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DOMENICANI
san Domenico, Maestro di Preghiera (p. 160). lOrdinazione Sacerdotale di fr G. Matteo Serra op. (p. 139). a cento anni dalla morte del Servo di Dio: Pio del Corona (p. 153).
DOMENICANI
bimestrale dinformazione della Provincia Romana di S.Caterina da Siena Anno XLVI n. 4 settembre-ottobre 2012 c/c postale n. 41482894 int. Convento S. Domenico Padri Domenicani 09127 Cagliari Italia Autorizzazione del Tribunale di Firenze del 4 gennaio 1967 - n. 1800 Direttore P. Eugenio Zabatta o.p. Responsabile P. Fausto Sbaffoni o.p. Direzione e Redazione: piazza S. Domenico, n. 5 09127 CAGLIARI
sommario
SOMMARIO
135 Editoriale. Coinvolti come predicatori P. Eugenio Zabatta op. 137 Per lAnno della Fede. 139 Fr Gian Matteo Serra op., sacerdote. (Cronaca dellordinazione e testo dei discorsi).
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e.mail zabatta.eugenio@tiscali.it
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
CON APPROVAZIONE ECCLES. E DELLORDINE
153 Celebrazioni in onore di Pio Del Corona, Servo di Dio, a cento anni dalla morte. Fr Massimiliano Fanzone op. 156 Nuova sede del Noviziato Interprovinciale. 157 Incontro vocazionale. Fr T. Simone Bellomo op. 158 Conquistato da S. Caterina da Siena. Don Matteo Kouth. 160 San Domenico, maestro di preghiera. SS. Benedetto XVI. 162 Videoillustrazione su S. Domenico. Fr Manolo Puppini op. 164 Le sfide della nuova evangelizzazione. 165 Incontro con P. Bruno Cador, MO. Edoardo Mattei. 169 Notizie dalle Fraternite domenicane. 172 In memoria di: P. Giammarino e P. Botti. 175 Biblioteca domenicana. 176 Vita dei frati e le loro comunit.
Sped. Abb. Postale D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 copertina:
FIRENZE. Galleria palatina. Andrea del Sarto, La Disputa, a. 1518 c., olio su tavola.
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severante clima di raccoglimento, per meditare ogni avvenimento nel silenzio del suo cuore, davanti a Dio. In particolare nellesperienza del Cenacolo Maria condivide con gli Undici il dono dello Spirito Santo. Se non c Chiesa senza Pentecoste ha osservato il Papa - non c neanche Pentecoste senza la Madre di Ges, perch lei ha vissuto in modo unico ci che la Chiesa sperimenta ogni giorno sotto lazione dello Spirito Santo. Questo legame, sottolineato in modo particolare dal Concilio Vaticano II, attesta che il posto privilegiato di Maria la Chiesa. Venerarla vuol dire, dunque, imparare da Lei a essere comunit che prega: non soltanto nelle situazioni di difficolt o di bisogno, ma sempre, in modo unanime, perseverante, fedele, con un cuore solo e unanima sola. Affidiamo a lei - linvito del Papa - ogni fase di passaggio della nostra esistenza personale ed ecclesiale non ultima quella del nostro transito finale. Maria ci indica come solo con un legame costante intimo, pieno di amore con suo Figlio possiamo uscire da
noi stessi per raggiungere i confini del mondo e annunciare ovunque e a tutti il Signore Ges. Ci rimanga sempre cara questa scena che ci presenta, nel Cenacolo, gli Apostoli in preghiera con Maria per attendere con lei il dono dello Spirito Santo, senza il quale non si pu essere testimoni, predicatori della Parola. Maria, che ha gi ricevuto lo Spirito per generare il Verbo incarnato, condivide con tutta la Chiesa lattesa dello stesso dono, perch nel cuore di ogni credente sia formato Cristo (cf. Galati 4,19). Voglia Dio che questanno della fede, indetto da Papa Benedetto XVI con lintento di dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto, abbia pieno successo con chiari riverberi di crescita nella fede in tutte le famiglie cristiane Il presente fascicolo di Domenicani che vi raggiunge allinizio del nuovo anno sociale, con le notizie lieti e tristi di famiglia che porta, contribuisca a mantenere alto il nostro morale, necessario per fare la nostra parte.
P. Eugenio Zabatta op.
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LANGOLO DELLECONOMO
Il titolo di questa rubrica che ogni tanto fa capolino, ormai da tutti riconosciuto e anche gradito. da questo angoletto della rivista, infatti, che facciamo giungere ai nostri gentili e benevoli lettori il nostro grazie e al tempo stesso la nostra richiesta di sostegno e contributo di ogni genere. Angoletto gradito anche perch qui che viene ricordato a tutti che questa la rivista di famiglia e come tutti possiamo goderne, cos tutti hanno piacere di concretizzare quanto solo personalmente pu essere fatto. Iniziando in questo periodo il nuovo anno sociale, formuliamo volentieri, a tutti, i nostri auguri per una buona ripresa, dopo lestate che speriamo sia stata di riposo fisico e mentale. Lanno della fede che il S. Padre, Benedetto XVI, ha inaugurato ci renda ancora pi certi che a coloro che cercano il Regno di Dio, tutto il resto dato in abbondanza. Grazie ancora del vostro contributo a favore di Domenicani. (P. Eugenio Zabatta e Redazione).
Proprio per dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto, il Papa ha indetto lAnno della Fede che inizier l11 ottobre 2012, in occasione del 50mo anniversario dellapertura del Concilio Vaticano II, e terminer il 24 novembre 2013, giorno della Solennit di Cristo Re dellUniverso.
LAnno della Fede era gi stato annunciato, nel 2011, da Papa Benedetto XVI con questa grande finalit: Proprio per dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto, ho deciso di indire un Anno della Fede. Lanno della fede inizier l11 ottobre 2012, in occasione del 50.mo anniversario dellapertura del Concilio Vaticano II, e terminer il 24 novembre 2013, giorno della Solennit di Cristo Re dellUniverso. Per Benedetto XVI promuovere la Nuova Evangelizzazione a consolidamento della fede, un compito vitale e urgente, allinterno stesso della Chiesa, sia per preservare la fede e sia per trasmetterla. Per questo ha istituito il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione (28 giugno 2010); ugualmente ha dato come tema alla prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrer a Roma nellottobre 2012: Nuova Evangelizzazione e trasmissione della fede cristiana. Il motivo per cui il Papa invita a promuovere la Nuova Evangelizzazione mostra come allorigine della riflessione sullurgenza di una nuova evan-
gelizzazione la costatazione di una diffusa crisi di fede nei paesi che sono cristiani da secoli; Benedetto XVI parla di una eclissi di Dio; tocca a noi, come Chiesa, scoprirne le cause per rispondere a questa sfida proponendo soluzioni che riportino i cristiani allautenticit e coerenza della loro appartenenza ecclesiale. Nel Motu proprio Ubicumque et semper (21 novembre 2010), con il quale il Papa istituisce il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, esprime cos la situazione di crisi di fede di tanta cristianit oggi: Uno dei tratti singolari del nostro tempo stato il misurarsi con il fenomeno del distacco dalla fede, che si progressivamente manifestato presso societ e culture che da secoli apparivano impregnate dal Vangelo. Le trasformazioni sociali alle quali abbiamo assistito negli ultimi decenni hanno cause complesse, che affondano le loro radici lontano nel tempo e hanno profondamente modificato la percezione del nostro mondo. Si pensi ai giganteschi progressi della scienza e della tecnica, allampliarsi delle possibilit di vita e degli spazi di libert individuale, ai profondi cambiamenti in
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campo economico, al processo di mescolamento di etnie e culture causato da massicci fenomeni migratori, alla crescente interdipendenza tra i popoli. Tutto ci non stato senza conseguenze anche per la dimensione religiosa della vita delluomo. E se da un lato lumanit ha conosciuto innegabili benefici da tali trasformazioni e la Chiesa ha ricevuto ulteriori stimoli per rendere ragione della speranza che porta (cfr 1Pt 3,15), dallaltro si verificata una preoccupante perdita del senso del sacro, giungendo persino a porre in questione quei fondamenti che apparivano indiscutibili, come la fede in un Dio creatore e provvidente, la rivelazione di Ges Cristo unico salvatore, e la comune comprensione delle esperienze fondamentali delluomo quali il nascere, il morire, il vivere in una famiglia, il riferimento ad una legge morale naturale. Allo scopo di far conoscere e sostenere le iniziative legate alla Nuova Evangelizzazione, gi in atto nelle diverse Chiese particolari e promuovere la realizzazione di nuove, sono coinvolte attivamente in modo particolare le risorse presenti negli Istituti di Vita Consacrata e nelle Societ di Vita Apostolica, come pure nelle aggregazioni di fedeli e nelle nuove comunit. Per un approfondimento del tema della fede e della Nuova Evangelizzazione, nella Lettera apostolica vengono richiamate anche: Esort. ap. Evangelii nuntiandi, n. 52. Esort. ap. postsinodale Christifideles Laici, n. 34 Enciclica: Deus caritas est, n. 1.
