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1.1. Introduzione
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concetto di strategia, fornisce gli stessi flussi del secondo. Successivamente De
Cea e Fernandez (1993) e Wu, Florian e Marcotte (1994) hanno adottato il primo e
il terzo approccio per lo sviluppo di formulazioni di equilibrio per l'assegnazione
al TC, in cui però i fenomeni di congestione sono rappresentati solo parzialmente.
Nel primo caso, infatti, si considera solo la formazione di code alle fermate e nel
secondo si ipotizza una dipendenza dei tempi di percorrenza dai flussi a bordo dei
veicoli. Nguyen, Pallottino e Gendreau (1998) hanno sviluppato un algoritmo per
il carico stocastico della rete di tipo Logit che è adottato inquesta sede.
In Bellei Gentile e Papola (2002), una versione multiutente e multimodale del
problema di equilibrio a domanda elastica fino alla generazione con funzioni di
costo d'arco non separabili è stata formulata come problema di punto fisso,
utilizzando un ipergrafo orientato nella rappresentazione dell'offerta di TC.
In Bellei Gentile e Papola (2000) è stato specificato un modello di offerta del
TC, come componente di tale modello generale di equilibrio, nell'ambito di un
problema di progetto di rete in cui la variabili progettuali erano le frequenze delle
linee di TC e i pedaggi stradali. La formulazione adottata permetteva di
rappresentare l'influenza della congestione stradale sui tempi di spostamento sia
dei veicoli privati che dei veicoli di TC, ma non consentiva di rappresentarne
l'effetto sulle frequenze, considerate indipendenti dai tempi di percorrenza.
Scopo di questo lavoro è la definizione di un modello d’offerta in cui siano
rappresentati gli effetti di congestione potenzialmente più rilevanti, con particolare
riferimento al TC, ossia le dipendenze di:
i) tempi di percorrenza per gli utenti dai flussi di veicoli individuali che
utilizzano lo stesso arco stradale;
ii) frequenze delle linee dai tempi di percorrenza attraverso i tempi di giro, a
numero di veicoli in esercizio su ciascuna linea fissato;
iii) tempi d’attesa e confort dalle frequenze e dai flussi di utenti;
iv) tempi di sosta alle fermate, componente sia dei tempi di spostamento degli
utenti che dei tempi di giro delle linee, dalle frequenze e dai flussi di utenti.
Con riferimento all’effetto i) si osserva come esso non possa essere trascurato
in un contesto multimodale, essendo peraltro necessario tenere conto del
contributo dato dai veicoli di TC in sede promiscua alla congestione degli archi
stradali utilizzati. Con riferimento all’effetto iii) si osserva come in entrambi i casi
sia possibile definire la dipendenza in forma relativamente semplice, anche se essa
risulta separabile per il confort sugli archi a bordo, ma non per i tempi d’attesa.
Con riferimento agli effetti ii) e iv) si vedrà nel seguito come la considerazione
della dipendenza ii) delle frequenze porti a implicazioni di rilievo sulla natura del
problema, che comportano differenti formalizzazioni e algoritmi risolutivi a
seconda che si consideri anche la dipendenza iv) dei tempi di sosta alle fermate, o
meno. Le formulazioni del problema che saranno sviluppate sono caratterizzate
dall’assumere comunque le dipendenze i) dei tempi di percorrenza, ii) delle
frequenze e iii) dei tempi d’attesa e confort, verificando le conseguenze derivanti
dall’assumere anche la dipendenza iv) dei tempi d’attesa e utilizzando come
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riferimento una formulazione a frequenze e tempi di sosta alle fermate costanti.
I diversi tipi di equilibrio risultanti saranno formalizzati come problemi di
punto fisso, per cui l’esistenza di soluzioni è garantita dalla continuità delle
funzioni coinvolte nella loro definizione. L’unicità degli equilibri è invece una
questione delicata, dal momento che appare fuorviante, alla luce dell’analisi
svolta, forzare la formulazione del problema al fine di ottenerla.
