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Con lo pseudonimo di Harun Yahya lautore ha pubblicato diverse opere aventi per tema la politica e la religione. Una parte cospicua del suo impegno letterario tratta della visione materialista della vita e dellimpatto di tale mentalit sulla storia e sulla politica mondiali. Lo pseudonimo costituito dai due nomi Harun (Aronne) e Yahya (Giovanni) in devota memoria dei due Profeti che a lungo si batterono contro la miscredenza. Altre sue opere includono: Il Nuovo Ordine Massonico, Massoneria e Capitalismo, La mano segreta in Bosnia, Dietro le quinte del terrorismo, La carta curda di Israele, Strategia nazionale per la Turchia, Lostilit di Darwin nei confronti dei Turchi, Nazioni rovinate, Per uomini dotati di intelletto, Il miracolo nella cellula, Il miracolo nellocchio, Il miracolo nel ragno, Il miracolo nel moscerino, Il miracolo nella formica, Il miracolo del sistema immunitario, Attraverso la ragione si scopre Allah, Atemporalit e realt del destino, La verit della vita in questo mondo. Fra i suoi opuscoli: Il crollo della teoria evoluzionista: la realt della creazione, Il crollo del materialismo, La fine del materialismo, Gli errori degli evoluzionisti I, Gli errori degli evoluzionisti II, Gli errori scientifici nei testi per le scuole pubbliche, Il crollo microbiologico dellevoluzione, La realt della creazione, Il mistero dellatomo, Il crollo dellevoluzione in venti domande, Il pi grande inganno nella storia della scienza: il darwinismo. Altre opere dello stesso autore riguardanti il Corano: Hai mai pensato alla verit?, Devoto di Allah, Abbandonare la societ dellignoranza, Il Paradiso, Valori morali nel Corano, Conoscenza del Corano, Indice del Corano, Emigrare per la causa di Allah, Gli ipocriti nel Corano, I segreti dellipocrita, Gli epiteti di Allah, Comunicazione del Messaggio e discussione nel Corano, Concetti basilari nel Corano, Risposte dal Corano, Morte resurrezione e Inferno, Limpegno dei Profeti, Il nemico dichiarato delluomo: Satana, Lidolatria, Larroganza di Satana, La preghiera nel Corano, La coscienza nel Corano, Il giorno della Resurrezione, Non dimenticare mai, Insegnamenti del Corano trascurati, La religione degli ignoranti. Il sigillo del Profeta Muhammad che viene riportato su tutti I libri di Harun Yahya, assume un significato simbolico relativamente ai loro contenuti. Questo sigillo ci ricorda il Corano, lultima delle Scritture rivelate da Allah e ultima parola da Lui proveniente e il Profeta Muhammad ultimo dei profeti. Guidato dal Corano e dalla Tradizione profetica, lautore persegue lobiettivo di confutazione delle dottrine e delle ideologie della miscredenza in maniera di avere lultima parola e far tacere le obiezioni portate contro la religione. Il sigillo del Profeta che raggiunse la saggezza pi elevata e la perfezione morale utilizzato come segno della sua intenzione di affermare questa Ultima Parola.
Linganno dellevoluzione
di HARUN YAHYA
Tradotto dallinglese da Ali Stefano Azzali
Ed. Al Hikma
C.P. 653, 18100 Imperia Tel. 0183.767601, Fax 0183.764735 www.islam-online.it e-mail: al hikma@uno.it
Titolo originale: "The Evolution Deceit" OKUR Publishing, 1999 Gumussuyu Cad. Litros Yolu 1. Matbaaclar Sitesi Topkap-Istanbul / TURKEY
Kelebek Matbaaclk Gumussuyu Cad. 1. Matb. Sitesi No: 1-2 Topkap stanbul /TURKEY (+90 212) 612 43 59
www.harunyahya.org
HARUN YAHYA
Linganno dellevoluzione
Traduzione dallinglese di Ali Stefano Azzali
EDIZIONI AL HIKMA
1422/2001
'idea dell'Evoluzione, cio che tutto si sia originato spontaneamente per graduali trasformazioni a partire dal nulla, opprime da un secolo e mezzo la nostra cultura, nonostante sia stata ripetutamento e estesamente confutata
come nessun'altra teoria al mondo. Essa non si limitata a sentenziare sul piano strettamente biologico e ha esteso la sua logica anche alla storia della civilt. Ha scritto Giorgio De Santilliana ("il Mulino di Amleto", Adelphi 1983, p.100): "Forse gli storici dei secoli a venire ci dichiareranno tutti pazzi per non aver scoperto subito e confutato con la necessaria energia questa incredibile cantonata," L'evoluzionismo darwiniano s dmostrato non solo scientificamente insostenibile, ma anche moralmente deleterio, avendo adottato come principio fondante della realt vivente e della civilt la competizione tra gli esseri e la sopraffazione del pi debole ad opera dei pi forte. La teoria dell'evoluzione ha questa inaudita pretesa: di spiegare la genesi delle forme attraverso una serie di processi che tutti portano alla degradazone. il primo quello dei Caso, che notoriamente presiede al disordine e alla perdita della forma. La Mutazione semplicemente- l'errore nella riproduzione, e solo un folle pu pensare che l'accumulo degli errori possa dar origine a qualcosa d complesso e di sensato. La Selezione N aturale una forza eliminativa, che riduce la variet e appiattisce la biodiversit. La Sessualit agisce confondendo quello che distinto, rimescolando le cose che cercano di isolarsi. La cosiddetta Teoria Sntetica dell'Fvoluzione, che ha unito tutti questi principi in un corpo dottrinale, non che la teoria della "edificazione attraverso la degradazione". Purtroppo questi princpi sono gli stessi che governano le societ industrializzate e le stanno conducendo alla dissoluzione. Esse affidano il futuro alla cecit del caso, accettano come giusto tutto quello che nuovo e ha successo, adottano la competizione e l'appiattimento come motori della societ, privilegiano la confusione e la prorniscuit. Si pu dire senza tema di sbagliare che tutte le attese verificabili della teoria dell'evoluzione sono andate deluse. La comparsa dei grandi gruppi sistematici - i tipi, gli ordini, le famiglie - non avvenuta per gradi ma per improvvise esplosioni. Gli "anelli ntermedi", che la teoria postulava in gran numero, hanno sempre deluso i paleontologi. Le mutazioni-selezioni, praticate intensivamente dagli allevatori e dai genetisti, non hanno mai dato origine a una nuova specie. E nessuno ha visto
