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POLITECNICO DI TORINO

Acustica applicata e illuminotecnica

Prof. Marco Masoero

APPUNTI DI TEORIA 1. ACUSTICA FISICA

1.1 Introduzione
Lacustica tratta la generazione, propagazione e ricezione di onde in mezzi elastici (gassosi, liquidi o solidi). In questo corso saranno considerate applicazioni che riguardano le onde sonore, ovvero onde che determinano nelluomo la percezione uditiva. La materia verr trattata sotto due punti di vista: verranno inizialmente esaminati gli aspetti fisici del fenomeno, oggetto dellAcustica Fisica, e successivamente gli aspetti percettivi, oggetto di una specifica branca denominata Psicoacustica. Non saranno invece trattati gli infrasuoni e gli ultrasuoni, che esibiscono peraltro le stesse propriet fisiche delle onde sonore. Saranno inoltre fornite alcune nozioni sulle vibrazioni nei mezzi solidi, in quanto suono e vibrazioni sono spesso fenomeni concomitanti in svariate applicazioni di interesse pratico. Il corso si articola nei seguenti capitoli: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Fondamenti di Acustica Fisica Nozioni di Psicoacustica, effetti del rumore e cenni al quadro normativo sul rumore Modelli di sistemi acustici basati sullanalogia fra fenomeni meccanici, elettrici e acustici Sorgenti e trasduttori acustici, strumentazione per rilievi fonometrici, accelerometrici, ecc. Propagazione del suono negli spazi aperti, cenni di acustica ambientale Propagazione del suono negli spazi confinati, cenni di acustica architettonica Propriet acustiche dei materiali

1.2 Caratteristiche delle onde acustiche


Consideriamo un semplice esempio di dispositivo acustico: un tubo delimitato ad unestremit da una terminazione aperta verso lambiente esterno e allaltra da un pistone animato da un moto periodico semplice. Il movimento del pistone determina nello strato daria immediatamente a contatto una successione di compressioni e rarefazioni, dovute al movimento delle particelle daria che perturbano lo stato di quiete del fluido. Tali perturbazioni si propagano lungo il tubo sotto forma di unonda elastica: se esse sono in grado di determinare in un ascoltatore una sensazione di tipo acustico, londa viene definita onda acustica o onda sonora. Le onde acustiche nei fluidi presentano le seguenti propriet: Il moto oscillatorio delle particelle fluide avviene nella stessa direzione di propagazione dellonda (si tratta quindi di unonda longitudinale). Il fenomeno dovuto alle propriet elastiche del fluido (il fluido tende a occupare il volume iniziale, una volta venuta meno la

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causa della sua deformazione) e alle propriet di inerzia del fluido (le particelle di fluido trasferiscono quantit di moto alle particelle con cui vengono a contatto). I fluidi possiedono solamente elasticit normale, per cui le onde sono esclusivamente longitudinali; nei solidi, che possiedono elasticit tangenziale, si possono propagare anche onde trasversali. Onde trasversali possono propagarsi anche allinterfaccia fra mezzi di diverso stato: si pensi allesempio, a tutti noto, delle increspature concentriche prodotte da un sasso che cade in un bacino dacqua in quiete. Londa determina una perturbazione periodica delle propriet di stato del fluido rispetto alle condizioni indisturbate, qui identificate attraverso la pressione po e la densit o: si definisce pressione sonora la differenza fra il valore istantaneo (perturbato) della pressione ed il valore indisturbato po. Nella descrizione dei fenomeni acustici si utilizzeranno le seguenti grandezze:

