Вы находитесь на странице: 1из 234

Scritture brevi di oggi

a cura di Francesca Chiusaroli e Fabio Massimo Zanzotto

Quaderni di Linguistica Zero Napoli 2012

Scritture brevi di oggi, a cura di Francesca Chiusaroli e Fabio Massimo Zanzotto Quaderni di Linguistica Zero, numero 1 Napoli, 2012 ISBN: 978-88-6719-017-1

Linguistica Zero, Rivista del Dottorato in Teoria delle lingue e del linguaggio dellUniversit degli studi di Napoli LOrientale Direttore: Domenico Silvestri Indirizzo: Universit degli studi di Napoli LOrientale, Dipartimento di studi del Mondo classico e del Mediterraneo antico, Piazza san Domenico Maggiore, 12 - 80134, Napoli ISSN: 2038-8675

Copyright Universit degli studi di Napoli LOrientale


I diritti degli autori sono regolati dalla Legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modifiche e dalle relative disposizioni comunitarie, oltre che dal Titolo IX del Libro Quinto del Codice Civile. Si fa inoltre riferimento al quadro normativo relativo alle pubblicazioni scientifiche open access.

Sommario Premessa, Francesca Chiusaroli e Fabio Massimo Zanzotto Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema, Francesca Chiusaroli Microantroponimi del XXI secolo, Enzo Caffarelli Scritture brevi e nuove tecnologie digitali: un nuovo percorso verso lapprendimento e la creativit, Andrea Granelli Le interiezioni tra scritto e parlato, Francesca M. Dovetto Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale, Lucia di Pace e Rossella Pannain Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica, Roberto Reali Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo, Sergio Marroni La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano. Un problema di interpretazione linguistica e culturale, Matteo Lefvre Forme e modi delle scritture brevi di oggi, Felicia Logozzo 173 192 147 129 108 69 90 3 4 45

Language evolution in social media: a preliminary study, Fabio Massimo Zanzotto & Marco Pennacchiotti 208

Premessa La riflessione iniziata con i workshop Scritture brevi 1 workshop: Roma Tor Vergata, 22 febbraio 2011; 2 workshop: Roma Tor Vergata e Societ Geografica Italiana, 12-13 aprile 2011; 3 workshop: Roma Tor Vergata, 16-17-18 maggio 2011 (https://sites.google.com/site/scritturebrevi/) conosce ora nuova circostanza di approfondimento con la presente pubblicazione, che costituisce il primo numero di una serie di tre quaderni monografici di Linguistica Zero dedicati ancora a questo tema. Si troveranno, in queste sedi, gli scritti dei Maestri e dei Colleghi che sono stati relatori e nostri interlocutori nellorganizzazione degli incontri seminariali. Desideriamo ringraziarli per avere accolto anche questo secondo invito a prendere parte alla nostra ricerca comune. Ringraziamo anche i Colleghi che, pur relatori, non hanno potuto, solo per impedimenti di ordine pratico, consegnare i loro contributi. Come abbiamo ripetuto ad ogni incontro, nostra intenzione era che il tema si sviluppasse, a partire dalletichetta da noi proposta, secondo le specifiche competenze e i punti di vista, e che le diverse prospettive emerse confluissero componendo un comune quadro di insieme. In particolare ci interessava evidenziare la dimensione multidisciplinare come potenziamento dellindagine, a partire dalle aree della linguistica e dellingegneria informatica, di rispettiva pertinenza dei promotori delliniziativa. Come abbiamo verificato nel corso degli incontri, e come dimostrano le redazioni scritte, tutte le aspettative si sono ampiamente compiute. Con sincera soddisfazione possiamo dunque ora licenziare questo primo quaderno dedicato alle scritture brevi di oggi, non senza per aver ringraziato la rivista Linguistica Zero e in particolare il Direttore, il Prof. Domenico Silvestri, il quale non ci ha mai fatto mancare il Suo sostegno, fino ad offrirci generosamente lo spazio editoriale. La Sua competenza e il Suo prestigio, cos come la disponibilit dei membri della Redazione, ci rendono onorati di poter usufruire di questa sede di pubblicazione. 28 agosto 2012 Francesca Chiusaroli e Fabio Massimo Zanzotto

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema Francesca Chiusaroli


Abstract Lespressione scritture brevi oggi intesa a definire forme grafiche sintetiche introdotte negli ultimi decenni nella scrittura della cosiddetta comunicazione mediata dal computer (CMC). Abbreviazioni e acronimi, segni e simboli, ricorrenti in e-mail, sms, chat, instant messaging, sono solitamente considerati una singolarit delle giovani generazioni, o spesso ritenuti errori grafici illogici ed incongruenti; tuttavia una loro analisi funzionale nella catena e nel sistema, insieme a un confronto fra sistemi grafici in sincronia e in diacronia, mostrano la coesistenza di tipi universali e un equilibrio permanente tra forme gergali o idioletti e norma ideale, agli scopi della pragmatica della comunicazione nel dominio della rete. Parole chiave: scritture brevi, lingua di internet, socio-pragmatica della comunicazione scritta, storia e tipologia della scrittura The notion of "short writings today" refers here to synthetic graphic forms introduced in recent decades in the writing of the so-called Computer-Mediated Communication (CMC). Abbreviations and acronyms, signs and symbols, occurring in e-mails, sms, chats, instant messaging, are usually considered as an oddity of the younger generations, illogical and incongruent writing mistakes, wherever a functional analysis in language chain and system, together with a comparison between writing systems in diachrony and synchrony, show the coexistence of universal typologies and a permanent balance between slang, idiolect and the ideal norm, relevant to the main purposes of the pragmatics of communication in the web domain. Keywords: short writings, language of the Internet, sociopragmatics of written communication, history and typology of writing

1.

Oggetto della ricerca

La nozione di scritture brevi oggi definisce in questa sede formazioni grafiche a marca sintetica introdotte negli ultimi decenni nella scrittura

F. Chiusaroli

dalla cosiddetta Computer-Mediated Communication (CMC), che linterscambio comunicativo a distanza promosso dalluso delle moderne tecnologie informatiche. Costituiscono oggetto precipuo della presente ricerca le abbreviazioni e le forme accorciative nella comunicazione scritta in uso soprattutto da parte di utenti delle giovani generazioni in messaggi e-mail, sms, chat, instant messaging, questi elencati secondo lordine crescente della presenza quantitativa delle forme nei tipi testuali. Si tratta di una manifestazione originata nel gergo giovanile, ben nota agli utenti della rete e, con valenza negativa, ai detrattori degli effetti dellera digitale sulla lingua di oggi. Come riflette David Crystal (2008), non vi attualmente argomento che susciti maggiore moral panic, o pi intensa contrariet, ed opposizione, tra la popolazione adulta, che la serie delle accorciature grafiche utilizzate per lo pi dai giovani nella tipica scrittura per sms, ci che in italiano si chiama il messaggiare e in inglese va sotto il nome di texting. Nel 2007, in un articolo di giornale, I h8 txt msgs: How texting is wrecking our language (http://www.dailymail.co.uk/news/article-483511/I-h8-txt-msgs-How- texting-wrecking-language.html), John Humphrys definiva i texters come
the SMS vandals who are doing to our language what Genghis Khan did to his neighbours 800 years ago. They are destroying it: pillaging our punctuation; savaging our sentences; raping our vocabulary. And they must be stopped. This, I grant you, is a tall order. The texters have many more arrows in their quiver than we who defend the old way. Ridicule is one of them. What! You don't text. What century are you living in then, granddad? Need me to sharpen your quill pen for you?

La diffidenza non priva di motivazioni. Famosa ormai la pagina di Yahoo answers che riporta un naturale scambio di informazioni su tale
Nino Biperio o Bixio, nato a Genova, il 2 ottobre 1821, e morto allIsola di Sumatra il 16 dicembre 1873, militare e politico italiano, oltrech un personaggio-chiave del Risorgimento http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080201051946AAsyWnP

Tra le spiegazioni della identificazione Biperio/Bixio vi la notizia, riportata da Giampaolo Pansa (Viva Nino Biperio, LEspresso, Bestiario

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

dell1 settembre 2006), di una studentessa universitaria ripresa allesame di Storia del Risorgimento:
Chi questo Biperio? domanda, stupito, il docente. Poi si scopre che si tratta di Nino Bixio: la ragazza era convinta che la x significasse per. La difesa: S, scusi, ci deve essere stato qualche problema nella trascrizione degli appunti.

Su reali apprensioni si fonda la preoccupazione degli intellettuali per le condizioni della odierna civilt virtuale (Simone 2000 e 2012; Carr 2011) e per gli effetti sulleducazione delle giovani generazioni. Tra le elencate calamit Umberto Eco denuncia la pratica del messaggiare:
Penso che Michel Serres sia la mente filosofica pi fine che esista oggi in Francia, e come ogni buon filosofo sa piegarsi anche a riflettere sull'attualit. Spudoratamente uso (tranne qualche commento personale) un suo bellissimo articolo uscito su "Le Monde" del 6-7 marzo ultimo scorso, dove ci ricorda cose che, per i pi giovani dei miei lettori, riguardano i loro figli, e per noi pi anziani i nostri nipoti. Tanto per cominciare, questi figli o nipoti non hanno mai visto un maiale, una vacca, una gallina []. I nuovi esseri umani non sono pi abituati a vivere nella natura e conoscono solo la citt []. Si tratta di una delle pi grandi rivoluzioni antropologiche dopo il neolitico. Questi ragazzi abitano un mondo superpopolato, la loro speranza di vita ormai vicina agli ottant'anni e, a causa della longevit di padri e nonni, se hanno speranza di ereditare qualcosa non sar pi a trent'anni, ma alle soglie della loro vecchiaia []. Sono stati formati dai media concepiti da adulti che hanno ridotto a sette secondi la permanenza di una immagine, e a quindici secondi i tempi di risposta alle domande []. Sono educati dalla pubblicit che esagera in abbreviazioni e parole straniere che fanno perdere il senso della lingua natale, non hanno pi coscienza del sistema metrico decimale dato che gli si promettono premi secondo le miglia, la scuola non pi il luogo dell'apprendimento e, ormai abituati al computer, questi ragazzi vivono buona parte della loro vita nel virtuale. Lo scrivere col solo dito indice anzich con la mano intera "non eccita pi gli stessi neuroni o le stesse zone corticali" (e infine sono totalmente "multitasking"). Noi vivevamo in uno spazio metrico percepibile ed essi vivono in uno spazio irreale dove vicinanze e lontananze non fanno pi alcuna differenza. Umberto Eco, Una generazione di alieni, LEspresso, 18 marzo 2011 http://espresso.repubblica.it/dettaglio/una-generazione-di-alieni/2147183

La consuetudine tanto denigrata quanto vincente. Il riconoscimento della necessit di controlli ed interventi dellautorit sulla corretta collocazione dei linguaggi nei giusti contesti non pu sottrarci dalla

F. Chiusaroli

considerazione della fortuna del fenomeno e, come qui vedremo, delle sue potenzialit. Ovvero, non sembra pi possibile negare i vantaggi di una forma di comunicazione con la quale la societ si confronta, anche suo malgrado, e persino si arricchisce:
Molti sono scandalizzati, dicono che questo un nuovo Medioevo, quello dellortografia, ma, stranamente, gli studiosi della lingua, proprio i puristi pi rigidi, guardano con favore e curiosit al fenomeno. Certo, una sintassi un po sconcertante. Facciamo qualche esempio? Ieri pom sn andata dal dottore cn mamy x mia sorella poi mi ha kiamato vale e sn andata ai giardi..l ho incontrato fabry e david ke sn scesi x prendere i gelati e ancora Dopo abbiamo incontrato vlad ke m ha detto ke lex piskella sa k noi stiamo insieme!!!!! Ostrogoto? Ma no, se si fa un po di attenzione si capisce tutto: sono solo artifici per scrivere pi velocemente, e in modo colorito. Ecco che allora tutto si abbrevia, le vocali dove possibile scompaiono, la x vince sul per, la k sostituisce il ch, i punti esclamativi e quelli interrogativi vengono usati come nei fumetti, e si aggiungono le faccine, i cosiddetti emoticons, costruite combinando punti, trattini, parentesi che servono ad esprimere le emozioni: ., confusione, @_@, perplessit. :-( , tristezza, :-S, confusione o paura. I simboli sono tanti e in continua evoluzione. Curiosamente sono proprio gli esperti della lingua italiana, Accademia della Crusca compresa, a guardare con grande interesse a questa nuova lingua che a parer loro per la prima volta nella storia del nostro Paese, un italiano scritto di massa. Una seconda conquista dopo quella dellitaliano parlato di massa, divenuto tale solo dopo lavvento della televisione. Franca Porciani, La rivincita della X e della K, Corriere della Sera, 26 maggio 2012 http://27esimaora.corriere.it/articolo/la-rivincita-della-x-e-della-k/

Si tratta, come si vede, di una modalit espressiva grafica rinnovata, che ha in qualche misura annullato la distinzione dei concetti di variabilit diamesica tradizionalmente intesa, quale era nella classica dicotomia scritto vs parlato (Halliday 1992), introducendo nuove e diverse categorie per la scrittura che riproduce la voce (gi in Ong 1970 e 1986; Goody 1989; Cardona 1990 [1985]) e linterazione faccia a faccia annullando distanze fisiche di ingenti quantit di chilometri e azzerando la lungaggine dei tempi di trasferimento dei messaggi (il cosiddetto lag), che il presupposto indispensabile nella nuova societ dellinformazione (Orletti 2004; Fiorentino 2007). Ma di che cosa stiamo parlando?

8 2.

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema Dallsms a Twitter

La storia digitale attesta che il primo sms fu inviato il 3 dicembre 1992 da un computer ad un cellulare sulla rete GSM Vodafone inglese e il testo del messaggio era il breve "MERRY CHRISTMAS", un augurio natalizio lievemente anticipato, scritto tutto in caratteri maiuscoli. Il primo sms da cellulare a cellulare invece risulta inviato all'inizio del 1993 da uno stagista della Nokia, il finlandese Riku Pihkonen. Tecnicamente il messaggino (cosiddetto) ha unestensione fissa di 140 byte. Questa misura si traduce, in pratica, nella possibilit di usare 160 caratteri di testo (a 7 bit) per comporre una unit-messaggio. Costo contenuto, immediatezza, velocit, efficienza ed efficacia, praticit e versatilit del canale, la compatibilit per linvio ad ogni apparecchio indipendentemente dal gestore del destinatario - sono riconosciuti come i maggiori punti di forza, elementi che hanno decretato l'eccezionale successo degli SMS. Dalla fine degli anni '90, soprattutto in seguito alla diffusione dei telefoni cellulari tra le fasce di utenti delle giovani generazioni, i 160 caratteri dei messaggini sono diventati uno dei mezzi pi usati per tenersi in contatto:
Meglio scrivere che parlare. Per la prima volta da quando sono stati introdotti i telefonini, in Gran Bretagna cala il numero delle chiamate ma aumenta quello dei messaggini. Il totale delle telefonate fatte con i cellulari diminuito dell1,1 per cento nel 2011, mentre la quantit di sms inviati cresciuta del 16,6 per cento. In media, lo scorso anno ogni possessore di un cellulare ha trasmesso 200 messaggini al mese; nel 2006 ne venivano inviati mediamente soltanto 60 a persona. Le cifre annunciate dallannuale Communications Market Report dellOfcom, lagenzia che regolamenta il settore delle comunicazioni nel Regno Unito, confermano una tendenza che era gi evidente, qui e in altri paesi: la gente preferisce comunicare per iscritto piuttosto che a voce. Vari i motivi, secondo gli esperti del ramo: i messaggini costano di meno, si possono rileggere ovvero scripta manent come sapevano gi gli antichi Romani, e per molti, specie tra i pi giovani, permettono una forma di dialogo pi concisa e moderna. Ma il boom o meglio il ritorno della comunicazione scritta non si limita ai messaggini. Sempre pi spesso si comunica attraverso i social network, come Facebook o Twitter, piuttosto che con un sms o con una e-mail. Anche perch, sempre secondo i dati dellOfcom, oggi due terzi dei consumatori britannici hanno uno smartphone, un telefonino intelligente ovvero in grado di navigare sul web e dunque di collegarsi ai social network (o a Skype, laltro nuovo mezzo per comunicare, verbalmente e perfino visualmente, gratis oltretutto). E l11 per cento

F. Chiusaroli

dei cittadini del Regno Unito ha un tablet, percentuale destinata a raddoppiare di anno in anno secondo le previsioni, un altro mezzo di comunicazione mobile, che contribuisce al rilancio della parola scritta. Quando fu inventato il telefono, e ancora di pi quando arrivato il telefonino, si pensava che la comunicazione verbale avrebbe mandato in pensione la forma scritta. E invece non cos, potrebbe addirittura accadere il contrario. Perch verba volant, mentre un testo rimane con noi quanto vogliamo. Enrico Franceschini, Regno Unito, scrivi non parlare. Calano le chiamate, aumentano gli sms, La Repubblica, 18 luglio 2012. http://www.repubblica.it/economia/2012/07/18/news/regno_unito_scrivi_non_parla re_calano_le_chiamate_aumentano_gli_sms-39263324/

Tali risultano le condizioni per la nascita delle scritture brevi di oggi. Il collegamento tra il numero massimo dei caratteri e la spesa ha implicato sin da subito lelaborazione di tecniche di risparmio che agiscono intaccando le regole della grafia standard allo scopo primario di risparmiare, pur salvaguardando la corretta comunicazione. I ragazzi, particolarmente gli adolescenti, hanno limitate risorse economiche e debole grado di assoggettamento alla norma linguistica, o meglio certamente sono capaci di sfruttare al massimo la libert concessa dallappartenenza al gruppo al di fuori degli ambienti regolati e normativi. La scuola e anche, in minor misura, la famiglia, richiedono un comportamento linguistico appropriato, ma, dove non vi controllo da parte dellautorit superiore, fantasia e creativit diventano motori efficaci dellinnovazione (Stefinlongo 2002; Pistolesi 2005a). Insieme alla tipica adesione alle regole del gruppo (che in termini sociolinguistici costituisce la base per lo sviluppo e per il mantenimento delle variet gergali), il costo legato alla lunghezza del messaggio, ma anche le ristrette dimensioni materiali del supporto, la minuscola tastiera e il piccolo schermo del cellulare, la posizione fisica solitamente in movimento dello scrivente, hanno creato le condizioni per la nascita di forme di scrittura abbreviata. Ma si pu affermare che la lingua dellsms, pur moderna e nuova, sia gi sopravvissuta a molte rivoluzioni digitali, conservandosi, ad esempio, nel corso della pur frequente e rapida sostituzione di modelli di dispositivi telefonici aggiornati secondo le nuove tecnologie (Crystal 2001).

10

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

La speditezza garantita dal sistema di scrittura predittivo, o T9 (oggi disponibile in oltre settanta lingue), non ha messo in crisi le abbreviazioni, poich appurato che al giovane scrivente interessano la brevit e il risparmio, pi che la velocit della digitazione. La possibilit di ampliare il vocabolario memorizzato integrando nuove forme consente la prassi di inserire parole abbreviate nella memoria predisposta. Giovani utenti del T9 sono raramente disposti a rinunciare a <nn> = non; parimenti luso, per altro non nuovo, del valore fonetico dei segni aritmetici (+, -, x) non mai stato soppiantato dalla scrittura normale, estesa, pi, meno, per. Recentemente infine, le nuove tastiere QWERTY, con un tasto per ogni lettera, hanno rinverdito i fasti della scrittura breve, a tutto svantaggio del non economico T9. Ancora, segnale del valore insieme sociale ed economico del sistema il fatto che la pratica della scrittura abbreviata sia stata trasferita di peso nella conversazione scritta via chat, a partire dalle forme adottate dalle reti sociali, come oggi Twitter (dal 2006), che per altro segue ed impone le limitazioni dellsms, ammettendo messaggi di massimo 140 caratteri, ma la consuetudine risulta nella pratica adottata da tutti i sistemi di messaggistica istantanea, come Windows Live Messenger e finalmente nel social network pi popolare, Facebook (dal 2004). Internet Relay Chat (in sigla IRC) il nome del programma messo a punto dal finlandese Jarkko Oikarinen nel 1988, data convenzionale che inaugura la concezione dello scambio sincrono multiutente. Nella storia della rete, questa data costituisce un punto di svolta poich fino a quel momento la comunicazione in forma scritta si limitava ai soli sistemi asincroni (e-mail, newsgroups). La differenza che oggi intercorre tra forme comunicative asincrone e sincrone incide fortemente sulle manifestazioni concrete delle modalit scrittorie implicate (Bazzanella 2002 e 2003; Pistolesi 2003). Nata nel 1971, la posta elettronica (e-mail) ha rapidamente rivoluzionato il modo di comunicare (Baron 1998), ponendosi come medium scritto veloce ed immediato rispetto al tradizionale messaggio epistolare, ma oggi, dopo quarantanni, limmediatezza inizialmente garantita ha perso consistenza di fronte alle nuove forme della comunicazione per chat, che tale primitiva velocit hanno di gran lunga superato, proponendo modi di interrelazione comunicativa istantanea che costituiscono lespressione tangibile di uno scambio faccia a faccia e la riproduzione in forma scritta dello stile parlato:

F. Chiusaroli

11

Signs youre an old fogey: You still watch movies on a VCR, listen to vinyl records and shoot photos on film. And you enjoy using e-mail. Young people, of course, much prefer online chats and text messages. These have been on the rise for years but are now threatening to eclipse e-mail, much as they have already superseded phone calls. Major Internet companies like Facebook are responding with message services that are focused on immediate gratification. The problem with e-mail, young people say, is that it involves a boringly long process of signing into an account, typing out a subject line and then sending a message that might not be received or answered for hours. And sign-offs like sincerely seriously? Matt Richtell, E-mail use gets an instant makeover, The New York Times, 20 December, 2010. http://www.nytimes.com/2010/12/21/technology/21email.html?_r=1 Facebook, Twitter, chat, Skype, perfino l'immarcescibile sms sono pi immediati, informali, gratificanti. L'e-mail obbliga a un minimo di preparazione: un account di posta, un destinatario con un indirizzo, magari qualcosa nel subject (argomento). Bisogna aspettare che il destinatario risponda: e non sempre lo fa. Occorre evitare gli errori di ortografia, e magari fingere di essere educati. Nessuno, in Italia, chiude una email con In attesa di favorevole riscontro, se non ha assunto sostanze molto forti. Ma un saluto prima della firma lo usano tutti. questa sovrastruttura che i ragazzi trovano pesante, in America come in Italia, a Londra come a Pechino. Una email non pu - o non dovrebbe - contenere solo :- O, per spiegare che il mittente sorpreso. Facebook, per esempio, s' accorta che la riga del subject (l'argomento) resta spesso vuota (al massimo qualcuno batte hi! oppure ehi!). Cos ha deciso di eliminarla insieme a cc (copia) e bcc (copia nascosta). FB non un paese per vecchi; l'email s. Yahoo e Hotmail - celeberrimi siti di posta elettronica - hanno perso il 16% dei visitatori in un anno; solo Gmail, prodotto di casa Google, cresciuta del 10%. [] La chiocciolina (@) una specie in via di estinzione? Probabilmente s. Poco male: l'email ha avuto una vita intensa. Intensa - basta vedere gli auguri seriali da cui veniamo inondati in queste ore - ma breve. Quindici anni, diciamo. L'impatto sociale inizia nel 1995. L'email come le ragazze della televisione: c' sempre una pi giovane in agguato. Le lettere di carta hanno resistito meglio: cinquanta secoli? Qualcuno ancora ne manda, anche se l'abitudine ristretta ormai a tre categorie di persone: molto romantici, molto anziani, molto eccentrici. Accadr presto anche agli utenti di posta elettronica. Ti mando una email sembra il titolo di una commedia romantica all'americana, di quelle dove si baciano a dieci minuti dalla fine e tutti applaudono. Vederla fa sempre piacere, ma la vita funziona in altro modo.

12

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

Beppe Severgnini, Il declino della chiocciola. Email snobbate dai ragazzi, Corriere della Sera, 22 Dicembre 2010. http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_22/declino-della-chiocciola-Email- snobbate-dai-ragazzi-beppe-severgnini_e7942c7a-0d98-11e0-8558- 00144f02aabc.shtml

Sostituendo, innanzi tutto per motivazioni pratiche ed economiche, la comunicazione scritta cartacea, le-mail ha infine soppiantato la lettera persino nelle occasioni ufficiali, acquisendo (ad esempio con lintroduzione del valore legale della firma digitale) prerogativa anche pubblica e legale. Ci ha comportato uno slittamento delle potenzialit e delle funzioni della scrittura per e-mail, con conseguente relativa attribuzione al nuovo mezzo delle caratteristiche ereditate dalla comunicazione scritta tradizionale - alto controllo dellespressione e dello stile, verifica della correttezza formale e grafica, dilatazione dello spazio fisico e temporale tra lemittente e il destinatario, eliminazione dei fenomeni di personalizzazione o spontaneismi - conservando pertanto i vantaggi della scrittura ed eliminandone la principale insufficienza, che era sostanzialmente nella lunghezza dei tempi di consegna del messaggio (Cho 2010). Tali specializzazioni progressive dei tipi testuali digitali, intervenute nel giro di pochi anni, hanno determinato, di fatto, la proliferazione di una variegata gamma di scritture della rete, che non possono pi essere valutate come fenomeno singolo ed unitario, bens piuttosto come una sorta di diasistema complesso, di pari passo con lampliarsi delluniverso digitale (Stefinlongo 2004; Bonomi 2010; Pilloni 2011; Tavosanis 2011). Nellideale continuum tra la dimensione della scrittura e il parlato, la scrittura per chat o linstant messaging possono essere riguardati come una significativa via intermedia e, data lodierna diffusione globale dei social network, non pu essere trascurato limpatto universale sulle forme e sulla lingua (Baron 2000; Frehner 2008). 3. Per una grammatica delle scritture brevi

Nella considerazione, asseverata dalla pragmatica, della competenza comunicativa come somma di micro-competenze relative ai contesti duso, evidente che la differenziazione delle condizioni dello scambio comunicativo abilitata dalla comunicazione sincrona rispetto a quella asincrona richiede, da parte degli utenti, ladeguamento ai relativi registri,

F. Chiusaroli

13

lacquisizione di un linguaggio collettivo, in pratica ladesione a un canone (socio-)linguistico condiviso (Herring 1996 e 2012a; Bazzanella 2005a). La comunit degli scriventi, in s virtuale, risulta essere particolarmente esigente quanto alle regole che determinano il riconoscimento e linclusione dei suoi affiliati. Secondo i parametri della socio-pragmatica della comunicazione, lespressione del singolo piuttosto determinata dalla personale esigenza di consenso e di approvazione e lidentificazione allinterno del gruppo risulta prevalente rispetto alloriginalit e alla individualit, o alla sostanza stessa della comunicazione. Parlare, ovvero scrivere come gli altri, appare presupposto imprescindibile non solo per la comprensione, ma per la stessa trasmissione del messaggio. Ogni buon utente della rete sa che scrivere e- mail diverso dal partecipare validamente e in maniera propria allattivit di un chatgroup, l dove proprio ladesione alle consuetudini linguistiche del gruppo determina, a priori, lattribuzione del ruolo di parlante virtuale (Adkins&Brashers 1995). Tra le forme che consentono il riconoscimento dellutente nella comunit social vi senzaltro la scrittura (poich scritta concretamente la modalit di manifestazione dellutente) e, allinterno di essa, particolarmente pertinenti appaiono le forme delle scritture brevi, le quali assommano, alla preliminare urgenza della velocit e della concisione, annesse prioritariamente alla comunicazione digitale, lesigenza sociologica dellaccreditamento al gruppo quale appena sopra illustrata. Si giustifica a partire da tali premesse la diffusione di pratiche grafiche condivise, che per lo pi utilizzano la modalit abbreviativa come segnale distintivo gergale (Lorenzetti&Schirru 2006), ma allinterno della comunit coesa ne sperimentano le possibilit espressive allo scopo della comunicazione pi efficace. Alla luce delle nostre premesse, forme brevi saranno infrequenti, quasi inappropriate, alla comunicazione via e-mail, mentre risulteranno pressoch obbligate allinterno della conversazione per chat. Il carattere vincolante tanto pi evidente l dove la scrittura abbreviata compare senza remore di contravvenzione dello standard in scambi non solo tra utenti intimi o familiari, ma anche fra corrispondenti reciprocamente sconosciuti, per i quali lespressione non sorvegliata e il tratto amichevole costituiscono gli effetti, oltre che le cause, dellapproccio comunicativo e grafico spontaneo.

14

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

Il concetto di convenzione si ristruttura allinterno della nuova dinamica comunicativa, fino a determinare la costituzione di repertori condivisi la cui competenza, da parte degli utenti, condiziona evidentemente il processo di trasmissione e di ricezione del messaggio. Prova della rilevanza del principio della convenzione interna al gruppo la diffusione, in rete, di dizionari di abbreviazioni in uso nelle chat, liste di acronimi disponibili per tutti gli utenti (Crystal 2004), o, se anche non utilizzati, comunque compresi, decodificati ed acquisiti, repertori che attestano il grado di standardizzazione delle forme e soprattutto il livello di normalizzazione della pratica delle scritture abbreviate allinterno della comunicazione digitale (Lo Cascio 2007). Ma, nonostante ci, la stessa proliferazione dei dizionari, come pure la convivenza, al loro interno, di forme grafiche non univoche o uniformi, lesistenza, inoltre, di pi varianti per una parola, nonch la presenza non rara di forme omografiche, a dover indurre necessariamente a una riflessione sui principi che paiono regolare la prassi abbreviativa, in considerazione della difformit delle produzioni. Per rifarci intanto solo ai lessici delle chat che costituiscono qui oggetto dellindagine e nostro punto di partenza la recensione dei testi non sempre supporta lidea che gli utenti aderiscano a una convenzione. La selezione e lanalisi di una conversazione a lungo termine su Twitter (in questa sede contributo Logozzo) fa rilevare, contestualmente, nello stesso utente, limpiego della forma abbreviata, o estesa, o spesso variamente abbreviata, di una stessa parola. Piuttosto da tali analisi specifiche deriva come lesame e la classificazione delle forme annunci ladesione non gi a lessici standardizzati, quanto invece a ci che vorremmo definire una sorta di grammatica o sistema di regole rispondenti a criteri di funzionalit relativa alla dimensione della brevit (Dardano&De Roberto&Frenguelli 2008; Held&Schwarze 2011; Chiusaroli&Zanzotto in stampa). 4. Per una storia delle scritture brevi

A tale scopo apparir utile inquadrare i tipi di scritture brevi del web allinterno di una pi vasta considerazione delle fenomenologie, per procedere a una loro considerazione sincronica, in senso tipologico, ma anche diacronica, istituendo confronti con sistemi grafici e abbreviativi contemporanei o succedentisi, storicamente sperimentati.

F. Chiusaroli

15

Come noto, al di l delle specifiche casistiche, la storia della scrittura ha proceduto nel corso del tempo a una progressiva ristrutturazione del proprio impianto, nel perseguimento del principio della linearit del significante, ovvero fonetico/fonologico, pertanto abbandonando forme grafiche iniziali, come quelle ricostruite per le fasi pittografiche/ideografiche/logografiche, stilizzando, astrattizzando e infine specializzando man mano i disegni, trasformandoli in segni istituiti e convenzionali espressioni di valenze sillabiche e fonetiche, perdendo infine ogni relazione diretta e naturale coi referenti (Cardona 1981; Cardona 1986a). Cos come, tuttavia, i sistemi grafici storici hanno di fatto conservato elementi dei precedenti stadi, configurandosi come sommatoria di metodi grafici mistiformi (Valeri 2000), anche la pratica del texting mostra di recuperare tale somma di variet utilizzandone le singole realizzazioni alloccorrenza allinterno del medesimo linguaggio/discorso. Si tratta, ovvero, di verificare, nelle scritture brevi di oggi, la permanenza e la convivenza di forme grafiche appartenenti non pi o non soltanto ai principi della tradizione alfabetica, bens a diverse tipologie (Pulgram 1976; Frutiger 1996), semasiografiche o glottografiche, rispondenti alle plurime esigenze rese funzionali per la scrittura del messaggio digitale di testo. Contro la diffidenza e lostilit diffuse nei confronti di pratiche attribuite con biasimo ai gerghi giovanili, andr inoltre osservato come analoghi principi costitutivi possano essere riscontrati nei sistemi delle abbreviature che, nonostante la storica supremazia del modello alfabetico (Martin 1990; Harris 1998; Harris 2003), convivono in condizioni diafasiche nelle grafie specialistiche (in questa sede Reali), come, dallet antica, la paleografia, la diplomatica e lepigrafia, oppure nei sistemi tachigrafici e stenografici (Battelli 1939; Paoli 1891 e 1987; Bischoff 1992; Cencetti 1997). In tali ambiti il principio della convenzione si associa, integrandosi, allesigenza funzionalista, dando luogo spesso a dizionari in cui convivono forme incongruenti, disomogenee, irregolari (Cappelli 1990), la cui legittimit innanzi tutto salvaguardata dal prestigio della fonte, ma anche dai meccanismi pratici che asseverano il funzionamento del sistema. In chiave sincronica, la comparazione interlinguistica fa altres osservare la ricorrenza di meccanismi abbreviativi in parte specifici, ma in parte anche comuni alle diverse lingue, precipuamente collegati vuoi al diverso carattere tipologico delle lingue o alla efficacia fonologica della loro norma

16

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

grafica standard, vuoi alla finalit dellatto comunicativo, oltre che alladesione a stili convenzionali. Se la scrittura pu essere attivit universale delluomo (Cardona 1990 [1986b]), certamente generali appaiono i meccanismi che regolano le pratiche dellaccorciatura grafica. Alcuni semplici confronti interlinguistici ci mostrano lapplicazione di tecniche ripetute e assimilabili ci che in questa sede chiameremo regole. 5. Tipi e regole

5.1 Grafie fonologiche Risponde a necessit di brevit, velocit, sintesi, eliminazione della ridondanza, la rappresentazione grafica della parola sulla base della riproduzione della pronuncia, replicando in tal modo, con perfetta corrispondenza, alla richiesta mimesi col parlato e con la dimensione orale del messaggio. La pratica riduce al minimo la lunghezza grafica, recuperando la corrispondenza biunivoca suono/segno che il presupposto originario, ideale, successivamente perduto, del sistema alfabetico. Ecco dunque ladozione dei caratteri - lettere/numeri/simboli - per sostituire sequenze foniche e parole (Crystal 2001): inglese: <b> = be <c> = see <r> = are <u> = you <y> = why <4> = for/fore <2> = to/too <8> = -ate inglese: <2b or not 2b> to be or not to be <c u> = see you italiano:

F. Chiusaroli <xke> = perch <ke fai?> = che fai? <c 6?> = ci sei?

17

Lo storico grado di allontanamento della grafia inglese dalla dimensione fonologica - rispetto al tratto altamente fonetico della scrittura dellitaliano - pu darci spiegazione della speciale fortuna della pratica del texting per linglese (Baron 2000) e della grande abbondanza dei fenomeni in tale lingua, ma anche giustifica la variet e la pluralit degli esiti, o la non univocit delle opzioni negli scriventi. Per litaliano, al numero minore delle soluzioni fanno da contraltare la saldezza e la costante occorrenza di alcuni esiti, fissi e pressoch standardizzati, al limite dellautomatismo, come luso della lettera <k> per sostituire il poco economico ch, dilagante oltre i limiti dellimpiego gergale. Per altro, ben noto gi nella scrittura dei writers degli anni 70 limpiego di <k> nei graffiti e nelle scritte murali - una lettera che , allorigine, visiva manifestazione dellanima giovanile della protesta sessantottina, della sua ispirazione anarchica e sovranazionale, espressiva, anche nella sonorit espressa dal fono occlusivo sordo, dei sentimenti della rabbia e del disprezzo delle regole dichiarati dai movimenti punk e rock (entrambi nomi con <k>). Ancora per litaliano, guidata dal principio fonologico ladozione dei segni matematici <+, -, x> per pi, meno, per, che si trova allorigine del grossolano Bixio/Biperio, ma la cui esistenza pu essere rintracciata nella grafia giovanile degli appunti gi da prima dellavvento dei cellulari. Costituisce una pratica comune a varie lingue limpiego dei numerali arabi per la loro valenza fonetica (it. <6> = sei; ingl. <4> = for), adozione generale che, nel caso specifico, attesta la non universalit della lettura dei segni e piuttosto la loro diretta relazione con il sistema linguistico dato e con la corretta competenza di esso. Il medesimo richiamo alla dimensione linguistica di riferimento alla base della appropriata e relativa decifrazione di forme brevi come <c>, che vale ci per un utente di lingua italiana e see (o anche sea) per un parlante/scrivente inglese. 5.2 Grafie consonantiche

18

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema della

Tipiche forme abbreviative risultano dalla consuetudine soppressione di elementi dal corpo grafico della parola:

<tx, tnx, thx> = thanks <dmn, gg, vd, nn, sn, grz> = domani, oggi, vedo/vado, non, sono, grazie <gg nn vd> = oggi non vado Il denunciato disorientamento dellutente non esperto di fronte a nuclei totalmente composti di consonanti pu essere attribuibile a scarsit di consapevolezza metalinguistica, ma pi presumibilmente sar da addebitare a posizioni di pregiudizio, l dove intuitivamente appare operazione abbastanza immediata ed istintiva ricostruire il senso di una parola derivandolo dalla struttura consonantica (non solo grafica). A tale riguardo ricordiamo che risiede fra i fondamentali presupposti della teoria dellinformazione lidea che, nelle parole, la qualit informativa sia massimamente veicolata dalle consonanti piuttosto che dalle vocali (Barr 1976). Numerosi ed acclarati sono i casi di esperimenti volti a asseverare il diverso grado di dipendenza della intelligibilit di un messaggio scritto dalla presenza dei caratteri che richiamano certe componenti sonore e non altre, cos che dimostrato come si possa decifrare senza errori un testo scritto senza, o con poche, vocali (Lee&Rayner&Pollatsek 2001). Allo stesso modo lassuefazione allesperienza della dimensione scritta della lingua, acquisita con la cultura della scolarizzazione cui sin da bambini siamo sottoposti, determina lacquisizione di una percezione gestaltica, non sempre reale, della forma scritta, che ci consente di leggere correttamente parole contenenti errori di stampa o refusi tipografici (Cardona 1981). In termini di confronto storico, sar inoltre da ricondurre alla medesima prospettiva la scelta, operata nelle fasi dello sviluppo dei primi sistemi grafici alfabetici, di istituire apparati solo consonantici, quali sono testimoniati dalle antiche scritture semitiche, fenicio, arabo, ebraico. Mentre non si d tradizione alfabetica che attesti la notazione di sole vocali, risulta tra le tipologie abbreviative della tradizione paleografica la trascrizione di parole composte dalle componenti solamente consonantica (<DMS> Dominus; <SCS> sanctus) o solamente vocalica (<aia> anima).

F. Chiusaroli 5.3. Grafie tronche

19

Entrano nel novero dei procedimenti abbreviativi ad ampia diffusione le tecniche di apocope, troncamento ed elisione, eliminazioni di porzioni della parola che appaiono ininfluenti rispetto alla salvaguardia del principio informativo: <and> = andare/andiamo/andate <comple/comple> = compleanno La particolare variet degli esiti riferiti dai dizionari delle abbreviazioni della rete spesso dovuta alle polimorfiche possibilit di lettura di forme grafiche che costituiscono i lessemi delle parole, alle quali lelemento morfologico o desinenziale viene sottratto in quanto giudicato facilmente ricostruibile dal corpo sintattico della frase. Tale procedimento appare particolarmente fecondo, produttivo e ricorrente nel caso di lingue a componente morfologica flessiva, l dove la parte semantica e quella grammaticale sono facilmente distinguibili e risultano dotate di valore informativo reciprocamente non equivalente. Significativamente, moltissime equivalenze, con casi di plurivoche letture, si trovano della pratica del troncamento delle desinenze nella paleografia latina: <nom> nomen, <dix> dixit, <fecer> fecerunt, <accep> accepit/acceperunt (Battelli 1939). 5.4. Scriptio continua Frequente la soppressione delle separazioni grafiche tra le parole, procedimento in uso anche nella lingua standard e che appare storicamente alla base di modificazioni indotte sulla lingua dalle caratteristiche della scrittura del parlato. Certe perplessit, registrate dai dizionari della lingua italiana (http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4026& ctg_id=93), circa la corretta scrittura di alcune locuzioni avverbiali o preposizionali, conducono non raramente allaccoglimento, nello standard, della duplice opzione, unita o disgiunta, dellespressione, esplicito segnale del carattere del tutto convenzionale dellisolamento dellunit parola scritta nella scrittura alfabetica. Analogamente attestate nella sincronia e nella diacronia dellitaliano sono formazioni riproducenti esiti fonetici di processi legati al continuum

20

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

tipico della catena fonica (sui condizionamenti tra scritto e orale nellitaliano cfr. almeno Serianni 2003 e Trifone 2007):
<anzitempo> = <anzi tempo> <anzitutto> = <anzi tutto> <casomai> = <caso mai> <ciononostante> = <ci nonostante> <controvoglia> = <contro voglia> <difronte> = <di fronte> <disotto> = <di sotto> <dopotutto> = <dopo tutto> <manodopera> = <mano d'opera> <nondimeno> = <non di meno> <oltremisura> = <oltre misura> <oltremodo> = <oltre modo> <peraltro> = <per altro> <perlomeno> = <per lo meno> <perlopi> = <per lo pi> <quantomeno> = <quanto meno> <tantomeno> = <tanto meno> <tanto pi> = <tanto pi> <tuttalpi> = <tutt'al pi>

o processi di assimilazione per coarticolazione:


<cosicch> = <cos che> <dappoco> = <da poco> <dappresso> = <da presso> <dapprima> = <da prima> <dapprincipio> = <da principio> <suppergi> = <su per gi> http://ebookpdf.files.wordpress.com/2008/10/come-si-scrive-prontuario.pdf

Gi variamente attestate nella scrittura epigrafica e paleografica (con le connesse derivanti problematiche di decodifica e disambiguazione), la legatura e la scriptio continua, insieme alla assenza/omissione della punteggiatura, risultano sicuri procedimenti di risparmio anche nellsms e nelle chat, in cui prevalente la pratica della eliminazione di segni di interpunzione o spaziature non significativi o giudicati irrilevanti per la comprensione, determinando grafie sintetiche dal pertinente effetto fonetico (esempio: <c> = c).

F. Chiusaroli 5.5. Acronimie

21

Principio produttivo tra i meccanismi abbreviativi pi comuni la contrazione acronimica o inizialismo, agente attivissimo nella formazione delle parole e delle frasi nella lingua della rete come nel lessico comune (Calvet 1980; in questa sede Di Pace&Pannain e, con riferimento alla traduzione, Lefvre). Luso di abbreviare per singulam litteram (cfr. Valerio Probo, De litteris singularibus), anzich scrivere per esteso alcune parole, risulta praticamente coevo, o almeno poco meno antico della scrittura alfabetica stessa, ed legato, oltre che alle condizioni degli impieghi epigrafici e manoscritti, allalta frequenza duso delle parole, cos usuali da rendere ridondante la versione estesa delle forme: <SPQR> Senatus Populusque Romanus, <AVC> ab Urbe condita (Cencetti 1997). Sono frutto della fortuna garantita dalla scrittura della rete - il cosiddetto netspeak - alcuni neologismi ora acquisiti ufficialmente nella norma grafica e linguistica, secondo le consuete trafile di diffusione e integrazione delle forme speciali o gergali nella lingua comune (in questa sede Marroni), fino al loro inserimento nei dizionari dello standard. Il termine sms acronimo dell'inglese Short Message Service ed ad esempio comunemente usato per indicare un breve messaggio di testo (il messaggino) inviato da un telefono cellulare ad un altro. Il termine corretto sarebbe SM (Short Message), ma ormai invalso l'uso di indicare il singolo messaggio col nome del servizio, quindi utilizzando sms con valore sostantivale (inviare un sms, digitare un sms). Evidentemente per analogia con sms si imposta successivamente la forma mms, acronimo di Multimedia Messaging Service, che vale messaggio multimediale. Derivante dallo stesso contesto, T9 nasce come acronimo di Text on 9 (keys), nome del relativo software, inventato da Tegic Communication, mentre ora vale Dizionario T9. Il successo della forma (breve) e-mail (da electronic mail) pu essere posto alla base dellacquisizione del prefisso e- come formante per nomi di prodotti collegati concettualmente alla posta elettronica, come e-commerce, e-business, e-bay, e-book, progressivamente acquisiti come prestiti nellitaliano, con interessanti formazioni paronomastiche, quali ad esempio il termine e-mule, per cui la resa senza trattino separatore (comune anche per le voci precedenti) emule configura felicemente lidea della riproduzione, fatalmente non autorizzata, di cui il logo dellasinello

22

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

(mule) pu rendere concretamente limmagine. Lattivazione di analogo procedimento di scomposizione e ricomposizione di pezzi brevi della parola si riconosce nella costituzione e immediata fortuna di una formazione come g-mail, che riproduce il concetto di e-mail specializzandolo sulliniziale del pi famoso motore di ricerca dalla contrazione del pi lungo Google mail (dal 4 luglio 2005). Ad oggi una delle pi fortunate trafile per una formazione breve appare rappresentata dal gruppo di parole delluniverso Apple, l dove la prima formazione i-Mac (i- equivale a Internet ed poi il pronome I, espressione felicissima della tendenza alla personificazione e personalizzazione tipiche della tradizione Apple: ricordiamo che nel 1998 il primo modello si present da solo grazie a un programma di sintesi vocale Hallo, Im McIntosh) ha guidato la costruzione della serie dei nomi dei dispositivi i- Pod (Pod dalla navicella del film di Kubrick 2001: Odissea nello spazio), i- Phone, i-Pad (Pad la tavoletta dellamanuense), i prodotti i-Book (omofonico ma pi fortunato di e-book) e i-Tunes, oggi manifestazioni di un vero e proprio stile di vita - i-Life dentro luniverso Mac. La correlazione che si instaura tra la notoriet e luso comporta la convenzionalizzazione di forme grafiche spontanee e la loro diffusione al di l dei confini nazionali originari. La sequenza a due lettere <fb> oramai Facebook per tutto il mondo, e la forma breve realizzata dalle iniziali degli elementi del composto. Gli effetti, anche in questo caso, vanno oltre la creativit dello scrivente, fino a condizionare la strutturazione dei sistemi predittivi nel trattamento automatico del linguaggio naturale, come nei dizionari intuitivi o nel motore di ricerca. Le nuove funzioni di Google come Instant e Suggest (http://www.google.it/instant/; http://www.google.it/support/websearch/bin/answer.py?answer=106230) si basano sulla pre-selezione e la proposta dei risultati della ricerca partendo dalla digitazione degli elementi ritenuti pi informativi nella frase (Herring 2012b), ad esempio privilegiando le consonanti rispetto alle vocali, i morfemi lessicali rispetto a quelli grammaticali, i sostantivi e i verbi rispetto alle preposizioni e alle congiunzioni, o attraverso la deduzione del risultato dalle prime lettere della parola ricercata (<f> > Facebook). E si tratta, come si vede, di un effetto con valenza ideologica indotto dalla pratica delle scritture brevi (Shirky 2010).

F. Chiusaroli

23

Entra nel novero dei procedimenti acronimici il notissimo <tvb> ti voglio bene, acclimatato nella scrittura giovanile e conseguentemente declinato in forme pi lunghe, anche con commistioni multilingui, un fenomeno che, tra laltro, mette in rilievo la motivazione ludica, di gioco con la lingua (Crystal 1998), che provoca tipici allungamenti ridondanti delle scritture brevi: <tvtb, tvttb> ti voglio tanto bene, ti voglio tantissimo bene <tv1kdbeo4e> ti voglio un casino di bene e oltre forever La dimensione globalizzante indotta dal fenomeno della rete si riconosce nella diffusione, in italiano, della forma contratta LOL, acronimo di loughing out loud o lough out loud, espressione enfatica della risata fragorosa, e della forma OMG, abbreviazione convenzionalizzata dellesclamazione Oh my God!, entrambi ben diffusi nella messaggistica istantanea come sequenza grafica compatta, con effetti semantici in qualche modo riconducibili al caso della composizione delle formazioni onomatopeiche attestate nella lingua dei fumetti e in particolare nelle traduzioni dalla lingua inglese dei testi fumettistici della tradizione disneyana (Pietrini 2007; in questa sede Dovetto). 5.6. Scritture a effetto Si classifica nel novero delle espressioni digitali giovanili la pratica di alterazione della struttura grafica standard della parola tramite sostituzione di lettere con caratteri alternativi. Le corrispondenze sono in tali casi istituite attraverso lo sfruttamento di certe analogie visive o anche in ragione di suggestioni ed evocazioni a marca esterofila (anglofila) o comunque per il richiamo internazionalizzante. Costituisce occasione importante di manifestazione identitaria dello scrivente lideazione del nickname (ora nick), che graficamente rappresenta una sorta di passaporto della personalit, una sintetica rivelazione del s- digitale che precede o accompagna, siglandola, ogni comunicazione (in questa sede Caffarelli). Lesigenza, talora imposta dal sistema, di evitare omonimie o omografie, determina la creazione di stringhe nominali autografe ottenute combinando lettere e numeri, come le lettere del nome, o del nomignolo (nome breve), e i numeri della data di nascita. Nei casi, parimenti frequenti, di nomi in codice o nomi darte si assiste

24

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

allapplicazione di caratteri sostitutivi che garantiscono loriginalit senza mettere a repentaglio la corretta lettura: per il principio della analogia visiva si creano associazioni di segni come <4> = A; <3> = E, da cui, ad esempio, originano formazioni di nick come <M4RGH3RIT4> o <pR!n!P$0gN@nT>. Entrano nella medesima tipologia le sostituzioni di parti della parola (evidentemente avvertite come non fondamentali) che uniscono le potenzialit evocative e la pressione abbreviativa, quale limpiego sperequativo della <x> in <complex> = compleanno, <camix> = Camilla, raddoppiata, triplicata, senza motivazione razionale: <bellixximo> = bellissimo <bnxximo> = benissimo
perch la x al posto delle 2 esse? boo Ciao! Vab capisco magari perch scriverlo "xke" bene o male un senso ce l'ha (x <---- sta per "per"__ke <--- sta per che), e si puo anche capire ma da compleanno a complex bo io non ci vedo nessun senso logico!! ovvio.. perch scrivere compleanno troppo faticoso.. se no si consumano i tasti della tastiera.. e poi vuoi mettere l'ebrezza di usare a profusione la lettera X?! si in effetti io scrivo comple...perch sono al lavoro e cerco di guadagnare pi tempo possibile scrivendo il pi possibile...vuoi dire k in me c' un po' di bimbominkia??? ti prego dimmi di noooooooooooooooooo http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080721051010AA6n5mM

5.7. Brevit per allungamento e punteggiatura Lallungamento, con una modalit per cos dire agglutinante, della stringa acronimica consente di compitare intere frasi di senso compiuto e solo apparentemente contraddice il principio di brevit, per leffetto ottenuto della immediatezza che veicola, di impeto, il significato connotativo, o affettivo/emotivo, oltre a quello descrittivo/denotativo. Allo stesso scopo diretto luso della punteggiatura o dei caratteri maiuscoli, di cui va tra laltro segnalata la valenza universale: <vieni!> con un punto esclamativo pu avere significato imperativo- assertivo, ma <vieniiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!>, con tanti punti esclamativi e con iterazione della finale vocalica, diventa implorante (attestato, ad esempio, nel messaggio dellinnamorato).

F. Chiusaroli

25

Alla sostanziale specializzazione della punteggiatura per scopi ludici ed espressivi corrisponde limpiego non ortodosso dei segni paragrafematici nelle scritture brevi. Nel messaggio e-mail ancora attestato un certo grado di adesione alle norme corrette alternanza di punto/virgola, maiuscole/minuscole, uso dellaccapo ma il livello di accuratezza relativo al ruolo dello scrivente e alla dimensione comunicativa diafasica; nelle conversazioni per chat lidentificazione pressoch totale col parlato e la forte pressione del ritmo comunicativo determinano per lo pi la soppressione di ogni atto di digitazione che possa alterare il processo della scrittura continua senza determinare effetti informativi. 5.8. Pittogrammi e ideografie Non potr essere omesso, anzi caratteristica fondamentale della scrittura che ci interessa, limpiego dei cosiddetti emoticons, inglese smileys, per noi anche faccine (Crystal 2004). Realizzati in modalit pittografica, inizialmente ricavati componendo figure di sguardi attraverso segni di punteggiatura (da guardare con la testa chinata a sinistra), sopperiscono quasi senza necessit di intermediazione al vuoto intonativo che la pi rilevante fra le insufficienze pragmatiche della comunicazione scritta (Dresner&Herring 2010): :-) felicit :-( tristezza :-D risata :-P linguaccia Tali segni hanno tra laltro conosciuto una propria evoluzione in termini di brevit, essendo stati presto soppressi i tratti evidentemente avvertiti come non necessari: :) :( :D :P

Gli smileys ccompagnano dunque lespressione scritta, esplicitando lumore del mittente o la modulazione del messaggio, ma addirittura possono felicemente sostituire la scrittura, l dove la faccina sorridente pu ad esempio rimpiazzare il s! scritto, pi efficacemente della opaca parola,

26

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

licona mostrando senzaltro il massimo potenziale in termini di rappresentativit e di espressivit. Elementi della medesima tipizzazione, come gli smileys dotati di grande efficacia comunicativa diretta, ideale connubio tra brevit ed effetto, i simboli, disegnini e forme, si sono in pochi anni moltiplicati, particolarmente nei linguaggi delle chat, in un certo senso riportando la scrittura alla propria origine. Fra tutti certamente sovrano (e nato ben prima dellsms) il cuore, che universalmente vale love/amore. La costruzione iconica del cuore con i due segni <3 tratteggia un cuore sdraiato, da guardare con la testa chinata a destra, ma rilevante la pratica, che vale anche per gli smileys, per cui i sistemi informatici alla base di siti web dominanti, come oggi Facebook, consentono la creazione del cuore - come di altre figure, - con lautomatismo della digitazione successiva dei due caratteri implicati. Loperazione di trasformare la digitazione in segni/immagini resa possibile dal sistema anche a livello di fai-da-te. Cos, ogni ragazzino potr ricavare dalla rete immagini (anche in movimento) e associarle a sequenze di trascrizione vincolandone lesito. Tale intervento meccanico fa registrare per altro forme devianti, potremmo dire allarmanti, per la deriva dalla norma, ma stupefacenti per levoluzione in senso ideografico (come gi detto, pittografico) o anche sillabografico, l dove la figuretta semovente compare appunto automaticamente nel corpo di una parola perdendo liniziale valore iconico: <ke ka> che casino! Ha festeggiato recentemente il secondo compleanno licona Mi piace di Facebook (http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/04/24/news/mi_piace_compie_u n_anno-15341773/?ref=HRERO-1). Rappresentata dal disegno del pollice alzato,

ha carattere ideografico, consentendo la lettura in tutte le lingue del mondo (J'aime", "I like", "Mi piace", "Me gusta", "Gefllt mir,) e, insieme a Condividi (ed ora insieme al neonato Progetto Google+ https://plus.google.com/up/start/?sw=1&type=st), costituisce un brevissimo e infallibile attestato di popolarit.

F. Chiusaroli

27

Laltissima occorrenza di tali figure ideografiche, disseminate lungo il corso di ogni conversazione in chatgroup, manifesta il particolare rendimento funzionale della scrittura breve: la collocazione regolare del simbolo in chiusura della frase digitata, o, come spesso avviene, la presenza dellicona quale unico elemento del rigo a scopo di commento o di replica, denotano limportanza annessa allespressione di stati danimo, emozioni, reazioni istintive, rispetto alla sostanza del messaggio. La frequenza appare spesso correlata alle comuni necessit del turn taking e del floor taking, secondo i meccanismi rilevati dallanalisi conversazionale, in questo caso nelle particolari condizioni della interazione sincrona a distanza (Bazzanella 2005b e 2005c; Pistolesi 2005b). 6. Le varianti: grammatica, sintassi, convenzione e sistema

Le possibili, molteplici letture di una stessa forma mettono in campo ulteriori questioni importanti, che sono, oltre al dato della convenzione, lambiguit, la correttezza, i tempi. Si osservino gli esempi:
<vd 1 casa> vedo una casa <vd a casa> vado a casa

Se <vd> pu essere vedo e vado, sar la catena sintattica a far decidere per la corretta interpretazione; ovvero saussurianamente, le relazioni paradigmatiche e sintagmatiche daranno luogo a processi di combinazione e selezione, privilegiando le forme brevi prevalentemente, se non in assoluto, nei casi in cui esse non determinino letture ambigue od oscure (Chiusaroli 2012). Osservando la questione dalla parte dello scrivente, la velocit imposta dalla pressione della catena e del sistema costituir un limite naturale agli esiti regolari, determinando piuttosto produzioni grafiche apparentemente contraddittorie, quali scritture incongruenti, ma anche automatismi. Il dubbio di poter non essere bene interpretati, o fraintesi, potr farci optare per la forma considerata pi popolare, oppure per la forma estesa anzich abbreviata, ed ecco il margine di elasticit consentito dai linguaggi non stabilizzati (Bazzanella&Baracco 2003) (ricordiamo che anche nella stenografia classica le abbreviazioni sono fisse e facoltative; Giulietti 1968). Come nelle lingue leconomia principio di valutazione posteriore, ma non predittivo, dei fenomeni, ed principio relativo e non assoluto

28

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

(Martinet 1966 e 1984), cos nelle scritture brevi leconomia non incondizionata, l dove un eccesso di economia pu mandare in crisi il principio della comprensibilit, ci che sar di nuovo, ed altamente, antieconomico (Chiari 2002). Secondo la premessa enunciata, la norma grafica dovr dunque essere subordinata alle dinamiche della pragmatica comunicativa; tuttavia lo stesso principio normativo risulter ugualmente attivo, operando, ancora per motivi di economicit, nel senso di favorire un contenimento effettivo delle spinte centrifughe indotte dalle varianti isolate ed estemporanee (Herring 2012b). Entra pertanto nella nostra prospettiva la funzione della scrittura normata, per la quale non soltanto vale il grande potente principio sociolinguistico del prestigio e del gruppo dei pari (si scrive come scrivono tutti, si scrive come scrivono i migliori), ma lo stesso canone delleconomia comporta ladeguamento di necessit a regole pi o meno condivisibili, e dunque spinge verso la convenzione. Soltanto con un buono sforzo di cooperazione la lettera <g> pu essere letta come grazie, mentre <grz> ha maggiori possibilit di essere correttamente recepito. La diffusione di <grz>, gi favorita dalla positiva valenza del gruppo consonantico, per lo stesso motivo facilmente promossa al rango di abbreviazione ufficiale (convenzionale). giusto osservare passivamente il dilagare di queste forme nella comunicazione di oggi? 7. Fortuna e ideologia

Per placare le diffuse inquietudini andr detto e questo potrebbe andare a svantaggio del nostro discorso che, al di l di fenomeni isolati, luso delle abbreviazioni nei messaggi raramente travalica i confini del contesto rappresentato dalla rete. Ogni ragazzo sa quando sia il caso o meno di utilizzarle; ognuno sa che non si scrive <k> nei compiti a scuola, o comunque la formazione scolastica istituisce presto il corretto discrimen degli usi e delle competenze. Le abbreviazioni elencate nei relativi dizionari on line in alcuni casi appartengono gi alla lingua delluso, altre volte sono forme isolate, che spesso compaiono in ununica occorrenza, non reiterate neppure dallo stesso utente. Si tratta pertanto di fenomeni creativi spontanei che non intaccano la fissit della norma.

