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Gennaro

Introduzione alla Psicologia della Personalit

Il Mulino

INDICE CAPITOLI: La personalit : storia, teorie e strategie Alle origini della Psicologia della Personalit Il pensiero psichiatrico e criminologico pag. 2

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La psicologia scientifica Lo sviluppo dei test mentali, la misura dellintelligenza e lo studio delle differenze individuali Psicologia della personalit : livelli di analisi I concetti della psicologia della personalit Nascita della psicoanalisi pag. La formazione di Freud : dalla neuroanatomia alla psicopatologia delle nevrosi. Clinica e teoria Una psicologia dinamica I tre significati di Psicoanalisi secondo Freud Organizzazione dellattivit psichica Libido e aggressivit Importanza della sessualit infantile e tappe dello sviluppo psicosessuale Funzionamento della Personalit Gli sviluppi della psicoanalisi Psicoanalisi dellIo: Hartmann Anna Freud Psicoanalisi delle Relazioni oggettuali: Melanie Klein Bowlby Psicoanalisi del S: Daniel Stern Alfred Adler e la Psicologia individuale La Psicologia Analitica di Carl Gustav Jung La Psicoanalisi sociale: Erich Fromm pag. 6

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Soggettivit ed esperienza pag. 26 La Psicologia Fenomenologica: Husserl Sartre Merleau-Ponty e lEsistenzialismo La Psichiatria Fenomenologica: Minkowski Binswanger e lAntropoanalisi La Psicologia Umanistica: Carl Rogers e lautorealizzazione del S Abraham Maslow e la Teoria della motivazione umana
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Struttura e descrizione della personalit pag. 31 Il Costituzionalismo: Pavlov Il disposizionalismo: tipi, tratti, fattori. La Psicologia dei tratti di Golden Allport La Personologia e la Psicologia dei bisogni diHenry Murray Le Teorie Fattoriali: Hans Eysenck e la Teoria Trifattoriale LApproccio fattoriale di Raymond Cattell IL MOVIMENTO DEI FIG FIVE Il rinnovato interesse per il temperamento Comportamentismo e Ambientalismo pag. 38 Il Behaviorismo La Teoria dellapprendimento sociale: Rotter Bandura: Apprendimento imitativo e Rinforzo vicario Cognitivismo e Costruttivismo pag. 42 LEpistemologia genetica di Jean Piaget La Teoria del campo di Kurt Lewin La Teoria dei costrutti personali di Kelly Gli sviluppi della ricerca sulla motivazione La dinamica dellazione La persona come giudice Motivazione e volizione Mete, Progetti e ambizioni personali Lemergere e laffermarsi del Cognitivismo La Cognizione sociale La Teoria dellapprendimento cognitivo-sociale di Walter Mischel La Teoria della PERCEIVED SELF-EFFICACY di Bandura Interazionismo e costruzione della personalit pag. 54 I recenti sviluppi dellInterazionismo Tratti e situazioni: La centralit del S Le interazioni tra persone Le interazioni geni-ambiente Percorsi critici nello sviluppo della personalit e corso della vita La personalit : storia, teorie e strategie

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Alle origini della Psicologia della Personalit : La psicologia affonda le sue radici nel pensiero greco (V IV sec a. C.). La concezione aristotelica che, considerava lanima come un attributo della vita, permette di analizzare luomo nelle sue varie componenti. Unanalisi pi accurata delle differenze individuali si ha con Ippocrate di Cos (460-377 a. C.). Con lui, la ricerca e la pratica medica si allontanano dalle credenze religiose e superstiziose della tradizione e si orientano alla comprensione delle leggi che regolano il funzionamento dellorganismo e alle cause che determinano la malattia. In tal modo si afferma una concezione unitaria dellorganismo e del corpo, che considera la malattia come unalterazione complessiva dellequilibrio generale e lorganismo viene considerato in rapporto allambiente. Inoltre, per Ippocrate di Cos, il funzionamento dellorganismo dipende dallequilibrio (eucrasia) o squilibrio (discrasia) di 4 umori: il sangue (individuo corpulento, impetuoso, violento); il flegma (individuo freddo, lento, metodico); la bile gialla (individuo magro, pessimista, preoccupato) e la bile nera (individuo malinconico). Dalla loro combinazione emergono vari tipi di temperamento e specifiche predisposizioni alla malattia. Il suo pensiero fu ripreso in seguito da Galeno (II sec. d. C.), il quale elabora una riflessione sulla natura del corpo e della mente in relazione alla salute e alla malattia. Egli sviluppa nove tipi di temperamento che risultano dalla combinazione dei 4 umori. La cultura del mondo romano rispetto a quella greca pi attenta alla comprensione della realt, per non sviluppa una speculazione originale, infatti si limita a registrare le novit scientifiche che giungono dal mondo ellenico. Con la filosofia medievale cristiana si ha un ribaltamento di prospettiva rispetto alle premesse naturalistiche poste dal pensiero grecoromano: prevale la riflessione sul mondo interiore dellanima. Il pensiero di SantAgostino rappresenta lespressione pi radicale di una nuova visione spiritualistca caratterizzata dal distacco delluomo dalla natura, dalla contrapposizione dellanima al corpo. Invece, il pensiero di San Tommaso, rappresenta la forma pi sofisticata di recupero e di assimilazione del pensiero aristotelico, per lui non pu esserci separazione tra anima e corpo, in quanto si tratta di due aspetti diversi della stessa realt, essendo lanima la forma del corpo materiale. Con la rivoluzione rinascimentale si apre una nuova fase di transizione dalla civilt medievale allera moderna attraverso la formazione di una nuova concezione delluomo, della natura e di Dio. In questo periodo si verificano vari cambiamenti sul piano economico e sociale. Nel XVII sec. si consolida il processo di laicizzazione della cultura che costituisce il presupposto indispensabile per lavvio della rivoluzione industriale; la quale, nel corso del XVIII sec. permette la rottura delle vecchie strutture medievali. Anche il XIX sec. segnato da vari cambiamenti nella sfera politica e sociale. LEuropa segnata da profondi tensioni. Dal punto di vista politico, la borghesia industriale ha un ruolo sempre pi importante nel governo dello stato e al tempo stesso aumenta sempre pi il malcontento delle classi subalterne. Dal punto di vista scientifico si verifica una frattura tra scienze delluomo e scienze della natura. In questo secolo nasce la sociologia e la
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psicologia. Per gli sviluppi della psicologia della personalit sono importanti il ruolo del Darwinismo e le elaborazioni della frenologia di Gall. Con il Darwinismo si afferma una concezione radicale che abbandona del tutto lidea di unarmonia prestabilita nelluniverso e soprattutto il concetto di selezione naturale modifica la natura del rapporto tra lorganismo e lambiente. Esso pone in evidenza le differenze individuali, le componenti innatistiche e quelle ambientali che reciprocamente o da sole possono influenzare in modo significativo la formazione e lo sviluppo della personalit. Gall considerato uno dei pi importanti precursori della moderna psicologia delle differenze individuali. Egli considera il carattere come unespressione della fisiologia cerebrale e considera il cervello la sede da cui ha origine il comportamento dellindividuo e il temperamento. La psicologia della personalit abbraccia vari percorsi disciplinari (psichiatrici, criminologi, antropologici). Le prime riflessioni sulla personalit, emergono allinizio del XX secolo. I suoi precursori sono: Il pensiero psichiatrico e criminologico : le varie concezioni del positivismo psichiatrico e criminologico attribuiscono un ruolo molto importante alleredit nella formazione del carattere e nella genesi della malattia e credono che sia possibile individuare nel cervello e nel sistema nervoso le basi delle varie manifestazioni psichiche. Nell ambito della medicina psichiatrica, il pensiero positivista, elabora unideologia della persona basata sui criteri di indagine delle scienze naturali. Ci ha portato, nella seconda met del XX sec., al consolidamento di una concezione della psicopatologia fondata sullanalisi delle funzioni anatomo-fisiologiche della personalit. Con il pensiero positivista, inoltre, si afferma lidea che la malattia mentale sia governata da una legge naturale, che deve essere studiata dalla psichiatria. Invece, per quanto riguarda il pensiero criminologico, Lombroso sostiene che lereditariet e la costituzione sono fattori importanti nel determinare la personalit criminale. Nella sua concezione bioantropologica, le particolari malformazioni (tipiche degli animali inferiori), assumono un ruolo causativo ed esplicativo rispetto a varie manifestazioni criminali. Lombroso subisce linfluenza del Darwinismo, soprattutto nellelaborazione della sua concezione del delinquente nato, le cui caratteristiche risultano inadeguate alladattamento individuale e pericolose per lassetto sociale. La psicologia scientifica : Wundt, Brentano e William James hanno influenzato la psicologia della personalit. Con lopera di Wundt si delinea lambito conoscitivo della nuova psicologia il cui principale obiettivo lo studio sperimentale con il metodo introspettivo dei fenomeni (elementi) della coscienza. Gli elementi semplici della coscienza sono le sensazioni e dalla loro combinazione emergono i sentimenti. In Wundt presente unimpostazione di tipo strutturalista, in quanto si occupa degli elementi che strutturano il funzionamento psichico. Inoltre, secondo Wundt, la differenziazione dei quattro temperamenti (collerico, melanconico, sanguigno e flemmatico) pu essere valorizzata, se si postulano due principi relativi alla reattivit affettiva
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individuale: uno che riguarda la forza, laltro la velocit di cambiamento dei sentimenti. Lungo il continuum della forza i collerici e i melanconici sono inclini ad un tipo di affetto forte, invece i sanguigni e i flemmatici sono caratterizzati da un affetto debole. Lungo il continuum della velocit di cambiamento i collerici ed i sanguigni cambiano rapidamente, sono pi suscettibili alle impressioni del presente e la loro mobilit li dispone a cogliere nuove idee, invece i melanconici e i flemmatici sono pi lenti, pi interessati al futuro e pi inclini a perseguire i propri obiettivi in un ampio arco di tempo. Nella psicologia empirica di Brentano, lattenzione rivolta alla processualit e alla complessit dellesperienza individuale. Egli afferma che attraverso lesame dellesperienza soggettiva possibile cogliere i caratteri distintivi dei fenomeni psichici per il loro tendere verso, che si differenziano da quelli fisici per la loro intenzionalit. Il funzionalismo fenomenologico di James per vari aspetti anticipa il moderno interazionismo. James considera la psicologia la scienza dei fenomeni mentali; lindividuo ununit somato-psichica e la sua vita mentale intermediaria tra lesterno e linterno. La mente caratterizzata dal suo tendere verso un fine. Il mentale corrisponde ad un fluire e la coscienza muta costantemente. Nella concezione del mentale di James vengono salvaguardate lunitariet e la totalit dello psichico. Lo sviluppo dei test mentali, la misura dellintelligenza e lo studio delle differenze individuali Galton: intraprende le prime ricerche sui test mentali. Egli era convinto che i caratteri intelligenti venissero trasmessi per via ereditaria. Nel 1884, fond un laboratorio antropometrico, il cui scopo era raccogliere misurazioni su tratti fisici e varie capacit sensoriali. Per lui esisteva una correlazione tra intelligenza e capacit sensoriali, quindi progett una serie di strumenti per determinare le capacit dei soggetti di discriminazione sensoriale, uditiva, visiva e cinestesica. Egli sosteneva che ad un livello di maggiore organizzazione sensoriale corrispondeva un pi alto livello di intelligenza e ad un minor livello corrispondeva un deficit intellettivo. Binet: elabora un programma che mira alla valutazione complessiva dei fattori intellettivi. Nel 1905, con Simon predispone una prima scala di intelligenza composta da reattivi volti a misurare varie funzioni, dalla capacit sensoriale e di percezione, fino alla capacit di giudizio e di comprensione. Nel 1908, viene proposta una nuova versione nella quale i vari reattivi vengono raggruppati in base a diversi livelli di et in modo da offrire una valutazione unitaria di un costrutto complesso come lintelligenza, attraverso una batteria di test di crescente difficolt; cos nasce un primo sistema di misura dellintelligenza. Stern: introduce la nozione di quoziente di intelligenza (QI) come rapporto tra et mentale ed et reale. Psicologia della personalit : livelli di analisi Stadi di sviluppo della moderna psicologia della personalit: Fino agli anni 30, Allport e Murray assegnano alla psicologia della personalit il compito di superare il molecolarismo ed il riduzionismo della ricerca di laboratorio e di allargare
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linteresse della psicologia dallo studio delle singole funzioni o dei singoli processi, come la percezione e lapprendimento, alla personalit globale. La psicoanalisi di Freud, a tale proposito, fornisce il modello di riferimento. Il ventennio 1930-1950 il periodo in cui emergono i tratti distintivi della psicologia della personalit rispetto alle due scuole di pensiero dominanti: il behaviorismo e la psicoanalisi. Le differenze individuali sono loggetto principale di ricerca (teorica e applicata). Nel 1950 Sears definisce la psicologia della personalit in ordine a tre aree di indagine: la struttura, la dinamica, lo sviluppo dei tratti e dei motivi. Tra gli anni 50 e 70 si affermano da un lato le teorie fattoriali (Cattell, Eysenck, Guilford); dallaltro, si concludono indagini su meccanismi specifici ( es: frustrazione e aggressivit, autoritarismo ecc). La psicologia sperimentale e la psicoanalisi tendono ad allontanarsi sempre di pi. Agli inizi degli anni 70 la disciplina attraversa un periodo di crisi, ma si riprende agli inizi degli anni 80, quando si verifica il collegamento e lintegrazione dello studio della personalit con altri indirizzi come il cognitivismo, la psicologia applicata, le neuroscienze ecc; inoltre vi una pi ampia sofisticazione teorico-metodologica ed emerge lesigenza di conciliare rigore sperimentale e complessit. Strategie di ricerca: Per quanto riguarda le aree, ancora valida lindicazione di Sears: una psicologia della personalit dovrebbe rendere ragione dellarchitettura e dellorganizzazione relativamente stabile della totalit alla quale facciamo riferimento col temine personalit, dei suoi equilibri interni e dei suoi scambi con il mondo esterno, della sua costruzione e delle sue trasformazioni nel tempo. Anche per la psicologia della personalit possibile fare una distinzione tra metodo clinico, correlazionale e sperimentale. Metodo clinico: il ricercatore seleziona e pone in relazione tra loro una serie di osservazioni e di informazioni che acquista e raccoglie attraverso lesame della biografia, della condotta e della sua stessa relazione con la persona che, per vari motivi oggetto di indagine. In tal modo possibile effettuare una ricostruzione di un percorso esistenziale dal quale emergono i significati soggettivi delle condotte e le dimensioni uniche della personalit individuale. Metodo correlazionale: il ricercatore trasforma delle osservazioni in misure di caratteristiche disposizionali o comportamentali e dal confronto di tali misure ottiene dei profili e delle correlazioni. I profili descrivono i soggetti osservati lungo varie caratteristiche e sono attendibili se risultano chiaramente e stabilmente ancorati a dei dati osservabili. Le correlazioni descrivono come al variare di certe caratteristiche si modificano altre caratteristiche. Metodo sperimentale: mira alla ricerca di regolarit generali in ordine ai nessi che legano certi effetti alle cause che li producono. Alla base di tutto vi il controllo: le variabili indipendente e dipendente, la situazione, i trattamenti o le manipolazioni devono essere mantenuti tutti sotto controllo affinch emergano le leggi che regolano i fenomeni in esame.

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Verso lintegrazione dei diversi approcci: nellambito degli studi della psicologia della personalit emerge la possibilit di risolvere la tradizionale controversia tra metodi idiografici e metodi nomotetici. I metodi idiografici (storie di vita, analisi di documenti come diari, epistolari) sono compatibili e indispensabili per la formulazione e la verifica delle varie ipotesi o leggi generali (metodi nomotetici). I concetti della psicologia della personalit Carattere: una delle nozioni pi antiche nella quale si sono comunemente accentuate le connotazioni valoriali che inducono a caratterizzare una persona come buona, cattiva, desiderabile. E stata spesso usata in alternativa alla nozione di personalit. Temperamento: affonda le proprie radici nel pensiero classico (Ippocrate, Galeno). Le diverse impostazioni sostengono che si tratta di una caratteristica del sistema nervoso, per alcune lo considerano un prodotto di natura biologica, altre lo considerano un prodotto dellambiente. Pu essere inteso come insieme degli aspetti dellorganizzazione psicologica pi influenzati dalle determinanti biologiche innate (sistema nervoso) (per es: sensibilit, eccitabilit, velocit). Costituzione: insieme di corrispondenze tra caratteristiche somatiche e psichiche dellindividuo. Tipo: complesso di caratteristiche comportamentali. Abitudine: sequenza di atti tra loro coordinati che danno luogo ad una condotta relativamente stabile e funzionale con esiti di un apprendimento scandito dai rinforzi ambientali. Facolt: si riferisce a ci che oggi indichiamo con il termine disposizione, abilit, tratto. Disposizione/predisposizione: tendenze relativamente stabili a perseguire determinate mete e a comportarsi in un determinato modo indipendentemente dalle modificazioni dellambiente. Abilit: spesso sinonimo di capacit, stata a lungo confinata nellambito degli studi sullintelligenza per rappresentare diverse capacit di soluzione di problemi innate e apprese. Tratto: costrutto ampio e flessibile che indica organizzazioni relativamente stabili di modi di sentire, di conoscere e di agire. Una sua caratteristica fondamentale la stabilit. Stile: tale nozione stata usata secondo 2 accezioni: stile di vita e stile cognitivo e affettivo. Personalit: il termine deriva dalla parola latina persona. Nei teatri dellantica Roma gli attori indossavano un ristretto numero di maschere, chiamate persona, che chiarivano al pubblico gli atteggiamenti e i comportamenti che dovevano aspettarsi dallattore stesso. Quindi, col termine personalit, ci riferiamo ad un insieme di caratteristiche, di disposizioni, di modi di agire comuni in alcuni individui. Inoltre, rappresenta ci che unico di un individuo. Nei vari indirizzi psicodinamici, la personalit si configura come unorganizzazione affettivocognitiva che risulta dal gioco di pulsioni o spinte che agiscono dallinterno e competono costantemente per il controllo della personalit. Dal punto di vista
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dellosservatore la personalit si configura come linsieme di qualit o attributi relativamente stabili che accomunano alcune persone rispetto ad altre e che distinguono ogni persona rispetto a tutte le altre. Dal punto di vista del soggetto agente, la personalit quellinsieme di processi e strutture affettive e cognitive dalle quali ogni individuo trae il senso della propria identit, unit, coerenza, continuit e singolarit e che consentono a ciascuno di svolgere una parte attiva nella relazione con lambiente e nello svolgimento della propria vita. Quindi, la personalit la costruzione sociale di unorganizzazione interna che consente allindividuo di essere consapevole di s, di interagire attivamente con lambiente e di indirizzare significativamente il corso della propria vita. Esistono diverse definizioni di personalit: Allport = organizzazione dinamica entro lindividuo di quei sistemi psicofisici che determinano il suo adattamento unico allambiente. Eysenck (1947) = somma totale degli schemi di comportamento effettivi o potenziali determinati dalleredit o dallambiente. Guilford (1959) = un insieme di tratti unico di un individuo. Meili (1963) = totalit psicologica che caratterizza un dato uomo. Pervin e John (1997) = caratteristiche della persona che sono responsabili di modelli coerenti di sentire, pensare, comportarsi. Conclusioni : sono stati proposti tre stadi che sembrano segnare lo sviluppo recente della psicologia della personalit: quello delle macroteorie, quello delle microteorie e quello attuale della ricerca di integrazione al di l delle teorie. Nascita della psicoanalisi Il metodo della psicoanalisi il metodo storico-clinico che, mira a cogliere i principi che regolano il funzionamento psichico servendosi dellesperienza del soggetto che diventa oggetto di indagine. La formazione di Freud : dalla neuroanatomia alla psicopatologia delle nevrosi. Freud nasce in Moravia nel 1856 e muore a Londra nel 1939. La sua famiglia, di origini ebraiche, si trasferisce qualche anno dopo la sua nascita a Vienna. Si laurea in medicina nel 1881 e si specializza in neurologia. Effettua le sue prime ricerche nellambito della fisiologia, dellipnosi e della neuropatologia. Lavor con diversi neurologi che basavano il loro pensiero su una teoria neurologica che si limitava a vedere quali forme assumeva il cervello per giustificare una determinata patologia, in base al processo causa-effetto. Per Freud, per, i processi neurologici e biologici non bastavano per spiegare i comportamenti, quindi prende in prestito dalla fisica, il paradigma della semplificazione. Nel 1885 grazie ad una borsa di studio, si reca a Parigi presso la scuola di neuropatologia di Salpetrire da Chorcot. Nel 1886 comincia a curare privatamente le malattie nervose. Con Breuer comincia a usare lipnosi non solo per inibire i sintomi (suggestione), ma anche per scoprire la
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motivazione e il significato dei sintomi isterici. Sia Breuer che Freud consideravano il sintomo un ingorgo affettivo prodotto da energie psichiche, di solito usate in modo diverso. La cura (Metodo catartico) doveva condurre quindi a una scarica adeguata (abreazione). Nel 1895, tornato a Vienna, pubblica Gli studi sullisteria in collaborazione con Breuer, in cui avanzano lipotesi sulla natura traumatica delle nevrosi e sulla sessualit, intesa come fonte di traumi psichici e motivo della difesa, cio della rimozione dalla coscienza di rappresentazioni. Il fatto che port alla nascita della psicoanalisi la celebre guarigione di una paziente, Anna O. Colpita da isteria, Breuer us l'ipnosi per riportare alla luce gli avvenimenti inconsci che causarono il trauma, per si accorse che la paziente stava sviluppando un certo legame affettivo nei suoi confronti (il transfert), cos lasci proseguire la cura a Freud, il quale, senza ipnosi e con l'aiuto della talking cure (il metodo discorsivo che dava libero sfogo al flusso dei pensieri), ne cur definitivamente l'isteria. Dopo il distacco da Breuer, Freud elabor la: Teoria del trauma sessuale specifico: Alla base delle nevrosi vi sempre unesperienza traumatica avvenuta nellinfanzia legata alla vita sessuale. La psicoanalisi, attraverso le libere associazioni, rappresenta il metodo elettivo di trattamento, inteso a liberare laffetto represso. Clinica e teoria : ad un certo punto Freud abbandona la teoria del trauma e lipnosi e intraprende una drammatica autoanalisi che fornisce un modo di accesso allinconscio. Egli suppone che le rappresentazioni rimosse appartengono alla sfera della fantasia e trovano origine da una stimolazione interna. Diventa fondamentale il costrutto di pulsione. Il conflitto soprattutto intrapsichico tra pulsione e censura. La dinamica intrapsichica diventa il referente causale di ogni disturbo nervoso e di ogni comportamento. Il sogno si configura come la via regia allinconscio e linterpretazione dei sogni diventa la tecnica per eccellenza. Nellopera Linterpretazione dei sogni (1900), il sogno appare come una formazione di compromesso tra conscio e inconscio, che deriva da desideri che premono per una soddisfazione che inaccettabile alla coscienza. Nel sogno il contenuto manifesto lespressione accessibile alla coscienza di un contenuto latente denso di desideri, ricordi infantili, pensieri e conflitti rimossi. Attraverso il lavoro onirico, i desideri e i ricordi che rappresentano il materiale del sogno, vengono spogliati delle loro relazioni e delle loro valenze affettive originarie. Le operazioni che trasformano il materiale ideativo latente in sogno manifesto sono: 1. la condensazione, attraverso la quale elementi e significati diversi vengono a confluire in ununica rappresentazione; 2. lo spostamento che pu rendere una rappresentazione psichica insignificante fortemente carica emotivamente o viceversa; 3. la considerazione della rappresentabilit che trasforma pensieri e desideri in immagini soprattutto visive;
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4. lelaborazione secondaria che rende il sogno dotato di una trama relativamente coerente, comprensibile, accettabile. 5. la censura che ha lo scopo di modificare la realizzazione e l'appagamento di un desiderio in modo da renderlo irriconoscibile. Ne lInterpretazione dei sogni, il criterio dellaccessibilit alla coscienza ci che fondamentalmente qualifica i vari contenuti psichici: il conscio il luogo del percepito, linconscio il luogo del rimosso, il preconscio il luogo di ci che accessibile alla coscienza, uno schermo tra linconscio e la coscienza (Teoria topica). Alla base del funzionamento inconscio della mente pone il Principio del piacere (esitamento del dispiacere, riduzione delle tensioni). In seguito, Freud estende il proprio approccio analitico alla psicopatologia della vita quotidiana (1901), al motto di spirito (1905) fino alla cosiddetta Metapsicologia (1917), ossia la teoria generale della psicoanalisi che in quegli anni comincia a ricevere riconoscimento e consenso. Una psicologia dinamica : quando Freud abbandona lipotesi dellorigine traumatica delle nevrosi giunge allidea di una psicologia dinamica, secondo la quale il funzionamento, lequilibrio e lo sviluppo dellapparato psichico sono sempre le risultanti di forze psichiche che si assecondano e che si inibiscono tra loro. Il concetto di pulsione assume valenze diverse, in accordo con i diversi punti di vista, economico, dinamico e genetico-strutturale, che vengono di volta in volta assunti: secondo il punto di vista economico, dalle pulsioni deriva lintensit dellenergia che regola il comportamento; per il punto di vista dinamico, dalle pulsioni deriva la diversa qualit delle forze che, allinterno dellapparato psichico, si assecondano e si inibiscono; per il punto di vista genetico-strutturale, ancora dallintensit e dalla qualit delle pulsioni che derivano certi scambi tra lorganismo e lambiente e la differenziazione dellapparato psichico. In Al di l del principio di piacere (1920), Freud parla di pulsioni di vita, che comprende le pulsioni di autoconservazione (dirette alla conservazione dellindividuo) e le pulsioni sessuali (dirette alla conservazione della specie), e pulsioni di morte, la cui natura oscura. Il conflitto fondamentale, che prima era tra il mondo interno e il mondo esterno, tra libido e pulsioni dellIo, tra Iopiacere e Io-realt, diventa ora un conflitto interno tra ci che agisce nella direzione della vita (Eros), e ci che si oppone alla vita (Thanatos). Freud riconduce lo psichismo a tale conflitto. Da qui in poi Freud estende le proprie indagini alle civilt umane, alla religione, alla storia delluomo. I tre significati di Psicoanalisi secondo Freud: 1. Metodo di indagine che consiste soprattutto nellesplicitare il significato inconscio dei discorsi, delle azioni, delle produzioni immaginarie (sogni, fantasie, deliri) del soggetto (libere associazioni).

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2. Metodo psicoterapeutico fondato su tale indagine e specificato dallinterpretazione del transfert, dei sogni e delle libere associazioni (libere dal controllo cosciente, rappresentano il lavoro del paziente di analisi). 3. Insieme di teorie psicologiche e psicopatologiche che organizzano le osservazioni ottenute con il metodo psicoanalitico (Metapsicologia). Organizzazione dellattivit psichica: La prima topica: Conscio, Inconscio e Preconscio : La psiche umana non del tutto trasparente. La psiche come un iceberg: la parte superficiale molto meno rilevante della parte sommersa, immensa e misteriosa. Freud, come prima suddivisione della psiche, formula la prima topica (nel senso di toponomastica, dislocazione e individuazione di luoghi psichici): la psiche suddivisa in conscio, inconscio e preconscio. L'Inconscio: E' la parte sommersa della psiche: i suoi scopi sono autonomi e nascosti alla coscienza superficiale. L'inconscio contiene il "ribollire" dei pensieri nascosti al sentire immediato, l'uomo non sente il contenuto dell'inconscio, l'inconscio ha una sua vita autonoma, le forze psichiche in esso contenute lottano e "agiscono" all'oscuro del pensato cosciente. Il processo primario caratterizza il sistema inconscio Il Preconscio: E' composto dai ricordi non completamente consci ma facilmente richiamabili alla coscienza superficiale, come, ad esempio, desideri e sentimenti dominanti che sottendono particolari circostanze o fasi della vita. Gi dal nome si pu notare come il preconscio posto da Freud come termine medio tra l'assolutamente non percepito rappresentato dall' "inconscio" e il percepito chiaramente rappresentato dal "conscio". Il Conscio: E' la parte superficiale della psiche, la coscienza "chiara e distinta" del contenuto della mente, l'ordinaria percezione dei pensieri, con il loro flusso di idee immediatamente presenti alla coscienza. La seconda topica: "Io, Es e Super-Io" : Nel 1923, con la pubblicazione de L'Io e l'Es, Freud individua altri tre luoghi psichici, i quali non andavano a sostituire la prima topica, ma la integravano. Si tratta di istanze relativamente autonome. L'Es il serbatoio dell'energia vitale, l'insieme caotico e turbolento delle pulsioni (impulsi sessuali e aggressivi Libido), quell'entit che si fa interprete della volont di ottenere il piacere ad ogni costo. L'Es quindi governato dal principio di piacere: l'uomo desidera la sua felicit, l'appagamento immediato e incondizionato dei suoi desideri, ma tale desiderio si scontra quasi sempre con la realt, ovvero con le costrizioni morali e le tradizioni sociali che sono ostili alla pieno soddisfacimento del piacere. Processo primario. E un modo di funzionamento dellapparato psichico in cui lenergia allo stato libero e si sposta lungo catene associative da una
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rappresentazione mentale ad unaltra oppure condensa varie catene associative in ununica rappresentazione. Il processo primario si manifesta nel sogno ed basato sul principio di piacere che quello prevalente nellEs. Il Super-Io la censura morale, l'insieme dei divieti sociali sentiti dalla psiche come costrizione e impedimento alla soddisfazione del piacere. Il Super-io rappresenta quindi la censura morale della coscienza. L'Io la coscienza mediatrice governata dal principio di realt, il suo compito quello di mediare le istanze vitali dell'Es, tese al soddisfacimento irrazionale e assoluto, e le istanze del Super-Io, indirizzate verso la censura delle istanze dell'Es. Il principio di realt cerca la soddisfazione del desiderio in relazione a ci che la realt pu offrire secondo comportamenti accettati. Si differenzia progressivamente dallEs per successivi adattamenti alla realt mediante processi di identificazione con persone di riferimento affettivo che vengono interiorizzate mentalmente. Ha la funzione di assicurare lunit, lidentit, la stabilit della persona attraverso continui esami di realt. Processo secondario. E un modo di funzionamento nel quale il soggetto di fronte ad un desiderio esercita una riflessione, considera il contesto e realizza il soddisfacimento in relazione alle esigenze di questo.