"l'evoluzione sotto i nostri occhi". Le grandi differenze tra gli -stadi (il bruco e la farfalla), le caste (operaie e soldat) e tra gli organi (occhi e cuore) di un individuo non sono nei geni. Il numero d geni nell'uomo (circa trentamila) appena il doppio di quello dei geni di un moscerino. Sulla base delle teorie molecolari della vita oggi non sappiamo dire perch una mosca una mosca e un cavallo un cavallo. La paura di accettare l'esistenza di qualche principio d'ordine o di coerenza nella Natura vivente ci ha condotto ad una condizione di totale ignoranza di tutti i fenomeni pi nteressanti che ci circondano e alla sola conoscenza specialistica di cose che interessano solo quelli che vi lavorano nel laboratori o sui computer. Non si pensi che la grande disillusione dell'evoluzionismo abbia prodotto un ravvedimento tra gli specialisti della biologia molecolare. La loro tesi, che tutto ci che avvenuto nella storia della vita sia stato semplicemente un gioco meccanico, qualcosa che l'uomo avrebbe potuto realizzare con le sue tecnologie, ha trovato un nuovo argomento nelle manipolazioni genetiche. Il bambino in provetta, le alterazioni germinali, gli esseri transgenici, la clonazione, la decifrazione del genorna umano, la terapia genica e tutte le diavolerie faustiane che l'uomo ha sviluppato negli ultimi anni hanno dato a qualcuno l'illusoria convinzione che la "creazione" del vivente e il cambiamento delle forme fosse ormai a nostra portata. E allora se la vita si potesse fare e alterare in provetta, con gli strumenti dei chimico, l'immane e ridondante processo che in miliardi di anni, attraverso innumerevoli tentativi e fallimenti, avrebbe costruito la biosfera, non c'interesserebbe pi. La prova che non c' bisogno della Trascendenza e che l'uomo ha superato il suo Creatore sarebbe raggiungibile in poco spazio e in poco tempo. "Evolution is dead" il titolo di copertina di un recente numero della rivista scientifica inglese New Scientist.. L'Orologiaio Cieco di Dawkins stato messo da parte dai nuovi ingegneri genetici, che ormai sanno, o meglio pretendono di saper elaborare in laboratorio i loro Geni Egoisti. L'inganno dell'Evoluzione oggi superato da un inganno ancora pi insidioso, quello della Ingegneria Genetica. Con questa l'uomo pretende non solo di conoscere i meccanismi della Creazione, ma di poterla sostituire con una tecnologia precisa, accessibile, rapida e brevettabile. Questa pretesa prepara il mondo ad una decadenza morale ancora pi profonda, a una definitiva abdicazione, e lo offre al dispotismo di nuovi Dmiiurghi, incapaci di costruire alcunch e solo maestri nei trucchi degli illusionisti. Essi non sono che ombre nel fondo della caverna di Platone, che s'industriano a costruire le luci e le forme del mondo dalla loro piatta oscurit.
CONTENUTI
PRIMA PARTE
Perch la teoria dellevoluzione? Per liberarsi dal pregiudizio Una breve storia della teoria I meccanismi immaginari dellevoluzione I reperti fossili confutano levoluzione La favola della transizione dallacqua alla terra Lorigine degli uccelli e dei mammiferi Ingannevoli interpretazioni dei fossili Falsificazioni dellevoluzione Lo scenario dellevoluzione umana
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CAPITOLO IV
42
CAPITOLO V
49
CAPITOLO VI
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CAPITOLO VII
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71 76
CAPITOLO X
Levoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola La termodinamica confuta levoluzione Progetto e coincidenza Le affermazioni degli evoluzionisti e la realt La teoria dellevoluzione: una predisposizione al materialismo I mezzi di comunicazione: terreno fertile per levoluzione Conclusione: levoluzione uninganno La realt della Creazione
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CAPITOLO XI
143
151 159
CAPITOLO XIV
173
CAPITOLO XV
182
CAPITOLO XVI
187
CAPITOLO XVII
191
SECONDA PARTE
211
213 252
NOTE
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PRIMA PARTE
LA CONFUTAZIONE
DEL
DARVINISMO
INTRODUZIONE
pi, qualora si parli di "teoria dell'evoluzione" o "darvinismo", pensano che tali concetti riguardino soltanto il campo della biologia e che non abbiano alcuna rilevanza nell'ambito della loro vita
quotidiana. Questa un'idea sbagliata, in quanto, ben lungi dall'essere una semplice nozione biologica, la teoria dell'evoluzione costituisce la base di una filosofia disonesta che ha soggiogato un gran numero di persone. Tale filosofia il "materialismo", il quale riunisce in s una congerie
di false teorie al fine di spiegare le cause e le modalit della nostra esistenza. Il materialismo sostiene che non vi nulla se non la materia e che essa l'essenza di tutto, sia essa organica che inorganica. Muovendo da tali premesse, nega l'esistenza di un divino Creatore, cio, Allah. Riducendo tutto ad un simile livello, questa idea trasforma l'uomo in una creatura interessata soltanto alla materia, volgendo le spalle, di conseguenza, a qualsiasi genere di valore morale. Ci rappresenta il principio dei grandi disastri destinati ad abbattersi sulla vita dell'uomo. I danni del materialismo non sono limitati soltanto agli individui, in quanto esso mira anche ad abolire i valori di base sui quali poggiano lo
Karl Marx ha affermato che la teoria di Darwin ha fornito una base solida al materialismo e di conseguenza al comunismo. Egli ha espresso la sua simpatia per Darwin dedicandogli Das Kapital, la sua opera principale. Nell'edizione tedesca del libro, ha scritto: "Da un devoto ammiratore a Charles Darwin".