F. Chiusaroli

29

Ma non potr essere disconosciuta la spendibilit delle scritture brevi e la loro dilagante diffusione nei settori comunicativi della nuova societ globale (Van Dijk 2002; Granelli 2006 e in questa sede; Granelli&Sarno 2007; De Kerckhove 2008). Si sa che tvb oggi la marca di un succo di frutta, gli smileys fanno capolino nei manifesti pubblicitari. Non sorprende insomma la recettivit di tali forme da parte del linguaggio creativo dei media, per lefficacia, la sintesi, lappeal sulle generazioni giovani. Effetto positivo della potenza della rete stato lallargamento della mutua comprensibilit, vuoi nei termini della diffusione ad ampio spettro di quella specie di lingua universale che linglese di internet, ma vuoi anche, per la variet e la contraddittoriet che tipica delle cose umane, ovvero vive, per le forme di un nuovo e positivo multilinguismo (anche come rivitalizzazione dei dialetti), essendoci un posto per tutti nelle infinite pagine del libro virtuale. Ma qui loccasione per considerare, fra gli esiti positivi della globalizzazione, la scrittura breve, che ha, fra i suoi pregi, quello di unire tutte le lingue, in lungo e in largo, passate e presenti, in quanto pratica universale delluomo, riscontrata in tutte le epoche, labbreviazione (alla ricerca delle leggi generali delle abbreviature latine, ad esempio, Schiaparelli 1926 e Battelli 1939). Il carattere imperioso delle scritture nazionali tende a confinare le costruzioni abbreviate nellalveo di settori specialistici, ma non raramente si assiste al collocamento delle forme nel sistema, inizialmente occasionale e imprevisto, ma successivamente stabilizzato (come sms). Per ci che riguarda la lingua comune, i vocabolari registrano molte parole che sono forme di scritture brevi, alcune ben note e particolarmente fortunate (si pensi alla diffusione mondiale di OK, su cui Metcalf 2010), entrate nelluso ordinario e diventate parole. Procedimenti come sincretismi, aplologie, formazioni macedonia e acronimie sono continuamente in atto nella lingua, e nella diacronia linguistica si osservano ripetuti movimenti a fisarmonica, che restringono (e poi anche allungano) le forme dando vita a nuovo lessico: TV, WC, VIP, UFO, NATO, brunch, smog, Lorigine di tali formazioni molto spesso nella dimensione diamesica della scrittura: si tratta, ovvero, di accorciamenti grafici che vengono letti.

30

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

del marzo 2011 la notizia dellinserimento del simbolo del cuore - nellautorevole sede dellOxford English dictionary, e si tratta del primo carattere non alfabetico ad avere accesso ufficiale nel tempio sacro della lingua inglese. La novit, accolta con molta sorpresa e con la prevedibile contrariet, non pu lasciarci indifferenti, poich il segnale di una evidente, ed inevitabile, rivoluzione in atto:
Dont look now, but I think my old English grammar teacher is doing somersaults in her grave: No less an authority than the Oxford English Dictionary has declared OMG a word, along with two other popular 3-letter abbreviations, LOL and FYI. Language purists may scoff at the new additions or even consider them a sure sign of the decline of Western civilization. However, in its latest update, the OED notes that both OMG and LOL have jumped out of the confines of electronic screens and are now found outside of electronic contexts, however; in print, and even in spoken useThe intention is usually to signal an informal, gossipy mode of expression, and perhaps parody the level of unreflective enthusiasm or overstatement that can sometimes appear in online discourse, while at the same time marking oneself as an insider au fait with the forms of expression associated with the latest technology. C. Mikojajczyk, Its official: OMG is now a word, March 28, 2011 http://www.k-international.com/blog/its-official-omg-is-now-a-word/

Significativamente si registra contemporaneamente lacquisizione, nella stessa prestigiosa sede, della sigla LOL e di OMG, di cui sopra abbiamo identificato lascendente extranazionale sulle lingue a partire dallinglese (Crystal 2003 e qui Zanzotto&Pennacchiotti). 8. Una conclusione

Ma al di l delle peculiari fortune e dei successi che pure decretano la rilevanza di queste specie - qui loccasione per losservazione e lanalisi delle fenomenologie, in quanto regolari e non irrazionali appaiono le tecniche e le strutture delle grafie sintetiche di tutti i tempi. La dominanza del principio delleconomia temporale quale denominatore comune riconosciuto nella definizione delle scritture veloci storicamente ricorrenti (Giulietti 1968) - dalle notae tironianae alle notae iuris attestate dallepoca ciceroniana, dalle siglae (abbreviazione di singulae litterae) della tradizione epigrafica alle abbreviazioni dei nomina sacra dellambito religioso, dalla tachigrafia sillabica (dal VI secolo) alla

F. Chiusaroli

31

stenografia moderna pu essere riconsiderata in unottica integrale di storia della scrittura, ovvero inquadrando lo stesso concetto di tempo della scrittura come la ragione occasionale, l dove la brevit, in senso spazio-temporale, costituisce causa/effetto permanente, risultato delle pratiche grafiche abbreviative riscontrate ad ogni epoca e non soltanto nei contesti specialistici. Da tali premesse motivazionali si deducono le forme, che esibiscono parametri distintivi e tratti peculiari tali da comporre una logica sommatoria e non tanto un inventario normativo. Mentre le lingue e le scritture sono tante e diverse, appare proponibile non solo elencare, ma anche classificare le abbreviazioni, riconoscere principi mentali alla base della pratica dellaccorciamento, ammettere lesistenza di tipologie in analogia con i tipi o gli universali linguistici, ovvero redatte sulla base delle stesse qualit tipologiche intrinseche alle lingue. Bench siano profonde e complesse le problematiche relative allorigine della scrittura, appare indubitabile che la particolare natura dei supporti e degli strumenti che accolgono le prime forme di rappresentazione grafica del pensiero e del linguaggio (Leroi-Gourhan 1977; Cardona 1990 [1978]; Silvestri 1996) non pu non avere condizionato la raffigurazione sintetica, dunque breve, delle realizzazioni di graffiti e pitture su rocce, immagini senza parole (Bocchi&Ceruti 2002) che sono funzionalmente adeguate alla maggiore economia della comunicazione (Cardona 1986a). Analogamente, la riconosciuta circostanza di intrecci e convivenze tra sistemi semasiografici e glottografici, o tra sistemi logografici e alfabetici, la tesi della convivenza di forme che ha sostituito la visione progressista dellalfabeto come risultato finale e perfetto dellevoluzione della scrittura nella storia, comportano la necessit di confrontarsi con le tipologie delle scritture, evitando uninterpretazione rigidamente meccanicistica del rapporto tra segno e nozione, ma nondimeno riconoscendo lazione di un principio pragmatico che punta alla massima efficacia funzionale delle soluzioni primariamente in senso economico, di risparmio. La perdita, nelle fasi temporali soprattutto moderne, ad esempio successive allintroduzione della stampa, della corrispondenza esatta delle lettere coi suoni, non pu impedire di riconoscere la ricerca di tale ideale coerenza allorigine della stipulata corrispondenza: ricerca che per altro ulteriormente provata nei casi di ricostruzione a ritroso della derivazione di caratteri alfabetici da quelli logografici/ideografici, provando un continuo equilibrio, a scopo

32

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

funzionale ed economico, tra gli estremi di economia e ridondanza, e tra le tendenze di arbitrariet, motivazione e convenzione (Silvestri 2009 e in stampa), che sono caratteristiche precipue delle lingue, prima (e oltre) che delle scritture. Non appaiono casuali, ma seguono un principio logico (psico-logico, morfo-logico) e comune, le pratiche di recisione di elementi desinenziali osservabili nei sistemi abbreviativi dellsms come nelle abbreviature paleografiche introdotte dallantico copista. Lamanuense medioevale, che trascorreva la propria esistenza a scrivere e a copiare dentro le pareti dello scriptorium monastico, non aveva certo problemi di fretta, o almeno la sua vita non paragonabile alla odierna condizione multitasking, ma il supporto per la scrittura richiedeva quanto meno attenzione a evitare ogni spreco inutile di materiale. Ed ecco la ricca serie delle convenzioni grafiche della paleografia greca e latina. Analogie si rintracciano, come visto, nelle pi antiche scritture epigrafiche, le quali riportano serie convenzionali di abbreviazioni fatte di soppressione di elementi, troncature ed elisioni, disegni e simboli, che possono essere incongruenti, ma mai illogici. Si collega alle notae tironianae e alla tachigrafia dellepoca di Cicerone la moderna stenografia, che, attraverso un alfabeto molto semplice, e attraverso regole abbreviative delle scritture ordinarie, costruisce segni brevissimi, che possono essere tracciati con un solo tratto di penna, operazione che richiede un tempo che pari ad un quinto rispetto ai caratteri ordinari. La stessa tradizione stenografica si collega storicamente, ma ancor pi ideologicamente, a certi progetti di lingue universali dellepoca empirista, fondati sullinvenzione di caratteri sintetici ideografici perfetti (Poli 2012; Chiusaroli 1998), ovvero rappresentanti, nella figura scritta, i tratti essenziali degli elementi del reale pensato, i costituenti, privi di ridondanze, risultanti della operazione concettuale della reductio dei dati alle nozioni prime, al di fuori della mediazione, giudicata fallace, della lingua e dellalfabeto (Chiusaroli 2001). Gli stessi progetti costituiscono un punto di riferimento culturale per la fondazione della teoresi della ars combinatoria e della leibniziana characteristica universalis (Rossi 1983; Eco 1993) nella speculazione moderna, dove la riconduzione della lingua a schema logico, algebrico e aritmetico (Rossi 1971; 1989; Burkhardt 1987) in seguito divenuta prototipo per la costituzione dei modelli matematici

F. Chiusaroli

33

posti alla base dei programmi per il trattamento automatico delle lingue naturali. Dalla scrittura a mano alla macchina, ricordiamo che lo schema Qwerty, brevettato per le macchine da scrivere nel 1864, aveva fra i suoi scopi laccelerazione della scrittura tramite labbreviazione dei tempi e dei passaggi nei movimenti. Tale obiettivo veniva perseguito attraverso la collocazione dei tasti su basi ergonomiche, peculiarmente separando le lettere maggiormente utilizzate (in inglese) in modo tale che le mani dello scrivente non si intrecciassero nel corso della battitura, anzi in modo tale che, mentre una mano si posizionava, l'altra mano colpisse il tasto, nel rispetto delle sequenze grafiche maggiormente ricorrenti. E poi entrano in campo le molte analogie con i sistemi grafici di tutti i tempi. Ovvero, la classificazione secondo la trafila - disegno pittogramma ideogramma logogramma sillabogramma carattere alfabetico trova speciale occasione di sintesi nelle scritture brevi non istituzionalizzate o non generalizzate, dove elementi di ogni sistema o di ogni stadio sono adottati sulla base del principio di minimo sforzo e massimo rendimento, istituendo una convivenza delle forme che supera le barriere spazio e tempo. Il confronto, in sincronia e in diacronia, sugli scriventi, i destinatari, i supporti e gli strumenti, i contesti, fa notare specificit e differenze, ma forse in maggior misura mette in luce affinit e somiglianze, in una pratica umana che riunisce tecnica e cultura, ideologia e creativit, regola e libert. Francesca Chiusaroli chiusaroli@lettere.uniroma2.it francesca.chiusaroli@gmail.com

34 Bibliografia

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

Adkins&Brashers 1995 Adkins Mark, Brashers Dale E., The power of language in computer- mediated groups, Management Communication Quarterly 8 (3), 289- 322. Baron 1998 Baron Naomi S., Letters by phone or speech by other means: the linguistics of email, Language and Communication 18/2, 133-170. Baron 2000 Baron Naomi S., Alphabet to email: how written English evolved and where its heading, London, Routledge. Barr 1976 Barr James, Reading a script without vowels, in W. Haas (ed. by), Writing without letters, Manchester, Manchester University Press, 71-100. Battelli 1939 Battelli Giulio, Lezioni di paleografia, II ed., Citt del Vaticano, Pontificia Scuola Vaticana di Paleografia e Diplomatica. Bazzanella 2002 Bazzanella Carla, Le facce del parlare. Un approccio pragmatico all'italiano parlato, ristampa delled. 1994, Firenze-Roma, La Nuova Italia. Bazzanella 2003 Bazzanella Carla, Nuove forme di comunicazione a distanza, restrizioni contestuali e segnali discorsivi, in N. Maraschio, T. Poggi Salani (a cura di), Italia linguistica anno Mille - Italia linguistica anno Duemila, XXXIV Congresso della SLI, Firenze 2000, Bulzoni, Roma, 403- 415. Bazzanella 2005a Bazzanella Carla, Linguistica e pragmatica del linguaggio, Roma-Bari, Laterza.

F. Chiusaroli

35

Bazzanella 2005b Bazzanella Carla, Parlato dialogico e contesti di interazione, in K. Hlker, C. Maa (a cura di), Aspetti dell'italiano parlato, Mnster- Hamburg-London, LIT-Verlag, 1-22. Bazzanella 2005c Bazzanella Carla, Tratti prototipici del parlato e nuove tecnologie, in E. Burr (a cura di), Tradizione ed innovazione, Atti SILFI, Duisburg 2000, Firenze, Cesati, 427-441. Bazzanella&Baracco 2003 Bazzanella Carla, Baracco Alberto, Misunderstanding in IRC (Internet Relay Chat), in M. Bondi, S. Stati (a cura di), Dialogue analysis 2000, Atti IADA, Bologna 2000, Tbingen, Niemeyer, 119-131. Bischoff 1992 Bischoff Bernhard, Paleografia latina: antichit e medioevo, trad. it. Padova, Antenore. Bocchi&Ceruti 2002 Bocchi Gianluca, Ceruti Mauro (a cura di), Origini della scrittura, Milano, Bruno Mondadori. Bonomi 2010 Bonomi Ilaria, Tendenze linguistiche dellitaliano in rete, Informatica Umanistica 3, 17-29. Burkhardt 1987 Burkhardt Hans, The Leibnizian characteristica universalis as link between grammar and logic, in D. Buzzetti, M. Ferriani (ed. by), Speculative grammar, universal grammar, and philosophical analysis of language, Amsterdam Philadelphia, John Benjamins, 43-63. Calvet 1980 Calvet Louis-Jean, Les sigles, Paris, Presses Universitaires de France. Cappelli 1990 Cappelli Adriano, Dizionario di abbreviature latine ed italiane, Milano, Hoepli 1929; rist. anast.

36

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

Cardona 1981 Cardona Giorgio Raimondo, Antropologia della scrittura, Torino, Loescher. Cardona 1986a Cardona Giorgio Raimondo, Storia universale della scrittura, Milano, Mondadori. Cardona 1990 Cardona Giorgio Raimondo, I linguaggi del sapere, a cura di C. Bologna, Roma-Bari, Laterza (Parte seconda: Antropologia della scrittura: Per una teoria integrata della scrittura [1978]; I percorsi della scrittura. Aspetti conoscitivi di uno strumento di comunicazione [1985]; La scrittura: unattivit universale? [1986b]). Carr 2011 Carr Nicholas, Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello, trad. it. Milano, Cortina. Cencetti 1997 Cencetti Giorgio, Lineamenti di storia della scrittura latina. Dalle lezioni di paleografia, Bologna, a.a. 1953-1954; rist. a cura di G. Guerrini Ferri, Bologna, Ptron. Chiari 2002 Chiari Isabella, Ridondanza e linguaggio. Un principio costitutivo delle lingue, Roma, Carocci. Chiusaroli 1998 Chiusaroli Francesca, Categorie di pensiero e categorie di lingua. Lidioma filosofico di John Wilkins, numero monografico dei Quaderni linguistici e filologici dellUniversit di Macerata 10. Chiusaroli 2001 Chiusaroli Francesca, Una trafila secentesca di reductio, in V. Orioles (a cura di), Dal paradigma alla parola. Riflessioni sul metalinguaggio della

F. Chiusaroli

37

linguistica, Atti del Convegno, Udine - Gorizia, 10-11 febbraio 1999, Roma, Il Calamo, 33-51. Chiusaroli&Zanzotto (in stampa) Chiusaroli Francesca, Zanzotto Fabio Massimo (a cura di) (in stampa), Scritture brevi di oggi; Scritture brevi nella storia delle scritture; Scritture brevi nelle lingue, Quaderni monografici di Linguistica Zero, con contributi dei relatori ai workshop Scritture brevi: 1 workshop, Roma Tor Vergata, 22 febbraio 2011; 2 workshop, Roma Tor Vergata - Societ Geografica Italiana, 12-13 aprile 2011; 3 workshop, Roma Tor Vergata, 16-17-18 maggio 2011 (https://sites.google.com/site/scritturebrevi/). Chiusaroli 2012 Chiusaroli Francesca, Relazioni paradigmatiche e sintagmatiche nella costruzione del segno: la creazione del lessico della rete, Relazione presentata al XIII Colloque International de Psychomcanique du Langage, Naples, 20-21-22 juin 2012 (in stampa). Cho 2010 Thomas Cho, Linguistic features of electronic mail in the workplace: a comparison with memoranda, Language@Internet 7 (http://nbn- resolving.de/urn:nbn:de:0009-7-27287). Crystal 1998 Crystal David, Language play, London, Penguin Books. Crystal 2001 Crystal David, Language and the Internet, Cambridge, Cambridge University Press. Crystal 2003 Crystal David, English as a global language, II ed., Cambridge University Press. Crystal 2004 Crystal David, A glossary of netspeak and textspeak, Edinburgh, Edinburgh University Press.

38

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

Crystal 2008 Crystal David, Txtng. The Gr8 Db8, Oxford, Oxford University Press. Dardano&De Roberto&Frenguelli 2008 Dardano Maurizio, De Roberto Elsa, Frenguelli Gianluca (a cura di), Testi brevi, Atti del convegno internazionale di studi, Universit Roma Tre, 8-10 giugno 2006, Roma, Aracne. De Kerckhove 2008 De Kerckhove Derrick, Dallalfabeto a internet. Lhomme littr: alfabetizzazione, cultura, tecnologia, trad. it. Milano-Udine, Mimesis. Dresner&Herring 2010 Dresner Eli, Herring Susan C., Functions of the non-verbal in CMC: emoticons and illocutionary force, Communication Theory 20, 249-268. Eco 1993 Eco Umberto, La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, Roma Bari, Laterza, 1993. Fiorentino 2007 Fiorentino Giuliana, Nuova scrittura e media: le metamorfosi della scrittura, in Ead. (a cura di), Scrittura e societ. Storia, cultura, professioni, Roma, Aracne, 175-207. Frehner 2008 Frehner Carmen, Email SMS MMS: the linguistic creativity of asynchronous discourse in the new media age, Bern, Peter Lang. Frutiger 1996 Frutiger Adrian, Segni e simboli, trad. it. Viterbo, Nuovi Equilibri. Giulietti 1968 Giulietti Francesco, Storia delle scritture veloci. Dallantichit ad oggi, Firenze, Giunti-Barbera. Goody 1989 Goody Jack, Il suono e i segni, trad. it. Milano, Il Saggiatore.

F. Chiusaroli

39

Granelli 2006 Granelli Andrea, Il S digitale. Identit, memoria, relazioni nellera della rete, Milano, Guerini e associati. Granelli&Sarno 2007 Granelli Andrea, Sarno Lucio, Immagini e linguaggi del digitale. Le nuove frontiere della mente, Milano, Il Sole 24 Ore. Halliday 1992 Halliday Michael Alexander K., Lingua parlata e lingua scritta, trad. it. Firenze, La Nuova Italia. Harris 1998 Harris Roy, Lorigine della scrittura, trad. it. Viterbo, Nuovi Equilibri. Harris 2003 Harris Roy, La tirannia dellalfabeto. Ripensare la scrittura, trad. it. Viterbo, Nuovi Equilibri. Held&Schwarze 2011 Held Gudrun, Schwarze Sabine (hrsg. v.), Testi brevi. Teoria e pratica della testualit nell'era multimediale, Frankfurt am Main, Lang (cfr. in particolare i contributi di Sabine Schwarze: Brevit e testo breve - stimoli interpretativi in chiave della linguistica testuale; Gudrun Held: Il testo breve: condensazione multimodale nella comunicazione di massa. Riflessioni in chiave della linguistica dei media; Giulio Lughi: Non solo breve. Frammentazione e ricomposizione nella testualit dei nuovi media; Massimo Arcangeli: Il testo breve nell'era digitale. Teoria e applicazioni; Elena Pistolesi: Frammenti di un discorso ordinario. Contributo all'analisi pragmatica degli SMS; Giuliana Fiorentino: Brevit e microcontenuti nei blog). Herring 1996 Herring Susan C. (ed. by), Computer-Mediated Communication: linguistic, social and cross-cultural perspectives, Amsterdam: John Benjamins.

40

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

Herring 2012a Herring Susan C. (in press, 2012), Grammar and electronic communication, in C. Chapelle (ed. by), Encyclopedia of applied linguistics, Hoboken, NJ, Wiley-Blackwell, Prepublication version: http://ella.slis.indiana.edu/~herring/e-grammar.2011.pdf Herring 2012b Herring Susan C. (in press, 2012), Relevance in computer-mediated conversation, in S. C. Herring, D. Stein, & T. Virtanen (Eds.), Handbook of pragmatics of computer-mediated communication, Berlin, Mouton. Prepublication version: http://ella.slis.ind iana.edu/~herring/relevance.pdf Lee&Rayner&Pollatsek 2001 Lee Hye-Won, Rayner Keith, Pollatsek Alexander, The relative contribution of consonants and vowels to word identification during reading, Journal of Memory and Language 44/2, 189-205. Leroi-Gourhan 1977 Leroi-Gourhan Andr, Il gesto e la parola. I. Tecnica e linguaggio. II. La memoria e i ritmi, trad. it. Torino, Einaudi. Lo Cascio 2007 Lo Cascio Vincenzo (a cura di), Parole in rete. Teorie e apprendimento nellera digitale, Torino, UTET. Lorenzetti&Schirru 2006 Lorenzetti Luca, Schirru Giancarlo, La lingua italiana nei nuovi mezzi di comunicazione: SMS, posta elettronica e Internet, in S. Gensini (a cura di), Fare comunicazione. Teoria ed esercizi, Roma, Carocci, 71-98. Martin 1990 Martin Henry-Jean, Storia e potere della scrittura, trad. it. Roma-Bari, Laterza. Martinet 1966 Martinet Andr, Elementi di linguistica generale, trad. it. Roma-Bari, Laterza.

F. Chiusaroli

41

Martinet 1984 Martinet Andr, La considerazione funzionale del linguaggio, trad. it. [1965], Bologna, il Mulino. Metcalf 2010 Metcalf Allan, Ok. The improbable story of Americas greatest word, Oxford, Oxford University Press. Ong 1970 Ong Walter, La presenza della parola, trad. it. Bologna, il Mulino. Ong 1986 Ong Walter, Oralit e scrittura. Le tecnologie della parola, trad. it. Bologna, il Mulino. Orletti 2004 Orletti Franca (a cura di), Scrittura e nuovi media, Roma, Carocci. Paoli 1891 Paoli Cesare, Le abbreviature nella paleografia latina del Medio Evo: saggio metodico-pratico, Firenze, Tip. dei Successori Le Monnier, 1891; rist. anast. Nabu Press 2012. Paoli 1987 Paoli Cesare, Diplomatica, Nuova ed. aggiornata da G. C. Bascap, 1942, Sansoni, Firenze; rist. anast. Firenze, Le Lettere. Pietrini 2007 Daniela Pietrini, Parola di Papero. Storia e tecniche della lingua dei fumetti Disney, Firenze, Cesati. Pilloni 2011 Pilloni Silvia, Digita come parli, Informatica Umanistica 5, 79-92. Pistolesi 2003

42

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema Pistolesi Elena, Litaliano nella rete, in N. Maraschio, T. Poggi Salani (a cura di), Italia linguistica anno Mille - Italia linguistica anno Duemila, XXXIV Congresso della SLI, Firenze 2000, Bulzoni, Roma, 431-447.

Pistolesi 2005a Pistolesi Elena, Il parlar spedito. Litaliano di chat, e-mail e SMS, Padova, Esedra. Pistolesi 2005b Pistolesi Elena, La simulazione del parlato nello scambio dialogico delle chat, in E. Burr (a cura di), Tradizione ed innovazione, Atti SILFI, Duisburg 2000), Firenze, Cesati, 471-483. Poli 2012 Poli Diego, La scrittura del cinese come chiave interpretativa dell'universale nell'adattamento di Matteo Ricci e nella speculazione in Occidente, in F. Mignini (a cura di), Humanitas. Attualit di Matteo Ricci. Testi, fortuna, interpretazioni, Macerata, Quodlibet, 103-148. Pulgram 1976 Pulgram Ernst, The typologies of writing-systems, in W. Haas (ed by), Writing without letters, Manchester, Manchester University Press, 1-28. Rossi 1971 Rossi Paolo, I filosofi e le macchine, 1400-1700, nuova ed., Milano, Feltrinelli. Rossi 1983 Rossi Paolo, Clavis universalis. Arti della memoria e logica combinatoria da Lullo a Leibniz, II ed., Bologna, il Mulino. Rossi 1989 Rossi Paolo, La scienza e la filosofia dei moderni. Aspetti della rivoluzione scientifica, Torino, Bollati Boringhieri. Schiaparelli 1926 Schiaparelli Luigi, Avviamento allo studio delle abbreviature latine nel medioevo, Firenze, Olschki.

F. Chiusaroli

43

Serianni 2003 Serianni Luca, Italiani scritti, Bologna, il Mulino. Shirky 2010 Shirky Clay, Surplus cognitivo. Creativit e generosit nellera digitale, trad. it. Torino, Codice edizioni. Silvestri 1996 Silvestri Domenico, Testi e contesti. Genesi e forma della testualit tra preistoria e protostoria linguistica del mondo antico, in C. Consani, F. Motta (a cura di), Lezioni di linguistica, Universit degli studi "G. D'Annunzio" Chieti, Istituto di Scienze del Linguaggio e della Comunicazione, Facolt di Lingue e Letterature straniere, Pescara, Libreria dell'Universit editrice, 69-132. Silvestri 2009 Silvestri Domenico, Genesi e forme della linearit nelle scritture arcaiche dello spazio indomediterraneo, in M. Mancini, B. Turchetta (a cura di), Scrittura e scritture: le figure della lingua, Atti del XXIX Convegno della Societ Italiana di Glottologia, Viterbo 28-30 ottobre 2004, Roma, Il Calamo, 81-113. Silvestri (in stampa) Silvestri Domenico, Primissime forme di scritture brevi: dai pittogrammi metonimici protosumerici alle complementazioni fonetiche ittite, contributo dalla relazione presentata a Scritture brevi, 2 workshop, Roma Tor Vergata, 12-13 aprile 2011. Ora in stampa in F. Chiusaroli, F.M. Zanzotto (a cura di), Scritture brevi nella storia delle scritture, Quaderno monografico di Linguistica Zero. Simone 2000 Simone Raffaele, La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Roma- Bari, Laterza. Simone 2012 Simone Raffaele, Presi nella rete. La mente ai tempi del web, Milano, Garzanti.

44

Scritture brevi oggi: tra convenzione e sistema

Stefinlongo 2002 Stefinlongo Antonella, I giovani e la scrittura: attitudini, bisogni, competenze di scrittura delle nuove generazioni, Roma, Aracne. Stefinlongo 2004 Stefinlongo Antonella. Scrivo come parlo/penso. Caratteri della scrittura giovanile di fine millennio, in M. Cecchini (a cura di), Fare, conoscere, parlare. Abilit linguistiche, capacit operative e processi di apprendimento, Atti del X Convegno Nazionale Giscel, Ischia porto-Napoli 23-24-25 marzo 2000, Milano, FrancoAngeli, 294-303. Tavosanis 2011 Tavosanis Mirko, Litaliano del web, Roma, Carocci. Trifone 2007 Trifone Pietro, Malalingua. Litaliano scorretto da Dante a oggi, Bologna, il Mulino. Valeri 2000 Valeri Vincenzo, La scrittura, Roma, Carocci. Van Dijk 2002 Van Dijk Jan, Sociologia dei nuovi media, trad. it. Bologna, il Mulino.

Microantroponimi del XXI secolo Enzo Caffarelli


Abstract La storia dellonomastica dimostra numerosi esempi di accorciamento di nomi o di ricorso a forme brevi, con differenze diacroniche, diatopiche, diafasiche e diamesiche. Nel Medioevo e anche in tempi moderni, sia pure con modalit differenti, lusura del linguaggio orale a creare ipocoristici e nomi comunque raccorciati; numerosi cognomi nascono da aferesi, sincopi e apocopi di patronimici e di soprannomi. Ai giorni nostri possibile verificare laccorciamento dei nomi propri anche in differenti mbiti, come la segnaletica stradale o la crematonimia, e i nomi dei prodotti commerciali in genere, nei quali si celano spesso poche sillabe del cognome-marchio aziendale. Nella lingua di Internet la scelta dei nicknames sembra invece non tanto favorire la brevit quanto la condensazione in ununica stringa di pi informazioni, non esclusivamente onomastiche, sulla persona. Parole chiave: accorciamento del nome, antroponimo, cognome, imposizione del nome, marchionimo, nome personale, onomastica, pseudonimo, soprannome The history of onomastics offers many examples of shortening of names or employment of short forms, with differences regarding times, places, situations and media. In the Middle Ages and in modern times, albeit in different ways, the wearing effects of time in oral language facilitates the short name formation. Many surnames originate from apheresis, syncope and cuttings of family names and nicknames. Nowadays it is possible to observe the shortening of proper names in different spheres, such as road signs or crematonimia, and the names of commercial products in general, in which few syllables of the name-brand are often hidden. In the language of the Internet the choice of nicknames seems not to encourage brevity, but rather it expresses the condensation, into a single string, of most information about the person. Keywords: anthroponym, brand name, namegiving, nickname, onomastics, personal name, pseudonym, shortening of name, surname

Nella primavera 2004, il quotidiano Metro pubblicava nella rubrica Nome x Nome la seguente notizia, intitolata La nuova legge sui

46

Microantroponimi del XXI secolo

cognomi: Ormai pronta per lapprovazione in Parlamento, la nuova legge sui cognomi presenta come maggiore novit quella che prevede che i cognomi non potranno essere pi lunghi di due sillabe (e di otto lettere). La decisione stata presa in vista del risparmio di testi in ogni atto burocratico e in particolare per sveltire le procedure di informatizzazione e in Internet. Entro il 1 aprile 2005, a un anno da oggi, tutti i cognomi pi lunghi verranno tagliati dalle anagrafi e limitati a due sillabe a scelta del cittadino. Un signor Scognamiglio, per es., si chiamer in futuro soltanto Scogna o soltanto Miglio, Pappalardo dovr optare per Pappa o per Lardo, anche il comunissimo Esposito potr scegliere tra Espo e Sito. I Lombardi e Lombardo saranno conguagliati in Lomba (o in Bardi). I Brambilla si chiameranno Brambi, i Fumagalli Fuma, i Cattaneo Catta. Dalla norma saranno esentate, finch in carica, le pi alte autorit dello stato: non avremo dunque, per il momento, nessun Berlus. Un professore della Facolt di Scienze politiche della Sapienza di Roma scrisse allautore della nota che, dopo aver letto della decisione, infuriato, aveva cambiato il contenuto della lezione che avrebbe dovuto tenere quel giorno in aula, impostandola sulle prevaricazioni della politica pi bieca e stupida sui cittadini, oltre che sulla perdita del patrimonio onomastico che la nuova sciocca norma avrebbe comportato. Intanto il forum in rete dello IAGI, lIstituto per lAraldica e la Genealogia Italiano, si riempiva di proteste; la discussione, ancora oggi leggibile in rete allindirizzo <www.iagiforum.info> prese il via dalle parole scandalizzate di Michele Tuccimei di Sezze: Con questa ridicola legge perderemo tutti un patrimonio storico-personale-familiare che, per molti, dura inalterato da secoli e secoli. Mi domando che fine faranno i cognomi storici. Mi domando con che riguardo della Costituzione, di cui il diritto al nome uno fra gli inviolabili, si pensa di emanare una legge del genere senza il consenso dei cittadini. Mi domando a cosa serviranno dunque i cognomi, visto che lo scopo per cui sorsero fu quello di distinguere le varie gens... in questo modo altro che confusione, molti cognomi accorciati sarebbero uguali ad altri, i rischi delle omonimie aumenterebbero vertiginosamente! Il problema di fondo che tutto questo verr fatto per risparmiare sulla burocrazia. Ecco a cosa siamo giunti. Viva la libert!. Finch... uno degli studenti non fece notare a quel professore e un altro appassionato di araldica e genealogia a quel nobile signore che, essendo il primo di aprile, avrebbe potuto trattarsi di uno scherzo.

E. Caffarelli

47

E che scherzo giornalistico fu posso testimoniarlo senza ombra di dubbio, essendo stato io lautore della notizia nella rubrica quotidiana che curavo allepoca per il quotidiano Metro. Ma la credibilit del contenuto, tale da convincere persone delevata cultura (fui redarguito severamente dal direttore del giornale, che non avevo preventivamente informato), oltre che a confermare la scarsa fiducia degli italiani nella classe politica e dunque la credibilit di leggi particolarmente sciocche1, dimostrava il fatto che lindividuazione di ciascuno di noi non pi cos semplice come quando si richiedeva: mi dica nome e cognome. Rita Caprini, nel suo bel saggio I nomi propri, annotava, allarmata, come la progressiva desemantizzazione dei nomi propri in Occidente (differente sintende la situazione presso le civilt indigene sparse nei vari continenti, dove il nome ha ancora un suo significato trasparente, viene imposto con funzioni specifiche e non per mera eufonia o moda, a maggior ragione nelle culture prive o quasi di scrittura) possa condurre a una trasformazione del nome in qualcosa di puramente astratto e meccanico, come il codice fiscale, e allora s, privo di qualsiasi senso, fungibile ossia interscambiabile, ecc. (Caprini 2001). In effetti tutti noi siamo gi una sigla alfanumerica di 15 elementi e ci che rimane del nome e del cognome sono sei lettere: com noto, le prime tre consonanti del cognome, e la prima, la terza e la quarta consonante del nome, salvo conguagliare con le prime vocali i cognomi poveri di consonanti. CHSFNC il nome fiscale della collega Francesca Chiusaroli, come BRLSLV quello del nostro penultimo capo del governo e NPLGRG quello del presidente della Repubblica o TTTFNC quello del pi popolare calciatore romano. Ma c solo il fisco, c solo linformatizzazione dei codici, lABI CAB e lIBAN a profilare allorizzone una rivoluzione onimica? E, soprattutto, stiamo andando davvero verso una riduzione del corpo delle voci onimiche, verso quella che ho provvisoriamente chiamato, nel titolo del mio contributo, i microantroponimi del XXI secolo?

Pesce daprile... ma appuriamo con certezza, scriveva un altro frequentatore del forum IAGI e poi ci rideremo sopra tutti insieme! insomma, lo spavento era stato davvero grande.

48 1.

Microantroponimi del XXI secolo Accorciamenti orali medievali

In realt, laccorciamento del nome personale un fenomeno che si ripetuto pi volte nella storia e, volendo limitarci allesempio pi significativo in Italia, di cui ancora oggi sono evidenti gli effetti nel repertorio cognominale, portiamoci nel Medioevo, in particolare nei periodi e nelle aree per le quali siamo meglio documentati, come la Toscana dalla fine del XII alla met del XV secolo. Ebbene, qui, ma non solo, i documenti testimoniano di quel fenomeno tipico delloralit che lusura del nome proprio, dellantroponimo che, impiegato spesso in funzione vocativa, viene ad essere via via accorciato per comodit del parlante. Cadono perlopi la prima sillaba o tutte le sillabe prima di quella tonica o scompare lintero corpo fonico compreso tra una consonante iniziale e la vocale tonica (quasi mai, invece, osserviamo fenomeni di apocope); e, di questi ipocoristici aferetici, conserviamo memoria negli odierni cognomi: F, per Bonafe(de), Lippi da Filippo, Buti da Benvenuti, Vegni da Bentivegni, Fano da Alfano (non da Stefano, data la posizione dellaccento); salvo dover constatare che tanti nomi che hanno perduto la testa hanno per acquistato la coda, per usare unimmagine dello studioso ticinese Ottavio Lurati, e cio sono cresciuti a destra con uno o pi suffissi, oltre a mostrare a volte un fenomeno di assimilazione consonantica regressiva: il tipo Pippi da Filippo, Peppe da Giuseppe, Cencio da Vincencio o da Lorencio (varianti popolari di Lorenzo e Vincenzo), Totti da Bertotto o altro prenome in -to + -otto, ma anche da Angelotto, Cecchi e Checchi da Francesco; con i tanti nomi di famiglia Bini, Cini, Dini, Fini, Ghini, Lini, Mini, Nini, Pini, Tini, ecc. con rispettivi alterati, che possono discendere da qualsiasi nome personale in -bo, -co, -do, -fo, -go, -lo, -mo, -ni/no, -po, -to...; fino a incontrare cognomi tri- e quadrisillabi della cui radice iniziale non resta se pure che la consonante tematica: Golinelli da Ugo (+ -olo, -ino, -ello), Pinarello da Filippo, Bucciarelli e Muccinelli da Jacobo e da Giacomo e cos via (cfr. Caffarelli&Marcato 2008 s.vv.). Il patrimonio cognominale italiano, nel suo insieme ma soprattutto per quellampia frazione che deriva da nomi personali, dunque il frutto di due vettori opposti, sul piano fonetico e su quello pragmatico: da un altro la riduzione del corpo fonico per usura, dallaltro la suffissazione per motivi affettivi ma, soprattutto in epoca medievale, con funzione distintiva allinterno della medesima famiglia. Peraltro anche cognomi derivanti da soprannomi composti (per es. verbo pi nome) hanno conservato solo uno

E. Caffarelli

49

degli elementi grammaticali originali: i tipi Mangia, Caccia, Acconcia o Denti, Lardo e Guida potrebbero essersi formati per apocope di un Mangiapane, di un Cacciavillani e di un Acconciagioco, o per aferesi di un Ficcadenti, di un Pappalardo o di un Cacciaguida. 2. I cognomi italiani pi brevi I cognomi pi brevi del repertorio italiano sono monosillabi: una consonante e una vocale; nascono generalmente da voci dialettali settentrionali, come Bo per bove, C forse dal soprannome degli abitanti della Val Camonica, Co e forse Go e Gho per capo, F da un accorciamento di Bonafe(de), Fo per faggio, Mo per Mado nome personale, Mu sardo per bue o mulo, Re rivo o da rex; oppure derivano da toponimi identici, quali Rho presso Milano anche senza h, probabilmente Po, ecc. Alcuni, tipici del Salento, parrebbero le lettere dellalfabeto greco, come Mi e My (a meno che non si debba pensare al greco mys topo), e se ne pu anche supporre unimposizione dufficio in funzione enumerativo-classificatoria, per esempio nel caso di trovatelli. Ma di monosillabi con tre o pi lettere pieno il repertorio, specie nelle regioni settentrionali dove si sono conservate forme locali non toscanizzate, con la caduta dellultima vocale se diversa da -a: Alt, Ba, B, Bet, Bon, Bot, Dan, Din, Don, Col, Fa, Ge, Lot, Me, Men, Not, Pan, Pat, Pin, Poz, R, Riz, Ros, Zan, Zen, Zin, ecc.; e pu trattarsi anche di cognomi poligenetici, come Cau, in Sardegna dalla voce locale per cavit (o per gabbiano) e in Friuli da un originale nome Nicolau. Che cosa possiamo dire dei cognomi del XXI secolo in Italia? I nomi di famiglia italiani sono ormai fissati stabilmente, gli ultimi allindomani dellUnit dItalia con la creazione delle anagrafi in tutti i comuni. Si tratta di un repertorio vastissimo, e tra i tipi pi frequenti troviamo molti cognomi bisillabi 19 sui primi 50 e i due che si contendono il primato, Rossi e Russo e trisillabi (con in testa Ferrari, Romani e Colombo); tra i primi 100 appena 11 sono quadrisillabi (Esposito, Martinelli, De Angelis e Pellegrini i pi numerosi); il primo pentasillabo appena in 159 posizione: Napolitano (cfr. Caffarelli 2004b). Andr aggiunto che, come vedremo e com ovvio per i prenomi, anche i cognomi nel linguaggio orale e nello scritto informale (compreso il linguaggio giornalistico) possono essere accorciati; tale accorciamento pu seguire regole e abitudini tipiche di una certa area linguistico-dialettofona

50

Microantroponimi del XXI secolo

oppure trovare un motivo semplicemente nella necessit di rendere pi semplice e rapido il parlato o ingombrare meno spazio nei titoli dei giornali: per fare qualche esempio, Franco Ballerini, il compianto ciclista e commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo, era toscanamente detto il Bllero; lex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per molti pi semplicemente il Berlusca; il calciatore svedese di origini bosniaco-croate Zlatan Ibrahimovic, chiamato nelle telecronache Ibra; il cognome del giovane allenatore dellInter Andrea Stramaccioni semplificato in Strama2. Ma dobbiamo ormai considerare anche i nomi di famiglia degli stranieri di recente immigrazione, quasi 4 milioni di persone e gi al 2011-2012 con cognomi in testa alle classifiche, in particolare nella grandi citt del Nord e per le nazionalit il cui repertorio onomastico pi concentrato (cfr. Sestito 2011 e 2012). Cos a Brescia e in alcuni comuni non capoluoghi di provincia dellItalia settentrionale il primatista assoluto lindopakistano Singh, che ha superato Ferrari, Rossi e gli altri tipici cognomi del Nord dItalia; a Milano il 2 il cinese Hu, inferiore al solo Rossi e ben superiore a Colombo, Ferrari, Bianchi, Villa e Brambilla, e nel capoluogo lombardo i cognomi cinesi tra i primi 10 sono 3, con Chen e Zhou, mentre tra i primi 100 sono ben 12, con anche Wang, Wu, Lin, Zhang, Liu, Zhao, Li, Zhu e Zheng nellordine: tutti monosillabi, insomma, e tutti con centinaia di portatori; a questi si aggiungano altri cinesi ad alta diffusione, quali Xu, Ye, Khan, Huang, Jin, Jiang, Cheng, Dai, Diong, Xie, ecc. Tra i cognomi arabi pi frequenti nel nostro Paese, si vedano i bisillabi Ahmed, Hassan, Ali, Akter, Rahman, Khalil, Islam, Uddin, Begum, fino a Md, che accorciamento estremo, accettato delle anagrafi italiane, per Mohammed. I cognomi subsahariani pi numerosi in Italia sono i senegalesi o del golfo di Guinea Diop, Ndiaye, Fall, Niang, Dieng, Gueye, Diallo, Diouf; laltro indopakistano frequentissimo, con Singh che solo maschile, il corrispondente femminile Kaur; anche nel repertorio romeno, abbondantissimo a Torino, a Roma e altrove, primeggiano mono- e bisillabi, come Pop, Popa, Rusu, Radu, Stan, Lupu, Lazar, Timis, Serban, ecc.; il primo cognome albanese per frequenza Hoxha; tra i primissimi filippini e latino-americano emergono Reyes, Santos, Perez, Sanchez, Lopez; e un solo

2 Inutile arricchire la lista con una miriade di esempi: sia sufficiente per ciascuno di noi ricordare i giorni della scuola e i compagni o i professori dai cognomi che venivano regolarmente accorciati (o storpiati).

E. Caffarelli

51

cognome lungo si va imponendo in Italia, nel Nord e nel Sud, come frutto delle migrazioni da Sri Lanka: Warnakulasuriya (cfr. Caffarelli 2012a). 3. Il repertorio dei prenomi e gli accorciamenti innovativi Veniamo invece ai prenomi. Computando i primi 100 nomi femminili imposti nel 2004, risultavano 26 bisillabi, 56 trisillabi, 18 quadri- o pentasillabi, per una media di 2,93 sillabe per nome; tra i maschi, 33 bisillabi (da notare 11 stranieri non adattati, da Christian a Thomas, da Kevin a Daniel, da Michael a Omar, da Gabriel a Denis...), 56 trisillabi e 11 quadri- o pentasillabi, con una media di 2,80 sillabe per nome. E al di sotto del rango 100, sincontrano Brian, Jan, Max e altri bisillabi (cfr. Caffarelli 2004a e 2009). Un confronto con il 1876 e con il 1951, limitatamente alla citt di Roma (cfr. Caffarelli 1996): la media nel rilevamento ottocentesco era di 2,99 sillabe medie per i nomi femminili (con 12 composti tra i primi 100) e di 3,07 per i maschili; allinizio della seconda met del Novecento risultava di 3,27 e di 2,84 rispettivamente. Ricapitolando in diacronia: femminili 2,99 > 3,27 > 2,93; maschili 3,07 > 2,84 > 2,80. Abbiamo dunque nel XXI secolo nomi pi brevi nel repertorio italiano? Prenomi di appena due lettere e comunque bisillabi sono Ea, Eo, Ia (di cui origine e significato restano piuttosto incerti e che sono stati portati ciascuno da una manciata di italiani nel XX secolo); vari monosillabici che per hanno una provenienza straniera, come Max (cfr. Rossebastiano&Papa 2005), sono gi o esclusivamente del Novecento. La novit del XXI secolo (ovviamente avviatasi negli ultimi decenni del precedente) , anche nel campo dei nomi personali, proprio la presenza di tipi non italiani, entrati nel repertorio italiano o comunque presenti nelle nostre citt, che stanno accorciando la lunghezza media delle nostre catene onimiche. Dobbiamo, per, distinguere: perch i prenomi corti dorigine allotri, appartengono anche e talvolta soprattutto agli italiani; per esempio Nicole ha soppiantato Nicoletta o sono soprattutto italiani i tanti bambini di nome Christian, Nicholas, Gabriel, Samuel, ecc.). Andr anche detto che i nomi primatisti, almeno in campo femminile, dalla fine dellOttocento al primo decennio del XXI secolo, sono formati da cinque solo lettere (ancorch in due casi trisillabi): Maria, Giulia e Sofia, in ordine cronologico; e che tra i pi frequenti prenomi imposti alle nuove nate secondo lIstat (anno 2010, ultimo disponibile alla primavera 2012, cfr.

52

Microantroponimi del XXI secolo

www.istat.it/it/archivio/38402) tra i primi 30 femminili risultano 12 bisillabi (in ordine di frequenza, Giulia, Sara, Giorgia, Chiara, Emma, Anna, Giada, Gaia, Greta, Viola, Asia e Marta), 17 trisillabi e un solo quadrisillabo, peraltro in forte discesa (Federica)3. In genere, anche le forme di prenomi, ridotti al solo suffisso, come Ina o Uccio, sono propri pi delloralit che della scrittura (e quasi assenti dai documenti ufficiali); tuttavia, nel registro familiare dello scritto, in diafasia, ben possibile trovarli attestati in lettere o anche messaggi telematici. I nomi monosillabici inglesi sono invece anche anagrafici e comunque assai pi usati nei testi scritti: basti pensare al confronto tra la forma italiana piena (o quasi) e a quella americana: Giovanni/Gianni > John, Giuseppe > Joe, Giacomo > James4 e alla quasi infinita serie monosillabica che si produce con qualsiasi iniziale: Al, Ann, Ben, Beth, Bill, Bob, Brad, Brooke, Bud, Butch, Charles, Chuck, Clive, Dan, Dave, Dean, Deb, Dick, Don, Ed, Frank, Fred, Gal, Gene, Hugh, Ian, Jane, Jay, Jim, Kate, Ken, Lee, Mae, Mark, Mike, Ned, Neil, Nick, Paul, Pete, Phil, Ray, Rick, Rob, Rose, Sal, Sean, Sid, Steve, Ted, Tim, Todd, Tom, Van, Vic, Walt, Will, Zack, Zed, ecc. Nella lingua italiana si sono comunque diffusi negli ultimi anni alcune tipologie innovative di accorciamenti: apocopi anzich aferesi e non monosillabi tronchi (Cri, Fra, Gio, Cla, Pa, ecc.): vedi il caso di Ale, di provenienza settentrionale, per Alessandro/Alessandra e poi Alessio/Alessia, dove in passato prevaleva lipocoristico mozzato a sinistra, ossia Sandro/Sandra; comunque frequentissimo, nelloralit come nelle scritture brevi (messaggi di posta elettronica, sms, ecc.), il ricorso alle sole prime sillabe di un nome tri- o quadrisillabico: Bea[trice], Cate[rina], Ceci[lia], Dani[ela/e], Emi[lia], Fede[rica/o], Leti[zia], Ludo[vica/o], Manu[ela/e], Simo[na/e], Vale[ntina/o], ecc.; nuove forme fungibili in relazione anche a nomi di moda, per es. Lele (con lassimilazione consonantica regressiva che ricordiamo dallepoca

In parallelo, tra i primi 30 nomi maschili, i bisillabi sono soltanto 6 (Luca, Marco, Christian e Cristian, Diego e Pietro); figurano tuttavia alcuni trisillabi (Andrea, Matteo e Mattia) e quadrisillabi composti di poche lettere (Samuele, Edoardo). 4 E Jack con beneficio dinventario: perch c chi sostiene che si tratti invece di un ipocoristico di Joseph o di altri nomi ancora.
3

E. Caffarelli

53

medievale) per tutti i nomi ebraici in -ele; Chica per Federica (anche qui con il medesimo processo fonetico) e inoltre per Cristina, Francesca ecc.; la riduzione drastica delle forme suffissate con -ino/-a e con -etto/-etta anche i suffissi, peraltro dimostrato, vivono i loro periodo di moda e dunque il passaggio di testimone, per esempio, tra Simonetta e Simona o la scomparsa di voci quali Paolina o Luigina o Enrichetta in favore delle corrispondenti forme base, per non dire del tramonto di Andreina e simili in favore di Andrea anche femminile. Ma questultimo aspetto dellantroponimia, in particolare femminile, presenta il suo rovescio della medaglia. Una sensibile preferenza per le forme base ha riportato in auge i nomi pieni a scapito anche di forme pi brevi, per esempio ipocoristici del tipo Gina/-o, Lina/-o, Nina/-o, Rina/-o, Tina/-o, ecc. che, se sopravvivono nelloralit, sono quasi scomparse nelle scritture anagrafiche e ufficiali. 4. Lorientamento dei parlanti Al proposito pu cogliersi anche in alcune affermazioni (cercando in rete) un orientamento favorevole non tanto ai nomi lunghi in s, quanto ai nomi pieni, parallelamente al timore per accorciamenti e ipocoristici vari che potrebbero risultare sgraditi. Riporto alcuni frammenti di un forum datato 20.12.2009 (<http://forum.alfemminile.com/forum/>); il messaggio che ha originato la discussione sintitola Rachele o alessia e riguarda il nome da imporre a una bambina:

VANILLA

73: [...] mi dicono che Rachele pesante, che la prenderanno in giro, che abbreviato sar... Rache=Racchia che sar tormentata dai primi giorni di scuola. Ma dico io non mica Genoveffa o ancora pi strani.

VERITAS56: [...] Rachele lo trovo decisamente bruttarello, senza contare che mi richiama laggettivo rachitico oppure il sostantivo chela e mi d quindi unimpressione negativa. PATTY042:

[...] ho una bimba che si chiama Hilary. Quado doveva nascere anchio volevo mettere Rachele o Rebecca. Ma una mia vicina insegnante in una scuola media me lo sconsigli dicendomi che questi nomi erano molto storpiati tra i ragazzi [...]. Rachele mi sa di vecchia....

IRIDELLA84:

54
LYLAMAI:

Microantroponimi del XXI secolo

[...] Rachele non ha bei diminutivi vedi Rachi, Rache. Non riesco a farmelo piacere.

LILMUFFIN: [...] un nome di origine ebraica ed ha il significato di mite indicato per persone del segno del saggittario ed legato al numero 2... si dice che sia attenta alla cura di se, competitiva e mira in alto (e se mi permettete un commento personale un nome nobile e veramente bello!!!.

Dunque in questo breve scambio di opinioni emergono le principali motivazioni legate alla scelta del nome: leufonia, la moda, il significato... ma anche il pericolo delle storpiature e dei diminutivi. Non tutti ragioneranno in modo cos articolato, ma certo il nome breve rappresenta per alcuni un rischio che meglio evitare di correre. Per darne conferma, cito un altro frammento di forum dallo stesso sito (Nino e abbreviazioni nomi il messaggio di partenza, datato 22.11.2005), rimarcando che, per quanto si tratti di osservazioni metalinguistiche, anzi metaonomastiche, pur sempre scrittura:
PETRA186:

Il nome NINO, come vi piace? Ci sono molti bambini dalle vostre parti chiamati cos? Una curiosit: sapreste suggerirmi unaltra abbreviazione per Lorenzo che il solito Enzo? [...] I nomi Jacopo e Stefano, invece, che forma familiare carina vi viene in mente?.

MARIAPIA89: NINO alle mie parti quasi sempre il diminutivo di GAETANO, ma ci sono anche SEBASTIANO (mio padre si chiama cos e viene chiamato Nino) e ANTONIO. Per LORENZO non mi piace n Enzo e n Renzo, preferisco Iori anche se mi s troppo di femminile! Per quanto riguarda STEFANO mi piace St, mentre JACOPO bellissimo cos com e non riesco a trovare un diminutivo. VIVIAH: [...] Il bimbo di una coppia di conoscenti lo chiamano Nino, lui si chiama Antonino e ha anche altri 2 nomi. Conosco un signore anziano di nome Nicola che per viene chiamato Nino... Lorenzo penso che si possa abbreviare solo con Lore, Lory o Enzo (ma un nome cos bello come Lorenzo non si pu rovinare con Enzo o Renzo). Anche a me piace molto Jacopo, anchio ho pensato a come si potrebbe abbreviare: Jaco, Jachy, c chi mi ha detto Pino=Jacopino ma tremendo! O chi mi ha suggerito Chino... Stefano pu diventare Nino=Stefanino, Ste, Stefy, Stefa, Fano (bleah). MARSHALL66:

[...] mi pare di capire che non sei italiana (forse tedesca, o?) dico cos perch mi sembra che ormai in Italia i nomi abbreviati di questo tipo siano in disuso, [e ci metto anche Gino/a Rino/a Lino/a Dino/a Pino/a Tino/a Mino/a, a differenza di 50 anni fa], mentre in Germania mi d lidea che siano ancora

E. Caffarelli

55

utilizzati, forse perch visti come esotici... a me personalmente sanno proprio di vecchio e di sciatto, anche se effettivamente sono semplici e immediati [...].

In questa discussione si d dunque per scontato che i nomi ufficiali debbano poi essere abbreviati e pare che la scelta possa essere orientata, se non determinata, non tanto dalla bellezza e piacevolezza del nome pieno, quanto dal suo o dai suoi ipocoristici. Solo se il nome base bellissimo, allora bisogna rinunciare al diminutivo: e pare quasi un prezzo da pagare a quella bellezza. Lultimo intervento riportato avverte come ormai estranei allonomastica italiano i bisillabi in -ino, considerandoli invece propri di altri domini linguistici. Il che, peraltro, parzialmente vero. Ma trovo un altro scambio di parere interessante a partire dal messaggio Nomi bimba e abbreviazioni (novembre 2005):
NICOVONPOZZAR:

[...] Io personalmente adoro i diminutivi: mia figlia si chiama Caterina e viene chiamata: Cate, Cat, Cater, Ina, Kitty, Ketty, Catine!! [...] Caterinuccia [...], Inuccia, Inetta, Kit, a seconda dellinterlocutore e dellumore del suddetto. Lei non ha MAI battuto ciglio, si volta sempre a qualsiasi nomignolo e non ha mai detto che brutto. Aggiungo che insegno e ho esattamente 147 alunni, se non ci fossero i diminutivi impazzirei con la selva di Niccol[], Nicola, Nicholas, Nicolas, Nicole, Nicol, Nicoletta, Tomas, Thomas, Tommaso, Riccardo, Michele, Andrea (maschio e femmina) eccetera eccetera. Sopravvivo chiamando tutti Vic, Nic, Ric, Tim, Rom, Camy, Meggu e avanti. Ho 2 amiche che si chiamano Angelica [...] qualche volta le chiamo per cognome ma brutto e allora una la chiamato Gegy (diminutivo inventato da me) e laltra Angy o Ang. Le altre le chiamo TANIA (da Gaetana [...], ELY o E (da Elena), FRA (da Francesca), SIMO o Etta (da Simonetta), ANNA (da Annalisa), DANY (da Daniela). [...] Benedetta (Benny): si ma anche Bene; Bia (significa vita... pratico: non si ha nemmeno il bisogno di abbreviare!): gi cortissimo. Ludovica (Vicky; Lul): Lul o Ludo; Fabiola (Fabi): s ma anche F.

