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queriniana

la parola
per
I'assemblea festiva
tlDPO
di anento
TEMPO. DI A VVENTO
QUERlNIANA -BRESCia
Paf
1

19n by Editrice Querini.ana, Brcsc:i.a


con approvozione eccksilJSlicll
Tipografu. Queriniana ~ Brescia
1975 by Editrice Querini.ana, Brcsc:i.a
con approvozione eccksilJSlicll
Tipogra:6a Queriniana ~ Brescia
19n by Editrice Querini.ana, Brcsc:i.a
con approvozione eccksilJSlicll
Tipogra:6a Queriniana ~ Brescia
1975 by Editrice Querini.ana, Brcscia
con approvozione eccksilJSlicll
Tipogra:6a Queriniana ~ Brescia
1975 by Editrice Querini.ana, Brcsci.a
con approvozione ecdesinlic4
Tipogra:6a Queriniana ~ Brescia
SOMMARlO
IL LEZIONARIO
1 IL LEZIONARIO DOMENICALE
DEL TEMPO DI AVVENTO .
di Philippe Rouillard
professor6 al Cof/egl0 s. Anselmo di "Roma.
2 LITURGIA DELLA PAROLA
NELLE DOMENICHE DI AVVENTO .
di Haquin
professore nel- semInario di Namur
RIFLESSIONI DOTTRINALI E PASTORALI
3 PENSIERI SULLA SPERANZA
di Jean l yon
pago 9
pago 29
pago 47
4 IL SIGNIFICATO UMANO SPERANZA pago 66
di Frederic Oebuyst
dlrettore del/a riv/sta Art d'Eglise (Ottignies. 11elg;o)
5 GIUSEPPE E MARIA.
M.ODEW DI DISPONIBILlTA
di Ren Laurentin
teologo, Parigl
pago 85
PER LA PREGHIERA
OUANDO DIO SPERA
di Jean-Yves Ouellec
. LEVATE IL CAPO PERCH
LA VOSTHA lIBERAZIONE ~ VICINA
di Jean-Yves Quellec
pago 103
. pago 106
PREGHIERE PER IL TBMPO DI AWENTO . pago 107
di Nicole Berthet
".
Il lezionario
1
PillUPPE ROUILLARD
TI lezionario domenicale
del tempo di Avvento
R suHiciente confrontare due messali, uno anterio-
re alla rifOIma liturgica e uno ad essa posteriore, pe!"
constatare quante il Lezionario delle messe domenicali
del tempo d'Avvento si sia arricchito. Per ciascuna delle
quattro. il vecchio messale offriva saltanto-
.. due letture, ossia otto in rutto; il nuovo Lezi'Onario ne
propone tre serie di tre, ossia 36 complessivamente.
Tille abbondanza potrebbe anche finire per
re l'attenzione del cristiano - sia egli ministro della
Parola o anche saltanto il sua ascoltatore atteDto - se
il credente non possedesse una guida che lo orienti nel
trovare il proprio carnmino in questo apparente dedaIo_
Prima di proporre questo necessario filo conduttore,.
ci sembra utile [icmamare "l'origine e le vi-
cissitudini di Q1;1esto tempo liturgko chiamato av-
vento.
II BREVE STORIA DEL TEMPQ DI AVVENTO
al I1 termine avventCn) - abe deriva da! latino-
adventus (ad-venire) - significa, etimologicamente, ve-
:.J:O
il domt nicaIt
nuta. Nella Volgata, adventus e il termine costante-
..mente usato per tradurre il greco parousa, che indica
la venuta gloriosa del Signare alla fine dei tempi (Mt
.24,3.27.37.39; ICor 1.5,23; 1 Ts 2,8). Mventus viene
usato anche per tradurre il greco epiphaneio, e assu-
me , quimil il valore di manifestazione (I Tm 6,14;
.11 Tm 4,1.8; Tt 2,13). Il vooabolario ti invita dunque
a considerare il tempo dell'Avvento non come un periodo
,di attesa e di aspenativa, ma piuttosto come il tempo
.della venuta e della manuestazione del Signare, ponendo
.l'accento sul carattere glorioso di questa epifania.\ Mal-
ta piu che un teIJ?:PO di prepaMZione alla festa della
.nativita umana di Gesil, l'Avvento si presenta come una
. .celebrazione, che si prolunga per quattro settimane, del-
la venuta gloriosa di Cristo Signare.
Ma la storia dell'Avvento ed i testi dal Lezio-
:nado liturgico questi significati dei termini
'usati per indicare l'Avvento? La storia del significato
,dell'Avvento quale risulta dalle vade liturgie octidentali
:e molto complessa. Noi, qui, possiamo indicare soltanto
:alcuni punti salienti, che ci sembrano significativi.
b/ Una prima corrente di tesu .- che appare in
:Spagna a.pitrtire dal sec .. IV - considera l'Avvento come
-UD periodo di intensa vita liturgica, che si estende dal
17 dicembre al 6 gennaio, giorno dell'Epifania. Durante
'queste tre settimane - raccomanda un Concilio tenutosi
a Saragozza nel 380 - i fedeli siano assidrii alla chiesa
. e conducano vita ascetica. Ma 10 scopo reale di questo
consisteva nelia preparazione al battesimo, che
-veniva impartito nell.a festa dell'Epifania. O si sbaglie-
rebbe, quincU. a vedere in questo pseudo-avvento una
alla celebrazione del NataIe; e a torto,
,quindi, e stato dato all'Avvento il nome di quaresima
di Natale.
1 Cf M.B. LWENBERG, Le vocabulairt dt la liturgit rommnt . dt
,I'Avtnt, in Assembles du Seigntur, 1 srie, n. 2, pp. 18'-24.
del lempo di 4IJVento
. IX
el In Oriente, il concilio di Efeso del 430 ha esal
tato la maternicl divina di Maria ed ha dato grande ri-
lievo alla celebrazione della nasara in terra del Figlio di
Dio. In questo contesto, le settimane che precedono le
due feste del Natale e dell'Epuania, 'costituiscono una
specie di meditazione anticipata sulla venuta del Salva
tare e sulla salvezza. operata dalla ' divinizzazione della
natura umanil. Ma due di festa non bastano per
contemplare questo msondabile mistero, e percio le l
tur.gie orientali si concedono quattro o cinque settimane
per cantare, con la loro ridondam:a abituale e con gran
de lirismo, gli avvenimenti che hanno preparato la nasci.
ta del Messia, i personaggi che hanno avuto un ruolo
determinante in questa preparazione - anzitutto Gio-
vanni Battista e la Vergine Maria, ma anche tutti i sa,nti
dell'A.T. che un tropario invita a guidare la
danza per la nascita del Salvarore - come anche per
celebrare la t-rasformazione del mondo ormai abitato da
un Dio fatto uamo.
2
dI A Roma, I'Avvento trova una sua organizzazione
stabile saltanta nel seco VI. Bene o male, questo tempo
llru;-gico congloba le quattro tempera d'inverno, che al
l'origine non avevano alcun rapporto con la festa del
Natale, e anche un periodo di sel settimane (ridorte in
seguito a quattro) intitolate a volte De Adventu Domini
e a volte Ante Na/ale Domini. Nei libri liturgici del VII
sec., le Messe deU'Avvento. poste in appendice, do-
I po le Messe dei san ti, ed e soltanto neU'VIIIIX seco che
esse vengaDo trasferite all'inizio deU'anno liturgico.
Questa duplice esitazione riguardante sia la denomi-
. nazione che il pasto di queste Messe, manifesta l'incer-
tezza the regna su! signilicato di questo periodo liturgico.
Esso e una celebrazione della parusta di Cristo
2 Cf 1. H. DALMAIS, tempi de prparation il Noel dans les
liturgies syrienne et byranline. in La MaisonDieu. D. '9 (19'9), pp.
2'-37
I2
dommicalt
al termine d'un ciclo liturgico annuale, o una prepara-
zione alla esta della Nativicl del Signare? L'ambiguita
di significato era senza dubbio cosoente. e voluta, poich
essa invitava a vedere nell'Avvento un prolungamento di
tutte queste cose: della naS'cita storiea di Gesu, della
. sua celebrazione annuale nelIa liturgia e della parusla
dell'ultimo giorno, che ne sara ir compimento. Ma cio
non andava privo di rischi, poich alcuni 'spiriti ttoppo
cartesiani - o per meglio dire troppo romam .-
erano tentati di concentrare ,tutta la loro attenzione sulla
celebrazone lirurgica, ridotta ad una specie di com.me-
morazione della nascita di Gesu a: Betlemme, e di fare
delle quattro settimane dell'Avvento una semplice pre.
parazione alla festa della nascita di Gesu.
Insensihilmente, . 1'Avvento ruventava, casi, l'auesa
della festa del Natale, ossia della .testa liturgca ' della
nascita del bambino GesU. L'invenzione, nel seco XIII.
della mangiatoia e la sua diffusione (cosa rispondente ad
un facile sentimentalismo) non fecero altro che accen-
tuare questo restringimento di prospettiva teologica del-
l'Avvento,
e' fu nostri giorni. una migliore conoscenza della
tradizione e la riflessione sul senso 'della celebrazine
hanno p<?rtato a restituire al tempo dell'Avven-
to una polivalenza di -significati meglio equilibrata.
aquesto proposito" limitiamoci a citare due testi
ufficiali della rforma liturgica. Nel 1963 la Costituzione
sulla s. Liturgia del Vaticano II dichiarava che la chiesa
distribuisce nel corso dell'anno tutto il mistero di Cri-
sto, dall'Incamazione e dalla Nativita fino all'Ascensione,
al giorno di Pentecoste e aWauesa della beata speianza
e del itorno del Signore.3 Se ci atteniamo alla lettera
di questo testo, 5i potrehbe credere che il tempo d'Av-
vento. posta al termine dell'anno litul'gico, celebri in
modo esclusivo l'attesa venuta di Cristo e della spe-
3 Cos/itllone suJlz s. liturgia, n. 102.
del lempo di vvento
ranza che vi e legata,
del Natale.
' 3
senza alcun riferimento alla festa
Un'interpretazione cosi unilaterale non ci sembra
esatta. Infatti, le Norme dell'anno liturgico e del calen-
dario (n. 39) - puhblicate a Roma Del 1969 - ' rico- .
DOSCODO che il tempo dell'Avvento ha un doppio ogget.
to: E il tempo della preparazione al Natale, in cui si
celebra la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini;
ed e anche il tempo in . cm, attraverso questo ricordo,
gli spiriti si orientano verso l'attesa della secODda venuta
del Signare alla fine dei tempi. Come vedremo, l'af-
. fermazione di questa ambivalenza corrispoDde alla realta
della liturgia e particolarmente. all'insegnamento propa-
sto dalle letture bibliche delle domenicali.
2/ LE LETTURE BIBLICHE DELLE MES SE DOMENlCALI
L'esame del nuovo Lezionario deUe Messe
cali del tempo di Avvento (si veda piu sotto lo scherna)
CODsente di fare irnmediatamente alcuni rilievi.
Si rileva anzitutto che ciascuna Mess!l comporta una
prima lettuIa tratta da un libro profetico, con spiccata
preferenza per i1 libro di Isaia, utilizz-ato sette voIte su
dieci. La lettura, nelia maggior parte dd casi,
e toIta dalle lettere di s. PaoIo. Quanto al Vangelo, se-
cando la regola che vale pe! l'insieme del Lezionano
domenicrue, il ciclo A utilizza Matteo; il ciclo B, Marco, .
ma anche due lettUre di Giovani e di Luca; il ciclo e
attinge da Luca. 0gnuna delle Messe domenicali pro-
pone quindi un annuncio profetico, un insegnamento
apostolico di tipo piuttosto morale ed infine un discor
so o una narrazione del Vangelo.
Queste indicazioni sano confermate dalla seguente
sinottica:
dome- ciclo A
niea
loa . Is. 2,I-5
Rm 13,II-I4
Mt 24,37-44
2.a Is rI,I-ro
Rm 15,4-9
Mt 3,I-I2
Is 35,I ecc.
Ge 5,7-IO
Mt II,2-I1
Is 7,IO-14
. Rm r,I-7
Mt I,I8-24
illezionario domenicdze
cido B ciclo e
Is 63,I6-17, ecc.Ger 33,14-16
ICor I,3-9 I Ts 3,I2-4,2'
Me 13,33-37
Le 2I,25 eee.
Is 4o,I ece. Bar 5,r-9
II Pt 3,8-14 Fl I,4 eec ..
Me r,I-8 Le 3,I-6
Is 15I,I- Sol 3,I4-18
I Ts 5,I6-24
Fil4.4-7"
Gv I,6 eee_ Le 3,IO-I8
II Sm 7,I ee'c. Mi
5,I-4
Rm 16,25-27' . Eb rO,5-ro
Le i,26-38
Le r,39-45.
Se poi si considera il eontenuto delle lettuye 'e in
particolare i1 contenuto 9.ei brani evangelici, risulta evi-
dente che ciascuna domenica ha in proprio un tema spe-
cifico in ciascuno dd tre ckli 1iturgici: vigilanza nel-
l'attesa del Cristo (la lomenica); . invito alla
eonversione nelle di Giovanni Battista (2a dOlI).e-
mea); testimonianza l'esa a Gesu dal Precursore (3a do-
. menica); infine' annuncio della nascita di Gesu a Giusep-
pe e a Maria (4a domenica). .
Per rispettare la. struttura del Le.zionario domenica-
le 4ell'Avvento, bitsogna dunque iniziare ad esaminare
come, nei var cicli, i1 medesimo tema teologico e pre-
sente nelle diverse domeniche dell'Avvento.
4
.
4 Ahbiamo utilizzato l'articolo di G . . FONl'AINE, Le lectionaire de
la messe ' au ' tem.ps de l'Avent,.in Notitiae, 7 (1971), n. 66, pp .. 3
0
4-.
3I7, e n. 67, pp. 364-376. noto che il p. G. FontaID.e ha avuto
prte importante nella preparazione di. questo lezionario.
ael tempo d.i {JfJfJento
al prima domenica: vigitanza durante l' attesa
11 Vangelo
Le tte pericop .della la domenica sono tratte dalla:
parte finale del <<<liscorso . escatologico, che insiste sul-
la vigilanza riclllesta dal ritomo matteso del Figlio del-
l'uomo. Ciascuno dei tte sinottici 10 fa con sfumature-
proprie.
Matteo (ciclo A) insiste su11'effetto di sorpresa ed.
invita qulndi a tenersi pronti per l'evento matteso.
Marco (ciclo B) mette piuttosto l'accento su11a per--
severanza durante il tempo dell' attesa, e su11'incessante
vigilnza rlchiesta al cristiano.
Luca (ciclo C), poi, usando il linguaggio simbolico:
della letteratura apocalittica, esorta soprattutto alla.
fiducia e alla spertlnza: la venuta gloriosa del Figlio del-
ruomo non sara un giomo di distruzione e di annienta- -
ment9, ma di liberazione, in cui i credenti ria1zeranno ,
'la testa. La scelta, di queste tre letture orientata versO'
la parusla ci invita dunque a considerare la prima do- -
meDica come se fosse, in realta, l'ultillUh
deli'anno liturgico.
21 Epstola
-.
Quest modo di vedere si trova coIfermato dalia:.
scelta delle tre letture di s. Paolo. n testo di Rm 13,II-
14 - tradizionale in questo giorno nella liturgia roma-
na come anche nelle liturgie mormate - afferma la_
prossimita del giorno del Signore, che mettera fine al-
la .notte dei tempL. Un'inteJ.'lpretazione morale del opas- -
saggio dalle tenebre alla luce e legittima, e Paolo stes-
so 10 me'tte in evidenza nei. vv: I2-13. Non si l>uo
pero, elle questa morale si fonda su un'attesa-;
escato10gica.