(t) = densit del fluido (kg/m3) ( (t ) 0 ) (t ) = = condensazione del mezzo (-) 0


u(t) = velocit delle particelle (m/s) Le perturbazioni provocate dallonda sonora sono di piccola entit, ovvero: p(t)<< po [(t) - o] << o Ad esempio, nellaria a pressione atmosferica standard [po 105 Pa] la pressione sonora tipicamente compresa nellintervallo tra p(t) 20 Pa [soglia di udibilit] e p(t) 200 Pa [soglia del dolore]. La velocit di propagazione dellonda (indicata con il simbolo c) funzione dello stato termodinamico del fluido: nellaria in condizioni ambiente tipiche si ha c 340 m/s. T = periodo (s) f = frequenza (Hz) = frequenza angolare (rad/s) = lunghezza donda (m) k = numero donda (rad/m)

p(t) = pressione sonora (Pa)

La periodicit del suono viene descritta attraverso le seguenti grandezze: f = 1/T

= 2/T = c/f k = 2/

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Nel caso di propagazione nellaria, essendo c 340 m/s, risulta la seguente corrispondenza fra frequenza e lunghezza donda: 34 m 3,4 m 340 mm 34 mm ------------------|-------------------------|-------------------------|--------------------------|----------------10 Hz 100 Hz 1 kHz 10 kHz f 17 m 17 mm 20 Hz 20 kHz |------------------------ GAMMA UDIBILE -------------------------|

1.3 Equazioni fondamentali


Per ricavare le equazioni che descrivono la propagazione dellonda acustica si considera un elemento di fluido (di dimensioni dx, dy, dz) interno al dominio di propagazione, a cui si applicano le equazioni fondamentali della meccanica dei fluidi: Equazione di Eulero (esprime la II Legge della Dinamica)

p = 0
-

u t

(1)

Equazione di continuit (esprime il Principio di Conservazione della Massa)

= u (2) t
A tali equazioni, di validit generale, occorre associare unequazione costitutiva che descriva il comportamento del fluido. Nel caso dei gas si utilizza lequazione di stato dei gas perfetti che, per una quantit unitaria di gas (1 mole), indica: PV=RT dove: P = pressione totale (Pa) V = volume (m3) T = temperatura assoluta (K) R = costante universale dei gas = 8314 (kJ kmol-1 K-1)
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(3)

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La trasformazione termodinamica determinata dalla perturbazione acustica pu essere considerata isoentropica (adiabatica reversibile); applicando dunque lequazione dellisentropica P V = cost con

cp cv

1,4 per laria (gas biatomico)

(4)

alla trasformazione che avviene tra gli stati indisturbato e perturbato si ottiene: poVo = P V

P V0 = = po V 0

In termini differenziali e adottando lipotesi di piccole perturbazioni si ottiene lespressione:

P d = p 0 0

d 0

d 0

che, ricordando le definizioni di pressione sonora p e condensazione del mezzo , pu essere scritta come:

p = p0
Dallequazione (5), derivando rispetto al tempo, risulta:

(5)

1 p = p 0 t t

(6)

Combinando le equazioni (1), (2) e (6) si ottiene infine lequazione dellonda, nel seguito riportata nelle tre possibili formulazioni, rispettivamente in termini di pressione sonora, condensazione del mezzo e velocit delle particelle:
2 p = 1 2p c 2 t 2 1 2 c 2 t 2 1 2u c 2 t 2

2 =

(7)

2u =

Nelle equazioni (7) c rappresenta la velocit di propagazione dellonda (velocit del suono) data da:
c= po

= R *T (8)

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dove R* la costante di elasticit del gas, pari al rapporto tra la costante universale R e la massa molecolare M* del gas. Nel caso dellaria a 20C (M* = 29 kg/kmol; = 1,4) risulta: c = [1,4 (8314/29) (273+20)]1/2 = 343 m/s risultato del tutto coerente con quello fornito dallequazione approssimata che correla c con la temperatura Celsius t: c = 331,4 + 0,6t = 343,4 m/s

Appendice al par. 1.3


Le equazioni fondamentali (17) sono scritte utilizzando, per gli operatori differenziali gradiente e divergenza, la notazione che fa uso delloperatore nabla ( ). Al riguardo si ricordano le seguenti definizioni: funzione scalare funzione vettoriale

p ( x, y , z ) u ( x, y , z ) = u x i + u y j + u z k :
= i+ j+ k x y z
2 2 2 i + 2 j+ 2k x 2 y z p p p i+ j+ k z x y

operatore (vettore) nabla: operatore del 2:

2 =

vettore gradiente di p(x,y,z):

grad p = p =

scalare divergenza di u : del 2 p:

div u = u =
2

u x u y u z + + x y z

2 p 2 p 2 p p= 2 i + 2 j+ 2 k x y z

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1.4 Propagazione nei gas di onde acustiche piane e sferiche


1.4.1 Onda piana
La situazione di propagazione pi semplice quella dellonda piana, che si pu pensare generata da una piastra piana vibrante infinitamente estesa nelle direzioni perpendicolari a quella di propagazione monodimensionale (direzione x).

ONDE PIANE x

In questo caso lequazione dellonda ammette soluzione generale del tipo:

p ( x, t ) = f ( t

x c

) + g(

t+

x c

(9)

in cui f e g sono due funzioni arbitrarie che descrivono la forma donda; il primo termine di (9) rappresenta unonda che si propaga nel verso positivo di x, mentre il secondo termine unonda che si propaga nel verso negativo: dal punto di vista fisico, la presenza di questultimo termine generalmente legata a condizioni al contorno che danno origine, ad esempio, ad unonda riflessa (versoi negativo) che si sovrappone allonda diretta (verso positivo). Supponiamo ora che la piastra sia animata di un moto armonico di frequenza angolare e che generi unonda progressiva, ovvero unonda che si propaga nel verso positivo di x (per cui si ha g = 0); lequazione (9) assume la forma: x p = p m sen t = p m sen[k (ct x )] c Applicando lequazione di Eulero (1) si ottiene lespressione della velocit: u = u m sen t x = u m sen[k (ct x )] c

Questo risultato evidenzia che, nel caso di onda piana, p e u sono in fase, e che la fase kx, dove k = /c = 2/ rappresenta il numero donda.

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1.4.2 Onda sferica


Consideriamo ora londa generata da una piccola sfera pulsante. Evidenti considerazioni di simmetria indicano che il fronte donda generato dalla sorgente ha forma sferica, per cui conveniente scrivere lequazione di propagazione e la relativa soluzione generale in coordinate sferiche:

2 (rp ) 1 2 (rp ) = 2 r 2 c t 2 1 r 1 r p = f t + gt + r c r c

Procedendo in analogia al caso dellonda piana, si ottengono le espressioni di p e u in funzione di t e r: 1 p m sen[k (ct r )] r 1 1 u= p m sen[k (ct r ) ] 1 + 2 2 o cr k r p= in cui = tan-1(1/kr). Il risultato evidenzia che, a differenza del caso piano, pressione e velocit delle particelle per unonda sferica non sono in fase.

1.5 Impedenze acustiche caratteristica e specifica


Nel caso di onde piane, il rapporto fra pressione sonora p e velocit delle particelle u, tra loro in fase, una costante reale detta impedenza acustica caratteristica: Z0 = p = 0c u

Nellaria a t = 20C e p0 = 1 bar si ha Zo = 415 Pas/m.

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In casi pi generali, ed in particolare per le onde sferiche, il rapporto tra p ed u , non in fase, una grandezza complessa detta impedenza acustica specifica: Zs = dove: Rs = resistenza acustica specifica Xs = reattanza acustica specifica Nel caso di onde sferiche si ha:
Rs = 0 c

p = Rs + jX s u

(kr )2 2 1 + (kr )
1 + (kr )
kr
2

X s = 0c

Rs Xs e in funzione di kr indicato in Figura. Per interpretare il 0c 0c significato di tali andamenti si osservi che kr pari al rapporto tra due lunghezze: la circonferenza del fronte donda nella posizione considerata (2r) e la lunghezza donda (). Osserviamo che:

Landamento delle quantit

per kr >> 1 (r >>) la curvatura del fronte donda diviene trascurabile, per cui londa sferica si R comporta praticamente come unonda piana: p e u tendono ad essere in fase, ovvero s tende 0c

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a uno e

Xs tende a zero, come nel caso dellonda piana in cui limpedenza acustica 0c puramente reale (v. andamento di modulo e fase dellimpedenza in funzione di kr). Pertanto:

Rs = oc

Xs = 0

per kr << 1 (r <<) risulta invece Rs < Xs e le componenti dellimpedenza acustica specifica tendono ai valori:
Rs = oc(kr)2 Xs = oc(kr)

Un altro modo per interpretare il diverso comportamento del campo sonoro in prossimit della sorgente (campo vicino) e lontano dalla sorgente (campo lontano) deriva dallosservare che, mentre il campo lontano in grado esclusivamente di irradiare energia acustica - ovvero di trasportare lenergia associata allonda a distanze via via crescenti, come evidenziato dal fatto che limpedenza puramente resistiva - il campo vicino pu anche accumulare energia acustica. E infatti proprio la
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parte immaginaria dellimpedenza che, in analogia con quanto si verifica nei circuiti elettrici in corrente alternata, d ragione di tali fenomeni di accumulo, ovvero di interazione fra sorgente e campo: in altre parole, in prossimit della sorgente si verifica, oltre ad un trasporto netto di energia a distanze crescenti, anche uno scambio reciproco di energia acustica fra sorgente e campo e viceversa. Il valore di kr per il quale si pu convenzionalmente identificare la transizione tra campo vicino e campo lontano indicativamente pari a 10: pertanto, per kr 10 risulta una distanza di transizione:
r 1,6 .

1.6 Interferenza di onde e fenomeno dei battimenti


Quando le perturbazioni acustiche sono di piccola ampiezza, leffetto di due onde che si propagano in una stessa porzione di spazio dato dalla somma lineare degli effetti che ciascuna onda produce singolarmente. Nel caso di due onde armoniche di ampiezza p1 e p2 e di uguale frequenza f, londa armonica risultante per effetto dellinterferenza fra le due onde costituenti ha uguale frequenza f e ampiezza che dipende, oltre che dallampiezza delle singole onde, anche dalla differenza di fase f: I casi limite si verificano quando le onde sono in fase (f = 0) e in opposizione di fase (f = 180): nel primo caso leffetto dellinterferenza di tipo costruttivo (lampiezza dellonda risultante infatti pari a p1 + p2) e causa una amplificazione del fenomeno, mentre nel secondo di tipo distruttivo (lampiezza pari a p1 - p2) e determina una parziale o totale cancellazione del fenomeno.

1.6.1 Onde stazionarie


Un importante fenomeno di interferenza pu verificarsi nel caso di propagazione monodimensionale nella direzione x di unonda di lunghezza donda e ampiezza pm in un volume chiuso - ad esempio in un tubo - delimitato ad unestremit dalla sorgente sonora e allestremit opposta da una terminazione rigida perfettamente riflettente, quando la distanza d tra le due estremit pari a un multiplo intero di /2.

Londa risultante dalla sovrapposizione fra onda diretta e onda riflessa (che hanno uguale ampiezza e lunghezza d'onda) detta stazionaria in quanto, anzich propagarsi allinterno del tubo, presenta unampiezza che varia in funzione di x e t secondo la legge:

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2 x

p = 2 p m (cos

) cos(2 f t )

Lampiezza dellonda stazionaria quindi identicamente nulla nei punti, detti nodi, per cui:
x=

,3 ,5 ... 4 4 4

e varia sinusoidalmente nel tempo con frequenza f tra i valori 2 pm nei punti, detti ventri (o antinodi), per cui:

x=

, ,3 ... 2 2

Onde stazionarie che si instaurano fra due superfici riflettenti opposte di un ambiente sono dette modi propri acustici; indicando con d la distanza fra le due superfici si ha: modo fondamentale altri modi (fmin, max) (f > fmin) f = f = c 2d nc 2d con n = 2, 3, 4,

La presenza di onde stazionarie dunque denunciata da variazioni spaziali regolari allinterno di un ambiente chiuso. Se londa non puramente armonica, ma ha uno spettro complesso, sono ovviamente molti i modi acustici che possono essere eccitati contemporaneamente. Come verr meglio chiarito nel capitolo 6 sullacustica degli ambienti chiusi, al crescere del numero di modi eccitati, la presenza delle onde stazionarie diviene via via meno riconoscibile.