È infatti facile dimostrare, con riferimento a casi elementari, come anche
l’impatto della sola congestione stradale sulle prestazioni del TC possa condurre a
una molteplicità di soluzioni. Ciò peraltro non deve essere considerato come un
difetto della modellizzazione, in quanto l’esperienza delle evoluzioni divergenti, a
fronte della crescita della motorizzazione privata, di sistemi di TC simili, rende
credibile una tale caratteristica del modello.
Un algoritmo risolutivo di tipo MSA (Method of Successive Averages) è infine
proposto per le formulazioni presentate del modello di equilibrio.
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scelte adattive sulla rete di TC, dall’origine alla destinazione dello spostamento,
definiti come sequenze di archi, o insiemi di sequenze, sulla rete multimodale.
Scegliendo opportunamente la forma della funzione di densità di probabilità dei
residui aleatori, le correlazioni tra le alternative disponibili al generico utente
possono essere specificate in modo da attribuire al modello di scelta una struttura
gerarchica a più livelli. In tal caso un’alternativa è associata a un cammino
sull’albero delle scelte dell’utente (Ben Akiva, Lerman, 1985), che specifica le
scelte a ciascun livello: generazione, distribuzione, ripartizione modale e
assegnazione. Il modello di scelta considerato, quindi, sebbene più generale, può
essere utilizzato a supporto della struttura tradizionale dei modelli di domanda.
La definizione di classi di utenti utilizzata comprende la loro specificazione
spaziale. Ad esempio, se la scelta rappresentata a livello di distribuzione per tutte
le classi è quella della destinazione, gli utenti di ogni classe hanno la stessa origine
e gli utenti di classi diverse hanno insiemi di scelta diversi. Una classe, peraltro,
può essere definita, ferma restando la specificazione spaziale, anche attraverso
un’ulteriore specificazione in termini di attributi dell’utilità sistematica, nel qual
caso un’alternativa di spostamento può appartenere agli insiemi di scelta delle
classi che hanno la stessa specificazione spaziale.
Al fine di formalizzare il modello, introduciamo i vettori N e Γ, di dimensioni
(|U| × 1) ed elementi N u e γ u, il vettore V = (V 1 T , … , V u T , … , V |U| T)T, di
dimensioni (n × 1), con n = ∑u∈U |J u| e V u = (V1u, … , Vju , … , V|J u|u)T di
dimensioni (|J u| × 1) ed elementi Vju, nonché i vettori X, C, P e F, il cui generico
elemento è, rispettivamente, Xju, Cju, Pju e Fju, con la stessa struttura di V. Sia
infine ∆ la matrice (n × |U|) d’incidenza alternative-classi, il cui generico elemento
δ ju è uguale a 1 se j∈J u e 0 altrimenti.
Le (1) possono essere espresse in forma compatta: V = X -diag(∆⋅Γ )⋅C; e i
flussi di alternativa sono dati da: F = diag(∆⋅N )⋅P. Poiché le probabilità di scelta
dipendono dalle utilità sistematiche, P = P(V ), il modello di domanda può essere
formalizzato come una funzione dei costi di alternativa:
F = diag(∆⋅N )⋅P(X-diag(∆⋅Γ )⋅C) = F(C ) , (2)
detta funzione di domanda, che risulta essere C2 e assume valori nell’insieme
compatto e non vuoto SF = {F∈ℜn: ∆T⋅F = N, F ≥ 0}.
