Вы находитесь на странице: 1из 2

Il reportage

Niente va pi

La Capitale ha il record delle sale giochi Si chiamano Dubai Palace, Royale, Manhattan

Stanno cambiando il panorama urbano e sociale delle periferie E cos l dove doveva sorgere un grande polo tecnologico nato quello dellazzardo. Viaggio di uno scrittore nellItalia alla deriva

Roma LasVegas
La lunga notte degli slot people
che ora, saranno le sei e mezza di sera, ce n una che gira con un vassoio di panini e vol-au vent. La clientela scarsa: qualche giostraio sbrancato (na volta erano i zingari, mo se deve da d rom, cos Fabietto), due o tre maghrebini affaticati, una coppia italiana di mezzet che spinge i pulsanti senza dirsi una parola. La mattina vengono gli studenti che fanno sega a scuola, il movimento vero c di notte. Oltre alle slot che abbiamo visto negli altri due, qui c una roulette automatica con limite di vincita a duecento euro e la voce registrata di un croupier che traduce malamente dal francese (non va pi) e c anche una consolle dove pi tardi si installer il dee-jay. Poco pi avanti si trova il Royale, che si vanta di essere il primo; razionale, sobrio nellarredamento anzi astratto, cos geometrico e asettico che assomiglia ai locali che si vedevano su Second Life. Ci meravigliamo che sia semivuoto il venerd e il gestore si giustifica che ora di cena, e in ogni caso il loro un target medio-alto, c gente che ci perde anche due-tremila euro per volta. Ha telefonato tu madre, te stava a cerc, grida a un ragazzo che tanto medio-alto non sembra; poi si butta a lamentarsi che le macchine restituiscono per legge circa il novanta per cento di quello che inghiottono, del restante dieci lo Stato se ne piglia pi della met, e sul meno di cinque ci deve pagare il comodato duso a lui resta un misero due, due e mezzo.

WALTER SITI

TIBURTINA
Il viaggio nella notte del gioco romana inizia dal Manhattan Caf, sulla via Tiburtina

o, nun te credere ch riciclaggio ce devesse n giro degiziani o capisco da e ragazze, so e stesse fanno e cameriere n pizzeria e nantro giorno e ritrovi qua a e macchinine quelli se so creati na fortuna co er ristorante de San Giovanni, e mo cercano da reinvest. Fabietto, il mio provvisorio Virgilio in questo giro per la Tiburtina, non d peso agli allarmi sulla presenza della malavita organizzata, scommette piuttosto sullinvasione degli immigrati. Che lEgitto centri qualcosa sembrerebbe confermato dal bar di fronte, anchesso con la sua piccola dotazione di slot: si chiama nientemeno che Cleopatra. Siamo al Las Vegas, una delle sale giochi, o casin automatizzati, che si stanno pian piano disseminando lungo la consolare; involucro di alluminio anodizzato, tutto nero e rosso, con tante luci e un poker dassi gigantografato allingresso. Per arrivare qui (a un paio di chilometri dal ponte sulla ferrovia, zona Casal Bruciato pi o meno) di posti simili ne abbiamo gi incontrati due: il Terry Bell e il Manhattan. Ma erano pi modesti, cupi e con un odore di chiuso, il classico odore di disinfettante che si sente nei pornoshop, sedie girevoli di pelle e un solo gestore alla cassa. Qui al Las Vegas linvestimento stato maggiore, alla cassa c una cagliaritana mora e carina che assorbe le attenzioni di Fabietto; ci spiega che le ragazze sono in tutto una decina e che fanno i turni perch la sala sempre aperta (dice orgogliosa acca ventiquattro) e che due volte al giorno passano con dei piattoni di pasta gratuiti per i giocatori; an-

ROMA

Con le semplici slot a monetine non si guadagna quasi niente, va un po meglio con le Vlt, le video lottery che accettano banconote e carte prepagate, consentono vincite (o perdite) fino a cinquemila euro e col jackpot cumulativo nazionale fissato da un server remoto promettono un colpaccio da due o trecentomila. 264, 460 lampeggia infatti a intermittenza al centro della parete. Un mese fa uno ha vinto diciottomila euro (ma diventato leggenda, tutte le sale sostengono che successo da loro). Ecco, ecco uno di quelli che giocano forte, indica sollevato il gestore allentrare di un vecchietto pelato, giacca antiquata pied-de-poule; si specchia al vetro della roulette, pigia svogliato un nero pair et manque, perde subito due euro e se ne va. Per arginare lo sconforto e il senso di squallore invito Fabietto a cena in una trattoria di pesce; dopo proseguiamo verso lincrocio col raccordo anulare, dove si favoleggia del nuovo Dubai Palace, il pi grande e il pi fornito. Arrivando troviamo in effetti un mare di auto, un parcheggio sotterraneo enorme e ben sorvegliato e una struttura imponente, tutta illuminata doro, con lettering arabeggiante e il logo ossessivamente ripetuto della Palma, la famosa penisola artificiale di Dubai. Qui ai grandi saloni delle slot e alla zona rou-