1.6.2 Fenomeno dei battimenti


Linterferenza fra due onde di uguale ampiezza pm e di frequenza poco diversa (f1 e f2 = f1 + f) d luogo al fenomeno dei battimenti; londa risultante: f + f2 f1 f 2 t t cos 2 1 p = 2 p m cos 2 2
unonda armonica di frequenza:
( f1 + f 2 ) 2 la cui ampiezza varia sinusoidalmente tra 0 e 2 pm con frequenza: f =

f ' = f1 f 2 .
Il fenomeno dei battimenti ben noto ai musicisti: quando i componenti di un complesso da camera o di unorchestra eseguono la stessa nota allunisono, la presenza di battimenti aiuta infatti loperazione di accordatura degli strumenti.

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1.7 Grandezze energetiche nei fenomeni acustici


Introduciamo ora le grandezze che permettono di quantificare il trasporto di energia meccanica associato alla propagazione delle onde sonore.

1.7.1 Intensit acustica

I (W/m2)

Lintensit acustica definita come la quantit di energia che fluisce, nellunit di tempo, attraverso una superficie di area unitaria perpendicolare alla direzione di propagazione dellonda; lintensit sonora pari al prodotto pu. Per unonda piana progressiva armonica risulta:

I = p m u m sen 2 t
_

x c

Il valore medio di I, valutato su un intervallo di tempo pari al periodo T, :

I=
Ma:

1 T 1 0 Idt = 2 pm u m T
pm = oc um

da cui:

I=

2 1 pm 2 oc

Si faccia ora riferimento al valore efficace (rms) della pressione sonora:


1 p= T

p dt
2

Poich per una grandezza sinusoidale risulta:

p=
si ottiene:

pm
2

p2 I= oc
_

Si osservi che questo risultato vale sia per unonda piana, sia per unonda sferica, purch armonica. Lintensit sonora la grandezza normalmente utilizzata per quantificare lenergia acustica trasportata da unonda progressiva che si propaga in campo libero (ad esempio, in uno spazio aperto).

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1.7.2 Densit di energia acustica

D (J/m3)

La densit di energia rappresenta lenergia acustica contenuta in un volume unitario del mezzo di propagazione. Per ricavare lespressione di D si consideri un cilindro di base unitaria, con lasse parallelo alla direzione di propagazione e di altezza pari a c (velocit del suono = distanza percorsa dallonda sonora nellunit di tempo); poich I rappresenta lenergia acustica che fluisce attraverso la base del cilindro nellunit di tempo e poich il volume del cilindro pari a 1c, risulta:
I p2 D= = c oc2
_

Direzione di propagazione

c
La densit di energia sonora risulta particolarmente utile per quantificare fenomeni di campo riverberante, che si verificano in ambienti confinati in cui il campo acustico caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di onde sonore riflesse dalle pareti.

1.7.3 Potenza acustica

W (W)

La potenza acustica rappresenta lenergia acustica irradiata, nellunit di tempo, da una data sorgente sonora. Considerando una superficie di area S che circonda completamente la sorgente, situata a distanza sufficientemente grande da trovarsi in campo lontano, e indicando con Is lintensit incidente su un elemento dS, risulta:
W = I S dS
S

Per una sorgente omnidirezionale racchiusa da una sfera di raggio r, essendo lintensit incidente uniforme su tutta la superficie, risulta:

p2 W = 4 r 2 I s = 4r 2 oc

La potenza acustica pu dunque essere utilizzata sia per quantificare lemissione di una sorgente, sia per descrivere globalmente la trasmissione attraverso elementi quali pareti divisorie, condotti di distribuzione di fluidi, dispositivi di silenziamento, ecc.

