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(modulo 277)
Guida al modulo
UD 2 - Errori di copia
Obiettivo di questa unit didattica conoscere i modi nei quali si verificano errori durante la
copiatura dei testi e le principali tipologie di errori.
Sottoobiettivo: comprendere le cause del verificarsi di errori.
Sottoobiettivo: apprendere le definizioni tecniche di errori.
Sottoobiettivo: conoscere i meccanismi di diffusione degli errori.
UD 3 - Ancora errori
Obiettivo di questa unit didattica conoscere come alcune categorie di errori consentono
all'editore critico di ricostruire i rapporti fra le copie di un testo.
Sottoobiettivo: comprendere le cause del verificarsi di errori.
Sottoobiettivo: apprendere le definizioni tecniche di errori.
Sottoobiettivo: capire le valutazioni effettuate dall'editore critico.
UD 4 - Varianti di copia
Obiettivo di questa unit didattica conoscere come l'editore critico si comporta nella scelta di
varianti equivalenti presenti nelle copie di un testo.
Sottoobiettivo: capire i modi operativi dell'editore critico.
Sottoobiettivo: conoscere i limiti dell'intervento dell'editore critico.
Sottoobiettivo: apprendere termini tecnici della filologia.
Attivit richieste
Lettura e studio dei materiali che compongono il modulo. Svolgimento degli esercizi di
autovalutazione.
UD 2 - Errori di copia
Si passano in rassegna i principali meccanismi che provocano gli errori nelle copie di un testo e le
definizioni tecniche degli errori pi comuni.
2.1 - Come nasce un errore
2.2 - Fasi di copiatura
2.3 - Principali tipologie di errori I
2.4 - Principali tipologie di errori II
2.5 - Meccanismi di diffusione dellerrore
UD 3 - Ancora errori
Gli errori vengono considerati in rapporto alla funzione di guida nella preparazione di un'edizione
critica e se ne indicano le principali caratteristiche a tale proposito.
3.1 - Errore monogenetico
3.2 - Errore poligenetico
3.3 - Errore guida o significativo
3.4 - Errori congiuntivi
3.5 - Errori separativi
UD 4 - Varianti di copia
Si presentano le principali tipologie di varianti che compaiono nelle copie di un testo privo di
originale e si illustrano i modi per scegliere criticamente quale fra le varianti accogliere nel testo
critico.
4.1 - Quali varianti scegliere: un sistema meccanico
4.2 - Quali varianti scegliere: un sistema dialettico
4.3 - Varianti irriducibili
4.4 - Varianti di copia o varianti dautore?
4.5 - Altri tipi di varianti
1.1 - Premessa
In questo modulo si trattano due aspetti del testo che riguardano sia lautore sia i trascrittori del
testo stesso: lerrore, che altera e sfigura il testo originale, e le modifiche del testo, che,
presentandolo in altra forma o ordine, danno comunque un senso. Tanto lautore quanto i trascrittori
possono compiere errori e/o introdurre varianti: vedremo come leditore critico si comporta davanti
alle due situazioni.
I concetti generali di errore e di variante presuppongono un termine di riferimento in base al quale
si definiscono (in generale lerrore un allontanamento dalla verit o da una norma stabilita; la
variante la modifica apportata a qualcosa che gi esiste); in filologia il confronto si effettua con
loriginale del testo. opportuno allora distinguere le situazioni in cui loriginale conservato, e
quelle in cui loriginale perduto da ricostruire.
deve proporre al lettore. Per ragioni operative, comunque opportuno e prudente ritenere che, in via
generale, loriginale sia privo di errori.
Inoltre lidea comune di originale quella di un dato statico, definitivo, ma si tratta di una
schematizzazione di comodo: infatti ogni opera letteraria il risultato di un lavoro continuo, di
ritocchi e riscritture, che passa attraverso successive redazioni, tutte rispecchianti la volont
dellautore, come dimostrano gli autografi di molti scrittori e le stampe da loro controllate e
autorizzate. In tale caso abbiamo pi originali.
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testi antichi un copista di una certa regione italiana tende ad adattare le forme del testo che trascrive
alle proprie abitudini grafiche e fonetiche).