illezionano domenictJk .
. Allo stesso modo, in 1 Cor 1,3-9 (ciclo B), il com-
portamento cristiano di fedelta, perseveranza, ricono-
.scel.)Za per i doni dello Spirito viene presentata nella
prospettiva della roanifestazione (aftoklypns) del
pore e del giorno del Signare.
La menzione della venuta o avvento del Signare
..con tutti i suoi santi si trova in 1 Ts (ciclo C):
la s!essa prospettiva escatologica incita i crlstiani a vi-
vete in modo da farsi trovare senza al-
"J'ultimo giorno.
Come possiamo comprendere, oggi, queste vigorose
esortazioni alla vigilanza e alla perseveranza? Safanno
..effimere perch, dopo un'attesa di venti secoli, Doi non
aediamo assolutamente piu alla vicinanza cronologica
,del ritarna di Cristo? Ci sembra; al contrario, che questo
insegnamento resti oggi piu attuaIe che mi. In un roOD-
-do valto verso il futuro, in un mondo che .cambia ogni
giorno e quindi che esperimenta la precarieti . del pre-
.sente, il cristiano non e soltanto -un uomo che
ma un uomo che spera. Non puo, quindi, trovare su
perfluo - ami, al contrario - di vedersi riportato, al
termine di ogni anno liturgico, davanti a questa con
-vinzione: non solamente l'avverure non si sottrae a Do.
:ma l'ultimo giorno sara quello della manifestaz10ne
.riosa del Cristo uruversale che, nel frattempo, conduce
':tlDa vta nascosta. Altri articoli di questo volume svi
luppano sufij.cientemente questa attualita della speran-
:za, pet cu non vi insistiaroo.
3/ Antico Testamento
Le Ue letture dell'A.T. di questa prima domenica di"
Avvento sono state scelte non in funzione dd Vangelo
el giomo - come e di regola nelle domeniche per
,annum -, roa . perch esse esprimono con lirismo la
"Speranza di IsraeJe e, attraverso essa, la 5peranza ce.
:stante dell'umaniu.
del lempo di avvento
Is 2,1-5 (ciclo A) annuncia la riunificazione di tutti
i popoli in una pace che avra sconfitto ogp.i guerra.
Is 63-64 (ciclo B) sogna di un Dio che lacen il velo
dei cieli e discenda tra gli uomini.
Ger 33,14-16 (ciclo e) annuncia la formazione di
un regno dove la giustizia sara sovrana.
Due letture di questi testi sono possihili: o si rico-
nosce in essi delle profezie messianiche che il Cristo ha
cominciato a .realizzare, oppure vi si riconosce, attra-
verso il caso particolare di Israde, la speranze degli
uo.mini di tutti i tempi, il sogno utopico ma necessa-
rio di giungere un giorno ad un mondo in cui regneran-
no la giustizia e la pace, il sogno di ritrovare un paradi-
so perduto che sara il cielo di"Sceso sulla terra.
In queste diverse interpretazioni, la prinla domenica
dell'Avvento appare come l'ultima domenica della 1'a-
rabola liturgica_ Guardando verso un orizzonte ancora
l.ontano, l'uomo sogna la pace e la giustizia universali, .
utopie finalmente giunte a realta; ed cristiano evoca
le realta misteriose :roa indubitabili della parus1a e dd-
l'avvento di. Cristo nelIa gloria.
bl seconda domenica: Giovanni Battista predica la .con-
verstone
Con questa domeruca entriamo nelia storia: gli an-
nunci dell'A.T. incominciano a compiersi, i sogru del-
l'umanita trovano una realizzaziop.e. Oggi ascoltiamo:
l'inizio della Buana novella di Gesu Cristo (Mc 1,1).
11 Vangelo
L'araldo di questa Buona novel1a e Giovanni Bat- .
tista, personaggio essenziale della liturgia del1'Avvento,
presente in tutte le letture evangeliche della seconda e '
18
illt wna,io domenicale
della tena domenica ' dell'Avvento. ' Figura enigmatica,
inafferrabile, profeta mosso dalla Spirito santo, llomo '
che- abita il deserto e. sulla cui den cita tutti si interro-
gano, Giovanni il 'Precursore Don cessa mai di ditci: In
meao a va; sola uno che va non conoscete (Gv 1,26).
Questa dichiarazione, che invita ad anclare piiJ avanti, e
ferse il miglior riassunto di" tutto il messaggio dell'Av-
vento.
In-questa domenica, Giovanni Batrista dice
a tutti coloro Che l'ascoltano: Convertitevi perch il
regno dei cieli e vicino. Le tre letture. evangeliche, at-
tinte dai tre sinottici (Mt 3,I-I2; Me 1,r-8; Le 3,1.6),
ci espongono la predicazione veemente del Precursore, i1
suo appello alla conversione che dacia nelIa confessione
dei peccati e nel battesLmo di penitenza, e infine il.
S]JO annuncio che uno piu potente di lui battezzera
nello Spirito santo. Oggi come aliara, lapredicazione
d Giovanni . Battista e essenzialmente una predicazione
di preparazione e di conversione: il profeta non si ac-
contenta d annundare do che sta pe! accadere: egli
vuole trasformare i suoi uditori per renderli capaci di
accogliere' la persona del Salvatore e la venuta della sal
vezza.
2/ Epstola
Mentre i brani evangelici di questa domenica 50no
paralleli, le due letture sano divergenti.
Di Rm 14.4-9 (ciclo A) un esegeta dice: Questi
sei versetti costituiscono tre fram.menti indipendenti ...
Sarebbe tempo persa cercarvi un principio d'unith.
s
Questci testo paolino, che si leggeva una v'olta nelia' 3a
e nelia 4a domeruca di Avvento di molte delle antche
liturgie, e mantenuta nel nuevo Lezionario dell'Av-
s J. DuPoNT, Auoglienti tutti (Rm 15.4-9), in La paroltl P;t
l'flSsembletl festivtl, vol. 3, p. 2.9.
i
I
[
,.
del lempo di avvenlo.
19
vento perch presenta il Cristo come colui 'che viene a
salvare tutti gU uomini, giudei o che siano (vv.
8-9). Ma, Plalgrado il suo uso tradizionale, questo testo
composito avrebbe potuto essere rimpiazzato da una let-
tura piu adatta.
In compenso, iI testo di II 3,8-14 (ciclo B): anche
se ha pochi riscontri nell'uso liturgico, si addice penet-
tamente aquesta 2a domenica di Avvento. Da una
parte, esso proclama la pazienza di Dio che ' lascia ad
ogni uomo U tempo per operal;"e quella conversione al-
la quale invita il Vange10 del giomo; dall'altra, esso
evoca con ottimismo la venuta del giorno di Dio con
, termini molto simili a quelli che abbiamo incontrato in
1 Cor 1,3-9 e 1 Ts 3,I2-4,2. \.
E ugualmente la menzione, a due riprese, del gior-
no di Cristo a spiegale e a giustiJicale k seeita di F;l
1,4-6.8-p nel ciclo C. In 'questo testo, come pure in
quelli che abbiamo ricordato, 'si manifesta la preocrupa-
zione deli'Apostolo perch i cristiani vengano trovari
senza macchia e senz colpa nel giorno di Cristo. Sen-
za dimenticare che questo giorno designa anzltutto
quelio della .parusia gloriosa, 5i puo legittimamente pen-
sare che, nel quadro liturgico', esSQ evochi anche il gior-
no della Nativita, in cu si .commemora la venuta del
Figlio di Dio nelia nostra carne: la preparazione al Na-
tale costituisce una tappa ed un mezzo per la prepara-
zione definitivo del Signore.
3/ ' Antico Testamento
Una letttn:a dell'A.T. SI lffipon,eva per questa dome-
ruca. La profezia di Is 40: Preparate nel deserto la via
del Signore, viene citara esplicitamente- in tutti i van-
geli di questa domenica. Non ci sarebbe staro alcun in-
conveniente a far leggere ogni auno questo testo mera-
vigUoso. Si e invece, proporlo soltanto nel
20
illrzioMrio
ciclo B e assegnare ai cicli A e e due altri oracoli pro-
fetid.
ls II,l-IO (ciclo A) - che costituisce uno dei piu
bei passi del libro dell'Emmanuele (Is ce. 7-:12) - an-
nuncia la venuta d'un discendente di David sul quale lo
Spirito di Dio poseta in pienezza; questo boglio di David
instaurera un regno di giustizia e di pace, che viene de-
scritto con tratti di bellezza paradisiaca. Ritroviamo qu
quella mescolanza di speranza e di utopia giA rncontra-
te nelle prime letture della precedente domenica di
Avvento.
Bar 5,1-9 (ciclo B) e stato scelto a motivo del v.
7: Dio ha deciso di spianore 'ogni alta montagna e rupi
secolari, di colm(l1'e le valli e spitmare la ter.ra, perch.
I sraele proceda sicuro sotro la gloria di Dio. Questo
testo fa eco all'anuncio di Js 40,3-4, al quale si richia-
ma il brano odierno.
La 2a domenica di Awento, fortemente centrata
sulla predicazione inziale di Giovanni il Precursore,
puo quindi essere considerata come la domeruca della
preparazione, dell'avvio o della conversione a colui che
'.:;:i profila all'orizzonte come il Salvatore. Del Natale e
dell'incarnaziqne le letture bibliche non parlano ancora.
Ma i profeti, da Isaia a Giovanni Battista, annunciano
la venuta di uri Salvatore che inaugurera i1 nuovo mon-
do e la nuova che gli uomini hanno sempre
sognato.
b' terza domenica: Giovanni Battista rende testimo-
, nianza a GesU
n personaggio di Giovanm Battista domina anche la
liturgia della -3a domenica di Avvento, e i tre braru
evangelici sono, ancora una volta, dedicati a lui. Tutt!l-
via, un secando tema, tradizionale per questo _ giomo
del tempo di avvento
2I
nena maggior parte della antica liturgia occidentale. ha
ispirato la sceJta delle varie letture: la gioia.
11
r brani evangelici presentano Giovanni Battista non
piu come colui che invita alla conversione, ma come
colui che rende testimonianza a Gesu.
L'episodio narrato da MI II. 2-H (ciclo A) ha luogo
verso la fine della vita di Giovanni, messo in prigione
per .' ordine di Erode. Quali che siano i motivi che spin-
gano Giovanru a interrogare la sua domanda
vera diffida - induce Gesu a fare lui stesso ,la propria
presentazione: egli restituisce la vista ai ciechi, apre gli
oreccm ai sordi, guarise gli uomini da tutto cio ,che im-
pedi'Sce loro di vive-re e realizza cosl la profezia messia-
nica di Is 3"5,5-6, che yiene letta proprio in questa do-
memca_
Per il ciclo B, siccome il Vangelo di Marco non of-
rre un testo riguardante a Battista, si e fatto rkorso al
Vangelo di Giovanni, unendo in maniera assai artificio-
sa i vv. 6-8 e 19-28 del c. 1. Si tratta di aleune afier-
mazioni tratte dal Prologo del IV Vangelo (Egli non era
la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce),
e dalla narrazione, di carattere aneddotico, che faceva
loro seguito. Per quanto possa sorprendere in' un pri-
mo JI?omento, questo accostamento non e privo di ric-
cm insegnamenti. Per farlo notare, pero, hi'Sognera leg-
gere questo testo in maniera da far percepire la difIe-
renza di registri che caratterizzano le due parti di que-
sto testo. Notiamo ancora una volta, in questa pericope,
l'ammirabile avvertimento: In mezzo a voi sta uno
che voi non conoscete, che soltanto il . quarto evange
lista ttribuisce al Precursore.
6 Cf J. DuPONT, Cristo e jJ suo Precut:sore (MI Il,2-Il), in La pa-
rola per l'assemblea festiva, .vol. 4. pp. 34-3.5.
22
illnionlUio domenical:
Per il dclo e, la lettura di Le 3,10-18 e la conti-
nuazione di quena 9ella domeruca precedente (3,1-6).
Sano stati omessi soltanto i vv. 7-9 (<<Razza di vipere ... )
che potevano forse sembrare duri all'ascoltatore moderno.
Giovanru appare, qui, anzitutto come testlmone
della giustizia e dell'altruismo, che insegna ai suoi vari vi-
statori a comportarsi rettamente. Ma Giovanni appare an-
che e soprattutto came .il testimone di Cristo, che bat-
tezzera Delia Spirito e nel Fuoco. .
Dopo aver letta e rafIrontato le une alle altre queste
sei pericopi relative a Giovanni Battista, non si puo sfug-
gire aIl'impressione "di -vigare e 4i potenza, di rettitudine
e di impegno, suscitata in Doi da .quest'uomo abitata dalla
Spirito, da questo profeta che conservera con il martirio la
sua testimonianza. Facendo di Giovanni Battista il princi-
pale personaggio deij'Avvento,la guida che condu"e l'uma-
ruta verso l'incontIo con Cristo, la liturgia ci introduce
ad una giusta conoscenza di Colui che attendiamo e di cui
ce1ebriamo la venuta. Egli non e solamente un bimba che
nasce in una ma il Signore che viene a battez..
zare il mondo nelio Spirito e nel fuoco, il Salvatore Che
viene a stIappare I'uomo da ogni specie di paralisi o ce.-
cita, il savrano che viene a fondare un regno di giustizia
e di pace. .
2/ Le altre due letture
Le altre due letture di questa' 3a domenice. di Avvento
che esamineremo piu rapidamente - sviluppano 50-
prattutto il. tema della gioia, che e strettamente legata (a
costo talvolta di qualche iagliq nei testi biblici) al tema
della venuta del Signare.
Per il ciclo A, la profda di ls 35,'1-IO, alleggerita dei
vv. 6b-9, canta in terrnini paetici la gioia di coloro che
vengoDo salvati da Dio. Abbiamo giA rilevatci il rapporto
tIa i vv. 5-6 di questa le'ttura e il v. 5 del brano evange-- .
lico odierno.
del lempo di av vento
23
La lettera di Giacomo (5,7-10)' (cielo A) raccomanCla
con la pazienza nell'attesa della venuta del Si-
gnore: . una volta .di piu si deve constatare che la seconda
lettuxa, per quanto valida in se stessa, rompe in maniera
infelice la continuita tra i testi dell'A.T. e del Vangelo.
Per il ciclo B, la lettura di Is 61,1-2a.1o-II urusce an-
ch'essa, grazie all'eliminazione dei vv. 2h-9, il tema del
Salvatore e quello della gioia. Nella ptesentazione tipo-
grafica del Lezionario mente lascia sospettare che le palole
inziali della pericope (vv. 1-2a) vengano proferite dall'in-
viato di DIo, e che la seconda parte (vv. 10-II) costitui-
sea risposta della comuruta. Sarebbe auspicabile che la
maniera di leggere questo testo facesse chiaramente perce-
. pire questo elemento, altrimenti si viene a cambiare com-
pletamente il se:Q.so del testo. La pericope di 1 Ts 5,16-24
e stata scelta motivo del suo invito alla gioia e alla sua
menzione della venuta (adventus) del Signore.
Per il ciclo e, il piccolo salmo di Sol 3,14-18 cestitui-
sce un nuovo invito alla gioia, motivato dalla presenza del
Signore che e anche il Salvatore. Quanto al testo di PiZ
4.4-7 - traduzione per questa domeruca nelle liturgie occi-
dentali -, bisogna rilevare che esso motiva la gioia con
la prossimita del Signore. Nel pensiero di s. Paolo, si tratta
evidentemente. del -itorno glorioso di Cristo; nell'inter-"
pretazione liturgiea,. si tratta certamente anche del1a sua
yenuta nella .festa del Natale. ,Ma tta queste due letture e
il Vangelo del giorno sarebbe difficile trovare legame
.oggettivo.
di quarta domemca: [' annuncio della ,ntJSCta di Gesu
. La liturgia dell' A vvento non ha la preoccupazione di
seguire lo svolgim.ento cronologico degli avve.p.im.enti: la
predicazione di Giovann Battista, udita nei brani evange-
lici della 2a e della 3a domenica, . e evidentemente molto
,
jJ lezionario domenicak
posteriore all'annuncio della nasdla di Gesu, che costitui-
sce il tema teologico della 4a domenica. Solamente in que-
st'ultima domenicQ d'Avvento, infatti, le letture ci orien-
tano verso il mistero dell'incarnazione e della nativita. di
cui il Ntale festeggera la rea1izzazione storica.
Per celebrare" veramente la festa del Natale, per
trovarsi in grado di accogliere il Cristo in questa evoca-
z.ione liturgica della nativid, bisogna esservi preparad
. da una conversione simile a . quella ricruesta da Giovan-
ni Battista, e da uno sforzo per scoprire in mezzo a rioi,
nelIa vira quotidiana, questo qualcuno che conoscia-
mo ancora tanto poco e che riconosciamo tanto diflicil-
mente quando si presenta a noi non nel classico scena-
tia del Natale, roa in un fratello o in un avvenimento
inatteso . .
rl Vangelo
1 tre vangeli dei tre cicli di questa domenica si pre-
sentano come tre racconti deli'annunciazione: i messag-
geri di Dio o que! personaggio ispirato che e Elisabetta
annuciano la venuta di un bimbo che nascera da Maria
e sara nelio stesso tempo il Figlio di Dio. Di questi tre
racconti - nei quali bisogna peraltro veqere piu delle
meclitazioni tedogiche che delle narrazioni - la figura .
e que1la della vergne Maria. Bencb essa non
"prenda la paroIa, e verso di lei Che tutti gli aItri persa-
naggi si volgono ed e alla sua scuola che Doi dobbiamo
contemplare il mistero del Natale.
L'annunciazione di MI 1,18-24 (ciclo A) s'indirizza
a Giuseppe, ma ci informa soprattutto sul bambino at-
teso, che rcevera i due nomi simbolici di Gesu e di
Emmanuele, e sulla maternita di Maria ad opera del-
10 Spirito di Dio.
Le letture dei cicli B e e - Annunciazione a Ma-
ria (Le r,26-38) e Visitazione (Le r,39-45) - si legge-
vano - nelIa liturgia romana precedentemen.te alla re-
\
',;
del lempo di avvento
cente raorma - nelIe Quattro tempora di Avvento. La,
soppressione di queste, ha teso ora liberi questi due te-
sti, che, entrambi, un'eccellente intro-
duzione alla festa del Natale. Senza entrare in un com-
mento che i:l lettore trovera altrove,1 rlIeviamo la men-
zione dello Spirito santo nei tre vangeli di questa do.
meDica. Come diciamo nel Credo, e per opera dello'
Spirito santo che il Figlio di Dio si e incarnato nd".
seno della vergine Maria. e si e fatte uamo. .
da augurarsi che la riHessione dottrinale, ed an-
che la predicazione, mettano prima di tutto in luce ir
ruolo dello Spirito di Dio nel mistero del Natale Come-
anche in quello della Pasqua .
. 2/ Antico Testamento
Le letture dell'A.T. sano state sce1te in funzio9-e:
dd Vangeli di questo giorno.
La cosa risulta evidentemente per 1s 7,IO-I4 (ciclo
A), che riferisce la profezia dell'Emmanuele, citata
esplicitamente alla fine della pericope trQtta dal VangeIo.
. di Malteo.
La stessa corrispondenza spiega la scelta di JI Sm'
7,I-5.8b-XI.I6 (ciclo B), che promette a David una di-
scendenza ed un trono che durerann,o per sempre. L' an
gelo Gab'riele annuncia in effetti Q Maria che i1 bambino'
che nascera da lei ricevera il trono di David suo pa-
dre e che ii suo regno non avra fine. Al di la di
questa corrispondenza un po'. materiale, una continuita
piu profonda esiste tra la lettura profetica ed il Vange-
lo: il 50gnO un po' chimerico di David, che voleva co-
struire una casa degna' di Dio trova la sua piena rea-
1 Si vedano in La ' parola per l'assemblea festiva, vol. " gll articoli:"
di A. BoUTON, Gli pomri nome Gesu (MI .p. BBNOIT,.
Vergine e Mad,e ndIo Spirito santo (Le 1,26-38); P. E. J ACQUBMIN,.
La visitaxione (Le 1.39".45). .
illezionario domeniCJJ1e
lizzazione soltanto nelia nascita di Gesu, che fara del
suo carpo umano ed ecclesiale la sola cesa veramen
te degna del Dio i.n6n.ito.
La profezia di Mi 5,1-4 (ciclo C), che annuncia che
il Messia verra da Betlemme, non ha un legame mar
cato con il vangelo della visitazione, ma questo annuncio
-apparentememe casi preciso in merito all'origine del
Messia meritava di figurare in questa domenica dedica-
ta alle annunciazioni.
3/ Epistola
Le letture tratte dall'epistolario apostolico ci met-
tono, come sempre, su un altrQ piano. Scelte tutte e
tre perch contengono un'allusione almeno vetbale al-
la nascita storica di Gesu, le letture ci portano in reald
:ad un livelio. che non e piu l'avvenimento s.torico, ma
quello del messaggio di salvezza portato da Cristo agli
uomini di buona volanta, a quelli che accedono a quel-
l 'obbedienza alla fede che viene menzionata molto be-
ne da Rm 1,5 (ciclo A) come pure da Km 16,26 (ciclo
13). Piu genericamente, si tratta di una profonda medita-
-zione sull'incarnazione, nel suo doppio aspetto di riJam-
festazione e di redenzione che ci viene proposta da que-
ste lettuIe. .
-CONCLUSIONE
Giunti al termine di questa esame del Lezionario do-
menicale del tempo di Avvento - esame necessariamente
iUlalitiCO e quindi un poco austero - quali conclusoni
possiamo formulare?
al L'Avvento e un tempo polivalente o polimorfo
Esso non si limita assolutamente . ad una preparazione
dd Itmpo di avvtnto
al Natale. Celebra l'attesa del Salva tare e la sua venuta
contemplate nelle loro tappe successive, o meglio nelle
loro manrtestazioni divetse e complementario La la do-
menica ci orienta f>iuttosto verso la parusia, la 2a e la
3a ci rendono attenti alla venuta del Signare in tutti
i giorni, e solo "la 4a domeruca si orienta verso l'epifa-
nia della Nativita, facendone insieme la teologia e la
storia.
La meditazione e la devano rispettare
questa diversita e nello stesso tempo far apparue la
convergenza e la complementarieta di queste venute, che
hanno tuue per -scopo la salvezza dell'uomo e .
zione del regno di Dio.
b/ Rileviamo altresi il vantaggio che ha una lettura
globale dei testi delle Scritture delle domeruche del-
l 'Avvento. 11 cristiano prende conoscenza di que-
sto lezionario anDO per anno, secando 10 schema verti-
cale che gli propone necessariamente l'uso liturgico,
giunge ad avere una conoscenza solo frammentaria del
messaggio dell'Avvento. Gli ci vogliono tte anni per ve-
nue a capo di. queste trentasei pericopi bibliche, e gli Cl
vorrebbe una memoria non . ordinaria per poter con-
frontarle e fame una smtesi. Eppure . solo
una lettura globale del Lezionario domenic::ale dell'Av-
vento - almeno una lettura orizzontale di tutti i
testi destinati ad una domenica - permette di cogliere
l'intenzione della liturgia e degli autori di questo Lezio-
nario, che l'hanno visto nella sua totalita. Cosl, Una let-
tura frammentaria, sul mo delle domeniche, non puo
dare un'idea esatta della predicazipne di Giovanni Bat-
tista e della funzione che essa esercita durante questo
periodo;
Per rimediare aquesto spezzettamento, forse, non
si dovrebbe esitare a dare piu ampiezza e conouid
alle letture evangeliche, riunendo dei brani che "il Le-
zionario ha separato (pe! es., Le 3. 1-6 e 3,10-1:8). op-
pure leggendo lo ostesso giorno le due o tre versioru si-
il k-tionario domenicak del tempo di
nottiche del medesimo episodio. L'esperienza mostra
che uo tale tipo di letrura si rivela molto fruttuoso
per la percezione e la comprensione della Parola di Dio,
che non la sua dispersione in due o tre direzioni
renti. Per essere concreti, diciamo, per es., che un'as-
semblea la 'quale, alla Messa della 2a domenica d Av-
vento, udisse leggere successivamente, da due lettori
diversi, i brani di Mt 3,I-12 e Me l,l-8 accompagnati
da uo'omelia appropriata, ne trarrebbe tanto pro6uo
quanto dall'ascolto. dei tre testi prev:isti per quel gior-
no.
el Il nostro terzo rilievo conclusivo, ispirato dalI'e-
same del Lezionario domenicale dell' Avvento, concerne
in effett la di.fficolta che la maggior parte delle assem-
blee mcontta nel .capire realta e nell'assorbire il messag-
gio di tre letture. Il nutrimento e troppo abbondante e
troppo diverso per pote! venir assimilato, Quasi sempre
- lo abbiamo consta tato nelle pagine pre:denti - la
lettuta dell'epistola viene a rompere i1 legame che gli
autori del Lezionatio avevano cercata di stabilire tra il
testo dell'A.T, e il brano evangelico. E gli sforzi fatri
dal celebrante nella sua omelia per unilicarne i pezzet-
ti e rllevare le convergenze rnattese tra voci tanto dispa-
rate, Don sono forse 11 miglior .servizio da rendere agli
uditori per un'autentica comprensione della Parola di
Dio.
L'Avvento, forse piu di ogni altro tempo liturgico,
. invita ad usare della liberta prevista dal Lezionario stes-
so e ad accontentarsi spesso di due letture. Lo scopo
a cui tende la liturgia della Parola non e fagocitarci di
parole, ma di permettere che il Verbo che si e fatto carne
possa realmente porte la sua dimora in noi e nel cuote
di ogni llamo.
"
, .
2 ANDR HAQUIN
Liturgia della parola
nelle domeniche d'Avvento
Si e .spesso rimproverato alla riforma linugica dei
Vaticano II di essere ropera di archeologi preoccupati
piu di restaurare la liturgia sbarazzandola dei sovrac
carichi che il tempo le aveva imposto che non di creare
nuovi testi, da tutt auspicati come adatti ai bisogni
del Dostro tempo.
n ,Lez..ionario domenicrue - qui fermiamo. la Dostra
attenzine sulla .sezione dell'Avvento - ci mastra che
. l'ac-::usa di "archeologismo manca di sfumature e trascu-
ra i'originalidt " della nuova disposizone delle letture. In
realta, il I969. che ha visto la promulgazione del Lezio-
nario domenicale, segna una svolta nelia liturgia", ro..
mana: con esso finisce un periodo di stasi durato piil
d'un millennio, poich la distdbuzione dei testi biblici
del Messale romano di s. Pio V (in usb dal 1570 al
I9.69) .seguiva essenzialmente il lezionario romano del-
l'epo.ca carolingia.
l
Naturalmente, un confronto tra 'il Messale romano
di s. Pio V e l'attuale Lezionario domenicale de1l'Av-
vento lascia trasparire molti e1ementi di somiglianza. In-
1 c. VOGEL, InJl'oduction alfx sources du culte cbrhien au moy"en-
ge (Biblioteca degli ", SUdi medioevaJi .. , 1), Spoleto 1966, p. 327.
liturgia delta para/a
fatti, i grandi testi del 'Vangelo e delle epistole paoline
dell' antica organi.zzazi.one 'Sono stati ripresi. Ma l'A.T.
ed un buon numero di testi del N., concernenti l'attesa
del Salvatore, non erano mai stati usati nelle liturgie
domenicali. Esiste, quindi, uno progresso' voluro dal
Concilio,z che esprime concretamente: la stlma della
chiesa cattolica romana per la lettura liturgica delle sa-
cre Scritture. Bisogna pensare che il Lezionario e uno
scom.mettitore e che l'iniziativa risch.ia di fallire? L'av-
venire lo dira. Comunque -sia, bi-sogna tentare lealmen-
te un'esperienza 'di coi si potranno apprezzare i risultad
soltanto tra parecchi anni. Ma, sin d'or.a, la possibilit?l
di usare du!! o tre testi biblici e la loro grande adar-
tabilita alle esigenze delle eucaristie di -piccoli gruppi,
dovrebbe facilitare l'ascolto della Parola nelle assem-
blee liturgiche. Resta che in un certO' senso, succede ai
testi liturgici, in clo che riguarda l'atto della celebra-
tione, quello che succede ad una partitura musicale in
rapporto. ad un concerto: la sua qualita dipende in bu,, '
na parte dai suonatori e dal direttore d'orchestra.
Cerchere.mo di scoprue la rkchezza del Iezionario
dell'Avvento e suggerire aleune proposte che aiutino le
ad accogliere iI messaggio biblico come una.
parola di vira.
Non discuteremo, qui, la 6celra delle pericopi n la
loro n la loro traduzione, tutte questioni ah
bondanrem.enre trarrate nelle riviste liturgiche di questi
ultlmi anni, e nei 4iversi artiColi de La parola per ['as-
ser(lblea festiva; prenderemo il Lezionario casI eome ci
viene proposto, per rlettere sua utilizzazione pa-
storale.
3
1 Cosiilunone sulll1 sacra Liturgia, D. 'l.
l 1 testi ufliciali elle 1etture domenicali SODO ovviamente quelli el
Letionario liturgico ufficiale per l'Italia edito dalla G.E.!. - Per una
tavola sinottica elle letture ell'Avvento el, a es., i1 Messale deIla
dQmenica, a cura. di P. JOONEL, ed.. ir. di A. BUGNINI, Ancora ecc. 1973-,
pp. 3()o33
rteZ lempo di avvento
1/ LE FESTE DELLA MANlfESTAZIONE DEL SIGNORE
Bisogna partire dalle feste del ' Natale e dell'Epifa-
nia per poter esaminare la pastoraJe liturgica
to, preludio di questo periodo; infatti il significato del-
I'Avvento e in funzione di quello' delle celebrazion del
Natale e dell'Epifania.
:R nota la preistoria, nella Gallia e nelIa Spagna det
IV sec., dell'Avvento vissuto come un periodo ascetico,
una spece di quaresima che preparava al Natale.Epi-
fania e piu precisamente al battesimo, Invece l'Avvento,
pu tardivo, della litUrgia romana, preparava piuttosta-
alla celebrazione del Natale, inteso non piu come
p}ice comrnemorazione della nascita di Cristo, alla ma
niera di s. Agostino, ma nella sua. dimensione pasquale ..
come un avvenimento di salveua in Gesu Cristo.
4
-
A part4e dal tardo Medio Evo, questo Avvento ro--
mano appariva, inoltre, non solo come preparazione al
la festa della -Nativita ma anche come attesa della ve-
nuta di Cristo alla fine dei tempi. Di conseguenza, i te
sU biblic che esprimono la speranza della venuta de!"
Messia, trovano una nuova attualita.
La liturgia odierna unifica questi due aspetti, sotta-
lineando l'allargamento della prospettiva: Si tratta di
. un tempo che ha due aspetti: e il tempo della prepara-
zione al Natdle, in coi si celebra la prima venuUl del Pi-o
glio di Dio tra gli .uomini; ma e anche il tempo in coi._
mediante. questo ricordo, ' gli spi.iti si orientano versO"
l' attesa della seconda vettUta del Signare alla fine def
tempi. Per questo doppio motivo, l'Avvento si presen-
ta come un tempo di ardente e gioiosa attesa.5
4 Ci si riferista allo studio classico di P. JOUNEL in A.G. MARTI-
MORT, La Chiesa in preghiera, tr. it, del CAL di Bolo&na, Roma-
Toumai 1963, pp. 782-793, come pure alle pagine di F. REcICINGEX,.
in ]. GELINEAU, Nelle vostre ilSsemblee, oo. it. al L . . Ddla Torre e'
F . . Sottocomola, Queriniana Brescia 1970, pp. 157-62, c: ad Assembles.
du Seigneur, T emps de l'Avent, 1" srie:, n. 2,
s Calendarium romanum, c:ditio typica, Roma I969, n. 39, p. I6 ..
liturgia della parala
Come possiamo constatare, la 13 domeruca d'Av-
-vento presenta la speranza cristiana nelle sue massime
.rumensioni; viceversa piu si" progredlsce verso il Nata-
Je, piu l'interesse si concentra sull'avvenimento della
'nas;ita di Cristo.
-2/ LEZIONARIO DOMENICALE DELL'AVVENTO
Ecco come il Lezionario presenta il signilicat9 del-
"le quattro domeniche d'Avvento: Le letture del Van-
hanno una loro caratteristica propria per ciascuna
-ddmenica (dei tre anni del ciclo): la venuta del Signo-
"Te alla fine dei tempi (prima domenica), GiovannL Bat-
-tista (secanda e terza domenica); in:6ne gli antefatti im-
mediati della nascita di Cristo (quartti domenica). Le
letture dell'A.T . . sono -profezie sul MeS'Sia e sul tempo
messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le let-
ture del! 'Apostolo sviluppano i aspetti del
-mistero dell'Avvento.'
Si puo dunque dire -che due principi reggono questa
"Organizzazione: quello dell'tinittz dottrinale di una stessa
domenica lungo i tre anni del ciclo, e quella della pro-
-gressiane che va, ogni anno, dalla prima alla quarta do-
meDica. Esamineremo la pratica realizzazione di questi
'ue prindpi nei formulari domenicali.
'3/ PROGRESSIOE ':ERSO NATALE
La parte centrale di ogni liturgia domerucale e ir
"Vangelo. Nei tempi fom dell'anno - Avvento, Na-
-tale, Epifana, Quaresima, Pasqua, tempo pasquale - '
6 Le let ture dell'Apostalo contengono esortazioni ed annunci. in
-armonia 00n le Olratteristiche di questo tempo, dal tionario eriale,
E.P.L, Roma 1972., p_ XVI_
nel lempo di avventt)
33
la lettura evangelica n,on segue da una domenica all'al-
tra lo svolgimento del , testo (<<lettura continua): ' la
scelta delle pericopi risponde all'intenziane di mette-
re in rilievo gli el:ementi di salvezza che si celebrano o
che ci si appresta a celebrare.
La la domenica d'Avvento e centrata sulla venuta
del Signo re, ed i1 Lezionario riporta s,uccessivamente dai
vangeli sinottici un brano sul giorno del Signore, che
esprime un invito alla vigilanza.
La 2a domeruca presenta il Precursore che annuncia
la venuta del Regno ed invita alla conversione richiesta
dalla nuova situazione.
La "3a domenica evoca i segni dei tempi messianici:
l'annuncio della Buena novella al poveri (Mt II), la
presenza del Messia (Gv I), il nell'acqua e
nello Spirito (Le 3).
La 4a domeruca presenta " gli avvenimenti che han-
ho preceduto la venuta dell'Emmanuele, nato dalla Ver-
gine Maria.
Per intendere la progressione verso il Natale e pita
ancora mettt;re in ,'moviroento una comunita
non e cosa facile. Infatti, il pubblico delle messe do-
merucali e incostante, J'eucaristia rappreSenta un mo-
mento di preghiera spesso isolato jn una settimana som-
mersa dal lavaro. n'altra parte, la Messa. appare spesso
ai cristiani come troppo poco unitaria. quin-
di cercare di stabilire dei legami tra le varie settimane,
rico.rdando il punto centrale dell'ultima celebrazione ea
annunciando quello della domeruca in cor:so. 11 ruolo
dell'ammonizione iniziale non e forse quello di essere
questa paroIa famillare capace di ridestare l'interesse
di!ll'assemblea e di orientarla verso l'azione eucaristica,
prendendo lo spunto da situazioni o da valod umani/
7 Cj, ad es., le inttoduzioni del " Messale dell'assemblea cristiarw,
festivo, a CUIa dd Centro Cateebistico salesiano, LDC, Espcriem.e, ORo
Queriniana 1973-
34
luurgia della parola
oppure, al conuarlO, presentando la. celebrazione iri ma-
niera immediatamente dottrinale?' .
n tema principale ' delle eucari,stie -domenicali duran-
te I'Avvento pu?> essere trovata nel Vahgelo, lo abbiamo
gia detto.
9
Ma 10 si potrebbe trarre anche da altri testi,
in rapporto con il Vangelo.
Pe;- il ciclo A, per es., prendendo spunto dalla lettura
dell'A.T., si .potrebbe centrare l'insieme dell'Avventa
attorno al tema: Alla scopeTta del Dio .che salva, che
darebbe la progressione alle varie domeniche
dell'Avvento di tale ciclo:
1/ il -Signare riunisce le n.azioni Del sua Regno (1$
2);
2/ il Signare rkoncilia l'ui:verso e lo ricrea (15
u);
3/ il Signare Dio e presente tra gli uomini . (1s .
7)
Se, invece, si sceglie di prendere come tema la se-
conda lettura, allora l'esistenza cristiana apparira catat-
terizzata dalla venuta del Salvatore. n tema: Vivere
da cristrano potra essere svolto in queste quattr9 tappe:
11 il cristiano vive nelIa speranza della salvezZa (Rm
13);
21 egli attende la manifestazione di Gesu (Rm '15);
3/ e un'att'esa di ardent pazienza .(Gc 5);
4/ la 1igura di Gesu e illuminata, dalla No-
vella il Figlio di Dio (Rm x).
Se la celebrazione e I'omelia sono centrate su!-
l' A.T. bisognera; naturalmente, mostrare che la spe
rama del popolo eletto, che si allarga ora divenendo .
quella dei cristiani, e, in un certo senso giunta a pie-
nella attuale del Cristo .
8 P. ]OUNP.L, Mmak dello domenic, op. cit., 1 messali dei fedeli
'poSSODO aiutare Iilla prepartWone della liturgia poich ciascuno ha
una sua fisionoma carattensticaj si puO anche leggere B. B.u.oPPlo,
1 messali pero i edeli, in Rivta liturgica, 1974/1. ,pp. I73-I79_
9 Aquesto proposito si possooo utilmente confrontare i titoli .
che i van messali pez. i fedeli danno alle _le domeniche.
lid tempo di avvento
35
Se si segue, invece, la seconda lettura, bisognera sta-
re attenti affinch le applicazioni concrete che si po'sso-
n9 non appruono come una morale isolata del-
l'annuncio della fede.
Cetebrare non e rendere grazie Per la venuta
storica del Salvatore, fonte di vita e di gioia per tutti
gli uomini, ma anche aspettare il compiersi dell'opera
della salvezza di cu si ricevono sin da oigi le promesse.
La Serittura deve essere letta in questo dinamismo. E,
bench eomuni ai tre cicli, le orazio.ni della Messa -
partieolarmente quelle della la domeruea - mostrano be-
ne questo attuale. eammino dei cristiani verso l'ineontro
con Cristo.
Se si vuol mettere in risalto uno dei tre testi del
giorno probabilmente si dovra leggere un brano piu lun-
gOf o forse anche cambiare l'ordine delle letture, oppure
eommentare il testo scelto, passo per passo, e' poi rileg-
gerlo al termine del cornmento e terminare 'con una pre-
. ghiera fatta, COS!, con una miglior cognizione di causa.
Certe comunita, poi, si dorzano di un.ifi.eare la ce-
lebrazione domenicru.e utilizzando anche il canto pet
scandire la liturgia della Parola.
1CJ
, .
4/ UNITA. DI. OGNI DOMENICA
Qascuna delle quattro domeniche d'Avvento pos-
siede un'unita .propria e trova la sua corrispondenza nei
due altri cicli domenicali. La 2.a domeruca, che' prendia-
mo come esempio, potrebbe essere chiamata la domeru-
ca del Precursore. Grazic; alla testDloniaoza propria
di ogni Vangelo sinottico, questa domenica appare neI
medesimo tempo unica e diversa. Cercheremo di scoprire
10 Si veda la rivista Eglise qui chanle, n. 129, e N. BUTHBT, Li-
turgie de la Parola llVec chant intgre?, in Paroisse el lituTgie. ,6
(974), pp. 251-l54; Musica e A.Jumblell, n. 1, Queriniana.
1
.1
'turgia deud parola '
, .
l'unita della seconda domenica del ciclo 4" con-
to dei princlpi che 4anpo la dei testi.
Ogni formulario liturgko e una specie di costrU-
zioJle complessa ciJ.e bisogha eomptendere per tediger:ne
il piano, lavoro fondamentale e preliminru;e a ogni even-
tuale ristrutturazione della liturgia domemcale. TI Van-
gelo ne occupa il centro. Matteo riferisee -la prima predi-
cazione di Giovann1 Batttsta. Questi invita alla conver-
sione secondo la maniera di grandi profeti: blSogna
. comprendere, basandosi sulla :paroIa' di J.saia, . che gli
ultimi tempi sQno arrivati. Ma non 'Si puo limitare l'in-
vito di Giovanni alla conversione a un seroplice invito .
morale che risvegli negli uditori senso della eolpevo-
lezza: esso e in intima relazione con l'annuncio dell'im-
minenza del Regno. Comportamento che s'impone a quan-
ti aeeolgono l'annuncio della venuta ' del Regno, questa
conversione consiste in un impegno personaI.e, come han-
no compreSo coloro che domandavano il battesimo di
. penitenza e , confessavano i propri peccati. Ma Giovanni, .
orienta i eonvertiti 'verso il Messia stesso, che battezzera
nello Spirito 'santo ' e nel fuoco.
Dopo aver preso contatto con il V ci si rife-
tira alla lettura di Is II,I-IO, seelta come annuncio del
Messia: costui 6ara un re della discendenza di Davide, un
re 'Secondo il cuore -di Dio e' pieno del suo Spirit9. .
Infi.ne, si affrontera il testo di 15,4-9, nel quale
l'unita tra deboli e forti nella comunita si fon-
da su! fatto 'che Cristo ha aceolto .gli un e gli altri quan-
do .pagani. In questo modo, Paolo
che Cristo e venuto a salvare tutti gli uomini.
di queste letture da un suo pe-cu-
liare. TI testo profetico ci nell'attesa del popolo
elet1:o e ci mostra qualeosa della, 'cristiana; poi-
ch Dio e fedele alle sue promesse. Nel Vangelo, Geru
appare c9me coIui che realizza le promesse . divine: NelIa
epistola vediamo i cristiani sforzarsi ' di vivere in azione
digrazie, certi della oenevolenza divina.
L' omelia potrebbe essere in rapporto con il
"
,.
t ".
..
'< C,, ,:
37 .'
Vangelo che' propOne ue figure concrete alla nastra ri-
flessione di fede. Giovanni Battista" invita ancor oggi alla
conversione coloro che non possono avvalersi della loro
appartenenza 'al pop.olo di Dio; il Messia ci introduce
nel Regno; i giudei convertiti el danno un'immagine dei
credenti-che cercano di a$umere un comportamento con-
SODa alla loro fede. Ma ci si potrebbe riferire anche ad
altri valori: la giustizia, la pace, l'unita degli uomini' in
Cristo, come ci viene suggerito dai primi due testi. In
questo caso, si badera a Don cadete in una t.ematizzaiione
astratta e percio si evocheranno le situazioni esistenziali
presentate dalle Scritture. suggerendo la loro applica-
zione alla vita di oggi.
Terminata questo lavaro, bisognera redigere le mo-
nwoni, le introduzioni e le intenzioru di preghiera.
Le "1etture hibliche di questa Messa si pongono .in
contesti culturali e storici molto differenti dal nostro:
ima breve presentazione di questi testi si impone. 00
non ha per scopo di &re tutto o di lare dell'esegesi
precisa di ogni brano; trattarsi di un'introduzione
che apre il cammino, attira l'attenzione su un aspetto,
impedisce un rontrosenso. Il genere letterarlo delle .in-
troduzioni puo vaxiare secondo la cultura dell'assemblea,
la sua importanza, la tonali del testo biblico ed il cari-
sma del presentatore. Queste introduzioni saranoo talara
piuttosto e descrittive, tal'altra piuttosto dot-
trmali ppure esistenziali; potranno essere formulare in
frasi affermative oppure sotto forma di domanda o di
esdamazione. Se la celebrazione e unitaria, le introdu-
zioni . porranno far apparire il filo conduttore che lega
insieme i vari testi. Non si tratta di far comprendere
tuuo, ma di dirne a sufficienza perch la liturgia della
Parola non !iPpaia come una somma di formule eso te-
riche, conduse da una spiegazione che arriva trappo tardi.
Qualche volta un sottofondo sonoro potrebbe accom
pagnare la lettura. Certi test, come per es. le beatitu-
dini, si prestano anche all'Lrltervenro cantata dell'assem
blea che ne sottolinea i diversi punti.
..... ::/<:<:
.,
... .
3
8
liturgia della parola
.5 / IL LEZIONARIO DELLA SETTlMANA"
Le Messe che si celebrano durante la settimana del
periodo Avvento-Natale-Epifania sano anch'esse dotate
di leuure proprie, organizzate in un ciclo unico.
ll
Questo lezionario, destinato a completare il leziona-
rio domerucale, e stato compilato secondo i seguenti
prinClpl:
1/ durante le prime -si legge il profeta
Isaia" in forma sernicontinua. TI Vangelo mostra la
realizzazione in Ceso. . dlle promesse ricor-
date dalla prima. lettura;
2/ a partire dal .giovedl della seconda settimana, la
figura di Giovanni Battista viene in primo piano. Va
ricordato che anche la Messa della 2.a domeruca di Av-
vento riserva al 'Battista un posta centrale. Questi testi
sano compJementari: ella domeniea si ascolt.a la predi-
cazione del Precursore, mentre durante la settimana, il
Lezionario raccoglie diversi testi evangelici riguardanti
Giovanni, tratti soprattutto dalle paraje di Geso..
Nel caso in cui la liturgia della" 2.a domeDica verusse
centrata sulla persona del Precursore, potrapno utiliz-
zare alcuni elementi del lezionario feriale.
Le comuruta che celebrano la 'Messa quotidianamen-
te, desiderano spesso una catechesi sistematica e tuua-
via non priva di raccordo con i testi del .giorno. Questa
catechesi potrebne situarsi tra il sermone che segue
un piano dottrinaIe teorico e l'omella che Don mira a
sviluppare un insegnamento progressivo e complemen-
tare. I n questa prospettiva, l'A vvento sembra propizio
ad una rifIessione sul senso della speranza cristiaIl3: in
rappotto ai testi deli'A. e del N. Testamento.
Viceversa, il gruppo che celebra la Messa una sola
IJ uonarja feriaJe, ed E.P.I., Roma 1973, e anche il Messale
deU'asumblea Cristiana, feriale, LD.C. 1974.
:,'
nd lempo di avvento
39
volta durante la settimana, avra il vantaggio di sce-
gliere, per que1 giorno, due testi tia i dodici proposti
dal Lezionario: per es. , al fine di prolungare la prospet-
tiva teologica della Messa della domenica precedente.
6/ RISTRUTTURARE LA CELEBRAZIONE OOMENICALE?
Molte domande si pongono oggi in merito al funzio-
namento liturgico dell'inizio della Messa e della liturgia
della Parola.
12
Esse non sono proprie del tempo d'Av-
vento, ma perch non afIront;ule all'inizio dell'anno li-
turgico? Si e spesso tatto notare che molti gesti e pre-
gruere "-el rito di inizio e la loro relativa brevita ren-
dono difE.cile la prima parte della celebrazione. Questo
rilievo. viene ora preso in considerazione ,per le assem-
blee dei bambin; il recente Direttorio suggerisce al-
cune soluzioni per l'alleggerimento dell'inizio della cele-
brazione.
13
D' altra parte, letture domenicali appaiono talvolta
troppo numerose e, nello stesso tempo, troppo brevi, in
particolare in caso di Messa senza canto, soprattutto
quando uno stesso letrore propone tutte le !re letture
ed il testo del sa.lrp,o. Una prima soluzione consisterebbe
nel diversificare i ruoli: COlll1Uentatore, lettore,
salmista}>; ll'assemblea spetterebbe i1 ritomello reci-
tato o cantato del salmo.
, Ci si cruede anche se sia necessario eseguire 6em-
pre le letture nell'ordine indicato dal I.ezionario. TI Van-
gelo Ha il senso all'insieme delle letture delgiorno, e
dnque non arriva troppo tardi, in quanto. ultima delle
u Si veda, pex es" R. GANTOY, Le fonctionnement de la ' cUbra-
tion, in Poroisse el liturgie, ,6 (1974).
13 el Direclorium de missn cum pueris, Roma 1973, anche in
Lilurgl, 164 (1974), pp. 6-43 con annotazioni, e in OsserlJotore Ro..
mano d e ~ 21.12.1973, p. ,.
liturgi4 ddla paro/a
tre letture? la lettura deli'epistola non troverebJ:e mi-
gUore collocazione, in certi giorni, dopo la lettura del
Vangelo, nelia misara in cui essa ripor.ta la tesclmonianza
delle comunita cristiane che vivevano la Buona novena
dopo la di geSu.?
. Alcuni vorrebbero che la lettura di un test e la
sua ospiegazione fossero piu. ravvicinate; una lettura
lunga potrebbe essere letta e com.mentata frase per fra-
se, poi eventualmente riletta dopo un .periodo di silen-
zio e di preghiera.
Le di preghiera vengono regolarmente do-
po le letture bibliche e l'omelia: l'assemblea, raHorzata
nella fede .puo, a questo punto, forrou.lare le sue
de, nello spirito del Vangelo. Tuttavia, le intenzioli
formulate liberamente all'inizio della celebrazione po-
trebbero, in alcuni giorni, _ aiutare l'assemblea ad entra-
re nel clima della celebrazione: Del resto, le intenzioni
di ringraziamento avrebbero il loro posta dopo la comu-
nione.
Si pbne anche la questione di letture non attinte dal-
la Bibbia. La liturgia del1'Ufficio ha sempre usato tesri
spirituali scritti e vite di sanri, com.menti spirituali della
ScrittuIa, ecc .... : possono tesa non biblici trovare po-
sta nelia Messa? in quale momento? si possono utiliz-
zare testi di religioni non cristiane? e anche testi pro-
fani?
Non e possibile, qui, rispondere dettagliatamente a
ciascuna di queste domande. Del resto, ogni caso deve
essere esaminato separatamente. Bisognera interragarsi,
volta per volta, su! rapporto d'un testo con la celebra-
uone e sulla sua utilita per far progredire la preghiera
e la riBessione.
Non si tratta di cambiare tanto per cambiare; an-
cora me.p.o si tratta di aggiungere delle non bibli
che per passare oltre i testi delle Scritture di cu non si
riesce a cogliere il o le cui esigenze paiono
troppo forti.
Diciarno che mai testi non biblici devano rimpiaz-
nel tempo di atJ1Jento
zare O detronizzare la Parola rivelata. Ole un'asset;n-
blea sia interpellata, Del momento in cu.i essa iniria la'
celebrazione, dal ricordo di un fatto o di una paro1a an-
che provocante, puo rivelarsi utile. Allo stesso modo, UD'.
testo che facda intendere quasi UD invito . o un grido .di
afIanno potra talora indurre l'assemblea ad aprirsi di"
piu alla luce del Vangelo. Dopo la lettura del Vangelo, .
un testo di cristiana potra far capire che lat
Buona novella produce i suoi frutti anche oggi Della vi-
. ta dei cristiani contemporanei.
14
Che dire, in...ne, del ricorso ai mezzi audio-visivi?'
La . loro utilizzazione deve essere ben studiata, discre ..
ta! deve rispettare la partecipazione diretta dell'assem
blea, dei lettori, del presidente, del cantore, del coro, .
ecc. Si mirera alla qualita evitando ogni
episodica. UD montaggio prefabbricato, partico1armente,
a motivo della lunghezza, rischia di squilibrare la cele-
brazione. avra sema dubbio il suo posto migliore'
all'inizio deUa liturgia o poco prima. Non rinipiazzera
la lettura biblica, particolarmente il Vangelo, anche se-
qualche straldo delli Scrittura verra a puntualizzarne-
le ruverse parti. In breve, per usare si.mili mezzi bisogna-_
conoscere bene la liturgia, le tecruche audiovisive, 1'as-
semblea e do di cui essa ha per celebrare.
1S
7/ LITURGIA EVITA
Terminando, menzioniamo uno _ dei problemi piu at-
tuali: quello del rapporto liturgia-vita. Si sente a volte-
K Cesl alcuni testi. di MAnELElNE DEBW costituiscono un pro--
lungamento del vangelo delle ebeatitudini.
15 Il nunero di &i,ugno I973 di Paroisse et liturgie e stato dedica.-
to alla questione: dc:l mezzi. audiovisivi nella liturgia. Cf anche: il
2 di R.i.vista liturgica, 59 (1972) dedicato a: La musica nella Liturgz .
. Cf anche: la rivista della Queriniana Musica e assemblea, iniziata nc:t
I9n, oo. 4-5
-4
2
.
liturgia delill parola
affermare che la liturgia deve celebrare la vita, che la
vita e la liturgia sono rimaste sino ad ora troppo estra-
:nee runa all'altra.
n cristiano deve certamente u.n.i.ficare la sua vita. La
.liturgia non puo essere un mOmento sacro della ser-
timana, esplicitamente riservato a Dio, mentre tutto il
resto rimane profano, proprieta dell'uomo. Ma biso-
.gna poter dii-e cib che ha di speci6.co il tempo della cele-
' brazione ' cristiana in rapporto alle altre attivita del cti-
,stiano. La nostra 'epoca si caratterizza per lo spOstamen.
to delle ft'ontiere tra la preghiera liturgica e la preghiera
. personale, poich alCUI)..i testi usati Della pro-
-vengono dalla meditazione o dalla' preghiera personale;
c'e spostamento di confine anche tra catechesi e liturgia:
certe eucaristie erano considerate come un elemento o
'un'occasione privilegiata della catechesi; tra celebrazio-
'De e vita di gruppo: gli scambi di testimonianze mter-
.-personaD, crocicchi che IDvadoDo a volte la celebrazione
.-al punto da sembrare costiruime l'essenziale.
Tutto questo manif.estl certamerite. una volanta di
. :riconciliazione che non manca di importanza, ma rende
:ancora urgente il bisogno di -precisare cib che e la cele-
brazione 1iturgica_ Caricaturando un po', si potrebbe
edite che alcuni vedODO nella liturgia innanzi" tutto un'oc-
c-asione per esprimer.gi, per esprimere la loro vita, la lo-
.ro fede in Cristo, le loro aspiraziom, mentre altri consi-
--detano prima di tutto la celebrazione come un incontto
'"ed una memoria di Cristq, in seno ad una comumta, in
-una certa situazione. _ '
Nella misura in cui uno tiene ad una parte piutto-
;sto che all'aItra, sara piu o meno favorevole ad evocare
:reaIta attuaD, azioni di solidarieta, ecc.
Ogg. i var movimenti cristiani auspicano di poter
_.sensibilizzare le comunita cristiane nel quadro della Mes-
sa domerucale, .gpecialmente nell'Avvento e durante la
' Quaresim-a, poich questi due periodi particolarmente
importanti sano stati scelti, a buon diritto, per realizzare
,diverse azioni di e di solidarieta.
nellempo di Qfifienlo
43
Anche qui bisognera essere attenti alla discrezione.
Non e normale che la liturgia divenga l'unico impegno
per sensibilizzare i cristiani a tradurre concretamente la
loro fede nelIa vta.
CoNCLUSIONE
Quale che sia il futuro della celebraziolie, bisognera
sempre che i cris.tiani si interroghino su! significato ori-
ginario dell'assemblea liturgica e su! suo posto nelI'in-
sieme dei ecclesiali. Restera sempre da
vivere queste essemblee come convocate da Dio, poich
Cristo parla alla comunita quando in essa vengoDo. lette
le sacre Scritture.
11 tempo d'Avvento, che ci pone nella doppia pro-
. spettiva della venuta incessante della salvezza nelIa sta-
ria quotidiana degli uomini e ,della manifestazione del
Cristo nel giorno della parusia, invita aquesta riBes-
SlOoe.
,
riflessioni
dottrinali e pastorali
I
I
;f;
'1
"
Ij.
,-
:i
.'
3
JEAN LYON
Pensieri sulla speranza
11 LA LITURGIA, COMPRENSIONE DEL TEMPO
. La suddivisone dei tempi liturgici non risponde adi.
una fantasia simbolista; essa traduce un'idea cara a s.
Paolo: il tempo e riscattato, la grazia conferisce alla,
'Storia il suo vero ritmo, le grandi opere di Cristo costi
tulscono non soltanto gli avverumenti piu preziosi del
memoria,b> della fede, roa anche e soprattutto gli ele. :
menti d'una ' vicenda che tutti gli uomini, venendo in,
questo mondo, devono ,far propri. 1 momenti salienti
della storia 'Sacra definiscono la trama intelligibile nella,
quale s'jn.castona la storia universale.
Tale e dtillque il grande dell'amore e della .
. grazia . che si esalta in modo tutto particolare nel tempo
dell'Avvento, tempo di speranza per tte motivi: la li-
tuIga .di queste settimane rivive , la ' luriga attesa mes
sianica, ri-attualizza la gioia del Dio-con-noi, orien
taJa comunita dei credenti verso il ritorno del Signore ..
Senza dimenticare il grande sogno del popolo eletta-
e. l'originalita storica dell'incarnazione, ci basereroo par ,
tlcolarmente su questa tetza dimensione dell'Avvento. ,
Non si puo, disarticolare un ritmo che - in.
" " ,-
pensieri sulIa speranzP
tutto o in parte - venne usatb gia da s. Agostino nelle
:'sue Confessioni (la memoria - l'intulzione - l'attesa)
0 da s. Bernardo nei suoi Yre Avventi di Cristo.
Gasruno dovra tuttavia correggere la rrammenta-
"rieta inevitabile dell'analisi e, piil ancora, dovra com-
,:prendere. l'incerto muoversi del pensiero. Infatti, il pa-
radossa stesso del messaggio evangelico costringe a di-
.re in" successione di frasi una verid che si comprende sol-
:tanto quando venga ricomposta in unid.
-2/ LA SPERANZA VIVENTE
L'Avvento ofIre l'occasione, facile ma trascurata, di
_riflettere sulla . speranza; piil ancora, .forse, esso da
.casione di coglierne i frutti poich s tratta non d'una
'verita a'suatta che chiede saltanto ' la riflessione dello
:spirito, ma d'una . linfa che sale nel vecchio tronco della
.storia. N morta n dimenticata, la speranza costitW-
.see, al contrario, almeno in apparenza, uno dd dinami-
.smi pu evdenti che compongono il volio del mondo di
,domani: non un pararuso rahberciato .con le trovate degli
-deqlagi, ma un regn costruito con il sudare dell'uomo .
e che un giorno vena : rivestito di tutta la sua bellezza
,dalla gloria di Dio.
Questa energa del futuro viene esaltata
:su mille registri, defi.nita, invocata, rivendicat. Inflazio-
.De senza dubbio, e anche dissimulazione dene dispera-
:zioni e dei fallimenti, ma soprattlitto ciclone che pren-
.de a prestito dalla fecle cristiana purificata la .sua forza
teologale. Sen!:a dubbio, esiste pur sempre il pericolo
.dell'illusione, come nei preSent tempi di sofferenza in
cui, in plezzo ai rischi, s'invoca cosi insistentemente la sal
'vezza che miraggi si accendono su tutti i quattro punti
dell'orizzante. Ma satto la massa delle utopie e degli
.artifici e nel cuore stesso d'un mondo che vive di for-
:m.ule esaltanti, non si puo. forse scorgere la traccia della
ptnsieri suIZa speranza
49
trascendenza e la pura fiamma della speranza cristiana?
Giustamente e con compiacenza numerosi e grandi
pensatori (da Moltmann a Ellul) hanno sottolineato la
segreta armonia che urusce la speranza cristiana e 10
spirito moderno:'. la vera vira deve venire. l'infelita non
e inevitabile, la promessa di Dio e chiara, l'attesa fer-
vida e un lievito, il Regno viene e verra... Questa pro-
spettiva non manifesta una vile e tardiva volonta di re-
cupero. Certamente cio che viene chiamato escatolo-
gia e un po' dimenticato dalle chiese cristiane, sia che
. il loro dinamismo creatore venga ibemato sotto la ras-
segnazione, sia che esse abbiano lasciato confiscare da
altri il loro fermento d'indignazione o Iasciato spegnere
il loro irrimediabile desiderio.
La durezza della lo"tta aveva, spesso progressiva-
mente condotto il popolo cristiano fino ad una speranza
di pura attesa, oppure l'attesa aveva fatto anclare la cr-
stianita alla deriva verso fant-asmi di zelo utopico. In un
caso era collera, nell'altro era oppio.
In tutti questi movimenti ed alterazioni si sono avu-
ti imbrogli e controsensi. n primo obiettivo della litur
gia dell'.i)vven'to consiste nell'eliminare qualcuno di
questi, per . es, l'idea che la gioia sperata sia una pura
finzione, che il desiderio della vetta dispensi dai tenta-
tivi che la previsione del Regno volatizzi le
realta del mondo... Si potrebbero ritenere chiuse que-
ste questioni, ma esse ritornano ' di continuo e vengono
ribadite in modo cosi perentorio che rimaniamo sorpresi
di tanta cerita.
Invece, non esiste nella natura stessa della speranza
un tormento?, cioe una rpassione' e nel contempo un'a-
zione' che contesta cio che 'e ed edificano do che deve
essere? Cosi hanno sognato e pregato tutti i popoli mes-
sianici; cosi gridano e lottano tutti gli uomini coraggio-
si, riversando s;ul DostIO mondo - insopportabile sotto
molti aspetti - un'anima e una passione senza le quali
la vita sarebbe soltanto ' un'eutanasia continuata.
,
,