MARIAPIA89:

TITTI163: Mia figlia Ludovica viene chiamata ludo... mio figlio andrea.. andry.. si sono importanti le abbreviazioni.. io abbrevio tutto i nomi... quando ludo la chiama vica [...] non mi piace.

A parte lorgoglio per la passiva accettazione da parte della figlia dello scempio onimico di Caterina, della prima madre colpisce la percezione di una forte omonimia sul piano dei nomi ufficiali e della funzione del diminutivo in chiave distintiva: colpisce anche perch un nome pi lungo dovrebbe avere pi probabilit di distinguersi; infatti linsegnante non specifica come si rivolge ai vari Niccol[], Nicola, Nicholas, Nicolas,

56

Microantroponimi del XXI secolo

Nicole, Nicol, Nicoletta..., dando per scontato che non potr orientarsi sul tipo Tim e Ric, perch finirebbe per omologare met classe allipocoristico Nic. La seconda interlocutrice spiega le strategie poste in essere per diffenziare le amiche omonime, esprime un parere su una serie di nomi da accorciare, proposti dal primo messaggio e qui omessi, consiglia di estendere la sua tecnica di apocope dopo la prima sillaba (v. Fabiola ridotto a F) e, complessivamente, pare talmente impegnata a individuare le riduzioni eufoniche e funzionali che benedice il nome Bia in quanto, cos corto di suo, non le imporrebbe sforzo alcuno. Anche la terza partecipante al forum abbrevia i nomi, ma sottolinea che c modo e modo di accorciare: la figlia Ludovica regolarmente Ludo, guai a chiamarla Vica. Si noti anche la scelta razionale e non spontanea del nome breve, del tutto opposta a quanto accadeva in passato, quando gli ipocoristici e i fenomeni di caduta sillabica dipendevano dalluso e pertanto si basavano, come visto, sulla conservazione della vocale tonica; ora i prenomi vengono frammentati e se ne sceglie una porzione, quella pi eufonica, che piace di pi. Si veda un successivo intervento:
HAWIKA:

Ludovica (Vicky; Lul) piuttosto Luvi ma lul no!!!. Fabiola (Fabi) meglio cos che abbreviato in Lola (conosco una ragazza che si presenta cos.

Poche le voci in controtendenza:


viva800: No, per carit... Pensare gi ad unabbreviazione per un nome una cosa in s che proprio non mi piace. Nomi bellissimi vengono storpiati in nomignoli ridicoli quasi fossero dei nick... proprio brutto! Io ho chiamato mio figlio Gianni... se tornassi indietro [...] ci penserei forse un attimo... ma sento intorno a me tanti Giovanni abbreviati in Gianni che mi fa una rabbia incredbilie... Cos come Alessandro (il mio vicino 25enne) Aleeeeeeeee; Leonardo Leooooooooooo... persino Bernardo di pi di 40 anni Dadoooooooo come fosse un frugoletto di pochi mesi. No, guarda... se uno deve partire gi con il presupposto di scovare anche un diminutivo... meglio Ugo, Ivo, Ada, Eva, Ebe... almeno nessuno li massacrer mai.

E in questultima opinione emerge la netta distinzione tra il nome anagrafico, che tale dovrebbe restare nelluso, e il nick che avrebbe la connotazione del ridicolo, mentre la forma accorciata risulterebbe propria soltanto della prima infanzia. La soluzione parrebbe essere la prevenzione,

E. Caffarelli

57

optando per un bisillabo magari di tre lettere: e poich leventuale alterazione (suffissazione) non preoccupa, sembra palesarsi la concezione secondo la quale la questione si gioca non tanto sul rapporto lunghezza/brevit, quanto sulla dicotomia ufficialit/manipolazione: insomma, il nome intoccabile nella sua forma base. 5. Un confronto oltralpe Se diamo uno sguardo alla Francia, vediamo che i prenomi pi portati dalla popolazione nel suo complesso risultano oggi, frutto ovviamente di stratificazioni cronologiche, Michel, Pierre e Jean in campo maschile, con tipi, tra i primi 50, di una certa consistenza fonetica, quali Philippe, Bernard, Christophe, Frderic, Sbastien, Alexandre, Dominique, Guillaume e i doppi Jean- Pierre e Jean-Claude. In campo femminile: Monique, Nathalie, Catherine, Franoise e Isabelle e tra i primi 50 anche Jacqueline, Jeannine, Christine, Sandrine, Christiane, Stphanie, Vronique, Dominique, Madeleine, Carolina, Genevive e i doppi Anne-Marie e Marie-Thrse (cfr. Besnard&Desplanques 2004). Si notino i trisillabi e i quadrisillabi, non cos frequenti nella lingua francese, e i composti che hanno avuto oltralpe maggiore fortuna che in Italia. Li si confronti con i nomi imposti con maggiore frequenza nei primi anni del XXI secolo; maschi: Lucas, Tho, Thomas, Hugo, Enzo, Quentin, Maxime, Mathis, Louis, Tom tra i primi 20; femmine: La, Manon, Chlo, Emma, Sarah, Clara, Ins, Camille, Lucie, Julie, Lisa, Laura, va, Jade sempre tra i primi 20. Non c dubbio, pertanto, che in Francia ci si stia orientando verso prenomi pi brevi che nel passato; naturalmente per avere valore statistico i confronti dovrebbero essere ampliati a un numero superiore di ranghi e includere vari altri domini linguistici,. Ma ci non rientra nei compiti e nei limiti di questa comunicazione. Tuttavia, come semplice indicatori, possono offrirci materia su cui riflettere. 6. Le altre sedi dellonomastica breve Quali sono altre sedi onomastiche nelle quali si riflette lurgenza della comunicazione, i tempi brevi richiesti dalle nuove tecnologie, i ritmi frenetici del tempo che viviamo? Vediamone rapidamente un campionario di altri luoghi.

58

Microantroponimi del XXI secolo

Odonimia e dunque insegne stradali: sono ben conosciute quelle insegne rettangolari a fondo bianco e bordo blu, minimali nelle dimensioni, con il determinato, ossia la tipologia dellarea scritta in caratteri microscopici, e il nome dellarea su una sola riga in caratteri rigidamente minuscoli; anche noto che i Paesi dellUnione Europea sono stati costretti ad adattarsi a una normativa comunitaria, tesa, nelle intenzioni dei promotori, a uniformare e a rendere pi chiara linformazione stradale. In realt la sede di scrittura talmente limitata che i prenomi di alcuni dedicatari sono sovente ridotti alliniziale puntata: ci accresce la confusione tra omonimi (le nostre citt sono piene di strade e piazze dedicate a due o pi persone con lo stesso cognome, oppure a personaggi il cui cognome coincide con un toponimo a sua volta ricordato in altra area...) e, inoltre, rende alcuni insegne curiose, per non dire ridicole: come le numerose Via D. Alighieri o, peggio Via Alighieri D. che incontriamo nelle nostre citt. Crematonimi e in particolare prodotti commerciali: da un lato i marchi qui sintendono quelli composti dai cognomi dei fondatori/proprietari delle aziende tendono ad essere compressi in un acronimo: ma non vezzo moderno; se prendiamo le aziende motoristiche a partire dagli ultimi anni dellOttocento e primo Novecento e ne confrontiamo le ragioni sociali con le industrie odierne, incontriamo un numero elevatissimo di sigle: da ABC (Anonima Brevetti Chiribiri) a VALT (Vetturette Automobili Leggere Torino), passando per AM, ASA, ATS, BBC, BN, CABI, CAR, CEVA, CIP. CMN, DRB, EIA, FAIT, FAS, FATS, FIAM, FLAG, FOD, FRAM, FTA, LUX, MBP, MRR, OM, OMT, OSCA, SABA, SACA, SALM SAOM, SCA, SIATA, SIC, SILVA, SIMS, SIVE, SMB, SMIN, STAR, SVAN, e solo per citare alcune aziende nate in Italia tra fine Ottocento e primo Novecento. Nei nomi dei prodotti alimentari troviamo invece marchi deantroponimici abbreviati, ossia i nomi aziendali (per lo pi cognomi e toponimi) ridotti a un paio di sillabe e pi spesso a una soltanto, una marca distintiva combinata con altri elementi portatori ciascuno di uninformazione. Ecco alcuni esempi: il marchio di salumi Beretta entra parzialmente nel wrstel Wber e negli alterati Wberone e Wberini; inoltre: i composti Biralungo e Birasnack (Biraghi); i crackers salati GranPavesi (Pavesi); Sanciok, met cacao e met biscotto (Sanson). Un ricco campione fornito dal marchio Doria: sfruttando il lessico, la casa produce i crackers salati Doriano, i biscotti agli agrumi Doriflor, i frollini Doricrem e gli snack

E. Caffarelli

59

salati Doribar. Anche marchi stranieri, ma ben noti in Italia, si trovano variamente combinati nei nomi dei prodotti: dal cognome svizzero Nestl sono nati Nescaf, Nespresso (caff in capsule si noti lincrocio), Nestea, Nesquik, Nescau, Neslac e Nespray, Nestum e Nestogen, con Nes- sorta di prefissoide aziendale. Analogamente il marchio multinazionale Danone si ritrova parzialmente in Danacol, Danette, Danito, Danaos (con vitamina D per rinforzare le ossa). Un altro popolarissimo marchio McDonald, che applica la sua marca morfologica di appartenenza, il M(a)c di molti nomi di famiglia scozzesi, ancora a guisa di prefissoide alla lista detta McMenu e dunque ai prodotti McToast, McChicken, BigMac, McRoyal Deluxe, McItaly Vivace-Adagio, McWrap Caesar, Cripsy McBacon, McNuggets, ecc. Un settore che possiamo accogliere come esemplificativo della tendenza di ridurre al minimo il cognome aziendale ma di inserirlo nelle denominazioni propri prodotti quello farmaceutico. Basta qui una manciata di esempi sui tanti possibili: Sandoz in Sandimmun, Sandoglobulina, Sandomigran; Bayer in Bayolin, Baypen, Baypress, Glucobay, Metbay; Roche in Roaccutan, Rocefin, Roferon, Roipnol; Menarini in Menaderm, Menalgon, Menorest, Azolmen, Climen, Dolmen, Miocamen, Neocytamen; Malesci in Aminomal, Diffumal, Paidomal; Gentili in Genalen, Genaprost, Gentipress, Montegen; Bracco in Tebraxin; Bruschettini in Brumetidina e Bruxicam; Dr. Falk in Salofalk e Ursofalk; Formenti in Forgenac; Lampugnani in Lampocef, Lampoflex, Lampomandol; Molteni in Mepivamol e Molcain; ecc. Infine un cenno alla crescente riduzione di marchi complessi alla parola chiave; il caso degli istituti di credito, nel linguaggio giornalistico sempre pi spesso ridotti al toponimo che indica lappartenenza della banca: Lodi, Mantova o Novara stanno rispettivamente per Banca Popolare di Lodi, Banca Popolare di Mantova e Banca Popolare di Novara. Lo stesso capita per le squadre sportive (ad eccezione del calcio), dove si tende a citare il solo toponimo omettendo larticolo, uneventuale suffissazione corrispondente allaggettivo etnico e sovente il nome dello sponsor: cos facile leggere Siena batte Roma nel basket o Trento si arrende a Macerata nella corsa scudetto nella pallavolo, mentre i nomi ufficiali delle contendenti risultano rispettivamente Itas Diatec Trentino e Lube Banca Marche Macerata.

60

Microantroponimi del XXI secolo 7. Pseudonimi e nomi darte

Unaltra area privilegiata del nome breve la firma pseudonimica o il nome darte. Tuttavia non semplice cogliere in questo mbito un cambiamento dabitudine o, secondo la nostra iniziale ipotesi, una tendenza pi sviluppata negli ultimi anni verso laccorciamento dei nomi. La verifica si pu cercare tra gli scrittori, i giornalisti, i vignettisti, gli attori, i registi cinematografici, i cantanti. Ma, tra casi abbastanza isolati, come Tot e Macario attori, Trilussa poeta, Steno regista, posso sottolineare solo alcuni repertori pi consistenti: firme di vignettisti: in genere limitate al solo cognome (Altan, Bucchi, Forattini, Giannelli, Krancic, Manetta, Staino, Vincino, ecc.) o al solo prenome (Vauro), talvolta con una sigla acronimica o pseudotale (BDA Bruno DAlfonso oltre allo storico Sto Sergio Tofano , e non sempre con risparmio grafico: Elle Kappa) o con uno pseudonimo (Quino); cantanti: limitatamente al panorama italiano: Adamo, Al Bano, Alice, Arisa, Drupi, Dolcenera, Elisa, Giorgia, Fiorello, Fiordaliso, Garbo, Jovanotti, Mango, Michele, Mietta, Milva, Mina, Morgan, Nada, Neffa, Nek, Povia, Pupo, Raf, Ron, Scialpi, Siria, Spagna, Tosca, Ugolino, Zucchero; si noti come si tratti per lo pi di prenomi alcuni darte o di soprannomi e talvolta di cognomi (Adamo, Fiorello, Scialpi, Spagna, ecc.); coppie o trii di artisti, in particolare comici; qui la scelta si giustifica sia con la tradizione cinematografica di coppie quali Stanlio & Ollio o Gianni e Pinotto, sia con la necessit di non appesantire la propria firma artistica con tutti i prenomi e tutti i cognomi: Tot e Peppino, Billi e Riva, Ric e Gian, Cochi e Renato, Franco e Ciccio, Gaspare e Zuzzurro, Gigi e Andrea, fin ai pi recenti Ficarra e Picone, Luca e Paolo, Aldo Giovanni e Giacomo, Ale e Franz; tra i personaggi dello spettacolo si possono comunque individuare vari nomi darte pi brevi di quelli anagrafici: ne sono palese testimonianza i cognomi reali accorciati, sul palco, per apocope: Giorgio Gaber da Gaberscik, Charles Aznavour da Aznavourian, Jenifer Aniston da Anistonapoulos, Ringo Starr da Starkey; per aferesi: Orietta Berti da

E. Caffarelli

61

Galimberti; per sincope: Ombretta Colli da Comelli, Claudia Mori da Moroni, ecc.5 Per chi conosce tali nomi, appare evidente che si tratta di tradizioni pseudonimiche o ellittiche che si continuano nel tempo, senza che emerga negli ultimi anni un orientamento pi diffuso verso scritture onimiche brevi, che tuttavia persistono nei nuovi personaggi. Antroponimi brevi nella lingua di Internet Fin qui gli antroponimi del registro ufficiale, quelli anagrafici. Tralasciando luso orale che non rientra negli interessi di questo gruppo di studio, diamo per un rapido sguardo al registro non ufficiale, alle scritture colloquiali, in particolare a quelle della lingua trasmessa di Internet6, per il motivo della grande diffusione di messaggi e dunque di firme in rete e per la massima accessibilit da parte del ricercatore7. Ho concentrato lattenzione sui cosiddetti nicknames, per verificare, sia pure con campioni necessariamente ridotti e dunque in grado di fornire informazioni qualitative e solo in parte quantitativa, ma certo non di valore statistico, quale sia il livello di accorciamento della propria catena onimica in rete e quale sia lo status prevalente del cosiddetto nickname8.

Lino Banfi racconta che fu Tot, incontrato sul palco del Sistina nel 1965, a suggerirgli di cambiare il primo nome darte, Lino Zaga da Pasquale Zagaria: Cambialo. I cognomi abbreviati portano sfortuna. 6 Termine che mi pare di poter applicare anche qui, sulla scia della definizione di Francesco Sabatini inizialmente in relazione con teatro, cinema, testi musicali e televisione, anche agli strumenti dellinformatica e della telematica. 7 Chi ha studiato repertori di messaggeria telefonica ha senzaltro incontrato e gi trattato anche di nomi propri e di firme cos come anche quanti si sono occupati della lingua di internet hanno citato largomento del nome proprio: ho per questo provato a ritagliarmi alcuni aspetti molto specifici, che spero possano risultare dun qualche interesse. 8 Avrei voluto studiare anche un ampio campione di account di posta elettronica ma non vi era il tempo n lo spazio: del resto il nickname usato in rete talvolta spesso strutturato in modo simile se si tratta di bambini e ragazzi o di chi usa la posta elettronica per comunicazioni non formali e non professionali; in questultimo caso, sappiamo bene che prevale luso del solo cognome o del cognome accompagnato dal nome, o dalliniziale del nome, puntata o no, ma comunque equivale, se non a una firma completa, per es. alle citazioni bibliografiche di un articolo scientifico dove, con rare eccezioni, gli autori e i curatori vengono segnalati con il cognome e la sola iniziale del prenome.
5

62

Microantroponimi del XXI secolo

Ho condotto due brevi ricerche in particolare. La prima legata ai nickname alfanumerici (cfr. Caffarelli 2012b). Non si tratta di una novit: almeno da quarantanni, a mia memoria, soprattutto i giovani sono soliti firmarsi ricordo le lettere inviate al settimanale per il quale ho scritto tra il 1969 e il 1985, Ciao 2001 con il nome di battesimo, o uno pseudonimo, accompagnato dalla data di nascita (perlopi limitatamente alle ultime due cifre). esperienza comune, di chi frequenti il web, che tale prassi si sia continuata e, anzi, nettamente intensificata. Un mbito antroponimico particolare nel quale ben presente lelemento numerico costituito dalle firme parapseudonimiche, quelle cio che svelano soltanto in parte lidentit personale e che negli ultimi decenni ha trovato un enorme sviluppo nella rete telematica, dunque nei cosiddetti nickname di Internet, negli indirizzi di posta elettronica e nelle denominazioni dei siti web. Ho potuto calcolare, cercando con il motore Google la formula N+data, per es. Giulia99, e tornando indietro calando il numero fino a Giulia20, un altissimo numero di occorrenze9; e, a conferma di quanto avevo ipotizzato partendo dal presupposto condivisibile che i giovani usano scrivere in rete pi degli adulti e questi pi degli anziani ho riscontrato che il numero delle occorrenze decresce con il crescere dellet, ma poi torna a salire perch, evidentemente, ci sono casi in cui i giovani (intendo i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti) usano come cifre della propria firma alfanumerica non lanno di nascita, ma la propria et: labbondanza di Giulia30 o Giulia20, insomma, pi che far pensare a un folto gruppo di signore ottantenni e novantenni intente ad animare forum, raccontarsi nei blog e scambiarsi foto e messaggi nei social network, a ventenni e trentenni, appunto. La formula pi diffusa, nellutilizzo di un numerale, come si diceva quella costituita dal prenome associato allanno di nascita, espresso con quattro cifre o, pi sovente, con le due ultime soltanto. Prendendo uno dei prenomi femminili imposti con maggiore frequenza in Italia negli ultimi 30 anni Sara e limitando la ricerca di pagine web, attraverso il motore Google, a quelle in lingua italiana, si ottengono frequenze elevatissime di occorrenze del tipo Sara+numerale. Si va dalle 144.000 occorrenze di Sara88 e dalle 27.200 di Sara82 a valori comunque superiori a 10.000 per ogni

9 Quando si dice altissimo sintende per il numero apparente di pagine: che vanno ridotte, secondo i casi, e comunque se superano il migliaio, dall80 al 90%.

E. Caffarelli

63

numero compreso tra 80 e 99 e maggiori di 5.000 per vari altri numeri compresi tra 11 e 7910. Risultati simili possono registrarsi con altri prenomi, tanto femminili quanto maschili. Il numerale legato al nome di persona segnala perlopi la data di nascita del portatore. Oltre che sullesperienza e sullintuito, la spiegazione si basa su un fattore probabilistico di assoluta evidenza: tenuto conto che il prenome Sara ha notevolmente accresciuto la sua diffusione in Italia nelle ultime generazioni e che i luoghi telematici dove appaiono le firme (i nickname o soprannomi) sono frequentate in misura maggiore dai giovani che dagli adulti e dagli anziani, ci aspetteremmo grossomodo una frequenza superiore dei numeri corrispondenti agli anni di nascita compresi tra il 1975 e il 1999 e valori descrescenti via via che le cifre pi basse indicano una maggiore et della persona; ci che i dati rilevati nella ricerca con il motore Google confermano pienamente; la risalita della curva con i numeri inferiori a 30 pu infatti giustificarsi se li si considera, come detto sopra, non pi rappresentazione dellanno di nascita, bens dellet del portatore. Un ulteriore indizio favorevole allipotesi dato dalla serie di valori individuati per le formule a quattro cifre, il tipo Sara1999; ebbene, anche in questo caso i valori massimi si riferiscono agli anni 80 e 90, e in corrispondenza dei numeri compresi tra 1910 e 1960 le presenze sono minime e in genere fallaci, proprio come ci si aspetterebbe. Lutilizzo della combinazione prenome+anno di nascita (o anno det) la spia di un interessante aspetto psicologico, che qui si lascia evidentemente al vaglio degli specialisti in materia: nel biglietto da visita rappresentato dalla firma/nickname il riferimento allet parrebbe pi importante del cognome, della citt di residenza o di qualsiasi altra appartenenza e segno distintivo. Sarebbe interessante stabilire in quale misura ci dovuto alla sinteticit del numero rispetto a indicazioni di tipo diverso. In ogni caso il fenomeno costituisce motivo di meditazione per quanti, studiosi di onomastica in testa, paventano legittimamente che in un futuro non troppo lontano prenomi e cognomi possano essere sostituiti in parte o in toto da sequenze alfanumeriche distintive, come quelle del codice fiscale.

10

Sondaggi effettuati tra il febbraio e il settembre 2011.

64

Microantroponimi del XXI secolo

La diffusione delle firme/nickname con un componente numerale documentabile in mbiti ancor pi specifici. Nellesempio del Fantacalcio e di analoghi concorsi di previsioni di risultati calcistici, da unanalisi cursoria dei nomi dei partecipanti riportati in www.fantamagic.it11 risulta che circa il 10% degli pseudonomi indicati sono caratterizzati da un numero. Varia la tipologia: si va dal tipico abbinamento prenome+anno di nascita (presumibile), come toni73, con possibile riferimento anche a un figlio (alessia06, Sofia2000), a nomi di squadre di calcio variamente interpretabili (Lazio74 che ricorda lanno del primo scudetto vinto dalla societ calcistica romana, reggina77, Stella rossa24, Napoli Soccer 2008, Rosanero79, 11 bianconeri, ecc.) o anche di calciatori (Huntelaar92). La seconda ricerca effettuata di tipo qualitativo. Ho scelto un sito molto frequentato, <www.alfemminile.com> e ho individuato due campi nei quali mi pareva di poter ipotizzare, da un lato, un interesse particolare per lonomastica, ossia le donne che discutono di quale nome dare ai propri bambini in arrivo o comunque di quali siano i nomi pi belli, ecc.12; e, dallaltro lato, un probabile disinteresse per i nomi, e per nomi troppi sofisticati o articolati, perch i temi erano i pi vari e in nessun modo legati a un interesse per i nomi13. Ho dunque raccolto oltre 660 nicknames differenti usati nelluno e nellaltro mbito, riscontrando, in termini generali, le caratteristiche seguenti del repertorio: non ho rilevato una differenza significativa tra luno e laltro forum quanto allaspetto formale, composizione, uso di nomi reali o del tutto
Consultato nel marzo 2010. Il campione di nickname tratto da forum su gravidanza, in particolare nomi (gennaio 2007) il nostro nome (ottobre 2009), il nome pi bello (luglio 2010), origine-etimologia- nomi, sondaggi nomi stranieri (luglio 2008), mi consigliate questi nomi? (gennaio 2008), fra questi quali preferite (maggio 2010), emergenza nome (giugno 2010) e altri compresi tra linizio del 2007 e la primavera 2010 (tenendo conto che una stessa persona pu cambiare il suo nickname a seconda di dove si trova e che talvolta portata a usare davvero la prima parola che gli viene in mente; alcune firme, tuttavia, si ritrovano a distanza di anni). 13 Il campione di nickname tratto da forum che presso il sito http://forum.chatta.it/ sono cos intitolati: i problemi giovanili, politica, fatti del giorno, chiavi moderni, auto mania, motociclisti, mercatino di chatta, over 40, si parla di..., mondo diversamente abile, amore e dintorni, salute e benessere, moda e trend, ecc.) relativi al maggio 2011 (con qualche messaggio del precedente aprile). Ancora una volta non andr dimenticato che i nick non sono univoci per la stessa persona, ma cambiano spesso.
11 12

E. Caffarelli

65

fantasiosi, ecc. dei nicknames; tale omogeneit relativa concerne anche la quantit delle lettere e dei numeri utilizzati in media per ciascun nick: 9,44 per il gruppo degli internauti interessati allonomastica e 9,78 per il secondo campione (media complessiva: 9,61); tali nicks presentano spesso caratteristiche alfanumeriche, ed assai probabile che i numeri, come detto sopra, corrispondano allet o allanno di nascita, ma molte volte non cos: talvolta somigliano a un codice di avviamento postale (dada20091, fede86307), a un numero telefonico senza prefisso (elena220173); sono posti in genere a destra rispetto al testo alfabetico, ma non mancano casi di collocazione in testa (79marlene, 89matilde, 10.enzo, 1977giorgio, ecc.) o al centro (agnese89ct, iris78balla, tata81as) o in pi posizioni (19m80); capita che le cifre siano pi numerose delle lettere (ale021270); la fantasia viene espressa attraverso nomignoli dogni genere ma spesso consiste piuttosto nel richiamo a un personaggio per esempio dei cartoni animati o dei fumetti o delle fiabe apemaya3, bamby2512, fatinatrilly, kandykandy, wileecoyote, ecc. o di altre opere letterarie e cinematografiche, reali o fittizi (scarlettoharakf, jamesdean88, ecc.); spicca luso di forme anglofile o di anglicismi grafici, come il ricorso alle y, alle k e alle x: alessya84, carolyne70, costy77, debby545, kiara397 e kiaretta62, mikela170 e mikela1983, ecc.; si nota una vivace tendenza al vezzeggiativo, una scelta di tenerezza e dolcezza e anche autoironia (bignettina, bollicina1976, cerbiatto29, cipollinad, coccinella, coccola77, coriandolina73, cucciola018, dolcefragola, dulcineadolce, flybutter, fogliolina9, gemellina 300, musetto, piccola2009, scorpioncina.84, spennacchiotto, tigrottina1988, ecc.), in cui oltre al suffisso (vedi emanueluccia nessun accorciamento, anzi!) acquistano valore voci di lessico come amore, oro, aurora, stella e astri... (aleamoredoro, amore1979, animeovunque, astrablu, aurora925, auroraluna82 e aurorazzurra, dolcesogno29, fioredellasperanza, giornienuvole, honey81, ilsogn.atore, incantoarmonioso, innoallanotte, lareginadeivampiri, lucingalleria, lunadimandorle, magnoliafiorita, neraperla, ombranera 84, ortensia76, pratoazzurro, primulagialla, rimmel71, stellalpina22, stellaluce3, unicornonero, unpocodizucchero, ecc. alcuni riferibili forse, dato anche il contesto, al rapporto con il proprio figlio/figlia e si nota inoltre, detto dal linguistica e non dallo psicologo, e dunque con

66

Microantroponimi del XXI secolo

ampio beneficio dinventario, lincertezza del proprio carattere e del proprio status o anche il livello di autostima: vedi badhorse e cavallopazzo, beauty83, bimbaconfusa1, diamondsforever, dolcebono90, inutilicertezze, laragazzadeisogni78, kleopatraelegance, kreativa72, merycrazy, nonmifermo, pazzascatenata64, pestiferaa, psicoparallela, psychoclaudia, redeisogni, restomuta, sadlilly, solitario0000, sparoa0, supremo.imperatore, tipoideale, xsolarissima89, 1000.risorse, ecc.; si vedano inoltre alcuni casi di duplicazione o di allitterazione: arakiki, bisibina 81, chichi985, eheheheheheh, kitukitu, ladidil, luanaluna1888, martattak, pazzimpazza, tittititti78, o anche di quasi onomatopea (linguaggio infantile basato su ripetizioni consonantiche sintende, occlusive e vocaliche: bubi28 e bubi86, ecc.); in rari casi il nick prende in prestito la terminologia della rete e la deforma: blogo, ecc. Infine, il tema centrale della brevit: qui essa riguarda soprattutto la condensazione di pi informazioni in una rapida stringa univerbata; non tanto il nome-soprannome-pseudonimo che si accorcia (esistono come visto nickname composti piuttosto lunghi), quanto i dati multipli che vengono aggregati insieme, come let, il codice di avviamento postale, il numero di telefono. Anzi, quelle che nei forum, nei social network ecc. sono chiamate firme in realt sono scritture tuttaltro che brevi14. Sappiamo che molti nicknames sono ideati dalle persone che un individuo frequenta (come del resto il soprannome nella vita reale) e che la stessa persona pu usare pi nicks se appartiene a pi gruppi sociali, in genere offre indicazioni sul sesso delle persone, sullimmagine che ha di s, sulle aspirazioni e ambizioni, sugli interessi sociali e culturali, su simpatie e affiliazioni. Pi che di nickname sarebbe il caso di usare il termine net name,

14 Tanto che i webmaster spesso si lamentano, con inviti e moniti del genere che segue (<http://onlinegate.altervista/org/forum/>): Regola n. 10 Non tenere firme lunghe. Le firme troppo lunghe non facilizzano per nulla la visualizzazione del foum! Meglio avere firme corte e semplici, tutto sar pi ordinato, provare per credere!. Un altro esempio in <www.nabuk.org/>: Solitamente accettiamo firme corte (non pi di tre righe) e la cosa mi ha fatto storcere un p il naso, questa comunque la mia opinione e anche se non contro il nostro regolamento.

E. Caffarelli

67

il nome nella rete, un iperonimo che va poi declinandosi nei vari nicks e nella varie formule che ciascuna persona pu utilizzare. Il campione qui raccolto pu essere letto comunque in una chiave interpretativa importante, e cio come tendenza verso un futuro nel quale potrebbe sempre pi ampliarsi il divario, nella denominazione degli individui, tra il nome ufficiale da una parte, soggetto a codificazioni alfanumeriche e chiss a quali altri protocolli info-telematici di cui il codice fiscale e il codice IBAN sono soltanto i primi assaggi, e il nome non ufficiale dallaltra, sempre meno codificato e sempre pi libero da vincoli e tradizionali, rinnovabile nello spazio e nel tempo e auto-imposto. A questa interpretazione sembrerebbe per opporsi la gran mole di formule alfanumeriche e quelle prive di significato (in apparenza o con quasi certezza) che compongono il repertorio qui presentato. Enzo Caffarelli ecafrion@tin.it

Bibliografia Besnard&Desplanques 2004 Besnard Josphine, Desplanques Guy, La cote des prnoms en 2005, Paris, Balland. Caffarelli 1996 Caffarelli Enzo, Lonomastica personale nella citt di Roma dalla fine del secolo XIX ad oggi. Per una nuova prospettivi di sociografia e cronografia antroponimica, Tbingen, Niemeyer. Caffarelli 2004a Caffarelli Enzo, Frequenze onomastiche. I prenomi italiani nel XX secolo, Rivista Italiana di Onomastica 7/1, 291-354. Caffarelli 2004b Caffarelli Enzo, Frequenze onomastiche. Aspetti demografici e tipologici dei cognomi in Italia e in due regioni campione: Sardegna e Sicilia, Rivista Italiana di Onomastica 7/2, 663-726.

68

Microantroponimi del XXI secolo

Caffarelli 2009 Caffarelli Enzo, Frequenze onomastiche. I prenomi in Italia nel XXI secolo. Unanalisi dei dati ISTAT (anno 2004) (prima parte), Rivista Italiana di Onomastica 15/2, 659-759. Caffarelli 2012a Caffarelli Enzo, A Torino vince Russo cognome del Sud, ANCI Rivista 55/1, 11-31. Caffarelli 2012b Caffarelli Enzo, Lelemento numerale nellonimia e nellonomastica italiana, in P. Poccetti (a cura di), Symmikta Arithmetika. La lingua d i numeri, Roma, Il Calamo, 13-127. Caffarelli&Marcato 2008 Caffarelli Enzo, Marcato Carla, I cognomi in Italia. Dizionario storico ed etimologico. Torino, UTET, 2 voll. Caprini 2001 Caprini Rita, Nomi propri, Alessandria, Edizioni dellOrso. Rossebastiano&Papa 2005 Rossebastiano Alda, Papa Elena, I nomi di persona in Italia. Dizionario storico ed etimologico, Torino, UTET, 2 voll. Sestito 2011 Sestito Francesco, Frequenze onomastiche. Variazioni e stabilit nel repertorio cognominale italiano del 2011: unanalisi dei dati forniti dallANCI per 26 capoluoghi di provincia, Rivista Italiana di Onomastica 17/2, 857-891. Sestito 2012 Sestito Francesco, Frequenze onomastiche. Variazioni e stabilit nel repertorio cognominale italiano del 2011: unanalisi dei dati forniti dallANCI per 50 capoluoghi di provincia (continuazione e fine), Rivista Italiana di Onomastica 18/1, 337-370.

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali: un nuovo percorso verso lapprendimento e la creativit Andrea Granelli
Abstract Le forme brevi per risparmiare tempo, energie cognitive, materiali pregiati o spazio di archiviazione hanno sempre accompagnato luomo - assumendo nelle varie fasi storiche forme e modalit differenti. La rivoluzione digitale - unit a una crescente mancanza cronica di tempo ha dato per un contributo alla loro diffusione introducendo non solo nuovi strumenti (chat, SMS, tweet, ) ma anche nuove forme linguistiche o addirittura schemi di relazione innovativi (ad es. con il vibracall del telefonino). Forse una delle sue novit il ritorno delle immagini, spesso forme di autentica brevit informativa, e il loro contributo quando integrate con il testo pu essere significativo nei processi creativi e nel supportare lapprendimento. Ma la rivoluzione digitale ha anche dai lati negativi di cui tra laltro poco si parla che vanno per messi in luce e tenuti in grande considerazione per evitare un cattivo utilizzo e una potenziale neutralizzazione dei benefici. Parole chiave: brevit, apprendimento, digitale, innovazione, cattivo utilizzo The short forms to save time, energy, material and storage space have always been part of mens life, taking from time to time different shapes. The digital revolution together with an increasing and chronic shortage of time has significantly contributed to their adoption and dissemination, by not only introducing new tools (chat, SMS, tweet, ) but also new linguistic mechanisms or even innovative ways to relate to each other (e.g. with the so called vibracoll feature of the mobile phone). Maybe one of the novelty is the recurrence of images often representation of truly compressed information and their contribution, when associated with the text, can be significant in creativity and in supporting the learning process. But the digital revolution has also a dark side not particularly analyzed and discussed, as a rule which should be more investigated and taken into consideration to avoid misuse. Keywords: conciseness, learning, digital, innovation, misuse

70

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali Un (breve) elogio della brevit


Ci vuole una grande abilit a racchiudere tutto in poco spazio (Seneca, Lettere a Lucilio) Con i tempi che corrono, la brevit il solo segno di rispetto apprezzato dal pubblico (Stendhal)

L'uomo ha sempre cercato di non sprecare le proprie energie. Appena una attivit diventava ripetitiva, nasceva automaticamente la riflessione su come farla con minor sforzo. Questa tensione umana venne concettualizzata agli inizi del ventesimo secolo dal fisico Ernst Mach come principio di economia: il compito primario del sapere scientifico quello di esporre il pi completamente possibile i fatti col minore impiego di pensieri e quindi le connessioni pi importanti sono quelle pi semplici, rapide e controllabili, che richiedono dunque meno sforzo. Questo minimalismo rappresentativo non si applica solo alla scienza ma anche allarte. In un libro recente La visione dall'interno. Arte e cervello, Bollati Boringhier Semir Zeki parte dall ipotesi che il nostro cervello debba estrarre informazioni sugli aspetti essenziali e costanti del nostro universo visivo (gli invarianti) a partire da una grande messe di dati in continuo cambiamento. Secondo lautore, studiando larte soprattutto quella moderna che tende alla semplificazione si scopre una somiglianza tra ci che ha prodotto, o almeno ha posto in evidenza, e le caratteristiche del campo recettivo delle singole cellule nelle diverse aree nel cervello. Questa economicit sottende naturalmente il concetto di brevit, di essenzialit. Anzi, come disse una volta Bartezzaghi, il vero problema non sta nella dimensione ma nella tensione, non nel corto ma nel teso. Certamente la brevit stata una delle risposte dell'uomo ad alcuni vincoli della natura. Alcuni erano legati allo sforzo fisico. Quando si vuole scrivere sulla pietra o sul marmo, o su qualche altro materiale difficile da incidere, la concisione s'impone. Nasce cos una scrittura lapidaria (o scrittura di pietra) che spesso cela dentro di s un carattere di sacralit oracolare. George Perros (pseudonimo del critico Georges Poulot) arriver addirittura ad affermare richiamando le origini delle forme brevi che l'aforisma un sasso. Ma le forme brevi pi interessanti erano legate alla minimizzazione dello sforzo di ricordare. L'aforisma , storicamente, un procedimento mnemonico utilizzato in campo scientifico e soprattutto

A. Granelli

71

medico in quanto condensa l'essenziale di una materia con l'estrema concisione che facilita una buona memorizzazione. Primi nel genere, gli aforismi di Ippocrate sono una raccolta di quattrocento massime di medicina generale, divisa in otto parti riguardanti le diete. Questi aforismi hanno inaugurato la tradizione dell'aforisma medico e scientifico, tradizione giunta fino ai nostri giorni. Ma la brevit non veniva usata solo per ricordare; spesso doveva stupire. Le frasi paradossali (ad esempio vietato vietare) e gli slogan politici sono stati usati per la loro forza persuasiva e i grandi retori hanno codificato in maniera sistematica questa arte. La brevit non si ferma alla letteratura; ad esempio anche la musica ne stata contagiata. Tra le forme brevi musicali pi note non si possono non menzionare l'incipit della sinfonia n.5 di Beethoven, o il miniaturismo pianistico tipico del romanticismo. Ad esempio i preludi n.3 in SOL maggiore e n.22 in SOL minore di Chopin hanno entrambi una durata inferiore al minuto. Per avvicinarsi al nostro tempo come non ricordare le famose due note di So What di Miles Davis o i quadri musicali di Stravinskij. Nellera moderna, la brevit apparsa sotto diverse spoglie. Larchitettura stato teatro di molte riflessioni sia di tipo estetico che funzionale. Sul lato estetico la battaglia di Mies Van der Rohe (Less is more) sulle inutilit del decorativismo riassume secondo molti lo spirito pi autentico della modernit. Anche dal punto di vista funzionale molti architetti si sono cimentati nella creazione di spazi essenziali per ospitare masse crescenti di abitanti senza nel contempo snaturare lambiente. Probabilmente lUnit dabitation di Le Corbusier pu essere considerata la capofila di questa riflessione architettonica sulla concisione spaziale. Anche la psicoanalisi si confrontata con la brevit. Ad esempio il meccanismo della condensazione utilizzato nei sogni tende a imprimere tramite un solo elemento pi elementi connessi tra loro come per esempio rappresentando due individui mediante un unico tratto o tramite unassonanza tra i loro nomi. Il contenuto manifesto del sogno contiene infatti sempre abbreviazioni rispetto a quello latente. La condensazione quindi un compromesso che il sogno attua tra contenuto latente e censura per eludere ed allo stesso tempo accontentare la censura stessa e per

72

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

risparmiare il pi possibile energia psichica illustrando simultaneamente vari contenuti. Unapplicazione del principio di Mach. Unaltra realt interessante il mondo dei fumetti e dei cartoni animati. Opere come Sim City di Frank Miller o La Linea di Cavandoli (resa celebre quando utilizzata per pubblicizzare Lagostina) sono esempi di scrittura minimalista, capaci di restituire una straordinaria ricchezza informativa e narrativa. Perfino il teatro tradizionalmente non associato alla brevit ne stato contagiato. Una delle pi radicali innovazioni futuriste nel teatro fu il cosiddetto Teatro futurista sintetico. La sua chiave era la concisione: affermava Marinetti stupido scrivere cento pagine dove ne basterebbe una. Su questo concetto ha giocato portandolo allestremo Achille Campanile con le sue 87 tragedie in due battute, scenette teatrali effettivamente in due battute basate sul 'nonsense' e sul paradosso. Ma il vero responsabile di questo autentico dilagare della brevit probabilmente la rivoluzione digitale. Innanzitutto le pi recenti tecnologie informatiche e di comunicazione hanno riunificato in maniera naturale, con il loro esperanto digitale fatto di zeri e di uni e con il concetto operativo di informazione, la misura dello spazio e del tempo. Un messaggio breve perch richiede poco tempo per essere trasmesso o ascoltato ma anche perch presuppone poco spazio per essere archiviato. Le due misure sono assolutamente correlate. Pertanto ogni riflessione sulla brevit digitale unifica spazio e tempo. Dobbiamo per sempre tenere presente la preoccupazione di Toms Maldonado: il riduzionismo stenografico della messaggistica elettronica non una maggiore concisione del pensiero, neppure uno stile espositivo pi limpido e sobrio, ma soltanto un depauperamento dei contenuti referenziali. La mutazione delle forme scritte nel nuovo paesaggio digitale
Le lettere sono simboli che trasformano la materia in spirito (Alphonse de Lamartine) Scrivere diventato inutile, a meno che non si scriva indecifrabilmente (Ennio Flaiano)

A. Granelli

73

Oggi tutti scrivono e nessuno legge, tutti parlano e nessuno ascolta (Mario Perniola)

Affrontare il tema della mutazione del linguaggio grazie alla nuove tecnologie digitali per comprenderne cause, implicazioni e direzioni ci porterebbe molto lontano. Il linguaggio pu toccare anzi tocca moltissimi ambiti e non solo la letteratura e la comunicazione. Alcuni fugaci esempi. Per Lacan l'inconscio strutturato come un linguaggio e il motto di spirito il paradigma della formazione dell'inconscio (in quanto puro fenomeno del linguaggio); inoltre i principali processi che presiedono alla formazione dell'inconscio sono metafora e metonimia. Il linguaggio anche una cura. Tra i tanti che se ne sono occupati, viene in mente Flaubert che, in una lettera, afferma che scrivere tessere una rete che ci tiene sospesi sullabisso del nulla, per questo pu essere unattivit salvifica. Il recente Clue Train Manifesto afferma infine che i nuovi mercati sono innanzitutto luoghi di conversazione e il compito delle imprese che vogliono esserci e di conversare con i consumatori. Questi brevi flash (aforismi appunto ) vogliono solo suggerire la portata delle potenziali trasformazioni legate alla diffusione delle tecnologie digitale e alla loro applicazione metodica al nostro modo di rappresentare e comunicare e a una crescente pulsione verso la brevit. La mia riflessione che parte da questo contesto vuole invece concentrarsi su un paio aspetti specifici che stanno emergendo nelle forme brevi digitali: la compressione linguistica che nasce nei canali digitali e la punteggiatura emozionale. Quando la rappresentazione di un concetto, di una espressione, di un sentimento ha un costo significativo (legato al materiale utilizzato, al tempo disponibile, alla difficolt di utilizzare il materiale come medium, alla scomodit del luogo in cui si scrive, ), si tende ad optare per una rappresentazione che sottolinei gli aspetti rilevanti. Se osserviamo i giovani che comunicano con gli SMS, abbiamo limpressione che il loro tempo sia la risorsa scarsa; essi tendono infatti a battere velocissimamente e oltre a impiegare frasi fatte o concetti gi espressi utilizzano espressioni concentrate, dove il superfluo scompare. Questa comportamento viene

74

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

anche rafforzato dal ricevente, che come il trasmittente tende ad avere poco tempo e ad essere bombardato da informazioni e che quindi si spazientisce a dover leggere cose inutili. A ben osservare, vi una forte similitudine fra i nuovi linguaggi compressi utilizzati negli SMS e nelle Chat e il linguaggio epigrafico latino. Entrambi i linguaggi sono infatti vincolati ad uno spazio limitato (la dimensione dellepigrafe per i latini, la lunghezza del SMS) e devono far risparmiare il pi possibile (il costo degli scalpellini epigrafisti per i latini, il tempo personale o i costi di trasmissione nel caso attuale).

TECNICA DI

LINGUAGGIO

RAPPRESENTAZOINE DELLA RETE

LINGUAGGIO EPIGRAFICO

uso delle iniziali di parole IMHO (In My o espressioni molto usate Humble Opinion)

V (Vir), D.M. (Dis Manibus); DSPF (De Sua Pecunia Fecit) CEBQ (Cineres Eius Bene Quiescant);QDERFPDERIC (Quid De Ea Re Fieri Placeret, De Ea Re Ita Censuerunt) VII V (Septemvir)

abbreviazioni di espressioni rituali

WYSIWYG (What You See Is What You Get)

creazione di "nuovi alfabeti" usando la dimensione fonica della lettera

4U (For You) B4 U (Before You); f2f(face-to- face); CUL83 (See You Later) TOCOTOX (TOo

giochi di parole con le abbreviazioni

COmplicated TO eXplain); NIMBY (Not in my back yard)

DOM (Deo Optimo Maximo) SPQR (Senatus Populusque Romanus)

Inoltre i latini iniziavano le loro lettere con SVBE (Si Vale Bene Est) e questa composizione molto simile alla tipica chiusura delle

A. Granelli

75

comunicazioni digitali TTYL (Talk To You Later). Per tanto una forma espressiva che sembrava una cifra della modernit digitale altro non che lapplicazione allambiente digitale di un metodo antico. Unaltra novit dei linguaggi digitali la creazione degli emoticon, marcatori emozionali che aiutano sia a definire il contesto della comunicazione (serio o ironico, ...) sia a veicolare specifiche emozioni (stupore, disappunto, ...). Anche in questo caso, non si tratta di una assoluta novit, ma consente di mantenere anche in assenza quelle preziose informazioni extra-linguistiche. curioso notare che gli emoticon nati come esperanto universale del villaggio globale si sono per dovuti rapidamente piegare alle regole culturali. In Giappone per esempio considerata maleducazione per una donna (sor)ridere con la bocca aperta. Per tanto la Netiquette nipponica ha creato due diversi emoticon che esprimono la felicit a secondo che venga utilizzato da un maschio (^_^) o da una (^.^). Quello femminile suggerisce infatti, sostituendo il trattino con il puntino, la bocca chiusa . Le capacit espressive degli SMS possono andare molto oltre. Ad esempio in un interessante libro scritto da due psicologi SMS. Straordinaria fortuna di un uso improprio del telefono vengono osservati metodi di comunicazione molto creativi legati non solo alle caratteristiche del telefonino ma anche agli schemi di pricing proposti dagli operatori di telefonia. Ad esempio Se il ricevente usa il vibracall, l'avviso si traduce in un fremito che, se si ha il cellulare addosso, tocca qualche parte del corpo e pu persino sembrare una carezza, creando una sensazione analoga al profumo aggiunto nei secoli passati dalle donne innamorate nelle lettere scritte per i loro amanti. Inoltre spesso i giovani si augurano la buona notte con un semplice squillo a cui non segue la chiamata. Questa comunicazione resa possibile dallidentificativo del chiamante che appare sul display del telefonino anche se la telefonata non completata interessante perch non costa nulla in quanto laddebito inizia solo quando si risponde. Va anche ricordato che il linguaggio pu diventare strumento per la costruzione identitaria e per segnare lappartenenza a una comunit, anzi a una neo-trib come direbbe Michel Maffesoli. Il caso pi interessante probabilmente il fenomeno francese del Verlan, una forma criptica di argot

76

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

usata dai giovani dove le sillabe e certe parole (generalmente le disillabiche) vengono invertite foneticamente. La stessa parola Verlan deriva dallinversione della parola envers. La sua origine attribuita a Auguste Le Breton nel 1953, ma diventata di uso generale attorno al 1970. molto utilizzato nei sobborghi dagli arabi e dai black (in Verlan beurs e keblas) come codice di riconoscimento. Alcuni esempi entrati nel linguaggio comune sono meuf (femme), tci (cit), gman (manger), vtrou (trouv). La paura della tecnica
Usa le tecnologie prima che loro usino te (detto cyberpunk) La tecnologia crea innovazione ma - contemporaneamente - anche rischi e catastrofi: inventando la barca, luomo ha inventato il naufragio, e scoprendo il fuoco ha assunto il rischio di provocare incendi mortali (Paul Virilio) Loblio non meno creativo della memoria (Jorge Luis Borges)

Queste trasformazioni in atto rese possibili dalle tecnologie digitali hanno per anche un lato oscuro e per questo motivo generano paura e inquietudine. Questo fenomeno ha sempre accompagnato linnovazione tecnologica; ogni grande mutazione guidata dalla tecnica ha infatti sempre suscitato paure nelluomo per il cambiamento dello status quo. Alle volte se ne suggeriscono gli aspetti problematici come nelle riflessioni del Fedro di Platone: [] fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non pi dallinterno di se stessi, ma dal di fuori, attraverso segni estranei .. la cosa strana delle cose scritte ... sembra che ti parlino come se fossero intelligenti, eppure se chiedi loro qualcosa su ci che ti dicono, per desiderio che ti istruiscano di pi, continuano a ripetere sempre la stessa cosa (Platone). Altre volte una vera e propria paura che genera riflessioni strumentali che talvolta diventano stereotipi. Ad esempio durante la rivoluzione della lettura avviata nel Settecento con la diffusione dei romanzi, si dibatteva sugli effetti moralmente benefici o psichicamente disastrosi della cattura del lettore da parte della finzione. Lo storico della cultura Roger Chartier, riporta nel suo Inscrivere e cancellare. Cultura scritta e letteratura tracce di questo dibattito: Nel XVIII secolo il discorso si trasferisce allambito medico e costruisce una patologia delleccesso di lettura, considerata una malattia individuale o un'epidemia

A. Granelli

77

collettiva. La lettura senza controllo ritenuta pericolosa perch unisce limmobilit del corpo e leccitazione dellimmaginazione, provocando cos i mali peggiori: ostruzione dello stomaco e dellintestino, disturbi ai nervi, spossamento fisico ... lesercizio solitario della lettura porta allo sviamento dell'immaginazione, al rifiuto della realt, alla preferenza accordata alle chimere. Ne deriva una vicinanza tra eccesso della lettura e masturbazione, perch entrambe le pratiche provocano gli stessi sintomi: pallore, inquietudine, prostrazione. Daltra parte la letteratura piena di passi celebri che parlano della pericolosit della lettura: ad esempio lepisodio di Paolo e Francesca nella Divina Commedia (galeotto fu l libro e chi lo scrisse), le fasi finali del Don Chisciotte (per il molto leggere gli si prosciug il cervello in modo che venne a perdere il giudizio, che svolge la consonanza verbale di lectura y locura), la vita di Madame Bovary, Non si tratta naturalmente di criminalizzare le tecnologie, ma solo di ricordarsi della presenza naturale di questi timori ancestrali, di questi anticorpi dellinnovazione, quando si analizzano le modifiche indotte soprattutto sugli adolescenti dalle nuove tecnologie digitali sui processi di ricordo, apprendimento, condivisione, . daltra parte noto che ogni eccesso crea sempre squilibri, e che la mutazione in s indotta dalle tecnologie che comporta sempre sia il potenziamento di alcune facolt (ad es. il multitasking o la velocit delle dita) sia il (complementare) depotenziamento di altre (ad es. la memoria) non deve essere vista per definizione come negativa (ma neanche positiva). Il tema non quindi se giusto (o pericoloso) che la tecnica modifichi luomo quanto piuttosto separare le buone dalle cattive pratiche e orientare il percorso delle nuove tecnologie verso processi di rafforzamento della dimensione integrale della persona, e non solo di alcune sue funzionalit: la questione tende dunque ad essere di natura squisitamente antropologica. Scrive infatti Benedetto XVI nellenciclica Caritas in veritate: Dallideologia tecnocratica, particolarmente radicata oggi, Paolo VI aveva gi messo in guardia, consapevole del grande pericolo di affidare lintero processo dello sviluppo alla sola tecnica, perch in tal modo rimarrebbe senza orientamento. La tecnica, presa in se stessa, ambivalente. Se da un lato, oggi, vi chi propende ad affidarle interamente detto processo di

78

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

sviluppo, dallaltro si assiste allinsorgenza di ideologie che negano in toto lutilit stessa dello sviluppo, ritenuto radicalmente antiumano e portatore solo di degradazione. Ma questa attenzione antropologia sui rischi della tecnica che pone la Chiesa non anti-moderna. Sempre nella stessa enciclica il papa afferma infatti che Lidea di un mondo senza sviluppo esprime sfiducia nelluomo e in Dio. Per cogliere il meglio delle tecnologie (digitali) e la loro straordinaria potenzialit trasformativa, bisogna dunque aprire gli occhi anche sui lati oscuri di tali tecnologie e incominciare a contrastare fattivamente gli aspetti negativi legati allinformazione digitale, e in particolare linformazione eccessiva, linquinamento digitale e la frammentazione della conoscenza. La Biblioteca di Alessandria conservava probabilmente 700.000 rotoli di papiro e pergamena tutto il sapere del mondo occidentale antico. La Biblioteca nazionale francese ha invece oltre 400 chilometri di scaffali. Alla sua inaugurazione nel 1997 erano gi presenti 10 milioni di volumi, 350.000 periodici, 76.000 microfilm, Questa moltiplicazione delle informazioni sta diffondendo sia lanoressia informativa sia il suo speculare lobesit. In entrambi i casi il crescente proliferare dellinformazione riduce la capacit delluomo di assimilare in maniera sana nuova conoscenza spingendo i giovani a riempirsi in maniera ossessiva di informazioni non nutrienti. Come ha osservato Joshua Lederberg riattualizzano un bellissimo verso di Coleridge (Acqua, acqua dovunque e neppure una goccia da bere) oggi vi un diluvio di informazioni generali e una siccit di informazioni specifiche. A ci si aggiunge lo sporco digitale: le tracce che lasciamo sulla rete tendono progressivamente a diventare indelebili. I motori di ricerca registrano tutto, ma non esiste un processo condiviso che toglie dalle liste dei motori le informazioni non pi attendibili o invecchiate. Questo bombardamento informativo unito al progressivo inquinamento digitale ha indebolito il sistema immunitario della societ rispetto alla cattiva informazione. Siamo quindi vittime di una sorta di AIDS (Anti-Information Deficiency Syndrome), per usare lespressione coniata da Giuseppe Longo. Non si trovano pi orientamenti, prescrizioni e regole di selezione nella tradizione o nella vita istituzionale e si innesca un circolo vizioso squisitamente tecnico che ci trasforma in massa facilmente suggestionabile e indirizzabile.

A. Granelli

79

Anche la frammentazione dei saperi in essere da molto tempo ma rafforzata dalle tecnologie digitali pu diventare preoccupante. Il digitale, infatti, aumenta questa dimensione problematica in quanto il processo stesso di digitalizzazione genera frammenti isolati (le singole foto, le singole pagine di un documento, i record dei database, ). Andranno quindi studiate specifiche modalit per riconsolidare la progressiva frammentazione dei nostri saperi in unit dotate di senso, ricostruendo le nuove narrazioni digitali. Sar infatti sempre pi importante la (ri)composizione dei frammenti digitali soprattutto quelli che provengono dagli archivi (storici, politici, culturali, televisivi, ) in unit di senso narrabili, comprensibili e intriganti per le future generazioni. Il cinema ha dimostrato una capacit strutturale di dare senso/continuit (grazie al montaggio) ai frammenti/fotogrammi. Non la semplice digitalizzazione degli archivi che li salver dalloblio. la narrazione che seleziona i fatti (e quindi contrasta quellapproccio alla storia che richiede di conservare tutto, oggi realisticamente non pi applicabile) e li salva in flussi narrativi. Come ha osservato Gaston Bachelard, si conserva solo ci che stato drammatizzato dal linguaggio. Solo cos si assicurer un futuro alle nostre memorie (digitali e non), proteggendo tra laltro la nostra identit. Si devono inoltre utilizzare con molta attenzione e maturit le cosiddette sirene di Internet (Wikipedia, i motori di ricerca e i social networking) che da sole non risolvono le carenze individuali e non si possono sostituire al processo di assorbimento personale della conoscenza, unica garanzia per un reale arricchimento culturale ed emotivo dellindividuo. Inoltre con la loro pretesa autoriale possono innescare meccanismi pericolosi. Ad esempio anche strumenti apparentemente democratici come lenciclopedia online Wikipedia vanno usati con grande cautela. Il fatto che persone autorevoli come Eco suggeriscano di usarla come fonte naturale per vedere ad esempio la definizione di un termine controverso, in quanto la considerano ottima e documentatissima enciclopedia on line pu diventare problematico. Le criticit sono oramai note: dati sbagliati, azioni manipolative o di controinformazione e soprattutto il fatto che con Wikipedia prevale la verificabilit sulla verit, lo strumento sul fine. I motori di ricerca, invece, alimentano un altro falso mito: grazie a loro tutto ci che presente su Internet si trova; ma ci non vero. Basta fare

80

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

una ricerca inserendo una parola mediamente frequente e il motore di ricerca individuer con tutta probabilit diverse centinaia di migliaia di files che trattano dellargomento (per la verit che contengono la parola). Ora gli utenti tendono a consultare al massimo la prima ventina di documenti indicati dalla lista. Esiste quindi una deperibilit intrinseca del dato su Internet (se recuperabile solo con i motori di ricerca): linformazione, man mano che invecchia, perde priorit ed sempre pi difficilmente recuperabile. Infine il social networking certamente unarea molto promettente che pu dare corpo al potere della rete. Da sola per non basta: se i singoli contributi sono modesti, anche il contributo collettivo modesto: dicono infatti gli informatici garbage in, garbage out. Questi ambienti possono essere straordinari moltiplicatori di valore, enzimi capaci di accelerare le buone reazioni creative, ma pericolosi se la materia prima non di qualit. Il ritorno delle immagini
Non vi possono essere parole senza immagini (Aristotele) Quando mi prende la paura, invento un'immagine (Goethe)

Limmagine pu essere vista come una forma di brevit e sicuramente la diffusione della larga banda e dei terminali (e software collegati) per vedere e manipolare immagini a filmati in alta definizione ha riportato al centro limportanza delle immagini creando consuetudini che in qualche modo evocano addirittura lera pre-alfabetica, dove le immagini erano lunica forma non orale per codificare e condividere i saperi collettivi. Oggi la sfida dunque studiare modalit efficaci per utilizzare il potere evocativo, narrativo e creativo delle immagini. utile ricordare che limmagine rispetto al testo aumenta il potenziale espressivo e diventano possibili letture multiple. Infatti: un testo ha un inizio, una fine e un percorso obbligato di lettura; unimmagine no. Inoltre limmagine pu essere ingannevole;

A. Granelli

81

al contrario delle parole, le immagini visive posseggono una capacit di estensione verbale quasi infinita, in quanto l'osservatore deve trasformarsi a sua volta in narratore; lalfabeto visivo possiede anche un valore emozionale; ad esempio Kandinsky era solito dire: la linea orizzontale fredda e quella verticale calda; lanalisi delle immagini pu consentire una comprensione del profondo di chi le ha create; i colori veicolano anche un messaggio subliminare, come intuito per esempio da Goethe nella sua Teoria dei colori o applicato dalla Disney nel film Dick Tracy, dove per esempio il giallo rappresentava il colore dei buoni. Molti spunti su come utilizzare le immagini per potenziare i processi di comprensione, ricordo, creativit vengono dal passato. Non solo quando la cultura era pre-alfabetica e limmagine era lo strumento principe per la codifica e trasmissione di messaggi e saperi ma anche quando lanalfabetismo era ancora molto diffuso (si pensi ad esempio allimportanza della Biblia Pauperum) per trasferire al volgo i dettami della Chiesa cattolica. Oggi purtroppo lanoressia culturale (che alcuni chiamano lanalfabetismo di ritorno) non stata debellata, anzi; ed purtroppo ancora in agguato una vera e propria carestia culturale. Per questo alcuni approcci per analfabeti non hanno perso la loro rilevanza ed efficacia. Il linguista Tullio De Mauro ha infatti osservato: se prendiamo come buono quel 40% circa di italiani che dice di navigare su internet, la percentuale di chi usa il web si dimostra paradossalmente di gran lunga superiore a chi legge libri e comunque a chi pi in generale sa orientarsi in una societ contemporanea. Uno studio severo ma proprio per questo interessante di alcuni anni ha messo in luce che solo un italiano su cinque praticamente il 20% della popolazione possieda gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo 7 italiani su 10 con et compresa tra i 15 e i 65 anni sono tagliati fuori dai benefici dell'economia della conoscenza.