I MECCANISMI DI DIFESA : sono attivit dellIo che proteggono il soggetto da un troppo forte emergere delle pulsioni. Nate come attivit del tutto normali ed anzi utili ai processi di adattamento del soggetto, possono diventare patologiche quando il conflitto tra le istanze o tra le istanze e la realt diventa troppo forte. In tal caso sono inefficaci, male adattate alla realt o troppo rigide. I principali meccanismi di difesa sono: Regressione, Rimozione, Proiezione, Introiezione, Scissione delloggetto, Conversione nellopposto, Riflessione sulla propria persona, Isolamento, Annullamento retroattivo, Formazione reattiva, Identificazione allaggressore, Sublimazione. Libido e aggressivit : La sessualit si pone al centro dellindagine freudiana sin dallinizio della sua esperienza clinica. Per lui, lo sviluppo psichico coincide in buona parte con lo sviluppo psicosessuale. Il concetto di aggressivit si sviluppato con levolversi della teoria della libido. In una prima fase, sino al 1915, laggressivit si configura come un aspetto della libido o comunque come al servizio della libido; in una seconda fase, che corrisponde a Pulsioni e loro destini, viene avanzata lipotesi di unaggressivit indipendente dalla libido, ascrivibile alle pulsioni dellIo; infine, in una terza fase, a partire dal 1920, laggressivit non pi considerata una manifestazione delle funzioni di autoconservazione, ma come lestroflessione della pulsione di morte. Importanza della sessualit infantile e tappe dello sviluppo psicosessuale: Altro argomento rivoluzionario della psicoanalisi fu la scoperta che molti dei nostri comportamenti comuni sono in realt dettati da impulsi di origine sessuale. Considerato il fatto che dal punto di vista psichico siamo l'eredit della nostra infanzia, Freud cominci dall'analisi delle pulsioni infantili per arrivare alla
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conclusione che esse sono dettate da istinti sessuali non censurati. Fu un annuncio scioccante, un'ipotesi di lavoro che cost parecchio a Freud in termini di successo accademico: Freud definiva il bambino come un perverso polimorfo, ovvero un individuo che, data la mancanza di una censura morale consolidata, esplorava ogni via del piacere corporeo (la libido) senza sensi di colpa. Nello sviluppo della sessualit di un individuo Freud distingue cinque fasi: la fase orale, anale, fallica, di latenza e genitale. La fase orale va dalla nascita ai due anni: il bambino esplora il mondo principalmente con la bocca. In questo periodo porta alla bocca gli oggetti per conoscerli. La fase anale va dai due ai quattro anni: la fase in cui il bambino impara a controllare la ritenzione delle feci (l'educazione al vasino). E' il periodo in cui riceve i primi si e i primi no, ci che pu e ci che non deve fare. Questo implica secondo Freud il raggiungimento di una prima forma di autonomia psicologica. La fase fallica va dai quattro ai sette anni: una fase cruciale. Maschi e femmine si accorgono della propria differenza sessuale. I maschi temono di perdere ci che pensano abbia perso anche la femmina (complesso di castrazione), le femmine tendono a sentirsi inferiori ai maschi per ci che manca a loro e subentra l'invidia del pene. In questa fase si definiscono i ruoli sessuali che si assumeranno da adulti. Subentra il complesso di Edipo: i maschi vogliono sposare la mamma e le femmine il pap, entrambi sopperiscono alla gelosia nei confronti del pap e della mamma assumendo i ruoli dei genitori. E in questa fase che si forma il Super-Io: i ruoli che si obbligano ad assumere portano i bambini a far fronte ai primi imperativi sociali legati alla figura materna e paterna (Freud ipotizza che un errata comprensione dei rispettivi ruoli assunti in questa fase sia all'origine dell'omosessualit e della delinquenza). La fase di latenza va dai sette agli undici anni: i bambini si concentrano sull'apprendimento dei comportamenti sociali e trascurano momentaneamente quelli di natura sessuale. La fase genitale va dagli undici anni fino all'et matura: la fase del pieno sviluppo sessuale, del piacere attraverso i genitali, della masturbazione e del primo rapporto.

Funzionamento della Personalit. Secondo Freud, i compiti dellIo sono 3: 1. Controllo degli impulsi inaccettabili (Es) 2. Evitamento del dolore derivante dai conflitti interni 3. Integrazione della personalit secondo il principio di realt Personalit genitale ( normalit come capacit di amare e di lavorare) Scopo della cura psicoanalitica: dove cera Es ora c Io