l'
\
, 1
1
, pensim sulla speranza .
I ,
3/ IL DEI SEGNI
In tutti 'gli ambienti, infatti, captano oggi queste
grandi onde ,affettive , che possono venir confuse con il-
lusioni romantiche o con parodie poetiche: l'uomo aspi-
ra ad una giustizia che non soltanto il diritto di
ricevere .quanto gli e dovuto, ma anche la realizzazione
totale dell'esistenza umana.
Ogni speranza, nella sua piu modesta ambizione,
tenta. d'interpretare ed e un inizio di trasformazione. La
speranza costituisce il primo esitante passo, attraverso
il quale l'uomo eserclta la sua facolta creat'rice e prende
dominio del suo destino e della storia.
Come quella - ', di cu s. Paolo scrive
che ha le dimensioni dell'amore di Dio -, cosi
questa speranza porta sempre piu lontano il suo fuoco
e, riguarda tutti, gli aspetti dell'uomC? e chiarisce ' tutti i
tratti del cielo e della terra. Percio il cristiano non si
affretta -a dare il nome di speranza ai sogni [olli e alle
utopie nabesche che germogliano ai nostri giorni. Al
contr!ll"io, il credente e attento a non ,congedarle prima
di averle attentamente esaminate. In queste speranze
utopicPe egli trova, quanto meno, una caratteristica che
e costante nena speranza: la rivolta contro tempo, e -
l'espressione di Kierkegaard - una passione
per cio che e pssibile.
1 secoli passati hanno conosciuto rivolgimenii di
questo tipo: certe 'sette rivoluzionarie o gruppi illumi-
nistid hanno . preso a prestito dall'escatologia cristiana
certe prospettive spesso dimenticate dalla chiesa. Si trat-
tava d'un irrimediabile esilio della chiesa o dell'impre-
vedibile ,deno Spirito che ' soBia dove vuole?
- J I
4/ 1 SEGNI DEI TEl'o.1PI.
Tutte queste speranze conclamate, celebrate O an-
nunciate posseggona un elemento in camune: que1lo di
costltuire sempre una vinaria sul destino: la felicita im-
possibile pe! 10 spazio d'un. mattina. Tutti coloro che ..
in diversi luoghi, hanno vIssuto questo tempo del mira-
colo e questa fragranza di liberta, sanno che si
tratta d'un'esperienza incancellabile. Senza dubbio si
uatta di un'esperienza fugace, e non saranno mai abba-
stanza invitati . al discernimento certi teologi troppo
frettolosi che ,confandaDo queste feste intense roa preca-
lie con. cio che l'occhio non ha ancora veduto e l'ar,ec-
cbio non ha ancora udito.
Considerando le constestazioru giovanili del '68-'69,
alcuni sano caduo nelIa stessa spiacevole identi.6cazione,
e .percio hanno qualificato il Crista come il primo anar-
chico, secando quanto dice Nietzsche nelle sue ultime
opere. Anche Hegel; quando coromenta il discorso di
Gesu sull'esemplare spensieratezza dei gigli del campo' e
degli uccelli del cielo, vede in essa una sancu1otteria
rivoluzionaria di stampo orientaleggiante.
. Ma' bisogna chiedersi: possono essere assimilati alla
speranza questo dovere di imprevidenza, queste forme
larvate o espresse di rivolta, questi sussulti liberatori,
queste attivta di demiurgi, per quanto rispettabili essi
siano?
Non dimentichiamo che alcuni grandi testi recenti
(come la Gaudium et spes la Populorum la .
Octogesima adveniens) invitano la chiesa in stato di
'servizio' a partecipare alle migliori aspirazioni umane;
e vedendo che queste aspirazioni rimangono insoddi-
sfatte, quei testi domandano alla chiesa di aiutare la
umanita ad attendere la loro' piena fioritura. Questo
invito e tanto pii.r pressante in quanto il loro messag-
'gio e in. con il fondo segreto del cuore umano.
Inoltre, a nessuno e lecito trascurare lo straordinario
,52
pensieri sulla .
ompiuto nelle chiese cristiane .perch la fede ven-
. ga ad. iscriver-si in espressioni vive e padanti; come la
Bibbia ce ne da continua testimonianza, in
con il comportamento dei profeti' che fustigano l'ingiu-
stizia perch sanno riconoscere qilale sia la vo1onta di
Dio anche nel pieno delle crisi politiche nazionali o in-
. temazionali. .
5/ LA: PAROLA DI DIo
Detto questo, bisogpera guardarsi dal dimenticare
che, nei suoi ter.mini e nel suo cammino, la speranza
llplica wi'incertezza quasi tragica. La speranza viene
vis'suta nel tempo dell'annuncio e non in quello del com-
pimento. Piu .esattamente; tra.il tempo in cu il Regno ha
trovato nel Cristo una prima realizzazione e il traguardo
della lunga marcia delI'attesa, la storia d e stata data per
rendere .ppssibili,mediante la yegUa, n lavoro e la pa-
zienza, le condizioni che rendano possibile la realizza
zione della speranza. Nell'attesa che questo avvenga,
Dio rimanda le nostre liberta ai loro compiti e ai rischi
della decisione: e a mani che l'uomo, nelIa spe-
ranza, edifica una storia nuova.
Riprendendo una distinzione sommaria ma comoda,
possiamo dire che il cristiano crede a Un Dio di pro-
messe, ma non si ' fida degli dei di epifania. Tale,
in ogni caso, e la Parola di Dio: non- culla ma spada,
ingiunzione, battaglia vissuta anzitutto da Cristo nella
. notte, e poi impegno di ciascuno, al suo live'no, contro
il male, la sventura e il maligno: do che appare irrime-
diahile viene sfidato dalla santita, negato dall'amore, tra-
sceso dalla speranza. No, "Dio non e un'idea !assicurante .
. La Parola di Dio non consente soltanto di accogliere
i segni . della speranza, quali che essi siano, per con-
rrontarli con la Tradizione come con uba sopra-memo-
tia: essa li innalza anche -ad- altezze in cu, .di solito,
.'
la politica respira assai maleo Non si giungera, pero, alla
assenxa di relazioni tra .questi segni umani della speran-
za e . l'utopia assoluta di Cristo Gesu. Al contrru;io,
queste cose saranno raccolte come frutti del potere ese!-
citato da Cristo sull'universo. La nostra patria e nei
cieli e di la . aspettiamo come salvatore il Signpre Gesu
"Cristo, il quale tritsfigurera il nostro misero carpo per
conformarlo al suo carpo in vir.tu del potere
che ha di sottomettere a s tutte le cose (Fil 3,20-21 ).
Questo basta per restiruire il loro posta e U loro
significato Q tante crisi, aspirazioni e inviti, che tropw
spesso i cristiani disprezzano dichiaratamente in nome
della purita teologale, quando non li esaltano in modo
incantatorio e. trasognato.
6/ LA SPERANZA C:OME IMMAGINAZIONE
Vi e dunque tra la speranza umana e la speranza
teologale una specie di parentela; non vi e soltanto UD
opporruno accordo di buon vicinato o una sorta di com-
promesso, ma una convergenza organica in direzione
della -salvezza. Questi fatti non possono non provocare
alcune conseguenze. .
Una di queste e meglio conosciuta oggi che nel
tempo passato: lungi da! trovare nella fecle motivi di
abbandono o di fuga - come e stato sciocca.ooente ripe-
tuto - il cristiano attinge dalla fede nuova forza per
. impegnarsi (come si suol dire) su tutti i fronti in cui
viene provocato.
Di qui proviene il recupero di qualcuno degli ele-
menti portanti della piu classica spirirualita: l'idea, pro-
fondamente bblica, che l'uomo coopera non .soltanto alla
creazione ma anche alla ri-creazione di un mondo nuovo;
la convirizione, strettamente legata al pensiero di S. Gio-
vanni, di ricercare il massimo della consapevolezza ai
vertici dell'esperienza, poich questa puo essere sia inte-
54
pt nsieri sulla speranu.
llore che esteriore, come dimostrano _alome grandi fi
gure cnstlane, eroi dell'azione o mistici della notte,
querce che vivono 'accanto neIla medesima foresta, che
stormiscono. per lo stesso canto di speranza, con la dil
ferenza che per le une tuUo e nelle radici, per le altte
tutto e nei ramio .
In questo senso, non eslstono epoche 'ift cui la spe-
nelia paroIa di Gesu e rattesa della grazia e della
gloria non abbiano ingenerato nel cristiano e nelia chiesa"
una vocazione all'azione. 1 tempi in cui il popolo "Cre-
dente sembrava lontano da ogni desiderio di
zare o di migliorare la sua 'condiziooe sulla terra, hanno
pur sempre dato. i loro frutti in altra maniera. Mai la
grazia e stata vana, anche se il ritmo di quest'azione
divina sfugge ad ogni con trolla umano.' La grazia sembra
avere anch'essa le sue stagioru: talora il Vange10 lascia
cadete la .$ua luce dalla zenit di un abbagliante meriggio
e il suo calare penetra in ogni risvolto delle nostre
vilta, tal'altra ci giungono soltanto i raggi obliqui di
questo sole e restano nell'ombra immensi spazi ..
La responsabil}.ta che scaturisce dalla speranza prende
nel nostro tempo. un posta del tutto nuovo; non si tratta
pio. di un impegno generico e astratto, ma totrue e inse-
rito nel vivo delle nostre situazioni di dolore. La speran-
za non esime da un'analisi obiettiva de11e condizioru
al contrario, essa vi ci spinge, e non in conse-
. guenza di una qualche strategia utilitaristica, roa a causa
della legge prettamente evangelica, la quale vuole che,
. ptima di combattere, si incontrino e si conoscano gil
uomini e la realta. .
In questo OSen50, la speranza diviene una sorgente iDe-
sauribile di lucidita e anche di im.m.agi.nazione sociali.
Considerare la speranza sia come combattimento inte-
riore per la giustizia davanti a Dio come voleva Lutero,
sia come lotta sociale, srontro politico e dibattito cul-
turale, costituisce un tentativo parzialmente nuovo. Su
questo punto, . tutte le spmte che, nei diversi luoghi,
tendono a inserire la speranza escatologica nella realta
pensieri sulla spertlnZlZ "
del. mondo, si mettono in relazione diretta con l'inse
gnamento delle beatitudini.
7/ L A SPERANZA CONTRO 1 MITI
L'attenzione per non disgiungere due mondi, che fino
~ d ora sono stati troppo estranei l'uno all'altro, consente
di esorciz.zate qualche risclo tovinoso. Succede, per es.,
che oggi tegni la pauta davanti ai ptoblemi soffocanti di
un .avvenire imptevedibile. Questa pauta viene non sol
tanto sapientemenre caprara, ma anche capitalizzata da
alcune ideologie molto ingenuamente ottimiste al fine
di poter presagire senza barter ciglio un futUro di cui
esse ignorano tutro. Arriva allora il regn<? della iecnica:
si supervisionano i pin recenti studi futurologici, si pero
fezionano le argomentazioni, si modula la presentazione
di questo domani delizioso ... t un costoso paccherto di
vento spedito all'UODlO dai manipolatori dell'opinione
pubblica,. come se qualche alleanza oscura di fervore di
socupato e di speranza 'invitta gettassero le loro fone
vive in avanti ... Ma verso che cosa? .
Ci si domanda come "mai tante misti.6.cazioni non ah-
biano estinto la speranza. Perch - come diceVa Malraux
dopo Stalin - -non s'intendeva che i domani da esse
cantati fossero il lungo ululato che sale dalla regione del
Caspio e che illoro canto fosse quel10degli ergastolani ... .
Non si finirebbe di fare l'nventano degli insuccess.
Ma le speranze che generano soltanto la crudezza deJ
risveglio dopo una notte di sogni, i ' messianismi di breve
durata, le rivoluzioru che si legano a trasferimenti delle
ingiustizie ... , - la speranza cristiana ha l'audacia e la
forza di riscattarU? ' Questo puo essere possibile soltanto
se il cristiano, proprio lni, ha 1ui stesso evitato certi
combattimenti di dubbio colore, se e rimasto fetito da
questi tentativi non rius<;:iti e da queste operazioni stra
zianti. Avviene spesso - come nel Cantico dei catltici -
pensieri sulla speran1!l
che la speranza viene ridata proprio mediante queste
f e r i t e ~
8/ LA STESSA POLITICA ...
Si, anche sulla strada, sempre seducente ed inebtian-
te, della politica, la speranza trova la sua occasione
storica. Esiste, nei comportamenti attuali delle chiese,
una fi.ducia e una restituzione di fi.ducia per le opere
collertive dell'uomo. Si rinuncia fortunatamente a certe
opposizioni brutali - come quelle proposte da Land-
sberg. per esempib - di speranza-illusione esperanza-
verira. Cosl quando Claudel - in Giovanna su! TOgO -
oppone la santita alla politica, egli prende questo termine
nella sua accezione piu impura, e ralforza il controsenso
sopra indicatQ che non finisce piu di pesare sull'opinione,
e cioe che dando la priorita alla predicazione del cielo
la cruesa si e allontanata dalla vita; egli resta incapace
di comprendere come .poter modificare le condizioru COD-
crete della vira dell'uomo, consacra leschiavitiJ. e le usur-
pazioni, continua ad essere inefficace in tutto ciD che
riguarda la promozione umana e l'avvento della giusti-
zia. Antonio Machado, quando disprezza la Gpagna cat-
tplica che prega e sbadiglia, e soltanto Un esempio tra
mille di questo persistente pregiudizio.
Ancor pu spiacevole e il fatto che la tradizione cri-
stiana non ha mai cessato d'insegnare che .frutti del
Regno sono pieni della linfa e della . palpa del tempo
presente, e che il cristiano non deve dunque, assoluta-
mente, barare con la setieta .della storia.
Il rilievo, copiosamentt;. fatto emergere iD. questi ul-
timi tempi, della dimensione politica dell'esperienza cri-
stiana non dovrebbe irritare o stupire nessuno, purch
quest.a prospe.ttiva sta purificara da certi lirici errad di
misura. E si vuole affrontare correttamente il gr.osso
problema dei rapporti della chiesa con il mondo, non si
pemieri suIla spera1WJ
5T
puo attenersi ad una meschina spiritualita dell'impegnoj
al contrarIo, bisogna considerare che la teologia della
speranza e inseparabile dalla relazione palltica, poich
questa va intesa - come sottolineava gia Pio xu - co-
me il luogo della piu alta carita, e non -come la maniera.
volubile ed affannosa di sistemare con le parole gli af--
fari degli altri. .
Lungi, quindi, del nutrrre sospetto o disistima neL
cnfronti della politica, il cristiano riconosce l'esistenza:..
d'uno stretto legame tra la spirituallta dell'Avvento e la_
vicenda terrena dei popoli. Non si tratta di un vento di
. secolarmazione e di policicizzazione che soffierebbe sul-
l'Occidente cristiano, n di una strategia ecclesiastica
la quale, costatando che la Parola di Dio non viene piu..
ascohata, -la metterebbe provvisodamente in ibernazio-
ne a beneficio del discorso politico, riflesso tardivo e:-
malaccorto, mirante a conferrre all'istituzione della chie-
sa una nuova credibilita. S tratta, invece, di compren
dere uno de mutamenti piu profondi del nostro secolo:
la politica non e piu solamente affare di gestione, ..
scelta di mezzi, determinazione di obiettivi a breve e ~
med.1o termine. Oggi si riconosce che la .polluca im
pegna il futuro su alcuni punti nevralgici, che la sua am-
bizione si rivolge a setrod -nuovi, che essa s'interessa ..!l-
che delle finallta essenziali della vira individuale e col-o
lettiva. .
Si faccia attenzione, pero; perch i cristiani sanno
fino a qual punto certe opzioni inte.mpestive banno im
poverito, da secoli, la -purezza del Vange10 ed ti crediro-
spirituale della loro chiesa. Tuttavia restiamo della:.
convinzione che se e yero che l'elemento politico con
serv.a la propria autonoma, e vera anche che .esso rima--
ne pur sempre legato da una strana, feconda e miste-
riosa economa alla storia della salvezza, la quale non>.
puo conoscere tempi di stasi.
pensieri sul14 speranu
:9/ LA CHIESA, DELLA SPERANZA
Tutta la carica di speranza che la chiesa, per mlssio*
:ne, deve testimoniare, trova, nelle cose dette sopra, un
campo concreto di applicazione. In qual modo? .
10 si e detto abbastanza: 1 chiesa e. luce dei popoli,
.sacramento di alleanza', mistero di unita: tuttavia que-
-.5ti terrnini., come quelli di salvezza. e di felicita,
Janp.o parte anche della definizione ddl'atro politico. E
.fin troppo chiaro che la salvezza riguarda l'uomo tutto
.intero, ch'essa si compie nena sroria, ch'essa si realizza
.in azioni collertive e in strutture di solidarieta.
In tutto questo una 'legittima autonomia regola le
.funzioni e le decisioni. La chiesa rispetta ailzitutto la .'
.responsabilita degli uotninl. Ma poi interviene in ma*
.niera critica) diaconale, profetica.
La ' chiesa ammira' i frutti della vocazione creatrice
.dell'uomo: la scopert crescente delle risorse nattirali,
.la potenza tecnica che fornisce all'intelligenza e al la-
"Voro prolungamenti incredibili. la costruzione di sistemi
.sociali e .politici sempre .piu rispettosi della personalita
uman:;l. Ma, all'interno di questo progresso, la chiesa 'fa
crescere motivazioni e" legittimazioni che conferiscono
'un significato 'a questo' progresso. La chiesa purifica le
' varie fasi di questo movimento, si assicura che le cose
temporali non vengano falsate dagli interessi e dagli
.inttighi o che si compia un travisamento delle finalira.,
si accert che le grandi -parole o i grandi princlpi non si
.prestino a slnistti disegni. Del resto, la storia ci mette
in guardia nei confronti di tutti questi rischi, e, .tra le
,altre sue funzioni. la chiesa esercita quel1a di
.depurare il _progresso da .implicazioni equivoche.
La cruesa e dunque al servizio della comuruta uma*
.na con uno stile che e tutro proptio ad essa e agisce
mediante il sacramento del laicato, il quale affina e for-
tifica senza posa le funzioru fondamentall di tutta la sua
.:muscolatura vivente, perch il cristiano opera come un
pmsieri szdla speranza
59
elemento che decide e acce!era il procedimento evolu-
tivo. In ogni caso, il "cr1stian() non dude l'esistenza qua-
tidiana, qucsta mescolanza dI. storia e di. natura, e resta
convinto del fatto che anche la materia e suscettibile
di salvezza, come gia s. Irenro diceva agll gnostici.
Uno dei recenti SLilodi .:protestanti ha rllevato che
questo impegno pub prendere la forma e il nome di
diacnia polltica. Tutravia la salvezza rimane l'og-
gctto della promessa e delJa. profe.zia. L'ordine proprio
del regno di Dici non sr sima nelio ascensionale
delia vita. Esso non si mani:festa all'estremita d'un pro-
gresso !=ome una colomba sulla punta delle dita di un
prestigi:itore. Pero il Regno coglie tuUo ciD che vi e
di vero, di nobile, di giusto, d{ Puro, di amabile, di ono-
rabile, tulto cio che puo esservi di buono nella vir!u
e nella lode umana (Fil 4,8). 11 Regno gis.
adesso il progresso tem,P0 aflinch il ,passaggio al-
l'eternita sia nel contempo rottura e pertezionamento.
Questo profetismo afferma la radicale contingenza . della
terra e l'impermanenza essenziale del tempo presente,
ma fa anche di questo parametro l'iodice e quasi II cri-
terio dell'autenticita della cuita.
Quindi non siamo liheri nei confronti del 'Vangelo
per aver ' dato il benvenuto alla ;rivoluzione; al contrario,
non si e {atto onare alla 5p<:ranza quando la si e sradi-
cata dalle fatiche dell\lOmo. L'azione, inficiata quando
surge dalla dittatura d'unsist:cm.a assolutistico, Oa3Ce sem-
pre da una visione, nel sentSo che Abelardo attribuisce
aquesta paroIa: il dinamiS.ID.O interno de1la fecle. La fe-
de mette 1 'uomo in 5tato di risveglio, ingenera un ce11:0
tipo di orientamento che va. in direzione' della vittoria,
della progressiva influenza coCorro il male, della conqui-
-sta della terra, del dominio ele; hen; e del1a
natura. Attentissimo alle siruazioni del presente - che
sano tracce dell'eterno - e alle cose visibili - che sa-
no i segni dell'invisibile -, il cristiano considera con
entusiasmo il presente tem.o di grazia e di peccato, e
60
pensim sulla spera/'l'1,il
trasforma il mondo di oggi i fruUi numerosis-
simi della 6ua mente e del SUD lavora.
Questa speranza, ben capita e impostata, non corre
piu il rischio di vedersi confusa rop. la molle rassegna-
zione o con la pigrizia spirituale; al contrarlo, essa ap-
pare come il motore stesso del cammino dell'uoIDo.
10/ CRISTO, CAPO DELLE PROMESSE
Un l empo, voi eravale senza Cristo, estranei aUe
pyomesse, unza speranza e senza Dio in questo mondo
(El 2,U). Questa inequivocabile confessione yerra fatta
da PaoIo anche ai Colossesi (1,27), ai Romani, (5,5), a
Timoteo (l,I), ecc. Cristo e la garanzia di ogni speranza:
questa affermazione rsuona in tuna la Bibbia, la qua1e,
su questo argomento, e rieca di sirnholi e di metafore.
Si comprende che cm, in un .primo tempo, da ascolto
alla parola di Dio su un argom.ento tanto fondameotale
quanto quello della speraoza, riscl un grande smarri
mento. Cio che viene insegnato dalla Bibbia non
tiene al novero degli orizzonti che ci SODO cODsueti.
Fin dal principio della storia sacra la fecle
sce la garanzia di cio che si spera; la fecle si radica nel-
promessa, che ' non e una previsione. o un pronosti-
co, ma una creazione storica, e ancor piu, una lue che
nnonda quasi in anticipo la totalita del reale.
In questo ' senso i giudei sono stati uomini cansa-
erad all'attesa. Ma e st0to un 'penaso controsenso, un
terribile malinteso, identificare questa attesa con lo
sfono, vergagoaso o presuntuoso, di scavalcare la. sto-
ria. Aliara l'escatologia viene ridatta 0 una diserzione,
la fede a una mistificazione, la' spetanza ad una maniera,
elegante e sprezzante, di alienare l'uomo e i suoi stru-
menti,
L'avverure al quale la speranza biblica rimanda, non
e completamento indeterminato. Per riconoscere la fr-
pensieri sulla spet'alf%lJ
6,
sionomia non serve la mobilitazione della fantas,ia; in-
vece e indispensabile far ruerimento all'unico memo-
riale possibile, quello di Cristo morto e risorto. R inu-
tile parlare di speranza al di fuo.ri della luce di Pasqua.
' Come non esiste" senza una nuova nascita.
Come Moltlpann ha ampiamente spiegato, esiste
un'escatologia della crace che mantiene 1'uomo ' sulle
strade della terra e ridesta nel suo cuare la fedelta in-
sieme all'impazienza.. In questo senso, la speranza e i1
motore, il ' motivo, il vigore e il tormento della stoda.
E la storia non e altro che la "lenta trasformazione del-
l'uomo e della terra, uasformazione che trova la sua
forma esemplare e il SUD vertice in Cristo risorto: gloria
del Verbo che diventa di nuovo, per ciascuno, fermento
di tras6gurazione. fino al compimento :6nale ne1 novum
optimum). ,
Si snatura la speranza se viene trascurata qualcuna
di queste tappe. La croce non si eclissa davanti al Ta-
bar come. qualcuno ha scritto, cioe se la speranza ha po-
tuto soffiire .per essere stata rimpicciolita alla meschina
misura dei bisogni fondamentali,se una cattiva com-
prensione dell'Alleanza ha fatto di Dio il consolator
degli sfortunati, non
e necessario, oggi, che un brusco
rovesciamemo delle prospettive .fini.scaper cadere nel
peccato contrario: quello . di fare di Dio l'ispiratore
delle nostre vittorie, la meta delle nostre evoluzioni ter-
rene, d'un aggiustamento perfettamente riu-
scito della sociera e delle cose.
In altri tempi certuni pensavano che .la speranza
non potesse trovar compimento snza un destino tragi-
ca; oggi si tende a confonderla con una forma di otti-
mismo prolungato' indefinitamente. A nostro awiso, la
speranza, con le lunghe pazienze deL suo combattimento,
rassomiglia piu ad una fatica che continuamente rico-
mincia che a 'una festa senza6.ne, a meno che non
lasci .posto, oifra possibilita e da senso a certe furtive
effervescenze.
La speranza cristiana, di per se, e indicazione .e mo-
pensien s/lllll speranvz
tivo d'una novita assoluta che, nel succedersi dd tempi,
testimonia l'eterna novita 9i Dio. Nel contempo, la spe-
ranza rvela il tasso di usura delle nostre eufore, e come
non ci sin mni niente d'insignificante n nelle solidatieta
che avvengono nel tempo n nei nostri comba.ttimenti
terreni. .
I1 cristiano, lungi dal vedersi proibta la contempla-
zione della penezza dei tempi - i quali alimentano in
lui la liturgia e l'eucaristia -, . viene anzi invtato Q
cooperare aquesta restaurazione universale). TI cOm-
pito della chiesa, nelia 'sua forma escatologica, non con-
siste in un'opera di morelzzazione e neppure in un ag-
giustamento comandato dall'esterno per riparare i dan-
ni di un'operazione mancata; piuttosto, la cruesa deve
mettere in cantiere umi speranza che consenta all'uomo
di prendere possesso dell'universo e di dargli un orien-
tamento che 10 conduca sino alla fine. Questo impegno
di creazione interessa davvero ogni cristiano illuminato:
uscire dalle strette ,fisiche della fame e della misera, li-
berarsi dalle lunghe pesantezze della ntura, allargare a
misura dei continenti i progressi dell'umanizzazione, e
infine soonfiggere le terribili alienazioni che ostacolano
lo :sfuro t: lo slando Jella vita.
nI UN'ULT,lMA DOMANDA
Insidie e ostacoli non mWlcano, e la gramigna abhon-
da. Non ne dubita nessuno che ha cominciato ad avan-
.zare per questa strada. Ma quale che sia il decorrere
della storia presente, attormata da notti, da vertigini, da
siccita. o da disprezzo, la speranza, quando e ptira, ci so-
spinge' verso il largo.
Tuttavia., per quanto riguarda la presente mesco-
lanza di speranza, di grma e di gloria, non si finira. mai
di commentare il legame esistente tra la venuta futura
del Regno e la necessitA di renderlo presente . adesso . .
pensieri sulla sp'eranza
63'
Alcuni ritengono che niente, nella rivelazione, permetta.
di sapere in che cosa consista questo legame. Altri ri
levano che Luce. e Mtteo, se confrontati, afirono un',
principio di soluzione; le beatirud.ini - d'indole,
escatologica in Luca, di stile concreto in Marreo - te
srimoniano la tensione che costituisce il tormento pecu-'
liare della speranza. Essa, per definizione, resta incm-
piura, come lo e anche la storia, della quale la speran-
za costituisce l'elemento dinamico. L'essenziale consiste:
nel' riconoscere che, in questo tessuto, cio che proviene'
da Dio e cio che viene apportato dan'uomo restano nel.
contempo solidali e
La speranza teologale polverizza certe tenaci idola-
trie che la minacciano sui suoi due fronti estremi, ma.
essa continua a rimarcare sia la finitezza che il valore
del' teJ:llpo. La vutil della speranza e ricca di intrapren-
denza e .di attesa" a condizione, ch'essa venga conside,ra- .
ta nelia sua vera' realta, che la vuole imbottigliata entrO'
commenti ed abitudini, ma ' ricca di promesse di salvez-
za, di occasioni di grazia, di attesa della gloria.
In questo entra una dese di rischio e di avventura.
1..0 si constata anche nelia .groria d'Israele. La speranza.
dei patriarchi trova origine in una serie di desideri d.t
carattere famillare: un pascolo, una discendenza, una.
terra. Nata su questo modesto terreno, l'Alle'<lnza su-
scita il desiderio di conoscere il donatore di queste'
cose, e accende infine la messianica, la quale:
assicura la stabilid dell'orientamento nonostante tutta.
una serie di contratten;pi, di compromessi e di smenti
te, fino a raggiungere il suo punto culminante con i
profeti, nel momento in cui la catastrofe ha estinto in-
Israele ogni Un filosofo giudeo contemppraneo'
osserVa ' anche che nell'A.T. i profeti - pur essend'
p'redicatori di cose irrazionali - s'interessru;lo con-
tinuamente di politica; ' roa .questo atteggiamento non,
proviene - come ha creduto Renan e Marx dopo di
- dal fatto che nelle societa antiche i profeti siano-
stati operosi e veementi' testimoni della lotta di c1asse,..
,
I
,
,
pensieri suUa speran'Ul
bensl dal fatto che la fedelta all'Alleanza e alla Promes-
.sa imponeva loro questo c0m?attimento politico.
:12/ . 1L RISCATTO DEL TEMPO
:La speranza conferisce un senso nuovo al tempo,
che e la trama in cui si adorna la nostra eterhita, come
.ha ben cantata Olivier Messiaen nel suo Quartetto per
.la fine di tempi. La presenza delle realta ultime tras.6-
.gura il tempo presente mutevole e fugace e gli conferi-
. sce una pcmata di valore inaudito. Ogn istante e ripie-
..no di eterno, e commistione di pazienza div.ina e di
-varo umano. Il tempo ha quindi un significato, una tra-
.roa, un'estensione guidata; esso e materia di santifica
.zione. Ma questa consacrazione non viene compiuta so-
lamente mediante il rito; essa si compie anche mediante
il pensiero e il lavoro: due esigenze che sooo entrambe

