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Svmi Kripalvananda

PLPANI K P LPANI AD
(LUpani?ad di Kripalu)

www.kripalvananda.org

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Titolo originale: K PLPANI>AD Traduzione dallinglese di Stefano (Atmarama) e Piero Leone Curatore delledizione italiana: Sergio Cipollaro

Pubblicato online su www.kripalvananda.org il 20 dicembre 2006

Le note nel testo tra parentesi quadre e a pi pagina contrassegnate dallabbreviatura n.d.r. sono del curatore

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NOTA SULLA TRASLITTERAZIONE E LA PRONUNCIA DELLE PAROLE SANSCRITE

Si adottato il sistema ufficiale di traslitterazione della scrittura ngar deciso dal X Congresso degli orientalisti (1894) e ancor oggi in uso presso gli indologi. Abbiamo lasciato traslitterato Il nome dellautore, K plvnanda, e il suo diminutivo, K plu, secondo le regole della nostra scrittura, ossia come i devoti italiani sono abituati a leggerli: Kripalvananda e Kripalu.

Le singole lettere si pronunciano approssimativamente come in italiano. In particolare si segnalano le seguenti regole: Suoni lunghi: sono lunghe (raddoppiano la loro durata) le vocali con un trattino soprascritto , , ; es. kma = kaama, stra = suutra. Le vocali e, o e i dittonghi ai, au sono sempre lunghi. Diventano lunghe le vocali seguite da due o pi consonanti. Accento: cade sulla penultima sillaba se questa lunga, altrimenti recede sulla terzultima. Es. sa+sra = sa+sara, asteya = astya, am ta = m ta, Upani?ad = Upni?ad, niyama = nyama. c: sempre dolce come litaliano cielo. Es. cakra = cikra, candra = cindra. g: sempre gutturale come litaliano gh, anche davanti alla e e la i. Es. gt = ghitaa, yog = yghi. h: si pronuncia sempre con unaspirazione avente lo stesso valore delle altre consonanti (come casa nella pronuncia toscana: hasa); quindi si dir lo ha ha-yoha e non lha ha-yoga. Quando segue una consonante, viene pronunciata quasi separatamente; es. dharma = d-hrma, Bhagavn = B-hagavan. j: come litaliano gi. Es. jva = giva, japa = gipa. j: si pronuncia come gh-niaa. Es. jna gh-niaana ), +: indicano una nasalizzazione. -: nasale gutturale coma litaliano angolo. /: nasale retroflessa; un suono intermedio tra la palatale di gnomo e la dentale di naso. : come la gn di gnomo. : come la r italiana con laggiunta di una i breve; es. g-veda = Rigvda. s: sempre sorda come sedia; non esiste la s dolce intervocalica di rosa. , ?: come la sc di scena, con una leggera differenza essendo la prima palatale e la seconda dentale retroflessa. Es. iva = Scva, K ?/a = Krshna (suono inglese della sh). , h, , h: sono delle dentali pronunciate come la t inglese di tree o la d siciliana di padre.

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INDICE

Prefazione . pag. Introduzione .. pag. Definizione di Yoga .. pag. Lo scopo dello Yoga . pag. Tipi di Yoga .. pag.

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Ku/ alin la base di tutto lo Yoga pag. 12 I metodi per risvegliare ku/ alin ..... pag. 16 Ku/ alin akti pu essere risvegliata attraverso la pratica costante di siddhsana .. pag. 18 Ku/ alin akti pu anche essere risvegliata attraverso la pratica di una, o pi, delle dieci principali mudr dello yoga .. pag. 19 Il pr/yma la chiave per lo yoga ... pag. 24 Anche la sola pratica di pratyhra pu risvegliare ku/ alin ... pag. 25 Ku/ alin akti pu anche essere risvegliata con la pratica costante di dhyna . pag. 32 Che cosa accade quando ku/ alin si risveglia ... pag. 35 Samdhi pag. 38 Bibliografia .. pag. 42

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PREFAZIONE

In K plpani?ad Svmi Kripalvananda ci offre le conoscenze di base per la pratica dello yoga. Kripalu vuol dire grazia e upani?ad sedere accanto; dunque K plpani?ad significa stare seduti accanto alla Grazia. Da questo scritto, infatti, riceviamo la grazia della profonda saggezza dellautore; saggezza che affonda le proprie radici negli oltre venticinque anni della sua intensa pratica di meditazione e nel suo studio delle scritture yogiche. questo connubio a rendere preziosa per i ricercatori della Verit lopera di Kripalu (abbreviazione affettuosa di Kripalvananda). raro infatti trovare nella letteratura yogica un maestro che ha sperimentato su se stesso le verit descritte dai sacri testi. Nativo del Gujarat, Svmi Kripalvananda pratic la meditazione del Sahaja Yoga (yoga spontaneo o naturale) tutti i giorni, per dieci ore al giorno negli ultimi venti anni. In questi stessi anni, egli trov anche il tempo di promuovere progetti umanitari, insegnare e scrivere diverse opere. Con la benedizione del proprio Guru, Bhagavn Lakula, Kripalu ricostru lantico centro spirituale di Kyvarohana, vicino a Baroda, nel Gujarat 1. Yogevara Muni, discepolo di Kripalvananda e promotore della Fondazione per il Santana Dharma, ha curato la pubblicazione delledizione inglese di questo libro e ne ha rivisto la traduzione. Abbiamo tentato una traduzione il pi letterale possibile per mantenerci aderenti al testo originale che contiene significati sottili ed esatti; linglese tuttavia non risulta spesso adatto a questo scopo. Chiedo perdono a Dio per gli eventuali errori che posso aver commesso in questa traduzione. K plpani?ad fu originariamente tradotta dallhindi allinglese da Gauri Modi. Bharat Gupt e Harihar Pandey hanno collaborato alla revisione finale della traduzione, e vara (Robert Hartley) della Gestalt Community Church ne ha finanziato la pubblicazione. A tutti loro vanno i miei sentiti ringraziamenti. Possa questa sacra scrittura dare chiarezza e coraggio a tutti coloro che ricercano lAssoluto!

Nrada Muni

1. Svm Kripalvananda abbandon il corpo fisico il 29 dicembre 1981, per questo riferendoci alle azioni di Bpuj abbiamo usato il passato remoto. Per la biografia di Kripalvananda rimandiamo il lettore a Pilgrim of love di Atma Jo Ann Levitt, Monkfish Book Publishing Company (27 Lamoree Road, Rhinebeck, New York 12572, USA) acquistabile sul sito web www.kripalu.org, la cui traduzione in italiano disponibile sul sito www.kripalvananda.org, col titolo Pellegrino dAmore (n.d.r.).

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INTRODUZIONE

Le sacre scritture derivano da due fonti: la Verit Assoluta Universale e la saggezza realizzata da un ?i (saggio, veggente). Quando uno yog entra nel samdhi (lunione divina con lAssoluto), diventa un canale attraverso il quale pu rivelarsi la Verit Universale. La conoscenza che deriva dal samdhi detta ruti, ossia conoscenza rivelata o udita1. S+ ti (memoria) invece la scrittura che deriva dallesperienza e dalle riflessioni di un ?i, il cui insegnamento viene tramandato di generazione in generazione. Le Upani?ad pi importanti derivano da entrambe queste fonti, e cos pure K plpani?ad. In essa ruti proviene dal samdhi di Svmi Kripalvananda, mentre s+ ti deriva dalla saggezza tramandata a Kripalu dal proprio Guru e dalle stesse riflessioni sulla Verit di Svmi Kripalu. Unaltra caratteristica di questa scrittura il suo potere di produrre Verit indipendentemente dal punto di vista dello studente e dalle sue personali condizioni di esperienza e conoscenza. Egli potr quindi ricevere la Verit in armonia col proprio livello evolutivo. Avendo K plpani?ad il potere di rivelare Verit essoteriche alle persone che vivono nel mondo e Verit esoteriche al rinunciante, pu a pieno titolo essere annoverata tra le Upani?ad dellantica India. A causa della struttura dellidioma hindi, nel testo prevalente il genere maschile 2. Tuttavia le tecniche e i principi yogici descritti sono ugualmente validi sia per gli uomini che per le donne. Il testo, che a prima vista pu sembrare rivolto alla sola tecnica, tratta dei principi yogici e delle espressioni devozionali pi importanti. Per cominciare a recepire il nettare di Verit contenuto nellessenza di questo libro, laspirante dovr impegnarsi in numerose riletture e riflessioni. I ricercatori che gi praticano lo yoga devono confrontare continuamente le esperienze della loro sdhan con quelle descritte nel testo. Non trovandole descritte, dovrebbero rivedere la loro pratica. Trovandovi invece corrispondenza avranno la conferma di stare praticando correttamente e ne trarranno enorme incoraggiamento.

Yogevara Muni

1. ruti (s.f.) significa audizione, la Tradizione udita, ossia la conoscenza immediatamente rivelata. ruti uno dei nomi con cui vengono indicati i Veda (n.d.r.). 2. Questo un problema che si pone nella lingua inglese che per un senso del politically correct nei pronomi e aggettivi possessivi indefiniti di terza persona singolare predilige il femminile o indica entrambi i sessi; es.: Ella o egli potr fare progressi nella propria sdhan (n.d.r.).

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DEFINIZIONE DI YOGA

La parola Yoga (unione) ha molte definizioni. Di queste, tre sono particolarmente significative e toccano il mio cuore. In una il Signore K ?/a dice: Lequanimit essa stessa yoga1, e in seguito aggiunge: Lo yoga abilit nellazione2. La terza definizione viene data dal Mah ?i Patajali: Lo yoga la cessazione delle modificazioni di citta (la sostanza di base della mente)3. Le prime due indicano che i sensi devono essere controllati, mentre la definizione del Mah ?i Patajali indicano che la mente deve essere controllata. Se si riuniscono queste tre definizioni insieme, emerge che lo yoga include sia il controllo dei sensi che della mente. LUpani?ad Yogaku/dal dice: Due cause fanno sorgere in citta le impressioni-pensiero: il desiderio e vyu (aria, energia vitale). Se una di loro viene eliminata, laltra scompare automaticamente 4. Il desiderio uno stato della mente, mentre vyu una condizione del corpo. Il Signore K ?/a, nella rmad Bhagavad Gt (Il canto di Dio), menziona due aspetti della fede: jna (conoscenza) e karma (azione)5. Jna evolve le facolt dellintelletto (udito, tatto, vista, gusto e olfatto) [lo yoga considera le facolt sensoriali come facolt dellintelletto], mentre karma evolve gli organi dazione (mani, piedi, bocca, ano e genitali). Poich possono esistere solo due tipi di fede, possono esserci soltanto due tipi di yoga: jnayoga e karmayoga. La mente il mezzo di jnayoga mentre il pr/a (respiro, energia vitale) il mezzo di karmayoga. Tuttavia da ricordare che, senza amore, jna e karma sono sterili. Lamore ltman (anima, cuore, nucleo) dello yoga. La Bhagavad Gt non ha parlato dellamore separatamente perch esso intrinseco sia in jna che in karma. Il sdhaka (aspirante) della via della conoscenza (jnamrga) pratica la propria upsana (adorazione) attraverso la conoscenza, tralasciando karma. Il sdhaka della via della devozione (bhaktimrga) pratica lupsana utilizzando a pieno le proprie emozioni ed molto attento a karma. Oltre a coloro che seguono jnamrga e bhaktimrga, esiste un altro tipo di sdhaka. Costui dotato di una mente scientifica e contempla da vicino i principi del teismo e dellateismo, agendo senza pregiudizi. Egli chiamato karmayogi. Il sdhaka che pratica una sdhan (pratica spirituale) sakma (con desiderio) anche chiamato karmayogi.

1. Bhagavad Gt, 2, 48. [Equanimity in inglese significa serenit, tranquillit danimo, ma in questo caso la parola dovrebbe essere intesa come laver raggiunto lequanimit tra gli opposti della mente. In Revealing the Secret la parola equanimity usata come sinonimo di samdhi]. 2. ibid. 2, 50. 3. Yogastra di Patajali, 1, 2. 4. Upani?ad Yogaku/dal, 1, 1. 5. Bhagavad Gt, 3, 3: Oh Senza Peccato [Arjuna], allinizio della creazione Io [K ?/a] diedi al mondo la duplice via della salvezza: Il sentiero dello yoga della conoscenza [jnayoga], per i seguaci del Sa)khya e il sentiero dello yoga dellazione [karmayoga], per gli yog. Ibid. 6, 3: Per il saggio che desidera ascendere allo yoga, lazione [karma] il mezzo adeguato. Per chi ha conseguito lo yoga, linazione il mezzo adeguato. -6-

Karma [lazione] praticato per bhoga (la ricerca del piacere che gratifica lego) non sacrificio e conduce alla schiavit. Karma praticato per la ricerca dello yoga va inteso come un sacrificio e conduce alla liberazione 6. Karma, lazione, deve aver luogo sia che il sdhaka segua jnamrga, sia che segua karmamrga (la via dellazione). Non si pu restare neppure per un solo momento senza compiere karma 7. Essendo ci vero, come pu uno jn che usa la conoscenza per cercare la Verit non compiere karma? Lo jn in verit pratica karma ma non se ne considera lautore in quanto crede fermamente che prak ti (Dio che si manifesta come Natura) sia il vero autore dogni karma 8. Anche il bhakta (colui che cerca Dio attraverso la devozione) compie karma, ma anchegli non se ne considera lautore, in quanto crede che sia Dio a farlo agire 9. Non si produce alcun karma quando non vi la percezione di essere colui che agisce; i mezzi per il sacrificio sono karma. Vi sono due categorie di karma: skma (sottile, costituito dai pensieri) e sthla (grossolano, costituito da azioni fisiche). Skma karma produce sthla karma. Skma karma poggia sul desiderio, e il desiderio poggia sullattivit sessuale. Perci, i desideri sono assenti e vyu sotto controllo soltanto quando non ci sono pi pensieri. Un sdhaka della via dello yoga deve sforzarsi innanzitutto affinch le azioni del proprio pr/a siano controllate 10.