lette si aggiunge la sala bingo, pi unala dedicata alle scommesse sportive (calcio internazionale e cavalli); c un ampio ristorante con una piattaforma per musica dal vivo, cabaret, sfilate di moda (event room, la settimana scorsa un concorso di miss over Cinquanta). Schermi televisivi ovunque, pi decorativi che funzionali. Intrattenimento integrato ci soffia allorecchio uno dei proprietari e comincia ad affabulare la propria visione del mondo: era un imprenditore (rimane sul vago, difesa, telecomunicazioni, biomedicale), ma adesso nellindustria non ci crede pi; al tempo degli scatoloni alla Lehman Brothers se ne and in Cina e l si convinto che lEuropa destinata a diventare un continente di camerieri il futuro sta nel business del divertimento. Gli piacerebbe una sala per il texas holdem e una roulette coi croupier in carne e ossa, ma per quello non ha la licenza; ci mostra dei cartelli (a dire il vero quasi invisibili) con avvertenze sui rischi del gioco dazzardo, assicura di essere in contatto con un ludopata a cui affidare i casi pi pietosi di dipendenza. Via di nuovo verso lultima creatura del gruppo, il Dubai Due dalle parti di Settecamini; qui il parcheggio ancora in costruzione, troviamo posto per puro bucio, perch uno sta uscendo, gi mezzanotte. Ma traccheggia, non si decide, sicch scendiamo a sollecitare; il guidatore grasso, sulla cinquantina, ha mollato il volante e tiene le mani tra le cosce di una ragazza orientale non voglio pensar male, magari la fidanzata (ma Fabietto scettico si je sganci na

5mila
le sale da gioco in Italia

440
le sale da gioco a Roma e provincia

4,7 mld
gli incassi in Italia da slot e bingo

GAME VALLEY
Alcune delle sale da gioco romane Sulla via Tiburtina ci sono il Las Vegas Caf, il Dubai Caf e il Dubai Palace, il Royale, il Bingoland e il Black Jack In piazza Re di Roma invece c il Bingo Re, una delle pi grandi sale dEuropa: 900 postazioni da gioco su due piani I dati pubblicati qui sotto sono stati forniti da Agimeg

piotta quella se fidanza pure co tte). La solita decorazione moresca, allingresso una tabaccheria coi peluche e gli ovetti kinder; pi che un nido del vizio sembra un autogrill. Tra i tavoli del ristorante (men pizza quindici euro compresa bevanda), sotto gli occhi famelici di pochi e la stanca distrazione di molti, si esibiscono Les jeux sont faits: tre ballerine e un ballerino che hanno perso da tempo la speranza di essere ammirati. Per il venerd successivo annunciata lesibizione di Khaled Jackson uno dei sette sosia ufficiali di Michael al mondo. Forse alle tre o alle quattro del mattino latmosfera si far losca, forse accadr qualcosa di interessante; non ce la faccio ad aspettare, usciamo e non entriamo al Black Jack Caf che sta quasi di fronte. Leggiamo solo un cartello sulla porta, vietato stare in piedi dietro ai giocatori. Perch le slot non dipendono dallabilit, ma solo dal caso, e se la macchi-

FOTO DI GIACOMO CIANGOTTINI PER REPUBBLICA

netta stata troppo avara pi facile statisticamente che poi gratifichi il nuovo arrivato, come i numeri in ritardo alle ruote del lotto. In questo pellegrinaggio che dura da sette ore, quel che mi ha colpito di pi non la trasformazione (segno dei tempi) della progettata ottimistica Tiburtina Valley, polo dellinformatica e dellinnovazione tecnologica, in una deprimente game valley di locali che si installano dove stanno chiudendo le falegnamerie, i blockbuster o la Alenia. Non nemmeno la percezione acuta della crisi, che porta i pi disperati ad affidarsi alla sorte, come se unintera strada potesse funzionare da spropositato gratta-evinci. A colpirmi stata la sottrazione di responsabilit: i videogame che prevedono un po dazione da parte dei giocatori sono spariti e nelle stesse slot c un pulsante auto che ti esime dal tirare la leva o spingere i bottoni. Puoi stare a braccia conserte, per minuti e minuti, a fissare catatonico un display che fa tutto da solo; ti spara negli occhi cactus e piramidi, dollari vampiri e prugne, e numeretti che girano. Perfino al bingo, se hai pi di sei cartelle e temi di confonderti, puoi affidarti a uno schermo che le controlla per te e ti avverte squillando se hai completato la cinquina. Un popolo di zombie, di zombie gentili che se chiedi qualche informazione ti rispondono riconoscenti: non ludopatia, noia, vuoto e rassegnazione. Uomini soli, di tutte le etnie e di tutte le et; coppie di donne anziane che non sanno dove altro passare la serata; famiglie che assistono alla fortuna o sfortuna di pap; giovani innamorati senza fantasia che si baciano quando si illumina una combinazione. Non solo borgatari, direi, n tantomeno solo trasgressivi o disposti ad avventure illegali. Qui c lItalia che Pasolini cantava nelle Ceneri di Gramsci, ma devitalizzata e privata di identit. Tra un casin e laltro, la Tiburtina notturna coi suoi sventramenti, la sua edilizia demente e corrotta, i vetri in frantumi dei negozi alla deriva e delle fabbriche dismesse.
RIPRODUZIONE RISERVATA

200mila
gli italiani malati di gioco

2 mln
gli italiani a rischio dipendenza

Вам также может понравиться