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La protezione sismica delle strutture

I TERREMOTI, LA PREVENZIONE E LE MODERNE TECNOLOGIE Anti-Scossa

A cura di Mauro Cilia Ingegnere Rosario Cultrone Dottorando XV Ciclo Pianificazione Urbana e Territoriale PALERMO Carmen Occhipinti Presidente Ordine dei Chimici Ragusa (info@chimetec.com)

(dicembre 2003)

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I TERREMOTI, LA PREVENZIONE, LE NUOVE TECNOLOGIE Il terremoto, si manifesta, quasi sempre, nei territori dove in passato ha causato sistematiche distruzioni con crolli e vittime. La sistematicit una sua caratteristica peculiare che permette di definirlo ricorrente, cos ogni cento, duecento anni, nelle zone pi a rischio, ne avviene uno di forte intensit che determina disagi di ogni tipo alla popolazione. Prevenzione la parola chiave delle politiche di mitigazione del rischio. In tal senso lazione di prevenzione non mira ad una azione ex post ma ex ante. Tuttavia la irregolarit con cui si verificano i terremoti non gioca a favore di una efficace prevenzione. Oggi per mettere in sicurezza i nostri centri storici occorre intervenire con azioni sistematiche preventive e con tecnologie reversibili e compatibili con i materiali esistenti. Nel passato la prevenzione era affidata, quasi esclusivamente, alla memoria storica delluomo, che tramandava di generazione in generazione le lezioni che il terremoto impartiva, attraverso i danni inferti alle costruzioni e le catastrofi sociali che ne conseguivano. Erano lezioni che riguardavano la migliore localizzazione delle costruzioni in base alla natura dei terreni, il modo di costruirle, luso e la scelta dei materiali nonch ladozione di particolari accorgimenti costruttivi. Purtroppo, per, la memoria dei terremoti si affievoliva nel tempo e progressivamente si trascuravano le precauzioni nel costruire a regola darte finalizzate alla riduzione degli effetti dei terremoti. per questo che i centri storici italiani, costituiti tanto dalle grandi architetture quanto dalle umili dimore in muratura, sono particolarmente vulnerabili allazione della forza sismica, come ci hanno, purtroppo, mostrato i terremoti italiani degli ultimi 20-30 anni (Friuli 76, Irpinia 80, Abruzzo 84, Basilicata 90, Umbria-Marche 97, Pollino 98, Sicilia 2002, Molise 2002). Sebbene i Romani avessero individuato nellambitus unattenzione costruttiva con finalit antisismica e Rondelet codificato, in tale direzione, alcuni accorgimenti costruttivi solo nel secolo scorso che si cominciato ad affrontare il problema in maniera sistematica e scientifica, e con approcci atti a mitigare la vulnerabilit degli edifici. Nella prevenzione si individuata la parola chiave di un corretto impegno nella lotta contro i rischi. Il primo passo sostanziale consistito nel migliorare la qualit antisismica delle costruzioni attraverso precise normative scaturite dallosservazione dei danni causati dalle forze sismiche sul costruito. La prima normativa antisismica al mondo fu emanata in Italia nel 1909, a seguito degli effetti catastrofici del terremoto di Messina del 1908, ed applicata al piano di ricostruzione della citt redatto dalling. Borz. Ma la ricostruzione a seguito devento sismico non pu essere mai immediata poich spesso il rilascio denergia sismica avviene spesso a pi riprese e quindi con uno sciame di una certa durata. Ma errato anche pensare