6. Ibid. 3, 9: Lazione che ha fini diversi da quella compiuta per il sacrificio rende schiavo questo mondo. Perci, oh Figlio di Kunti, compi azioni rivolte al sacrificio agendo senza attaccamento alcuno. 7. Ibid. 3, 5: In verit nessuno pu rimanere neppure un momento senza agire; perch invero tutti sono irrimediabilmente costretti allazione dai gu/a [le qualit della natura] nati da prak ti [la natura]. 8. Ibid. 5, 8-9: Io non faccio assolutamente nulla. Cos pensa lo yog, chi conosce la verit; anche quando vede, ascolta, tocca, odora, mangia, cammina, dorme, respira, parla, prende, lascia, apre e chiude gli occhi; egli realizza che sono i sensi che operano tra gli oggetti dei sensi. 9. Ibid. 18, 61: Il Signore delluniverso dimora nei cuori di tutte le creature, oh Arjuna, e mediante la Sua illusione cosmica (maya) costringe tutti gli esseri a ruotare come fossero montati su una macchina. 10. Upani?ad Yogaku/dal, 1, 3: Ci si dovrebbe continuamente sforzare di controllare il respiro. -7-

LO SCOPO DELLO YOGA

Scopo dello yoga realizzare le quattro mete della vita; esse sono: dharma (rettitudine, legge, religione), artha (salute), kma (piacere) e moka (liberazione). Un sdhaka sakma vorr, a causa del suo dharma incompleto, realizzare soltanto artha e kma, mentre un sdhaka ni?kma (senza desideri) vorr, come conseguenza del suo dharma perfetto, ottenere soltanto la liberazione; il primo procede sulla via dellappagamento sensuale, il secondo avanza sulla via della liberazione. Due tipi di aspiranti, dunque, possono praticare lo yoga: il sa)sr (colui che vive la vita del mondo) e il sanys (il rinunciante). Un sdhaka non in grado di avanzare sulla via della liberazione tanto quanto attratto dal piacere dei sensi.

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T IPI DI YOGA

esperienza comune dellumanit che la libert rechi gioia e la schiavit sofferenza. Nello stato di veglia si in stretto contatto con il piacere dei sensi, da cui derivano gioia e dolore. Nello stato del sonno profondo questo contatto assente, perci sono assenti pure gioia e dolore. Possiamo dunque concludere che realizzare lo stato introspettivo della mente sia la perfetta via per ottenere felicit, pace e liberazione. Il nirbja samdhi (lunione con la Verit Ultima, senza pi alcun seme di desiderio) lo stato in cui i desideri sensuali sono ormai cessati. Questo livello la realizzazione finale di tutte le vie yogiche del mondo! Dire che lo yoga non comporta il controllo dei sensi e della mente un errore che poggia sullillusione. Dio eterno, e cos pure eterno, indistruttibile e immortale lo yoga praticato per realizzarlo. Lo yoga il solo dharma del mondo; il dharma di Dio, il dharma dellumanit, il dharma che si applica ad ogni cosa, il dharma della Verit: il Santana Dharma (il Dharma Eterno). Non esistono differenti tipi di yoga. Vie yogiche con caratteristiche diverse esistono soltanto perch i ricercatori che le percorrono sono dotati di condizioni e desideri diversi. Essendo differenti gli aspetti della natura, esistono differenti tipi di sdhaka. Taluni sono sttvici (quieti), altri sono sia sttvici che rajasici (passionali), oppure rajasici e tamasici (opachi) ed altri ancora sono tamasici. Di conseguenza i sdhaka con una mente razionale tendono a praticare jnayoga, i sdhaka devozionali preferiscono bhaktiyoga, e quelli orientati allazione prediligono karmayoga. Nella rmad Bhgavata il Signore K ?/a insegna al devoto Uddhava che per il sdhaka che anela alla liberazione esistono tre vie; esse sono: janayoga, karmayoga e bhaktiyoga, non esistono oltre a queste altre vie 1. Nello Yogavsi? ha lo yoga paragonato ad un uccello che ha due ali: jana e bhakti; mancandone una, non possibile librarsi nel cielo. Praticando karma e bhakti senza jana, o jana e bhakti senza karma, o jana e karma senza bhakti, si realizza uno scarso progresso. Lo jni d primaria importanza a jana e secondaria a karma e bhakti; lo yog d primaria importanza a karma e secondaria a jana e bhakti; il bhakta d importanza primaria a bhakti e considera jana e karma secondari. In janayoga, jana il generale e karma e bhakti sono i soldati; in karmayoga, karma il generale e jana e bhakti sono i soldati; nel bhaktiyoga, la devozione il generale e jana e karma sono i soldati. Esiste un solo yoga, ma pu essere realizzato attraverso vari approcci. per questo che allo yoga sono stati dati molti nomi diversi, ma la parola yoga li include tutti! Ecco altri nomi con cui ci si riferisce a janayoga: brahmayoga, ak?arabrahmayoga, abdayoga, s)khyayoga, rjayoga, pr/ayoga, mahyoga, a? gayoga, amanaskayoga,
1. rmad Bhgavata, 10, 20, 6. -9-

asa)prajtayoga, nirbjayoga, nirvikalpayoga, acetanasamdhi e manonigraha. Karmayoga anche chiamato: sannysayoga, buddhiyoga, sa)prajtayoga, savikalpayoga, ha hayoga, ha)sayoga, siddhayoga, kriyyoga, trakayoga, pr/opsan, sahajayoga, aktipta, tantrayoga, binduyoga, ivayoga, aktiyoga, ku/ alinyoga, paupatayoga, ni?kmakarmayoga, indriyanigraha e in altri modi ancora. Sinonimi di bhaktiyoga sono: karmasamarpa/a, cetanasamdhi, mahbhava, premayoga, praprattiyoga, ara/gtiyoga, isvarapranidhana, anugrahayoga, mantrayoga, ndayoga, surataabdayoga, layayoga, japayoga ed altri ancora. Karmayoga il primo passo mentre janayoga lultimo. Fin tanto che non ha luogo il controllo delle facolt sensoriali, i sensi non diventano introversi; e fintanto che i sensi non si introvertono, il controllo della mente non pu aver luogo. Se il sdhaka cerca di controllare la mente e i propri desideri senza aver prima posto sotto controllo i sensi, sprecher molto tempo e la sdhan non progredir. Perci il sdhaka deve prima di tutto controllare i sensi e solo dopo pu tentare di controllare la mente. Il controllo dei sensi chiamato prvayoga (yoga inferiore) e il controllo della mente detto uttarayoga (yoga superiore)2. Prvayoga e uttarayoga dovrebbero essere considerati i due stadi fondamentali della pratica dello yoga. Lo Yogadarana, o Yogastra di Patajali, unopera in accordo con la filosofia S)khya 3, perci una scrittura relativa alla conoscenza [jana]. Essa contiene anche una completa descrizione di Dio, perci anche una scrittura devozionale. Inoltre insegna gli otto karma (azioni di purificazione) e per questo anche una scrittura yogica. I Veda consistono di tre parti: janak/ a (k/ a significa sezione), karmak/ a e upsanak/ a. Nelle Upani?ad che propongono karmak/ a si trova unesauriente presentazione del karmayoga. I termini karmayoga, kriyyoga, sabjayoga, sa)prajtayoga, savikalpayoga e cetansamdhi hanno tutti lo stesso significato. Gli insegnamenti sul karmayoga si basano sulle seguenti Upani?ad: / ilya, Ma/ alabrhma/a, Varha, Jabl, Dhynabindu, Yogac ma/i, Yogaikha, vetvatara, Saubhgyalak?m, Yogaku/dal ed altre ancora. Oltre alle Upani?ad, esistono altre scritture sul karmayoga: Yogyajavalkya, Ghera/ asa)hit, Gorakapaddhati, ivasa)hit, Ha hayogapradpik, Siddhasiddhntapaddhati, Yogabja, Amanaskayoga ecc. Janayoga trattato dettagliatamente nelle Upani?ad che propongono janak/ a. I termini janayoga, nirbjayoga, asa)prajtayoga, nirvikalpayoga, e acetansamdhi sono

2. Per una migliore comprensione dei termini prva e uttara consulta il Glossario sanscrito scaricabile da www.kripalvananda.org (n.d.r.). 3. Filosofia ispirata al realismo dualistico in cui i poli sono rappresentati dal puru?a, il principio attivo e vivificatore, e dalla prak ti, la sostanza universale plasmabile. Linterazione tra questi due principi genera la manifestazione universale (n.d.r.).. - 10 -

sinonimi. Janayoga anche proposto nelle Upani?ad: vsyam, Kena, Ka ha, Prana, Mu/ aka, M/ kya, Aitareya, Taittirya, Chndogya, vetvatara ecc. Si deve comunque ricordare che janayoga pu essere praticato con successo solo dopo aver realizzato le siddhi (poteri) di karmayoga 4. Bhaktiyoga trattato dettagliatamente nelle Upani?ad che propongono upsanak/ a. I termini upsana, sabjayoga, sa)prajtayoga, savikalpasamdhi e mahbhava sono sinonimi. Come nel karmayoga lazione superiore ni?kmakarma (azione compiuta senza motivazioni n desideri personali), allo steso modo nel bhaktiyoga adeguata soltanto lazione compiuta per realizzare di Dio; perci le Upani?ad dedicate al karmayoga sono anche dedicate al bhaktiyoga. Le scritture: varavda, Yogadarana e Sevaras)khya sono anche scritture di vero bhaktiyoga. I diciotto Pur/a 5 trattano di bhakti, cos come di karma e jana. Le scritture yogiche parlano di un triplice yoga: /avayoga (yoga inferiore)6, aktayoga (yoga dellenergia) e )bhavayoga (yoga della trascendenza)7. La? gayoga (lo yoga delle otto discipline, che equivale a /avayoga) menziona sana (posture), pr/yma (controllo del respiro), mudr (chiusure o sigilli), pratyhra 8 ecc.. Nell/avayoga il principale obbiettivo frenare i sensi. A questo scopo vengono usati gli organi di senso, il pr/a, la mente, lintelletto ecc. Quando ku/ alin (letteralmente la femmina attorcigliata; lenergia evolutiva del Supremo concepita come Dea) viene risvegliata, /avayoga diventa aktayoga, e quando aktayoga progredisce, si trasforma in )bhavayoga. Possiamo perci vedere che esiste un solo yoga, bench abbia tre stadi.