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Stato e la societ , generando quindi una collettivit insensibile e senz'anima, interessata unicamente alla materia. Poich i membri di una simile societ sono destinati a restare privi di qualsivoglia nozione idealistica, quale il patriottismo, l'amore per il proprio popolo, la giustizia, la lealt, l'onest, il sacrificio, l'onore, oltre che dei beni morali, l'ordine sociale costituito da siffatti individui condannato a dissolversi in un breve lasso di tempo. Per queste ragioni, il materialismo rappresenta una delle pi terribili minacce ai valori fondamentali dell'ordine politico e sociale di una nazione. Un altro grande male del materialismo rappresentato dai supporti forniti a ideologie anarchiche e disgreganti che prendono di mira la perpetuit dello stato e del popolo. Il comunismo, la pi importante di esse, il naturale esito politico della filosofia materialista. Nel tentativo di abolire nozioni sacre quali lo stato e la famiglia, costituisce l'ideologia fondamentale di ogni forma di azione separatista diretta contro la struttura unitaria dello stato. La teoria evoluzionista costituisce il cosiddetto fondamento scientifico del materialismo, da cui l'ideologia comunista dipende. Prendendo l'evoluzionismo a punto di riferimento, il comunismo tenta di trovare una giustificazione e di presentare la sua ideologia come valida e corretta. Questa la ragione per cui il fondatore del comunismo, Karl Marx, ha scritto, in riferimento al libro di Darwin 'L'origine della specie', nel quale si gettano le basi della teoria evoluzionista, che: "questo il libro che contiene il fondamento, nell'ambito della storia naturale, necessario alla nostra visione".1 In realt, ogni tipo di nozione materialista, il cui primato spetta alle idee di Marx, definitivamente fallita, poich la teoria evoluzionista, che in effetti un dogma del XIX secolo sul quale poggia il materialismo, stata completamente invalidata dalle scoperte della scienza moderna. La scienza ha confutato e continua a confutarere l'ipotesi materialista che nega l'esistenza di alcunch oltre alla materia, dimostrando che tutti gli esseri sono i prodotti della creazione da parte di un essere superiore. Il proposito di questo libro di divulgare quei fatti scientifici che
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confutano la teoria dell'evoluzione in ogni ambito, informando la gente del nascosto, implicito e vero proposito di questa cosiddetta "scienza", che in realt una frode. necessario mettere in rilievo che gli evoluzionisti non hanno risposte da contrapporre a questo libro, n tenteranno di controbattervi, in quanto ben coscienti che ci servirebbe unicamente a comprendere meglio che l'evoluzionismo semplicemente una menzogna.
CAPITOLO
er lo pi, qualsiasi affermazione proveniente dagli scienziati viene accettata come rigorosamente esatta. Non si pensa che essi possano avere svariati pregiudizi di natura filosofica o ideologica. La realt
che gli scienziati evoluzionisti impongono i loro preconcetti e i loro punti di vista filosofici al pubblico sotto la maschera della scienza. Per esempio, sebbene sappiano che gli eventi accidentali non causino altro che irregolarit e confusione, persistono, tuttavia, nell'affermare che il meraviglioso ordine, piano e progetto, visibile nell'universo e negli organismi viventi, abbia avuto inizio per caso. Un simile biologo capir facilmente che vi un'incomprensibile armonia in una molecola proteica, la pietra da costruzione della vita, n possibile che ci sia accaduto per caso. Asserir, tuttavia, che questa proteina giunta all'esistenza miliardi di anni orsono in seguito a primitivi processi accidentali. E non si fermer qui; affermer inoltre, senza ombra di dubbio, che milioni di proteine si siano formate fortuitamente e che si siano riunite per creare la prima cellula vivente. Per di pi, egli difender la sua idea con cieca caparbiet. Questo uno scienziato evoluzionista. Se lo stesso studioso, procedendo lungo una strada pianeggiante, dovesse imbattersi in tre mattoni posti l'uno sull'altro, non penserebbe mai che questi si fossero incontrati e quindi aggregati in tal guisa accidentalmente. Infatti, chiunque affermasse questo, sarebbe ritenuto pazzo. Com' quindi possibile che uomini in grado di valutare razionalmente eventi ordinari possano adottare punti di vista talmente
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irrazionali qualora si trovino a dover pensare alla loro esistenza? Non possibile sostenere che un simile atteggiamento sia stato assunto in nome della scienza: essa richiede che vengano prese in considerazione entrambe le alternative, nel caso in cui, in riferimento a una data circostanza, siano in pari grado possibili. Qualora la probabilit di una delle due risulti molto inferiore, per esempio corrisponda soltanto al 1 per cento, allora la cosa razionale e scientifica da fare sar di prendere in considerazione come valida l'altra alternativa, equivalente al 99 per cento. Procediamo, quindi, tenendo a mente questa base scientifica. Vi sono due punti di vista che possono essere sostenuti in relazione al modo in cui gli esseri viventi sono pervenuti all'esistenza sulla terra. La prima che tutti gli esseri viventi siano stati creati da Allah nella loro presente struttura complessa. La seconda che la vita sia stata formata da una serie di coincidenze inconsapevoli e casuali, secondo quanto propugnato dalla teoria evoluzionista. Nel considerare i dati scientifici, ad esempio quelli della biologia molecolare, si pu osservare che non vi alcuna possibilit che una singola cellula vivente o anche una dei milioni di proteine presenti in questa cellula possa essere giunta all'esistenza per caso, secondo l'opinione degli evoluzionisti. Come si vedr nei capitoli successivi, anche i calcoli delle probabilit apportano ulteriori conferme, a tal punto che la dottrina evoluzionista sulla comparsa degli esseri viventi ha zero possibilit di essere vera. Ci significa che il primo punto di vista gode del "cento per cento" di probabilit di essere vero. Ossia, la vita pervenuta all'essere consapevolmente. Ponendo la questione in termini diversi, stata "creata". Tutti gli esseri viventi sono giunti all'esistenza grazie al progetto di un Creatore, eminente per superiore potenza, sapienza e conoscenza. Questa realt non un semplice motivo di convinzione, la normale conclusione alla quale conducono il senno, la logica e la scienza. In tali circostanze, il nostro scienziato "evoluzionista" dovrebbe prendere le distanze dalle sue affermazioni e aderire ad un fatto che, oltre
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ad essere ovvio, anche provato. In caso contrario, egli dimostrerebbe di sacrificare la scienza in nome della sua filosofia, ideologia e dogma, piuttosto che essere un vero scienziato. La rabbia, la caparbiet e i pregiudizi del nostro "scienziato" si accresceranno progressivamente ogniqualvolta si trover costretto a confrontarsi con la realt. Il suo atteggiamento pu essere chiarito con una sola parola: "fede". Si tratta infatti di una cieca fede superstiziosa, dal momento che non vi pu essere alcun'altra spiegazione di fronte al disprezzo per tutti i fatti e in presenza di una eterna devozione all'assurdo scenario che egli ha costruito nella sua mente.