che la normativa antisismica possa solo puntare alla ricostruzione non solo poich contraria alla prevenzione, in quanto agisce su evento gi verificatosi, ma poich improbabile che unarea interessata da un evento sismico ne abbia un altro nellarco temporale di una generazione. Occorre stabilire, quindi, dei criteri oggettivi per salvaguardare tutte le aree soggette a terremoti di elevata intensit nel territorio nazionale. A tale scopo era necessario disporre di cataloghi dei terremoti che fornissero la storia sismica di tutto il territorio italiano. Questa attivit di catalogazione era gi stata iniziata da studiosi nell800, sulla base dellanalisi delle cronache storiche. Tuttavia il criterio adottato per classificare in zone sismiche il territorio italiano fu sostanzialmente basato sulla frequenza dei terremoti nel 900 (almeno fino al sisma del Friuli). Solo dopo questo evento furono svolti studi sistematici e oggettivi, nellambito del Progetto Finalizzato Geodinamica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, per arrivare ad un classificazione razionale del territorio italiano, che tenesse conto della storia sismica di parecchi secoli addietro, cosa indispensabile per cogliere i sismi pi violenti ed avere un quadro completo della loro periodicit. Il disastroso terremoto che colp la Campania e la Basilicata il 23.12.1980 diede limpulso affinch gli esiti degli studi sulla pericolosit sismica del territorio italiano fossero accolti nella normativa, allargando sensibilmente le aree classificate in zona sismica, ossia quelle aree in cui chiunque volesse costruire deve rispettare le prescrizioni che rendono antisismica una costruzione. La composizione del patrimonio edilizio della nostra nazione , in prevalenza, di edifici in muratura costruiti prima del 1945 ad elevata vulnerabilit. Gli edifici pi recenti, generalmente costruiti in calcestruzzo armato (c.a.), ricadono, spesso, in zone classificate sismiche solo successivamente alla loro costruzione e, dunque, non progettati con criteri antisismici. Per tradurre in termini quantitativi pi esatti le considerazioni fin qui svolte, torna utile il censimento ISTAT del 91 relativo alle abitazioni, nel quale vennero raccolte importanti informazioni sullo stato di consistenza del patrimonio edilizio nazionale, quali le tipologie strutturali (muratura, c.a. o altro) e le epoche di costruzione delle abitazioni di ciascun Comune dItalia. Tra le abitazioni in c.a. quelle ricadenti nelle zone dichiarate sismiche sono circa 5 milioni delle quali il 60% (e dunque circa 3 milioni) costruite senza alcun criterio antisismico. Dei 10 milioni di abitazioni in muratura circa 4 milioni sono fortemente vulnerabili in zone attualmente dichiarate sismiche. Inoltre circa 8.5 milioni di abitazioni in c.a., pari a circa il 60% del totale, risultano costruite ai sensi di una normativa che risale al 1939, e quindi con procedure e mezzi di calcolo inadeguati e, molto spesso, con materiali di scarsa qualit e fortemente degradati. Ovviamente i numeri crescono sensibilmente non appena si considera la nuova normativa:

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lOrdinanza 3274/2003 che impone una nuova mappa della classificazione sismica. La mappa della classificazione, prima dellentrata in vigore della nuova normativa sismica, prevedeva, di fatto, una quarta categoria (comuni non classificati), nella quale non vigeva nessuna normativa antisismica. I comuni non classificati sono oggi 5135, a titolo desempio, il comune di San Giuliano di Puglia e altri comuni limitrofi non sono classificati; in essi si concentra oggi una buona parte del deficit nazionale di protezione. La mappa delle zone sismiche era aggiornata al 1984, pertanto essa non raccoglie i dati al 1996, n, tanto meno, quelli abbastanza consistenti, maturati dopo il 1996. Lingegneria sismica, intesa come branca di studio finalizzata al miglioramento della risposta sismica delle costruzioni ha fatto passi da gigante negli ultimi trentanni. Le normative, e soprattutto gli strumenti progettuali, si sono evoluti in maniera significativa, con la conseguenza che gli edifici costruiti con i vecchi criteri non risultano pi sufficientemente sicuri. Considerando, quindi, i tanti aspetti presentati il problema della sicurezza degli edifici nei confronti del
Num ero e percentuali abitazioni in zona sism ica costruite con e senza norm e sism iche per regione
S ARD EGNA S IC ILIA C A LA B RIA B A S ILIC A TA P UGLIA C A MP A NIA MOLIS E A B RUZZO LA ZIO MA RC HE

