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Oggetto: presentazione delle osservazioni al Piano di Ricostruzione del Comune di Navelli adottato con Deliberazione Consiliare n. 12 del 30.06.2012 - art. 6 comma 4 del DCDR n. 3 del 09.03.2010
In relazione allargomento in oggetto il sottoscritto Gaetano Cantalini, in qualit di Capogruppo Consiliare di Svolta Democratica al Comune di Navelli, formula le seguenti
3 Gli aggregati edilizi obbligatori di iniziativa pubblica sarebbero dovuti essere gi individuati in maniera chiara e precisa allatto di adozione del PdR che invece risulta composto di due cartografie differenti sia nel numero degli aggregati proposti che nella loro definizione; gli ulteriori aggregati individuati nella cartografia B.1.1.bis rispetto alla cartografia B.1.1. sono dichiarati non utili alladozione del piano e da controllare determinando in tal modo incertezze nei cittadini proprietari di immobili ricompresi in tali eventuali nuovi aggregati anche ai fini della presentazione delle osservazioni ai sensi ai sensi dellart. 6 comma 4 del DCDR n. 3/2010.
In ogni caso gli aggregati proposti dai cittadini dovrebbero avere la priorit rispetto agli ulteriori aggregati di iniziativa pubblica diretti ad intervenire su porzioni del territorio gi gravemente danneggiate a causa di eventi sismici risalenti nel tempo ed in parte abbandonate. E ovvio che la regolamentazione delle priorit sopra delineate da intendere in modo flessibile e potr essere modificata dall'Amministrazione comunale, anche a seguito dellapprovazione del PdR, in funzione di quanto stabilito dalla legislazione emergenziale, del riparto dei finanziamenti, dello stato di consegna dei progetti e delle soluzioni proposte per la cantierizzazione. Resta intesa la necessit di valutare le interferenze fra cantieri sugli edifici e cantieri sugli spazi pubblici. A tal riguardo la definizione delle priorit relative agli interventi sul patrimonio edilizio deve costituire il riferimento principale per la pianificazione degli interventi pubblici su reti, sottoservizi e pavimentazioni. In generale, per garantire che i cantieri privati non arrechino danni (a volte inevitabili) alle nuove pavimentazioni, opportuno programmare le opere pubbliche per stralci, alla conclusione della fase di intervento sugli edifici. I privati dovranno peraltro predisporre l'allacciamento degli impianti interni fino alle reti pubbliche nel rispetto della normativa vigente ed in modo da rendere possibile l'accessibilit e l'ispezionabilit.
4 Nei casi in cui la programmazione delle opere pubbliche dovesse essere necessariamente anticipata rispetto alla conclusione dei lavori edilizi, lAmministrazione potrebbe emanare specifiche indicazioni tecniche per la salvaguardia delle opere pubbliche, con il diritto di rivalersi sui privati in caso di eventuali danneggiamenti. Nella individuazione delle priorit dipende pertanto anche il funzionamento della rete dei sottoservizi (energia, acqua, fognature, gas e comunicazioni) il ripristino dei quali indispensabile per l'effettivo riuso dei fabbricati. Per favorire l'avvio dei lavori di edifici ed aggregati con fasce di priorit pi bassa, senza al contempo ritardare l'esecuzione dei lavori dei fabbricati in fascia di priorit pi alta, l'Amministrazione comunale potrebbe autorizzare l'avvio immediato dei lavori degli interventi in priorit pi bassa, subordinato alla presentazione di un piano di cantierizzazione dettagliato, corredato di un cronoprogramma delle fasi di lavorazione, che indichi lo spazio e le tempistiche di occupazione del suolo pubblico, dal quale si evince che non viene in alcun modo ostacolato l'avvio dei lavori degli edifici ed aggregati con priorit pi elevata. Al fine di una razionalizzazione delle risorse finanziarie e dei tempi di ricostruzione, soprattutto in considerazione di un quadro di crisi generale e di spending review, gli interventi pubblici individuati allart. 3.1.4 della Relazione come strategici, pur pienamente condivisibili, si ritiene tuttavia non debbano rivestire carattere prioritario rispetto alla ricostruzione delle abitazioni private trattandosi di opere riguardanti aree in stato di degrado e di abbandono (Parco Archeologico), aree di scarsa residenzialit con edifici abbandonati e da demolire (percorso lungo le mura a Civitaretenga), edifici pubblici gi interessati da lavori di restauro tuttora in corso di realizzazione (il Ghetto) ed edifici completamente distrutti dal sisma (la Torre). Per quanto riguarda gli interventi sulla rete viaria non si ritiene, infine, corretta la priorit attribuita nelle relative cartografie (tavole E.1.2 e E.1.2) ai percorsi esterni alla perimetrazione dei centri (asfaltati o pavimentati di recente e dunque in ottimo stato) in quanto saranno necessariamente interessati dalla circolazione dei mezzi pesanti nella fase della ricostruzione dei due centri. 6) Programmazione temporale e finanziaria degli interventi Il piano di ricostruzione, in coerenza con gli obiettivi generali di cui al comma 1 dellart. 5 del DCDR 3/2010, persegue tra le altre finalit quella di facilitare il rientro delle popolazioni nei centri colpiti dal sisma attraverso la programmazione temporale degli interventi, in rapporto allurgenza e alla organizzazione e sicurezza dei cantieri, dando indicazioni precise sui modi, tempi e sulle priorit della ricostruzione attinenti ai settori privati e pubblici. Il PdR risulta privo di un cronoprogramma temporale degli interventi sia attinenti ai settori privati e pubblici necessario per lattuazione del piano nonch di una previsione di piano finanziario in relazione alle priorit dintervento individuate ovvero di una precisa programmazione nel tempo del fabbisogno finanziario indispensabile ad un lineare procedimento delle attivit di ricostruzione anche al fine di una ottimizzazione delle risorse.
