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Cesare

Barbesta - Francesco Dulio

STUDIO DELLA TRASFORMAZIONE DI ENERGIA ELETTRICA IN ENERGIA TERMICA: EFFETTO JOULE

SCOPO DELLESPERIENZA
Lo scopo dellesperimento consiste nella verifica completa della relazione che descrive il cosiddetto effetto Joule, ovvero il fenomeno per cui in un conduttore attraversato da corrente lenergia elettrica viene dissipata sotto forma di energia termica (calore). La relazione da verificare la seguente: = 1 ! 4.18

in cui (calorie) indica la quantit di calore prodotta, (ampere) lintensit di corrente elettrica, (ohm) la resistenza elettrica e il tempo. La verifica completa della legge avviene attraverso i passi indicati: 1. verifica grafica della linearit della relazione ! e di conseguenza anche della relazione ! , dato che la differenza di potenziale (o tensione) direttamente proporzionale a (prima legge di Ohm); 2. verifica grafica della linearit della relazione .

FONDAMENTO TEORICO
Il fenomeno dell effetto Joule si verifica quando ai capi di un conduttore viene applicata una differenza di potenziale (o tensione, prodotta da un generatore di tensione). La tensione =
! !

definita come il lavoro compiuto dal generatore per portare da un capo allaltro del

conduttore una carica elettrica unitaria, ed proprio tale lavoro che provoca unaccelerazione delle cariche elettriche presenti nel conduttore metallico. Nel caso in esame gli elettroni (liberi di muoversi) presenti nella resistenza metallica permettono la conduzione di energia. Il moto degli elettroni si mantiene stabilmente generando cos una corrente elettrica nella resistenza. Lintensit di corrente elettrica =
! !

si definisce come la quantit di carica elettrica che

attraversa una sezione del conduttore. Perci il prodotto tra tensione e intensit di corrente rappresenta la potenza erogata dal generatore, ovvero il lavoro compiuto per unit di tempo: = = ()

Quindi il lavoro compiuto dal generatore nel tempo sar dato da = (joule).

Si vuole verificare con questa esperienza se effettivamente il calore prodotto (energia termica dissipata) pari allenergia elettrica associata a tale lavoro. La trasformazione da energia elettrica a energia termica dovuta al fatto che gli elettroni, muovendosi nel conduttore, collidono con gli atomi che lo costituiscono. In questi urti lenergia cinetica degli elettroni viene trasformata in energia termica e quindi in definitiva si ha una trasformazione di energia elettrica in energia termica. Si noti che se le cariche elettriche (elettroni) si muovessero nel vuoto, il lavoro compiuto su di esse dal generatore produrrebbe solo un aumento della loro energia cinetica: in questo caso si avrebbe una trasformazione completa di energia elettrica in energia cinetica (meccanica). Per quanto si detto sopra, la quantit di calore prodotta nel tempo t deve essere uguale al lavoro compiuto dal generatore di tensione sugli elettroni = () Tale relazione si pu esprimere anche in altri modi, utilizzando la prima legge di Ohm, che definisce la relazione di proporzionalit diretta tra tensione e intensit di corrente ( = ) : = = ! () ! = = ()

Per il principio di equivalenza tra energia meccanica e calore: = () in cui (joule) lenergia elettrica, lequivalente meccanico della caloria, pari a 4.18 !"# (1 = 4.18 ), e (cal) il calore prodotto. Perci, se lenergia viene misurata in joule e la quantit di calore in calorie, durante leffetto Joule si produce una quantit di calore = !.!" , quindi: = 1 ! 1 ! 1 = = () 4.18 4.18 4.18
! !