terremoto arriva a coinvolgere una decina di milioni di abitazioni tra quelle in muratura e in c.a.. Ma quali sono, i requisiti attuali di sicurezza di una costruzione antisismica o realizzata con criteri antisismici? Tralasciando il ruolo delle tecnologie innovative di cui si parler pi avanti, secondo i canoni della moderna ingegneria antisismica pressoch impossibile costruire edifici con struttura tradizionale che possano resistere, senza riportare danni, a terremoti di qualunque intensit. Da un lato perch non facile definire lintensit massima dei terremoti attesi, dallaltro perch, pur ammettendo nota tale intensit il costo di una costruzione tradizionale in grado di resistere ad esso risulterebbe troppo elevato. Occorre, quindi, trovare una soluzione ottimale, che riduca il rischio sismico entro limiti e costi accettabili. Il compromesso risiede nel realizzare costruzioni che soddisfino due requisiti fondamentali:

D istribuz ione delle tipologie strutturali nelle abitaz ioni sul territorio italiano 14 000 000 12 000 000 10 000 000 8 000 000 6 000 000 4 000 000 2 000 000 0 abit. c.a. abit. mur. abit. altro

S enza no rme sismiche


UMB RIA

Co n no rme sismiche
TOS C A NA E MILIA ROMAGNA LIGURIA FRIULI V ENE ZIA GIULIA V E NE TO TRE NTINO A LTO A D IGE LOMB A RD IA VA LLE D 'A OS TA P IE MONTE

Nel diagramma viene fornito il numero di abitazioni con struttura in c.a., in muratura o altro in Italia. Si vede come il numero di edifici in c.a. sia preponderante, ma non molto inferiore quello della abitazioni in muratura, tipicamente molto pi vulnerabili delle prime.
60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

T O TA LE NA Z IO NALE 3 3 2 2 1 1 500 000 500 000 500 000 500 000 000 000 000 000 000 000 0 C on norm e S enza norm e sism ic he sism ic he

1) non deve esserci crollo sotto terremoti violenti (tenuto conto delle caratteristiche di sismicit della zona in cui tale costruzione sorge), che si traduce nella salvaguardia della vita; 2) non si devono subire danni significativi per effetto di terremoti di bassa-media intensit, definiti come terremoti frequenti. Tali requisiti si fondano su valutazioni probabilistiche. Cos il primo, facendo riferimento alla vita utile della struttura, valutata convenzionalmente in 50 anni, ammette che un terremoto con un periodo di ritorno di 500 anni (quindi considerato violento) possa investire ledificio al pi una volta. In questa sciagurata evenienza ci si accontenta che il livello di resistenza sia, per lo meno, tale da evitare il crollo. Il secondo requisito di fondamentale importanza in termini economici, perch serve ad eliminare o limitare i costi di riparazione, per quei terremoti che, quasi certamente, colpiranno la

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Nei diagrammi viene fornito il quadro regionale e nazionale dei circa 5 milioni abitazioni in c.a. che ricadono in zone attualmente dichiarate sismiche, progettate, in relazione allanno di costruzione, con o senza norme antisismiche. Risulta che circa 3 milioni di abitazioni in zone riconosciute sismiche sono costruite senza alcun criterio antisismico. Tenuto conto, poi, che la normativa sismica italiana era in gran misura inadeguata a garantire i livelli di sicurezza oggi richiesti rispetto al danno e al collasso, e che la sismicit del territorio italiano per molte sue parti non riconosciuta ancora dalla classificazione ufficiale, appare evidente come il problema della sicurezza degli edifici in c.a. coinvolge ben pi dei tre milioni di abitazioni che scaturiscono dallanalisi dei dati ISTAT.

