei tipi da B ad F è in funzione della quantità
massima ammissibile in un singolo imballaggio.
Premesso che un perossido organico o un preparato devono essere considerati come
aventi proprietà esplosive se, durante le prove di laboratorio, sono soggetti a detona-
zione, deflagrazione rapida o violenta reazione al riscaldamento sotto contenimento,
la suddivisione in tipi è la seguente:
Tipo B Perossido organico con proprietà esplosive e che alle condizioni di imbal-
laggio non può nè detonare nè deflagrare rapidamente ma è soggetto ad
esplosione termica
Tipo C Perossido organico con proprietà esplosive e che alle condizioni di imbal-
laggio non è soggetto a detonazione deflagrazione o esplosione termica
Tipo E Perossido organico che nelle prove di laboratorio: non detona, nè deflagra
e non mostra nessun effetto quando riscaldato in spazi chiusi
Tipo F Perossido organico che nelle prove di laboratorio non detona sotto vuoto,
nè deflagra e mostra soltanto un debole effetto quando riscaldato in spazi
chiusi
Tipo G Perossido organico che nelle prove di laboratorio non detona sotto vuoto,
né deflagra e non mostra alcun effetto quando riscaldato in spazi chiusi.
Non è soggetto alla classe 5.2 in quanto non pericoloso purché tale formu-
lazione risulti termicamente stabile (temperatura di decomposizione
autoaccelerata TDAA () di 60°C) per un imballo di 50 kg e, per i preparati
liquidi, se utilizzato un diluente di tipo A (liquidi organici compatibili con
il perossido ed aventi punto di ebollizione di 150°C).
La classificazione dei perossidi organici o dei preparati di perossidi organici che non
sono nominativamente elencati deve essere eseguita dall’autorità competente del
33
Freight Leaders Club
Paese d’origine sulla base delle prove previste dalle raccomandazioni ONU ed è
pilotata dal diagramma decisionale reperibile nella convenzione (la prova scelta per
determinare la temperatura di decomposizione autoaccelerata TDAA deve essere
eseguita in modo che sia rappresentativa, per dimensioni e materiali, del collo da
trasportare).
dove:
ni = numero dei gruppi perossi per molecola del perossido organico iesimo;
ci = concentrazione (% in massa) del perossido organico iesimo;
mi = massa molecolare del perossido organico iesimo.
N.B. Le materie della Classe 5.2 marg. 2551 dell’ADR dal 11° al 21° (ONU 3111 a 3120)
non sono ammesse al trasporto secondo il RID e pertanto non sono ammesse al traffico strada-
rotaia
La classe 5.2 comprende le materie organiche e loro miscele contenenti nella formu-
la chimica il gruppo ossigeno-ossigeno (O-O) e possono essere considerate come
derivate dal perossido di idrogeno (acqua ossigenata) dove uno o più atomi di idro-
geno sono stati sostituiti da radicali organici. I perossidi organici sono sostanze ter-
micamente instabili che possono essere soggetti a decomposizione termica autoac-
celerata. Possono avere ulteriori proprietà: essere capaci di decomposizione esplosi-
va di bruciare rapidamente, essere sensibili agli urti e sfregamenti ed al calore di rea-
gire pericolosamente con altre sostanze, causare danni agli occhi.
34
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avere come “elemento di passaggio” il numero ONU della sostanza che, come è
noto, è comune nella classificazione via terra e via mare.
Le sostanze tossiche, a seguito degli effetti che possono avere sulla salute dell’uomo
e degli animali e sull’ambiente, vengono trattate con grande e particolare attenzione
nell’ambito dell’Unione Europea.
Il livello di tossicità delle sostanze che compongono un rifiuto, per esempio, rappre-
senta l’elemento determinante che caratterizza il rifiuto, fissando di conseguenza i
criteri e le modalità da adottare nello smaltimento.
Spesso si ritiene che i criteri adottati per la classificazione delle sostanze tossiche ai
fini del trasporto siano univoci e corrispondenti a quelli adottati in ambito UE
(Unione Europea, già Comunità Economica Europea).
Ciò non è vero. Per motivi di chiarezza, è opportuno richiamare i criteri che caratte-
rizzano la tossicità delle sostanze e preparati nell’ambito dell’Unione Europea e
quelli nell’ambito del trasporto.
Le materie della classe 6.1, secondo il loro grado di tossicità si distinguono in:
a) molto tossiche,
b) tossiche,
c) presentanti un minor grado di tossicità
Quando le materie della classe 6.1, in seguito a miscele con altre materie presenta-
no altri valori di tossicità o punto di ebollizione diversi da quelli delle classi alle
35
Freight Leaders Club
Le materie non espressamente menzionate, ivi compresi i pesticidi dal 71º all’88°,
devono essere classificate nell’ordinale e nella lettera corrispondenti secondo i
seguenti criteri.
Per giudicare il grado di tossicità si deve tenere conto degli effetti constatati sull’uo-
mo in alcuni casi di intossicazione accidentale, come pure delle particolari proprietà
delle singole materie come:
• stato liquido,
• grande volatilità,
• proprietà particolari di assorbimento cutaneo,
• effetti biologici speciali.
NOTA: In ogni caso si tenga presente che la classe 6.1 comprende le materie tossi-
che di cui si conosce, per esperienza, o di cui si può valutare, secondo le prove spe-
rimentali fatte sugli animali, che esse possano, in quantità relativamente piccola, per
una azione istantanea o di breve durata, nuocere alla salute dell’uomo o causarne la
morte per inalazione, per assorbimento cutaneo o per ingestione.
Quando una materia presenta gradi differenti di tossicità per due o più modi di espo-
sizione, ai fini della classificazione si deve considerare la tossicità più elevata.
Le materie che, in ragione dei criteri di tossicità, dovrebbero essere classificate nel
gruppo c), devono essere raggruppate nel gruppo b) se la loro tensione di vapore a
20°C è sufficiente a creare un’atmosfera avente sugli occhi effetti lacrimogeni irritan-
ti comparabili a quelli dei gas lacrimogeni.
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Freight Leaders Club
La classe 6.1 comprende le materie che per ingestione anche in quantità minime,
per inalazione o per contatto producono alterazioni, disfunzioni o danni gravi all’or-
ganismo umano oppure effetto letale.
I criteri di classificazione ai fini del trasporto via mare di sostanze appartenenti alla
classe 6.1 sono praticamente quelli già espressi nel trasporto via terra al punto
2.3.9.2
Numerose materie tossiche sono anche infiammabili oppure sviluppano gas o vapori
tossici quando sono coinvolte in un incendio o quando sono riscaldate fino alla
decomposizione. I rischi che presenta il trasporto delle materie tossiche riguardano
principalmente il pericolo di inalazione di gas o vapori tossici anche ad una certa
distanza dal carico ed il pericolo di intossicazione per contatto delle materie con il
corpo umano. Questi pericoli debbono essere tenuti presenti in previsione dei possi-
bili incidenti che possono verificarsi durante il trasporto.
37
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La comparazione grafica indicata nella tabella 2.5 evidenza tali differenze di cui si
dovrà tenere conto specialmente nella definizione di pericolosità applicata per la
normativa riguardante il trasporto dei rifiuti.
0 25 200 2000
T+ T Xn mg/kg
CEE
Liquidi
a) b) c) 500
Solidi ADR / RID
0 50 400 2000
T+ T Xn
CEE
ADR / RID
a) b) c)
0 40 200 1000 ASSORBIMENTO LD50
0 0,5 2 20
T+ T Xn
CEE
ADR / RID
a) b) c)
0 0,5 2 10
INALAZIONE LC50 molto tossico
tossico
polveri e nebbie mg/litro
a bassa pericolosità
vapori ml/mc
38
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• sostanze infettanti contenenti micro organismi vitali, inclusi batteri, virus (agenti
biologici), parassiti, funghi ed anche come combinazioni di microrganismi ibridi
o mutanti che siano conosciuti o ragionevolmente ritenuti capaci di poter provo-
care infezioni ad animali od essere umani.
• microrganismi od organismi geneticamente modificati
• prodotti biologici
• campioni diagnostici
• rifiuti provenienti da interventi medici su animali e persone o da ricerche biologiche
Nell’ambito dei sistemi/forme di contenimento (imballi) si deve tener conto dei grup-
pi di rischio.
39
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Per il passaggio dalla modalità via terra a quella via mare e viceversa, è necessario,
ma non sufficiente, avere come “elemento di passaggio” il numero ONU della
sostanza che, come è noto, è comune nella classificazione via terra e via mare
(IMDG CODE).
Per la normativa italiana via mare non è applicabile il numero ONU; peraltro molte
di queste materie rientrano nella vasta categoria dei “rifiuti”.
1. IAEA “Advisory Material for the Application of the IAEA Transport Regulations”
Safety Series n° 37, Edizione 1987
2. IAEA “Explanatory material for the Application of the IAEA Transport Regulations”
Safety Series n° 7, Edizione 1987
3. IAEA “Basis Safety Standard of Radiation Protection” Safety Series n°9, Edizione
1992
4. IAEA “Emergency Response Planning and Preparedness for Transport Accidents
involving Radioactive Materials” Safety Series n° 87, edizione 1988.
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trasporto per mare, lo sbarco ed il trasbordo delle merci pericolose in colli apparte-
nenti alla classe 7 (materie radioattive). Trattasi di una circolare a stampa dell’ex
Ministro della Marina Mercantile, in cui sono elencate nominativamente le materie
radioattive che sono ammesse all’imbarco e sbarco nei porti italiani, nonché al tra-
sporto sulle navi italiane. In questo senso si può parlare anche per la normativa
marittima italiana di “classe limitativa”.
Tali norme fanno riferimento anche a:
Dall’esame dei criteri e modalità dei prodotti appartenenti alla classe 7 non risultano
evidenti disomogeneità nella classificazione “via terra” e “via mare”, anche se per la
normativa nazionale occorre compiere un lavoro di parificazione fra le varie classifi-
cazioni.
Il titolo della classe 8 comprende le materie che, per la loro azione chimica,
attaccano i tessuti epiteliali della pelle, delle mucose o degli occhi con le quali essi
sono in contatto o, in caso di dispersione, possono causare danni ad altre merci o ai
mezzi di trasporto, o distruggerli, e possono anche creare altri pericoli. Sono ugual-
mente contemplate dal titolo della presente classe le materie che formano una
materia liquida corrosiva in presenza di acqua o che, in presenza dell’umidità dell’a-
ria, producono vapori o nebbie corrosivi.
Le materie della classe 8 sono raggruppate nei diversi ordinali e devono essere attri-
buite ad uno dei seguenti gruppi, secondo il loro grado di corrosività.
a) molto corrosive
b) corrosive
c) presentanti un minore grado di corrosività
Quando le materie della classe 8, in seguito a miscele con altre materie, passano in
41
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Quando le materie della classe 8, in seguito a miscele con altre materie della classe
3, passano nelle categorie di punto di infiammabilità inferiore a 23°C, queste misce-
le o soluzioni devono essere raggruppate negli ordinali e lettere corrispondenti della
classe 3, tenuto conto della loro corrosività.
Quando le materie della classe 8, in seguito a miscele con altre materie della classe
6.1, acquistano in modo preponderante proprietà tossiche, queste miscele o solu-
zioni devono essere raggruppate negli ordinali e lettere corrispondenti alla classe
6.1.
Le materie che provocano una visibile necrosi del tessuto cutaneo nel punto di
applicazione durante una prova di applicazione sulla pelle intatta di un animale per
un massimo di 4 ore, sono materie del gruppo c).
Sono ugualmente materie del gruppo c) le materie che non sono pericolose per i tes-
suti epiteliali ma che sono corrosive per l’acciaio o l’alluminio.
Le materie che provocano una visibile necrosi del tessuto cutaneo nel punto di
applicazione durante una prova di applicazione sulla pelle intatta di un animale per
periodo compreso tra 3 minuti e 60 minuti, sono materie del gruppo b).
Le altre materie comprese nel titolo della classe 8 e che, allo stesso tempo, sono
più corrosive delle materie del gruppo b), sono materie del gruppo a).
Sono considerate come materie solide, ai sensi delle prescrizioni di imballaggio, le
materie o miscele di materie aventi un punto di fusione superiore a 45°C.
Oltre al grado di corrosività, nell’ambito della classe sono raggruppate le seguenti materie:
• materie di carattere acido
• materie di carattere basico
• altre materie corrosive
• imballaggio vuoto (non bonificato)
Occorre tenere presente che la perdita di sostanze corrosive dal proprio imballo o
forma di contenimento può causare danno al carico, ad altri carichi o alla nave.
42
Freight Leaders Club
La classe 8 comprende le materie che per la loro proprietà di attaccare i tessuti orga-
nici, animali e vegetali, nonché i materiali metallici o di altro genere, possono pro-
vocare, in caso di dispersione, danni alle persone, alle strutture della nave ed alle
merci.
Quando nelle schede si trova l’espressione “corrosivo per la maggior parte dei
metalli”, si intende che la materia o i suoi vapori sono suscettibili di attaccare tutti i
metalli che si possono trovare su una nave o nel carico. L’espressione “corrosivo per
l’alluminio, lo zinco, lo stagno” significa che il ferro e l’acciaio non subiscono alcun
effetto corrosivo a contatto con la materia.
Dall’esame dei criteri e modalità di classificazione dei prodotti appartenenti alla classe
8 risultano disomogeneità collegate sia ai differenti sistemi di scrittura delle classifica-
zioni via terra e via mare sia a criteri diversi di definizione della classe della sostanza.
È pertanto necessario fare particolare attenzione all’analisi della documentazione
che riporta la classificazione.
Per il passaggio dalla modalità via terra a quella via mare e viceversa, è necessario
avere come “elemento di passaggio” il numero ONU della sostanza che, come è
noto, è comune nella classificazione via terra e via mare.
Appartengono a questa classe materie che presentano tipi di pericolo non riscontra-
bili nelle definizioni delle altre classi. Attualmente sono elencate in questa classe i
policlorofenili, l’amianto, le pile al litio, i polimeri espandibili in granuli e i congegni
di salvataggio, i microrganismi geneticamente modificati.
43
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l’ambiente acquatico (da non confondere con quanto indicato al punto 2.1.2.2).
Appartengono a questa classe sostanze che per esperienza risultano o possono risul-
tare dannose, ma che non rientrano nelle definizioni di pericolosità formulate per le
altre classi e sostanze o materie che vengono considerate nocive solamente per
l’ambiente marino in applicazione dell’Annesso III della Convenzione Marpol.
N.B.: Parecchi prodotti riportati nella classe 9 via mare non sono presenti nella clas-
se 9 via terra.
44
Freight Leaders Club
* Substances of Division 4.1 other than self-reactive and related substances and desensitized explosives.
** 6.1 for pesticides.
– Denotes an impossible combination.
45
Freight Leaders Club
Se tale procedura non fosse possibile, perchè non giustificata in termini di costi o di
difficoltà tecniche (per esempio nel caso di alcune tipologie di rifiuti), la classifica-
zione risultante è estrapolata da quella del componente con effetto “domino”.
ESEMPI
Una soluzione di fenolo (classe 6.1, 13ºb) in benzene (classe 3, 3ºb) è da inserire
nella classe 3, ord. 17º b) in ragione della tossicità del fenolo.
Una miscela di arseniato di sodio (classe 6.1, 51º b) e di idrossido di sodio (classe
8, 41º b) deve essere inserita nella classe 6.1, 51º b).
Una soluzione di naftalina (classe 4.1, 11º b) in benzina (classe 3, 3º b) deve essere
inserita nella classe 3, 3º b).
Quando nel RID e ADR è menzionata la massa dei colli, si tratta, salvo indicazione
contraria, del peso lordo.
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Salvo indicazione esplicita contraria, il segno “%” rappresenta, nel RID e ADR, per
le miscele di materie solide o di materie liquide, come pure per le soluzioni e per le
materie solide umidificate con un liquido: la parte di massa indicata in percentuale
rapportata alla massa totale della miscela, della soluzione o della materia bagnata.
In questi casi la soluzione o miscela ricade in una delle rubriche collettive delle
materie “Non Altrimenti Specificate” (N.A.S.), seguita dalla indicazione del compo-
nente pericoloso;
47
Freight Leaders Club
Per il passaggio dalla modalità terrestre a quella marittima, può essere utile avere
come “elemento di passaggio” il numero ONU della miscela (composizione della
miscela).