4. Bhagavad Gt, 6, 3 (verso citato). 5. Raccolta di storie del periodo post-vedico; furono lo strumento per far giungere linsegnamento dei Veda - che appartiene al pi lontano passato della civilt indiana - anche agli illetterati, fra i quali erano non solo i membri delle caste pi basse, ma anche la maggior parte delle donne, tradizionalmente escluse dallinsegnamento (n.d.r.). 6. /ava significa piccolo(n.d.r.). 7. )bhava significa derivante da iva; a lui relativo o sacro (n.d.r.). 8. Ritiro della mente dagli oggetti dei sensi e dai sensi stessi (n.d.r.). - 11 -

KU. ALIN LA BASE DI TUTTO LO YOGA

Se il sdhaka non ha fini personali ed solo interessato alla liberazione, per ottenerla dovr risvegliare ku/ alin. Senza il risveglio di ku/ alin impossibile ottenere la liberazione, perch ku/ alin la base di tutto lo yoga 1. Infatti ku/ alin d al sdhaka laccesso allo yoga, senza di essa tutti gli sforzi verso lo yoga sono privi di significato. Non possibile realizzare la Conoscenza Assoluta con nessun altro mezzo. Questo il solo percorso che conduce a jana. Il solo frutto delle pratiche di jana, bhakti e yoga il risveglio di ku/ alin. Esiste una strana serratura che tiene sbarrate le porte che conducono alla strada per la liberazione. Questa misteriosa serratura non pu essere aperta senza una speciale chiave che non facilmente disponibile a tutti: questa chiave la ku/ alin 2. Ku/ alin appare ai veggenti come una specie di serpente che giace dormiente arrotolato [in tre spire e mezza] nella parte superiore di k/ a (la radice del pene); e l fa la guardia allingresso su?um/ (il canale energetico centrale). Poich giace dormiente, lingresso a questo canale chiuso e su?um/ non pu essere percorsa. Il sdhaka sa)sr [che vive la vita del mondo] che ricorre a ku/ alin per godere i piaceri dei sensi cade nella schiavit. Il sdhaka sannys [rinunciante] ricorre a ku/ alin per praticare la sdhan yoga e ottenere la liberazione3. I fluidi sessuali discendenti causano malattia, vecchiaia, morte e ignoranza. I fluidi sessuali ascendenti recano salute, giovinezza, immortalit e Conoscenza Divina. Il Signore r K ?/a ha insegnato che il desiderio il nemico di tutta la conoscenza, ed ha perci istruito Arjuna a divenire un rdhvaret (colui i cui fluidi sessuali sono divenuti ascendenti)4. Soltanto uno yog deccezione osa risvegliare ku/ alin, un sdhaka ordinario non in grado di farlo. Coloro che cercano poteri attraverso le pratiche spirituali possono solo inchinarsi davanti a ku/ alin rimanendone a debita distanza, e poi tornare indietro. Molti sdhaka sostengono di conoscere ku/ alin, ma nessuno di loro la conosce nella sua vera forma. Chi la conosce veramente scritto nello Ha hayoga Pradpik, conosce lo yoga 5. Laffermazione della sacra scrittura corretta. Pr/otthna (il risveglio del pr/a) e il
1. Ha hayoga Pradpik, 3, 1: Cos come la terra con tutte le sue montagne e le foreste sostenuta dal capo dei serpenti, tutte le pratiche yogiche poggiano su ku/ alin. 2. Ibid. 3, 105: Come una porta necessariamente aperta da una chiave, cos la porta della liberazione si spalanca allo yog per mezzo della ku/ alin. 3. Ibid. 3, 107: Dorme ku/ alin-akti sopra il toro, assegnando la liberazione allo yog e la schiavit allignorante. Chi conosce ku/ alin conosce lo yoga. 4. Bhagavad Gt, 3, 39: La saggezza offuscata, oh Figlio di Kunti, dal fuoco implacabile del desiderio, che il nemico costante dei saggi. Ibid. 3, 41: Perci, o Migliore dei Bharata, per prima cosa disciplina i sensi. Metti il freno a questi fautori di peccati, distruttori della saggezza e della realizzazione. 5. Ha hayoga Pradpik, 3, 107 (verso citato): Chi conosce ku/ alin conosce lo yoga. - 12 -

risveglio di ku/ alin sono due fenomeni differenti. Anche se si presentano spontaneamente sana, mudr, pr/yma e dhyna (meditazione) per mezzo di pr/otthna, tali azioni non conseguono nella deflorazione dei cakra (centri energetici), n danno luogo alla profonda purificazione del corpo o della mente che pu avvenire solo dopo che ku/ alin e stata risvegliata. Dal canto suo, pr/otthna di grande importanza perch lunico modo per risvegliare ku/ alin. Spiegare ku/ alin a un profano pi difficile che spiegare i colori a chi nato cieco o i suoni a chi nato sordo. Ku/ alin ha diverse forme. Le forme classiche di base sono: sthla [grossolana, fisica] e skma [sottile]. Sthla ku/ alin situata allinterno dellarea di mldhra (la radice) e sva hi? hna cakra (il sesso), dal punto di vista fisiologico sta nellarea dei sistemi escretorio e riproduttivo; essa il mezzo per ottenere sabja samdhi (samdhi col seme del desiderio). Skma ku/ alin si presenta nella forma della forza vitale, pr/a; essa il mezzo per raggiungere nirbja samdhi. Gli yog identificano la forma grossolana di ku/ alin (sthla ku/ alin) col Signore iva e la sua forma sottile (skma) con la Dea akti. Per questo la forma androgina di iva (met maschio, met femmina) chiamata Ardhanrivara. iva sta in akti e akti sta in iva, essi stanno luno allaltra, come la luna sta alla sua luce e viceversa. iva la forma concentrata e akti la forma espansa6. Quando ku/ alin si risveglia grazie alla benedizione del Guru, tutti i cakra e i granthi (ghiandole, nodi) del corpo vengono deflorati7. Va ricordato che tutti gli sthla krya (le attivit di purificazione), che si producono automaticamente quando i sensi sono ritirati, sono chiamati kriyyoga dai trattati sul karmayoga. Poich nel karmayoga viene data primaria importanza a karmad ? i (vedere il karma nella sua vera luce), [in questa via] ku/ alin vista come karmad ? i. Il kriyyoga viene invece descritto come la ll di Dio (il gioco divino) nei trattati sul bhaktiyoga, i quali danno primaria importanza a bhvad ? i (il vedere la devozione nella sua vera luce). Perci, nel bhaktiyoga, ku/ alin vista come la forma di Dio o di una divinit adorata. Cita il Rudraymalatantra: Si pu ottenere tutto attraverso la devozione. La devozione lo strumento con cui si ottiene la visione di Dio; essa conduce alle pi alta di tutte le conoscenze. Nel Bhvac ma/i si afferma: Senza una profonda devozione nulla pu essere realizzato dalla pratica costante di japa (ripetizioni del nome di Dio fatte contando i grani del ml), i sacrifici e le austerit che torturano il corpo, n gli yantra (simboli sacri) e i mantra (sacre formule sonore) possono produrre risultati. Il kriyyoga, che il bhaktiyoga considera la ll di Dio, chiamato il gioco di prak ti [la natura] nei trattati sullo janayoga, i quali danno primaria importanza a tattvad ? i (il vedere la
6. Siddhasiddhnta Sa-graha: Cos come la luce lunare sta nella luna, io non posso che vedere iva in akti e akti in iva. akti appare come espansione[-diversificazione], mentre iva come contrazione-unione. 7. Ha hayoga Pradpik, 3, 2. Quando, attraverso la grazia del Guru, la dormiente ku/ alin risvegliata, allora tutti i loti [cakra] e i nodi [granthi] vengono deflorati - 13 -

realt nella sua vera luce). Perci, nello janayoga, ku/ alin considerata come tattva (verit). Ku/ alin ha due forme: quella rivolta verso il basso e quella ridestata. Finch ku/ alin giace dormiente nel corpo umano si producono le seguenti condizioni: predomina loscurit dellignoranza, non pu aver luogo la realizzazione della Verit, la schiavit dei continui cicli di vita, morte e rinascita non pu essere interrotta e non si ottiene limmortalit. Ku/ alin rivolta verso il basso giace in mldhra cakra ed anche detta akti rivolta verso il basso. Molti sdhaka, attraverso le varie pratiche yogiche, arrivano a uno stadio in cui c una linea sottile che divide il piacere sensuale dallo yoga. Tuttavia, poich essi non conoscono il vero aspetto di ku/ alin, le loro pratiche si concludono nel fallimento. Questo livello invece il punto di partenza di vma-mrga (la via della mano sinistra). In verit facile risvegliare la ku/ alin, ma difficile darle direzione ascendente. Occorrono diversi anni di ascetismo e non ci si dovrebbe aspettare di dare a ku/ alin direzione ascendente in una sola vita; ci richiede da un minimo di venticinque, fino a una cinquantina vite [di sdhan]. Quando ku/ alin si risveglia il sdhaka viene spaventato da ondate di desiderio sessuale che sommergono il suo sentiero yogico. Superare questi desideri e diventare un rdhvaret, dando cos al proprio seme (fluido sessuale) direzione ascendente, come combattere lepica battaglia del Mahbhrata. Si entra nel reame dello yoga dopo che mldhra e sva hi? hna cakra siano stati deflorati. Questi due cakra sono il centro sia di bhoga che di yoga; come una scala serve per scendere e salire, cos questi due cakra sono uno strumento sia per la discesa che per lascesa. Finch prvayoga, trakayoga, sa)prajtayoga, sabjayoga, savikalpayoga, o controllo dei sensi non completo, i centri sessuali sono oggetto di continue kriy, e quindi diventano il principale oggetto di dhyna. Quando il pr/a vince lapna (pr/a di direzione discendente) e aj cakra (il centro energetico fra le sopracciglia) diventa loggetto su cui si centra dhyna, allora lo yog rdhvaret ottiene: il Corpo Divino purificato dal fuoco dello yoga, la Coscienza Divina, uttarayoga, amanaskayoga, rjayoga, asa)prajtayoga, nirbjayoga e nirvikalpayoga; ottiene cio il controllo della mente. I Tantra dicono che, a questo punto, lo yog non pi umano, ma unincarnazione di Dio8. iva, il dio pi adorato dagli yog, egli stesso un rdhvaret. Il suo simbolo un li-ga (fallo) eretto. Ad est del li-ga sta akti, mentre a nord c una tartaruga. akti simboleggia la meta divina, mentre la tartaruga simboleggia sa)yama (termine con cui si definisce la progressione di concentrazione, meditazione e samdhi). Il Signore degli yog r K ?/a anchegli un rdhvaret. La mudr in cui raffigurato mentre sta in piedi sul cappuccio di un cobra nero chiamata akr?a / mudr, mohanamudr, vai?/avimudr, yonimudr o lopmudr. r K ?/a ha in mano un flauto che simboleggia anhatanda (il suono sottile non prodotto da percussione).
8. Quando un aspirante diventa un rdhvaret, egli non pi un uomo ma un Dio.

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Quando ku/ alin sotto forma di conoscenza raggiunge il cakra dellombelico, il sdhaka si avvicina sempre di pi alla rinuncia. Sattvagu/a (la condizione di tranquillit) diventa dominante, e come risultato il sdhaka scopre le sorgenti della Conoscenza Divina. Alla fine la akti ascende a sahasrra cakra (il cakra della corona) e lo yog libero dai legami del sa)sra (lesistenza nel mondo caratterizzata dal ciclo perenne del divenire, ossia: nascita-vita-morte-rinascita). Dietro la akti discendente c un tipo inferiore di aktipta (dono della akti), mentre nella akti ascendente sta il pi elevato tipo di aktipta.

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METODI PER RISVEGLIARE KU. ALIN

I percorsi di jana, karma e bhakti hanno prevalso per migliaia danni, in India, su altre vie. Un particolare aspetto del Santana Dharma vuole che praticando con devozione una di queste tre principali sdhan, ku/ alin possa essere risvegliata. La via della sdhan sakma [con desideri e motivazioni personali] di un sa)sr [colui che vive nel mondo], essendo piena di desideri differisce da quella di un sdhaka che brama solo lo yoga e che segue la via della sdhan ni?kma [senza desideri e motivazioni personali]. Il sdhaka sakma vuole ottenere delle siddhi, perci la sua coscienza offuscata e non pu aver luogo lannullamento completo dei desideri. Al contrario, il sdhaka ni?kma spinto solo dal desiderio di arrendersi completamente, perci non v confusione nella sua coscienza e il completo annullamento di tutti i desideri pu dunque realizzarsi. Il sdhaka sa)sr, segue una sdhan sakma e mantiene il controllo della forza vitale e del celibato quanto gli possibile. Il sannys, invece, arrendendo completamente se stesso nella sua sdhan ni?kma diventa un rdhvaret. La seconda caratteristica di queste tre sdhan principali - ossia di jana, karma e bhakti - che i loro metodi risvegliano ku/ alin, ma in una forma e con una forza sopportabile. Perci, se si procede tenendo conto del tipo di metodo usato, dellindole del sdhaka e delle altre circostanze particolari, il risveglio di ku/ alin pu essere benefico. Operando in questo modo, la pratica risulta sicura. Comunque, se un sdhaka che non ricerca la liberazione riceve - ci malgrado liniziazione tramite aktipta e tuttavia continua a desiderare la realizzazione di obbiettivi materiali, egli sta vivendo in una grande illusione. Infatti non sa che lo aktipta uniniziazione alla rinuncia che porta solo alla liberazione. I poteri che si realizzano in questo percorso devono essere tutti resi a Dio e deposti ai piedi del Guru. Quando il sdhaka comincia una sdhan sakma, egli ottiene abilit materiali che accendono la fede e la devozione nel suo cuore, perci egli diventa sempre pi una persona religiosa. Divenendo religioso egli giunge a rendersi conto dellinferiorit delle azioni sakma [guidate dal desiderio egoistico] e del valore delle azioni ni?kma [prive di desideri egoistici ed ispirate da Dio e dallamore per gli altri]. Il sdhaka ni?kma, sia allinizio che nel mezzo della propria sdhan ottiene dei poteri spirituali. In questo modo la sua rinuncia si rafforzata ed egli gradualmente dimentica le vie del mondo. Il sannys che segue la via della conoscenza vive in una foresta, studia le scritture e medita su di esse. Egli ricerca la liberazione e il tesoro della conoscenza dei Darana (i sei sistemi filosofici indiani: Nyya, Vaie?ika, S)khya, Yoga, Prva Mm)sa e Vednta) attraverso la
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discriminazione e lascesi. In questo modo la sua via di ascesa yogica resta libera da impedimenti e alla fine egli diviene il maestro di se stesso. Il sa)sr che segue la via della conoscenza vive in citt, ma persegue lo studio delle scritture diligentemente, provando a meditare su di esse. Egli cerca di fare del suo meglio nellessere capace di discriminare correttamente e nel seguire una via ascetica. Tenta di raggiungere la liberazione e comprendere i sei Darana. In questo modo egli guadagna il merito di diventare un sannys. Il sannys che segue la via dello yoga vive in una foresta praticando tapas (austerit), lo yoga, studiando le scritture e meditando su di esse, e segue rigorosamente yama (restrizioni) e nyama (osservanze). Ci porta a un aumento di conoscenza e di ascetismo nel suo cuore e produce poteri spirituali. In questo modo la sua via di ascesa yogica viene purificata. Se il ricercatore orientato alla conoscenza segue bhakti o karma yoga o qualche altro yoga che incluso in questi ultimi due, ku/ alin deve essere risvegliata allo scopo di ottenere conoscenza. Il sdhaka che segue la via dello yoga o di bhakti pu risvegliare ku/ alin attraverso le pratiche peculiari della propria sdhan.