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OrdinaziOne
presbiterale di
fra
Il 23 giugno 2012 alle ore 18 il nostro confratello fra Gian Matteo Serra ha ricevuto per le mani di S. Ecc. Mons. Sergio Pintor, vescovo di Ozieri, il sacro ordine del presbiterato nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire a Berchidda, caratteristico paesino al confine fra il Logudoro e la Gallura. La comunit berchiddese ha mostrato al neo sacerdote tutto il suo affetto e la sua gioia partecipando numerosa al memorabile evento non cos frequente e per questo reso ancor pi sentito. Naturalmente, pur non cos nutrita, la nostra Provincia religiosa era rappresentata dal Priore provinciale, fra Daniele Cara, dal priore di Cagliari fra Maurizio Carosi, da fra Christian Steiner e dal sottoscritto. Cospicua stata la presenza dei frati residenti nelle due comunit friburgensi. Del convento di Saint Hyacinthe, dove Gian Matteo ha atteso per cinque anni agli studi istituzionali, era presente il priore fra Philippe, il maestro degli studenti che lo
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da ha contribuito in questo senso, mettendo a disposizione degli ospiti alcune camere della locale Casa di riposo per anziani. Lo stesso hanno fatto alcuni parrocchiani che volentieri hanno condiviso le loro case per laccoglienza. Partito dalla casa paterna, dopo aver ricevuto la tradizionale benedizione da parte dei genitori, fra Gian Matteo si presentato alle ore 18 nella chiesa parrocchiale dove iniziata la solenne celebrazione, animata dalla Schola cantorum locale. Nonostante la calura estiva, la chiesa parrocchiale era gremita di fedeli. Lordinando era visibilmente emozionato, come anche i suoi famigliari che, comunque, hanno gi avuto la benedizione di un sacerdote, lo zio paterno di Gian Matteo, p. Teresino Serra, gi Superiore generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Ges e di una zia suora comboniana, sorella
del missionario e vicina spiritualmente dallAfrica. Il Priore provinciale ha presentato brevemente lordinando, ripercorrendo le tappe della sua formazione, iniziata nel 2005 con lingresso in prenoviziato nel Convento S. Domenico di Siena. Nellomelia, il vescovo di Ozieri, ha sottolineato lentusiasmo del nostro confratello nellabbracciare la vita religiosa; entusiasmo che cresciuto gradualmente nel cammino verso lordinazione, di cui testimonianza lo scambio epistolare avuto con lui in questi anni. Il presule non ha nascosto le difficolt legate alla vita sacerdotale, ma ha precisato che proprio la preghiera e la contemplazione, intese secondo il carisma domenicano, sono efficaci strumenti per il superamento di esse. P. Teresino Serra, infine, ha ricordato a Gian Matteo la dimensione del servizio legata alla missione del sacerdote,
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La tradizionale benedizione da parte dei genitori per il figlio fra Gian Matteo prima di recarsi nella chiesa parrocchiale per la solenne celebrazione.
Al termine della Santa Messa, accompagnati dalla banda musicale del luogo, ci siamo recati tutti nel vicino ristorante.
che non appartiene pi a se stesso, ma a Cristo e alla Chiesa. Al termine della S. Messa, accompagnati dalla banda musicale del luogo, ci siamo recati tutti nel vicino ristorante, dove abbiamo preso parte alla lauta cena a cui tutto il paese stato invitato a intervenire. Domenica 24 giugno, fra Gian Matteo ha celebrato, alle ore 10.30, la sua prima Messa sempre nella Chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire. Tutti gli ospiti si sono dati appuntamento davanti alla casa paterna da dove ci siamo recati processionalmente in chiesa per iniziare la S. Messa, con vasta partecipazione dei fedeli. Prima della celebrazione il sindaco del paese ha salutato il neo ordinato e gli amici venuti per loccasione. Lomelia stata tenuta dallo zio di Gian Matteo, p. Teresino Serra, il cui testo riportato qui di seguito. stata ricordata con viva commozione la fi-
gura della bisnonna paterna, che nelle sue preghiere non mancava di chiedere il dono di numerose vocazioni per la chiesa locale. In un tripudio di colori e di variegate melodie, la giornata si conclusa con il pranzo, al quale hanno partecipato diversi parrocchiani, oltre ai parenti e agli ospiti convenuti per il fausto evento e dove abbiamo avuto modo di gustare i piatti della saporita e ricca cucina locale, tra cui la famosa zuppa berchiddese: il tutto era accompagnato dal fresco vino vermentino di Gallura. Unordinazione presbiterale ovviamente sempre una grande festa! Auguriamo al nostro confratello di poter serbare lentusiasmo e la gioia che lo hanno accompagnato in questi anni, anche nei momenti di difficolt, per potersi dedicare con slancio allappassionante missione di frate Predicatore.
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Ordinazione Sacerdotale di Gian Matteo Serra.
Primo dialogo: Dio e Abramo. Il Signore disse ad Abramo: Parti dal tuo paese, dalla tua patria e dalla
senti. la festa di tutti. Ringrazia il tuo paese, Gian Matteo: mai dimenticare la tua comunit, che tanto ti ha amato e stimato. Qui ci sono i maestri e professori che ti hanno fatto grande e ti hanno arricchito con la cultura. I tuoi amici e amiche che hanno dato gioia alla tua giovent. Ricordiamo i diversi parroci che ti hanno aperto le porte allapostolato. Quando parti per la tua missione portati dietro un pugno di terra del tuo paese e portala con te. Perch terra sacra, di sacrificio, di lavoro, di lacrime e speranze. terra di sacerdoti e missionari. Ricordati di questo altare che un pezzo di storia del paese, storia che anche tu stai scrivendo. Qui si sono sposati i tuoi nonni e genitori. Davanti a questo altare tanti hanno versato lacrime di gioia e dolore. Davanti a questo altare si sono ordinati vari sacerdoti. Ed in questa chiesa sei stato battezzato, cresimato e ordinato sacerdote. Da questo altare partita per la missione tua zia Gina. Ringraziamo te, Gian Matteo, perch ti sei lasciato fare e rifare, programmare, sprogrammare e riprogrammare da Dio e da San Domenico. Ricorda sempre le parole pi amichevoli e profonde che Cristo ha dato ai suoi discepoli: Rimanete con me, perch senza di me non potete far niente. Senza Dio, senza una spiritualit il sacerdote solo un burocrata dello spirito, un manager di bassa qualit. E mentre inizi il cammino della tua missione, io lascio che parli la Parola di Dio e ti propongo alcuni dialoghi biblici, tra Dio e i suoi uomini, i suoi discepoli.
casa di tuo padre,verso il paese che io ti indicher. Ti far grande e ti benedir (Gen 12,1-2).Vai verso la terra misteriosa del tuo Dio. E Abramo risponde con una obbedienza silenziosa, o con silenzio obbediente. Si fida di Dio. Parte con tutta la fiducia nel Dio silenzioso. Caro Gian Matteo, nella tua vita farai la stessa esperienza di Abramo. Mantieniti in sintonia con Dio, con la famiglia domenicana, con la tua missione. Non mettere mai ostacoli a Dio e segui il cammino che Dio ti indica. Lobbedienza, questo tipo di obbedienza, a volte amara, ma i frutti sono dolci. Secondo dialogo: Dio e Geremia. Geremia vive e vede il paese che attraversa un momento difficile: il popolo ha gi sofferto abbastanza. Si temono altre invasioni, altre violenze e altro sangue ed altre lacrime. Dio manda delle visioni al suo profeta e gli chiede: Che cosa vedi, Geremia?. Rispose: Vedo un ramo di mandorlo in fiore. Il Signore soggiunse: Hai visto bene, poich io vigilo sulla mia parola per realizzarla(Ger 1,11-12). Hai visto bene, Geremia, hai visto la speranza. Non hai fissato lo sguardo sul dolore, ma sulla speranza. Hai visto il mandorlo in fiore, simbolo di ottimismo e bene. Il mandorlo il primo albero a fiorire e a volte fiorisce in inverno. Vedrai molte cose e camminerai attraverso diverse situazioni. Ricorda che lottimismo la virt dei realisti e dei forti. Lottimismo evangelico far sgorgare miele dalla roccia e fa fiorire i deserti. Lottimismo crea sempre speranza nel presente e nel futuro. Il compito del sacerdote mantenere alta la speranza della sua gente, particolarmente in tempi e situazioni difficili.