48
Freight Leaders Club
49
Freight Leaders Club
INTRODUZIONE 3.1
Gli imballaggi per merci pericolose, come sotto definiti, sono soggetti a regolamen-
tazioni ben precise. Nell’ambito delle norme (via terra) ADR e RID le regolamenta-
zioni sono praticamente corrispondenti.
Dal punto di vista tecnico esiste una corrispondenza abbastanza stretta tra le norme
via terra e via mare; le differenze esistenti sono perlopiù di ordine ammini-
strativo/autorizzativo e legate al codice di omologazione degli imballaggi.
GENERALITÀ 3.2
Il concetto di base cui si ispira il LIBRO ARANCIO delle Nazioni Unite, in materia di
imballaggio, vista la rapida evoluzione della tecnica che determina l’uso di sempre
nuovi tipi di imballaggi, è di lasciare margine operativo ai regolamenti nazionali e di
evitare specifiche dettagliate dei tipi di imballaggio da impiegare, ma rispettare tre
principi:
51
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intermedi, in veicoli cisterna, ecc. ecc.); in questo capitolo viene esaminato sola-
mente il trasporto di merci pericolose “in colli” aventi, come già detto, le
capacità/pesi fino a 400 kg o 450 litri.
Nelle norme via terra (ADR e RID) e nelle norme via mare (IMDG CODE) le sostan-
ze di tutte le classi, tranne quelle delle classi 1 (esplosivi), 2 (gas) e 7 (materiali
radioattivi), sono considerate, in relazione alle loro caratteristiche chimico-fisiche e
tossicologiche,
- molto pericolose
- mediamente pericolose
- poco pericolose.
Nelle norme via terra ricordiamo che il livello di pericolo viene esplicitamente
espresso dalle lettere a, b, c riportate negli ordinali di classificazione.
Nelle norme via mare il livello di pericolo non viene espresso in modo esplicito, ma
viene dedotto da informazioni che si ricavano dalle schede prodotto.
Nelle norme via terra e via mare gli imballaggi devono presentare resistenza mecca-
nica “adeguata” al livello di pericolosità della sostanza.
Devono pertanto essere utilizzati imballaggi molto robusti per merci molto pericolo-
se, imballaggi con caratteristiche di buona resistenza per merci mediamente perico-
lose ed imballaggi di una certa robustezza per merci poco pericolose.
Sia le norme via terra che via mare attribuiscono le seguenti dizioni/definizioni alle
tre tipologie di imballaggi utilizzati:
Le norme per gli imballaggi utilizzabili via terra e via mare ammettono al trasporto,
con riserva delle disposizioni particolari di ogni classe, gli imballaggi definiti qui di
seguito:
➪ Fusti:
imballaggi rigidi cilindrici a fondo piatto o bombato, di metallo, cartone, materia
plastica o legno compensato. Questa definizione comprende gli imballaggi aventi
altre forme di metallo o di materia plastica, per esempio gli imballaggi a sezione cir-
colare con la parte superiore conica o gli imballaggi a forma di secchio. Non rientra-
no in questa definizione i barili di legno e le taniche.
➪ Barili di legno:
imballaggi rigidi di legno naturale, di sezione circolare, a pareti bombate, fabbricati
con doghe e fondi, muniti di cerchi.
➪ Taniche:
52
Freight Leaders Club
➪ Casse:
imballaggi rigidi a pareti piene, rettangolari o poligonali, di metallo, legno naturale,
legno compensato, legno ricostituito, cartone, materia plastica o altro materiale
appropriato, senza aperture.
➪ Sacchi:
imballaggi non rigidi di materia plastica (tessuto o pellicola ) materiale tessile, carta.
➪ Imballaggi compositi:
imballaggi costituiti da un recipiente interno e da un imballaggio esterno. Una volta
assemblati, tali imballaggi restano, in seguito, come un elemento indissociabile;
come tale l’imballaggio è riempito, immagazzinato, spedito e vuotato.
Gli imballi metallici leggeri sono previsti solo dalle norme ADR e RID; hanno le
seguenti caratteristiche significative:
1) Capacità max 40 l
2) Peso max 50 kg
3) Resistenza alla caduta per:
liquidi
3.1 gruppo di imballaggio II = 0.60 m
gruppo di imballaggio III = 0.40 m
solidi
3.2 gruppo di imballaggio II = 0.50 m
gruppo di imballaggio III = 0.40 m
➪ Collo:
prodotto finale dell’operazione di imballaggio pronto per la spedizione, costituito
dall’imballaggio stesso con il suo contenuto.
➪ Capacità massima:
volume interno massimo dei recipienti e degli imballaggi, espresso in litri.
➪ Chiusura:
dispositivo che serve a chiudere l’apertura di un recipiente.
➪ Imballaggio:
recipiente e ogni altro elemento o materiale necessario per permettere al recipiente
di soddisfare la sua funzione di contenimento.
53
Freight Leaders Club
➪ Imballaggio esterno:
protezione esterna di un imballaggio composito o di un imballaggio combinato, con
i materiali assorbenti, di riempimento e ogni altro elemento necessario per contenere
e proteggere i recipienti interni o gli imballaggi interni.
➪ Imballaggio interno:
imballaggio che deve essere munito di un imballaggio esterno per il trasporto.
➪ Imballaggi combinati:
combinazione di imballaggi per il trasporto, costituita da uno o più imballaggi inter-
ni sistemati come prescritto.
➪ Imballaggi riutilizzati :
imballi che sono stati esaminati e che sono stati giudicati privi di difetti tali da pre-
giudicare il superamento delle prove previste per il loro impiego.
➪ Imballaggi di salvataggio :
imballi particolari conformi alle norme in cui possono essere contenuti imballaggi
danneggiati difettosi o che perdono.
Oltre le indicazioni prescritte nelle differenti classi per le merci trasportate, il mitten-
te deve aggiungere nella lettera di vettura la dicitura “Imballaggio di salvataggio”.
➪ Recipiente:
involucro di contenimento destinato a ricevere materie o oggetti, ivi compresi, se
esistenti, i mezzi di chiusura.
➪ Recipiente interno:
recipiente che deve essere munito di un imballaggio esterno per soddisfare la sua
funzione di contenimento.
54
Freight Leaders Club
Gli imballaggi per materie pericolose sono codificati secondo precisi criteri (vedi
tab. 3.1).
I criteri di codifica degli imballaggi utilizzati per il trasporto via terra e mare sono
pressoché equivalenti.
Nel caso di imballaggi compositi, si devono utilizzare due lettere maiuscole in carat-
teri latini. La prima indica il materiale del recipiente interno e la seconda quella del-
l’imballaggio esterno.
Nel caso di imballaggi combinati, si deve utilizzare solo il codice indicante l’imbal-
laggio esterno.:
N.B.: (1) Non sono ammessi nel trasporto via mare; non potranno essere pertanto
utilizzati nel trasporto intermodale terra mare (vedi punto 3.5.2).
55
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multifoglio 5M1
ad apertura totale OA2
M. Carta multifoglio resistenti 5M2
all’acqua
56
Freight Leaders Club
OMOLOGAZIONE 3.8
Tutti gli imballaggi impiegati per la movimentazione e per il trasporto delle materie
pericolose devono avere accertati requisiti di validità che ne garantiscano la sicurez-
za e la solidità.
Conseguentemente i prototipi degli imballaggi sono sottoposti ad una serie di prove
il cui esito favorevole porta all’omologazione del tipo di imballaggio e quindi alla
possibilità di impiego.
Non vi è alcun obbligo di utilizzare imballaggi omologati nello Stato di origine della
merce pericolosa; ciò che importa è che l’imballaggio sia omologato secondo le
Norme ADR, RID od IMDG Code, da un ente autorizzato dallo Stato in cui si effet-
tuano le prove. Gli utilizzatori possono usare imballi omologati all’estero.
I criteri per l’omologazione sono estrapolati da quanto indicato dal Libro Arancio.
Tali criteri sono indicati per il RID nell’appendice V e per l’ADR nell’appendice A.5;
con riferimento a questi regolamenti, nell’ambito di ciascuna classe, le sostanze
sono suddivise in tre gruppi a) b) e c) cui corrispondono i gruppi di imballaggio I, II e
III e quindi serie di prove differenti.
Nell’IMDG CODE i criteri adottati per l’omologazione di imballaggi utilizzati per il
trasporto merci pericolose sono riportati nell’Annesso I dello stesso.
La scelta del gruppo di imballaggio per una determinata materia viene indicata nella
scheda prodotto.
I criteri per l’omologazione per gli imballaggi per trasporto via terra e via mare sono
praticamente equivalenti.
MARCATURA 3.9
Il marchio sull’imballaggio indica che esso corrisponde ad un prototipo che ha supe-
57
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rato con successo le prove e che è conforme alle prescrizioni stabilite dalle norme.
Gli imballaggi con simbolo ADR e RID non possono essere utilizzati nel trasporto
via mare e non possono pertanto essere utilizzati nel trasporto intermodale terra-
mare
b) il codice dell’imballaggio;
c) un codice composto da due parti:
c1 una lettera (X, Y, Z ) indicante il o i gruppi di imballaggio per i quali il tipo di
costruzione è approvato (X per i gruppi I, II e III, Y per i gruppi II e III, Z per il
gruppo III)
c2 indicazione numerica indicante:
- o la densità relativa della materia per la quale il tipo di costruzione è stato
approvato quando l’imballaggio senza recipienti interni è destinato a con-
tenere liquidi se la densità è superiore a 1,2 kg/lt, arrotondata alla prima
cifra decimale
- oppure il peso lordo massimo in kg, quando l’imballaggio è destinato a
contenere solidi o recipienti interi
d) un codice composto da :
- o la lettera S quando l’imballaggio è destinato a contenere materie solide o
imballaggi interni,
- oppure l’indicazione della pressione di prova idraulica in kPa, l’imballaggio
ha superato la prova di pressione interna (idraulica)
e) anno di costruzione (le ultime due cifre) e mese di costruzione (per gli imballaggi
di tipo 1H1, 1H2, 3H1, 3H2).
f) la sigla dello Stato nel quale è stata concessa l’omologazione, utilizzando il sim-
bolo dei veicoli a motore nel traffico internazionale.
g) il numero di registrazione dell’omologazione.
N.B.: tale numero è valido solo per un tipo o per una serie di tipi intendendo per serie
di tipi imballaggi della medesima costruzione, del medesimo spessore, del medesimo
materiale e della medesima sezione, che quindi si differenziano soltanto per l’altezza
(inferiore a quella del tipo omologato). Differenti trattamenti superficiali non modifica-
no il tipo di costruzione. Le prescrizioni relative a questo punto “g” non sono eplicita-
mente previste nelle norme, ma spesso stabilite dalla Autorità competente.
58
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Il codice dell’imballaggio può essere seguito dalla lettera W per indicare che l’im-
ballaggio, benché sia dello stesso tipo di quello che é indicato dal codice, é stato
fabbricato secondo specifiche diverse ma considerate equivalenti dalla competente
Autorità.
Viene usata la lettera V per imballaggi speciali, per il cui approfondimento si riman-
da alle norme RID, ADR e IMDG CODE.
R Imballo ricondizionato
T Imballo di salvataggio
V Imballo speciale; imballo combinato
W Imballi aventi specifiche di costruzioni diverse da quelle indicate dalle norme
Occorre inoltre tenere presente che un imballaggio utilizzato per il trasporto prodotti
pericolosi non può essere riutilizzato per altro trasporto, salvo il suo condizionamen-
to e rimarcatura (vedasi precedente lettera i)
Esempi di marcatura:
Per un fusto
ricondizionato u 1A1/Y1.4/150/83 a) b), c1), c2), d), e) , f), 9), i)
di acciaio: n L/RB/84/RL
Per un fusto di
acciaio ricostruito
per trasporto di u 1A2/Y/100/91 a), b), c), d), e) ,f), g)
materie liquide n USA/MM5
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Per gli imballaggi ad apertura tota-
le destinati a contenere liquidi la
Freight Leaders Club
- prova di caduta
- prova di tenuta stagna
- prova idraulica
- prova di impilaggio.
Come già detto all’inizio del capitolo, le norme non stabiliscono quali devono essere
le specifiche degli imballaggi da impiegare, ma forniscono soltanto indicazioni di
carattere generale e alcune, più particolari, per ogni tipo di imballaggio.
I materiali devono essere di buona qualità e compatibili con il contenuto, le apertu-
re/chiusure devono avere dimensioni non superiori a certi valori (in genere di diame-
tro non superiore a 7 cm), le capacità/pesi devono essere di massima le seguenti:
Omologazione
Ogni imballaggio, ad eccezione dei recipienti interni degli imballaggi combinati,
deve essere conforme ad un tipo di costruzione provato ed approvato secondo le
prescrizioni. Gli imballaggi fabbricati in serie devono essere conformi ad un tipo di
costruzione approvato.
Coefficiente di riempimento
Quando gli imballaggi sono riempiti con dei liquidi, è necessario lasciare un margi-
ne di riempimento sufficiente a garantire che non si verifichi dispersione di liquido,
né deformazione permanente dell’imballaggio in seguito alla dilatazione del liquido
a causa delle temperature che si possono incontrare durante il trasporto. Salvo
disposizioni contrarie previste nelle differenti classi, il grado di riempimento massi-
mo, basato su una temperatura di riempimento variabile tra 15°C e 50°C, non deve
61
Freight Leaders Club
In questa formula
Imballaggi interni
Gli imballaggi interni devono essere sistemati nell’imballaggio esterno in modo da
evitare, nelle normali condizioni di trasporto, la loro rottura, perforazione o la
dispersione del contenuto nell’imballaggio esterno.
Gli imballaggi interni suscettibili di rompersi o perforarsi facilmente, quali gli imbal-
laggi di vetro, porcellana, grès o alcune materie plastiche, ecc., devono essere siste-
mati nell’imballaggio esterno con interposizione di materiale di imbottitura appro-
priato. Una perdita del contenuto non deve alterare in modo apprezzabile le pro-
prietà protettrici dei materiali di imbottitura e dell’imballaggio esterno.
Chiusure
La chiusura degli imballaggi contenenti materie bagnate o diluite deve essere tale
che la percentuale del liquido (acqua, solvente o flemmatizzante) non sia mai infe-
riore, durante il trasporto, ai limiti prescritti.
Sfiati
Nel caso in cui in un imballaggio si possa sviluppare un aumento di pressione in seguito
a sviluppo di gas da parte del contenuto (a causa di un aumento della temperatura o per
altri motivi), l’imballaggio può essere munito di uno sfiato purché il gas emesso non
generi alcun pericolo per la sua tossicità, infiammabilità, quantità sviluppata, ecc. Lo
sfiato deve essere concepito in modo da evitare perdite di liquido e penetrazione di
sostanze estranee durante un trasporto effettuato in normali condizioni, considerando
che l’imballaggio si trovi nella posizione prevista per il trasporto. Tuttavia, non si può
trasportare una materia in un tale imballaggio se non nel caso in cui sia prescritto uno
sfiato per tale materia nelle condizioni di trasporto della classe corrispondente.
62
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63
Freight Leaders Club
64
Freight Leaders Club
(GRANDI RECIPIENTI)
PER IL TRASPORTO DELLE MERCI C A P I TO L O 4
PERICOLOSE
INTRODUZIONE 4.1
Come per gli imballi, i contenitori intermedi, quali sotto definiti, sono soggetti a
regolamentazioni ben precise.
In questo capitolo vengono illustrati i requisiti tecnici e normativi richiesti per i con-
tenitori intermedi idonei allo scopo.
Dal punto di vista tecnico esiste una corrispondenza abbastanza stretta anche tra le
norme via terra con quelle via mare.
Tra le norme via terra e via mare esistono tuttavia alcune differenze di ordine ammi-
nistrativo ed autorizzativo, legate al sistema di omologazione dei contenitori inter-
medi.
Alcuni tipi di contenitori intermedi ammessi al trasporto via terra non sono accettati
nel trasporto via mare.
I contenitori intermedi ammessi al trasporto intermodale terra-mare sono pertanto
solo quelli ammessi sia dalle norme via terra sia dalle norme via mare.
Non più di 3000 l per materie solide e liquide che richiedano per il loro livello di
pericolosità imballi del gruppo II e III.
Non più di 1500 litri per solidi che richiedono l’uso del gruppo di imballo I se i con-
tenitori intermedi sono flessibili, di plastica rigida, composti, di cartone e di legno.
Non più di 3000 l per solidi che richiedono il gruppo di imballo I purchè metallici.