1 segni della risurrezione non si collocano mai fuori
. dalle zone temporali del1e cose visibili. La grazia del-
,I'Avvemo si trova nella storia. Percio questo bel periodo
liturgico ci fa udire ancora una volta il dialogo tr la
,grazia e il tempo, e ti invita all'azione e all'azione di
.grazia, menue Gesu - come dice Bach neUa sua Can-
.tata sulla fine del m<mdo - ci conduce verso la pie-
..nezza delle gioie.
Frattanto, la debolezza innat-a dello spirito ci COD-
sente di cogliere saltanto in misura limitata il messag-
.gio dello splendore, roa la speranza - viatico, sale e
lievito - ci concede di percepire le esili voci e gli echi,
.cosi come gli" uccelli si .aqattano alle ombre incerte della
.notte. Ma Don e una supplem.enrare debolezza dello spi-
rito quella di accettare come di pensiero e di azi-
soltanto le certezze complete e le consegne formali?
Spetta a ciascuno di noi proseguire questa riflessione
"perch. discorso fatto da uomo puo chiedere que-
penntri nd14 spnanu
sto genere di ricerca, e co che viene proposto qui non
sofIoca con un mucchio di risposte ufficiali un interro.-
gativo che rimane aperto, ardente, gia luminoso pe! la
gloria che gli si presenta come risposta.
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.' .'
4FREDERIC DEBUYST
TI significaro umano
dell' arresa
'Vattesa e la trama stessa della vita. Essa la sotten-
de di forza e di debolezza. Impazient o placida, 1'at-
tesa accompagna la vita in tutte le s ~ e ricerche, in tut-
ti i suoi incontri. Ne raccoglie i sgreti. E, di volta in
volta, il suo freno e il . suo trampolino di lanclo, la sua
memoria e il fremito del suo cuore. 1.0 sappiamo o no,
1'attesa cl conduce sempre pi\ insistentemente alla so-
glia del nostto incontto .6.nale, al traguardo della mone
e al mis,tero dell'aldila.
Poich coincide tanto da vicino con il centro stes'So
della nostra esistenza; l'attesa e, in qualche modo, com-
pletamente ,noi stessi, con le nostre qualita e i nostri di-
fetti, con le nostre certez-ze e i nostri interroglltivi, con
i nostri bisogni e ~ nostri desiden: e un mondo di pos-
sibili8. che senza posa si succedono e si accavallano.
L'attesa della primavera si differenzia' dall'attesa del-
l'inverno, l' attesa del bambino da quella del giovane o
dell'anziano. Ed esiste anche un modo femmioile di at-
tendere. che e un modo forse piu passivo ma anche piu
ricettivo, piu fiducioso di quello dell'uomo . .
Un argomento tanto vasto e anche tanto interipre
n!?n puo quindi venir aflrontato in' maniera ' analitica.
Ciascuno di noi deve ~ t e r s i riferire alle diverse carat-
I signifC4to umanO deU'attesa
teristiche del suo attendexe, al suo centro piu impor-
tante, ai suoi limiti, al giuoco profondo del suoi spazi. E
per conoscctc il sense dclPattcsa, e ferse utile afIrontare
im.mediatamente il punto centrale: l'attesa, paralizzante
o unificante, della morte. Anche se nOD ce ne accorgia-
mo, in ogni istante la morte esercita un suo inHusso su
tutte le altre attese della nostra vita.
A Jean Granier, quando ricopiava alome iscrizioni
funerarie della Via Appia ' a Roma, veniva in mente il
consiglio di BOS5uet, secando il quale e bene, talara,
mettere un ffi:tervallo .tra la propria vita e la propria
morte. Quelle 'iscrizioni della Via Appia, con la fre-
schezza di sentimenti che derivava loro dall'avere un'ori-
gine piu popolare che filosofica, aveva a ~ t o per lu
questo ruolo.
Altrettanto succedeva per que! testo tanto semplice
ed attraente, in cui una giovane doona, separata dal
marito, dopo un brevissimo lasso di tempo, chiedeva
come una grand;; gioia di poter rivedere, in sogno, lo
sposo, prima di raggiungerlo dopo la marte: 'Vi doman-
do, o santissimi Mani, di prendero cura del mio caro
macho e 'di valer essere indulgenti con lui ndle ore
della notte, casi da i>ermettere che io lo veda e che egli
mi affidi al destino, affinch io possa giungere piu dolce-
mente e pii:! rapidamente dopo di lu' .
Piu dolcemente e piii rapidamente: questa visione
dell'intervallo e dell'attesa, questa familiarita con la
morte, sano oggi molto rateo ~ tuftavia, nel sua pro-
prio orcline, I'attesa e vivente e piena di brio, di
tenerezza, di una sarta di com.movente e cieca speranza.
Questa speranza riappare piu esplicita e piu improvvisa
in un'altea iscrizione che,. in fondo, riassume quello che
pensiamo aquesto proposito: Ho vissuto, afhettando-
mi di vivere per sempre (Vixi, fcstinanr vivere semper).
Confessiamo di non essere stati a conoscenza che I'at-
tesa ultima dei pagani implicasse tanta interiorita e tanta
dolcezza. Grener pensa di poter interpretare casi quel-
I'attesa: Noi sentiamo bene che non e il desiderio infan-
68
i1 siV!ipca,to umano deU'gtJesa
tile di rendersi immortali che ha spinto coloro di cui leg-
giamo i nomi e le massime; e, invece, una grande compas-
sione dell'uomo per 'uomo; e un desiderio fraterno di
creare, in mezzo ad un mondo vac:illante e informe, qual-
cosa che possa, se strerta al cuore, donare all'uomo il soste-
gne di una definizione.1
Questa de:finizione e sufficiente? siamo veramente
capac di portarla in Doi stessi e di affidarle la qualita del-
la nostra, attesa? Sapp:iamo che esiste un tipo particolar-
mente crudele di destino il quale provoca, in coloro che
lo sentaDO avvicinarsi, una vera paralisi dell'anima. 2 il
caso, ad esempio, dell'attesa descrittaci con sconvolgente
sobrieta da Il giardino dei Fi,nzi Contini. Questo b e l l i s s i ~
mo romanzo di Giorgio Bassaru e il film trattone da Vitto-
rio De Sica tracdano.gli ultimi anni di una famiglia aristo-
cratica ebrea di Ferrata, alla vigilia della seconda guerra.
mondiale.
Isolata nel suo immenso giardino. questa famiglia riu-
msce nei suoi membri turre le qualita fisiche e morali della
lunga serie dei suoi antenati. ma essa e giunta ormai al ter-
min<;! del suo cammino e al momento del eroUo. Ognuno
dei membri di questa .famiglia e legato aU'altro da grandi
vincoli ' affettivi. e tllttavia non e meno solo davanti a1la
morte che si avvicina. Ciascuno arrende, senza parlarne
agli altri, che l'avvenire gli sveli il suo 'Volto, ma l'avveni-
re non ha volto. Tra questi membri e Mico!, malta bella,
malta intelligente, di sentimenti molto delicati, la quale
rmuta l'amore offenole da un amico d'infamia perch non
riesce piu ad im.maginarsi un futuro, e quindi si ripiega
istintivamente - in una curiosa mescolanza di fanciulla
e di donna avved.uta - sul -mondo ancora vivente dd loro
comuni ricordi, imperniatj. arrorno al grande giardino, ai
suoi albed, alle sue vecchie mura, alle antiche f0rti6ca-
ziom deUa otra di Ferrara. E quando viene l'ora della di-
partita, della deportazione, MicOl se ne va come gli altri,
con una dolcezza straziante. .
I JEAN GIENIEI., Inspirations mditeI'Tonenncs, pp. 66 ss.
".
Il tema del libro sta nel giuoco prafando, sfumatis51-
mo, di questa attesa non dispone piu di alcuna forza
di attiva, che non possiede il vigore religioso
della grande ttaclizione giudaica, che non e sospinta nep-
pure dalla piu forza vitale; in questa famiglia
ogni speranza e ormai morta.
Ma 10 e veramente? Nel prologo del suo libro, Giorgio
Bassani ci racconta una gita fatta, molto tempo dopo gli
avverumenti narrati nel romanzo, aduna necropoli etrusca
di Cerveteri. Nel suo gruppo vi era una fanciulla che aveva
posto questa domanda: la tombe antiche fanno
meno malinconia di quelle piti nuove?. Suo padre le
aveva risposto: Si capisce! 1 morti da poco sano piu vi-
cini" a noi, e appuntq.per questo gil vogliamo piu bene. Gli
Etruschi, vedi, "e tanto tempo che sano motlL. che e co-
me ,se non siano mai vissuti, come se siano sempre stati
morti. Dopo un momento di -riflessione lafanciulla aveva
.risposto: ,Pero, adesso che dici mi fai pensare
che anche gli eauschi sono vissuti, e voglio bene anche
a loro come a tutti gli altri.
Bassani fa allora un rilievo che potrebbe ben essere
la chiave del suo libro, poich dice che fu in quel giorno
ch'egli si decise a scrivere: La successiva visita alla necro-
poli, rammento, si svolse mtta nel segno della straordina-
ria tenerezza di questa frase; Era Giannina, a disporci tut-
ti a capire. Era lei, la piu piccola, che in un certo modo ci
teneva tutti per mano.2 .
SGltanto l'amore, infatti, puo prendere per mano il ri-
cordo dei morti e rilanciarli verso l'avvenire, verso l'at-
tesa e verso la speranza che sorpassa ogni speranza. E qui
bisogna citare ancora una volta Jean Granier e insieme con
lui appoggiarci a questo punto, i1 piu fragile di tutti, in
cui lo spirito e il cuore si tengono entrambi in scacco, in
cui l'amore per la vita e la sottomlssione al destino si equi-
. Ubrano in modo da prevenire un orgoglio snllsurato ed
2 GIOIlGlO BASSANI, Il gi4rdino dei Fin%i-Contini, in Il rDmanZD
di Ferrarll, Milano 1974, pp. 279 ss.
"
7
0
.
jI sjgnjficato um(J.flo ddl'aUtsa
un'umilta .. smisura.ta. Ma, egli aggiunge, il
senso dell'eterniti pagana ormai ci abbandona, e scivolia-
mo verso la comunione.l
I/ 1 TRE LIVELLI DELL'ATTESA
La vita e la morte, il tempo e l'eternita, e all'1nter-
sezione di questi due, la comunione: questo e il grande
contesto in cui s'inscrive l'esperienza umana delI'attesa.
La norma della comunione e quella della temporalita
stessa, del non ancora esistenziale, che aquesta atte-
sa apporta, nel 'contempo, un'anticipazione creatrice
(come abbiamo visto) e una sorta di vertigine o d'impo-
tenza, dalla quale essa non' pue -mai con cenezza svin-
colarsi. .
L'autenticita dell'attesa dipende da questi due fat-
ton convergenti: il livello di profondira in cui si muo-
ve, e la presenza piu o meno forte in essa ddla speran-
za. Imatti, qui, la e l'anima vivente, e il tes-
suto non lacetabile, e la sua completa assenza non puo
essere imesa che come una specie di situazione-limite . .
Dionig Vasse, fiel suo libro sul Tempo del deme-
rio ha descritto il movimento qualitativo dell'attesa 'in
rermini di bisogno e di desidenp. Sono, queste, precise
categorie, improntate a Iacan. Esse esigerebbero una
utilizzazione -molto impegnata. Qni, diciamo semplice-
mente che esse ci manifestaDo anzitutto il nestro va-
gli:bondaggio, il nostro andare sempre bisognosi di avere
in noi una sete che ' e indissolubilmente spirituale e
carnale. '
In questo nostro camminare, il bisogno va di ten-
sione in tensione, di necessicl in necessita, fino ad an-
nientare e a consumare interamente. l'oggetto o l'es-
sere ch'esso brama. n desiderio, al contrario, e una forza
l ] . GItENIEll, op. cit., p. I33.
7
l