Cieco materialismo
La fede di cui stiamo parlando la filosofia materialista, la quale afferma che la materia sempre esistita e che non vi altro oltre ad essa. La teoria evoluzionista rappresenta il cosiddetto "fondamento scientifico" di questa filosofia ed quindi difesa ciecamente al fine di sostenerne la veridicit. Nel momento in cui la scienza dimostra l'infondatezza delle affermazioni dell'evoluzionismo e questo il punto che stato raggiunto ora, alla fine del XX secolosi cerca allora di distorcerla e di renderla tale da corroborare la teoria dell'evoluzione, al fine di mantenere in vita il materialismo. Una breve citazione da uno dei pi noti biologi evoluzionisti turchi un buon esempio che permette di constatare il disordinato criterio e giudizio a cui conduce questa cieca devozione. Questo scienziato discute la probabilit della formazione casuale del citocroma-C, che uno degli enzimi pi indispensabili alla vita:
La probabilit della formazione di una sequenza di citocroma-C probabilmente pari a zero. Ovverosia, se la vita richiede una certa sequenza, si potrebbe dire che questa ha la probabilit di realizzarsi verosimilmente una sola volta nell'intero universo. Diversamente, alcuni poteri metafisici al di l della nostra definizione sarebbero dovuti intervenire nella sua formazione. Accettare quest'ultima proposizione non tuttavia appropriato agli scopi della scienza.
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Questo scienziato reputa "pi scientifico" accettare una possibilit "probabilmente pari a zero" piuttosto che la creazione. Comunque, secondo i metodi della scienza, se esistono due spiegazioni alternative riguardo ad un evento e se una di esse ha una possibilit di realizzazione "probabilmente pari a zero", allora l'altra deve essere considerata quella corretta. Tuttavia, l'approccio dogmatico materialistico proibisce di ammettere l'esistenza di un Creatore superiore. Tale proibizione conduce quindi questo scienziato e molti altri che credono nello stesso dogma materialistico ad accettare asserzioni che ripugnano completamente alla ragione. Coloro che credono e hanno fiducia in questi scienziati vengono a loro volta asserviti e accecati dal medesimo sortilegio, adottando necessariamente la stessa psicologia indifferente che si ricava dalla lettura dei loro libri ed articoli. Tale dogmatico punto di vista materialistico la ragione per cui molti nomi eminenti della comunit scientifica si dichiarano atei. Coloro che si emancipano dalla schiavit di questa magia e pensano con mente aperta, non esitano ad accettare l'esistenza di un Creatore. Il biochimico americano Michael J. Behe, uno tra i pi illustri sostenitori della teoria del "progetto intelligente", che di recente divenuta ampiamente accettata, descrive cos quegli scienziati che si oppongono alla credenza nel "progetto" o "creazione" di organismi viventi:
Negli ultimi quattro decenni la moderna biochimica ha scoperto i segreti della cellula. Ci ha richiesto il sacrificio, da parte di decine di migliaia di persone, della parte migliore della loro vita al tedioso lavoro di laboratorio... Il risultato di questi sforzi cumulativi per investigare la cellula per studiare la vita allo stato molecolare un forte, chiaro e acuto grido: "progetto!". L'esito a tal punto privo di ambiguit e significativo da dover essere classificato come una delle pi grandi conquiste nella storia della scienza... Tuttavia un curioso, silenzio pieno d'imbarazzo circonda l'assoluta complessit della cellula. Per quale motivo la comunit scientifica non abbraccia avidamente la sua sorprendente scoperta? Perch l'osservazione del progetto viene maneggiata con
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guanti intellettuali? Il dilemma che mentre una parte dell'elefante viene classificata come progetto intelligente, l'altra deve essere chiamata Dio.3
Questa la posizione degli scienziati evoluzionisti atei quale si pu incontrare sui giornali, alla televisione e nei libri. Tutta la ricerca scientifica condotta da queste persone gli ha dimostrato l'esistenza di un Creatore. Tuttavia sono divenuti a tal punto indifferenti e ciechi, a causa dell'educazione dogmatica materialista di cui sono imbevuti, da persistere caparbiamente nel loro rifiuto.
Michael Behe: "Un silenzio pieno d'imbarazzo circonda l'assoluta complessit della cellula".
Gli uomini che trascurano irremovibilmente i chiari segni e le prove del Creatore diventano totalmente insensibili. Imprigionati in un'ignara confidenza in s stessi, dovuta alla loro indifferenza, essi possono anche ridursi a sostenere che un'assurdit sia una virt. Un esempio particolarmente calzante rappresentato dal celebre evoluzionista Richard Dawkins, il quale ha ammonito i Cristiani di non credere di aver assistito ad un miracolo qualora abbiano visto la statua della Vergine Maria fargli dei segni. Scrive Dawkins: "Se, per una mera coincidenza, tutte le molecole si muovessero in una stessa direzione nello stesso momento, la mano potrebbe muoversi. Se poi si invertissero di nuovo, in uno stesso istante, la direzione del movimento della mano potrebbe muoversi all'indietro, verso la posizione originaria. In questo modo una statua di marmo potrebbe fare un cenno verso di noi. Potrebbe accadere".4 La psicologia dei miscredenti sempre esistita nel corso della storia. Nel Corano essa descritta in questi termini:
Quand'anche facessimo scendere gli angeli su di loro, e i morti parlassero e radunassimo tutte le cose di fronte a loro, crederebbero solo se Allah vuole. Ma la maggior parte di loro ignora!. (Surat alAnaam, 111)
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Come questi versetti rendono evidente, il pensiero dogmatico degli evoluzionisti non originale, n peculiare soltanto di essi. Ci che tali scienziati propugnano, infatti, non un pensiero scientifico moderno, ma una forma di ignoranza che si protrae fino dalle pi incivilizzate comunit pagane. La stessa psicologia descritta in un altro versetto del Corano:
Se anche aprissimo loro una porta del cielo perch possano ascendervi,
Richard Dawkins impegnato nella propaganda evoluzionista.