65
Freight Leaders Club
Nelle predette circolari/norme non è previsto l’impiego dei contenitori citati ai punti
4.2.2 e 4.2.3, in quanto l’uso è stato consentito a livello internazionale solo nelle
norme RID, ADR e IMDG Code , emesse nel 1997.
Tutti gli equipaggiamenti di servizio devono essere posizionati o protetti per mini-
mizzare il rischio di fuoriuscita del contenuto a seguito di eventuali danni occorsi
durante la movimentazione ed il trasporto.
- l’involucro non strisci contro l’intelaiatura per evitare danneggiamenti allo stesso,
- l’involucro sia sempre sostenuto all’interno della intelaiatura,
- gli elementi dell’equipaggiamento devono essere fissati per evitare danneggia-
menti e i collegamenti tra l’involucro e la struttura e devono permettere le relati-
ve espansioni o movimenti.
66
Freight Leaders Club
Qualora sia installata una valvola di fondo per lo scarico, questa deve essere blocca-
ta nella posizione di chiusura e l’intero sistema di scarico deve essere adeguatamen-
te protetto dai danni.
Le valvole che hanno una leva per le operazioni di chiusura o apertura devono esse-
re munite di dispositivi che impediscano le aperture accidentali e che diano facil-
mente le indicazioni di valvola aperta e valvola chiusa
Sui contenitori intermedi realizzati per contenere liquidi deve essere prevista una
seconda chiusura come ad esempio una flangia cieca o analogo dispositivo.
Ogni IBC deve essere realizzato per superare le relative prove di collaudo previste.
Tenendo presente le disposizioni particolari per ogni classe possono essere usati i
seguenti tipi di contenitori intermedi:
• METALLICI
• FLESSIBILI
• DI PLASTICA RIGIDA
• DI CARTONE
• DI LEGNO
• COMPOSITI
Quest’ultimo tipo di contenitori (compositi) sono costruiti in modo tale che, una
volta assemblati, il recipiente interno e l’imballaggio esterno formino, e siano usati,
come un’unica unità integrata la quale venga riempita, immagazzinata, trasportata e
svuotata come tale. Si distinguono quindi:
IMBALLAGGIO INTERNO
Il recipiente interno non può essere utilizzato per funzioni di contenimento se privo
di imballaggio esterno.
IMBALLAGGIO ESTERNO
L’imballaggio esterno consiste normalmente in un materiale rigido formato in modo
da proteggere il recipiente interno da danni fisici durante la movimentazione ed il
trasporto, ma non è progettato per svolgere una funzione di contenimento. Esso può
comprendere alla base una paletta.
Quando è previsto l’impiego di paletta che costituisce parte integrante del contenito-
re intermedio, questa deve essere adatta alla movimentazione meccanica con il con-
tenitore intermedio riempito fino al suo peso lordo massimo ammissibile.
La paletta deve essere progettata in modo da evitare ogni sporgenza della base del
contenitore intermedio che possa essere soggetta a danni durante la movimentazio-
ne.
L’involucro deve essere fissato alla paletta in modo da garantire stabilità nella movi-
mentazione e nel trasporto.
Quando i contenitori intermedi sono progettati per l’impilamento la superficie di
67
Freight Leaders Club
1) due cifre arabe indicanti il tipo di contenitore intermedio come specificato nella
tabella 4.1
2) una o più lettere maiuscole indicanti la natura del materiale di costruzione come
specificato nella tabella 4.2
3) se del caso, una cifra araba indicante la categoria del contenitore intermedio;
nel caso di contenitori intermedi compositi, devono essere utilizzate due lettere
maiuscole; la prima indica il materiale del recipiente interno e la seconda quello
dell’imballaggio esterno del contenitore.
Tipo CODICE
di Materie solide, caricate e/o scaricate Materie
contenitore per gravità sotto pressione superiore a 10 kPa (0,1 bar) liquide
rigido 11 21 31
semirigido 12 22 32
flessibile 13 — —
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2. GRV per materie solide caricate / scaricate a pressione superiore a 10 kPa (0,1 bar)
Genere Materiale Categoria Codice
21 rigido acciaio metallico 21A
alluminio 21B
plastica plastica rigida (con ossatura) 21H1
plastica rigida (autoportante) 21H2
composito con recipiente interno
di plastica (rigida) 21HZ1
(flessibile) 21HZ2
altro metallo metallico 21N
69
Freight Leaders Club
4.6 OMOLOGAZIONE
I prototipi dei contenitori intermedi devono essere sottoposti e superare una serie di
prove definite da specifici regolamenti in funzione del gruppo di imballo da utilizza-
re e del tipo di contenitore.
A seguito di tali prove i prototipi ottengono il certificato di omologazione che viene
rilasciato da organismi riconosciuti dalle Autorità dello Stato presso i quali vengono
eseguiti i diversi test.
I contenitori intermedi, dopo che sono state superate le prove di collaudo e dopo
aver ottenuto la relativa certificazione, sono muniti di apposita marcatura secondo lo
schema riportato al punto 4.7
70
Freight Leaders Club
MARCATURA 4.7
71
Freight Leaders Club
Deve essere redatto un rapporto di prova che comprenda almeno le seguenti indica-
zioni.
72
Freight Leaders Club
Durante il trasporto nessun residuo pericoloso deve aderire all’esterno del contenito-
re.
Nel caso in cui in un contenitore intermedio si possa sviluppare un incremento di
pressione a seguito di sviluppo di vapori gassosi da parte del contenuto (a causa di
un aumento di temperatura o per altri motivi), il contenitore intermedio può essere
munito di uno sfiato purchè i vapori emessi non generino alcun pericolo per la loro
tossicità, infiammabilità, quantità, fuoriuscita, ecc.. Lo sfiato deve essere concepito
in modo da evitare perdite di liquido e penetrazione di sostanze estranee durante il
trasporto effettuato in condizioni normali, considerando che il contenitore si trovi
nella posizione prevista per il trasporto. Tuttavia non si può trasportare una materia
in un tale contenitore se non nel caso in cui è prescritto uno sfiato per tale materia
nelle condizioni di trasporto della classe corrispondente.
73
Freight Leaders Club
I contenitori intermedi non possono essere usati per il trasporto di prodotti perico-
losi liquidi che richiedono l’impiego di imballi del gruppo di imballaggio I
Sollevamento dal X1 X X X X
basso
Sollevamento X1 X4 X1 X1
dall’alto
Lacerazione X
Impilamento X X X X X3 X
Tenuta stagna X4 X4 X4
Pressione interna X5 X5 X5
idraulica
Caduta X6 X X X6 X X
Ribaltamento X
Raddrizzamento X2
Ogni “X” significa che la categoria di GRV indicata in testa alla colonna è sottoposta alla prova indicata
nella linea, nell’ordine in cui essa è menzionata
74
Freight Leaders Club
75
Freight Leaders Club
76
Freight Leaders Club
INTRODUZIONE 5.1
Questo capitolo si propone di esaminare sia le tipologie di mezzi per il trasporto alla
rinfusa ammessi al traffico intermodale terra-mare, sia le relative condizioni/vincoli
di natura amministrativa/normativa.
Le norme di riferimento ADR, RID e IMDG dedicano alle cisterne e/o ai tank contai-
ner, utilizzati per il trasporto delle merci pericolose, grande attenzione.
Queste forme di contenimento vengono infatti consideratei tipi di trasporto vengono
infatti considerati particolarmente critici ai fini della sicurezza.
Dal punto di vista pratico nei viaggi internazionali lunghi, come sotto definito, i tank
container devono rispondere alle norme stabilite dall’IMDG Code. Negli altri casi di
trasporti internazionali brevi, cisterne e tank container devono rispondere almeno
alle norme ADR/RID con requisiti aggiuntivi stabiliti dalle norme marittime.
In questo caso coesistono le norme via terra con quelle via mare.
N.B.: Per le norme stradali, ferroviarie e marittime sono considerate cisterne (per
strada e ferrovia) e tank container (per strada, ferrovia e mare) contenitori chiusi e a
tenuta con volume superiore a:
• 0,45 mc se contenitori cisterna adibiti a trasportare prodotti pulverolenti, o liqui-
di o solidi allo stato fuso
• 1000 litri se contenitori cisterna idonei a trasportare gas
• 1000 litri se cisterne fisse o amovibili destinate a contenere materie liquide, soli-
de allo stato fuso, materie pulverolente e gas
Si definisce viaggio internazionale breve un viaggio nel corso del quale la nave non
si allontana più di 200 miglia da un porto o da una località ove i passeggeri e l’equi-
paggio possano trovare rifugio e per il quale la distanza tra l’ultimo porto di scalo,
77
Freight Leaders Club
nello Stato ove il viaggio ha avuto inizio, ed il porto finale di destinazione non supe-
ra le 600 miglia.
Il porto finale di destinazione è l’ultimo porto di scalo del viaggio; da tale porto la
nave inizia il suo viaggio di ritorno verso il paese nel quale il viaggio ha avuto ini-
zio.
Si definisce viaggio internazionale lungo un viaggio che non sia un viaggio breve
come sopra definito.
Le norme applicabili ai tank container in questa forma di trasporto sono quelle previ-
ste al punto 13.1 del capitolo 13 dell’Introduzione Generale dell’IMDG Code, dove
vengono definiti criteri progettuali, norme costruttive, requisiti generali, equipaggia-
menti di servizio, valvole o sistemi di sicurezza, sistemi di supporto, rinforzo, aggan-
cio, movimentazione e sono riportati anche norme per l’approvazione dei prototipi e
per il controllo iniziale e periodico dei tank container, etc.
Sono definiti come appartenenti a questo tipo i tank container dotati di valvola di
sicurezza aventi una pressione massima di esercizio uguale o maggiore di 1,75 bar.
Sono definiti come appartenenti a questo tipo i tank container dotati di valvole di
sicurezza, aventi una pressione massima di esercizio uguale o superiore ad 1 bar,
ma inferiore a 1,75 bar, destinati al trasporto di alcuni prodotti liquidi che presenta-
no un grado di pericolosità inferiore a quello trasportato nei tank container di tipo
IMO 1.
78
Minimum
Minimum Type of
IMO shell
Subsidiary test pressure- Bottom Special
UN No. Substance Class tank thickness
risk label pressure relief openings requirements
type in mild
in bar devices
steel
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
GENERAL INTRODUCTION
Amdt. 28-96
1139 COATINGS SOLUTION (2) 3.2/3.2 – 2 1.5 N A 13.1.5 –
1143 CROTONALDEHYDE, STABILIZED 6.1 Flam. liq. 1 4.0 NF C 13.1.5 (b)
1144 CROTONYLENE 3.1 – 1 6.0 N B 13.1.5 –
1145 CYCLOHEXANE 3.1 – 1 2.65 N B 13.1.5 –
1146 CYCLOPENTANE 3.1 – 1 4.0 N B 13.1.5 –
1147 DECAHYDRONAPHTHALENES (cis-; trans-) 3.3 – 2 1.5 N A 13.1.5 –
79
Freight Leaders Club
Freight Leaders Club
Il controllo delle caratteristiche dei tank container deve essere effettuato attraverso la
documentazione di approvazione del tank container, se disponibile: in ogni caso il
controllo delle caratteristiche deve essere effettuato sulla placca metallica su cui
sono riportati i seguenti dati/informazioni.
Di seguito sono elencate le marcature richieste dal codice IMDG. Tali indicazioni
sono scritte su una placca metallica che deve essere facilmente individuabile. Ad
esempio, nel caso dell’IMDG Code, devono essere individuati i seguenti dati/infor-
mazioni:
- Paese produttore
- Tipo di tank container IMO
- Paese collaudatore
- Numero di Collaudo
- Nome della ditta costruttrice
- Numero di registrazione
- Anno di produzione
- Pressione di prova
- Massima pressione di esercizio disponibile
- Capacità della cisterna riferita all’acqua a 20° C. (Litri)
- Tara massima
- Peso massimo
- Data della prima prova idrostatica ed indicazione del collaudatore
- Temperatura di progetto
- Materiale del serbatoio
- Materiale di rivestimento
- Capacitò di ogni comparto
- Mese ed anno della prova periodica più recente
- Marchio dell’esperto che ha eseguito la prova di cui sopra
5.2.1.1.4 Prove/verifiche
I tank container sono sottoposti alle seguenti prove/verifiche prima della messa in
servizio:
a) conformità al prototipo
b) prova di tenuta
c) controllo delle apparecchiature
d) ispezione interna
e) ispezione esterna
Ogni due anni e mezzo deve essere effettuato quanto indicato ai punti b), c) ed e).
N.B.: Nel riempimento dei tank container destinati al trasporto via mare, a differenza
80
Freight Leaders Club
del trasporto via strada, non sono prescritte norme relative al riempimento minimo
(80% del volume) delle cisterne nei compartimenti con capacità superiore a 70500 lt.
Un riempimento inferiore a quello previsto dalle norme e la mancanza di comparti-
menti nel trasporto stradale, peraltro consentiti nelle norme marittime e ferroviarie,
può creare condizioni di instabilità al complesso tank container/automezzo durante
il trasporto via strada.
L’IMDG Code consente il trasporto di merci in tank container non rispondenti a tutti
i requisiti previsti per i tank container del tipo IMO 1 e IMO 2, peurchè approvati
dall’Autorità, fermo restando alcuni requisiti minimi.
Questi tank container sono denominati tipo IMO 4 rientrano in questa tipologia
cisterne container fissate in modo sicuro ad una struttura adibita al trasporto stradale
con almeno 4 twist lock rispondenti alle norme ISO.
I tank container del tipo IMO 4 sono ammessi solo nei trasporti internazionali brevi,
come definito al punto 5.1
È consentito altresì il trasporto con cisterne stradali che analogamente alle cisterne di
tipo IMO 4 devono essere approvate dall’Autorità.
In linea di massima rientrano tra le cisterne approvate dall’Autorità quelle autorizza-
te al trasporto internazionale per merci pericolose e rispondenti alle normative ADR
per quanto riguarda il corpo vero e proprio della struttura di contenimento della
merce pericolosa.
In Italia è il Ministero dei Trasporti e della Navigazione e per esso il RINA (Registro
Italiano Navale).
Trasporti di gas in tank container conformi alle norme dell’IMDG Code 5.2.2.1
Le norme applicabili ai tank container per questa forma di trasporto sono quelle pre-
viste nel punto 13.100 del capitolo 13 dell’IMDG Code, dove vengono definiti crite-
ri progettuali, norme costruttive, requisiti generali, equipaggiamenti di servizio, val-
vole o sistemi di sicurezza, sistemi di supporto, di rinforzo e movimentazione,
norme per l’approvazione dei prototipi e per il controllo iniziale e periodico dei tank
container.
81
Freight Leaders Club
82
Maximum
allowable
Class working Opening
and pressure (bar) below Pressure Filling Special
UN No. Substance
subsidiary (i) Small liquid relief (kg/l) requirements
risk (s) (ii) Bare level
(iii) Sun shield
(iv) Insulated
1 2 3 4 5 6 7 8
19.7
Amdt. 28-96
1010 BUTADIENES, INHIBITED 2.1 7.5 Allowed Normal 0.55
CONTAINER PER GAS NON REFRIGERATI
7.0
7.0
7.0
83
Freight Leaders Club
Freight Leaders Club
Il controllo delle caratteristiche dei tank container deve essere effettuato attraverso la
documentazione di approvazione del tank container, se disponibile; in ogni caso il
controllo delle caratteristiche deve essere effettuato sulla placca metallica su cui
sono riportati i seguenti dati/informazioni:
- Paese produttore
- Tipo di tank container
- Paese collaudatore
- Numero di collaudo
- Nome della ditta costruttrice
- Numero di registrazione
- Anno di produzione
- Pressione di prova
- Massima pressione di esercizio disponibile
- Capacità della cisterna riferita all’acqua a 20c.°C (Litri) (misurata praticamente
piuttosto che calcolata)
- Data della prima prova idrostatica ed indicazione del collaudatore
- Temperatura di progetto
- Temperatura del trattamento metallurgico (se inferiore a -30°C)
- Materiale del serbatoio
- Materiale di rivestimento
- Mese ed anno della prova periodica più recente
- Marchio dell’esperto che ha eseguito la prova di cui sopra
5.2.2.1.4 Prove/verifiche
I tank container sono sottoposti alle seguenti prove/verifiche prima della messa in
servizio:
a) conformità al prototipo
b) prova di tenuta
c) controlli delle apparecchiature
d) ispezione interna
e) ispezione esterna
Ogni due anni e mezzo deve essere effettuato quanto indicato ai punti b), c) ed e).