libera trice, un insorgere che tende a spastoare se mede-
simo e l'essere ch'esso atiende. t essenziale al
derio che questo essere diventi se stesso,
doe diverso, anche correndo il richio di perderlo.
L'attesa giunge al suo compimento passando, quin-
di, attraverso la rinunda, attraverso la solitudine: La
rinunda e U.perno del movimento di conversione del bi-
sogno in desiderio. E in questa emergenza del deside-
rio dell'Altro nel centro del bisogno dell'altro, noi ri-
conosdamo l'unica sorgente sia contemplazione
umana che. si rivolge all'Altro quale esso e, sia dell'at-
tivita umana che trasforma il mondo pei fare de11'rutro
do che vorrem.mo ch'esso fosse ... S. Luca, nella paraba-
la. del
ngliuol prodgo, chiarisce con im.magini vigorose
. questo movimento. La contrazione violenta sul bisogno
di consumare il mondo, sul denaro, le donrie e i ban-
rnetti, conduce il figliuol prodigo a considerare cio che
manca a tutti questi oggetti e a constatare che essi non
possono dargli co che cerca: alIora rientra in se stesso,
rinunda a quanto andava cercando e, in questo stesso
,movimento, riscopre il Padre che non e assolutamente
l'oggett.o del suo bisogno, roa presso il quale, tuttavia,
egli trovera possihilitit. di giungere alla gioia, al banchet-
to, alle nozze, all'eredita. Que! giovane si riscopre fi-
glio nel momento in cui rinuncia, costretto dalle cose,
ciae dal loro venir meno, ad essere i1 bambino viziato
e rimpiozato, attorno al quale tutto girava ... .4
. Questa de11'attesa si collega, nel no-
stro linguaggio, alla dialettica dell'essere e de11'avere di
Gabriel Marcel. n suo commento richiederebbe dle
avessimo una vera cultura freudiana, e anche i mezzi
per tradurla e svilupparla. Bastera, forse, qu, che ricor-
mamo la . linfa" il vigore della , .sua maniera di raccontare
per animare un po', dal di dentro, i pensieri che svol-
geremo.
attesa umana, e soprattutto l'attesa dell'Al-
4 DENlS VASSE, temps du dsir, pp. 3I-32.
iJ.sif.nificato umano ddl'attesa
tro di cui parla i1 Vasse, non possono essere descritti
urucamente in terroini di bisogno o di desiderio. Noi
esperimentiamo l'attesa anche sorto forma di domanda
J
di domanda viva che ci viene continuamente posta (o
che noi poruamo a Doi stessi), e la cu risonanza nelia
nostra vita diventa un'attenzione sempre piu profonda,
sempre piu intensa. A seconda' ,dei ~ a s i , questa domanda
"diventa in noi progetto, 1egame, impegno o perlino, nel
suo . punto piu. radicale e piu autentico, vocazione per
la vita e per la mone:
Nello studio _ estremamente approfondiro che ha
cO.Q.Sacraro ai rapporti tra l'attesa e la speranza, Petro
Lain.Entralgo distingue nell'attesa tre gradi di pro-
fondita, da 1ui rapportati alla qualita e alla profond-
ra di questo impegno personale. Nel gradino piu basso
vi e I'atresa inutile - quella in cu il nastro impegnu
e per cosi ooe inesisrente, in agni caso Boscio e super.
ficiale -, ed e un tipo di attesa in mi l'uomo e prati-
camente indillerente al sua contenuto, alla realti. in-
uinseca di cio che atrende, poich aspira, anzitutto, a
scacciare la noia, a far passare il tempo.
E in effetti il tempo passa, nell'interminabile suc
cedersi di novita e di abitudini. 11 tempo passa senza
grandi gioie, senza g;and pene, e soprattutto senza che
qualcosa di ben chiaro colpisca il cenuo della vita, la
persona che rimane invece come addormentata. Si puo'
dire con ragione che questa attesa attende senza atten-
dere, che atrende invano: Colui che attende si muove
aliora verso possibilita di atteDdere che non gli compe
tono affatto; vuole che la novim di ogru singolo istanre
passi sopra di lui come una dolce brezza che accarezza
il viso d calui che cammina quasi senza toccarla; egli
desidera insomma che tutto, nella 'sua vira, sia passa-
rempo ... E questo succede abbastanza di frequente. Ci
sono molte persone, o pseudo-persone, la cu vira non
si pone al di sopia di quesro tipo di attesa inutile e con-
.tinua, al di sopra delle possibilid. oaerte senza posa dal
" .
.1
il significfltQ uml1no 'dell'fluesfl
73-
mndo. fino a quando questa attesa diventa - chi l'a
vrebbe detto? - la morte.5 .
In certo senS<? l'attesa mutile corrisponde alla cate
goria del desiderio che (come abbiamo detto) con
duce di cecessidt in necessita senza che il succedersi del-
le tensioru possa spezzarne il cercruo . .
"L'attesa inutile si ricollega anche, per certi versi, a
quello stadio di esistenz che Kierkegaard qualifica come-
estetico, roa al quale egli stesso, pur criticandolo aspra
mente, attribuisce quasi una doppia intensita: il conti
nuo rimbalzo, a volte bello e fatale, cbe caratterizza la:.
vita di Don Giovanni. Quando ha visto e sognato,
contemplato e contemplato le ricchezze di questo mon
do - egli scrive nel suo, Diario il seduttore - quan
do ha sorriso. sospirato, adulato; minacdato, desidera-
ta, tentato, pianto, sperato, vinta, perduto, aliara chiu-
do il ventaglio e do che prima era diviso in tanti pezzi
ora si riurusce in uha sola cosa, le part si ricompon-
gano in unita. Aliora la mia anima gioisce. il mio cuore
si mette a battere e s'accende la passione. E questa la
ragazza, la sola in tutto il mondo, che deve essere ma
e che 10 sara. Dio tenga il cielo, come io posso tenere
questa fandulla ... .6 .
Ecco come il seduttore vede e vive l'attesa e il suo
compiersi. In verita qui siamo in un mondo che tenta
di liberarsi sia dal bisogno che da! desiderio, e che non.
giunge mai a liberarsi perch la mancanza di continuita
nell 'amore e completa. L'espressione posso tener que-
sta fanciulla per Don Giovap.ni non significa soprattut-
to la fedelta che la paroIa suggerisce a noi. I1 momento
in cui egli possiede una donna gia l'abbandona: Un
istante prima non mi sarei occupato di lei, un ist8:nte-
dopo mi era indifferente; roa adesso _ . adesso - que-
sto istante e per roe tutta un'etemita ... .' Ma anche.
S PEDRO LAIN-ENTRALGO, L'I1Uente et l'es#Tl1nce, p .. 5 12. .
6 KlE.RKEGAARD, DiflTio del seduttoTe, ed. it. a cura di R. C a n t o n i ~
Milano 1974
2