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Terzo dialogo: Ges e Pietro. Un dialogo nel capitolo 21 del Vangelo di Giovanni cinsegna e ci spiega il comandamento pi grande della legge di Dio, il comandamento dellamore. Pietro, figlio di Giovanni, mi ami tu? Pietro rispose: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo. Ed allora pasci i miei agnelli (Gv 21,15-17). Cio, se mi ami veramente, mettiti al servizio dei tuoi fratelli. vero, Dio vuol essere amato nel povero, nel piccolo, in ogni persona che incontriamo, particolarmente nella persona che non conta, quella dimenticata, lultima. Ama Dio amando il prossimo, dice questo comandamento, ed ama il prossimo amando Dio. Pasci i miei agnelli. Ama con tutto il cuore. Caro Gian Matteo, Dio ti dar un gregge, vari greggi. Non esiste il gregge perfetto. In ogni gregge ci sono pecore e caproni, o montoni. A volte i caproni sono troppi. Ci sar la pecora nera e la bianca, la sana e lammalata, la forte e
la ferita, lattenta e quella che si perde. Ogni pecora, ogni agnello ti appartiene. Rimani e d pi tempo a quella che ha pi bisogno. Quarto dialogo. Tra te e tuo Padre San Domenico. I consigli di San Domenico: Sii uomo di preghiera: Parla molto con Dio perch non potrai mai parlare di Dio se non parli con Dio. Senza orazione non c vocazione. Tu sai bene che il sacerdote non pu far nulla senza Cristo che lo manda e che la diffusione del Vangelo legata alla preghiera: senza di questa gli mancherebbe uninsostituibile forza interiore e la sua attivit sarebbe presto pervasa da una visuale puramente umana. La tua vita vivere in sintonia con Dio, cercare Dio, inebriarti di Dio, studiare Dio, parlare con Dio, parlare di Dio, servire Dio servendo i tuoi fratelli e le tue sorelle. Il sacerdote, se non tutto di Dio,
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Il vangelo predicato con la tua vita quello che porta pi frutti. La tua testimonianza sincera e trasparente rende credibile il tuo sacerdozio. Molti non
ha poco da insegnare; e tradisce la sua missione e la sua gente: la preghiera infatti il pane quotidiano del consacrato di Dio. Parla sempre di Dio: sei dellOrdine dei Predicatori, quindi che tu sia un predicatore in ordine e agli ordini di Cristo, tuo maestro e di San Domenico, tuo Padre: Non puoi predicare Dio se non ti nutri della sua Parola, se non ti incontri con lui. Tu devi predicare la Sua parola e non la tua. Il decreto Perfectae Caritatis ci raccomanda: Il sacerdote legge la Parola di Dio alla luce dello Spirito e in comunione con la Chiesa. La applica alla sua vita nella meditazione, lasciandosi giudicare da essa e convertire alla maniera di pensare e di agire di Dio.
leggeranno i Vangeli ma leggeranno la tua vita: sii un vangelo visibile e un chicco di grano nascosto. Sii povero: Parafrasando e traducendo un pensiero di San Domenico ti diciamo: Desidera poche cose e le poche cose che desideri, desiderale poco. La tua vera ricchezza siano le persone che si avvicineranno a te. Ogni persona sacra. Dio che te la manda. Sii povero e semplice: Stai celebrando la prima Santa Messa. Ti traduco una pagina di San Giovanni Crisostomo. una pagina che troverai nel breviario (vol. 1): mentre adori il corpo di Cristo eucaristico, non dimenticare laltro corpo di Cristo, cio il tuo fratello povero e bisognoso. A che serve celebrare la Messa con calici doro, se non ci accorgiamo del povero bisognoso di un bicchiere dacqua? E non contradditorio celebrare su altari coperti da tovaglie preziose e dorate, se non ci ac-
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corgiamo del povero che ha bisogno di una coperta o di una camicia? E a che servono quelle catene doro o dargento delle lampade e candelieri se non ci accorgiamo e non vediamo le catene di chi vive schiavizzato o in carcere? Ci preoccupiamo anche di adornare il tempio con pavimenti e colonne con marmi preziosi e non badiamo a chi vive senza casa, senza tetto. Il tempio importante e mentre adorni lambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questi un tempio vivo pi prezioso di quello. Sii povero perch alcuni, dice San Paolo, per amore dei soldi hanno denigrato il loro sacerdozio ed hanno tradito il popolo e hanno perso la fede. Sii povero, cio ricco di Dio e di virt umane e spirituali e sacerdotali. Sii povero e farai miracoli: Forse non riuscirai a cambiare lacqua in vino, ma potrai cambiare la tristezza in gioia e il dubbio in speranza, e loscurit in luce. Non potrai moltiplicare i pani,
ma potrai moltiplicare i tuoi sacrifici e la tua preghiera per servire meglio alla tua gente. Non potrai risuscitare i morti, ma potrai far risuscitare i cuori di molte persone. Sempre. Sii povero: usa bene il tuo cuore e sarai segno visibile del tuo Dio invisibile. Gian Matteo, in poche parole, ti stiamo augurando non di crescere ma di diminuire perch lunico che sulla tua strada ha diritto di crescere Cristo. Ti auguro di lasciarti crocifiggere, anche se sentirai male, perch solo chi ha il coraggio di lasciarsi inchiodare alla croce ha la capacit di condurre il suo popolo verso la Pasqua di Cristo, verso una nuova Pentecoste.. Gian Matteo, buon cammino. La meta la tua missione. Cristo il tuo aiuto e Pastore. La preghiera la tua forza e noi tutti i tuoi compagni di viaggio. Dio con te. E anche noi. Buon cammino. P. Teresino Serra.
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Il saluto di fr Gian Matteo op. durante la celebrazione della sua prima messa a Berchidda il 24 giugno 2012
Cosa pu dire un uomo in un giorno come questo? La tenerezza lamore e la misericordia di Dio non lasciano spazio a parole che descrivano sensazioni, gioie, paure, emozioni fede! Ho chiesto a Rosalba di cantare questa canzone, che ha composto riflettendo sulla vocazione sacerdotale: Luce. Luce sei, uomo che parli a Dio, devi risplendere oltre le tenebre. Tutto sei per tutti gli uomini che cercano in te la limpidezza Sua, sei Alter Christus, uomo di Dio, Cristo nelle specie umane, cielo e terra, risposta damore, segno di contraddizione, luce del mondo, fiaccola ardente, candelabro di luce perenne, pensiero ed azione umano e divino, il sale di questa terra. Queste parole mi fanno tremare, e credo facciano tremare qualsiasi sacerdote che chiamato ad essere luce per gli altri, risposta damore a Dio per le persone che Dio gli affida, vita offerta a Dio, per voi, per quelli che incontro e incontrer. Eppure di fronte a voi non avete un santo. Avete solo un povero uomo che Dio ha chiamato ad essere suo strumento, che prega il Padre che sia riflesso della sua luce, e chiede a voi di accompagnarlo con la vostra preghiera. Se poi per la sua debolezza questo povero sacerdote dovesse far impallidire la luce di Dio, possa essere consolato dalla vostra misericordia, riflesso della misericordia del Padre. So che desiderate che i vostri sacerdoti siano santi, perch vi guidino verso la santit. Spero per questo che la vostra benevola correzione fatta nello Spirito Santo e con amore, amore per la vocazione che Dio mi affida, e la vo-
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BERCHIDDA. Chiesa parrocchiale S. Sebastiano martire. Due momenti della S. Messa di fr Gian Matteo Serra: lofferta del pane e del vino, che sono la materia del sacramento eucaristico, il segno dellofferta di S del Cristo e anche, come zio P. Teresino ha ricordato al nipote P. Gian Matteo, durante la sua Prima Messa, il segno della totale appartenenza del sacerdote a Cristo e alla Sua missione.
stra preghiera, mi aiuti a rinnovare la fedelt a questa chiamata che accolgo nella fede, chiamata che donata a me, a voi, alla Chiesa. Dio mi ha benedetto con il dono del sacerdozio, ma il sacerdozio che mi donato benedizione anche per voi, perch se Lui vuole, sar docile alla sua chiamata di non appartenermi pi e di appartenere come dono alla missione nella Chiesa universale, allOrdine dei frati domenicani che mi hanno accolto sette anni fa, e a voi che siete la comunit che mi ha visto crescere, mi stata testimonianza di fede, e ha sostenuto i primi passi del mio incontro con Dio. Oggi pi che mai sento forte la necessit di essere io, e voi, costruttori di amore luno per laltro, riflesso dellamore che Dio ha per noi, e costruttori di perdono, perch la Sua tenerezza, la tenerezza di cui Ges spesso ci ha dato lesempio, anche nelle difficolt, lunico sostegno che ci sorregge. Amo la parola frate! Frate significa fratello: cio cammino con voi, non sopra di voi, non dietro di voi, non davanti a voi. Questo voi, per un frate domenicano, ha i confini del mondo. Non mi vedrete camminare sempre per le strade di Berchidda, ma i vostri passi di fede camminano nel mio cuore. Sar prima di tutto Dio a tenerci uniti. Frate e allo stesso tempo Padre. Padre Serra, su minore! Se mi chiamate Padre non sia per reverenza, ma perch, come Ges, sono chiamato ad essere servitore. Se penso a mio padre e a mia madre, e a tutti i genitori che vivono nella fedelt il loro amore e la loro vocazione, genitori che un figlio non potr mai ringraziare abbastanza, capisco meglio cosa significa donare e sacrificare la propria vita per i figli.