Vengono eseguiti test e controlli approfonditi per tutti i punti indicati con frequenza
quinquennale.
Altre informazioni reperibili nel capitolo 13 dell’IMDG Code sono i sistemi di segre-
gazione e stivaggio.
84
Freight Leaders Club
I tank del tipo IMO 6 sono ammessi solo nei trasporti internazionali brevi, come
definiti al punto 5.1
È consentito altresì il trasporto con cisterne stradali che omologamente alle cisterne
di tipo 5analogamente ai tank di tipo IMO 6 devono essere approvate dall’Autorità.
In linea di massima rientrano tra le cisterne approvate dall’Autorità quelle autorizza-
te al trasporto internazionale per merci pericolose, in conformità alle normative
ADR.
Le strutture dell’autocisterna (tank container di tipo IMO 56) devono essere predi-
sposte per un rizzaggio sicuro alle strutture della nave, così da assicurare stabilità del
carico durante il trasporto marittimo. I mezzi impiegati a questi tipi di trasporto
devono rispondere a quanto illustrato nel piano di rizzaggio approvato dalla Autorità
e che diventa documento essenziale del veicolo nel caso di trasporto via mare.
I trasporti esaminati al presente punto sono prevalentemente effettuati su navi tra-
ghetto.
N.B.: Nel riempimento dei tank container destinati al trasporto via mare, a differenza
del trasporto via strada, non sono prescritte norme relative al riempimento minimo
(80% del volume) delle cisterne nei compartimenti con capacità superiore a 70500 lt.
Un riempimento inferiore a quello previsto dalle norme e la mancanza di comparti-
menti nel trasporto stradale, peraltro consentiti nelle norme marittime e ferroviarie,
può creare condizioni di instabilità al complesso tank container/automezzo durante
il trasporto via strada
85
Freight Leaders Club
GENERAL INTRODUCTIOIN
1003 AIR, refrigerated liquid 2.2 Lubrificants for joints or other devices shall
Oxidizing be inert to oxygen.
agent
1073 OXYGEN, REFRIGERATED LIQUID 2.2 Lubricants for joints or other devices shall
Oxidizing be inert to oxygen.
agent
1966 HYDROGEN, REFRIGERATED LIQUID 2.1 Carriage only permitted under special
conditions prescribed by the competent
authority. Frangible discs are allowed at
the discretion of the competent authority.
2201 NITROUS OXIDE, REFRIGERATED LIQUID 2.2 Lubricants for joints or other devices shall
Oxidizing be inert to oxygen.
agent
86
Freight Leaders Club
Il controllo delle caratteristiche dei tank container deve essere effettuato attraverso la
documentazione di approvazione del tank container, se disponibile; in ogni caso il
controllo delle caratteristiche deve essere effettuato sulla placca metallica su cui
sono riportati i seguenti dati/informazioni:
- Paese produttore
- Tipo di tank container
- Paese collaudatore
- Numero di collaudo
- Nome della ditta costruttrice
- Numero di registrazione
- Anno di produzione
- Pressione di prova
- Massima pressione di esercizio disponibile
- Capacità della cisterna riferita all’acqua a 20c. (Litri) (misurata praticamente piut-
tosto che calcolata)
- Data della prima prova idrostatica ed indicazione del collaudatore
- Temperatura di progetto
- Temperatura del trattamento metallurgico (se inferiore a -30°C)
- Materiale del serbatoio
- Materiale di rivestimento
- Mese ed anno della prova periodica più recente
- Marchio dell’esperto che ha eseguito la prova di cui sopra
- Nome del gas per cui è autorizzato il trasporto se termicamente isolato o sotto
vuoto.
Prove/verifiche 5.2.3.1.3
I tank container sono sottoposti alle seguenti prove/veriverifiche prima della messa
in servizio:
a) conformità al prototipo
b) prova di tenuta
c) controlli delle apparecchiature
d) ispezione interna
e) ispezione esterna
Vengono eseguiti test e controlli approfonditi per tutti i punti indicati con frequenza
quinquennale.
Ogni due anni e mezzo deve essere effettuato quanto indicato ai punti b), c) ed e).
Altre informazioni reperibili nel capitolo 13 dell’IMDG Code sono i sistemi di segre-
gazione e stivaggio.
87
stabilendo che rientrano in questa tipologia cisterne fissate in modo sicuro ad una
struttura idonea al trasporto stradale.
I tank container del tipo IMO 8 sono ammessi solo nei trasporti internazionali brevi,
come definiti al punto 5.1
È consentito altresì il trasporto con cisterne stradali che analogamente alle cisterne di
tipo IMO 7 devono essere approvate dall’Autorità.
In linea di massima rientrano tra le cisterne approvate dall’Autorità quelle autorizza-
te al trasporto internazionale per merci pericolose in conformità alle normative ADR.
La prova di pressione idraulica deve essere effettuata prima della sistemazione della
protezione calorifuga eventualmente necessaria.
Quando i serbatoi ed i loro equipaggiamenti sono stati sottoposti separatamente alle
prove, essi devono essere sottoposti, dopo assemblaggio, ad una prova di tenuta stagna.
Controlli periodici
La protezione calorifuga o altra protezione non devono essere rimosse se non nella
misura in cui ciò sia indispensabile per una sicura valutazione delle caratteristiche
del serbatoio.
Per i serbatoi destinati al trasporto di materie polverulente o granulari, e d’accordo
con l’Autorità competente, le prove di pressione idraulica periodiche possono essere
sostituite da prove di tenuta stagna.
I controlli periodici per i contenitori cisterna vengono effettuati con frequenza quin-
quennale e riguardano il controllo completo delle cisterne.
Ogni 2,5 anni si effettua il controllo di tenuta stagna.
Ogni cisterna deve portare una placca di metallo resistente alla corrosione, fissata in
modo permanente sul serbatoio in un punto facilmente accessibile ai fini dell’ispezione.
Si devono far figurare su detta placca, mediante stampaggio o altro mezzo equiva-
lente, almeno le indicazioni di cui appresso.
È ammesso che queste indicazioni siano incise direttamente sulle pareti del serbatoio
stesso, se sono rinforzate in modo da non compromettere la resistenza del serbatoio:
- numero di approvazione
- nome o sigla del fabbricante
- numero di fabbricazione
- anno di costruzione
89
Freight Leaders Club
- pressione di prova
- capacità (di ogni compartimento per i serbatoi a più compartimenti)
- temperatura di calcolo (se superiore a +50 C o inferiore a - 20 C)
- data (mese, anno) della prova iniziale e dell’ultima prova periodica subita
- punzone dell’esperto che ha proceduto alle prove
- materiale del serbatoio e, se il caso, del rivestimento protettivo.
Inoltre, sui serbatoi a riempimento o svuotamento sotto pressione, deve essere scritta
la massima pressione di servizio autorizzata.
Nel caso di contenitori cisterna sulla fiancata deve essere indicato il nome del pro-
prietario.
Lo spessore delle pareti del serbatoio deve, durante tutta la sua utilizzazione, restare
superiore o uguale al valore minimo definito in progetto.
I serbatoi devono essere caricati unicamente con le sole materie pericolose per cui
sono stati approvati e che, a contatto del materiale del serbatoio e dei giunti di tenu-
ta, degli equipaggiamenti come pure del rivestimento protettivo, non sono suscettibi-
li di reagire pericolosamente con le stesse, di formare prodotti pericolosi o di inde-
bolire in modo apprezzabile il materiale.
La tenuta dei dispositivi di chiusura dei serbatoi, in particolare alla parte superiore
del tubo pescante, deve essere verificata dal mittente dopo il riempimento del serba-
toio. Se più sistemi di chiusura sono sistemati gli uni di seguito agli altri, deve essere
chiuso in primo luogo quello che si trova più vicino alla merce trasportata.
Durante il trasporto di carri carichi o vuoti, nessun residuo della merce trasportata
deve aderire all’esterno dei serbatoi.
I serbatoi vuoti, non ripuliti, devono, per poter essere inoltrati, essere chiusi nello
stesso modo e presentare le stesse garanzie di tenuta stagna come se fossero pieni.
90
Freight Leaders Club
Controllo iniziale
I serbatoi ed i loro equipaggiamenti devono essere sottoposti sia insieme che separa-
tamente ad un controllo iniziale prima della loro messa in esercizio. Questo control-
lo comprende:
La prova di pressione idraulica deve essere effettuata prima della sistemazione della
protezione calorifuga eventualmente necessaria.
Controlli periodici
91
Freight Leaders Club
5.4.2.3 Marcatura
Ogni carro cisterna deve portare una placca di metallo resistente alla corrosione, fissata in
modo permanente sul serbatoio in un punto facilmente accessibile ai fini dell’ispezione.
Si devono far figurare su detta placca, mediante stampaggio o altro mezzo equiva-
lente, almeno le indicazioni di cui appresso.
È ammesso che queste indicazioni siano incise direttamente sulle pareti del serba-
toio stesso, se sono rinforzate in modo da non compromettere la resistenza del ser-
batoio:
- numero di approvazione
- nome o sigla del fabbricante
- numero di fabbricazione
- anno di costruzione
- pressione di prova
- capacità (di ogni compartimento per i serbatoi a più compartimenti)
- temperatura di calcolo (se superiore a +50 C o inferiore a - 20 C)
- data (mese, anno) della prova iniziale e dell’ultima prova periodica subita
- punzone dell’esperto che ha proceduto alle prove
- materiale del serbatoio e, se il caso, del rivestimento protettivo
Inoltre, sui serbatoi a riempimento o svuotamento sotto pressione, deve essere scritta
la massima pressione di servizio autorizzata.
Nel caso di contenitori cisterna sulla fiancata deve essere indicato il nome del proprietario.
Lo spessore delle pareti del serbatoio deve, durante tutta la sua utilizzazione, restare
superiore o uguale al valore minimo definito in progetto.
I serbatoi devono essere caricati unicamente con le sole materie pericolose per cui
sono stati approvati e che, a contatto del materiale del serbatoio, dei giunti di tenuta,
degli equipaggiamenti come pure del rivestimento protettivo, non sono suscettibili di
reagire pericolosamente con le stesse, di formare prodotti pericolosi o di indebolire
in modo apprezzabile il materiale.
I serbatoi devono essere chiusi in modo che il contenuto non possa spandersi in modo
incontrollato all’esterno. Gli orifizi dei serbatoi a svuotamento dal basso devono essere
chiusi mediante tappi filettati, flange piene o altri dispositivi di pari efficacia.
92
Freight Leaders Club
La tenuta dei dispositivi di chiusura dei serbatoi, in particolare alla parte superiore
del tubo pescante, deve essere verificata dal mittente dopo il riempimento del serba-
toio. Se più sistemi di chiusura sono sistemati gli uni di seguito agli altri, deve essere
chiuso in primo luogo quello che si trova più vicino alla merce trasportata.
Durante il trasporto di carri carichi o vuoti, nessun residuo della merce trasportata
deve aderire all’esterno dei serbatoi.
I serbatoi vuoti, non ripuliti, devono, per poter essere inoltrati, essere chiusi nello
stesso modo e presentare le stesse garanzie di tenuta stagna come se fossero pieni.
Nella tab 5.5 vengono riepilogati le prove ed i controlli periodici relativi ai diversi
tipi di contenitori utilizzati per il trasporto strada ferrovia
93
Freight Leaders Club
94
ETICHETTATURA
DELLE MERCI PERICOLOSE
INTRODUZIONE 6.1
Nella movimentazione, manipolazione e nei trasporti via terra e via mare, il simboli-
smo ed i colori delle etichette adottati nei trasporti via mare e via terra sono abba-
stanza normalizzati.
GENERALITÀ 6.2.1
Le etichette di pericolo sono a forma di quadrato con lato minimo di 100 mm,
disposte su uno dei vertici (disposizione a rombo), divise orizzontalmente in due
parti: nella parte superiore il simbolo che indica il rischio, nella parte inferiore il
numero della classe di pericolosità di appartenenza.
95
Freight Leaders Club
container e cisterna.
È molto importante da parte degli operatori conoscere in modo immediato e preciso
il significato delle etichette di pericolo.
6.2.2.1 La normativa
che distinguono i casi di merce in colli e di merce trasportata alla rinfusa in contai-
ner o cisterna.
La normativa ADR è stata aggiornata a livello internazionale con decorrenza 1.1.97.
96
Freight Leaders Club
I numeri di identificazione del pericolo o NUMERI KEMLER (vedi tabella 6.2) sono
composti di 2 o 3 cifre, che indicano i seguenti stati di pericolo:
Le seguenti combinazioni di numeri hanno uno speciale significato: 22, 323, 333,
362, 382, 423, 44, 446, 462, 482, 539, 606, 623, 642, 823, 842 e 90.
97
Freight Leaders Club
33
1088
TABELLA 6.2 - ELENCO DEI NUMERI DI PERICOLO (KEMLER)
20 gas inerte
22 gas refrigerato
223 gas refrigerato infiammabile
225 gas refrigerato comburente (favorisce l’incendio)
23 gas infiammabile
239 gas infiammabile, può produrre spontaneamente una reazione violenta
25 gas comburente (favorisce l’incendio)
26 gas tossico
263 gas tossico infiammabile
265 gas tossico e comburente (favorisce l’incendio)
268 gas tossico e corrosivo
30 materia liquida infiammabile (punto di infiammabilità compreso tra 23°C a
61°C) o materia liquida infiammabile o materia solida infiammabile o materia
solida allo stato fuso avente un punto di infiammabilità superiore a 61°C,
riscaldate ad una temperatura uguale o superiore al suo punto di infiammabi-
lità, o materia liquida autoriscaldante
323 materia liquida infiammabile che reagisce con l’acqua, con sviluppo di gas
infiammabili
X323 materia liquida infiammabile che reagisce pericolosamente con l’acqua con
sviluppo di gas infiammabili
33 materia liquida molto infiammabile (punto di infiammabilità inferiore a 23°C)
333 materia liquida piroforica
X333 materia liquida piroforica reagente pericolosamente con l’acqua
336 materia liquida molto infiammabile e tossica
338 materia liquida molto infiammabile e corrosiva
X338 materia liquida molto infiammabile e corrosiva, che reagisce pericolosamente
con l’acqua
98
Freight Leaders Club
339 materia liquida molto infiammabile, che può produrre spontaneamente una
reazione violenta
36 materia liquida infiammabile (punto di infiammabilità compreso tra 23°C a
61°C), presentante un minor grado di tossicità o materia liquida autoriscal-
dante e tossica
362 materia liquida infiammabile e tossica, reagisce con l’acqua, con sviluppo di
gas infiammabili
X362 materia liquida infiammabile e tossica, che reagisce pericolosamente con l’ac-
qua, con sviluppo di gas infiammabili
368 materia liquida infiammabile tossica e corrosiva
38 materia liquida infiammabile (punto di infiammabilità compreso tra 23°C a
61°C), presentante un minor grado di corrosività, o materia liquida autoriscal-
dante e corrosiva
382 materia liquida infiammabile e corrosiva, reagisce con l’acqua, con sviluppo
di gas infiammabili
X382 materia liquida infiammabile e corrosiva, che reagisce pericolosamente con
l’acqua, con sviluppo di gas infiammabili
39 materia liquida infiammabile, che può produrre spontaneamente una reazione
violenta
40 materia solida infiammabile o autoriscaldante o autoreattiva
423 materia solida, che reagisce con l’acqua, con sviluppo di gas infiammabili
X423 materia solida infiammabile, che reagisce pericolosamente con l’acqua, con
sviluppo di gas infiammabili
43 solido spontaneamente infiammabile (piroforico)
44 materia solida infiammabile che, a temperatura elevata, si trova allo stato fuso
446 materia solida infiammabile e tossica che, a temperatura elevata, si trova allo
stato fuso
46 materia solida infiammabile o autoriscaldante e tossica
462 materia solida tossica, reagisce con l’acqua, con sviluppo di gas infiammabili
X462 materia solida tossica, reagisce pericolosamente con l’acqua, con sviluppo di
gas tossici
48 materia solida infiammabile o autoriscaldante e corrosiva
482 materia solida corrosiva, reagisce con l’acqua, con sviluppo di gas infiammabili
X482 materia solida corrosiva, reagisce pericolosamente con l’acqua, con sviluppo
di gas corrosivi
50 materia comburente (favorisce l’incendio)
539 perossido organico infiammabile
55 materia molto comburente (favorisce l’incendio)
556 materia molto comburente (favorisce l’incendio) e tossica
558 materia molto comburente (favorisce l’incendio) e corrosiva
559 materia molto comburente (favorisce l’incendio) può produrre spontaneamen-
te una reazione violenta
56 materia comburente (favorisce l’incendio) e tossica
568 materia comburente (favorisce l’incendio) e tossica e corrosiva
58 materia comburente (favorisce l’incendio) e corrosiva
59 materia comburente (favorisce l’incendio) può produrre spontaneamente una
reazione violenta
60 materia tossica o presentante un minor grado di tossicità
606 materia infettante
623 materia tossica liquida, reagisce con l’acqua, con sviluppo di gas infiammabili
63 materia tossica o presentante un minor grado di tossicità infiammabile
(punto di infiammabilità compreso tra 23°C a 61°C)
638 materia tossica o presentante un minor grado di tossicità infiammabile (punto
di infiammabilità compreso tra 23°C a 61°C) e corrosiva
99
Freight Leaders Club
100
Freight Leaders Club
È ammesso far figurare nella parte inferiore delle etichette di pericolo una iscrizione,
in cifre o in lettere relativa alla natura del pericolo.