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costruzione durante la sua vita utile. necessario, in questo caso, che essi non producano danni tali da incidere significativamente sul ciclo delleconomia locale. su questa scommessa che si basa il criterio fondamentale dellingegneria sismica moderna. Una efficace prevenzione in un paese come lItalia nel quale il patrimonio edilizio per ragioni diverse, non soggetto a rinnovamento mediante demolizione e ricostruzione, ma piuttosto a conservazione e manutenzione, deve prendere in considerazione anche la necessit di rendere antisismico lesistente attraverso interventi di miglioramento e adeguamento sismico. Questa problematica sicuramente pi complessa, sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista di gestione politico-economica. Domande riferite alle problematiche politico-economiche sono ad esempio: quando occorre fare e chi deve pagare lintervento di adeguamento sismico di una costruzione privata? Si pu obbligare il privato a rafforzare la propria costruzione? Quanto deve investire lamministrazione pubblica per rafforzare gli edifici pubblici (scuole, ospedali, caserme, uffici, etc.)? Quanto conveniente investire nella prevenzione? Tali problematiche investono competenze di strategia politica, amministrativa e personale aprendo un panorama troppo ampio per fornire delle risposte esaurienti in questa sede. per opportuno osservare come in Italia la prevenzione sullesistente sia stata fatta solamente nelle zone colpite dai terremoti, con finanziamenti pressoch a carico esclusivo dello Stato e tutto ci a partire dal terremoto del Friuli (76). Ci si ritrova cos nella situazione, paradossale, seppur comprensibile, per la quale le uniche parti del territorio nazionale su cui si svolta unazione preventiva sul patrimonio edilizio esistente sono quelle appena colpite da terremoti e quindi, a breve, le meno esposte ad un ulteriore evento significativo. Dal punto di vista economico, occorre poi rilevare che i costi per realizzare un efficace miglioramento o adeguamento sismico siano di molto superiori al costo aggiuntivo necessario a rendere antisismica una costruzione nuova. Infatti, mentre la differenza di costo tra un edificio nuovo antisismico ed uno simile non antisismico dellordine di qualche punto percentuale (in generale non superiore al 10%), il costo di un intervento di adeguamento sismico su una costruzione esistente, sia essa in calcestruzzo armato che in muratura, si avvicina molto a quello della costruzione nuova. Daltra parte per conseguire i necessari requisiti prestazionali in una struttura esistente, occorre effettuare interventi diffusi, volti ad aumentare le dimensioni degli elementi strutturali, ad aggiungerne di nuovi, a rafforzare le fondazioni, etc. I costi conseguenti, aggiunti alle difficolt di operare in una situazione di cantiere sicuramente pi complessa di quella relativa ad un edificio nuovo, giustificano ampiamente lelevata onerosit degli interventi di adeguamento sulle strutture esistenti.

Quali scenari si realizzerebbero quindi per effetto di un terremoto, se le costruzioni rispettassero i moderni criteri antisismici, appena descritti? Se si verificasse un terremoto di piccola-media intensit, dunque un terremoto piuttosto frequente, non si avrebbero, sicuramente, vittime n significative ripercussioni di tipo economico, dirette o indirette. Al di l dellinevitabile paura che qualsiasi terremoto induce nella persona comune e dei provvedimenti prudenziali di evacuazione di breve periodo (qualche ora o qualche giorno), la vita proseguirebbe normalmente, senza alcuna conseguenza n economica, n sociale. Se, invece, si verificasse un terremoto violento, ad esempio simile a quello del Friuli del 76 e della Campania-Basilicata del 1980, non si avrebbero vittime, ma forti ripercussioni di tipo economico e sociale. In questo caso si sono gi sperimentati i provvedimenti di evacuazione di lungo periodo (mesi o anni), la messa in campo di alloggi provvisori (container o prefabbricati), con conseguenze dirette e indirette comunque gravi, conseguenti allarresto delle attivit produttive (fabbriche, uffici, esercizi commerciali) e sociali (scuole, etc.) con tutte le energie rivolte a fronteggiare lemergenza. Lesperienza dei terremoti, anche di quelli pi recenti, evidenzia tempi di recupero di anni e anni, con un costo indiretto assai maggiore e pi pesante di quello diretto. Dunque, il moderno approccio antisismico condurrebbe a significativi progressi nella lotta ai terremoti, limitando le conseguenze pi gravi solo agli eventi veramente violenti e solo per le costruzioni recenti. Ora la domanda : esiste una via per ottenere una reale vittoria sul sisma? La risposta sostanzialmente affermativa ed affidata alle nuove strategie di protezione sismica. Da quanto precedentemente detto, si comprende perch lattenzione di molti ricercatori e dellindustria si sia concentrata negli ultimi venti trenta anni sulla messa a punto di tecnologie tese, da un lato, a ridurre i danni a fronte degli eventi pi gravosi, dallaltro di rendere pi semplici ed efficaci, nonch pi economici, gli interventi di miglioramento sismico delle strutture esistenti. Queste tecnologie sono tendenzialmente orientate a rendere le costruzioni meno sensibili al tipo dazione che il terremoto induce. Come gi anticipato, non potendo contrastare il terremoto con una resistenza delle costruzioni pari alla sua forza dirompente, per limpraticabilit economica e funzionale di tale approccio, ecco che si intervenuti aggirando lostacolo, sfruttando, cio, la possibilit di modificare opportunamente il comportamento delle strutture. Si proceduto dalla considerazione che il terremoto non solo forza, ma anche movimento e che le costruzioni sono fortemente sensibili, oltre che alle

