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Girolamo Vitelli

(Santa Croce del Sannio, 27 luglio 1849 (o il 28 luglio)[1] Spotorno, 2 settembre 1935) filologo, grecista, papirologo e senatore del Regno d'Italia. Fu tra i pi importanti filologi in Italia al passaggio fra il XIX e il XX secolo, nonch maestro di un'intera generazione di studiosi dell'antichit classica. Indice 1 Biografia 1.1 Formazione 1.2 Insegnamento e ambiti di ricerca 1.3 Le polemiche 1.4 I papiri 1.5 La politica, gli ultimi anni e la morte 2 Onorificenze 3 Note 4 Bibliografia 5 Collegamenti esterni

Biografia
Formazione Nacque a Santa Croce del Sannio (Benevento) in una famiglia della piccola borghesia sannita, di sentimenti liberali, originaria di Cusano Mutri paese in cui, tra l'altro, pass buona parte della sua infanzia; il 2 novembre 1863 fu iscritto al Liceo Ginnasio Vittorio Emanuele di Napoli, dove apprese il greco grazie a Domenico Denicotti insieme al conterraneo Francesco D'Ovidio; conclusi gli studi liceali, vinse il primo premio per il latino fra tutti i licenziati dei licei d'Italia, che gli agevol l'ingresso alla Scuola Normale di Pisa. Il trasferimento in Toscana signific per Vitelli una profonda trasformazione, sicch, come osserv Piero Treves, si stacc dalla tradizione culturale del Mezzogiorno d'Italia per aderire intimamente alla civilt toscana. Per Vitelli l'ingresso alla Normale fu anche occasione di un contatto con la politica italiana, sebbene tale ambito di interesse rimase sempre piuttosto estraneo alla sua indole. Tra gli insegnanti che formarono maggiormente Vitelli da ricordare Alessandro D'Ancona, il quale, bench non avesse trasmesso all'allievo la forte passione civile che lo animava, gli fu purtuttavia modello di acribia filologica che doveva competere con quella di altre nazioni europee, a partire dalla Germania. Ugualmente importante fu per lui il magistero di Domenico Comparetti, con il quale mantenne sempre un rapporto assai ambivalente[2]. Insegnamento e ambiti di ricerca La prima prova di ricerca filologica fu data nel 1870 sulle cosiddette carte d'Arborea, di cui mostr definitivamente la non autenticit. Dopo la laurea, ottenuta presso l'Universit di Pisa[1], trascorse, nel 1872, un anno di perfezionamento alla scuola di Ludwig Curtius e di Friedrich Ritschl a Lipsia. Quindi, fu assunto come insegnante alle scuole medie per essere ben presto chiamato, gi nel 1874, all'Istituto di Studi superiori di Firenze come docente di Grammatica greca e latina; successe infine a Comparetti sulla cattedra fiorentina di Letteratura greca nel 1886. Nel 1897 fond la Societ Italiana per la Diffusione e l'Incoraggiamento degli Studi Classici, che aveva il suo organo ufficiale nella rivista Atene e Roma e che dal 1950 divenne Associazione Italiana di Cultura Classica (AICC). Il 3 settembre 1902 fu colpito dal lutto per la morte del figlio Camillo, filologo assai precoce suicidatosi ad appena 25 anni presso il Seminario di filologia classica dell'Universit di Gottinga.

Rimasto sempre in contatto con i filologi tedeschi, Girolamo Vitelli fu severo e intransigente banditore del metodo di ricerca filologica germanica. Lavor intensamente sui manoscritti greci conservati nella Biblioteca Medicea Laurenziana e pubblic un gran numero di congetture, innanzitutto su autori tragici della cui lingua pervenne a una conoscenza profonda. Oggetto di particolare interesse fu Euripide, in riferimento al quale pubblic degli studi sull'Ifigenia in Aulide e sull'Elettra. Approfond le conoscenze della paleografia greca, occupandosi, per esempio, dei segni tachigrafici; guid i propri allievi a scandagliare i fondi bibliotecari minori italiani e fiorentini per una catalogazione dell'intero patrimonio di manoscritti greci. Ricostru la tradizione manoscritta di un mitografo noto con il nome di Palefato. Vitelli not l'importanza del manoscritto Riccardiano che costituisce un testimone fondamentale nella tradizione della Poetica di Aristotele. Di particolare cura e precisione la sua edizione critica del Commento alla Fisica e del Commento al De generatione et corruptione di Giovanni Filopono. Si occup, anche, dell'edizione delle opere latine di Giordano Bruno. Le polemiche Alla fine dell'Ottocento, Vitelli con Graziadio Isaia Ascoli era il maggiore filologo italiano noto all'estero. La sua propensione per una indagine filologica fondata su un metodo rigoroso e scientifico gli valsero scontri polemici con studiosi di formazione e orientamento retorici, in primis Giuseppe Fraccaroli: a partire dal pretesto della bocciatura ad un concorso universitario di Nicola Festa, allievo di Vitelli, da parte di Fraccaroli, si svilupp una vibrante diatriba che ebbe il suo fulcro nel pamphlet fraccaroliano Il metodo critico del prof. Girolamo Vitelli (Torino, 1899). Negli anni che precedettero immediatamente la Prima guerra mondiale, Vitelli fu coinvolto nel Krieg der Geister, la guerra degli spiriti, che dilani l'Europa colta. Lo sciovinismo italiano giunse a tacciare di tradimento chiunque mostrasse interesse o propensione per la cultura tedesca. La polemica contro tale cultura indusse lo stesso Vitelli ad un approfondimento del proprio pensiero sul piano metodologico. Ai violenti attacchi che gli vennero da Ettore Romagnoli e dal suo Minerva e lo scimmione, Vitelli rispose con il libro Filologia classica... e romantica (1917), che si presentava quasi come una storia della filologia classica e rivendicava l'autonomia e la libert della scienza rispetto agli steccati imposti dagli schieramenti nazionali e politici. Nondimeno, la polemica si protrasse e fu rinfocolata da Corrado Barbagallo, autore di un volume collettaneo Per l'italianit della cultura nostra (Roma-Milano, 1918). I papiri Nei primi anni del Novecento, anche grazie alle grandi scoperte negli scavi inglesi di Bernard Grenfell e di Arthur Hunt, Vitelli comprese quale sterminato lavoro attendesse il filologo intento alla decifrazione dei papiri che scaturivano in copiosa quantit dalle sabbie dell'Egitto. Nel 1901 gli giunse fra le mani il primo papiro fiorentino, recatogli dall'egittologo Ernesto Schiaparelli che l'aveva acquistato per conto della Societ Italiana per la Diffusione e l'Incoraggiamento degli Studi Classici. Per rendere pi sistematiche le ricerche papirologiche fiorentine, nel 1908, insieme ad Angiolo Orvieto, Vitelli costitu la Societ italiana per la ricerca dei papiri greci e latini in Egitto, affinch l'Italia non rimanesse indietro nella corsa ad acquisire una posizione di primo piano nella neonata disciplina papirologica: obiettivo del sodalizio era raccogliere finanziamenti per effettuare scavi in Egitto alla ricerca di papiri e procedere all'acquisto di papiri dai mercanti egiziani, nonch decifrare, studiare e pubblicare i papiri ritrovati. Si apr cos una nuova fase nell'esistenza di Vitelli. Egli, infatti, pot mettere a frutto la sua enorme conoscenza di testi classici e il suo raffinato senso dello stile per riconoscere, nei frustuli che venivano alla luce, testi e autori gi noti o individuarne di ancora sconosciuti. Per poter procedere con maggior lena a quest'attivit, nel 1915 Vitelli rinunci anticipatamente all'insegnamento. Sin da questo periodo pot contare sul supporto di Medea Norsa, una giovane