Non sempre facile distinguere variante sostanziale da variante formale, perch nel caso di autori
assai sensibili anche alla sostanza fonica e linguistica delle parole qualsiasi modifica della forma
equivale per loro a una modifica della sostanza.
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UD 2 - Errori di copia
Si passano in rassegna i principali meccanismi che provocano gli errori nelle copie di un testo e le
definizioni tecniche degli errori pi comuni.
2.1 - Come nasce un errore
2.2 - Fasi di copiatura
2.3 - Principali tipologie di errori I
2.4 - Principali tipologie di errori II
2.5 - Meccanismi di diffusione dellerrore
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Ci sono poi diversi atteggiamenti davanti a un modello che condizionano la qualit della copia: per
esempio velocit di lettura col risultato di una visione a volo del testo, senza unattenta decifrazione
delle parole. Tale lettura sintetica provoca spesso la sostituzione di termini con altri simili,
lomissione di parole brevi.
Nel loro complesso tali errori sono definiti "involontari", perch il copista li provoca senza
rendersene conto, non sono risultato di una modifica intenzionale del testo ma solo leffetto di un
meccanismo psicologico attivo durante lattivit di copiatura. Tuttavia per alcuni di essi incerto
dove finisca il riflesso condizionato e dove cominci lintervento consapevole: quando il trascrittore
decide volontariamente di modificare il testo del suo modello, avremo degli errori "volontari"
(errori in quanto si allontanano dalla volont dellautore).
dellerrore e sostituisce tira, parola in rima anticipata, con lesatto trova del suo modello (Inglese,
Come si legge un'edizione critica: 138).
Errore di ripetizione: consiste nella ripetizione di una parola che, oltre a occupare il suo posto,
sostituisce una seguente. Lultimo verso della lauda Donna de paradiso di Iacopone da Todi
presenta in tutti i testimoni una ripetizione incongrua dellultima parola del penultimo verso:
"trovarse abraccecati / matre e figlio abraccecato" (Brambilla Ageno, L'edizione critica dei testi
volgari: 55).
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Errore per travisamento grafico: le modifiche della scrittura, studiate dalla paleografia (vedi il
modulo Finalit e metodi della filologia, UD 3.2), provocano equivoci su segni simili che hanno
valore diverso in diversi tipi di scrittura: per esempio la s veniva scritta anche nella forma lunga ( ),
che per il nostro sistema grafico si pu confondere con la f .
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UD 3 - Ancora errori
Gli errori vengono considerati in rapporto alla funzione di guida nella preparazione di un'edizione
critica e se ne indicano le principali caratteristiche a tale proposito.
3.1 - Errore monogenetico
3.2 - Errore poligenetico
3.3 - Errore guida o significativo
3.4 - Errori congiuntivi
3.5 - Errori separativi
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UD 4 - Varianti di copia
Si presentano le principali tipologie di varianti che compaiono nelle copie di un testo privo di
originale e si illustrano i modi per scegliere criticamente quale fra le varianti accogliere nel testo
critico.
4.1 - Quali varianti scegliere: un sistema meccanico
4.2 - Quali varianti scegliere: un sistema dialettico
4.3 - Varianti irriducibili
4.4 - Varianti di copia o varianti dautore?
4.5 - Altri tipi di varianti
Occorre precisare che maggioranza non indica il numero complessivo delle copie che presentano
una specifica variante, ma indica la maggioranza dei discendenti immediati allinterno di ciascun
raggruppamento. Nel caso di uno stemma come quello riprodotto nell'immagine, la presenza della
ipotetica variante 1 strada in A + B e della ipotetica variante 2 via in C + D + E + F indica che le
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due varianti compaiono in a e in b, quindi c una situazione di parit e la legge della maggioranza
non si pu applicare. Se invece avremo la variante 1 strada in E + F contro la variante 2 via in C +
D, la scelta va alla variante 2 di C + D, perch E + F rappresentano c, che discende da b, ossia
rappresentano un solo ramo e valgono uno; pi probabile attribuire alla maggioranza, ossia C + D,
una fedelt di trascrizione della variante 2 presente in b, mentre il solo c lha modificata.