7 lb.
74
il significllto umano dell'IlUCl
.questo istante passa. E l'avventura ricomincia di nuevo,
inde6.n.itamente. Il mondo di Don Giovanni e un mon-
,do chiuso, impermeabile alla speranza. La lista delle
sue conquiste termina al numero 1004 o 1005. e Don
-Giovanni viene a trovarsi, senza possibilicl di" appello,
.davanti alla morte. ' .
Nel pensiero di Lain.Entralgo, il secando livello
.dell'attesa e quello ,della circospe:zione. , Anche. quf tro-
viamo qualcosa dello stadio estetico, poich si
.sempre dell'uomo che esaurisce le proprie possibilicl di
-essere senza identificarsi completamente con esse: Pas-
sando da una situazione all'a1tta, quest'uomo abbando-
.na dietro a s turre le possibilita come .la palpa d'un
-Imtto ben spremuto.8 Ma lo sfruttamento, qui, diven-
tao sistematico e completo. Non e piu saltante il paros-
.sismo d'un momento. Esro, al contrario, sprerile. la
polpa del tempo, della sua stessa durata, allo scopo di
xicavame tutto l'utile che il frutto contiene, tutto que-
.sto possiede d'interessante e di buono.
Questo modo di attesa richiede una grande abilita
.ne1l'utilizzare le tecniche, esige una maniera cakolata di
-evitare gli ostacoli, di adattare i propri gesti, di ' mettere
.a proprio profitto le 'P9ssibilita degli aliri. :E questa in
.sostanza l'attesa del borghese, del senso che aquesta
Mola si clava nel seco XIX. Si' puo dire che la circospe- ' .
zione e la qualita bo:rghese per eccelleoza. TI suo cli-
ma e la s.6.ducia, e l'utopia ad essa propria e quella del-
la totale autosuHic;.ienza: . Il borghese aspira ad orte-
nere dlf che attende ricorrendo alle sue capacita perso-
.nall: questo e per lui il senso della 'precisone, dell'orga-
.nizzazione razionale e della tecnica. Appoggiand9S a
,queste, il borghese tenta di dominare il futuro, median-
'.te formule come Spero che e Attendo che, conver-
-tibili, in ultima anallsi, in quella 10rmula che' esprime il
.suo ideale e che suona: ,Faccio conto su ... . n bor-
rusconosce quindi 'artesa che e qpica della spe-
a LAlN-ENTJW.GO, op. cit. p. '13.
"
. il significato umano deU'attesa
75
ranza, .tesa fedelmente dall'espressione: Spero che. n
padrone che dice al servo: Mi aspetto che tu ti com-
porti bene, o Spero che oggi terminerai il tuo lava-
ra, ofIre un perfetto esempio del mondo borghese di
. attendere ... , modo che puo venir tradotto da due nozio-
Di: dominio della reald e utilizzazione caleolata di essa
in vista. dei propri interessi.9
Si vede immediatamente che si resta, qui, nel mon-
do dell'avere, nel quale l'attesa elimina in anticipo la
gratuita, la sOl'presa. Su! piano esistenziale, . questa for-
ma di attesa tenta, anche, di eliminare l'insuecesso, in
particolare la morte: La morte non entra nel mondo
(dei progetti) di . tipo borghese, ed e proprio questo a
determinare la profonda avversione con la quale la mor
te viene considerata. Parlare della morte in un ambien-
te borghese non e il peggiore dei cattivi. gusti?.1O
E .percio uno dei criteri pin sicuri per riconoscere
l'attesa autentica e quello di dimpstrarsi capaci di ae-
cettare .1' jnsuccesso e perlino la morte. In questo tipo
di attesa radicaJe, infatti, l'uomo vive, opera, esprime
il senso della sua esistenza personale.
Il suo progetto, il suo impegno diventano identici
alla sua vocazione. E . la vocazione, questa vace segreta
::, che chiama per nome, e tanto intimamente legata alla
. . li;bert8.. che Don e piu possibile trovarvi D la necessi-
,'l.. . ta che contrassegna il bisogno D la .previsione calcolata
f che caratterizza la circospezione. La vocazione non im-
pone niente: essa propone, e quanto viene da ess"a pro-
:,. .- posto alla nostra attesa -puo essere accettato da Doi sol-
tanto come dono d'un altro, di qualcuno, che attende
! .... }-' .. anche lui.
f-arvi fronte se nOD mediante una risposta che
r esprima per intero noi stessi, una rsposta originale, uru-
ca? In questa risposta la nostra attesa diventa creatri-
ce, forte . . delle possibilicl che gia esistono ID noi e forte
.
lIt.- ..
. '9 lb., pp. 5l3'514.
JO lb
. ., p. 5
1
4.
.
1;->
",< .
.
""-:1"'
':..o-:'\.
""-<, >:-
'-.. '
il significato umano delfattesa
anche d'un'apertura sempre maggiore ' nei confronti del
l'imprevisto, della sorpresa, dei doni che ci sorpassano.
In questa maniera Doi rompiamo con i mondi chiu-
si in cui rinchiudevamo gli altri tipi di attesa. Piu sat
tamente, noi rinunciamo ad essi, e questa rinuncia puo
essere crudele come un deserto. Ma, rileva Denis Vasse,
amare suppone, al limite, che si possa rinunciare ad
essere amati, o quanto meno che si accetti di non rive
dere il proprio vaho se non dall'altra parte
in ua novita piu forte dell' assenza, piti forte persino
della morte. Scuola di abnegazione, l'attesa diventa al
lora anche partedpazione alla creazione deU'aluo.
Kierkegaard ha scritto su questo argomento una pa-
gina meravigl.iosa: Aliara sorge quella meraviglia che
e la benedizione del cielo suU'amore di abnegazione: ...
Tutto viene accordato a mIui che non ha piiJ. nulla di
mio, per il fatto che j'abnegazione ha trasformato tutto
il in tuO ... Soltanto l'amore spirituale ha il co-
raggio di ri6utare con tanta risolutezza di possedere un
mio, e osa sopprimere completamente la diHerenza
tra il tuo e il mio; e percio questo amore giunge
a possedere Dio la propria anima ... .
... N gratitudine n ncomprensione n indiHe-
renza n clamori, n il presente n i1 futuro possono
condurre, presto o tardi, a riconoscre l'esistenza d'un
mio, o rlvelare che e stata dimenticata soltanto per
un momento la diHerenza tra il tuo e il mio; chi
dimentica questa diHerenza, la dimentica per sempre.
L'amore non cerca do che e suo: al contrario, ama cio-
che gl altri possiedono in proprio.!t
In questb sramo all'esuemo op'posto dell'anesa bor-
ghese, per la quale, al limite, esiste soltanto il mio), in
con tuno quanto pue, accrescerlo. Ora soltanto
il vera amare ama cigni llamo secando le caratteristiche
.che g sano proprie. L'uomo duro e imperioso manca
della duttilita e del tatto necessari per convmcere gli
11 Kn:iucEGAARD, Vie el regne de l'amour, ed. Aubier, pp. 287 ss.
iI significalo uma/'lO dell'atlesa
77
altri: . egli vuole titrovare in ognuno degli altri le ca
rarteristiche che sono sue proprie, vuole che tutti gli al
tri siano trasformari a sua irnmagine, siano tatri sul suo
modello. Oppure, quando riesce a fare un'eccezione
{cosa ch'egli considera come un raro grado d'amore),
cerca - come egli stesso dice - di comprendere un
solo essere. Ma che cosa ne deriva? questo
essere, egli iromagina qualcosa di preciso - e in ma
niera precisa, particolareggiata e
arbitraria
- e poi esi-'
ge che questo essere realizzi la sua concezione: Ecco
la mia irnmagine, il mio pensiero, la mia volanta. Egli
cerca cio che e suo ... Invece ramore vero, l'amore
che s'immola, l'amore che ama gli altri secando la loro
inruvid-qalita, questo amare non cerca do che e SUO).
Preferisce donare in maniera che il dono appaia come
proprieta di colui che ne e il destinatario.12 .
La vera artesa, 'artesa CIeatrice e dunque (come di
ceva Denis Vasse) quella che spera nell'altro, e ' ne spera
turto. La speranza investita nelIa persona dell'altro ti
fluisce poi su turte le nostre attese, anche in quelIe pio.
irrisorie, poich la speranza ha toccato il cuore di tutte
le nostre attese. .
,
2/ L'ORIENTAMENTO DELL'ATTESA
Lasciandosi compenetrare dalla speranza 1'attesa vie-
ne a trovare il suo vero volro. L'attesa prende un orien
tamento risoluto che congloba e precisa tutte le sue de-
f; terminazioni particolari. L'attesa diventa capace di vi-
t. ' vere il tempo quale esso e: una durara continua, un
orizzonte dalle infinite possibilita. L'attesa puo far que-
.r, sto anche nelia vira quotiruana, perlino in mezzo Q que!-
li che Rilke chiama i tappi del tempo: pe! esempio, la
k\ . perdita dei sensi, la paralisi improvvisa suscitata in Doi
1.
;;.
r;,.
; ..

., ..


'0".
--;::--
12 lb., p. 289.
i1 signficato umano ddl'attt:!<l
dall'attesa d'una persona che non arriva mai e che non
arrivera mai.
' L'esempio datoci da Kierkegaard d'un'attesa in cui
ramo:-e, divenuto creatore al massimo grado, dimentica
completamente se stesso, costituisce forse l'esempio su-
premo, queI]o piu perfetto. E tuttavia l'attesa au'ten-
tica conosce un analogo attaccamento-distacco. Lain ,
Entralgo insiste su! fatto che l'autenticita dell'attesa
non e necessariamente distrutta quando arriva una no-
tevo1e dose di" sfiducia in Doi stessi: Beco un uomo,
scrive, che agisce riso1utamente nelia liea della sua va-
cazione e dubita di riuscire ad ottenere cio ,che si atten-
de da quello che ha iniziato a fare: Che cosa attende
quest'uomo? Limitato o geniale ch'egli sia, e pero crea-
tore. Egli non ricerc-a il piac:ere o l'interesse con- cui
si accompagnera il compimento delle sue previsioni;
ricerca invece la creazione - che non puo mai essere
prevista per in"tero - d'un'opera personale. Il suo in-
successo di adesso non puo essere asso1uto.. Uno' scrit-
tare guarda con tenerezza, cioe senza disperazione, anche
la meno riuscita delle sue creazioni ... .
Questo e vero per le cose quotidiane apparenteme.n-
te piu banaJi: , Noi tlJ.tti possiamo essere 'creatori' della
nostra vita quotidiana, e nessuno ignora che e cosi dei
veri artisti.13 '
PUO accadere anche che la s:6ducia f i n i ~ per preva-
lere anche nei confronti dell'attesa autentica. Anche sen-
za arrivare alIa sfiducia, la speranza si tramuta alIora in
angoscia, disperazione coraggiosa e attiva di fronte al
misiera indecifr.abile della 'vita.
! questo il caso 'di Rilke, di Van Gogh e di quanti
sembrano aver deciso tina volta per' tutte di con'tinuare
a creare con il solo sostegno della radicale ed indissolu-
bile incertezza per do che riguarda la realta del 'sem-
pre', al quale essi aspirano dal profondo del loro ess'e--
re. Non si puo rure che essi siano assolutamente certi
13 LAIN.ENTLuGo, op. , cit., p. 5Z2,
il signifiCtlto umano dell'atlesa
79'
che non esiste un 'sempre' per l'.essere; non' si pub.'
neppure asserire che abbiano del tutto smesso di creder-
. vi... ma rimangono incapaci tramutare in. fiducia la
pesante sfiducia ontologica che domina U loro spiritO,14!
Nell'ambivalenza essenziale in cui deve vivere, 131
speranza viene ces!. ridotta al minimo, ma non e di-
strutta: Dal SUD profondo rifugio, questa speranza
influenza fortemente l'intera realtA dell'uomo, e questo>
continua a dedicarsi - in maniera continua' o disconti--
nlla - '- al compito di cOstrUire da creatore la propria
vita. Per quanto disperata sia, la disperazione continua:
pure sempre a sperare.1S Essa resta, ciae; aperta m.
qualcosa d'inaueso che resta sempre possibile:
... Ved.i, gli alberi sono; le case da noi abitate permangono. Mal
noi pass.iamo accanto alle cose. E tutto cospira a metterci a:
tacere, un po' per vergogna, un po' Pes non si sa quale inespri-
mibile speranza .. .1
6
Questo aldila di ogni preV1Slone di cui parla Rilke'
nella sua seconda Elegia fa anch'esso parte dell'attesa .. '
PoSsiamo anzi considerare questo come una possibilita-.
di fame Wla pura attesa, secondo' che l'esprimono iD
maniera estremamente impegnativa questi versi del
de poeta T.5, Ellot,
Ro detto alla m!a. aninla: taci, e attendi seoza speranza perch'
a: speranza sarebbe, speranza mal collocata: attendi senza amore
perch l'amore satebbe mal collocato; rimane la fede Ill.a la fed.e-
e l'amore e la speraoza stanno tutti. nell'attesa,17
Meglio .forse di Rilke, Eliot si volge verso 'U punto-
lo" sorgivo in cu l'attesa si apre aIl! vera speranza, alla
' speranza seconcla, a quella che puo emergere soltanto-
f"l.
14 .l b" p. :>24.
. : Ib"M
P
, ',.24 D El
:' .. . ' R. . RlLKE, ie zweite egie.
f. ' 17 TS. EUOT, Quatlro f1ltlrtetti, tt. ir. di F. Donini, Milano;
' 197
z4
, pp. 3,.-37
k
.

3'.'

...
',-; .
',,... ,
',_: . '
;So
. il Slgni!icllto umano ddl'attes&.
. .dall'altro lato del deserto e ciella perdlta di ' se medesimi.
Ovviamente, questo non significa che la scoperta sia
.sempre immediata .e completa. Newman, per es., prima
..di comnciare la sconcertante avventura del movimemo
di Oxford, ha conoscuto la notte d'un'attesa partico-
larmente diflicile. E quando si fece un po' di luce, egli
non oso credere che essa 'pOtesse rischiarare piu d'un
.passo per volta: lo non chiedo di vedete lidi lontani -
:sctisse in un celebre poema - , mi basta un solo
Qualche auno piu tardi, egli s'imbatte in una situa-
:zione analaga: l'attesa dolorosa, silenziosa, segnata da
molte totture, che precede la sua t;O!lversione al cattoli-
.cesimo. Srupisce vedete, ancora una volta, che
-compenetrata di speranza e sempre segnata da due ca-
ratteristiche: una pazienza senza limiti, aperta Q . tutti
.gli eventi, a tutti i segni che possano indicarle la. rotta
-da seguire, e nel contempo una preparazione attiva, pro-
fondamente perso!lale. In Newman si tratta d'una ti-
cerca malta precisa ' che sfocera nel SU? libro sullo Svi-
.tuppo, ma forse si tratta soprattutto della profonda pre-
ghiera che l'accompagna e della quale e ovviamente im-
possibile misurare l'impatto.
Quando si trova privato della diretta partecipazio-
.ne ecclesiale, Newman vive un tipo di preghiera di ca-
:rattere schiettamente monastico. Dopo molti aonl. egli
vede nella liturgia, nel culto, nei sacramenti, una pre-
parazione, cioe un'aI;lticipazione reale dell'ered.iti dei
.santi: Bench io non lo veda, tuttavia pOsso essere
in 1ui, proprio per imparare a vederlo. E mediante i sal-
-mi, i cantici, la lode e il riconosci.mento, imparo la mia