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KU. ALIN AKTI PU ESSERE RISVEGLIATA ATTRAVERSO LA PRATICA COSTANTE DI SIDDHSANA

Gli yog dicono che i cakra sono centri di akti e nadi (canali energetici). I cakra principali sono mldhra (radice), sva hi? hna (sesso), ma/ipra (ombelico), anhata (cuore), viuddha (gola), aj (sopracciglia) e sahasrra (corona). Altri cakra secondari sono soma (luna) e manas (mente), e ancora pi secondari vyoma (cakra dello spazio) e lalan (cakra della lingua). Anche se i cakra si trovano nella parte posteriore del corpo, essi si proiettano sul davanti [cakra k?etram, ossia larea di riflesso di un cakra situata sulla parte anteriore del corpo]. Praticando siddhsana inizia la deflorazione di mldhra cakra e poi gradualmente segue anche quella degli altri cakra. Ku/ alin si risveglia per mezzo dei fuochi yogici che vengono accesi dalla pratica di siddhsana in mldhra cakra. Una pratica regolare di varie altre sana conduce allo stesso risultato. Infatti, ciascuna sana ha effetto su uno o pi cakra. Per esempio, in mlabandhsana, virsana, ardhamatsyendrasana, v ?sana, parvsana e altre ancora viene praticata una pressione con il tallone sul centro dellorifizio anale; tutte queste sana hanno effetto su mldhra cakra. Quando invece, praticando siddhsana, simhsana, muktsana, dhirsana, khanjansana, kurmsana, gomukhsana ed altre ancora, il tallone preme sotto il perineo, si va a stimolare sva hi? hna cakra. Ci sono inoltre sana come pacimottnsana, bhnamanpadmsana, pavanamuktsana, p hsana, uttnapadsana, kar/apdansana, suptadvipdar?sana, halsana ed altre, in cui le pareti addominali vengono contratte ed espanse; questa azione ha effetto su ma/ipra cakra. Anhata cakra stimolato quando la cassa toracica si contrae nellespirazione o durante la ritenzione dellaria in saralahastabhujangsana, makarsana, pranipatsana, adhvsana, khagsana, suptaparvsana ed altre sana. Le sana in cui la gola posta sotto pressione, come sarv/gsana, halsana, kar/apdansana, suptadvipdar?sana, suptaekpdar?sana ed altre, stimolano viuddha cakra. Quelle sana in cui lo sguardo automaticamente attratto verso bhrmadhya (larea tra le sopracciglia), come padmsana, sthirsana, svastiksana, siddhsana, mlabandhsana, vajrsana ed altre, hanno effetto su aj cakra. Quelle sana in cui la testa a terra e i piedi stanno in alto hanno effetto su sahasrra cakra; esse sono sirssana, ekpdar?sana, v k?sana, ekapadav k?sana, urdhvapadmsana, andurdhvasamyukta-padmsana.

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KU. ALIN AKTI PU ANCHE ESSERE RISVEGLIATA ATTRAVERSO LA PRATICA REGOLARE DI UNA, O PI, DELLE DIECI PRINCIPALI MUDR DELLO YOGA

Le dieci principali mudr (sigilli, chiusure) dello yoga sono mlabandhamudr, u iynabandhamudr, jlandharabandhamudr, mahvedhamudr, mahmudr, mahbandhamudr, vipartakara/mudr, akticalanamudr, vajrolmudr (o yonimudr) e khecarmudr. Queste dieci mudr rappresentano limmortale esperienza dello yoga. Attraverso la sdhan yogica queste mudr diventano familiari al sdhaka avanzato di sabjayoga. Le mudr sono le forme evolute delle sana. Nelle sana gli organi del corpo stanno al primo posto mentre il pr/a sta al secondo; nelle mudr accade invece il contrario, il pr/a al primo posto e gli organi del corpo stanno al secondo. La medesima mudr pu essere ripetuta con sana diverse. Ci dimostra che lsana secondaria al processo pranico che quella mudr mette in moto. Durante unsana possono aver luogo diverse mudr contemporaneamente. Esistono molte mudr, ma le dieci sopra menzionate sono le pi importanti. Le mudr sono connesse a cakra specifici.

1. Mahmudr
Sedetevi sul pavimento in modo che il tallone del piede sinistro prema forte sullo sivn (il perineo, larea fra lano e i genitali) e la gamba destra sia distesa [in avanti, dritta di fronte al corpo]. Espirando inclinatevi in avanti in modo da poter prendere con le dita di entrambe le mani le dita del piede destro. Mantenendo i polmoni vuoti, praticate jlandharabandha (la chiusura della gola) e piegate il corpo in avanti fino a toccare con la testa il ginocchio destro. Questa mahmudr. Pu essere praticata invertendo la posizione delle gambe, in modo che il tallone destro poggi sotto il perineo. Mahmudr collegata a mldhra cakra, ma quando lo yog la padroneggia ha effetto anche su sahasrra cakra.

2. Mlabandhamudr
Sedetevi sul pavimento; il tallone destro preme sotto sivn mentre il tallone sinistro poggiato alla base del pene [preme losso pubico, direttamente sopra i genitali]. Quindi contraete
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lano e tirate con forza i muscoli delladdome verso la spina dorsale [u

iynabandha]. Ci fa

salire lapna verso lalto. Mlabandhamudr collegata a mldhra cakra.

3. akticalanamudr
akticalanamudr la base di tutte le altre mudr ed il segreto fondamentale di tutto lo yoga; per questo il suo insegnamento tenuto celato. Il Guru lo trasmette personalmente solo ai discepoli meritevoli che sono in grado di vivere una vita da asceti. Quello che segue un accenno generale di akticalanamudr. In siddhsana, col pugno chiuso della mano destra fate pressione su ku/ alin che si mossa fin sotto lombelico. Ci fa s che il pr/a attragga lapna in ma/ipra, anhata, viuddha, aj, sahasrra e in altri cakra posti in alto. Si deve ricordare che finch lapna non si indebolita, il pr/a non pu attrarla nei cackra superiori. La lotta tra apna e pr/a va avanti per molti anni. Alla fine, quando il pr/a conquista lapna e diventa molto forte, lapna comincia a salire nei cakra superiori. Durante questo stadio il pr/a stimola ku/ alin ripetutamente, ma ku/ alin lo sconfigge e di nuovo torna dormiente. Quando il pr/a infine vince, ku/ alin solleva la sua testa e comincia a salire, aiutando il sdhaka a realizzare sabjasamdhi. Quando ku/ alin si allontana dallentrata di su?um/ [perch inizia a salire lungo la n centrale], yonimudr comincia ad aver luogo. Senza akticalanamudr, n khecarmudr n yonimudr possono aver luogo. akticalanamudr collegata a sva hi? hna cakra; quando akticalanamudr raggiunge la sua forma completa, essa si collega anche a sahasrra cakra.

4. Mahbandhamudr In siddhsana o muktsana, piegate la gamba destra in modo che il tallone del piede destro prema sotto sivn e ponete il tallone sinistro in modo da far pressione alla radice del pene [losso pubico, direttamente sopra i genitali]. Praticate le tre bandha (chiusure) e sagarbha o sabja pr/yma. Questa mahbandhamudr. Il sdhaka che si trova in questo stadio durante il pr/yma sperimenter automaticamente akti-calanamudr, khecarmudr, mlabandhamudr, u iynabandhamudr e jlandharabandhamudr. Di conseguenza egli riesce in parte ad ottenere bindu (punto, goccia di fluido). Questa mudr collegata a mldhra cakra e sahasrra cakra. Mahbandhamudr ha luogo soltanto quando il sdhaka raggiunge gli stadi finali del sabjasamdhi. Un principiante non pu praticare questa mudr nella sua forma completa ed inutile per lui.

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5. U

iynabandhamudr

Facendo una lunga espirazione contraete i muscoli addominali tirandoli dietro verso la colonna vertebrale. Allinizio mlabandhamudr, u iynabandhamudr e jlandharabandhamudr sono eseguite in siddhsana. Pi avanti esse avranno luogo in qualsiasi posizione. Quando queste tre mudr avvengono simultaneamente si ha tribandha. Nel linguaggio dei Tantra tribandha viene simboleggiato dal tridente che sta nelle mani di iva o della dea akti. Quando tribandha ha luogo insieme a jihvabandhamudr (khecarmudr), tribandha assume unimportanza secondaria. Il sdhaka ordinario dovrebbe praticare le mudr solo dopo avere eseguito un appropriato pr/yma. U iynabandhamudr collegata a ma/ipra e a sahasrra cakra.

6. Jlandharabandhamudr
Quando, in qualsiasi sana, alla fine dellispirazione o dellespirazione, il mento preme saldamente contro lo sterno chiudendo la gola, ha luogo jlandharabandhamudr. Dopo lispirazione o lespirazione si pratica la ritenzione del respiro [apnea piena o vuota]. Durante questa mudr, il pr/a si muove su per pacima-madhya-marga (il percorso mediano posteriore, dorsale) e resta in sahasrra cakra. Mrch [lo svenimento yogico] e bhrmar pr/yma [il pr/yma dellape] possono aver luogo durante lesecuzione di questa mudr.

7. Vipartakara/mudr
Sdraiati sulla schiena, espirando sollevate prima le gambe e poi il bacino, sostenendo la schiena con le mani, sino a che il corpo poggi sulle spalle e la nuca. Con lo sguardo fisso sullombelico, concentratevi su ma/ipra cakra e poi trattenete il respiro. Questo vipartakara/mudr. Questa mudr assomiglia a sarv-gsana [la posizione della candela], ma in vipartakara/mudr il busto non verticale come in sarv-gsana [ma sta leggermente inclinato allindietro], solo gli avambracci e le gambe stanno verticalmente. Inoltre, sarv-gsana soltanto unsana e perci non richiede una specifica preparazione preliminare. Vipartakara/mudr, invece, essendo una mudr, eseguita mentre i genitali vengono ripetutamente contratti allinterno. Lo ivasa)hit raccomanda questa pratica che chiamata ir?sana. ir?sana la forma completa di vipartakara/mudr.

8. Khecarmudr o Jihvbandhamudr
Nello yoga il principiante non pu avere lesperienza di khecarmudr. Solo il sdhaka che ha ottenuto pr/otthna [la liberazione del pr/a] e che ha sperimentato perfettamente akticalanamudr potr avvicinarsi a khecarmudr.
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Khecarmudr pu aver luogo in qualsiasi postura. In questa mudr la lingua entra nel decimo orifizio, quello della faringe, e lo sguardo si fissa sul centro tra le sopracciglia. Il sdhaka che avendo letto di khecarmudr, o seguito le indicazioni di un Guru imperfetto recide il frenulo sotto la lingua, non potr raggiungere il samdhi o altri stati yogici attraverso la pratica di khecarmudr. La benedizione di Dio o del Guru conduce al risveglio della ku/ alin, la quale a sua volta porta a khecarmudr. Per prima cosa i potenti fuochi dello yoga tagliano i legamenti sotto la lingua [il frenulo], in questo modo i movimenti e le azioni di mungitura della lingua possono aver luogo. La lingua tenta allora di entrare in kaplakuhara (il decimo orifizio) e alla fine vi riesce. Alla termine del sabjasamdhi, quando si sperimenta vajrolmudr o yonimudr, la lingua diventa dura ed eretta come un pene e deflorando brahmagranthi causa lascesa dellapna; lo yog allora diventa un rdhvaret. Quando khecarmudr raggiunge la forma completa, lo yog assorbe lam ta (il nettare); come risultato di ci, le vecchie cellule del corpo vengono distrutte e sostituite con cellule nuove che vanno a costituire il Corpo Divino. Nirbjasamdhi comincia solo dopo che il Corpo Divino stato realizzato. Khecarmudr connessa a mldhra, viuddha e aj cakra.