direbbero: "I nostri occhi sono ipnotizzati o ci hanno lanciato un sortilegio!". (Surat Al-Hijr, 14-15)
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vedr realmente e non vi sar dubbio sulla sua buona fede. Esempi simili, che mostrano l'efficienza e il potere dei meccanismi di indottrinamento, sono realt scientifiche verificate da innumerevoli esperimenti riportati nella letteratura scientifica che costituiscono il cibo quotidiano dei manuali di psicologia e psichiatria. La teoria evoluzionista e la visione materialistica del mondo, che su di essa si fonda, sono imposte alle masse grazie a tali metodi di indottrinamento. La gente, che di continuo vi si imbatte nei mezzi di comunicazione, nelle fonti accademiche e nelle piattaforme "scientifiche", non riesce a comprendere che accettare questa teoria significa in effetti contraddire i pi basilari principi di ragione. Lo stesso tipo di indottrinamento coinvolge anche gli scienziati. Giovani studiosi in ascesa nelle loro carriere scientifiche, col passare del tempo, adottano, con sempre maggior frequenza, la visione del mondo materialista. Incantati da questo sortilegio, numerosi scienziati evoluzionisti proseguono nella loro ricerca al fine di trovare la conferma scientifica alle irrazionali e datate asserzioni del XIX secolo, ormai da lungo tempo confutate. Vi sono inoltre dei meccanismi addizionali che costringono gli scienziati ad essere evoluzionisti e materialisti. Nei paesi occidentali, uno scienziato deve rispettare alcune norme per poter fare carriera, per ottenere dei riconoscimenti accademici o per riuscire a vedere pubblicati i suoi articoli su riviste scientifiche. La totale accettazione dell'evoluzionismo il criterio principale. Questo sistema conduce questi studiosi a spendere la loro vita intera e la loro carriera scientifica per amore di un credo dogmatico. Questa la realt che continua a nascondersi dietro all'asserzione: "L'evoluzionismo ancora accettato dal mondo della scienza". L'evoluzionismo mantenuto in vita non per il suo valore scientifico, ma in quanto un dovere ideologico. Pochissimi scienziati, consapevoli di questo fatto, possono correre il rischio di dichiarare che il re nudo. Nel prosieguo di questo libro passeremo in rassegna le scoperte della scienza moderna che hanno portato al crollo della fede evoluzionista e all'esposizione delle chiare prove dell'esistenza di Allah. Il lettore
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testimonier che la teoria evoluzionista effettivamente un inganno, che, sebbene sia ognora smentito dalla scienza, viene perpetrato al fine di occultare la realt della creazione. nostra speranza che il lettore, riflettendo sul contenuto di questo libro, sappia spezzare l'incantesimo che ottenebra le menti degli uomini inficiandone la capacit di giudizio. Se egli sapr liberarsi da questo incantamento riuscendo a pensare in modo chiaro, indipendente e senza pregiudizio, allora scoprir presto la verit adamantina. Questa inevitabile verit, dimostrata dalla scienza in tutti i suoi aspetti, che gli organismi viventi sono pervenuti all'esistenza non per un processo casuale, ma in seguito a creazione. L'uomo pu agevolmente constatare tale realt considerando le modalit della sua stessa esistenza, come egli sia giunto all'essere da una goccia d'acqua, o la perfezione di ogni essere vivente.
CAPITOLO
e radici del pensiero evoluzionista, nella forma di credo dogmatico volto a negare la creazione, risalgono all'antichit. La maggior parte dei filosofi pagani della Grecia antica difese l'idea
dell'evoluzione. La storia della filosofia dimostra che tale idea costituisce l'essenza del pensiero di molti filosofi pagani. Non fu, tuttavia, l'antica filosofia pagana, ma la fede in Allah a giocare un ruolo determinante nella nascita e nello sviluppo della scienza moderna. La maggior parte dei precursori furono persone che credevano nell'esistenza di Allah, i quali si avvalsero dello studio della scienza per scoprire l'universo da Lui creato, per comprendere le Sue leggi e i particolari della Sua creazione. Astronomi quali Leonardo da Vinci,
Copernico, Keplero e Galileo; il padre della paleontologia, Cuvier; il pioniere della botanica e della zoologia, Linneo; Isaac Newton, di cui si parla come del "pi grande scienziato mai esistito", si dedicarono allo studio della scienza non solo credendo in Allah, ma sapendo anche che l'intero universo pervenne all'essere come risultato della Sua creazione. Albert Einstein, considerato il pi grande genio della nostra epoca, fu un altro scienziato devoto che credette in Allah, come testimoniano le sue parole: "Non posso concepire un vero scienziato senza quella fede profonda. Tale condizione pu essere espressa con una immagine: la scienza senza la religione zoppa".6 Uno dei fondatori della fisica moderna, il fisico tedesco Max Planck ha detto che chiunque si dedichi alla scienza seriamente deve leggere la frase che campeggia sul suo tempio: "Abbi la fede". La fede un attributo essenziale di uno scienziato.7
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La teoria dell'evoluzione il risultato della filosofia materialistica riapparsa con il risveglio dell'antico pensiero materialista e diffusasi nel corso del XIX secolo. Come abbiamo indicato in precedenza, questa dottrina tenta di spiegare la natura per mezzo di fattori puramente materiali. Dal momento che nega la creazione fin dal principio, essa asserisce che ogni cosa, animata o inanimata, sia apparsa senza un atto di creazione, ma piuttosto come l'esito di una coincidenza che ha assunto quindi un carattere di ordine. La mente umana tuttavia disposta in modo tale da comprendere l'esistenza di una volont organizzatrice ovunque scorga un ordine. La filosofia materialistica, che rappresenta esattamente il contrario di questa fondamentale facolt della mente umana, ha prodotto la "teoria dell'evoluzione" alla met del XIX secolo.