Per quanto riguarda il modello d’offerta, poiché si assume che sulla rete di TC
avvengano scelte adattive, la rete multimodale di infrastrutture e servizi di
trasporto è rappresentata tramite un ipergrafo orientato. Una descrizione sommaria
di questo tipo di grafo generalizzato è fornita nel paragrafo successivo, ove le sue
proprietà sono utilizzate per derivare una formulazione compatta della mappa di
carico della rete, mentre il paragrafo 1.3.2 descrive come sono trattate le
dipendenze dei tempi di percorrenza dai flussi relativi a classi e modi differenti e
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come sono calcolati i relativi costi. Con riferimento al TC, specifici paragrafi sono
dedicati ai modelli che rappresentano le dipendenze dei tempi d’attesa (1.3.3) e dei
tempi di sosta alle fermate (1.3.4), dalle frequenze e dai flussi. La componente
monetaria del costo generalizzato non è formalizzata per semplicità, ma una tariffa
piatta e la tariffa a zone possono essere considerate anche solo a livello di scelta
modale, mentre altre strutture tariffarie possono essere rappresentate associando
opportunamente dei costi agli archi di accesso (tariffa di corsa semplice) o agli
archi a bordo (tariffa chilometrica), con piccole modifiche alla struttura
dell’ipergrafo qui introdotta.
nodi di salita/discesa
a∈ AL
linea 1
linea 2
linea 3
a∈AB
nodi di attesa
a∈AA
←iperarco
di supporto
nodo di fermata
a∈AF
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AR e AT archi dei modi individuale e collettivo,
ACR e AS archi fittizi (connettori) e reali (stradali) del modo individuale,
ACT, AP, AF archi fittizi (connettori), pedonali e di accesso del modo collettivo
AH iperarchi di attesa del modo collettivo,
AB, AA, AL archi di salita, di discesa e di linea del modo collettivo.
per cui valgono le relazioni:
A ≡ AR ∪ AT ; AR ≡ ACR ∪ AS; AT ≡ ACT ∪ AP ∪ AF ∪ AH ∪ AB ∪ AL ∪ AA ,
Per la formalizzazione dell’offerta di TC è necessaria anche la definizione
dell’insieme delle linee L, oltre che di diversi sottoinsiemi e corrispondenze di
archi e linee che saranno introdotti quando necessario. Un iperarco di supporto a è
associato all’attesa per ogni linea che serve una certa fermata. Per ciascun altro
iperarco b alla stessa fermata, associato all’attesa per un sottoinsieme proprio di
linee, risulta HD(b)⊂HD(a), come illustrato in figura 2. Ciascuna linea cui si
accede da un generico iperarco a è univocamente identificata dall’arco di salita
con nodo iniziale k∈HD(a), quindi dal nodo k, e può essere denominata l(k).
iperarco di
← supporto
altri →
iperarchi
Per ogni iperarco a∈AH è definito un tempo d’attesa sa, nonché |HD(a)|
probabilità Pk/a di scelta adattiva del nodo k∈HD(a), condizionate alla scelta
dell’arco a. Per ogni arco a∉AH c’è un solo nodo k∈HD(a) e Pk/a = 1.
Le probabilità condizionate Pk/a sono in generale funzione delle frequenze e dei
costi medi derivanti dall’utilizzazione delle linee l(k), k∈HD(a); in questa sede si
assume, come di consueto, che l’utente utilizzi il primo veicolo in arrivo tra quelli
che esercitano tali linee, per cui le probabilità condizionate Pk/a sono funzione solo
delle loro frequenze φ l(k), e, in generale, del vettore delle frequenze φ.
Le probabilità πaju che ciascun arco a∈A sia utilizzato, dagli utenti della classe
u∈U come elemento dell’ipercammino da o a d associato all’alternativa j∈J u,
sono definite dalle relazioni ricorsive (Nguyen, Pallottino e Gendreau, 1998):
πaju = 1 , se TL(a) ≡ o πaju = ∑ k∈BS(aj) πbju⋅Pk/b altrimenti a∈A , (3)
dove BS(aj) è l’insieme di archi b∈A(j) tali che TL(a)∈HD(b).