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Non posso scusarmi dicendo di non avere avuto esempi di generosit nella mia famiglia per non sforzarmi di fare della mia vita un dono. Non penso solo a chi dopo una vita consumata nellamore immagino stia gi contemplando la bellezza del Padre in Paradiso e oggi fa festa con noi, ma anche a qualcuno che continua ad essere per me segno presente di vita offerta e offerta nella gioia. Penso a zia Gina, che ci vicina dalla sua missione in Africa e a te zio. Grazie per la tua vita donata! So che mi concedereste unaltra mezzoretta per iniziare adesso la lunga lista dei ringraziamenti, ma sento che il mio grazie troppo poco per quello che ognuno di voi, a titolo diverso ha fatto perch la mia ordinazione sia una festa bella per me e per il paese intero. Abbiamo potuto pregare bene, cantare bene, ascoltare la gioia della musica per le nostre strade, vedere la bellezza dei fiori in questa chiesa, e per chi lo desidera possiamo ancora assaggiare la bont della vostra generosit, grazie alla risposta che ognuno di voi ha dato a Dio in occasione di questi due giorni di benedizione! Il fare di tutti voi, il vostro adoperarvi e il vostro essermi vicino vi sia reso in benedizione e consolazione, perch Dio non indifferente a chi dona con gioia. Da parte mia avete la mia preghiera dazione di grazie e secondo le intenzioni che portate nel cuore. Ho offerto la messa di oggi, la mia prima messa, in modo particolare per la mia famiglia, per i frati, per chi ha fatto del bene alla mia vocazione e per ognuno di voi, qui presente o che tramite la radio in questo momento ci sta seguendo da casa. Gi, soprattutto i nostri anziani ed ammalati che sono come il nostro
scudo di preghiera sono presenti qui nel mio cuore, con tutti noi. Come frate non posso tacere la riconoscenza per tutti i confratelli che in questi anni ho incontrato! Penso qui soprattutto a P. Daniele, il mio provinciale, che mi ha accolto come postulante e ai frati della mia provincia del centro Italia. Ma penso anche ai frati e agli amici con i quali ho condiviso a Friburgo i miei ultimi 5 anni, permettetemi di rivolgermi a loro per un istante. Vous tes dans les berceaux de ma foi! Dans cette glise jai reu le don du baptme et de la confirmation. Jy ai toujours trouv un lieu de repos avec Dieu et maintenant il est aussi le lieu ou Dieu ma consacr tre son serviteur. Les yeux du cur, ne voient pas seulement de murs, mais la prsence de Dieu de Misricorde dans ma vie, prsence qui prend le visage de tout ce gens qui vous accueillent de tout leur cur. Ici cest aussi votre maison, soyez vraiment le bienvenus. Et je pense particulirement toi, Pawel que pendant ces annes tu as t plus quun pre maitre, un vrai frre. Pour ce qui vaut ma prire avec une grande reconnaissance et amiti je prie pour toi et je te remercie pour le bine que tu as fait ma vie. Eucaristia significa azione di grazie. Il sacerdote offre con voi a Dio in ogni messa il nostro grazie a Lui per il dono che Egli fa di se stesso a noi. In Lui, alta ed eterna Trinit, ci ringraziamo lun laltro, facendo delle nostre amicizie un canto di lode a Dio che gli offriamo oggi nella gioia di questo giorno. Luce sei, uomo che parli a Dio! Parliamo a Dio e di Dio e saremo luce, insieme, nel mondo, per il mondo. Dio vi benedica. Fr Gian Matteo Serra op.
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Santa Messa di ringraziamento a cento anni dalla morte del Servo di Dio Mons. Pio Alberto del Corona, Vescovo Domenicano.
Alla Casa Madre, noi novizi arriviamo con vasto anticipo, circa unora prima. Le suore gentilissime ci accolgono con squisita carit, dopo averci offerto
Gioved 21 Giugno 2012, la Comunit del Noviziato domenicano nazionale italiano, da Fontanellato si recata a Firenze con il proprio Maestro, fra Franois Dermine, per partecipare ad una solenne Santa Messa di ringraziamento per i cento anni dalla nascita al Cielo (15 agosto 1912) del Servo di Dio Monsignor Pio Alberto del Corona O.P., gi Vescovo di S. Miniato (Pisa) e poi Arcivescovo di Sardica. A presiedere il sacro rito Sua Em. il Cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. La Santa Messa stata celebrata, alle ore 17,30, nella Casa Madre delle Suore Domenicane dello Spirito Santo, il cui Fondatore stato il Vescovo Pio del Corona, in via Bolognese n. 111. Ci sono molti concelebranti: il Vescovo di S. Miniato, Mons. Fausto Tardelli, successore di Mons. Pio e il vescovo di Fiesole Mons. Mario Meini. Il vescovo di Livorno, diocesi che diede i natali al Servo di Dio, impossibilitato a venire, ha inviato un suo vicario. A questi si aggiungano molti altri sacerdoti, tra i quali i domenicani provenienti dai vicini conventi fiorentini di San Marco e Santa Maria Novella e di San Domenico di Fiesole. A capo di questultimi, il Padre Provinciale, Daniele Cara.
bevande fresche e messo a disposizione una stanza del convento dove rinfrescarci e riposarci. Ci rechiamo, poi, a pregare in cripta sulla tomba del Servo di Dio. Quindi dal cerimoniere ed organizzatore della festa, Pietro, del Convento di Fiesole, veniamo istruiti su come si svolger la celebrazione e ci vengono assegnati i vari incarichi: croce e candelieri, turibolo, microfono e messale, per il servizio allaltare. A me toccato di stare accanto allArcivescovo per presentagli, alloccorrenza, il messale. La Santa Messa celebrata quella del giorno che fa memoria di San Luigi Gonzaga. Tutto si svolge con grande solennit e decoro. Il Presule predica in modo semplice e comprensibile da tutti: prima rivolge qualche esortazione a partire dalle figure di San Luigi e di Mons. Pio Alberto del Corona, quindi conclude con un commento al Vangelo del giorno, in cui Ges insegna ai suoi apostoli la preghiera del Padre Nostro. La celebrazione termina con un omaggio sentito e devoto al Servo di Dio. Tutti i concelebranti, i frati e le suore con lassemblea si recano in cripta, con grande raccoglimento, per innalzargli una preghiera. Il Cardinale d inizio alla preghiera riportata sullimmaginetta del Servo di Dio, quindi incensa e asperge la lastra sepolcrale. Viene cantata la Salve Regina in forma solenne e linno Lumen Ecclesiae al
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Padre comune, San Domenico, di cui, Pio del Corona fu fedelissimo e degnissimo figlio spirituale. Segue il rinfresco al quale la Madre Generale delle Suore dello Spirito Santo, dopo aver rivolto ai presenti cordiali ringraziamenti per la partecipazione, ha invitato tutti. Si tratta di un vero e proprio momento conviviale trascorso nella fraternit e nellamicizia. Abbiamo modo cos di conoscere i convenuti e scambiarci convenevoli e sincere cordialit. Anche a questo momento di comunione tra noi, presente Sua Em. lArcivescovo di Firenze. Prima di congedarci da questa bella Comunit di sorelle oranti, che ci ha accolto, noi novizi abbiamo potuto visitare il Monastero. Ci che pi ci colpisce durante la visita la Cappella in cui Mons. Pio celebrava la Santa Messa. L fu visto elevarsi da terra durante la consacrazione, come gi avveniva per il Santo Padre Domenico.
Tra le mura sacre di questo Monastero, che Pio am moltissimo, pass anche i suoi ultimi giorni, che si conclusero, come lui aveva predetto, nella festa dellAssunta del 1912. Il servo di Dio era amico di un altro degnissimo figlio di San Domenico, il Beato Giacinto Cormier. Si conservano delle foto che ritraggono i due illustri e santi confratelli domenicani, che si sono trovati insieme, nel Convento di San Domenico di Fiesole, per un breve riposo dalle loro fatiche apostoliche. Ringraziamo la Trinit Santissima, per averci concesso di vivere una giornata di intensa spiritualit accanto ad un gigante di bont e santit, quale stato il Vescovo nostro confratello, il Servo di Dio Mons. Pio Alberto del Corona, ed eleviamo fervide preghiere perch si degni di concedere, quanto prima, la glorificazione di questo Suo servitore buono e fedele.
Dr. Massimiliano Fanzone o.p.
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FIRENZE. Via Bolognese. Celebrazione della S. Messa, in onore del Servo di Dio Pio del Corona, nel centenario dalla morte, presieduta dal Card. Giuseppe Betori, arc. di Firenze.
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bombardamento: una cronaca curata con precisione e acute osservazioni del bravo cronista Padre Isnardo Grossi. La vivace partecipazione dei numerosi presenti, nel ricordo personale di drammatiche situazioni vissute in prima persona, ha reso maggiormente interessante lincontro. Laltra serata - venerd 22 giugno ci ha regalato un concerto di alto livello, tenuto allaperto, nel piazzale antistante il Santuario, iniziato subito dopo laccensione dei tradizionali fuochi nei dintorni; il concerto ha suscitato profonde emozioni nei presenti. Tutto stato preparato e coordinato dal maestro Roberto Fabbriciani, con la partecipazione di noti artisti di fama internazionale: il Coro Vox Cordis di Arezzo, diretto da Lorenzo Donati; lOrchestra darchi degli Interpreti Veneziani; il chitarrista Massimo Scattolin. Molto toccante lultima esecuzione
del maestro Fabbriciani, una Elegia composta nel ricordo di Padre Raimondo Caprara, lindimenticabile parroco di S. Domenico di Arezzo, che aveva seguito il maestro Fabbriciani negli anni della sua prima giovent. Questo brano, eseguito dallo stesso autore, era accompagnato da chitarra e archi. Le due serate hanno ben preparato la celebrazione del 23 giugno: Apparizione della Madonna e 50 di sacerdozio di Padre Giovanni. La solenne Concelebrazione vespertina stata presieduta dal Vescovo di Arezzo Riccardo Fontana e animata dal Coro del Santuario, rafforzato per loccasione da alcuni amici del Coro S. Domenico di Arezzo. Prima, durante e dopo questa solenne liturgia il maestro dorgano Sergio de Pieri ha elevato la preghiera dei presenti con stupendi brani musicali. Tra i vari interventi stato sottolineato che Padre Giovanni ha vissuto tutti i
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BIBBIENA. S. MARIA DEL SASSO. In queste pagine riportiamo alcune immagini veramente suggestive della tradizionale processione con la fiaccolata (a chiusura del mese mariano) che, questanno, ha avuto una partecipazione pi numerosa del solito.
