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PREMIO BASSANI 2012 FERRARA 18.11.2012 Pier Luigi Cervellati Lectio magistralis: Se la citt fosse vissuta come patrimonio della Comunit... Chi governa deve avere a cuore massimamente la bellezza della citt per cagioni di diletto e allegrezza ai forestieri, per lonore, prosperit e arricchimento della citt e dei cittadini. E una bella frase, un po arcaica se si vuole, di un italiano che si rivolge ad altri italiani nel costituito di Siena, del 1309. Si potrebbe paragonare, con un po di benevolenza, al programma dellUnione Europea 2014-2021 sulla riqualificazione delle citt, quello che ha preso il nome di Smart City; cos, in inglese, d lidea di una citt leggera. Da quanto mi risulta una quantit molto promettente di comuni stanno cercando di elaborare un piano per la smart city perch in realt pensano di avere dei provvedimenti lo dico malignamente non tanto per alleggerire ma per smaltire la quantit di metri cubi che hanno ereditato dai predecessori o che hanno essi stessi contribuito a realizzare nel loro strumento urbanistico. Viviamo in una situazione in cui le amministrazioni comunali, e non solo loro, sono sullorlo di una crisi di fallimento perch non hanno pi i mezzi per sostenere landamento corrente, e i mezzi se li sono procurati in questi anni di crisi producendo edilizia, con criteri legittimi, illegittimi, oppure abusivi che poi vengono resi legittimi attraverso i condoni, non molto importante con meccanismi di proliferazione del costruito senza mostrare di avere una prospettiva per la gestione di ci che stanno facendo. Un sindaco molto noto nel suo programma elettorale ha dichiarato che nel nuovo strumento urbanistico non previsto il consumo di un solo metro quadrato di territorio. Perfetto. Non ha per detto quanto ancora si pu costruire nella sua citt per effetto degli strumenti urbanistici precedenti che non possono essere cancellati. E evidente che c stata in passato e c oggi una frenesia che mi pare molto difficile da arginare: 70 milioni di metri cubi a Roma con il nuovo strumento urbanistico; 35 milioni a Milano. Se guardate la televisione vedete che il governatore della Regione Lombardia circondato da grattacieli, e grattacieli a non finire, multipli, sono a Torino, sempre per le sedi regionali; ma altre citt, altre amministrazioni hanno speso in questi anni milioni di euro per realizzare la propria sede. Nella mia citt, Bologna, si costruito un nuovo palazzo per tutti gli uffici appena fuori dalla ex cerchia delle mura e nello stesso tempo stato svuotato quello in citt, che da tre o quattro anni vuoto, e per il quale non ci sono soldi per la manutenzione. Addirittura noi cittadini bolognesi paghiamo anche laffitto del palazzo. Nel frattempo, in base ad una legge urbanistica regionale del 2000, i centri storici non esistono pi [non sono pi tutelati in quanto tali ndr]; esistono degli edifici vincolati con le leggi della Sovrintendenza ma non edifici di valore storico per i quali esista una normativa dintervento. Questi sono pertanto soggetti a interventi liberi del progettista, e si fanno restauri, ristrutturazioni, demolizioni e ricostruzioni senza nessun criterio di tipologie, di colori, di materiali, e soprattutto di usi, per cui si cambiano le destinazione duso. Questi interventi stanno provocando un disastro di tipo estetico; quindi non c pi il rispetto per la bellezza della citt storica, perch si possono usare colori divergenti, forme moderne, forme inventate e strampalate, forme accettabili in altri citt e in altri paesi; daltra parte

2 non c pi il principio della citt storica, perch diventa una citt che non pi abitata ma semplicemente un centro con attivit commerciali e uffici. Bologna diventata, molto frequentata il sabato e la domenica, uno shopping center, fantastico perch una delle pi belle citt del mondo, cos come era una citt molto bella Siena nel 1309, e il suo costituito considerava la bellezza molto importante. Oggi un po tutti hanno lambizione di riprendere gli anni 60, gli anni del boom. Allora s che lItalia era unItalia fiorente, di sviluppo etc. Io penso invece a quanti scempi sono stati fatti negli anni 60: abbiamo iniziato a distruggere il paesaggio e poi negli anni seguenti questo processo si sviluppato e c sempre stata la tentazione