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9.

Elasticit e onde

Caratteristica di elasticit di un corpo Facendo riferimento per esempio a una sbarra lunga l, con sezione trasversale A, sollecitata da una forza F (trazione o compressione) diretta lungo l (e quindi normale ad A), si definiscono i seguenti parametri: sollecitazione di pressione o trazione

= F / A (N/m2)

modulo di elasticit longitudinale E del materiale (N/m2) deformazione = l /l (<0 se in compressione e >0 se in trazione)
=E

La legge che descrive la caratteristica lineare o elastica della sollecitazione longitudinale

Quando la sollecitazione sufficientemente grande la relazione sforzo-deformazione non pi lineare (e reversibile), come si vede nel grafico che mostra landamento di una prova di trazione: a un certo punto si verifica uno snervamento (modifica strutturale a livello microscopico) e infine una rottura strutturale.

Analogamente si definiscono parametri di elasticit di taglio e di volume: sollecitazione di taglio:


= F /S = G (N/m2)

modulo di elasticit trasversale G del materiale (N/m2) deformazione = x /h

sollecitazione di pressione sul volume V: p=(forza normale)/(area esterna del corpo)=B (N/m2) modulo di compressibilit B del materiale (N/m2)

deformazione =

V /V

Esempio: Calcolare la forza necessaria ad allungare di 1 mm unasta di acciaio lunga 1 m con sezione A=1 cm2. (E=21011 N/m2)
F = A E l /l = (10-4 m2 21011 N/m2 10-3 m)/(1 m)=2104 N

ossia una forza equivalente al peso di una massa da 2000 kg!

Esempio: Un cubetto dacciaio di lato a=2 cm lanciato a v0=1 m/s urta elasticamente unasta di acciaio di sezione 2x2 cm e lunga 20 cm. Stimare la durata dellurto e la forza sviluppata nellurto, durante il contatto fisico fra cubetto e asta (incastrata ad una parete allestremit opposta). (densit acciaio =8000 kg/m3)

I corpi che si deformano elasticamente sono rappresentabili idealmente come una massa attaccata ad una molla di costante elastica k=AE/l:
F = A E l /l = k x

essendo la deformazione x= l. Notiamo che per due corpi dello stesso materiale e con la stessa sezione A come in questo esempio, quello pi corto quello pi rigido, deformandosi di una quantit l minore (la forza F si esercita con uguale intensit sui due corpi, per il

principio di azione e reazione). In termini energetici, quasi tutta lenergia elastica di deformazione viene immagazzinata nellasta, infatti
1 F2 U = k x2 = 2 2k

essendo il coefficiente k=AE/l dellasta molto inferiore a quello del cubetto. Per la conservazione dellenergia, il massimo di deformazione dellasta si ha verifica quando tutta lenergia cinetica iniziale stata convertita in potenziale:

1 1 2 m v0 = k x 2 2 2

x=

m v0 k

essendo k=AE/l=4108 N/m, m= a3 0.064 kg. La forza massima che si sviluppa nellurto F = k x = m k v 0 5000 N La durata dellurto pu essere ragionevolmente stimata come mezzo periodo di oscillazione della molla dellasta mentre si trova a contatto con il cubetto:

t=
0

m 40 s k

Durante lurto, il cubetto di poche decine di grammi produce una forza equivalente ad un peso di 500 kg (!), in un intervallo di tempo di 40 s in cui un aereo supersonico si sposta di 2 o 3 cm (!). Questo basta a qualificare impulsive le forze intense che si sviluppano negli urti.

Onde In tutti i fenomeni ondulatori esiste una sorgente che fornisce energia che si propaga sotto forma di perturbazione dello stato di un mezzo. Per esempio, un sasso (sorgente) lanciato in un laghetto converte parte della sua energia meccanica in perturbazione dello stato di quiete della superficie dellacqua, originando increspature (onde) che si propagano come cerchi concentrici rispetto al luogo dimpatto. Un tappo galleggiante, inizialmente a riposo sulla superficie del laghetto, quando viene investito dallonda si sposta in su e in gi, acquisendo energia meccanica che stata trasportata fin l dallonda. Le onde trasportano generalmente energia, quantit di moto e momento angolare insieme alla variazione di stato del mezzo in cui si propagano. In generale, invece, non trasportano materia: nellesempio precedente, se il sasso abbastanza piccolo non produce uno spostamento dacqua verso la riva del lago, ma il suo effetto solo quello di modulare la superficie dellacqua (il tappo si limita ad oscillare in su e in gi, non viene spinto a riva).

Esempio: onde elastiche Consideriamo una sbarra di sezione A, allineata ad un righello esterno fermo che identifica la posizione di tacche marcate sulla sbarra stessa (triangoli blu). Al righello associato il sistema di riferimento fisso x. Quando la sbarra colpita ad unestremit (per esempio), si origina un effetto di compressione (sorgente) che si propaga lungo la sbarra stessa sotto forma di onda, trasmettendo una forza (o quantit di moto) allaltra estremit. La trasmissione di questo impulso di compressione fa s che si abbia una deformazione locale nella sbarra che si propaga, variando la posizione delle tacche marcate rispetto ai corrispondenti segni sul righello esterno, che si spostano con le linee tratteggiate.

