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Ketty è una bellissima bambina di cinque anni, con lunghi capelli rossi, grandi
occhi azzurri ed un visino tenero come quello di una bambola. Ketty vive nei
bellissimi paesaggi delle valli svizzere.
Purtroppo questa fanciulla ha sin dalla nascita una rara malattia, ancora
sconosciuta alla scienza ed il tempo che le resta da vivere è davvero poco…
Ketty trascorre la maggior parte del suo tempo in silenzio, appoggiata sul
davanzale della sua finestra, ammirando il bellissimo panorama ed ascoltando il
melodioso canto degli uccellini.
I genitori non si erano mai rassegnati all'idea che la loro figlia un giorno non si
sarebbe più svegliata, ma davano sempre speranza a un possibile miracolo.
Ketty amava tantissimo questo uccellino, tant'è che cominciò piano piano a
parlargli, a confidargli le sue emozioni, le sue gioie ed i suoi dolori: il pettirosso
sembrava ascoltare e rispondere con il suo dolce cinguettio, anzi, con il tempo,
sembrò che il pettirosso e la bimba fossero fusi l’uno con l'altra. Lui ancora non
riusciva a volare, mentre lei era ancora incatenata da quella sconosciuta
malattia.
Tutti i sogni della piccola Ketty caddero come un macigno sul suo cuore e quella
triste notizia fece sprofondare i genitori in una grande depressione, perché, da
quel giorno, la malattia sembrò riprendere piede e così le speranze che la piccola
poteva avere se ne andarono proprio come il piccolo pettirosso , quando era
scappato.
Ketty non mangiava quasi più, passava ore ed ore nella finestra, sperando che il
suo caro compagno facesse ritorno: per lei il pettirosso era tutto ed ora aveva
perso anche la ragione di vivere.
Purtroppo arrivò anche il giorno in cui fu aperta la stagione della caccia e così,
nella piccola valle, si sentirono come echi delle montagne, quei botti causati
dalla polvere da sparo dei fucili ed ogni esplosione per la piccola Ketty era come
una ferita che si apriva, con il pensiero che il suo pettirosso non sarebbe
veramente più tornato.
Il pettirosso ebbe una gran paura quando sentì quegli spari che simultaneamente
lo distraevano nell’intento di concentrarsi a seguire tale linee e vedere i suoi
compagni precipitare come sassi di certo non lo aiutava, finché un cacciatore si
ritrovò ad avere un'ultima cartuccia e, con una grande precisione, colpì il povero
pettirosso che cadde nei cespugli vicino al torrente.
Il cacciatore, con l'aiuto del suo cane da caccia, si avvicinò alla riva del torrente
per raccoglierlo. Egli era veramente contento di come era andata la giornata,
visto che il suo sacco era pieno di ogni tipo di volatile, tanto è vero che già aveva
l’acquolina in bocca, pensando a come poteva cucinare le piccole prede, una
pietanza di polenta e sugo fatto di quella tenera carne.
Arrivò nel punto in cui era caduto il pettirosso, lo raccolse, ma, quando lo guardò,
si sentì gelare il sangue, perché era ancora mezzo vivo: quell’uccellino che aveva
tra le sue mani, aveva qualcosa che non aveva mai visto. Egli piangeva, i suoi
occhi erano pieni di luce e voglia di vivere per raggiungere la sua Ketty, ma
ormai non poteva più farcela.
Il cacciatore si pentì per tutto quello che aveva fatto: sentiva il rimorso per aver
ucciso in tutta la sua vita queste piccole e povere creature, che sono indifese
dalla demoniaca polvere da sparo e degli amanti della cacciagione.
Non è mai tardi per pentirsi, ma il cacciatore forse non lo capirà, se non quando
anche lui stesso abbandonerà questo corpo. Allora comprenderà che non aveva
ferito a morte solo un piccolo essere che ha un’anima come tutti quanti noi, ma
anche che aveva ucciso una meravigliosa bambina che viveva per quell’anima e
proprio oggi anche lei si è spenta… e compiva il suo sesto anno di età.
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