82

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

Tornando alle fonti da utilizzare per provare a immaginare lutilizzo delle immagini nellera digitale, anche le sperimentazioni delle avanguardie ci possono dare indicazioni sulluso che ne verr fatto poi dal grande pubblico. Pensiamo ad esempio agli alfabeti visivi inventati da grandi artisti (Serafini, Daumier, ) che hanno anticipato luso dei caratteri grafici degli adolescenti nelle chat o le infinite variazioni con cui la parola Google viene rappresentata quando si chiama il famoso motore di ricerca. Oppure come luso visivo dei caratteri e del loro posizionamento grafico sul foglio di carta fatti sono stati autentici anticipatori della cosiddetta Ascii Art. Le cosiddette parole in libert, dette anche parolibere, inventate dai Futuristi. Alcune delle pi famose (ad esempio Serata in onore di Yvonne di Cangiullo o Dune di Marinetti) vennero pubblicate sulla rivista fiorentina Lacerba. In esse il significato continua a predominare sulla lettera. Gli effetti tipografici sono indicazioni per una gesticolazione declamatoria. Essi sottolineano ed enfatizzano una sequenza ancora tutta verbale. Un approccio pi estetico a questa volont di trasformare le frasi in pittura si trova nei, Calligrammes, prodotti da Guillaume Apollinaire nel 1918. Anche in questo caso le poesie si dinamizzano e il valore dei versi non sta solo in ci che illustrano ma anche come riempiono lo spazio della pagina. Apollinaire diceva a proposito dei suoi calligrammi: bisogna che la nostra intelligenza si abitui a comprendere in modo sintetico-ideogrammatico piuttosto che in modo analitico-discorsivo. La domanda che si pone allora: come le immagini intese come forme compresse di conoscenza possano nella digisfera contribuire fattivamente al processo di apprendimento ei meccanismi di ricordo e di stimolo necessari per avviare i meccanismi della creativit. Apprendere e creare nellera della Rete
I confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo (Ludwig Wittgenstein) L'immagine ha bisogno della nostra esperienza per destarsi (Elias Canetti)

A. Granelli

83

La crescita in variet e complessit di tecnologie e sistemi, la maggiore profondit di conoscenza del consumatore richiesta per progettare prodotti e servizi di successo, la diffusa instabilit dei modelli organizzativi prevalenti e delle regole per avere successo e soprattutto la crescente imprevedibilit dei fenomeni e dei comportamenti collettivi fa si che il sapere apprendere e tenersi al passo con i tempi diventato oggi un imperativo categorico. Il successo di un manager dipende sempre di pi non tanto da quello che sa gi, quanto dallintensit, dalla rapidit e dallefficacia con cui riesce ad imparare: deve essere quindi in grado di giocare un ruolo attivo nel costruire e gestire lo sviluppo dei propri saperi. Nonostante ci la stragrande maggioranza delle persone non sa pi imparare. Per questo motivo la Declaration on learning promulgata nel 1988 dal Learning Declaration Group ha sancito a chiare lettere che la capacit di imparare a imparare e di padroneggiare il processo di apprendimento la conoscenza critica del prossimo secolo. Dobbiamo trasformarci da immagazzinatori di fatti in protagonisti di indagini e di discussioni e cio passare dalla conoscenza-racconto alla conoscenza-problema. Per questi motivi il metodo (e il contenitore dove si deposita e si organizza la conoscenza appresa) quasi pi importante del contenuto. Il processo di apprendimento (e il relativo processo di raccolta della conoscenza) deve essere pertanto costruito in funzione di come noi assorbiamo e riutilizziamo la conoscenza e non solo puntando ad una facilitazione della produzione dei contenuti. Dobbiamo ridurre lattenzione quasi esclusiva verso la tecnologia e il suo (spesso solo apparente) potere taumaturgico e lavorare maggiormente sulle metodologie di apprendimento e sui processi reali di assorbimento e riutilizzo del sapere che ci viene proposto. La vera missione di chi vuole facilitare lapprendimento quindi invitare al significato, per usare una felice espressione di George Steiner. In un era caratterizzata dalle immagini, va per recuperato il rapporto con la parola scritta, unendo la forma alfabetica al potere delle immagini con lobiettivo di creare una nuova sintesi compositiva che unisca oltretutto intelletto ed emozioni. La potenza del linguaggio spesso dimenticata. Come affermava Gorgia il sofista, la parola un gran dominatore, che con piccolissimo corpo e invisibilissimo, divinissime cose sa compiere; riesce infatti e a

84

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

calmare la paura, e a eliminare il dolore, e a suscitare la gioia, e ad aumentare la piet. Inoltre lo scrivere ha un ruolo fondamentale nellapprendere. Osserva infatti Lothar Baier, autorevole scrittore e critico letterario tedesco, che la scrittura non pu procedere al ritmo del pensiero e quindi non pu rifletterne il corso, ha una velocit sua propria. Il rallentamento che ne deriva non si limita a frenare il pensiero, ma anzi lo modifica e lo arricchisce, concedendogli il tempo di assorbire, durante il percorso, obiezioni e argomentazioni contrarie. Servono nuovi schemi e nuovi format per supportare lautentico apprendimento, il cui scopo non tanto archiviare ma consentire di recuperare in maniera creativa quanto immagazzinato. Recuperare con accostamenti coraggiosi suggerimenti inaspettati, creare dei varchi nella nostra memoria poich come notava Ungaretti lidea creativa (come la parola poetica) scaturisce dall'abisso. Per questo va utilizzato anche il potere delle emozioni, che richiede strumenti narrativi diversi e spesso vede limmagine come forma di rappresentazione naturale. Come ha osservato Salvatore Natoli in Edipo e Giobbe, il dolore al pari di tutte le esperienze estreme (come anche la felicit) lacera il linguaggio, si colloca sempre al di sotto o al di sopra di esso e il processo creativo quando radicale una esperienza estrema. La sfida organizzare il non conosciuto e suggerire nuove correlazioni: Dimmi come cerchi e ti dir cosa cerchi scrisse Wittgenstein nelle sue Osservazioni filosofiche, ribadendo limportanza degli strumenti di ricerca (e mettendoci implicitamente in guardia anche sul loro potere condizionante ). Le immagini spesso innescano il processo creativo. Einstein affermava che la maggior parte delle sue idee nascevano con l'aiuto di immagini mentali, ancora prima che attraverso un qualche tipo di teorizzazione verbale o matematica. Anche Italo Calvino ne era convinto: Quando ho cominciato a scrivere storie fantastiche non mi ponevo ancora problemi teorici; lunica cosa di cui ero sicuro era che allorigine dogni mio racconto cera unimmagine visuale [] Appena limmagine diventata abbastanza netta nella mia mente, mi metto a svilupparla in una storia, o meglio, sono le immagini stesse che sviluppano le loro potenzialit implicite, il racconto che esse portano dentro di s.

A. Granelli

85

Si possono a questo punto ipotizzare tre possibili direzioni verso cui dovrebbe orientarsi lapprendimento mediato (e facilitato) dagli strumenti digitali. Archiviare (classificando) le informazioni in maniera efficiente e facilmente ritrovabile/riutilizzabile Per il grande regista Konstantin Stanislavskij, nel teatro, le parole del testo si traducono creativamente in immagini interiori che hanno la doppia funzione di far ricordare il testo e di tradurlo in immagini corporee vive ed efficaci; una vera e propria fisiognomica teatrale, dove le caratteristiche fisiche e le qualit morali e psicologiche si traducono immediatamente le une nelle altre. Il poter grazie alle tecnologie digitali di nuova generazione archiviare immagini, ricercarle in funzione di particolari o colori oppure usare schemi di archiviazione che si basano sul potere delle immagini (si pensi ai cosiddetti luoghi della memoria) oggi non solo possibile ma una grande occasione. Un caso molto interessante di classificazione della conoscenza quella concepita da Aby Warburg, il grande mecenate fondatore della omonima scuola, per aiutare nella creazione di intuizioni e di comprensioni interdisciplinari: la cosiddetta Biblioteca per le scienze della cultura. Tale biblioteca era organizzata secondo il criterio personale della legge del buon vicinato, che non disponeva i libri in sequenze alfabetiche o cronologiche, ma li accostava come tessere di un mosaico di cui aveva ben chiaro in mente il disegno in base agli ambiti culturali, tematici, ai significati intrinseci, e ne modificava continuamente lordine con la crescita della collezione e lo sviluppo delle ricerche. Lobiettivo di questa biblioteca era strumentale a una specifica convinzione che Warburg nutriva relativamente al ruolo della memoria. Straordinario anticipatore dei temi di cui stiamo discutendo e naturalmente collegato alla sua idea di Biblioteca fu anche il suo atlante della memoria (Mnemosyne: serie di immagini per lanalisi della funzione svolta dai valori espressivi stabiliti dallantichit nella rappresentazione della vita in movimento nellarte europea del Rinascimento), unopera aperta, composta da circa sessanta tavole a loro volta composte da collage di circa millecinquecento tra foto e immagini. Warburg usava queste tavole per illustrare le proprie conferenze. Osservano Kurt W. Forster e Katia Mazzucco in Introduzione ad Aby Warburg e allatlante della memoria, che il meccanismo di smontaggio e di ri-

86

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

assemblaggio dei materiali presenti nelle tavole di Mnemosyne, consente di staccare e ritagliare, letteralmente, i soggetti della ricerca dal contesto originale non per snaturarli o, peggio, banalizzarli e fraintendere la loro qualit ed essenza ma per valorizzarli in termini nuovi. Facilitare la condivisione del non codificato e del non strutturato per potenziare il processo creativo. Il processo creativo ha bisogno di instabilit, di differenze di potenziale, si nutre di (bio)diversit, di suggestioni, di tracce; per questo motivo le immagini, i frammenti di conoscenza il non ancora codificato sono essenziali nellinnescare i processi di ricordo e di creativit. La possibilit grazie alle nuove tecnologie digitali di codificare non solo numeri, testi strutture definite, ma anche immagini, ambienti immersivi, frammenti vocali, e schemi, connessioni, ipertesti, apre spazi straordinari al processo di apprendimento. La sfida di far convivere i due mondi la struttura e il disordine, lemozione e la regola facilitando le occasioni di sintesi che aprono la via allintuizione e alla creativit e soprattutto consentendo una condivisione diffusa con altri per allargare il processo creativo e quindi la sua creativit. La Rete un grande strumento di condivisione, ma non basta creare i social network. Bisogna creare meccanismi per la condivisione non solo dei saperi ma anche delle emozioni per facilitare la generazione di stimoli creativi. Le emozioni portano allazione, mentre la ragione porta solo a trarre delle conclusioni. Come dice Manfred Kets de Vries dellInsead: un grammo di emozione pu essere pi efficace che una tonnellata di fatti. Costruire ambienti effettivamente centrati sullapprendimento e non sul semplice scambio di contenuti culturali o sedicenti educativi. In questo contesto i siti personali spazi web associati a singoli individui e pensati per essere contenitori di conoscenza ed elementi di racconto della propria identit saranno un elemento chiave. Essi sono un pezzo di noi stessi sulla rete; sono un vero e proprio s digitale, elemento centrale nella nuova topologia della mente originatasi dallinterazione delluomo con le tecnologie digitali (vedi Granelli 2006). La possibilit di archiviare toglie quella dimensione transitoria tipica delle prime forme di comunicazione elettronica e consente di memorizzare, ri-utilizzare, e ri-adattare linformazione aprendo nuovi spazi espressivi.

A. Granelli

87

Ma deve esistere un luogo personale di archiviazione, strumento conoscitivo, che consente di realizzare una vera e propria memoria estesa, a complemento e integrazione della memoria fisiologica. Lesistenza di questo sito personale sta progressivamente forzando nuovi comportamenti: la sostanziale differenza dellavere il sito su un sito Internet e non su un personal computer legata alla accessibilit: se il sito su Internet si accede da ovunque; se sul computer di casa, si accede solo da casa e quindi non disponibile in tutti i momenti in cui potrebbe essere utile e inoltre nessun altro pu accedervi, rimanendo una monade inaccessibile. Andrea Granelli andrea.granelli@kanso.it

Bibliografia Baier 2004 Baier Lothar, Non c' tempo! Diciotto tesi sull'accelerazione, trad. it. Torino, Bollati Boringhieri. Benedetto XVI, Caritas in Veritate. Enciclica sociale, 2009. Campanile 2009 Campanile Achille, 87 tragedie in due battute, Milano, Rizzoli. Chartier 2006 Chartier Roger, Inscrivere e cancellare. Cultura scritta e letteratura, trad. it. Roma-Bari, Laterza. Del Corno&Mansi 2002 Del Corno Franco, Mansi Gianluigi, SMS. Straordinaria fortuna di un uso improprio del telefono, Milano, Cortina. Eco 2004 Eco Umberto, Il politicamente corretto che divide destra e sinistra, la Repubblica, 6 novembre 2004.

88

Scritture brevi e nuove tecnologie digitali

Forster&Mazzucco 2002 Forster Kurt, Mazzucco Katia, Introduzione ad Aby Warburg e allatlante della memoria, Milano, Bruno Mondadori. Granelli 2006 Granelli Andrea, Il S digitale. Identit, memoria, relazioni nell'era della rete, Miano, Guerini e associati. Kandinsky 1983 Kandinsky Wassily, Punto, linea, superficie. Contributo all'analisi degli elementi pittorici, trad. it. Milano, Adelphi. Learning Declaration Group, www.mwls.co.uk/learndec.htm, 1988. Declaration on learning,

Levine&Locke 1999 Levine Rick, Locke Cristopher, The Cluetrain manifesto, Cambridge (Ma), Perseus Publishing. Longo 2001 Longo Giuseppe O., Homo technologicus, Roma, Meltemi. Maffesoli 2004 Maffesoli Michel, Il tempo delle trib. Il declino dellindividualismo nelle societ postmoderne, Milano, Guerini Studio. Maldonado 2005 Maldonado Toms, Memoria e conoscenza. Sulle sorti del sapere nella prospettiva digitale, Milano, Feltrinelli. Natoli 2008 Natoli Salvatore, Edipo e Giobbe. Contraddizione e paradosso, Brescia, Morcelliana. Platone, Fedro, in Opere complete, a cura di G. Giannantoni, Roma-Bari, Laterza, 1971.

A. Granelli

89

Troncon 2008 Troncon Renato (a cura di), La teoria dei colori di Goethe, Milano, Il Saggiatore. Zeki 2003 Zeki Semir, La visione dall'interno. Arte e cervello, trad. it. Torino, Bollati Boringhieri.

Le interiezioni tra scritto e parlato Francesca M. Dovetto


Abstract Tra le forme di economia linguistica vanno incluse anche le interiezioni, forme lessicali brevi ma olofrastiche, molto frequenti nel parlato, anche se non rare nello scritto. Si tratta di una categoria normalmente collocata ai margini tra oralit e scrittura, particolarmente frequente nel linguaggio fumettistico. In questa sede si presentano alcuni risultati relativi all'analisi delle interiezioni tratte da un corpus costituito da fumetti Disney, e in particolare dalle storie del Topolino. Parole chiave: interiezione, onomatopea, ideofono, parlato, scritto, fumetto Among the forms of linguistic economy we also find interjections, short holophrastic phrases which are very frequent in speech, though also not rare in writing. This is a category usually located on the edge between speech and writing, particularly frequent in the language of comics. Here we present some results from the analysis of interjections drawn from a corpus consisting of Disney comics, especially those involving Mickey Mouse from the Italian publication Topolino. Keywords: interjection, onomatopoeia, ideophone, speech, writing, comics

Shorter and more abrupt forms are more appropriate to certain states of mind, longer ones to others [Jespersen 1925, 403] Eh salgo un momento in camera e c vediamo (sono pressoke' morto...) [sms 24.2.2011, c.vo mio]

1. Introduzione Tra le forme di economia linguistica o meglio, psicologica Spitzer include anche le interiezioni (1922/2007, 236-237; cfr. anche 229), forme lessicali brevi ma olofrastiche, costituite per lo pi da monosillabi o bisillabi e molto frequenti nel parlato, anche se non rare nello scritto. Si

F. M. Dovetto

91

tratta di una categoria normalmente collocata ai margini tra oralit e scrittura con tendenza prevalente, anche se non esclusiva, per la funzione linguistica emotiva (Poggi 1981; 1995). Il fenomeno della 'abbreviazione del linguaggio esterno' noto in letteratura. Vygotskij (1934/1998, 365-368), ad esempio, ne traccia le caratteristiche ricorrendo ad esempi celebri, come la silenziosa dichiarazione d'amore di Levin a Kitty nell'Anna Karenina di Tolstoj (ivi, 366-367) o l'attesa alla fermata del tram (ivi, 365) che Gambarara (1999, 103) riprende con queste parole:
Ad esempio, stiamo aspettando l'autobus con un amico. Il primo che lo scorge arrivare dir all'altro semplicemente "Eccolo". Non occorre che dica di pi. Pu anche dire "Attento!", o "Ehi!" o puntare l'indice verso l'autobus, o sollevare le sopracciglia di colpo, se l'amico lo sta guardando in faccia. [...] Vygotskij usa il passo di Anna Karenina e l'esempio dell'autobus per mostrare l'"abbreviazione" che il linguaggio verbale pu permettersi dove si ha coincidenza nel linguaggio interiore degli interlocutori, cio negli usi non verbali del linguaggio verbale.

Nell'esempio l'ehi! di chi attende alla fermata rappresenta un caso, tra i tanti possibili, di brevit; l'altro esempio di abbreviazione linguistica attraverso l'impiego di enunciati cosiddetti per allusione (Vygotskij 1934/1998, 367) la dichiarazione d'amore di Nikolaj Levin, composta tracciando col gesso sul tavolo da gioco le sole iniziali di parole che rappresentano intere frasi, quelle alle quali affidata la dichiarazione stessa. Si tratta, in entrambi i casi, della tendenza al linguaggio abbreviato, a mezza parola che costituisce pi la regola che l'eccezione nello scambio verbale, laddove per quest'ultimo avvenga tra persone che vivono in un contatto psicologico assai grande (ivi). Dal punto di vista formale, le interiezioni costituiscono un insieme di elementi lessicali debolmente inquadrati o non inquadrati nel sistema della lingua (De Mauro 2008, 153); esse infatti si riconoscono non soltanto per la loro brevit, ma anche per una certa estraneit all'apparato fonematico e morfologico-derivazionale delle lingue1, come facilmente evidente nella loro rappresentazione nei sistemi ortografici abituali che pu

1 questo il caso delle cosiddette interiezioni vere e proprie ; restano esclusi invece, da questo insieme, tutti gli altri elementi lessicali appartenenti alla lingua, tutti comunque potenzialmente utilizzabili in modo interiettivo (cfr. De Mauro 2008, 152-155).

92

Le interiezioni tra scritto e parlato

discostarsi dalle norme delle specifiche lingue utilizzando anche suoni estranei al repertorio fonologico della lingua nella quale vengono prodotte. In generale, data anche la loro collocazione marginale rispetto all'apparato formale della lingua, le interiezioni non sono state studiate quanto le altre parti del discorso, ma di quell'apparato fanno comunque parte e, come segnala De Mauro (ivi, 158) non tenerne conto un errore. E infatti, bench la loro precisazione sia del tutto implicita e si affidi, per il produttore e per i riceventi, alla evidenza del rapporto con la situazione di enunciazione (ivi), esse rientrano a pieno diritto in quel materiale che il plurisemiotico locutore umano si trova innanzi al momento della produzione come della comprensione del percetto e contribuiscono pertanto attivamente alla costruzione del senso (ivi, 154-155). Dal punto di vista dell'analisi fonetica le interiezioni 'vere e proprie' (come, ad esempio, i segnali d'assenso eh, ah, o di esitazione ehm, mhmh etc.) vengono attribuite alla macroclasse delle disfluenze o esitazioni comprendente fenomeni diversi e differenziati, come pause piene o vuote, ripetizioni, false partenze etc. (cfr. Pettorino&Giannini 2004, 2), tutti fenomeni che occorrono pi frequentemente nel parlato informale e che presentano in genere una notevole variabilit idiosincratica (tanto per frequenza, quanto per durata), anche in funzione degli stili di parlato. Bench la collocazione delle interiezioni nella struttura degli enunciati dipenda anche dalla loro funzione (emotiva, ftica o referenziale), sono presenti per lo pi nelle forme di apertura (con funzione tanto emotiva quanto, soprattutto, ftica), ma si ritrovano frequentemente anche in posizione interna agli enunciati, sia come pausa emotiva tra l'espressione di contenuti referenziali, sia come preludio a un contenuto emotivo espresso internamente all'enunciato, sia con mera funzione relazionale, e quindi come veri e propri marcatori discorsivi. L'istintivit e immediatezza tipica di questi brevi elementi lessicali ha portato ad attribuire loro, in modi forse un po' riduttivi, una certa 'sommariet cognitiva' (Poggi 1995, 411), anche a causa della loro frequente ambiguit. Alcuni di essi infatti possono esprimere sia sorpresa, sia dolore, sia altra, diversa emozione, disambiguata nel parlato per mezzo dellintonazione e nello scritto affidata invece al co-testo, ma anche al contesto, che assumono cos un ruolo fondamentale per la corretta

F. M. Dovetto

93

trasmissione del contenuto emotivo e, ovviamente, anche di quello referenziale. Anche la punteggiatura, nel testo scritto, diventa elemento funzionale alla risoluzione dell'ambiguit degli elementi interiettivi, come mostra esemplarmente il copione di Uomo e galantuomo di Eduardo de Filippo nella esilarante distinzione tra il no esclamativo, interrogativo e conclusivo. Nello scambio di battute qui sotto riportate, tratte, con qualche libera improvvisazione, dalla commedia edoardiana, il protagonista, capocomico, si rivolge al suggeritore e alle due attrici della compagnia facendo riferimento alla redazione scritta del copione e tentando di spiegare loro la differenza tra i tre no interiettivi: il primo, che porta dopo di s il punto esclamativo (a manic' 'e martiell'), il secondo, seguito dal punto interrogativo (a manic' 'e 'mbrell') e l'ultimo dal punto fermo ('a pallina)2. Queste le parole del capocomico:
NO! NOOO...? NO. Tre no, tre intonazioni diverse. NO! ... a manic' 'e martiell; NOOO...? ... a manica 'e mbrell; NO. punto... pallina

e, a proposito del No. interiettivo-conclusivo, aggiunge:


Quando hai fatto la pallina non si pu pi andare avanti, finita

Come evidente anche dall'esempio sopra riportato, l'immediatezza espressiva delle interiezioni fa s che siano utilizzate nello scritto per lo pi in quei generi in cui quest'ultimo tende a imitare il parlato, e quindi principalmente in testi teatrali o in dialoghi inseriti nelle narrazioni, oppure in produzioni scritte tipicamente informali come lettere etc. Le interiezioni sono molto frequenti anche nelle scritture dei nuovi media: chat, sms etc. Interamente affidato al contesto situazionale, invece, quella parte di contenuto proposizionale delle interiezioni che precisa l'evento del mondo implicato da quello stato mentale (Poggi 1995, 405). Nella parafrasi articolata dell'interiezione questo viene espresso infatti da un elemento

La citazione tratta da una recente reinterpretazione della commedia edoardiana sotto la regia di Armando Pugliese; lo scambio di battute recitato da Francesco Paolantoni (capocomico), Tonino Taiuti (suggeritore), Antonella Stefanucci (Viola) e la prima attrice Patrizia Spinosi (Florance).

94

Le interiezioni tra scritto e parlato

deittico, come ad esempio aha!, che potremmo parafrasare con: 'questo lo sapevo bene!' dove questo si riferisce, evidentemente, a un fatto noto, o perch menzionato in precedenza, o perch comunque recuperabile dal contesto. Il valore illocutivo dell'interiezione infine, che permette di distinguere tra un'interiezione di tipo espositivo, esercitivo o richiestivo di azione o di domanda e comportativo, nello scritto ancora una volta affidato al co- testo e, per lo pi, alla punteggiatura. In questa sede si presentano alcuni risultati relativi all'analisi delle interiezioni tratte da un corpus costituito da fumetti Disney, e in particolare tratto dalle storie di Topolino, selezionate in un arco di tempo che va dal 1930 (e in particolare dal n. 1 di quell'anno) al n. 2811 del 20093. La scelta di selezionare e analizzare le interiezioni presenti in un fumetto e, in particolare, in un fumetto comico e sofisticato come il Topolino, si fonda sulla consapevolezza dell'incidenza e del ruolo di questi brevi elementi lessicali nel linguaggio fumettistico, dove infatti abbondano insieme a imprecazioni, intercalari, allocutivi, vocativi e segnali discorsivi in genere, veicolando spesso contenuti fondamentali alla narrazione e comprensione della storia, come il Topolino mostra esemplarmente. Come ha scritto Rodari, il fumetto va considerato come una sorta di stenografia, a partire dalla quale il lettore in grado poi di risalire al testo, non perdendo di vista i suoni indicati nelle apposite nuvolette, anzi afferrandone le sfumature (uno "squash" non uno "screek") e individuandone la causa. Nei fumetti infatti l'azione, descritta per salti e frammenti, spesso rappresentata sotto forma di pura sonorit (interiettiva), spesso responsabile anche dei caratteri dei personaggi per lo pi mostrati in azione. Ai 'rumori' tradizionali, inoltre, si aggiungono spesso, sia nei fumetti comici, sia in quelli pi sofisticati, nuove invenzioni
Il corpus comprende in particolare ca. 6 storie per annata (60 per decennio), selezionate tra le sole storie del personaggio di Topolino e per un arco di tempo compreso tra il 1930 e il 2009, per un totale di quasi 80 annate e quindi di pi di 400 storie. Il corpus stato raccolto da Anna Mancini (tesi di laurea di vecchio ordinamento in Lettere moderne, L'onomatopea nel Topolino, relatore F.M. Dovetto, Universit degli Studi di Napoli Federico II, a.a. 2009-2010). In precedenza due altri corpora sono stati dedicati alla lingua del Topolino: l uno (Mioni 1992) basato sullo spoglio dell intero n. 1867 (1991); l altro (Pietrini 2008) comprende 90 storie, ca. 15 per decennio, selezionate in un arco di tempo tra il 1954 e il 2006.
3

F. M. Dovetto

95

(sonore) che il lettore deve poter decifrare. L'intero corso della storia va perci ricostruito sfruttando, insieme al disegno, le didascalie, i dialoghi, i colori e, soprattutto, anche i rumori, combinando poi il tutto assegnandogli un senso (Rodari 1997, 153-155). Le interiezioni selezionate dal corpus costituito dalle storie del Topolino riguardano essenzialmente le cosiddette 'emozioni primarie'. In generale le emozioni, secondo studi recenti di psicologia delle emozioni, psicologia cognitiva, neurofisiologia e psicofisiologia, sono considerate strutture psicologiche complesse comprendenti aspetti cognitivi, fisiologici, espressivo-motori, motivazionali e soggettivi relativi al vissuto dello stato affettivo (Anolli&Ciceri 1992, 167). Le emozioni inoltre svolgono una fondamentale e costante funzione comunicativa, in quanto costituiscono un indicatore utile alla valutazione delle risposte regolative dell'organismo all'ambiente. L'emozione dunque un evento che pu essere definito multisistemico, relativo infatti a pi piani, come quello dell'elaborazione cognitiva, dei comportamenti motori e delle risposte fisiologiche, oltre al piano dei resoconti verbali dell'esperienza soggettiva (cfr. Vallone 2005-2006 [2007], 23-33). Bench siano sono state proposte teorie delle emozioni non discrete, ma componenziali o dimensionali, che interpretano la variabilit emozionale come la manifestazione di diversi gradi di intensit collocabili lungo un continuum (a partire da Wundt), l'approccio darwiniano ed evoluzionista allo studio delle emozioni, che ritiene queste ultime innate e universali, le suddivide in emozioni primarie (basic emotions, come la paura, la gioia o l'ira) e secondarie o complesse derivanti dalla diversa combinazione delle emozioni primarie (ad es. l'ansia sarebbe costituita dalla paura combinata con la vergogna e l'angoscia). Negli anni Settanta Tomkins ha proposto una classificazione di otto emozioni fondamentali (sorpresa, interesse, gioia, ira, paura, disgusto, vergogna, angoscia), ridotte a sei da Ekman (sorpresa, felicit, ira, paura, disgusto, tristezza) e infine a cinque negli anni Ottanta da Johnson- Laird e Oatley che hanno elaborato una classificazione basata essenzialmente sulle parole che usiamo per parlare delle emozioni stesse (felicit, ira, paura, disgusto, tristezza).

96

Le interiezioni tra scritto e parlato

Pi recentemente emersa una prospettiva ulteriore, che supera tanto il riduzionismo strutturalista quanto il relativismo culturale e il costruzionismo sociale e che concilia, allo stesso tempo, i punti di vista strutturalista e funzionalista: quest'ultima teoria tende a considerare i processi emotivi come universali e comunque distinti, pur non negando linflusso delle componenti culturali e sociali. Per necessit metodologiche nell'individuazione e selezione delle emozioni nel fumetto si preferito far riferimento alle teorie categoriali e non dimensionali, e in particolare alla tassonomia di Ekman che considera tra le emozioni primarie anche la sopresa, una delle emozioni maggiormente presenti nel testo fumettistico. 2. L'analisi Come noto, Topolino debutta in America dapprima nel 1928 con un cortometraggio e quindi come protagonista dei fumetti nel 1930. In Italia Topolino arriva sulle pagine dell'Illustrazione del popolo (supplemento della Gazzetta del popolo) nel 1930; diviene poi pubblicazione autonoma con l'editore Nerbini verso la fine del 1932 e, successivamente, con la casa editrice Mondadori, a cui verr ceduto nel 1935. La necessit di creare le storie direttamente in Italia, avvertita gi sotto il regime fascista a causa della censura a cui furono sottoposti i modelli americani4, si fece urgente a guerra finita. A partire dagli anni Cinquanta si svilupp cos una scuola fiorente di autori italiani del Topolino, i quali non traducevano pi le storie americane, ma le producevano essi stessi e direttamente in lingua italiana, con evidenti ripercussioni sulle storie e sul linguaggio del fumetto (Barbieri 2009, 48-49). Non un caso pertanto che la voce che designa lo sbattere della porta, tradizionalmente rappresentata anche nel fumetto italiano con l'onomatopea slam (dall'inglese to slam 'sbattere, chiudere violentemente'), venga sostituita dagli autori italiani con sbatt, troncamento da sbattere, o che l'onomatopea relativa allo squillo del telefono resa con ring (dall'ingl. to

Durante la seconda guerra mondiale non vennero editati i protagonisti americani e anche Topolino venne sostituito nel 1942 da Tuffolino, un ragazzino con le sue stesse caratteristiche creato da Federico Pedrocchi e Pier Lorenzo De Vita.

F. M. Dovetto

97

ring 'suonare, squillare') venga presto sostituita dall'onomatopea romanza drin, successivamente incrociata con ring in dring5. La storia lessicale di queste forme brevi riflette inoltre la storia degli oggetti concreti, che mutano col mutare dei tempi e delle tecnologie, in una sorta di percorso sul modello Wrter und Sachen, come mostra ad esempio la variabilit della forma linguistica rappresentativa del suono del clacson che riflette la variet anche tecnologica dell'oggetto. A questo proposito le forme registrate nel corpus sono infatti di tre diversi tipi lessicali: la forma pot pot con le varianti poo pooo, poot, potti, pee pee, peet; la forma tweet (dall'ingl. to tweet 'cinguettare', voce di origine imitativa), con la variante twoot; infine, verso la fine degli anni Novanta, si aggiunge anche la forma beep, con la variante bee (dall'ingl. to beep 'fare beep'). I suoni rappresentati dalle tre onomatopee nella loro variet rendono bene le diverse tipologie di segnalatori acustici per autovetture, tutti comunemente denominati clacson, dal nome della ditta produttrice del primo segnalatore acustico elettrico (Klaxon), brevettato agli inizi del Novecento. L'oggetto, messo in commercio dapprima dalla ditta Klaxon, costituito da un diaframma metallico azionato da una camma dentata messa in moto da un motore elettrico che produce un rumore reso onomatopeicamente con la voce ca-uu-ga oppure ha-uu-ha6. Precedentemente venivano utilizzate altre tipologie di segnalatori acustici, come ad esempio le campane, o come le sirene, pompe centrifughe ad aria compressa che potevano regolare la velocit, e quindi il sibilo prodotto, grazie a un sistema di valvole. Il caratteristico suono delle sirene, riprodotto nei fumetti come eeeee, ueee, uhueee, venne per presto limitato, per ovvi motivi, ai soli mezzi di soccorso, cos come avviene anche nelle storie del Topolino, dove il suono della sirena annuncia l'arrivo dei pompieri o della polizia. Altro dispositivo acustico per autovetture, molto diffuso prima e dopo l'invenzione di quello elettrico, infine la tromba, che pu utilizzare diverse fonti di energia (aria, gas di scarico, vapore, forza muscolare etc.) e produrre quindi anche suoni diversi, profondi e

5 6

Sulle onomatopee nel fumetto, cfr., pi estesamente, Dovetto (2012). La pubblicit dei primi clacson sottolineava come il nuovo strumento acustico emettesse un suono del tutto nuovo, dal carattere molto allarmante, paragonabile ad un ordine a cui si obbedisce d impulso (<http://museoauto.it/mambo/index2.php?option=content&task= view&id=204&pop=1&page=0>, 21.2.2011).

98

Le interiezioni tra scritto e parlato

prolungati (pooooo), gravi e potenti (pot, potti)7, ma anche stridenti come fischi (tweet), fino a intere melodie8. Per quanto riguarda invece le interiezioni che esprimono funzione emotiva (sorpresa, felicit, ira, paura, disgusto, tristezza) nel corpus raccolto ricorrono tutte abbastanza frequentemente, bench le emozioni primarie con pi alta occorrenza siano, sin dalle primissime storie del Topolino, sorpresa e ira, per la loro particolare consonanza con i contenuti comici delle storie narrate nel fumetto. Queste ultime presentano tra l'altro anche la maggior ricchezza di forme, sia per neoformazioni, sia per numero di varianti rispetto a ciascuna forma base, come mostra ad esempio la ricorrenza di forme derivate come ulp, da gulp, o urgle e sgurgle, da gurgle. Tra le neoformazioni ricorrono invece anche delle pseudopolirematiche, come ad esempio urk acc grr, forma interiettiva che rende un'ira particolarmente intensa attraverso un'intera sequenza di elementi sonori diversi tra loro e descrittivi dell'evento clto nella sua ricchezza emotiva. Complessivamente l'espressione interiettiva della sorpresa nel corpus conta pi di 170 forme e varianti (tra cui eh?/eh!/ehi, gasp, gawrssh, glab, glom, gnaf, gosh, guap, gulp, iuf, oh, sgurgle, sob, sput, squeak, toh, uh?/uh!, uuuhuack, ulp, urgh, urgle, whew etc.), la maggior parte delle quali di origine anglosassone e ripropone o un'interiezione vera e propria (come gosh9, whew), o il derivato da una forma inglese verbale o nominale, come gasp per il 'respiro affannoso' da to gasp o sigh per il 'sospiro' da to sigh. Molto spesso la base inglese a sua volta di origine onomatopeica (cos per sob, voce identificativa del 'singhiozzo' o per gulp, voce imitativa del
A questo proposito interessante osservare che dal punto di vista acustico i suoni cosiddetti gravi corrispondono, fra i suoni vocalici, alle vocali posteriori, e fra i suoni consonantici, alle consonanti ariticolate nelle regioni periferiche come le labiali e le velari (cfr. Dovetto 2000, 283). Inoltre, nella scala (relativa) di forza, le occlusive sorde rappresentano i segmenti di massima forza (e minima sonorit), mentre la geminazione costituisce un fenomeno di rafforzamento. 8 In questo caso l oggetto corrisponde a una pompa elettropneumatica. Sempre nei primi decenni del Novecento si diffuse in Italia anche un clacson elettrico denominato "tenore elettrico" il cui suono, assai pi gradevole, veniva pubblicizzato con questa parole: pure gradito ai passanti come un benefattore inapprezzabile. Esso li avverte cortesemente, gentilmente, senza spaventarli. Nessuna protesta, nessuna espressione avversa si ha udendolo; nessuno sbalzo disordinato, n cadute pericolose sull orlo dei marciapiedi. Il passante, avvisato a tempo debito, si scosta con calma (<http://museoauto.it/mambo/index2. php?option=content&task=view&id=204&pop=1&page=0>, 21.2.2011). 9 Cfr. OED (19892, s.v.): Mincing pronunc. of GOD.
7

F. M. Dovetto

99

rumore che si fa deglutendo a vuoto). Non mancano tuttavia le comuni forme interiettive tradizionalmente presenti nel lessico italiano, come eh!, oh!, toh!, uuuh! etc. Queste ultime, riccamente presenti nei primi anni, nel corso del tempo vengono affiancate da altre forme, rappresentazione di rumori diversi (come gasp!, gawrsh!, gnaf!10, guap!, ulp!) che arricchiscono il corpus colorandolo connotativamente. L'ampio subcorpus delle forme interiettive per la sorpresa viene incrementato anche negli ultimi anni, quando si aggiungono le onomatopee glab e sgurgle (forse da to gurgle 'gorgogliare') e qualche glom. Quest'ultima forma, probabilmente derivata dall'inglese to gloom 'oscurarsi; aver l'aria scontenta; essere triste, depresso'11, particolarmente interessante per la sua versatilit e polisemicit. Nel corpus indica infatti stati emotivi diversi, come preoccupazione e senso di tristezza sconfinante in agitazione, sconforto, disperazione e paura fino al pianto, ma pu designare anche l'effetto sonoro di eventi fisici come lo schiocco delle labbra12, il deglutire e l'azione del mordere o mangiare13. L'ira, anche attenuata nelle forme del nervosismo e dell'agitazione che esprime disappunto, anch'essa riccamente presente nel corpus sin dagli anni Trenta con forme per lo pi con antecedente inglese. Rispetto alla sorpresa questa emozione presenta tuttavia un pi scarso numero di 'tipi'; infatti, tranne poche eccezioni, viene resa quasi sempre con grrr14 (sin dal 1932), o con groan, che indica il gemere, il mormorio di disapprovazione, e con argh, espressione di disgusto o irritazione. Pi recentemente ricorrono altre forme come sgrunt e grunf, umf e snort, identificative di forme d'ira attenuate.

L onomatopea gnaf trova in italiano un antecedente lessicale nella forma interiettiva gnaffe, attestata dal XIV secolo, ma con significato asseverativo ( in fede mia, sicuramente ), la cui origine romanza, probabilmente esito di una pronuncia veloce e trascurata del sintagma mia f (cfr. Nocentini 2010, s.v.). In italiano la forma apofonica gniffe gnaffe, identificativa del rumore dello schiaffo, viene utilizzata anche in riferimento a uno smacco ricevuto (cfr. le parole con cui G.B. Marino descrive nel febbraio 1609 l attentato del Murtola: voleva darmi un gniffe gnaffe e appendermi dietro i tricchi tracchi, Borzelli&Nicolini 1911, 68-69). 11 Cfr. anche la forma aggettivale correlata glum tetro, accigliato, depresso, triste . A proposito di gloom, glum cfr. anche Jespersen (1925, 401). 12 Si tratta tuttavia di un bacio dato alla terra da Topolino appena uscito dall acqua. 13 Pi difficile il collegamento con la forma colloquiale americana glom ghermire, afferrare . 14 Le sole varianti sono costituite dalla diversa iterazione della vibrante, oltre a una forma pseudoprefissata che presenta un occlusiva sorda anteposta alla base grr: pgrr.
10

100

Le interiezioni tra scritto e parlato

La minore ricchezza di forme per la paura trova invece motivazione nella pi facile rappresentazione di questa emozione nel fumetto attraverso azioni in qualche modo ad essa collegate, come il battere dei denti (rattle rattle) o il tremito del corpo (brr). Ci costituisce per altro certamente un freno alla creativit degli autori che, per la rappresentazione dello stato della mente del parlante rispetto a questa emozione, si limitano per lo pi all'impiego delle forme della tradizione classica (ehm, oh oh, uhm). Scarsissima infatti la ricorrenza di altre forme, tra cui si possono per menzionare almeno glom e grumf. Tre sono invece le onomatopee che rendono nel corpus il disgusto: puah15 (1951 e 1994), di orgine romanza, pfu (1951), derivata dal tedesco, e infine argh (1997); mentre la tristezza occorre per lo pi nelle forme inglesi, ma ricorrenti pure in italiano, sigh e sob, oltre al polisemico glom. Anche nel caso della tristezza va segnalata la presenza nel corpus di interiezioni che esprimono gradi diversi della stessa emozione, tendenti a denotare forme del dispiacere via via rafforzate fino a confondersi con manifestazioni d'ira, per quanto attenuata (sgrunt), e/o di disperazione (glom, groan). Poco presenti, infine, le interiezioni che esprimono felicit. possibile tuttavia che ci trovi motivazione anche nella scarsa riconoscibilit di questa emozione. Da numerosi lavori di fonetica sperimentale dedicati al riconoscimento delle emozioni emerge infatti che la gioia, unica emozione positiva tra le emozioni primarie, rappresenta in realt un'emozione di difficile identificazione e decodifica nelle sue manifestazioni sonore. Pi in particolare questi studi evidenziano la generale tendenza da parte dei parlanti a riconoscere pi facilmente le emozioni negative (e in particolare tristezza e rabbia) rispetto a quelle positive (cfr., tra gli altri, Scherer 1981 e Bezooyen 1984; cfr. anche Vallone 2005-2006 [2007], 64-66)16.

Questa interiezione, che si fonda su una onomatopea romanza (cfr. fr. pouah, di origine imitativa), attestata in italiano dal 1882. 16 In altri corpora ricorrono le seguenti forme: yippee! yu-uuh! e la forma italianizzata uao! (Mioni 1992, 89; Pietrini 2008, 170). Pi spesso la felicit viene espressa, piuttosto che per mezzo di interiezioni vere e proprie, tramite i lessemi dell italiano viva, evviva, urr etc., ossia col ricorso alle cosiddette interiezioni derivate , la cui origine rintracciabile in voci del lessico del linguaggio articolato (Poggi 1995, 412-413).
15

F. M. Dovetto 3. Conclusioni

101

Questa rassegna, per quanto sommaria, consente di mettere in evidenza alcune caratteristiche comuni alle interiezioni presenti nel fumetto, utili per l'identificazione della categoria anche in relazione ad altre tipologie di lessemi brevi come, ad esempio, gli ideofoni con cui le interiezioni sono spesso confuse17. Innanzitutto va evidenziato come n la brevit fonica di questi lessemi, n l'inevitabile approssimazione con cui essi riproducono i suoni esistenti in natura, ostacolino l'attribuzione di senso, poich la situazione, la prontezza dell'ascoltatore e la mimica apportano un importante contributo alla decodifica dell'evento linguistico designato (Spitzer 1922/2007, 236). D'altra parte, proprio l'espressivit e la creativit che contraddistinguono queste forme, ne hanno favorito l'impiego nel linguaggio fumettistico, caratterizzato da una struttura interna a ridondanza ridotta che tuttavia non pregiudica la decodifica del messaggio o della sequenza visiva e comunicativa facilitata piuttosto dall'ovviet del messaggio trasmesso (Eco 1964, 148-149 n). Per quanto riguarda invece la distinzione tra interiezioni e ideofoni, l'origine onomatopeica di parte delle interiezioni ha certamente contribuito alla confusione delle prime con i secondi, tutti invece di origine onomatopeica (Mioni 1992, 88). Alla macroclasse lessicale delle onomatopee appartengono infatti tutti gli ideofoni, ma solo parte delle interiezioni, oltre ovviamente ai lessemi che hanno perso nel tempo la loro natura iconica diventando in sincronia arbitrari18, nonch alle voci che, non essendo onomatopeiche in origine, lo sono per diventate nella sensibilit dei parlanti nel corso del tempo19. Secondo Mioni (1992) i confini tra ideofoni e interiezioni sarebbero perci assegnabili piuttosto al rispettivo contenuto semantico, esprimendo, i primi, l'intenzione puramente

A questo proposito cfr., pi diffusamente, Dovetto (2012). Cfr. ad es., vagito, derivato dal verbo vagire apparentemente non onomatopeico, ma che in realt trae origine da una onomatopea morfologizzata gi in latino, vagre [wagire] fare u (Zamboni 1979, 165). 19 Tale , ad esempio, l it. strappare, derivato dal got. *strappn tendere fortemente , che alla base dell onomatopea strap, identificativa del rumore di un tessuto che si lacera, e quindi dello strappo.
17 18

102

Le interiezioni tra scritto e parlato

descrittiva del parlante20, le seconde invece una funzione emotiva/conativa/ftica (ivi, 87) nella quale si manifesterebbe il loro valore fondamentalmente illocutivo. Questa distinzione lascia tuttavia alcune zone d'ombra, soprattutto in quanto non considera che anche le interiezioni possono avere, e di fatto spesso hanno, un ruolo narrativo e quindi una funzione referenziale. Gli ideofoni, d'altra parte, possono assumere una funzione emotiva/conativa/ftica preservando il loro ruolo narrativo, come appare chiaramente dal linguaggio giovanile il cui lessico cos permeabile a tutti gli usi iconici della sostanza fonica (ad es. molto frequente tra i pi giovani l'uso di sgrunt olofrastico, narrativo con funzione emotiva, che designa genericamente disappunto e da cui deriva tra l'altro il recente conio della voce verbale sgrunteggiare, descrittivo di uno stato d'animo; cfr. Pietrini 2008, 173)21. Le caratteristiche evidenziate non sembrano quindi sufficienti a tracciare chiari e netti confini tra le due tipologie di lessemi che condividono comunque un discreto numero di particolarit formali, come la semplicit morfologica per mancanza di affissi, anche se a volte presentano reduplicazione (ad es., eh! eh!; glu glu) e, pi spesso, variazione della vocale (tic tac), oltre alla scarsa aderenza alle regole fonotattiche della lingua e all'uso tendenzialmente olofrastico. A tanta incertezza classificatoria, che tende a volte addirittura a fondere una categoria nell'altra (cfr. da ultimo Pietrini 2008, 169-170), si oppone d'altra parte la chiara percezione dei parlanti che evidentemente assegnano questi stessi lessemi a una rigorosa tassonomia22 la cui semantica, niente affatto ambigua (ovviamente in contesto), ha fatto pensare anche ad una sorta di universalit dei relativi significati23. Nel fumetto in particolare, tutti gli elementi sopra citati (onomatopee, ideofoni, interiezioni, rumori) si

In Mioni (1990, 258) si accenna, tuttavia, anche alla funzione emotiva, oltre che descrittiva, degli ideofoni, definiti come elementi tutti descrittivi, che solo contestualmente possono talvolta assumere una qualche forza illocutiva particolare (ivi, 262). Diversamente Catrical (2000, 21, con ulteriore bibliografia) considera gli ideofoni suoni che servono a indicare stati d animo. 21 Sulle incertezze della distinzione tra ideofoni e interiezioni cfr. anche Pietrini (2008, 169- 170). 22 Eco (1964, 146), ad esempio, fa cenno a una tabella dei rumori, piuttosto rigorosa. 23 Nelle lingue al mondo sussistono indizi di alcune ampie corrispondenze tra suono e significato; non mancano tuttavia anche numerosi esempi contrari (cfr. Crystal 1987/1993, 175).
20

F. M. Dovetto

103

accompagnano, di norma, anche a una iconografia a sua volta portatrice di significato, anch'esso tendente all'universalit24. L'intera macroclasse, ma soprattutto la sottoclasse delle interiezioni, infine caratterizzata sia da una notevole variabilit sul piano del significante, che trova la sua motivazione nella scarsa standardizzazione grafica delle forme impiegate, sia, sul piano del significato, da ambiguit semantica e polisemicit. Analogamente al linguaggio interno descritto da Vygotskij, caratterizzato da brevit del significante e predicativit assoluta, queste forme brevi trasmettono il contesto psicologico interno del locutore e la percezione immediata della situazione attraverso la tendenza all'abbreviazione. Si tratta infatti di segni il cui significante che istintivo [...] o un espediente occasionale, sfrutta allora, per essere interpretato, aspetti indicali o iconici (Gambarara 1999, 105). Ed proprio in questi termini che ritroviamo, tra l'altro, gli elementi interiettivi in altre produzioni letterarie, anche molto distanti dalla comicit, come dalla contemporaneit25. In tutti i casi si tratta della trasmissione di una funzione verbale del tutto particolare e originale per struttura e modalit di funzionamento alla quale questi elementi olofrastici, brevi, mostrano chiaramente di appartenere con le loro propriet enigmatiche, come abbreviazioni, cortocircuiti ed economie, attraverso il processo, che essi attuano, di volatilizzazione del linguaggio nel pensiero (Vygotskij 1934/1998, 347)26. Francesca M. Dovetto dovetto@unina.it

Verda (1990, 58) fa riferimento, a questo proposito, alle interpunzioni metaforiche e alle particolarit della grafia in genere. 25 Su occorrenza e ruolo delle interiezioni in diverse tipologie di testi, scritti e parlati, cfr. Dovetto (2010). 26 All estremo di questo processo si situano le forme dell endofasia o linguaggio interiore a cui Vygotskij ha dedicato le sue riflessioni. Come sottolinea Bergounioux (2010), raramente la riflessione sul linguaggio si soffermata sul linguaggio interiore, ad eccezione degli studi sulle produzioni linguistiche da parte di pazienti afasici o nevrotici, piuttosto ramenant la question du discours celle de la parole, l exercise de la parole aux fonctions de la langue et les fonctions de la langue l exercise d une pense sans phonologie (ivi, 20).
24

104 Bibliografia

Le interiezioni tra scritto e parlato

Anolli&Ciceri 1992 Anolli Luigi, Ciceri Rita, La voce delle emozioni. Verso una semiosi della comunicazione vocale non-verbale delle emozioni, Milano, FrancoAngeli. Barbieri 2009 Barbieri Daniele, Breve storia della letteratura a fumetti, Roma, Carocci. Bergounioux 2010 Bergounioux Gabriel, Les trois sources de la thorie de l'endophasie, in M. De Palo, L. Formigari (d. par), Sciences du language et psychologie la charnire des 19e et 20e sicle, H.E.L., 32/2, 37-92. Borzelli&Nicolini 1911 Borzelli Angelo, Nicolini Fausto (a cura di), G.B. Marino. Epistolario seguito da altre lettere del Seicento, vol. I, Bari, Laterza. Bezooyen 1984 Bezooyen Renee van, Characteristics and recognizability of vocal expressions of emotion, Dordrecht, Foris Pubblication. Catrical 2000 Catrical Maria, Dall'italiano bisbigliato a quello urlato: come si ascolta il fumetto, in M. Catrical, G. Marrone (a cura di), Come parla il fumetto e la multimedialit, Roma, Comic Art Publishing, 21-26. Crystal 1987/1993 Crystal David, The Cambridge encyclopedia of language, Cambridge, Cambridge University Press; ed. it. a cura di P. M. Bertinetto, Enciclopedia Cambridge delle scienze del linguaggio, Bologna, Zanichelli, 1993 (da cui si cita). De Mauro 2008 De Mauro Tullio, Lezioni di linguistica teorica, Roma-Bari, Laterza.

F. M. Dovetto

105

Dovetto 2000 Dovetto Francesca M., Terminologia calda e terminologia fredda: alcune caratteristiche della costituzione del lessico italiano della fonetica, in C. Vallini (a cura di), Le parole per le parole. I logonimi nelle lingue e nel metalinguaggio, Atti del Convegno, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 18-20 dicembre 1997, Roma, Il Calamo, 279-300. Dovetto 2010 Dovetto Francesca M., Interiezioni e neutralit semantica, in M. Pettorino, A. Giannini, F.M. Dovetto (a cura di), La comunicazione parlata 3. Atti del congresso internazionale, (Napoli, 23-25 febbraio 2009), Napoli, Universit degli Studi di Napoli L'Orientale, vol. I, 363-381. Dovetto 2012 Dovetto Francesca M., Onomatopee in diacronia nel fumetto, in A. Manco (a cura di), Comunicazione e ambiente. Orientare le risorse, Aiutare a capire, Stimolare ad agire, Ispirare il cambiamento, Napoli, Universit degli Studi di Napoli LOrientale, 201-211. Eco 1964 Eco Umberto, Apocalittici e integrati. Comunicazioni di massa e teorie della cultura di massa, Milano, Bompiani, I ed. "Saggi Tascabili, 1993. Gambarara 1999 Gambarara Daniele, Dai segni alle linee. La semiosi tra natura e cultura, in S. Gensini (a cura di), Manuale della comunicazione, Roma, Carocci, 91-117. Jespersen 1925 Jespersen Otto, Language: its nature, development and origin, New York, Henry Holt and Company. Mioni 1990 Mioni Alberto, Fece splash e, glu glu, affond. L'ideofono come parte del discorso, in M. Berretta, P. Molinelli, A. Valentini (a cura di), Parallela 4. Morfologia, Atti del V incontro italo-austriaco della Societ di Linguistica Italiana, Bergamo 2-4 ottobre 1989, Tbingen, Narr, 255-267.

106

Le interiezioni tra scritto e parlato

Mioni 1992 Mioni Alberto, Uao!, Clap, cap! Idefoni e interiezioni nel mondo dei fumetti, in E. Banfi, A.A. Sobrero (a cura di), Il linguaggio giovanile degli anni Novanta. Regole, invenzioni, gioco, Bari, Laterza, 85-96. Nocentini 2010 Nocentini Alberto, l'Etimologico. Firenze/Milano, Le Monnier.

Vocabolario

della

lingua

italiana,

OED 19892 OED, The Oxford English dictionary, Second edition prepared by John A. Simpson, Edmund S.C. Weiner, Oxford, Clarendon Press. Pettorino&Giannini 2004 Pettorino Massimo, Giannini Antonella, Progetti AVIP e API Unit di ricerca dellUniversit degli Studi di Napoli LOrientale, in F. Albano Leoni, F. Cutugno, M. Pettorino, M. Savy (a cura di), Il parlato italiano, Atti del Convegno nazionale di Napoli 13-15 febbraio 2003, CD ROM, Napoli, DAuria. Pietrini 2008 Pietrini Daniela, Parola di papero. Storia e tecniche della lingua dei fumetti Disney, Firenze, Cesati. Poggi 1981 Poggi Isabella, Le interiezioni: studio del linguaggio e analisi della mente, Milano, Boringhieri. Poggi 1995 Poggi Isabella, Le interiezioni, in L. Renzi, G. Salvi, A. Cardinaletti (a cura di), Grande Grammatica italiana di consultazione, vol. III, Tipi di frase deissi, formazione delle parole, Bologna, il Mulino, 405-425. Rodari 1997 Rodari Gianni, Grammatica della fantasia. Introduzione all'arte di inventare storie, S. Dorligo della Valle (Trieste), Einaudi Ragazzi. Scherer 1981

F. M. Dovetto

107

Scherer Klaus R., Speech and emotional states, in J. Darby (ed. by), Speech Evaluation in Psychiatry, New York, Grune and Stratton, 189-220. Spitzer 1922/2007 Spitzer Leo, Italienische Umgangssprache, Bonn-Leipzig, Schroeder; trad. it. Lingua italiana del dialogo, Milano, il Saggiatore, 2007 (da cui si cita). Vallone 2005-2006 [ma 2007] Vallone Marianna, L'espressione fonica delle emozioni, Tesi di Dottorato in Filologia moderna, XVIII ciclo (tutore F. Albano Leoni, co-tutore F.M. Dovetto), Universit degli Studi di Napoli Federico II. Verda 1990 Verda Sandra, La parola a Topolino, Italiano & Oltre 5/2, 53-59. Vygotskij 1934/1998 Vygotskij Lev S., Mylenie i re'. Psichologieskie issledovanija, Moskva- Leningrad, Gosudarstvennoe Social'no-Ekonomieskoe Izdatel'stvo; trad. it. Pensiero e linguaggio. Ricerche psicologiche, Roma-Bari, Laterza, 1998 (da cui si cita). Zamboni 1979 Zamboni Alberto, Letimologia, Bologna, Zanichelli.