Le etichette devono essere incollate o fissate su cartoni o tavolette attaccate solida-
mente al contenitore.
Al posto delle etichette il mittente può apporre marchi di pericolo indelebili corri-
spondenti esattamente ai modelli di etichette prescritti.
101
Freight Leaders Club
102 segue
Freight Leaders Club
N° 10 (riservata)
N° 11 (due frecce nere su fondo bianco o su alto, apporre le etichette con
fondo contrastante appropriato): le punte delle frecce in alto
su due facce laterali opposte
dei colli;
6.2.3.1 La normativa
I carri completi costituiti di colli contenenti una sola e medesima merce pericolosa
contemplata nel marg. 1802 della Appendice VIII possono essere muniti della segna-
lazione conforme alle disposizioni della citata Appendice.
Sono identici a quelli prescritti per il trasporto su strada, salvo che non devono esse-
re retro riflettenti.
104
Freight Leaders Club
1 1 1 1
01 2 2 3
2 2
FLAMABLE SOLID
4.3 5.2 05
5.1 5.2
6.1 6.2 7A 7B
SOSTANZE INFETTIVE
TOXIC RADIOATTIVO I RADIOATTIVO II
Contenuto Contenuto
Attività Attività
Indice di trasporto
6 7 7
7C 7D 8 9
7 7 9
105
Freight Leaders Club
Per le materie e oggetti della classe 1, deve essere utilizzato come numero di identi-
ficazione del pericolo il codice di classificazione secondo il marg. 100 (4). Il codice
di classificazione si compone:
— del numero della divisione secondo il marg. 100 (6) e
— della lettera del gruppo di compatibilità secondo il marg. 100 (7).
Sono identiche a quelle prescritte per il trasporto su strada, salvo l’aggiunta delle eti-
chette rettangolari n. 13 e n.15, con triangolo/i rossi e punti esclamativi neri (mano-
vrare con precauzione) di formato UNI A7, vedi tabelle 6.3, 6.3.1 e 6.4.
- sul collo
- sui container e tank container
- sui carri a carico completo
- sui carri caricati esclusivamente con merce dello speditore.
106
Freight Leaders Club
sivo, infiammabile, ecc. Le etichette previste nel trasporto marittimo sono riportate
nella tabella 6.5
Le etichette di pericolo devono essere sempre applicate sui colli, sui container e sui
tank container secondo le seguenti modalità:
(*) Per il caso 7, su veicolo stradale caricato a bordo, nessuna etichetta aggiunti-
va; per il caso 8 applicazione delle etichette di pericolo sulla parte posteriore
del tank container.
107
Freight Leaders Club
N.B.: Nel caso sul carro ferroviario vengano posti tank container, l’etichettatura sul
tank container è quella dei casi 7 e 8.
Sono molto simili a quelle del trasporto stradale; è obbligatorio indicare il numero
della classe del prodotto nella parte inferiore del rombo dell’etichetta e la descrizio-
ne del pericolo (es. Corrosivo) nella parte mediana dell’etichetta.
Le dimensioni minime del lato delle etichette sono:
Nel trasporto marittimo sono previste, come riportato in tab 6.5 le seguenti etichette
aggiuntive:
108
Freight Leaders Club
1 1 1 1
01 2 2 2
I II III 8
109
Freight Leaders Club
- sui colli
- sui container
- sui tank container
Come già anticipato le etichette romboidali di pericolo utilizzate nell’ambito del tra-
sporto merci pericolose, via terra e via mare, sono sufficientemente normalizzate dal
punto di vista grafico/simbolico e dei colori impiegati.
È tuttavia necessario ricordare, per un corretto impiego delle etichette nei trasporti
intermodali via terra e via mare, quanto segue:
- il numero della classe della sostanza, da porre nel vertice inferiore della etichetta
romboidale.
Nel trasporto intermodale via terra e via mare devono essere pertanto usate
solo etichette ammesse al trasporto via mare.
2) nei trasporti via terra non vengono impiegate le etichette di inquinamento mari-
no. Apposite etichette dovranno essere sistemate esclusivamente per il tratto via
mare, quando previsto
3) nei trasporti via terra non sono previste etichette che indichino operazioni di
fumigazione. La presenza della predetta segnalazione utilizzata esclusivamente
via mare deve indurre a comportamenti ispiranti a grande prudenza nell’apertura
dei container.
L’ingresso nei container deve avvenire dopo che sono state verificate le condizioni
di abitabilità.
4) nei trasporti via mare non è prevista l’apposizione del numero di pericolo (o
Kemler) obbligatorio nei trasporti via terra. Detto numero dovrà essere posto al
momento dello sbarco dei tank container prima dell’inizio del trasporto via terra.
Particolare attenzione dovrà essere posta in presenza di prodotti molto caldi
segnalati via mare da apposita etichetta, che invece non è prevista nei trasporti
via terra.
110
Freight Leaders Club
Anche se l’argomento non é di stretta pertinenza del “Trasporto delle merci pericolo-
se”, si ritiene opportuno trattarlo qui di seguito, in forma sintetica, considerato che il
produttore o speditore di merce pericolosa in colli deve normalmente affrontare,
congiuntamente, il problema della etichettatura della merce per il trasporto e quello
della etichettatura per il consumo.
Quando l’imballaggio é di dimensioni ridotte é possibile optare tra due altre moda-
lità (DM n. 84 del 23.02.88): mantenere invariata la dimensione minima (52 x 74
mm), con l’adozione di una etichetta volante, saldamente legata al collo; utilizzare
etichette aderenti, anche parzialmente, con dimensioni inferiori a quelle stabilite,
purché mantengano la forma rettangolare e una superficie totale minima di 38 cmq.
Le indicazioni vanno riportate nella lingua del Paese consumatore del prodotto e
sono:
1) Il nome della sostanza o del preparato
2) La provenienza
3) I simboli di pericolo
4) Le frasi di rischio
5) I consigli di prudenza
6) Il quantitativo nominale del contenuto
111
Freight Leaders Club
2) La provenienza
Devono essere indicati: il nome e la Sede del produttore o importatore o distributore
della sostanza, il nome e l’indirizzo completo (compreso il numero di telefono) del
produttore importatore o distributore del preparato.
3) I simboli dei pericoli connessi con l’utilizzazione del prodotto (vedi tabella 6.6)
Vengono scelti in relazione alla classificazione CEE del prodotto
Esplosivo
Nocivo
Estremamente Irritante
infiammabile
Facilmente
infiammabile
Infiammabile Corrosivo
Comburente
Pericoloso per
l’ambiente
Molto tossico
Tossico
112
Freight Leaders Club
La scelta dei consigli di prudenza (S) deve tenere conto anche delle frasi di rischio (R).
6) Il quantitativo nominale
Per i preparati venduti al dettaglio occorre indicare la massa o il volume nominale
del contenuto.
113
Freight Leaders Club
114
Freight Leaders Club
DI CONTENIMENTO
E DI TRASPORTO C A P I TO L O 7
INTRODUZIONE 7.1
Dopo aver trattato gli aspetti normativi che riguardano imballi, contenitori intermedi,
cisterne e tank container, in questo capitolo ci si propone di esaminare la regola-
mentazione che interessa altre forme di contenimento delle merci e l’idoneità dei
mezzi di trasporto impiegati nei sistemi intermodali.
7.2.1 CONTAINER
7.2.2 CASSE MOBILI
7.2.3 VEICOLI UTILIZZATI NEI TRASPORTI INTERMODALI
CONTAINER 7.2.1
Hanno strutture simili ai container di cui al punto 7.2.1; non sono soggette alle
norme CSC, pertanto non sono ammesse ai trasporti internazionali lunghi via mare
(per definizioni vedi punto 5.1).
L’impiego è prevalente in ambito stradale e ferroviario e sui percorsi marittimi inter-
nazionali brevi previa autorizzazione da parte delle Autorità, che in Italia è il
Ministero dei Trasporti e della Navigazione.
In altri paesi l’individuazione dell’Autorità preposta può essere effettuata tramite lo
115
Freight Leaders Club
7.2.3.1 FERROVIARI
7.2.3.2 STRADALI
I veicoli stradali, salvo quelli di proprietà delle Forze Armate o dei Corpi armati
dello Stato Italiano, debbono essere riconosciuti idonei al trasporto di merci perico-
lose (art. 168 C.S. D.L. 3014192 N 385 e successivo emendamento) mediante appo-
sita annotazione sulla carta di circolazione.
I veicoli stradali delle Forze Armate o dei Corpi Armati dello Stato debbono riporta-
re, sul documento di circolazione della propria Amministrazione, l’annotazione rela-
tiva all’idoneità a trasportare merci pericolose, specie se esplosivi.
116
Freight Leaders Club
Si deve operare in modo che, una volta effettuata la caricazione dei container o dei
veicoli, l’operazione successiva sia quella di scarico del container. Si devono pertan-
to evitare operazioni di movimentazione intermedie.
c) devono essere rimosse indicazioni, etichette, tabelle esterne, etc., che non hanno
niente a che fare con il tipo di carico da effettuare.
f) container, casse mobili e veicoli devono essere muniti di dispositivi interni che
consentono di fissare ed ancorare in modo sicuro il carico.
h) nel caso di più carichi, questi devono essere compatibili tra di loro.
117
Freight Leaders Club
m) particolare attenzione deve essere posta per il carico di sostanze in imballi che,
se danneggiati, possono dare luogo a perdite e spargimento.
q) deve essere proibito fumare nelle aree non consentite e nei container durante il
carico/scarico delle merci.
r) nei container, casse mobili e veicoli non possono essere stivate insieme merci
pericolose e derrate alimentari.
t) nei container, casse mobili e veicoli non debbono essere posti insieme alle merci
pericolose, carichi unitariamente pesanti che possano danneggiare gli imballi
delle merci pericolose.
È importante segnalare che la nave con la quale si intende effettuare il trasporto deve
essere in possesso di una attestazione di idoneità (Certificate of Compliance), rila-
sciata dalla o per conto dell’Autorità competente attestante il rispetto di quanto pre-
visto o nelle già citate circolari ministeriali n. 310474/pM del 01.08.74 (relativa ai
tank container) e n. 310476/MP dell’01.08.74 (relativa alle autocisterne) o, nel caso
di navi costruite dopo il 1° luglio ‘86, nella SOLAS 1974, come emendata.
Qualora una nave battente bandiera estera costruita prima del 01.09.1984, oppure
NON-SOLAS, debba imbarcare in un porto italiano merci pericolose e sia sprovvista
della documentazione prescritta, può essere richiesta l’effettuazione di un ‘’viaggio
occasionale’’. Tale possibilità è consentita per un unico viaggio all’anno.
Per le navi che debbono trasportare merci pericolose allo stato liquido o gassoso in
contenitori-cisterna od in veicoli-cisterna (stradali o ferroviari) è richiesto il possesso
di uno specifico documento denominato ‘’ATTESTAZIONE DI IDONEITÀ AL TRA-
SPORTO DI MERCI PERICOLOSE ALLO STATO LIQUIDO (o GASSOSO) IN CONTE-
118
Freight Leaders Club
NITORI (o VEICOLI CISTERNA). Tale documento è rilasciato dal RINA, sia per le
navi italiane che straniere.
Tale documento obbligatorio, sempre, per le navi italiane e solo in caso di imbarco
nei porti italiani per le navi straniere, indica nominativamente le merci trasportabili e
gli spazi in cui i contenitori/veicoli cisterna possono essere stivati.
Per le navi straniere, costruite il, o dopo il 01.09.1984, munite del CERTIFICATE OF
COMPLIANCE attestante l’idoneità al trasporto di contenitori/veicoli cisterna,
l’ATTESTAZIONE predetta non è necessaria.
Le navi da carico straniere uguali o sup. a 500 tsl ante 01.07.1986, le navi da carico
straniere inf. a 500 tsl e le navi da passeggeri straniere ante 25.05.1980 che imbarca-
no nei porti italiani merci pericolose poste su veicoli stradali e le navi italiane di
qualsiasi stazza che trasportano merci pericolose poste su autoveicoli debbono esse-
re in possesso dell’ATTESTAZIONE DI IDONEITÀ AL TRASPORTO DI AUTOVEICO-
LI CON CARBURANTE NEL SERBATOIO rilasciata dal RINA.
È importante nel fissare uno spazio per il carico su una nave e cautelarsi circa l’ido-
neità della stessa (tenendo conto che alcune merci possono essere stivate solamen-
te ‘’sopra il ponte’’ ed altre, in funzione dell’imballaggio, non possono essere stivate
‘’sopra il ponte’’) al fine di evitare l’annullamento della spedizione con merce già in
porto.
119
Freight Leaders Club
APPENDICE
200 mm.
GB - L/249/2/7/75
DATE MANIFACTURED …………………………………
100 mm.
IDENTIFICATION NUMBER
MAXIMUM GROSS WEIGHT kg lb
ALLOWABLE STACKING WEIGHT
FOR 1.8 g…………kg…………lb
RAKING TEST LOAD VALUE kg……… lb
120
Freight Leaders Club
PARTE POSTERIORE
▲
▲
▲
Placca del
proprietario
Placca di approvazione
della dogana
Placca di
approvazione CSC
121
Freight Leaders Club
122
Freight Leaders Club
COMBINAZIONI DI TRASPORTO
ADEMPIMENTI NORMATIVI C A P I TO L O 8
INTRODUZIONE 8.1
123
Freight Leaders Club
Nella tabella 8.1, in funzione dei casi elencati di combinazioni intermodali, sono
riportate le sequenze applicative delle norme.
- sia secondo le norme IMDG che, non essendo equivalenti con le norme RID ed
ADR, comportano la necessità di usare le due classificazioni.
8.3.5 Per cisterne e tank container è sempre obbligatorio l’indicazione del numero ONU
su pannello.
8.3.6 Gli imballi e gli IBC utilizzati devono essere omologati con relativi estremi di omolo-
gazione e si deve sempre riportare l’indicazione del nome appropriato di spedizione
della merce pericolosa.
8.3.7 Devono essere sempre definite le schede MFAG ed EmS obbligatorie per il trasporto
marittimo.
124
Freight Leaders Club
Nei viaggi internazionali lunghi le norme di trasporto fissate sull’IMDG hanno preva- 8.3.8
lenza sulle norme ADR e RID; pertanto tank container e container dovranno rispon-
dere alle norme IMDG e CSC rispettivamente. Non è mai consentito l’impiego di
casse mobili.
Nei viaggi internazionali brevi (es. mediamente area mediterranea) cisterne, tank 8.3.9
container e container/casse mobili devono rispondere almeno alle norme RID ed
ADR, salvo ulteriori indicazioni richieste dall’Autorità Marittima/Portuale.
In relazione alla tipologia di trasporto terrestre (strada, ferrovia) si darà corso agli 8.3.10
adempimenti propri per ciascuna modalità, quali ad esempio:
- l’indicazione numero pericolo o numero Kemler per tank container e cisterne per
il trasporto stradale e ferroviario.
- la consegna delle schede di sicurezza nel trasporto stradale (es. Tipo CEFIC/-
TREMCARD).
- l’impiego di cartelli arancioni per indicare condizioni di pericolo nei trasporti stra-
dali.