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Gli sviluppi della psicoanalisi Alcuni studiosi, facendo riferimento al pensiero di Freud, sono giunti a dei contributi molto importanti che possono essere raggruppati in tre grandi filoni: la psicoanalisi dellIo, la psicoanalisi delle relazioni oggettuali e la psicoanalisi del S. Tali filoni si sono sviluppati nellambito della pratica clinica e rappresentano le principali espressioni degli sviluppi della psicoanalisi di Freud. Al centro della PSICOANALISI DELLIO (o psicologia dellIo o psicologia psicoanalitica dellIo) vi la ricerca freudiana di un modello di funzionamento dellapparato psichico simile a quello elaborato dalle scienze naturali, centrato sul concetto di energia e sui principi che ne regolano il flusso nella realt fisica; ci che per, viene sacrificato al suo interno, la clinica e il sentimento della profondit e della complessit che emerge dal confronto con aspetti della realt psichica. Tale orientamento, domina il contesto americano tra la fine degli anni 30 e i primi anni 60 del XX sec. e finisce per egemonizzare la ricerca e le prassi psicoanalitiche. Negli anni 60, per, va incontro ad un periodo di crisi, nel momento in cui in ambito scientifico viene del tutto screditata la nozione di pulsione ed il modello di apparato psichico che essa riflette. Tra gli esponenti della psicoanalisi dellIo sono molto importanti Hartmann, Rapaport, Anna Freud, Ren Spitz, Margaret Mahler e Erik Erikson. HARTMANN : Con lui la psicoanalisi dellIo va incontro ad uno dei momenti di maggiore sviluppo teorico. Egli attribuisce un ruolo molto importante allIo e ai processi di adattamento dellindividuo alla realt esterna. In lui prevale una prospettiva genetico-strutturale, nella quale la psicoanalisi assume i tratti di una psicologia generale dello sviluppo in grado di giungere alla scoperta del funzionamento psicologico nella sua globalit e nel suo divenire ed interessata alla spiegazione della patologia e della normalit. Tale impostazione alla base della sua opera Psicologia dellIo e problema delladattamento (1939). Per Hartmann, ladattamento individuale un rapporto reciproco fra organismo, ambiente e lIo. Esso assicurato dal corredo costituzionale e dalla sua maturazione che permettono di compensare le eventuali difficolt che possono emergere dal rapporto con lambiente; garantito inoltra dallo sviluppo stesso dellumanit, cio dallinfluenza di quei fattori sociali, come le tradizioni, che permettono di stabilire quella continuit necessaria alla formazione di un tessuto di identificazioni e di formazioni ideali importanti per le possibilit e forme di adattamento. Egli elabora una concezione originale in quanto sostiene che fin dalla nascita, lindividuo presenta fattori costituzionali dellIo al servizio delladattamento, quindi si allontana dalla teoria freudiana sul conflitto. Tali apparati ereditari stanno alla base di ci che Hartmann definisce autonomia primaria dellIo. LIo qualcosa di pi di un sottoprodotto dellinfluenza della realt sui moti pulsionali; non una sottostruttura della personalit ed caratterizzato da funzioni autonome rispetto alle vicissitudini delle pulsioni. LIo e lEs, emergono e si differenziano rispetto ad una matrice
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indifferenziata e stanno in un rapporto di interdipendenza reciproca e non necessariamente in un rapporto di conflitto. Sin dalle prime fasi dello sviluppo il bambino dotato di apparati biologici innati, ossia componenti dellautonomia genetica primaria dellIo che hanno un processo di maturazione indipendente da altri fattori, come il pensiero, la percezione, il linguaggio, la memoria. A tale proposito Hartmann introduce il concetto di sfera libera da conflitti per indicare quelle funzioni che operano senza alcun elemento conflittuale, e sostiene che possibile comprendere maggiormente lo sviluppo psichico e in generale il processo adattivo se vengono presi in considerazione quei fattori che di per s non sono conflittuali come ad esempio laltruismo e lapprendimento. Per Hartmann, il processo che egli definisce cambiamento di funzione permette di capire ancora di pi il rapporto esistente tra lo sviluppo dellIo e il conflitto. Alla base di tale processo vi la convinzione che, durante lo sviluppo costellazioni psichiche allinizio conflittuali si svincolano dallinfluenza delle pulsioni per essere inglobate nella sfera dellIo libera da conflitti. Ad indicare tale cambiamento di funzione vi la nozione di autonomia secondaria, che assicura un potenziamento dellIo nel suo rapporto con lEs e con la realt. Per Hartmann il conflitto pu svilupparsi in seguito ad un indebolimento dellIo, cio in termini intrasistemici, o fra lIo e gli interessi dellIo, il termini intersistemici. Laggressivit svolge un ruolo molto importante nello sviluppo delladattamento del soggetto al suo ambiente. Essa, insieme alla pulsione libidica la fonte energetica che assicura il funzionamento psichico. Lenergia aggressiva, come quella sessuale pu essere neutralizzata ma, in pi per vari aspetti svolge un ruolo decisivo nello sviluppo della struttura psichica per ci che riguarda lapparato difensivo. Pi lIo forte, pi sono efficaci le funzioni di neutralizzazione delle tendenze aggressive. ANNA FREUD : una delle sue opere pi importanti LIo e i meccanismi di difesa (1936) in cui approfondisce i contenuti dellIo e come essi si strutturano in rapporto alle domande pulsionali, ponendo in evidenza le attivit difensive. Per lautrice, le misure difensive originano come protezione dallangoscia che deriva dal Super-io, dal reale e dalla forza delle pulsioni. Le misure difensive legate al Super-io, tipiche delle nevrosi degli adulti, scaturiscono dalle proibizioni del Super-io e dal suo ruolo di controllo dei desideri pulsionali. Le misure difensive connesse allangoscia del reale, propri delle nevrosi infantili, nascono dallincapacit del bambino di fronteggiare le difficolt che derivano dal mondo esterno. I nevrotici adulti cercano di allontanare i loro desideri sessuali e aggressivi per evitare il conflitto con il Super-io, invece il bambino piccolo tratta nello stesso modo i suoi impulsi istintuali per evitare di trasgredire alle proibizioni dei genitori. LIo del bambino teme gli istinti perch ha paura del mondo esterno (il reale). Per quanto riguarda le misure difensive connesse alla forza delle pulsioni, la fonte di angoscia legata alla forza delle pulsioni qualifica il carattere dellIo. Fa parte delle sua natura, controllare le pulsioni attraverso lazione del processo secondario e in sintonia con il principio di realt. LIo tende a difendersi
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perch ha sempre paura di essere invaso da elementi oscuri e il fine della terapia analitica permettere allIo di riappropriarsi dei contenuti inconsci dellEs, attraverso lo scioglimento delle difese. Anna Freud riprende i meccanismi di difesa studiati dal padre, come: La rimozione: espulsione dalla coscienza di contenuti angosciosi o di impulsi che possono condurre a conseguenze biasimevoli. La proiezione: attribuzione ad altri di impulsi o sentimenti propri. La formazione reattiva: sostituzione nella coscienza di un impulso inaccettabile con un impulso opposto. La razionalizzazione: trovare scuse per giustificare il proprio comportamento o sentimenti. La sublimazione: spostamento di impulsi inaccettabili verso scopi socialmente utili. Anna Freud rivolge la propria attenzione soprattutto alla psicologia infantile, fornendo un contributo molto importante sul piano teorico e clinico-pratico. In tale prospettiva molto importante il concetto di linea evolutiva che sta alla base di un modello di analisi dello sviluppo il cui obiettivo riconoscere le interazioni fondamentali tra lEs e lIo e i loro vari livelli evolutivi, come anche le loro sequenze legate allet, che per importanza, frequenza e regolarit, si possono paragonare alla sequenza maturativa delle fasi libidiche e allo sviluppo graduale dellIo. Esistono diverse linee e livelli di sviluppo caratterizzati da diverse interazioni tra istanze psichiche e ambiente. A tale proposito lautrice sostiene che la linea evolutiva tipica costituita da otto fasi evolutive, lungo un percorso di base che va dalla dipendenza totale dellinfante dalla madre alla relativa indipendenza del giovane adulto. Comunque, ci che segna in senso normale o patologico lo sviluppo del bambino sono le effettive situazioni nelle quali si svolge il rapporto del bambino con il mondo. Lo sviluppo di ogni bambino contrassegnato da momenti e percorsi tipici e problematici che riflettono lintreccio di vari fattori interni ed esterni. Nella prospettiva di Anna Freud, la regressione nel corso dello sviluppo, rappresenta un fattore del tutto normale, per quando diventa un elemento permanente che frena o arresta ogni reale sviluppo, essa diventa un criterio di valutazione della patologia del bambino. Anna Freud nella sua descrizione del principio dellidentificazione con laggressore, citata nellopera Lio e i meccanismi di difesa, sostiene che per difendersi dal dolore, il soggetto pu identificarsi con la persona da cui si aspetta di essere aggredito, quindi pu arrivare ad aggredire perch pensa che se non lo far lui per primo sar aggredito dallaltro. Questo meccanismo emerge soprattutto nel gioco, infatti si pu vedere come limmedesimarsi da parte del bambino in un oggetto temuto riesce a trasformare langoscia in una attivit piacevole. In questa identificazione difensiva, operano simultaneamente vari meccanismi di difesa: in questo caso la negazione (di una realt esterna spiacevole, laggressione) e la rimozione (di un sentimento interno spiacevole, lansia o la paura). Quindi, il bambino mette in atto uninversione dei ruoli, da passivo in attivo. Anna Freud sostiene che questi meccanismi sono normali e sono al servizio dello sviluppo, per possono anche sconfinare nella patologia: ad esempio quando lidentificazione con
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laggressore pu rappresentare uno stadio intermedio verso lo sviluppo della paranoia, in cui la colpa viene sistematicamente proiettata allesterno, cos che la costante aggressivit verso gli altri ha una importante funzione rassicurante per il soggetto. Anna Freud approfondisce i rapporti esistenti tra bambini ed adulti, tra educandi ed educatori e sostiene che all'origine del disturbo infantile c sempre una causa adulta. Per lei, la terapia deve occuparsi di riparare i danni inflitti ai bambini dagli adulti nel corso del processo educativo. A questo proposito arriva ad affermare estremizzando che la migliore educazione la minore educazione. Le differenze sostanziali con cui la psicoanalisi infantile si differenzia da quella dell'adulto coincidono con le modalit con cui il bambino entra in contatto con lo psicoterapeuta. Innanzitutto non il bambino che decide di entrare in contatto con lo psicoterapeuta, ma i suoi genitori o comunque un altro adulto che decide per lui, nella psicoanalisi infantile mancano gli elementi che sostengono il patto tra psicoterapeuta e paziente, la comprensione e la coscienza della malattia, il desiderio di guarire e la decisione di curarsi. Anna Freud ritiene che la tecnica psicoanalitica pi facilmente trasferibile all'analisi infantile sia l'interpretazioni dei sogni, perch i bambini non sono ancora giunti a svalutare l'attivit onirica come invece fa il razionalismo adulto. I risultati dell'analisi infantile consistono nel modificare il carattere del bambino non ancora irrigidito in un ruolo sociale, nel mitigare la severit del Super Io rappresentato dal mondo esterno. Il suo intento quello di arrivare ad un sviluppo armonico del bambino, dove siano minimizzati i conflitti tra mondo esterno e mondo interno e delle istanze psichiche tra loro. A questo proposito elabor la teoria dei meccanismi di difesa dell'Io. Secondo lautrice, tutti ricorriamo nel nostro funzionamento mentale a "meccanismi di difesa", ma negli individui nevrotici essi finiscono per prendere il sopravvento diventando automatici. Anna Freud in un primo momento afferma che i bambini non possono essere analizzati in quanto non sono in grado di stabilire il transfert. In tempi successivi essa si and convincendo che l'analisi almeno possibile in "periodo di latenza". Nellambito della PSICOANALISI DELLE RELAZIONI OGGETTUALI sono molto importanti i contributi di Melanie Klein, Bion, Fairbairn, Winnicott e di John Bowlby. MELANIE KLEIN : Il lavoro della Klein rappresenta una delle tappe pi innovative e ricche di problematiche del pensiero psicoanalitico. Rispetto alloriginale modello freudiano, nel suo pensiero assumono un ruolo fondamentale gli impulsi distruttivi che, nelle primissime fasi evolutive, permettono lanticipata comparsa dellIo e del Super-io. Per la Klein, lemergere precoce dellIo fondamentale in quanto deve contenere e deviare verso lesterno loriginaria autodistruttivit dellorganismo. Secondo Freud il mondo infantile era estraneo al mondo della passione, ma la Klein convinta del contrario. Anche per lei, come Freud, la pulsione di morte pu configurarsi come modello metaforico per rappresentare tutto ci che rende difficile la crescita e si oppone, sin dallinizio, alla vita. Freud sosteneva che
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lIo odia, aborrisce, perseguita tutti gli oggetti che sono per esso fonte di sensazioni dolorose e la Klein trasferisce tale idea al mondo infantile. Infatti, secondo lei il bambino odia, aborrisce, fantastica di distruggere con tutti i mezzi che ha a sua disposizione i fantasmi e gli oggetti interni ed esterni, che rappresentano fonti di sensazioni dolorose, quindi nella sua visione svolge un ruolo molto importante la distruttivit. In base a tale considerazione, appropriata la sua idea di unIo pi primitivo rispetto alle teorizzazioni freudiane, in grado di formare fantasie, di instaurare le prime relazioni oggettuali e di porre in atto dei meccanismi di difesa. La fantasia considerata lespressione mentale delle pulsioni, un mezzo di strutturazione della realt e un meccanismo di controllo dellangoscia che assolve la funzione di difesa. Il mondo del bambino ricco di fantasie che rappresentano sia la forma che prende la pulsione sia il tipo di difesa possibile per superare la pressione del mondo esterno ed interno. Secondo la Klein, lo sviluppo del bambino caratterizzato da posizioni e non da stadi o fasi. La posizione indica uno stato di organizzazione dellIo in rapporto alla sua relazione con gli oggetti, alla natura dellangoscia e alle difese attivate per il suo controllo. Importante la distinzione tra posizione schizoparanoide e posizione depressiva, le quali presentano una continuit evolutiva; infatti, lautrice sostiene che anche un adulto pu trovarsi in una di queste posizioni o possono essere presenti entrambe. Esse strutturano il funzionamento mentale anche nelladulto. La posizione schizoparanoide riguarda i primi quattro mesi di vita del bambino. Sin dalla nascita presente un opposizione fra la pulsione di vita e la pulsione di morte. Per la Klein, lIo immaturo del neonato gi sufficientemente in grado di proteggersi dallangoscia provocata dalla pulsione di morte, infatti una parte di essa viene proiettata sulloggetto esterno e unaltra parte viene mantenuta all interno. Anche una parte della pulsione di vita viene proiettata sulloggetto esterno, cio il seno buono e loggetto ideale, mentre una parte viene mantenuta allinterno e viene usata nel rapporto libidico con tale oggetto. In questa posizione, loggetto vissuto come oggetto parziale, ossia scisso in due parti, quella buona e quella cattiva. Il bambino non capisce che lo stesso oggetto pu essere allo stesso tempo buono e cattivo, quindi, la scissione (meccanismo di difesa) si verifica in due sensi: scissione delloggetto parziale interno e scissione delloggetto parziale esterno. Per quanto riguarda la scissione delloggetto parziale interno, il bambino sente in s due parti: una buona e una cattiva; invece, per quanto riguarda la scissione delloggetto parziale esterno, le due parti, buona e cattiva, vengono identificate con il seno materno, il quale sar un oggetto buono se presente e soddisfa il bisogno di fame del bambino, se invece non presente diventa un oggetto cattivo verso il quale il bambino aggressivo. Langoscia provocata dalla pulsione di morte paranoide quando esterna, invece ipocondriaca quando interna. Per proteggersi dallangoscia, attraverso la scissione, loggetto buono viene protetto dalla nocivit delloggetto cattivo e si crea cos un vissuto di idealizzazione delloggetto ideale. La Klein attribuisce un ruolo primario anche allinvidia, la quale consiste in uno stato emotivo lacerante che agisce fin dai primi mesi di vita. la pi diretta
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emanazione della pulsione di morte ed diversa dalla gelosia. Queste due emozioni, in alcune manifestazioni psicologiche possono interagire tra loro, per devono essere considerata come emozioni distinte. Infatti linvidia una manifestazione primitiva che consiste in un sentimento di rabbia perch unaltra persona possiede qualcosa che il soggetto desidera e che non ha, invece la gelosia presente in un periodo avanzato dello sviluppo, in cui gi consolidata la differenziazione-identificazione degli oggetti. Linvidia riguarda quel processo in cui il seno non pi vissuto solo come oggetto di desiderio di appropriazione ma qualcosa che deve essere distrutto in modo tale che non susciti pi niente. Non sempre essa pu essere integrata, cio superata grazie al normale processo evolutivo dellIo, infatti, se si struttura troppo precocemente e in modo intenso nella vita emozionale del bambino, pu ostacolare la normale sequenza dei processi che caratterizzano la posizione schizoparanoide e pu dar vita a gravi patologie. Secondo la Klein lo sviluppo sano della personalit non pu realizzarsi se non stato segnato da esperienze buone. Per questo motivo, il ripetersi di esperienze nelle quali prevale lamore sullodio, quindi la pulsione di vita su quella di morte, una condizione essenziale della capacit dellIo di integrare se stesso e di operare la sintesi degli aspetti contrastanti delloggetto. Nella seconda met del primo anno di vita si verifica il passaggio dalla posizione schizoparanoide a quella depressiva ed caratterizzato dalla capacit del bambino di cogliere lunit delloggetto (costanza oggettuale) e di riconoscere che la madre un oggetto altro da s e in relazione con gli altri. La posizione depressiva inizia quando lIo comincia ad acquisire una possibilit di integrazione (interna ed esterna) e di sintesi, quando la differenziazione del S dalloggetto diventa pi stabile e crea una nuova e pi evoluta rappresentazione cognitiva ed emotiva della realt interna ed esterna. Il bambino, in questo momento avverte la sua impotenza e dipendenza nei confronti della madre e anche la sua ambivalenza. Al fianco della consapevolezza che odio e amore sono entrambi parti di s, si impone una nuova angoscia, ossia quella di essere egli stesso causa di distruzione delloggetto. Nel bambino presente la paura che i propri impulsi distruttivi hanno distrutto o distruggeranno loggetto che lui ama e dal quale dipende. Egli, quindi, caratterizzato da una duplice esigenza: da un lato vuole possedere loggetto, dal quale pu essere abbandonato, dallaltro lato presenta lesigenza di difenderlo dai propri impulsi distruttivi. La posizione depressiva caratterizzata da diversi elementi e meccanismi emotivi come la colpa, il lutto e la riparazione. Quando il bambino sente di poter distruggere o di aver distrutto la madre con le proprie pulsioni aggressive, vive lesperienza della perdita e della colpa e viene assalito da un generalizzato sentimento di impotenza a riaverla. In seguito, vive il lutto perch pensa di aver perso definitivamente la madre visto che lha annientata. A tutto ci collegato il processo di riparazione, secondo il quale, come limpulso distruttivo ha annientato loggetto damore, cos lamore per loggetto potr ricostruirlo. Con la riparazione ed il ritorno della madre, il bambino si rende conto di poter riparare ci che ha fatto. A questo punto, mediante lintroiezione, loggetto buono viene introdotto dentro di s. Le fantasie e le azioni riparative permettono una maggiore integrazione
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dellIo. La riparazione, secondo la Klein, in alcune situazioni pu provocare nel bambino una sofferenza insostenibile, quindi per contenere langoscia depressiva pu risultare utile usare le difese maniacali, che comprendono il disprezzo, il trionfo e il dominio del e sulloggetto. Esse per devono essere usate solo temporaneamente perch se sono persistenti possono impedire il normale sviluppo dellesperienza depressiva. La maggior parte dei fenomeni che emergono nella posizione depressiva permettono la definitiva strutturazione dellIo e la caratterizzazione della personalit individuale. Tali fenomeni sono costituiti per esempio dalle conquiste raggiunte dal bambino in questo periodo dello sviluppo, come la sua capacit di differenziare la realt interna da quella esterna e laumento della consapevolezza del valore degli oggetti esterni legati alla posizione precedente. In tal modo, il bambino riesce a disciplinare le sue emozioni e si rende disponibile verso lesterno nel momento in cui allamore per loggetto, corrisponde sempre di pi il sentimento di riparazione e il controllo dellostilit. In questo periodo, le esperienze del lutto e della riparazione pongono le basi dei processi creativi e della sublimazione. Infatti, il bambino non solo sperimenta la possibilit di dar vita a ci che ha distrutto, ma sperimenta anche di continuo la necessit di preservare loggetto dai propri sentimenti ostili. Secondo la Klein, quindi, la madre media simbolicamente il rapporto con il mondo esterno e la costruzione della personalit. Nellimpostazione kleiniana, oltre allIo, anche il Super-io e le vicende legate al conflitto di edipo emergono in anticipo rispetto a ci che affermava Freud. La pulsione aggressiva, che emerge dalle privazioni, dalle paure e dallangoscia che caratterizzano lesperienza infantile nel mondo, alla base anche del Super-io. Pi la coppia genitoriale si integra nel mondo infantile, pi essa viene investita dalle fantasie libidiche ed aggressive che costituiscono la forma originaria di organizzazione del conflitto edipico. Pi gli oggetti sono assenti e la relazione con loro insoddisfacente, pi i meccanismi di difesa diventano rigidi e il Super-io diventa un agente interno persecutorio e severo. Affinch si crei un rapporto equilibrato con la realt, fondamentale la bont del rapporto con loggetto prima e dopo, quindi sono molto importanti la presenza, il sostegno, lamore di oggetti reali in grado di alleviare la sofferenza, la paura, la distruttivit e in grado di favorire i vari processi di identificazione, separazione e riparazione necessari per lintegrazione e lo sviluppo della personalit individuale. BOWLBY : introduce la nozione di attaccamento (affezionarsi a ) e approfondisce le conseguenze negative che possono emergere quando la primitiva relazione di attaccamento tra madre e bambino viene compromessa dalla carenza di cure materne, dalla separazione pi o meno prolungata o dalla perdita della madre. Secondo la Teoria dellAttaccamento di Bowlby (1969/1988), lessere umano presenta gi dalla nascita una predisposizione innata a formare legami di attaccamento con le figure genitoriali primarie, ossia le Figure di Attaccamento. Esse rappresentano una base sicura, alla quale il bambino fa ricorso quando si sente minacciato e abbandonato. Langoscia di
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separazione, infatti, un buon indicatore che la relazione di attaccamento si stabilita. Per Bowlby, il bambino costruisce una relazione con i suoi caregivers non spinto dalla fame o da altri bisogni fisiologici legati agli istinti, in quanto, tale legame serve a garantire benessere, protezione dai pericoli provenienti dallambiente esterno e favorisce la sopravvivenza grazie alla vicinanza della figura adulta (in genere, ma non sempre, la madre biologica). Il periodo sensibile (termine preso a prestito dalletologia) durante il quale il bambino costruisce il legame di attaccamento quello del primo anno di vita. Il modello di Bowlby ritiene molto importante per lo sviluppo sano del bambino la presenza di almeno una figura dattaccamento in grado di fornire al bambino il senso di protezione e di consolazione, ossia il porto sicuro al quale poter tornare dopo lallontanamento esplorativo e su cui poter fare affidamento in un primo momento fisicamente (la mamma o altri significativi) e successivamente psichicamente (la funzione psichica interiorizzata di base sicura). Secondo Bowlby esistono dei precisi Modelli di Attaccamento affettivo presenti anche nelladulto. Infatti egli parla di attaccamento: sicuro: l'individuo ha fiducia nella disponibilit e nel supporto della figura di attaccamento, nel caso si verifichino condizioni avverse o di pericolo. In tal modo, si sente libero di poter esplorare il mondo. Tale stile promosso da una figura sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede. I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: sicurezza nell'esplorazione del mondo, convinzione di essere amabile, capacit di sopportare distacchi prolungati, nessun timore di abbandono, fiducia nelle proprie capacit e in quelle degli altri, S positivo e affidabile, altro positivo e affidabile. L'emozione predominante la gioia; insicuro distanziante/evitante: questo stile caratterizzato dalla convinzione dell'individuo che, alla richiesta d'aiuto, non solo non incontrer la disponibilit della figura di attaccamento, ma addirittura verr rifiutato da questa. Cos facendo, il bambino costruisce le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su se stesso, senza l'amore ed il sostegno degli altri, ricercando l'autosufficienza anche sul piano emotivo, con la possibilit di arrivare a costruire un falso S. Questo stile il risultato di una figura che respinge costantemente il figlio ogni volta che le si avvicina per la ricerca di conforto o protezione. I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell'esplorazione del mondo, convinzione di non essere amato, percezione del distacco come prevedibile, tendenza all'evitamento della relazione per convinzione del rifiuto, apparente esclusiva fiducia in se stessi e nessuna richiesta di aiuto, S positivo e affidabile, altro negativo e inaffidabile. Le emozioni predominanti sono tristezza e dolore; insicuro preoccupato/ansioso ambivalente: non vi nell'individuo la certezza che la figura di attaccamento sia disponibile a rispondere ad una richiesta di aiuto. Per questo motivo l'esplorazione del mondo incerta, esitante, connotata da ansia ed il bambino incline all'angoscia da separazione. Questo stile promosso da una figura che disponibile in alcune occasioni ma non in altre e da frequenti separazioni, se non addirittura da minacce di abbandono, usate come mezzo coercitivo. I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza
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nell'esplorazione del mondo, convinzione di non essere amabile, incapacit di sopportare distacchi prolungati, ansia di abbandono, sfiducia nelle proprie capacit e fiducia nelle capacit degli altri, S negativo e inaffidabile (a causa della sfiducia verso di lui percepita nella figura di attaccamento), altro positivo e affidabile. L'emozione predominante la colpa; Nellopera Cure materne e igiene mentale del fanciullo del 1951, Bowlby approfondisce la problematica delle cure materne e pone in evidenza limportanza di un legame affettivo intimo e costante tra madre e bambino. Di solito questo legame fonte di soddisfazione sia per la madre sia per il bambino, per quando viene a mancare lo sviluppo del bambino diventa problematico. La carenza di cure appropriate non dipende solo dalla madre, ma anche dalla famiglia nel suo insieme che provvede alla soddisfazione di diverse necessit, la cui importanza stata spesso posta in secondo piano. Per evitare che il bambino soffra di privazioni severe e per permettere alla madre di svolgere in modo adeguato il suo ruolo indispensabile che lei abbia a sua disposizione misure preventive di tipo economico, sociale e medico in quanto tutto ci influenza ladeguatezza delle cure materne e del nucleo familiare. Bowlby approfondisce la relazione madre-bambino nei tre volumi Attaccamento e perdita. Nel primo (1969), fa riferimento alla letteratura etologica e sostiene che il legame madre-bambino influenzato da vari sistemi comportamentali che si sviluppano nel bambino come risultato dellinterazione con il suo ambiente di adattamento evolutivo e, soprattutto dallinterazione con la figura principale di tale ambiente, cio la madre. Lattaccamento attivato da vari fattori, sia interni (fatica, fame, dolore, disagio) sia esterni (partenza, assenza, ritorno della figura di attaccamento) e assume la forma di varie condotte di segnalazione e di accostamento. Per Bowlby, lo sviluppo dellesperienza di attaccamento caratterizzato da quattro fasi, presenti nel primo anno di vita: la prima fase caratterizzata da una responsivit indifferenziata del bambino nei confronti delle persone; la seconda fase caratterizzata dalla responsivit del bambino che si focalizza progressivamente sulla figura materna; nella terza fase la ricerca della madre da parte del bambino pi attiva e meglio organizzata in forma di sequenze comportamentali finalizzate; nella quarta fase il bambino acquista la capacit di assumere la prospettiva dellaltro, quindi la capacit di intendere le intenzioni e le motivazioni della madre, in modo da creare con lei una relazione reciprocamente gratificante. In base al tipo di armonia che si crea nel legame madre-bambino, lesperienza di attaccamento si evolve in condotte del bambino che rivelano diversi gradi di sicurezza, ansiet, resistenza e si risolve per la madre e per il bambino in diverse opportunit di soddisfazione e di autorealizzazione. Le madri che accolgono le segnalazioni del bambino e che sono in grado di mantenere e sviluppare una relazione reciprocamente gratificante favoriscono levoluzione dellesperienza di attaccamento in sentimenti di fiducia e di sicurezza.
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Lesperienza di attaccamento influenza in vari modi le fasi successive dello sviluppo, come il periodo di latenza e ladolescenza, nei rapporti con i vari membri della famiglia e con le persone esterne, let adulta e la maturit nei rapporti di lavoro e nei rapporti con le generazioni successive. Nel secondo volume (1973), su La separazione dalla madre, Bowlby analizza le dinamiche legate allangoscia di separazione. Langoscia che i bambini mostrano quando la madre assente rappresenta una manifestazione spontanea, influenzata dallambiente, determinata geneticamente e favorita dai sistemi che hanno come obiettivo la sopravvivenza della specie. Nel terzo volume su La perdita della madre (1980) viene approfondito il tema del lutto e la natura dei processi difensivi che si attivano dopo la perdita e langoscia. Tra il primo e il terzo anno di vita, la separazione dalla madre provoca nel bambino una reazione di protesta perch vuole riavere la madre, che pu essere accompagnata dalla perdita di speranza che la madre possa tornare. Secondo Bowlby affinch il bambino sia in grado di elaborare il lutto necessaria la presenza di alcuni condizioni ottimali: prima della perdita, fondamentale che vi sia stata una relazione sicura con i genitori ed necessario che egli venga messo di fronte alla realt dellevento; infine importante che il bambino posso godere del confronto del genitore superstite o di un sostituto verso il quale nutre o pu avere fiducia. La PSICOANALISI DEL SE pu essere considerato un modello misto che cerca di mediare tra le due scuole di pensiero tradizionali della psicoanalisi, ossia la psicoanalisi dellIo (Nord America) e la psicoanalisi delle relazioni oggettuali (Europa e soprattutto Inghilterra) e tra psicoanalisi e psicologia scientifica. Le due scuole tradizionali pongono al centro dellindagine psicoanalitica linfanzia, le prime relazioni interpersonali, la maggiore precocit dello sviluppo affettivo e cognitivo, la relazione analitica trascurando larchitettura dellapparato psichico e le vicissitudini delle pulsioni. La Psicoanalisi del S il modello che maggiormente, in epoca recente, interpreta la psicoanalisi come una psicologia bipersonale dello sviluppo della personalit. Con essa si assiste alla riscoperta del S, che pu rappresentare un luogo di incontro tra diverse tradizioni di ricerca e unidentit in cui il personale sempre simmetrico allinterpersonale. Inoltre, considerato come struttura rappresentazionale dellIo e funzione centralizzante di sintesi. In tale ambito sono importanti i contributi di alcuni autori come: Kohut, Kernberg, Stern. DANIEL STERN : approfondisce lanalisi delle prime esperienze soggettive del bambino legate ad un processo di maturazione cognitiva e affettiva della vita psichica infantile definito sviluppo del senso del S del bambino. Stern ha fornito un contributo molto importante relativo alla conoscenza delle operazioni mentali complesse che caratterizzano lintermediazione affettiva e cognitiva del mondo interno ed esterno e che si accompagnano alla costruzione dei primi prototipi dei rapporti e dei comportamenti sociali. Egli cerca di approfondire come le primissime esperienze si trasformano nella costruzione del senso di s. Nellanalisi dello sviluppo del senso del S, lesperienza infantile del S e dellaltro viene indagata senza far riferimento a istanze
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psichiche tradizionali (Io-Es), ma cercando di individuare le modalit che si instaurano prima dellautoconsapevolezza e dello sviluppo del linguaggio. Per Stern lo sviluppo del senso di s comprende quattro diversi sensi del S che rappresentano particolari esperienze soggettive e specifiche modalit di relazione sociale che si realizzano in periodi evolutivi precisi. Essi non devono essere considerati come delle fasi che si susseguono perch cooperano tra loro e si mantengono attivi per tutta la vita. Lautore parla di: Senso di un s emergente che si forma alla nascita ed presente per i primi due mesi di vita. Esso caratterizzato dalla percezione amodale, ossia una capacit generale innata di ricevere linformazione in una modalit sensoriale e tradurla in qualche modo in unaltra modalit sensoriale. Un tipico esempio di ci rappresentato dal rapporto del bambino con il seno materno, in cui la percezione amodale contribuisce alla formazione di un senso del S emergente e di un altro emergente. il senso di un S nucleare presente tra i due e i sei mesi di vita. Nello sviluppo del senso del S nucleare, assumono significato il senso del S del bambino di fronte allaltro e il senso del S del bambino con laltro e gli eventi oggettivi e soggettivi che caratterizzano tale rapporto. Quando viene attivata una rappresentazione di interazioni generalizzate (RIG) di essere con qualcuno si richiama un ricordo definito da Stern compagno evocato, che rappresenta lesperienza di una relazione che influenza in modo significativo la relazione contingente. Ad esempio, nella relazione madre-bambino, entrambi portano nel rapporto a due la loro storia e le rappresentazioni interattive generalizzate associate. il senso del S soggettivo si forma dai sette ai quindici mesi, in una fase in cui si verificano dei cambiamenti molto importanti nellesperienza del bambino. Assume un ruolo fondamentale la relazione intersoggettiva che favorisce una maggiore maturazione ed integrazione dei processi legati alla socializzazione dellesperienza. A circa nove mesi il bambino in grado di orientare la sua attenzione su un oggetto (puntare il dito) e di seguire la stessa operazione della madre mostrando che ha acquisito la capacit di decentramento e di riconoscimento cognitivi. In questo periodo il bambino esprime intenzioni molto distinte: se vuole ottenere qualcosa usa canali di comunicazione adeguati, come fissare, richiamare lattenzione della madre, usare particolari toni della voce. il senso del S verbale o narrativo inizia a svilupparsi intorno ai 15-18 mesi, in sintonia con lo sviluppo del linguaggio e permette pian piano al bambino di narrare la propria vita. Questo periodo particolarmente significativo per la strutturazione della personalit. Attraverso il linguaggio il bambino estende i propri orizzonti di conoscenza, in accordo con una maggiore organizzazione dellesperienza soggettiva del S e del S con laltro (oggettivazione del S). Il linguaggio per, secondo Stern, deve essere considerato come unarma a doppio taglio, suscettibile di effetti alienanti che possono creare una scissione nellesperienza del S. Da un lato esso pu annullare la percezione globale amodale che caratterizza tutta lesperienza del S prima dellacquisizione del linguaggio, dallaltro lato pu determinare un passaggio dal percepire in modo immediato e personale ad un livello interpersonale e astratto.
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Le principali espressioni del dissenso psicoanalitico sono rappresentate dalla psicologia individuale di Alfred Adler, dalla psicologia analitica di Jung, dallanalisi del carattere di Reich e dalla psicoalanilisi sociale di Fromm. A partire dagli anni 50 il mondo accademico e della ricerca sempre pi scettico e severo verso la possibilit di trovare un terreno di incontro tra psicologia scientifica e psicologie analitiche. ALFRED ADLER E LA PSICOLOGIA INDIVIDUALE (1870-1937): Il suo lavoro non ha avuto molta fortuna nellambito degli sviluppi della psicologia del profondo, questo perch la sua costruzione manca del necessario rigore e di una continua verifica della teoria. Nella terapia di Adler viene attribuita un eccessiva fiducia alla capacit del singolo di prendere coscienza dei propri conflitti e di ridisegnare un nuovo progetto di vita. Lenfasi sugli aspetti sociali della persona umana prevale su tutto ci che di problematico e drammatico pu emergere dal rapporto interpersonale. Lobiettivo principale dellautore unire il socialismo e la medicina allinterno di ununica sfera dazione e al servizio degli stessi fini preventivi e riabilitativi. Nel 1907, Adler scrive lopera Studio sullinferiorit degli organi, nella quale analizza la problematica dellinferiorit, che in seguito diventa la nozione portante della psicologia individuale. Allinizio tale concetto fa riferimento agli organi e alle propriet dellorganismo di operare per compensazione, rafforzando alcune funzioni che in tal modo compensano altre che sono compromesse, quindi permette di superare la propria condizione di inferiorit. In un secondo momento, lautore pone alla base del carattere individuale, la condizione di inferiorit ed il senso di inferiorit che ne deriva. Egli sostiene che di solito il senso di inferiorit della personalit emerge da uninfanzia penosa e difficile che finisce per condizionare tutta la vita dellindividuo. Lindividuo portatore di un profondo senso di inferiorit tende a compensare le proprie difficolt, cercando di ostacolare ci che avverte come fragile, usando dei comportamenti distanti da unadeguata adesione alla realt. A tale proposito Adler considera la nevrosi la principale espressione dellesito di processi e meccanismi che creano una rappresentazione fittizia di s e degli altri e una lacerazione dei propri vissuti, non altro che un tentativo di superare il senso di inferiorit senza agire sulle situazioni reali. inconsciamente, una ricerca di superiorit attuata con metodi fittizi: il sintomo salva dalle sconfitte. Nel 1911, Adler si allontana definitivamente dal movimento psicoanalitico. Nel 1912, pubblica Il temperamento nervoso, in cui afferma che linferiorit organica un prototipo di quella psicologica. Con questopera egli rende pubblico il suo pensiero e inaugura la Societ di Psicologia Individuale, alla cui base vi lidea di una nuova psicologia dellindividuo strettamente legata al contesto sociale. Egli approfondisce la centralit del meccanismo di compensazione nellopera Prassi e teoria della psicologia individuale del 1920. Un esempio di compensazione quello della balbuzie di Demostene, uomo politico e oratore greco (Atene, IV sec. a. C). Cicerone narra che in giovent loratore greco non era capace di pronunciare la erre ma che con lesercizio riusc a farlo perfettamente; altrove
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scrive anche che era balbus. Plutarco ha poi divulgato la leggenda dei sassolini: Racconta che Demostene teneva i sassolini in bocca per tenere sollevata la punta della lingua per ottenere le vibrazioni necessarie per correggere la erre, essendo egli bleso e anche balbuziente. Ci parla infatti di contrazioni delle spalle e descrive il fiasco di Demostene la prima volta che si present in pubblico e lo sconforto in cui era caduto di fronte ai fischi che ricevette per la sua ostinazione nel voler parlare. Di questo secondo difetto Demostene fu curato da Satiro, professore di declamazione, con esercizi di respirazione e di dizione sotto il forte dominio della sua tenace volont di guarire. Si narra anche che Demostene durante la cura non si lasci vedere da nessuno e rimase chiuso per parecchi mesi in una stanza con la testa rasata per met, affinch la vergogna gli impedisse di uscirne se gliene fosse venuto desiderio. Nellopera La conoscenza delluomo (1927) Adler pone in primo piano il sentimento di comunit come elemento costitutivo della personalit e della vita. Esso allo stesso tempo elemento primo e ultimo dellindividuo e della societ. elemento primo perch il sentimento del sociale una prerogativa innata, basilare della personalit, e non limitato alla famiglia e al gruppo di origine, ma esteso allumanit nella sua totalit. elemento ultimo perch lideale regolativi della natura umana nelle sue molteplici espressioni. Alla base del sistema adleriano vi sono alcuni principi che caratterizzano la vita psichica nel suo complesso: Con il principio dellunit si afferma la totalit di psiche e corpo e si sottolinea che la psiche non riducibile al corpo. Con il principio del dinamismo, in sintonia con una concezione teologica, si afferma che il comportamento sempre orientato verso una meta. Con il principio dellinfluenza cosmica, viene evidenziato che lindividuo sempre collegato con la realt naturale e il cosmo. Con il principio della spontanea strutturazione delle parti in una totalit, si afferma lidea che lorganizzazione della vita psichica lorganizzazione di un tutto integrato e coerente con le mete personali. Infine, con il principio dellazione e reazione tra individuo e ambiente, emerge la dialettica costante tra la personalit e la realt. Freud vede la vita dell'uomo in funzione del passato, Adler la legge in funzione del suo avvenire e questo perch l'individuo guidato dal desiderio di superiorit, dalla ricerca di somiglianza divina, dalla fede nel suo potere psichico. Per Adler, il nucleo e lelemento distintivo della personalit, costituito dallo stile di vita. Esso emerge nellinfanzia e rappresenta il precipitato di tutte le esperienze significative dellindividuo. limpronta inimitabile della persona che comprende modalit di comportamento, idee e opinioni elaborate dal pensiero, sentimenti e emozioni, articolati al servizio di finalit prevalenti. Il concetto di stile di vita legato a quello di S creativo, che si riferisce alla tendenza di autorealizzazione, presente in ogni uomo, che sta alla base della condotta, influenza le scelte, d coerenza alla personalit e cerca di unire in una sintesi armonica laspirazione alla libert individuale con le esigenze della