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forze, anche a come queste vengono applicate, ovvero al modo con cui variano nel tempo: oscillano. Ora unazione come quella del sisma, che agisce oscillando, tende a trascinare nella sua drammatica danza tutto ci che incontra. Le tecnologie pi intelligenti provvedono a far s che le strutture, piuttosto che oscillare al forsennato moto imposto dal terremoto, si lascino coinvolgere andando fuori ritmo. Cos facendo, anche con capacit resistenti assai ridotte, possibile che non subiscano danni. Quindi non solo si evita il collasso ma si conserva a pieno lintegrit e la funzionalit delle parti della citt. Tanto successo a Northridge, Los Angeles, durante il sisma del 94, dove un ospedale protetto con tecnologie innovative ha continuato ad operare durante il sisma, rimanendo pienamente efficiente anche dopo. Un altro, a poca distanza, costruito con il criterio della resistenza, ha resistito al crollo, ma ha subito una tale quantit di danni da essere messo fuori uso (e non rientra certo nella migliore strategia il dover affrontare un post sisma con unimportante struttura di primo soccorso fuori uso!). Quindi limpiego delle tecnologie intelligenti immediato per le costruzioni nuove in quanto consentono di prevedere linserimento di tali accorgimenti tecnologici in sede progettuale. Ben pi articolato , invece, il discorso di adattamento o inserimento di tali tecnologie nelle costruzioni esistenti.

terremoto, la base superiore, dove poggiata la struttura, si muove molto pi dolcemente, con moto rallentato, magari ampio (se la forza trasmessa dal sisma alta), ma comunque con sufficiente lentezza da consentire alledificio di non subire traumi. Nel secondo caso, sfruttando artifici tecnologici relativamente semplici si riesce ad operare un controllo sullentit della forza che il terreno altrimenti trasmetterebbe alla struttura. Un po come i fusibili che

Simulazione dello spostamento sismico su un isolatore in gomma a scala reale

proteggono limpianto elettrico dagli eccessi di tensione. Quando tra il terreno che vuole spostarsi e la costruzione, che con la sua inerzia tende a restare ferma, si crea un livello di sollecitazione eccessivo, il dispositivo, mantenendo la forza pressoch costante, consente uno spostamento, che sar pi o meno grande in relazione alle caratteristiche del dispositivo stesso ed allintensit del sisma. La costruzione, per, non sperimenter altra sollecitazione che quella massima prevista a progetto e, pertanto, rimarr integra. In entrambi i casi gli spostamenti attesi vengono valutati in sede di progetto ed ottimizzati in funzione delle compatibilit con il sistema di contorno e di valutazioni economiche. La struttura, quindi, deve essere isolata anche dal sistema circostante, prevedendo uno spazio adeguato tuttintorno, ed i collegamenti delle tubazioni vanno resi flessibili nella zona di separazione in modo da rimanere efficienti anche a valle dellevento sismico. E bene precisare che lordine di grandezza di tali spostamenti contenuto nei 10-20 cm. Dal termine isolare deriva proprio la definizione di tale strategia, cosiddetta di isolamento delle strutture ed i dispositivi utilizzati vengono conseguentemente chiamati isolatori. Lefficacia dei sistemi appena descritti dipende anche dalla capacit che essi hanno di consumare energia durante gli spostamenti cui sono soggetti. Questa una caratteristica molto importante.