L'immaginazione di Darwin
Colui che ha proposto la teoria evoluzionista nella forma oggi difesa fu un naturalista dilettante inglese, Charles Robert Darwin. Darwin non ricevette mai una formale educazione in biologia. Egli ebbe soltanto un interesse amatoriale nell'ambito della natura e degli esseri viventi. Tale interesse lo spron a unirsi volontariamente ad una spedizione a bordo della nave H.S.M. Beagle, salpata dall'Inghilterra nel 1832, che per cinque anni visit diverse regioni del mondo. Il giovane Darwin rimase fortemente impressionato dalla variet delle specie viventi, in special modo da certi uccelli che vide nelle isole Galapagos. Egli pens che le variazioni presenti nei loro becchi fossero state causate dal loro adattamento all'habitat in cui risiedevano. Con questa idea in mente, egli ipotizz che l'origine della vita e delle specie si trovasse nel concetto di "adattamento all'ambiente". Secondo lo studioso inglese, le differenti specie viventi non erano state create separatamente da Allah, ma derivavano piuttosto da un comune antenato dal quale si erano differenziate in seguito alle differenti condizioni naturali. L'ipotesi di Darwin non fu fondata su alcuna scoperta scientifica o esperimento; col tempo, tuttavia, egli la trasform in una teoria
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pretenziosa, grazie all'appoggio e all'incoraggiamento ricevuto dai famosi biologi materialisti del suo tempo. L'idea era che gli individui che si adattavano all'habitat nel modo migliore trasferivano le loro qualit alle generazioni seguenti; queste qualit vantaggiose, accumulatesi nel tempo, trasformavano gli individui in specie totalmente differenti dai loro antenati. (L'origine di tali qualit era sconosciuta in questo periodo.) Secondo Darwin, l'uomo era l'esito pi avanzato di questo meccanismo. Darwin chiam questo processo "evoluzione per selezione naturale". Egli credette di avere scoperto "l'origine della specie": l'origine di una specie era un'altra specie. Pubblic quindi tali considerazioni nel suo libro intitolato L'origine della specie per mezzo della selezione naturale nel 1859. Darwin era ben consapevole che questa sua teoria poneva molti problemi, come confess nel suo libro al capitolo "Difficolt della teoria". Tali difficolt consistevano in primo luogo nei resti fossili, negli organi complessi degli esseri viventi che non potevano essere in alcun modo spiegati per mezzo della coincidenza (ad esempio gli occhi), e negli istinti degli esseri viventi. Darwin nutr la speranza che questi ostacoli sarebbero stati superati dalle nuove scoperte; questo tuttavia non lo fren dal proporre una serie di soluzioni completamente inadeguate. Il fisico americano Lipson ha scritto a proposito delle "difficolt" di Darwin:
Nel leggere L'origine della specie ho trovato che Darwin fosse molto meno sicuro di s stesso di quanto si deduce dalle consuete rappresentazioni; il capitolo intitolato "Difficolt della teoria" ad esempio, rivela dei dubbi considerevoli. Come fisico sono rimasto particolarmente incuriosito dai suoi commenti sul modo in cui l'occhio sarebbe apparso.8
Mentre sviluppava la sua teoria, Darwin fu profondamente influenzato da alcuni biologi evoluzionisti che lo avevano preceduto, in primo luogo dal francese Lamarck.9 Secondo quest'ultimo, le creature viventi si passavano i caratteri che avevano acquisito nel corso della loro vita da una generazione all'altra in modo tale da evolvere. Ad esempio, le giraffe si erano evolute da animali simili ad antilopi estendendo il loro
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collo sempre pi in alto di generazione in gene-razione, nel tentativo di raggiungere i rami di cui si cibavano posti ad un'altezza sempre maggiore. Darwin utilizz cos la tesi del "passaggio dei caratteri acquisiti" proposto da Lamarck come il fattore decisivo dell'evoluzione. Sia Darwin che Lamarck erano tuttavia in errore, poich, ai loro giorni, la vita poteva essere studiata solo valendosi di tecnologie primitive e di livello inadeguato. Rami della scienza quali la genetica e la biochimica non esistevano neppure di nome. Le loro teorie dipesero quindi dal potere dell'immaginazione. Mentre risuonava l'eco del libro di Darwin, un botanico austriaco di nome Gregor Mendel scopriva, nel 1865, le leggi dell'ereditariet. Rimasta nel silenzio fino alla fine del secolo, soltanto agli inizi del 1900 la scoperta di Mendel godette di grande importanza. Ci rappresent la nascita della genetica. Solo pi tardi divenne nota la struttura dei geni e dei cromosomi. La scoperta, nel 1950, della molecola del DNA, che incorpora le informazioni genetiche, provoc una grave crisi della teoria dell'evoluzione. La ragione era l'incredibile complessit della vita che invalidava i meccanismi evolutivi proposti da Darwin. Tali sviluppi avrebbero dovuto avere l'effetto di relegare la teoria di Darwin tra i rifiuti della storia. Ci, tuttavia, non avvenne in seguito all'insistenza di certi circoli per revisionare, rinnovare ed elevare la teoria ad una piattaforma scientifica. Questi sforzi assumono un senso soltanto se si comprende che tale teoria nasconde intenzioni ideologiche piuttosto che interessi scientifici.
Charles Darwin
IL RAZZISMO DI DARWIN
no dei pi importanti, seppur meno noti, aspetti della teoria evoluzionista il razzismo: Darwin considerava gli Europei bianchi pi "avanzati" rispetto alle altre razze umane. Credendo che l'uomo si fosse evoluto da una creatura simile alla scimmia, egli suppose che alcune razze si fossero sviluppate pi di altre, le quali avrebbero presentato ancora caratteri scimmieschi. Nel suo libro L'origine dell'uomo,
Le idee insensate di Darwin non vennero solo teorizzate, ma fornirono anche la principale "base scientifica" al r a z z i s m o . Supponendo che gli esseri viventi si fossero evoluti in seguito alla lotta per la vita, il
pubblicato dopo L'origine della specie , Darwin parla apertamente "delle enormi differenze tra uomini di razze distinte" 1 . In quest'opera, egli considera i neri e gli Aborigeni australiani pari ai gorilla, concludendo di conseguenza che essi, con l'andar del tempo, sarebbero stati "eliminati" dalle "razze civilizzate". Ha detto: In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, quasi certo che le razze umane incivilite stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge. Nello stesso tempo le scimmie antropomorfe... saranno senza dubbio sterminate. Allora la lacuna sar ancora pi larga, perch star fra l'uomo in uno stato ancor pi civile, speriamo, che non il caucasico, e qualche scimmia inferiore, come il babbuino, invece di quella che esiste ora fra un nero ed un australiano ed il gorilla. 2
darvinismo fu addirittura adattato alle scienze sociali, trasformandosi in una concezione che fu detta "darvinismo sociale". Questa sostiene che le razze umane esistenti si trovino su differenti gradini della "scala evolutiva", della quale le razze europee sarebbero le pi "avanzate", mentre le altre presenterebbero ancora caratteristiche "scimmiesche".
1. Benjamin Farrington, What Darwin Really Said, Sphere Books, London 1971, pp. 54-56 2. Charles Darwin, L'origine dell'uomo, trad it. del prof. Michele Lessona, Torino 1872, p. 147
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
proteina avrebbe potuto essere stata generata dal caso. Neppure la cellula ipoteticamente apparsa per caso durante le primitive e incontrollate condizioni terrestri elaborate dagli evoluzionisti potrebbe essere sintetizzata, nemmeno dai pi sofisticati laboratori del XX secolo. La teoria neo-darvinista risulta inoltre inficiata dai reperti fossili. Nessuna "forma transizionale", quale venne ipotizzata allo scopo di dimostrare la graduale evoluzione degli organismi viventi dalle specie primitive a quelle avanzate, secondo i dettami della teoria neo-darvinista, mai stata scoperta in qualsiasi parte del mondo. Nel contempo, l'anatomia comparativa ha rivelato che le specie che si era ipotizzato si fossero evolute le une dalle altre, ebbero in realt caratteristiche anatomiche assai differenti confutando l'ipotesi di un'eventuale discendenza. Ma il neo-darvinismo non mai stato una teoria scientifica, bens un dogma ideologico, per non dire una sorta di "religione". Questa la ragione per cui i campioni della teoria dell'evoluzione persistono nel difendere le loro posizioni nonostante tutte le prove del contrario. Su un solo problema essi non riescono, tuttavia, a trovare un accordo, nel decidere quale sia, tra i differenti modelli proposti per la realizzazione dell'evoluzione, quello "giusto". Uno dei pi importanti tra questi modelli lo scenario fantastico noto come "equilibrio punteggiato".