Si ottenuto che la quantit di calore prodotta proporzionale al quadrato dellintensit di corrente (e della tensione). Il calore prodotto dalla corrente nella resistenza viene trasferito allacqua contenuta nel calorimetro, che aumenta quindi la sua temperatura. Esiste una relazione tra la quantit di calore assorbita dallacqua e la conseguente variazione di temperatura: = da cui risulta che la quantit di calore proporzionale alla variazione di temperatura ed alla massa dellacqua; la

costante di proporzionalit tra le due grandezze il calore specifico (nel caso dellacqua esso pari a 1 ! ! ; come approssimazione si considera costante indipendentemente dalla temperatura). Tuttavia si deve tener conto che in realt il calore sviluppato in non serve solo ad aumentare la temperatura dellacqua, ma anche quella della parte interna del calorimetro e degli oggetti in esso contenuti (agitatore, termometro e resistenza). Risulta perci necessario includere nella relazione soprastante la capacit termica di tali oggetti ! , dove ! ne indica il calore specifico medio e la loro massa: = + ! Questa relazione sar utilizzata per calcolare la quantit di calore sviluppata in in corrispondenza di una determinata tensione e corrente , avendo misurato la differenza di temperatura dellacqua.
!"#

APPARATO SPERIMENTALE
Lapparato sperimentale schematizzato nella Figura 1 ed costituito dai seguenti componenti: Trasformatore, che abbassa la tensione di 220 V fornita dalla rete a 6/8 V . Amperometro, risoluzione di lettura: 0.01 A , portata: 10 A Voltmetro, risoluzione di lettura: 0.01 V , portata: 20 V Reostato (resistenza elettrica variabile X da 0 a 5 ) Calorimetro, capacit termica: ! = 34
!"# !

Termometro, risoluzione di lettura: 0.1 C Resistenza elettrica (allinterno del calorimetro), valore: 1.43 Cronometro, risoluzione di lettura: 0.01 s

Figura 1

La trasformazione di energia elettrica in calore, oggetto di studio dellesperienza, avviene nella resistenza contenuta nel calorimetro. La resistenza immersa nellacqua1 contenuta nel calorimetro, un recipiente costruito in modo tale da rendere minimo lo scambio di calore tra linterno e lambiente esterno (idealmente adiabatico). Nel calorimetro sono inseriti anche un agitatore, necessario per uniformare la temperatura dellacqua durante la liberazione di calore da parte della resistenza, e un termometro, che misura le variazioni di temperatura dellacqua. Il voltmetro (collegato alla resistenza in parallelo) e lamperometro (collegato in serie) consentono una misura simultanea della differenza di potenziale ai capi di e dellintensit di corrente che circola in essa. Il reostato stato inserito in serie nel circuito per poter disporre di una tensione variabile ai capi della resistenza . Il legame tra resistenza e tensione dato dalla prima legge di Ohm = , quindi se ! la tensione fornita dal trasformatore, la tensione registrata dal voltmetro (che la
! stessa presente ai capi di ) varier dal valore minimo !! ( = 5 ) al valore massimo ( = 0 !

) .

ESECUZIONE DELLESPERIENZA
Come si visto nel paragrafo 2, le grandezze che determinano la quantit di calore sviluppato sono la tensione , lintensit di corrente e il tempo . Durante la raccolta dei dati sperimentali opportuno far variare una sola grandezza per volta (tra quelle citate sopra), per valutarne linfluenza sulla quantit di calore prodotto. A tal fine le misurazioni della temperatura dellacqua nel calorimetro (da cui poi si calcoler il calore sviluppato in con = + ! ) verranno effettuate in due fasi: nella prima fase si mantiene fisso lintervallo di tempo (3 minuti) e si fa variare la tensione - e quindi lintensit di corrente, dato che queste due grandezze sono legate dalla prima legge di Ohm - , mentre nella seconda fase rimane costante la tensione (e lintensit di corrente) e si varia lintervallo di tempo considerato. Per prima cosa sintroducono nel calorimetro 130 5 ! di acqua distillata, facendo attenzione che la resistenza e la punta del termometro siano immerse. Si ricordi di registrare col termometro la temperatura iniziale dellacqua nel calorimetro. Nella prima fase si assegna un certo valore (leggibile sul voltmetro) alla tensione - regolabile tramite il reostato - ai capi della resistenza, partendo da circa 2 V fino al valore massimo possibile. A tali valori della tensione corrisponde una determinata intensit corrente (il cui valore si legge sullamperometro) che scorre attraverso . Fissata la tensione, si lascia circolare la corrente nel circuito per un intervallo di tempo di 3 minuti (misurabile con un cronometro), muovendo regolarmente lagitatore per rendere uniforme la temperatura dellacqua nel calorimetro. Con il termometro viene misurata la temperatura dellacqua allinizio e alla fine dei 3 minuti. Si ripete