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NOTE ESPLICATIVE
(*) La numerazione indicata in sequenza sta ad indicare, per ciascuna tratta di viag-
gio, quale normativa debba essere rispettata.
Nel 1° caso (trasporto strada-mare-strada), per esempio, dovrà essere applicato
nella prima parte del trasporto (via strada) la norma ADR (1°), nella seconda
parte (via mare), la norma IMDG (2°) e nella terza parte (via strada), nuovamen-
te la norma ADR (3°) per paesi aderenti all’ADR.
126
Freight Leaders Club
(6) La SOLAS stabilisce come lingue ufficiali l’inglese, francese, spagnolo, russo e
cinese, sono accettate le lingue araba, tedesca ed italiana.
Per la normativa italiana possono essere usate la lingua italiana ed inglese
(7) Vengono di norma riportate le condizioni di stivaggio e relativo emendamento e
se previsto il getto in mare in caso di emergenza
(8) P = Marine Pollutant; PP = Severe marine pollutant
(9) Se previsto anche l’etichetta di Marine Pollutant
N.B.: I dati qui indicati sono obbligatori per un trasporto in corrette condizioni di
sicurezza
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DOCUMENTAZIONE QUADERNI
NUMERO 7
NEL TRASPORTO
C A P I TO L O 9
INTRODUZIONE 9.1
Ogni modalità di trasporto di merce (pericolosa e non) via strada, ferrovia e mare
utilizza una propria modulistica, spesso non standardizzata, nella quale vengono
riportati gli elementi salienti che caratterizzano il trasporto, che sono:
- nome tecnico corretto della merce pericolosa (i nomi commerciali non possono e
non debbono essere usati in sostituzione dell’eventuale nome tecnico )
- classificazione della merce (classe di pericolosità)
- il numero ONU
- altre informazioni specifiche di caso in caso.
129
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I dati 1 e 6 devono essere scritti, oltre che in italiano, in una delle lingue accettate
dall’ADR, cioè in francese o inglese o tedesco.
Per il traffico internazionale occorre, inoltre, aggiungere sullo stesso documento una
frase con la quale chi spedisce dichiara:
‘’La materia indicata può essere trasportata per strada secondo le condizioni previ-
ste dall’ADR e il suo stato, l’eventuale condizionamento chimico-fisico, il suo
imballo e l’etichettatura sono conformi alle prescrizioni dell’ADR.
Dichiara inoltre (nel caso in cui più materie pericolose siano contenute in un mede-
simo imballaggio comune o in un contenitore) che l’imballaggio in comune non è
proibito’’.
La dichiarazione suddetta deve essere riportata sui documenti in una delle tre lingue
riconosciute, francese, inglese e tedesco.
Per motivi di opportunità, si riportano i testi nelle tre lingue:
FRANCESE
..... declare que les marchandises, selon le marg. 2002 de l’ADR, sont admises par
l’ADR et que l’emballage et l’etiquetage sont conformes aux prescriptions de
l’ADR.
INGLESE
..... certify that goods, according to marg. 2002 ADR, may be carried by road and its
packaging and labelling comply with the provisions of ADR.
TEDESCO
..... bestatigt, dass die Guter bezuglich Rn. 2002 der ADR-Vorschriften, in strassen-
verkehr befordert werden konnen und dass deren Verpackung und etikettierung
den ADR-Vorschriften entsprechen.
130
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Per il viaggio di cisterne vuote e non bonificate, sul documento di trasporto occorre
citare l’ultimo prodotto caricato e si lascerà sul mezzo la relativa segnaletica di peri-
colo (pannelli ed etichette).
Vi sono alcune materie per le quali la normativa prevede che possano essere
ammesse al trasporto solo se si sono prese particolari precauzioni, ad esempio le
materie che devono viaggiare in condizioni di temperatura controllata o con una
particolare stabilizzazione, (es. nei prodotti che possono polimerizzare) ecc. In que-
sti casi occorre che sul documento di trasporto sia riportata una frase che conferma
che dette precauzioni sono state effettivamente prese.
Es. In caso di materie instabili: Sono state prese misure in accordo con il marginale
2800 ADR
Chi spedisce, nel caso in cui non prepari il documento di trasporto e incarichi un
caricatore, è tenuto a fornirgli tutti i dati necessari per la corretta compilazione del
documento stesso.
Per le spedizioni via ferrovia valgono le stesse istruzioni fornite per il traffico su stra-
da, solo che in questo caso il documento di trasporto sul quale vanno riportate tutte
le informazioni citate è la ‘’LETTERA DI VETTURA’’. Il RID/RMP richiede di indicare
i diversi riferimenti in relazione alla modalità di condizionamento.
Si rammenta che, per i trasporti in regime internazionale le diciture sulla lettera di
vettura devono essere, oltre che in italiano, anche in una delle lingue ufficiali della
COTIF (francese o tedesco).
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Freight Leaders Club
b) Traffico strada-rotaia : [marg. 15 (5)] Oltre alle iscrizioni sulla lettera di vettura
prescritte nelle diverse classi del RID/RMP per le merci trasportate, il mittente
deve riportare nello spazio della lettera di vettura riservato alla designazione
della merce la dicitura “Trasporto secondo marg. 15 RID/RMP”.
Per il trasporto di cisterne che, conformemente al marg. 10500, alinea da (2) a (5)
dell’ADR, devono recare i pannelli, nella lettera di vettura i numeri di dentifica-
zione del pericolo e della materia devono inoltre essere riportati prima della desi-
gnazione della merce.
Una ulteriore precisazione riguardo il trasporto via ferrovia nel caso in cui preceda
il trasporto marittimo od aereo come indicato ai marginali 14 e 16 del RID
“ MARG. 14 - I colli, ivi compresi i grandi recipienti per il trasporto alla rinfusa
(GRV), i grandi e piccoli contenitori e i contenitori cisterna, come pure i carri com-
pleti costituiti di colli contenenti una sola e medesima merce pericolosa, che non
soddisfano interamente le prescrizioni di imballaggio, di etichettatura, di iscrizioni
sui colli, di imballaggio in comune o di segnalazione del RID/RMP, ma che sono
conformi alle prescrizioni concernenti i trasporti marittimi o aerei delle merci peri-
colose, sono ammessi per trasporti precedenti o seguenti un percorso marittimo o
aereo alle seguenti condizioni:
a) i colli o i grandi recipienti per il trasporto alla rinfusa (GRV) devono essere mar-
cati ed etichettati conformemente alle disposizioni del trasporto marittimo o
aereo, se non sono etichettati conformemente al RID/RMP;
b) per l’imballaggio in comune in un collo si devono applicare le disposizioni del
trasporto marittimo o aereo;
c) soltanto per i trasporti precedenti o seguenti un percorso marittimo, i grandi e
piccoli contenitori, i contenitori cisterna e i carri completi costituiti di colli con-
tenenti una sola e medesima merce pericolosa, se non sono segnalati ed etichet-
tati conformemente al RID/RMP, devono essere segnalati ed etichettati (“plac-
che-etichette”) conformemente alle disposizioni applicabili al trasporto maritti-
mo;
d) oltre alle indicazioni prescritte dal RID/RMP, la lettera di vettura deve recare la
dicitura “Trasporto secondo marg. 14 RID/RMP”.
Questa deroga non vale per le merci classificate come pericolose nelle classi da 1 a
8 del RID/RMP e considerate come non pericolose conformemente alle disposizioni
applicabili al trasporto marittimo o aereo.
Un unico documento può soddisfare le funzioni della lettera di vettura e del certifi-
cato di carico di cui sopra; in caso contrario, questi documenti devono essere uniti
gli uni agli altri. Se un unico documento deve soddisfare il ruolo di questi documen-
ti, è sufficiente, per fare questo, inserire nella lettera di vettura una dichiarazione
indicante che il carico del contenitore è stato effettuato conformemente ai regola-
menti applicabili, con l’identificazione della persona responsabile del certificato di
carico del contenitore. Si può ricorrere alle tecniche del trattamento elettronico del-
l’informazione (TEI) o di scambio informatizzato di dati (EDI) per facilitare la reda-
zione dei documenti o per sostituirli.
132
Freight Leaders Club
cato anche il numero di pericolo della materia ed il numero ONU della materia.
Per il trasporto di merci pericolose via mare, i documenti rappresentativi del carico
(es. P/C - Polizza di Carico) non sono normalizzati ma vengono compilati secondo
indicazioni previste dalle convenzioni internazionali o dalla legislazione nazionale.
GENERALITÀ 9.4.1
Pertanto:
per i porti italiani (imbarco e sbarco) deve essere sempre predisposta la IMO DAN-
GEROUS GOODS DECLARATION, unitamente agli altri eventuali documenti
aggiuntivi previsti dal D.M. 04.05.1995;
per i porti stranieri (imbarco o sbarco) deve essere sempre predisposta la IMO DAN-
GEROUS GOODS DECLARATION, unitamente agli altri eventuali documenti
aggiuntivi richiesti dalla legislazione del Paese del porto. Per tali documenti aggiun-
133
tivi è necessario chiedere, per tempo, informazioni all’agenzia marittima locale.
La POLIZZA DI CARICO (Bill of Loading) (P/C, B/L), pur essendo obbligatoria per il
trasporto marittimo delle merci, non è documento utile ai fini del trasporto marittimo
di merci pericolose. Tuttavia, sulla P/C le merci pericolose debbono essere sempre
indicate con il loro nome tecnico corretto.
Tale documento deve essere sempre compilato, sia per le merci ‘’a collettame’’
(breakbulk cargo), sia per le merci poste ‘’in container o su veicoli’’ (unitized cargo),
sia per i tank-container o veicoli-cisterna (bulk packages).
La prima parte del documento deve essere compilata dallo ‘’shipper’’ (o dal produt-
tore della merce pericolosa) e comprende le seguenti informazioni:
134
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‘’Io sottoscritto dichiaro che le merci sopraindicate relative a questa spedizione sono
state pienamente ed accuratamente descritte con il nome tecnico (corretto nome di
spedizione) e sono state classificate, imballate, marcate ed etichettate nel rispetto di
tutte le condizioni richieste delle norme nazionali ed internazionali applicabili al
trasporto’’.
Questa dichiarazione deve essere firmata (11) dallo Shipper (o dal produttore della
merce), inteso come rappresentante della società; deve essere indicato:
La seconda parte del documento (5) deve essere compilata unicamente nel caso di
merce in collettame posta in container o su veicoli stradali/ferroviari nel centro di
consolidamento (unitized cargo). Consiste in una dichiarazione a firma del responsa-
bile (packer) del riempimento del container o del veicolo stradale/ferroviario atte-
stante il rispetto delle norme previste dai paragrafi 12.3.7 (container) e 17.7.7 (veico-
li) dell’Introduzione Generale dell’IMDG CODE.
Questa dichiarazione deve essere firmata dal packer, inteso come rappresentante
della società; deve essere indicato:
Deve essere compilata una IMO D.G.D. per ogni partita di merce ‘’a collettame’’ o
per ogni container o per ogni tank-container o per ogni veicolo o per ogni veicolo
cisterna.
Nel caso di container-groupage deve essere compilata da parte dello Shipper, una
IMO D.G.D. per ogni partita ‘’a collettame’’, mentre il ‘’Centro di consolidamento’’
assolve la funzione di Packer e compila su ogni IMO D.G.D la Dichiarazione (10) e
completa (9) le notizie relative al:
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Sono previste:
2. Dichiarazione relativa ai piccoli quantitativi, prevista nei casi citati dall’art. 3 del
D.M. 05.11.1973 e dal paragrafo 1B dell’IMDG CODE, General Introduction
4. Copia della ‘’carta di circolazione’’ del veicolo (vedi Cap. VII, punto 7.2.3.2)
5. Copia della ‘’scheda di sicurezza’’ (tab. 9.4) della merce da imbarcare. Tale sche-
da non è richiesta se sull’IMO D.G.D. sono riportati i numeri delle tabelle EmS e
MFAG o qualora il codice IMDG non richieda nessuna informazione data la scar-
sa pericolosità del prodotto per la salute o ai fini delle procedure di emergenza .
Nella tab. 9.5 è riportato l’elenco completo dei documenti aggiuntivi previsti dalle
Procedure approvate con D.M. 04.05.1995.
Come già detto, per l’imbarco/sbarco nei porti stranieri è necessario informarsi pres-
so la locale Agenzia Marittima circa eventuali dichiarazioni aggiuntive richieste
dall’Autorità Marittima - Portuale.
Nei porti stranieri si applicano le procedure previste dalla legislazione del Paese.
136
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Con Circ. MSC/675 del 30.01.1995 ‘’Recomendations on the safe transport of dan-
gerous cargoes and related activities in port areas’’, l’IMO ha suggerito i criteri per
disciplinare:
I criteri contenuti nelle Recomendations debbono essere recepiti dai singoli Stati.
Al momento l’Italia NON ha recepito le ‘’Recomendations’’, per cui non esiste, per i
porti italiani, una legislazione uniforme che preveda procedure e disposizioni da
osservare per quanto attiene questa materia.
Come già detto, la dichiarazione sulla natura delle merci pericolose deve essere
riportata per iscritto sui documenti rappresentativi del carico, che in sintesi sono:
Tenuto conto che la P/C (Polizza di Carico) è un documento avente valore di credito
reale nel trasporto marittimo di ogni tipologia di merce, non solo pericolosa, non è
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(nome, cognome)
(firma)
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5.1 Dichiarazione IMO per merci pericolose (IMO dangerous goods declaration)
emessa dal, o per conto del, produttore o dallo speditore (shipper) della merce
pericolosa. Tale dichiarazione deve essere firmata, per la parte di competenza,
dal, o per conto del, responsabile del riempimento (packer) del contenitore o del
veicolo.
5.5 Copia della “carta di circolazione” del veicolo, attestante l’idoneità dello
stesso al trasporto di merci pericolose, secondo le vigenti norme in materia di cir-
colazione stradale.
5.6 Copia della “scheda di sicurezza “ (Safety data sheet) del prodotto da imbar-
care.
La scheda non deve essere presentata qualora sulle dichiarazioni compaiano i
numeri di identificazione MFAG (Medical First Aid Guide for use in accidents
involving dangerous goods) ed Ems (Emergency procedure for ships carrying dan-
gerous goods) indicati nell’IMDG Code.
5.7.2 Copia della licenza di trasporto rilasciata dal Ministero dell’Interno o dal
Prefetto, secondo quanto stabilito dalle norme in vigore. La documentazione di
cui ai punti 5.7.1 e 5.7.2 non è necessaria per il trasporto di esplosivi effettuato
con navi mercantili, non militarizzate, per conto delle Forze Armate dello Stato e
dei Corpi Armati dello Stato.
143
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5.8.4 Copia dell’iscrizione all’ “Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di
smaltimento dei rifiuti” di cui all’articolo 10 della legge 29.10.1987, n.441.
5.8.8 Copia dell’atto di assenso, comunque espresso, solo per l’imbarco e traspor-
to verso Paesi dell’OCSE.
5.8.10 Copia autenticata della comunicazione effettuata alla Regione nel cui ter-
ritorio e ubicato l’impianto di smaltimento al quale sono destinati i rifiuti e copia
dell’attestato o dell’autorizzazione di ricevimento della Regione stessa, solo per
lo sbarco di rifiuti provenienti da porti stranieri.
144
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5.9.2 Copia del “Certificato di conformità per i veicoli che trasportano merci
pericolose” rilasciato ai sensi dell’Appendice B.3 dell’A.D.R. “Accordo europeo
relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada” ratificato con
legge 12.8.1962, n.1839, emesso dall’Autorità competente di un Paese che sia
parte contraente dell’A.D.R., solo per lo sbarco di veicoli cisterna o trasportanti
contenitori cisterna provenienti da Paesi extra-ADR.
5.10.1 Copia del “Certificato di collaudo” con l’indicazione delle merci pericolo-
se trasportabili o delle classi di pericolosità, emesso dall’Autorità competente di
un Paese contraente la SOLAS ‘74, come emendata, o da un Ente autorizzato da e
sotto la responsabilità di detta Autorità.
5.11 Per alcune merci pericolose sono richieste dichiarazioni aggiuntive, come
indicato nelle singole tabelle relative alle merci stesse; tali dichiarazioni possono
essere trascritte sulla dichiarazione di cui al punto 5.1 oppure su foglio a parte.