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vita sociale. Lo sviluppo del sentimento sociale garantisce la realizzazione della personalit nella vita affettiva, nelle relazioni interpersonali e nel lavoro, invece la precariet del senso di comunit determina una rappresentazione di s e degli altri che si esprime in una serie di mete e obiettivi falsi. Pi il sentimento di comunit carente, pi diventa radicale lisolamento dellindividuo. Anche laggressivit e le diverse manifestazioni di ostilit che assumono forma patologica sono le componenti e gli esiti di strategie compensatorie il cui obiettivo raggiungere mete fittizie. Inoltre, esse rappresentano per Adler delle reazioni alla frustrazione, quindi non sono pulsioni originarie. Lobiettivo della psicoterapia adleriana riconciliare il paziente con i suoi veri obiettivi per poter cos recuperare uno stile di vita adeguato alle sue effettive necessit. Le origini dei bisogni di compensazione, delle false mete e del disturbo vanno ricercate nel passato, quindi il terapeuta si accosta al passato del paziente per ridefinire il suo rapporto con la realt presente, riconciliando con i tre compiti fondamentali della vita di ogni persona: il lavoro, lamore, gli obblighi verso la comunit. LA PSICOLOGIA ANALITICA DI CARL GUSTAV JUNG (1875-1961) : il pensiero junghiano ricco di indicazioni conoscitive e si concentra sul concetto di inconscio collettivo. Jung estende la sua ricerca a varie aree come la religione e i legami di questultima con la pratica terapeutica, questo perch, visto limportanza di questa esperienza, cerca di trasformarla in unarea di conoscenza. Nellambito della sua ricerca, ha sempre cercato di farsi guidare da un atteggiamento empirico. Infatti, dalla sua impostazione emerge unanalisi dello psichico in grado di muoversi a diversi livelli usando metodi diversi. I suoi interessi sono molti perch possiede un approfondita conoscenza del pensiero di filosofi, poeti, scienziati, non accomunati da un tessuto conoscitivo omogeneo. Fondamentale stata la lettura di Nietzsche, e soprattutto dello Zarathustra al quale Jung dedic vari seminari. Inoltre, stato decisivo lincontro con Freud, anche se dopo, nel 1913 si verifica una rottura tra i due a causa delle loro differenze culturali e delle loro divergenze teorico-cliniche. Infatti, Jung era ostile nei confronti di qualsiasi eredit culturale che impediva il libero svolgimento del pensiero. Nellelaborazione freudiana prevale un atteggiamento razional-positivistico il cui obiettivo era riunire al suo interno modelli culturali con una solida matrice naturalistica, invece Jung cerca di interpretare anche il dato apparentemente non comprensibile o non immediatamente sostenuto da una razionalit inequivocabile. Con Jung si afferma una nuova visione dello psichico che mette in discussione alcuni capisaldi sui quali si sviluppata la psicoanalisi. Il contrasto tra Freud e Jung, si basa proprio sulla diversit dei postulati di principio. Nel pensiero di Jung molto importante lanalisi dei complessi, da lui elaborata con il reattivo di associazione verbale. Allinizio, la psicologia analitica di Jung era definita psicologia dei complessi. Per complesso egli intende una componente emotiva che si scatena nel paziente durante lo svolgimento di un esperimento associativo, che consiste nel presentare al soggetto una lista di parole selezionate alle quali deve rispondere. Jung si rese conto che, il tempo
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di reazione prolungato, era quasi sempre associato a tale componente, ossia a un complesso relativamente o totalmente inconscio. Quindi i complessi rappresentano il nucleo centrale della vita psichica. Chiarire lorigine del complesso significa individuare le esperienze conflittuali, le sensazioni angosciose, il dissidio interiore o altri fenomeni che manifestano i punti vulnerabili della personalit e verso i quali si rivela impotente qualunque atteggiamento difensivo. Le esperienze della prima infanzia sono molto importanti per capire alcune forme tipiche dei complessi, soprattutto quelle legate al rapporto originario del bambino con i genitori, che rappresentano il luogo di attivazione allinterno del quale viene sperimentato il conflitto. Nella prospettiva di Freud, il complesso si colloca soprattutto al livello di analisi delle vicissitudini della sessualit, nella psicologia junghiana, invece, il complesso legato ad una diversa concezione della libido e alle nozioni di archetipo e di simbolo. Nelle opere Simboli della trasformazione (1912) e poi in Energetica psichica (1928), Jung propone una concezione della libido in contrasto con quella di Freud, in quanto afferma che non si tratta di un istinto specifico ma di un valore energetico che si estende a varie attivit, come la potenza, la fame, lodio, la sessualit. Inoltre, estende il concetto di libido da energia psichica a energia vitale, quindi non solo sessuale. Per Jung, la personalit nelle sue varie configurazioni dominata da elementi contrastanti e da una dialettica continua che si impone a diversi livelli in tutte le manifestazioni psicologiche. Lenergia psichica pu spostarsi in una direzione progressiva o regressiva. La progressione della libido corrisponde ad un adattamento alle esigenze dellambiente che pu arrestarsi e produrre, per contrasto, una regressione verso i contenuti dellinconscio. La regressione non implica necessariamente involuzione e la progressione non rappresenta necessariamente un periodo di evoluzione. Entrambe permettono la crescita della personalit. Per Jung la psiche una totalit che conscia e inconscia al tempo stesso. Coscienza ed inconscio, anche se sono integrabili nella personalit, sono considerate come entit contrastanti, cio lespressione di quella generale antinomia che pervade in senso energico la vita psichica. La coscienza individuale il prolungamento della coscienza collettiva, nella quale si riconosce e che pu, per, rappresentare una fonte di conflitti perch i canoni collettivi possono sempre diventare limitanti e opprimere le esigenze del soggetto. La coscienza legata allIo e con esso crea un rapporto di reciproca interazione. LIo il precipitato di esperienze fondamentali, una funzione della personalit il cui obiettivo esplorare il mondo esterno e quello psichico. LIo implica scelta, cambiamento, progresso della personalit ed legato al processo di individuazione, che rappresenta una delle elaborazioni pi importanti della teoria di Jung. LIo il centro della nostra consapevolezza del mondo esterno e di quello interno. Lo strato dellinconscio personale costituito dalle esperienze e dai contenuti psichici che non fanno parte della coscienza ma che possono emergere, ad esempio attraverso i sogni. Esso contiene ricordi che sono andati perduti, rappresentazioni penose rimosse (dimenticate intenzionalmente), percezioni subliminali, cio percezioni sensorie che non
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sono abbastanza intense da raggiungere la coscienza, e infine contenuti che non sono ancora maturi per la coscienza. Al centro della sua teoria, Jung pone anche linconscio collettivo. Linconscio personale riflette la trama di vissuti e avvenimenti propri di ogni individuo, e raggiunge il suo limite nei primissimi ricordi infantili, linconscio collettivo ha un carattere universale perch i suoi contenuti riguardano tutta lumanit e di questa ripetono le esperienze originarie con manifestazioni che vanno oltre i particolari ambiti etnici e culturali. Al centro dellinconscio personale vi sono i complessi, invece al centro dellinconscio collettivo vi sono gli archetipi che rappresentano i costrutti pi importanti e controversi della psicologia analitica. Per archetipi lautore intende, immagini primordiali, rappresentazioni psichiche delle esperienze arcaiche dellumanit. In Riflessioni teoriche sullessenza della psiche Jung fa una distinzione tra rappresentazioni archetipiche e archetipo in s. Le configurazioni attraverso le quali un archetipo si manifesta si riferiscono ad una forma fondamentale di per s irrapresentabile. Larchetipo in s un fattore psicoide che appartiene alla parte invisibile dello spettro psichico. Invece, le rappresentazioni archetipiche possono essere riconosciute e da esse possibile cogliere limpatto sul piano psichico, individuale e collettivo nella forma di simboli, motivi religiosi e immagini mitologiche. I simboli svolgono unazione di mediazione dellesperienza archetipica, sono veri trasformatori di energia psichica e svolgono una funzione fondamentale di mediazione tra linconscio e la coscienza; ci che essi esprimono non mai compreso e afferrato totalmente, ma un linguaggio che va tradotto, ci che essi indicano sempre qualcosa di pi rispetto a ci che la coscienza po cogliere, sono espressioni di contenuti accessibili e inaccessibili alla coscienza. Per quanto riguarda il problema delle differenze individuali e delle diverse caratteristiche di personalit, Jung individua quattro funzioni psicologiche e due orientamenti o atteggiamenti fondamentali. Dalle possibili combinazioni tra funzioni e disposizioni emergono diverse personalit in base al prevalere di un orientamento o di una funzione rispetto ad altre. Le quattro funzioni di cui parla Jung sono pensiero, sentimento, intuizione e sensazione che si riferiscono alle diverse esperienze mediante le quali lindividuo si orienta nel mondo e si rapporta alle cose. Per funzione psicologica si intende una certa forma di attivit psichica che in circostanze diverse rimane uguale a se stessa. Per Jung le quattro funzioni abbracciano la totalit dellesperienza: la sensazione legata allesistenza o percezione della realt di fatto, la funzione del pensare ci permette di comprenderne il significato, il sentimento ce ne rivela il valore e permette la valutazione positiva o negativa delle cose, lintuizione ci indica le possibilit di divenire presenti in ci che si verifica in un dato momento quindi lincontro immediato con il reale. Pensiero e sentimento sono funzioni razionali, invece, sensazione e intuizione sono funzioni irrazionali. Lindividuo si orienta soprattutto con una delle funzioni principali che dunque risulta dominante e differenziata. La funzione meno differenziata, opposta a quella cosciente, attiva nellinconscio, le altre due funzioni definite ausiliari, oscillano tra la coscienza e linconscio. In questo modo la psiche si attiva per assicurare la comprensione tra le varie funzioni e tende ad autoregolarsi. Le funzioni
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segnano i percorsi dellesperienza soggettiva, invece, introversione ed estroversione corrispondono a disposizioni generali determinate dallorientamento dellenergia psichica, cio della libido. Lestroversione caratterizzata dalla prevalenza delloggetto sul soggetto e riflette la disponibilit della libido a nutrirsi degli eventi esterni, ad aderire allambiente e a farsi aderire da esso nelle sue multiformi espressioni, a porsi in sintonia con le esigenze della collettivit (la libido permeata da oggetti esterni). La vita psichica di questo tipo psicologico si svolge fuori di essa nel mondo circostante. Il tipo estroverso vive negli altri e con gli altri, mentre il rapporto con se stesso assume per lui aspetti inquietanti, perch sente che nel mondo interiore sono presenti dei pericoli in agguato. Lintroverso controlla e dirige la libido su se stesso, loggetto esterno viene mantenuto ai margini di ogni tipo di prospettiva e, quando costretto a confrontarsi con lesterno si sente in un mondo che non il suo, per questo motivo resiste alle influenze dellambiente ed scontroso e goffo nel modo di agire con gli altri e di reagire agli altri. Il mondo dellintroverso quello interiore, il rapporto con se stesso cosa piacevole. Il suo mondo interiore per lui un porto sicuro che lo protegge da ogni intrusione. Anche lintroversione e lestroversione possono risultare differentemente dominanti nelle varie fasi di sviluppo e nelle varie situazioni. Esse vengono modulate dallautoregolazione e dalla necessaria compensazione. Per Jung dalle varie e possibili combinazioni tra funzioni e atteggiamenti emergono 8 tipi psicologici: il tipo di pensiero estroverso, di pensiero introverso, di sentimento estroverso, di sentimento introverso, di sensazione estroversa, di sensazione introversa, di intuizione estroversa, di intuizione introversa. LIo, dal punto di vista strutturale e dinamico caratterizzato da una posizione di rilievo nella totalit della psiche e assume un carattere centrale nel rapportarsi al mondo interno ed esterno. Per Jung, la relazione dellIo con il mondo esterno rappresentata da ci che egli indica con il termine Persona, ossia un complesso di funzioni che si formato per motivi di adattamento o per bisogno di comodit; rappresenta un compromesso tra lindividuo e la societ su ci che uno appare o anche un segmento della psiche. La Persona comprende linsieme di comportamenti esteriori della personalit dellindividuo: una maschera, unapparenza che pu essere usata in diverse situazioni e per vari scopi. Se lIo si identifica troppo con la Persona si verifica in impoverimento dellesperienza dellindividuo, impedendo cos lo sviluppo della personalit in quanto risulta compromessa levoluzione dialettica dellindividuo che Jung chiama individuazione. Individuarsi significa diventare un essere singolo, diventare se stessi, realizzare il proprio S. Lo sviluppo dellindividuazione si verifica secondo degli stadi che vanno da uno stato di originaria indifferenziazione dello psichico e di totale dipendenza del bambino dai genitori, attraverso progressive differenziazioni ed emancipazioni, sino allo stato di maturazione della personalit individuata che ha la piena consapevolezza della propria realt interiore. Alla base del processo di individuazione vi sono alcuni archetipi, ossia: lOmbra, lAnimus e lAnima, il Vecchio Saggio e la Magna Mater, il S.
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Lindividuazione inizia quando si riesce a prendere coscienza dellOmbra, cio della parte oscura della personalit, che coincide con la funzione meno differenziata dellIo. Essa rappresenta i contenuti psichici rimossi dellinconscio personale e soprattutto quegli aspetti primitivi e riprorevoli inaccettabili per lIo. Gli archetipi dellAnima e dellAnimus riguardano rispettivamente la psicologia maschile e femminile, caratterizzano il mondo interiore della psiche e sono il corrispettivo di ci che la Persona rispetto al mondo esterno. Nellinconscio delluomo, lAnima interpreta limmagine ereditaria collettiva della donna, col cui aiuto egli ne prende lessenza, nellinconscio della donna lAnimus interpreta limmagine ereditaria collettiva della virilit. Lindividuazione pu progredire se si in grado di giungere ad un livello dellinconscio ancora pi profondo, simboleggiato dallarchetipo dello spirito, il Vecchio Saggio e la Magna Mater. Queste figure possono assumere diverse forme simboliche e sprigionano un effetto cos intenso che pu far soccombere lIo al loro potere. Per questo motivo Jung la definisce personalit mana. Identificarsi con esse pu determinare uninflazione psichica, ma prendere coscienza dei loro contenuti riconduce a se stessi, a qualcosa che profondamente vissuto. Lesperienza che coincide con limmagine archetipica del S, rappresenta il momento finale del processo di individuazione e lapertura dellindividuo a quella dimensione dellinconscio che di solito estranea. Il S un costrutto psicologico che serve a designare unentit che va oltre la possibilit della comprensione razionale. La meta dellindividuazione (della vita) raggiunta quando si riesce a sentire il S come un irrazionale al quale lIo non n contrapposto n sottoposto ma pertinente. Il S permette la sintesi tra inconscio e coscienza che il processo ideale al quale tende la psicoterapia juinghiana. Lo scopo della terapia stabilire un dialogo tra conscio e inconscio perch cos possibile cogliere il senso del conflitto e permettere uno sviluppo efficace della personalit lungo il percorso dellindividuazione personale. fondamentale che il rapporto terapeutico sia realmente sperimentato nel suo significato intersoggettivo e che il paziente senta la presenza del terapeuta affinch si verifichi un reale processo di cambiamento ed evoluzione. In questo caso lindividuazione si sviluppa sotto il segno di un rinnovamento che coinvolge il paziente e il terapeuta. Nella psicologia analitica di Jung, i contenuti dellinconscio possono essere compresi tramite lanalisi dei sogni. In Freud il sogno rappresenta un appagamento sostitutivo di un desiderio rimosso, invece Jung mette in evidenza il carattere compensatorio e prospettico del sogno. Per lui, il sogno svolge una funzione compensatoria rispetto allattivit cosciente e anticipa i contenuti psicologici futuri. Jung non usa le associazioni libere come Freud, ma si serve dellamplificazione per promuovere il pi possibile larricchimento e lestensione del contenuto onirico. Il terapeuta pu svolgere in tutto ci un ruolo molto importante, in quanto pu collegare e attribuire un significato alle varie immagini simboliche. Secondo limpostazione terapeutica juinghiana, i contenuti onirici dellinconscio personale vanno considerati e resi coscienti prima di quelli legati allinconscio collettivo. Questo perch, la storia personale anche storia collettiva, quindi pi vengono capite le vicende individuali pi si
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impegnati nel processo dellindividuazione. Inoltre, a differenza di Freud, Jung sostiene che il contenuto manifesto del sogno non una copertura che serve ad indicare qualcosaltro, ma ci che linconscio vuole direttamente rivelare. Quindi i contenuti del sogno sono delle proiezioni di complessi inconsci. LA PSICOANALISI SOCIALE : attribuisce un ruolo importante alle dimensioni culturali, sociali e interpersonali della personalit. Essa interpreta i fermenti, le curiosit e le aspirazioni della societ americana del periodo compreso tra linizio e la fine della seconda guerra mondiale. Per tale movimento, i conflitti non dipendono dalla libido o da un complesso edipico universale (come postulato da Freud), ma dai comportamenti dei genitori (importanza del contesto sociale e culturale di allevamento). ERICH FROMM : legge la psicoanalisi in chiave sociale, avverte il bisogno di cogliere, nei rapporti concreti, in che modo la struttura psicologica degli individui pu essere il risultato e il supporto di una determinata struttura sociale. Egli sostiene che, per comprendere luomo e la crisi della societ contemporanea, sono molto importanti le concezioni di Marx e di Freud, che si occupano rispettivamente dellanalisi concreta delle dinamiche sociali e di quelle individuali. Nella concezione psicologica di Fromm fondamentale il processo di individuazione, attraverso il quale definisce lo sviluppo dellumanit e lo sviluppo individuale. Per lui lo sviluppo della specie umana contrassegnato da un emancipazione graduale delluomo dalla natura che non si conclude mai, invece lo sviluppo dellindividuo contrassegnato dal suo impegno nel superamento delle diverse situazioni che ostacolano la sua piena affermazione. Secondo Fromm la condizione umana lespressione di una contraddizione fondamentale, in quanto da un lato luomo intimamente legato alla natura e dallaltro cerca costantemente di trascenderla. Egli considera la personalit come la totalit delle qualit psichiche, ereditarie e acquisite di un individuo. Essa strettamente legata alle condizioni del particolare contesto culturale in cui inserito lindividuo e dal quale emergono le varie tipologie personali che rispecchiano i valori di un determinato sistema sociale. Nellelaborazione teorica di Fromm molto importante il concetto di carattere. A tale proposito egli fa una distinzione tra orientamenti produttivi e non produttivi. Negli orientamenti produttivi, nel rapporto con il mondo prevalgono la ragione e lamore: la prima permette di comprendere lessenza delloggetto, laltra permette di disporsi totalmente nei confronti di un nostro simile. Gli orientamenti non produttivi sono presenti in chi si pone in modo passivo nei confronti della realt. In questo caso, luomo usa gli altri in modo strumentale e rappresenta se stesso come se vivesse in un mondo di mercato e non di persone. Con il concetto di carattere sociale, Fromm estende lanalisi dal livello psicologico-individuale a quello psicologico-sociale. Con tale concetto egli intende una selezione di tratti, caratteristiche comuni ai membri di un gruppo che si sono sviluppate per effetto delle loro esperienze sociali e culturali
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comuni. Lelemento distintivo del carattere sociale quello di plasmare e di convogliare energia umana nellambito di una data societ per rendere continuo il suo funzionamento. La formazione del carattere sociale strettamente legata alla formazione dellinconscio sociale che si sviluppa attraverso la repressione di quei valori che sono in contrasto con il sistema sociale, del quale minacciano lequilibrio e la stabilit. Il carattere sociale ha il compito di trasmettere valori globalmente condivisi, che vengono mediati dalla famiglia; invece, linconscio sociale mantiene viva la paura dellisolamento stimolando ladeguamento allassetto sociale. Nel pensiero di Fromm, molto importante anche il problema della libert. Nellopera Fuga dalla libert (1941), egli considera la libert come un fenomeno dialettico: da un lato la libert una condizione che esalta lautonomia, la capacit critica e la costruttivit dellindividuo; dallaltro lato luomo cerca di fuggire dalla libert a causa dei pericoli e dei sentimenti di ansiet e insicurezza che essa provoca. Lobiettivo dellopera consiste nel ricercare le condizioni socio-psicologiche che hanno consentito la nascita del fascismo e del nazismo. Secondo Fromm se le condizioni politiche e socio-economiche, da cui dipende lintero processo dellindividuazione umana, non offrono una base per la realizzazione dellindividualit, e se al tempo stesso gli individui hanno perso quei legami che davano loro sicurezza, questo sfasamento fa della libert un peso insopportabile, addirittura un dubbio, ed essa si identifica con un genere di vita che manca di significato ed orientamento, tendente a rifugiarsi nella sottomissione, in un genere di rapporto con il mondo che priva lindividuo della sua libert. Per Fromm, gli ideali di verit, giustizia e libert sono aspirazioni genuine e non semplici razionalizzazioni di pulsioni. Nellopera Psicoanalisi della societ contemporanea (1955) sostiene che un tipico esempio di fuga dalla libert rappresentato dalla vita delle democrazie del XX sec dove lalienazione sembra essere la vera malattia sociale del nostro tempo, in quanto luomo non riesce a esprimere pienamente la propria umanit. Fromm si concentra molto sul rapporto che lega individuo e societ, infatti, da un lato pone in evidenza i limiti e le insufficienze dei sistemi politicisociali, dallaltro pone in primo piano le possibilit che luomo pu usare a suo vantaggio per cambiare le condizioni che impediscono lo sviluppo della sua vera identit. Inoltre, vedendo la miseria e le sofferenze umane, si convinto che esiste anche una "patologia della normalit"(nella dialettica sociale), una disposizione alla malattia che nasce dal conformismo e dalla sottomissione alla struttura mercantile delle moderne societ occidentali, dominate dal consumismo e dalla crisi dei valori, e dalla mitica idea di progresso della scienza. Individua due meccanismi perversi: l'alienazione, che pervade tutti i campi dell'esistenza - dal lavoro ai rapporti interpersonali, ai sentimenti -, che inevitabilmente porta all'asservimento, alla noia e all'apatia, e il narcisismo, individuale o collettivo, che spinge l'uomo a calpestare la dignit dei suoi simili, al rifiuto della vita, alla necrofilia (amore per la forza, devozione alla legge e allordine costituito, paura ed avversione per la vita e per tutto ci che vivente). Per sfuggire a questa passivit e alla conseguente depressione, Fromm propone - attraverso la presa di coscienza e il superamento del vuoto concetto di "normalit", sempre pi spesso sinonimo di omologazione - di
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costruire una nuova "scienza umanistica" che, forte del bisogno di utopia, della tensione verso la verit e la giustizia, si ponga l'obiettivo di far scoprire (o riscoprire) all'uomo il piacere dell'azione libera e l'amore per la vita. (psicologia umanistica: discendenza dall'Umanesimo, movimento culturale del XIV, XV e XVI secolo che, nella storia del pensiero occidentale, diventato un simbolo della rivalutazione della persona umana nella sua totalit psico-fisica, nella sua creativit, nella sua vitalit, nel suo bisogno insopprimibile di libert e di ricerca. Lo psicologo deve considerare la persona come un tutt'uno unico ed inseparabile). Secondo Fromm, la salute mentale caratterizzata dalla capacit di amare, di creare, da un senso di identit basato sullesperienza che lindividuo ha di s come agente e soggetto dei suoi poteri, dalla capacit di afferrare la realt dentro e fuori se stesso, dallo sviluppo dellobiettivit e della ragione. Soggettivit ed esperienza LA PSICOLOGIA FENOMENOLOGICA : Per fenomenologia si intende lo studio dei fenomeni, cio ci che appare e si manifesta. Alla base della psicologia fenomenologia vi lanalisi della soggettivit che cerca di allontanarsi dai metodi di indagine riduzionistici. Molto importante la distinzione introdotta da Dilthey tra scienze della natura e scienze dello spirito. Loggetto delle scienze della natura consiste in qualcosa di esterno alluomo e si basano sulla spiegazione della natura, invece loggetto delle scienze dello spirito lesperienza interna ed fondamentale la comprensione. Quindi, visto che la psicologia alla base delle altre scienze dello spirito, solo a lei spetta il compito di conoscere e descrivere le leggi della vita spirituale, che devono servire da comune fondamento alle altre scienze umane. Allinterno della prospettiva della fenomenologia, molto importante lErlebnis, ossia lesperienza vissuta che rappresenta lunit primaria del conoscere. La vita psichica costituita da un insieme di elementi legati tra loro, e corrisponde ad una trama in cui ogni esperienza vissuta richiama laltra secondo un ordine di senso. Quindi, per la prospettiva fenomenologia importante comprendere lesperienza soggettiva, intesa come vissuto, percezione di S, significati soggettivi della realt, valori personali, stati interiori, costrutti personali, consapevolezza, contesto percepito ecc. tra gli esponenti pi importati della psicologia fenomenologia troviamo Husserl, Sartre e Merleau-Ponty. HUSSERL : propone una nuova analisi del fenomeno psichico centrata sul concetto di intenzionalit, gia introdotto nella psicologia empirica di Brentano come fondamento dei fenomeni psichici rispetto a quelli fisici; Husserl per, attribuisce a tale concetto un significato nuovo. Egli assegna un significato nuovo anche alla relazione del soggetto con il mondo, infatti sostiene che ad esistere non loggetto, ma lintenzione, lintenzionare loggetto, quindi, per la coscienza ci che fondamentale la possibilit di costruire un orizzonte intenzionale, di essere sempre cosciente di qualcosa. La relazione tra Iomondo una relazione intenzionale, quindi da questo punto di vista diventa
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importante avviare unindagine della coscienza pura per cogliere il significato della totalit dellesperienza soggettiva e del mondo. Nellopera Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologia, Husserl cerca di creare una nuova scienza, il cui campo desperienza la soggettivit trascendentale. Alla base di tale scienza, egli pone il metodo della riduzione fenomenologica, attraverso il quale si mette tra parentesi (epoch) tutto ci che riguarda la realt costituita, data come ovvia; in tal modo si determina una sorta di momentaneo estraneamento dal mondo che viene colto nel suo significato originario. Nellopera La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, Husserl sostiene che la crisi delle scienze deriva dal fatto che si perso il senso originario dellesperienza intuitiva del mondo della vita, che rappresenta il mondo percettivamente intuito. Solo partendo da questo mondo possibile restituire un senso alle nostre attivit scientifiche, permettendo cos la conoscenza e lindagine scientifica. SARTRE : Nellopera Idee per una teoria delle emozioni e nel saggio sullImmaginazione, egli assume una posizione critica nei confronti di tutti quegli approcci che studiano la realt psichica nello stesso modo in cui viene studiata la realt fisica. Secondo Sartre, quando il fatto psichico viene assimilato a quello fisico, la ricerca psicologica diventa una semplice collezione di elementi accidentali, impedendo cos, lanalisi del legame reciproco tra gli eventi e perdendo di vista la portata totale del fenomeno come fenomeno essenziale. Per gli psicologi associazionisti, lemozione un evento come un altro, quindi non sono interessati allimpatto che essa ha sulla vita psichica. Per superare i limiti della psicologia tradizionale, per Sartre, necessario ricorrere alla fenomenologia di Husserl che ha messo in evidenza che i fenomeni psichici non hanno un carattere univoco e oggettivo, ma sono, nella loro struttura essenziale, reazioni delluomo al mondo. Lemozione pu essere considerato come un fenomeno trascendentale puro, che rinvia sempre alla totalit dei rapporti della natura umana con il mondo. Nel saggio sullImmaginazione, Sartre critica la metafisica ingenua dellimmagine esposta nel pensiero di Cartesio e Hume. Alla base della metafisica dellimmagine vi lidea che limmagine pu essere trattata come se fosse una cosa. Invece, per lautore, ogni teoria dellimmaginazione deve soddisfare due esigenze: deve rendere conto della discriminazione spontanea che la mente opera fra le sue immagini e le sue operazioni e deve spiegare la funzione esplicata dallimmagine nelle operazioni di pensiero. Partendo da tali presupposti, Sartre pone le basi di una psicologia fenomenologia dellimmaginazione che viene approfondita nellopera Immaginazione e coscienza. Per lui fondamentale innanzitutto fare una distinzione tra percezione e immaginazione. Loggetto della percezione sono gli oggetti reali appartenente al mondo esterno, quindi latto percettivo pu essere definito realizzante perch cerca di cogliere il reale, invece, loggetto dellimmaginazione inesistente e assente, quindi definito irrealizzante. Alla base dellatteggiamento immaginativo vi la convinzione che la coscienza sia in grado di formare immagini e che pu porre una tesi dirrealt, dimostrando cos la libert della coscienza. La coscienza immaginativa presenta
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una caratteristica particolare, in quanto pu essere nel mondo e al tempo stesso ha la possibilit di trascenderlo. Sartre stato criticato da Piaget perch a suo avviso nel suo intento di trascendere i fatti sembra trascurare limportanza della ricerca e della difesa delloggettivit allinterno dellimpresa scientifica. MERLEAU-PONTY E LESISTENZIALISMO : Nellopera Fenomenologia della percezione, Marleau-Ponty sostiene che spesso lanalisi dellesperienza corporea viene ridotta a cosa tra le cose quindi, necessario restituire al corpo tutte le sue caratteristiche essenziali, mettendo in evidenza il suo significato nel processo generale dellesistenza. Infatti, il corpo il nucleo fondamentale dellesperienza e il mezzo del nostro essere-nel-mondo. Egli parla di corpo vissuto che deve essere considerato da un triplice punto di vista: in quanto appartenente al mondo, esserci nel mondo e spazio temporalit impegnata, cio apertura verso il mondo. La dimensione esistenziale delluomo quella di essere coscienza e corpo, soggettivit incarnata. Quando si verifica una frattura tra coscienza e corpo emerge la malattia, che sempre un danneggiamento della capacit di sintesi ed una rottura dellesperienza. LA PSICHIATRIA FENOMENOLOGICA : rivaluta la malattia mentale e critica la psichiatria naturalistica del XIX sec. che non d spazio alla soggettivit e considera il disturbo psichico il segno di unalterazione di tipo biologico. Come ha notato Jervis, il malato di mente non era pi una persona che si comportava in modo abnorme, ma solo un organismo che funzionava male. Nellambito della psichiatria fenomenologia sono importanti i contributi di Minkowski e Binswanger. MINKOWSKI : E stato influenzato dalla fenomenologia di Husserl e dalla filosofia dello slancio vitale di Bergson. Al centro della sua elaborazione pone lanalisi dei fenomeni della temporalit vissuta. Per lui molto importante latto di penetrazione intuitiva, che consiste nella modalit che permette di cogliere la complessa fenomenologia del vissuto temporale e le sue eventuali deformazioni patologiche. Minkowski con il termine vissuto intende il fondo della vita umana, linsieme di eventi incisi nella vita di ciascuno di noi. Lanalisi della temporalit vissuta non ha nulla a che fare con il concetto di tempo cos come noi lo intendiamo. Per slancio vitale, intende un fenomeno fondamentale sul quale si attivano gli altri fenomeni e le traiettorie esperenziali che costituiscono il tempo vissuto. Lo slancio vitale non riguarda latto volitivo o le rappresentazioni di uno scopo ma, corrisponde al fenomeno dellavvenire, cio al modo elettivo di vivere il tempo. Tale processo costituito da due dimensioni: la sintonia e la schizoidia. La prima il principio che ci permette di vibrare in sintonia con lambiente, la seconda, invece, indica una perdita di contatto vitale con lambiente. Dunque, tali dimensioni sono lespressione del contatto vitale e della facolt di staccarsi da questa stessa realt. Lo slancio vitale costituisce la direzione verso lavvenire. Il vissuto dellavvenire caratterizzato da vari fenomeni che esprimono le diverse varianti esperienziali della nostra vita come, lattivit e lattesa, il desiderio e
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la speranza, la preghiera e latto etico. La patologia emerge quando si verifica un arresto della temporalit vissuta, del fluire temporale. BINSWANGER E LANTROPOANALISI : Nellambito della psichiatria fenomenologia, lantropoanalisi di Binswanger permette di superare la visione meccanicistica dei fenomeni psichici e di avviare un nuovo modo di comprendere il disturbo psichico. Egli cerca di ridefinire i compiti e le finalit della psichiatria, stabilendo i suoi limiti e significati. Per Binswanger, la ricerca psicopatologica deve cogliere il fenomeno psichico in quanto espressione della struttura globale della persona, e deve stare attenta a tutto ci che la persona malata comunica. Egli stato influenzato dallanalitica esistenziale di Heidegger che ha messo in evidenza le strutture fondamentali dellesserci delluomo. Quando lautore introduce il concetto di presenza, si riferisce a ci che Heidegger definisce come Esserci (modo di essere delluomo), il cui carattere distintivo rivelato dal fatto che luomo esiste in quanto nel mondo e il mondo inteso come un carattere stesso dellEsserci. Essere-nel-mondo significa essere-nelmondo con i propri simili, essere insieme con le altre presenze. Nellantropoanalisi (analisi concreta dellessere-nel-mondo), la presenza globalit umana, che comprende in s anima e corpo, cosciente e incosciente, pensiero e azione, emotivit e istinto. lessere globale delluomo che si trasceso in una determinata situazione. Il concetto di mondo non si riferisce al mondo in s, ma inteso come mondo biologico, mondo sociale e mondo proprio. Questi tre mondi non sono diversi visto che vengono vissuti nello stesso momento dalla persona e rappresentano le possibili configurazioni esistenziali del vissuto individuale. Lessere umano pu progettare il suo mondo in vari modi, quindi il compito dellantropoanalisi descrivere e ordinare i possibili modi di essere della presenza in base al poter-essere, allavere-ilpermesso-dessere e allessere-costretto-ad-essere. Lantropoanalisi una disciplina descrittiva e modale. Tra i principali modi di essere della presenza analizzati da Binswanger troviamo: il modo-di-essere-nellamore, il modo-diessere-nellamicizia, i modi di aggressivit e il modo-di-essere-se-stessocome-tendenza-al-proprio-fondo. Il modo-di-essere-nellamore esprime una fusione, ununit duale, armonia dellIo e del Tu, i processi del dare o del ricevere amore non appartengono a tale fusione, in quanto ogni atto espressione della dualit e si riferisce ad essa. Anche lamicizia una partecipazione duale, per, a differenza del modo-di-essere-nellamore il soggetto portato a legarsi con pi persone. Anche la malattia mentale un modo di essere nel mondo, unespressione drammatica dellessere costretti ad essere che rivela un fallimento esistenziale della presenza, una forma di esistenza mancata. Lantropoanalisi cerca di individuare le caratteristiche della struttura della presenza mettendo ordine nella variet dei dati biografici, psicologici e psicopatologici. Il concetto di incoerenza dellesperienza, cio la rottura della coerenza dellesperienza naturale, fondamentale per la comprensione della presenza definita schizofrenica. Ci che fa diventare la presenza un tormento e una sofferenza limpossibilit di adattarsi al disordine della propria esperienza e la ricerca affannosa di una via duscita che permette di ristabilire
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lordine disturbato. Lantropoanalisi, anche se critica la psicoanalisi, usa nellambito della sua terapia i metodi della psichiatria clinica. LA PSICOLOGIA UMANISTICA : detta anche potenziale umano o terza forza, presenta i caratteri di un movimento culturale. Si sviluppa negli Stati Uniti nei primi anni 60. i suoi principali rappresentanti sono Rogers e Ma slow. CARL ROGERS E LAUTOREALIZZAZIONE DEL SE : Rogers nutre una particolare fiducia nelle possibilit delluomo di riscattarsi dai condizionamenti della natura e della societ, che in tal modo pu ambire a realizzare tutte le sue potenzialit di cui portatore. Per lui, lorganismo portatore di una tendenza attualizzante che imprime selettivamente una direzione costruttiva allo sviluppo, verso la differenziazione, lintegrazione, lespansione, larricchimento, la piena realizzazione degli aspetti sani e creativi. Lorganismo non tende a sviluppare le sue potenzialit negative, come ad esempio lesperienza del dolore, le quali emergono quando sono presenti situazioni insolite. Secondo Rogers, studiando il comportamento del bambino, possibile notare che egli tende a scegliere quelle esperienze che proteggono, migliorano e contribuiscono allo sviluppo dellorganismo e rifiuta quelle che sono lontane da questo scopo. Tale processo stato definito dallautore criterio di valutazione organismica (coerenza esperienziale). La tendenza verso la realizzazione del S rappresenta il nucleo centrale della struttura della personalit. Durante la prima infanzia, le esperienze interne sono vissute in modo unitario; infatti il bambino non ancora in grado di differenziare ci che Io e ci che non Io. In seguito, in sintonia con il processo di differenziazione tipico della tendenza attualizzante, il bambino inizia a capire ci che gli appartiene e ci che esterno, diventando pian piano consapevole di essere e di funzionare in modo autonomo. Lo sviluppo del S influenzato dalle valutazioni altrui dimostrando il fatto che il soggetto ha bisogno di ricevere considerazioni positive, al punto da spingerlo a valutare le esperienze in modo difforme dal processo di valutazione organismica, pur di ottenere lappoggio delle persone che considera importanti. La considerazione positiva pu condizionare il bambino, il quale avvertendo che in alcuni aspetti apprezzato e in altri no, pu essere indotto ad introiettare valori, mete, modi di essere in disaccordo con la propria esperienza organismica. Ci pu provocare una grave frattura nellesperienza dellindividuo. Quando, invece, lo sviluppo del S accompagnato da condizioni di merito, la percezione dellesperienza subisce una differenziazione: le esperienze che sono state valutate positivamente e che sono coerenti con il S, vengono percepite e integrate, invece, le esperienze che sono valutate negativamente e che sono conflittuali, vengono ignorate o distorte dalla coscienza. La discrepanza fra S e direzione organismica dipende dai condizionamenti ambientali e culturali. Quando la discrepanza fra il S e lesperienza molto forte, le difese dellindividuo possono risultare inadeguate e incapaci di impedire la disgregazione della personalit. In questi casi possono emergere
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dei disagi psichici, come lesperienza psicotica che rappresenta la forma estrema di scissione e il fallimento della tendenza allautorealizzazione. Per Rogers il conflitto (nevrosi) che emerge come incongruenza del S e distorsione dellesperienza, pu essere risolto attraverso il processo di reintegrazione, che consiste nel permettere allindividuo di riappropriarsi delle proprie esperienze negate, tramite un aumento dellautostima positiva incondizionata ed una riduzione di quelle condizioni valutative che hanno messo a rischio lesperienza soggettiva. Rogers parla di terapia centrata sul cliente, che va intesa come scongelamento, esplorazione e reintegrazione dellesperienza. La considerazione positiva incondizionata rappresenta la controparte positiva delle condizione valutative che hanno ostacolato lo sviluppo della personalit e corrisponde allaccettazione da parte del terapeuta di tutti i sentimenti del paziente. Il cambiamento del paziente pu essere favorito dallempatia, ossia la capacit di sentire il mondo dellaltro come se fosse il proprio. Grazie alla comprensione empatica il terapeuta si avvicina alla dimensione profonda dei vissuti del paziente, ai suoi sentimenti, alle sue emozioni, ai suoi conflitti. Essa rappresenta il mezzo che permette al terapeuta di aiutare il paziente a vivere in modo pi coerente la sua esperienza, a ricercare i motivi e i significati che la compongono, ad attivare un processo generale di crescita. Per Rogers, la terapia centrata sul paziente permette la modificazione del S e la sua integrazione con lorganismi totale. ABRAHAM MASLOW E LA TEORIA DELLA MOTIVAZIONE UMANA : secondo Maslow in ogni individuo presente la vocazione allautorealizzazione, quindi nutre una grande fiducia nelle potenzialit della natura umana. Egli considera la malattia come lespressione della negazione e della frustrazione della natura umana. Al centro dello studio della personalit, considerata una struttura unitaria, pone lanalisi della motivazione. Partendo da ci, sostiene che alla base della motivazione esiste una gerarchia dei bisogni, composta da: bisogni fisiologici, di sicurezza, di appartenenza e di affetto, di stima e di autorealizzazione. I primi quattro tipi di bisogni, anche se in misura diversa, riguardano motivazioni da carenza e mirano a ridurre la tensione, invece i bisogni di autorealizzazione corrispondono a vere e proprie motivazioni da crescita e mirano alla ricerca e allaumento della tensione. Secondo Maslow, affinch si manifesti un bisogno di livello superiore, non necessario che tutti i bisogni precedenti vengano del tutto soddisfatti. La piena soddisfazione dei bisogni inferiori pu soprattutto giovare alla piena espansione dei bisogni di livello superiore e al raggiungimento di una piena autonomia di quelli pi elevati rispetto a quelli pi primitivi. Alla base della personalit sana vi il raggiungimento dei bisogni di autorealizzazione, che coincide con unefficace percezione della realt, quindi con la capacit di discriminare ci che concreto da ci che astratto. Chi si realizza presenta una maggiore affinit verso la riservatezza rispetto alle persone comuni; accetta se stesso, gli altri e il mondo; mostra una particolare autonomia dallambiente culturale e sociale; agisce sulla base di motivazioni da accrescimento piuttosto che sulla base di motivazioni da carenza; non si lascia influenzare dalle soddisfazioni esterne e dai giudizi altrui; pi disposto ad affidarsi alle proprie potenzialit (conta sulle proprie
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risorse); in grado di vivere esperienze non comuni ed emotivamente intense; profondamente democratico ed dotato di un senso filosofico dellumorismo, che lo spinge a non ironizzare su quelle condizioni umane che di solito provocano ilarit, e a sorridere sulla condizione della realt umana in generale; apprezza le cose comuni (per esempio un fiore o un tramonto); ha legami affettivi profondi con poche persone; privo di pregiudizi e rispetta gli altri; distingue tra mezzi e fini; ed disponibile al cambiamento. Una caratteristica particolare della personalit sana la creativit, che riflette una spiccata apertura e sensibilit verso gli aspetti pi veri della realt. Nella persona che si autorealizza, Es, Io e Super-io non sono in contrapposizione, ma operano in sinergia. Tutte le categorie conflittuali come il timore, lansia, il senso di colpa cedono il passo a categorie come entusiasmo, serenit, felicit. Struttura e descrizione della personalit Nella concezione personologica prevale lo studio delle differenze individuali e la ricerca degli elementi stabili e distintivi della personalit. Al suo interno possibile individuare due tendenze contrastanti, infatti da un lato vi sono i sostenitori del determinismo biologico come Sheldon, Pavlov e Eysenck , dallaltro lato, vi chi sostiene che la personalit si costruisce e si realizza come totalit dinamica, aperta al rapporto con il mondo sociale, come Allport e Murray. IL COSTITUZIONALISMO Secondo il costituzionalismo esiste una corrispondenza tra morfologia corporea e comportamento e caratteristiche di personalit. Tale convinzione era gi presente nella concezione di Ippocrate e Galeno. Nellambito del costituzionalismo molto importante la psicologia costituzionale di Sheldon (1949), secondo la quale la struttura somatica la determinante primaria del comportamento e le componenti biologico-ereditarie svolgono una parte fondamentale nella determinazione della personalit. Quindi, lobiettivo di una psicologia della personalit fondata biologicamente identificare le caratteristiche fisiche che permettono di classificare i vari individui e approfondire lesame dei legami tra struttura biologica e comportamento. Sheldon ha elaborato un proprio metodo di misurazione delle caratteristiche fisiche dei vari individui, basato su una tecnica fotografica in base alla quale i soggetti venivano fotografati di fronte, di profilo e a tergo in atteggiamenti fissi su uno sfondo fisso. Attraverso lesame delle principali variazioni fisiche, Sheldon giunto alla conclusione che possibile classificare gli individui in base a 3 componenti principali: lendomorfia, la mesomorfia e lectomorfia a cui corrispondono particolari temperamenti. Lendomorfia corrisponde ad un fisico morbido e rotondeggiante (viscerotonia), la mesomorfia tipica del fisico solido e squadrato (somatotonia) e lectomorfia corrisponde ad un fisico fragile e allungato (cerebrotonia).