di costruire: si notato che la costruzione aveva un potere. Costruire era certamente una necessit impellente nel dopoguerra per un paese che aveva una fortissima carenza di abitazioni, tra quelle bombardate e quelle che non cerano o che erano inabitabili, le grotte o altro. Ma questo ha determinato negli anni 70, e poi negli anni 80 e 90 un surplus di case che porta la nostra regione ad avere nel 2010 oltre 50.000 alloggi invenduti. Non vuoti, perch quelli sono stati comprati e pagati con un mutuo; ma vuoti e invenduti, ai quali corrisponde un investimento che non stato remunerato. Eppure si continua a sperare, attraverso le leggi europee e attraverso la crescita, di ritornare a riaprire i portoni delledilizia o di altre iniziative che hanno come obiettivo il consumo di territorio. A me viene in mente una frase di Isaia che dice Sciagura a chi ammucchia casa su casa, su chi attacca campo a campo, finch lo spazio sparisca, per farsi della terra padroni solitari. Molti palazzi diventeranno una desolazione, quante case saranno spopolate, grandiose, ben costruite - le nostre sono malissimo costruite, non adottano nessun criterio di sobriet e di risparmio energetico nessuno le abiter. Isaia aveva in mente Ninive ma a mio parere il quel periodo, 2500 anni fa, Ninive era gi il ricordo di una citt che non esisteva pi, era gia stata sepolta. Vorrei tornare al costituito di Siena perch agisce attraverso disposti assolutamente banali. Pi o meno negli stessi anni, agli inizi del Trecento, Ambrogio Lorenzetti dipinge il Buon governo, che adesso vediamo molto spesso alle spalle di un ex leader quando fa le conferenze stampa: forse non sa o non ricorda che [nella stessa sala ndr] di fronte al Buon governo c quello che lui guarda, cio il Cattivo governo: vede il buon governo ma ha alle spalle il cattivo. Nellaffresco il buon governo molto affascinante, nella suggestione delle case, delle persone ma anche degli angeli. Cio il buon governo della citt porta la bellezza e per tanti aspetti richiama il paradiso. La citt poi non isolata, attorno c il suo territorio. Anche la citt di fronte non isolata, ma il suo territorio brucia. Come il nostro adesso. Non sono le fiamme di una guerra o di una devastazione: il territorio bruciato dal cemento. Ed il cattivo governo della citt. La bellezza nel costituito senese non era un fatto meramente estetico, anzi non era solo una bellezza estetica, era una bellezza concreta perch quellarricchimento, quel vantaggio anche economico, quellaccrescimento era dato non solo dai monumenti che allora venivano costruiti, ma anche dalle opere darte, dalle chiese, dai palazzi, dalle fontane o dalle torri. Era la citt come elemento di orgoglio, principio di identit civica, la citt come luogo la cui immagine rifletteva una nozione di cittadinanza. Come ricorda Salvatore Settis, nel Diritto Romano esisteva il legatum ad patriam, il principio giuridico secondo cui il privato, quando costruiva su una strada, vicino ad una piazza, in un luogo che era frequentato dal pubblico, ricadeva nella condizione di res

3 populi romani, ispirata allidea di pubblica utilit, che era considerato un valore estremamente alto. I vecchi come me si ricordano che la pubblica utilit era, fino a pochi decenni fa, usata per fare gli espropri: io ti tolgo un bene per riuscire a fare unopera di pubblica utilit. Nel nostro paese da un po di tempo la pubblica utilit non pi usata perch, per poter intervenire, si concede al privato il vantaggio di poter costruire. La propriet giuridica del singolo bene pu essere privata o pubblica. I valori storici e culturali sono sempre e comunque di pertinenza pubblica.Il patrimonio culturale opposto ad ogni individualismo proprietario, al contrario,si rif a valori collettivi e legami di responsabilit che prendono la forma del patto di cittadinanza e rendono possibile la pubblica utilit Allora la bellezza non un fatto estetico ma un fatto sociale. La citt , o dovrebbe essere, un bene comune. Lo stiamo ripetendo troppe volte, tanto che diventato uno slogan. Il buon governo, quando c esso stesso un bene comune. A parer mio, in questi anni, a livello cittadino, ma anche a livello di territorio, non si manifestano buoni governi. Non abbiamo esempi in Italia sufficienti per poter dimostrare che c stato un buon governo. E