5 Si presume che sia gli edifici cosiddetti di rilevante pregio che di pregio siano stati individuati solo a livello potenziale, dovendo poi il tecnico incaricato della progettazione attivare la procedura prevista dalla normativa. L'individuazione cos operata sarebbe pertanto valida soltanto per le finalit di piano dal momento che il riconoscimento del contributo non potr che avvenire secondo le procedure previste dalla normativa. Tuttavia non risulta chiaro come si sia proceduto alla classificazione di ciascun immobile in base alle categorie di pregio individuate ovvero se ci sia avvenuto tenendo conto delle proposte eventualmente avanzate dai cittadini o soltanto sulla base di un mero rilievo esterno che in tal caso si ritiene non sufficiente a consentire lindividuazione degli elementi di cui alla normativa ricordata (orizzontamenti a volta, in legno o comunque di particolare complessit costruttiva o rappresentativi delle tipologie costruttive locali, vani con dimensione minore in pianta non inferiore a sette metri, ambienti comuni quali porticati, androni d'ingresso, scalinate, corridoi con dimensioni volumetriche rilevanti o articolazioni spaziali complesse, stucchi, affreschi, decori lapidei ed altri elementi decorativi, altezze di interpiano maggiori di 3.2 metri). Per ciascun edificio individuato come di rilevante pregio o di pregio storico architettonico si sarebbe dovuto procedere alla compilazione di una scheda, che individuasse posizione, tipo edilizio, elementi di pregio, e fosse accompagnata da riprese fotografiche. Considerata lOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3917 del 30.12.2010 (art. 21, comma 1) e il citato DCDR 45/2010 (disposizioni inerenti il limite di contributo per edifici di particolare pregio storico artistico), si ritiene non corretta la distinzione ulteriore effettuata tra edifici di rilevante pregio ed edifici di pregio ai quali tutti indistintamente andrebbero pertanto applicati interventi di restauro e di risanamento conservativo. Si rilevano inoltre delle discordanze tra lassegnazione della categoria di rilevante pregio o di pregio storico architettonico agli immobili nelle relative cartografie e quanto indicato negli obiettivi e direttive relativi agli aggregati che ricomprendono tali immobili dove non si tiene conto, per la maggior parte di essi, della loro classificazione. Nella mappatura degli edifici vincolati, infine, sarebbe stato utile evidenziare gli edifici vincolati con provvedimento diretto (ovvero quelli sui quali esiste un decreto di vincolo del MiBAC), e quelli con provvedimento indiretto (edifici pubblici con pi di 70 anni ed edifici di culto), oggetto della verifica di cui al D. Lgs. 42/2004, art. 12, commi 1 e 2.
6 La quantificazione del danno degli edifici riveste particolare importanza in quanto una corretta quantificazione del grado e della tipologia del danneggiamento direttamente collegata all'accuratezza di stima dei costi e delle tempistiche della ricostruzione. Per gli edifici che per varie ragioni non sono stati classificati dalla Protezione Civile attraverso lutilizzo delle schede AEDES e che sono stati valutati dagli ingegneri strutturisti del DICATeA in base al rilievo speditivo effettuato, in funzione del danno rilevato allesterno dei fabbricati, si ritiene occorrano adeguati approfondimenti e analisi di dettaglio con ulteriori sopralluoghi da richiedere dallAmministrazione per la corretta determinazione delle tipologie degli interventi da realizzarsi e delle relative quantificazioni dei costi. Sarebbe stata opportuna pertanto una mappatura specifica dellindicazione degli esiti di agibilit non ufficiali assegnati a ciascun edificio in base al rilievo speditivo del danno.