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Tra gli autografi pi antichi ancora esistenti si possono ricordare quello della Cronica in latino del
frate francescano Salimbene de Adam (1221-1287 circa), il manoscritto mutilo siglato Vat. lat. 7260
(ossia appartenente alla Biblioteca Apostolica Vaticana della Citt del Vaticano e collocato nel
fondo denominato "Vaticano latino") e, fra i numerosi dovuti a Francesco Petrarca, il codice degli
abbozzi (Vat. lat. 3196) e il codice in bella copia (Vat. lat. 3195, in parte idiografo) relativi al
Canzoniere (vedi 6.2).
Leditore critico davanti a un originale conservato adotta sempre un criterio conservativo, di piena
aderenza alla forma e alla sostanza del testo, ma tiene conto anche della natura di tale originale.
Se il testo in evoluzione (presenta ritocchi, correzioni, ecc.), egli ne descrive la fisionomia e tenta
di interpretarne le fasi, con il massimo di fedelt possibile, conservando tutto, anche gli errori, che
in tal caso riguardano un momento di scrittura anteriore alla sua stesura definitiva o alla sua
pubblicazione (il cosiddetto "avantesto"). Se il testo in forma definitiva, ossia in copia pronta per
la divulgazione, leditore critico interviene solo sugli errori evidenti (sviste, incongruenze che non
si possono giustificare in altro modo), di fatto quegli stessi errori commessi dai trascrittori che
sfuggono anche agli autori quando si fanno trascrittori di se stessi. Davanti a punti problematici del
testo, dove non chiaro se si tratta di errore o di volont espressiva, leditore critico discute il
problema in apparato e, se ritiene, effettua una correzione, oppure lascia irrisolto il testo.
5.3 - Limiti delle rettifiche di autografi
Si visto che prima di intervenire su un testo tramandato da copie il filologo deve usare la massima
cautela. Davanti agli autografi, la cautela sar ancor pi alta; tuttavia, occorre evitare il loro rispetto
acritico e considerare se una correzione si giustifica nelleconomia complessiva del testo e delle
abitudini dellautore.
Nellautografo del poema eroico in ottave Teseida di Boccaccio (Firenze, Biblioteca Medicea
Laurenziana, Acquisti 325), su 9898 versi uno solo presenta un verso endecasillabo di tredici
sillabe: leditore critico potrebbe difficilmente conservarlo sostenendo che rispecchia la volont
dautore; infatti si pu considerare casuale la deviazione isolata rispetto alla regolare versificazione
dei restanti endecasillabi. Anche lo scambio di nomi in una sequenza di dialogo fra due personaggi
un errore di facile correzione; pi complesso risolvere lo stesso caso con tre o pi personaggi.
Diverso il comportamento davanti a errori di natura culturale, ossia errori corrispondenti alle
informazioni disponibili allautore: in questi casi leditore critico deve mantenere la lezione errata e
segnalare il fatto in una nota esplicativa. Nel componimento Elegia di Pico Farnese Eugenio
Montale (1896-1981) chiama i frutti del kaki dispori, forma errata dovuta a storpiatura del corretto
disperi: tale errore, ripetuto in tutte le redazioni ed edizioni a stampa del testo, stato corretto solo
nelledizione definitiva dellintera Opera in versi per volont dellautore. Senza il suo consenso,
leditore critico sarebbe stato impossibilitato a correggere, perch dispori, per quanto sbagliato,
compare pi volte negli originali di Montale e rispecchia in via presunta, poi confermata una
forma che per lui era esatta. Se questo caso si fosse presentato in una tradizione priva di originali,
leditore avrebbe avuto due possibilit: o assegnare la forma scorretta dispori allarchetipo, quindi
correggerlo in disperi nel testo critico (che intende rispecchiare, si detto, loriginale che si
presume corretto); o sostenere che disperi era errore dautore non correggibile, perch egli non
poteva conoscere altra forma, e mantenerlo nel testo critico.
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compaiono poi numerose postille in latino che documentano le circostanze degli interventi,
commentano le scelte operate, indicano la necessit di una revisione successiva.