BIBBIENA. S. Maria del Sasso, processione in onore della madonna del Buio.
suoi 50 anni di sacerdozio nella Diocesi di Arezzo. Di questi, pi di 40 nella parrocchia di S. Domenico di Arezzo dove - tra le tante iniziative - stato fondatore e direttore per 30 anni - con molto successo - dellemittente televisiva diocesana TSD (Telesandomenico). Ora, da alcuni anni, preziosa la sua presenza qui al Santuario di S. Maria: tutto dedito alle necessit pastorali, alla animazione culturale e alla predicazione. Con un ricco rinfresco per tutti, offerto nel grande chiostro cinquecentesco, si sono concluse queste celebrazioni. I vecchi amici di TSD con tanta cura hanno preparato e proiettato un interessante video su Padre Giovanni, scherzoso e serio insieme, sottolineando alcuni momenti pi salienti del suo ministero sacerdotale, in particolare nelle varie attivit tra i giovani.
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Da venerd 8 a domenica 10 giugno ci siamo ritrovati nel convento di Bibbiena, per il nostro ultimo incontro vocazionale prima dellestate. Il luogo particolarmente adatto alla preghiera e alla meditazione, allombra del Santuario della Madonna del Sasso, ci ha accolto per tre giorni di pace, fraternit, preghiera e ascolto della Parola di Dio. In particolare, guidati da p. Antonio, abbiamo fatto la lectio divina sul brano del Vangelo di Giovanni nel quale si
narra la chiamata dei primi discepoli. Abbiamo sentito come riferito anche a noi quel venite e vedrete e lo sguardo amorevole del Maestro che si rivolge a coloro che chiama ad una via di sequela pi radicale. Dono particolare di questi giorni stato anche lincontro con due realt di contemplative domenicane: quella di Pratovecchio e quella di Bibbiena. Il colloquio fraterno con le nostre consorelle ci ha infuso forza, considerando soprattutto il loro esempio di vita completamente dedicata allascolto del Maestro e allo stare con Lui. Infine non poteva esserci conclusione migliore della Solennit del Corpus Domini, con lEucaristia presieduta dal p. Provinciale Daniele Cara, nella quale abbiamo rinnovato il nostro sguardo di fede al grande Sacramento dellamore e della presenza di Cristo tra noi. Ringraziamo i padri Giuseppe e Giovanni Serrotti per la calorosa accoglienza che ci hanno fatto. Ringraziamo il Signore per questo anno di attivit di pastorale vocazionale: accompagniamo con la preghiera chi si prepara a iniziare lanno di noviziato o quello di prenoviziato. Chiediamo al Padrone della Messe che mandi nuovi operai anche nella nostra Provincia; che tutti seguano con coraggio e perseveranza le orme del S. Padre Domenico.
fra Simone Tommaso M. Bellomo OP
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Tra i vari ceti che costituiscono la Famiglia Domenicana prevista anche la Fraternita Sacerdotale Domenicana, alla quale possono aderire i Sacerdoti diocesani. Questi, nelliter di accoglienza, fanno una professione che li incorpora definitivamente allOrdine per condividerne la spiritualit e il carisma. Ha scritto per noi la simpatica relazione, del suo approdo nellOrdine dei Predicatori, Don Matteo sacerdote diocesano negli Stati Uniti. Leggiamola!
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stro Generale dellOrdine P. Bruno Cador, che fosse lui ad accogliermi nella fraternita sacerdotale. Ci avvenne proprio durante il Convegno per i 750 anni di canonizzazione della Santa, a Siena, il 30 ottobre 2011. Non potete immaginare cosa si prova quando tutti i colori di un dipinto a me sconosciuto, venivano come raccolti dagli amici di Dio, erano messi insieme rivelando una scena dellamore di Dio e dei Santi. I frati domenicani tutti; in particolare P. Reinaldo Sanchez organizz il rito daccoglienza e fu cos che mi ritrovai in mezzo a loro nella preghiera e davanti a me il Maestro dellOrdine che mi chiedeva le promesse. Questa la Provvidenza! Quando ci si mette nelle mani di Dio e dei Santi, consapevoli che siamo troppo piccoli e indegni di arrivare a nessun posto della santit con le sole proprie forze, allora arriva laiuto di Colui che dirige e dipinge tutto. Sono
sempre stupto quando guardo tutti i tesori nascosti da Lui nella via che a me sembrava fatta per caso, e invece era bene indicata e preparata dallAmore Divino. Non so dove questo corso mi porter, ma so bene che sar pieno di doni e di amici che non aspettavo. Sono incredibilmente grato a Dio, ai suoi Santi e a tutti i domenicani, a san Domenico, per essere stati coinvolti nella Provvidenza di Dio. Se vero ci che dice S. Caterina che tutto passa, Ella non parla per niente delle cose fatte dalle mani eterne: quelle non passano! Ogni atto degli uomini fatto nella grazia, non finisce mai, ma fa parte della nostra vita che va oltre, al di l. Una storia, la nostra, quasi una favola, che non potevamo inventare, n immaginare. Una bellezza, diciamo, che solo Lui sa disegnare.
Fra Tommaso Angelico (Don Matteo Kauth).
SIENA. San Domenico. Fr Tommaso con il Maestro dellOrdine, Bruno Cador, il P. Provinciale, Daniele Cara, e altri confratelli domenicani.
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Il Papa propone lo stile di preghiera di San Domenico durante ludienza generale dell8 agosto 2012.
Cari fratelli e sorelle, oggi la Chiesa celebra la memoria di san Domenico di Guzmn, Sacerdote e Fondatore dellOrdine dei Predicatori, detti Domenicani. In una precedente Catechesi ho gi illustrato questa insigne figura e il fondamentale contributo che ha apportato al rinnovamento della Chiesa del suo tempo. Oggi, vorrei metterne in luce un aspetto essenziale della sua spiritualit: la sua vita di preghiera. San Domenico fu un uomo di preghiera. Innamorato di Dio, non ebbe altra aspirazione che la salvezza delle anime, in particolare di quelle cadute nelle reti delle eresie del suo tempo; imitatore di Cristo, incarn radicalmente i tre consigli evangelici unendo alla proclamazione della Parola una testimonianza di una vita povera; sotto la guida dello Spirito Santo, progred sulla via della perfezione cristiana. In ogni momento, la preghiera fu la forza che rinnov e rese sempre pi feconde le sue opere apostoliche. Il Beato Giordano di Sassonia, morto nel 1237, suo successore alla guida
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dellOrdine, scrive cos: Durante il giorno, nessuno pi di lui si mostrava socievole... Viceversa di notte, nessuno era pi di lui assiduo nel vegliare in preghiera. Il giorno lo dedicava al prossimo, ma la notte la dava a Dio (P. Lippini, San Domenico visto dai suoi contemporanei, Bologna 1982, p. 133). In san Domenico possiamo vedere un esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini e attivit apostolica. Secondo le testimonianze delle persone a lui pi vicine, egli parlava sempre con Dio o di Dio. Tale osservazione indica la sua comunione profonda con il Signore e, allo stesso tempo, il costante impegno di condurre gli altri a questa comunione con Dio. Non ha lasciato scritti sulla preghiera, ma la tradizione domenicana ha raccolto e tramandato la sua esperienza viva in unopera dal titolo: Le nove maniere di pregare di San Domenico. Questo libro stato composto tra il 1260 e il 1288 da un Frate domenicano; esso ci aiuta a capire qualcosa della vita interiore del Santo e aiuta anche
noi, con tutte le differenze, a imparare qualcosa su come pregare. Sono quindi nove le maniere di pregare secondo san Domenico e ciascuna di queste, che realizzava sempre davanti a Ges Crocifisso, esprime un atteggiamento corporale e uno spirituale che, intimamente compenetrati, favoriscono il raccoglimento e il fervore. I primi sette modi seguono una linea ascendente, come passi di un cammino, verso la comunione con Dio, con la Trinit: san Domenico prega in piedi inchinato per esprimere lumilt, steso a terra per chiedere perdono dei propri peccati, in ginocchio facendo penitenza per partecipare alle sofferenze del Signore, con le braccia aperte fissando il Crocifisso per contemplare il Sommo Amore, con lo sguardo verso il cielo sentendosi attirato nel mondo di Dio. Quindi sono tre forme: in piedi, in ginocchio, steso a terra; ma sempre con lo sguardo rivolto verso il Signore Crocifisso. Gli ultimi due modi, invece, su cui vorrei soffermarmi brevemente, corrispondono a due pratiche di piet abitualmente vissute dal Santo. Innanzitutto la meditazione personale, dove la preghiera acquista una dimensione ancora pi intima, fervorosa e rasserenante. Al termine della recita della Liturgia delle Ore, e dopo la celebrazione della Messa, san Domenico prolungava il colloquio con Dio, senza porsi limiti di tempo. Seduto tranquillamente, si raccoglieva in se stesso in atteggiamento di ascolto, leggendo un libro o fissando il Crocifisso. Viveva cos intensamente questi momenti di rapporto con Dio che anche esteriormente si potevano cogliere le sue reazioni di gioia o di pianto. Quindi ha assimilato a s, meditando, le realt della fede. I testimoni raccon-
tano che, a volte, entrava in una sorta di estasi con il volto trasfigurato, ma subito dopo riprendeva umilmente le sue attivit quotidiane ricaricato dalla forza che viene dallAlto. Poi la preghiera durante i viaggi tra un convento e laltro; recitava le Lodi, lOra Media, il Vespro con i compagni, e, attraversando le valli o le colline, contemplava la bellezza della creazione. Allora dal suo cuore sgorgava un canto di lode e di ringraziamento a Dio per tanti doni, soprattutto per la pi grande meraviglia: la redenzione operata da Cristo. Cari amici, san Domenico ci ricorda che allorigine della testimonianza della fede, che ogni cristiano deve dare in famiglia, nel lavoro, nellimpegno sociale, e anche nei momenti di distensione, sta la preghiera, il contatto personale con Dio; solo questo rapporto reale con Dio ci d la forza per vivere intensamente ogni avvenimento, specie i momenti pi sofferti. Questo Santo ci ricorda anche limportanza degli atteggiamenti esteriori nella nostra preghiera. Linginocchiarsi, lo stare in piedi davanti al Signore, il fissare lo sguardo sul Crocifisso, il fermarsi e raccogliersi in silenzio, non sono secondari, ma ci aiutano a porci interiormente, con tutta la persona, in relazione con Dio. Vorrei richiamare ancora una volta la necessit per la nostra vita spirituale di trovare quotidianamente momenti per pregare con tranquillit; dobbiamo prenderci questo tempo specie nelle vacanze, avere un po di tempo per parlare con Dio. Sar un modo anche per aiutare chi ci sta vicino ad entrare nel raggio luminoso della presenza di Dio, che porta la pace e lamore di cui abbiamo tutti bisogno. Grazie.