14) Cantierabilit
7 Il piano di ricostruzione fornisce indicazione sullorganizzazione generale dei cantieri di recupero, indicando accessi, percorsi ed aree di servizio. L'organizzazione della cantierizzazione degli interventi volti al ripristino dei danni post-sisma rappresenta un aspetto importante del piano di ricostruzione in quanto la definizione di regole specifiche per la cantierizzazione permette di ottimizzare lo spazio a disposizione, aumentare la densit di cantierizzazione e quindi ridurre il tempo complessivo di esecuzione dei lavori. Ci favorisce la veloce ripresa del centro storico, nonch facilita il rientro delle popolazioni nelle abitazioni danneggiate dagli eventi sismici del 6 aprile 2009 e agevola la ripresa delle attivit socioeconomiche del centro storico. A tale proposito il PdR risulta privo di informazioni mancando lindicazione, anche mediante apposita cartografia, delle aree cantiere, della larghezza delle strade, dei servizi ovvero delle linee elettriche, di approvvigionamento idrico, di dislocazione dei container, delle aree di cantiere per gli aggregati indipendenti, delle baracche di cantiere per uffici, spogliatoi, mense, WC. Al fine di ottimizzare le attivit di cantierizzazione e ricostruzione nonch di evitare situazioni di rischio e di interferenza tra i cantieri allinterno del perimetro del piano di ricostruzione, si ritiene importante razionalizzare contemporaneit e successione dei singoli cantieri. Poich non possibile nella fase attuale prevedere il contenuto dei singoli progetti, n sapere quali opere saranno eseguite e da quante maestranze, n soprattutto sapere quale sar lordine di presentazione dei progetti, il PdR avrebbe dovuto fornire alcuni dati di analisi dei tessuti storici perimetrati e alcuni criteri di indirizzo perch si possa meglio definire le priorit di intervento. Sarebbe stato pertanto opportuno procedere ad una classificazione dei percorsi di entrambi i nuclei storici che per la loro natura sappiamo essere caratterizzati da raggi di sterzata e da restringimenti, sulla base della loro larghezza, della presenza di ostacoli quali gradoni o gradini, cavalcavia, scarpe, discendenti, lampiezza dei raggi di sterzata, etc.
8 c) Sviluppo del settore primario e delle produzioni tipiche: il sostegno per linnovazione eco-sociocompatibile delle imprese agricole (massimi utilizzo di energie rinnovabili - energy farm), il sostegno alla multifunzionalit delle aziende agricole, il sostegno ai sistemi di produzione biologici, gli incentivi per la promozione e commercializzazione dei prodotti su filiera corta (mercati locali, gruppi di acquisto solidale) sui mercati locali e nei GAS (Gruppi Acquisto Solidale), il sostegno allinnovazione di prodotto/processo nelle aziende agricole e di prima trasformazione, il sostegno al consolidamento e valorizzazione delle produzioni esistenti attraverso la formazione di consorzi e/o associazioni, gli incentivi per lavvio di nuove attivit produttive, con particolare attenzione allimprenditoria giovanile, gli incentivi per la promozione e commercializzazione dei prodotti su scala extra-regionale (nazionale ed internazionale) attraverso fiere, convegni, campagne di comunicazione; d) Riqualificazione e valorizzazione delleconomia turistico-ricettiva: il recupero, salvaguardia, valorizzazione e fruizione dei beni culturali storico archeologici e socio-demo-antropologici attraverso la creazione di un Museo diffuso con strutture polifunzionali, la creazione di sentieri ciclopedonali per la fruibilit polivalente con le relative infrastrutture di supporto (aree attrezzate, cartellonistica), la realizzazione di una rete di percorsi per lescursionismo (trekkyng., cicloturismo e mountain biche), la realizzazione di specifiche azioni di promozione e comunicazione (sito-web, fiere, convegni, giornate aperte, materiale audio-video) verso linterno e verso lesterno, lo studio e realizzazione di pacchetti turistici tematici, il sostegno allinnovazione, al miglioramento e la diversificazione del sistema ristorativo principalmente mirato allutilizzo dei prodotti del territorio, linventarizzazione, calendarizzazione e sostegno di eventi ricreativo-culturali volti ad integrare esigenze turistiche e di rigenerazione del tessuto civico-culturale, realizzazione di una marcaluogo (place-brand) che identifichi la qualit del contesto (naturalit, produzioni, servizi offerti, etc.), e) Sostegno alle imprese e ai cittadini: la mappatura dei possibili interlocutori che vorrebbero promuovere attivit di carattere imprenditoriale sul territorio, il sostegno a scuole estive e scuole/associazioni sportive, la realizzazione di programmi di riqualificazione delle maestranze attive locali e promozione dellartigianato tradizionale locale e dei mestieri tipici e tradizionali.