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PAVLOV : partendo dai risultati sperimentali sul condizionamento riflette sullimportanza delle differenze individuali legate alla messa in atto di riflessi condizionati positivi o negativi in certi cani. Facendo riferimento ai quattro temperamenti di Ippocrate ha descritto quattro tipi di cani, che possono essere rappresentati lungo un continuum, ai cui estremi troviamo la massima espressione dei processi eccitatori e la massima espressione dei processi inibitori. Ad un estremo troviamo i cani collerici, molto eccitabili, aggressivi, difficili, resistenti alla disciplina, facilmente condizionabili ma con evidenti difficolt nellacquisizione di associazioni inibitorie. Allaltro estremo troviamo i cani malinconici, cio molto inibiti, resistenti a stabilire associazioni positive, ma propensi a stabilire con rapidit e facilit associazioni inibitorie. Tra i due estremi troviamo i cani sanguigni e i cani flemmatici, i quali sono riusciti a trovare un equilibrio tra i processi inibitorie ed eccitatori, anche se in essi prevale sempre un processo sullaltro. Nei cani sanguigni prevalgono i processi eccitatori, quindi sono vivaci, pronti e curiosi. Nei cani flemmatici, invece, prevalgono i processi inibitori e sono tranquilli e pazienti. Pavlov ha rivolto la sua attenzione anche allesame delle caratteristiche del sistema nervoso, che a suo parere sono fondamentali per spiegare i diversi modi di reagire al condizionamento e sono in grado di guidare lo studio sistematico delle differenze individuali. Secondo Pavlov, il sistema nervoso presenta tre propriet: la forza, lequilibrio e la mobilit. La forza o intensit corrisponde alla capacit di lavoro delle cellule corticali, quindi alla funzionalit del sistema nervoso. Si tratta di forza rispetto ai processi eccitatori e inibitori. Lequilibrio del sistema nervoso espresso dal rapporto tra la forza dei processi eccitatori e la forza dellinibizione. Lequilibrio massimo quando i processi eccitatori ed inibitori sono di pari intensit. La mobilit del sistema nervoso espressa dalla sua capacit di cambiare o alternare i processi inibitori o eccitatori in base ai continui cambiamenti dellambiente nel quale lanimale inserito. Allinizio Pavlov si concentra sugli elementi costituzionali ed innati, poi, per, si rende conto anche dellimportanza dellinfluenza dellambiente e dei processi educativi sullo sviluppo delle diverse condotte e delle diverse personalit. Per lui il disagio psichico, come la schizofrenia, emerge a causa della debolezza e dello squilibrio. IL DISPOSIZIONALISMO : TIPI, TRATTI, FATTORI: secondo il disposizionalismo, le persone possono essere descritte in termini di disposizioni interne verso particolari comportamenti. Queste tendenza a comportarsi, sentire e pensare rimangono stabili nel tempo e nelle situazioni. LA PSICOLOGIA DEI TRATTI DI GORDON ALLPORT : la teoria di Allport rappresenta il tentativo pi autorevole di fornire una visione globale e non riduttiva della personalit. Egli afferma che finch la psicologia si limiter a trattare solo ci che universale e non ci che particolare non conoscer molto della personalit umana (1946), quindi necessario abbracciare un approccio ideografico centrato sulle particolarit dellindividuo. Allport considera la personalit ununit dinamica nella quale si uniscono in modo armonico fattori
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biologici, psicologici e sociali che determinano i modi unici di adattamento dellindividuo allambiente. Egli cerca di capire come lintegrazione di tali fattori crea unindividualit che presenta caratteri unici ed irripetibili. Diversamente dal comportamentismo e dalla psicoanalisi, per Allport, nella determinazione del presente non solo importante il passato, ma anche il futuro. Infatti, la personalit unorganizzazione dinamica che si caratterizza per il modo in cui lindividuo si orienta verso il futuro e quindi verso la realizzazione delle proprie potenzialit. Per Allport fondamentale studiare la persona normale, nelle sue manifestazioni coscienti, nei suoi desideri e valori coscienti, nelle sue aspirazioni. Per lui, la psicoanalisi pu andare bene solo per lo studio dei comportamenti patologici, in quanto importante indagare la personalit con un atteggiamento empirico senza andare alla ricerca di astrazioni teoriche e senza affidarsi a modelli tratti dalle scienze naturali. Con Allport, lo studio della personalit viene intesa come studio delle forze che regolano e modulano lo sviluppo nella direzione della crescita e della differenziazione. Per lautore, il concetto di tratto permette di descrivere la personalit e comprendere i vari comportamenti. I tratti sono sistemi neuropsichici generalizzati e focalizzati, tendenze determinanti o predisposizioni generali che danno coerenza al comportamento e sono in grado di rendere molti stimoli funzionalmente equivalenti. Allport distingue il concetto di tratto da quello di abitudine e atteggiamento e afferma che: il tratto, oltre ad essere pi generale delle abitudini, il risultato di una loro integrazione, quindi ha un maggiore potere di generalit, cio un estensione maggiore di tutte le caratteristiche che implicano il dinamismo della personalit. Latteggiamento, invece, per molti aspetti considerato un concetto simile a quello di tratto perch entrambi sono predisposizioni alla risposta, possono iniziare o guidare il comportamento, sono il risultato congiunto di fattori genetici e acquisiti, per il tratto ha una maggiore generalit rispetto allatteggiamento. Inoltre, il tratto diverso dal tipo che unastrazione che in qualche modo camuffa le vere caratteristiche di un individuo, invece il tratto una disposizione o un insieme di disposizioni che mettono in evidenza lunicit dellindividuo. Per Allport i tratti possono essere distinti in: tratti cardinali, presenti solo in alcuni individui (hanno l'influenza maggiore sulla personalit e sul comportamento, sono i pi forti e pervasivi); centrali (colgono l'essenza di un individuo ed influenzano buona parte del nostro comportamento, 5-10); secondari (sono estremamente specifici e si manifestano solo in circostanze particolari) e comuni (possono essere identificativi per un gruppo di persone o categoria), il comportamento pu essere influenzato allo stesso momento da pi tratti, cio non vi un confine netto fra i tratti. Tali tratti sono diversi tra loro in base al loro grado di dominanza e generalit. Allport introduce il concetto di Proprio che rappresenta il punto di arrivo del divenire e include tutti gli aspetti della personalit che contribuiscono alla sua unit interiore e riflette lintegrazione delle diverse funzioni che permettono ladattamento. Il Proprio non innato ma si sviluppa piano piano mentre lindividuo cresce. Rappresenta la regione della personalit in cui
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atteggiamenti, pensieri, valutazioni raggiungono la massima coerenza. Pu essere descritto in base alle funzioni che di solito vengono attribuite allIo e al S, sinonimo di identit personale, identit corporea, stima di s, padronanza delle cose, immagine di s, concezione di s come solutore di problemi, consapevolezza di un progetto. Il Proprio per le sue funzioni ingloba in s i tratti che ad esso restano subordinati. Ci pu essere osservato attraverso lautonomia funzionale dei bisogni. Tale concetto permette di spiegare i diversi motivi che orientano la condotta e che caratterizzano la personalit di ogni individuo. Nei primi mesi di vita la motivazione lespressione di processi biologici regolati dal principio della riduzione della tensione. Il bambino presenta il bisogno di ridurre o eliminare il dolore e il bisogno di mantenere o realizzare lo stato di piacere. Con lo sviluppo delle funzioni del Proprio, in sintonia con i processi che permettono la formazione e la differenziazione della personalit, anche i motivi si differenziano e si organizzano in modo coerente con levoluzione dellIo e con lorganizzazione dei tratti. Ci che permette lemancipazione e la differenziazione di diversi motivi psicologici e sociali lautonomia funzionale dei bisogni. Con essa, ogni comportamento, anche se allinizio legato a un bisogni biologico, pu diventare uno scopo in se stesso, che si mantiene anche senza rinforzi biologici (esempio: cacciare), quindi concilia linfluenza del passato con il tendere verso scopi futuri. LA PERSONOLOGIA E LA PSICOLOGIA DEI BISOGNI DI HENRY MURRAY : Anche Murray, come Allport, sostiene che necessario studiare la personalit con un approccio che esalta la complessit e lunicit dellindividuo, quindi necessario approfondire il singolo caso e identificare regolarit o leggi generali. Murray subisce linfluenza della psicoanalisi di Freud e della psicologia analitica di Jung, infatti per lui molto importante lesperienza passata dellindividuo. In accordo con gli autori di impostazione psicodinamica, egli considera la motivazione lelemento centrale per lo studio della personalit, intesa come il risultato dellintegrazione delle diverse tendenze direzionali che emergono dallinterazione di fattori biologici e sociali. Murray studia la personalit nei termini di motivazioni e bisogni prevalenti, in una prospettiva simile a quella freudiana. Secondo lautore, possibile conoscere lindividuo partendo dalla conoscenza dei diversi bisogni che in vari modi influenzano la stabilit e lo sviluppo della personalit. Lesistenza di un bisogno viene confermata dalla forma e dal risultato di un comportamento e soprattutto dalla condizione soggettiva che lo attiva. Murray distingue i bisogni in: viscerogeni, cio legati a fattori organici, quindi ad esigenze fisiche dellindividuo; psicogeni, legati a fattori psicologici-culturali che corrispondono alle esigenze specifiche dellesperienza psichica individuale come si sviluppa nella relazione con il mondo; manifesti (immediati); latenti (rimossi); proattivi (interni); focali e diffusi. I bisogni sono legati tra loro a vari livelli, di solito la soddisfazione dei bisogni primari (fisici) anticipa e condiziona lo sviluppo e la soddisfazione di quelli secondari (psicologici); inoltre vi sono alcuni bisogni prepotenti rispetto ad altri e bisogni che diventano lo strumento per la soddisfazione di altri.
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Il processo motivazionale dipende dallambiente che da un lato fornisce le varie opportunit di soddisfazione e, dallaltro lato, esercita sullindividuo vari tipi di pressione. Quindi lindividuo portatore di bisogni e lambiente sede di pressioni che possono essere di due tipi: alpha o beta. Le pressioni alpha corrispondono alle caratteristiche fisiche e oggettive della condizione ambientale, invece le pressioni beta corrispondono alla percezione che lindividuo ha delle varie pressioni ambientali. Indagare la personalit di un individuo significa approfondire la sua biografia per coglierne le esperienze salienti e gli eventi. Levento, inteso come intreccio di bisogni e pressioni, loggetto pi reale, lunit concreta di analisi per il personologo, che pu essere descritto e compreso attraverso lanalisi tematica. Per tema Murray intende linterazione tra bisogno, interno allindividuo, e pressione ambientale. Lunit tematica d significato e coerenza a gran parte del comportamento individuale; una configurazione, in gran parte inconscia, di bisogni e pressioni che derivano dallesperienza infantile. Per lanalisi dei temi personali, Murray crea un test proiettivo, ossia il Test di Appercezione Tematica (TAT). Lappercezione una distorsione percettiva, perch per essa la nuova esperienza assimilata e trasformata dalle tracce di esperienza passata. Il Test formato da 31 Tavole (10 Tavole generali, 10 Tavole per uomini, 10 per donne, 1 bianca) dove sono rappresentate scene di natura sociale, spesso con indicazioni morali. Le immagini sono in bianco e nero e sembrano tratte da fotogrammi di vecchi film. Le figure umane sono tutte espressive e manifestano stati danimo diversi. La consegna quella di costruire dietro la presentazione di ogni Tavola, una storia in cui si devono indicare: La situazione rappresentata nellimmagine, I precedenti, La conclusione, Sentimenti e pensieri dei personaggi. importante verificare, attraverso il colloquio clinico, se il tema delle storie deriva dalle esperienze personali del soggetto, da esperienze di parenti o amici, da letture e interessi. Trattandosi di un Test che si attua mediante la narrazione, fa esplicito riferimento alla Teoria Psicoanalitica integrata in un sistema teorico che faccia esplicito riferimento alle influenze ambientali. Murray molto attento ai contributi delle altre scienze sociali come la sociologia, lantropologia, letnologia in quanto sostiene che per analizzare la personalit globale necessario tenere in considerazione i diversi processi di socializzazione che stanno alla base della formazione delle diverse personalit nei diversi contesti culturali. LE TEORIE FATTORIALI : lo sviluppo delle tecniche statistiche ha permesso alla psicologia di trasformarsi da disciplina speculativa a disciplina empirica, in grado di fornire previsioni e produrre diversi dati obiettivi partendo dalla raccolta e dallanalisi quantitativa. Le teorie fattoriali si basano sullanalisi fattoriale, cio una tecnica multivariata, un insieme di metodi statistici che permettono di ridurre un ampio numero di variabili osservate ad un numero limitato di ipotetiche dimensioni latenti, appunto fattori, in base a ci che hanno in comune. I fattori hanno una funzione sintetica e descrittiva, possono convalidare delle ipotesi e suggerirne di nuove e possono assumere le caratteristiche di agenti causali. Il fattore permette di esprimere il tratto
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psicologico, che una caratteristica qualitativa, in termini quantitativi. In tal modo stato possibile giungere alla formulazione di vere e proprie teorie della personalit, in cui i dati forniti dallesperienza vengono ordinati rispetto ad un insieme gerarchico di ipotesi sul funzionamento complessivo della personalit. nellambito delle teorie fattoriali, sono importanti i contributi di Eysenck e Cattell. HANS EYSENCK E LA TEORIA TRIFATTORIALE : Eysenck lo studioso che ha maggiormente influenzato la moderna ricerca sulla personalit. Egli propone la sua teoria come un sistema che tende a fornire una spiegazione esaustiva della personalit globale e che cerca di formulare delle leggi generali che regolano lo sviluppo ed il comportamento. Eysenck considera la personalit come la somma totale degli schemi di comportamento, unereditarista e ritiene che le basi genetiche influenzano circa il 60 % del temperamento e l80 % dellintelligenza. Egli giunge alla costruzione di uno strumento di misura della personalit partendo dallindividuazione di tre superfattori: lestroversioneintroversione, il nevroticismo e lo psicoticismo. Il grado di introversione o estroversione considerato una misura delleccitabilit corticale che risulta dallattivit del sistema di attivazione reticolare ascendente (che collega il talamo alla corteccia e regola il livello di vigilanza), quindi legato allinibizione corticale. Gli introversi presentano un elevato livello interno di attivazione-eccitazione (arousal), tendono ad evitare la stimolazione esterna, per evitare un eccesso di eccitazione. Invece, gli estroversi sono portatori di un basso livello di eccitazione, sono pi inclini alla ricerca di nuove o pi intense stimolazioni esterne per preservare o realizzare un livello di stimolazione per loro ottimale (linibizione corticale pi alta, quindi sono meno condizionabili). Il nevroticismo o stabilit/instabilit emotiva stato posto in relazione con leccitazione autonomica, quindi con lattivazione (activation) dellattivit svolta dal cervello viscerale che comprende lippocampo, lamigdala, il setto, il cingolo e lipotalamo e che sta alla base della regolazione della vita emotiva. I due sistemiche che stanno alla base delleccitazione corticale e delleccitazione autonomica non sono indipendenti, ma agiscono sinergicamente e in varie combinazioni rispetto alle varie manifestazioni comportamentali. Lo psicoticismo un costrutto molto problematico. Sembrerebbe che in esso si raccolgono elementi di impulsivit, ricerca di sensazioni, asocialit, irresponsabilit, autonomia, aggressivit. Inoltre include disturbi molto eterogenei (schizofrenia paranoidea, psicosi maniacodepressiva). Eysenck elabora L EYSENCK PERSONALITY QUESTIONNAIRE (EPQ) che il risultato di oltre venti anni di lavoro su diversi questionari che analizzavano, in maniera sempre pi valida, le dimensioni di personalit indicate come: 1) N (Nevroticismo) 2) E (Estroversione) 3) P (Psicoticismo) composto da 100 item a risposta dicotomica (si/no) divisi in 4 scale:
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la scala N che descrive una dimensione di instabilit e labilit emotiva. Un punteggio elevato indica una disposizione ad intense reazioni emozionali, che possono rappresentare un elemento di vulnerabilit; la scala E che descrive un continuum bipolare che ha per estremi il polo dellintroversione e dellestroversione; la scala P che descrive una dimensione di anticonformismo, asocialit, disadattamento sociale e pu includere aspetti di ostilit ed antisocialit; la scala L (di controllo) volta ad identificare risposte menzognere al questionario (misura la desiderabilit sociale). auto-somministrato. Il tempo di compilazione di circa 10-15 minuti. La somministrazione pu essere individuale o collettiva. Attraverso delle griglie si ricavano 4 punteggi, uno per ciascuna scala: N, E, P, L. Esiste una forma ridotta (EPQ-R) di 48 item che, nel 1985, stata inclusa come scheda 5 nella Batteria CBA-2.0 Scale Primarie. Un punteggio elevato nella scala N indica unalta vulnerabilit a fronte di situazioni emozionali anche moderatamente negative o stressanti. Implica che lindividuo ha un rischio maggiore di altri di sviluppare disturbi emozionali (psicosomatici o nevrotici). Un punteggio basso nella scala E indica che il soggetto presenta prevalentemente caratteristiche di introversione ( un individuo riservato tranne che con gli amici intimi, apprezza un modo di vita regolare e uniforme, non ricerca emozioni, diffida dellimpulso del momento, riflessivo e tende al pessimismo). Un punteggio elevato indica invece caratteristiche di estroversione (desidera un rapporto continuo con la gente, accetta volentieri i cambiamenti, ricerca emozioni, spensierato ed ottimista, tende ad agire impulsivamente). Un punteggio elevato alla scala P indica un tipo di vulnerabilit a fronte di pressioni sociali che pu condurre ad atteggiamenti e comportamenti o francamente originali ed anticonformisti o di disadattamento e marginalit sociale. Un punteggio elevato nella scala L indica che il soggetto tende ad offrire unimmagine positiva di s e a rispondere in conformit con stereotipi perbenisti. LAPPROCCIO FATTORIALE DI RAYMOND CATTELL : Secondo Cattell, la personalit ci che permette di predire quello che una persona far in una data situazione. Essa pu essere descritta attraverso i tratti, cio le strutture mentali dedotte dallosservazione del comportamento. Quindi, lo studio della personalit corrisponde alla ricerca e allo studio dei diversi tratti che la definiscono. Cattell, come Allport, fa una distinzione tra: tratti comuni, posseduti da tutti gli individui e tratti unici propri del singolo individuo; tratti superficiali (manifesti), relativi a gruppi di particolari manifestazioni e tratti originari che stanno alla base di particolari manifestazioni (di quelli superficiali); tratti temperamentali, relativi agli aspetti formali del comportamento; tratti dinamici relativi alle componenti motivazionali e tratti di abilit legati allefficienza del comportamento. Cattell giunto ad individuare 23 tratti originari, soprattutto temperamentali, partendo da tre diverse fonti di dati, ossia: le valutazioni della vita reale (dati L), lautovalutazione (dati Q) e i test obiettivi (dati T). Inoltre, per spiegare gli aspetti dinamici della personalit ha introdotto due concetti, quello di erg e metaerg, partendo da quello di RG, ossia disposizione psicofisica innata ( = istinto McDougall). Lerg un tratto costituzionale innato
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(base istintiva innata dellindividuo), ad esempio il sesso. Il metaerg un tratto costituzionale dinamico, ossia lerg plasmato nel corso dello sviluppo dal fattore ambiente, come ad esempio gli atteggiamenti, i sentimenti e il sentimento del S. Lobiettivo di Cattell quello di giungere alla formulazione di un modello strutturale e dinamico della personalit, in grado di rendere ragione degli aspetti descrittivi e di quelli motivazionali che stanno alla base del comportamento umano. IL MOVIMENTO DEI FIG FIVE : 5 GRANDI FATTORI PER DESCRIVERE LA PERSONALITA La teoria dei Big Five di McCrae e Costa, un modello basato su un approccio nomotetico allo studio della personalit, ed uno dei pi condivisi e testati, sia a livello teorico che empirico. I punti di partenza di questa teoria sono: L'approccio fattoriale proposto da Eysenck, che identifica le dimensioni carratterizzanti le differenze individuali attraverso analisi statistiche di tipo fattoriale. La teoria della sedimentazione linguistica elaborata da Cattell: questi studi hanno considerato il vocabolario della lingua quotidiana come un serbatoio di descrittori delle differenze individuali. Da queste linee teoriche di partenza McCrae e Costa postulano 5 grandi dimensioni lineari (Big Five) di personalit: l'estroversione/introversione, la gradevolezza/ostilit, la coscienziosit, la stabilit/instabilit emotiva, e l'apertura allesperienza. Al fattore estroversione/introversione, possibile ricondurre caratteristiche come socievolezza, ottimismo ed energia nel primo caso, riservatezza, chiusura in se stessi nel secondo caso. Il fattore gradevolezza/ostilit legato a caratteristiche come gentilezza, cordialit, ottimismo da un lato, astiosit, egoismo e superbia dallaltro lato. Il fattore coscienziosit legato a caratteristiche come la puntualit, laffidabilit, lordine, la precisione. Il fattore stabilit/instabilit emotiva (indicata da Eysenck con nevroticismo) legato a caratteristiche come stabilit, sicurezza, calma, tranquillit nel caso della stabilit, insicurezza, ansiet, vulnerabilit nel caso dellinstabilit. Il quinto fattore stato indicato come cultura o intelletto o apertura allesperienza per indicare creativit, originalit, curiosit intellettuale. I 5 fattori rappresentano il punto di incontro delle strutture elaborate da numerosi modelli di misura dei tratti. La teoria dei Big Five spesso usata per la valutazione della personalit nei contesti organizzativi per l'attendibilit offerta da questa tipologia di test (detta test obiettivo). La validit dello strumento di misura basato su questa teoria confermata dal fatto che essa una sintesi di vari strumenti di misura. Esso inoltre facile da applicare anche al di fuori dell'ambito di ricerca teorica, per la semplicit concettuale nell'elaborazione delle cinque dimensioni lineari. La valutazione della personalit attraverso il modello dei Big Five pu avvenire mediante la compilazione da parte del soggetto di un questionario (strutturato attraverso una Scala Likert), oppure mediante la valutazione della condotta in un contesto di simulazione. McCrae e Costa attraverso ricerche longitudinali, hanno documentato la stabilit nel tempo dei 5 fattori.
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La teoria dei Big Five presenta cinque dimensioni, emerse in numerosi contesti linguistici e culturali quali Italia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Giappone, Filippine, Taiwan. Questi tratti di personalit sono definiti nella versione italiana dello strumento di misura come: Energia Amicalit Coscienziosit Stabilit emotiva Apertura mentale Il movimento dei Big Five ha offerto un confronto tra sistemi a volte diversi solo allapparenza. Tale modello fornisce un linguaggio comune che pu avvicinare il ricercatore allo psicologo ingenuo, al paziente, alleducatore. Va inteso come punto di partenza per ulteriori apprendimenti. Il limite di tale modello rappresentato dal fatto che basato su studi condotti su popolazioni, quindi diventa problematico estenderlo a livello individuale. Infatti pu servire soprattutto per valutazioni, confronti e inferenze a livello di popolazioni. Quindi, la critica principale che viene rivolta al modello del Big Five l'eterogeneit eccessiva dei costrutti psicologici risultanti, che sembrano in effetti riferirsi a tipi di processi psicologici molto diversi e non coerenti tra loro. Le pur buone qualit psicometriche dello strumento e del modello potrebbero quindi non essere sufficienti per compensarne le debolezze strutturali, in termini di validit di costrutto dei processi psicologici analizzati. IL RINNOVATO INTERESSE PER IL TEMPERAMENTO : Recentemente il termine temperamento stato riproposto in vari ambiti da autori di formazione diversa. Tra gli studiosi attuali del temperamento troviamo Zuckerman. Egli pone alla base dellelaborazione della personalit, il costrutto di ricerca di sensazioni che esprime il bisogno di varie, nuove e complesse sensazioni ed esperienze, quindi consiste nella propensione ad assumere rischi fisici e sociali solo al fine di tale esperienza. La ricerca di sensazioni riguarda: la ricerca di forti emozioni (sport rischiosi); la ricerca di esperienze (non conformismo); la disinibizione (per es. sessuale); la suscettibilit alla noia. Secondo lautore, lorganismo caratterizzato da un livello ottimale di attivazione o stimolazione, quindi cerca di mantenere un tono edenico positivo, inteso come aspetto qualitativo degli eventi mentali. La stessa stimolazione pu indurre alcuni individui ad un incremento di essa o alla ricerca di stimolazioni aggiuntive, mentre altri ad un abbassamento di essa e allevitamento di nuove stimolazioni. Gli individui che presentano un elevato livello di attivazione, preferiscono situazioni di bassa stimolazione e viceversa. Quindi, secondo Zuckerman, le differenze individuali nella ricerca di sensazioni corrispondono allespressione di una particolare dimensione della personalit. Di fronte alla complessit del concetto di temperamento, stata del tutto abbandonata lipotesi secondo la quale esiste una corrispondenza univoca-lineare tra reazioni interne dellorganismo e propriet formali del comportamento. Inoltre, sembra semplicistico sostenere che la ricerca di stimolazioni o la tendenza ad evitare o minimizzare le
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stimolazioni sia il riflesso di stati interni di attivazione o eccitazione. Lidea di un livello di stimolazione sembra pi una congettura che una spiegazione, visto che non dice nulla sui processi e i meccanismi biologici coinvolti. Zuckerman, durante i suoi studi, ha anche individuato unaltra dimensione, che ha definito come ricerca di sensazioni impulsiva e non socializzata, che molto simile allo psicoticismo di cui parla Eysenck. Ad essa riconduce aspetti di personalit come laggressivit, limpulsivit, il bisogno di indipendenza. Le sue espressioni estreme corrispondono a gravi disturbi della personalit. Anche in questo caso viene attribuito un ruolo molto importante ai fattori genetici. Zuckerman, come nel modello di Eysenck, postula una correlazione negativa tra livello di attivazione psicofisiologica e ricerca di stimoli. I suoi ultimi contributi hanno confermato la validit dei tre superfattori di Eysenck e ha suggerito altre due dimensioni temperamentali: lattivit, che comprende il livello di attivit e di energia generale e la persistenza, e laggressione/ostilit, che comprende laggressione, lostilit, la rabbia.