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San Domenico scolpito da Nicola Pisano e aiuti; il Trittico di San Domenico dipinto da Giovanni da Taranto; la Pala di San Domenico conservata a Barcellona; il Polittico di San Domenico dipinto da Francesco Traini; il Reliquiario del Capo di San Domenico, capolavoro di oreficeria tardo gotica realizzato da Jacopo Roseto; gli affreschi della Sala del Capitolo del convento di San Domenico in Prato; la Pala dellIncoronazione della Vergine e il Trittico di Cortona dipinti dal Beato Angelico, sacerdote domenicano; gli affreschi del Chiostro Grande del convento di Santa Maria Novella in Firenze. Tale presentazione stata ricca di notizie sugli artisti, sui materiali e sugli stili artistici. Successivamente, fra Manolo ha illustrato i singoli episodi della vita di san Domenico, sia dal punto di vista storico che da quello artistico: la nascita e il battesimo; il miracolo del libro respinto dalle fiamme; il miracolo dei naufraghi salvati dalle acque della Garonna; san Domenico e il Crocifisso; la b. V. Maria che gli consegna il rosario; il sogno di Innocenzo III: san Domenico sostiene la basilica del Laterano;
Fra Manolo M. Puppini O.P. Per ulteriori informazioni o per organizzare la videoillustrazione si prega di contattare fra Manolo alla seguente e-mail: manolo.puppini@virgilio.it
la b. V. Maria che presenta a suo Figlio san Domenico e san Francesco per la salvezza del mondo; lincontro di san Domenico e san Francesco; lapprovazione dellOrdine domenicano; i santi apostoli Pietro e Paolo che gli consegnano rispettivamente un bastone e un libro; il miracolo dei pani portati dagli angeli; la risurrezione di Napoleone Orsini, nipote del cardinale Stefano di Fossanova, caduto da cavallo; la morte e le esequie; la visione del beato Guala da Bergamo O.P.: san Domenico viene portato in cielo attraverso una scala sorretta da Ges e dalla b. V. Maria; infine San Domenico in Soriano: la b. V. Maria consegna a fra Lorenzo da Grotteria una tela raffigurante san Domenico, perch venga esposta al culto. La videoillustrazione si conclusa con le notizie riguardanti la morte, la sepoltura, la traslazione e la canonizzazione di san Domenico.
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LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
al centro della missione dellOrdine
lOrdine composto da frati totalmente dediti allevangelizzazione della Parola di Dio. Totalmente dedito a rendere la Parola di Dio una buona notizia per il mondo.
Sin dalla nascita il concetto di nuova evangelizzazione, ha avuto molte definizioni anche discusse. Durante una conferenza tenutasi nel 2000, ad esempio, il Cardinale Ratzinger incentrava la sua riflessione sul fatto che: una grande parte dellumanit di oggi non trova pi, nellevangelizzazione permanente della Chiesa, il Vangelo, cio una risposta convincente alla domanda: come vivere? La sfida allora di sapere come porgere il Vangelo a coloro (uomini e donne) che non incontrano o non sono raggiunti dallevangelizzazione classica (la celebrazione delleucaristia, dei sacramenti, la predicazione ). per questo che occorre trovare nuove strutture e nuovi metodi per evangelizzare. Nella Redemptoris Missio, il Papa Giovanni Paolo II scriveva: la Chiesa deve affrontare altre sfide, progredendo verso nuove frontiere sia per la missione ad Gentes sia per la nuova evangelizzazione di quei popoli che hanno gi ricevuto lannuncio di Cristo, sottolineando la necessit di una forza spirituale per un rinnovamento della Chiesa. Egli scriveva ancora, con riguardo specificamente allEuropa: LEuropa non deve oggi semplicemente fare appello alla sua precedente eredit cristiana: occorre infatti che sia messa in grado di decidere nuovamente del suo futuro nellincontro con la persona e il messaggio di Ges Cristo (Ecclesia in Europa. 2002. 2). In questa stessa prospettiva di rinnovamento, il papa Benedetto XVI evocava il cortile dei Gentili (Discorso alla Curia Romana 21.12.2009. n. 40 ). In un certo modo, tutte le definizioni proposte mettono in evidenza questo invito ed ci che vi propongo di accogliere come un appello urgente per lOrdine dei Frati Predicatori che stato fondato per levangelizzazione, proprio in un momento della storia della Chiesa in cui si poneva la questione del metodo e delle strutture. Diego e Domenico, infatti, non hanno forse proposto lavventura di una predicazione itinerante e mendicante in risposta a metodi che sembravano inadatti a offrire una risposta ai movimenti dei Puri che, contestando certe pratiche e posture ecclesiali, proponevano un ritorno allevangelismo? E dunque una sfida centrale per lOrdine prendere parte, secondo il suo carisma, a questo movimento di evangelizzazione, specialmente in questo tempo in cui si prepara la celebrazione del Giubileo (a. 2016).
(dal Discorso del Maestro dellOrdine a Lisbona, gioved 12 aprile 2012).
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Sabato 12 Maggio, presso la sala di S. Caterina, nel Convento di S. Sabina, si tenuto un incontro con il Padre Cador, Maestro dellOrdine, come gi abbiamo letto nel numero precedente di Domenicani (p. 124). Durante lincontro, il p. Cador ha avuto parole di conforto e letizia per tutti, ma non ha mancato di porgere domande di stringente urgenza e drammaticit. Fra tutte, una mi rimasta impressa: Come facciamo a uscire dalle sacrestie?. Ovviamente la sacrestia un luogo che travalica i muri perimetrali dei locali di servizio delle chiese e si allarga ed espande fino ad abbracciare quello spazio immaginario dove ogni cattolico si trova a proprio agio, protetto, libero di esercitare la propria fede e di parlare della propria esperienza. Questo luogo, la propria visione della Chiesa, c chi lo vede come un castello da ristrutturare, chi un fortino assediato, chi una trincea, chi una casa senza pi porte o mura. La domanda del Maestro dellOrdine nasconde una grande urgenza: come uscire dalla situazione di crisi
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cia al colpevole in cui, come spesso accade, le parti si accusano fra loro: progressisti e tradizionalisti, con tutti i limiti delle etichette, si sono accapigliati facendosi dispetti e seguendo ciascuno la propria strada incurante dellaltro (e della comunione che ci dovrebbe essere). Il problema, come disse papa Ratzinger in occasione degli auguri di Natale del 2005, dipende dalla giusta interpretazione del Concilio o come diremmo oggi dalla sua giusta ermeneutica, dalla giusta chiave di lettura e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. Questa contrapposizione spiega la doppia risposta alla seconda domanda: perch dovrei uscire dalla sacrestia? Se i primi rispondono Perch se nessuno viene, dobbiamo andare a cercarli noi; gli altri controbattono Se restauriamo quanto stato distrutto, ritorneranno tutti. Chi ha ragione?