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale Lucia di Pace e Rossella Pannain
Abstract Tra i diversi tipi di formazione per riduzione, dei quali proposta una classificazione basata su un insieme di parametri, anche grafici, e sulle interazioni tra questi, le sigle/acronimi presentano una fenomenologia ricca e variata, e di particolare interesse anche in virt delle sovrapposizioni con altre categorie, quali le abbreviazioni o le parole macedonia. Il tratto che caratterizza in modo forte la fenomenologia delle sigle quello della lessicalizzazione, che risulta essere linevitabile deriva nel passaggio dalla dimensione scritta a quella propriamente linguistica. In questo lavoro vengono portate numerose evidenze che testimoniano di questo passaggio a partire da indizi di natura grafica fino ad altri di natura fonica, morfosintattica e semantica. Infine, le sigle/acronimi sono il risultato di un processo di formazione delle parole su base non morfologica, nel quale si manifesta in maniera saliente il dinamismo nel rapporto lingua-scrittura. Parole chiave: sigle/acronimi, riduzione, formazione delle parole, lessicalizzazione, scrittura The study, primarily focused on acronyms and initialisms, first of all addresses the issue of definition and classification of different types of non-morphological word formation processes by reduction. The proposed classification, which takes previous most relevant taxonomies into account, is aimed at highlighting, among other classificatory parameters, those which reveal the complex interaction of graphic vs. (spoken-)linguistic factors in the genesis of formations by reduction. In fact, initialisms and acronyms represent the one area within reduction in which the dynamic interaction of spoken and written language can best be appreciated. Moreover the category of initialisms and acronyms, which includes cases of partial overlap with other types of formation by reduction, displays a particularly rich, varied and productive phenomenology. Finally, a salient feature of this category is its tendency towards lexicalization, entailing a transfer from the graphic to the spoken dimension, which in turn implies formal modifications also affecting the initial graphic coding of the forms. In the study, indexes of lexicalization are identified and analyzed at the graphic, phonetic, morphosyntactic and semantic level. Keywords: acronyms/initialisms, reduction, word formation, lexicalization, writing

L. di Pace e R. Pannain 1. Aspetti definitori e terminologici

109

Le sigle e gli acronimi sono entit linguistiche che rientrano nella vasta area della riduzione1, nella quale possibile collocare diverse altre manifestazioni: abbreviazioni, simboli, accorciamenti e parole macedonia2. La definizione e classificazione di tali diverse entit, con i rispettivi tratti, comuni e idiosincratici, sono caratterizzate, in letteratura, da un elevato grado di incertezza, cui corrisponde una notevole approssimazione terminologica. Non si intende in questa sede affrontare la questione, che meriterebbe uno studio dedicato, ma, in fase introduttiva, non si pu tralasciare del tutto qualche accenno a questo aspetto. Lincertezza definitoria e terminologica estesa e trasversale ed infatti ravvisabile su molteplici livelli: a) tra le diverse comunit di studiosi; b) tra le diverse scuole di pensiero allinterno di una stessa tradizione linguistica; c) in uno stesso autore. Che non esista condivisione tra le diverse tradizioni di linguisti lo si rileva quando si constata che linsieme delle entit sopra menzionate viene, di volta in volta, segmentato in modo differente: mentre, per portare unesemplificazione, la maggior parte degli studiosi italiani individua lampia categoria delle sigle (che solo alcuni distinguono dagli acronimi), nella letteratura in lingua inglese troviamo prevalentemente acronyms (ad es. in Kreidler 2000), accanto ad ulteriori categorie come gli initialisms/alphabetisms (Bauer 1983, Crystal 2006). Nella tradizione italiana una sigla tanto quella pronunciata come parola, come il caso ad es. di FIAT (solo questo sarebbe un acronym), quanto quella pronunciata lettera per lettera, come il caso di CGIL (un initialism o alphabetism per gli inglesi). Alcuni, infine (ad es. Fandrych 2008), definiscono acronyms solo le sigle con pronuncia ortoepica, opponendole non agli initialisms ma alle abbreviations, pronunciate lettera per lettera, altri ancora usano abbreviation come sinonimo di acronym (Dressler 1987, Bussmann 1996). Tutto ci, come evidente, comporta peraltro grosse difficolt nello stabilire equivalenze traduttive. Andando oltre il confronto tra linglese e litaliano, troviamo ad
Dressler (1987, 105-107), facendo riferimento a Mayerthaler (1981, 110), colloca questa fenomenologia nella categoria della morfologia sottrattiva, che egli pone allestremo inferiore di un continuum di naturalezza nei processi morfologici. 2 Su questi diversi fenomeni si sviluppata una ricca letteratura, in particolare concernente la lingua inglese che manifesta una marcata tendenza in questa direzione.
1

110

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

es. che in tedesco il termine Abkrzung viene utilizzato per indicare sia ci che gli inglesi definiscono acronyms, sia ci che noi definiamo abbreviazioni. Ma loscillazione terminologica non si ferma al riscontro interlinguistico; si rileva, come anticipato, anche allinterno della stessa comunit linguistica. Nella tradizione italiana affermato luso di sigla (Thornton 2004), mentre acronimo considerato nella maggior parte dei casi una sorta di sinonimo3, sia nei dizionari della lingua italiana (Devoto-Oli, Zingarelli, DISC, Gabrielli), sia nei dizionari di linguistica (ad es. in Beccaria 1996). Tuttavia, si segnala che alcuni, come De Mauro (2003), appaiono distinguere tra acronimo e sigla, attribuendo solo al primo lo statuto di parola e rispecchiando, in questo senso, la distinzione presente in lingua inglese tra acronyms e initialisms:
acronimo s.m. TS. ling. [1950; comp. di acro e onimo] nome costituito da una o pi lettere iniziali di altre parole (per es. radar, dall'ingl. radio detection and ranging) sigla s.f. AD. [av. 1750; dal lat. tardo sgla pl., forse forma contratta di singula sott. signa "(segni) singoli"] 1 la lettera o le lettere iniziali di una o pi parole usate convenzionalmente come abbreviazione al posto della denominazione per esteso: ACI la s. dell'Automobile Club d'Italia

Sembrerebbe dunque chiara la contrapposizione tra un nome e un non nome (la lettera o le lettere ); eppure, a conferma ulteriore dellincertezza definitoria, leggiamo che lo stesso dizionario, altrove, considera le sigle come nomi:
Sono state considerate sigle tutte quelle abbreviazioni che vengono comunemente usate come nomi propri preceduti dallarticolo (De Mauro 2003, Introduzione xxxix).

Inoltre, nel GRADIT emerge chiaramente come solo alcune sigle vengano trattate come nomi, comportando ad esempio lindicazione di tratti morfologici, a differenza di altre, pur sempre sigle, che sembrano sottrarsi a tali condizioni. Si veda la contrapposizione nel trattamento di due sigle, entrambe pronunciate lettera per lettera, entrambe prestiti dallinglese, ma solo la seconda definita come sostantivo:

3 Talora, un sinonimo dotto, ad es. nel dizionario Treccani alla voce acronimo si legge: comunem. detto sigla, rispetto a cui ha sign. pi ristretto . Paradossalmente, negli ultimi anni, si verificata una diffusione di acronimo nelluso comune, non specialistico.

L. di Pace e R. Pannain

111

FBI sigla ES. ingl. Federal Bureau of Investigation, ufficio federale investigativo, nome del corpo di polizia federale degli Stati Uniti. DNA s.m.inv. TS biochim. [1970; propr. sigla dell'ingl. Deoxyribo Nucleic Acid "acido desossiribonucleico"]

Questo insieme di considerazioni fa s che in questo lavoro non si porranno in opposizione i termini acronimo e sigla, che verranno di fatto considerati in modo congiunto, sebbene dei due verr prevalentemente usato il secondo, di fatto pi diffuso. Infine, si pu segnalare ancora lincertezza nellestensione della categoria acronimo, che riflette probabilmente la complessiva sfumatezza della fenomenologia, la quale presenta zone di sovrapposizione (Lpez Ra 2006, 675) anche, ad es., tra abbreviazioni e sigle, abbreviazioni e accorciamenti, sigle e accorciamenti4. Se, dunque, nel vocabolario TRECCANI, al lemma acronimo si registra unampia sovrapposizione con il termine sigla, desta sorpresa che, in chiusura, la categoria venga allargata ad includere forme che sono chiaramente parole macedonia:
per estensione si chiamano acronimi anche i nomi formati con le sillabe estreme di due parole, come per es. motel, formata da mo(to-) e (ho)tel.

2. Possibile classificazione Le problematiche terminologiche e definitorie appena esaminate, spingono a tentare una classificazione dei fenomeni di riduzione che, tenendo conto di precedenti tassonomie5, miri, nellesame dei parametri e delle loro sinergie, ad assegnare il giusto rilievo allinterazione tra la dimensione grafica e quella orale. I parametri ritenuti pertinenti sono i seguenti: a) forma piena sottostante costituita da una vs. pi parole; b) origine nella dimensione scritta vs. orale;

4 5

Su questo aspetto si veda pi avanti il par. 2.1. Resta fondamentale il pionieristico lavoro di Algeo 1975, cui fa riferimento ad esempio Thornton 2004. Si veda anche Lpez Ra 2006.

112

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

c) uso scritto vs. orale; d) sistematicit vs. marginalit/assenza della puntazione; e) uso di maiuscole vs. minuscole nella grafia della forma ridotta; f) modalit di lettura (lettera per lettera, come forma di parola, tramite la forma piena sottostante); g) grado di riduzione del materiale fonico/grafico della forma piena sottostante. Sulla base della combinazione e interazione di questi parametri possibile raccogliere e classificare la variet dei fenomeni di riduzione in quattro categorie fondamentali: 1. Abbreviazioni. Le abbreviazioni rimandano ad una forma sottostante che tendenzialmente costituita da una sola parola; si originano nella dimensione scritta, nella quale tendono a rimanere confinate nelluso. La condizione di forma scritta confermata, da un lato, dallindice grafico costituito dalla presenza e persistenza della puntazione, dallaltro, dal fatto che nella lettura si tende a sostituire labbreviazione con la forma piena sottostante (come nel caso di Sig./sig. letto come /siore/. Il grado di riduzione della forma piena oscilla dal grado massimo, che risulta nella conservazione della sola iniziale di parola6, a riduzioni minori come nel caso, ad esempio, di pagina abbreviato come: p./pg./pag. In questultimo caso, interessante notare come, nel plurale, pp./pagg., lincremento dato dal raddoppiamento grafico di natura iconica non vada a recuperare ulteriore materiale dalla forma estesa sottostante. Nelle abbreviazioni, prevale luso del carattere minuscolo tranne nei casi in cui la forma sottostante sia per convenzione scritta con la maiuscola come per es. S. Antonio per SantAntonio. 2. Sigle e/o acronimi. Le sigle rimandano ad una forma sottostante costituita da pi parole (PD da Partito Democratico) o da parola complessa le
6

I simboli, come quelli chimici e matematici, possono essere considerati un caso estremo di abbreviazioni. Infatti, come queste, non vengono letti mai come tali, ma rimandano sempre alla forma estesa; questa condizione particolarmente evidente nei casi in cui il simbolo non ha alcuna affinit con la forma pronunciata, come accade ad esempio per il simbolo K che sta per potassio (dal nome latino kalium).

L. di Pace e R. Pannain

113

cui componenti vengono riconosciute come entit autonome (TV per televisione). Si originano nella dimensione scritta, ma possono acquisire ampia diffusione nel parlato; la puntazione non sistematica, n lo luso delle maiuscole (I.N.P.S. / INPS / Inps) e la tendenza comunque, nel tempo, verso la perdita di entrambe le marche grafiche (S.p.A. spa). Si riscontra tutto il ventaglio delle possibili modalit di lettura: pronuncia lettera per lettera (Idv , Italia dei valori), come forma di parola (USA/Usa), o, molto pi raramente, tramite la forma piena sottostante (IC da Inter City, pronunciato sempre come /inter'siti/), modalit tipica delle abbreviazioni. Inoltre, vi sono casi in cui si rileva unalternanza tra le prime due modalit di pronuncia, come nel caso di Aids, letto tuttora anche come /aiddi'sse/. Per quanto concerne il grado di riduzione rispetto alla forma piena sottostante, esso tendenzialmente massimo: viene conservata solo liniziale delle singole componenti7. Non rara lomissione di alcune parole, funzionali (CNEL per Consiglio Nazionale dellEconomia e del Lavoro; IsIAO , Istituto Italiano per lAfrica e lOriente), ma non solo (I.S.M.E.O. /IsMEO con la cancellazione anche della seconda parola piena del sintagma: Istituto Italiano per il Medio e lEstremo Oriente). Peraltro, gli ultimi due esempi mostrano, nella prima parola del sintagma, un grado di riduzione minore. 3. Accorciamenti. Partono da ununica parola, si originano nel parlato, ma possono essere trasferiti nello scritto (tipicamente in registri caratterizzati da un grado ridotto di formalit). La nascita nella dimensione orale comporta la sistematica mancanza di puntazione, mentre la provenienza da ununica parola determina lassenza del ricorso alluso della marca grafica rappresentata dalla maiuscola. La riduzione pu ricalcare la segmentazione morfologica e quindi lasciare come residuo un intero morfema (es. moto da motocicletta), oppure risultare in unentit che non corrisponde ad uneffettiva componente morfologica della forma di base (es. bici da bicicletta). 4. Parole macedonia. Come nel caso delle sigle, prendono le mosse da un sintagma sottostante, che per in questo caso prototipicamente costituito da solo due parole piene. Si originano nello scritto, ma possono essere accolte nel parlato, anche al di fuori delleventuale ambito settoriale in cui nascono, come ad es. polfer (Polizia Ferroviaria). Sono assenti tanto la
7

Tranne nel caso delle cosiddette sigle sillabiche, su cui si veda pi avanti.

114

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

puntazione quanto limpiego di maiuscole, segnalatori del processo di riduzione, il che indizia la volont di creare ununica parola. In italiano il processo molto meno produttivo che in inglese, lingua da cui sono giunte come prestito parole come motel e smog che, infatti, vengono generalmente percepite dai parlanti italiani come forme compatte. Il processo di riduzione, che ha risultati quantitativamente e qualitativamente variabili (potendo anche lasciare intatta una delle componenti, es. Federconsorzi), comunque contenuto; questo tratto, con tutta probabilit, riflette unistanza di preservazione della riconoscibilit delle componenti. 2.1. Sfumatezza e sovrapposizione della fenomenologia La classificazione appena proposta, pi che identificare categorie dai confini netti, vuole segnalare quelli che, si ritiene, costituiscano i quattro fondamentali poli di gravitazione di una fenomenologia che si presenta, anche, come continua e sfumata. Infatti, non rari sono i casi di forme ridotte che si collocano in una zona di sovrapposizione tra due delle categorie sopra individuate. Ad esempio, tra le abbreviazioni, di cui sopra si sottolineata lappartenenza esclusiva alla dimensione scritta, figura un elemento, di uso piuttosto frequente, Prof./prof., cui corrisponde nella categoria degli accorciamenti, quindi con statuto primariamente orale, una forma colloquiale/giovanile anchessa di uso relativamente frequente, prof, anche al femminile, la prof8. Le due forme si manifestano in dimensioni e registri distinti; tuttavia verosimile che il risultato dellistanza grafica dellabbreviazione abbia innescato, o per lo meno rinforzato, il processo di accorciamento che ha portato alla creazione dellelemento appartenente al parlato. Una sovrapposizione tra la categoria delle abbreviazioni e quella delle sigle si riscontra nel caso dellelemento IC, che, come le abbreviazioni, viene pronunciato esclusivamente tramite la forma piena sottostante /inter'siti/, ma condivide con le sigle lorigine da una forma complessa, la marca grafica della maiuscola per liniziale di ogni parola del sintagma sottostante e lassenza della puntazione.

Cfr. Thornton 2004, 565.

L. di Pace e R. Pannain

115

Si segnalano, inoltre, forme miste che, pur manifestando tratti tipici delle sigle, mostrano aspetti che potrebbero farle rientrare nelle ulteriori categorie degli accorciamenti e delle parole macedonia. Ad esempio, Udeur (Unione dei democratici europei) che , per la parte iniziale, collocabile nella categoria delle sigle (in cui per lo pi confluiscono le forme ridotte dei nomi di partiti politici), manifesta nella seconda met un processo di accorciamento, -eur. Particolarmente problematica la classificazione di forme come Ascom (Associazione Commercianti), in cui la parzialit della riduzione concerne entrambi i lessemi sottostanti, ponendo la forma al confine tra sigle e parole macedonia. Graffi&Scalise (2002, 153) la classificano tra le sigle sillabiche, mentre collocano polfer tra le parole macedonia. In ogni caso quella di sigla sillabica una sotto- categorizzazione insidiosa e non da tutti condivisa, di frequente applicata a forme in cui appaiono porzioni di parole base maggiori di una lettera ma minori o maggiori di una sillaba (Thornton 2004, 560). Lincertezza classificatoria, su cui ci si gi soffermati, emerge anche nella problematicit della collocazione di una forma come palasport (palazzo dello sport) che Thornton (2004, 561) inserisce nella categoria degli accorciamenti, laddove sarebbe forse pi opportuno ricondurla a quella delle parole macedonia. La parziale sovrapposizione delle categorie si riscontra anche in alcuni usi metalinguistici. il caso delle sigle usate dai generativisti, che possono essere lette anche nella modalit tipica delle abbreviazioni, come dimostrato dalloscillazione nelluso dellarticolo. La cosa tanto pi sorprendente dal momento che le diverse occorrenze si registrano in uno stesso autore a breve distanza:
Occupiamoci ora dellaltro oggetto sintattico contenuto in (79), il SN quelluomo (Graffi 2008, 75) come complementi dei nomi e degli aggettivi in frasi corrispondenti a (12) e (13) si avrebbero degli SN, non degli SP (ibidem, 81).

Nella prima occorrenza la selezione dellarticolo indizia una pronuncia per esteso, mentre, nella seconda, evidenzia una pronuncia come sigla /'sse 'nne/.

116

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

Infine, ad ulteriore conferma della sfumatezza delle categorie della riduzione si pu menzionare il caso di tbc/TBC che propriamente unabbreviazione del termine tubercolosi, ma viene percepito come sigla, circostanza che ha, tra laltro, determinato limpiego delle maiuscole. In De Mauro (2003) lelemento classificato, appunto, come sigla: tbc /tibbit'ti/ s.m. e f.inv. CO, TS med., vet. [1961; propr. sigla di tubercolosi] 1 s.f.inv. BU tubercolosi 2 s.m. e f.inv. malato di tubercolosi, tubercolotico. TBC /tibbit'ti/ s.m. e f.inv., var. tbc. 3. Focalizzazione su sigle e/o acronimi In questo contributo lattenzione verr focalizzata sulla fenomenologia relativa alle sigle: proprio nel caso di queste entit che si pu meglio cogliere il rapporto dinamico tra scrittura e lingua. Le sigle si originano come fenomeno grafico in base alla duplice istanza di creare una forma, da una parte, economica, dallaltra, maggiormente capace di attrarre lattenzione del lettore, attraverso la marcatezza delle maiuscole e della puntazione (non a caso, le sigle hanno un elevato grado di occorrenza nei titoli di articoli giornalistici). Successivamente, queste entit, proprio in virt della loro salienza e della dimensione ridotta rispetto a quella del sintagma sottostante - quindi gi pi vicina a quella di una parola- vanno a riversarsi nel parlato, dando lavvio ad un processo di integrazione nel lessico della lingua, cui segue un rientro nella dimensione grafica in una veste modificata che registra gli effetti di tale processo. Questo complesso dinamismo bi-direzionale non si manifesta, ad avviso di chi scrive, nelle altre tipologie della riduzione. Unulteriore motivazione a concentrarsi sulle sigle costituita dal fatto che esse emergono da forme piene molto articolate, cosa che non avviene negli altri casi di riduzione, neppure in quello delle parole macedonia, cui sottostanno in genere non pi di due parole. La complessit delle forme piene ha come risvolto una complessit e anche una varianza nella fenomenologia di questo tipo di riduzione.

L. di Pace e R. Pannain

117

Infine, la creazione di sigle senzaltro un processo particolarmente produttivo, andando a costituire una non trascurabile risorsa per la formazione di nuove parole. 3.1. Tendenza alla lessicalizzazione Una fase cruciale nel complesso dinamismo tra scrittura e lingua nel caso delle sigle/acronimi costituita dallinnescarsi di un processo di lessicalizzazione9, tramite il quale queste entit, che per certi versi sono formazioni anomale, asistematiche, vanno ad acquisire uno statuto standard, diventando parole a pieno titolo. Questa pulsione normalizzante pu manifestarsi a valle come a monte del processo: da una parte, le sigle tendono nellevoluzione linguistica ad acquisire lo status di parola, dallaltra, possono essere concepite nel loro stesso momento di fondazione come possibili parole. Nel primo caso si verifica un processo per cui ci che anomalo, immotivato tende a riacquistare motivazione, integrandosi nel sistema. Infatti, se le parole macedonia si conservano piuttosto trasparenti nella loro formazione, giacch, almeno in alcuni casi, possibile riconoscerne gli elementi costitutivi che si presentano con una certa quantit di significante, le sigle, essendo fatte delle sole iniziali delle parole formanti il sintagma sottostante, sfuggono molto spesso alla consapevolezza del parlante che, per cos dire, non in grado di etimologizzarle, cio di scioglierle10. Questo dovuto anche al fatto che molto spesso le sigle si originano in contesti settoriali e tecnici cosicch, sebbene possano conquistare una grandissima diffusione, restano opache nella loro originaria significazione. Ci tanto pi vero nei casi, molto frequenti, di sigle di origine alloglotta. Quanti italiani sono in grado di riportare la sigla Aids al sintagma sottostante (Acquired ImmunoDeficiency Syndrome)? Eppure tutti sono in grado di riconoscerne la designazione, che assolutamente unitaria, piuttosto che la somma delle designazioni delle singole parole costituenti il sintagma. Ci porta a considerare la sigla pi che come un indizio di molteplici segni, come un segno compatto e unitario. Ecco che, laddove

10

Su questo si veda, tra gli altri, Lpez Ra 2006, 677. Non un caso che tra le sigle siano tuttaltro che rari i casi di omofonia, un fenomeno peraltro piuttosto ridotto nel resto del lessico di una lingua come litaliano o linglese. A una stessa sigla possono soggiacere pi forme piene: la sequenza PC sta tanto per personal computer quanto per politically correct.

118

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

siano presenti pi modalit di lettura (lettera per lettera/come parola), pu accadere di assistere al prevalere e consolidarsi della pronuncia ortoepica: non pi, o per lo meno non solo, /ajdi'sse/ ma piuttosto, /'ajds/, o /'ejds/ per coloro che vogliono manifestare la consapevolezza dellorigine inglese. Anche a livello grafico si assiste allalternanza tra AIDS, che conserva la forma canonica della sigla, e Aids/aids, che ha forma tipica di parola. Daltra parte, il distacco dal sintagma sottostante, certamente pi forte nei casi di sigle che sono di fatto dei prestiti, si riscontra agevolmente anche allinterno della stessa comunit linguistica nella quale si generata la forma: un anglofono con cultura media non in grado di sciogliere la sigla laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation), anzi, non nemmeno consapevole che si tratti di una sigla; per molti italiani lInps unentit molto chiara, anche per coloro che non sono in grado di leggere la sigla nelle sue componenti (Istituto nazionale della previdenza sociale) e che in molti casi attribuiranno alla p il valore di pensione, piuttosto che di previdenza. Se, dunque, la sigla tende a diventare parola pur vero che, al polo opposto del processo, quello della genesi, essa gi aspiri ad essere tale: in questa direzione si verifica un allontanamento dal sintagma di base, allo scopo di un adeguamento fonologico e/o semantico ad una forma esistente o possibile di parola. Ci spiega perch in alcune formazioni di sigle non vengano omesse le parole funzionali, che generalmente sono soppresse, come si verifica nel caso di AGESCI ( Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), in cui la conservazione del connettivo e rende possibile una forma di parola italiana, e d conto del perch si verifichino alcune inversioni dellordine delle parole, come accade con lacronimo RAD ( Regolamento didattico dateneo) in cui il nesso consonantico [rd] sarebbe stato impossibile in inizio di parola. In altri casi, infine, gioca anche lassociazione semantica con una parola esistente, come nella formazione DICO ( Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi). Il fatto che le sigle/acronimi siano cos fortemente attirati dal nucleo parola, determina un altro fenomeno, in cui si verifica un processo di direzionalit opposta: lattribuzione dello statuto di sigla ad una parola, con conseguenti possibili e varie interpretazioni. In questi casi, si parla di

L. di Pace e R. Pannain

119

backronyns11 o reverse acronyms (in italiano falsi acronimi). Un esempio classico quello dellindice APGAR che misura alcuni parametri di vitalit e funzionamento delle attivit del neonato. Apgar il nome della dottoressa che lo ide, ma stato successivamente interpretato come acronimo di appearance, pulse, grimace, activity, respiration. La lessicalizzazione dunque una tendenza consolidata nella storia delle sigle, confermata dalla presenza del processo contrario, e suggerita da numerosi indizi che investono sia il piano squisitamente grafico, sia quello della resa orale, sia quello morfologico, che quello semantico. 3.2 Indizi di lessicalizzazione: grafia e pronuncia Alcune modificazioni nella forma scritta delle sigle suggeriscono in modo chiaro linstaurarsi del processo di spostamento verso lentit parola; tra queste, altamente indiziale la sostituzione delle lettere maiuscole con le corrispondenti minuscole e la frequente cancellazione della puntazione che si accompagna al primo mutamento. Ecco dunque che la sigla C.T., che in modo palese ricorda come la C. e la T. siano le iniziali di due parole (Commissario Tecnico), diventa CT, e con una deriva sempre pi opacizzante ct12. Questo processo si riconosce in numerose sigle come, ad esempio, D.J. DJ/ Dj / dj , T.G. TG/ Tg /tg, C.D. CD / Cd / cd , S.p.A.13 spa. Ma ancora pi significativa la tendenza a riscrivere le sigle pronunciate lettera per lettera con la sequenza dei nomi delle singole lettere, che vengono cos a formare una parola del tutto nuova. questo il caso di sigle come BR che d vita alla parola Bierre/bierre14, o PM che genera un sempre pi frequente piemme15. Un ulteriore tratto che sottolinea il
Backronym a sua volta una parola macedonia nata dalla fusione di backward e acronym. "Il problema del movimento italiano non il c.t. della Nazionale (http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby);
11 12

Sulle tracce di Prandelli: la fotostoria del nuovo ct azzurro


(http://sport.sky.it/sport/calcio_italiano/photogallery/2010/07). 13 Nel caso di S.p.A. spa il venir meno della distinzione tra parole funzionali e parole piene attraverso lopposizione minuscola/maiuscola dimostra ulteriormente lallontanamento dal sintagma di base. 14 Le Bierre lo hanno capito da un pezzo e si sono mobilitate. (http://www.reggio24ore.com/Sezione.jsp). 15 mi ero fatto lidea di un piemme vendicativo.

120

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

distacco dalla forma tipica di sigla , oltre al processo appena illustrato, lindicazione dellaccento. La gi citata sigla C.T. evolve in una nuova grafia, con tutto il corredo dei tratti tipici della parola, compreso laccento: citt 16. Similmente, TG diventa tig (o tigg)17, TV genera tivv / tivv18 . Questo tipo di riscrittura, che tiene conto della pronuncia, d luogo a diverse soluzioni per le sigle di prestito, in quanto pu riflettere le diverse pronunce, adattate e non. Nel primo caso assistiamo dunque ad un processo per il quale la grafia della sigla riflette il modo in cui questa viene pronunciata secondo le regole dellitaliano: PR19 (public relations) viene riscritto come pi erre o pierre20, LP (Long playing) d vita a diverse forme come ellepi, ellep21, ellepp22. La sigla KO (knock out), infine, genera molteplici grafie di parola che presentano gradi diversi di adattamento grafico, pur registrando, comunque, una pronuncia adattata: kappao23, kappa24, e perfino cappa25.

http://lecronachediferdinandoterlizzi.blogspot.com/2010/03/ ). 16 ultimo atto di un citt che fino a quel momento aveva zittito tutti quanti come se avesse in tasca la formula magica (http://lettera22punto0.wordpress.com/2010/06/26/). 17 il promotore del tig, che ha spiegato i temi trattati nell ultima settimana da giunta e consiglio regionali (http://milano.repubblica.it/multimedia/home/11222263 ). 18 le nuove solitudini contemporanee alimentate dallo schermo di una tivv o un computer (http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/06/12/news/gli_attori_della_saga_twilight_in_un_alb ergo_di_casoria). 19 A sottolineare lambiguit e quindi la potenziale omonimia delle sigle, c da notare che PR pu essere anche sigla di un sintagma italiano che, a seconda dei contesti, star per Procuratore della Repubblica o Piano Regolatore, o altro ancora. 20 per essere dei bravi pierre ci vogliono intraprendenza nel conoscere nuove persone e capacit di socializzare (http://www.diventapr.com/). 21 Ho appena comprato lellep del Rocky Horror Picture Show, acquistato insieme a una meravigliosa doppia raccolta in vinile dei Clash (http://www.revolutionine.com/2009/10/04/rocky-horror-ellepi-show). 22 un gruppo di affezionati, sabato e domenica, prova a ribadire il culto per la lacca nera dei vecchi ellepp: si chiama Disco Days (http://napoli.repubblica.it/dettaglio/articolo/1525567). 23 il tentativo mondiale del fratello di Vincenzo, Giovanni Nardiello, vittima di un terrificante kappao contro il tedesco Ottke. (http://archiviostorico.corriere.it/1999/marzo/30/pugilato_finito_ko_co_10_9903301108.shtml ). 24 Roma kappa a Pesaro. Siena, Milano e Biella in testa (http://www.repubblica.it/sport/basket/2010/10/24/news/serie_a_seconda_giornata-8397182). 25 Magica Dinamo, Biella cappa (http://www.unionesarda.it/Articoli/FotoGalleryDettaglio.aspx?pos=1&id=202464).

L. di Pace e R. Pannain

121

Sempre allinterno della categoria dei prestiti, si registrano invece grafie che testimoniano una pronuncia non adattata, motivata da discrepanze fonico-grafiche tra le due lingue, come nel caso di DJ che viene riscritto come digei26 (oltre che come dee jay) o come nel caso del comunissimo OK27, reso graficamente, oltre che come okay, forma inglese, anche come okkei28 o, con un elevato grado di adattamento grafico, come occhei29. Se, dunque, tutte queste riscritture testimoniano della tendenza alla lessicalizzazione, anche alcuni fenomeni di pronuncia ci restituiscono chiari indizi in questa direzione. Va sottolineato come anche le sigle che si pronunciano lettera per lettera (CNR, DC, TG) generino in realt una pronuncia di parola, confermata dalla presenza di un accento unico30. Una conferma di tale processo ci viene dalla resa fonica di una sigla come CGIL /tiddi'lle/, con cancellazione della pronuncia della I, o da altri fenomeni di coarticolazione presenti ad es. nella pronuncia di INPS /'imps/, con resa labiale della nasale. Infine, si possono registrare anche casi in cui la pronuncia come parola si realizza come variante, molto connotata quanto a registro sociolinguistico, di sigle per lo pi pronunciate lettera per lettera, come per O.K. / OK / Ok /ok pronunciato /'k/. 3.3 Indizi di lessicalizzazione: morfologia e sintassi La deriva delle sigle in direzione della condizione di parola si coglie, con ancora maggiore evidenza, nei processi derivativi che assumono la sigla come lessema di base. Il fenomeno piuttosto esteso e riscontrabile in

Da Colorado in esclusiva per TvBlog, Digei Angelo: "Io come Roberto Balle? Ma se sono negato per la danza (http://www.tvblog.it/post/15996). 27 Come sostenuto nel GRADIT e nel vocabolario TRECCANI, quasi sicuramente sigla di Old Kinderhook, nome di un comitato elettorale costituito a New York nel 1840 per la rielezione del presidente M. van Buren soprannominato il "vecchio Kinderhook". 28 Lo sporco okkei ai Russi in Cecenia (http://qn.quotidiano.net/1999/11/06/306744). 29 Occhei sento gi la febbre del successo ;-) Ottima idea (http://scorzadarancia.blogspot.com/2010/06). 30 Questa caratteristica delle sigle stata notata gi da tempo, ad es. da Lepschy 1981: 73 che
26

riflette sulla pronuncia unitaria della sigla BR /birre/.

122

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

forme sia suffissate che prefissate, che si originano da sigle pronunciate lettera per lettera o come parola:
DS diesse diessino31; BR bierre bierrista32; laser33laserista34; IVA iva ivato35; OK okkei okkeizzare36; DC dicc post-dicc37; PM piemme ex- piemme38; AIDS / aids pre-AIDS39.

Si verificano anche casi di composizione, come nella formazione tivv- dipendenti, in cui la sigla lessicalizzata e quindi rigrafizzata va a collocarsi in posizione di modificatore40. Tra i composti si segnala ANLAIDS/Anlaids, in cui risulta particolarmente evidente il trattamento della forma AIDS come parola. Infatti, sebbene inserita in unulteriore sigla, Aids conserva la propria compattezza, anche a dispetto della consapevolezza del sintagma sottostante nel contesto settoriale in cui si originata la forma composta. Si veda come la sigla composta viene sciolta nel sito ufficiale dellassociazione:
Associazione Nazionale per la Lotta contro l'AIDS, promuove studi e ricerche sull'AIDS attraverso bandi per borse di studio41.

31 Il diessino educato, rispettoso, solitamente onesto e leale (http://www.leftisright.it/blog/al-diessino-alla-diessina/). 32 Chiss se uscir dall archivio di Licio Gelli, che raccoglieva anche il volantino rivendicativo del delitto bierrista (www.ilvelino.it/articolo.php?Id=984823). 33 Si precisa che lo statuto di sigla della forma laser nella lingua italiana probabilmente limitato ad ambiti settoriali, mentre il parlante medio la percepisce come parola. 34 La filiale di Firenze Mosse dell agenzia per il lavoro Gi Group spa cerca, per azienda metalmeccanica, un saldatore-laserista (http://www.njobs.it/lavoro-laserista.html). 35 io vorrei mettere il prezzo non ivato (http://www.prestashop.com/forums/viewthread/8130/). 36 Non pi semplice okkeizzare un dossier piuttosto che chiudere una pratica? (http://www.rosalio.it/2007/11/02/). Per questa formazione verbale si registra un parallelo nellinglese to OK (The Governor recently OKd the execution of a man, SOED). 37 Logicamente dallala post-dicc e dai Modem di Fioroni e Veltroni arriva un netto no a questo progetto(http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id). 38 Il libro dellex-piemme Raffaele Cantone (http://lecronachediferdinandoterlizzi.blogspot.com/2010/03) 39 Lo stadio di sieropositivit corrisponde al periodo, pi o meno lungo, della latenza clinica, della fase pre-AIDS e della fase AIDS (http://www.medicline.it/malattie-infettive/aids.html). 40 Bambini tivv-dipendenti. Passano pi tempo davanti al piccolo schermo che sui banchi (http://staibene.libero.it/articolo_bambinitelevisionepsicologia_212599__1.html?refresh_cens). 41 http://www.freeonline.org/sitogratis/anlaids-it.html

L. di Pace e R. Pannain

123

Inoltre, nel processo di lessicalizzazione, la sigla si sgancia dalla categoria grammaticale della testa del sintagma sottostante e pu acquisire nuove funzioni grammaticali, dando vita a processi paragonabili alla conversione. Il fenomeno vistoso nel caso di sigle alloglotte di ampia diffusione: ko aggettivo / nome / avverbio: il pugile ko (agg.) / Il pugile stato atterrato per ko (nome) / Questa serata mi ha messo ko (avv.) esclamazione / avverbio / aggettivo / nome: Ok! Prendo questo (escl.) / andato tutto ok? / La prof abbastanza ok (agg.) / Ha dato il suo ok (nome) (nome / aggettivo): Lele Mora un vip (nome) / Quello un locale vip (agg.) Ma si danno anche casi di sigle italiane: tivv nome comune / aggettivo: davanti alla tivv (nome com.) / la diretta tivv (agg.) nome proprio / aggettivo: Il Pd allopposizione (nome pr.) / Il senatore Pd ha votato contro (agg.). 3.4 Indizi di lessicalizzazione: semantica Le sigle, in particolare quelle di ampia diffusione, sono soggette, anche sul piano del significato, a fenomeni e processi che si verificano comunemente nelle altre componenti del lessico. Infatti, il significato di una sigla pu presentare molteplici sfaccettature42: 1. LInps non la stessa cosa dellInpdap

ok

vip

Pd

42

Cfr. Croft&Cruse 2004, 116. Cruse, nel cap. 4, dedicato a una puntualizzazione sulla semantica in prospettiva cognitivista, definisce le sfaccettature (facets) come unit di senso che costituiscono componenti distinguibili di un tutto globale, le quali, sebbene mostrino un significativo grado di autonomia, non sono generalmente ritenute rappresentare veri esempi di polisemia.

124 2. 3.

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale AllInps mi hanno detto che devo portargli la ricevuta della raccomandata. Abita accanto allInps

Nei tre enunciati la sigla ha diversi referenti: lente / uno specifico ufficio e il personale che vi lavora / ledificio che ospita gli uffici dellente. Ma le sigle possono essere soggette anche a veri e propri fenomeni di polisemia e, come altrove, i processi di estensione semantica sono principalmente a carattere metaforico e metonimico. Si consideri il caso della sigla DNA, che, oltre al valore di partenza, ha acquisito in italiano anche quello di matrice ideologica, politica e culturale: Il dna della sinistra radicale43. Unaltra sigla di origine alloglotta, KO, ha acquisito, in particolare nelle funzioni avverbiale e aggettivale (v. sopra), attraverso un insieme di associazioni metonimiche e metaforiche, il valore di moralmente o fisicamente prostrato, es. Stasera mi sento ko. Il fenomeno interessa, naturalmente, anche sigle originatesi in italiano. Ad es. il valore di DOC si esteso a significare autentico, genuino, anche al di fuori dellambito agro-alimentare, come in Salvatore un napoletano doc. Puramente metonimiche e, di conseguenza, meno percepibili per il parlante, sono le estensioni rappresentate nei seguenti due esempi: Io linps non ce lho (inps in quanto prestazione previdenziale) Gli ufo li immagino con la testa enorme e il corpo piccolo (ufo in quanto essere extra-terrestre, alieno) I fenomeni semantici appena menzionati sono possibili nella misura in cui le sigle in questione, come molte altre, si sono sganciate dal sintagma pieno sottostante, che, proprio in quanto sintagma, ha una referenza pi ristretta, alla cui delimitazione concorrono un insieme di unit significanti. Negli esempi sopra riportati le sigle mostrano, quindi, di aver acquisito la relativa opacit del lessema individuale, che, essendo sostanzialmente immotivato nella forma, si presta a designare una pluralit di referenti, pi o meno direttamente connessi.

43

Esempio tratto da De Mauro 2003.

L. di Pace e R. Pannain 4. Osservazioni conclusive

125

Come la coniazione di nuove parole, la creazione delle sigle (insieme ad altri fenomeni di riduzione) rappresenta uno strumento di formazione di nuovi simboli linguistici che non si avvale dei meccanismi morfologici della lingua: tanto i conii quanto le forme ridotte vengono comunemente fatti rientrare nella classe delle formazioni non-morfologiche (Lpez Ra 2006, 675; Fandrych 2008, 72). Si pu affermare, infatti, che le sigle tendano a configurarsi come parole nuove piuttosto che come varianti di parole esistenti (un caso estremo quello dell inglese Ok, apparentemente privo di un antecedente). Queste nuove formazioni, nel tempo, vanno a costituirsi in entit segniche compatte e unitarie con un rapporto arbitrario significato/significante: normalmente il parlante non conosce letimologia delle sigle-parole, pur conoscendone il referente. Un processo di direzione opposta si verifica nel caso di forme lessicali (backronyms nella terminologia anglosassone) a cui viene attribuito a posteriori lo statuto di sigla, determinando la nascita di una falsa etimologia. Alla iniziale istanza di brevit ed economicit, che si esplica sul piano grafico, si contrappone, sul piano linguistico, una spinta normalizzante che riconduce la sigla verso una dimensionalit tipica di parola, determinando passaggi che possono comportare ricadute grafiche (come TV > tivv, PM > piemme, LP > ellepp). Un ulteriore sganciamento dalliniziale spinta alla riduzione si riconosce in fenomeni morfologici di tipo accrescitivo, quali laffissazione (ivato) e la composizione (tivv-dipendente). Infine, lincremento si verifica anche, sul piano sintattico, con fenomeni di conversione che aggiungono nuovi ruoli grammaticali rispetto a quello di origine e, sul piano semantico, con un ampliamento del ventaglio denotativo, che conferisce allex-sigla (attraverso estensioni metaforiche e metonimiche) la complessit semantica che tipicamente caratterizza le parole di una lingua. Lucia di Pace e Rossella Pannain ldipace@unior.it rpannain@unior.it

126 Bibliografia

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

Algeo 1975 Algeo John, The acronym and its congeners, in A. Makkai, V. Makkai (eds.), The First Lacus Forum 1974, Columbia, Hornbeam Press, 217-234. Bauer 1983 Bauer Laurie, English word formation. Cambridge, Cambridge University Press. Beccaria 1996 Beccaria Gian Luigi (diretto da), Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica. Torino, Einaudi. Bussmann 1996 Bussmann Hadumod, Routledge dictionary of language and linguistics, translated and edited by G. Trauth, K. Kazzari, London and New York, Routledge. Croft&Cruse 2004 Croft William, Cruse D. Allan, Cognitive linguistics, Cambridge, Cambridge University Press. Crystal 2006 Crystal David, A dictionary of linguistics & phonetics, V ed., Oxford, Blackwell. De Mauro 2003 De Mauro Tullio, Introduzione, in Grande dizionario italiano dell'uso, Torino, UTET. Dressler et al. 1987 Dressler Wolfgang U. et al., Leitmotifs in natural morphology, Amsterdam, Benjamins. Fandrych 2008

L. di Pace e R. Pannain

127

Fandrych Ingrid, Pagad, chillax and jozi: a multi-level approach to acronyms, blends, and clippings, Nawa Journal of Language and Communication 2/2, 71-88. Graffi 2008 Graffi Giorgio, Che cos la grammatica generativa, Roma, Carocci. Graffi&Scalise 2002 Graffi Giorgio, Scalise Sergio, Le lingue e il linguaggio. Introduzione alla linguistica, Bologna, il Mulino. Kriedler 2000 Kreidler C.W., Clipping and acronymy, in G. Booij, C. Lehmann, J. Mugdan et al. (ed. by), Morphologiemorphology. An international handbook on inflection and word-formation, Vol. 1, Berlin-New York, Walter de Gruyter, 956-963. Lepschy 1981 Lepschy Giulio C., La lingua italiana, Milano, Bompiani. Lpez Ra 2006 Lpez Ra P., Nonmorphological word formation, in K. Brown (ed. by), The encyclopedia of language and linguistics, II ed., Amsterdam, Boston, MA [etc.], Elsevier, 675-679. Mayerthaler 1981 Mayerthaler W., Morphologische Natrlichkeit, Wiesbaden, Athenaeum. Thornton 2004 Thornton Anna Maria, Riduzione, in M. Grossman, F. Rainer (a cura di), La formazione delle parole in italiano, Tubingen, Niemeyer, 556-567. Dizionari Devoto-Oli 1987: Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli; edizione a cura di Gian Carlo Oli, Lorenzo Magini, Milano, Selezione Reader's Digest.

128

Sigle e acronimi: dimensione grafica e statuto lessicale

DISC 1997: Disc. Dizionario italiano Sabatini-Coletti, Firenze, Giunti. Gabrielli 2011: Grande dizionario italiano Aldo Gabrielli, Milano, Hoepli. GRADIT 2003: Grande dizionario italiano delluso, ideato e diretto da Tullio De Mauro, Torino, UTET. Sabatini-Coletti 2006: Il Sabatini-Coletti: Dizionario della lingua italiana, Milano, Rizzoli Larousse. SOED 2007: Shorter Oxford English dictionary, VI ed., Oxford, Oxford University Press. Treccani 2008: Il vocabolario Treccani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Zingarelli 2006: Zingarelli, N., Vocabolario della lingua italiana, Bologna, Zanichelli (con CD-ROM).

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica Roberto Reali


Abstract Nel percorso, pi o meno accidentato, della storia della scienza, un posto che oggi nessuno potrebbe negare appartenergli di diritto riguarda la chimica. La strada che conduce per alla costruzione di una propria metodologia scientifica ha una vita abbastanza recente. E questo paradosso di scienza antichissima - i cui primi esperimenti risalgono allantico Egitto - ma giovanissima nella messa a punto del proprio statuto disciplinare ci permette di avere un osservatorio privilegiato di come i linguaggi tecnici legati alle tradizioni scientifiche siano sopravvissuti anche ai nostri tempi. Parole chiave: chimica, alchimia, storia della scienza, simboli chimici During the long and intricate history of science, a special place belongs to chemistry. But the path leading to the construction of a scientific methodology in chemistry is rather early. This paradox of an old science - whose early experiments date back to ancient Egypt - but very young as to the development of its disciplinary statute, gives us an advantageous point of view with regard to the ways technical languages associated with scientific traditions have survived to our times. Keywords: chemistry, alchemy, history of science, chemical symbols

Premessa Il primo a intuire una teoria quantitativa degli elementi chimici fu, com noto, Antoine Laurent de Lavoisier che non aveva alcun titolo di chimico: era considerato infatti un botanico, un naturalista, un economista ed anche un Fermier Gnral, sorta di concessionario per la riscossione delle imposte reali, carica a cui giunse a 26 anni e che lo arricch e lo rese famoso ai tempi di Luigi XV. La sua formazione di giurista e di appassionato misuratore lo port a creare il sistema metrico decimale e ad estenderlo in tutto il territorio francese prima di essere ghigliottinato, nel 1794, dai giacobini allet di 51 anni. Lintuizione centrale di Lavoisier fu quella di

130

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

applicare il sistema dei pesi e delle misure agli elementi che venivano via via combinati per la produzione di composti chimici stilando cos un elenco di elementi primi che non potevano essere ulteriormente ridotti: ossigeno, azoto, idrogeno, fosforo, mercurio, zinco, zolfo ed anche luce e calorico che lui credeva fossero sostanze materiali e in realt rappresentavano lenergia necessaria alla produzione di qualunque reazione chimica. Lidea di poter misurare e combinare i vari elementi secondo pesi determinati si ispira naturalmente alle indicazioni di metodo galileiane esposte gi nel XVII secolo. Galileo si incammina cio verso la ridefinizione della scienza come strumento principe della conoscenza del mondo fisico avendo chiaro un modello (quello copernicano) e un metodo (quello matematico) i quali dovevano essere verificati, o, come si direbbe oggi, falsificati dai dati dellesperienza. Tale metodo crea il tratto distintivo per la conoscenza della natura dalle altre forme del sapere. Galileo esprime tutto ci nella famosa pagina del Saggiatore: Parmi, oltre a ci, di scorgere nel Sarsi ferma credenza, che nel filosofare sia necessario appoggiarsi allopinioni di qualche celebre autore, s che la mente nostra, quando non si maritasse col discorso di un altro, ne dovesse in tutto rimanere sterile ed infeconda; e forse stima che la filosofia sia un libro e una fantasia dun uomo, come lIliade e lOrlando Furioso, libri n quali la meno importante cosa che quello che vi scritto sia vero. La filosofia scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico luniverso), ma non si pu intendere se prima non simpara a intender la lingua, e conoscer i caratteri nequali scritto. Egli scritto in lingua matematica e i caratteri sono triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi impossibile intenderne umanamente parola; senza questi un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.1 Laffermazione su cui richiamare lattenzione quella relativa alla tradizione su cui lo scienziato fiorentino ironizza e raffigura attraverso la polemica con il gesuita Orazio Grassi, il Sarsi del trattato, consapevole ormai della scoperta di un metodo che si distingue radicalmente da quello sinora tenuto nelle osservazioni naturali. Laffermazione di Galileo realmente rivoluzionaria poich la lingua formata da figure geometriche e cerchi sinora si era appoggiata ad una conoscenza tradizionale e solo con la metodologia sperimentale trova il suo vero senso interpretando i fenomeni
1

Galileo Galilei, 121. La sottolineatura nostra.

R. Reali

131

del mondo naturale. Le osservazioni astronomiche e le ricerche sul movimento e la quiete dei corpi trovano cos unapplicazione sperimentale immediata nelle leggi sulla caduta dei gravi, nella scoperta delle macchie solari e nel calcolo delle orbite dei pianeti medicei per ricordare i pi importanti ritrovamenti dello scienziato pisano. E il loro linguaggio quello dellalgebra e della geometria perfettamente conosciute dalla tradizione culturale precedente. Non cos la chimica che non scienza di osservazione ma di estrazione e di combinazione. Il lavoro chimico compiuto sino a quel momento non aveva nella sperimentazione della regolarit del movimento dei corpi celesti una percezione immediata dei suoi fenomeni e la strada per giungere ad una sua autonomia disciplinare e scientifica dovr farsi largo ancora tra molteplici e differenti discipline. I chimici non sono autonomamente distinti, almeno sino al XVIII secolo, dai farmacisti, dai medici, dai naturalisti e, ovviamente, dai loro cugini prossimi: gli alchimisti. La carta didentit della chimica moderna inizia il suo cammino con Lavoisier ma dovr attendere ancora un secolo almeno per avere chiaro il rapporto quantitativo corretto tra la sequenza e le modalit di combinazione degli elementi che verr formulato dal chimico russo Mendeleev: il sistema periodico degli elementi, come noto, raccoglie in maniera strutturata linsieme degli elementi chimici considerati come atomi, a seconda delle loro propriet e ordinati secondo una grandezza ad essi caratteristica e distintiva. Per poter realizzare tale sistema era stato necessario disporre innanzitutto dei diversi elementi allo stato isolato, puro, determinandone le propriet chimiche e fisiche caratteristiche.2 Questa sintesi tra metodo quantitativo e struttura primaria degli elementi contiene in s la grande possibilit di prevedere con regolarit ulteriori elementi non ancora scoperti che per sono gli occupanti dei successivi legami atomici posti nella sequenza. La chimica afferma Mendeleev ha trovato una risposta alla questione delle cause delle moltitudini; e pur mantenendo la concezione di molti elementi, tutti soggetti alla disciplina di una legge generale, offre una via duscita dal Nirvana indu cio lassorbimento nelluniversale sostituendolo con

Di Meo 2009, 317.

132

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

lindividualizzato.3 Ad una tale formidabile scoperta bisogna per apporre una data piuttosto recente, il 1869, in cui il chimico russo present la sua relazione L'interdipendenza fra le propriet dei pesi atomici degli elementi alla Societ Chimica Russa e diede vita a quella che oggi noi conosciamo come Tavola Periodica degli elementi.
Tavola periodica degli elementi

Il linguaggio di questa tavola , per gli specialisti ma anche per qualche studente di liceo, facilmente comprensibile: ogni singolo elemento, a secondo della sua posizione nellinsieme, presenta un affinit di struttura per quelli distribuiti in ogni colonna (metalli, metallo-alcalini, di transizione etc.) mentre la crescita del numero atomico, rappresentata dalla sequenza per righe, ci riporta invece ad una regolarit del numero di elettroni esterni per ogni elemento. Non entrando in spiegazioni troppo specialistiche possiamo dire che la tavola periodica fornisce il ritmo degli elementi partendo da una legge quantitativa unitaria (la crescita del numero atomico) sino a poter prevedere ulteriori caselle che potranno via via essere inserite nel quadro generale. La tavola stessa quindi lo schema logico entro cui i singoli elementi contrassegnati dalle prime lettere latine trovano un ordine che immediatamente richiama la sua maggiore o minore

Mendeleev, in Di Meo, ibidem.

R. Reali

133

reattivit con gli altri elementi della tavola (se posti a sinistra o a destra dello schema). La semplicit di questa rappresentazione fa dunque vendetta di una ricerca durata secoli in cui gli uomini tentarono di comprendere come fosse possibile che alcuni prodotti reagivano a contatto con alcuni elementi e non con altri. Vi erano, nei secoli precedenti questa semplice formulazione, biblioteche intere di esperienze pratiche a cui mancava la fondazione del metodo e a cui mancava la possibilit di chiarire e costruire la ripetibilit dellesperimento nelle condizioni predeterminate dallo sperimentatore e quindi rientrare a pieno diritto nello statuto delle scienze elaborato da Galileo tre secoli prima. Non un caso che il progresso scientifico e tecnologico nella seconda met del XIX secolo conosce, dalla scoperta degli elementi chimici e della loro combinazione, uno slancio straordinario che porter alla crescita industriale e alla produzione di materiali non esistenti in natura (di sintesi) oltre che la possibilit di utilizzo di componenti naturali per creare nuove opportunit di utilizzo (si pensi, ad esempio, alla distillazione del petrolio o alla creazione di farmaci come laspirina). Lesperienza chimica Ma quale alla fine, lesperienza concreta che il chimico fa quotidianamente? Per rispondere a questa domanda prendiamo in prestito le parole di uno scrittore e chimico italiano: Distillare bello. Prima di tutto perch un mestiere lento, filosofico e silenzioso, che ti occupa ma ti lascia tempo di pensare ad altro, un po come landare in bicicletta. Poi perch comporta una metamorfosi: da liquido a vapore (invisibile), e da questo nuovamente a liquido; ma in questo doppio cammino, allins e allingi. Si raggiunge la purezza, condizione ambigua ed affascinante, che parte dalla chimica ed arriva molto lontano.4 Il chimico distilla, combina, manipola elementi naturali, non esistendo mai in natura quelli descritti nella Tavola Periodica. Non esiste, in realt, il Potassio ma ora posso combinare tutti gli elementi naturali per ottenere composti in cui la sua percentuale sia prevalente, misurandone cos con

Levi 1979, 60, voce Potassio.

134

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

precisione la quantit e ricombinandola con altri elementi per produrre nuovi composti o nuovi materiali. Questa esperienza di lavoro, descritta da Primo Levi nel passo citato, non per molto diversa dai farmacisti, naturalisti e alchimisti che si sono industriati per secoli a cercare di ricavare qualcosa dai prodotti presenti in natura. Possiamo quindi ipotizzare che anche la modalit di comunicare le loro esperienze che si venivano elaborando nel corso dei secoli sia stata molto differente? E se non vi questa distanza, quanto la moderna costruzione del linguaggio chimico appartiene nelle intenzioni anche a quella tradizione che appariva agli scienziati trionfanti del XIX e del XX secolo come definitivamente superata? Alchimia come esperienza Gli alchimisti, considerati ormai dal senso comune come degli sciocchi oppure come pericolosi personaggi da cui guardarsi non avevano nemmeno nei tempi in cui operavano, buona stampa. Lalchimista un uomo che silenziosamente, in casa o in luoghi discreti, combina e tenta esperimenti di cui oggi sappiamo non comprendesse quasi mai il senso. In una famosa tavola di Peter Bruegel viene rappresentato ironicamente come un individuo chino al suo tavolo di lavoro, mentre i poveri figli ne combinano di tutti i colori (figura 1). Un uomo che, disperatamente, cerca la ricchezza perdendo tempo e soldi riducendosi cos in miseria, oppure un uomo che custodisce dei segreti innominabili a cui devono essere estorti anche con la tortura (figura 2).

R. Reali

135

Figura 1 Peter Bruegel. Lalchimista

Figura 2 La tortura dellalchimista

136

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

Le esperienze alchemiche hanno invece conosciuto negli stessi periodi in cui si elabora la rivoluzione scientifica galileiana un profondo ripensamento. La ricerca di affinit e differenze che potremmo oggi chiamare di tipo analogico distinguendola da quella quantitative non aveva infatti tralasciato di osservare come i singoli composti costituissero in realt una sequenza ordinata e ne avevano rappresentata la loro affinit in modo puntuale attraverso una tavola (figura 3). La tavola era stata quindi elaborata indicando nella combinazione degli elementi la loro maggiore o minore capacit di interagire e, posti in modo ordinato: comparivano questi simboli per indicare la scala di reattivit (per usare un termine attuale) di varie sostanze rispetto a quella che veniva indicata nella casella superiore della colonna.5
Figura 3 Tabula Affinitatum di Geoffroy, 1718

Le Tabule cos elaborate erano abbastanza comuni nel XVIII secolo e furono anche riprodotte in alcune edizioni dellEncyclopedie di Diderot e
5 Gianni Michelon, Fondamenti storico-espistemologici della chimica, http://www.univirtual.it/corsi%20V%20ciclo/II%20sem%20IND/michefond/04.htm.

in:

R. Reali

137

dAlambert ed avevano lo scopo di sintetizzare il grado maggiore o minore di affinit di alcuni elementi rispetto ad altri. La maniera di leggere lo schema , in fondo, semplice: ad ogni elemento che corrisponde alla prima riga, venivano elencati per ogni colonna, i composti che avevano maggiore o minore affinit (reagivano) in presenza di questi: per l'"acido del sale marino" (HCl) [cloruro di sodio], colonna b, la massima affinit presentata da Sn [Stagno] (b2), minore da Cu (b4) [Rame], poi Ag (b5) [Argento], Hg (b6) [mercurio] e, molto lontano, Au (b9) [oro].6 Come si pu notare linsieme delle descrizioni partivano da un composto complesso come il cloruro di sodio o sale marino e gli alchimisti conoscevano i metalli ottenuti con procedimenti di raffinazione pi o meno avanzati che, a contatto con il sale, generavano ulteriori reazioni. Non erano certo in grado di determinare il peso e la quantit di atomi presenti nel composto ma la regolarit delle interazioni e una certa sistematicit di queste ultime era invece perfettamente chiara. I simboli poi che rappresentavano gli elementi e che ci interessano in modo particolare sono la notazione sintetica degli elementi derivati dai: simboli astrologici usati per i metalli (), per esempio, per l'oro (Sole) in b9, per l'argento (Luna) in b5, per il ferro (Marte) in c2, per il rame (Venere) in b4, per il piombo (Saturno) in c4, per lo stagno (Giove) in b2, per il mercurio (Mercurio) in c5.7

6 7

Michelon, cit. le interpolazioni tra parentesi quadre sono nostre. Michelon, cit.