9. Mahvedhamudr
Assumete mahbandhamudr. Ispirate mentre fate khecarmudr e fissate fermamente lo sguardo su aj cakra. Poi piegate la testa allindietro, separate le mani, e piegatevi in avanti fino a che le palme non tocchino il pavimento di fronte al corpo; le natiche si sollevano dal pavimento. Infine tornate nella posizione originale e colpite un lato del corpo con il pugno chiuso. Durante mlabandhamudr, quando il pr/a e lapna si uniscono, il sdhaka yog sperimenter plvin-pr/yma. Ci fa riempire il corpo daria, e quando un lato viene colpito ripetutamente dalla bocca fuoriesce un roboante suono hum. Si deve ricordare che mahmudr, mahbandhamudr e mahvedhamudr devono essere praticate simultaneamente. Mahvedhamudr connessa con aj cakra. Questa mudr ha luogo solo negli ultimi stadi di sabjasamdhi ed inutile per un sdhaka ordinario.

10. Vajrolmudr o Yonimudr


Esiste una pratica in cui un sdhaka pu spingere un catetere di gomma, lubrificato, nellorifizio del pene. Si comincia a introdurlo per una lunghezza di due centimetri e mezzo, e con
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la pratica si pu arrivare fino a 30 centimetri. Questa tecnica ha il solo scopo di pulire il condotto urinario e non serve ad aspirare il liquido seminale perduto alla fine del coito. Questo comunque non vajrol, e identificarlo con vajrol soltanto dovuto a erronea comprensione. Assumete siddhsana; sollevate pr/a e apna sino alla fronte, chiudete gli occhi poggiando sulle palpebre gli indici e i medi, chiudete le orecchie con i pollici, le narici con gli anulari e le labbra con i mignoli. Concentrare lo sguardo e i pensieri sul bhrmadhya [larea tra le sopracciglia], e contraete i genitali verso linterno. Finch yonimudr non si realizza completamente imprimendo una direzione ascendente ai fluidi sessuali, il sdhaka non sar in grado di comprenderne limmenso valore. Solo dopo aver ottenuto mlabandhamudr il sdhaka in grado di procedere sino a yonimudr. Riuscire a realizzare lunione di pr/a e apna difficile come far risalire il Gange al cielo. Lo yog che in grado di realizzare yonimudr porta a termine il sabjasamdhi e realizza un Corpo Divino pieno di fuoco yogico. Yonimudr, che connessa con mldhra e sahasrra cakra, si ottiene soltanto negli stadi finali di sabjasamdhi ed inutile per il sdhaka ordinario. Questa mudr pu essere usata per raggiungere lintrospezione nella normale meditazione di pratyhra.

Se queste mudr vengono ordinate seguendo il punto di vista yogico, la loro sequenza : mlabandhamudr, u iynabandhamudr, jlandharabandhamudr, akticalanamudr, khecarmudr, vipartakara/mudr, mahbandhamudr, mahmudr, mahvedhamudr e vajrol o yonimudr. Queste mudr possono essere divise secondo le categorie dei pacdhra/ (i cinque tipi di concentrazione): prthiv-dhra/, mbhas-dhra/, gney-dhra/ o vaivnar-dhra/, vyav-dhra/ e k-dhra/. Le cinque mudr: bhcar, agocar, cacar ed altre, sono anche presenti in esse. Di secondaria importanza sono mudr come: t g, ma/ av, )bhav, nabho, avin, pain, kk, mta-gin, bhuja-gin, sa-ksobhin, drvan, akara/, vas, unmada, mahnkusa, m/dk ed altre ancora.

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IL PR.YMA LA CHIAVE DELLO YOGA

La pratica regolare di anulomaviloma pr/yma (respirazione a narici alternate) risveglia la akti ku/ alin. La sola differenza fra un corpo in vita e un cadavere la presenza del pr/a. Il corpo in vita pieno di pr/a, mentre un cadavere ne privo. Il pr/a perci di assoluta importanza nel corpo; Esso rappresenta il collegamento fra latman e il corpo grossolano. Senza questo collegamento il corpo senza vita. Qualsiasi tipo di yoga possa essere praticato dallaspirante, egli dovr comunque, direttamente o indirettamente, seguire una pratica per il pr/a e allora avr luogo la cessazione delle modificazioni di citta. I cinque principali elementi che costituiscono la natura sono p thv (terra), jala (acqua), agni (fuoco), vyu (aria) e ka (etere). P thv il pi grossolano e ka il pi sottile. Vyu il quarto elemento e il trattenerlo [pr/yma significa controllo, ritenzione del pr/a] porta alla rapida purificazione degli altri quattro elementi1. I sdhaka dello jna-mrga attribuiscono grande importanza al pr/a sa)yama. I Veda e le Upani?ad esaltano il culto del pr/a. Il divino a-karcrya, nella sua interpretazione del vetvataropanisad, dice: Solo il sdhaka i cui peccati siano stati rimossi dallunione di pr/a e apna, pu raggiungere Dio. Perci egli deve prima di tutto purificare le n , dopo di che diventa idoneo per la pratica del pr/yma. a-kara sostiene il punto di vista del Mah ?i Yajavalkya secondo cui tale pratica devessere fatta nellordine seguente: espirazione, ispirazione e ritenzione. Lunione di pr/a e apna detta pr/yma. Oh Grgi [la dotta figlia di Vacaknu], il pra/ava [il suono provocato dal respiro; la sacra sillaba AUM, o OM] triplice. La combinazione di espirazione, ispirazione e ritenzione pra/ava2.

1. Yogabja: La conquista della mente non pu essere realizzata senza il controllo del respiro. Perci, domando il pr/a, si conquista la vittoria e la prosperit. 2. vetvataropani?ad, a-karabh?ya, 51, 2. - 24 -

ANCHE LA SOLA PRATICA DI PRATYHRA PU RISVEGLIARE KU. ALIN

Poich esistono cinque organi di senso esistono cinque tipi di pratyhra (che vuol dire ritiro). Il sdhaka deve iniziare col pratyhra di quellorgano di senso verso cui si sente pi attratto o che sembra a lui pi semplice. Una volta ottenuto il pratyhra di quel senso, gli altri pratyhra cominceranno ad apparire automaticamente, senza che il sdhaka debba prestare attenzione allordine di successione con cui si presentano. La mente collegata agli organi di senso, quindi per stabilizzarla si deve far ricorso ad uno qualsiasi dei sensi dellintelletto. Per rendere la mente introversa (anzich estroversa), si devono rendere introverse le facolt sensoriali. Chiudere lapertura dellorgano di senso che si desidera rendere introverso meditazione pratyhra. Concentrandosi su un oggetto esterno, si pu realizzare il pratyhra senza chiudere gli orifizi degli organi di senso ma, in questo modo, si sar pi facilmente distratti dallambiente circostante, e ci produrr ripetuti disturbi nel pratyhra. Chiudere lorifizio dellorgano di senso ha lo scopo di evitare lagitazione nella mente causata da quella facolt sensoriale. Attraverso pratyhra lorgano di senso viene ritirato per evitare che giungano alla mente sensazioni indesiderate, proprio come la mano quando tocca il fuoco si ritira automaticamente. Se si pratica dhra/ (concentrazione) o dhyna senza prima aver completato pratyhra, essi risulteranno come un corpo senzanima n vita. In queste condizioni sar impossibile ottenere il samdhi. Quando i pratyhra dei cinque sensi (udito, tatto, vista, gusto e olfatto) sono praticati separatamente o insieme, i loro orifizi possono essere chiusi o tenuti aperti.

1. Pratyhra delle orecchie


Nel pratyhra delle orecchie non necessario chiudere gli occhi, tuttavia per praticare questo pratyhra perfettamente e ritirarsi completamente dallambiente esterno, solitamente gli occhi vengono chiusi. Nel pratyhra di un senso, pu esservi incluso contemporaneamente il pratyhra di un altro senso. Poich durante pratyhra i maggiori disturbi alla mente provengono dai sensi della vista e delludito, i pratyhra delle orecchie e degli occhi appaiono facili ai principianti e suscitano il loro interesse. La caratteristica di questi due pratyhra sta nel fatto di poter cambiare di posizione e tuttavia mantenere il pratyhra. Allo scopo di prevenire la stanchezza, il sdhaka si dovrebbe concentrare soltanto su uno dei due pratyhra, degli occhi o delle orecchie, e
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consentire al proprio corpo di cambiare di posizione senza preoccuparsi della postura che il corpo assume durante il pratyhra. Si dovrebbe praticare dhyna solo dopo aver concesso completa libert al proprio corpo. Qual la differenza tra dhyna e pratyhra? Pratyhra la forma inferiore di dhyna. Nel pratyhra il pr/a e gli organi di senso sono in primo piano rispetto alla mente, infatti tutti gli sforzi della pratica sono volti a renderli introversi. Durante dhyna, invece, sono il pr/a e la mente ad essere in primo piano rispetto agli organi di senso e tutti gli sforzi sono volti a rendere quieti pr/a e mente. Assumete una posizione comoda, chiudete gli occhi e ponete delicatamente gli indici e i medi sulle palpebre. Collocate i pollici nei rispettivi fori auricolari e rimanete in ascolto dei suoni interiori (anhata-nda). Ponete gli anulari sul labbro superiore, proprio sotto il naso, e i mignoli sulla parte superiore del labbro inferiore. Questa pratica chiamata pratyhra del suono, ndasamdhi o ndnusandhna. Lo sguardo dovrebbe essere fissato sul bhrmadhya [larea tra le sopracciglia] e il viso rivolto verso il cielo. Il pratyhra delle orecchie fa parte del kriyyoga. Quando un bakta pratica il pratyhra delle orecchie con devozione, non chiude le orecchie con i pollici o con dellovatta, ma ascolta con grande trasporto e completa concentrazione grandi santi spiegare le scritture o narrare le vite delle divinit e degli dei, oppure odono canti rivolti a Dio. Ci conceder al bakta una prima esperienza di pr/otthna. In seguito, egli potr chiudere le orecchie e udire i suoni interiori.

2. Pratyhra della pelle


La pelle completamente cosparsa di pori; quali buchi dunque dovremmo chiudere per praticare il pratyhra della pelle? Inoltre mentre gli orifizi di naso, occhi, orecchie, e bocca sono tutti raggruppati nella testa, la pelle ricopre tutto il corpo. Praticare il pratyhra della pelle significa che si devono fare insieme i pratyhra di tutti e cinque gli organi di senso. Infatti quando si desta il desiderio sessuale, si desta anche il desiderio per il piacere di tutti e cinque i sensi della persona sensuale. A causa di ci il sdhaka avanzato che pratica i livelli pi alti del sabjasamdhi ricorre prima a akticalanamudr e poi, verso la fine, pratica yonimudr. Il pratyhra della pelle si esegue in siddhsana, con il tallone destro o sinistro che preme sotto lo sivn [il perineo] e laltro che preme alla base dei genitali [contro losso pubico]; oppure un tallone preme sullano e laltro la base dei genitali. Chiudete le orecchie con i pollici, le narici con gli anulari e le labbra coi mignoli. Poi, praticando dhyna mentre si trattiene il respiro, si sperimenta il Tocco Divino. Questo pratyhra chiamato yonimudr o layasamdhi. Durante questo pratyhra i genitali vengono ripetutamente contratti e lapna attirata verso lalto da khecarmudr.
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Lo yog pratica questo pratyhra per prevenire la discesa dei fluidi sessuali e al tempo stesso per imprimere loro una direzione ascendente. Sabjasamdhi non pu essere completato senza che il fluido sessuale abbia acquistato direzione ascendente, n lo yog potr diventare un rdhvaret. Uno yog rdhvaret ha un Corpo Divino e una Coscienza Divina. Nella scienza dello yoga si ritiene che uno yog possa realizzare il nirbjasamdhi solo dopo aver raggiunto questo stato [cio soltanto dopo aver realizzato il Corpo Divino e la Coscienza Divina]. Lo yog che non ha ottenuto questi conseguimenti potr forse essere famoso, ma comunque da considerarsi ancora un sdhaka. Il Corpo Divino e la Coscienza Divina possono essere realizzati sia da uno jana yog, che da un bhakti yog o un karma yog. Kapila [uno dei fondatori del sistema S)khya] e Vysa sono esempi di perfetti jana yog; uka e Sanatkumra sono esempi di perfetti bhakti yog; Matsyendra e Goraka sono esempi di perfetti karma yog. Tutti loro ottennero il Corpo Divino e la Coscienza Divina. Poich il percorso di sabjasamdhi difficile e pieno di ostacoli, si divide in due stadi: kramamukti (liberazione graduale) e sadyomukti (liberazione immediata), che sono anche rispettivamente chiamati sentiero dak?i/ayna (del sud) e sentiero uttarayna (del nord). Solo dopo molti cicli di vite un kramamukti yog matura in s il fine di diventare libero dal ciclo delle rinascite, allora egli diventa idoneo per realizzare sadyomukti. In India, il paese natale dello yoga, uno yog di questa levatura nasce ogni 500 2000 anni. Per completare il sabjasamdhi necessario ottenere la generosa benedizione di Dio Onnipotente. Ad un ateo ci pu essere spiegato dicendo che necessario avere una natura adatta a padroneggiare lo yoga. Un sdhaka ordinario non deve usare siddhsana mentre pratica questo tipo di dhyna. Soltanto il sdhaka avanzato deve ricorrervi, e solo se si presenta spontaneamente per effetto del pr/otthna. Il pratyhra della pelle previsto solo in ni?kmakarmayoga. Il sdhaka che percorre bhaktimrga [il sentiero della bhakti] cos pieno di devozione da essere incommensurabilmente felice nelladorare limmagine di Dio. Tuttavia, malgrado la molta pratica, egli non in grado di mantenere ferma nella propria mente quellimmagine; perci, affinch la sua devozione a Dio fluisca ininterrotta e pura, egli usa unimmagine esterna di Dio. Come un corpo fisico amato per la vita che contiene, mentre nessuno ama un cadavere, cos limmagine di Dio adorata per la Divinit che rappresenta, mentre vengono ignorate le caratteristiche grossolane. Per attizzare il fuoco con dellerba secca necessario mettere a fuoco una lente che concentri i raggi del sole; allo stesso modo, per cogliere la Divinit in unimmagine necessario uno speciale tipo di devozione. Questo genere di devozione si trova nel devoto del bhaktimrga. Egli compie il pratyhra del senso del tatto toccando la statua o limmagine che raffigura Dio. Tuttavia, come egli progredisce ed ha luogo pr/otthna, entra nelle regioni dei ll [attivit, giochi divini] di Dio. Allora la devozione delle gop, ossia il puro Amore Divino, viene ispirata in lui ed egli inizia a praticare spontaneamente dhyna di ni?kmakarmayoga.
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Il sdhaka dello jnamrga fa pratyhra del tatto toccando i sacri piedi del suo Divino Sadguru, o pensando a loro. Questo layacintana o nididhysana, che sono sinonimi di pr/otthna nel karmayoga.