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1.8 Livelli sonori e scala dei decibel


Lorecchio umano in grado di percepire valori di pressione sonora che coprono un campo di oltre sei ordini di grandezza; inoltre, la risposta soggettiva agli stimoli acustici risulta ben correlata con la potenza sonora, che dipende dal quadrato della pressione, per cui il campo di variazione del fenomeno risulta dellordine di 1012. Data la difficolt di elaborare numeri che coprono un campo cos ampio di valori e considerato che la risposta soggettiva dellapparato uditivo umano agli stimoli acustici descritta meglio in termini logaritmici, si affermata la consuetudine di esprimere molte delle grandezze utilizzate in acustica sulla scala logaritmica dei decibel. Detta x una generica grandezza, proporzionale allenergia o alla potenza, il relativo livello Lx definito come:

Lx = 10 log10(x/xref)
dove xref il valore di riferimento della grandezza, per il quale si assume convenzionalmente Lx = 0.

Livello di pressione sonora Lp Lp = 10 log (


p 2 p ) = 20 log ( ) p ref p ref

(dB) o (dB ref. 20 Pa)

pref = 20 Pa (corrispondente alla soglia convenzionale di udibilit a 1000 Hz) Livello di intensit sonora LI LI = 10 log (
I I ref

(dB) o (dB ref. 10-12 W/m2)

Iref = 10-12 W/m2 Livello di potenza sonora LW LW = 10 log (


W ) Wref

(dB) o (dB ref. 10-12 W)

Wref = 10-12 W

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1.8.1 Relazioni fra livelli sonori


Fra livello di pressione sonora Lp e livello di intensit sonora LI pu essere stabilito un semplice legame quantitativo, a partire dalla relazione fra p e I valida per unonda progressiva piana o sferica:

I=
da cui:
I LI = 10 log I ref
2 = 10 log p cI 0 ref

p2 0c

2 = 10 log p + 10 log p ref I ref p ref

[(

) c]
o

ma:
p = Lp 10 log p ref p ref I ref
2 2

(2 10 5 ) 2 = = 400 (kg m-2 s-1) 12 10

0c = Z 0
per cui risulta infine:
400 LI = Lp + 10 log Z 0

dove Z 0 = 0 c rappresenta limpedenza acustica caratteristica del mezzo di propagazione. Nel caso di propagazione in aria, alla temperatura di 39C risulta esattamente Zo = 400 (kg m-2 s-1), per cui LI = Lp. In aria a 20C si ha Zo = 415 (kg m-2 s-1), per cui LI - Lp = 0,16 dB. Analogamente, fra livello di potenza Lw e livello di intensit LI sussiste il seguente legame:
I= W S

da cui: 10 log (W/Wref) = 10 log (I/Iref) + 10 log (S/Sref) con Sref = 1 m2 Pertanto il livello di potenza sonora di una sorgente coincide con il livello di intensit incidente su una superficie di area unitaria che racchiude la sorgente medesima.

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1.8.2 Operazioni sui livelli


In numerose situazioni di interesse pratico, ad esempio quando occorra valutare leffetto combinato di due o pi sorgenti sonore su un punto ricevente, necessario effettuare operazioni sui livelli sonori. Assumendo che le onde sonore delle quali occorre sommare gli effetti siano fra loro incoerenti, per cui si possano trascurare i fenomeni di interferenza, possibile applicare il principio di sovrapposizione degli effetti e determinare la pressione, potenza o intensit acustica complessiva semplicemente come somma dei contributi delle singole sorgenti. Prendendo a titolo di esempio il livello di pressione sonora Lp,1+2 (ma considerazioni del tutto analoghe si applicano a intensit e potenza) risultante dalla somma dei contributi Lp,1 e Lp,2 di due sorgenti, si ha:
p2 = pref2 10 Lp/10

da cui, con semplici passaggi:


Lp,1+2 = 10 log(10Lp,1/10 + 10Lp,2/10)

Lo stesso approccio pu essere utilizzato sia per determinare il livello somma di un numero di contributi maggiore di due (sar infatti sufficiente sommare tanti termini del tipo 10Li/10 quanti sono i contributi in gioco), sia per sottrarre dal livello complessivo il contributo di una o pi sorgenti. Dalle considerazioni sopra esposte scaturiscono i seguenti risultati: il livello somma di due contributi identici :
Lp,1+2 = 10 log (210Lp,1/10 ) = Lp,1 + 10 log (2) = Lp,1 + 3 dB

se la differenza fra i livelli delle sorgenti 1 e 2 di almeno 10 dB, il livello somma praticamente coincide con il maggiore dei due contributi iniziali.

Si osservi, infine, che le regole di somma e sottrazione dei livelli valgono indipendentemente dal valore dei livelli su cui si opera.

1.9. Composizione in frequenza dei suoni


La distribuzione del contenuto energetico di un suono in funzione della frequenza definita dalla densit spettrale di potenza, PSD(f):
PSD( f ) = W f

(W/Hz)

che rappresenta la potenza del segnale contenuta in una banda di ampiezza f. Lequivalente della PSD in termini logaritmici il livello spettrale Lf definito dalla relazione:
PSD( f ) Lf = 10 log 12 10

(dB)

che pu essere interpretato come livello riferito ad una banda di ampiezza unitaria f = 1 Hz.

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Landamento del livello spettrale in funzione della frequenza descrive lo spettro continuo di un segnale acustico; la figura illustra due esempi notevoli, ovvero: un tono puro, ovvero un suono il cui contenuto energetico interamente compreso in ununica banda di frequenza definita; un suono complesso, la cui energia distribuita su una banda di ampiezza pari allintera gamma udibile, e il cui spettro rappresentato da una curva continua. Lf Lf

f
SUONO SUONO COMPLESSO ( spettro continuo )

Ai fini pratici conveniente ricondurre uno spettro continuo ad una rappresentazione discreta, approssimando landamento del livello spettrale con un istogramma nel quale si suddivide il campo delle frequenza di interesse in intervalli finiti o bande. Ciascuna banda individuata da una frequenza nominale f ed delimitata dalle frequenze di taglio inferiore, f1, e superiore, f2, la cui differenza fornisce lampiezza di banda f. Esistono sostanzialmente due criteri per definire la suddivisione in bande: bande ad ampiezza costante: bande ad ampiezza percentuale costante:

f = f2 - f1 = cost
f = cost f
f2 = cost f1

f
f = f 2 f1

Bande ad ampiezza costante sono utilizzate nelle cosiddette analisi in banda fine, in cui si utilizza unampiezza di banda tipicamente pari a 12 Hz. Tali analisi sono richieste, ad esempio, nel caso in cui occorra caratterizzare in modo molto preciso il comportamento acustico o vibro-acustico di uno specifico dispositivo o macchinario, esigenza questa molto comune nel settore meccanico. Bande ad ampiezza percentuale costante sono invece tipicamente utilizzate nelle applicazioni di acustica industriale, ambientale ed architettonica, ad esempio per quantificare la rumorosit di un luogo di lavoro, limpatto ambientale di un impianto o la risposta acustica di un teatro.

