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Fabro in dieci punti Un profilo sintetico, certamente imperfetto, impreciso e incompleto. Ma speriamo utile. 1.

La definizione dellessenza del tomismo Fabro arrivato a definire lessenza speculativa del tomismo originario come superamento comprensivo di aristotelismo e platonismo. Il suo studio genetico-storico-critico del tomismo originario lha portato a difendere la centralit della nozione metafisica di partecipazione, nella quale la coppia di partecipante-partecipato viene interpretata alla luce dellatto e la potenza, per esprimere la trama metafisica costitutiva della creatura. 2. La difesa delle tesi principali del tomismo autentico Il recupero della nozione metafisica di partecipazione come espressione dellessenza del tomismo ha consentito a Fabro di mostrare in una nuova luce limportanza capitale della distinzione reale di composizione fra essentia e actus essendi, e ancor pi, di dare allesse il carattere di atto emergente, atto primo ed ultimo, atto di tutti gli atti, di tutte le forme e di tutte le perfezioni. In rapporto diretto con queste conquiste speculative, e sempre in collegamento con la nozione metafisica di partecipazione, si deve anche accennare alla decisa difesa della perseit del principio di causalit, la rigorosa dimostrazione dellesistenza di Dio come ipsum esse subsistens con una profonda rivalutazione della quarta via , e della dipendenza ontologica di ogni ens rispetto a Dio (creazione), sempre in stretta fedelt ai testi dellAngelico. 3. La denuncia della flessione formalistica Fabro ha inoltre il merito di aver denunciato la flessione formalistica della scuola tomista che, trascinata nel fragore delle diverse polemiche, aveva adottato pian piano la terminologia degli avversari, finendo spesso per sfumare ed attenuare il valore delle tesi stesse di san Tommaso, nonch arrivando in certi casi ad accettare la posizione opposta. 4. Dialogo e confronto con il pensiero moderno La chiara definizione dellidentit del tomismo originario e il saggio ripensamento dellesse tomistico hanno permesso al Nostro di avviare, con grande solidit e consistenza, un dialogo e, allo stesso tempo, un confronto con le istanze pi acute del pensiero ispirato al principio moderno della coscienza. Sono da annoverarsi, fra i numerosi frutti di questo dialogo, la valutazione dellens tomistico come cominciamento del pensiero e la presentazione del carattere eccezionale del tomismo come philosophia essendi, tematiche entrambe connesse sia alla dottrina hegeliana dellAnfang, sia allaccusa heideggeriana delloblio dellessere (Vergessenheit des Seins), rivolta in blocco a tutta la filosofia occidentale postparmenidiana, ma che certamente non riesce a colpire san Tommaso. 5. Nuovi orientamenti per la psicologia cognitiva Un altro aspetto tipicamente fabriano, che collega lantico col nuovo, la sua elaborazione ad un tempo originale e tradizionale della psicologia cognitiva tomistica, i cui principi basilari sono ripensati in chiave funzionalistica mediante il confronto con le allora novissime proposte della (seconda) Gestalttheorie e la forte critica ad ogni approccio associazionistico il quale risente, com ovvio, dellinflusso del dualismo cartesiano che ha segnato il catastrofale sviluppo della filosofia moderna in sede gnoseologica. Questi principi ottengono la loro legittimazione metafisica mediante il ricorso alla nozione metafisica di

partecipazione. Da notare, particolarmente, il recupero della cogitativa, pressoch assente nelle esposizioni e approfondimenti dottrinali tradizionali. A questo riguardo i due capolavori sono La fenomenologia della percezione e Percezione e pensiero. 6. La denuncia della radice atea del principio dimmanenza A Fabro va poi riconosciuto il merito indiscusso di aver denunciato, con vigore insuperabile, il valore intrinsecamente ateo del principio della coscienza, cio, il principio dimmanenza, in quanto mediante lassunzione di tale principio, il pensiero riflettente si mette subito nella pi radicale impossibilit di arrivare speculativamente allunico vero Dio. Corollario della suddetta denuncia, la sua altrettanto forte contestazione della flessione antropologica della teologia progressista (di Rahner e non solo), orizzontalistica, secolarizzante e sterile proprio in virt della sua genuflessione davanti al principio moderno dimmanenza. 7. La scoperta di Kierkegaard Un altro contributo, che non pu e non deve passare inosservato, la sua rivalutazione dellopera di Kierkegaard. Infatti, oltre ad essere stato uno dei maggiori traduttori del filosofo danese, Fabro ha avuto il merito di aver offerto linterpretazione la pi corretta ed equilibrata di un pensiero spesso mistificato e letto in base ad opzioni intellettuali gi definite. 8. Il recupero della nozione autentica di libert Se lens-esse costituisce uno dei poli dellapprofondimento fabriano dellemergenza dellatto, laltro polo la libert. Si tratta di una riflessione che costituisce lultimo passo nel superamento del formalismo e del razionalismo occidentale. Questo punto controverso gli persino valsa una certa opposizione da parte dalcuni settori tomisti. Lasciando stare laspetto polemico, in ogni modo bisogna riconoscere a Fabro il pregio di aver afferrato il punto centrale del pensiero moderno, come tentativo mai per portato a compimento di fondazione della libert, e di aver mostrato anche in questo contesto la vitalit del principio tomistico dellemergenza dellatto: la lettura fabriana della libert mostra che il tomismo essenziale in grado di soddisfare ampiamente quella chegli stesso chiamava lesigenza pi sentita del pensiero moderno. 9. La necessit di un ritorno alla metafisica secondo il magistero della Chiesa Un ulteriore motivo di merito ci viene dal magistero della Chiesa. Linsistenza nel ritorno ad una vera istanza metafisica, a san Tommaso e alla sua philosophia essendi (cfr. la Fides et ratio) trova, infatti, una magnifica risposta nelle opere di Cornelio Fabro, per la profondit metafisica, per la fedelt al tomismo autentico e per la preminenza assoluta chegli stesso riconosce sempre allessere come atto (esse ut actus). 10. La fedelt alla Chiesa Per ultimo, e in collegamento col punto precedente, non si pu dubitare che lopera di Cornelio Fabro costituisca un prodigio di sensus ecclesiae, proprio in un tempo in cui dilagano, da parte dei mondani, le maggiori lodi e i pi ferventi riconoscimenti a coloro che ritengono di essere pi audaci perch contestano il magistero della Chiesa. Fabro non mai caduto nella tentazione di confondere il pi attuale con il pi vero.
P. Christian Ferraro, IVI Assessore Generale per ledizione delle Opere Complete

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