16) Macerie
Appare generico il piano di smaltimento e riuso delle macerie riportato nellapposita cartografia dove oltre alla consistenza delle macerie calcolata in riferimento al volume di ogni edificio e al livello di danno attribuito, vengono soltanto indicati: i punti di stoccaggio e carico delle macerie, di cui alcuni individuati in luoghi considerati inadeguati (spazi poco sicuri, ristretti, privati), e i percorsi principali transitabili con i mezzi meccanici senza tener conto della particolare natura dei centri storici caratterizzati dalla presenza di vicoli, stradine, rampe, scale,etc. Il PdR non fornisce, per esempio, alcuna indicazione riguardo i punti di stoccaggio degli elementi di particolare rilievo storico architettonico, dei quali sarebbe prescritto il riutilizzo, che di norma dovrebbe avvenire nellambito di ciascun cantiere come non prevede, dato che la totalit delle macerie prodotte a seguito dei lavori di ristrutturazione delledilizia pubblica e privata pu anche essere smaltita con le procedure ordinarie previste dalla legislazione vigente, se si intende avvalersi di questa possibilit oppure ricorrere allutilizzo di procedure straordinarie. In merito allo smaltimento delle macerie derivate dalle demolizioni e dalle lavorazioni della ricostruzione, si suggerisce la redazione, in fase dattuazione del piano di ricostruzione, di un
9 programma organizzativo, in modo tale che gli operatori della ricostruzione saranno in grado di smaltire secondo norme di legge tutti i residui fisici derivati dallopera di ricostruzione.
10 obsolete e/o danneggiate dal sisma anche a seguito di eventuali segnalazioni di malfunzionamenti delle rete.
11 A riguardo il PdR risulta completamente privo di indicazioni progettuali per gli spazi pubblici prevedendo semplicemente il completo rifacimento per entrambi i centri storici. Ai fini della attuazione del piano si sarebbero dovute definire le categorie di intervento da applicarsi al sistema degli spazi pubblici (manutenzione straordinaria, riqualificazione, restauro critico-conservativo, ristrutturazione) con lindividuazione caso per caso, anche attraverso apposita cartografia, del tipo di intervento previsto. Per gli spazi pubblici anche la stima dei costi effettuata tenendo conto delle indicazioni fornite dalla STM sarebbe stata pi precisa se differenziata in rapporto alle diverse categorie di intervento.
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13 le unit edilizie isolate, classificate nelle verifiche di agibilit con categoria A, B, C, D, E o F, da attuarsi mediante interventi singoli, anche ai sensi delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3778/09, 3779/09 e 3790/09 e successive modifiche e integrazioni; gli aggregati edilizi che comprendono edifici classificati nelle verifiche di agibilit con categoria D, E o F, da attuarsi mediante interventi in forma associata (Associazione di proprietari con designazione di procuratore speciale oppure costituzione di Consorzio di proprietari e di titolari di diritto reale di uso, usufrutto o abitazione con elezione del Presidente del Consorzio) ai sensi dellordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3820/09 e successive modifiche e integrazioni; gli aggregati edilizi che non comprendono edifici classificati nelle verifiche di agibilit con categoria D, E o F, da attuarsi preferibilmente mediante interventi in forma associata, ai sensi dellordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3820/09 e successive modifiche e integrazioni, o mediante interventi singoli, anche ai sensi delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3778/09 e 3779/09 e successive modifiche e integrazioni; gli aggregati edilizi che comprendono edifici privi di classificazione (sebbene classificati dagli ingegneri strutturisti del DICATeA - per i quali si dovrebbe richiede verifica di agibilit) da attuarsi mediante interventi in forma associata ai sensi dellordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3820/09 e successive modifiche e integrazioni le unit/porzioni dambito per le quali necessario un intervento urbanistico preventivo ovvero per le quali prevista lapprovazione di un programma urbanistico coordinato e/o di un programma urbanistico integrato ai sensi dellart. 7 comma 1, lettera b) del dDCDR 3/10.
14 di strutture (ovvero ricoveri al chiuso viste le caratteristiche climatiche e ambientali del luogo) indispensabili in fase di emergenza ma utilizzabili anche in regime ordinario.
15 disposizione della stazione appaltante. Se cos fosse sarebbe opportuno che gli importi complessivi determinati fossero disarticolati in costo delle opere e somme a disposizione.