Rampolla (Melfi): predisposizione del Piano di isolamento in fondazione con isolatori in gomma (TIS S.p.A.)

Partendo dalle nuove costruzioni, il principio ispiratore quello di sconnettere ledificio dal suolo, interponendo un dispositivo di filtraggio. I sistemi pi diffusi sono raggruppabili secondo due categorie diverse. La struttura in elevazione viene poggiata non direttamente al suolo ma appena sopra il livello delle fondazioni, o su elementi elastici opportunamente deformabili o su dispositivi in grado di controllare il livello di forza che agisce sulla struttura soprastante. Nel primo caso si ricorre, solitamente, a dei grossi appoggi in gomma, del tutto simili a grandi forme di parmigiano. Quando il terremoto arriva con il suo impeto forsennato, questi rispondono con pigra indolenza. Cos, mentre la base inferiore scossa dal

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Un dispositivo a controllo di forza (TIS Sp.A)

Il terremoto, infatti, altro non che rilascio di energia proveniente dal sottosuolo e che investe quanto trova in sulla crosta terrestre. Le strutture interessate o hanno capacit intrinseche di consumare lenergia che le travolge o arrivano alla rottura e quindi al crollo. I dispositivi di cui sopra sono strutturati per assorbire grandi quantit di energia ed anche a questo legata la loro efficacia. I costi di una struttura isolata si discostano di pochi percento da una struttura tradizionale, ma immediato constatare quale ritorno economico sia rappresentato dalla conservazione dellintegrit di una struttura a valle di un sisma. Non solo come economia diretta sul danno evitato, ma anche, ed ben pi rilevante, come economia indiretta sul danno sociale, inteso come interruzione di servizi, di attivit economiche, di esigenza di strutture temporanee di ricovero, di tessuto sociale frantumato. E per le costruzioni esistente? Tralasciando la possibilit di tagliare la struttura alla base, per inserire dispositivi del tipo di quelli appena descritti (cosa che in America stata fatta per alcuni edifici ritenuti di particolare pregio: Municipio di Oakland City e di San Francisco), nelle costruzioni esistenti si pu intervenire con accorgimenti pi

dellinserimento dei controventi dissipativi (in grado di dissipare forti quantit di energia con spostamenti molto piccoli) per le strutture intelaiate in cemento armato e di rinforzi delle murature secondo tecniche di diverso tipo per gli edifici in muratura. Nel caso delle murature sta riscuotendo un grande interesse il nuovo sistema messo a punto dalla TIS SpA di Roma, societ tra le pi importanti e vivaci nel settore, che prevede la realizzazione di una maglia di cucitura con nastro in acciaio inossidabile, attraverso limpiego di altri elementi di completamento, solitamente secondo un doppia orditura verticale ed orizzontale. In questo modo si ottiene un livello di compattazione e quindi di consolidamento di maggiore resistenza del corpo murario, assai elevato. Ogni singola maglia di cucitura chiusa su se stessa previa unazione di tesatura nel nastro metallico, che si traduce in uno stato di maggiore aggregazione dellapparecchio murario. Il sistema stato per lappunto denominato CAM, che sta per Cucitura Attiva delle Murature, ed gi stato posto in opera in varie situazioni, di cui unimportante applicazione in Umbria stata condotta su un edificio danneggiato dallultimo terremoto in localit Sigillo e in Molise per ladeguamento sismico di una scuola materna a Petrella Tifernina..