Adattare la Chiesa ai tempi moderni, e quindi ripensare la dottrina su aborto, matrimonio, divorzio, famiglia oppure riaffermare con fermezza il magistero condannando il peccato e offrendo la conversione al peccatore? C realmente contrapposizione? Se il deposito fidei lo stesso, dov la differenza? Un problema la cattiva comprensione della cosiddetta legge di gradualit. Si cresce per gradi e si esprime il proprio vissuto nella misura delle forze e delle capacit possedute. questa la legge della gradualit, una legge semplice, facilmente constatabile, che permette di assimilare e di interiorizzare in un continuum le nostre conquiste quotidiane. Questa legge ha un valore fondante anche nella formazione umana e spirituale del cristiano. Ne consegue che non possibile pretendere subito ladesione completa e incondizionata al magistero cos come non possibile, per motivi pastorali, piegare il magistero affinch sia ac-
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cettabile da tutti. Sovente c confusione. Facciamo un esempio: una coppia di divorziati risposati si avvicina alla Chiesa. Qual il giusto atteggiamento da tenere? Informarli della difficolt di comunione nella Chiesa e dellesigenza di avere una relazione differente oppure di tacere perch la cosa principale il loro ritorno nella Chiesa? La legge di gradualit, quel criterio per cui ci si dispone al bene in modo progressivo, va applicata senza trasformarla in un aggiramento delle norme cio in una gradualit della legge. Bisogna scegliere sempre il male minore, per cui la persona simpegna nella riduzione del male come unica concreta possibilit di volgersi verso un bene, al momento di fatto non interamente praticabile. ovvio che un cristiano, non autorizzato a scegliere il minore tra due mali, ma a rifiutarli entrambi. Con i nostri divorziati risposati, bene rallegrarsi che siano tornati nella Chiesa ma, per paura che se ne vadano, non bisogna rinunciare a inserirli in un cammino di formazione in cui, sostenendoli e annunciando loro la Verit, possano comprendere qual la loro vera situazione e maturare un cambiamento di vita. Perch dovremmo uscire? Perch i nostri divorziati risposati hanno sentito solamente la condanna dalla Chiesa mentre oggi serve qualcuno che annunci loro lamore e il perdono di Dio. Questo, lannuncio della Buona Novella, del kerygma, solo la prima conversione, la metanoia, leffetto immediato dellaccoglienza della predicazione. necessaria la presenza di formatori, di educatori per trasformare la prima conversione in fede matura e questi educatori non hanno bisogno di uscire, anzi devono rimanere nella sacrestia per mietere la semina della predicazione. Il problema, dunque, non uscire
o rimanere ma trovare il proprio posto, con umilt, senza pensare che sia lunico possibile per tutti: la messe grande e c lavoro per tutti e tutti insieme. Lultima risposta la conclusione di questa riflessione: cosa dovrei fare l fuori? Lo Spirito Santo [] vi spinga ad andare loro incontro, vi porti a frequentarne gli ambienti di vita []. Non si tratta di adeguare il Vangelo al mondo, ma di attingere dal Vangelo quella perenne novit, che consente in ogni tempo di trovare le forme adatte per annunciare la Parola che non passa, fecondando e servendo lumana esistenza. Torniamo, dunque, a proporre ai giovani la misura alta e trascendente della vita, intesa come vocazione: chiamati alla vita consacrata, al sacerdozio, al matrimonio, sappiano rispondere con generosit allappello del Signore, perch solo cos potranno cogliere ci che essenziale per ciascuno. Linvito del papa un bellissimo programma per i chiamati a uscire e l fuori ognuno pu seguire il proprio estro. Al Lloyd Center Mall di Portland, Oregon, padre Tony Wall, domenicano, ha un chiosco cattolico, la sua base per parlare con gli avventori del Centro Commerciale. Siamo diventati una chiesa completamente passiva afferma - la gente non incontra pi i preti da nessuna parte. Ci siamo nascosti nelle canoniche (ricordo come il card. Vallini, vicario del papa per la diocesi di Roma, in un incontro di questo inverno, chiedesse la disponibilit di catechisti per una missione nel giorno di Domenica al Centro Commerciale Porta di Roma). Con velleit e romanticismo, il p. Wall ha interpretato il carisma dellOrdine per i tempi moderni e, contemporaneamente il Maestro Generale, allultima conferenza dei Generali, aveva in-
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dicato quattro percorsi per unefficace evangelizzazione nel mondo di oggi: litineranza, la mendicit, lincontro, lo studio. Come possiamo seguire noi, laici domenicani, questi percorsi nella nostra vita quotidiana? Personalmente penso che la itineranza sia la disponibilit a uscire dai propri luoghi per andare nei luoghi dei non credenti, uscire dalle sacrestie. Interpreto la mendicit come la rinuncia al lusso e ai beni superflui (lorologio deve essere necessariamente un Patek Philippe Nautilus? La nuova auto deve essere obbligatoriamente full optional?) I mendicanti non solo si sentono pi vicini ai poveri, ma sono anche pi liberi di denunciare le strutture sociali e le politiche economiche che costringono di fatto non poche persone a vivere in povert. Lincontro affermava p. Cador - guidato dalla compassione e dal dialogo. La compassione pu assumere, in
certi casi, anche la forma dellindignazione per lesclusione e lingiustizia nei confronti dei poveri. Compatire diventa allora un incentivo a impegnarsi nella trasformazione del mondo, nella convinzione che la lotta per la giustizia e la pace sono parte integrante della predicazione del Regno di Dio. Infine, le persone che sincontrano sono mediamente ben informate, con un senso della vita variamente sviluppato: non possono essere affrontate se non si ha unadeguata preparazione dottrinale e pastorale che viene solo dallo studio inteso come vocazione e strumento di predicazione. Oggi, se il Maestro Generale chiedesse nuovamente Come possiamo uscire dalle sacrestie? saprei come rispondere: Chi si sente chiamato a uscire, semplicemente apra la porta ed esca. Ma non dimentichi la strada per tornare.
Edoardo Mattei (fr Mattia).
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Domenica 12 giugno, al Centro Giovanile di Selargius (CA), si svolto a conclusione dellanno sociale e come programmato dal Consiglio di Fraternita, il ritiro spirituale guidato dal nostro assistente P. Alberto Fazzini. Arrivo alle ore 9.00, a Selargius, di tutti i confratelli e consorelle: pochi assenti per motivi personali o di salute. Si unisce al gruppo, ospite graditissima, Suor Anna priora domenicana. Ci rechiamo in cappella per la recita delle lodi. Poi fa seguito la catechesi di P. Alberto. La prima parte dedicata al tema: Domenicani laici e si legge anche la lettera del Maestro Generale, P. Bruno Cador, riguardante i laici. Nella seconda parte della catechesi il padre tratta dellimportanza del S. Rosario: storia e recita, con unauspicabile meditazione personale.
Il dibattito seguto ha messo in luce lesigenza di sentirsi membri della Chiesa, consacrati al culto della verit, alla sua diffusione e al raggiungimento della salvezza. Il Padre assistente ci ha sollecitato ad essere pi presenti e non essere ignavi n nella meditazione, n nella vita attiva. Alle 12,30 la S. Messa, e alle 13,30 il pranzo con la presenza dei padri del convento di Cagliari, che ci hanno raggiunto nel frattempo per condividere con noi un momento di gioiosa fraternit conviviale. Dopo pranzo nel piazzale, allombra dei pini, abbiamo continuato la discussione del tema e preso accordi perch nel prossimo consiglio di fraternita si programmi, tra laltro, linserimento dellesame dellenciclica Porta Fidei di Benedetto XVI. (la priora Marisa Vassena).
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MONTEPULCIANO, Foto ricordo delle Nozze di diamante di Elia e Mario e dei cento anni di et della signora Lara Franceschi del Toro.