Il manoscritto venne riprodotto a stampa gi nel 1642, ed stato poi ripresentato in diverse edizioni
a stampa e in facsimile (riproduzione esatta di un originale mediante immagini fotografiche) che ne
mettono in risalto, con opportune tecniche grafiche, gli strati di varianti e le fasi elaborative. Dal
momento che di tali testi esiste anche la redazione ultima autografa o idiografa nel Vat. lat. 3195, il
codice degli abbozzi stato presentato e studiato in relazione al prodotto finale, ripercorrendo a
ritroso il cammino compiuto dallautore; nella pi recente edizione di Laura Paolino (Petrarca 1996
e Petrarca 2000) sono invece stati valorizzati la dinamica e i processi dellelaborazione, rovesciando
la prospettiva tradizionale e trattando labbozzo come documento autonomo. Paolino ha presentato
il percorso evolutivo a partire dalla fase pi antica, che messa a testo, in posizione di preminenza,
e ha registrato in un apparato evolutivo e diacronico le relative correzioni, varianti e postille,
accompagnandolo con indicazioni in forma di discorso, pi distese e duttili rispetto a quelle pi
asciutte dei simboli (vedi le immagini in 7.1).
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Fig. 1
Fig. 2
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Fig. 1
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Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
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Fig. 4
Fig. 5
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Fig.1
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Fig. 2
Fig. 3
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7.5 - Dattiloscritto con note autografe di Pasolini; edizione a stampa del dattiloscritto
La prima immagine presenta una pagina dattiloscritta con correzioni autografe di Petrolio di
Pasolini, un caso di edizione postuma trattato nell'UD 6.6 [fig. 1]. La seconda presenta la relativa
edizione a stampa, con una serie di espedienti grafici, spiegati a parte, per visualizzare lo stato
delloriginale [fig. 2].
Fig. 1
Fig. 2
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Bibliografia
Fonti
dArco Silvio Avalle, Princip di critica testuale, Padova, Antenore, 1978.
Franca Brambilla Ageno, Ledizione critica dei testi volgari, Padova, Antenore, 1975.
Franca Brambilla Ageno, Gli errori auditivi nella trasmissione dei testi letterari, "Italia medioevale
e umanistica", 29 (1986), pp. 80-105.
Giorgio Inglese, Come si legge unedizione critica. Elementi di filologia italiana, Firenze, Carocci,
1999.
Alfredo Stussi, Introduzione agli studi di filologia italiana, Bologna, il Mulino, 1994.
Bibliografia
Paola Italia (1999), Gli apparati gaddiani, in Due seminari di filologia, a cura di S. Albonico,
Alessandria, Edizioni dellOrso, pp. 51-70.
Alessandro Manzoni (1942), I Promessi Sposi e Storia della Colonna Infame, a cura di M. Barbi e
F. Ghisalberti, Milano, Casa del Manzoni (Firenze, Sansoni), volume I delle Opere di A. Manzoni.
Alessandro Manzoni (1954), I Promessi Sposi, a cura di F. Ghisalberti, Milano, Mondadori, volume
II (tomi I e II), in Tutte le opere, a cura di A. Chiari e F. Ghislaberti, Milano, Mondadori.
Alessandro Manzoni (1971), I Promessi sposi, a cura di L. Caretti, Torino, Einaudi.
Pier Paolo Pasolini (1992), Petrolio, Torino, Einaudi.
Francesco Petrarca (1996), Trionfi, Rime estravaganti, Codice degli abbozzi, a cura di V. Pacca e L.
Paolino, introduzione di M. Santagata, Milano, Mondadori.
Francesco Petrarca (2000), Il codice Vaticano latino 3196 di Francesco Petrarca, a cura di L.
Paolino, Milano-Napoli, Ricciardi.
Vittorio Sereni (1995), Poesie, a cura di D. Isella, Milano, Mondadori.
Letture consigliate
Gianfranco Contini (1990), Filologia, in Gianfranco Contini, Breviario di ecdotica, Torino,
Einaudi, pp. 3-66.
Storia della letteratura italiana. 10. La tradizione dei testi (2001), Roma, Salerno editrice.
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