Si noti che, utilizzando un algoritmo di carico della rete come quello proposto
da Nguyen et. al. i flussi sono calcolati coerentemente con le (3), ma operando
direttamente sui costi di arco, le frequenze e le probabilità condizionate, in modo
da evitare l’enumerazione degli ipercammini. Le probabilità πaju così determinate
possono essere considerate elementi di una matrice Π di dimensioni (|A| × n), che
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definisce variabili di arco come combinazione lineare di variabili di alternativa e
viceversa. Sia dunque cau il costo generalizzato relativo al generico arco a∈A e
alla classe u∈U, il cui calcolo dal tempo sa è formalizzato nel seguito, e fau il
flusso corrispondente. Risulta:
Cju = Σa∈A cau⋅πaju j∈J u, u∈U ; in forma compatta C = Π T⋅c , (4)
fau = Σj∈Ju Fju⋅πaju a∈A, u∈U ; in forma compatta f = Π ⋅F . (5)
Dalla (5), utilizzando la funzione di domanda (2) e la (4), che è verificata in
quanto il costo dell’iperarco a è lo stesso qualunque sia l’ipercammino j, si ottiene
la mappa di carico della rete:
f(c) = Π ⋅F(Π T⋅c) , (6)
che ha proprietà analoghe alla funzione di domanda (Bellei, Gentile e Papola,
2000a).
Si noti che la matrice Π, dipendente dalle probabilità condizionate per la (3), è
anch’essa funzione del vettore φ delle frequenze di linea:
Π = Π(φ) , (7)
in quanto si deve tenere conto di tale dipendenza nel caso in cui le frequenze siano
considerate variabili.
7
ma = {1 +α Cl(a)⋅[va / (φ l(a)⋅KVl(a))]} β l(a) a∈AL,
C
(11)
ma = 1 a∈A-AL,
dove: l(a) è la linea univocamente associata all'arco a∈AL; α C l e β Cl sono i
parametri del coefficiente di disagio di tipo BPR che esprime l'effetto di
congestione dovuto all’affollamento della generica linea l∈L; KVl è la capacità dei
veicoli che esercitano la linea l.
L'effetto di congestione rappresentato dalle (10)-(11) verosimilmente non
influenza in modo significativo i tempi di percorrenza, tuttavia diversi autori,
formulando il problema a frequenza costante, hanno introdotto una dipendenza dei
costi generalizzati dai flussi a bordo, senza specificare quali componenti di tali
costi fossero effettivamente variabili. Le scelte degli utenti e, di conseguenza,
l’equilibrio sono infatti indifferenti, a frequenza costante, a tale specificazione.
È invece necessario, ove si considerino le frequenze dipendenti dai tempi di
percorrenza attraverso i tempi di giro, distinguere esplicitamente i tempi di
percorrenza dai costi generalizzati, che incorporano la disutilità di affollamento
attraverso il fattore moltiplicativo definito dalle (11), per evitare di trasferire
impropriamente, sul calcolo delle frequenze, la dipendenza della disutilità di
affollamento dal flusso. È anche opportuno distinguere tra le diverse componenti
del tempo di percorrenza per chiarire le possibili modalità di rappresentazione
delle dipendenze indirette dei tempi di percorrenza dai flussi.
Il tempo di percorrenza del generico arco di linea a∈AL è la somma di tre
termini: il tempo di moto in assenza di congestione stradale RTa, il tempo
aggiuntivo dovuto alla congestione stradale RCa e il tempo di sosta alle fermate
STa, associati all'arco a:
sa = RTa + RCa + STa a∈AL .
Il tempo RTa è ricavato, in forma approssimata, dal diagramma trapezio delle
velocità, risultando funzione della lunghezza dell'arco la e delle caratteristiche di
prestazione dei veicoli che esercitano la linea l(a) :
RTa = la /VM l(a) + (VM l(a) /2)⋅(1/AC l(a) + 1/DE l(a)) a∈AL , (12)
dove VM l, AC l e DE l sono, rispettivamente, la velocità massima, l'accelerazione
media e la decelerazione media in esercizio della generica linea l∈L.