COMPORTAMENTISMO E AMBIENTALISMO Nellambito dello studio della personalit, alcuni indirizzi come il comportamentismo e lambientalismo attribuiscono un ruolo molto importante ai fattori comportamentali o ambientali (stimoli esterni) nella spiegazione della condotta e nella costruzione e regolazione della personalit, dove per personalit sintende una storia individuale di apprendimento ed insieme di repertori comportamentali appresi in funzione dellambiente. IL BEHAVIORISMO : domina la psicologia nordamericana tra il 1920 e il 1960 e il suo principale rappresentante Watson. Alla base del Behaviorismo vi la convinzione che lambiente rappresenta la sede di tutte le differenze, quindi asseconda la convinzione secondo la quale luguaglianza possibile se vengono create condizioni di pari opportunit. Lo scopo del ricercatore scoprire leggi universali che regolano il comportamento e che permettono anche la sua previsione e il suo controllo. In questa impostazione, linteresse verso le differenze individuali viene posto in secondo piano perch, le determinanti ambientali sono considerate le vere determinanti del comportamento. ORIGINI : Il Behaviorismo una scienza della natura su basi esclusivamente obiettive e sperimentali, quindi vi un rifiuto nei confronti dellintrospezione. Per Watson, loggetto di studio della psicologia sono il comportamento e i nessi che legano determinati stimoli a determinate risposte, cio le catene di associazioni S(stimolo)-R (risposta) che permettono la previsione e il controllo della condotta e dello sviluppo. SVILUPPI : Tra il 1920 e il 1930 si impone la riflessione di una nuova generazione di behavioristi, secondo i quali, loggetto della psicologia il comportamento e non la mente. Essi considerano il comportamento unorganizzazione primaria e molare che non pu essere ridotta ai processi anatomofisiologici che ne stanno alla base. Si parla di nuova generazione
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perch, ad esempio, Watson condivideva con gli introspezionisti la convinzione che, per spiegare un fenomeno psicologico, necessario far riferimento ai risultasti dellindagine fisiologica, invece, la nuova generazione di comportamentismi convinta di poter fornire delle previsioni attendibili della condotta umana attraverso un esame rigoroso delle condizioni dellambiente esterno e dellambiente interno. Watson analizza le basi fisiologiche della personalit, intesa come il risultato di abitudini condizionate e capacit apprese durante successivi adattamenti alle circostanze esterne, quindi anche disposizioni durevoli e profonde risultano in termini di stimoli, movimenti, associazioni. Egli afferma che la psicologia deve considerarsi come scienza del comportamento, poich la coscienza un oggetto di ricerca inconsistente (di qui il rifiuto del metodo introspettivo). Egli considera la mente una sorta di scatola nera, il cui funzionamento interno inconoscibile e, per certi aspetti, irrilevante: quello che importa veramente per i comportamentisti giungere ad un'approfondita comprensione empirica e sperimentale delle relazioni tra certi tipi di stimoli (ambientali) e certi tipi di risposte (comportamentali). All'interno di questo ampio approccio, assume particolare importanza il meccanismo del condizionamento, in base al quale l'associazione ripetuta di uno stimolo, detto stimolo neutro, con una risposta che non ad esso direttamente correlata, far s che, dopo un periodo di tempo, a tale stimolo segua la risposta condizionata. La ricerca sul condizionamento individua precise unit-stimolo, che permettono di definire meglio l'ambiente al quale l'organismo reagisce, e precise unit-risposta, perch offre un principio-chiave per spiegare la genesi delle risposte complesse. Nel pensiero di Watson assume particolare importanza lo studio dell'apprendimento nei bambini. Egli afferma che al momento della nascita, la psiche del neonato come una tabula rasa - tutto deriva dallambiente. Per lui, la paura, lamore e la rabbia sono le emozioni elementari che si definiscono sulla base degli stimolo ambientali che le provocano. A partire da quelle emozioni si costruirebbero le altre. Il primo approccio comportamentista di studio dell'apprendimento il cosiddetto apprendimento di tipo associativo per contingenza temporale o condizionamento rispondente, o classico (S-R involontario, SNA) di Pavlov. Questo approccio, fatto proprio dal paradigma comportamentista studia il processo dell'apprendimento mediante l'associazione stimolo-risposta, e ne rappresenta la forma pi semplice. Pavlov applica il suo apprendimento rispondente a dati sensoriali e non verbali e afferma che, attraverso l'associazione stimolorisposta, possibile costruire lunghe catene di condizionamenti. Watson accentua i limiti dell'impostazione di Pavlov, applicando la sua teoria agli esseri umani, perch pensa che nelluomo possibile provocare delle reazioni emozionali condizionate. A tale proposito, egli speriment il condizionamento classico su un orfano di 11 mesi di nome Albert nel "primo caso di fobia indotta sperimentalmente". Egli not che, associando uno stimolo neutro (un topolino bianco) ad un forte rumore (SI) atto a indurre paura (riflesso incondizionato RI), non solo il povero Albert associava al topolino (inizialmente stimolo neutro) lo spavento (risposta al rumore, stimolo incondizionato dello
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spavento) ma in pi generalizzava la propria fobia ad "un'ampia serie di oggetti piccoli e pelosi, compresa la barba di Babbo Natale". Esperimento fatto con il coniglio: SN + forte rumore (SI) = paura (RI) (condizionamento) SC = paura (RC) (riflesso condizionato) Il programma di ricerca di Watson ebbe forte impulso dal lavoro di ricerca sperimentale dello psicologo statunitense Skinner, che ne fu probabilmente il pi grande esponente storico. Il condizionamento operante o strumentale di Skinner, insieme al condizionamento classico rappresenta la base dell'approccio comportamentista allo studio delle funzioni psichiche. Inoltre, questo condizionamento detto operante perch basato su operazioni legate ai muscoli volontari. In questo caso infatti l'apprendimento non avviene a livello di riflessi come nel condizionamento rispondente, ma di operazioni motorie pi complesse. Quindi, la risposta viene emessa spontaneamente dal soggetto, diventa molto importante lindagine sulle condizioni di rinforzo e si verifica lo spostamento dellinteresse dallambiente interno a quello esterno. Skinner approfondisce la natura del rinforzo, inteso come conseguenza ambientale che aumenta la probabilit che loperante si ripeta, che pu essere positivo, legato al raggiungimento di una soddisfazione o ricompensa e negativo, legato allallontanamento di una stimolazione disturbante o nociva. In pi egli dedica particolare attenzione alla studio della punizione, dei processi di controllo e modellamento del comportamento, di discriminazione, di generalizzazione, di inibizione, di estinzione. Attraverso lanalisi funzionale del comportamento, Skinner cerca di definire in termini obiettivi e quantitativi, le relazioni che si creano tra stimoli e risposte. Luomo considerato un organismo operante in un ambiente esterno che lo controlla attraverso le conseguenze legate alle sue azioni. Gli studi sul modello del condizionamento operante, hanno, portato a postulare una serie di condizioni che rendono pi efficaci l'apprendimento: l'apprendimento pi veloce se il rinforzo segue immediatamente la prestazione motoria; il rinforzo ad intervalli costruisce un'apprendimento meno veloce, ma tende ad essere pi stabile nel tempo; il rinforzo positivo, a parit di tempo, pi valido ed attivo del rinforzo negativo; la forza del condizionamento maggiore se si alternano le sedute di addestramento ad altre attivit; rinforzi incoerenti a comportamenti diversi il punto di partenza per stati di impotenza appresi e nevrosi. Il comportamentismo entra in crisi nei primi anni sessanta, perch risulta evidente che queste teorie semplicistiche non sono in grado di spiegare i comportamenti umani pi complessi, come ad esempio le relazioni sociali. Il behaviorismo, inoltre, viene anche criticato perch riduce l'essere umano a un organismo passivo che risponde solo alle leggi del condizionamento. Nonostante tutto, il comportamentismo sopravvissuto fino ai giorni nostri in alcune correnti come il neo-comportamentismo e, va sottolineato, la Scuola di Watson ha comunque grandi meriti nell'aver dato un forte impulso di ricerca e una dignit scientifica alla psicologia. Tolman e Hull attribuiscono un ruolo molto importante alle variabili intermedie e intervenienti che stanno alla base dellapprendimento. Si tratta di variabili
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interne allorganismo che mediano tra stimolo e risposta. Tolman rimane un behaviorista sul piano metodologico perch considera il comportamento un punto di partenza e di ancoraggio. Sul piano teorico, per, si allontana dal behaviorismo classico e restituisce dignit al mentale. Anche Hull si concentra sui processi interni di mediazione, le variabili intervenienti di Hull sono stimoli interni prodotti dalla risposta o risposte implicite o internalizzate, del tutto omologabili agli stimoli e alle risposte osservabili. Con la generazione successiva dei behaviorismi, tale movimento si apre al sociale e allindividuale. Da un lato si cerca di integrare la teoria del comportamentismo con i contributi della teoria psicoanalitica, dallaltro lato si cerca di estendere i principi dellapprendimento in ambito applicativo, psicologico-sociale e psicologico-clinico. LA TEORIA DELLAPPRENDIMENTO SOCIALE : E una teoria della personalit che attribuisce un ruolo molto importante ai processi cognitivi che regolano linterazione organismo-ambiente. Essa prende il via dai teorici dellapprendimento classico, secondo i quali si impara osservando e componendo lapprendimento in unit semplici S-R e si rif alle osservazioni di Freud e Piaget, i quali sostenevano che i comportamenti hanno un significato e possono essere capiti nel loro contesto strutturale, le unit complesse non vanno scomposte in unit semplici altrimenti viene distrutta la struttura e quindi il comportamento. Tale teoria, restando fedele alla tradizione situazionista, cerca di approfondire la natura delle condizioni esterne che regolano la condotta dellindividuo. Da un lato, si afferma la contestualit di ogni condotta, quindi limportanza delle condizioni esterne che la determinano; dallaltro lato, l organizzazione idiosincratica di ogni condotta, intesa, come il prodotto di una specifica e particolare organizzazione soggettiva che elabora i dati della situazione in termini unici e personali. Ogni individuo elabora, percepisce, valuta e ricorda in modo diverso gli stimoli dellambiente soprattutto sociale, fatto di relazioni, norme, attese. Secondo la Teoria dellapprendimento sociale, importante capire come i vari rapporti interpersonali e sociali, che stanno alla base dello sviluppo della persona, favoriscono la formazione di una determinata organizzazione cognitiva. Lapprendimento sociale poggia sul tipo di elaborazione mentale che il soggetto attiva in seguito alle conseguenze legate alla propria condotta e quella altrui. Il privilegiare lesame della situazione riflette due convinzioni: la prima secondo la quale, la maggior parte delle condotte che in passato venivano attribuite allazione di specifiche forze esterne, sono in realt suscettibili di essere indotte, eliminate e modificate agendo sulle fonti esterne di sollecitazione e rinforzo; la seconda, secondo la quale, anche la conoscenza dellorganizzazione cognitiva pu risultare accessibile attraverso lesame accurato delle condizioni esterne. I principali esponenti della teoria dellapprendimento sociale sono Rotter, Bandura e Mischel. ROTTER : nellindagine della personalit, intesa come unit e sistema, sono molto importanti le mete, le aspettative e le direzioni delle condotte. Le mete sono legate a sei categorie di bisogni-fini fondamentali, ossia: riconoscimento e prestigio,
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dominio, indipendenza, protezione-dipendenza, amore-affetto, benessere fisico. Egli afferma che le diverse condotte possono essere capite solo partendo da un sistema di mete e aspettative. La percezione che il soggetto ha dellambiente, i significati che attribuisce agli eventi, le sue aspettative e le sue mete, dipendono dalla sua storia, cio dagli scambi e dalle relazioni sociali che caratterizzato la sua esperienza. I rinforzi determinano i tipi di apprendimenti che le persone fanno e i cambiamenti che questi possono provocare. Gli elementi e le fonti di rinforzo variano e hanno un peso diverso in base ai significati che essi assumono nellesperienza del soggetto. Il comportamento disadattivo e varie forme di disagio psichico possono essere considerate come il risultato di aspettative irrealistiche e di mete inadeguate. Lobiettivo della psicoterapia il cambiamento delle mete e quindi del sistema di aspettative, che svolge un ruolo molto importante nellelaborazione cognitiva della situazione. Tale cambiamento possibile attraverso una revisione dei significati che la persona attribuisce ai suoi rapporti con lambiente sociale. Alcune sono facilmente modificabili, altre oppongono resistenza. Il cambiamento terapeutico possibile nellambito della relazione terapeutapaziente empaticamente favorevole e gratificante, attraverso unattenta valutazione delle possibili condotte alternative, unattenta considerazione dei motivi altrui e un esame delle conseguenze delle proprie condotte. Nellambito delle differenze individuali sono molto importanti i concetti introdotti da Rotter di fiducia interpersonale e di locus of control. Per fiducia interpersonale si intende laspettativa, che le persone hanno in diversa misura, che gli altri siano degni di fiducia. Per locus of control si intende un sistema di aspettative, pi o meno generalizzato, contraddistinto dalla tendenza ad attribuire allesterno o allinterno la causa del proprio successo o insuccesso. una variabile psicologica che indica il grado di percezione rispetto al controllo del proprio destino e gli eventi. Partendo da tale concetto, sono state elaborate diverse scale che hanno come obiettivo quello di misurare tale sistema. Un locus of control esterno attribuisce prevalentemente al destino o agli "altri" il controllo di ci che accade, invece, quello interno vede il soggetto molto pi indirizzato a considerare il destino come un effetto delle proprie azioni. Quindi, il locus of control rappresenta l'atteggiamento mentale con cui noi sentiamo di essere in grado di determinare le nostre azioni, e i relativi risultati, rispetto al controllo esercitato dal caso e dalle circostanze esterne. Alcuni sintomi di locus of control esterno sono: sentire gli eventi come imprevedibili; dipendere continuamente dagli altri (es.: chiedendo continuamente "come si fa...") anzich attivarsi nel problem-solving e nell'autonoma ricerca di soluzioni; ritenere che le variabili esterne da controllare sono eccessive e opprimenti rispetto alle proprie capacit; lo sviluppo di un senso di impotenza rispetto agli eventi; l'attribuzione di risultati negativi sempre e comunque al destino o agli altri e la rapida perdita di motivazione, di fronte gli ostacoli e le difficolt. Invece, i sintomi della presenza di un locus of control interno sono: la ricerca attiva di strumenti e conoscenze che permettono di affrontare meglio le situazioni e i problemi; ritenere che ogni problema pu essere risolto o analizzato; che ogni obiettivo raggiungibile (con le risorse adeguate), senza darsi per vinti; credere nelle proprie potenzialit, attivarsi per aumentarle e svilupparle; essere convinti e perseverare, non temere la fatica, non arrendersi. BANDURA : APPRENDIMENTO IMITATIVO E RINFORZO VICARIO (SOSTITUTIVO) La teoria dell'apprendimento sociale, sviluppata da Bandura, sostiene che possibile apprendere attraverso l'imitazione e la riproduzione. Questo tipo di
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apprendimento presente anche negli animali. Questa forma di apprendimento, detto vicario, incentrato sul processo di imitazione che intercorre tra osservatore ed osservato. Questo processo di identificazione spesso legato anche ad aspetti cognitivo-affettivi, e si ritrova spesso in condotte di identificazione che le persone adottano in determinati ruoli o personaggi sociali. Per Bandura i bambini acquisiscono comportamenti osservando vari modelli che combinano fra loro e creano cos comportamenti pi complessi. Non si tratta di una catena di risposte ma di una riorganizzazione attiva di comportamenti. Il comportamento manifesto importante, per, per Bandura pi importante quello osservativo. Per esempio, il bambino osservando unaltra persona che risolve un problema pu formarsi idee migliori, in quanto egli osserva, seleziona ed elabora linformazione, applica regole e principi generali, d un peso diverso alle informazioni e prende una decisione. Dunque la maggior parte dei nostri comportamenti si verificano grazie allosservazione e allinsegnamento che ne deriva e non dallapprendimento per prove ed errori. Luomo per sua natura tende ad imitare i modelli e quindi proprio attraverso losservazione e limitazione che egli acquisisce comportamenti. Anche i modelli simbolici sono importanti ma meno frequenti e ricercati In effetti il bambino osserva i comportamenti specifici delle persone e delle cose intorno a lui (televisione, scuola, treno) e ne trae regole generali = modellamento astratto = astrarre regole da una serie di episodi specifici. Osservare altri bambini che sono lodati pu far pensare al bambino che si tratta di comportamenti lodevoli da imitare. Vedere un altro bambino punito ha leffetto opposto. Dallosservazione dei comportamenti altrui e dal feedback che riceve il bambino ha un rinforzo vicariante: rinforzo vicario (rinforzo dato da un modello). Quando la capacit osservativa del bambino si completamente sviluppata non si pu impedire lapprendimento di ci che si osservato. COGNITIVISMO E COSTRUTTIVISMO Il cognitivismo racchiude in s indirizzi teorici e programmi di ricerca spesso diversi tra loro. Alla base del cognitivismo vi lindagine scientifica della mente e dei suoi processi. Molto importante il concetto di costrutto, infatti da questo punto di vista il cognitivismo si configura come una forma di costruttivismo; in quanto da un lato, il modo di dedurre i processi che governano il funzionamento della mente procede mediante costrutti ipotetici e relativi a diversi aspetti dellattenzione, della percezione, della memoria; dallaltro lato, lindividuo attraverso i suoi costrutti personali (schemi di riferimento) si adatta allambiente ed elaborare le informazioni alle quali attribuisce particolari significati. Secondo il cognitivismo esistono delle ipotetiche strutture mentali che modulano e regolano il rapporto dellindividuo con lambiente in termini di flussi e di scambi di informazione. Lobiettivo della clinica cognitiva modificare gli affetti e le abitudini attraverso il cambiamento dei meccanismi interni di regolazione che stanno alla base dellelaborazione e della generazione di informazioni. La personalit per il cognitivismo e il
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costruttivismo un sistema cognitivo, aspettative, autoregolazione,ecc. possibile fare una distinzione tra cognitivismo americano e cognitivismo europeo. I moderni indirizzi nordamericani di ricerca sulla personalit, presentano al loro interno numerosi elementi di continuit con il funzionalismo e il situazionismo. In Europa, invece, presente una tradizione fenomenologia-critica dominante. Diversi autori, in modo diverso, hanno contribuito allo sviluppo di un approccio cognitivista nello studio della personalit. Infatti, vi sono studiosi come Piaget che hanno influenzato tale approccio solo indirettamente, altri, invece, hanno contribuito a porre le basi per lo sviluppo di una sensibilit e di un metodo cognitivisti. LEPISTEMOLOGIA GENETICA DI JEAN PIAGET (1936) : lepistemologia genetica lo studio dei procedimenti della conoscenza nel loro sviluppo logico e storico; si occupa della formazione e del significato della conoscenza e dei mezzi attraverso i quali la mente umana passa da un livello di conoscenza inferiore ad uno giudicato superiore. Il compito degli psicologi quello di spiegare come avviene il passaggio dalluna allaltra. Piaget (1896-1980) non si occupato direttamente della personalit e delle differenze individuali, infatti, egli si concentra di pi su ci che non cambia del funzionamento mentale e ci che caratterizza il rapporto tra lorganismo e lambiente ai fini delladattamento. La psicologia genetica di Piaget cerca di cogliere i modi in cui vengono costruite le conoscenze e cerca di giungere a delle ipotesi sulle leggi dello sviluppo stesso, partendo da una prospettiva cognitivista e interazionista, in cui risultano dominanti la dimensione biologica, linterazione soggetto-ambiente e il costruttivismo psicogenetico. Alla base della prospettiva di Piaget vi il concetto biologico di adattamento. Egli afferma che ogni condotta pu essere intesa come un adattamento o meglio un riadattamento. Lindividuo agisce quando avverte un bisogno, che emerge nel momento in cui lequilibrio organismo-ambiente momentaneamente rotto, quindi lazione cerca di ristabilirlo. Da ci emerge il legame esistente tra adattamento ed equilibrio. Infatti, ladattamento corrisponde ad un equilibrio tra lazione dellorganismo esercitata sullambiente e lazione che lambiente esercita sullorganismo. Secondo Piaget i due processi che caratterizzano l'adattamento sono l'assimilazione e l'accomodamento, presenti durante l'intero sviluppo. L'assimilazione consiste nell'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema comportamentale o cognitivo gi acquisito. In pratica il bambino utilizza un oggetto per effettuare un'attivit che fa gi parte del suo repertorio motorio o decodifica un evento in base a elementi che gli sono gi noti (esempio: bambino di pochi mesi che afferra un oggetto nuovo e lo porta alla bocca, l'afferrare e il portare alla bocca sono movimenti gi acquisiti che vengono per applicati ad un nuovo oggetto). L'accomodamento consiste nella modifica della struttura cognitiva o dello schema comportamentale per accogliere nuovi oggetti o eventi che fino a quel momento erano ignoti (nel caso del bambino precedente se l'oggetto difficile da afferrare dovr per esempio modificare la modalit di presa). I due processi si alternano alla costante ricerca di un equilibrio fluttuante (omeostasi) ovvero di una forma di controllo del mondo esterno. Quando una nuova informazione non risulta immediatamente interpretabile in base agli schemi esistenti il soggetto entra in uno stato di disequilibrio e cerca di trovare un nuovo equilibrio modificando i suoi schemi cognitivi introducendo le nuove conoscenze acquisite. Per Piaget, lo sviluppo psichico, come quello organico, caratterizzato da vari fattori ereditari, fisici e sociali. Tutti i processi mentali possono essere considerati come il risultato di una costruzione progressiva di strutture, via via pi complesse, lungo una successione di tappe che rappresentano il punto di arrivo e di partenza di nuove forme di equilibrio. Ogni tappa o stadio, in rapporto alle strutture che ne stanno alla base,
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rappresenta una forma di equilibrio verso cui tende lo sviluppo psichico. Lautore dimostra innanzitutto l'esistenza di una differenza qualitativa tra le modalit di pensiero dei bambini e quelle dell'adulto e poi che il concetto di capacit cognitiva e quindi di intelligenza strettamente legato alla capacit di adattamento all'ambiente sociale e fisico. Secondo Piaget tutti i bambini piccoli sono egocentrici, in quanto incapaci di differenziare il proprio punto di vista da quello altrui. Egli afferma che il "linguaggio egocentrico", tipico dei bambini dai tre ai sei anni, accompagna le attivit solitarie ed i giochi simbolici e soddisfa la necessit di espressione fine a s stessa. L'egocentrismo nel linguaggio del bambino emerge quando egli usa spesso la parola "io" (egocentrismo verbale) o nel monologo collettivo (ogni bambino continua il suo discorso, incurante delle parole degli altri). Il bambino, sempre secondo la teoria di Piaget, inizia a superare il proprio egocentrismo con lo sviluppo del pensiero operativo che legato allemergere degli scambi sociali, basati sulle regole e il ragionamento morale e allo sviluppo dellaffettivit. Sviluppa cos una distinzione delle fasi dello sviluppo cognitivo individuando 4 stadi: stadio dellintelligenza senso-motoria; stadio pre-operatorio; stadio delle operazioni concrete e stadio delle operazioni formali (reversibili e proprie del pensiero ipotetico-deduttivo). Fase senso-motoria : Dalla nascita ai 2 anni circa. Il bambino usa i sensi e le abilit motorie per comprendere ci che lo circonda, affidandosi inizialmente ai riflessi e poi a combinazioni di capacit senso-motorie. Tale fase caratterizzata da varie reazioni: Reazioni circolari primarie: tra il 1 e il 4 mese di vita il bambino sviluppa le reazioni circolari primarie ovvero la ripetizione di un'azione casuale per ritrovarne gli effetti gradevoli. L'esempio la suzione del dito, trovandola piacevole il bambino la ripete per lunghi periodi. Reazioni circolari secondarie: tra il 4 mese e l'anno di vita il bambino orienta i suoi comportamenti verso l'ambiente esterno cercando di afferrare e muovere gli oggetti e osserva i risultati delle sue azioni. Agitando un sonaglio provoca dei rumori piacevoli e cerca di ripetere l'azione per riprodurre il suono. Reazioni circolari differite: tra gli 8 e i 12 mesi il bambino in grado di riprendere un'azione su un oggetto dopo averla interrotta. Reazioni circolari terziarie: dai 12 ai 18 mesi. Consistono nello stesso meccanismo descritto in precedenza ma effettuato con variazioni. Ad esempio afferrare e battere un oggetto contro superfici diverse. In questa fase il bambino inizia a comprendere la permanenza degli oggetti mentre nelle fasi precedenti se l'oggetto non in vista "non esiste". Dopo i 18 mesi il bambino sviluppa la capacit di immaginare gli effetti delle proprie azioni, di eseguire e descrivere azioni differite o oggetti non presenti nel suo campo percettivo, di eseguire sequenze di azioni come per esempio appoggiare un oggetto per aprire la porta, cominciano inoltre i primi giochi simbolici, il "fare finta di ...". Fase pre-operatoria : Dai 2 ai 7 anni. In questa fase l'atteggiamento del bambino ancora molto egocentrico, vede le cose solo dal suo punto di vista. Crede che tutti la pensano come lui e che capiscono i suoi pensieri. Il bambino in grado di fingere e quindi impara ad usare i simboli. Un simbolo un oggetto che ne rappresenta qualcosaltro. Un esempio il gioco creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola per rappresentare un tavolo, dei pezzetti di
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carta per rappresentare i piatti ecc. Il suo ragionamento in questa fase non n deduttivo, n induttivo, ma transduttivo o analogico, dal particolare al particolare. Ad esempio se un insetto gli fa paura perch l'ha disturbato facile che molti altri insetti che non l'hanno disturbato gli facciano paura. Ci si traduce in una modalit di comunicazione piena di "libere associazioni" senza alcuna connessione logica in cui il ragionamento si sposta da un'idea all'altra rendendo pressoch impossibile una ricostruzione attendibile di eventi. Fase delle operazioni concrete : Dai 7 agli 11 anni. Il termine operazioni si riferisce a operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino in questa fase non solo utilizza i simboli ma in grado di manipolarli in modo logico. Intorno ai 6/7 anni il bambino acquisisce la capacit di conservazione delle quantit numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi. Per conservazione si intende la capacit di comprendere che la quantit rimane tale anche di fronte variazioni di forma. Il bambino nella fase pre-operativa, per esempio, convinto che la quantit di liquido contenuto in un contenitore alto e stretto maggiore di quella contenuta in un contenitore basso e largo anche se gli viene dimostrato il contrario. Un bambino nella fase delle operazioni concrete invece in grado di comprendere che la quantit la stessa, di "conservare" quindi il volume liquido. Intorno ai 7/8 anni il bambino sviluppa la capacit di conservare i materiali. Prendendo una palla di creta e manipolandola per trasformarla in tante palline il bambino conscio del fatto che riunendo le palline la quantit sar invariata. Questa capacit prende il nome di reversibilit. Intorno ai 9/10 anni raggiunto anche l'ultimo passo della conservazione, la conservazione della superficie. Messo di fronte a dei quadrati di cartoncino si rende conto che occupano la stessa superficie sia che siano messi tutti vicini sia che siano sparsi. Fase delle operazioni formali : Dai 12 anni. Il bambino che si trova nella fase delle operazioni concrete ha delle difficolt ad applicare le sue competenze a situazioni astratte. Se un adulto gli dice: "Non prendere in giro X perch grasso, cosa diresti se lo facessero a te?" la sua risposta sarebbe "Io non sono grasso". Calarsi in una realt diversa dalla sua un'operazione troppo astratta. A partire dai 12 anni il bambino riesce a formulare pensieri astratti. Il cosiddetto pensiero ipotetico. LA TEORIA DEL CAMPO DI KURT LEWIN : Lewin propone una psicologia topologica, in cui la realt psichica intesa come un sistema dinamico, che comprende la persona e lambiente. Tale sistema emerge grazie a diverse forze che possono andare incontro a continui cambiamenti e che tendono continuamente verso un equilibrio. Secondo Lewin, per indagare gli eventi mentali necessario farsi guidare da un atteggiamento fenomenologico come metodo di base e criterio orientativo. Egli pone al centro della propria indagine i caratteri dinamici del funzionamento psichico, quindi accosta la psicologia della Gestalt allo studio dei fenomeni motivazionali e spesso trova dei punti di contatto con la psicoanalisi. Infatti, gli pone al centro della sua psicologia topologica le emozioni, la
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struttura e lo sviluppo della personalit, il significato psicologico della condotta e latteggiamento metodologico orientato allo studio delle relazioni fra i fenomeni psichici. Ci che differenzia tale psicologia dalla psicoanalisi la diversa angolazione da cui vengono indagati i fenomeni psichici e lesigenza, da parte della psicologia topologica, di un apparato teorico legato a criteri psichici. Secondo Lewin, importante analizzare i processi che nei singoli contesti regolano le diverse manifestazioni psichiche e le loro trasformazioni. Per questo motivo, egli si avvicina alla topologia, ossia quella branca della matematica che si occupa delle relazioni spaziali e che per lui pu rappresentare la situazione psicologica nelle sue componenti e nella sua totalit. La teoria del campo (teoria dinamica) rappresenta il sistema con il quale vengono caratterizzate le diverse manifestazioni della realt psicologica, individuale e di gruppo, e quindi linsieme di costrutti in grado di rappresentare il funzionamento della personalit nei suoi aspetti strutturali e dinamici. Con il termine campo, Lewin intende, tutto ci che presente al soggetto in un determinato momento e che ne determina lazione, il sentire, il conoscere. A tale proposito importante il principio di contemporaneit, secondo il quale: qualsiasi comportamento o qualsiasi altro mutamento allinterno di un certo campo psicologico dipende soltanto dalla particolare configurazione del campo psicologico a quel dato momento. Con tale principio,viene messo in evidenza limportanza del presente e del futuro in quanto parti di un campo psicologico che esistono in un dato momento. Per Lewin possibile distinguere tre aree fondamentali nelle quali certe modificazioni rappresentano o potrebbero rappresentare oggetto di indagine psicologica: lo spazio di vita che consiste nella totalit dei fatti che determinano il comportamento dellindividuo in un certo momento, quindi la realt psicologica che influenza la condotta; intendendo per comportamento ogni mutamento nello spazio di vita che sottoposto a leggi psicologiche. (C=f persona, ambiente). I fenomeni del mondo fisico e sociale che non hanno una diretta incidenza sulla spazio di vita della persona in quel dato momento. Una zona di confine dello spazio di vita, in base al quale si prendono in considerazione quei processi del mondo fisico e sociale che agiscono sullo spazio di vita della persona in quel momento. Lo spazio di vita comprende la persona con i suoi bisogni, motivazioni, mete e ideali cos come sono percepiti, e lambiente psicologico, ossia linsieme delle condizioni esterne che influenzano la condotta dellindividuo quando egli le percepisce e gli attribuisce significato. Lambiente psicologico corrisponde alla rappresentazione soggettiva che lindividuo ha degli eventi esterni. Molto importante il concetto di regione che permette di differenziare lo spazio di vita e di rappresentare tutto ci in cui un oggetto dello spazio di vita ha un suo posto che pu essere rappresentato in termini spaziali e in pi ogni aspetto dello spazio di vita nel quale possibile distinguere pi posizioni o parti. Da un punto di vista dinamico, la persona (regione differenziata dello spazio di vita) appare come un sistema stratificato che ha una struttura definita, nel
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quale possibile fare una distinzione tra regioni centrali e regioni periferiche. Le prime sono la sede dei processi che stanno alla base degli elementi che caratterizzano il S e lidentit individuale, le seconde riguardano i processi percettivo-motori. Quindi, la personalit pu essere intesa come un insieme di regioni che possono essere pi o meno interdipendenti rispetto ad una particolare situazione. Le regioni della persona e dellambiente sono divise da frontiere che presentano un diverso grado di solidit e di consistenza. Per Lewin, il comportamento consiste in un mutamento di posizione, cio in una locomozione nel proprio ambiente psicologico (vettore, regione, meta, barriera, bisogno, conflitto). Essa consiste nel movimento che una persona compie fra le regioni dellambiente psicologico, che determina un mutamento della struttura dello spazio di vita. I concetti che caratterizzano la teoria del campo come teoria dinamica sono quello di tensione, valenza, forza, bisogno e quasi bisogno. Il campo pu essere rappresentato come un sistema di tensioni che tende verso uno stato di equilibrio. La tensione consiste in uno stato che il soggetto sperimenta quando emerge un bisogno o un quasi bisogno che egli cerca di superare per ristabilire lequilibrio. Il concetto di valenza si riferisce al valore positivo o negativo che una regione dellambiente psicologico riveste per il soggetto. Una valenza positiva esercita attrazione, implica una direzione verso una specifica regione e corrisponde ad un campo di forze che ha la struttura di un campo centrale positivo. La valenza negativa, invece, provoca repulsione, determina lallontanamento della persona da una specifica regione e corrisponde a un campo di forze che ha la struttura di un campo centrale negativo. Il concetto di forza legato a quello di valenza e riguarda la direzione e lintensit di una tendenza ad agire per realizzare un determinato mutamento. La direzione, lintensit e il punto di applicazione, cio le propriet di una forza, vengono rappresentati attraverso un vettore. La direzione e lintensit della forza dipendono dalla regione verso la quale tende e dalla valenza che tale regione ha per la persona in cui la forza ha il proprio punto di origine o applicazione. Il bisogno (tendenza motivata) lelemento dinamico di coordinazione che lega valenza, forza, tensioni, regioni e locomozione.; esprime le esigenze della personalit e produce certi effetti nella specifica situazione considerata. Un bisogno aumenta la tensione, libera energie gi presenti ma non agenti, conferisce valenze allambiente, d significato e direzione alle forze. La locomozione (movimento fisico ma soprattutto psicologico) reso possibile dalla tensione, dalla valenza e dal bisogno. Nellambito dello sviluppo psicologico molto importante il concetto di differenziazione (del campo), con il quale vengono discriminate certe caratteristiche e propriet del comportamento in termini di maggiore o minore organizzazione e complessit. Con la crescita dellindividuo, ad una maggiore differenziazione corrisponde una maggiore organizzazione del comportamento in termini di accresciuta complessit. Con lo sviluppo si ha anche unestensione del campo di attivit e di interessi, che corrisponde soprattutto ad un ampliamento dello spazio di vita e ad un aumento del numero delle regioni. In modo parallelo si ha una dilatazione progressiva della dimensione
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temporale psicologica, quindi aumentano i fattori temporali che influenzano il comportamento. Per esempio, il bambino piccolo vive nellimmediato presente, durante la crescita, per, il comportamento presente viene sempre pi influenzato da un passato e da un futuro psicologici sempre pi distanti. Con lo sviluppo emerge anche la tendenza al realismo, quindi la capacit di rappresentazioni e condotte pi coerenti con la realt. Nel neonato, le regioni del suo spazio di vita sono difficili da distinguere e sono poco numerose, in quanto non ancora presente una sfera differenziata di bisogni e aspettative. Le prime regioni che si differenziano sono quelle legate alla nutrizione e allescrezione, in seguito allinfluenza di vari fattori si verifica lestensione dello spazio di vita e quindi un aumento delle regioni. La differenziazione dello spazio di vita legata alla dimensione realt-irrealt. Il livello di irrealt riguarda desideri e timori, quello di realt riguarda le aspettative. Lambiente psicologico delladulto caratterizzato da livelli di realt pi marcati rispetto a quelli del bambino, per, in alcune condizioni come nel sogno, il passaggio dal livello di realt a quello di irrealt presente nello stesso modo sia nelladulto sia nel bambino. Dal punto di vista delle frontiere tra lIo e lambiente, il mondo del bambino poco differenziato e quindi pi esposto alle influenze ambientali. La struttura interna del bambino dinamicamente caratterizzata da una differenziazione relativamente lieve fra le diverse regioni psichiche e da una scarsa solidit funzionale delle frontiere tra i vari sistemi psichici. A poco a poco Lewin si interessato alla psicologia sociale e i suoi contributi hanno influenzato vari ambiti della ricerca psicologica. LA TEORIA DEI COSTRUTTI PERSONALI DI KELLY (1955) : Limpostazione teorica di Kelly pu essere definita alternativismo costruttivo, in quanto pone in evidenza la costante e attiva modalit di costruzione-ricostruzione che regola le nostre conoscenze ed interpretazioni della realt. Per tale modello la personalit un organismo attivo, unitario ed integrato, le cui condotte possono essere considerate come la risultante delle costruzioni mentali che in grado di produrre. Kelly per costrutto intende gli schemi o le lenti che lindividuo crea per conoscere gli eventi. Sono modi di percepire, interpretare ed anticipare gli eventi; sono dinamici e non statici perch la nostra esperienza quotidiana comporta il consolidamento di alcuni aspetti del nostro modo di vedere le cose e la revisione o labbandono di altri; sono unit centrali di significato e astrazioni mentali che determinano lordine degli eventi. La teoria dei costrutti personali cerca di chiarire come si sviluppano e si trasformano i vari sistemi di costrutti personali, in che modo possibile esaminarli e come la comprensione del sistema di costrutti di una persona pu permettere di comprendere e prevedere il comportamento. La teoria di Kelly si articola a pi livelli di analisi collegati tra loro, in cui vengono usate delle procedure standardizzate che permettono di sistematizzare, ordinare e dare un senso alla singolarit degli eventi. Secondo Kelly, lindividuo costruisce gli eventi della realt, in quanto presenta una capacit creativa che gli permette di rappresentarsi lambiente, di modificarlo,
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costruirlo e adattarlo alle proprie esigenze. La realt esiste come un dato di fatto che pu essere modificato o compreso in modo diverso da individuo a individuo. Alla base della teoria dei costrutti personali, Kelly pone la metafora delluomo come scienziato, in quanto afferma che lo scienziato, con le sue ricerche cerca di predire e controllare gli eventi e luomo, anche se in modi diversi che rispecchiano le sue caratteristiche personali, cerca di prevedere e controllare il corso degli eventi nel quale coinvolto. Quindi, anche luomo come lo scienziato in grado di costruire teorie e di proporre delle ipotesi che possono essere confrontate con levidenza sperimentale o essere modificate alla luce di nuove esperienze. GLI SVILUPPI DELLA RICERCA SULLA MOTIVAZIONE : Nellambito dello studio sulla motivazione possibile fare una distinzione tra due approcci diversi: da un lato troviamo una prospettiva descrittiva (dei contenuti) che giunge alla formulazione di diverse classificazioni o tassonomie di bisogni e motivi (Murray, Maslow); dallaltro lato troviamo una prospettiva esplicativa, interessata ai processi che sostengono ed orientano le diverse condotte per raggiungere determinate mete. Questultima prospettiva si sviluppata lungo due filoni che attribuiscono un ruolo diverso ai processi cognitivi. Il primo filone, cui fa capo Hull, propone uninterpretazione della motivazione in accordo con i principi del comportamentismo, quindi in termini di connessioni stimolorisposta. Il secondo filone, dominato dalla figura di Lewin, considera la motivazione in termini di rappresentazioni mentali legate ai concetti di campo psicologico, forza, bisogno, valenza, aspettative. Per Lewin la motivazione coincide con ci che risulta dalla percezione che il soggetto ha dei propri bisogni e delle opportunit che lambiente offre di soddisfarli, quindi risulta dal prodotto dellaspettativa di poter raggiungere una certa meta per il valore attribuito a tale meta. Nelle concezioni pi recenti, la motivazione va oltre la sfera degli affetti e della cognizione. Al costrutto di pulsione subentra linteresse per motivazioni sociali come il successo, laffiliazione e il potere. Secondo McClelland (1985), i motivi che allontanano o spingono il soggetto verso il successo, il potere e laffiliazione, rappresentano il punto di approdo di un percorso intellettuale complesso. Il punto di partenza il sistema di motivi che sta alla base della condotta, il punto di approdo rappresentato da un insieme di mete che rispecchiano le abilit possedute e i valori assimilati; tra i due vi un sistema di giudizio che verifica la compatibilit tra mete, abilit e valori e che favorisce la soddisfazione dei bisogni attraverso la scelta di particolari condotte. La tendenza o motivazione allazione il risultato di vari sistemi di motivi che interagiscono con vari sistemi di abilit e di valori. Le precoci esperienze affettive, legate ai bisogni naturali di novit, di armonia, di protezione e di intimit pongono le basi dei bisogni che in seguito diventano stabili sistemi motivazionali e disposizionali, grazie ai processi si socializzazione e ai processi cognitivi. Lattivazione di un motivo si traduce in un impulso ad agire in un determinato modo in combinazione alla probabilit di successo che dipende dalla presenza di determinate abilit e dal valore che
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viene attribuito al raggiungimento di determinate mete. La forza dei motivi varia da persona a persona e assume condotte diverse in base a come il soggetto interpreta il proprio stato danimo, le circostanze in cui si trova, le proprie abilit e le mete che vuole raggiungere. Il successo o riuscita, il potere e laffiliazione rappresentano i principali sistemi motivazionali che danno alla personalit un carattere distintivo in relazione al prevalere di alcuni motivi che orientano tutto il rapporto dellindividuo con la realt. La persona orientata al successo trae soddisfazione dal fare le cose nel miglio modo possibile indipendentemente da altre forme di gratificazione o di riconoscimento. Si confronta con compiti non troppo difficili; cerca di raggiungere leccellenza in ci che fa con responsabilit; sensibile al feedback sullefficacia e la correttezza delle proprie prestazioni; relativamente aperta allinnovazione. La motivazione al successo sembra congeniale con letica protestante e con un sistema di valori fondato sulla responsabilit individuale, sullimpegno e sulliniziativa. La persona caratterizzata da una forte motivazione affiliativa trae soddisfazione dal sentirsi amata, accettata e benvoluta. Funziona meglio in presenza di incentivi affiliativi come lapprovazione e laccettazione altrui. Considera molto importanti i suoi legami interpersonali; collabora e ascolta gli altri; pu tendere al conformismo per evitare le critiche ed il conflitto; molto preoccupata di poter essere rifiutata. La motivazione affiliativa particolarmente congeniale alle culture familistiche, come quella italiana. La persona orientata al potere tende allautoaffermazione e per raggiungere ci, si impegna al limite delle proprie forze, sacrifica i propri legami; affronta compiti complessi e assume rischi elevati. LA DINAMICA DELLAZIONE : Atkinson si avvicina allo studio della motivazione al successo e alluso del TAT (Test Appercezione Tematica), per, diversamente da McClelland giunge alla formulazione di una teoria cognitiva della motivazione al successo, piuttosto che ad una nuova tassonomia dei bisogni e della personalit. Nella sua opera lo studio delle differenze individuali e lo studio dei processi generali vanno di pari passo. Nellambito dellelaborazione teorica di Atkinson svolge un ruolo molto importante la teoria di Edwards, secondo la quale gli individui agiscono per massimizzare lutilit soggettivamente attesa. In tutto ci emerge il ruolo delle aspettative. Nella valutazione dellaspettativa non bisogna considerare solo quanto loggetto attraente, ma anche quanto pu essere attraente di per s lottenimento delloggetto, quindi il raggiungimento della meta. Molto importante la differenza tra motivo e motivazione. Il motivo (orientato a desiderare certe mete) corrisponde ad una disposizione personale a desiderare certe classi di incentivi positivi o a evitare certe classi di incentivi negativi. La motivazione uno stato che si attiva quando ci aspettiamo che agendo otterremo un risultato soggettivamente importante. Spesso le persone motivate al successo non sono molto propense ad assumere rischi. Pu accadere che, la persona in presenza di una elevata motivazione ad evitare il fallimento, si orienti verso mete che possono essere raggiunte facilmente o verso mete improbabili. In questultimo caso, fallire in compiti
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molto difficili meno frustrante rispetto al fallimento in compiti di media difficolt. Lattivit in corso di un individuo rappresenta lespressione della tendenza attualmente dominante tra tutte quelle di cui il soggetto portatore. Unattivit pi o meno dominante in base al tempo che essa impiega, alla frequenza, alla regolarit e alla continuit con cui essa si presenta. Lo studio della motivazione, nella prospettiva temporale, implica lo studio dei processi che sostengono il cambiamento delle attivit nel tempo e introduce tre concetti principali, ossia il concetto di: istigazione allazione = ci che aumenta la tendenza verso una determinata attivit; consumazione nellazione = il diminuire della tendenza a produrre una determinata attivit legata allesecuzione dellazione stessa; resistenza allazione = ci che si oppone alla tendenza a produrre una determinata attivit. LA PERSONA COME GIUDICE : Weiner, allievo di Atkinson, sviluppa la propria riflessione sulla motivazione nellambito della teoria dellattribuzione. Egli parte dalla revisione della teoria della motivazione al successo in sintonia con le intuizioni di Rotter sul locus of control e giunge alla formulazione di una teoria dellemozione e della motivazione basata su una concezione dellindividuo che, da un lato accentua il ruolo delle capacit cognitive e dallaltro lato riconosce che la sua razionalit limitata. Weiner, partendo dal riscontro empirico, sostiene che la tendenza a perseguire il successo in determinate attivit influenzata da come lindividuo percepisce le difficolt del compito, le proprie abilit, lefficacia dei suoi sforzi, il ruolo svolto dal caso e dalla fortuna. Tali elementi possono essere percepiti come stabili nel tempo (difficolt nel compito, abilit) o variabili (fortuna, impegno), e come suscettibili di essere controllati pi o meno dal soggetto [(in)controllabilit x (in)stabilit]. Il modo in cui il soggetti percepisce tali elementi, influenza le aspettative di successo e quindi le mete che il soggetto cerca di raggiungere. Ad esempio, quando linsuccesso viene attribuito a mancanza di impegno, negli altri produce rabbia e riprovazione, su se stessi provoca colpa intensificazione degli sforzi. Se,invece, linsuccesso viene attribuito a mancanza di abilit, negli altri pu suscitare compassione e aiuto, nellindividuo provoca vergogna e abbandono. La stessa cosa vale per il successo. Se esso viene attribuito a impegno,negli altri pu suscitare stima e desiderio di avvicinamento, nel soggetto ci pu spingerlo ad impegnarsi in compiti pi complessi. Se, invece, il successo viene attribuito a fortuna, negli altri pu provocare emozioni ambivalenti di gioia e di invidia, nel soggetto genere emozioni miste di sorpresa e gioia. Da tutto ci emerge la metafora della persona come giudice, pi condizionato dallaffettivit che dalla razionalit, pi incline a valutare in termini emozionali che a prendere decisioni in termini razionali, pi influenzato dal mondo sociale che lo circonda e lo comprende che da un principio astratto di massimizzazione del piacere. MOTIVAZIONE E VOLIZIONE (ANNI 90) : La sfera della motivazione riguarda il riconoscimento dei desideri, invece, quella della volizione riguarda la realizzazione dei propositi. Si tratta di due sfere diverse tra loro. Infatti la
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sfera della motivazione coincide con la sfera della valutazione e della decisione tra alternative concorrenti; la sfera della volizione coincide con la sfera del controllo dellazione e dei processi che permettono il conseguimento delle mete prescelte. Gollwitzer e Heckausen hanno proposto il cosiddetto Rubicon Model, in cui la motivazione e la volizione sono considerati come due stati mentali che accompagnano il corso dellazione dallemergere di un desiderio al conseguimento della meta attraverso quattro fasi. La prima fase, detta motivazionale-predecisionale, la fase in cui si contemplano le possibili mete dellazione e si conclude con la formazione di unintenzione. Con la formazione di unintenzione si aprono due fasi volizionali: una prima fase pre-attiva nella quale vengono prese in considerazione le diverse intenzioni che permettono laccesso allazione e termina con lavvio di unintenzione, ed una fase attiva di realizzazione dellintenzione, che si conclude con la deattivazione dellintenzione. La quarta fase quella motivazionale di valutazione postattiva. Le intenzioni svolgono un ruolo molto importante in quanto coordinano e focalizzano lazione al conseguimento delle mete. METE, PROGETTI E AMBIZIONI PERSONALI : Lo studio della motivazione riguarda lo studio delle relazioni preferenziali tra lindividuo e il mondo, quindi delle condizioni che favoriscono lo sviluppo di bisogni, la formazione di standard personali, lo stabilirsi di fini e cos via. Gli orientamenti recenti non trattano pi la motivazione in termini di bisogno, motivo, pulsione e relative tassonomie (espressioni generali della natura umana), ma come compiti esistenziali, propositi personali e obiettivi, cio come costrutti psicologici che si formano nel corso dellontogenesi e che rispecchiano il modo in cui i vari processi affettivi e rappresentativi sono entrati in sintonia nel corso dello sviluppo per permettere ladattamento ed in relazione alle opportunit, ai modelli, ai condizionamenti dellesperienza interpersonale e sociale. LEMERGERE E LAFFERMARSI DEL COGNITIVISMO : Il cognitivismo emerge allinizio degli anni 40. A permettere la sua crescita sono stati gli sviluppi della scuola di Cambridge e gli studi di Bartlett sulla memoria e sul pensiero. Con Bartlett assume un ruolo molto importante il concetto di schema, che indica una struttura conoscitiva dinamica e si riferirsi ai temi generali che ricaviamo dall'esperienza. Con il cognitivismo si assiste ad un approfondimento dei processi cognitivi che riporta il mentale al centro della ricerca psicologica, catturando lattenzione di studiosi del comportamento, della comunicazione e del cervello. Il cognitivismo si oppone al comportamentismo perch rifiuta la concezione riduttiva della relazione stimolo-risposta, riportando al centro dell'indagine l'organismo quale mediatore attivo tra le sollecitazioni provenienti dall'ambiente (input) e i comportamenti dell'organismo stesso (output). Una delle caratteristiche distintive del cognitivismo la sua connotazione interdisciplinare, in quanto raccoglie al suo interno contributi provenienti da aree di ricerca che comprendono la filosofia, la linguistica, l'antropologia, l'informatica, la cibernetica e le neuroscienze.
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Nel cognitivismo, la mente viene considerata come un elaboratore di informazione. Nel volume Piani e strutture del comportamento di Miller, Galanter e Pribram viene introdotto un nuovo modo di affrontare lo studio del comportamento inteso come il prodotto di unelaborazione dellinformazione, compiuta da un calcolatore, per lo svolgimento di un piano utile alla soluzione di un problema. Stimoli e risposte rappresentano aspetti di un circuito a feedback e fasi di unazione coordinata e organizzata. Le operazioni che vengono eseguite da un organismo sono guidate dagli esiti dei vari test, in accordo con la struttura gerarchica di TOTE (Test-Operate-Test-Exit) che sta alla base di ogni comportamento. Per piano di azione sintende un processo gerarchico nellorganismo che pu controllare lordine in cui deve essere svolta una sequenza di operazioni. Il fare piani una propriet dellorganismo che interagisce con lambiente attraverso la costruzione di una serie di test da eseguire. Le intenzioni corrispondono a dei piani. Con il cognitivismo vi anche la riscoperta dellinconscio, considerato loggetto di indagine scientifica e lespressione fondamentale della mente. Lattivit mentale si svolge a vari livelli di organizzazione e solo una parte ha accesso alla coscienza. Linconscio non n un residuo, n un sommerso, ma un indispensabile agente regolatore del nostro rapporto con la realt. Il cognitivismo parla di inconscio cognitivo, cio un modo di conoscere e di elaborare le informazioni, che rispetto alla coscienza, svolge una funzione insostituibile di regolazione. Di esso non si pu fare a meno per rendere conto della percezione, della memoria, del pensiero. Linconscio cognitivo un processo e un sistema di autoregolazione che coinvolge la sfera emotiva e cognitiva. Le componenti emotive e cognitive possono essere separate solo attraverso astrazioni. Le rappresentazioni cognitive inconsce svolgono un ruolo determinante nellorganizzazione e nello sviluppo della personalit. Gli schemi e i modelli di rappresentazione impliciti che il soggetto ha di s e degli altri riflettono la storia delle nostre esperienze ed interazioni. Essi non sono consapevoli perch non hanno avuto la possibilit di essere elaborati riflessivamente o perch sono stati automatizzati. LA COGNIZIONE SOCIALE : Limpostazione cognitivista attribuisce una posizione di rilievo ai concetti di attivit, organizzazione e finalizzazione per spiegare il rapporto dellorganismo con lambiente. La mente considerata un dispositivo generatore di regole, di scopi e di significati. La personalit vista come un sistema aperto in relazione con altri sistemi in grado di autoregolazione e di eteroaggiustamento. Le relazioni interpersonali e sociali si configurano come occasioni di scambio regolate dal raggiungimento di determinati scopi e dal mantenimento di determinati equilibri. Per quanto riguarda la psicologia della personalit, soprattutto negli Stati Uniti, lispirazione cognitivista legata ad unaccentuazione della dimensione sociale. La cognizione sociale il processo che permette alle persone di pensare e dare senso a se stesse, agli altri e alle situazioni sociali. Si occupa dello studio scientifico dei processi attraverso cui le persone acquisiscono informazioni dallambiente, le interpretano, le immagazzinano in memoria e le
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recuperano da essa, al fine di comprendere sia il proprio mondo sociale che loro stesse e organizzare di conseguenza i propri comportamenti; in pi si occupa di come il contesto sociale influenza le prestazioni cognitive. E unintegrazione tra lo studio dei processi di memoria, di apprendimento e di pensiero. Allinterno di tale concezione, il S considerato uninterfaccia cognitivomotivazionale tra il dominio dei processi psicosociali che stanno alla base dei processi di identificazione e di confronto sociale ed il dominio dei processi che, a livello individuale, svolgono la funzione di integrare, unificare ed assicurare il senso di continuit allesperienza soggettiva. importante indagare ci che caratterizza lelaborazione dellesperienza considerando la mente come un sistema informativo, organizzato gerarchicamente e in grado di autoregolazione. La persona soprattutto un essere sociale che si costruisce nella relazione sociale, i costrutti che definiscono la personalit riflettono i principi che regolano tale relazione. Shank e Abelson hanno introdotto il concetto di script, ossia strutture conoscitive che possono essere considerate sia come sequenze preordinate e stereotipali di azioni in una determinata situazione, sia come insieme di regole organizzative della conoscenza che permettono di capire e di decidere qual il comportamento adeguato in una determinata situazione. Dal punto di vista informatico le scripts consistono in una serie di regole e di istruzioni da dare allelaboratore per lorganizzazione delle informazioni in ingresso e uscita per permettere un suo funzionamento pi o meno interattivo ed in accordo con i principi dellintelligenza artificiale; dal punto di vista psicologico le scripts svolgono un ruolo fondamentale nelle relazioni interpersonali, in quanto favoriscono la continuit e la fluidit delle interazioni attraverso lintegrazione delle informazioni mancanti, la sintonia con le aspettative e la condotta altrui, lattivazione tempestiva e la modulazione della condotta. Nella concezione di Tomkins la nozione di scripts viene a far parte di una teoria della personalit in cui i processi affettivi sono fondamentali perch orientano la funzione cognitiva, quindi la condotta, sulla base di un repertorio di reazioni neuro-senso-motorie programmato alla nascita. Le scripts da un lato rappresentano delle connessioni di stimoli e risposte, pi o meno automatiche, consapevoli, condivise o personali e dallaltro lato sono un insieme di regole di ordinamento per linterpretazione, la valutazione, la predizione, la produzione ed il controllo di scene. Alcune scripts sono innate (stress della nascita), altre sono apprese e dipendono dalla graduale trasformazione di quelle innate e dallazione di nuove scripts. Un altro concetto molto importante quello di prototipi introdotto da la Cantor e Mischel che estendono alla psicologia della personalit il modello di categorizzazione semantica degli oggetti naturali proposto dalla Rosch. Partendo dalla considerazione che la rappresentazione mentale degli oggetti naturali sembra organizzata gerarchicamente in termini di categorie pi o meno inclusive, secondo la Cantor e Mischel possibile pensare che, anche la categorizzazione delle condotte e delle persone sia organizzata in forma di gerarchie e che, in alcuni casi, tra categorie sovraordinate troppo estese
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(categorie dei reati, degli svaghi) e quelle sottordinate troppo specifiche (categoria del furto con scasso, feste da ballo) sono soprattutto quelle intermedie ad essere usate con pi frequenza, quindi svolgono una funzione essenziale di interpretazione e di comunicazione. Alla luce di tutto ci, assume un ruolo molto importante lintelligenza. In particolare Cattell ha introdotto una distinzione tra intelligenza fluida ed intelligenza cristallizzata. La prima riguarda la soluzione di nuovi problemi ed relativamente indifferente allesperienza, la seconda riguarda la capacit di trarre vantaggio dallesperienza. Tale distinzione stata riproposta da Horn e da Baltes per porre in evidenza lo sviluppo della prestazione cognitiva in et adulta e della funzione compensatoria che lintelligenza cristallizzata pu svolgere rispetto al decadimento dellintelligenza fluida provocato dallavanzamento dellet. Secondo Sternberg alla base di ogni condotta intelligente sono presenti tre elementi e distingue tre diverse forme di intelligenza. Egli afferma che le metacomponenti, le componenti esecutive e le componenti acquisitive riguardano rispettivamente i vari processi cognitivi che: a) decidono i problemi da affrontare e le strategie da usare; b) attivano e sorreggono lazione in sintonia con le decisioni prese; c) acquisiscono e combinano le conoscenze per la soluzione dei vari problemi. Le capacit di massimizzare le proprie potenzialit, di usare al meglio le risorse materiali e interpersonali, di imparare dallesperienza e di trarre vantaggio dai suoi insegnamenti corrispondono a diverse forme di intelligenza, legate alla capacit di amministrare i propri talenti, i rapporti con gli altri e ci che viene sperimentato. Per Gardner esistono sette tipi di intelligenza: logico-matematica, linguistica, musicale, spaziale, corporea, interpersonale e intrapersonale, le quali non sono del tutto indipendenti tra loro. La condotta intelligente legata alla capacit di adattare i propri talenti ai vincoli e alle opportunit offerte dalle circostanze in modo da massimizzare le probabilit di benessere e successo. Inoltre, molto importante anche saper gestire le proprie emozioni, i propri affetti e le proprie relazioni per favorire la formazione di nuove idee e soluzioni. Da ci emerge come la motivazione un costrutto che unifica la sfera affettiva e quella cognitiva. LA TEORIA DELLAPPRENDIMENTO COGNITIVO-SOCIALE DI WALTER MISCHEL : Mischel uno dei pi importanti protagonisti dei dibattiti che si sono verificati negli ultimi trentanni, allinterno della psicologia della personalit, sui limiti di una psicologia delle disposizioni, sul ruolo della persona e della situazione nella spiegazione del comportamento, sulle prospettive del sociocognitivismo e dellinterazionismo. La sua critica parte dalla considerazione della variabilit del comportamento, dalla sua instabilit ed apparente incoerenza nelle diverse situazioni, dalla molteplicit dei fattori che sostengono e motivano il comportamento. Nel corso degli anni, Mischel si reso conto che, per risolvere il problema della spiegazione e della previsione del comportamento necessario considerare il ruolo che svolgono le variabili individuali, le variabili situazionali e le loro interazioni nellorganizzazione specifica della condotta di
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ogni individuo. Anche se Mischel continua a preferire limpostazione situazionista, pone in evidenza la necessit di individuare per ogni soggetto lunicit delle equivalenze e delle corrispondenze tra situazioni e condotte, per ogni comportamento le condizioni ambientali che fanno da contorno e sostegno e per ogni caratteristica individuale i suoi diversi modi di espressione nelle diverse situazioni. In tal modo emerge un programma dove si passa dallo studio dei tratti globali indicativi, che dicono come sono i vari individui, dedotti dai comportamenti, allanalisi sistematica delle attivit cognitive dellindividuo, di quello che essi fanno dal punto di vista del comportamento e dal punto di vista cognitivo allinterno di particolari situazioni e in base ai significati che tali situazioni assumono in relazione alle condizioni psicologiche dellindividuo che agisce. Da ci emerge limportanza dellanalisi delle interazioni specifiche tra le condizioni, le cognizioni e i comportamenti. Quindi, la personalit per Mischel come un sistema cognitivoaffettivo nel quale assumono particolare rilievo molteplici unit cognitivoaffettive in relazione tra loro, che ne mediano il rapporto con lambiente. Le variabili personali che vengono prese in considerazione sono soprattutto quelle legate allelaborazione dellinformazione e alla costruzione dellesperienza come: le competenze cognitivo-comportamentali, le strategie di codificazione e categorizzazione, i processi di prototipizzazione, le aspettative, i valori soggettivi e i processi di autoregolazione. Le competenze costruttive cognitive comportamentali riguardano le capacit di generare cognizioni, costrutti e comportamenti. Le strategie di codifica e categorizzazione sono legate alle modalit che stanno alla base del raggruppamento delle informazioni e che guidano nella descrizione degli eventi e nellautodescrizione. I processi di prototipizzazione riguardano la selezione e lorganizzazione delle informazioni sugli oggetti e sulle persone in ordine a criteri di maggiore o minore tipicit, familiarit, sfuocatezza. Le aspettative legate agli esiti delle risposte e agli esiti degli stimoli determinano la consistenza e la discriminativit del comportamento nelle diverse situazioni. I valori soggettivi si riflettono nelle diverse preferenze e nella diversa sensibilit ai vari incentivi. I processi di autoregolazione riguardano le capacit di autoriflessione e autocontrollo che stanno alla base della progettazione e alla messa in atto di complesse sequenze comportamentali secondo regole, standard, mete, piani, controlli non sottoposti alle pressioni contingenti, spesso in assenza di supporti esterni e a volte in presenza di ostacoli esterni. LA TEORIA DELLA PERCEIVED SELF-EFFICACY DI BANDURA : Per Bandura la personalit consiste in un insieme di strutture psichiche che regolano la condotta, dove per condotta sintende la risultante di uninterazione multipla tra lambiente, la persona e il suo comportamento (reciproco determinismo triadico). Egli sostiene che ladattamento, il benessere e il successo dipendono da come la persona percepisce la propria capacit di confrontarsi in modo efficace con le prove e le sfide della vita. Quindi, sono molto importanti i processi e le strutture cognitive che modulano lesperienza, regolano la
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condotta ed assicurano unit e coerenza al funzionamento dellindividuo. Lesperienza e lapprendimento sono alla base della costruzione della personalit individuale. I contenuti e lefficacia delle varie strategie di adattamento, gli standard che permettono di valutare il proprio operato, le mete che vengono perseguite derivano dai rapporti interpersonali e sociali che hanno indicato le modalit necessarie per fronteggiare i bisogni e le sollecitazioni ambientali. Per Bandura, la persona impara attraverso lesercizio e limitazione (rinforzo vicario) immersa nellambiente sociale ma proiettata in avanti (human agency). Limitazione rappresenta un veicolo insostituibile attraverso il quale il soggetto apprende dallesperienza altrui di successo o di insuccesso. Lapprendimento per prove ed errori non basta per la sopravvivenza. Lapprendimento attraverso lesercizio corrisponde al perseguimento di un cambiamento per successive approssimazioni, invece, limitazione corrisponde allappropriazione rapida, di insiemi articolati e complessi di un sapere o di un saper fare, in base a ci che fa unaltra persona. Losservazione di un modello permette di assimilare le sequenze comportamentali ordinate al raggiungimento di determinati fini e di registrare i suoi effetti e i suoi costi senza rischiare di fallire. In tal modo possibile confrontare lefficacia di varie condotte in condizioni diverse, quindi di assimilare un repertorio di condotte, in pi permette di sperimentare nuove condotte. Nella riflessione di Bandura i processi cognitivi svolgono un ruolo fondamentale nella spiegazione della personalit. Ogni individuo in grado di agire attivamente nel mondo attraverso capacit di simbolizzazione, di anticipazione, capitalizzazione dellesperienza altrui, di autoregolazione e autoriflessione. Attraverso la simbolizzazione trasformiamo le esperienze interne in simboli di tipo verbale e immaginativo, quindi produciamo dei modelli interni dellesperienza e li comunichiamo. Essi guidano il giudizio e lazione dando significato e continuit al rapporto tra individuo e realt. Lindividuo, grazie allesperienza e allosservazione del comportamento altrui, viene a conoscenza di varie opzioni comportamentali in pi mediante lautoregolazione, analizza le proprie esperienze. Da ci emerge come, anche nella concezione di Bandura, il comportamento molto importante e appare regolato soprattutto dalle conseguenze attese (possibili) piuttosto che da quelle immediate. Quindi, lobiettivo dellintervento terapeutico quello di potenziare lefficacia dei processi di autoriflessione e di automonitorizzazione, di giusto apprezzamento delle proprie capacit e di realistica valutazione delle difficolt. A tale proposito centrale il concetto di autoefficacia percepita (perceived self-efficacy), ossia la fiducia di poter dominare con efficacia certe prove o situazioni. La percezione della propria efficacia riflette una complessa organizzazione affettivo-cognitiva che orienta la persona in un particolare dominio della sua esistenza. Da un lato, questa organizzazione il precipitato delle esperienze che la persona ha fatto in condizioni simili, dallaltro lato, il motore delle successive esperienze che la persona incline a fare in domini simili. Si tratta di unorganizzazione di autoregolazione che si sviluppata durante la formazione della personalit e che pu essere modificata agendo sugli elementi che la compongono. Consiste nella capacit di orchestrare le
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proprie risorse cognitive, affettive e comportamentali in modo da realizzare al meglio i propri obiettivi e le proprie potenzialit. Con limpostazione cognitivista luomo appare come un sistema aperto al futuro, in grado di partecipare attivamente alla costruzione della propria personalit; emerge un rinnovato interesse per la motivazione e per le strutture di integrazione, come il S e i processi di autoregolazione. INTERAZIONISMO E COSTRUZIONE DELLA PERSONALITA I RECENTI SVILUPPI DELLINTERAZIONISMO : Linterazionismo nasce dallincontro tra il disposizionalismo, che enfatizza il ruolo delle caratteristiche personali nella determinazione del comportamento (pulsioni-tratti) e tiene sempre pi in conto limportanza della situazione; e il situazionalismo, che enfatizza il ruolo delle caratteristiche situazionali (rinforzi-modelli) ed attento a ci che della condotta non pu essere controllato dallesterno. Essi privilegiano, rispettivamente, 2 categorie di metodi: 1) metodi idiografici, clinici e correlazionali che pongono in evidenza lunicit, lindividualit, losservazione, la descrizione e la comprensione; 2) metodi nomotetici, statistici e sperimentali, interessati alla comunalit e ai riflessi pubblici di individualit, previsione e controllo. Linterazionismo si divide in 2 filoni: Linterazionismo meccanicistico basato sullutilizzo delle percentuali di varianza spiegata dai tratti, dalle situazioni e dalle loro interazioni e cerca di rilevare gli effetti dovuti allinfluenza di una o pi variabili indipendenti (cause) e le loro interazioni rispetto ad una variabile dipendente (effetti). Per interazionismo dinamico si intende un rapporto di causazione reciproca tra gli organismi, che sono agenti attivi che influenzano lambiente che li comprende, e gli eventi ambientali che influenzano il comportamento degli organismi. Esso rappresenta il superamento dellinterazionismo meccanicistico, infatti, abbandona la distinzione tra variabili dipendenti e variabili indipendenti e attribuisce un ruolo molto importante alla dimensione temporale per la comprensione dei fenomeni interattivi. Le variabili in campo, ossia quelle personali e situazionali, si configurano come interdipendenti e quindi vengono trattate entrambe sia come indipendenti sia come dipendenti. Linterazionismo dinamico ha allargato la prospettiva dindagine attraverso gli studi longitudinali, articolando ulteriormente lesame delle interazioni. Il modello interazionista della personalit interessato alle interazioni persona/situazione e parte dalla convinzione che la personalit la risultante delle continue influenze che lambiente esercita sullindividuo e che lindividuo esercita sullambiente. La condotta pu essere intesa come il risultato dellinterazione tra individuo-ambiente, quindi, per poterla comprendere, necessario indagare non solo le caratteristiche intrinseche della persona e dellambiente, ma anche ci che emerge dal loro incontro. Lindividuo si confronta con le situazioni che trova e va alla ricerca di situazioni
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partecipando anche alla loro creazione. Alla base del programma interazionista vi sono alcune tesi: il comportamento funzione di un processo interattivo continuo e multidirezionale tra lindividuo e la situazione; lindividuo protagonista attivo di tale processo interattivo; i fattori emotivi sono importanti, ma sono soprattutto quelli cognitivi che svolgono una parte determinante in tale interazione; determinante il significato psicologico che la situazione assume per lindividuo. Linterazione tra persona e situazioni pu procedere attraverso una precisa analisi delle caratteristiche delluna o dellaltra. Magnusson uno dei pi importanti rappresentanti dellindirizzo interazionista e, a proposito della persona, suggerisce la distinzione tra variabili di mediazione e variabili di risposta. Le variabili di mediazione riguardano i processi psicologici che stanno alla base del comportamento attuale; si riferiscono ai costrutti ipotetici come lintelligenza, la complessit cognitiva, i bisogni, le motivazioni e i tratti che vengono formulati per comprendere, spiegare e predire il comportamento. Esse comprendono: variabili strutturali, relative alle propriet del sistema mediatore come lintelligenza e le varie capacit cognitive; variabili di contenuto che corrispondono alle informazioni che vengono processate, offerte in parte dalla situazione e in parte rese disponibili dallesperienza; variabili motivazionali, relative alle mete che sostengono e indirizzano la condotta e comprendono bisogni, motivazioni, valori. Le variabili di risposta sono relative al risultato emesso e comprendono: il comportamento manifesto; le risposte psicologiche non manifeste come i sentimenti; le reazioni fisiologiche; le risposte in situazioni di test. Inoltre, per la spiegazione e previsione della condotta, importante la compatibilit tra costrutti relativi a variabili di mediazione (es. i tratti) che si riferiscono a determinate teorie della personalit, e strumenti di misura degli atteggiamenti osservabili (es. i questionari) che si riferiscono a determinati modelli di misurazione. Per quanto riguarda le situazioni, gli interazionisti dinamici, come molti sociocognitivisti, sostengono che importante considerare il complesso sistema fisico, sociale e culturale che comprende lindividuo, che interagisce con esso e che da esso viene modificato, per, soprattutto fondamentale considerare come la situazione viene percepita dallindividuo in base alle sue capacit, ai suoi schemi cognitivi, alle sue emozioni e motivazioni. Quindi, si passa dallinteresse per le propriet fisiche e obiettive della situazione allinteresse per le sue caratteristiche psicologico-sociali. Con linterazionismo dinamico viene posto in primo piano: il funzionamento e lo sviluppo della personalit totale; la ricerca sui nessi tra i sistemi in relazione, ossia quello biologico, sociale e psicologico e la ricerca sulle componenti dei sistemi. TRATTI E SITUAZIONI : Linterazionismo ha portato ad una ridefinizione dei concetti tradizionali di tratto e situazione, ponendo in evidenza, il ruolo che essi possono svolgere nella descrizione della personalit e nella spiegazione del suo funzionamento.
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1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