Chiamiamo

(x,t) lo spostamento della tacca rispetto alla coordinata x di riferimento,

nellistante t. Lo stato di deformazione istantaneo della sbarra definito dalla conoscenza

completa di (x,t) lungo tutta la sbarra. Possiamo usare la legge di Newton applicata ad un pezzo di sbarra di massa dm, inizialmente a riposo fra le coordinate x e x+dx:
(dm) a = F(x,t) + F(x + dx,t)

Le forze applicate a dm sono di trazione, in quanto convenzionalmente tutti gli incrementi infinitesimi sono >0, quindi dm si suppone allungata. Laccelerazione di dm va calcolata come derivata seconda dello spostamento
(x,t) di dm. Dipendendo sia dalla posizione di

riposo della tacca sulla sbarra (x) che dallistante (t) in cui si scatta la foto dello stato di deformazione, la derivata che si usa quella di (x,t) rispetto al tempo t, facendo riferimento ad una posizione x fissa (per questo si chiama derivata parziale):
2

( A dx)

(x,t) [ F(x + dx,t) F(x,t)] F(x,t) = dx = dx 2 t dx x

La forza F collegata allo stato di deformazione relazione


F = AE = AE

del pezzetto dm mediante la solita


(x,t)]

(x + dx,t) dx
2

= AE

Infine, sostituendo nella legge di Newton precedente:


2

(x,t) =E t2

(x,t) x2

che rappresenta lequazione delle onde (in questo caso onde elastiche longitudinali, acustiche), e spesso viene presentata nella forma
2

(x,t) x2

1 v2

(x,t) =0 t2

v=

Si noti che v ha le dimensioni di una velocit: la velocit di propagazione delle onde nella sbarra. Per lacciaio v 5 km/s, da confrontare con i 300 m/s del suono in aria!

Lequazione delle onde rappresenta la propagazione di una perturbazione di stato: se la sbarra a riposo allora
(x,t) =0, cio le tacche sulla sbarra sono ferme rispetto alle posizioni

corrispondenti sul righello esterno, ma se per esempio si imprime uno stato di deformazione

iniziale (x,0) = u(x) al tempo t=0, questo si propaga lungo la sbarra successivamente, senza alcun bisogno di intervenire dallesterno. Possiamo infatti verificare che entrambe le funzioni traslate progressivamente lungo lasse x u(x-vt) e u(x+vt) sono soluzioni dellequazione delle onde, rappresentando rispettivamente una perturbazione (suono) che si propaga verso destra e verso sinistra:

u(x v t) du(s) , = ds x u(x v t) du(s) , = v ds t

u(x v t) d 2 u(s) = ds2 x2 u(x v t) d 2 u(s) = v2 ds2 t2

Sostituendo nellequazione delle onde si vede che essa soddisfatta, per tutte le funzioni u(s).

Grandezze propagate o trasportate dallonda Nel caso considerato semplice verificare che le seguenti grandezze fisiche legate alla perturbazione dello stato di quiete della sbarra sono soluzioni dellequazione delle onde e perci si propagano indistorte lungo la sbarra con velocit v oltre allo spostamento (x,t) : stato di deformazione (x,t) = tensione interna F(x,t) = A E
(x,t) x (x,t) x e sforzo F/A (x,t) t

quantit di moto per unit di volume, dp /(A dx) =

energia meccanica, associata allo stato di deformazione (analogo a quella potenziale elastica) e cinetica (trasporto di quantit di moto)

Onde armoniche Sono descritte da semplici funzioni armoniche, seno o coseno, con argomento di due tipi:

(x,t) =
0

sin(k x

t) =

sin[ k (x v t)]

lampiezza dellonda la pulsazione angolare

v la solita velocit di propagazione

k=

/v il cosiddetto vettore donda

La seconda forma pi simile allanalisi fin qui condotta, e rende pi intuitiva la visione dellonda che trasla. La prima evidenzia invece il carattere oscillatorio dellonda armonica: fissata una posizione x*, lo spostamento dallequilibrio
=2 (x*,t) oscilla con pulsazione = 2 /T (ricordando il legame fra pulsazione, periodo e frequenza). Fissato un

istante t*, la fotografia della perturbazione periodo spaziale

(x,t*) lungo la sbarra una sinusoide con

= 2 /k (lunghezza donda o distanza fra due picchi adiacenti).

Per le onde armoniche immediato calcolare la potenza media per unit di area trasportata dallonda (detta intensit I):
P
T=2 /

F(x,t)v(x,t) = A E

x t

T=2 /

= AE
P

1 t +T ( T t
=

k) (
2 0

)cos2 (k x
= 1 2
2 0 2

t) dt

I=

T=2 /

1 E 2

Una caratteristica comune a tutti i tipi di onde il fatto che lintensit proporzionale al quadrato dellampiezza del campo di perturbazione, alla velocit di propagazione e cresce con la frequenza.

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