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SEQUENZE QUADERNI
NUMERO 7
OPERATIVE / DOCUMENTALI
APPLICAZIONE DELLE NORME CAPITOLO 10
DI SICUREZZA
RESPONSABILITÀ ED AZIONI
SCHEDE DI SICUREZZA
INTRODUZIONE 10.1
La gestione del trasporto intermodale terra-mare richiede una buona conoscenza sia
delle norme ADR e RID sia dell’IMDG Code: quest’ultima norma condiziona, di
fatto, l’esecuzione del trasporto intermodale terra-mare.
Come già detto, nei trasporti internazionali lunghi via mare, le norme dedotte
dall’IMDG Code prevalgono in modo determinante su quelle dell’ADR e RID.
Nei trasporti internazionali brevi via mare (es. area mediterranea) e nei trasporti
nazionali terra-mare, tra cui rientrano a pieno titolo le attività di traghettamento
delle merci, sussiste un maggior ‘’equilibrio’’ normativo tra ADR e RID da una parte
e IMDG Code dall’altra, specialmente per quanto riguarda gli imballaggi. Per la defi-
nizione dei viaggi internazionali brevi e lunghi, vedasi punto 5.1
Per assicurare buone condizioni di sicurezza, in ogni segmento della catena inter-
modale terra-mare è necessario che gli addetti ai lavori, oltre ad una conoscenza di
ordine generale e globale delle norme, conoscano tutto l’iter operativo, in modo che
ogni scelta effettuata per un determinato segmento (es. trasporto via strada) sia coe-
rente e si integri con gli altri segmenti della catena (es. via mare, gestione area inter-
modale, gestione documentazione, etc).
CASO 1
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Freight Leaders Club
CASO 2
Idem
Il trasporto stradale inizia in un Paese ADR (ITALIA) e prosegue, dopo la tratta marit-
tima, in un Paese non-ADR.
CASO 3
CASO 4
Idem
Il trasporto stradale inizia in un Paese non-ADR e prosegue, dopo la tratta marittima,
in un Paese ADR (ITALIA)
CASO 5
CASO 6
- operazioni doganali
- operazioni di ormeggio
- operazioni di controllo (sanitario, ruolo, equipaggio, etc.)
Possono altresì verificarsi casi particolari, quali spedizioni di esplosivi, cianuri, dove
queste merci sono soggette a ulteriori autorizzazioni, rilasciate dalle Autorità di
Pubblica Sicurezza. Per determinate destinazioni e provenienze sono previste opera-
zioni di fumigazione degli imballi con conseguenti precauzioni da adottare.
Per talune classi, deve essere prevista la sorveglianza da parte delle squadre antin-
cendio durante le operazioni a bordo e sottobordo.
148
Freight Leaders Club
Nella tabella 10.1 sono descritte le operazioni elementari relative alle sequenze ope-
rative documentali individuate.
Le sequenze sono riportate, dove possibile, nella successione con cui dovrebbero
avvenire dal punto di vista organizzativo, per esempio dopo la classificazione della
merce secondo le norme ADR ed IMDG CODE è prevista la ricerca della linea
marittima / spazio nave quale esigenza preliminare allo svolgimento del trasporto
intermodale (tratto marittimo) che di norma rappresenta una criticità.
Dal punto 9 in poi le sequenze seguono prevalentemente il criterio di successione
temporale nella catena logistica. Dal punto di vista pratico è opportuno che le ope-
razioni di richiesta di imbarco e relative autorizzazioni vengano possibilmente anti-
cipate a guadagno di tempo.
Nella tabella 10.1 colonna caso 1 vengono individuate 56 sequenze operative/docu-
mentali.
Gli attori interessati a questa sequenza sono:
Il ‘’Caso 2’’ è molto simile al ‘’Caso 1’’, avendo in comune ben 55 sequenze su 56.
Differisce dal ‘’caso 1’’ per la sequenza esclusiva 54. Un punto delicato del Caso 2 è
rappresentato dalla ‘’classificazione merce’’ e relativi conseguenti adempimenti,
necessari per il trasporto stradale finale. È opportuno evidenziare che è buona norma
a cura del proprietario/mittente/caricatore effettuare la classificazione della merce
prima di dare corso alla spedizione intermodale; ciò al fine di non dover incorrere in
disposizioni o norme di difficile applicazione e che possano pregiudicare o dilatare i
tempi di trasporto.
Come nel ‘’Caso 1’’, gli attori interessati nella catena logistica intermodale del ‘’Caso
2’’ in esame sono quelli già individuati.
Nella tabella 10.2 sono descritte le operazioni elementari relative alle sequenze ope-
rative-documentali individuate.
Le sequenze sono riportate, dove possibile, nella successione con cui dovrebbero
avvenire dal punto di vista organizzativo, per esempio dopo la classificazione della
merce secondo le norme ADR ed IMDG Code è prevista la ricerca della linea marit-
tima/spazio nave, quale esigenza preliminare allo svolgimento del trasporto intermo-
dale, tratto marittimo, che di norma rappresenta la maggiore criticità nella catena
logistica.
149
Freight Leaders Club
tuate nel paese di partenza aderente all’ADR sono valide anche per il paese di desti-
nazione e pertanto non richiedono di essere effettuate.
Anche in questo caso gli attori della catena logistica sono gli stessi del ‘’Caso 1’’.
Rientrano in questo caso l’arrivo di merci da paesi quali USA, Giappone e da molti
paesi fuori dall’Unione Europea, etc. non sottoscrittori delle norme ADR/RID. È un
caso molto frequente e richiede una gestione corretta del trasporto specialmente per
la parte stradale/ferroviaria.
Nel caso vengano sbarcate da navi tipo Ro-Ro veicoli con merci pericolose (in col-
lettame, in collettame poste in container, in tank container) o dei veicoli-cisterna con
merci pericolose, tali veicoli debbono soddisfare le pertinenti norme ADR.
Nella tabella 10.3 sono descritte le operazioni elementari relative alle sequenze ope-
rative-documentali individuate. La successione delle operazioni rispetta, dove possi-
bile, il criterio della successione operativa; tuttavia alcune operazioni, quali la ricer-
ca spazi nave, sono individuate tra le operazioni iniziali, in quanto considerate criti-
che nella catena logistica in esame.
Il caso 5 presenta una sequenza di operazioni più lunga rispetto ai casi precedenti
per effetto delle complessità dell’attività intermodale nella cui catena viene previsto
anche il trasporto ferroviario. Le sequenze elencate sono 69.
In merito agli attori partecipanti alla sequenza prevista nella catena logistica, biso-
gna notare il loro incremento per effetto della presenza del ‘’segmento ferroviario’’
nel caso in esame. Riassumendo essi risultano:
150
Freight Leaders Club
- trasportatore marittimo
- raccomandatario marittimo, rappresentante armatore
- operatore portuale alla discarica (terminalista)
- trasportatore stradale finale
Gli attori interessati a tutta la catena sono gli stessi del ‘’Caso 5’’. Per gli aspetti di
tipo gestionale, vedasi le considerazioni già espresse nel caso precedente. Le
sequenze operative sono 67.
L’analisi seguente è finalizzata ad evidenziare i ruoli dei diversi attori che partecipa-
no alle operazioni elementari elencate nella Tab. 10.5, dedotte dal ‘’Caso 6’’, in
quanto rappresentativo di una modalità di trasporto intermodale strada-ferrovia-
mare-strada sufficiente ampia per sequenze.
Nella Tab. 10.5, per ogni operazione elementare è stata riportata l’applicabilità delle
normative ufficiali internazionali (ADR, RID, IMDG CODE) e nazionali, l’individua-
zione degli ‘’attori’’ dell’attività intermodale, l’attribuzione delle responsabilità nel
ciclo logistico, le azioni necessarie o raccomandate.
1) Produttore/caricatore/mittente/shipper
2) Vettore stradale (di norma sono 2)
3) Terminalista (operatore intermodale)
4) Vettore ferroviario
5) Vettore marittimo
6) Raccomandatario marittimo
7) Spedizioniere marittimo/doganale
Nella Tab. 10.5 gli attori sono indicati con i codici numerici sopraindicati.
Nell’ultima colonna della Tab. 10.5 sono evidenziate le operazioni elementari che
presentano criticità, per mancanza di normativa o per normativa insufficiente e,
nelle note in calce alla stessa Tab. 10.5, sono riportate le azioni proposte per supera-
re queste criticità.
151
Freight Leaders Club
TRASPORTO STRADALE
Tali istruzioni devono essere fornite al trasportatore almeno all’atto dell’ordine per
consentire i necessari adempimenti informativi e formativi del proprio personale,
come previsto dall’art. 365 del Regolamento di attuazione del Codice della Strada e
dal marginale 10385 dell’ADR.
Le schede delle merci caricate devono essere fornite all’autista dell’inizio del tra-
sporto.
È buona norma che venga richiesta al trasportatore ricevuta scritta di avere avuto la
scheda (norma aziendale).
Queste istruzioni e solo queste si devono trovare a bordo del mezzo, nella cabina
di guida del conducente, al fine di essere rintracciate dai soccorritori in caso di indi-
sponibilità del conducente a seguito di incidente.
152
Freight Leaders Club
Una copia delle istruzioni deve trovarsi nella cabina del conducente.
Il trasportatore deve curare che il personale interessato prenda conoscenza delle
istruzioni e che sia in grado di applicarle convenientemente.
Con il decreto del 22 febbraio 1990 all’art. 2 viene richiesto per i trasporti di merci
pericolose in veicoli cisterna che nelle istruzioni scritte per il conducente vengano
specificati anche: IL NOME TECNICO DELLA MATERIA, L’ORDINALE E LA CLASSE
DI APPARTENENZA, IL NUMERO DI IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO E DELLA
MATERIA TRASPORTATA NONCHÉ’ IL NUMERO DELLA ETICHETTA DI PERICOLO.
Le istruzioni scritte preparate dal CEFIC, note anche come ‘’TREMCARDS’’ ovvero
TRansports EMergency CARDS, sono redatte e disponibili nelle principali lingue dei
paesi aderenti al CEFIC per numerosi prodotti. Un crescente interesse viene mostrato
per questo tipo di schede anche da paesi dell’est europeo.
Le schede preparate dal CEFIC possono essere per singole sostanze, di gruppo o per
carichi misti.
Facsimile di scheda di sicurezza è riportata in tab. 10.6
153
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Un utile riferimento per la normativa dei terminal portuali in cui vengono movimen-
tate merci pericolose, è costituito dalle ‘’Recomendations on the safe transport of
dangerous cargoes and related activities in port area’’ (circ. IMO MSC/675 del
30.01.1995).
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(1) L’attività 35B è alternativa all’attività 35A; l’attività 54A è alternativa a 54B
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(1) Per il caso 4 la classificazione stradale e relativa etichettatura devono essere quelle
previste nel Paese di partenza
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APPLICABILITÀ DELLE NORME, DI SICUREZZA, RESPONSABILITÀ ED AZIONI
o
n DESCRIZIONE OPERAZIONI ELEMENTARI NORMATIVA UFFICIALE (3) RESPON- CRITI- AZIONI
ADR RID IMDG ALTRA SABILITÀ CITÀ PROPOSTE
(1) (2) (4) (5) (6)
1 Classificazione merce ADR - IMDG CODE SI SI SI 1 SI W
2 Scelta imballo e preparazione merce SI SI SI 1
3 Imballaggio ed etichettaggio (ADR/RID) - IMDG CODE - CEE)
merce a ‘’collettame’’ SI SI SI 1 SI W
4 Ricerca linea marittima e vettore marittimo 1-5
5 Prenotazione spazio stiva nave (booking) 1-5
6 Consenso vettore marittimo per il trasporto marittimo 1-5
7 Contratto trasporto marittimo CN Amburgo 78 1-5
TABELLA 10.5 - ESAME CASO 6
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19 Sosta TISF 3 SI Z
20 Scarico tank container, cisterna, container da veicolo stradale TISF D.L.626 3 SI Z
21 Sosta prolungata in TISF 3
22 Contratto di trasporto ferroviario SI 1-2-3-4
23 Compilazione documentazione per trasporto ferroviario (LV o CIM) SI 2-3
24 A Verifica imballaggi merce ‘’a collettame’’ SI SI SI 3
24 B Verifica container per merce ‘’a collettame’’ SI SI SI 3
24 C Verifica tank container /autocisterna SI 3
25 Controllo etichette RID SI 1- 3 - 7 si Z
26 Verifica idoneità veicolo ferroviario SI RIV 3-4
27 A Caricazione merce ‘’a collettame’’ o container con merce‘’ a
collettame’’ su veicolo ferroviario SI 3
27 B Caricazione tank container autocisterna su veicolo ferroviario SI 3-4
28 Consegna documentazione per il trasporto ferroviario (LIV o CIM) (3)-6-7 SI Z
29 Trasporto ferroviario SI 4
30 Contratto per sosta al terminal portuale 1-3 SI Y
31 Contratto per ‘’handling’’ portuale (THC) 1-3-5
Foglio 2 di 6
APPLICABILITÀ DELLE NORME, DI SICUREZZA, RESPONSABILITÀ ED AZIONI
o
n DESCRIZIONE OPERAZIONI ELEMENTARI NORMATIVA UFFICIALE (3) RESPON- CRITI- AZIONI
ADR RID IMDG ALTRA SABILITÀ CITÀ PROPOSTE
(1) (2) (4) (5) (6)
32 Richiesta di accesso al porto ed eventuale sosta in area portuale
(salvo che non si proceda per imbarco diretto) ORDINANZE CP 6-7 AM AP SI W
33 Autorizzazione all’accesso al porto e all’eventuale sosta in area portuale ORDINANZE CP AM SI Y
34 Entrata in porto/terminal portuale ORDINANZE CP 2-3-4-5-6
35 A Scaricazione della merce ‘’a collettame’’ o del container con merce
‘’a collettame’’ dal veicolo ferroviario /automezzo SI 3
35 B Scaricazione tank container da automezzo / veicolo ferroviario 3 SI X
35 C Inoltro veicolo per imbarco navale da sosta portuale ORDINANZE CP 2-3-4 SI X
TABELLA 10.5 - ESAME CASO 6
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TABELLA 10.6 - ESEMPIO DI SCHEDA DI SICUREZZA
PER IL TRASPORTO STRADALE ELABORATA DAL CEFIC
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LE AREE QUADERNI
NUMERO 7
DI INTERMODALITÀ
(INFORMAZIONI, CAPITOLO 11
ASPETTI GESTIONALI)
INTRODUZIONE 11.1
- interporti (strada-ferrovia)
- terminali portuali/porti (terra-mare)
- centri intermodali (strada-ferrovia)
- centri di consolidamento (groupage)
2) il mezzo e la relativa merce rimane in sosta per tempi più o meno lunghi in atte-
sa di inoltro/carico su mezzo ferroviario
171
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1) L’operatore intermodale che riceve il mezzo stradale con merce pericolosa deve
accertare la regolarità del carico, del mezzo e la corrispondenza con l’indicazio-
ne dei documenti di trasporto e delle schede di sicurezza.
2) I mezzi stradali con merci pericolose devono sostare in apposite aree attrezzate
e ad accesso controllato.
L’operatore intermodale deve essere in grado di riconoscere le merci pericolose,
definire l’idonea collocazione nelle aree di stoccaggio, deve inoltre essere in
grado di fissare criteri per la rintracciabilità ed evitare stoccaggi/soste tra merci
incompatibili.
Deve disporre di piani di intervento per la gestione di situazioni di emergenza.
3) Il personale addetto alla caricazione mezzi con merci pericolose deve saper
riconoscere le merci ed operare secondo procedure stabilite.
4) Il personale addetto alla manovra dei carri deve essere consapevole della natura
delle merci contenute nei mezzi ed operare secondo procedure prefissate.
5) Devono essere stabilite procedure per il controllo sui mezzi caricati, sulla corret-
ta ed integra presenza di etichette, numeri di identificazione e numeri ONU,
quando previsto.
Devono essere definite procedure per la consegna delle schede di sicurezza pre-
viste dal marginale 10385 dell’ADR, al responsabile del convoglio.
Nella aree intermodali è opportuna la presenza di etichette di pericolo di riserva,
per integrare quelle eventualmente danneggiate o perse.
6) I mezzi con le merci pericolose devono essere controllati all’arrivo per verificare
la corrispondenza con quanto stabilito nei documenti e nelle schede di sicurezza.
8) Le operazioni di scarico dei mezzi stradali dai vagoni devono avvenire secondo
procedure. Il personale addetto alle operazioni di scarico e movimentazione
deve essere opportunamente addestrato.