Il tempo RCa è assunto proporzionale alla crescita del tempo di percorrenza
stradale rispetto a quello in assenza di congestione e al complemento a 1 del
livello di separazione:
RCa = ∑ b∈AS(a) (1 – PFl(a),b)⋅[sb - lb /Vb ] a∈AL (13)
dove AS(a) èl'insieme degli archi stradali utilizzati dalla linea l(a) sull'arco a e Vb
è la velocità libera dell'arco stradale b∈AS(a).
Assumendo che i tempi di percorrenza degli archi stradali per il modo
individuale dipendano dalle frequenze solo attraverso i flussi equivalenti la
funzione d'offerta per tale modo può essere genericamente definita come segue:
sa = sa(v) a∈AS; in forma compatta s R = s R(v) , (14)
ove s è il vettore dei tempi di percorrenza degli archi stradali e la funzione s R(v),
R
8
viene ipotizzata solo continua ai fini del presente lavoro.
Considerando, per il momento, costanti i tempi di sosta alle fermate, si ottiene,
sommando (12) e (13) e tenendo conto di (14):
sa= la /VM l(a)+(VM l(a) /2)⋅(1/AC l(a)+1/DE l(a))+∑b∈AS(a)(1–PFl(a),b)⋅[sb(v)-lb/Vb ]+STa
a∈AL; in forma compatta s L = s L(v) , (15)
ove AS(a) è l'insieme degli archi stradali corrispondenti all'arco di linea a∈AL e s L
è il vettore dei tempi di percorrenza degli archi di linea. Le (13) e (15) forniscono i
tempi di percorrenza sugli archi stradali per il modo individuale e sugli archi di
linea per il modo collettivo. I tempi di percorrenza associati ad altri sottoinsiemi di
archi utilizzati dal trasporto collettivo diversi da AH sono assunti costanti.
Per rappresentare i tempi d'attesa alle fermate delle linee di TC si utilizza, come
in De Cea e Fernandez (1993), il concetto di frequenza efficace, definita in
funzione di v e φ assumendo che , rispetto alla situazione di arrivi perfettamente
regolari e disponibilità di posti sui veicoli, il tempo d'attesa, relativo alla linea l
singolarmente considerata a una fermata, cresca per due fattori: l'irregolarità degli
intertempi tra i passaggi al nodo iniziale dell'arco a della linea l posto a valle della
fermata, la cui influenza è espressa dal coefficiente α Hal∈[0.5, 1], che moltiplica
gli intertempi, e l'accodamento degli utenti in attesa di posti disponibili a bordo
dei veicoli, dipendente dal flusso sull'arco a.
Esprimendo la congestione dovuta ai fenomeni d'accodamento alle fermate delle
linee attraverso un coefficiente di tipo BPR con parametri α Wl and β Wl, si
perviene, indicando con l(k) la linea cui si accede dall'arco b tale che TL(b) ≡ k e
con s(k) l'arco di linea di nodo iniziale HD(b), si perviene (vedi figura 3) a
esprimere la frequenza efficace ω k della linea l(k) alWnodo iniziale di s(k):
ω k = φl(k) / 2α Hs(k)l(k)⋅{1+α W l(k)⋅(v s(k) / (φl(k)⋅KV l(k))) β l(k) }, a∈AH ; k∈HD(a) . (16)
iperarco a
TL(b)≡nodo k HD(b) arco s(k) della
linea l(k)
arco b
linea l(k)
9
Pk/a = ω k / Ω a, a∈ AH, k∈HD(a); Pk/a = 1,a∈A-AH, k ≡ HD(a) (18)
Con riferimento ai tempi d'attesa associati agli iperarchi, che dipendono da v e
φ tramite le (16)÷(18), si assume quindi:
sa = 1 / 2Ωa a∈AH . (19)
in quanto gli intertempi corrispondenti alle frequenze efficaci cumulate possono
esssere ipotizzati perfettamente regolari.