studiosa che poi rimase al suo fianco fino alla morte. Grazie alla guida di Vitelli, Norsa acquis una profondissima conoscenza della lingua greca e dei testi, nonch della paleografia, s da eguagliare le competenze del maestro. Vitelli e Norsa pubblicarono, spesso a firma congiunta, numerose edizioni di papiri, talora di straordinaria importanza. I due pubblicavano con eguale acribia testi letterari e documentari: vivo il Vitelli, apparvero undici volumi di Papiri della Societ Italiana (PSI), che contenevano, tra l'altro, testi nuovi di Gaio, Eschilo, Cratino, Eupoli, Sofrone, Callimaco, Menandro, Euforione. Le due pubblicazioni papirologiche di maggior spicco furono senz'altro il De exilio di Favorino e le Diegeseis (riassunti) di Callimaco. Nel 1928 la Societ Italiana fu sciolta e sostituita da un Istituto Papirologico, collegato con l'Universit di Firenze, del quale lo stesso Vitelli fu il primo direttore, carica che egli mantenne fino alla morte. Dopo la sua scomparsa, l'Istituto prese il nome dal suo fondatore ed oggi noto come Istituto Papirologico Girolamo Vitelli. La politica, gli ultimi anni e la morte Di temperamento conservatore, e poco incline all'attivit politica, Vitelli rimase sempre ai margini della vita civile, pur mostrando un animo fiero e per nulla disposto al servilismo. Il 3 ottobre 1920 Vittorio Emanuele lo nomin Senatore del Regno. All'avvento del fascismo, Vitelli, ormai settantatreenne, mantenne nei confronti del nuovo regime un atteggiamento distaccato e scettico, ma mai critico, definendosi antidemocratico quanto si voglia, ma liberale sempre. Nell'ottobre 1934 gli fu richiesto di prestare giuramento al regime fascista in quanto accademico dei Lincei, ma rifiut; rivolgendosi, ormai anziano, agli studenti della Normale, rivendic per s il diritto di parlare in Universit pur non sentendosi l'anima fascista. Il suo profilo di alto prestigio, l'assenza di legami con forze politiche antifasciste e il sostanziale disinteresse per la politica, gli garantirono comunque di continuare a lavorare senza problemi. E infatti continu a lavorare, ormai con gravi difficolt alla vista e confidando nella lettura offertagli da Medea Norsa, anche negli ultimi anni della vita: soggiorn spesso durante le estati a Cerrione (Biella) presso la casa del genero Luigi Schiaparelli, dove ebbe modo di dedicarsi allo studio in modo proficuo[3]. La morte lo colse il 2 settembre 1935, mentre era in vacanza a Spotorno (Savona). Lasci una fertile scuola: furono suoi allievi intere generazioni di docenti universitari e di professori liceali di latino e greco. Onorificenze Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia Note ^ a b Scheda senatore Vitelli Girolamo. Senato della Repubblica. URL consultato in data 3 maggio 2012. ^ M. G. Macconi, A. Squilloni, R. Pintaudi, Domenico Comparetti e Girolamo Vitelli. Storia di un'amicizia e di un dissidio, Dipartimento di Filologia e Linguistica, Messina, 2002. ^ R. Quaglia, I soggiorni biellesi di Girolamo Vitelli, Rivista biellese, 13, 2 (2009), pp. 3945.

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