3. Pratyhra della vista


Quando al mattino ci destiamo ed apriamo gli occhi, molti oggetti appaiono alla nostra vista. Ci fa agitare la nostra mente come una caduta continua di sassolini nelle acque tranquille di uno stagno ne increspa la superficie. Per eliminare questa sorgente di disturbi, praticate il pratyhra della vista. Assumendo una posizione comoda, chiudete gli occhi e ponete delicatamente gli indici e i medi sulle palpebre. Sollevate il viso verso il cielo e fissate lo sguardo sulla luce dellatman concentrandovi sugli occhi. Allo stesso tempo poggiate gli anulari sul labbro superiore e i mignoli su quello inferiore. Questo il pratyhra della vista o jyotirdhyna. Per concentrarvi meglio, se necessario, chiudete anche le orecchie con i pollici. Durante questo dhyna, apparir alla vista interiore il giallo (il colore dellelemento terra), il bianco (il colore dellelemento acqua), il rosso (il colore dellelemento fuoco), il color fumo (il colore dellelemento aria) e un miscuglio di molti colori (elemento etere). Il sdhaka del bhaktimrga esegue il pratyhra della vista guardando unimmagine di Dio senza battere le palpebre. Il sdhaka dello jnamrga esegue il pratyhra della vista concentrandosi con gli occhi aperti su una fiamma o sulla bellezza del simbolo AUM. Altri sdhaka eseguono questo pratyhra fissando con gli occhi aperti il vuoto, senza battere le palpebre. I metodi sopra descritti costituiscono il livello di base della sdhan, ma quando il sdhaka del jnamrga entra nello stato naturale di layacintana, allora ricorre alle pratiche del kriyyoga precedentemente descritte. Anche il sdhaka bhakti inizia la pratica del kriyyoga quando raggiunge lo stadio in cui entra nei ll di Dio.

4. Pratyhra del gusto


Mente e lingua sono molto volubili; non importa come si cerchi di contenerle, basta uno scivolone per perderne completamente il controllo. Finch la mente impura non sia stata purificata dallo stare in compagnia di persone devote, la sua oscurit non toccata dai colori del bianco della conoscenza, dello zafferano della devozione, e del grigio dello yoga. Solo dopo essere stata fecondata da uno di questi colori il pratyhra del gusto potr risultare facile. La pratica del pratyhra della pelle simile a quella del pratyhra della lingua [come organo del gusto]. Lo speciale pratyhra della lingua consiste nel retroflettere la lingua
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allinterno del decimo orifizio, ossia la faringe; in questo modo potr succhiare il nettare [am ta] che cola gi [dalla sovrastante fossa nasale]. Questo il rasnandasamdhi [samdhi realizzato attraverso il sorseggiare il nettare]. Il sdhaka che segue il bhaktimrga canta inni, mantra, beve lacqua usata per lavare i piedi della statua di Dio o la immagine di Questi e condivide il cibo santo presentato davanti alla raffigurazione di Dio. Questo il pratyhra della lingua [gusto]. Quandegli supera questo stadio ed entra in quello dei ll di Dio, sperimenta anhatanda e canta i mantra Rama o Aum. In questo stadio, se il pratyhra della lingua ha luogo come descritto nel ni?kmakarmayoga, il sdhaka ha la fortuna di assaporare il nettare nel nome di Hri Rma. Il sdhaka seguace del jnamrga canta il mantra Aum e beve lacqua con cui sono stati lavati i piedi del Sadguru. Anche questo pratyhra della lingua. Quando termina questo stadio, il sdhaka sperimenta il continuo anhatanda dei mantra Aum o Rama attraverso le dinamiche energetiche del layacintana [il risveglio del pr/]. Il granthi dellignoranza (rudragranthi, la ghiandola pineale o epifisi) viene deflorato e il sdhaka vede in ogni dove Advaita (Dio invisibile) e assapora il nettare. In questo stato lo jn pratica i riti yogici come descritti in ni?kmakarmayoga. Si pu ottenere layacintana o pr/otthna cantando il Sma Veda [i canti dei Veda , raccolta di 1560 strofe] o altri inni vedici. Si pu anche ottenere il pr/otthna cantando le note dei rga [serie di note che vengono continuamente modulate; vedi Glossario sanscrito] con ritmo lento. La musica classica indiana essa stessa un prodotto dello yoga e quindi una parte della cultura indiana. La musica considerata una parte di ndayoga, layayoga, binduyoga e ha hayoga. La musica il miglior metodo del bhaktimrga. Connessa ad anhatanda anche la danza spontanea (la danza di iva). Questa danza di devozione interiore chiamata rasall. Anche la danza un prodotto dello yoga e quindi una parte della cultura indiana. Danzare parte dei vari tipi yoga sopra descritti. La sua importanza testimoniata dalle numerose raffigurazioni di dei e dee danzanti scolpite sulle pareti dei templi e delle grotte montane. Alcuni credono che quelle raffigurazioni avevano lo scopo di trasferire linsegnamento delle danze alle generazioni future, ma ci inesatto. I grandi yog hanno scolpito le immagini di quei danzatori con uno scopo preciso. Le radici della civilt stanno nel dharma, e il dharma basato sullesperienza vera e profonda di bhakti, jna, e yoga. Queste esperienze sono state illustrate con maestria nelle raffigurazioni di dei e dee, il cui scopo quello di rivelare i segreti dei rituali e delle scritture di jna, bhakti e yoga. Musica e danza dovrebbero essere apprese per amore del dharma e della cultura, e non soltanto per il piacere. Il Signore r Bhalacandraji (appellativo di iva) [bhala significa sole, candra luna, ji un suffisso di rispetto] anche chiamato Narevara, e il Signore r K ?/aji anche chiamato Na avara. Entrambi i nomi indicano che le due divinit sono musicisti e danzatori. Sono famose in

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India le danze ta/ ava del Signore ivaji e la danza rasa del Signore Sundaraji (K ?/a). iva e K ?/a sono anche grandi yog. Anhatanda realizzabile attraverso lo yoga. Anhatanda akti 1. Le dee Durg e Rdh amano sia la musica che la danza, poich musica e danza sono la loro stessa forma.

5. Pratyhra dellolfatto
Lo stimolo ad annusare molto forte. Esso pu condurre un uomo sulla strada sbagliata. Il sdhaka attraversa loceano dellolfatto con laiuto della discriminazione e dellintelligenza. Assumete una posizione comoda e chiudete la narice destra con il pollice della mano destra. Quindi inspirate lentamente con la narice sinistra. Quando avete terminato linspirazione, chiudete la narice sinistra con lindice e il medio della stessa mano e trattenete laria nei polmoni pi che potete. Quindi espirate lentamente dalla narice destra. Quando lespirazione terminata, inspirate lentamente dalla stessa narice destra. Terminata lispirazione chiudete la narice destra con il pollice e di nuovo trattenete il respiro finch potete. Quindi espirate lentamente dalla narice sinistra. Questo pr/yma chiamato anulomaviloma. questa respirazione quando perfezionata diventa il principale pr/yma. Quando si pratica pr/yma si deve ripetere mentalmente il mantra prescritto dal proprio Sadguru o da Dio. Alla fine, il sdhaka che pratica questo pratyhra dellolfatto sperimenter il Profumo Divino. Questa pratica anche chiamata ajapjapa, ha)sayoga, ha hayoga e pr/opsan (devozione al pr/a). Un altro ajapjapa descritto nella seguente pratica: tenendo testa, collo e tronco in linea, assumete una posizione comoda. Fissate lattenzione sulla punta del naso e contemplate il flusso del respiro. Ispirando con ambedue le narici, pronunciate mentalmente Rama; espirando contate mentalmente ogni espirazione. Praticando questesercizio, fate attenzione a quali organi sono influenzati dal flusso del respiro. In principio il respiro potrebbe essere poco profondo, ma con lavanzare della pratica losservazione del sdhaka diventa sottile e ininterrotta, e non si dovrebbero incontrare difficolt a individuare la corretta velocit e profondit del respiro. Se nel mezzo della pratica si perde il conto delle espirazioni, si deve cominciare da capo: Rama uno, Rama due, Rama tre, Rama quattro. Con laumentare della concentrazione si perde il conto e ci si assopisce. Al posto del mantra Rama si pu usare AUM, So-ham, K ?/a, iva, Durg e altri mantra simili. Questa pratica conosciuta come ajapgyatr, ajapjapa, ha)samantra o soltanto col nome di japa. Col pr/yma nella sdhan si progredisce pi rapidamente che con ogni altra disciplina, ma assolutamente necessario che il sdhaka sia guidato da un Guru molto esperto nello yoga. Senza questa guida il sdhaka andr incontro a molte difficolt.
1. Ha hayoga Pradpik, 4, 102: akti qualsiasi cosa sia udita sotto forma di nda. Ci che senza forma, lo stato finale degli elementi, Paramevara [il Signore supremo; appellativo di iva]. - 30 -

I sdhaka del bhaktimrga cantano bhajan (canti devozionali), e i pa/ it (eruditi delle Sacre Scritture) recitano i Veda e i mantra vedici. Poich anche in queste pratiche il pr/a viene controllato, esse possono essere incluse nel pratyhra dellolfatto.

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KU. ALIN AKTI PU ANCHE ESSERE RISVEGLIATA CON LA PRATICA REGOLARE DI DHYNA

Il maestro esperto insegna acaladhyna (meditazione ferma, senza movimenti) al sdhaka sakma [che ha desideri, motivazioni personali], e insegna caladhyna (dinamica, con movimento) al sdhaka ni?kma [che non ha desideri, n motivazioni personali, eccetto aspirare a Dio e desiderare il bene altrui; alla fine anche questi ultimi desideri scompaiono]. In acaladhyna il sdhaka istruito a tenere a freno gli organi di senso mentre in caladhyna istruito a liberarli.