parte. .
Al termine di questa lunga attesa; egli confronta la
'sua entrata nella Chiesa ad un'andata in alto mare
., going out to the open sea). Questo pensiero
18 NEWMAN, . Worrhip 4 PrepartJJion lor Chrisl'r Coming, PtlrO-
.chi4l rmd pzjn Sermo1lS, V, p. 10 (d le Opere, a cum di M. Rap..
chetti, Frreoze 1974, vol. x).
8,
r. .sponde .con esattezza all'esperienza di aper-
o ta .descritta da Laill-Entralgo" quando dice che il pre-
o sente della vera speranza si colloca tta ,la sospensione
61 di sopra dell' abisso che e presente nell'angoscia, e .
l'esperienza vissuta della pienezz che e un'antidpa-
zione reale della fdicita definitiva.19. Questa spera:nza
non Timane, del resto, un'esperienza solara; essa e
speranza. vissuta con i fratelli nelia co-
munione -spirituale, e tuttavia incamata e temparale,
. della chiesa.
In questo modo l'attesa e finalmente una tappa as-
soluta -di unificazione di tutto il nastra essere - ani-
ma, cuate, spirito -; e il movimento segreto e opero-
so d tutta la persona con dei suoi rapporti in-
terpersonali. t chiaro che per continuare nelia debolez-
za a costruirsi (e non -a disperdersi. a distruggersi), la
speranza deve operare un continuo sferza di purifica-
zione. Al limite (roa allora bisognerebbe parlare piiJ. d
"do/Jo che di sforzo), la speranza, dovrebbe poter accet-
tare una vera rigenerazione.
Nella Div.ina Commedia Dante si e trovaro davanti
al compito estremamente delicato d descrivere questa
artesa perfetta, questa purificazione radicale delle ani-
me che si avvicinano a Dio. Il fatto di trattare la que-
.stione piti da poera che da teologo gli consente di co-
gliere sfumature e risonanze. meravigliosissimamente
umane.
All'inizio del Purgatorio percepiamo subito il com-
pleto cambiamento di atmosfera che ci divide dalle espe-
rienze precedenti (per Dante e la travesara del1'Infer-
no). Tutto diventa irnmensamente calmo, ampio e limpi-
do. La distanza tra noi e la tetra, tra noi e il ricordo
. dei nostri peccati, cresce. Questo diventa anzitutto
un'atmosfera di solitud,ine ineHabile, di silenzio, di di-
stacco da turto do che non e Si scopre un
cammino per il quale ci si avvia senza esitazione. con
una liberta alimentata da un profondo desiderio, verso
l' serondo, l'unieo essere veraee, nel quale la
vita comincia a scaturire somigliante a una sorgente
purissima. Tutt'intorno si estende una spiaggia sconfi.
nata, e lontano -si vede l'incresparsi del mareo Poi, poco
a . poco, emerge la montagna, l'altissima montagna, che
fa venrre- in mente la vertigine della sua scalata, e la cu
cima sembra impossibile a raggiungere, impossibile per-
sino ad immaginare. .
In questo caso l'attesa dipendera completamente da
Colw. che ci guida, e tuttavia -ne.ssuna parte, sia pur pie
cola, di sfrzo verra risparmiata all'anima che le si do- '
na: . la. -sua gioia, la sua speranza, la sua tenerezza
no ormai direttamente proporzionali alla sua sofferenza.
In questa continua salita ti sono momenti di grazia
(;: momenti di tregua, hei quali l'attesa, indipendente-
merite da qualsiasi sfrino percettibile" diventa in qual-
che modo attesa pura. Limitiamoci, qw, a rieordare l'ini-
'zio del canto vni
J
che ci riporta al contesto di preghie.
ra (e in particolare di preghiera liturgiea) .gia ricordata
a proposito di Newman.
Siamo all'ora del crepuscolo, allo seendere della se
ra. Le anime dei trapassati si radunano in una piccola
tomba scavata nella roccia, e in essa si preparano a can-
tare la Compieta e a traseorrervi la norte. Questo pre-
ludio Marusiaco, farto tutto di desiderio umile e pro- .
fondo, contiene insieme il movimento dell'anima che
aspira' alla patria celeste e ' la .nostalgia, un poco doloro.
sa, ae1 pellegrino per la sua patria terrena. Aquesto
punto, rivolgendosi verso il cielo fattosi ormai buio, una
delle anime intona l'inno di Compieta, Te luds ante ter-
minum, segulta da tutte le altre anime. con una tensione
ma anche con una fiducia cosi infinitamente doId,. che
Dante viene. a trovars' ai limiti dell'estasi, completa-
mente preso dall'onda della preghiera.
, Questa anticipazione della felicita finale riel 'pieno
meno dell'attesa costituisce aneh'essa un elemento di
purificazione_ Nel corso di ogni notte, al fine 'di
il signific4to umano JeU'attesa
ravvivare e intensificare ancora pl'U la loro speranza,
le anime vengono sottoroesse al tentatore, che non le
ormai pill, roa di fronte al quale esse CO.Dservano
pur sempre una sorta di timore silenzioso .in.sieme con
la cerrezza dell'aiuto divmo. E tutto il gruppo (<<quasi
aspettando, pallido e umile) resta la, immobile, senza
proferir parola, aspettando che il duro momento della
tentazione si fonda nel profondo silenzio che fa seguito
alla preghiera della sera. '
CoNCLUSIONE
Ghi non spera
non incontra mai qualcosa di insperato (Eraclito).
L:attesa paradigroatica descritta da Dante nella Di.
vina cQmmedia e un' attesa personale,
ma nel contempo e un'attesa di comunione: la comu
nione sempre piu vasta, sempre piu forte, sempre piu
pertetta che si . completecl. definitivamente nella grande
rosa del Paradiso. Unendo insieme i temi della
zione e della preghiera, della sofferenza e della gioia,
dell'interiorita e della piera, della speranza e della lotta,
Dante ha presentato cosi uo'attesa completa, l'attesa
che dovrebbe poterci completamente unificare.
Proprio aquesta attesa uni6catrice dovrebbe aspi.
rare la nosUa visione completa dell'anno liturgico, con
i . suoi tre grandi periodi di preparazione e di attesa: Av
vento, Quaresima e il lungo segwto delle domeniche
per annum, che conducono alla consumazione dei temo
pi. In queste stagioni liturgiche sono rlconoscibili colo-
razioni diverse, a seconda che vengono maggiormente
accentuate la trascendenza, la riconciliazione o lo sfono
quotidiano. Ma piu .importante e notare che l'attesa,
. in ogni tempo, e chiamata a diventare completa: foro
te di tutta la sua autenticicl umana e tuttavia iniera-
,
il signifcsIO umano dell'attes"
mente abbandonata al soffio dello Spirito, ciee ' ad un
dono che la sorpassa radicalmente.
L'attesa di Natale giunge alla sconcertante sorpresa
della mangiatoia; l'attesa della Pasqua conasce l'immensa
e duplice sorpresa della marte e della risurrezione .
. Quanto alla consumazione dei tempi possiamo dire
saltanto che essa ofIrlia alla riostra attesa do che oc-
cmo mai vide e che orecchio mai udi (I Cor 2,9) cioe
. cia che la nostra attesa, sia pure con le sue esibiliss:-
me antenne, e incapace di prevedere, incapace di pre-
parare.
In definitiva, la vera attesa dovrebbe insegnarci a
sviluppare - e in misure. scon.6.nata - le. nastra ca-
paadl di sorprenderci. L'attesa stessa guida questo giuo-
co. E mediante lo stretta o largo tessuto della vita
quotiruana, l'attesa non finid mai d'interpellarci.
"
5
RENE LA:URENUN
Giuseppe e Maria.
IJ.odelli di disponibilita
Dopo i profeti e Giovanru Bttista, la quarta do-
menica di Avvento ci presenta Giuseppe e Maria come
coloro, che, in primo piano, banno preparato la nascita
di Cristo Gesu.
Questi immeruati testimoni del'inizio della
da umana di Gesu si mettona in mezzo ai poveri, a co-
loro che 110n hanno prestigio, a coloro che SODO ignora-
ti dalla storia. Essi non hanno lasciato D discorsi n ca-
struzioni n opere spettacolari. Ess hanno inserito Cri-
sto nell'oscurita d'un villaggio malfamato: Da Nazaret
pub venire quolcosa di buono? (Gv 1,4).
Proporre Giuseppe e come modelli non e
una cosa luan moda? Nel tempo in cui la chiesa s'im-
pegna in ut;la mistica dello sviluppo, essi. appartengono
ad un mondo' di sottosviluppo. Questo modello non'
riscrua di farci assopire in una tenerezza idealista e quie-
tista, che ci esime dal cambiare le condizioru miserevoli
dei poveri, nell'inconscia autogiustificazione che erano
proprio quelle le condizioru nelle quali Gesu e nato?
:t:. chiaro che Giuseppe e Maria, come tutti i ved
poveri, non hanno goduto di essere poveri e banno loto
tato ogni giomo per tentare di reali.zzare una v.ita piu
umana, non soltanto dallato spirituale ma anche da quel.
86
mariIJ modelli di disponibiJitJ
lo materiale, che ne e inseparabile. Questa situazione di
Cristo, inserito -Della famiglia umana per mezzo della
famiglia del carpentiere di iNazaret, conserva un suo si-
gnificate: Cio che deve distinguere il cristiano non e sot-
tanto la cura dei poveri, ma il senso dei valori e delle
molte forze che sono in essi. La nostra coscienza eede-
siale porta il peso del fatto che, da piu di un 5ecolo -
da Marx a Mao - coloro che banno percepito e fatto
valere, in forma massiccia, queste realtil sano stati gli
atei. Ancora troppo spesso 10 sviluppo viene pensata in
termini di fondi monetari e d pianificazioni progettate
senza il risveglio e la cooperazione delle
'{one di base. Una decina d'anni fa, in Brasile, Paolo
Freire aveva lanciata un piano conforme allo stile evan-
gelico, che si .prefiggeva di partire dall'analfabetismo '
delle masse, per arrivare alla loro coscientizzazione e al
laneio di leaders presi dalle ' stesse file popolari. Ma in
Brasile - uno dei piil cattolici nel mondo - l'inizia-
tiva venne bloccata e i suoi promoton furono esiliati.
Lo sviJ.1,lppO tecnocratico, che arricch.isce i ricchi e impo-
verisce i poveri.
La situazione di Giuseppe e di Maria tra i poveri
di Jahv, ai quali Dio si rivolgeva per suscitare il Sal-
vatore del mondo, conserva un SUD valore da questo
punto di vista. .
Ma non Pl,lt sempre una cosa ridicola cercare
dei modelli in Giuseppe e Maria, dato che non sapph-
IQO fIlolto di essi, e che il nostro , tempo e il mondo in
cID viviamo sano diventati tanto di.fferenti dai loro?
La trasformazione attual:e pone questo problema in
tenini sempre piil acuti. Un secolo, o anche soltanto un
mezzo secolo fa, la condizione della donna non era mal-
ta diversa di quella dei tempi di Gesu. La doona non
votava, non aveva accesso alla cultura, poteva essel'e
descritta soltanto come sposa e come madre, mentre
non ci sarebbe mai sognati di descrivere l'uomo come
sposo e come padre. Inoltre, Maria e una sposa di uF?
tutto particolare, ed e la d'un Figlio che e un;-
' C'. ' -
e marl4 modeUi di disponibiliu
{:O in' tUtti i 'sensi della parola. E aHora modello
vergnale non e un modello artificioso, addirittura dan-
DOSO per tutto i1 resto delle donne?
In una paroJa, Maria non costituisce un modello,
meno che mai un -modello alla portata .di tutti. E tut-
tavia Maria testimonia alcuni tratti fondamentali che
stanno alla radice 'stessa dell:a storia della salvezza, e che
caratterizzano l'41tera .salvezza. Sotto questo aspetto, b.
storia di Maria contiene un'ispirazione sempre valida,
un modello dinamico che sta alle fondamenta della vi-
cenda che noi viviamo in Cristo. E proprio questo il li-
vello in cui la liturgia ci propone la Madonna: aeco-
glienza, disporiibilita attiva di fede e di carita a Dio'
nella trama d'un 'umile storia umana, dalla quale, tutta-
via, si e sprigionato, .in maniera esemplare, cio che e
essenziale.
Tutto questo ci . invita a prendere le distanze da}
tema classico: Maria, mOdello della donna. La for-
. mula stessa un interrogativo perch modello e
un . termine stimolante che ha provocato nelle scienie
umane moIti dibattiti nei quaU la Madre di Gesu non ha
trovato il suo posto.
Anche per quanto riguarda Gesu la tradizione cri-
-stiana parJa piu del dovere di ' seguirlo che .di imi-
tarlo (Mt 4,20.2'22'5; 6,1; 10,I9.22.23; 9,9.2];. IO,
38; I2"I5; I4,I3; 16,24; 19,2.21.27.28, ecc.; per quan-
to riguarda la donna, 27,5'). Giuseppe e Maria hanno '
realizzato per primi questa sequela Christi fin dall'ini-
zio: in quell'evento fondamentale che e la nascita di
Dio in mezzo agli uomini. Essi si sano' impegnati sulle
diflicili e imprevedibili vie (Mt I,I9; 2,I3-I8; Le 1,34.
39; 2>4-7.33-35.48-5) dell. poverta (Le 2,7.24).
'Anche 'Doi dobbiamo far nascere Cristo, oggL 11 COI"
po di Cristo, che e. formato nsicamente dalla Ver-
gine, nutrito, accolto e allevato nella sacra Famiglia, og-
gi deve formarsi misticamente e collettivamente nella
Chiesa e nell'umanicl. Il Cristo non 'e ancora nato. nel
nostro mondo, nelIa nostra stona. La festa del Natale
88
e maria madtUi di disponibilitJ
che si avvlcrna, si svolge negli alibi della consumazione
finalc. Il mcssaggio evangelico - come una volta l'an-
nuncio fatto a Giuseppe o quella fatto a Maria - ci
invita a identificare illuogo e le vie della nascita, di Ge-
su, oggi, in mezzo agli uomini, mediante la fecle, la giu-
5tma e l a carita.
II GIUSEPPE, MODELLO DI DISPONIBILITA A DIO E
AGLI UOMINI (ciclo A) .
I .testi del ciIo A mettODo Giuseppe in primo pia-
no, Nella profezia dell'Almah .(!5 7,1 ss), Acaz si COD- '
trappone a Giuseppe. Egli ripone la sua speranza in al-
leanze politiche' compromettenti per la purezza dello
jahvismo (Il Re 16,5-9), e con6da sulla slcurezza ingan-
.I}.atrice datagli dai culti idolatcici. Acaz ha immolato
agli ldoli (H Re 15,I6) il proprio Eglio, l'erede di Da-
vid. L' avvenire della dinastia e minacaato da qu.esta
nmkidio. Acaz si rifillta alh. veta !;peranza, che mette-
rebbe in crisi i suoi appoggi e la sua mediocrita. Riliura
il segno proposto dal profeta (Is 7,13) con. l'ipocrita
pretesto di non ' poter tentare Dio. L'importante. per
1ui, e di continuare a vivere secondo la routine delle
sue abitudini religiose, diplomatiche e strategiche.
Giuseppe) invece, e il: tipo del1a disponibiliti. Non
ne conosciaino esattamene il modo:, in quali circostan- .
?e egli ha fissato il suo disegno di matrimonio con Ma-
ria? La Scrittura si sottrae alla nostra 'cuxiosicl, anche
su questo punto che a noi sembrerebbe molto importan-
te. Senza dubbio le fumiglie di Giuseppe e di Maria han-
no avuto in questo un loro ruolo, in conformicl alle ro-
-stumanze, e Giuseppe, in quanto uomo, ebbe piu
ziativa di Maria, Serondo il preciso disegno 4i Mil,
Giuseppe prende da solo tutte le sue responsabilita. Egli
ama senza duhbio colei che sta per sposare. Ha impe-
gnato la sua vita' con ' questa sposa piena di u.azia.
gjuseppe e maria modeUi di disponibilita
.
nel senso forte del greco kekharitmn (Le .1,28): pie-
na della grazia di quel Dio che colma sicuramente 1'og_.
getto del suo amore.
Ma ecco che Giuseppe scopre Maria incinta per viro.
Itu dello Spirilo santo (Mt .1,.18). Sembra poco conforme:
allo spirito del testo drammatizza,re la situazione imma-
ginando i dubbi e i sospetti di Giuseppe, per quanto.
commoventi siano i molti sviluppi letterari su questo
te.tpa e nonostante le immagini discrete e interiori del
.film Vangelo secando Matteo. I1 v. 18 ci invita a pen-
sare che Giuseppe abbia conosciuto non saltanto il fato.
to materiitle della gravidanza di Maria, ma anche la sua.
origine: 10 Spirito santo. Questo sconvolge il suo
Ma egli ragiona da giusto (I,.19), aperto alla giustizia.
di Dio. B dunque in nome della giustizia e non d'un.
illegittimo ch'egli vuole rinviare segretrunente'
la sua .6danzata sottraendola ai rigori della legge. Se
}'avesse ritenuta colpevole, se si fosse adoperato per
farIa sfuggire ' alla -saozione prescritta, il testo evangel- '
. co avrebbe rimarcato la sua generosita, la sua delica-
tezza, ma non la sua giustizia. Giuseppe si dimostra;
giusto perch non vuole assumersi una patemita che
' non e sua. No.o. vuole appropriarsi dell'opera di Dio, che
non conosce. Accetta questo furto di Dio che infran-
ge il suo progetto -su colci che Giuseppe ama. E scom-
pare di fronte a Dio.
Dobbiamo domandarci: Doi sappiamo accogliere, al_o
la stessa maniera, gli imprevedibili impatti di Dio con
la nostra vita e le nostre famiglie, con la nostra .chiesa
e il: nostro mondo? sappiamo rispettare le sue vie quali
esse si delineano nei diseredati, negli emargitiati, che
hanno contro di s tutte le apparenre, o anche semplice-
-mente quali si ma.n.i.festano nei giovani? coloro che van-
no contro corrente lottando in favore della giustizia e
della, liberta, non sono forse, il piu delle volte, abban-
donti e diHamati, persino nella chiesa? B .faci1e emargi
nare senza neppure prendedi in considerazione coloro-
.he non si .uniformano alle consuetudini afIermate. Co-
giuseppe e mtJri4 modeUi di disponibililil
loro nei quali Dio ha posto il suo Spirito come dono e co-
,me nuova creazione incontrano non peche diflicolcl nel
Joro stesso spirito, e dunque ,hanrio bisogno di essere
,compresi, amarl, sostenuti e nel contempo contestati
.e criticati in nome della fede, in quella comunita che e
J chiesa.
Giuseppe si presenta a noi come modello di atten-
.zione a Dio e agli uomini, come modello di discerD.imen-
lo, di disponibilita. Si accontenta d'un sogno, d'un men-
te per cambiare disegno e stabilirsi altre basi. E tut
tavia Giuseppe 'sperimenta lo choc dello scontro con Dio,
.:f! quindi ha bisogno di venir rassicurato, cosi come ne
.ebbe bisogno Maria all'inizio dell'Annunciazione (Le :x,
:20): Giuseppe, ftglio di David, non 'teme-re ... (Mt r,
20), E un invito ad andare oltre la paura che ci inibisce
.quando veruamo invasi dal mistero di Dio. ' Come Acaz
Doi siamo abili nel difenderci, anche con motivazioni
teologiche, se . necessario . . Non vogliamo tentare Dio,
.non vogliamo domandar cose troppo piu piccole di
lul. E ' aliora finiamo per emarginare Dio, e rifiutare '
.suoi invitisalotari.
Giuseppe si assuDie quindi la sua missione che con-
-siste nell'essere - a tre livelli: giuridico, morale, psico-
logico e presto anche professionale - colui che custo-
.disce il bambino predestinato ad un'esistenza umana:
1.lll . bambino di stirpe regale in una famiglia decaduta
.davanti alla considerazione umana, povero tra i poveri.
. 'Ogni bambino ha bisogno d'un padre, da! punto di vista
psico.logico piu ancora .che da quello biologico. Maree!'
1'agnol ha detto queste cose con calore in Fanny: An
che i cani danno la vita. E prosegue dimostrando che
la cosa pin importante di cui ha bisogno un bimba e la
presenza accogliente del padre quando naSee,. e il suo
-amore operoso che gli procura cio di cui ha bisogno se
.rondo le necessld del suo cresce:re: culla, nutrimento,
Ogni bambino porta con s un mistero e noh
peche sorprese. Cosi fu .anche per Gesu, come per ogni
3ltro bambino, e anche pi. Fanno piu parte dell'ecce-
giuseppe e m/Jna modelli di disponibilita
9'
zione che della regala i bambini che scappano da casa
per giorni (Le 2,40-5).
Il linguaggio stilizzato di Matteo (1,20) riassume
tutte queste cose nelia funzione quelh. giuridi:
ca di dare il nome. Con X. Lon-Dufour I e A. Pelle-
tier / bisogna tradurre:
Non temere di prendere con te Maria tua sposa, perch, no-
nost/Jnte che quello che essa ha roncepito sia opera dello Spirito
santo, .tocc/J /J te dare al Figlio che essa panoriri. il nome di
Gesu, poich egli salvm. il suo popolo dai suoi peocati.. (Mt
1,20-21).
Proprio SU queste parole si condude l'intera peri-
cope: Egli la ehiamo eon il nome di Gesu (1,28).
Matteo insiste sull'appartenenza di Geso. alla stU-
pe di David, che viene n'ominato sei volte nel primo ca-
pitolo del suo Vangelo (vv. 1.5.6.17.20; el 9,27; 12,3.
23; 15,22; 20,30,31; 21,9;15,22,42.43.4: e rimarcato
anche da Luca (1,27.32.69; 2,4.II; 3,31; Rm 1,4).
JI disegno di . tra Giuseppe e Maria sboc-
ca cosl, in maniera inattesa, sull'antica promessa fatta
alla dinastia di David per uD. piano di salvezza. Non si
tratta di salvare il popolo dai suoi nemici politici, ma
.dai suai peceati (Mt 1,21). Questo piano va malta.
lontano. Giuseppe lo. ha conosciuto come a tastoni, nella
notte, neila fosforescenza d'un. sogno. Il Vangelo del-
l'infanzia di Matteo sottolineera la disponibilita di Giu-
seppe agli eventi che insorgono' tragicamente alle prime
tilppe di questo piano di salvezza ancora in abbozzo.
Nel nostre tempo di tecnica implacabile e di efficien-
za materiale sappiamo Doi essere disponibili a queilo che
moIti_ dimenticano, a quello di cui molti sano preoccu-
pati, come Acaz al quale l'opera prospettatagli da! pro-
feta pareva incredibile e rischiosa? nel dedalo delle DO-
1 Studi suI Vangelo [La .Parola di Dio, 2], tr. ir. di P. R.os;sano,
Rotna, 1974
3
). pp. 84 ss.
2 In Revue de Sciences religieuser, 54 (15)66), pp.
92
giuseppe e mario modelli di disponibilita
stre abitudini e delle nostre sicurezze mamo disposti a
riconoscere il senSQ e j disegn .che Dio vortebbe fax
nascere ancora oggi pe! la salvezza del mondo dal pecea-
to jn cui siamo tutti implicati? sapremo far riconoscere
Gesu nel Dostro cuore,. nelia nosua societi, secndo
quella nascita di fecle di cui parlano spesso i Padri?
Essi meona che Maria ha concepito il suo figlio prima
oel cuore che nella carne. Insieroe con lei anche Giu-
seppe ha concepito nel suo cuote un disegno, perch i
disegni dei santi sano semp,re comuni a molti. Egli ha
vissuto nella fede. Ha aecettata la parte che gli era ri-
servara nel1:a nascita di Gesu. Noi dobbiamo realizzare
questa medesima nascita perch quest'anno Natale sia
veramente Natale.
2/ MARIA, MODELLO DI DISPONlBILITA ATTIVA E GIOIO-
S. (ciclo B)
In questb ciclo la liturgia auila di piu la Dostra atren-
zione specialmente' su Maria. .
Nei testi del ciclo precedente (Is 7,10-14; MI 2,18-
25) Maria appariva piuttasto come oggetto e come luo-
ga del Mistera. L'attore principale era Giuseppe: e lui,
che, ad ogro prende Maria (I,20.24; 3.14.20.
2I). E si poteva pensare che la donna cosi pres"a fosse
offerta come modello d pa.ssivita: ess-a e estranea alle
discussioni, e trovata incinta, come ' dicon9 alcune
traduzioni.
Luca ci dimostra tutto il contrario, Ma-
ria come attiva, come responsabile, fin dagli inizi. La
danna ha preceduto l'uOIDO nella na-scita del Salvatore
esattamente come l'aveva precorso alla tamba del Ri-
sarta (Le 23,.55-24,II). La nascita del Salvatore e stata
affidata anzitutto e in maniera intima Q M;aria.
11 racconto della sua chiamata atla mateniira, racconto
st.ilizzato ed estremamente denso, Cl mostra una Maria
giuseppe e maritt modeUi di disponibilita
93
viva, dialogante, ricca' di reazioni e di partecipazione. Pero
lei come per Giuseppe la salvezza e un'opera della liber-
ta umana. .
Ma Luca insiste Del rilevare che la salvezz.a e an-
zitutto opera della grazia, iniziativa d'un amare preve-
niente e gratuito. Maria e stata sce1ta pe.r qesta missio-
De e per il messaggio dell'Annunciezione - il quale co-
stituisce la sua vocazione profetica - perch essa e per
eccellenza' e in maniera sicura e stabile oggetto-<lella-
Tale e il senso del nome di grazia
che le e stata dato :fin dall'inizio del racconto dell'An-
nunClazJ.one: ,kekharitmne, oggetto per eccellenza
(per antonomasia) della benevolenza o grazia di Dio. n
seguito del racconto ribadisce: Tu hai trovato grava'!>
(Le r,30).
. Dio entra fino in fondo nelia vita di colei che si e
scelto. Si tratta .dell'irruzione di que! mistero di rolseri-
corda spegato dalla seconda lettura (Km 16,2.5-27). Il
silenzio dei secoli eterni (Km 16,25) sta per prendere
cotpo (el 16,26) e per manifestarsi in mezzo agli uomi-
ni, secando una sapienza che oltrepassa la misura del-
l'uomo. Maria e turbata, come turbati erano stati i pro-
feti al momento della loro vocazione, come lo era sta-
sto Mase davanti al r oveto ardente. Il piano di Dio 01-
trepassa i . piani deO'uomo. L'uomo si dUende da questa
avventura, da questa maniera di misurare le cose, che
e superiore alla sua. Ed e giusto, perch l'uomo e uomo.
: Bisogna che Dio insis.!a., che spieghi. E puo trattarsi di
un combattimento come quello di Giacobbe.
Per Maria, invece, prevale la gioia. Il racconto del-
l'Annunciazione comincia con la paroIa: Gioisei (Le
1,28): si tratta di una gioia sconvolgente come lo e l'in-
vasione d Dio; di qui l'invito: Non temere, Maria
(Le I,30).
Maria e invitata a portare il peso del1a nascita del
Messia, ad neU'avventura rischiosa questo re
nato in mezzo ai poveri (Le 2,6.7.24). La realizzazione
d'un grande progetto tanto piu costa a colui , che ne
94
giuseppe e maria modeUi di disponibjJjlQ
e incaricato qu:mto piu in.basso egli e situata n e l l ~ sea-
la rociale., Maria non riceve l'annuncio del Messia Eglio
di Dio come l'aveva ricevutQ David, in un'ora di trian-
fa: quanto egli si era stabilito nella SU/1 casa, e ii Si-
gnare gli aveva dato tregua da tutti i suoi nemici (la
lettura: JI Sm' 7,r-2). "Maria, invece, e ancora sul punto
di partenza, su! grado zera della gloria e del successo,
non e sulla soglia della glorificazioe. .
In Le 1,34 Maria espone una difficolta piu precisa: -
Non conQSco, uamo. Il vel'bo corioscere va inteso,
qui, nel senso bblico e -sessuale della parola. Con tutto
rispetto di opinioni ruverse; io resto convmto del senSQ
ovvio di questa parola, che significa l'attaccamento di
Mara a Dio solo, nelio stato di verginita. Luca insi-
ste su questo. Fin dal primo versetto del raeconto dell'An
nunciazione (1,26), egli ripete pe! due volte il termine
vergine. Bisogna riconoscervi un').nsistenza delibera-
ta, necessaria, .poich l'evangelista preciSa che Maria e
vergine fidanzata o addirittura maritata secando la
traduzione di alcuni esegeti: il termine greco - em-
nesteumn - viene infatti ripreso nel . :racconto della
nascita di Gesu (Le 2,5), quando Maria e ormai siro-
ramente divenuta la sposa di Giuseppe. Cio che I..uca
intende dirci e .che questa vergine - fidanzata o sposa
che sia - intende rimanere vergine . . In un tempo in
cui questa totale disponibilita a Dio era in onore presso
gli Esseru e veniva considerata con stupore da parte
di Giuseppe Flavio e di Filone, Maria ha realizzato
un'antkipazione misteriosa del celibato per il regno. di
Dio. Ed era un'anticipazione di nuovo genere., perch
la .sua prospettiva n6n era di carattere rituale come quel-
la degli Esseru: non si trattava di purita legale; questa
verginita nOD implica la fuga dal mondo, che conduce
al celibato degli appanenenti a molte religioni asiatiche.
TI piano misterioso di questa verginita di coi non s,?no
precisati i limiti e i finj, deve essere collocato al vel'tice
dello slancio escatologico attestato dai profeti.
E questo di certo il frutto della disponibilita a Dio,
giuseppe e maria mQdeUi di disponibilita
95
della propensione a puntare direttamente su di lui, per
una SOI<ta di cortocircu.i'to, per quanto riguarda i pro-
getti oabituali di questo mondo. Maria . ha inventato la li-
berta di coloro che rinundano ad ogni cosa p.ella pro-
spettiva del ceOtUplo che Dio dona fin da quaggiu. Per-
Maria questo centupIo e la nascita del Messia, F i g l i ~
di Dio, che le parole dell'angelo identificano misteriosa-
mente con il Signare Iddio, re dei tempi escatoIogici:
J.ahv presente neU'arca dell'Alleanza. Cio a cui Maria
ha rmunciato viene da lei ritrovato in Dio le concede'
gratuitamente un segno da lei non chiesto: la nascita di
Giovanni Battista, precursore di Gesu, che e un segnO"'
contraddittorio poich iI Precursore nasce da genitori
avanti in eta, come era oaceaduto anche per Isacco (cf Le
1,37 con Gen 18,14).
Ed eeca che dopo aver provato turbamento, dopo-
aver durato fatica a eomprendere la porta,ta del pianO"
divino che non collitoava can i suoi progetti di doona,.
neppure . second.o la grazia, Maria esprime la sua dispo-
mbilita completa e operosa: Eccami, sono la serva del
Signare, avvenga di me quello che hai detto (Le 1,38)_
La traduzione avvenga di me e piu fedele della
.formula sia fatto di me. !nfatti si tratta d'un evento;
nel quale Maria e attivoa e partecipe. La Vergine non e
una donna-oggetto ' alla quaIe viene fatto cio che le
aecade: Luca, e soprattutto Giovanni, si sono impegna-
ti nel mostrare l'intuizione, 10 slailcio, l'iniziativa, che
earatterizzano la doona, e Maria in particoIare, secando
il piano della grazia. 11 ter.m.me fare riel suo senso at-
tivo e caratteristico dei testi che riguardano Maria in
. questi due evangelisti. Essa e beata per aver creduto
(Le lA;;:). E secondo Le .8,2I, si tratta della beatitudine
di coloro che ascoltano e mettono in pratica la . paro-
la. Questo verbo fare viene spesso affiev.olito. dalle
traduzioru: in realta si tratta di un vero fare la parola.
Nel momento dell'A:nnunciazione, Maria ha fatto la ..
ParoIa nel senso piu forte dell'espressione: con tutto il.
"
giuseppe e muia modeUi di disponibili:
.suo cuore e con tuUo il SUD corpo, Maria ha fatto iI
Verbo incarnato.
L'invito rvolto .da Maria. dmante iI banchetto 'di
<Cana s'inscrive in questa medesima linea: Fate tutto
quello che egli vi diril. Si tratta, ancora una volta, di
fare la P.arola di Gesu: riempire gli oui vuoti con
:acqua che Gesu uasformera in vino. Maria e il prototipo
del1'agire cristiano. Essa ci si Inette con tuuo "il suo
slando pe! accogliere e -realizzare il piano di Dio, se-
.cando la grazia di Dio, in tutti gli uomini e in lei stes-
sao Bisogna comprendere iI suo consenso (<<Avvenga di
.me secando la tua parola) nel senso di una recettivita
.attiva, e non passiva, Serva del Signare, essa fa la ve-
rita che (f.eonduee alla luce (ef Gv 3,20). Il Vangelo
..del ciclo e ci .mosuera come ' Maria abbia. realizzato
'questo nel gorno della Visitazione.
3/ MARIA, ' MODELLO DI DISPONIBILITA ALLO SPIRITO
(ciclo C)
La disponibilita di Maria e una disponibilita allo
Spirito santo. Il vangelo del1'infanzia di Gesu secondo
.Luca rassomiglia molto al suo vangelo dell'infanzia della
ehiesa, agli Atti degli apostoli. Si ' tratta del , medesimo
':schema, come ha sottolitieato il Vaticano 11: Lo Spi-
rito santo viene su Maria (Le :1,35) ed essa parte in
-fretta (:1,39). Lo Spirito santo .viene sugli apostoli
(At 1,8; cf 2), ed ecco che essi escono dal cenacolo in
cui usavano radunarsi (r,r3), Q porte chiuse (Gv 20,r6).
E subito essi partono e vanno a comunicare lo Spirito
<di Cristo e a far nascere misticamente il SUD Corpo che
e la chiesa. La Visitazione deriva da quella proto-pente-
'-coste narrata da Le 1,35, e che e la prima effusione del-
10 Spirito, all'inizio stesso dell'Incarnazione, su Maria,
prototipo della chiesa. n viaggio di . Maria verso la
montagna non e conseguente a un vago impulso. Si trat-
giuseppe 1: maria. modeUi di disponibilita
97
. ta di incontrare la sua p ~ e n t e Elisabetta, per partecipa
re alla grazia che le era stata concessa cme segno an-
nunciatare di quella danata a Maria (1.36).
La serva del Signore sembra essere andata da Eisa-
betta anche per un motivo piu materiale, quello di aiu-
tare la sua vecchia parente giunta ormai al termine del-
la sua gravidanza. Le abitudini narrative di Luca ci in
vitano a ritenere che i tre mesi passati da Maria in casa
di Elisabetta (Le 1.56) includano anche la sua presenza
alla nascita di Giovann Battista (raccontata nei vv.
57-80).1
&CA un'altra nascita, eeco un altro progetto il cui
protagonista e un bambino; un profeta la cui disponibi-
lita al soffio profetico dello Spirito fara morite. decapi-
tato, prima della risuITezione di Gesu, precursore ve
ramente su tutta la linea.
Maria e il tipo della disponibilita alle missioni dello
Spirito, agli i:ncontri, ai .servizi ch'egli suggerisce in
mezzo agli uomini ...
A quali nuovi incontri lo Spirito ci invita oggi? Al
le assemblee liturgiche, ma anche alla visita ai poveri, a
. coloro che soHrono, alle cause di Dio e degli uomini che
subiscODO violenza in questo mondo. Abbiamo Doi il
senso degli mcontri ai quali . siamo chiamati secando la -
grazia .datad dal Signore, incontri pubblici a nascosti.
grandi a piccoli ma sempre insostituihili? TI nostro ca-
risma e queno di fare dei progetti o quello di servire
~ alla loro .reallzzazione, quello di chiamare gli altri o que!.
lo di anclare noi stessi? il nostro carisma e quello di far
. prendere coscienza ai poveri dei loro valon? oppure il
nostro carisma e semplicemente quello di accogliere la
grazia forse piu preziosa, quelkt che sboccia meraviglio-
samente in tanti vecchi?
) lo 3,19 Loca racconra l'incarceraziooe di Giovaoni Battista primJ
di raccootaze i1 oottesimo di GesU b,.u-ll). beoch Giovaoni Bat-
tista sembri asseote dalla scena del battesimo e la sua prese.oza sia
sconosciuta agli altri tte eva.ngelisti.
giuseppe e maria modelli di disponibiliti:.
Cio che . Dio compie nei veri inconti:i oltrepassa di
molto le parole che in essi vengoDO dette. Al saluto di
Maria, il bambino sobbalza nel grembo di Elisabetta ed
essa interpreta questa cosa come un segno di gioia' mes-
sianica: Il bambino ha esultato di gima nel mio grem-
ha (1,44). Questa frase si collega con il senso dell'an-
nuncio fatto a Maria: Rallegrati (1,28). Nel verset-
to seguente, Elisabetta anche meglio la partico-
lare comunione indicata dal racconto dell'Annunciazio-
ne: Il Signare e eon te dicendo: Benedetta tu Ira
le donne e .bei1edetto tI frutto del tuo seno (1,42).
Proprio nell'incontro, mediante il dialogo, Maria
rironosce la grazia: Spesso noi sorvoliaino su! senso di
certi inrontri portatori della grazia. E invece il Signore
e presente quando alcuni sono riuniti nel suo nome (Mt
18,20'; el 28,20). La visita di Maria ad Elisabe;tta e .par-
tecipazione Delia fede che discerne. la salvezza in un .
piano ben concreto. La fede e il luogo della il .
luogo ove si .eompie cio ehe e stato detto dalla parola
del Signare (Le 1,45).
Que'sto mcontro e altresl partecipazione nella spe-
ranza, completamente orientata verso il futuro, come
avviene in un donna che ' attende un figlio, e lascia di-
varare la propria vita per crearne un'altra da Ianciare in
un piano ben concreto. La fede e il luogo della nascita,
il luogo ove si campie cio che e stato detto dalla paro-
la del Signare (Le 1,45).
Questo incontro e altresl partecipazione nelia spe-
ranza, . completamente orientata verso il futuro, come
avviene in ' una donna che attende un figlio, e lascia di-
vorare la propria vita per creame un'altra da lanclare in
un futuro tuttora sconosciuto. Infatti quei due bambi-
ni - che gia SODO fonti di gioia, d'un gioia percepita
in funzione della salvezza - Don banno ancora visto
la luce; e questo avveniva in un tempo in cui la morta-
lita infantile era considerevole. La speranza, pero, anti-
cipa, 'avvenire. Beati calOTO "che hanna creduta senza
(ver veduto (cl-Cv 20,29). '
maria di disponibilitlJ.
99
La lettera agli Ebrei ' sve1a questo slancio della Vi- .
sitazione, la sua sorgente primigenia, il germe naseosto
nel piano di Cristo che entra .nel mondo (Eb 10,5,2a
lettura del giomo).
Dio e venuto io mezzo agli uomini. Ha bussato alla
porta di Maria ed e entrato in essa (cf Ap), perch essa
ha saputo aecogliere la volanta di Dio. E casl egli e en-
trato nella storia umana, nelia famlglia umaoa, attra-
verso il cuore dell'uomo. E questi entra nella' volonra di
Dio (Eb 10,7 citando il Sal 47,9) quale essa si manifesta
attraverso gli avvenimenri che ca!ltinuamente avvengo--
no in mezzo agli uomini. 11 non-senso diventa senso.
L'amore di Dio fatto uomo e il suo disegno sano piu
forti della morte in un mondo in cui la morte ha sem-
pre l'ultima parcIa. E Gesu vmce la morre sottoponen-
dosi a1la inorte. Per questo egli e pronto all'olocausto .
fin. dall'inizio (Eb 10,6). Tale e, al di la della sua pa-
.ziente farica umana, l'atto finale che dara eompimento
alla volanta di Dio. ,
Secando la lettera agli EQrei, l'entrata di Gesu nel
mondo si oppone all'atteggiamento rituale di coloro che
afuono sacrifici materiali senza mpegnare in essi se . me-
desimi. Gia gli antichi profeti avevano denunciato questa
illusione. 00 che interessa Dio e il cuore di colui che
ofue, 'non le pecore o i capri presi come merce cooven-
zionale per trame vantaggi di sicurezza. 1 profeti ripe-
- tono che Dio ha orrore per queste offerte (Am 5,21.-23;
Is 1,13-1.6; 58,1.-8, ecc. ) se il chi le ofire e lon-
, tano da lui. Gesu viene-dunque lui stesso. Egli non si
sporge sul mondo, ma vi entra. Questo e il punto fon-
damentale del testo: lo slancio di Cristo, questa specie
di rottura da lui compiuta con' la sua candizione di Dio
incorruttibile, che aleggia al di sopra del mondo, alme-
no quale 10 immaginano i filoson. Per questo egli pren-
de carpo, letteralmente, nella realra del mondo
le pe! portagli salvezza: E con questo suo carpo egli si
lega al.4 storia del mondo, aUe sue vicessitudini, al suo
peccato. E stato fatto pecc(Jto per nui, dice Paolo (H Cor
"00
giuseppe e mariQ modeUi di disponibilitd
5,21). Proprio i:n questa unione con l corpO del
to Gesu la volonta di Dio.
II nuevo ordine' dj salvezza creata da Ges\ e, in ma-
niera esemplare, i1 superamento del formalismo per en
trare in tutte le cause della giustizia e dell'amore (l'amo-
re per Dio e per ruomo). pe! dar loro corpo nelle realtA
del mondo, nel futuro che e nelle Dostre mani. La fecle
e se"mplice; almeno' nel modo con cui la vedeva Pguy.
Essa 5a che Dio e, che e amore, e che ti interpe1la. La
speranza e piu sconcertante perch si trova impegnata
nel tempo, nella storia, in un avverure che e nulla prima
di avvenire, come nulla .sano quei due bimbi, germi di
vita ancora nascosti nei grembi di Maria e di
Di qui l'importanza di are la verita, di are la Parola,
perch Cristo e morto, ip-a non e ancora nato, non e an-
cora risorto in meztf) agli uomini. Egli DOn e ancora
tutto in tutti. Bisogna portare a compimento co che an-
eora manca al sua corpo che e la chiesa (cf Col :r,24).
La lettera agli Ebrei ci svela dunque alla base
dello slancio che animava Maria la madre di Gesu stava
10 slancio primoi-diale e fondamentale di Dio "che entra-
va nel mondo, con una totale disponibilita alla vita e alla
morte. Bisogna che ci lasciamo anche noi prendere da
questo slando che ci invita a rea1izzare in questo modo
cio che occhio mai vide, oreccb.io mai udl e mai entro
nel cuore d'un uomo abbandonato a "se stesso: Dio che
e Amore e Avvenire. -