138

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

Simboli astrologici che indicano i metalli

interessante notare cos che gi allinizio del XVIII secolo, lesperienza alchemica mutuando la propria notazione degli elementi tradizionali dallastrologia rinascimentale e procedendo per analogia, aveva identificato simbolicamente una sorta di paradigma delluso che si fa degli elementi stessi nelle esperienze chimiche. In primo luogo i simboli sono utilizzati per identificare univocamente degli elementi esistenti in natura e non nel cielo iperuranio; in secondo luogo queste notazioni si richiamano ad una ricerca di regolarit che rappresentata dalla tavola delle affinit in cui sono inseriti. Ogni elemento supporta la vicinanza o meno degli altri e ne descrive sinteticamente la maggiore o minore reattivit. Non avrebbe infatti alcun senso mettere in sequenza e secondo una logica astrologica quei simboli mentre ne acquista uno rilevante se li inseriamo come rappresentazione simbolica delle reazioni a cui danno origine. un importante passaggio in cui la vecchia tradizione alchemica comincia, ben prima di una ricerca delle analisi quantitative, a mettere in ordine le proprie conoscenze e soprattutto individua linsieme degli elementi che possono essere rappresentati in combinazione acquisendo un senso dalla loro interazione e dalla loro posizione reciproca. Questo dato lo ritroviamo intatto nella tavola di Mendeleev in cui la posizione dei singoli

R. Reali

139

elementi ci fornisce in modo puntuale il comportamento chimico. Si potrebbe dire che una modalit di replicare la musica ad orecchio senza conoscere ancora le singole note ma lidea che esista uno spartito su cui la musica debba essere scritta presente ed aiuta a comprendere questo nuovo linguaggio naturale. Una specie di termine medio in cui le lettere sono ancora simboli della tradizione alchemica precedente ma ormai contrapposti e strutturati secondo il metodo dellesperienza che procede faticosamente secondo il metodo della similitudine e del contrasto. Veniamo quindi ai simboli e alle notazioni. Abbiamo visto che questi simboli risalgono alla tradizione alchemica ma anchessi hanno gi subito in precedenza una profonda trasformazione nel secolo XVII, e gi da simboli dellanalogia con luniverso sono divenuti un sistema in qualche modo standardizzato di notazione. Per poter comprendere questo passaggio dobbiamo per fare riferimento ad un trattato di Alchimia intitolato Commentatio de Pharmaco Catholico, inserito nel pi vasto libro intitolato Chymica Vannum che fu pubblicato anonimo in Germania e poi tradotto in latino nel 1666. Questo trattato viene censito da John Ferguson nella Bibliotheca Chemica nel 19068 e descritto come: Reclusorium opulentiae sapientiaque Numinis Mundi Magni, (.) sed Inventa Proauthoribus Immortalibus Adepti.9 Un libro che ha, in apparenza, tutti i crismi del testo alchemico con le sue richieste iniziatiche e i suoi richiami alla conoscenza magica che aveva fatto finire sul rogo parecchi personaggi durante il XIV e il XV secolo in giro per lEuropa. Eppure la tesi, soprendente, del Commentatio appare come molto vicina allidea di affinit che il XVIII secolo aveva consegnato alla notazione della Tavola. Parlando degli elementi, scrive lanonimo: quattro elementi sono i fondamenti di tutte le cose corporali: da questi provengono tutti gli altri come figli da una madre, in questo mondo sono cos composti e formati e gli elementi stessi si corrompono e si trasformano e nessuno degli elementi

8 9

Ferguson 1906. Ferguson cit. tomo II, 246.

140

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

visibili esiste per se allo stato puro [visibilium vero horum elementorum nullum est per se existens, neque purum] ma pi o meno uniti tra loro10. Lestensore presuppone quindi lestrazione, o distillazione, degli elementi e quindi parte dal presupposto che in natura esista un insieme di composti tutti, pi o meno, uniti tra loro e che lesperienza alchemica ha il compito di isolare e di ricombinare. Giunti alla necessit di comunicare quelle esperienze lautore del trattato nel capitolo finale elabora per un sorprendente cambiamento. Egli afferma che la scienza alchemica deve costruire un nuovo modo di rappresentare questa estrazione e questa combinazione attraverso quello che lui chiama Chymico Alphabeto in cui si propone che i vecchi caratteri filosofici debbano essere di nuovo compresi e interpretati [signa ac verba intelligenda sint et interpretanda]11. La richiesta di una nuova notazione data dal fatto che i vecchi simboli e le vecchie notazioni sono ormai quasi inintellegibili nelle nuove esperienze di alchimia e che vi bisogno di un nuovo Abecedario che illustri le propriet delle cose naturali in modo da avere immediatamente visibile le propriet degli elementi che si vogliono unire [Chymicum Abecedarium ac aliquos novos characteres, qui proprietatem rerum designaturum veracent exhibent, annectere]12. Nellesposizione dellAlfabeto proposto si ha quindi lesposizione dei vari elementi principali che lanonimo chiama Alphabeto Simplici, lAlfabeto degli elementi primari:

Commentatio de Pharmaco Catholico, Quomodo nimirum istud in tribus illis natura Regnis, Mineralium, Animalium ac Vegetabilium reperiendum: atque exinde conficiendum, per excellentissimum Universale Menstruum, vi pollens recludendi occlundendique, tum metallum quodlibet, in primam sui materiam, reducendi, 3, la traduzione nostra. 11 Commentatio, cit., 55. 12 Ibidem.
10

R. Reali

141

Rappresentazioni delle lettere dellAlfabeto chimico corrispondenti agli elementi semplici13

Come si nota molti di questi simboli saranno ripresi nella Tabula Affinatatis del XVIII secolo e corrispondono infatti ai simboli del Sole per lOro, della Luna per lArgento, e cos via. Le definizioni sono ancora composte con linsieme degli attributi magici e mitologici, dei colori (nero, rosso e bianco) simbolo delle reazioni o degli animali (leone, drago, lupo) legati alla vecchia notazione degli alchimisti precedenti ma la ricerca di una notazione standardizzata per creare un alfabeto comune gi a met del XVII secolo rappresenta un punto fermo che rompe con la tradizione astrologico/magica e comincia a muovere i primi passi verso una vera e propria narrazione dellesperienza chimica che sia comprensibile nonostante lutilizzo di unantica simbologia. Che questa maniera di comunicare sia, in realt, un nuovo modo di raccontare le esperienze sulla natura confermato anche dalla successiva proposta di una costruzione di vere e proprie frasi chimiche elaborate in forma sintetica utilizzando quelle lettere e quei simboli. Lanonimo costruisce delle Syllabae Chymichae14, veri e propri sintagmi combinatori degli elementi che sono annotati partendo dalla composizione dei semplici:

13 14

Ibidem, 60. Commentatio, cit., 61.

142

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

Sillabe chimiche

Ogni singolo elemento che isolato in maniera grafica in modo standard viene legato ad altri semplici per la formazione di un composto e riconoscendo la simbologia si possono indicare in modo chiaro i composti: con una parola avente significato o con un carattere universale che ho indicato nel titolo di questo capitolo [his vero verbum significativum, vel universalem characterem, quem superius in titulo delineavit]. Con questi segni, ora completamente trasparenti: noi vogliamo consegnarti questo schema; questi segni sono un pochino pi luminosi [tamquam lucioli] e potranno cos condurti alla luce della vera conoscenza [qui ducere te debent ad veram cognitionis lucem].15 quindi un nuovo senso che appare sotto questa notazione sintetica che illustra come lesperienza chimica possa essere correntemente e chiaramente rappresentata nella combinazione degli elementi dalla combinazione delle lettere e dei segni. Queste ormai seguono una logica del tutto diversa da quella tradizionale da cui derivano e riproducono e trasmettono larte della miscelazione una volta appreso lalfabeto e costruito le sillabe e le parole chimiche che hanno trasformato il simbolo astrologico ed alchemico in un nuovo linguaggio. Larte di distillare non ha atteso quindi la teoria quantitativa degli elementi per costruire due elementi fondamentali del proprio sviluppo scientifico. Il primo di poter rappresentare in modo proprio lesperienza con un grado sempre pi raffinato isolando alcuni fenomeni come laffinit tra gli elementi e la loro capacit combinatoria allo stato puro e rappresentandoli poi con notazioni chiare e definite. Il secondo, non meno
15

Ibidem.

R. Reali

143

importante, che queste esperienze non sono pi il frutto di iniziazioni magiche ma di una razionalizzazione ed un diverso utilizzo dei linguaggi a disposizione che cominciano a corrodere dallinterno la struttura iniziatica dei procedimenti alchemici spingendoli al massimo delle loro possibilit sino ad arrivare ad una vera e propria grammatica (le sillabe nelle parole) e una sintassi (la tavola delle affinit) che ne strutturano il codice che la chimica quantitativa potr poi liberamente riprendere e trasformare in qualcosa di metodologicamente utile non rinnegando la sua genesi storica giungendo in questo modo rapidamente ad una propria distinta capacit di indagine e di proposta scientifica rispetto alle altre discipline. La tavola di Mendeleev, le distillazioni e le sintesi degli elementi sono certamente qualcosa di fondamentalmente nuovo ma solo perch ora si comprende la struttura quantitativa degli atomi; lesigenza di scrivere e annotare le reazioni chimiche in modo breve e standardizzato sar quindi un lascito di quella tradizione dei secoli XVII e XVIII che rapidamente la chimica moderna far propria per giungere ai risultati straordinari che affronter nei secoli XIX e XX. Una ultima notazione va invece fatta di come fu recepita e trasmessa questa cultura alchemica. Linsieme delle sillabe chimiche e delle esperienze di combinazione illustrate sono state annotate, ed lunico esempio che ci rimasto, sullo stipite della cosiddetta Porta alchemica16 della Villa sullEsquilino a Roma appartenuta al Marchese di Palombara poi distrutta dalle successive inurbazioni. (figura 4)

16 Sulla porta alchemica dellEsquilino: Anna Maria Partini, La magia di una porta, in http://www.rivodutri.org/lamagia.htm con annessa bibliografia.

144

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

Figura 4 Porta alchemica nel giardino di Piazza Vittorio - Roma

La porta a cui la leggenda popolare assegna molteplici significati colpisce soprattutto per la sua misteriosa e incomprensibile sequenza di figure simboliche sugli stipiti seguiti da versi che illustravano in modo iniziatico la combinazione degli elementi. Sarebbe, se le ipotesi sin qui seguite sono corrette, una specie di Stele di Rosetta a cui la notazione proposta in simboli degli elementi viene tradotta nel ben pi conosciuto linguaggio verbale della tradizione magico alchemica. Oggi sappiamo ormai che tale sequenza non altro che la notazione di reazioni chimiche perfettamente comprensibili ai contemporanei colti del tempo il cui significato, certamente diverso dal nostro, non ha per trasformato lo spirito con cui furono scritte e cio la creazione di una comunicazione specifica nel linguaggio della natura delle esperienze che gli studiosi del tempo andavano compiendo manipolando gli elementi e che si affrettava a considerarla come una specie di nuovo modo di comunicazione anche a chi, ignaro dei progressi, era rimasto fermo alla vecchia magica rappresentazione delle medesime esperienze. Una sorta di dizionario simbolico a cui per, curiosamente, laura di mistero incomprensibile lo diedero nel 1888, i sistematori del monumento inserendo, accanto alla porta, due rappresentazioni del dio egizio Bes, simbolo delle magie alchemiche egizie, rinvenuti nel giardino del Quirinale e allontanando,

R. Reali

145

anche visivamente, lo sforzo compiuto da quel linguaggio sintetico di dare nuova lingua alla chimica del tempo. Roberto Reali roberto.reali@cnr.it

Bibliografia Di Meo 2009 Di Meo Antonio, I chimici ebrei e le leggi razziali del 1938: lUniversit e oltre, in Le leggi antiebraiche del 1938, le societ scientifiche e la scuola in Italia, Atti del Convegno, Roma 26-27 novembre 2008, Roma, Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, 287-320. Ferguson 1906 Ferguson John, Bibliotheca chemica, A catalogue of the alchemical, chemical and pharmaceutical books in the collection of the late James Young of Kelly and Durris, Glasgow, Maclehose. Galilei Galileo Galilei, Opere, Roma, Edizione Nazionale a cura dellIstituto dellEnciclopedia Italiana, 2006. Levi 1979 Levi Primo, Il sistema periodico, Torino, Einaudi. Fonti delle illustrazioni Tavola 1 Riprodotta in Encyclopedia britannica. www.britannica.com Figura 1 http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/pieter_bruegel.htm Figura 2 http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep6/ep6-alch.htm

146

Simboli e scrittura delle sperimentazioni scientifiche: la chimica

Figura 3 La Tabula affinitatum inter differentes substantias si trova presso il Museo di Storia della scienza di Firenze. Riprodotta in http://venus.unive.it/miche/chimrestau/capitoli/01-2re.htm Figura 4 http://www.officinarcheologica.it/visita-alla-porta-alchemica/

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo Sergio Marroni


Abstract Nellitaliano contemporaneo si fa sempre pi spiccata la tendenza a eliminare larticolo determinativo davanti ai nomi di societ, istituzioni, enti, associazioni, pur tra frequenti oscillazioni; ci nonostante le descrizioni delle principali grammatiche di riferimento inducono a ritenere agrammaticale lomissione. Sulla base dunampia analisi di corpus dellitaliano parlato e scritto lautore rintraccia il percorso dun cambiamento possibile della norma linguistica in atto allinterno dun microsettore della sintassi dellarticolo. Individuata la sua origine nei linguaggi economico-finanziario e aziendale, vengono indicati diversi fattori dordine sia strutturale sia sociolinguistico che illustrano le motivazioni e le vie della recente e rapida diffusione della costruzione. Parole chiave: italiano contemporaneo, sintassi, ellissi, articolo determinativo, nomi propri In the Italian language nowadays there is a relevant tendency to eliminate the definite article before names of companies, institutions, corporations, associations. This happens even if the main reference grammars consider this omission as ungrammatical. Based on extensive analysis of the corpus of spoken and written Italian, the path is here drawn of a possible change of the linguistic standard with regard to the syntax of the article. Tracing its origin in the economic-financial and business languages, several structural and sociolinguistic factors are mentioned, explaining the reasons and the ways of the recent and rapid spread of the construction. Keywords: contemporary Italian syntax, ellipsis, definite article, proper names

I giornali di ieri, 21 febbraio 2011, riferivano delle dimissioni di Leonardo Del Vecchio dal Consiglio damministrazione delle Assicurazioni Generali. lultimo evento, in ordine di tempo, dun aspro conflitto ai vertici del maggior gruppo assicurativo italiano, presieduto da Cesare Geronzi, un conflitto la cui posta ancora pi ampia, poich investe la Rcs,

148

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

vale a dire, fra laltro, il Corriere della Sera1. Il 2 febbraio nel sito della Repubblica2 si leggeva un articolo intitolato Della Valle: Generali esca da Rcs / Non ci serve e porta solo malumori; sottotitolo: Il patron di Tods al Cda, consigliere e azionista, chiede che la compagnia triestina ceda la propria quota del gruppo editoriale [...]. Nellarticolo si legge che Vincent Bollor, vicepresidente di Generali, ha detto ai giornalisti che il consiglio di amministrazione valuter con attenzione la proposta di cessione della quota Rcs avanzata da Della Valle. Nello stesso luogo, il 16 febbraio, apparso un articolo intitolato Rcs, dopo lo scontro Della Valle- Geronzi poteri al cda e de Bortoli in sella fino al 2014 e ieri un altro dal titolo Generali, Del Vecchio si dimette in polemica con Geronzi; sottotitolo: Il patron di Luxottica lascia; decisiva probabilmente lintervista a Ft in cui il presidente annunciava scelte strategiche future mai discusse dal consiglio [...]. Ne riporto, a conclusione di questo preambolo, il primo capoverso:
MILANO - Ora ufficiale, Leonardo Del Vecchio si dimesso dal consiglio di amministrazione di Generali. Non si conoscono ancora le motivazioni ufficiali che hanno spinto il patron della Luxottica a un simile gesto, ma tutto fa pensare a una presa di distanza dal presidente Cesare Geronzi e dalla sua ultima intervista al Financial Times in cui delineava strategie della compagnia di Trieste mai discusse con gli altri consiglieri.

Richiamo lattenzione sulla seguente oscillazione: mentre nel sottotitolo Leonardo Del Vecchio il patron di Luxottica, nellarticolo il patron della Luxottica. Le citazioni giornalistiche precedenti contengono per dieci volte il nome duna societ, solo nellultimo esempio citato esso viene introdotto dallarticolo determinativo. La ricerca di cui qui si presentano i primi risultati partita da tre osservazioni: 1) nelluso attuale, in particolare giornalistico, i nomi di societ, di ditte, di imprese tendono, in linea generale, a rifiutare larticolo determinativo in tutti i contesti sintattici, pur con grande incertezza;

1 2

Dora in poi Cds. Dora in poi R.

S. Marroni

149

2) nella mia sensibilit linguistica lomissione produce unimpressione di estraneit, che tuttavia possiede intensit diverse, fino a giungere allo svanimento, a seconda delle situazioni; 3) la memoria del parlante suggeriva che potesse trattarsi dunestensione recente, probabilmente dilagata in breve tempo al di l di argini pi circoscritti. Chi fosse interessato alla grammatica dellitaliano, dopo aver letto nellarticolo del 2 febbraio citato la cessione della quota della compagnia in Rcs, per Generali "non core business e non serve per lo sviluppo futuro", patto di sindacato Rcs, L'iniziativa del patron di Tod's, intesa tra Tod's e ministero, pensa che la Rizzoli non sia un'azienda che vada gestita come tutte le altre, avrebbe potuto immaginare una regola in cui larticolo determinativo sarebbe presente solo se il nome ha la funzione di soggetto; ma nellarticolo del 16 febbraio avrebbe trovato oltre a patto di sindacato di Rcs Mediagroup e discussioni attorno a Rcs, anche il fondatore della Tods, alcuni soci della Rcs, dal presidente della Rcs e articoli giudicati troppo duri nei confronti della Fiat e dellEni. E se, interessato anche alle vicende della Fiat, egli avesse letto larticolo del Sole 24 ore3 del 15 febbraio scorso, intitolato Marchionne (in giacca e cravatta) alla Camera: la Fiat ha progetti ambiziosi per lItalia, avrebbe forse tratto un motivo ulteriore dinquietudine, incontrando, nello stesso articolo, Lamministratore delegato di Fiat, il recente passato della Fiat, Su Fiat si aperto un ampio e lungo dibattito [...], Nessuno pu accusare la Fiat di comportamenti scorretti, lamministratore delegato di Fiat, Il motivo che ha spinto Fiat alle sue iniziative, Fiat era un'azienda che nel 2004 perdeva 4 milioni al giorno, garantire a Fiat, Non solo vero che la Fiat abbia salvato Chrysler, l'ad di Fiat, il futuro della Fiat, la Fiat da sola non avrebbe potuto fare, Il futuro di Fiat e Chrysler, La Fiat ha il cuore in Italia, quota Fiat, l'amministratore delegato della Fiat, Se il cuore della Fiat sar in Italia, gli investimenti di Fiat, Fiat si aspetta un fatturato di 64 miliardi di euro, destiner 4 miliardi a Fiat Industrial, il 65% per Fiat Group Automobiles, investimenti previsti [...] per Fiat Group Automobiles, prodotti da Fiat, L'amministratore delegato di Fiat, stabilimenti Fiat, la Fiat disponibile a collaborare, degli accordi in Fiat, Fiat non ha nessuna intenzione di abbandonare l'Italia, Fiat fa parte di questo Paese, Per l'amministratore delegato di Fiat, la Fiat l'unica grande azienda, l'ad di Fiat, i trattamenti che la Fiat nel tempo ha riconosciuto alle proprie persone; in tutto 34 occorrenze, 12 delle quali
Dora in poi S24o

150

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

introdotte dallarticolo, fra cui mi limito a sottolineare la Fiat ha progetti ambiziosi per lItalia (nel titolo) di fronte a Fiat non ha nessuna intenzione di abbandonare l'Italia; lamministratore delegato di Fiat alternato a l'amministratore delegato della Fiat; il cuore della Fiat accanto a gli investimenti di Fiat. Il fatto che al di l del conflitto economico, politico e sindacale, dobbiamo occuparci qui dun conflitto di tuttaltra portata fra due norme sintattiche, di cui una pi recente, della quale cercheremo di determinare lorigine e la natura. La norma tradizionale descritta dalle grammatiche dellitaliano, anche se la maggior parte di esse la disegna a una scala che non permette di seguirne nitidamente tutti i frastagliati confini. Ci atterremo, quindi, solo a quelle che potranno servire ai fini della nostra analisi, a partire da alcuni paragrafi di Fornaciari (1884), il quale fra i nomi ai quali si premette larticolo determinativo individua la classe dei nomi determinati di per s, vale a dire quelli che
significano cose uniche in natura, p. es. il sole, la luna, la terra; i nomi di materia, loro, il rame, il vino; i nomi proprii di nazioni, di grandi isole, di fiumi, di monti, di laghi, p. es. la Francia, la Corsica, il Tevere, lAppennino ecc. ecc.; i nomi usati in senso dantonomasia, p. es. la societ, la Provvidenza (XIII 3).

Si esaminano nel seguito sia le eccezioni a questa norma generale sia altri casi di ellissi. Cos, nella sezione intitolata Omissione regolare dellarticolo, si legge che per lo pi larticolo respinto dai nomi in singolare di provincie e di grandi isole, purch di genere femminile in a [...] dopo le preposiz. di ed in (in senso locale) (XIII 34); nelle enumerazioni (XIII 37); dopo forme comparative, come, a guisa, a foggia, a modo di (XIII 40). Se i nomi vengono coordinati, larticolo pu essere omesso quando e il primo e gli altri sostantivi lometterebbero, se fossero soli (XIII 43). In tutta la trattazione non vengono presi in considerazione nomi di ditte, di associazioni o di istituzioni4.

4 Con leccezione del 36 dove si trova Parlamento italiano, Camera de Deputati, Cose esterne, Cronaca della citt, Stato Civile, ma si sta esemplificando lassenza dellarticolo nelle soprascritte, nei titoli, nelle date, nelle rubriche dei libri o dei capitoli. Nelle grammatiche successive di solito non si arriva a trattare un caso cos specifico come lincontro fra articolo determinativo e nomi di questa specie: cfr. Dardano&Trifone (1995), Salvi&Vanelli (2004), Patota (2006), Prandi (2006) o anche Della Valle&Patota (2007). Pi significativa lassenza nel cap. Luso dellarticolo di Lepschy&Lepschy (1981).

S. Marroni

151

Questi ultimi sono invece inclusi negli esempi addotti da Serianni (1991) nei paragrafi dedicati alluso dellarticolo con le sigle (IV 9-12). Li riportiamo integralmente, inserendoli in uno schema che illustra i casi possibili.
Tab. 1 Iniziale vocalica Pronuncia unitaria Iniziale consonantica Pronuncia con compitazione Iniziale consonantica Iniziale vocalica Reggenza lessicale5 la FLM, la RSI il FBI, il MSI Reggenza fonetica6 lFLM, lRSI

Femm.

Masch.

lOLP, lUSL / la USL lAUC, lENI, lUFO gli USA

la FIAT, la DIGOS il MEC, il PRI, il PSI lo SME, lo Sdi7

la DC, la BNL

il CNR, il BR8

lFBI, lMSI, lSdi

(V)

(Cu)

(Cc)

(Cvl)

(Cvf)

Quel che importa sottolineare qui sono le forme verbali impiegate da Serianni per enunciare la norma9; caso (V): Quale che ne sia la pronuncia [...] si usano gli articoli prevocalici; caso (Cu): vogliono larticolo preconsonantico; caso (Cc): avremo il e un; casi (Cvl) e (Cvf): si esamina loscillazione, indicando una preferenza per (Cvl) nel femminile e

Larticolo ha il genere e la forma richiesta dalla prima parola del sintagma pronunciata per esteso. 6 Larticolo ha il genere richiesto dalla prima parola del sintagma, ma la forma si adegua alla realizzazione fonetica della sigla. 7 Cos nella R del 25.3.1986 ci si riferiva alla Strategic Defense Initiative, mentre Il Gazzettino del giorno prima ha lSdi (Serianni 1991, IV 11). Com noto, loscillazione nel genere degli anglicismi frequente. 8 Nel senso di lesponente delle Brigate Rosse. 9 Saranno evidenziate con il corsivo.
5

152

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

concludendo che si ha solo, ovviamente: la DC, la BNL, ecc.; e se sulla defunta Dc siamo tutti daccordo, le cose cambiano, invece, per la Bnl10. Un possibile uso di sigle non articolate indicato nella sezione dedicata allomissione dellarticolo nellitaliano contemporaneo; la regola generale non viene applicata, infatti,
[i]n un certo numero di complementi di luogo, specie se introdotti da in: lavorare in fabbrica, restare in camera, pregare in chiesa, andare in ufficio, recarsi in prefettura, vivere in provincia, andare a casa; anche con sigle: Il senatore Norberto Bobbio venerd era a Roma in Rai (Stampa sera, 29.12,1986, 13; ma si potrebbe dire anche alla Rai) (Serianni 1991, IV 72 d);

dove si scorger il velato giudizio racchiuso nella parentesi. Raccogliamo ancora losservazione relativa alle sequenze di pi termini, in cui buona norma ripetere larticolo (o la preposizione articolata o il partitivo) davanti a ciascuno di essi, oppure ometterlo sempre (IV 73), e passiamo ad alcune osservazioni sui toponimi, utili ai fini del nostro discorso. Trattando di nomi di regioni, stati e continenti che normalmente vengono preceduti dallarticolo, Serianni (1991, IV 41) nota, fra laltro, a) che, se il toponimo ha la funzione di soggetto o di oggetto diretto, larticolo di norma presente: la Basilicata ha due province, amare la Cina, ma spesso assente nelle enumerazioni: Olanda, Belgio e Lussemburgo costituiscono il Benelux; b) che, se il toponimo preceduto da preposizione, larticolo sempre presente, inglobato in una preposizione articolata, quando il toponimo ha forma plurale: la politica degli Stati Uniti, andare nelle Filippine. Con i singolari, spesso assente quando il nome retto da di e in, generalmente presente con le altre preposizioni [...]: il re di Spagna, vivere in Veneto (ma anche: a gloria della Spagna, vivere nel Veneto).

Il focus di Serianni sulla forma dellarticolo; a noi interessa principalmente, in questa sede, che lipotesi della sua assenza non sia contemplata. Maiden&Robustelli (2007, 3.14), trattando del genere delle sigle, elencano lONU, le FS, il PCI (un curioso anacronismo, viste le date della prima e della seconda edizione), la NATO, la NASA, la CIA. Nel seguito non fatto alcun cenno duna possibile omissione che riguardi specificamente i nomi di ditte, associazioni o istituzioni, che, pertanto, appaiono inclusi nei casi generali.
10

S. Marroni

153

Dal capitolo dedicato allarticolo della GGIC (2001)11 traiamo innanzi tutto alcune considerazioni generali.
I nomi propri, in virt del loro valore intrinsecamente referenziale e quindi del loro carattere intrinsecamente determinato, sono ovviamente diversi dai nomi comuni (massa e/o numerabili) e hanno comportamenti diversi. Tale diversit marcata innanzitutto dal fatto che le regole per luso dellarticolo determinativo, valide per i nomi comuni, non sono altrettanto valide per i nomi propri. Infatti, la presenza o assenza dellarticolo determinativo con tali nomi non indica lopposizione determinatezza/indeterminatezza, ma larticolo costituisce piuttosto, insieme con il nome proprio, una unica unit, arbitraria, di denominazione come in la Campania, le Alpi, la Fiat, il Giovanni, il Rossi, il Manzoni, ecc. (GGIC 2001, V.4.1.)

Fra gli esempi compare la Fiat, presentata come ununit di denominazione al pari di la Campania o le Alpi. Nellesaminare, poi, gli usi dellarticolo in relazione ai sintagmi intrinsecamente determinati, come i nomi propri, la GGIC fornisce numerosi esempi, avvertendo che [l]indicazione dellarticolo determinativo o della sua mancanza, o della sua facoltativit, si riferisce al caso pi frequente e che alcuni contesti particolari possono limitarne la comparsa. Trascegliamo le categorie che riguardano pi o meno da vicino la nostra analisi.
II. Nomi di istituzioni, societ, avvenimenti storici, ecc. f) il Cremlino, il Pentagono, la Crusca; la Fiat; le Generali; il Cristianesimo, il Terrore; il Novecento; la Disfida di Barletta [...] IV. Nomi di luogo [...] m) terre: i) continenti: lAfrica ii) stati; nazioni: lItalia; gli Stati Uniti; ma: __ Cuba [...], __ Andorra iii) regioni (amministrative o geografiche): la Lombardia, il Veneto, i Balcani, la Terra Santa, ecc.

11

Scritto da Lorenzo Renzi.

154
[...]

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

s) locali pubblici; istituti (intesi come edifici): i) il Roma (=caff, cinema, albergo Roma) ii) la Kennedy (=scuola Kennedy); lUcciardone dellUcciardone); il Mozartheum (=conservatorio); il (=aeroporto) (=carcere Forlanini

t) squadre sportive, gruppi e simili: il Napoli, il Petrarca, la Sani e Forti (GGIC 2001, VII.3.3.1.1).

La norma richiede, quindi, la Fiat, le Generali. Sono ammesse deflessioni in alcuni contesti. Poich si parla ancora di Fiat12, riportiamo il commento a f).
Bisogna distinguere un nome come la Fiat (indicante lindustria, o la fabbrica, o il consiglio di amministrazione della Fiat), che non ha plurale e non pu avere articolo indeterminativo, da Fiat pseudo nome proprio, cio in realt nome comune [...], che ha anche larticolo indeterminativo e il plurale: una Fiat = unautomobile Fiat; delle Fiat = delle automobili Fiat; o delle azioni della Fiat, ecc. (GGIC 2001, VII.3.3.1.1).

Aggiungiamo subito che ci sar utile anche il commento a s) e t).


Nelle categorie s) e t) larticolo non si accorda per genere (e/o per numero) col nome. In realt larticolo accordato con un nome comune sottinteso: la Kennedy (=la scuola Kennedy), il Napoli (=il club Napoli). Questi nomi sottintesi possono essere anche del tutto assenti della coscienza linguistica dei parlanti, come in questultimo caso (GGIC 2001, VII.3.3.1.1).

Tornando alle deflessioni dalla norma generale, la GGIC prende in considerazione due contesti: il primo si determina quando un nome proprio di luogo che ha obbligatoriamente larticolo si trova preceduto dalla preposizione di, in uno qualsiasi dei suoi significati, il secondo quando un nome della stessa classe viene preceduto dalla preposizione in, con significato locale (VII.3.3.1.2). In entrambi i casi lomissione limitata ai nomi singolari e pu essere obbligatoria o facoltativa a seconda della sottoclasse coinvolta; talora la scelta appare del tutto idiosincratica.
12 Lellissi dipende, com ovvio, dalla norma secondo cui [l]articolo viene sempre omesso quando un termine sia adoperato in funzione metalinguistica (Serianni 1991, IV 72 n).

S. Marroni

155

Tuttavia [l]a presenza di un modificatore accanto al nome proprio rende obbligatorio larticolo. Ora, bench il paragrafo si occupi di nomi propri di luogo e tragga tutti gli esempi dalle lettere l) ed m), incluse nella classe Nomi di luogo del VII.3.3.1.1., ad un tratto ricompare la Fiat, che, come abbiamo visto inserita nella classe Nomi di istituzioni, societ, avvenimenti storici, ecc.; si tratta tuttavia dun esempio in cui il nome ha un ruolo locativo, un esempio che introduce un elemento semantico su cui torneremo.
In genere luso di in senza articolo rivela familiarit con loggetto in questione. Solo un impiegato o un operaio della Fiat direbbe: (227) Lavoro in Fiat. Gli altri dicono: alla Fiat. (VII.3.3.1.2.)13

Alla sintassi dellarticolo avevano dedicato anni prima alcune pagine Lepschy&Lepschy (1981). Fra le altre acute osservazioni, interessa qui riportare, poich aggiunge un elemento assente anche nelle trattazioni pi recenti, quella relativa ai titoli di giornale o di periodico inserita nel paragrafo riguardante lomissione dellarticolo,
[p]er brevit, in telegrammi (e messaggi pubblicitari) [...] e in espressioni create per essere brevi e efficaci come titoli di libri, di periodici, di film: Guerra e pace; Rinascita; Senso, ecc. Si noti lho letto su Rinascita e non sulla Rinascita; ma sul Corriere della sera (sebbene il titolo sia Corriere della sera); su o sulla Repubblica (il titolo la Repubblica) (150)14 .

Se ora, alla luce di quanto descritto dalle pi autorevoli grammatiche della nostra lingua, tornassimo agli esempi da cui siamo partiti, dovremmo concludere che la maggioranza di essi andrebbe asteriscata. E tuttavia sarebbe imprudente attribuirli alla trascuratezza di alcuni giornalisti, perch quegli usi travalicano le pagine e i siti dei giornali o gli studi dei telegiornali, ci circondano e penetrano nella nostra lingua quotidiana fino a modellare il nostro sentimento della norma15. Meglio porsi alcune domande intorno a quello che si configura come un possibile mutamento diacronico

Nessuno dei passi della GGIC citati stato modificato rispetto alledizione del 1991. Loscillazione non viene ricondotta ad alcuna regolarit. 15 Cfr. Serianni (2004).
13 14

156

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

che investe luso dellarticolo determinativo con i nomi propri di istituzioni, societ, enti16. - Le grammatiche recenti esaminate hanno descritto uno stato di lingua effettivo oppure hanno ignorato o emarginato o distorto fenomeni presenti nelluso? Se esse hanno descritto uno stato effettivo, da quando la situazione cambiata e quali sono stati i tempi del cambiamento? Da quale settore della lingua originano questi costrutti? In quali settori hanno potuto trovare un humus favorevole alla loro diffusione? Perch si propagano con tanta rapidit?

- -

Per rispondere, abbiamo innanzi tutto condotto unanalisi con strumenti informatici su quattro corpus di testi: il LIP, il CoLFIS, lOTA ComIC e lOTA Newspapers17. Sono stati compilate due liste, una di nomi di societ18, laltra di nomi di istituzioni, enti, associazioni scelti in base alla loro diffusione e alle loro caratterstiche linguistiche, tali cio da rappresentare formazioni di diverso tipo: sigle (Fiat), acronimi (Fininvest), troncamenti (Telecom), composti (Alitalia), nomi comuni (Poste), antroponimi (Barilla), polirematiche (Alleanza nazionale), polirematiche abitualmente scorciate (Assicurazioni generali Generali).

In realt il mutamento sembra aggredire anche altre classi di nomi intrinsecamente determinati, ma in questambito che gli effetti si sono manifestati con maggiore estensione e compattezza. 17 Il LIP (Lessico di frequenza dell'italiano parlato), diretto da T. De Mauro, contiene 469 testi parlati registrati a Milano, Firenze, Roma e Napoli per un totale di 490.000 parole circa. Risale agli anni 1990-92. Il CoLFIS (Corpus e Lessico di Frequenza dell'Italiano Scritto Contemporaneo), curato da P. M. Bertinetto e altri, raccoglie testi tratti da quotidiani, periodici e libri per un totale di 3.798.275 occorrenze. stato costituito tra il 1992 e il 1994. LOTA (Oxford Text Archive) Corpus of Italian Newspapers, curato da E. Burr, comprende articoli pubblicati dal Mattino (dora in poi M), dalla R e dalla Stampa (dora in poi S) nel 1989. LOTA ComIC (Oxford Text Archive Commercial Italian Corpus), curato da S. Laviosa, contiene saggi e articoli dargomento economico datati dal 1986 al 2001. Complessivamente i corpus oxoniensi contengono circa 600.000 occorrenze. 18 Per la scelta ci si avvalsi soprattutto di Mediobanca (2010), oltre che delle statistiche di Forbes e di Fortune relative allo stesso anno.
16

S. Marroni
Tab. 2 I. Societ (Assicurazioni) Generali Acea Agip Alitalia Atac Ataf Atan Atm Autogrill Barilla Benetton Bnl Edison Enel Eni Fiat Fininvest Finmeccanica Ina Mediaset Montedison Perugina Poste (italiane) Rai Telecom II. Istituzioni, enti, associazioni Alleanza Nazionale An Banca centrale (europea) Banca d'Italia Bankitalia Bce Cgil Coldiretti Confesercenti Confindustria Fi Fiom Fmi Fondo monetario (internazionale) Forza Italia Interpol Ocse Onu Prc Rifondazione (comunista) Sinistra democratica Sinistra giovanile Ue Unione europea

157

opportuno partire dai dati offerti dal LIP, per poi confrontarli con quanto emerge dai corpus ditaliano scritto, giacch qui pare situarsi una prima linea di confine. Dei nomi della I lista si danno 44 occorrenze, di cui 11 vanno sottratte perch la presenza (2) o lassenza (9) dellarticolo del tutto normale. Sono stati scartati, infatti, da un lato i casi in cui larticolo richiesto dalla presenza dun modificatore del nome19, dallaltro quelli, molto frequenti in particolare nei testi scritti, in cui larticolo non pu che

19 O quelli, rari, in cui il nome preceduto da un articolo indeterminativo, spia dun uso come pseudo-nome proprio (cfr. GGIC VII.3.3.1.).

158

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

mancare dato luso appositivo, come in orchestra Rai o vicende Fiat20. Fra le 33 occorrenze rimanenti in un unico caso si registra lomissione, per di pi in una struttura coordinata: noi siamo la brutta copia del Corriere della sera senza Fiat senza inviati dellItalia21. La II lista conta complessivamente 65 occorrenze, di cui 12 vanno sottratte (7 con articolo e 5 senza) per i motivi appena esposti. Sui 53 restanti, i casi di omissione sono 5: uno in dentro Rifondazione22 e quattro davanti a CGIL, CISL e UIL. Concludendo, il quadro che emerge dal LIP si accorda alle regole esposte nelle grammatiche. Interroghiamo, allora, i corpus scritti, cominciando con la I lista. Le occorrenze totali sono 136023, utili 1004, tolte le 27 con articolo obbligatorio e le 329 con assenza condizionata, soprattutto dallimpiego frequentissimo come apposizione ma anche da tipici moduli giornalistici. Nella titolazione respinto larticolo sia quando, raramente, titolo e nome sono tuttuno sia quando, pi spesso, il nome funge da tema separato da un qualche segno dinterpunzione, come per es. in Atac, la fermata di notte; Fiat: Pace tra i giudici e guerra tra i sindacati. Pi in generale larticolo manca in formule sintetiche come RAI-SPONSOR, SOSPENSIONI CANCELLATE, laccordo Alivar-Barilla, neologismi, come decreto salva Rai24, liste, fra le quali
Inoltre i pochi in cui lomisssione imposta dalla locuzione preposizionale precedente, per es. in qualit di. 21 significativo che nel LIP della I lista compaiano solo i nomi seguenti, in ordine di frequenza: Rai, Fiat, Acea, Fininvest e con unoccorrenza ciascuno Agip, Alitalia, Atac, Bnl, Enel, Perugina. 22 Nel febbraio 1991 si svolge lultimo congresso nazionale del Pci, nel quale si compie la scissione che d vita al Movimento per la Rifondazione Comunista. Il LIP riflette immediatamente gli eventi. Anche per la II lista significativo lelenco dei presenti, che poniamo in ordine di frequenza: Cgil, Fiom, Confindustria, Sinistra giovanile, Onu, infine, con unoccorrenza ciascuno, Banca dItalia e, per lappunto, Rifondazione. Ai fini del nostro discorso opportuno ricordare che sia nelluso giornalistico sia nel parlato quotidiano Rifondazione (comunista) stata sempre la designazione normale. verisimile che una larga parte degli italiani ignorasse o trascurasse il fatto che il nome ufficiale fosse Partito della Rifondazione Comunista, tanto pi che duna rifondazione comunista sera parlato vivacemente per mesi (ben 11 occorrenze nel LIP) prima del congresso costitutivo del dicembre 1991, che sanc il nome ufficiale dopo un lungo e controverso dibattito in cui molti si opposero al termine partito. Di fatto, esso compare con una circolazione pi limitata, quasi solo scritta e quasi solo nella sigla Prc. 23 Assente solo Ataf. 24 Composto non saldato graficamente; anche salva-Rai.
20

S. Marroni

159

richiamiamo lattenzione, ai fini del nostro discorso, su quelle dei titoli di borsa, che tendono a comparire privi dellarticolo anche nei resoconti degli andamenti della giornata25. Si potrebbe obiettare che in questo campo ci si riferisce alle azioni, ma in realt luso frequentemente al singolare del verbo o la sua assenza rendono tale riferimento molto ambiguo26, come mostrano gli esempi seguenti: Tra i bancari ha chiuso in virata Bnl (meno 2,43%). In picchiata Banca di Roma che scesa del 6,08% a 3,3 euro; Pesante Fiat che ha ceduto il 3,1%, proprio in relazione alla crisi argentina; Oltre 500 miliardi di scambi in Piazza Affari, Fiat su del 5,9%, Generali del 3,08%, Mediobanca del 4,87%, STET del 5,03%, Olivetti del 4,52%. Le occorrenze dei nomi della II lista sono 1334; anche qui vanno sottratti 12 pi 147 casi duso condizionato, per un totale netto di 1175. A questo punto, se calcoliamo le percentuali dei contesti in cui larticolo necessariamente escluso sul totale delle occorrenze, si ottiene questa sequenza:
Tab. 3 S.I (= corpus scritto, lista I) P.I (= corpus parlato, lista I) S.II (= corpus scritto, lista II) P.II (= corpus parlato, lista II) 24,19% 20,45% 11,01% 7,69%

dal che si ricava, anche se per via indiziaria, che i nomi di societ si presentano pi facilmente in tali contesti (si arriva quasi a un quarto delle occorrenze nel corpus scritto) e che luso scritto costituisce un terreno pi favorevole. Un altro fattore facilitante la forma di sigla, come mostra la seguente tabella relativa al corpus scritto.

25 26

Mentre le liste sono escluse, i resoconti sono inclusi nel nostro computo. Allinterno dun genere testuale che predilige lespressione nominale.

160

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo


Tab. 4

Forma Banca Centrale Europea BCE Fondo Monetario Internazionale FMI Unione Europea UE

Occ. tot. 13 35 26 33 105 67

Occ. con omissione obbligatoria (% sul tot.) 7,69% 17,14% 3,84% 15,15% 0,95% 41,79%

Veniamo ora a quei costrutti in cui la caduta dellarticolo determinativo una possibile alternativa in italiano registrata dalle principali grammatiche, cio coppie, terne o sequenze di nomi coordinati fra loro in maniera sindetica o asindetica27, indipendentemente dalleventuale presenza di preposizioni. A riprova di questa libert condizionata traiamo qualche esempio illustre dal settore dei toponimi che normalmente esigono larticolo28.
Rimase romana tutta la gente latina, Francia, Spagna, Italia. (F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana) Spagna e papa non potevano dire: LItalia siamo noi. [...] E se vogliamo trovare i vestigi di una nuova Italia, che si vada lentamente elaborando, dobbiamo cercarli nellopposizione fatta a Spagna e papa. (ibi)29 [...] e potete credere che cacciato di l, n Francia n Spagna sarebbero state disposte ad aprirmi le braccia (I. Nievo, Le confessioni di un italiano) Come se Spagna e Piemonte fossero due gemelli, che possono scambiarsi panni tagliati ad uno stesso dosso! (M. DAzeglio, I miei ricordi) [...] e tutti que discorsi che fanno, sul vicario di provvisione e il governatore e Ferrer e i decurioni e i cavalieri e Spagna e Francia e altre simili corbellerie, far vista

Cfr. Serianni (1991, IV 73); GGIC (2001, VII.3.2., VII.5.2); Maiden&Robustelli (2007, 4.16). I connettivi considerati sono e, o, sia... sia, n e simili. 28 Come abbiamo visto, la GGIC accosta la Fiat ai nomi di luogo in pi dunoccasione. 29 Oltre alla reggenza preposizionale, notevole lassimilazione sintattica di papa a un nome di nazione; cfr. anche Ma saviezza fiorentina e immaginazione napoletana erano del pari sospette a Chiesa e Spagna (ibi).
27

S. Marroni
di non sentire (A. Manzoni, I promessi sposi)30 Per la pace conchiusa nel 1801 tra Francia e Austria (V. Monti)

161

Aggiungiamo un esempio domissione in una coordinazione asimmetrica con un primo termine appartenente ai nomi di citt, che, quasi tutti, respingono larticolo in qualsiasi contesto.
Fu condannato da Roma e da Spagna, ribelle ed eretico, e tenuto in prigione ventisette anni, sottoposto alla tortura sette volte. (F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana)

Tornando ai nomi delle classi che cinteressano pi direttamente, nel LIP troviamo 14 presenze allinterno di costruzioni come queste: 10 articolate e 4 non articolate (28,57%). Nel corpus scritto, invece, le presenze sono numerose, 281 in totale, e il rapporto fra presenza e assenza dellarticolo favorisce nettamente questultima con l80,07%. Va sgombrato, dunque, il campo da occorrenze in cui lomissione pu essere considerata regolare, come in Confindustria e sindacati hanno rinviato tutto; ma Generali e Bankamericard assicurano che [...]; conteggiando ministeri, universit e Banca dItalia; riunire in una superholding energetica Eni ed Enel; consigliere di Mediobanca e Generali; capitale riservato ad Ina e Inps; La manifestazione, organizzata da CGIL, CISL e UIL; Tra Stet, Sip, Snam ed Enel lo Stato tiene sui servizi; il problema della divisione dei posti tra Ina e Inps31. Serve unultima potatura, per raccogliere quei nomi inclusi nella ricerca che rifiutano costantemente larticolo; si tratta di nomi di raggruppamenti politici che non hanno o non presuppongono alla loro base nel sentimento dei parlanti un nome comune come partito, movimento, lega, unione o simili: Forza Italia (152 occorrenze totali pi una di FI), Rifondazione Comunista (108
30 Si noti lassenza dellarticolo davanti ai nomi propri (di persona, ovviamente, e di nazione) e la sua presenza davanti ai nomi comuni nella medesima coordinazione. 31 A proposito del tipo tra SN e SN, vd. GGIC VII.4.3.4., in cui sono indicati alcuni vincoli, lultimo dei quali (Il tipo riguarda due SN singolari. Il plurale escluso del tutto, a meno che non sia limitato [...] al solo secondo membro) mi pare infondato, anche alla luce di esempi come: il no allaccordo fra sindacati, Confindustria e governo sul costo del lavoro o il duello era fra progressisti e Forza Italia, o, uscendo dallambito dei nostri nomi: Differenze tra bambini bianchi e bambini neri? Che sciocchezze; assi di raccordo tra aree industriali e grande viabilit; tra cattolici e marxisti; patto tra comunisti e Nuova Democrazia; Pi che un incontro tra cronisti e tecnico sembrato di partecipare ad uno psicodramma; tavolo di concertazione tra parti in causa e neo-Governo; e si potrebbe facilmente continuare.

162

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

occorrenze totali pi una di RC), cui si associa Alleanza Nazionale (50 occorrenze totali) nonostante alleanza. Vengono percepiti, evidentemente, come nomi titolo, per riecheggiare la classificazione di Fornaciari (1884), anzich come nomi di partito, e come tali rifiutano larticolo32. Due grafici a torta permettono dapprezzare quanto siano consistenti le fette delle omissioni riconducibili nel solco della tradizione, oltre che sensibilmente pi abbondanti nello scritto che nellorale; i dati sono racchiusi in grandi suddivisioni: articolo od omissione obbligatori, articolo od omissione in strutture coordinate od enumerative, omissione con i nomi titolo33, articolo od omissione negli altri casi.

1%

Art obbl. 8% obbl. 13%

LIP

Art Coord. 9% Art 64% Coord. 4% "Nomi 7tolo" 1%

32 Cfr. il CCD, lMPA (il MPA), il PD, il PDCI, il PDS, il PPI, lUDC, lUDR. significativa lalternanza il PRC / Rifondazione Comunista. Viene da chiedersi, naturalmente, quanto questo rifiuto dellarticolo consuoni con un rifiuto della forma e del termine partito che ha caratterizzato la politica italiana allindomani della crisi del 92-94 (Alleanza Nazionale si costituisce nel gennaio del 1995). Nella microsintassi emergerebbe allora un sintomo di processi di ben altra portata; ma su questo sarebbero necessarie analisi pi approfondite. 33 Solo nei contesti restanti, in cui gli altri nomi oscillano nelluso al di l della norma tradizionale.

S. Marroni

163

Art obbl. 5% 2%

obbl. 18%

SCRITTI

Art Coord. 2% Coord. 8% Art 55% "Nomi 7tolo" 10%

Allinterno di questi ultimi si situa la zona in cui la scelta di omettere larticolo determinativo si fa via via pi anomala rispetto a quanto esposto nelle grammatiche cui abbiamo fatto riferimento; una scelta, anche qui, decisamente pi vistosa nello scritto che nellorale. Nel LIP essa viene fatta solo una volta: senza Fiat34, in cui lassenza dipende dalla preposizione, che solita fare a meno dellarticolo35.

Noi siamo la brutta copia del Corriere della sera senza Fiat senza inviati dellItalia (Milano, testo di tipo B: scambio comunicativo bidirezionale con presa di parola libera non faccia a faccia). 35 [N]on compare larticolo (e corrispondentemente si usa la preposizione semplice invece di quella articolata, [...]) [...] nella grande maggioranza dei sintagmi modali formati mediante con e senza: con astuzia, con allegria, senza paura, senza pace (Serianni 1991, IV 72 a). Pi particolareggiata lanalisi della GGIC (2001, VII.4.3.3.), che dopo aver enunciato alcuni vincoli generali (Mentre il complemento di modo, come abbiamo visto, si presenta con con (senza), assenza di articolo e nome astratto, gli altri complementi con con (senza) hanno tutti larticolo), si trova nella condizione di doverli attenuare alla luce degli stessi esempi allegati, poich anche con i complementi di mezzo, di unione e di compagnia, e con SN concreti si d la possibilit dellomissione dellarticolo; si tratterebbe allora, ma lipotesi avanzata dubitativamente, duna reinterpretazione modale. In effetti, le membrane che dividono mezzo, unione, compagnia, privazione e modo sono permeabili e aggiungerei che una certa pressione potrebbe esercitare (come nelles. del LIP e nel [321] della GGIC) anche la struttura coordinata. Si colloca su un piano in parte diverso il punto di vista di Maiden&Robustelli (2007, 4.18): When senza means without any and is followed by a generic noun, the article is usually omitted [...] When the noun following senza is specified (i.e., identified as a particular member
34

164

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

Insomma, la situazione rappresentata dal LIP circa trentanni fa concorda pienamente con quanto descritto dalle grammatiche citate. Quanto ai corpus scritti, lomissione dellarticolo nella zona che stiamo esaminando ricorre 132 volte. Si tratta, come mostra anche il grafico, duna percentuale abbastanza modesta. Non sorprende rilevare che la maggioranza assoluta costituita da occorrenze in cui i SN sono retti dalle preposizioni di e in (84, pari al 63,63%); da tempo, infatti, le grammatiche sottolineano come dopo queste due preposizioni la caduta dellarticolo determinativo sia frequente con i nomi di grandi isole, di regioni o di stati che normalmente lo richiedono (si vedano gli esempi di Fornaciari [1884, XIII 34]: il re di Francia, limperatore di Russia, lambasciatore dInghilterra, il vino di Spagna. Sono in Francia, vado in Germania, vengo di Sardegna o di Corsica)36. probabile che, una volta avviato il processo, questa zona abbia rappresentato un guado favorevole al passaggio dei nomi di societ, istituzioni, enti, associazioni ed parimenti probabile che alcuni nomi siano stati la testa di ponte, come suggerisce la seguente tabella che riporta quelli con occorrenze maggiori di uno.

or subclass of the set of entities referred to by the noun), then the article (definite or indefinite) is used according to the ordinary rules for use of the article; unosservazione che pu attagliarsi anche alla frase del LIP, in cui, in effetti, Fiat va inteso come unantonomasia. 36 Il fenomeno sensibile alle categorie del numero e del genere. I nomi plurali sono esclusi. Riguardo ai singolari, tuttavia, le grammatiche non concordano appieno sulla forza dei vincoli imposti da di e da in ai femminili e ai maschili e sulle sottoclassi di toponimi soggetti ad essi; cfr. Fornaciari (1884, XIII 34), Lepschy-Lepschy (1981, 153-54), Serianni (1991, IV 41), GGIC (2001, VII.3.3.1.2.), Salvi&Vanelli (2004, II.2.2.3.1.), Maiden&Robustelli (2007, 4.6). Un accordo pu essere trovato sul fatto che il femminile perlomeno favorito. Ricordiamo che la quasi totalit dei nomi che stiamo esaminando appartiene al femminile ed singolare.

S. Marroni
Tab. 5 di 9 7 6 6 3 2 2 35 in 11 8 7 3 3 2 34

165

Confindustria Bankitalia Montedison Telecom Poste (italiane) Fiat Finmeccanica Tot.

Rai Montedison Fiat Confindustria Banca dItalia Fininvest Tot.

Un certo numero di omissioni riguarda i ruoli di soggetto e di complemento diretto (rispettivamente 25 e 2, per una percentuale complessiva del 20,45% dei 132 casi su cui abbiamo aumentato lingrandimento). Leffetto deviante si fa qui ancora pi avvertibile, vediamo grazie alla tab. 6 con quali nomi viene prodotto pi duna volta.

Tab. 6 SOGG 4 3 3 2 2 2 2 19

Fiat Alitalia Montedison Autogrill Finmeccanica Mediaset OCSE Tot.

Resta da rilevare che le omissioni si addensano pi intorno ai nomi di societ che a quelli di istituzioni, enti e associazioni, e che, tolti i contesti esaminati fin qui (di + SN, in + SN, SN Sogg e SN Ogg Dir), rimangono 21 occorrenze (il 15,9%), distribuite fra diversi SP (le cui teste sono, in ordine decrescente, da 7, a 4, con 3, per 3, su 2, tramite 1) e un come + SN comparativo.

166

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

Possiamo concludere che il rilievo compiuto sul terreno di testi scritti, soprattutto giornalistici, situati cronologicamente fra il 1986 e il 2001 mostra uno scostamento limitato rispetto alla norma tracciata dalle grammatiche di riferimento. Appaiono tuttavia gi delineate le direzioni duna marcia despansione che verr seguita negli anni seguenti. Unultima osservazione assume una certa importanza nella ricostruzione del fenomeno di cui stiamo cercando di tracciare landamento. Si sono gi accumulati indizi consistenti che additano come sua incubatrice il linguaggio economico e, soprattutto, finanziario. Altri non trascurabili adombrano unazione coadiuvante delle variet settentrionali. Facciamo qualche esempio. Le 9 occorrenze di di Confindustria si leggono tutte nel S24o (le occorrenze di della Confindustria sono 55, e solo 3 si ritrovano nella stessa testata), cos come lunica in cui Confindustria soggetto non articolato; in Confindustria compare una volta nel M, una nella R e una nella S37. Dei ben 24 casi in cui Montedison significativamente privo dellarticolo, 22 si leggono nel S24o. Sono del S24o due dei quattro Fiat soggetti non articolati38; di Fiat compare una volta nel Cds e una in un resoconto borsistico del M (sono 46 le occorrenze di della Fiat), mentre in Fiat si legge, in articoli firmati da giornalisti originari del Nord, nellEspresso, nella S39 e in Gente Motori (sono 20 le occorrenze di alla Fiat, una di nella Fiat). La tab. 7, in cui sono inclusi i nomi pi rilevanti, delinea un ruolo di apripista per la preposizione in.