AKTIPTA O PR.OTTHNA
I Tantra usano il termine aktipta o aktia-kara. Questo stesso rituale chiamato anugraha (grazia) nel baktiyoga e nello jnayoga 1. Il Guru esperto concede lo aktipta con uno dei seguenti quattro metodi: sguardo, parola, tocco, voto. A causa dello aktipta ha luogo il pr/otthna [la liberazione del pr/a]. Anticamente un Guru yog avrebbe concesso aktipta, soltanto se necessario, ai discepoli avanzati che desiderano unicamente la liberazione. Quindi i discepoli avrebbero sperimentato il prodursi spontaneo e automatico di vari processi yogici. Un tale discepolo dunque non avrebbe avuto bisogno di apprendere lo yoga da un Guru, e avrebbe potuto praticare la propria sdhan da solo. Non si pu raggiungere la fine del sentiero yogico senza pr/otthna. Pr/otthna necessario indipendentemente dal tipo di yoga che si pratica. Pr/otthna pu essere sperimentato attraverso potenti pratiche di jnayoga e bhaktiyoga anche senza linfluenza di un Guru, e in questo modo pu essere risvegliata anche ku/ alin akti. Tuttavia in questo caso il sdhaka non sar in grado di interpretare correttamente, in accordo con i principi yogici, i processi che stanno avendo luogo; il suo progresso sar perci ostacolato dal dubbio. Se si desidera calcare questa via, necessario essere guidati da un Guru esperto. Vale la pena di chiarire che il Guru che concede lo aktipta non deve necessariamente essere
1. Bhagavad Gt, 10, 10: A coloro che Mi sono sempre devoti e che Mi adorano con sommo amore, Io trasmetto lo yoga della discriminazione (buddhi yoga) per mezzo della quale essi Mi realizzeranno. Ibid. 10, 11: Per pura compassione, dimorando nei loro cuori, distruggo in loro loscurit nata dall'ignoranza attraverso la radiosa luce della conoscenza. Ka hopani?ad, 2, 23: Latman non pu essere realizzato attraverso lo studio dei Veda, n attraverso lintelletto, e neppure attraverso lerudizione. ottenuto da colui che prescelto dallatman. A questi, il proprio atman rivela la sua forma. - 32 -

uno yog perfetto. Qualsiasi Guru, se soddisfatto del suo sdhaka ordinario, pu insegnare a lui la scienza dello aktipta, avendo provveduto che il sdhaka abbia ottenuto pr/otthna attraverso lo aktipta almeno quattro giorni prima. Un tale sdhaka pu a sua volta concedere lo aktipta a cento persone contemporaneamente, ma non sar in grado, a causa della sua incompleta conoscenza dello yoga, di guidare correttamente i sdhaka di pi livello avanzato. Ai tempi doggi la maggior parte degli yog che concede lo aktipta crede che il pr/otthna che segue questa iniziazione sia il risveglio della ku/ alin. Questa una pura illusione! Ku/ alin si risvegliata definitivamente dopo il pr/otthna, ma ci avviene solamente per benedizione del proprio Guru o di Dio. Nelle fasi iniziali il pr/a che sale nel corpo, non ku/ alin. In seguito la ku/ alin grossolana deflora i vari cakra e i granthi. Quando i cakra sono stati deflorati, pr/a e apna, che cominciano ad avere direzione ascendente, fluiscono ininterrottamente in su?um/, e skma ku/ alin [ku/ alin sottile] sostituisce sthla ku/ alin [ku/ alin grossolana] sotto forma di pr/a e apna che fluiscono verso lalto. Allora akticalanamudr perde la sua forma originale e diventa yonimudr. Le pratiche indicate in abda [udito] e sankalpa [intenzione] sono incluse in quelle di aktiptadhyna descritti di seguito. Raccomando vivamente che solo i sdhaka del pi alto livello eseguano queste pratiche. 1. Tenete testa, collo e tronco in linea e assumete unsana comoda. Anche se il busto sta dritto, non deve esserci tensione nel corpo. 2. Pregate liberamente e profondamente per un po il vostro Sadguru o Dio, in accordo con la vostra fede. Chiedete loro di benedirvi perch possiate praticare al meglio dhyna. Per ottenere la loro benedizione, pregate un questo modo: Asato m sad gamaya, tamaso m jyotir gamaya, m tyor mm t) gamaya, che vuol dire: Dallirreale conducimi al Reale, dalle tenebre conducimi alla Luce, dalla morte conducimi allImmortalit [B hadra/yaka Upani?ad: I, III, 27]. 3. Quindi Praticate drgha pr/yma, o bhastrik pr/yma, o anulomaviloma pr/yma per venticinque cicli. 4. Affrancate il vostro corpo dal controllo della mente, ossia: rilassatevi completamente. Il vostro corpo allora inizier a compiere spontaneamente azioni e processi yogici. Non bloccate queste azioni. 5. Concentratevi sulle esperienze che il vostro corpo sperimenta, oppure concentratevi sui miracoli di r Gurudeva o di Dio, o ripetete mentalmente il nome di Rma, iva, K ?/a, Durg, o qualsiasi altra divinit che vi sia cara. Potete anche ripetere il vostro Gurumantra [il mantra assegnato dal Guru]. Ho descritto la pratica di ajapjapa nella seconda sezione dedicata al pratyhra dellolfatto; potete seguire questa pratica se lo desiderate. 6. Tenete gli occhi chiusi fino alla fine di dhyna.
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7. praticate dhyna per unora al giorno. 8. Uscite da dhyna lentamente e concludete la pratica recitando di nuovo la preghiera: Asato m sad gamaya. I sdhaka ordinari tentano di eseguire questa dhyna mantenendo il corpo dritto. Ci mette il corpo in tensione e perci il sdhaka non riesce ad affrancarlo dal controllo della mente; n, a sua volta, la mente in grado di immergersi nelle profondit delltman. Come una barca in secca non pu attraversare un fiume, cos la mente finch arenata nel corpo non in grado di diventare introversa. Quando una persona dorme si gira senza accorgersene, cos pure artisti di vario genere, come: cantanti, musicisti, scultori, oratori, scrittori ecc. si muovono senza accorgersene quando sono totalmente assorbiti dal loro lavoro. Nello stesso modo naturale, il sdhaka [che abbandona il corpo al pr/a] cambia di posizione, senza che ci necessiti di istruzioni da parte della mente. il pr/a che si prende cura che il corpo stia comodo e a proprio agio.

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COSA ACCADE QUANDO KU. ALIN SI RISVEGLIA

Il sdhaka che ha ricevuto lo aktipta sperimenta anzitutto il pr/otthna che d luogo, durante il dhyna, ad una variet di attivit: eccitazione, tremori, dondolii; c chi esegue sana, mudr, si siede e poi rotea dondolandosi sulle natiche, o salta come una rana, danza, fa pr/yma, ripete Rama, AUM o altri mantra, ripete il nome di Dio, canta musica classica indiana, mormora, piange, ride, ruggisce, grida; alcuni siedono in bhnamansana, o stanno a lungo in matsysana [posizione del pesce], o avsana [posizione del cadavere] o altre sana; alcuni hanno visioni luminose, o terrificanti, o vedono flussi di luce, colori, hanno apparizioni fugaci di varie ll di Dio, visioni di dei e dee, o del loro Guru, alcuni scivolano nel sonno, o sperimentano il sonno yogico, o svengono, o perdono il controllo della minzione, o hanno uneiaculazione. Si attuano in questo modo molti processi fisici che conducono il sdhaka nelle regioni misteriose di dhyna. Questi sono soltanto normali esperienze sul sentiero dello yoga. Nello rmad Bhgavata data una descrizione della grazia nelliniziazione tramite aktipta. Nella suddetta scrittura Dio descrive la condizione del devoto che medita: Finch il corpo non in uno stato piacevole e la mente non piena di letizia, fino a che non sgorghino dagli occhi le lacrime di gioia, e fino a che la mente non piena di devozione1, il sdhaka non ha possibilit di purificarsi; e ancora: O Uddhava! La voce del mio devoto benedetta dalla compassione, il suo cuore si scioglie, i suoi occhi sono pieni di lacrime, egli ride fragorosamente, e canta e danza senza inibizione. Un tale devoto non soltanto purifica la propria mente, ma aiuta a purificare lintero Sa)sra2. I grandi devoti di Dio recano nella loro mente solamente il loro immenso desiderio per Dio, per le Sue ll e le Sue virt. Essi cantano disinibiti le lodi al Signore senza vergogna alcuna, vagando per il mondo con totale distacco3. Saldo nei propri voti e col pensiero rivolto a Dio soltanto, il sdhaka canta lodi al Signore. Con la mente che brama Dio, egli diviene folle e d libero sfogo a riso e pianto; inoltre grida, canta, danza, incurante del giudizio della gente4. Queste manifestazioni segnano linizio del sabjasamdhi, tuttavia i sdhaka che le sperimentano non sono in grado di riconoscere Dio quando sta loro di fronte. Solo un sdhaka avanzato pu riconoscere completamente la rivelazione di Dio. Liniziazione tramite aktipta descritta nelle Pur/a, come la iva Pur/a, nelle Upani?ad come Yogavsi? ha e Ma/ alabrhma/a, nel Nrada Bhaktistra , e nelle scritture tantriche. Il sdhaka, a causa delle varie esperienze che attraversa sul sentiero dello yoga, diviene pieno
1. rmad Bhgavata, 11, 14, 23. 2. Ibid. 11, 14, 24. 3. Ibid. 11, 2, 39. 4. Ibid. 11, 2, 40. - 35 -

di fede, coraggio, pazienza, conoscenza, entusiasmo, devozione per il Guru, per le scritture e anela a Dio. Allinizio il sdhaka sperimenter sana, mudr e pr/yma. Pi avanti andr a conoscere i cakra inferiori e quelli centrali. Quando alla fine sperimenta i cakra superiori, conoscer brahmagranthi (il nodo della creazione), vi?/ugranthi (il nodo della sopravvivenza) rudragranthi (nodo della trasformazione) e anhatanda, jyoti pratyhra, dhra/, dhyna e samdhi. In questo modo il sdhaka ottiene la saggezza yogica e quindi proceder velocemente sul sentiero dello yoga. Avanzando nella sdhan, il sdhaka continua ad avere esperienze simili ma queste si presentano in forme nuove. Il sdhaka principiante non deve quindi credere che le proprie esperienze siano necessariamente quelle definitive. Esistono fondamentalmente tre principali livelli di esperienze yogiche: linferiore, il medio e il superiore. Unesperienza di livello superiore produce risultati concreti e assume la stessa forma per quasi tutti i sdhaka. Le esperienze di medio e basso livello avvengono in forme imperfette e mutano nel tempo. Anche se le scritture yogiche descrivono sana, mudr, pr/yma, pratyhra, dhra/ e dhyna, non troverete una loro descrizione dettagliata da nessuna parte. Le descrizioni date dalle scritture sono brevi ed offrono solo gli elementi salienti; le scritture infatti riportano soltanto le esperienze finali. Poich impossibile descrivere Dio, allo stesso modo impossibile descrivere le esperienze yogiche. Se Dio potesse essere descritto, allora le esperienze yogiche potrebbero essere descritte adeguatamente. La mente serena e illimitata, e cos Dio infinito e illimitato. Quando la mente immota, in che modo pu prodursi parola? La parola esprime esperienze legate agli organi di senso, non esperienze sottili indipendenti dagli organi di senso. Liniziazione tramite aktipta uguale a quella del sanysa (rinuncia). In entrambi i casi laspirante abbandona i risultati delle azioni. aktipta anche iniziazione al ni?kmakarmayoga in cui il sdhaka deve sforzarsi di diventare un rdhvaret. Il sdhaka sakma pu guidare la propria sdhan con disciplina e con un celibato moderato. Il sdhaka che ha ricevuto liniziazione tramite aktipta non usa le scritture come guida per le pratiche yogiche. Egli le legge soltanto per monitorare le proprie esperienze, ossia per vedere se esse corrispondono a quelle descritte nei testi sacri; quando vi trova corrispondenza, ne trae entusiasmo ed ispirazione, allora il progresso della propria sdhan risulta accelerato. Grande piacere deriva dal dimorare nelle scritture, tuttavia se il sdhaka non trovasse in esse conferma delle proprie esperienze, il vero mistero della loro grazia continuer a sconcertarlo. I predicatori che non comprendono il punto di vista delle antiche scritture le diffamano. Tali predicatori paiono in apparenza molto umili, ma in verit sono egocentrici, bramosi di affermare la propria grandezza e segretamente convinti che le proprie esperienze siano definitive. Il sdhaka che rispetta le scritture, comincia con lelogiare le esperienze dei grandi maestri dellantichit ed opera affinch il ruolo delle sacre scritture nella societ si espanda.
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Le scritture continuano ad esistere per la loro eccelsa qualit e perch in esse esposta la Verit. Nei tempi antichi furono scritti molti libri ordinari, ma malgrado gli sforzi di preservarli, molti di essi sono andati perduti e nemmeno i loro titoli sono oggi giunti a noi. Di contro, oggi molta gente fa grandi sforzi per avere accesso a scritture non disponibili. Supponiamo che le antiche scritture contengano qualche errore, ci nonostante esse sarebbero ancora largamente usate perch ognuno deve giudicare da s la loro veracit o falsit. Ma anche il proprio giudizio devessere continuamente verificato sullaltare della propria diretta sperimentazione. Lo yoga non una fede o una filosofia. Lo yoga laltare su cui fede e filosofia vengono direttamente verificate dallaspirante.