La psicologia della personalit non coincide con lo studio delle differenze individuali, ma interessata alle strutture mentali ipotetiche, come i tratti, che corrispondono a costellazioni di differenze individuali. I tratti rappresentano differenze individuali che in parte dipendono dalla dotazione genetica ed in parte dallesperienza, quindi corrispondono al risultato dellinterazione geniambiente che si sedimentato nel corso dellontogenesi, nella forma di costellazioni di processi cognitivo-affettivi che orientano lindividuo a mettere in atto certi comportamenti in determinate situazioni. Anche i tratti, come la personalit, sono organizzazioni emergenti e costruzioni sociali. Le loro propriet dipendono da elementi di base e meccanismi che combinandosi danno vita ad una costruzione graduale e in pi dipendono dal significato e dalle reazioni che vengono associate al loro modo di operare in un determinato contesto sociale. Dallorganizzazione e dallintegrazione delle varie differenze individuali dipende ladattamento e lo sviluppo del soggetto. Molto importante anche limportanza che le differenze individuali e i tratti assumono per gli altri che svolgono un ruolo determinante nel riconoscere, promuovere e inibire determinati tratti. Diversi sono i fattori che influenzano la costruzione e la percezione di vari tratti, come la visibilit, la desiderabilit sociale (consenso), la controllabilit delle varie differenze individuali, il sesso o il genere. La visibilit insieme alla desiderabilit sociale determina un trattamento differenziale appoggiando cos diverse credenze e stereotipi relativi al genere, al gruppo sociale di appartenenza, alla razza e allet. I tratti possono essere considerati come dei ruoli sociali percepiti. Per esempio, le persone che ricoprono una posizione di prestigio possono godere di una rendita di tratto che li spinge ad accentuare le proprie caratteristiche personali socialmente desiderabili e a nascondere delle situazioni cos come non possibile fare a meno di una quelle non desiderabili. E possibile che le stesse condotte godano di un trattamento diverso, di approvazione o disapprovazione a causa di particolari stereotipi e pregiudizi. Molte differenze (come quelle sessuali e di genere) possono essere amplificate o attenuate dal riconoscimento e apprezzamento che trovano nellambiente sociale, in quanto dipendono da un sistema sociale di prescrizioni e di aspettative. Con linterazionismo anche il concetto di situazione va incontro a nuovi significati. Van Heck propone una tassonomia delle situazioni, partendo dalla convinzione che non possibile farne a meno, come nel caso dei tratti, perch necessario inserire allinterno di classi relativamente omogenee e coerenti linsieme delle situazioni con le quali la persona pu interagire. Egli individua 10 situazioni (tipiche di popolazioni di lingua olandese), che comprendono: conflitto interpersonale (ricatto, omicidio, attacco, accusa, violenza, protesta); lavoro comune, scambio di pensieri, idee, conoscenza (conferenza, esame); intimit e relazioni interpersonali (gravidanza, seduzione, corteggiamento, divorzio); ricreazione (ricevimento, festa, concerto, spettacolo); viaggio (trasporto, arrivo, passeggiata, traffico, addio); rituali (funerale, cerimonia religiosa); sport (gara, competizione, partita); eccessi (oscenit, gioco dazzardo); servizio (assistenza, pulizia domestica, pranzo, colazione);
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10.commercio (bancarotta, mercato, asta, vendita). La validit di tale tassonomia dipende dalla generalizzabilit ad altri contesti culturali, come per i tratti. Un altro contributo di Van Heck legato allelaborazione del questionario Tinsit (Tratto in situazioni), nel quale incrocia i cinque grandi fattori con le dieci situazioni precedenti. Tale questionario innovativo perch permette di: ottenere profili di personalit pi articolati perch ogni tratto viene misurato in base a modalit espressive diverse ed in situazioni diverse; verificare, rispetto ad una prestazione, limportanza dei tratti in generale, delle loro specifiche manifestazioni, delle diverse situazioni e delle loro interazioni; verificare il grado di generalizzabilit a gruppi e culture diverse, delle loro diverse modalit espressive, delle situazioni e delle loro interazioni. Per gli interazionisti non possibile esaminare il problema di una differenza e di un tratto al di fuori del tempo e della rete di relazioni in cui essi si esprimono e si definiscono. Negli anni 40, Brunswick propone il cosiddetto modello della lente convessa (lens model) per rappresentare le transizioni di un organismo che si confronta con un ambiente pieno di incertezze. Tale modello stabilizza gli eventi di una relazione attraverso aggiustamenti che hanno un carattere probabilistico, poich impossibile cogliere tutte le possibili combinazioni delle infinite sollecitazioni che provengono dallambiente. Quindi le transazioni individuo/ambiente sono probabilistiche. A proposito dellambiente importante anche il contributo di Barker. Egli afferma che lambiente assume rilevanza nella sua globalit come luogo fisico, sociale, temporale; ci che viene indicato come lunit di analisi di una nuova psicologia ecologica. Rilevante la distinzione tra setting comportamentale e ambiente comportamentale. Il setting comportamentale un sistema sociale in miniatura che si caratterizza per le finalit che vengono perseguite, per le attivit che vengono intraprese, per i luoghi e i tempi in cui i vari programmi del settino vengono eseguiti. Con il termine synomorphia si fa riferimento al concetro di caratteristiche fisiche e di azioni che caratterizzano un certo ambiente e le attivit che si producono in esso da parte di pi attori in relazione tra loro. Lambiente comportamentale corrisponde ad un microsistema sociale che si autoregola, allinterno del quale le propriet fisiche della situazione e le attivit delle persone risultano armonicamente intrecciate e coordinate al perseguimento di finalit specifiche. Esistono diversi ambienti comportamentali che possono risultare differentemente caratterizzati nei diversi contesti dando vita cos a delle differenze nella qualit della vita degli individui. Ai diversi ambienti comportamentali, nei diversi contesti (es. metropolitani o rurali), corrispondono diverse opportunit e obbligazioni, diversi gradi di autonomia e di leadership. La psicologia ecologica di Barker si interessata a fenomeni come la qualit della vita in diversi contesti, percorrendo pian piano, delle linee di ricerca che si sono allontanate dalla psicologia della personalit. Infatti, spesso sono venute a mancare lanalisi sistematica delle diverse situazioni importanti dal punto di vista psicologico e quindi, lanalisi approfondita delle possibili interazioni persona-ambiente.
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Per quanto riguarda questultimo aspetto, Hettema e Van Heck hanno proposto lo studio delle interazioni persona/situazione partendo da una concezione che ritiene importante sia lanalisi sistematica delle caratteristiche personali, sia lanalisi delle caratteristiche situazionali e delle loro possibili interazioni. Nel suo lavoro, Hettama parte da una prospettiva cognitivo-funzionalista che considera come modello di riferimento, la teoria generale dei sistemi (nata nell'ambito delle scienze biologiche per legare il comportamento di un organismo a quello dell'ambiente che lo circonda) per la costruzione di una teoria della personalit in grado di tenere in considerazione gli aspetti biologici, sociali e psicologici della personalit e le caratteristiche e le propriet delle situazioni e delle loro interazioni. Procedendo in questo modo, egli giunge alla formulazione di una teoria biosociale delle interazioni persona/ambiente. Egli considera lorganismo umano come un sistema aperto che nel corso della filogenesi ha sviluppato la pi ampia flessibilit per realizzare le maggiori opportunit di adattamento. La personalit concepita come un sistema aperto che si sviluppa attraverso i rapporti tra lorganismo e lambiente grazie ai processi di adattamento regolati da meccanismi di feedback (retroazione = capacit dei sistemi dinamici di tenere conto dei risultati del sistema per modificare le caratteristiche del sistema stesso) e di feedforward (anticipazione). Lambiente da prendere in considerazione un ambiente altamente differenziato in rapporto alle limitazioni che esso comporta, alle opportunit che offre, alle trasformazioni che pu subire. Il comportamento lo strumento che permette allorganismo di adattarsi allambiente (mettere in atto una serie di processi di trasformazione e di controllo delle trasformazioni). La personalit lagenzia centrale che emerge dal rapporto tra lorganismo e lambiente come configurazione stabile di relazioni, per regolare le varie trasformazioni e mediare tutta la relazione complessiva tra lorganismo e lambiente. Essa anche considerata come il risultato di processi e come processo, esito e agente di trasformazioni e come sistema aperto interagente con altri sistemi costituito da sottosistemi che interagiscono tra loro. Secondo Hettema la personalit funziona a tre livelli: livello cognitivo-simbolico; livello di controllo; livello sensorio-motorio operazionale. Questi tre livelli sono legati tra loro e partecipano in modo diverso al mantenimento dellequilibrio interno al sistema globale e allo sviluppo delle interazioni con lambiente. Il sottosistema cognitivo-simbolico permette alla personalit di rappresentare le situazioni e di sviluppare le strategie per le loro trasformazioni. Il sottosistema di controllo agisce da connettore tra il sottosistema cognitivo-simbolico e il sottosistema sensorio-motorio, attraverso luso di tattiche che comprendono elaborazioni cognitive (meccanismi di transizioni di stato) e diverse reazioni biologiche. Egli assicura alla personalit lequilibrio tra cognizioni e comportamenti e la corrispondenza tra finalit strategiche ed effettivi riscontri ambientali. Il sottosistema sensorio-motorio permette alla personalit di cogliere dallambiente e di agire attivamente su di esso, in sintonia con le indicazioni del sistema cognitivo-simbolico e del sistema di controllo. Le attivit interne ed esterne dellindividuo sono legate ad un unico principio regolatore: quello di acquisire, mantenere, massimizzare il controllo
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sullambiente, che coincide con due condizioni, ossia la trasformazione e lequilibrio. Tale impostazione ha favorito la formazione dei questionari S-R-S, nei quali vengono osservate le strategie proposte e seguite per trasformare una situazione iniziale in una situazione finale. LA CENTRALITA DEL SE : Negli ultimi anni riemerso linteresse nei confronti del S. Di solito il S considerato come elemento di unificazione e di integrazione dellesperienza soggettiva, come lente, filtro o griglia che orienta nella codificazione dellesperienza, come referente interno di norme, valori, mete, come agente regolatore in cui si riproducono le vicende di una societ o di una cultura, come identit personale in cui si riflette il dialogo che si crea tra lorganismo e lambiente. La psicologia della personalit non pu fare a meno del concetto di S, in quanto si tratta di un sistema centrale di autoregolazione ed autodirezione. Il sistema del S orienta selettivamente i processi attentivi e mnestici in modo tale che determinati elementi dellambiente assumono salienza e rilevanza mentre altri vengono quasi ignorati. Esso sovraintende ai processi attribuzionali, quindi nellindividuazione delle cause e nellattribuzione delle responsabilit possono di volta in volta prevalere meccanismi funzionali al S, di autolimitazione e di autopromozioni. Tali meccanismi, anche se possono modificare in modo significativo la percezione che il soggetto ha della realt interna ed esterna, svolgono un ruolo fondamentale nei suoi rapporti interpersonali. Il S rende conto di come si integrano desideri, doveri e standard personali e sociali. Determina il modo di presentarsi agli altri e di confrontarsi con gli altri, le strategie usate per preservare la propria identit e consegnare allesterno limmagine di s che si vuole dare agli altri. Il S tende a ricordare cosa pu esaltare lautostima e a dimenticare ci che pu provocare una sua svalutazione; tende ad assumersi i meriti del successo e ad attribuire agli altri o alle circostanze le responsabilit degli insuccessi. Non tutti gli individui usano le stesse strategie, le quali non sono funzionali nello stesso modo nelle varie situazioni. La ricerca recente sul S, non solo ha fornito una precisa individuazione delle principali funzioni del S, ma in pi ha sostenuto e articolato empiricamente le varie ipotesi formulate sui legami tra strutture, processi e contenuti, tra componenti cognitive e componenti affettive, tra processi e fenomeni interpersonali e intrapersonali, tra spontaneit e reattivit. LE INTERAZIONI TRA PERSONE : Le relazioni interpersonali sono determinanti per lo sviluppo e lorganizzazione dei vari processi cognitivi e affettivi; rappresentano il mezzo attraverso il quale lorganizzazione sociale (ambiente) agisce sulla formazione ed il funzionamento della personalit. Lambiente assume importanza per lindividuo perch viene condiviso con altre persone. Lindividuo per poter costruire la propria personalit ha bisogno degli altri. Infatti, le relazioni con gli altri determinano i contenuti delle sue interazioni con lambiente e segnano le tappe del suo sviluppo. La psicoanalisi per prima ha messo in evidenza limportanza delle relazioni interpersonali, come quelle che vengono a crearsi tra madre e bambino. Il significato di ogni condotta deriva da una rete di relazioni, che forniscono le
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condizioni e i motivi per la sua realizzazione. La cultura, intesa come linsieme di codici e abiti che contengono gli schemi interattivi e relazionali, sostiene tale sistema condiviso di percezioni, aspettative e attribuzioni, invece i processi di socializzazione permettono la loro trasmissione da generazione in generazione. Le diverse relazioni interpersonali che lindividuo crea con gli altri rappresenta la rete che fa da sostegno alle sue interazioni con lambiente. Nella relazione con gli altri, lindividuo prende coscienza di s come entit distinta, impara a riconoscere i propri affetti, a dare significato alle proprie esperienze, a pensare e a dirigere le proprie azioni. La famiglia, la scuola, il gruppo di amici e lambiente di lavoro rappresentano i contesti relazionali nei quali emergono le relazioni interpersonali che maggiormente influenzano lo sviluppo della personalit nel corso della vita. Ogni contesto influenza in modo diverso il soggetto, direttamente o indirettamente, per lazione di ogni contesto non indipendente da quella degli altri contesti. Per esempio, la relazione madre-bambino non indipendente da quella madre-padre, da quelle con i parenti, amici o colleghi di lavoro. difficile isolare gli effetti delle singole relazioni e capire quale, pi delle altre, in grado di indirizzare la condotta del soggetto in determinate situazioni. A tale proposito sono importanti le intuizioni di Bowlby sullattaccamento del bambino alla madre. Egli afferma che il legame affettivo che nasce tra madre e bambino fornisce la base di rappresentazioni mentali che servono da prototipo per le relazioni interpersonali successive. Le interazioni che i il bambino ha con la madre servono da modello operativo per le interazioni che entrambi creano con le altre persone, invece, gli affetti che caratterizzano la relazione madre-bambino influenzano la concezione che il bambino matura dellambiente di se stesso. Lo sviluppo del bambino, per, non influenzato solo dal rapporto che ha con la madre, infatti, svolgono un ruolo rilevante anche gli altri, adulti e coetanei. Inoltre, la relazione madre-bambino strettamente legata al contesto sociale in cui si sviluppa, alle caratteristiche individuali di entrambi e agli eventi che si presentano lungo il corso successivo della vita. Le relazioni con laltro genitori, con i familiari, con i fratelli e con i coetanei pu rafforzare, moderare o modificare il primo orientamento interpersonale emerso dalla relazione con la madre. LE INTERAZIONI GENI-AMBIENTE : Le persone cambiano durante il corso dello sviluppo e limpatto delle precoci esperienze, anche quelle negative, pu avere effetti diversi a lungo termine in base alla natura delle successive esperienze di vita. Le esperienze e i meccanismi che permettono la stabilizzazione e il mantenimento di una situazione di benessere o di disagio sono importanti, come lo sono le prime esperienze che avviano un percorso evolutivo nella direzione della salute o del rischio. Nella nuova concezione della personalit proposta dallinterazionismo dinamico, tutte le fasi dello sviluppo riflettono un complesso di continuit e discontinuit, inteso come un flusso di transazioni e di possibilit. Lorganismo e lambiente sono sistemi aperti in relazione di stretta reciprocit, ed il mentale che emerge dalle loro interazioni portatore di autonomia e di potere autoregolatorio ed eteroregolatorio. Mediante lindagine sullintero arco della
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vita possibile cogliere il ruolo delle transazioni multiple, delle varie transizioni, delle continue negoziazioni che segnano le vicende della personalit individuale e il peso da assegnare alle varie influenze genetiche ed ambientali. Per quanto riguarda le influenze genetiche si sa ancora poco. I recenti progressi della genetica comportamentale portano ad attribuire un ruolo molto importante allereditariet, sostenendo che anche i principali tratti della personalit possono essere ereditati come lintelligenza. Secondo alcuni studiosi, linfluenza genetica e dellereditariet cresce con il crescere dellet. Per esempio, possibile che i geni siano programmati per attivarsi solo dopo alcuni anni dalla nascita e che la potenzialit e la flessibilit dei geni si riducono nel corso dello sviluppo a causa dellinfluenza da parte dellambiente. Oggi, ormai si sa che i fattori genetici svolgono un ruolo molto importante nellambito di diversi comportamenti umani, normali e anormali, nel delineare le caratteristiche psicologiche e lo sviluppo psicosociale degli individui, per, diventa importante anche individuare lambiente con il quale i geni interagiscono e dal quale traggono le forme per tradursi in comportamenti, disposizioni, personalit. PERCORSI CRITICI NELLO SVILUPPO DELLA PERSONALITA E CORSO DELLA VITA : Per realizzare una ricerca sulla personalit, dallinfanzia allet adulta, necessario analizzare un insieme complesso di transazioni (qualsiasi scambio che avviene tra due o pi persone o tra individuo-ambiente: un dialogo una serie di transazioni, cos come lo pu essere uno scambio di gesti di affetto) e di transizioni (passaggio da una condizione all'altra o da una situazione all'altra). Molti sono i fattori che interagiscono tra loro nel tempo e con il tempo, quindi difficile individuare i fattori genetici o ambientali che stanno alla base delle varie manifestazioni dellindividualit. La personalit una costruzione che interessa tutto il corso della vita, dunque solo abbracciando lintero corso della vita possibile rintracciare le radici delle singole individualit e le regolarit tipiche di ogni personalit. La vita un flusso continuo di processi di crescita e di declino, il prodotto di tale flusso la personalit che rappresenta unorganizzazione di disposizioni, capacit e stati soggettivi in continua trasformazione. Da un periodo allaltro nel corso della vita cambia il rapporto costo-benefici degli scambi tra lorganismo e lambiente, cambiano le condizioni delladattamento e dello sviluppo, le risorse da usare per massimizzare il benessere individuale, le condotte in frequenza ed accessibilit, le aspirazioni e le mete, le capacit e gli affetti. Con il passare degli anni alcune capacit spariscono perch vengono a mancare gli elementi utili al loro mantenimento, altre si rinnovano o emergono nuove capacit grazie alla presenza di certe condizioni. La personalit un sistema aperto, proattivo che presenta un potenziale autogenerativo. La personalit cambia costantemente ma presenta anche un elevato grado di stabilit nel tempo in base ai diversi elementi presi in considerazione e ai criteri che orientano il giudizio. Il tempo biologico, storico e sociale condizionano le risorse, le opportunit, i rapporti e le mete che favoriscono la costruzione delle diverse individualit. Per poter individuare ci che stabile o meno nella personalit non basta
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confrontare le et. Da ci emerge lesigenza di un pluralismo metodologico che integra metodi e strumenti diversi in grado di conciliare la ricerca delle regolarit con lapprofondimento delle singolarit. Per lesame delle regolarit che contraddistinguono le diverse traiettorie esistenziali utile la ricerca longitudinale, invece per lapprofondimento delle singolarit pu risultare utile lo studio accurato dei casi singoli e delle biografie dei grandi uomini. A tale proposito sono importanti il contributo di Erikson, che ha storicizzato le tappe salienti dello sviluppo psicosociale e le esperienze di vita di grandi personaggi come Lutero e Gandhi, i contributi di Block e la ricerca retrospettiva di Levinson. Block ha realizzato una ricerca longitudinale su unampia popolazione, fornendo precise indicazioni relative ai diversi percorsi evolutivi legati alle diverse caratteristiche individuali e situazionali. La ricerca di Levinson mette in evidenza le sfide e i successi che nel corso della vita segnano un buon adattamento, e propone un sistema di periodizzazione del ciclo della vita composto da quattro stadi o transizioni fondamentali che segnano il passaggio da una struttura di vita ad unaltra. Il primo stadio corrisponde allinfanzia e alladoloscenza; il secondo alla prima et adulta; il terzo allet di mezzo ed il quarto alla terza et. Ogni transizione corrisponde ad un periodo di crisi in cui necessario abbandonare qualcosa del proprio modo di essere ed assimilare qualcosa di nuovo. Ogni stadi presenta precisi compiti evolutivi che riflettono diverse opportunit e sollecitazioni che provocano diverse percezioni di s, preoccupazioni e ambizioni. Levinson si concentra sulla transizione allet di mezzo, che pu essere caratterizzata da stasi e declino o da prospettive di crescita e di espansione della propria personalit. Levinson, come Erikson, per, non specifica i processi mentali, i tratti, le manifestazioni comportamentali o le interazioni che caratterizzano ogni stadio. La prospettiva psicologica da sola non in grado di rendere conto delle varie espressioni della personalit nel corso della vita, che spesso dipendono dalle domande e dalle opportunit offerte dalle varie epoche storiche e dalle varie situazioni. Le transazioni e le transizioni che segnano ladattamento e lo sviluppo sono vincolate psicologicamente, biologicamente, storicamente e contestualmente. Lorologio biologico, sociale (per cui una data societ si aspetta che ad una certa et ci si comporti in un certo modo) e psicologico (per cui lindividuo ritiene di potersi o di doversi comportare in un certo modo in base allet) segnano diverse transazioni e transizioni e dalla loro compatibilit e dal loro intreccio derivano diversi atteggiamenti e comportamenti. Quindi la personalit determinata anche storicamente e socialmente attraverso i ruoli, le norme e i valori che caratterizzano una determinata societ. CONCLUSIONI : Linterazionismo, come il cognitivismo, interessato agli aspetti dinamici della personalit, cio ai meccanismi che la regolano dallinterno, ai nessi tra affetti e cognizione, alle propriet di autoregolazione dello psichico; per, in pi, interessato anche allo sviluppo, cio alla costruzione della personalit, nellarco di vita, e alla struttura, cio agli elementi di continuit che segnano il suo rapporto con lambiente.
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Con linterazionismo viene approfondita lanalisi dei rapporti tra i vari sottosistemi biologici, cognitivi e comportamentali; lanalisi delle interazioni multiple tra tratti, situazioni e condotte e lanalisi della sfera del S e delle sue manifestazioni. In un certo senso, con esso emerge lidea che nella storia di ogni individuo troviamo non solo la sua storia ma anche la storia condivisa del suo ambiente. La psicologia della personalit deve rendere ragione della maschera che ogni individuo indossa e anche della sua unicit.