Studi approfonditi sulla cellula sono stati possibili solo dopo la realizzazione del microscopio elettronico. Ai tempi di Darwin con i primitivi microscopi allora disponibili era possibile osservare solo la parte esterna della superficie della cellula.
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
della
teoria
neo-darvinista
erano
assolutamente contraddette dai reperti fossili, i quali provavano che gli organismi viventi non avevano avuto origine da un processo di graduale evoluzione, ma erano apparsi improvvisamente gi completamente formati. I neo-darvinisti vivevano nell'infondata speranza tuttora viva che le perdute forme di transizione sarebbero state un giorno trovate. Pur avendo compreso che tale speranza era priva di fondamenta, Eldredge e Gould furono nondimeno incapaci di abbandonare il loro dogma evoluzionista, per cui avanzarono un nuovo modello: l'equilibrio punteggiato. Questo afferma che l'evoluzione non avvenne come esito di variazioni minori, ma piuttosto nella forma di grandi cambiamenti improvvisi. Tale modello non era altro che un frutto della fantasia. Ad esempio, il paleontologo europeo O.H. Shindewolf, che apr la via a Eldredge e Gould, asser che il primo uccello usc da un uovo di rettile come una "grossa mutazione", vale a dire, come il risultato di un enorme "accidente". Secondo questa teoria, alcuni animali terrestri si sarebbero trasformati in balene giganti avendo subito una repentina e ampia metamorfosi. Queste affermazioni, interamente contraddette da tutte le leggi della genetica, della biofisica e della biochimica, sono tanto scientifiche quanto la favola del principe tramutato in rospo! Nondimeno, angosciati dalla crisi in cui versava il pensiero neo-darvinista, alcuni paleontologi abbracciarono questa teoria, che ha la peculiarit di essere anche pi bizzarra della precedente. L'unico proposito di questo modello era di fornire una spiegazione delle lacune nei reperimenti archeologici che il neo-darvinismo non poteva giustificare. Risulta, in ogni caso, poco razionale il tentativo di
Stephen Jay Gould
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Oggi, decine di migliaia di scienziati al mondo, in modo particolare negli Stati Uniti e in Europa, sfidano la teoria evoluzionista pubblicando studi che ne confutano i principi. In alto sono stati riprodotti alcuni esempi.
spiegare la mancanza di testimonianze fossili nell'evoluzione degli uccelli asserendo che "un uccello balz fuori improvvisamente da un uovo di rettile", in quanto, per ammissione degli stessi evoluzionisti, l'evoluzione da una specie ad un'altra richiede un grande e vantaggioso cambiamento di informazioni genetiche. In ogni caso, nessun tipo di mutazione migliora le informazioni genetiche o ne aggiunge di nuove. Le mutazioni creano soltanto disordine nell'informazione genetica. Perci le "grosse mutazioni" prospettate dal modello dell'equilibrio punteggiato potrebbero solo causare delle "grosse", cio "grandi", riduzioni e menomazioni nell'informazione genetica. Il modello dell'equilibrio punteggiato, inoltre, crolla fin dall'inizio per la sua incapacit di affrontare il problema dell'origine della vita, che rappresenta l'elemento di confutazione iniziale del modello neodarvinista. Dal momento che neppure una singola proteina pu essere stata originata dal caso, il dibattito se organismi costituiti da trilioni di tali
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
proteine possano aver subito un'evoluzione punteggiata o graduale si rivela completamente privo di senso. Nonostante tali considerazioni, il modello che oggi viene alla mente, qualora si discuta di evoluzione, ancora il neo-darvinismo. Nei capitoli seguenti, esamineremo dapprima due meccanismi immaginari di tale modello, quindi ne verificheremo la validit analizzando le testimonianze fossili. In seguito ci diffonderemo sulla questione dell'origine della vita, che infirma sia il modello neo-darvinista che qualsiasi altro di matrice evoluzionista quale "l'evoluzione per salti". Prima, per, sar utile ricordare al lettore che la realt che affronteremo ad ogni stadio, ovvero lo scenario evoluzionista, non che un favola immaginaria, una grande menzogna del tutto in disaccordo col mondo reale. Tale scenario stato utilizzato al fine di ingannare gli uomini per 140 anni. Grazie alle pi recenti scoperte scientifiche, la sua difesa serrata divenuta ormai impossibile.
CAPITOLO
l modello neo-darvinista, che si potrebbe considerare oggi la "corrente principale" della teoria evoluzionista, sostiene che la vita si evoluta per mezzo di due meccanismi naturali: la "selezione naturale" e la
"mutazione". L'asserzione principale che essi siano due meccanismi complementari. L'origine delle modificazioni evolutive la casuale mutazione che ha luogo nella struttura genetica delle cose viventi. I caratteri determinati dalle mutazioni vengono selezionati dai meccanismi della selezione naturale, i quali causano l'evoluzione. Un'indagine approfondita di tale teoria permette di scoprire che non esiste assolutamente un tale meccanismo evolutivo, in quanto n la selezione naturale n la mutazione offrono alcun contributo alla pretesa che le specie differenti si siano trasformate ed evolute l'una dall'altra.
La selezione naturale
Come processo della natura, la selezione naturale era familiare ai biologi che avevano preceduto Darwin, il quale la defin come un "meccanismo che mantiene le specie immutabili senza essere corrotte". Darwin fu il primo ad affermare che questo processo aveva un potere evolutivo; quindi, egli eresse la sua intera teoria sulle fondamenta di tale asserzione. Il titolo che egli diede al suo libro indica che la selezione naturale fu la base della sua teoria: L'origine della specie per mezzo della selezione naturale... Tuttavia, sin dal tempo di Darwin, non stata avanzato neppure un briciolo di prova per dimostrare che la selezione naturale sia all'origine dell'evoluzione degli esseri viventi. Colin Patterson, il maggiore
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
paleontologo del Museo di Storia Naturale d'Inghilterra, che oltretutto un eminente evoluzionista, sottolinea che non mai stato provato il potere della selezione naturale di provocare un tale processo:
Nessuno ha mai prodotto una specie con i meccanismi della selezione naturale. Nessuno vi si mai neppure approssimato e ci rappresenta la questione di maggior discussione nell'ambito del neo-darvinismo.11
La selezione naturale sostiene che quegli esseri viventi che risultano pi adatti alle condizioni naturali del loro habitat sono destinati a prevalere, in quanto i loro discendenti sopravviveranno, mentre quelli che non sono adatti scompariranno. Per esempio, di un gruppo di cervi sotto la minaccia di animali feroci sopravviveranno naturalmente coloro che sapranno correre pi velocemente. Questo vero. Ma, indipendentemente dalla durata di questo processo, esso non trasformer questi cervi in un'altra specie vivente. Il cervo rimarr sempre un cervo. La considerazione dei pochi incidenti avanzati dagli evoluzionisti quali esempi osservabili di selezione naturale, dimostra che questi non sono altro che un semplice tentativo di inganno.