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1.9.1 Bande ad ampiezza percentuale costante


Le bande ad ampiezza percentuale costante maggiormente utilizzate fanno uso del concetto di ottava, che ha avuto origine in campo musicale. Nella scala temperata (utilizzata, ad esempio, dal pianoforte) ciascun intervallo di ottava compreso tra un DO [C nella notazione utilizzata nei Paesi di lingua Tedesca e Anglosassone] e il DO successivo: esso detto intervallo di ottava perch composto da otto note o gradi. La figura rappresenta la suddivisione in intervalli di ottava coperta dalla tastiera del pianoforte; essa riporta la frequenza della nota LA di riferimento emessa dal diapason di frequenza pari a 440 Hz (normalmente indicata come A4) e delle note corrispondenti nelle ottave inferiori (A0 A3) e superiori (A5 A8). Note corrispondenti in ottave successive hanno frequenze nel rapporto 1:2: per il LA 27,5 55 110 220 440 880 Hz. Si pu osservare che il DO dellottava pi grave (C0, frequenza 16,352 Hz) situato al limite inferiore del campo delludibile, mentre il SI dellottava pi alta (B8, frequenza 7902,1 Hz) si colloca nella porzione superiore delludibile, seppure abbastanza lontano dal valore massimo teorico di frequenza udibile (20 kHz). Il pianoforte copre lintervallo da A0 (27,5 Hz) a C8 (4186 Hz).

In acustica si generalizza il concetto di ottava, introducendo suddivisioni per bande di 1/n (un ennesimo) di ottava; le suddivisioni sono inoltre costruite a partire da una frequenza di riferimento di 1000 Hz, diversa quindi dalla frequenza di riferimento di 440 Hz utilizzata in ambito musicale. Riportiamo ora a titolo di esempio la suddivisione per bande di unottava (n = 1) e per bande di un terzo di ottava (n = 3), in assoluto le pi utilizzate in acustica applicata.

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La relazione che lega due frequenze nominali successive i e i+1 : f i +1 f i +1 n = 2 per n = 1; = 2 per n qualsiasi. fi fi Per una data banda, il legame fra frequenza nominale ( f ) e frequenze di taglio superiore ( f 2 ) ed inferiore ( f 1 ) :
Per n=1 f2 =2 f1 Per n qualsiasi f2 n = 2 f1

f =

f2

= 2 f1

f = 2n 2 f1

Si osservi che, per bande ad ampiezza percentuale costante, lampiezza di banda cresce proporzionalmente a f, in quanto per definizione si ha f/f = cost. I valori di tale costante sono riportati nella tabella seguente per n qualsiasi e per n = 1 ed n = 3.

f 2 n 1 = 2 2 n = cos t f 2

f 2 = 0,7071 = f 2 f = 0,2316 n=3 f n=1

1.9.2 Livelli di banda


Il livello di banda Lb esprime, sulla consueta scala logaritmica dei dB, il contenuto energetico di una banda di ampiezza definita. Per una generica banda di ampiezza f, ipotizzando che il livello spettrale Lf sia costante allinterno della banda (oppure che ne rappresenti un opportuno valor medio), si ricava il livello di banda con lequazione: Lb = Lf + 10 log f Si ha pertanto: Bande ad ampiezza costante Lb - Lf = cost (3 dB per ogni raddoppio di f)

Bande ad ampiezza percentuale costante Lb - Lf = 10 log f Bande (1 e 2) di ampiezza diversa Lb,1 - Lb,2 = 10 log (f1/f2)

I livelli di banda, per suddivisioni in banda di unottava (1) e di 1/3 di ottava (2), sono dunque legati dalla relazione: Lb,1 - Lb,2 = 10 log (0,7071/0,2316) = 4,85 dB

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Autore: Marco Masoero

POLITECNICO DI TORINO

1.9.3 Rumore bianco e rumore rosa


Le relazioni sopra riportate permettono di evidenziare le caratteristiche di due segnali acustici di particolare interesse, il rumore bianco (per il quale costante il livello spettrale Lf) ed il rumore rosa (per il quale costante il livello di banda Lb). RUMORE BIANCO L
4,85dB

L f = costante

Lb (1 ottava) Lb (1/3 ottava)

Lf

f
RUMORE ROSA L Lb (1 ottava) Lb (1/3 ottava)
4,85d B

Lb = costante

Lf

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Autore: Marco Masoero

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