non sono solo le leggi e le amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Qui vorrei citare un episodio di qualche giorno fa in cui il Ministro dellAgricoltura, visitando Bologna ha espresso un parere molto positivo sullagricoltura emiliana, sulla parte di territorio agricolo che rimane; esaminando poi il passante nord - contro il quale Italia Nostra si battuta per prima, ma nessuno ha posto rifiuto ha rilevato che per realizzare questa strada le propriet che saranno attraversate dovranno essere in parte cedute in cambio di poter costruire delle opere, per esempio un centro sportivo, danneggiando in tal modo lagricoltura. Siamo talmente ricchi che possiamo permetterci di svuotare lo stadio per fare una cittadella sportiva a 10 chilometri da Bologna; poi bisogner collegarla e si faranno anche le infrastrutture. Il ministro si permesso di dire anche: il passante nord io non vedo quale utilit possa portare e il centro sportivo mangia territorio. E, a parer mio, lunico finora che si occupato del territorio in termini positivi, di salvaguardia dellagricoltura e quindi contro la cementificazione. Lassessore competente, che anche vicepresidente della provincia, ha per ribattuto: va bene signor ministro, ma il passante nord e il centro sportivo devono essere realizzati. Lazione in difesa di un bene comune come il paesaggio, di come dovrebbe essere la citt per favorire la pubblica utilit, perch il cittadino si accresca, diventa un elemento che coinvolge molte persone e molti interessi. Mi sia consentito aprire una parentesi riferita al dopo terremoto. Italia Nostra ha ricevuto un no dalla Soprintendenza Regionale alla quale aveva chiesto gli atti per conoscere le demolizioni previste dopo il terremoto. Evidentemente perch queste demolizioni si possano fare deve esserci un parere motivato delle Soprintendenze. Durante il convegno di ieri stato mostrato un intervento di consolidamento, effettuato dalla Soprintendenza per mezzo di cerchiature: queste sono meglio delle impalcature e dei sostegni usati dellAquila ma non il meglio possibile oggi. La cerchiatura che si usa adesso non poi finalizzata alla messa in sicurezza. Con la stessa cifra e lhanno dichiarato sia loperatore sia lex soprintendente Garzillo - si sarebbe potuto fare un intervento di messa in sicurezza con cavi invisibili che scorrono allinterno dei muri. Stamattina in treno abbiamo poi appreso che la pi vecchia casa di Mirandola, quella di fronte al castello Pio, che il sisma non aveva assolutamente scalfito, stata demolita, senza un cartello che lo annunciasse. E a me dispiaciuto perch ho stima e nella mia vita mi sono battuto per le Soprintendenze; per con Italia Nostra le ho anche criticate quando cera da criticare. Mi dispiaciuto perch la Soprintendenza ha assunto, anche qui

4 in Emilia, un ruolo come dire sociale, in cui dichiara che hanno priorit le fabbriche e le case. Per buon senso si pu ritenere che lo debba dire il sindaco e chi amministra. Ma il compito della Soprintendenza la tutela del patrimonio, cio di quei beni che ci danno il senso di appartenenza al territorio, di quegli elementi che non sono pi belli o pi brutti ma nel loro insieme formano la nostra identit. In questo modo impensabile preservare la citt - ma intendo il territorio, lambiente, il paesaggio - come bene comune. Perch non c dubbio che la democrazia sia necessaria, ma non sufficiente. Le nostre amministrazioni sono in parte elette democraticamente; laccesso agli atti un atto dovuto perch prima di distruggere i cittadini vogliono capire perch quel monumento, quella casa vincolata viene abbattuta, perch quella chiesa deve rimanere in attesa di restauro per dieci anni, lo stesso tempo che hanno dato per lAquila; e intanto ne sono passati quattro invano. E i criteri di intervento, perch non vengono discussi? Emanuela Guidoboni ci ha rappresentato, in maniera esemplare come si succedono e dove avvengono i terremoti; non sappiamo invece quando. Ma perch non siamo preparati, perch tutte le volte ricominciamo da capo? Si dir che i siti sono diversi, i terremoti sono diversi: ma provocano sempre disagi, morti, danni. Perch non ci programmiamo, e questo anche nel sistema idrogeologico, in unepoca di crisi, in cui le amministrazioni pubbliche sprecano denaro in misura grandissima per opere