Qualora, anziché ipotizzare tempi di sosta alle fermate costanti come in (15), si
volesse rappresentare la loro dipendenza dai flussi di salita e discesa e
dall'affollamento dei veicoli, anche questa componente del tempo di percorrenza
degli utenti del TC risulterebbe dipendente da v e φ. In linea di principio, differenti
tempi e/o disutilità associate al comfort dovrebbero essere attribuiti agli utenti a
bordo, in salita e in discesa; inoltre, la forma funzionale del modello di fermata e
le variabili rilevanti dipendono fortemente da fattori quali la configurazione dei
veicoli, i regolamenti d'esercizio e la misura in cui questi ultimi vengono rispettati.
Si assume, per semplicità, che le discese e le salite a ogni fermata avvengano in
successione – cosicché i corrispondenti tempi possono essere sommati – e che
l'affollamento a bordo agisca, anche in questo caso, come un fattore moltiplicativo
di tipo BPR con parametri α Bl e β Bl specifici di linea, sia quello sull'arco a monte,
per i flussi di discesa, e quello sull'arco a valle, per i flussi di salita. Si associa
quindi a ciascun arco a∈AL il tempo di salita alla fermata a monte e il tempo di
discesa dalla fermata a valle. Tali tempi sono quindi attribuiti per intero ai flussi di
salita e di discesa alle rispettive fermate, che li subiscono sull'arco di linea, mentre
non si attribuisce alcun costo agli archi a∈AA e a∈AB.
Il modello della sosta alle fermate si riduce quindi, in queste ipotesi estremamente
semplificative, alla specificazione di un tempo di sosta variabile nella (15):
B
STa = [(vs(a) /φ l(a))/BK l(a) + (vd(a) /φ l(a))/AK l(a)]⋅{1+α Bl(a)⋅[va /(φ l(a)⋅KVl(a))]β l(a)}
a∈AL , (20)
ove s(a) e d(a) sono l'arco di salita che entra in TL(a) e quello di discesa che
esce da HD(a), mentre BK l and AK l sono le capacità di salita e discesa dei veicoli
che esercitano la linea l∈L. Naturalmente, con la specificazione (20) dei tempi di
sosta, la forma compatta della (15) diviene:
s L = s L(v, φ) a∈AL , (21)
La formulazione adottata comporta, a ogni salita (discesa), una sovrastima dei
tempi persi dagli utenti, posti per tutti pari a quelli impiegati dall’ultimo a salire
(scendere), che non incide sul calcolo del tempo di giro dei veicoli ed è
trascurabile rispetto ai tempi complessivi di spostamento degli utenti, nonché una
valutazione di tempi di salita e di percorrenza impropria per gli archi uscenti dai
capolinea, facilmente eliminabile con una specificazione ad hoc delle (20) per tali
archi. Sono ritenuti trascurabili, d'altra parte, anche i tempi fissi di sosta nel caso
10
di flussi di discesa e salita nulli alla stessa fermata.
Il tempo di giro della generica linea l∈L è dato dalla somma dei tempi di
percorrenza dei suoi archi e del tempo di sosta ai terminali TTl:
CT l = (∑ a∈AL(l) sa +TT l ) l∈L , (22)
ove AL(l) è l'insieme degli archi di linea della linea l∈L .