APPROFONDIMENTO : Lepistemologia della complessit : Ci che costituisce il nucleo fondamentale delle varie impostazioni che nelle diverse discipline si orientano verso la scoperta della complessit la dipendenza dellosservatore dal sistema osservato. In tale ambito importante il contributo di Morin, con il quale si afferma la necessit di una conoscenza della conoscenza, ossia una conoscenza che prova a conoscere se stessa e che dunque coinvolge del tutto lo scienziato con loggetto della sua attivit scientifica. Ci comporta lintroduzione della riflessivit cosciente, cio la reintroduzione del soggetto nella conoscenza scientifica, la necessit non soltanto di una epistemologia dei sistemi osservati ma anche di unepistemologia dei sistemi osservatori. Il principio di complessit basato sulla necessit di distinguere, analizzare e stabilire un dialogo tra lordine, il disordine e lorganizzazione, cio tra i processi fondamentali che costituiscono gli ingredienti della complessit. Per lautore, gli elementi che caratterizzano lordine si sottraggono ad ogni forma di determinismo e riflettono le propriet evolutive, trasformative e generative dei processi di interazione. Il concetto di disordine presenta un duplice livello conoscitivo: un polo oggettivo e un polo soggettivo. Al primo livello troviamo gli elementi che tendono alla trasformazione e alla perturbazione dei fenomeni. Al secondo livello vi sono le condizioni di incertezza e di indeterminatezza che vengono sperimentate dal ricercatore rispetto alla complessit reale. Nellambito della psicologia della personalit importante la riflessione di Morin sulla relazione fra comprensione e spiegazione. inevitabile che in qualche modo la comprensione partecipi a tutti i processi di conoscenza e soprattutto a quelli che si avvicinano di pi ai temi della soggettivit. La comprensione caratterizzata da notevoli limiti che possono essere superati combinando i suoi metodi con le procedure di verifica proprie della spiegazione.

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