che non servono, per cementificare territorio provocando danni, che arrecano ulteriore disavanzo pubblico sapendo che il disavanzo erode il bene pubblico? Questo infatti il primo ad essere sacrificato: con leconomia che viene erosa non ci sono pi soldi per le manutenzioni. Soprattutto importante il grado di conoscenza, cio lelemento conoscitivo che si perso in questo paese, quellelemento culturale legato alluniversit e ai centri di ricerca che ci fa reagire tutte le volte in maniera strampalata. Tutti dicono: Ah! Nel terremoto dellEmilia non ripeteremo LAquila; stiamo invece ripetendo LAquila, anche se con dei correttivi che non sono per ancora quelli opportuni da fare. Allora io credo che perch la citt sia bene comune, bisogna ritornare ad avere un patto di cittadinanza; questo patto rende il luogo pubblico uguale, come la chiesa. Quindi nel costituito di Siena c un principio di uguaglianza di tutti i cittadini. A Siena cerano delle differenze tra ricchi e poveri certamente maggiori di quelle che ci sono oggi. Ma cera un principio di uguaglianza allinterno della citt, unidea del bene pubblico come bene della collettivit. E qui devo citare un passo che Rousseau utilizza nella sua dissertazione sul Patto Sociale: Siamo nati tutti uguali e dovremmo tornare ad essere uguali. La terapia non solamente nellespressione della democrazia ma nella creazione di una volont gnrale, nella volont di tutti a creare il bene comune, quel bene comune che adesso abbiamo trasformato in slogan, invece che in azione, di una volont generale di riappropriarci della citt e trasferire la nostra volont anche su chi governa affinch si faccia promotore del buon governo contro il cattivo governo: le fiamme dellinferno bruceranno chi lo pratica!

Alberto Vitucci, giornalista della Nuova Venezia, finalista del premio Intanto grazie perch non mi capita spesso e sono davvero onorato di essere qui in mezzo a tanti storici dellarte e soprattutto di ricevere questo riconoscimento da Italia Nostra che non ha semplicemente una funzione di denuncia ma anche una funzione civica. Perch tutte le cose che ci siamo detti oggi e che il prof. Cervellati ha riassunto in maniera

5 mirabile sono proprio il fulcro di quello che dovrebbe essere il nostro impegno. E cio la bellezza della citt, intesa in senso civico, che attualmente vista quasi come un sovrappi fastidioso. Ricordo in proposito che il comitato pro navi dice: nave bello, e le navi sono pi alte del campanile di S. Giorgio. Ma davvero una questione estetica quella che dobbiamo affrontare? In realt non una questione estetica ma di equilibrio: la nostra citt nata su un equilibrio che garantisce la sostenibilit. Ma sostenibilit, equilibrio, urbanistica sono tutti concetti e temi oggi visti con fastidio, perch il nuovo grimaldello, per riuscire a realizzare cose assolutamente assurde, che servono solo a chi le fa, sono le conferenze di servizi. Prima si pensa: che cosa facciamo? Facciamo la sublagunare? Va bene. Come facciamo a fare la sublagunare che nessuno vuole, che una cosa assolutamente idiota perch dallaeroporto di Venezia si pu arrivare nel centro storico in 20 minuti con lautobus o col taxi? Laeroporto sullacqua e lunico in cui si possono utilizzare i trasporti via acqua che consentono di arrivare a Venezia dal mare, comera una volta; in pi con un mezzo veloce. Per risparmiare 8 minuti si deve perforare la laguna, costruire le piattaforme in cemento, evidentemente enormi per ragioni di sicurezza, le stazioni nelle diverse fermate: 800 milioni di euro (erano 400 soltanto 3-4 anni fa). Come si fa? Semplicemente si aggiunge una piccola riga sul documento di piano, come stato fatto nel 2003 dalla giunta Costa. Sul piano triennale delle opere strategiche, cio di pubblica utilit come si diceva prima, stata aggiunta una riga: la sublagunare unopera strategica. Quindi hanno dato incarico ad una concessionaria di fare il progetto e di sottoporlo a giudizio Tutti i pareri sono stati contrari: la valutazione di impatto ambientale, il parere geologico, addirittura il parere degli economisti che sono in genere favorevoli a queste opere; neppure dal punto di vista economico questo progetto era sensato. Per va avanti, nella lista delle priorit del CIPE e lo si lascia dormire in attesa dei tempi che verranno; tutto il resto