A seconda che si assumano tempi di sosta costanti, come nella (15), o variabili,
come nella (20), la (22) è espressa in forma compatta rispettivamente da:
CT = CT(v) , (23)
CT = CT(v, φ) . (24)
Per definizione, la frequenza della generica linea l∈L è il rapporto tra il numero
NVl di veicoli che esercitano la linea e il suo tempo di giro CTl:
φ l = NVl / CTl l∈L ; in forma compatta: φ = φ(CT) . (25)
Se i tempi di percorrenza degli archi di linea sono assunti costanti, le ipotesi di
tempi e frequenze costanti sono risultano tra loro coerenti. Se invece si assume che
i tempi di percorrenza varino con i flussi (anche solo quelli stradali equivalenti per
linee in sede promiscua), occorre, al fine di assicurare che le frequenze prefissate
siano mantenute indipendentemente dai tempi di percorrenza, ipotizzare un
adeguamento del numero di veicoli che esercitano ciascuna linea da parte di chi
gestisce il servizio. Un modello a tempi di percorrenza variabili e frequenze
costanti così inteso risulterebbe coerente, ma la sua natura cambierebbe, in quanto
l’offerta di trasporto sarebbe determinata, per la (25), dal numero dei veicoli che
esercitano le linee, che diventerebbe variabile, dovendo garantire il mantenimento
11
delle frequenze prefissate con i tempi di percorrenza all’equilibrio. Un modello di
assegnazione multimodale a frequenze fisse dovrebbe essere quindi considerato
come un modello euristico di progetto, nel senso che fornisce il parco veicoli, e la
sua allocazione, coerenti con una data politica del gestore.
D’altra parte, solo un modello a frequenze variabili corrisponde al concetto
usuale di modello di equilibrio, ove l’offerta di trasporto, che include la
quantificazione e assegnazione alle linee del parco veicoli, deve essere fissata e
l’equilibrio determinato solamente dall’interazione tra scelte degli utenti e
prestazioni.
Questo è l’approccio utilizzato nel seguito per formalizzare il problema di
equilibrio, mentre il modello a frequenze fissate sarà utilizzato solo per l’analisi
comparativa dei risultati numerici.
12
(30). In questi casi, però, l’unicità non può essere garantita attraverso le condizioni
sufficienti comunemente utilizzate, ricavate a partire da ipotesi sulle funzioni
coinvolte. Ciò non è dovuto al fatto che si considerano variabili le frequenze, in
quanto si osserva che l’effetto della congestione stradale sul TC è di per se
asimmetrico semplicemente perché il tempo di percorrenza delle linee di TC in
sede promiscua dipende dai flussi equivalenti sugli archi stradali – equazione (15)
– mentre non è vero il contrario, determinando sulla rete multimodale uno
Jacobiano diagonale a blocchi, ove ciascun blocco risulta asimmetrico e non
definito positivo.
Anche se le specifiche forme funzionali proposte possono sicuramente essere
migliorate sulla base di rilievi e calibrazioni, tale caratteristica è da considerarsi
inerente al problema. I tempi di percorrenza degli utenti del TC, infatti, sono
significativamente influenzati dai flussi di veicoli del modo individuale –
proporzionali, per un dato tasso d’occupazione, ai flussi di utenti – mentre i tempi
di percorrenza del modo individuale dipendono in misura del tutto trascurabile
dall’affollamento dei veicoli di TC.
Un’analisi più approfondita della questione dell’unicità richiederebbe un’analisi
parametrica della funzioni d’offerta, resa alquanto difficoltosa, nel caso di
frequenze variabili, dalla diffusione sulla rete delle interdipendenze funzionali.
Non è difficile comunque costruire un esempio di non unicità, come mostrato al
paragrafo successivo.