Ma quali sono i materiali che sono utilizzati per la realizzazione di quesiti dispositivi? Nulla di particolarmente inconsueto. Pi che nella ricerca di materiali particolari, la tecnologia si sviluppata nelluso particolare di materiali la cui conoscenza nota e consolidata. Ci anche perch, in applicazioni di questo genere, dove un dispositivo probabile lavori una sola volta nella sua vita, limportante garantire laffidabilit nel tempo. Cos si usano principalmente la gomma e lacciaio, preferibilmente inossidabile. Materiali di recente entratura nel campo dellingegneria civile, quali le

Potenza Adeguamento sismico della Scuola D. Viola con inserimento di controventi dissipativi (TIS Sp.A)

elaborati. Gli interventi sono pi costosi e richiedono spesso lo sgombero delle strutture. Lefficacia delladeguamento paragonabile a quella dellisolamento. Si parla, in questo caso,

Vittoria (RG) Particolari dellintervento di consolidamento di un edifico in muratura con impiego del sistema CAM (Cucitura Attiva delle Murature) con nastro in acciaio inossidabile.

Leghe a Memoria di Forma, hanno dimostrato ottime caratteristiche di comportamento per la soluzione dei

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problemi di riduzione della risposta sismica ed il loro uso comincia ad affacciarsi in applicazioni pilota. Unimportante ricerca a livello internazionale, condotta sotto il coordinamento del Servizio Sismico Nazionale, ha condotto ad eccellenti risultati e ha permesso alla TIS SpA di sviluppare e brevettate promettenti tecnologie. Detto quanto sopra, sembrerebbe assurdo che non si sia ancora arrivati ad unapplicazione estensiva di queste metodologie. E naturale domandarsi pertanto perch ci non sia avvenuto. Laffidabilit di tali tecnologie stata convalidata da numerosissime sperimentazioni, che, riproducendo con assoluta veridicit le situazioni pi gravose con modelli in scala, e condotte su edifici reali, hanno dimostrato che con terremoti due ed anche tre volte superiori a quelli del Friuli del 76 o dellIrpinia dell 80 non si avrebbero danni (da notare danni e non crolli!). Vale la pena soffermarsi a considerare che in Giappone, dopo il terremoto di Kobe, che produsse danni diretti stimati in 100.000 Mld e indiretti di 800.000 Mld, la concessione di licenze per le costruzioni isolate sono passate dalle poche unit annue alle centinaia. Questo perch due edifici isolati, interessati dallo stesso sisma, non hanno subito alcun danno. In Italia, in mancanza di una normativa di riferimento fino alla pubblicazione dellordinanza 3274 del 20 marzo 2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territoriale nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica, i progetti delle costruzioni isolate o che comunque prevedono luso di tecnologie non convenzionali per la riduzione della risposta sismica, dovevano essere valutati dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con il giusto intento di tutelare lutilizzatore finale, che la societ, dalluso incauto o improprio dovuto ad errate progettazioni. Spesso, per, il meglio nemico del bene! E le buone intenzioni del Consiglio Superiore, a causa dellallungamento dei tempi di progettazione, si sono cos tradotte in un freno alla diffusione di strategie che sono provvidenziali in un paese a forte tradizione sismica qual il nostro. Sta di fatto che in Italia, paese che con lattuale aggiornamento della mappa di sismicit ha visto il 100% del territorio classificato sismico, necessario promuovere divulgazioni tese a rendere consapevole i potenziali utenti delle tecnologie di cui potrebbero disporre. E nostra convinzione infatti che se si creassero le giuste sinergie tra utente finale e industria, gli Enti normatori ed i professionisti si troverebbero fortemente sollecitati a predisporre e a munirsi degli adeguati strumenti per limpiego di queste tecnologie che sono a tutto vantaggio della sicurezza del Paese. La situazione appare quindi in tutta la sua complessit: da una parte la tecnologia italiana per la protezione sismica delle strutture che viene utilizzata in tutto il mondo, dallaltra un paese, lItalia, dove un accentramento eccessivo delle procedure di valutazione di progetti innovativi ne ha frenato di fatto lapplicazione. Il tutto in uno scenario di svilimento

delle competenze professionali e di banalizzazione delle attivit progettuali, a scapito della societ, che paga in prima persona, con milioni di euro lanno, gli interventi di riparazione post sisma, spesso antiestetici, poco efficaci, e realizzati dopo anni di attesa nei campi container da parte di chi ha subito la violenza naturale e le negligenze sociali.

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