Tab. 7 della 54 55 46 90 di 1 9 2 1 alla / nella 2 4 21 34 in 1 3 7 11

CGIL Confindustria Fiat Rai

Nel discorso diretto attribuito al leghista Vito Gnutti, membro dellassociazione. Un terzo si trova in un titolo del Cds fra virgolette in posizione iniziale, lultimo in un resoconto borsistico della S. 39 In entrambe le occasioni nel contesto dicono in Fiat.
37 38

S. Marroni

167

Mentre il rapporto fra della e di tocca il 90:1 e non scende al di sotto del 6,1, con in va dal 3,1 all1,3. Tiriamo le fila. Nellarco di pochi anni alcuni usi devianti nella sintassi dellarticolo con i nomi di societ, di enti, di istituzioni, di associazioni sono straripati dallalveo in cui erano confinati, quello dei linguaggi economico- finanziario e aziendale, e hanno invaso i pi diversi tipi testuali, senza tuttavia riuscire ancora ad emarginare la norma tradizionale, come testimoniano le continue, fitte oscillazioni anche in una medesima frase. Sui modi e le motivazioni crediamo che abbiano una buona solidit le seguenti ipotesi, da sottoporre a un ulteriore approfondimento. Possono causare situazioni di referenza ambigua generatrici dinterferenza sintattica quei nomi di societ che coincidono col cognome della famiglia proprietaria o del fondatore (Benetton, Ferrero ecc.). Ben pi incisivo, ovviamente, il ruolo delle costruzioni in cui lassenza dellarticolo gi tradizionale; si tratta del 17% delle occorrenze nel LIP e del 26% nei corpus scritti. Quanto ai nomi titolo di associazioni politiche (l1% nel LIP, ma il 10% nei corpus scritti), di cui una fucina prolifica erano gi stati i gruppi extraparlamentari di sinistra e di destra degli anni 60 e 70 (Avanguardia Operaia, Lotta Continua, Ordine Nuovo ecc.), essi conquistano ruoli di primo piano negli anni del dopo-Tangentopoli grazie a formazioni come Rifondazione Comunista, Forza Italia, Alleanza Nazionale. Sono nomi propri che programmaticamente rifiutano larticolo caratteristico dei nomi tradizionali delle forze politiche, Lega inclusa; perfino in contesti come responsabili della sezione di Alleanza Nazionale di Ciampino (R, 1994), in cui laggiunta del modificatore non sortisce alcun effetto. Forza Italia spinge il processo a conseguenze estreme: il nome di partito va in cortocircuito con il nome di societ e con il nome di prodotto; si pensi a Che banca, un nome dalla struttura ormai lontanissima da quelle tradizionali, come il Banco di Napoli, il Banco di Santo Spirito (> il Santo Spirito), lIstituto Bancario San Paolo (> il San Paolo), il Monte dei Paschi di Siena, la Cassa di Risparmio di Venezia, la Banca Popolare di Milano ecc., in cui sono ben riconoscibili la testa del SN e il suo modificatore. A uno stadio intermedio si pongono nomi come Banca Intesa, in cui il modificatore, acquistando un peso semantico maggiore e annacquando la relazione

168

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

sintattica con la testa, finisce col saldarsi ad essa in un blocco che funziona come un titolo, talora anche graficamente, come in BancoPosta. Il processo linguistico stato favorito dai recenti rapidi processi di fusione che hanno generato nomi quali Intesa San Paolo (esito duna decapitazione dei SN), oltre a numerosi acronimi. I nomi di moltissime banche si sono trasformati in acronimi, ma, pi in generale, lacronimomania dilagata nellonomastica economica, finanziaria e aziendale. Le tabb. 5 e 6 mostrano chiaramente come lomissione dellarticolo sia favorita dagli acronimi in misura maggiore che dalle sigle: mentre queste ultime consentono, anche se non sempre agevolmente, di risalire al nome testa in esse contenuto (BNL > banca) e, quindi, di usare e accordare larticolo di conseguenza, lacronimo tende a divenire un oggetto unidimensionale che slitta pi facilmente verso un uso assoluto, mentre leventuale articolo viene accordato, di fatto, con un nome comune sottinteso come nel caso dei nomi di locali pubblici, edifici sede distituti, squadre sportive trattato dalla GGIC (2001, VII.3.3.1.1)40. Del resto, la sigla e lacronimo sono sempre pi ricercati da chi opera nel mondo delleconomia per la loro aura di tecnicit e defficienza e da chi opera nel mondo del giornalismo per la loro brevit e per il rispetto che incutono. Il mostriciattolo Bankitalia, con il suo glamour anglicizzante e un po pubblicitario ne un esempio eloquente41. La riflessione sullacronimo conduce, per associazione, sul versante aziendale, ad alcune strategie politico-economiche come quella del cosiddetto spezzatino, applicata negli ultimi decenni a molte aziende, o come quella delle scatole cinesi, le quali hanno comportato una

40 Vd. sopra e cfr. nomi come Montedison, Unipol o Interpol. Il fenomeno dellaccordo con un nome sottinteso emerge percettibilmente in casi come la Generali le ha utilizzate per garantire il tramutamento delle obbligazioni convertibili in azioni; La Generali non ha brillato; La maggior parte dei titoli guida, dalla Fiat alla Generali a Mediobanca si mossa in linea con l'indice; anche la Poste potrebbe entrare nel prossimo futuro a far parte del matrimonio, nei quali larticolo singolare in apparente disaccordo con il SN. 41 E doppiamente paradossale: non solo perch, com noto, lingl. bank, come le parole analoghe nelle principali lingue straniere, deriva dallitaliano, ma perch segna un capovolgimento connotativo del carattere k, fino a pochi decenni fa intriso dimplicazioni negative, basti pensare al kappa politico di maskio, amerikano, Kossiga, citati da Maraschio (1993, 148), frequenti sui muri delle nostre citt in anni di politicizzazione e femminismo accesi. Poche righe sopra si accenna al kappa pubblicitario di trovate come Mukkilatte. Cfr. Serianni (1991, I 153 b).

S. Marroni

169

proliferazione di nomi, di solito ancora acronimi o composti. Anche questi ultimi tendono a essere percepiti come nomi titolo; si veda questesempio di Gente Money: Se il Governo decidesse di metterle entrambe sul mercato, tutti correrebbero a comperare l'Agip al posto di Agip petroli, in cui Agip conserva larticolo, ma lo perde Agip petroli; o questa oscillazione ravvicinata: ricorda da vicino quanto avvenuto nel gruppo Ferruzzi tra Montedison Milano e la Montedison Finance NV (R). Una forte spinta alla caduta dellarticolo viene dalla scrittura giornalistica, in particolare dei titoli, a partire dal modello pi consolidato Poste italiane, con "Pegasus" la coda si azzera (La Gazzetta del Mezzogiorno42, titolo). Esigenze di spazio e di tematizzazione si coniugano e producono strutture come Ocse pi ottimista dell'Fmi. Italia: allarme sanit e welfare (S24o, titolo). Si tratta dun processo accelerato dalla diffusione attraverso i nuovi canali della notizia, che per brama di brevit e di velocit si fa titolo di s stessa. Lo stile tende al telegrafico (Ocse promuove l'Italia: un miracolo in dieci anni [GdM, titolo]), incurante duna goffaggine che col tempo finisce con lessere percepita come andatura normale43. Come spesso avviene, la scrittura giornalistica si fa moltiplicatrice di novit emerse altrove, in questo caso nel settore economico-finanziario. Lellissi con i nomi distituzioni, enti, associazioni appare, data la sfasatura cronologica nelle percentuali, come lestensione dun uso che ha il suo centro in unarea contigua. Non a caso sono le istituzioni, gli enti, le associazioni economiche o pi legate al mondo economico le prime ad essere coinvolte (Confindustria, OCSE). Va richiamata lattenzione in particolare sul linguaggio della borsa, in cui la concitazione, la velocit e la brevit sono di casa. Non solo vi si trova luso assoluto con referenza ambigua gi notato (si parla della societ o delle sue azioni?), ma sincontrano esempi come questo: Vigorose Mediaset a pi 3,08% e Class Editori (pi 2,04%) mentre Mondadori (pi 6,31%) stata la migliore del comparto (S24o), in cui larticolo eliminato anche con il soggetto azioni sottinteso e non ambiguo grazie al morfema femminile plurale
42 43

Nel seguito GdM. Se si torna al sottotitolo dellarticolo della R di ieri citato allinizio, si trover decisiva probabilmente lintervista a Ft, mentre nellarticolo si legge intervista al Financial Times: la forma testuale titolo e luso duna sigla (compresa da quanti lettori?) hanno congiurato contro larticolo determinativo.

170

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

dellaggettivo per i primi due soggetti, mentre il verbo concorda con un soggetto sottinteso singolare per il terzo. Lo spazio limitato in cui il giornalista deve condensare le informazioni di borsa, labitudine alla lista dei titoli accompagnati direttamente dalle percentuali, forse la stessa incertezza del referente possono essere alla radice dellomissione, e ci vale ancor pi per loperatore di borsa che soggiace, fra laltro, a condizionamenti temporali di confezionamento del messaggio orale o scritto pi stringenti di quelli imposti dalla stampa quotidiana. Credo che vada cercato qui il motore primo del fenomeno che stiamo trattando. Esso si sviluppa certamente in un ambito in cui linglese esercita un influsso considerevole; tuttavia, prima dipotizzare un'interferenza a un livello linguistico, come quello sintattico, generalmente refrattario44, prudente chiedersi se nelle strutture dellitaliano non siano presenti fattori tali da giustificare linnovazione e il suo accoglimento. A mio avviso, questi fattori non solo esistono, ma sono numerosi e consistenti. A quelli dordine linguistico saggiungono fattori dordine extralinguistico. Il decennio che va dal delitto Moro al 1989 segnato da una profonda ristrutturazione dei sistemi valoriali e degli ordini di prestigio mediante i quali si classificano realt materiali e immateriali. In questo processo i settori e i linguaggi economici, finanziari e aziendali sono saliti fino ai primissimi posti45. Non sorprende, quindi, che innovazioni nate sul terreno economico-finanziario o aziendale (il che implica, in Italia, su un terreno situato, di solito, al Nord) abbiano la capacit dimporsi come modello prestigioso ai parlanti e agli scriventi. Intrecciato con questultimo fattore ve n probabilmente un altro: la familiarit del referente. Losservazione della GGIC a proporsito della differenza tra alla Fiat e in Fiat meriterebbe un approfondimento maggiore di quello qui consentito. Ci limitiamo a rilevare che quasi tutti gli 11 casi di in Rai indicati nella tab. 5 si trovano allinterno dinterviste con persone che lavorano alla Rai, e 7 sono tratti dai periodici Sorrisi e canzoni tv e
44 Basti ricordare, per restare sul terreno dellarticolo, al contrasto fra luso articolato nella lingua dorigine duna delle parole simbolo della forza di penetrazione dellinglese informatico, the Internet, e il suo uso privo darticolo in italiano (cfr. Maiden&Robustelli [2007, 4.6]). 45 Due fatti sintomatici: nel 1985 lUnit, allepoca quotidiano del PCI, pubblica per la prima volta nella sua storia, non senza polemiche, le quotazioni della Borsa; lanno dopo esce il primo numero dellinserto economico della R Affari & Finanza.

S. Marroni

171

Telepi (qualcosa di analogo si potrebbe dire delle occorrenze di in Fiat). Non , forse, azzardato ipotizzare che il modulo privo darticolo abbia agito in concomitanza con il fattore precedente, cosicch alla Fiat diventa, in una comunione apparente defficienza e di familiarit, per tutti, in Fiat. Sergio Marroni marroni@lettere.uniroma2.it

Bibliografia GGIC 2001 Renzi Lorenzo, Salvi Giampaolo, Cardinaletti Anna (a cura di), Grande grammatica italiana di consultazione, nuova ed., 3 voll., Bologna, il Mulino. Dardano&Trifone 1995 Dardano Maurizio, Trifone Pietro, Grammatica italiana con nozioni di linguistica, Bologna, Zanichelli. Della Valle&Patota 2007 Della Valle Valeria, Patota Giuseppe, Il nuovo salvalingua, Milano, Sperling & Kupfer. Fornaciari 1884 Fornaciari Raffaello, Sintassi italiana delluso moderno, II ed., Firenze, Sansoni. Lepschy&Lepschy 1981 Lepschy Anna Laura, Lepschy Giulio C., La lingua italiana. Storia, variet delluso, grammatica, Milano, Bompiani. Maiden&Robustelli 2007 Maiden Martin, Robustelli Cecilia, A reference grammar of modern Italian, II ed., London, Hodder.

172

Un caso di tendenza alla brevit sintattica nellitaliano contemporaneo

Maraschio 1993 Maraschio Nicoletta, Grafia e ortografia: evoluzione e codificazione, in L. Serianni, P. Trifone (a cura di), Storia della lingua italiana, vol. I, I luoghi della codificazione, Torino, Einaudi. Mediobanca 2010 Le principali societ italiane (2010), Milano, Mediobanca Ufficio Studi. Patota 2006 Patota Giuseppe, Grammatica di riferimento dellitaliano contemporaneo, Novara, De Agostini-Garzanti. Prandi 2006 Prandi Michele, Le regole e le scelte. Introduzione alla grammatica, Torino, UTET. Salvi&Vanelli 2004 Salvi Giampaolo, Vanelli Laura, Nuova grammatica italiana, Bologna, il Mulino. Serianni 1991 Serianni Luca, con la collaborazione di Alberto Castelvecchi, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, II ed., Torino, UTET. Serianni 2004 Serianni Luca, Il sentimento della norma linguistica nellItalia di oggi, Studi Linguistici Italiani 30, 85-103.

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano. Un problema di interpretazione linguistica e culturale Matteo Lefvre
Abstract Larticolo dedicato allanalisi della traduzione degli acronimi dallo spagnolo allitaliano, focalizzando lattenzione su questioni di natura linguistica, culturale e traduttologica. Dopo una prima parte definitoria, in cui particolare importanza data al contesto dei linguaggi settoriali e sono descritti anche alcuni repertori e strumenti lessicografici specifici, si introducono rilievi di semantica e pragmatica applicate allinterpretazione e resa linguistica delle sequenze acronimiche. Viene infine proposta e analizzata una casistica di sigle e acronimi con equivalenti uniformi e difformi tra la lingua spagnola e quella italiana e, conseguentemente, delle possibilit di traduzione che essi offrono. Parole chiave: acronimia, traduzione specializzata spagnolo-italiano, acronimi spagnoli, acronimi italiani, traduzione sigle This article is dedicated to the translation of the acronyms between spanish and italian language, focusing linguistic, cultural and traductological problems. After a first part concerning the definition of the acronym, especially in its importance in the special languages, we face semantics and pragmatics of the acronym translation and analyse some useful lexicographic instruments. Besides, we suggest a case record of spanish and italian acronyms underlining correspondence and difference between them and proposing translation strategies and procedures. Keywords: acronyms, spanish-italian translation, spanish acronyms, italian acronyms, acronym translation

Il problema della traduzione di sigle e acronimi rientra a pieno titolo nellorizzonte della traduzione specializzata, nella casistica teorica e pratica che investe tanto i linguaggi settoriali in genere (giuridico- economico, scientifico-tecnico, giornalistico ecc.) quanto, in particolare, luniverso dei tecnicismi che contribuiscono ad arricchire e connotare tali linguaggi. Eppure il ricorso allacronimia non solo risponde allalto coefficiente di densit e pregnanza che i diversi settori professionali

174

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

richiedono al proprio linguaggio tecnico e ai propri addetti ai lavori si pensi, a puro titolo di esempio, allabbondanza di sigle di cui ci si serve in medicina (TAC, ECG, EEC ecc.) , ma riflette anche, in linea pi generale, la tendenza alla sintesi e allimmediatezza che alla base della lingua standard e del moderno universo della comunicazione. In tal senso, viviamo davvero in unepoca di scritture brevi, in cui la rapidit del sistema comunicativo, il cosiddetto tempo reale in cui tutto chiamato a consumarsi, cos come il brivido della velocit e della sintesi che permea ogni umana espressione, trovano uno strumento linguistico e una metafora efficace proprio nel costante utilizzo della siglazione, che dal linguaggio della politica a quello della scienza e dellinformazione funziona e seduce espressamente per la cripticit e al contempo la riconoscibilit del suo contenuto e dei suoi referenti. S, perch se pure certe sigle popolano in primo luogo le varie lingue di specialit e risultano spesso oscure ai non iniziati, pur vero che in molti casi quegli stessi acronimi vengono poi integrati e decifrati nel sistema mediatico e di l passano, ormai in chiaro, nel linguaggio comune. Se i grandi narratori dellOttocento pensiamo a Balzac, a Dickens, a Galds pensavano il mondo come materia romanzabile, estensibile e declinabile allinfinito nelle sue dinamiche, al contrario oggi abitiamo un tempo in cui tutto appare abbreviabile, sintetizzabile ed etichettabile attraverso sigle della pi varia origine e provenienza che, come dicevamo, superata loscurit iniziale, rappresentano una certezza culturale, un patrimonio rassicurante e condiviso da tutto il villaggio globale. Nel rapporto tra le lingue, dunque, lacronimia ha ormai unimportanza centrale, che non soltanto si manifesta nei meccanismi di formazione di tali microstrutture, che rispondono al pensiero linguistico, alle consuetudini culturali e ideologiche del paese che le conia o le accoglie, ma che appare evidente anche nella sua traduzione, come fattore fondamentale della relazione che si stabilisce tra pi universi linguistici e culturali. Le sigle, lungi perci dallessere esclusivamente unespressione sintetica o un elemento dei differenti linguaggi tecnici, rappresentano un dato di realt quella che descrivono e sintetizzano , pi o meno comprensibile e condivisibile a livello internazionale e interlinguistico, e allo stesso tempo un elemento significativo di una cultura, sia essa specifica di un territorio, di unarea storica e geografica circoscritta oppure diffusa in misura pi ampia. In questa prospettiva, pertanto, riteniamo che molti acronimi possano essere assimilati ai culturemi e che come tali vadano svincolati da

M. Lefvre

175

una mera esistenza tecnica e funzionale: soprattutto certe sigle indicative di una determinata realt storica, politica, sociale assumono un valore precipuo nella definizione e nella conoscenza della nazione che le ha prodotte e che le utilizza regolarmente e costituiscono uno snodo cruciale nella comprensione e nella traduzione di tale universo culturale e linguistico. Se infatti vero che la maggior parte degli acronimi diffusi nel mondo globalizzato sono di matrice anglosassone e che, pi che incarnare caratteristiche specifiche di tale cultura, costituiscono strutture di uso generalizzato, di sicura riconoscibilit e agevole comprensione internazionale si pensi a sigle come ONU, UEFA, CIA ecc. , altrettanto manifesto che ogni paese, ogni peculiare identit linguistica, dinanzi ad esse si comporta in modo differente, accogliendole nella loro veste originale o nazionalizzandole quanto osserveremo puntualmente nel caso spagnolo , ma soprattutto crea continuamente delle sigle proprie, che a volte sostituiscono in toto i referenti dellacronimia globale o, pi spesso, identificano determinate realt nazionali, locali. E naturalmente, ai fini della traduzione, sono proprio queste ultime, cio le microstrutture non individuabili e funzionanti su un piano internazionale, che creano i maggiori problemi di interpretazione e ancor pi di resa linguistica tra due o pi lingue. Nellanalisi del rapporto spagnolo-italiano, come vedremo, ci particolarmente evidente. Come la traduzione nel suo complesso, pertanto, anche la traduzione delle sequenze acronimiche, di un elemento in apparenza marginale, criptico, sintetico e ristretto allinterno del corpus lessicale, collabora a svelare analogie e differenze tra le lingue coinvolte a livello di abitudini morfosintattiche, di prospettive culturali e perfino di istanze ideologiche. Nel rapporto tra spagnolo e italiano, ad esempio, ci si pu facilmente osservare nel caso dellacquisizione e riproposizione di sigle di origine straniera dal punto di vista linguistico sono prestiti a tutti gli effetti , le cui strategie di interpretazione (e di traduzione) mettono spesso in luce non solo le diverse consuetudini grammaticali di ogni idioma, ma anche il pensiero linguistico e lapproccio culturale nei confronti dellaltro che esso porta con s. Allo stesso tempo, per, anche nei confronti dellacronimia tutta spagnola il processo traduttivo consente di esaminare tendenze linguistiche e fattori culturali che animano i meccanismi di formazione di queste strutture, che investono appunto lorizzonte dei culturemi.

176

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

E infine, non si pu sottovalutare il discorso legato alla pragmatica della traduzione. Anche nei confronti dellacronimia il contesto in cui loperazione traduttiva viene effettuata ha unimportanza fondamentale. Si tratta, pertanto, di mediare tra testo e contesto, tra ci che si traduce e lorizzonte di attesa, tra le esigenze di un determinato linguaggio e settore professionale e quelle del luogo testuale e situazionale in cui la traduzione si produce, della tipologia e del destinatario di un testo e della sua versione tradotta. Nel caso spagnolo-italiano, ad esempio, i maggiori problemi sorgono di fronte alle sigle di matrice ispanica, che non sempre trovano degli equivalenti funzionali al contesto di enunciazione e ricezione italiano e che spesso necessitano di esplicitazioni e soluzioni di compromesso la cui opportunit e le cui modalit sono dettate proprio dal singolo ambito testuale e settoriale nel quale si esercita la traduzione. 1. Questioni preliminari 1.1. Morfosintassi Luso delle sigle ormai un fenomeno in grande espansione e, oltre ad essere un punto critico del rapporto tra linglese e le altre lingue, suscita spesso dubbi in merito alla natura e alla collocazione morfosintattica di tali microstrutture nonch incertezze nella pronuncia e nella decodifica. Richiamiamo in primo luogo la definizione che di sigla e acronimo fornisce il Diccionario de la Real Academia Espaola (DRAE 2001):
sigla. 1. f. Palabra formada por el conjunto de letras iniciales de una expresin compleja; p. ej., O(rganizacin de) N(aciones) U(nidas), o(bjeto) v(olante) n(o) i(dentificado), (ndice de) P(recios al) C(onsumo). acrnimo. 1. m. Tipo de sigla que se pronuncia como una palabra; p. ej., o(bjeto) v(olador) n(o) i(dentificado). 2. m. Vocablo formado por la unin de elementos de dos o ms palabras, constituido por el principio de la primera y el final de la ltima, p. ej., ofi(cina infor)mtica, o, frecuentemente, por otras combinaciones, p. ej., so(und) n(avigation) a(nd) r(anging), Ban(co) es(paol) (de) (crdi)to.

M. Lefvre

177

Al di l della sottile differenza individuata dal DRAE, la mera definizione di sigla e acronimo non fornisce spunti particolari ai fini del rilievo morfosintattico e ancor meno delloperazione traduttiva se non per il riscontro di una sostanziale omogeneit tra spagnolo e italiano nellutilizzo dei due termini, che in queste pagine useremo indifferentemente poich di fatto sinonimi o comunque inquadrabili allo stesso modo allinterno del discorso sulla traduzione. In ogni caso, per quanto riguarda la morfosintassi, va rilevato che tanto in spagnolo quanto in italiano esistono sigle che si comportano come sostantivi e finiscono per incorporarsi al lessico comune. il caso di acronimi come lser (Light
Amplification by Stimulated Emission of Radiation), radar e ovni, che in effetti anche nei loro equivalenti italiani laser, radar e ufo risultano pienamente

lessicalizzati e perci considerati vocaboli tout court, rispondenti in pieno alle regole della flessione e della sintassi. Queste sigle sono dunque diventate lessemi a tutti gli effetti, si sottraggono, in quanto ormai nomi comuni, a qualsiasi uso della maiuscola iniziale e recano anche una tilde secondo il sistema accentuativo dello spagnolo (lser) e sono pluralizzabili (lseres). Proprio perch presenti in entrambe le lingue, alcuni acronimi lessicalizzati non pongono particolari problemi di traduzione ( il caso di radar, graficamente identico nei due idiomi), tuttavia in altri casi linterpretazione e la resa linguistica sono pi problematiche, poich spagnolo e italiano ricorrono a sigle diverse per indicare la medesima realt ( il caso di ovni ufo). 1.2. Tendenze della lingua spagnola e italiana di fronte allacronimia Questultimo discorso ci invita a considerare, ai fini di una coerente e corretta traduzione degli acronimi, la differente tendenza che mostrano spagnolo e italiano nei meccanismi di formazione delle sigle. Se appunto torniamo allesempio precedente, di fronte allacronimo lessicalizzato di matrice anglosassone ufo (Unidentified Flying Object), notiamo che in italiano tale sigla ripresa in maniera integrale, mentre in spagnolo si ricorre allacronimo ovni (Objeto Volador No Identificado), che si genera dalla traduzione letterale dei costituenti dellespressione originale. Possiamo dire che spesso la lingua spagnola opera in tal modo di fronte a sigle di origine straniera, ma al di l di questa tendenza generale non mancano numerosi casi in cui, invece, anche in spagnolo troviamo la riproposizione immediata di un acronimo di provenienza inglese (ad es.

178

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

FBI FBI). In questa prospettiva, nella Grammatica spagnola di Manuel Carrera Daz, che ha un dichiarato approccio contrastivo, il problema delle sigle affrontato proprio nel paragrafo dedicato ai forestierismi. Nota correttamente Carrera che tra spagnolo e italiano risulta
[] diversa la procedura di formazione delle sigle provenienti da espressioni straniere. In italiano normalmente vengono prese di peso dalla lingua che le ha coniate: NATO (North Atlantic Treaty Organization), AIDS (Acquired ImmunoDeficiency Syndrome). In spagnolo molte volte si traduce prima lespressione straniera e poi si forma la sigla: OTAN (Organizacin del Atlntico Norte), SIDA (Sndrome de InmunoDeficiencia Adquirida), ma non sempre cos: anche in spagnolo la nota Central Intelligence Agency si conosce con la sigla CIA (Carrera Daz 1997, 24).

Latteggiamento delle due lingue dinanzi alle sigle di provenienza straniera dunque simile a quello che si ha con i prestiti, che appunto possono essere integrali o adattati e che lo spagnolo tende spesso a ispanizzare, a omologare al proprio sistema grammaticale (ortografia, fonetica, genere ecc.). E ai fini della traduzione italiana, proprio la peculiare abitudine della lingua spagnola rispetto agli extranjerismos pu in alcuni casi creare dei problemi di decifrazione al cospetto di acronimi che sono noti sul piano internazionale nella loro forma originale, ma che rischiano di risultare criptici nella loro veste spagnola (si vedano gli esempi appena citati: NATO OTAN; AIDS SIDA). Problemi di decifrazione e interpretazione Prima di osservare da vicino casistica e strategie della traduzione italiana degli acronimi che si riscontrano nella lingua spagnola, opportuno richiamare alcuni strumenti che consentono una dettagliata ricerca e un preciso scioglimento di tali sigle. In questa sede imprescindibile segnalare soprattutto alcuni siti internet specializzati e alcune banche dati on line che non solo annoverano e decifrano un amplissimo repertorio degli acronimi pi diffusi nelluniverso ispanico, ma spesso forniscono su questi ultimi anche notizie storiche e ulteriori dettagli utili alla loro interpretazione. Tra i pi interessanti e completi siti web di questo tipo va ricordato in primo luogo quello di Acronym finder (http://www.acronymfinder.com). Allinterno di questo portale possibile individuare agevolmente acronimi in varie lingue, e per moltissimi di essi

M. Lefvre

179

fornita anche una spiegazione etimologica e storica nonch, ove possibile, il link corrispondente. Si veda lesempio del BOE spagnolo:
Boletn Oficial del Estado The Boletn Oficial del Estado (BOE), Spanish for Official Bulletin of the State, is the official gazette of the Government of Spain. It publishes the laws of the Cortes Generales (the nation's legislature, comprising the Senate and the Congress of Deputies) and the dispositions of the Autonomous Communities. Also, judicial rulings, royal decrees, and decrees of the Council of Ministers are published in it. From 1600 to 1900 was called the Gaceta de Madrid. See also Boletn Oficial del Estado (Spanish Wikipedia) External links Official website of the Boletn Oficial del Estado (BOE)

Vi poi anche il sito di Acronyma (http://www.acronyma.com/), il cui data-base, per quanto ampio, appare tuttavia meno completo e capillare di Acronym finder. Molto utile invece il Libro de Estilo Interinstitucional dellUnione Europea (Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali della UE), anchesso disponibile on line (http://publications.europa.eu/code/es/es-5000400.htm): si trovano qui i pi significativi acronimi del settore giuridico-amministrativo nelle lingue dei paesi della UE, e la finestra di consultazione consente agevolmente di passare da una lingua a unaltra, offrendo dunque la possibilit di comparare i costituenti di una determinata sigla nei principali idiomi europei. Dedicato specificamente alle regole dellortografia ispanica poi il sito di Reglas de Ortografa, che tra le varie sezioni ne ha una dedicata espressamente a sigle e acronimi diffusi in lingua spagnola (http://www.reglasdeortografia.com/siglasyacronimos.html). E infine, naturalmente, non si dimentichino neppure i vocabolari monolingui pi aggiornati, dal celebre DRAE, anchesso dotato di versione on line (http://www.rae.es), al CLAVE, uno dei migliori dizionari duso (http://clave.librosvivos.net/), i quali comunque inventariano un numero molto limitato di sigle (per lo pi sono presenti gli acronimi lessicalizzati e

180

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

pi consolidati) e non consentono una decifrazione e comparazione di questi ultimi in rapporto alle sigle straniere corrispondenti. 2. La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo all italiano 2.1 Problemi e casistica generale Come detto, le sigle si possono trovare in qualsiasi ambito professionale e comunicativo, dalla giurisprudenza alla medicina, dalla pubblicit allindustria. In un contesto pluridisciplinare e su un piano generale, limitatamente al problema della relazione e della traduzione spagnolo- italiano, possiamo individuare tre tipi di sigle: a) le sigle che hanno una precisa corrispondenza nella nostra lingua, per lo pi di provenienza anglosassone (FIFA, ONU, CIA) b) quelle che non hanno una corrispondenza in italiano perch legate a specifiche realt ispaniche (PSOE Partido Socialista Obrero Espaol; LOGSE Ley Orgnica de Ordenacin General del Sistema Educativo; CCAA Comunidades Autnomas); c) gli acronimi lessicalizzati e ormai parte integrante del vocabolario di entrambe le lingue (radar, lser, snar).

a) Appartengono generalmente alla prima categoria le sigle internazionali, circolanti nella pi estesa realt europea o mondiale. In certi frangenti, quando la sigla di amplissima circolazione, possibile che entrambe le lingue la prendano con la formula del prestito non adattato: UEFA, UNESCO, UNICEF ecc. In questi casi, dunque, la lingua spagnola non traduce la sigla per poi riproporla secondo il proprio sistema grammaticale (come faceva invece nel caso di ovni rispetto a ufo), ma la riprende integralmente. Ad ogni modo, anche quando lo spagnolo traduce lacronimo straniero per poi coniarne un equivalente nazionale, nella migliore delle ipotesi c una totale coincidenza tra le due lingue: il caso di FMI, che a fronte della sigla originale inglese (IMF) vale sia per Fondo Monetario Internacional sia per Fondo Monetario Internazionale; oppure di

M. Lefvre

181

ONU, che traduce sia Organizacin de las Naciones Unidas sia Organizzazione delle Nazioni Unite. Ovviamente, esempi di questo tipo non generano alcun problema di traduzione in italiano. In altre occasioni, tuttavia, e soprattutto con sigle di derivazione anglosassone, pu darsi che lo spagnolo adatti la sigla e litaliano no. Ad esempio, linglese AIDS (Acquired Immuno Deficiency Syndrome) passa nella nostra lingua con il medesimo ordinamento di parole della sigla originale, anche se quando capita di sciogliere lacronimo diciamo Sindrome da Immuno-Deficienza Acquisita; in spagnolo, invece, AIDS diventa SIDA, il cui ordine riflette la traduzione e ladattamento al proprio sistema linguistico (Sndrome de Inmuno-Deficiencia Adquirida). In questo modo funzionano moltissimi acronimi diffusi nella lingua spagnola, e proprio il campo della medicina sembra essere in tal senso un territorio fertile per questa tendenza e per evidenziare le diverse abitudini tra spagnolo e italiano, che per lo pi riprende la dicitura e lacronimo inglese, abitudini che naturalmente invitano a porre particolare attenzione nel momento dellinterpretazione e della traduzione. Si veda giusto qualche altro esempio:

Italiano: HIV (Human Inmunodeficiency Virus) RNA (Ribonucleic Acid) RES (Reticuloendothelial system) STD (Sexually transmitted disease) WBC (White blood cell count)

Spagnolo: VIH (Virus de la inmunodeficiencia humana) ARN (cido ribonuclico) SRE (Sistema reticuloendotelial) ETS (Enfermedad de transmisin sexual) RL (Recuento de leucocitos)

In generale, sul fronte della resa linguistica proprio la tendenza alla ispanizzazione degli acronimi di matrice anglosassone pu far s che alcune sequenze appaiano di difficile riconoscibilit specialmente se non si ha esperienza del contesto di enunciazione di queste ultime e dellambito linguistico e professionale di riferimento , mentre in realt nascondono le sigle di pi comune dominio. Nei casi pi eclatanti, comunque, un

182

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

semplice vocabolario bilingue aiuta a sciogliere lacronimo e a ricondurlo al pi familiare ambito italiano. In altre occasioni, invece, ai fini di una corretta disambiguazione e della successiva riproposizione in italiano della sequenza occorre ricorrere alla consultazione di quei vocabolari monolingui che contengono un regesto delle sigle pi conosciute e usate oppure ai dizionari bilingui generali e di settore1; ma in genere risultano pi efficaci gli strumenti del web, dai forum ai diversi corpora linguistici e alle varie banche dati on line a cui abbiamo fatto riferimento, fino ai veri e propri traduttori on line2, che in certi casi danno esiti soddisfacenti. b) Possono essere inseriti nel secondo gruppo quegli acronimi spagnoli che mancano di una corrispondenza a livello internazionale e che, ovviamente, non hanno degli equivalenti italiani immediati. Sono sigle del tipo: INEM (Instituto Nacional de Empleo); TAPEA (Texto Articulado del Procedimiento Econmico Administrativo); o il gi ricordato BOE (Boletn Oficial del Estado). In questi casi la realt espressa dalla sigla fa riferimento esclusivamente al contesto storico, politico, sociale spagnolo e pertanto lacronimo pu essere considerato alla stregua di un culturema. Va da s che cercare o ideare una sigla equivalente italiana sarebbe una forzatura: il BOE spagnolo, che pure ha la medesima funzione della Gazzetta Ufficiale italiana, non pu tradursi e abbreviarsi in GU e necessita di una strategia di resa e spiegazione differente. Inoltre, la sigla ha un suo valore pregnante che non pu essere alterato, e non pertanto praticabile neppure la strada di adattare le lettere secondo i principi linguistici italiani riproducendone le iniziali tradotte: una sigla *BUS (Bollettino Ufficiale dello Stato) per rendere in italiano il BOE non naturalmente accettabile n a livello teorico n

1 Giusto per fare un esempio legato a un linguaggio settoriale ampio e differenziato, sul fronte giuridico-amministrativo ricordiamo il Dizionario commerciale, a cura di A. M. Gallina, Milano, Mursia, 1992; il Dizionario giuridico: italiano-spagnolo, espaol-italiano, a cura di Luigi Di Vita e Maria Gabriella Piemonte, Milano, Giuffr, 2001; e il pi recente Dizionario spagnolo economico & commerciale, a cura di L. Tam, Milano, Hoepli, 2006. 2 Tra i forum generali, per altro orientati al confronto tra diverse lingue, menzioniamo il celebre WordReference (http://www.wordreference.com) e il sito http://www.proz.com/search, in cui possibile reperire interessanti suggerimenti relativi soprattutto allambito giuridico. Per le banche dati ci siamo limitati alla raccolta dellEurodicautom (http://iate.europa.eu), vincolata per lo pi al linguaggio della burocrazia internazionale, e, limitatamente a sigle e acronimi, al gi ricordato sito di Acronym finder (http://www.acronymfinder.com), ma ulteriori indirizzi sono localizzabili nel libro di Bruno Osimo, Traduzione e nuove tecnologie, Milano, Hoepli, 2001. Infine, di fronte allacronimia pi semplice e invalsa, pu risultare utile perfino il traduttore automatico del noto motore di ricerca Google (http://translate.google.com).

M. Lefvre

183

pratico, poich tra laltro non risolverebbe il problema della riconoscibilit e della corretta interpretazione nel contesto di arrivo. In questi casi, preferibile di norma mantenere la sigla spagnola nella sua integralit, riservando lo scioglimento del suo significato tra le righe, in una parentesi seguente o in una nota al testo. c) Infine, la traduzione spagnolo-italiano degli acronimi lessicalizzati in linea di massima agevole, poich essi sono ormai entrati a far parte della lingua standard o di certi linguaggi di settore in entrambi gli idiomi. Questi acronimi per lo pi provengono dallinglese, dove anche hanno assunto il valore di lessemi a tutti gli effetti, e sono per lo pi introdotti nelle due lingue come prestiti integrali (radar radar, snar sonar, qusar quasar ecc.), il che appunto, con le dovute eccezioni ( il caso pi volte ricordato di ovni ufo), non crea particolari problemi traduttivi. 2.2. Ipotesi per una casistica puntuale della traduzione italiana di acronimi in lingua spagnola Se affrontiamo sistematicamente e capillarmente il problema della resa in italiano degli acronimi e delle sigle diffuse nella lingua spagnola, possiamo ricostruire un quadro piuttosto ampio e articolato che non solo d conto di una casistica complessa, ma offre anche tutta una serie di spunti utili ai fini di una traduzione efficace sul piano interlinguistico e pragmalinguistico. Si tratta di unanalisi sistematica che ha a che vedere con la pratica concreta della traduzione, spesso dettata dalle necessit di un determinato ambito professionale, e che allo stesso tempo investe questioni pi generali di teoria e metodologia della traduzione. Certo, non nostra intenzione enunciare qui assunti definitivi, e tantomeno fornendo un quadro che, per quanto omogeneo, non pu pretendere di essere esaustivo a fronte della continua proliferazione ed espansione dellacronimia nel tessuto della comunicazione linguistica internazionale, di cui Spagna e Italia rappresentano esclusivamente due realt circoscritte; tuttavia, proprio la serie degli esempi che proponiamo consente a nostro avviso di ottenere una buona dose di esperienza e dimestichezza e pu fornire al traduttore elementi utili a valutare e operare le proprie scelte. In primo luogo, il caso di dividere linsieme in due grandi categorie: le sigle internazionali e le sigle spagnole.

184

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

Nel primo caso, come ricordato in pi occasioni nel corso di queste pagine, il problema della formazione dellacronimo in lingua spagnola e della sua traduzione italiana va inquadrato allinterno del comportamento di ogni idioma nei confronti dei forestierismi e dei prestiti. quanto cerca di sintetizzare lo specchietto seguente, che appunto in tal senso d conto della versione spagnola dellacronimo straniero e del suo equivalente italiano. 2.2.1. Sigle internazionali prestito non adattato con equivalente identico: CIA CIA UEFA UEFA FIFA FIFA Interpol Interpol Lser Laser prestito adattato con equivalente identico: FMI (Fondo Monetario Internacional) FMI (Fondo Monetario Internazionale) ONU (Organizacin de las Naciones Unidas) ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) prestito adattato con equivalente difforme: ACNUR (Alto Comisionado de Naciones Unidas para los Refugiados) UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) VIH (Virus de Inmunodeficiencia Humana) HIV (Human Immunodeficiency Virus) OCDE (Organizacin de Cooperacin y Desarrollo Econmicos) OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) OMG (Organismo Modificato Genticamente) OGM (Organismo Geneticamente Modificado) Come pu notarsi, la casistica contempla sia esempi di cui abbiamo ampiamente discusso sia altri casi, quali i diversi adattamenti che spagnolo e italiano propongono di un acronimo di provenienza straniera. A tal

M. Lefvre

185

proposito, in particolare si noti che nel caso delle sigle che in spagnolo risultano dei prestiti adattati con equivalente difforme il terzo caso qui proposto , litaliano tende in alcuni frangenti a mantenere la sigla dorigine senza tradurla (ad es. UNHCR), in altri a proporre una propria versione adattata dellacronimo di partenza (ad es. OCSE). Nel caso delle sigle di origine spagnola, che dunque anche nella loro veste grafica e nella loro morfologia rispondono appieno alle consuetudini grammaticali del proprio idioma, il problema della traduzione italiana si fa pi complicato, anche perch la resa puntuale dellacronimo non investe solamente la dimensione linguistica, ma anche quella culturale, che per sua natura ha in s una rete di implicazioni e sfumature molto fitta. Inoltre, la casistica di sigle che offriamo di seguito permette di commentare svariati aspetti delle problematiche traduttive che non riguardano soltanto la sfera dellacronimia, ma che rimandano anche a dinamiche pi generali che si innescano, in maniera consueta o inattesa, nella traduzione dallo spagnolo allitaliano. 2.2.2. Sigle spagnole acronimo spagnolo con equivalente e significato identici: MAE (Ministerio de Asuntos Exteriores) MAE (Ministero degli Affari Esteri) IVA (Impuesto sobre el Valor Aadido) IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) acronimo spagnolo con equivalente difforme ma significato identico: PNB (Producto Nacional Bruto) o PIB (Producto Interior Bruto) PIL (Prodotto Interno Lordo) OIEA (Organismo Internacional de Energa Atmica) AIEA (Agenzia Internazionale per lEnergia Atomica) INSS (Instituto Nacional de Seguridad Social) INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) acronimo spagnolo con equivalente identico e significato differente: ETS (Enfermedad de Transmisin Sexual) ETS (Edizioni Universitarie Pisa)

186

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

CEI (Comunidad de Estados Independientes o Consejo Europeo de Investigacin) CEI (Conferenza Episcopale Italiana) MEC (Ministerio de Educacin y Cultura o Marco Europeo de Cualificaciones) MEC (Mercato Comune Europeo) acronimo spagnolo con equivalente difforme ma con funzione e significato analoghi: AVE (Alta Velocidad Espaola) TAV (Treno ad Alta Velocit) CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Cientficas) CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) RENFE (REd Nacional de FErrocarriles) FFSS (Ferrovie dello Stato) BOE (Boletn Oficial del Estado) GU (Gazzetta Ufficiale) acronimo spagnolo senza equivalente in italiano: a) realt storico-politica: GAL (Grupos Antiterroristas de Liberacin) ETA (Euskadi Ta Askatasuna) b) realt storico-culturale: RAE (Real Academia Espaola) c) realt socio-culturale: BUP (Bachillerato Unificado Polivalente) ESO (Enseanza Secundaria Obligatoria) d) realt geo-politica e amministrativa: CCAA (Comunidades Autnomas) Diversi sono i rilievi che si possono formulare a fronte di tale suddivisione che, per quanto arbitraria e inedita, ci sembra poter riassumere gran parte della casistica in oggetto. In primo luogo, sul fronte della ricerca e del lavoro traduttivo, opportuno rilevare che se pure

M. Lefvre

187

ognuno dei gruppi in cui abbiamo suddiviso le sigle spagnole presenta un coefficiente di difficolt variabile ai fini della decifrazione e della susseguente traduzione italiana di ognuna di esse, tuttavia una ricerca attraverso i siti web e gli strumenti lessicografici pi adeguati consente al traduttore di individuare con un sufficiente margine di certezza la realt storica e culturale a cui lacronimo spagnolo rinvia e quindi di guidare la versione italiana nella giusta direzione. Per una disambiguazione e una resa linguisticamente e culturalmente efficace della sigla spagnola appare poi sempre decisivo, come abbiamo gi rimarcato, il contesto di enunciazione del testo di partenza, che consente dapprima al traduttore di sciogliere e interpretare lacronimo originale e quindi di riproporlo adeguatamente nel proprio universo linguistico e culturale. Il terzo gruppo, ad esempio, annovera di fatto una sorta di falsi amici acronimici, cio delle sigle che, se non ben analizzate e contestualizzate non tanto linguisticamente, ma tematicamente e a livello di referente , possono creare non pochi imbarazzi in sede di traduzione (si vedano gli esempi CEI e MEC). Lorizzonte referenziale del testo pertanto centrale nella corretta lettura di certe sigle, e ci risulta particolarmente evidente quando una medesima sequenza rimanda a pi significati, a differenti realt. Ma questioni di pragmatica ovviamente entrano in gioco anche a proposito delle strategie con cui tradurre un determinato acronimo nel contesto di ricezione, tanto allinterno delle dinamiche testuali e grammaticali della lingua darrivo quanto nel sistema storico, culturale e sociale in cui la traduzione viene proposta. In questo senso, come dicevamo poco sopra, alcune sigle acquisiscono a tutti gli effetti il valore di culturemi e a livello di traduzione vanno trattate come tali, con tutte le difficolt di interpretazione e resa linguistica che ci comporta. Se si prende la casistica degli ultimi due insiemi, innegabile che la traduzione dellacronimia coinvolga sia aspetti strettamente linguistici e grammaticali sia pi complesse questioni culturali. Anche se nel primo dei due a fronte dellacronimo spagnolo abbiamo azzardato degli equivalenti italiani sul piano semantico e funzionale, ovvio che le sigle italiane rispetto agli originali non possono essere proposte come delle traduzioni in senso stretto, tecnico: nellottica di una versione che sappia mediare tra un testo e soprattutto un contesto di partenza e uno di arrivo, come spiegavamo, non praticabile la resa di BOE con GU, e tantomeno quella di AVE con TAV, per il semplice fatto che le realt individuate da dette espressioni, pur svolgendo funzione analoga nei due paesi ed essendo sovrapponibili anche a livello concettuale, non

188

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

sono del tutto equivalenti, poich incarnano valori culturali differenti. Nel caso di AVE (Alta Velocidad Espaola), ad esempio, nellaggettivo che sottolinea la spagnolit del progetto crediamo di poter leggere un investimento ideologico e una rivendicazione di orgoglio nazionale che senzaltro assente, o comunque neutralizzata, nellequivalente dicitura italiana (TAV = Treno ad Alta Velocit). cos che in sede di traduzione raccomandabile riproporre la sigla originale che nellitaliano assumerebbe le caratteristiche di un prestito integrale e tradurla spiegandola tra le righe o in nota (ad es. i progressi dellAVE, la rete spagnola di treni ad alta velocit, hanno ridotto le distanze tra le principali citt iberiche; oppure, per analogia acronimica, i progressi dellAVE, la TAV spagnola, hanno ridotto le distanze tra le principali citt iberiche ecc.). Ancora pi complesso lultimo gruppo di acronimi proposti, poich essi, rinviando alla specifica realt ispanica nei suoi aspetti storici, politici e sociali, non hanno, non possono avere degli equivalenti italiani, neppure come semplici analoghi funzionali e semantici. Di fatto, in ottica traduttiva, in questo frangente il problema riguarda sia la corretta interpretazione della sigla sia le ipotesi di una sua riproposizione. ovvio che nella maggioranza dei casi si dovr lasciare inalterato lacronimo spagnolo e, come nel caso precedente, offrire eventualmente un inciso o unannotazione esplicativa: le sigle GAL o ETA rinviano a realt della storia politica della Spagna degli ultimi anni e come tali vanno preservate e presentate anche nel testo italiano (tra laltro, il movimento terroristico dellETA ormai tristemente famoso da tempo anche in Italia). In altri casi, invece, come con ESO, dal momento che la sigla identifica in maniera generale una realt presente anche in Italia il sistema dellistruzione obbligatoria e non ci sembra avere in s un valore connotativo al di l dellabbreviazione dettata dai rituali della burocrazia (Enseanza Secundaria Obligatoria), in italiano si pu anche pensare di non ripetere lacronimo e scioglierlo nella sua traduzione, proponendo direttamente la dicitura scuola dellobbligo o istruzione obbligatoria (ad es. in Spagna al termine della scuola dellobbligo, lo studente chiamato a scegliere un indirizzo successivo di ambito scientifico o umanistico). 3 . Conclusioni In base alla serie di esempi e riflessioni proposte, nella traduzione di sigle e acronimi dallo spagnolo allitaliano emerge in primis la necessit di

M. Lefvre

189

tenere in considerazione non soltanto il fronte dellequivalenza linguistica, ma anche quello dellequivalenza culturale, quel sistema di valori extralinguistici storici, sociali, politici ecc. a cui lacronimia, in modo pi o meno scoperto, frequentemente rimanda e che la traduzione non pu trascurare nel momento della sua riproposizione nel contesto di arrivo. Dal punto di vista grammaticale, dato che spagnolo e italiano sono lingue affini, esse hanno un comportamento simile per quanto riguarda le modalit di lessicalizzazione dellacronimo e le sue caratteristiche morfologiche, fattore che semplifica le dinamiche della resa traduttiva, ad esempio anche nel mantenimento frequente del genere e del numero della sigla originale: in entrambi gli idiomi si dice una ONG; las ONGs le ONG; la FIFA; el SIDA lAIDS ecc. E sempre in relazione al principio di equivalenza linguistica, se da un lato va sottolineato che spagnolo e italiano tendono a lessicalizzare pi o meno gli stessi acronimi, soprattutto quando questi ultimi hanno origine straniera e ci favorisce naturalmente la traduzione , dallaltro invece, come abbiamo visto, nel caso di alcune sigle tipiche del contesto spagnolo, litaliano non sempre in grado di produrre unequivalenza linguistica immediata (GAL ?, CCAA ?), ma spesso pu ugualmente reperire degli equivalenti semantici e concettuali (AVE TAV, RENFE FFSS), i quali comunque in sede di traduzione non possono funzionare automaticamente e necessitano di una spiegazione ulteriore. Di fatto, questi ultimi esempi verificano la possibilit di considerare alcuni acronimi alla stregua di culturemi, i quali in quanto tali nel processo traduttivo implicano la considerazione di tutta una serie di fattori extralinguistici che, come abbiamo sottolineato, non possono essere ignorati o, peggio, scavalcati nel momento del passaggio dallo spagnolo allitaliano. La traduzione delle sigle, pertanto, implica le dinamiche della trasmissione e della relazione culturale tra due o pi mondi, che appunto si confrontano sia sul piano strettamente linguistico sia su quello della propria storia e delle proprie dinamiche sociali, economiche e politiche. In questo senso, al di l della frequenza duso allinterno di un determinato campo tematico o settore professionale, al di l della vocazione sintetica propria della lingua della comunicazione burocratica o massmediatica, lacronimia va considerata come parte integrante del patrimonio storico e culturale di un determinato orizzonte, sia esso legato alla sfera dei rapporti globali, sia esso circoscritto al rapporto tra due paesi. In secondo luogo, fondamentale ai fini di una corretta disambiguazione e resa dellacronimia sia il contesto linguistico sia quello referenziale in

190

La traduzione delle sigle e degli acronimi dallo spagnolo allitaliano

cui la sigla si inserisce. un problema di pragmatica della traduzione che coinvolge sia la tipologia testuale in cui lacronimo appare sia i suoi destinatari privilegiati. Senza ribadire quanto detto a proposito dellimportanza di una conoscenza dei diversi linguaggi e ambiti tecnici, per una resa puntuale delle sequenze acronimiche, ovvio che ad ogni tipo di testo si addica una traduzione specifica e in linea con le esigenze di settore, che della sigla non fornisca soltanto una mera equivalenza linguistica, ma tutto il suo portato culturale e la sua funzionalit comunicativa e professionale. Di fatto, in un testo di ambito politico- amministrativo, ad alto coefficiente di rigore e ufficialit, consigliabile una riproposizione integrale della sigla che a questo punto entrerebbe nel tessuto linguistico come un prestito non adattato con uneventuale spiegazione tra parentesi o in una nota esplicativa che sciolga la sigla e ne chiarisca il significato (il PNV (Partito Nazionalista Basco) ha presentato una mozione dordine). Al contrario, in testi che appartengono al mondo dellinformazione o del giornalismo, in cui lacronimia ben si sposa con la sintesi e limmediatezza spesso richiesta ai mezzi di comunicazione di massa, di fronte alla sigla presente in un brano spagnolo in certi frangenti si pu ricorrere direttamente allutilizzo del suo omologo italiano (PNB: Producto Nacional Bruto PIL: Prodotto Interno Lordo) o, naturalmente, della sigla equivalente valida a livello internazionale (OTAN NATO). In altri casi, quando la sigla identifica una specifica realt ispanica (culturema), si ricorre spesso a soluzioni di compromesso in linea con i manuali di stile che le principali testate compilano a favore dei propri redattori e che di fatto richiamano le strategie gi pi volte riscontrate, introducendo una immediata spiegazione dellacronimo, obbligatoria quando si ha la prima occorrenza della sigla (ad es. sul BOE, il Bollettino ufficiale dello stato spagnolo, lequivalente della Gazzetta Ufficiale italiana,). Infine, per quanto riguarda gli strumenti utili allinterpretazione e alla traduzione degli acronimi dallo spagnolo allitaliano, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, risultano poco funzionali i grandi dizionari bilingui e monolingui (generali e tecnici), che di fatto annoverano solamente gli acronimi pi conclamati e che, dal momento che molte sigle sono da considerarsi alla stregua di prestiti non sempre adottati dalla lessicografia ufficiale, lasciano ai margini tutto un universo di acronimi a cui invece il sistema della comunicazione globale ricorre costantemente e copiosamente. Pi utili, se usati con intelligenza e scaltrezza, possono

M. Lefvre

191

essere invece i Manuali di convenzioni redazionali delle principali organizzazioni internazionali (si pensi al gi menzionato Libro de estilo della UE), che offrono la possibilit di passare da una lingua a unaltra con grande rapidit. Ma soprattutto opportuno segnalare i gi ricordati portali e siti internet dedicati espressamente agli acronimi internazionali (ad es. Acronymfinder) e spagnoli in particolare (ad es. Reglas de Ortografa), che forniscono dettagli importanti ai fini dello scioglimento e della corretta esegesi di questi ultimi. E infine, sul fronte specifico della traduzione, al cospetto delle sigle pi semplici, non vanno neppure snobbati alcuni traduttori automatici diffusi nel web: uno di questi il gi ricordato traduttore di Google (http://translate.google.it) che, poco utile in linea generale, limitatamente agli acronimi pi noti e diffusi pu offrire risultati veloci e sorprendenti. Matteo Lefvre matteo.lefevre@libero.it

Bibliografia Carrera Daz 1997 Carrera Daz Manuel, Grammatica spagnola, Roma-Bari, Laterza. DRAE 2001 Diccionario de la Real Academia Espaola, Madrid, RAE, XXII ed., versin on line (http://buscon.rae.es/draeI/)

Forme e modi delle scritture brevi di oggi Felicia Logozzo


Abstract Il contributo propone una classificazione delle scritture brevi dellitaliano, individuate allinterno di un corpus di Twit, sulla base di criteri intrinseci alle forme delle abbreviazioni e di criteri basati sul rapporto tra le forme scritte stesse e loralit della lingua. Parole chiave: scritture brevi, lingua orale e lingua scritta, lingua italiana This paper offers a classification of short forms of written Italian, identified in a corpus of Twits. The classification is based both on their formal features and on their relations with oral language. Keywords: short writings, oral and written language, Italian language

Quando si deciso di intraprendere la ricerca sulle scritture brevi, si posta come prima esigenza quella di individuare un corpus dal quale partire. Un corpus di lingua viva presenta delle problematicit insite nella sua stessa natura perch non circoscritto nel tempo e nello spazio, non definito ed in continua evoluzione. In particolar modo, testi provenienti da scambi di SMS e da chat non sono facili da reperire, soprattutto se si vuole che provengano da un numero sufficientemente alto di parlanti da essere rappresentativi dei fenomeni da analizzare. Per aggirare il problema, si deciso di scegliere come fonte Twitter, un servizio gratuito di social network e microblog che permette agli iscritti, tramite laggiornamento della propria pagina personale con testi di massimo 140 caratteri, di scambiarsi in tempo reale messaggi di qualunque tipo. Pur essendo anche esso un servizio di instant messaging ha, rispetto ad altre chat e agli SMS, un grosso vantaggio dal nostro punto di vista: ogni

F. Logozzo

193

nuovo account impostato automaticamente come profilo pubblico1 e, considerato che non tutti gli utenti si prendono la briga di inserire delle restrizioni di privacy, moltissime conversazioni possono essere lette da chiunque. Per creare il corpus non stato necessario quindi reperire materiale custodito su cellulari e computer privati, ma stato sufficiente effettuare una ricerca mirata su Twitter. Il motore di ricerca interno di Twitter non permette tuttavia di selezionare la lingua dei testi tra i quali indagare; molte abbreviazioni, estremamente diffuse in italiano, hanno dato, di conseguenza, risultati in altre lingue in cui una certa sequenza di simboli ha tuttaltro valore linguistico, e dunque inservibili. Inserendo per, non solo parole singole, ma anche sequenze di parole abbreviate - vd dmn (vado domani), scste (scusate), qll (quell-), c gg (ci oggi), cs fai (cosa fai), prp ora (proprio ora), sn tt (sono tutt-), smp qst (sempre quest-), tt ftt (tutto fatto), bellix (bellissi-) - si riusciti a ottenere un gran numero di conversazioni, in lingua italiana, riccamente farcite di abbreviazioni, dalle quali sono state selezionate e analizzate in maniera del tutto casuale circa 30 pagine di conversazioni di cui qui si riportano alcune righe a mero titolo esemplificativo, tratte dal profilo di K4T3R1N4_932. vbb storia pure io me la rivedo meglio dmn ke gg ho ftt finoa nerone-... ohi ale io vd ci vediamo dmn mattina kisss io nn so francese uffaaaaaaa :( sei sveglia di pi?

1 Tali sono le impostazioni del social network alla data di creazione del presente contributo (febbraio 2011). 2 Da notare la scelta del nickname della ragazza K4T3R1N4_93 = KAT RINA che mantiene

molto probabilmente il suo nome di battesimo ma lo trascrive alternando alle consonanti alcuni numeri, per la loro somiglianza formale rispettivamente alle vocali A, E (rovesciata) e I dellalfabeto latino. Non si tratta naturalmente di un espediente abbreviativo, quanto piuttosto di un elemento per cos dire stilistico che rimane confinato nella scrittura, non modificando in alcun modo la realizzazione fonetica della parola. Spesso infatti la manipolazione del linguaggio e della scrittura di elementi delle lingue pu essere ricondotta esclusivamente a fini ludici. E anche attraverso le scelte scrittorie, allinterno di un contesto di comunicazione informale tra pari quali effettivamente si rivelano essere solitamente le conversazioni via chat o via SMS, che il parlante/scrivente pu concretizzare la sua creativit linguistica, primo motore universale del mutamento e dellevoluzione delle lingue, manifestando la propria originalit ed individualit o anche lappartenenza ad un gruppo di parlanti/scriventi col quale condividere gli stessi gusti scrittori. Per la funzione ludica del linguaggio in generale si veda Crystal 1998; per gli aspetti ludici delle scritture brevi si veda Crystal 2008, 71 e ss.