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SAMDHI

Allinizio ku/ alin akti viene risvegliata da varie pratiche e resa da queste ascendente. Alla fine essa raggiunge sahasrra cakra e l incontra iva. Rjayoga, unmani, manonman; amaratva, laya, tattva, snynya, paramapada, amanaska, advaita, nirlamba, nirnjana, jvanamukti, sahajvasth, e turyvasth sono vari sinonimi di samdhi1. Nel samdhi il pr/a diminuisce e la mente distrutta, cio hanno fine tutte le modificazioni della sostanza mentale [citta] e il S individuale diventa stabile nella sua vera forma2. Lo stato finale dello yoga il samdhi. Yog Mah ?i Ghera/ a ha detto che non esiste yoga [unione] diverso dal samdhi. Lo yog che raggiunge il samdhi ottiene il sommo successo. Il samdhi non deriva dagli sforzi fisici dello yog, ma dalla sua devozione al proprio Sadguru e dalla benedizione di questi3. Yog Yajavalkya dice che la parola yoga significa lunione del Jvtman (il s individuale) con il Paramtm (ci che oltre il s)4. Esiste un solo samdhi, ma esso ha differenti stadi o livelli. Il primo stadio chiamato sabja, sa)prajta-, savikalpa-, kriyyoga, o cetan-samdhi. Questo stadio il precursore del samdhi ultimo. Nello Yogadarana la triade composta da dhra/, dhyna e samdhi chiamata sa)yama 5. Il seme del desiderio sta nella mente, e poich il desiderio ancora presente in questo tipo di samdhi, esso chiamato sabja-samdhi [sabja vuol dire seme]. In questo samdhi lo yog sperimenta lincertezza riguardo alla forma da prendersi, e percepisce una Realt priva di desiderio sessuale. Sa)prajtasamdhi (cetansamdhi) ha quattro stadi: savitarka, savicra, snanda e ssmit. Pr/otthna conduce al risvegli di ku/ alin; dopo questo evento ha inizio lo stadio del savitarkasamdhi. In questo stadio la mente del sdhaka che siede in meditazione disturbata, egli infatti viene sopraffatto dal desiderio sessuale, e solo se dispone della guida di un Guru esperto riuscir a mantenere integra la propria sdhan, altrimenti i suoi progressi si arresteranno, oppure egli si rivolger ad un altro percorso. Se in questo stadio il sdhaka determinato ad andare avanti, ma al tempo stesso non ha un Guru, egli sar distrutto e diverr lunatico e delirante. In savicrasamdhi i disturbi che si incontrano nel primo stadio diminuiscono, ma il sdhaka diviene intontito e trascorre molto tempo dormendo.

1. Ha hayoga Pradpik, 4, 3-4. 2. Yogastra di Patajali, 1, 3: Allora il veggente riposa nella sua forma naturale. 3. Ghera/ asa)hit, 7, 1: Il samdhi il livello pi alto dello yoga. lo si raggiunge attraverso una enorme fortuna, ricevendo la grazia misericordiosa del Guru ed essendogli profondamente devoto. 4. Yogiyjavakya: Il samdhi sinonimo di essere individuale e di ci che oltre lessere individuale. 5. Yogastra di Patajali, 3, 4: Le tre cose insieme costituiscono il sa)yama. - 38 -

Nel terzo stadio, il snandasamdhi, rajogu/a e tamogu/a diminuiscono e sattvagu/a prende il loro posto. Il corpo del sdhaka diventa allora pieno denergia e la sua mente piena di gioia. Ssmitsamdhi lo stadio finale del sabjasamdhi. In questo stadio la mente del sdhaka completamente concentrata. I frutti del sabjasamdhi sono: Consapevolezza Divina, distacco, un Corpo Divino riempito del fuoco yogico e lidoneit ad accedere al nirbjasamdhi. Il corpo composto di cinque elementi; lo yog li purifica con la pratica dello yoga e alla fine si eleva su di essi vittorioso. Allora egli ottiene le otto siddhi: a/im (pu diventare piccolo quanto vuole e andare ovunque senza essere notato), laghim (pu diventare leggero quanto vuole e quindi volare nellaria), mahim (pu diventare grande quanto una montagna), prati (pu toccare qualsiasi cosa, indipendentemente da quanto lontana essa sia), prkmya (pu realizzare e materializzare qualsiasi cosa e le sue decisioni o postulati non falliscono mai), vaitva (pu far s che qualsiasi cosa, animata o inanimata, si comporti secondo la sua volont e sotto il suo controllo), tva (pu creare, mantenere o distruggere ogni elemento o materia secondo la sua volont), ytrakmavaayitva (pu modificare le qualit di qualsiasi materia). In sabjasamdhi la mente va attraverso quattro tipi di esperienze: ksipta (scoraggiamento) m ha (perplessit) vikipta (esultanza) ekgra (concentrazione); quindi raggiunge il quinto tipo di esperienza: lo stadio del nirbjasamdhi libero ormai da impedimenti. Nel sabjasamdhi la mente e il corpo sono separati e si compiono molti sforzi per rendere il pr/a (che libero) e i sensi introversi. Quindi, dopo molti anni di sdhan il controllo sui sensi viene raggiunto. Nel nirbjasamdhi la mente separata dalltman. Lo ha hayoga parte da mldhra cakra e arriva fino a viuddha cakra, mentre il rjayoga va da aj cakra fino a sahasrra cakra, e realizza il controllo della mente 6. Il sdhaka che inizia dhyna senza prima purificare su?um/ con la pratiche del ni?kmakarmayoga non realizzer il samdhi, ma cadr solamente in mrch (trance incosciente, svenimento yogico). Anche se sabjasamdhi di grandissimo valore, appare poco significativo al confronto con nirbjasamdhi. Poich dopo pr/otthna di solito il sdhaka pratica cetansamdhi per molti anni, egli comincia a pensare che cetansamdhi sia il samdhi ultimo; tuttavia questa visione erronea. Lo yog raggiunge il nirbjasamdhi soltanto quando sia pr/a che bindu [i fluidi sessuali] sono divenuti stabili. Nel nirbjasamdhi lo yog non ha pi i sensi di udito, vista, tatto, gusto e olfatto, n il senso della differenza tra il proprio corpo e quello altrui7.

6. Ha hayoga Pradpik, 4, 48: Il seggio di iva sta tra le sopracciglia; ivi sassorbe la mente. Questa condizione conosciuta come turya, ove la morte non vha pi accesso. 7. Ibid. 4, 109: Lo yogi, catturato dal samdhi, non percepisce pi odore, n sapore, n colore, n tatto, n suono, n cosciente della differenza tra latman e lAltissimo. - 39 -

Il risultato finale dello yoga il kaivalya; in questo stadio il jvtman manifesta il suo vero essere e non ha pi legami con la natura [prak ti]. Alcuni karma yog dividono il samdhi in quattro stadi: ndayoga, rasnandayoga, layayoga e bhaktiyoga. Alcuni separano ulteriormente ndayoga in altri quattro stadi: rambhavasth [stadio iniziale], gha avasth [stadio dellunificazione], paricayavasth [stadio della conoscenza] e ni?patyavasth [stadio del coronamento]. Con le pratiche dello jnayoga il jvtman diventa stabile nella sua forma che chiamata jvana mukti (liberazione mentre si ancora in vita). Lasa)prajtasamdhi dello yoga esso stesso lautoesperienza finale di jna. Il conseguimento finale del bhaktimrga la realizzazione di Dio, che liberazione. Nel bhaktiyoga ci sono cinque stadi [di liberazione]: slokya [identit di luogo con la Divinit], smpya [vicinanza alla Divinit], syujya [intima unione, identificazione con la Divinit], srpya [identit di forma con la Divinit] e s? arya [identit con la Divinit in tutti i divini attributi: potere, saggezza, gloria ecc.]. Nella forma di liberazione slokya il devoto cerca la vicinanza coi santi, ascolta le scritture, intona canti devozionali e ripete il nome di Dio. Nella forma di liberazione smpya il devoto ha una vaga visione delle ll divine delle incarnazioni di Dio. Nella forma di liberazione syujya il sdhaka entra in uno stato di completa devozione a Dio; questo stadio chiamato dagli yog il risveglio della ku/ alin. Nella forma di liberazione srpya il devoto diventa come Dio. Nello yogamrga [il sentiero dello yoga; mrga significa sentiero] questo stadio chiamato sa)prajtasamdhi. Durante questo stadio si realizza il Corpo Divino riempito dal fuoco dello yoga e la Coscienza Divina insieme alla totale assenza di passioni. Nella forma di liberazione s? arya il devoto acquisisce tutti i poteri di Dio. Nello yogamrga questo ultimo stadio chiamato asa)prajtasamdhi. Tutti gli yog perfetti raggiungono la Consapevolezza Divina, il Corpo Divino e la totale assenza di passione. Mentre i modi per realizzarli possono essere differenti, i processi yogici che sottendono tali conseguimenti sono simili. Concludo dicendo che mi inchino ripetutamente davanti a su?um/, al potere di ku/ alin che vi giace sottostante, al Nettare che ha origine dalla luna e al potente Manonmansamdhi (samdhi della mente che oltre la mente) nella forma delltman 8.

8. Ibid. 4, 64: Salute a Te oh Su?um/, a Te oh Ku/ alin, a Te oh Sudh [nettare, ambrosia; la bevanda degli Dei], nata da Candra [la luna], a te oh Manonman [stato di assenza di pensieri]! Salute a Te oh Grande Potere, Energia, Spirito Intelligente!. - 40 -

Asato m sad gamaya, Tamaso m jyotir gamaya, M tyor mm t) gamaya. 1

Benedetto Uno, Dallirreale conducimi al Reale, Dalle tenebre conducimi alla Luce, Dalla morte conducimi allImmortalit.

1. B hadra/yaka Upani?ad: I, III, 27

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B IB LIOGRAFIA

Per la bibliografia di Svmi Kripalvananda e dei suoi allievi pi vicini invitiamo il lettore a consultare la pagina Biblioteca sul sito www.kripalvananda.org.

LIBRI DI CONSULTAZIONE
Glossario Sanscrito, scaricabile su: www.kripalvananda.org. Enciclopedia dello Yoga, Stefano Piano, Magnanelli Edizioni, www.magnanelli.it. Glossario Sanscrito, Gruppo Kevala, Edizioni ram Vidy, www.edizioniasramvidya.it . Dizionario dellinduismo, Stutley Margaret, Stutley James, Astrolabio Ubaldini. Monier-Williams Sanskrit-English Dictionary, ne esiste una versione digitale per Windows curata dal

Prof. Luis Bontes dellUniversit di Kln (Colonia). Contiene 160.000 lemmi, molto ben fatta e di facile consultazione. Potere scaricarla gratuitamente qui: http://members.chello.nl/l.bontes/. Esiste anche una versione su CD a un prezzo molto modico. Il CD contiene sia il programma del Prof. Bontes, sia lintero Dizionario scansionato pagina per pagina e supportato da un programma che ne rende agevole la consultazione. Il CD spedito come plico assicurato, ma venendo dallIndia impiega circa 40 giorni per il recapito. Potete ordinarlo qui:
http://www.matchless-gifts.com/catalog/product_info.php?cPath=25&products_id=65&ad=su.

OPERE CLASSICHE
Yoga-darana di Patajali, anche chiamato Yoga-stra o Aforismi dello Yoga

ne esistono diverse edizioni.


Bhagavad Gt, Vyasa, ne esistono diverse edizioni. Segnaliamo due versioni on line: http://www.guruji.it/bhagavadgita/gita.htm, http://www.harekrsna.it/libri_on_line/la_bhagavad_gita/la_bhagavadgita.asp. Upani?ad, esistono diverse Upani?ad in diverse edizioni.

Segnaliamo: Cinque Upani?ad, Edizioni ram Vidy, www.edizioniasramvidya.it e unantologia on line: http://www.guruji.it/upanishad/upani.htm.
iva-sa+hit, a cura di Maria Paola Repetto, Magnanelli Edizioni. Ghera/da-sa+hit, a cura di Stefano Fossati, Magnanelli Edizioni.

Srimad Bhagavatam, Vyasa, Edizioni Vidyananda, www.vidyananda.it. Segnaliamo la versione on line:


http://www.iskcon.it/prabhupadadesh/sbm.htm e il riassunto del 10 canto dedicato a K ?/a:
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http://www.harekrsna.it/libri_on_line/il_libro_di_krishna/il_libro_di_krishna_menu.asp.

Storie dello Yoga-vasi? ha, Edizioni Vidyananda, www.vidyananda.it. Mah Bhrata, Vyasa. Segnaliamo la versione on line: http://www.guruji.it/mahabharata/indice.html.

FONTS
Per il testo sono stati usati due fonts: il Times New Roman e il Vu Times Plus per i caratteri diacritici della

traslitterazione del sanscrito. Se volete trasferire il testo su Word, dovete istallare il font diacritico Vu Times Plus. Potete scaricarlo qui: http://www.pratyatosa.com/SanskritDiacriticTextConversion.htm.

w w w. k r i p a lv a n a nd a. o rg - 43 -

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