viene dopo. Si fatto il calcolo dellimpatto ambientale, geologico ed economico? No. Si fatta la valutazione di progetti equivalenti o uno studio delle alternative? No. Facendo un passo indietro: si era fatta la valutazione dimpatto ambientale per il Mose? Si ed era stata negativa! Il ministero laveva bocciato sotto tutti i punti di vista. Che cosa ha fatto il governo non mi ricordo se Amato, Dalema, Prodi, Berlusconi - in queste cose i governi hanno avuto una continuit assolutamente lineare - il governo assumer il parere tipico dei suoi uffici. Questo il secondo grimaldello. Pu succedere che le Soprintendenze, che pure sono quasi soffocate, non hanno mezzi, non hanno uomini, qualche volta dicano no e fermino coraggiosamente e solitariamente qualche progetto. Ebbene allora arriva quasi sicuramente un parere superiore. Da noi sta succedendo; per questo io condivido la preoccupazione della Presidente, non il pessimismo perch dobbiamo combattere fino allultima cartuccia anche se sono...bagnate, comunque resistere. Lultima pensata questa grande torre di Cardin. Che cos? E una cosa assolutamente assurda, un manufatto senza alcun pregio architettonico, alto 257 metri, cio due volte e mezza il campanile di S. Marco, che dovrebbe concentrare in unarea oggi inquinata di Marghera funzioni commerciali, di divertimento etc., cio lennesimo consumo di territorio, questa volta verso lalto e verso il basso. E una bella invenzione che sotto hanno trovato lacque calda. Dovete sapere che la legge speciale del 1973 proibisce lestrazione di acqua dal sottosuolo, perch lindustria di Marghera, nata in terreno molto delicato in cui lestrazione di acqua con i pozzi artesiani ha provocato il famoso fenomeno della subsidenza; si quindi arrivati allacqua alta, alla diga e avanti cos. Adesso pensano di ricominciare

6 lestrazione vietata dalla legge; ma che importa: si pu fare una modifica a qualsiasi legge. Come la vicenda del ministro che Antonio Stella conosce bene, che voleva costruirsi una villetta a Torcello. Ha presentato un progetto si pu vietare al ministro Brunetta di costruirsi una villetta nellisola pi bella di Venezia? questa villetta era poi di ferro, cemento e altri materiali molto compatibili con la situazione ambientale. Quei progettisti sono gli stessi che hanno realizzato quello della famosa torre Cardin. In genere un progetto viene realizzato quando ha ricevuto tutte le approvazioni dovute. In questo caso assistiamo a un nuovo fenomeno italico per cui gli ex socialisti di De Michelis, la lega, una buona parte del centro-sinistra, addirittura il sindaco di Venezia, il presidente della Regione e il presidente della Provincia gli ultimi due leghisti, il primo di centrosinistra, approvano questo progetto. Un giorno ho chiesto al sindaco: tu lhai visto questo progetto prima di approvarlo? No, no ma poi - terzo grimaldello ci porta dei soldi. Allora la priorit oggi non pi la bellezza magari fosse la bellezza ma neanche il mantenimento perch soldi per la manutenzione non ce ne sono pi: tutti quelli della legge speciale sono andati al Mose che ci dovrebbe salvare, ma nel frattempo accentua le maree perch sono stati scavati i canali, che le fanno entrare molto pi velocemente e con molta pi violenza. Ma lobiettivo vero qual? Fare soldi: lo Stato non d soldi, la legge speciale non d soldi, i poveri comuni devono pure arrangiarsi e quindi oneri di urbanizzazione: la torre Cardin ci rovina tutto, per ci dar 50-100 milioni di euro, mica li buttiamo via. Il lido: cun progetto di 5 anni fa - se prendete i titoli dei giornali di qualche nostro collega meno illuminato di quelli qui presenti vedrete che la rinascita del lido imminente, anzi gi arrivata - per fare il nuovo palazzo del cinema, un altro gioco di scatole che non serve a nessuno, perch la biennale continua tranquillamente senza il nuovo pala-cinema, ma non abbiamo i soldi. Cosa facciamo? Grande pensata: vendiamo lospedale del mare, uno dei gioielli che era la sanit del Lido, comunque un gioiello dal punto di vista ambientale ( ci si chiede: perch il pubblico non pu fare attivit sanitaria, dobbiamo per forza cercare un privato?). Fantastico, la struttura per tre quarti dismessa, vendiamo lospedale del mare con tutti i suoi territori contermini al privato che si offre, con una gara gestita da