1

necessario che lacqua sia demineralizzata, affinch non conduca la corrente (essendo isolante, evita perturbazioni nella misura dellintensit di corrente).

tale procedura per circa 5 intervalli di tempo di 3 minuti, ad ognuno dei quali corrisponder un certa tensione. Per ogni intervallo si registrano quindi i valori sperimentali delle tre grandezze tensione, intensit di corrente e temperatura (differenza di temperatura dellacqua). In seguito, prima di iniziare la seconda fase di misurazioni, si cambia lacqua contenuta nel calorimetro (di nuovo 130 5 ! ), rilevandone la temperatura iniziale. Si fa circolare quindi nel circuito una corrente di 2 ampere per circa 15 minuti, registrando la temperatura dellacqua a intervalli di tempo successivi diversi luno dallaltro (1 min, 2 min, 3 min, ecc). Si ottengono cos i valori delle differenze di temperatura corrispondenti ad ogni intervallo di tempo (tensione e corrente sono costanti).

ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI


1. Dalla prima serie di misure si calcola la quantit di calore sviluppatosi nella resistenza tramite la relazione = + ! ( ) . Per convertire il calore in joule si utilizza lespressione = 4.18 . I valori registrati e quelli calcolati sono presentati nella tabella sottostante:

V (V)
1.850 2.525 3.155 3.885 4.605 5.260 5.950

V (V)
0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005

I (A)
1.510 2.010 2.490 3.005 3.520 3.995 4.495

I (A)
0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005

t (s)
180 180 180 180 180 180 180

t (s)
0.0005 0.0005 0.0005 0.0005 0.0005 0.0005 0.0005

T iniz. (C)
25.00 26.50 31.00 34.50 43.50 51.00 59.00

T finale (C)
26.40 28.25 33.50 38.25 47.85 56.80 66.20

T (C)
0.05 0.05 0.05 0.05 0.05 0.05 0.05

T (C)
1.4 1.8 2.5 3.8 4.4 5.8 7.2

[T] (C)
0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1

Q (J)
960 1200 1714 2571 2982 3976 4936

Q (J)
105 115 134 167 183 221 258

Con i dati soprastanti si costruiscono i seguenti grafici per verificare che, rispettivamente, ! e ! :

Q = K I2
6000 5000

Grafico 1

y = 249 x
4000

Q (J)

3000 2000 1000 0 0.00

5.00

10.00

15.00

20.00

25.00

I2 (A2)

Q = K' V2
6000 5000 4000

Grafico 2

y = 144 x

Q (J)

3000 2000 1000 0 0.00

5.00

10.00

15.00

20.00

25.00

30.00

35.00

40.00

V2 (V2)

Si noti che le barre di incertezza associate ai valori di ! e di ! non compaiono nei grafici per una insufficiente risoluzione grafica.

In corrispondenza ad un valore di e di si calcolano i valori delle costanti e : =


2982 = = 240 . 7 15 . 0 ! 12.39 ! !

! =

2982 = ! = 140.6 8.7 ! ! 21.21

E si verifica quindi, entro le incertezze, che: = ! 240.7 15.0 = ! = (1.7 0.2) ! ! 140.6 8.7 2. Dalla seconda serie di misure (riportate sotto in tabella) si costruisce il grafico sottostante per la verifica della linearit di in funzione del tempo :