172
9) Lo stoccaggio delle merci deve avvenire in aree delimitate, dedicate ed apposita-
mente attrezzate. L’accesso deve essere controllato.
10) La consegna dei mezzi al vettore stradale deve avvenire secondo procedure
chiare che devono prevedere la consegna delle schede di sicurezza ed il con-
trollo dei simboli e marcature di sicurezza.
Il controllo del veicolo dovrà avvenire in contraddittorio con il vettore che dovrà
rilasciare apposita dichiarazione liberatoria.
Un’area portuale, nella prevalenza dei casi, è una zona di confine e come tale sog-
getta alla sorveglianza dell’Autorità di Polizia e Doganale.
Il traffico via mare è prevalentemente di tipo internazionale.
Il traffico riguarda di norma passeggeri e merci.
2. la sicurezza della vita umana in mare e la sicurezza di una nave, il suo carico ed
il suo equipaggio in un’area portuale sono direttamente collegati all’attenzione
posta nei riguardi delle merci pericolose durante lo scarico, il carico e la movi-
mentazione.
Questo si applica sia alle operazioni che hanno luogo in area portuale, sia alle
zone limitrofe fuori dall’area portuale.
173
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4. nell’area portuale è essenziale che ogni cura sia posta a carico di chi è
responsabilie che ogni informazione importante sia trasmessa a coloro che sono
coinvolti nella catena di trasporto ed al consegnatario finale.
Attenzione dovrà essere posta sulle possibili diverse esigenze per le differenti
modalità di trasporto.
5. le aree per carichi pericolosi dovrebbero essere separate e con tutte le attrezza-
ture necessarie ed idonee ad affrontare i rischi che possono generarsi dai carichi
pericolosi. Quando opportuno, queste attrezzature devono includere sistemi di
ventilazione separata, di drenaggio, pareti e coperture resistenti al fuoco.
7. gli spazi dovranno essere idonei ad una adeguata segregazione delle merci peri-
colose in accordo con le disposizioni emesse dall’Autorità.
8. dovrebbero essere previste aree speciali per interventi su merci pericolose dan-
neggiate o mezzi contaminati da merci pericolose.
10. devono essere assicurati i collegamenti ed informazioni con la nave per assicu-
rare le migliori e più sicure condizioni per operare.
11. situazioni di pericolo devono essere tempestivamente segnalate alle Autorità per
i provvedimenti ritenuti più opportuni.
12. devono essere ben conosciute le procedure e le strutture preposte alle situazioni
di emergenza.
13. entrata, uscita e presenza di merci pericolose a bordo devono essere notificate in
tempo utile all’Autorità da chi interessato ai carichi e/o dalle navi.
174
Freight Leaders Club
La regolamentazione delle attività sopra accennate è spesso difforme tra gli stessi
porti nazionali e spesso molto diversa con i porti stranieri. Non esiste a tutt’oggi un
denominatore comune nel regolamentare le attività portuali nei diversi Paesi.
Peraltro le ‘’Regolamentazioni’’ non potranno non tener conto delle condizioni al
contorno che possono caratterizzare un porto, quali insediamenti abitativi, aree sen-
sibili, infrastrutture, impianti produttivi.
La sicurezza dei lavoratori nelle aree portuali è attualmente regolamentata dal D.L.
626/94 come attuazione della direttiva CE 89/391.
Altri aspetti sono disciplinati dal Codice della Navigazione, dal Regolamento di sicurez-
za, con una visione sostanzialmente frammentaria del problema della movimentazione
merci pericolose nei porti, che sono a tutti gli effetti centri intermodali per eccellenza.
Alcuni maggiori porti nazionali hanno regolamentato l’attività relativa alle merci pericolo-
se con ordinanze che hanno come riferimento la pubblicazione IMO ‘’Recomandations
on the safe transport of dangerous cargoes and related activities in port areas’’.
In altri porti l’attività si svolge in condizioni critiche, specialmente sotto il profilo
operativo.
Per le attività nei centri di consolidamento deve essere impiegato personale con spiccata
preparazione per far fronte alle numerose casistiche di spedizione merci pericolose.
CRITICITÀ 11.3.4
Sono poi da definire ruoli e responsabilità chiari a carico dei vari operatori e criteri
di gestione operativa delle aree per la giacenza delle merci pericolose, con relativi
servizi collaterali; tra questi ricordiamo interventi su imballi e contenitori danneggia-
ti, aree di manutenzione, oltre che attività di controllo per situazioni non conformi.
175
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FORMAZIONE QUADERNI
NUMERO 7
PROFESSIONALE
CAPITOLO 12
INTRODUZIONE 12.1
N.B. Sono stati effettuati dei corsi di formazione del personale FS in occasione della
entrata in vigore del RMP (1.1.93), per l’aggiornamento 1.1.95 e relativa Istruzione
per l’applicazione del regolamento merci pericolose (IRMP) e per l’applicazione
dell’Accordo di fiducia nei trasporti internazionali .
Non è previsto uno specifico corso professionale per il personale addetto al trasporto
merci pericolose in packaged form (colli, container o tank container) Tuttavia la
convenzione IMO STCW 78 come emendata nel 1995 ha stabilito un livello mini-
mo di preparazione professionale di cui i marittimi debbono essere in possesso per
attestare la loro capacità professionale.
Il certificato è costituito da un modello normalizzato a livello internazionale.
Il comandante ed il primo ufficiale di coperta in servizio di guardia per poter eserci-
tare la loro professione debbono essere in possesso di un certificato il cui rilascio
presuppone la conoscenza della tematica merci pericolose in packaged form.
Per imbarcare su navi passeggeri RO-RO abilitate al trasporto di merci pericolose in
packaged form il comandante , il direttore di macchine, il 1° ufficiale di coperta, di
macchina ed ogni marittimo addetto alle operazini di imbarco e sbarco devono aver
superato un training comprendente tra l’altro la problematica delle merci pericolose.
177
Tale convenzione, pur con tutte le deroghe previste, è entrata in vigore nel febbraio
1997.
Fatto salvo quanto già riportato al punto 12.2, è prevista, in attuazione della direttiva
96/35 in vigore dal 1/1/2000, la presenza di una nuova figura professionale il
‘’consulente per la sicurezza dello stoccaggio, movimentazione trasporto merci
pericolose’’.
Il consulente dovrà aver frequentato un corso di formazione e superato il relativo
esame.
Ogni tre anni dovrà frequentare un corso di aggiornamento.
Deve essere attuato quanto previsto al punto 12.3.1 e dal D.L. 626/94.
12.4 PROPOSTE
1) capi piazzale
2) operatori addetti al carico ed allo scarico dei carri e movimentazione delle merci
3) operatori addetti all’emissione/ricevimento documenti
con programmi differenziati tra attività nelle aree intermodali strada-ferrovia e porti.
I contenuti della formazione devono essere orientati in modo da fornire:
178
Freight Leaders Club
Ogni persona deve ricevere una formazione sulla sicurezza del trasporto e sulla
movimentazione delle merci pericolose commisurata ai suoi compiti. La forma-
zione deve essere progettata per fornire familiarità con i pericoli generali delle
merci pericolose e conoscenze circa le disposizioni di ordine legislativo. Tale for-
mazione dovrebbe comprendere una descrizione delle classi di merci pericolose,
le marcature, l’etichettatura e la pannellatura, l’imballaggio, la segregazione ed i
requisiti di compatibilità; una descrizione dello scopo e dei contenuti dei docu-
menti di trasporto ed una descrizione dei documenti disponibili per la gestione
delle emergenze.
1. i pericoli di ordine generale delle varie classi di merci pericolose, come preveni-
re l’esposizione ai pericoli, incluso, se opportuno, l’uso di indumenti protettivi ed
equipaggiamento,
Tale formazione deve essere fornita o verificata per sviluppo professionale di una
posizione coinvolta nel trasporto o movimentazione di merci pericolose e deve esse-
re periodicamente aggiornata con nuova formazione.
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ACRONIMI
ADR Accord europeen relatif au trasport international des marchadises
Dangereuses par Route (Accordo europeo relativo al trasporto
internazionale delle merci pericolose per strada)
BIMCO Baltic and International Maritime Council
B/L Bill of Lading
Break Bulk Cargo Merce caricata a bordo nella stiva della nave non in container
CEFIC Conseil Europeen des de l’Industrie Chemique; (Chemical
Industry Council); (Consiglio europeo delle industrie chimiche)
CIM Contrat de trasport internazional des marchandises (Contratto di
trasporto Internazionale delle Merci)
CMR Convention relative au contract de transport international des
Marchandises par Route
COTIF Convention relative aux Transport Internazionaux Ferroviaires
(Convenzione relativa ai trasporti ferroviari internazionali)
CSC Container Safety Convention
CTO Combined Transport operator
DOT Department of Transport
ECE Economic Commission for Europe
EDI Electronic Data Interchange
EC European Community
IAEA International Atomic Energy Agency (Agenzia Internazionale per
l’energia atomica)
IATA International Air Transport Organization (Organizzazione inter-
nazionale per il trasporto aereo)
ICAO International Civil Aviation Organization (Organizzazione inter-
nazionale per il trasporto aereo civile)
IMO International Maritime Organization (Organizzazione Marittima
Internazionale)
IMDG Code International Maritime Dangerous Goods Code
LO/LO Lift -On /Lift-Off (Nave porta container in cui e da cui i container
sono caricati e scaricati a mezzo gru)
MMO Multi Modal Trasport
OECD Organization for Economic Cooperation and Devolopment
(Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo Economico)
RO/RO Roll On-Roll Off (Nave traghetto in cui le merci ed i container
vengono caricate a mezzo di rampa di accesso)
RID Reglement International concernant le transport des marchandis
Dangereus par chemin de fer (regolamento internazionale con-
cernente il trasporto delle merci pericolose per ferrovia)
RMP Regolamento per il trasporto ferroviario di merce pericolosa
TEU Twenty-foot Equivalen Unit ( es 1 x 40 ft = 2TEU)
TIR Transport International Routier
UN United Nation
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GLOSSARIO
Definizione di alcuni termini impiegati nel testo:
LD50 (dose letale mediana) è la dose singola di una sostanza ingerita o assorbita
attraverso la pelle, che provoca la morte nel tempo di osservazione considerato del
50% degli animali testati. Il valore di LD50 viene espresso in termini di peso della
sostanza saggiata per unità di peso dell’animale sottoposto all’esperimento (mg/kg).
LC50 (concentrazione letale mediana) è la concentrazione di una sostanza,assorbita
per inalazione, che provoca la morte nel tempo di osservazione del 50% degli ani-
mali esposti.
Il valore di LC50 viene espresso in termini di peso della sostanza in esame per volu-
me standard di aria (mg/l).
Il livello senza effetti tossici è la dose o il livello di esposizione massimo usato, che
non produce effetti avversi individuabili.
La dose massima tollerata (D.M.T.) è il livello massimo di dose che provoca segni di
tossicità senza avere maggiori effetti sulla sopravvivenza, in relazione al saggio in
cui viene usata.
L’irritazione cutanea è la produzione di cambiamenti infiammatori reversibili a
seguito di applicazione sulla cute della sostanza in esame.
L’irritazione oculare è la produzione di cambiamenti reversibili nell’occhio a seguito
dell’applicazione della sostanza in esame sulla superficie anteriore dell’occhio.
La sensibilizzazione cutanea (dermatite allergica da contatto) è una reazione cuta-
nea ad una sostanza mediata da fattori immunologici.
L’intervallo d’infiammabilità è il campo compreso fra il limite minimo e il limite
massimo di concentrazione in aria dei vapori di gas o di liquido combustibile in cui,
al raggiungimento della temperatura di accensione, possono formare miscela infiam-
mabile.
183
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INDICE TABELLE
PAG.
8 1.1 MAGGIORI ORGANISMI INTERNAZIONALI COINVOLTI
NELLA DEFINIZIONE DI NORMATIVE RIGUARDANTI
IL TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE
9 1.2 STATI FIRMATARI DELLE CONVENZIONI MARPOL E SOLAS
10 1.3 NAZIONI ADERENTI ALLE CONVENZIONI RID E ADR
16 2.1 CLASSIFICAZIONE DELLE MERCI PERICOLOSE
22 2.2 CORRELAZIONI NELLE CLASSIFICAZIONI PER LA CLASSE 3
35 2.3 CLASSIFICAZIONI DELLA TOSSICITÀ SECONDO LA DIRETTIVA
92/32/CEE
37 2.4 CATEGORIE DI TOSSICITÀ ADOTTATE PER IL TRASPORTO
DELLE MERCI PERICOLOSE
38 2.5 COMPARAZIONE GRAFICA DEI VALORI DI TOSSICITÀ TRA LA
NORMA CEE E LA NORMA DEL TRASPORTO
45 2.6 ORDINE DI PRIORITÀ DEL LIBRO ONU
48 2.7 ORDINE DI PRIORITÀ DEL CODICE IMDG
56 3.1 CODICI DEGLI IMBALLAGGI
68 4.1 CODIFICA DEL TIPO DI CONTENITORE INTERMEDIO
68 4.2 CODIFICA DEL TIPO DI MATERIALE IMPIEGATO
69 4.3 CODIFICA DEI CONTENITORI INTERMEDI
74 4.4 ELENCO DELLE PROVE DI OMOLOGAZIONE DEI DIVERSI TIPI
DI CONTENITORI INTERMEDI
75 4.5 ELENCO DEI CONTROLLI PERIODICI PREVISTI PER I CONTE-
NITORI INTERMEDI
79 5.1 ELENCO TANK CONTAINER PER TRASPORTO MATERIE LIQUI-
DE E PULVERULENTE ESTRATTO DAL CODICE IMDG
83 5.2 ELENCO TANK CONTAINER PER TRASPORTO MATERIE GAS-
SOSE NON LIQUEFATTE ESTRATTO DAL CODICE IMDG
86 5.3 ELENCO TANK CONTAINER PER TRASPORTO GAS FORTE-
MENTE REFRIGERATI ESTRATTO DAL CODICE IMDG
93 5.4 COMPARAZIONE DEGLI INTERVALLI DI TEMPO DELLE PROVE
PERIODICHE
98 6.1 PANNELLO DI SEGNALAZIONE NUMERATO
98 6.2 ELENCO DEI NUMERI DI PERICOLO (KEMLER)
101 6.3 ETICHETTE SUPPLEMENTARI
102 6.3.1 ETICHETTE DI PERICOLO ADR/RID - SPIEGAZIONE DEI
SIMBOLI
105 6.3.2 ETICHETTE PREVISTE DALL’ACCORDO ADR - RID - RMP
106 6.4 ETICHETTE AGGIUNTIVE PER IL TRASPORTO FERROVIARIO
109 6.5 ETICHETTE PREVISTE DAL CODICE IMDG
112 6.6 SIMBOLOGIA CEE PER LA SEGNALAZIONE DEI PERICOLI
113 6.7 INDICAZIONE DI PERICOLO IN VIGORE NEGLI USA
120 7.1 PLACCA DI APPROVAZIONE CSC
121 7.2 I CONTAINER - ELEMENTI IDENTIFICATIVI
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INDICE TABELLE
PAG.
126 8.1 TABELLA RIEPILOGATIVA APPLICAZIONE NORME
127 8.2 SCHEDA CLASSIFICAZIONE PER TRASPORTO INTERMODALE
(TERRA-MARE) DI MERCI PERICOLOSE
139 9.1 DICHIARAZIONE IMO PER MERCI PERICOLOSE
140 9.2 ESEMPIO DI DICHIARAZIONE IMO PER MERCI PERICOLOSE
141 9.3 DICHIARAZIONE DI ASSIMILAZIONE REDATTA
139 IN CONFORMITÀ ALLA CIRCOLARE 3103118 DEL MINISTERO
MARINA MERCANTILE
142 9.4 SCHEDA DI SICUREZZA
143 9.5 ELENCO DELLA DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE
ALL’ISTANZA DI IMBARCO/SBARCO
155 10.1 ESAME DEI CASI 1 E 2
157 10.2 ESAME DEI CASI 3 E 4
159 10.3 ESAME DEL CASO 5
161 10.4 ESAME DEL CASO 6
163 10.5 ESAME DEL CASO 6 - APPLICABILITÀ DELLE NORME
DI SICUREZZA , RESPONSABILITÀ ED AZIONI
169 10.6 ESEMPIO DI SCHEDA DI SICUREZZA PER IL TRASPORTO
DI MERCE PERICOLOSA ELABORATA DAL CEFIC
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