un alto funzionario della protezione civile, lunico dei cinque che non finito in galera e che viene nominato commissario straordinario. Ecco lennesimo grimaldello. Il commissario straordinario che fa? Se ne frega altamente dei piani urbanistici, dei convegni di Italia Nostra, degli articoli dei giornali e procede; soprattutto non pubblica gli atti. Quindi ha deciso che l si pu edificare: al lido, lisola doro, sono previste un centinaio di migliaia di nuove edificazioni, cemento puro. Ovviamente tutti questi progetti sono fermi perch, grazie alla crisi, le banche hanno bloccato i fondi; come fermo il progetto di Veneto City. Come fermo quello, scoperto per caso, previsto dal DLG della Regione scritto 2-3 anni fa che contempla la costruzione di nuovi grattaceli in gronda lagunare; una roba che a vederla si pensava fosse uno scherzo, invece no: il piano della Regione, di Galan o di Zaia. Per concludere: Venezia di emergenze ne ha purtroppo tantissime, non ultima quella pi visibile, quella dei cambi duso delle case che sono diventate alberghetti, dei palazzi che sono diventati alberghi, del Comune che vende e vende con il cambio duso, e questo nuovo. Arriva Benetton e dice: Io vorrei un palazzo perch non possibile che qua ce lha Prada ce lhanno altri...e io chi sono? Allora le poste cosa fanno? Spostano i loro uffici, il servizio viene ristretto e per il grande Fondaco dei Tedeschi, un luogo simbolo della citt, che ha subito un degrado e ha bisogno di restauro, viene presentato un

7 progetto firmato da un grande architetto di Vancouver, che prevede unenorme terrazza sul tetto. Le terrazze sul tetto sono vietate dai regolamenti comunali. Ci abbiamo messo due anni, in una guerra contro il progetto Benetton in cui sono intervenuti in molti, anche Italia Nostra. Il progetto ancora l, affidato al Soprintendente che speriamo si metta una mano sul cuore. Questo per dire che le emergenze a Venezia sono purtroppo quotidiane e io credo che la funzione di Italia Nostra e di noi giornalisti sia fondamentale proprio per accendere i riflettori, cos almeno non potranno fare tutto al buio.

Marco Parini, Presidente Nazionale di Italia Nostra La mirabile lectio di Cervellati ci ha raccontato con molte suggestioni alcune cose che anticipano dati drammatici. Ha fatto alcuni esempi, Milano e Roma, raccontandoci le cubature ipotizzate. Noi, quando siamo nati io sono in Italia Nostra dagli anni 60 nelle nostre battaglia combattevamo contro le singole costruzioni: la casa, la fabbrica il problema dellinquinamento del territorio. Oggi il nostro nemico cambiato, molto pi insidioso. Non pi quello mi riferisco alle grandi opere che costruisce malamente per s. E il grande capitale che costruisce per operazioni finanziarie. Se voi andate ad una comune asta giudiziaria scoprite che le aste vanno deserte, nessuno compra pi. Difficile vendere, in citt come Milano c un vendesi unico, e tuttavia si costruisce continuamente. Molto rester invenduto ma questo non ha importanza perch con le grandi colate di cemento si risolvono molti problemi di finanza: si collocano le opere a bilancio con un certo valore. Non ha importanza a cosa servono: servono ai mercati. Questa specie di mostro invisibile ormai condiziona la nostra vita e sta diventando un problema di ordine pubblico. Io non voglio certamente difendere chi fa violenza ma non c dubbio che la nostra economia ormai strangolata da esigenze che non hanno nulla a che vedere con lo stipendio mio, tuo, suo, ma con quello che una sorte di vortice internazionale, dove grandi operazioni finanziarie condotte da grandi banche costruiscono oggi a Milano, domani a Roma, e quando il territorio sprecato nessun problema, si spostano da unaltra parte. Ecco perch qualche giorno fa qualcuno diceva: con le grandi opere che si fa la lira. Ieri parlando di terremoto, molti hanno parlato di prevenzione e della necessit di dedicare somme non grandi a tanti piccoli lavori in tanti edifici, acciocch non accada quello che accaduto in passato. Queste sono iniziative che portano conservazione, favoriscono leconomia del tessuto sociale. Ma non conta: quello che conta il grande investimento, che realizza 7, 8 grattacieli di 50, 30 o 24 piani; non ha importanza a cosa servono: in parte resteranno invenduti. Si costruisce in fretta, velocemente. A