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Meister Eckhart, "I Sermoni"


Naturalmente, per quanto riguarda i Sermoni di Meister Eckhart, noi non ci proponiamo di certo qui di farne recensione, poich evidentemente tali opere non ne hanno alcun bisogno: cogliamo solamente loccasione della recente ri-edizione dei Commenti allAntico Testamento da parte della casa editrice Bompiani, per spendere qualche breve parola su laltro corpus dottrinale esegetico del grande scrittore tradizionale tedesco - appunto i Sermoni - in grazia della particolare importanza che essi rivestono in ambito di studi tradizionali. Tra le antologie che in Italia raccolgono i diversi sermoni di Meister Eckhart, citiamo le due a noi note pubblicate rispettivamente per le edizioni Adelphi (prima edizione 1985, settima 2007) che comprende trentasei sermoni tradotti e curati da Marco Vannini, e quella per le edizioni Paoline, sempre a cura di e tradotta da M. Vannini, che antologia pi recente (prima edizione 2002) e nella quale i sermoni presentati e rivisti con laggiunta di alcune correzioni sono ben centoquattro. In entrambi i casi, lorganizzazione generale dei testi cos raccolti risulta ben strutturata e testimonia una certa fedelt all'Autore, se non sempre a livello interpretativo quantomeno per ci che riguarda la traduzione dei testi stessi [sui limiti di una prospettiva critica meramente filosofica propria del curatore Vannini, si vedano ad esempio le nostre chiose alle sue note al testo di Eckhart che riportiamo qui sotto]. Meister Eckhart, come ci informa il curatore nella sua Introduzione ai due volumi, ebbe fra i suoi epiteti anche quello di predicator, qualifica eminente che si giustifica sia per lappartenenza di Eckhart all'ordine religioso dei Domenicani e per la sua instancabile attivit di predicatore, sia per il fatto che il genere dei sermoni (in lingua volgare) costituisce proprio la parte pi interessante dellopera del Maestro tedesco. I trattati composti in latino, infatti, erano destinati ad un pubblico universitario ed in essi Meister Eckhart dovette adeguare il suo messaggio alle forme accademiche e specifiche del suo Ordine, facendo anche ben attenzione alla perfetta ortodossia formale cristiana della dottrina da lui comunicata. Nei sermoni in tedesco, egli fu invece un poco pi libero da certe preoccupazioni di ordine strettamente accademico e pertanto la sua esposizione dottrinale essenzialmente metafisica traspare pi chiaramente: in ci Vannini vede l'espressione dell'individualit e dell'originalit del pensatore, noi vi vediamo il chiaro comunicarsi di un insegnamento iniziatico ed esoterico. Da questo punto di vista, gli scritti di Meister Eckhart, insieme a quelli del suo contemporaneo Dante Alighieri, costituiscono un vero e proprio sigillo preziosissimo di ci che fu in quel tempo la via sapienziale e realizzativa dellesoterismo cristiano, un patrimonio di conoscenza iniziatica che si cristallizz esteriormente proprio quando la grande epoca tradizionale del Medioevo si stava per chiudere, in modo peraltro drammatico con la distruzione dellOrdine del Tempio e con il conseguente, graduale ma inesorabile, allontanamento dellOccidente dallOriente. In questi Sermoni si affrontano temi metafisici della pi alta rilevanza; per mezzo della forma del sermo, Meister Eckhart prende per lo pi il punto di partenza delle sue argomentazioni da un versetto della Sacra Scrittura per spiegarne poi il profondo significato tradizionale exoterico ed esoterico mediante riferimenti [...] alle Etimologie di Isidoro di Siviglia e alle "enciclopedie" medioevali, ai Padri della Chiesa e ai "maestri pagani" [...] nella tacita presupposizione di un loro consenso di fondo sulle verit pi importanti (Sermoni tedeschi, "Introduzione", p. 14), dato che con la Scrittura concorda ci che i filosofi hanno scritto sulla natura delle cose, giacch da una sola fonte e radice di verit deriva tutto quel che vero, sia nellessere sia nella conoscenza, nella Scrittura e nella natura [...] Quello che insegnano Mos, Cristo e il Filosofo lo stesso: si differenzia solo nel modo e nella forma. Le analogie dei testi di Eckhart con dottrine enunciate parimenti in ambito esoterico islamico e nella tradizione ind sono davvero impressionanti, soprattutto per chi sa che qualsiasi ipotesi critica moderna relativa a imprestiti tra opere che sono

anche cos distanti nel tempo e nello spazio, congettura del tutto superflua in ambito tradizionale, e talvolta arrivando tali concordanze persino a formulazioni espressive simili, se non identiche, nella lettera stessa.
A. R.

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