194

Forme e modi delle scritture brevi di oggi :D :D Anke io :) per io vengo a fare colazione cn voi :) Ohi all dmn mattina confermato x le otto al terminal? lau forse prende qll dll 8 quindi ci ved al term alle 9 - 1 quarto Notteeeee popolo di twitteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeer :D

I brani analizzati sono particolarmente marcati in senso diamesico e diafasico e, per chi non allenato a questo tipo di scrittura e di testualit, possono risultare difficili da leggere, da seguire e da comprendere. Non ci si vuole qui occupare della loro analisi testuale (tanto ci sarebbe da dire del continuo code switching, di caratteri morfologici e sintattici, se non anche fonetici, attribuibili a varianti regionali, ecc.) quanto piuttosto dellutilizzo di forme di scritture brevi. Di queste, non saranno oggetto di analisi quelle entrate nelluso comune, diventate abbreviazioni di tutti - pi o meno longeve che siano3 - quanto piuttosto quelle che sono per il momento abbreviazioni di gruppi e che sono strettamente correlate alla Computer Mediated Communication (CMC)4 e agli SMS, ovvero contesti comunicativi caratterizzati dalla combinazione di due o pi tra i seguenti fattori (cfr. anche Crystal 2006, Bazzanella 2003): - brevit , se i caratteri a disposizione sono di numero limitato o se ci sono esigenze di digitare il minor numero di caratteri per favorire la velocit di scrittura e, soprattutto nel caso di programmi di instant messaging, di interazione e scambio5; informalit intesa come scarsa o nulla esigenza di rispetto degli standard linguistici e scrittori, favorita dal contesto della interazione tra pari in condizioni di comunicazione colloquiale; scarsa o nulla pianificazione del testo;

Per sigle e abbreviazioni di uso comune si veda, allinterno di questo volume, il contributo di Lucia Di Pace e Rossella Pannain. 4 Per il ruolo della tecnologia nella comunicazione attraverso la lingua si veda Poe 2010. 5 Lesigenza di brevit non strettamente correlata alla velocit di produzione di cui pu rappresentare invece un ostacolo. E il caso degli SMS in scriptio continua del tipo oggiSnAndAllUniMaNnCeraLezXkIlProfEMalato che impongono un faticoso alternare maiuscole e minuscole per delimitare le varie parole.
3

F. Logozzo -

195

- -

pianificazione non tradizionale del testo ovvero elaborazione volontaria di neologismi, strutture sintattiche non standard e forme grafiche, anche estremamente elaborate, manifestazione non di incompetenza ma di forte creativit linguistica e riflessione metalinguistica6; code switching; elaborazione di testi di supporto a comunicazioni audio-video, ovvero uso contestuale con lo stesso interlocutore di chat e video- chat, siano esse messe a disposizione da un unico strumento (Skype, MSN), siano esse frutto dellabbinamento simultaneo di chat e video-chat di diversa origine.

Prima di procedere ad una classificazione bene precisare che non si abbrevia sempre per necessit e non solo per necessit. La pratica delle scritture brevi, che nasce, in prima istanza, come esigenza concreta di risparmio di spazio per la CMC e gli SMS, si trasferisce presto a tutti i testi che si collocano nella stessa posizione allinterno del diasistema, ovvero testi elettronici elaborati da una certa categoria di parlanti in un contesto informale di condivisione tra pari di interessi, pensieri e sensazioni. Loperazione di abbreviazione diventa quindi consuetudine, marca sociolinguistica di un determinato tipo di testi a prescindere dalle reali esigenze di economia7. Se si osservano casi di twit quali: io nn so francese uffaaaaaaa :( o strabll!! =), il primo dei quali occupa solo 30 caratteri dei 140 disponibili e il secondo addirittura 12, ci si rende conto facilmente del fatto che le forme nn invece di non e strabl al posto del completo strabiliante siano da

6 David Crystal (2008, 151 e ss.) ritiene che i nuovi mezzi di comunicazione hanno messo in condizione i parlanti/scriventi di manifestare al meglio le proprie creativit e competenza linguistiche e sottolinea, con dati quantitativi, che chi scrive SMS, nella quasi totalit dei casi, perfettamente consapevole di utilizzare occasionalmente delle varianti grafiche (e pi genericamente linguistiche), legate al mezzo in questione, ed lungi dal confondere i vari registri a sua disposizione. Piuttosto probabile che chi non ha una buona dimestichezza con la lettura e la scrittura non sia in grado di sfruttare al meglio le possibilit linguistiche che le tecnologie offrono: The arrival of Netspeak is showing us homo loquens at its best (Crystal 2006, 276). 7 Lorenzetti&Schirru 2006 parlano, a questo proposito di gergalismi grafici (Lorenzetti&Schirru 2006, 82).

196

Forme e modi delle scritture brevi di oggi

considerare senza dubbio abbreviazioni di lusso, e non certo di necessit (volendo utilizzare una tradizionale distinzione terminologica applicata solitamente ai prestiti). Dal punto di vista formale le prime sono certamente identiche alle seconde ma non sono giustificabili in termini di esigenze immediate di economia, tanto pi se si pensa che, nel caso del primo twit, chi scrive spreca ben 6 caratteri per enfatizzare con uffaaaaaaa8 linsofferenza verso il francese e la propria impreparazione. Le abbreviazioni di lusso nella maggior parte dei casi dovute solo alle abitudini scrittorie di chi produce il messaggio o create per gioco - non sono riconducibili a esigenze di economia nellapplicazione tradizionale di questo termine alla scrittura, intesa come risparmio di spazio, ma possono talvolta pi probabilmente essere considerate economiche in termini di tempo necessario allo scrivente per trasmettere un messaggio, salvaguardando al contempo la comprensibilit dello stesso, vale a dire ottenere un segno comprensibile con il minor numero di digitazioni: sarebbe stato inutile infatti digitare n-o-n quando due digitazioni sullo stesso tasto n-n non modificano per nulla il messaggio e la sua leggibilit. Se la brevit non implica automaticamente una maggiore velocit di produzione del messaggio, come gi esplicitato alla nota 5, vale limplicazione contraria ovvero il fatto che la velocit di produzione quasi certo che si colleghi alla brevit della scrittura. Nel processo di abbreviazione delle forme scritte, relativamente al parametro velocit, occorre considerare a pieno titolo anche il destinatario/lettore che deve essere in grado di decodificare, e se necessario disambiguare, in un tempo ragionevole il segno stesso. sfavorito infatti un messaggio che implichi, a causa della sua brevit, una lenta decodifica o probabili fraintendimenti o che pregiudichi, nei casi di comunicazione sincrona o solo leggermente asincrona, lefficacia dellinterazione.

Caso di scrittura lunga/scrittura parlata volta a mimare, attraverso la ripetizione della vocale finale, la presunta persistenza fonica della vocale stessa qualora lo stesso messaggio venisse comunicato oralmente. (cfr. anche Pistolesi 2003, 440). Espediente non certo nuovo e comune a tutti i generi letterari e a tutte le forme di scrittura antiche e moderne, molto frequente in instant messages e twits, per la loro stessa natura di interazioni scritte fortemente dialogiche (cfr. Crystal 2006, 45 e 47) e spesso sostitutive di conversazioni che altrimenti si sarebbero svolte oralmente.
8

F. Logozzo Forme e modi

197

Le scritture brevi che si incontrano nel corpus di twit analizzato sono sostanzialmente riconducibili a 5 tipologie: scritture fonetiche, sigle, contrazioni, troncamenti, uso di segni grafici non alfabetici. Le scritture fonetiche, sono le forme di scritture brevi che mantengono il pi stretto rapporto con la lingua parlata, di cui esse vogliono costituire una rappresentazione quanto pi possibile fonografica. Di seguito alcuni brani desempio:
(1) davvero ke bello!!!!!!!!nn vedo l'ora anke io (2) wiwo cm 1 fiume in piena ma dolce sll skiena x farmi andare oltre 1 po' + forte 1 altra wolta... (3) hihihihi...io e la mia amika inwece prendiamo dei regali (4) consijo de tojerle xke ve le copiano sicuramente (5) ti kiedo solamente pe nn pijarte a parolacce de TOJERLA (6) waaaaaaaaaw straaaabll!!!!!!! idea straoriginaleee!! =)

Quasi tutti i casi (oltre a quelli gi riportati: ke, kimika, kiudevano, okki, kieda, anke, parekkio, amiko, skiena, ki, maskio, notifike, mankate, stakkato, poko, neankio, vikingo, skifo, orekkio) riguardano la resa delle occlusive velari sorde con kappa, che va a sostituire sia <c> sia il digramma <ch> livellando cos unincoerenza della scrittura dellitaliano9. Non si verifica un fenomeno analogo per la rappresentazione della occlusiva sonora poich non vi a disposizione un segno per rappresentarla fedelmente. Questultima ricorre inoltre in parole di minor frequenza, a differenza della sorda che si trova nel pronome relativo e nella congiunzione che, in una parola del lessico fondamentale come cosa, nell interrogativo chi, ecc. I casi di <j> per la resa dellapprossimante palatale (vojo, consijo de tojerle) sono rappresentazione della variante romanesca [j] della laterale palatale standard [] resa nella scrittura standard <gl>. Si riscontra un uso piuttosto frequente piuttosto frequente della cosiddetta doppia w per rappresentare la fricativa labiodentale sonora [v] (oltre agli esempi gi riportati: wolta, invece, wotiamo, wotarli, wotazioni, trowato, diwertita, wiwo, dewono, wedo, werona, wai, nuowo, wideo)

Uso gi attestato in italiano negli anni 70 (Lorenzetti&Schirru 2006).

198

Forme e modi delle scritture brevi di oggi

riconducibile verosimilmente a vezzo/moda/esotismo/scrittura non convenzionale, non essendo motivata una scelta di questo tipo, n da problemi di economia della scrittura n tantomeno da incoerenze nella grafia dellitaliano. Da notare allesempio (6) un simpatico tentativo di resa fonografica dellinglese wow. Le scritture fonetiche sono una tipologia di scritture brevi molto pi diffusa in ambiti linguistici in cui, a differenza dellitaliano dove il rapporto segni alfabetici e suoni della lingua quasi 1:1, vi sono molte incoerenze tra la prassi ortografica e la fonetica, quale per esempio linglese. Qui abbondano scritture fonetiche come thru (trough), luv (love), wot (what), sum (some), cos (because), omigod (oh my God) (Crystal 2008, 48-49). Forma tradizionale di scritture brevi la parola troncata10 che si basa sullassunto che, in un segno linguistico, la sillaba iniziale fornisce una certa quantit di informazioni, la seconda ne fornisce di meno e cos via; tale scala di valore informativo valida soprattutto per le lingue flessive in cui le informazioni grammaticali, depositate nelle ultime sillabe delle parole, sono spesso ridondanti e reperibili da altri elementi della frase. Per esemplificare, data una parola come capito, nella frase ho capito in un contesto semidialogico quale quello di Twitter, la prima sillaba ca permette di stabilire che linsieme nel quale ricercare il completamento quello dei participi passati dellitaliano che possono stare dopo il verbo avere; tra questi occorre poi selezionare uno che comincia per ca. Nellinsieme che comprende capito, calpestato, calato, calcato, ecc., considerato il contesto entro il quale la parola ricorre, ci sono buone probabilit che la sillaba ca sia sufficientemente informativa da permettere inferire che sia il troncamento di capito. Se poi ad essa si aggiunge la seconda, pi, la probabilit di fraintendimento pressoch trascurabile11. questo, in sostanza, il meccanismo di funzionamento del suggeritore elettronico (scrittura predittiva) di cui sono dotati molti telefoni cellulari e

10 11

Definiti da Serianni 1989, 59 abbreviazioni per compendio. Cfr. Calvet 1980, 25 e ss.

F. Logozzo

199

alcuni programmi di video scrittura che propongono le soluzioni, ordinate secondo indici di frequenza, con cui completare una certa sequenza di lettere per formare parole. Come tutti i software, solo i suggeritori pi evoluti sono per in grado di ponderare il contesto sintattico e semantico in base al quale proporre un certo termine piuttosto che un altro. Di seguito alcuni esempi ad ognuno dei quali posposto, tra parentesi tonde, la parole troncata con relativa integrazione:
(7) sisi, l'ho capi!!!;-) (capito) (8) allora non ci possiamo vedere doma (domani) (9) io ho stakkato da poko il lavoro e ora sto anda da mia nonna k e il compleanno (andando) (10) Io nulla sto col mio ragazzo qst fine sett vado io a dormire da lui (settimana) (11) ve la state prendendo tt co12 qst twit (con) (12) Mi disp k nn hai trovato nulla (dispiace) (13) strabll!! =) (strabiliante) (14) ale all x stasera ke avete deciso? ditemi voi :) (allora) (15) ohi ale cmq ti ho mandato un mess privato...vedi 1 p se ti arr...xk nn ke sn tanto esperta ihihi (messaggio) (16) Stima x android :-)) google calendar k t manda ank l notifike via sms ed e' sync13 cn qll del cell!!! (sincronizzato)

Le sigle, estremamente comuni nel mondo anglosassone e delle lingue germaniche in generale14, come abbreviazioni di frasi di alto uso o veri e propri sintemi, non sono uno strumento molto amato per labbreviazione spontanea, non convenzionale e non mediata da mezzi di comunicazione di massa, sono invece molto pi diffusi nel lessico specialistico e in livelli di lingua non standard ma comunque di uso comune.
Non conoscendo lorigine regionale degli autori dei twit analizzati, non possibile stabilire se la preposizione stata abbreviata per troncamento nello scritto o se, pi probabilmente, rappresenta la variante romanesca di con. In tal caso la scrittura riprodurrebbe regolarmente la forma usata oralmente. 13 Forma abbreviata di inglese standard sync(h) < synchronization, di uso comune nel lessico internazionale e plurilingue del web grazie anche alla diffusione di software e applicazioni di sincronizzazione di agende elettroniche (Google Sync per il tuo cellulare. Tieni sincronizzati Gmail, Calendar e Contatti). 14 Per linglese: bbl = be back later, pcm = please call me, ptmm = please tell me more, rotfl = rolling on the floor laughing, aamof = as a matter of fact, etc; per il Tedesco: dbee = du bist ein engel, ldnu = lass dich nicht unterkriegen, mdt = mag dich trotzdem, etc. (Crystal 2008, 189 e ss.).
12

200

Forme e modi delle scritture brevi di oggi

Di uso comune, standardizzate e non frutto di creazione immediata e originale sono infatti anche quelle che si trovano nel corpus analizzato riferite rispettivamente al Grande Fratello (17), a Facebook (18), alla frasi ti amo tanto (22) e ti voglio bene (19) con le loro numerose estensioni tra cui ti voglio tanto bene (20), ti voglio un kasino di bene (21), ti voglio un mare di bene (22).
ale all ma cm s fa a paragonare il gf ai minatori scste del messaggio sotto l'immagine...FB pazzo!! xDxDxD anke in mess privato :) Please :P Tvb!! anche tu sei una persona simpatica e buona come tutte siamo un bel gruppo tvtb baci (21) Ti loVv (n.a. = lovvo = amo < ingl. to love) anche io, ansi tvukdb <333 (22) un'immagine davvero dolce ciccina. ^_^ tat e tvumdb (17) (18) (19) (20)

Il sistema abbreviativo maggiormente utilizzato nelle scritture brevi spontanee e non standardizzate certamente quello per contrazione, al quale appartiene oltre il 50% delle occorrenze allinterno del corpus analizzato. Coerentemente con la teoria dellinformazione per cui, ai fini della decodifica di un testo scritto secondo un sistema alfabetico, le consonanti hanno peso informativo superiore alle vocali la contrazione avviene quasi sempre attraverso lomissione delle vocali dal corpo della parola: Consonants provide much more information than vowels for reading text, largely because the number of orthographic vowels in English (five or six) is well exceeded by the number of consonants (20 or 21). Independent of the role of sequential probabilities, vowels are less important for reading because there is much less uncertainty among 5 vowels than among 20 consonants, just as there is less uncertainty in flipping a coin (2 outcomes) versus rolling a die (6)15 (Stilp&Kluender 2010).

Cfr. anche Shimron 1993 e Lee&Rayner&Pollatsek 2001. Il peso informativo delle consonanti, e il fatto che le abbreviazioni sono spesso relegate esclusivamente alla lingua scritta (come si dir meglio pi avanti) sono probabilmente i motivi che determinano il successo delle abbreviazioni per contrazione / eliminazione delle vocali, nonostante implichino un certo sforzo creativo e interpretativo rispettivamente da parte di chi produce il segno abbreviato e da parte di chi lo decodifica.
15

F. Logozzo

201

Di seguito alcuni esempi tratti dal corpus analizzato ad ognuno dei quali posposto, tra parentesi quadre, lo scioglimento della/e contrazioni:
(23) (24) (25) (26) (27) (28) (29) (30) (31) (32) (33) (34) a differenza di qlkn altro...6unica (qualcuno) Fai capire alle xsone a cui tieni ke sn importanti x te (sono) SCS sn le 12 passate dovrei andare :) (scusa sono) Sar smp dalla tua parte a sostenerti (sempre) bnbn te?? (bene bene) vbb storia pure io me la rivedo meglio dmn ke gg ho ftt finoa nerone-... (va bene) lau forse prende qll dll 8 quindi ci ved al term (quello delle) Sl ke il tmp poco! (tempo) Io vgl bene a qlla ragazza km se la conoscessi.... (voglio quella come) Tnt ho vissuto bene anke snz sentirle xttt qsti anni :) (tanto senza tutti questi) scste del messaggio sotto l'immagine...FB pazzo!! (scusate) Notte a tutti e ancora tnti auguri a Bren (tanti)

Gli scriventi che hanno prodotto il corpus analizzato non hanno certo appreso un sistema di abbreviazioni regolamentato, n utilizzano con precisione e coerenza le norme di contrazione delle parole come erano state elaborate, per esempio, nellambito della paleografia latina laddove invece era in uso un sistema abbastanza standardizzato che ha caratterizzato la scrittura manoscritta fin dallantichit16. A differenza del procedimento di contrazione delle parole latino, che prevede in quasi tutti i casi il mantenimento di una vocale finale delle desinenze dei nomi variabili, le abbreviazioni del corpus considerato si configurano quasi sempre come procedimenti di eliminazione delle vocali. Ne consegue che, essendo in italiano alcune categorie morfologiche, come per esempio il genere e il numero, affidate a morfemi quasi esclusivamente vocalici e finali, troncamenti e abbreviazioni per eliminazione appunto di vocali vanno a cancellare i morfemi grammaticali stessi.

16

La creazione del sistema abbreviativo latino, che si basa essenzialmente sulla presenza di abbreviazioni per contrazione e abbreviazioni per troncamento, affonda le sue radici nelle cosiddette note tironiane, cos chiamate perch tradizionalmente attribuite a Marco Tullio Tirone, liberto e scriba di Cicerone. (Cappelli 1912, Bischoff 1992).

202

Forme e modi delle scritture brevi di oggi

Nella maggior parte dei casi questo non pregiudica la comprensione dei rapporti sintattici tra i vari membri della frase, in virt dellaccordo tra pi parti del discorso che permette di recuperare in altri punti le informazioni grammaticali ridondanti eliminate. comunque tendenza prevalente, allinterno del corpus analizzato, quella di eliminare la desinenza per la forma meno marcata del paradigma (che non sempre corrisponde alla forma lemmatizzata dal dizionario ma alla forma flessa di pi alta frequenza duso, considerata quindi non marcata dagli scriventi), mantenendola invece in altri casi:
(35) (36) (37) (38) Io vgl bene a qlla ragazza km se la conoscessi.... Tnt ho vissuto bene anke snz sentirle xttt qsti anni :) scste del messaggio sotto l'immagine...FB pazzo!! Notte a tutti...e ancora tnti auguri a Bren

Si noti allesempio (36) che allinterno della stessa frase, nella sequenza per tutti questi anni, si mantiene espressa solo in un caso la desinenza vocalica di plurale (qsti), procedendo alla sua eliminazione nel caso di xttt. Nello specifico possibile che la scelta di omettere la vocale <i> nella forma abbreviata ttt, interpretabile fuori contesto con qualunque forma flessa del paradigma dellaggettivo tutto, sia stata favorita dalla presenza della sequenza triconsonantica che rimanda alla consuetudine del raddoppiamento della consonante per lespressione del plurale nei troncamenti e nelle sigle: s. v. (signoria vostra) vs. ss. ll. (signorie loro), prof. (professore) vs. proff. (professori). I monosillabi, a dispetto della loro intrinseca brevit, risultano dallanalisi del corpus estremamente soggetti ad abbreviazioni che possono essere considerate, nella maggior parte dei casi - esempi dal (39) al (43) - sia abbreviazioni per troncamento sia abbreviazioni per eliminazione di vocali. La frequenza dei processi abbreviativi a carico di questo specifico gruppo di segni linguistici da ricondurre al fatto che essi posseggono le due caratteristiche necessarie affinch si possano innescare i processi stessi: - - altissima frequenza duso (molte sono infatti parole grammaticali) conseguente facile disambiguazione.

(39) t (ti) = Scs se t risp in rita (40) m (mi) = nn c' nessuno sveglio m sa (41) c (ci) = wotiamo i dARI c mancano poke ore x continuare a wotarli!!!

F. Logozzo
(42) (43) (44) (45) k (ke) / m (mi) / d (di) = k m dici d bello? s (si) = qnd metto"aggiorna",automaticamente s ricollega nn (non) = Nn difficile kn (con) / m (mi) = kn la febbre infatti gg m hanno ft staccare prima

203

Una volta effettuata una prima categorizzazione delle forme delle scritture brevi, occorre considerare il rapporto che i vari gruppi intrattengono con la lingua allinterno della quale si inseriscono come variet diamesiche. dunque necessario affrontare la questione dei possibili luoghi di creazione e dei possibili luoghi duso, che, per entrambi gli ambiti, possono essere la lingua scritta o la lingua orale. Procedendo a questa nuova categorizzazione si distingueranno: - Abbreviazioni che rappresentano fenomeni della lingua parlata. A questa categoria appartengono le scritture fonetiche e le abbreviazioni con elementi logografici (o inserimenti di elementi logografici in sequenze a base fonografica). frequente infatti limpiego di numeri e di altri segni matematici, in funzione di logogrammi allinterno di unit linguistiche (parole o frasi) che finiscono quindi rappresentate con due criteri grafici non omogenei.
(46) (47) (48) (49) x farmi andare oltre 1 po' + forte 1 altra wolta... ascolto i dARI e mex cn 1 mia amika te??? diwertita 1 botto a cantare Ohi all dmn mattina confermato x le otto al terminal? lau forse prende qll dll 8 quindi ci ved al term alle 9 - 1 quarto (50) ti credo...magari...infondo 6 simpatica... (51) xk n poxo averti? (52) GIA LO SAI XRO MOVEMOSE!17

I troncamenti possono appartenere al gruppo delle abbreviazioni generate a livello di lingua parlata ma ci verosimile soprattutto se il troncamento si verifica dopo sillaba tonica. In linea generale, si dir che ogni troncamento va analizzato singolarmente per reperire il suo luogo dorigine.
17

Si noti in XRO lapplicazione non perfetta dei due criteri logografico + fonografico: [per]ro. Per questo tipo di scritture miste si veda Valeri 2000, 199.

204

Forme e modi delle scritture brevi di oggi

Abbreviazioni originate nella lingua scritta e successivamente imprestati a quella orale, o comunque passibili di essere trasferiti alla lingua parlata. Sono quelli che Bloomfield 1933 chiama dialect borrowings tra variet della stessa lingua, parlando del fatto che esistono segni linguistici interpretabili come casi di pronuncia secondo la grafia, e non viceversa: Written abbreviations like prof., lab., ec. lead to spoken forms ... in students' slang for professor, laboratory, economics18. A questo gruppo appartengono troncamenti come appunto litaliano prof. Abbreviazioni nate e utilizzate solo a livello di lingua scritta. Appartengono a questo gruppo parole o sequenze abbreviate in forme non pronunciabili oralmente del tipo c vd dmn. In casi di particolare frequenza duso e connotazione dellabbreviazione, possibile che forme di questo tipo siano soggette a processo di lessicalizzazione come quello che sta interessando lacronimo TVB. In questi casi, il prestito dalla lingua scritta a quella orale si comporta come un prestito da lingua straniera, con regolare integrazione fonetica (in questo caso attraverso linserimento di una vocale dappoggio ([i]/[u]) sul modello dellintegrazione di parole come DVD). Sono abbreviazioni nate e utilizzate solo a livello di lingua scritta tutte le contrazioni per eliminazione delle vocali.

Questa seconda categorizzazione delle scritture brevi induce a fare alcune importanti considerazioni di carattere generale sul rapporto tra oralit e scrittura. Tradizionalmente si considera la scrittura - nata per rappresentare il pensiero, con o senza la mediazione della lingua - e soprattutto la scrittura alfabetica, come la migliore forma di trascrizione della lingua.

18

Bloomfield 1933, 488.

F. Logozzo

205

Altrettanto tradizionalmente si considera la evoluzione della lingua un fatto puramente orale: la lingua parlata ad essere soggetta a fenomeni di abbreviazione, intesi come erosione di consonanti e vocali foneticamente deboli, che a volte riducono la catena fonica senza che la scrittura, dal canto suo conservatrice, riesca a registrarli costantemente. Le scritture brevi, contrariamente a quanto detto finora, collocano la lingua scritta a pieno titolo tra i luoghi di creazione linguistica, e fanno s che non vi sia pi corrispondenza tra fatti grafici e fatti fonetici. Il risultato lautonomia del sistema scrittorio che nasce derivato da un altro ma manifesta una sua indipendenza come motore del mutamento19. E sempre grazie alle scritture brevi si pu riconsiderare il concetto di linearit del segno: la parola abbreviata infatti, diventa un tuttuno, un insieme di indizi collocati in un campo pieno di altri indizi (il contesto) dai quali tocca al lettore ricostruire lessemi, morfemi e rapporti sintagmatici con il resto della frase. Felicia Logozzo felicialogozzo@yahoo.it

Bibliografia Bazzanella 2003 Bazzanella Carla, Nuove forme di comunicazione, contesto e segnali discorsivi, in N. Maraschio, T. Poggi Salani (a cura di), Italia linguistica anno Mille. Italia linguistica anno Duemila, Atti del XXXIV Congresso della Societ di linguistica italiana, Roma, Bulzoni. Bischoff 1992 Bischoff Bernhard, Paleografia latina, trad. it. Padova, Antenore. Bloomfield 1933 Bloomfield Leonard, Language, New York, Holt, Rinehart and Winston.
Cfr. Calvet 1980.

19

206

Forme e modi delle scritture brevi di oggi

Calvet 1980 Calvet Louis-Jean, Les sigles, Paris, Presses Universitaires de France. Cappelli 1912 Cappelli Adriano, Dizionario delle abbreviature latine e italiane, Milano, Hoepli. Crystal 1998 Crystal David, Language play, London, Penguin Books. Crystal 2006 Crystal David, Language and the Internet, II ed., Cambridge, Cambridge University Press. Crystal 2008 Crystal David, Txng. The Gr8 Db8, Oxford, Oxford University Press. Haas 1976 Haas William, Writing University Press.

without

letters,

Manchester,

Manchester

Lee&Rayner &Pollatsek 2001 Lee Hye-Won, Rayner Keith, Pollatsek Alexander, The relative contribution of consonants and vowels to word identification during reading, Journal of Memory and Language 44/2. Lorenzetti&Schirru 2006 Lorenzetti Luca, Schirru Giancarlo, La lingua italiana nei nuovi mezzi di comunicazione: SMS, posta elettronica e Internet, in S. Gensini (a cura di), Fare comunicazione, Roma, Carocci. Pistolesi 2003 Pistolesi Elena, Litaliano nella rete, in N. Maraschio, T. Poggi Salani (a cura di), Italia linguistica anno Mille. Italia linguistica anno Duemila, Atti del XXXIV Congresso della Societ di linguistica italiana, Roma, Bulzoni.

F. Logozzo

207

Poe 2010 Poe Marshall T., A history of communications: media and society from the evolution of speech to the Internet, Cambridge, Cambridge University Press. Serianni 1989 Serianni Luca, Grammatica italiana, Torino, UTET. Shimron 1993 Shimron Joseph, The role of vowels in reading: A review of studies of English and Hebrew, Psychological Bulletin 114/1. Stilp&Kluender 2010 Stilp Christian, Kluender Keith, Cochlea-scaled entropy, not consonants, vowels, or time, best predicts speech intelligibility, Proceedings of the National Academy of Sciences of United States of America, July 6. Valeri 2000 Valeri Vincenzo, La scrittura, Roma, Carocci.

Language evolution in social media: a preliminary study Fabio Massimo Zanzotto & Marco Pennacchiotti

Abstract Language, as a social phenomenon, is in constant evolution. New words are added, disused ones are forgotten, and some others change their morphology and semantics to adapt to a dynamic World. Today we are leaving a new Social Media revolution, that is changing many languages. The pace with which new words are created in social media is unprecedented. People from different demographic groups are often speaking different languages, in that not only they use a different set of words, but also assign different meanings to the same words. In this paper, we investigate whether it is possible to lower the linguistic barrier, by analyzing the phenomenon of language evolution in social media, and by evaluating to what extent the use of cooperative on-line dictionaries and natural language processing techniques can help in tracking and regulate the evolution of languages in the social media era. We report a study of language evolution in a specific social media, Twitter; and we evaluate whether cooperative dictionaries (specifically Urban Dictionary) can be used to deal with the evolving language. We discover that this method partially solves the problem, by allowing a better understanding of the behavior of new words and expressions. We then analyze how natural language processing techniques can be used to capture the meaning of new words and expressions. Keywords: Twitter language analysis, language evolution, natural language processing

1. Introduction Language, as a social phenomenon, is in constant evolution. New words are added, disused ones are forgotten, and some others change their morphology and semantics to adapt to a dynamic World. Radical changes in a language mostly happen when a social group moves from its native location or separates from an original and bigger social group. A clear example is the English language, that in the last three

Zanzotto&Pennacchiotti

209

centuries has evolved following the path of expansion of the British Empire, and giving birth to tenths of different dialects, including General American English, Australian English and Indian English [Crystal 2003]. Language evolution is also caused by the social impact of new scientific and technological discoveries. New words and new word meanings are the tools for better understanding and communicate the world around us. Organizations such as the Acadmie franaise in France and the Accademia della Crusca in Italy and dictionary producers such as the Oxford Dictionary, have the goal of institutionalize and regulate the evolution of languages, by formally adding and removing words as they appear and disappear from common usage. Though, it is a rare event that words are added and their senses are ruled, making more than often news in the media, as in the case of the symbol of the heart included in the Oxford Dictionary in March 20111. The exponential growth of new scientific discoveries and techniques in the 19th century Industrial Revolution, and in the 20th centrury Electronic and Digital Revolution, has certainly put dictionary producers to the test, that more than once struggled to keep up with the rapid language evolution of a more and more sophisticated society. The job of producing and institutionalize new dictionaries is not a mere intellectual excercise. The American industrial worker of the 19th century and the English manufactures of his machineries had to share a common basic dictionary, in order to keep industry alive and functional. Producers of train carriages had to correctly and precisely understand the names and the measures of standard track components in the different target countries. Workers in nuclear power plants need to correctly understand words in technical manuals. To deal with these technical problems, terminology has been introduced as an important area of language studies to support and complement the work of dictionary producers [Wster 1931]. Today we are leaving a new Social Media revolution, that is once again, and with a faster pace, changing many languages. Social media such as forums, blogs, Twitter, Facebook, Skype, and MSN Messenger, allow people to write their stories and ideas and share them with the Internet community. From a linguistic perspective, this is a much bigger and radical innovation than the Web itself. Indeed, the introduction of the Web in the

1 Repubblica, 24/3/2011, Quel cuoricino che dice tutto: Il segno I love entra nel dizionario (That little hearth says everything: The sign I love is included in the dictionary).

210

Language evolution in social media: a preliminary study

early 90ies allowed people to read content from different sources, such as media organizations and companies. Most of the information flow was therefore one-way, with people acting as readers. On the contrary, Social media allows a two-way communication. Common people become content producer and, ultimately, language creators. Single individuals or small demographic groups rapidly coin and share new words and new meanings that can potentially and virally spread to larger groups, until they become of common usage and ultimately accepted into formal dictionaries. The pace with which new words are created in social media is unprecedented. People from different demographic groups (e.g. hip-hop teenagers and their older parents) are often speaking different languages, in that not only they use a different set of words, but also assign different meanings to the same words. In an extreme late-Wittgensteinian view, people may end up hardly communicating or understanding each other, building around themselves a linguistic barrier that inevitably isolates groups from each other. Dictionary producers and linguistic organizations cannot keep up with such a rapid evolution. Too many people and too many fractioned social groups have today the power of shaping the language. New methods and new resources for tracking and regulate languages evolution are required. In this paper, we investigate whether it is possible to lower the linguistic barrier, by analyzing the phenomenon of language evolution in social media, and by evaluating to what extent the use of cooperative on- line dictionaries and natural language processing techniques can help in tracking and regulate the evolution of languages in the social media era. The paper is organized as follows. In Section 2 we report a study of language evolution in a specific social media, Twitter; and we evaluate whether cooperative dictionaries (specifically Urban Dictionary) can be used to deal with the evolving language. We discover that this method partially solves the problem, by allowing a better understanding of the behavior of new words and expressions. In Section 3, we analyze how natural language processing techniques can be used to capture the meaning of new words and expressions. Finally, in Section 4, we conclude with ideas for future work.

Zanzotto&Pennacchiotti 2. Lexicon evolution and crowd-sourced dictionaries

211

In this section we investigate whether crowd-sourced dictionaries are valid tools to model the evolution of languages in social media. In particular, we are interested in understanding if new words introduced in the media are captured and stored in crowd-sourced dictionaries in a timely manner, i.e. as soon as the new words become of common usage. If this is true, crowd-sourced dictionaries could be used as prominent references for outsiders to a specific demographic group, to uderstand the language of that community. We also explore automatic models to detect when a new linguistic entity in a social medium is actually promoted to a full fledged status of new word, i.e. a linguistic entity with a specific meaning shared in a wide community. In the rest of this section, we present an experiment that investigates the above issues. In detail, our experiment aims at answering the following questions: (1) Are crowd-sourced dictionaries good tools to support the undertanding of new words? (2) Can crowd-sourced dictionaries induce regularites of new words and expressions? As social medium we experiment with Twitter, the second largest microblogging service available today. As for the crowd-sourced dictionary we use Urban Dictionary, which is to date the largest collaborative effort to build an up-to-date dictionary of new lingusitic expressions. We begin in Section 2.1 by describe the experimental set up for our study, and then comment on result in Section 2.2. 2.1. Twitter and Urban Dictionary: the experimental set-up Twitter is a microblogging web service, where users are able to post short messages (called tweets)of a maximum length of 140 characters, and read the posts of all other users. Each user can also follow specific users he wants to be friend of. When a user logs into Twitter, a personalized timeline shows all his latest messages, and the messages of the users he follows. Twitter is today one of the largest real-time microblogging service, having more than 200 millions users and more than 200 millions tweets per

212

Language evolution in social media: a preliminary study

day worldwide. People tweet about many different topics, from personal updates (I am eating pizza) and conversation with friends, to breaking news (Eartquake in Saf Francisco just now! ) and sending web links. According to a 2009 by Pear Analytics2, 40% of tweets are personal updates, 37% are conversations, 9% are re-posting of other users (called retweets), 6% are ads, 4% are spam, and a last 4% are news. Despite these numbers, Twitter has recently played a prominent role in social and political happenings, such as the Arab Spring in 2011, and the riots in England in the summer of the same year. It has also been used to coordinate rescues during major eartquakes, such as those in Chile and Haiti in 2010. From a demographic perspective, the latest US Quantcast study on Twitter released in September 20113 shows that Twitter is mostly adopted by people between 18 and 34 years (45% of the total), while people under 18 years are only the 18% and over 35 years the 38%. Twitter is adopted by people with a diversified social status (30% earn more than 100K USD a year, 28% between 60K and 100K, 25% between 30K and 60K, 17% below 30K). Twitter is still mostly a American phenomenon, with 33% of the traffic localized in the USA4, followed by India at 8%, Japan, Germany, United Kingdom and Brazil. English is overwelmingly the most used language: almost two third of the tweets are in English, followed by Portugese (11%) and Japanese (6%). While Twitter has the form of a big connected graph [Cha et al. 2010], recent studies [Pennacchiotti&Popescu 2011] show that sub-communities exist. Twitter can be therefore seen as one of the meeting places in the web where different communities try to interact. In this study, we show that often standard language is not properly used, both because temd tend to adopt peculiar expressions proper of their own community, and because the short-lenght nature of tweets forces users to write in a succint style, with frequent use of acronyms, abbreviations and truncated words. Tweets

http://www.pearanalytics.com/blog/wp-content/uploads/2010/05/Twitter-Study-August- 2009.pdf 3 http://www.quantcast.com/twitter.com 4 website-monitoring.com


2

Zanzotto&Pennacchiotti

213

like the following can easily appear: prp uno skifo lhanno kiusa all dmn mattina confermato x le otto a piazza del popolo5 Twitter is therefore the perfect medium for our study, as it is a place that can host potentially fast evoving languages of different communities. Our study is based on a corpus of tweets ranging from September 2009 to December 2010 written in any of the English dialects. From this corpus , starting from October 2009, we extracted the monthly frequencies of all words6 that were not present in Twitter in the month of September 2009. We retain these expressions as potential new words that have been just introduced in the language. The final output of the corpus creation is therefore a list of potentially interesting new words along with their frequency for each month in the considered period (9/2009-12/2010).

Figure 1: Urban Dictionary: two definitions of Emo

Urban Dictionary is a crowdsourced web dictionary. Web crowdsourcing is a powerful way of producing resources, where common users can contribute to enrich, mantain and modify an on-line knowledge repositories. Crowdsourcing has emerged as a very succesfull paradigm in the last decades, producing resources such as Wikipedia, an on-line encyclopedia of human knowledge available in many different languages. The evolving version of Wikipedia is rivaling with the most important

in an Italian of SMSs or tweets: it is really bad it has been closed then tomorrow morning its confirmed 8 oclock in piazza del popolo. 6 Words are extracted by a standard regular expression tokenizer.
5

214

Language evolution in social media: a preliminary study

encyclopedias for number of entries and, sometimes quality and quantity of content. All entries are written and modified exclusively by Wikipedia users without any reward. Crowdsourcing guarantees that many users can access and modify a specific entry, resulting in a balanced, objective and truthful description of the entry. Indeed, the revision system allow a fast control of content through a collaborative filtering of the knowlegde. The success of wikipedia proves that it is possible to solve many knowledge accumulation and encoding problems using crowsourcing methodologies. The crowdsourcing approach is also used for dictionaries, e.g. Wikictionary and Urban Dictionary. In our study we use Urban Dictionary, because it is specifically dedicated to specific community languages and to the tracking of new verbal expressions, while Wikictionary aims at modelling standard language. Urban Dictionary does not adopt a wiki approach, i.e. a site where users can change definitions. Instead, it prefers a more trivial model similar to a Web forum, where users post new words along with their definitions. As in many forums, votes are associated to each dictionary entry (that roughly correpsonds to a forum message). Urban Dictionary was created in 2003 as a sort of game, to collect definitions of new street words and colloquial language expressions. Today, Urban Dictionary has consitently grown up, becoming a solid reference for finding newly introduced colloquial words and expressions. Entries in Urban Dictionaries are organized as follows (see example in Figure 1). Each entry has a set of definitions. Each definition is introduced by a user and it is striclty related to him. For example, the first definition of Emo (see Figure 1) is given by 7ThisIsWudie7. Each definition is also given along with its introduction date. For each definition, other anonymous users can give a positive or a negative judgement. These judgements are used to sort definitions for a given word. In the example, the first definition has 62,243 positive and 18,625 negative judgements. The organization of entries of Urban Dictionary makes this resource attractive for our study, for two main reasons. First, it is a source of colloquial words that are tipical in Twitter. Second, Urban Dictionary allows to easly find the date of introduction of the word in the dictionary, by looking at the date of the words oldest definition. For our study we

Zanzotto&Pennacchiotti

215

created a repository of all words in Urban Dictionary with their associated date of introduction. Input of our study are therefore two lists. The list of words in words in Urban Dictionary with their date of introduction; and the list of new words in Twitter with their monthly frequencies. By performing a time-sensitive comparisons these two lists we aim at investigating if (and when) Urban Dictionary captures the new words introduced in Twitter. 2.2. Results and analysis 2.2.1. Freshness of Urban Dictionary In this first analysis we investigate the freshness of Urban Dictionary with respect to Twitter, i.e. whether Urban Dictionary adds new words before or after they emerge in Twitter. This analysis will therefore reveal if Urban Dictionary can provide a useful support to an outsider, for understanding the language of specific communities in the social network. In order to provide an objective quantitative analysis, we define, for a given word, a TimeShift indicator. The TimeShift is defined as the difference in time between the introduction of a word in Twitter and the introduction of the word in Urban DIctionary. More formally, we define the following measures: Month of Maximum Twitter Use (MMTU). Words in Twitter have a life: they appear, spread, have a period of high frequecy, and then stabilize or disappear. We define MMTU as the month in which a new word has its maximum frequency in Twitter. We consider this period as the landmark for the new word, i.e. the moment in which the word experiences its maximum success. Month of Introduction in Urban Dictionary (MIUD). This measure indicates the month in which a word has been first introduced and defined in Urban Dictionary. Given the two above definition, we further define the TimeShift of a words as follows:
TimeShift=MMTUMIUD (1)

For example, TimeShift=+1 indicates that a word has been first introduced in Urban Dictionary, and then a month later in Twitter.

216

Language evolution in social media: a preliminary study

Conversely, TimeShift=1 indicates that the word has been introduced in Twitter a month before than in Urban Dictionary. A TimeShift=0 indicates that the word has been introduced in Twitter and Urban Dictionary in the same month.

Figure 2: Time Shift between Urban Dictionary and Twitter

Figure 2 plots a summarizing analysis of the TimeShift across all words that have been introduced both in Urban Dictionary and Twitter. The figure shows that the TimeShift has a multimodal distribution that, we hypothise, should converge to a normal distrubtion with mean in 0, if more data was available for the experiment. It is interesting to note that the mode of the distribution (i.e. its most frequent value) is 0, which is also approximately the mean value of the distribution. This means that new words in Twitter should be expected with highest probability to be timely captured by Urban Dictionary in the same month of their introduction in Twitter. Urban Dictionary is therefore likely to support outsiders of a Twitter community in reading and understanding the tweets posted in that community. The Figure also shows that the TimeShift distribution has a high variance, i.e. there are many words with postive or negative TimeShift. This result suggest that many words that are adopted by Twitter after they have been introduced via other media and fixed in Urban Dictionary (positive values of the TimeShift); and there are also many words that are created in Twitter and then spread outside it (negative values of the TimeShift). We also observe that the distribution is skewed to negative

Zanzotto&Pennacchiotti

217

values, i.e. it is more common that a word is first introduced in Twitter, and only after a few months added to Urban Dictionary. 2.2.2. Discovering novel words using frequency counts

With the previous experiment, we undestood that there is an important set of words that, even if covered by Urban Dictionary, their definitions are not timely given. We need then to envisage methods and models to capture the meaning of these words. For doing this, we need to focus on two issues: First, we need to spot words that are relevantly new in streams like twitter. Not all the words that appear to be new are really novel words. There are many proper nouns or product nouns that gain fame for a short period of time. These are not novel words. Second, we need to define methods to find the meaning and, then, the definition of these new words. In this experiment we focus on the first issue. Possible ways to tackle the second issue are instead described in Section 3.

Figure 3: Word frequency in Twitter with respect to the peak of use

We want here to evaluate how simple models based on frequency analysis can be adopted for discovering novel words among words newly introduced in Twitter. To develop these models we can exploit the data used for the previous experiments. We firstly observe the behavior of

218

Language evolution in social media: a preliminary study

words in twitter and, then, we propose simple models to predict novelty observing the evolution of the frequency of words with respect to the time. The first issue is observing the behavior of words: we took the set of new Twitter words that we used for the previous experiment. We analyzed all the words in this set and not only those in Urban Dictionary. Figure 3 plots the mean relative frequency and variance of all these words. Given a word, the relative frequency is the ratio between its actual frequency in a given month and its maximun frequency. We want to understand how words behave before and after their point of maximum spreading. Given this latter point, Figure 3 plots the relative frequencies of words with respect to the months before and the months after. We can observe that the average behavior of words in this set has a peak in time. Before and after this peak, words basically disappear. This seems to be the average behavior of words that have a peak of use and then are totally lost. These words cannot be novel words or expressions as their popularity last for a too short period. Words behaving averagely can be people names or product names. But, the analysis of the plot in Fig. 3 lead to an interesting conclusion. The standard deviation with respect to the average behavior is high. This implies that there are many words that are not know before their peak or they are steadly known and used after their peak. Words having these features are extremely interesting.

Figure 4: Simple methods for selecting novel words

Having the above analysis on the behavior of words with respect to their peak of popularity, we can propose simple models to spot novel

Zanzotto&Pennacchiotti

219

words. This is the second issue we wanted to address. The idea is simple. We propose models based on this idea. Novel words should find thier space in new utterances. After a peak of use, these words should find a nearly constant distribution in the used language. Then, we should tend to prefer those words that have a steady frequency after the peak of use. Second, novel words should gain popularity in a short period of time. We should prefer candidate words that have a fast popularity. With these observations, we can define three different models for novel words. Models are presented in Fig. 4. We propose three models for the novelty of words: Model A: novel words are words that, before thier peak of use, are less frequent than the average minus the standard deviation Model B: novel words are words that, before after peak of use, are more frequent than the average plus the standard deviation Model C: novel words ar words that have the properties of Model A and Model B

Figure 5: Simple methods for selecting novel words: recall vs. precision

We evaluate the results of the models proposed by using Urban Dictionary. Twitter words that are in Urban Dictionary are good novel words. We want then to evaluate how good these models are in capturing these good novel words. To evaluate these models we use the classical information retrevial measure of precision and recall. Lets suppose that with a selection method we can find a set of words that we call selected

220

Language evolution in social media: a preliminary study

words. Precision counts how many good novel words are in the list of selected words. This measure states how good is the method in deciding whether or not a word is a novel word. Recall counts how many words among the possible novel words are in selected words. This measure tends to say how good is the method in retreiving novel words. There is a strict correlation between precision and recall. Generally, when recall increases precision decreases. To increase recall, we need to have smaller threshold to have a bigger set of selected words. This bigger set can contain more words that are not novel words. This is why it is important to study recall and precision in combination. Figure 5 plots recall vs precision of the three methods. Tendentially higher curves represent better methods. Among the three methods, the best one seems to be Model A, i.e., the model that takes into consideration the behavior of candidate words before the peak. Novel words, that go into Urban Dictionary in the considered period, are those words that are basically not present in the period before the peak. Method B, that takes into consideration the behavior of the word after the peak period, is the worst method. The combined method, i.e., Method C, behaves similarly to Method A. The combination of the two methods does not add a considerable gain. To conclude this section, we can say that simple frequency-based methods for selecting novel words are useful but these methods do not completely solve the problem. 3. Natural language processing and machine learning: basic techniques We have shown that only a part of novel words are covered by crowd- sourced dictionaries. These dictionaries do not completely open the possibility to understand interacions on social media. We need different methods and models to help outsiders to understand the language of a social group. In this section, we want to introduce basic natural language techniques that can help in solving the two issues expressed in Sec. 2.2.2: (1) "spotting novel words" task; (2) "give meaning to novel words" task. We will also report on how these basic techniques have been applied in Twitter and in Social Media.

Zanzotto&Pennacchiotti

221

We will focus on four problems: part-of-speech tagging, named-enity recognition, distributional semantics, and automatic classification. The combined use of these techniques can help in the two above tasks. 3.1. Part-of-speech tagging Part-of-speech tagging is considered the first step for a syntactic analysis. It has been proposed as a separate task in early 90 [Church 1988, Brill 1992, Abney 1996] when the big issue of natural language understanding (NLU) [Allen 1995] in a pool of tasks that can be independently solved by applying specific theories, models, and systems. The task aims to assign part-of-speech tags to a sequence of words in a sentence. For each word, a part-of-speech (POS) tagger must state if the word is a noun, an adjective, a verb, etc. The task is formally defined as follows. Given a sentence s=w1...wn, a POS tagger is a function POS that assigns to s a sequence of POS tags:
POS(s)= t1...tn

Each word wi should have only one interpretation, i.e., a tag ti. For example, consider the sentence the boat sinks. The PoS tagger, after analysing the overall sentence s= w1w2w3, assigns the POS-tags t1=Article, t2=Noun and t3=Verb. The tagger has to disambiguate words performing a simple analysis and looking, for each word, at its close context. For example, sinks is both a noun and a verb. This decision should be taken using the context (i.e., the boat). Given this information, the tagger has to draw the most likely decision. However, the PoS tagger is not a word sense disambiguator. Homograph forms with the same PoS (e.g., the noun bank as institution or river bank) are not disambiguated with PoS taggers. PoS taggers are important in a first step of analysis as these tools can help in better modelling later stage of analysis. These PoS taggers can be also used to focus the attention only on some word categories. As social media have a language that it is not completely standard, some adaptation of existing and well estabished taggers has to be done. Similarly to the adaptation to historical languages [Pennacchiotti&Zanzotto

222

Language evolution in social media: a preliminary study

2008], studies have been carried out in porting techniques used for standard language to social media language [Gimpel et al., 2011]. 3.2. Named entity extraction Detecting named entities, i.e., named entity recognition (NER), in texts is one of the fundamental issue in the task of natural language processing called Information Extraction (IE) [MUC-7 1997]. Named Entity Recognition is the first step to discover more complex facts or relations between people, locations, date, companies, etc. Given a set of target classes (e.g., person and location), the task of named entity recognition in IE or semantic annotation in SW consists of detecting text fragments in documents or in web documents that represent an instance of a target class. For example, consider the following text fragment: "Before Moscow! " repeated Napoleon, and inviting M. de Beausset, who was so fond of travel, to accompany him on his ride, he went out of the tent to where the horses stood saddled. A named entity recognizer should extract the three named entities Moscow, Napoleon, and M. de Beausset and should determine the their class, i.e., Moscow is a location while Napoleon and M. de Beausset are two instances of the class person. Finding these bits of information are useful to determine more interesting facts such as the relation between Napoleon and M. de Beausset that, according to this piece of texts, know each other. A survey of the methods can be found in [Nadeau&Sekine 2007]. Named entity extraction is very relevant for social media and microblogging as twitter. Named entities can be products or brands. Monitoring opinons on brands and products is an attractive application for social media data. For this reason, named entity recognition has been adapted to social media [Ritter et al. 2011] and specific annontations have been done to help in building better named entity recognizers [Finin et al. 2010]. Named entity recognizers can be also useful for the problems presented in this paper as it can help in filtering out words that we do not have to analyze. For celebrities, products, and brands, we do not have to find a definition or a meaning. 3.2.1. Classifiers and machine learning

Zanzotto&Pennacchiotti

223

A well-assessed trend in natural language processing research is to design systems by combining linguistic theory and machine learning (ML). The latter is typically used for automatically designing classifiers. A classifier is a function:

C:IT
that assigns a category in T to elements of the set I. In supervised ML, the function C is learnt using a set of training instances Tr. Each training instance is a pair (i,t)Tr, where iI and tT, i.e. a class label subset. ML algorithms extract regularities from training instances observing their description in feature spaces F=F1Fn. Each dimension j of the space F is a feature and Fj is the set of the possible values of j. For example, if we want to learn a classifier that decides if an animal is a cat or a dog (i.e., the set T={cat,dog}), we can use features such as the number of teeth, the length of the teeth, the shape of the head, and so on. Each of the features has values in the range defined with the set Fj. We can then define a function F that maps instances iI onto points in the feature space, i.e. F(i)=(f1,, fn) (2)

Once F and Tr have been defined, ML algorithms can be applied for learning C, e.g., decision trees in [Quinlan 1993]. Classifiers are extremely important as these methods can help in automatically decide whether or not a candidate word is really a novel word. These techniques have been also used in the similar problem of deciding whether or not a novel expression is a term in a specific domain as medicine, space, physics, etc. [Basili&Zanzotto 2002]. 3.3 Distributional semantics
run Dog Cat Car 1 1 1 eat 1 1 0 window 0 0 1

224

Language evolution in social media: a preliminary study

Table 1: Context vectors for the words dog, cat, and car

the she opened the window of the the the the the

car car cat dog cat dog

runs on the highway

eats the mouse eats the bone runs in the gardern runs in the gardern

Table 2: A small set of contexts for the words dog, cat, and car

Distributional semantics (DS) is a very important model to deal with word meaning. Its aim is to give models to determine similarity between words. It stems from the solid linguistic basis of Firths principle, You shall know a word by the company it keeps. [Firth 1957], and Harriss Distributional Hypothesis, Words that occur in the same contexts tend to have similar meanings [Harris 1964]. Firths principle justifies the idea that the meaning of words (or word sequences) can be modeled using contextual information and can be represented in vector spaces. Harris Distributional Hypothesis suggests that the meaning of words can be compared through the vectors representing the context in which they occur. For example, Table 1 represents the vectors for dog, cat, and car derived from the set of sentences in Figure 2. Rows represent contextual vectors for words and columns represent co-occuring words. Dog occurs once with run (see Fig. 2). Similarity between words is given by the similarity between vectors: simple distance measures between vectors such as dot product can be used. Then, dog and cat are more similar than dog and car, as their distributional vectors are closer.

Zanzotto&Pennacchiotti

225

Different kinds of context can be considered to build the distributional vector representing a word: a word occurring in a window of n tokens around the target word [Schutze 1997] a lexicalized syntactic relation in which the target word participates [Pado&Lapata 2007] a document in which the target word occurs [Deerwester et al. 1990] Such contexts, co-occurring frequently with a target word, comprise its possibly salient attributes [Turney 2006]. This is a key model that can be used in assigning meaning to novel words. Similarity with existing and known words can help in better understanding novel ones. 4. Conclusions In this paper, we studied the language evolution in a specific social media, Twitter and we evaluated whether cooperative dictionaries (specifically Urban Dictionary) can be used to deal with the evolving language. We discovered that this method partially solves the problem, by allowing a better understanding of the behavior of new words and expressions. We then analyze how natural language processing techniques can be used to capture the meaning of new words and expressions. Starting on these solid grounds, we can start studying to which extent we can use natural language techniques to lower language barriers in the social media era. Fabio Massimo Zanzotto & Marco Pennacchiotti fabio.massimo.zanzotto@uniroma2.it marco.pennacchiotti@gmail.com

226 References

Language evolution in social media: a preliminary study

Abney 1996 Abney, Steven, Part-of-speech tagging and partial parsing, in G. K.Church,S.Young (ed. by), Corpus-based methods in language and speech, Dordrecht, Kluwer Academic Publishers. Allen 1995 Allen, James F., Natural language understanding, II ed., Redwood City, CA, USA, Benjamin-Cummings Publishing Co., Inc. Basili&Zanzotto 2002 Basili Roberto, Zanzotto Fabio Massimo, Parsing engineering and empirical robustness, Natural Language Engineering 8/2-3, 12451262. Brill 1992 Brill Eric, A simple rule-based part of speech tagger, in Proceedings of the third conference on Applied Natural Language Processing, ANLC 92, Stroudsburg, PA, USA, Association for Computational Linguistics, 152 155 Cha et al. 2010 Cha Meeyoung, Haddadi Hamed, Benevenuto Fabrcio, Gummadi P. Krishna, Measuring user influence in Twitter: The million follower fallacy, in W. W. Cohen & S. Gosling (eds.), ICWSM, The AAAI Press. Church 1988 Church Kenneth W., A stochastic parts program and noun phrase parser for unrestricted text, in Proceedings of the second conference on Applied Natural Language Processing, ANLC 88, Stroudsburg, PA, USA, Association for Computational Linguistics, 136-143. Crystal 2003 Crystal David, English as a global language, II ed., Cambridge, Cambridge University Press. Deerwester et al. 1990

Zanzotto&Pennacchiotti

227

Deerwester Scott C., Dumais Susan T., Landauer, Thomas K., Furnas George W., Harshman Richard A., Indexing by latent semantic analysis, Journal of the American Society of Information Science 41/6, 391407. Finin et al. 2010 Finin Tim, Murnane Will, Karandikar Anand, Keller Nicholas, Martineau Justin, Dredze Mark, Annotating named entities in twitter data with crowdsourcing in Proceedings of the NAACL HLT 2010 Workshop on creating speech and language data with Amazons mechanical Turk, CSLDAMT 10, Stroudsburg, PA, USA, Association for Computational Linguistics, 8088. Firth 1957 Firth John R., Papers in linguistics. London, Oxford University Press. Gimpel et al., 2011 Gimpel Kevin, Schneider Nathan, OConnor Brendan, Das Dipanjan, Mills Daniel, Eisenstein Jacob, Heilman Michael, Yogatama Dani, Flanigan Jeffrey, Smith Noah A., Part-of-speech tagging for twitter: annotation, features, and experiments, in Proceedings of the 49th annual meeting of the Association for Computational Linguistics: human language technologies: short papers - Volume 2, HLT 11, Stroudsburg, PA, USA, Association for Computational Linguistics, 42-47. Harris 1964 Harris Zellig, Distributional structure, in J. J. Katz & J. A. Fodor (eds.), The philosophy of linguistics, New York, Oxford University Press. MUC-7 1997 MUC-7, Proceedings of the seventh message understanding conference (MUC-7), in Columbia, MD: Morgan Kaufmann. Nadeau&Sekine 2007 Nadeau David, Sekine Satoshi, A survey of named entity recognition and classification, Linguisticae Investigationes 30/1, 3-26. Pado&Lapata 2007

228

Language evolution in social media: a preliminary study

Pado Sebastian, Lapata Mirella, Dependency-based construction of semantic space models, Computational Linguistics 33/2, 161199. Pennacchiotti&Popescu 2011 Pennacchiotti Marco, Popescu, Ana-Maria, A machine learning approach to Twitter user classification, in L. A. Adamic, R. A. Baeza- Yates, & S. Counts (eds.), ICWSM, The AAAI Press. Pennacchiotti&Zanzotto 2008 Pennacchiotti Marco, Zanzotto Fabio Massimo, Natural language processing across time: an empirical investigation on Italian, in B. Nordstrm, A. Ranta (eds.), GoTAL, volume 5221 of Lecture notes in Computer Science Springer, 371-382. Quinlan 1993 Quinlan, John Ross, C4:5: programs for machine learning, San Mateo, Morgan Kaufmann. Ritter et al. 2011 Ritter Alan, Clark Sam, Etzioni Mausam, Etzioni Oren, Named entity recognition in tweets: An experimental study, in Proceedings of the 2011 conference on empirical methods in natural language processing, Edinburgh, Scotland, UK., Association for Computational Linguistics, 1524-1534. Schutze 1997 Schutze Hinrich, Ambiguity resolution in language learning, Stanford, CA, CSLI. Turney 2006 Turney Peter D., Similarity of semantic relations Computational Linguistics 32/3, 379416. Wster 1931 Wster Eugen, Die Internationale Sprachnormung in der Technik besonders in der Elektrotechnik, Berlin, VDI Verlag.

I curatori ringraziano per la collaborazione Azzurra Mancini e Francesca De Rosa che, coordinate in Redazione dal collega Alberto Manco, hanno reso possibile limpaginazione e gli altri passaggi necessari per luscita del libro.

ISBN: 978-88-6719-017-1

Вам также может понравиться