Si consideri una rete elementare composta di due archi, uno rappresentativo del
modo auto privata e l’altro del TC, che percorrono lo stesso arco stradale e sono
utilizzati dalla stessa coppia od. Il tempo di percorrenza del modo privato è dato
dalla funzione separabile sa = sa(va) = a1 +a2⋅(va /a3), mentre il tempo di
percorrenza del TC è la somma di due termini, il tempo a bordo, che dipende dal
flusso del modo privato attraverso la funzione non separabile sb = sb(sa) = b1
+b2⋅(sa - b3), e il tempo d’attesa, dato da sw = sw(sb) = 0.5⋅sb /NV. Si considerano
per i parametri del modello d’offerta i seguenti valori: a1 = 200 sec, a2 = 100 sec.,
a3 = 2.000 eq./h., b1 = 160 sec, b2 = 0.1, b3 = 100 sec, NV = 10; si considera inoltre
una domanda complessiva dod = 4.000 u/h e si rappresenta la ripartizione modale
con un modello logit sui tempi di percorrenza di parametro θ = 20 sec. Il problema
di punto fisso può essere scritto in funzione della probabilità di scelta del modo
privato Pa, sostituita a va nelle funzioni, essendo va = Pa⋅dod:
Pa = exp(sa(Pa)/θ)/(exp(sa(Pa)/θ) + exp(sb(sa(Pa)) + sw(sb(sa(Pa)))/θ) (31)
In questo caso, i punti fissi sono tre, come si può verificare in figura 4, ove le
ordinate dei punti della curva a tratto pieno sono i valori di Pa calcolati dalla (31) e
le ascisse i corrispondenti valori di Pa di input. La retta tratteggiata a 45°
individua, nelle sue intersezioni con la curva, le soluzioni di punto fisso.
13
1
0,9
0,8
0,7
Pa calcolati
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1
Pa di input
I problemi di punto fisso (29) e (30) possono essere risolti con un algoritmo
standard di tipo MSA. Con riferimento al problema (29), nella generica iterazione
si determinano dapprima i tempi di percorrenza degli archi di linea , poi le
frequenze, attraverso i tempi di giro e infine i costi generalizzati di arco, sulla base
dei quali si carica la rete. Ovviamente, nel caso del problema (30), le medie
vengono effettuate sia sul vettore v che sul vettore φ .
14
Algoritmo MSA per tempo di sosta variabile: iterazione generica
1) inizializzazione
2) k = k +1 aggiornamento del contatore di iterazioni
3) CT k = CT(v k , φ k) calcolo dei tempi di giro
4) c k = c(v k , φ k) calcolo dei costi d’arco
5) c k = c k +η k perturbazione random dei costi (probit)
6) (w k, p k) = r(c k, φ k) calcolo soddisfazioni e prob. cond. di arco
7) d k = d(w k) calcolo della domanda
8) y k = v( p k, d k) carico della rete
9) ψ k = φ(CT k) calcolo delle frequenze
10) v k+1 = v k +1/k +( y k - v k) aggiornamento flussi equivalenti di arco
11) φ k+1 = φ k +1/k +( ψ k - φ k) aggiornamento delle frequenze
12) se max a∈A |vak+1 - vak| < ε or k = kmax allora stop
13) vai a 2
1.7. Conclusioni
Bibliografia
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Sommario
Abstract
Congestion phenomena within transit assignment are addressed here in the framework of
a multi-user and multimodal version of the equilibrium problem with elastic demand and
non-separable arc cost functions, formulated as a fixed point problem.
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The main aim of this work is to take explicitly into account, among these phenomena,
the dependence of line frequencies, which become an endogenous variable, on vehicle
cycle times. When defining transit supply, the number of vehicles operating each line is
fixed instead,. Since frequencies influence transit performances in different ways, the
approaches to congestion phenomena proposed in the current literature are extended and
deepened. Specifically, we present specific operational models for a) transit vehicle delay,
due either to road congestion, or to boardings and alightings at stops, and b) transit users
delay and discomfort, due to transit vehicle delay, or waiting for a vehicle with available
space, or, finally, to crowding in the vehicles.
Two formulations of the transit assignment are presented, one assuming stopping time as
constant, the other where it is assumed to depend on flow/capacity ratio. On this basis it is
shown that, if the constant stopping time assumption is accepted, then the resulting
equilibrium can be formalized as a fixed point problem in terms of equivalent flows;
otherwise, the line frequencies become current variables of the problem.
The existence of a solution to these problems is assured by the continuity of the
functions involved. With regard to uniqueness, , through an elementary case, it is shown
that it suffices to consider the impact of road congestion on transit performances to make it
possible the existence of more than one solution.
Finally, solution algorithms based on the MSA (Method of Successive Averages) are
presented, with reference to the two formulations considered.
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