Per la preghiera

' QUANDO DIO SPERA ...


... non e per 10 spazio d'una notte
che Dio spera rontro sperama.
1
Mendicante sconosciuto, instancahilmente percorri
i lidi delle notti 'umane,
ombra tra le ombre innumerevoli '
dd senza speranza.
Nella tua bocea muta si spengono i ' singhiozzi,
roa tu vorresti gridare, anche tu,
perch questo grido se ne vada,
come un'eco diversa,
come un richiamo nuovo,
a confondersi con il lamento crescente,
con le grida degli assetati di luce,
ron' il terri'bile silenzio dei pianti soffocati,
. e non resta che aprirs,i
al vuoto dei marosi grigi,
all'alba che si accende non vedl.'lta.
Sul lido delle notti umane, sei il Dio senza voceo
, Poich la tua Parola fu detta in un giomo del tempo.
L'hai 'pronunciata tutta,
l'hai gridata sino alla' fine,
sino respiro del tuo Figlio.
Ma quando fu compiuta la tua Parola nella sua pienezza,
per te, Dio, venne il tempo della speranza nuda,
della speranza muta, .
. della speranza contro ogni speranza.
I04
2
Mendicante sconosduto, visiti ogni notte
i lidi inJiniti
quando dio rpeTll
clove si pressano in folla tutti i dsperati.
VengoDo da ogni clove, ma tu non li vedi.
Vorresti tuttavia aprire gli occhi anche tu,
perch un roo sguardo,
come un raggia unico,
come una pura stel1a,
riunisca dalle lontananze il "popolo solitario,
il turbine ge1ato di queste isole umane,
la schiera lamentosa che erra tra le s a b b ~
dove presto moriranno i loro inuilli sogoi.
Su! lido delle notti umane, tu sel il Dio clero.
Hai visto il mondo al suo primo mattina,
i1 sorriso d Adamo appena formato dalla terra,
la luce della Pasqua su! valto del tuo Figlio,
quando la vecchia terra faceva nuova la pelle
e gia brillava l'ottavo .giomo,
la tua opera nUQva. .
Ma quando fu compiuta questa VlSlone perfetta,
per te, Dio, venne ti tempo della speranza nuda,
della speranza notturna,
della speranza cantro ogni speranza.
, .,'
qU41Zdo dio spera ...
15
3
Men.dicante sconosciuto, tu solchl le lungbe spiagge ..
e incroci le IDcerte forme degli uomini neI1a notte,
quando tendono le braccia verso il cielo, '
per un ballo macabro e folle.
Chi fara loro sentire il calore d'una mano?
Tu, Dio, tu resti nel cuore di questa norte,
senza far nulla.
Vorresti tuttavia tendere le braccia verso di loro,.
strapparli al vuoto che sta per inghiottirli,
al tuo cuore
e condurli alle porte d'una citta ritrovata.
Sul lido delle notti umane. tu sei il Dio senza manL
Hai , impastato l'argilla per gli inizi,
hai guidato il tuo popolo con il tuo braccio possente,
tenendo come un bambino Israele sulla tua guancia
e incidendoti tutti :i tuoi figli per sempre nelle pa1me
[delle roe
Hai ricevuto dal FigLio, che esaIava lo spirito
nelle tue maru di Padre, tutti coloro che gli avevi affidato..
Ma quando fu compiuto l'opera della tua grazia,
.per te, Dio, e venuto il tempo della speranza nuda,.
della speran,za completamente sola,
della speranza contro ogni speranza.
"06
qUl.lndo dio sperlZ.
'Quando sano nati il giorno e i mandi,
la speranza pe!' te, era facile.
Quand
o
tutto [estava da ri-creare,
.quando tutto rinasceva ai tempi del Figlio dell'uomo,
.la speranza per te, Signare, era facile, allora.
Ma adesso che tuno e compiuto,
.tutto resta da sperare. .
Tu sei il Dio che spera",
Se il mendicante sconosciuto,
.che spera la 6ducia degli uomini,
J'amore degli uomini.
'Tu hai dato tutto.
Ci hai cionato la voce del tuo Figlio,
e . suoi occhi, e le sue mani,
.peF la terra,
per riscaldare i cuoti,
. .per rampete le catene del vecchio mondo.
Anche tu, Signare,
.sei entrato nel tempo delFattesa.
Sci entrato, Signare, ud tempo " dell'Avvento.
]EAN-YVES QUELLE
-.LEVATE IL GAPO PERCHE IL TEMPO DELLA VOSTRA L
.BERAZIONE t VIeINO
.Alberf che si ruvertirono dei primi fiocchi;
oaIberi ,tupiti defIi schricchiolii del gelo;
imprigionati sotto i1 fardello ingannatorej
:aJ.beri sfigurati, rinchiusi, accieca.ti;
.:alberi solitari nel Cllore delle foreste;
::alberi addormeotati; alheri morti.
Voce degli alberi a mezzogiomo,
.quando stormiscono, gioiOS'j, sotto il sole,
quando dio spera ...
quando scuotono i ramoscelli, 'ed un ondeggiare nuovo
landa di fronda in fronda
il lungo mormono della rinascita,
il canto ripreso in coro dai rami liberati.
V cee degl uomini, domani,
quando il tintinnio delle catene che si rompano
avra il suono del riso. ,
Voce degli uomini che spezzano il niorso della miseria,
grido di uomini che si tolgono le maschere malefiche,
canto di uomini che strappano la coItre della terra.
Giubilo di popoli
riuruti sulle alture del mondo,
quando fioriscono le dtta,
e Dio miete nel1e pianure,
Domam si levera i1 Sole di giustizia.
}EAN-YVES QuEt.LEC
PREGHIERE PER IL TEMPO DI AVVENTO
. Signare del giorno e della notte,
Dio del cielo e della terra,
si avvicina l'ora della tua venuta.
prima domenica
Non lasciarci intorpidire in utl'attesa .
. Desta i nostri cuori alla Parola
che non cessi di rivolgerci
attraverso i secoli dei secoli .

" dello spazio e del tem-po,
Dostro Dio, nostro Padre,
pon lasciarci
rendid attenti all'occasione di .salvezza che d
a questi segni incipienti del Regno del tuo Figlio
..
-

'\:;:'.
:r ,;..
108 quandodiosperl1...
che vive presso di te e tra DOi
ora e sempre.
seconda domenica'
Ci riunisci co la tua Parola,
Signare dei secoli,
Dio eterno.
Rivolgi verso di te i nostri occhi distratti,
affinch al termine del cammino
possiamo vedere levarsi la. luce
del tuo Figli? Gesu Cristo.
*
'Riempici, o Signore, della forza del tuo Spirito
affinch possiamo rispondere
alla voce che grida nel deserto
e preparare il cammino
di colui che sta, sconosciuto, in mezzo a noi,
di colui che viene,
Gesu, tuo Figlio e Dostro fratello,
Dio di pace. Dio di honta,
Dio di amare e di pieta,
apri i 'nostri occhi alla tua luce
e le nostre orecchie alla tua Parola,
e canteremo nella gioia
le meraviglle d e ~ 'tuo amore,
ora e per sempre.
*
Dio di giust:lZla,
Spirito' di fuoco,
tena domenica
nascosto, segreto, sconosciuto in mezzo a DOI.
'1U1lndodiospera... 109
rendid attenti alta tua presenza discreta e potente,"
facd riconoscere ed annunciare
i . segni del Regno che viene
pe! Gesu Cristo Dostro Signore.
Dio eterno,
"Dio sempre nuovo,
inafferrabile,
Dio di alleanza,
Dio di liberta,
quarta domenica
dove adorarti? dove cercarti? dove attenderti?
dove si annunda la tua venuta?
La tua Parola ci rassicuri,
o ;Padre degli uomini,
Dio della promessa,
ora e sempre.
*
Presenza irriprevedibile,
Dio di lunga pazienza,
Signc;>re dell'impossibile,
noi non sappiamo n I'ora n il luogo
della tua venuta.
Ma, sicuri che il tuo amore ci e dato
per scoprire, per svelare, pe! generare,
non cessiamo di pregarti: "
, il tuo Spirito ci guidi alle opere del Regno,
all'incontro con il tuo Figlio Gesu Cristo;
nostro fratello e nostro Signore, per sempre.
NICOLE BERTHET
",o :

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