V (V)
2.555 2.555 2.555 2.555 2.555 2.555 2.555 2.555

V (V)
0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005

I (A)
2.015 2.015 2.015 2.015 2.015 2.015 2.015 2.015

I (A)
0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005 0.005

t (s)
120 240 360 480 600 720 840 960

t (s)
0.0005 0.0005 0.0005 0.0005 0.0005 0.0005 0.0005 0.0005

T iniz. (C)
25.00 26.0 27.9 30.20 33.85 37.90 42.60 47.60

T finale (C)
26.0 27.9 30.20 33.85 37.90 42.60 47.60 54.55

T (C)
0.05 0.05 0.05 0.05 0.05 0.05 0.05 0.05


T (C)
1.0 1.9 2.3 3.7 4.1 4.7 5.0 7.0

[T] (C)
0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1

Q (J)
686 1302 1577 2502 2776 3222 3428 4764

Q (J)
95 119 129 165 175 192 200 252

Q = h t
6000 5000 4000

Grafico 3

y = 4.6303x

Q (J)

3000 2000 1000 0 0 200 400 600 800 1 000 1 200

t (s)
Si noti che le barre di incertezza associate ai valori di non compaiono nel grafico per una insufficiente risoluzione grafica.

ANALISI DELLE INCERTEZZE


Tutte le incertezze sono considerate massime: per le grandezze misurate direttamente, si considerata lincertezza derivante dalla risoluzione di lettura degli strumenti, mentre le incertezze sulle grandezze calcolate si sono ottenute con le formule che regolano la propagazione lineare delle incertezze massime: tensione e intensit di corrente: lincertezza assoluta uguale alla met della risoluzione di lettura di voltmetro e amperometro, ovvero, rispettivamente, = 0.005 e = 0.005 . tempi: lincertezza assoluta corrisponde a = 0.01 , met della risoluzione di lettura del cronometro. temperatura: si scelta unincertezza assoluta = 0.05 C, pari alla met della risoluzione di letture del termometro. Di conseguenza, le differenze di temperatura = ! ! sono affette da unincertezza assoluta pari a = + = 0.1 . calore: stato ricavato con la relazione = 4.18 + ! , perci lincertezza assoluta associata (si considera trascurabile lincertezza sul calore specifico dellacqua e sulla capacit termica del calorimetro): = +

Le incertezze assolute associate ai valori di , e del loro rapporto:


! ! + ! ! = + ! ! ! = +

ACCORGIMENTI / OSSERVAZIONI / SUGGERIMENTI


Durante lo svolgimento dellesperimento si sono valutate le seguenti approssimazioni rispetto ad un caso ideale: Il valore della resistenza in realt non rimane costante durante lesperienza, infatti aumenta al crescere della sua temperatura, secondo quanto stabilito dalla seconda legge di Ohm. possibile valutare il valore di dai dati sperimentali tramite la prima legge di Ohm = ! (dove i valori della tensione e della corrente sono presi dalla seconda serie di misurazioni) per verificare che tale valore sia compatibile con quello dichiarato (1.43 ): = 2.555 = = 1.27 2.015
!

Tale valore della resistenza ha unincertezza assoluta trascurabile, dellordine di 10!! . Si nota che il valore della resistenza pi basso di quello dichiarato; i due valori di differiscono in base alla seguente discrepanza relativa: ! = 1.43 1.27 = = 0.12 (12%) + 1.43 + 1.27 2 2

Il calorimetro non perfettamente adiabatico; inoltre, possibile che il tappo non garantisca una chiusura ottimale e quindi parte dellacqua potrebbe evaporare e fuoriuscire dal calorimetro durante lesperienza, causando un difetto di massa. Si considera trascurabile leffetto dellagitazione meccanica (compiuta tramite lagitatore) sulle differenze di temperatura dellacqua nel calorimetro. Il calore specifico dellacqua stato considerato costante, in realt esso non rigorosamente costante, poich varia (anche se di poco) al variare della temperatura.

CONCLUSIONI
Come si pu vedere dai grafici Grafico 1 e Grafico 2 le relazioni di linearit ! ! risultano verificate entro le incertezze. Il Grafico 3 conferma invece la linearit della relazione . Con questa esperienza stata effettuata una verifica sperimentale completa - ben riuscita - della legge che descrive leffetto joule: = !.!" ! .

!

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