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In memoria di
Fr Marco Giammarino
sacerdote domenicano
Torino, 27/11/1933 Pistoia, 07/06/2012 Nato a Torino il 27 novembre 1933, ma subito trasferitosi a Roma con la famiglia, era entrato nellOrdine giovanissimo. Dopo gli anni del collegio aveva vissuto il suo noviziato a san Domenico di Fiesole nel 1950-51 e venne ordinato sacerdote, a Pistoia, nel 1958. Dopo gli studi allinterno dellOrdine e la laurea in filosofia a Perugia nel 1968, si impegn in attivit apostoliche a contatto con i giovani nel collegio di Arezzo prima, e poi con gli scouts e nella parrocchia a Perugia. Successivamente, dopo essere stato superiore a Lucca (1968-70), nel 1970 fu trasferito a Pistoia, dove rimasto fino alla morte. Entrato a far parte della redazione di Vita sociale, cur per diverso tempo una rubrica di notizie e informazioni sullAmerica Latina. Svolse lufficio di priore della comunit di Pistoia e pi volte quello di sottopriore. Dal 1970 intraprese linsegnamento, prima nella scuola privata, e poi, dal 1976 al 2004, nella scuola statale. Per molti anni fu professore di italiano e storia allIstituto Tecnico Commerciale di Agliana (Pt), intrattenendo con i suoi studenti un rapporto amicale e cordiale che durato fino al termine della sua vita. Svolse altres lufficio di Consigliere di Provincia, dapprima dal 1969 al 1972 e poi dal 1977 al 1981. A seguito del pensionamento nel 2004, fr Marco si era dedicato a diversi uffici e servizi allinterno della comunit di Pistoia (come quello di economo o di sacrista), assecondando in ci la sua indole amante di una presenza discreta e nascosta, ma anche la sua attitudine allo studio e allaggiornamento continuo maturata nellesperienza di formazione e di insegnamento. Negli anni pi recenti, incaricato dal Capitolo Provinciale del 2005 della Formazione Permanente in Provincia, ha curato gli Incontri di Formazione Annuale (svoltisi presso il convento di Pistoia) nel quadriennio 2005-2009. Sempre dal Capitolo, fu nominato Direttore della Biblioteca di Pistoia: ufficio svolto fino al 2011. Affetto da patologia cardiaca, sub un primo intervento nel dicembre 2010 e un secondo nel luglio 2011. deceduto a Pistoia il 7 giugno 2012. La celebrazione delle esequie, presieduta dal priore provinciale, fra Daniele Cara, si tenuta nella chiesa di S. Domenico alla presenza dei confratelli, dei parenti e di un buon gruppo di laici vicini alla comunit domenicana tra cui alcuni suoi ex-alunni, nella mattinata di sabato 9 giugno.
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In memoria di
sacerdote domenicano
Piacenza, 08/03/1930 Roma, 22/06/2012 Nato a Piacenza nel 1930, P. Remigio Botti ha fatto professione nellOrdine domenicano il 28 ottobre 1947 ed stato ordinato sacerdote il 5 dicembre 1947. Il 22 giugno scorso allet di 82 anni ci lasciava per sempre. Queste le date pi importanti della sua vita, ma, tra le tante notizie da dire, vorrei ricordarlo in particolare come missionario in Pakistan, dato che anchio lo raggiunsi in quella missione. Volentieri cercher, quindi, di riportare in breve la sua vita passata in missione e alcuni miei ricordi di lui. P. Remigio Botti part per la missione, affidata ai domenicani della Provincia Romana, nel 1955. Si ricordi che inizialmente fu lIndia e il primo gruppo di missionari part nel 1931. In seguito, nel 1947, con la separazione della zona del Nord i missionari si ritrovarono nel nuovo Paese chiamato Pakistan. Quando io arrivai in Pakistan, a Faisalabad, allora Lyallpur (era nellottobre del 1972) il P. Remigio aveva gi vissuto, sotto tutti gli aspetti, una buona parte della sua vita missionaria. Egli allora era assegnato alla Bishops House da dove assisteva i cristiani della Christian Town, un centro della comunit cristiana della citt, e nello
stesso tempo copriva anche lilqa o villaggi di Jaranwala, una cittadina a una trentina di km. da Faisaslabad nella direzione di Lahore. Anchio allinizio, prima di trasferirmi alla casa domenicana di Warispura che era in fase di costruzione, passai con lui alcuni mesi alla Bishos House. L cera anche mons. B. Cialeo e il vescovo Paolo Andreotti, da poco rientrato in diocesi come vescovo ausiliare e ricordo che dopo pranzo, si passeggiava un po fuori, attorno alla cattedrale. Negli anni 1973-74 le due vicarie domenicane: litaliana e lamericana lo elessero maestro dei novizi, ufficio che P. Remigio ricopr per molti anni, finch rimase in Pakistan. Quasi tutti i domenicani pakistani lhanno avuto come maestro in noviziato e conservano un bel ricordo di lui, in particolare per essere stati aiutati a vivere liberi sotto la nuova legge portata da Cristo. Fu scelta come casa di noviziato quella di Bahawalpur. Allora il P. Remigio lasciava a me la cura della sua ilqa, e si trasfer in questa citt dove rimase per parecchi anni. >>>
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Fr Remigio Botti
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Se ben ricordo alla fine degli anni settanta si prese un anno sabbatico (di riposo e di studio) in Italia: lo pass nel convento dei Prati a Roma e scelse come materia di studio la spiritualit. Dopo la creazione della Vice-provincia pakistana (1982) il noviziato fu spostato a Warispura, dove oltre ai novizi anche le giovani suore domenicane trassero un grande vantaggio per la formazione data dal P. Remigio. E nel 1987, con il trasferimento della casa priorale da Multan a Warispura, mi ritrovai anchio con il P. Remigio per tre anni interi. Quelli furono anni belli trascorsi insieme, anche perch con noi cera il vescovo Paolo che, come vescovo emerito, aveva lasciato la diocesi. La presenza di Mons. Paolo e la sua partecipazione alla nostra vita comunitaria fu di esempio per tutti, in particolare per le giovani vocazioni domenicane. Concludendo, posso dire che ho veramente dei bei ricordi di P. Remigio! Anche la gente gli voleva un gran bene e ancora lo ricorda con affetto. Anchio posso dire che aveva un gran cuore, sapeva guardare prima alla persona e poi a tutto il resto.
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Negli anni 90, quando fu colpito dallictus, egli fu costretto a rimanere in Italia. Quando capitavo a Roma, immancabilmente landavo a trovare e sono contento di averlo potuto vedere e parlargli, lultima volta, circa un mese prima che ci lasciasse. In una di quelle visite mi disse che appena fosse stato un po meglio, sarebbe ripartito subito per il Pakistan, tra la sua gente. S! In seguito allictus egli soffriva fisicamente, ma secondo me la sua pi grande sofferenza (che aveva accettato silenziosamente) era di non poter continuare a lavorare per il Regno di Dio in Pakistan. Tutti sanno che il caldo in Pakistan terribile e a volte insopportabile: pu raggiungere i 50 gradi e durare per mesi. Ebbene, per riprenderci un po, non solo dal caldo ma anche dal lavoro missionario, passavamo un mese in montagna, ad Ayubia. Spesso ho passato il mese, con P. Remigio, a scalare le cime di quei monti, a respirare aria pura e a cercare funghi. Sono certo che ora dopo tanta sofferenza, ma sempre accettata con grande fede, abbia raggiunto nuove vette e possa respirare nuova aria, aria di Cielo.
Fr Giovanni Palma OP.
Mentre stiamo concludendo per le stampe questo fascicolo di Domenicani ci lascia per la Casa del Padre anche
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domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Tra i propositi pi personali da fare, per prepararci a celebrare, nel 2016, lottavo centenario della conferma dellOrdine, suggerivamo la lettura di un libro della Vita di San Domenico. Questo ci aiuter a comprendere meglio il suo carisma e a vivere in comunione con lo spirito e le intenzioni dello stesso S. Domenico (cf. Domenicani, settembre-ottobre 2011, n. 4). Aggiungiamo, allelenco gi fatto, i seguenti testi: unisce lideale della vita evangelica, leloquenza del predicatore e la pi alta scienza filosofica e teologica. Certo non stato lunico a incarnare questo modello. Non era san Tommaso. Ma, senza di lui, ci sarebbe stato un san Tommaso? () (pag. 8).
M. ROQUEBERT, San Domenico, contro la leggenda, pp. 330, ed. S. Paolo (2005) Cinisello Balsamo. Libro di ottima divulgazione della vita di S. Domenico, ricco di contenuti e accessibile anche a non specialisti. Leggiamo dalla presentazione dello stesso autore che mantiene quanto promette: Evidentemente Domenico non ha bisogno di questo libro per essere riabilitato, sempre che ne abbia veramente bisogno. Vorrei semplicemente raccontarlo, rimanendo il pi vicino possibile ai fatti certi forniti dalle fonti storiche, e valutando accuratamente quanto siano probabili o possibili. Raccontarlo senza addentrarmi nei sentieri tradizionali dellagiografia, senza scrivere lennesima vita edificante e sublime di un santo cui gi stata consacrata tanta letteratura devota. Semplicemente, seguire di anno in anno il destino di un uomo dallintelligenza folgorante e dalla volont prodigiosa, alle prese con la pi grave crisi spirituale che la Chiesa abbia conosciuto prima della Riforma. Un uomo cui questa stessa Chiesa deve la creazione di un modello che prima di lui non esisteva, quello del religioso che
Domenico di Caleruega e la nascita dellOrdine dei Frati Predicatori, Atti del XLI Convegno storico internazionale (Todi 10-12 ottobre 2004), edito da Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo - Accademia Tudertina. un grosso volume di 640 pagine: un vero scrigno da cui attingere notizie interessanti della vita di San Domenico e contenuti di vera spiritualit domenicana. Allo schema cronologico della vita di S. Domenico di S. Tugwell, fanno seguito le lezioni di esperti storici, quali: La chiesa dal Papa Innocenzo III al Papa Gregorio IX, di K. Pennington; I nuovi Ordini, il IV concilio Lateranense e i Mendicanti, di M.P. Alberzoni; Domenico e gli eretici, di L. Paolini; Domenico e la vita religiosa femminile di G. Cariboni e infine: Gli scritti di Domenico di E. Montanari.
DOMENICANI n. 4 / 2012
PROVINCIA ROMANA DI SANTA CATERINA
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