Milano c un quartiere che si chiama Corte Giulia, una volta finito ci si accorti che non era stata fatta la bonifica, si avvertito lufficio competente, le opere di urbanizzazione si sono fermate e siccome chi ha costruito entrato in crisi finanziaria, si chiesto al Comune di intervenire a bonificare. Purtroppo questo un caso assolutamente ricorrente per cui poi ci si rivolge alla mano pubblica; basta vedere quanto richiedono i preventivi di intervento a Taranto e tra un poco, forse, a Priolo. Allora la saldatura tra il grande potere finanziario e i comuni assetati di denaro perch tra patto di stabilit, spending rewiev, riduzione dei conferimenti da Stato a Regione e da Stato a Comuni, questi ultimi sono alla canna del gas e fanno fatica ad erogare i servizi di

8 base. A questo punto gli oneri di urbanizzazione costi quel che costi - consentono agli amministratori di salvare il bilancio in corso e magari quello successivo o di arrivare alla fine del loro mandato con una decorosa chiusura di cassa. Questo si traduce in consumo di territorio. Pochi giorni fa partecipavo ad un dibattito durante un convegno organizzato dalluniversit di Padova. Dalla fotografia aerea del Veneto si vedeva sostanzialmente una immensa conurbazione che fa sembrare il Veneto pi Los Angeles che quello che noi tutti conosciamo come Veneto. Ma dove vogliamo arrivare? Quanto manca alla saturazione? Questo un problema reale. Noi crediamo che la saldatura tra i comuni e la grande finanza ci consenta poche strade. Si sbandierato un altro argomento: se si creano cantieri si creano posti di lavoro. E difficile spiegare alla gente che quei posti di lavoro sono posti drogati, sono posti a termine, sono posti che una volta finita lopera si ritroveranno per strada. Perch ormai la gente ha fame di lavoro perch ha fame; la gente che sfila nelle strade di Taranto, contro la magistratura che opera per tutelare la loro salute la gente che comprende questi problemi ma non sa come arrivare a fine mese. Ecco quindi che il gioco perverso della lotta tra le povert serve solamente a portare avanti soprattutto i grandi interessi. E difficile combattere contro di loro. Noi di Italia Nostra assumiamo spesso iniziative di grande importanza. Come diceva prima Alessandra Mottola Molfino sono oltre 100 in questo momento io ne ho firmati altri 10 negli ultimi 15 giorni le vertenze che noi abbiamo davanti ai tribunali civili, penali e amministrativi in molte parti dItalia. Ma noi siamo una piccola associazione: abbiamo tante sezioni, sentinelle sul territorio ma i soci sono quelli che sono. Stiamo cercando sempre pi di fare cartello con le altre associazioni, per cercare di unire le forze, e devo dire che in molti casi ci siamo riusciti. Laltro alleato la stampa, quella coraggiosa, che racconta ci che avviene e ci che dovrebbe lodevolmente avvenire. Quindi alla stampa che noi affidiamo tutto il nostro convincimento, proprio perch riteniamo fondamentale il loro contributo. Pochi giorni fa abbiamo affrontato a Roma, nella sede della Stampa Estera, la situazione di Venezia, insieme al presidente della sezione romana, e abbiamo parlato di questo capolavoro di insipienza che il grattacielo Cardin - palais Lumire lo chiamano - che altro non che il grimaldello per arrivare a creare a Venezia sostanzialmente qualcosaltro: al primo ne seguiranno altri. Ci saranno certamente dei ricchi signori di Shanghai o di Hong Kong, di Mosca o della Siberia, pronti a spendere qualunque cifra al metro quadro pur di avere nel proprio cortile quel luna park che si vuole far diventare Venezia. Certo, Dubay oggi a rischio: facciamolo qui. E mi sento dire: ma pagano gli oneri di urbanizzazione cosaltro ancora avremo da prendere? Allora per questo che oggi ho sentito parole di grande, grandissimo piacere, per me e per tutti noi. Perch c ancora qualcuno che dice: tentiamoci, la speranza c, rovesciamo questo sistema perverso Ci riusciremo noi? Ci riusciremo insieme ai mille comitati? Nel 55, quando siamo nati, Giorgio Bassani diceva: proviamoci, ci crediamo. Siamo ancora qui a testimoniarlo. Siamo tra i pochi ad andare avanti e voi della stampa ci aiutate sollevando lattenzione su questi problemi. E lunico modo per andare avanti ed il nostro grande scopo.

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