"Melanismo industriale"
Nel 1986 Douglas Futuyma pubblic un libro dal titolo La biologia dell'evoluzione, considerato una delle fonti pi esplicite per esporre la teoria dell'evoluzione per mezzo della selezione naturale. Il pi famoso tra gli esempi addotti sul tema riguarda il colore delle falene, che parve oscurarsi nel corso della Rivoluzione Industriale in Inghilterra. Secondo quanto riferito, ai prodromi della Rivoluzione Industriale il colore delle cortecce degli alberi nell'area di Manchester era abbastanza chiaro. Per questo motivo, le falene di colore scuro che si posavano su questi alberi potevano essere facilmente avvistate dagli uccelli che se ne cibavano; le loro possibilit di sopravvivenza erano, di conseguenza, alquanto scarse. Cinquanta anni dopo, a seguito dell'inquinamento, le cortecce degli alberi si scurirono, ne consegu che le falene di colore chiaro divennero le prede pi cacciate. Si verific quindi un decremento delle
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L'esempio del melanismo industriale non certamente una prova a favore dell'evoluzionismo, in quanto questo processo non ha prodotto alcuna nuova specie di falene. La selezione avvenne soltanto tra le variet gi esistenti.
falene di colore chiaro, mentre quelle di colore scuro aumentarono grazie alla loro ridotta visibilit. Gli evoluzionisti si valsero di questo esempio come di una prova di grande importanza a sostegno della loro teoria. Essi, d'altra parte, vi trovarono rifugio e sollievo mostrando, con arte vetrinistica, il modo in cui le falene di colore chiaro "si erano evolute" nelle altre di colore scuro. Dovrebbe essere abbastanza chiaro, tuttavia, che questo fatto non pu essere considerato una prova a favore della teoria dell'evoluzione, in quanto la selezione naturale non ha dato origine ad una nuova forma mai apparsa in precedenza. Le falene di colore scuro sono esistite anche prima della Rivoluzione Industriale. Solo le proporzioni relative alle diverse variet cambiarono. Le falene non hanno acquisito nuovi caratteri o nuovi organi tali da causare una "speciazione". Affinch una falena si tramuti in un'altra specie vivente, ad esempio un uccello, si dovrebbero realizzare nuove addizioni ai geni. Ovverosia, avrebbe dovuto essere annesso un programma genetico interamente separato, al fine di includere
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informazioni sulle caratteristiche fisiche degli uccelli. In breve, la selezione naturale non ha la capacit di aggiungere un nuovo organo ad un organismo vivente, o di eliminarlo, o di mutare tale organismo in un'altra specie contrariamente all'immagine evocata dagli evoluzionisti. La "pi grande" prova avanzata a partire dall'epoca di Darwin non stata in grado di andare oltre al "melanismo industriale" delle falene in Inghilterra.
La selezione naturale un meccanismo che serve a eliminare gli individui deboli all'interno della specie. una forza conservativa che preserva le specie esistenti dalla degenerazione. Oltre a questo, non assolutamente in grado di trasformare una specie in un'altra.
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selezione naturale avr un ruolo negativo nell'eliminazione del disadatto. Le teorie di Darwin richiedono che crei anche l'adatto.12
Un altro dei metodi ingannevoli di cui si servono gli evoluzionisti il tentativo di presentare il meccanismo della selezione naturale come una sorta di progettista consapevole. Nondimeno, la selezione naturale non ha consapevolezza. Non possiede una volont che possa decidere ci che buono e ci che cattivo per gli esseri viventi. Ne deriva che la selezione naturale non pu spiegare i sistemi biologici e gli organi che hanno la caratteristica di "irriducibile complessit". Questi sono composti dalla cooperazione di un gran numero di parti, e risultano inutilizzabili qualora una di queste sia mancante o difettosa. (Ad esempio, l'occhio umano non pu funzionare a meno che non sia completo di tutti i suoi particolari). Quindi, la volont che mette insieme tutte queste parti dovr essere in grado di raffigurare il futuro in anticipo, mirando direttamente al vantaggio da raggiungere all'ultimo stadio. Poich i meccanismi naturali sono privi di consapevolezza o volont, non possono ottenere tale risultato. Questo fatto, che demolisce le fondamenta della teoria dell'evoluzione, torment Darwin: "Se si potesse dimostrare l'esistenza di un qualsiasi organo complesso che non abbia potuto essere formato attraverso modificazioni numerose, successive, lievi, la mia teoria dovrebbe assolutamente cadere." 13 La selezione naturale agisce soltanto sugli individui deformati, deboli o inabili di una specie. Non pu produrre nuove specie, nuove informazioni genetiche o nuovi organi. Vale a dire, non pu fare evolvere niente. Darwin accett questa realt quando scrisse: "La selezione naturale non pu agire fin quando non compaiano differenze e variazioni individuali favorevoli".14 Questa la ragione per cui il neodarvinismo ha dovuto esaltare le mutazioni insieme alla selezione naturale come "la causa dei cambiamenti vantaggiosi". Come vedremo, tuttavia, le mutazioni possono essere solo "la causa di cambiamenti dannosi".
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Mutazioni
Le mutazioni sono definite come rotture o sostituzioni che avvengono nella molecola del DNA, il quale si trova nel nucleo della cellula di un organismo vivente e contiene tutte le informazioni genetiche. Queste rotture o sostituzioni sono il risultato di effetti esterni quali le radiazioni o l'azione chimica. Ogni mutazione un "accidente" che pu danneggiare i nucleotidi che costituiscono il DNA o cambiarne la locazione. Per lo pi, i danni e le modificazioni causati sono tali che la cellula non pu porvi rimedio. La mutazione, che gli evoluzionisti spesso nascondono, non una bacchetta magica in grado di tramutare gli organismi viventi in forme pi avanzate e perfette. L'effetto diretto delle mutazioni nocivo. I cambiamenti operati dalle mutazioni possono essere equiparati solo a quelli subiti dagli abitanti di Hiroshima, Nagasaki e Chernobil: ovvero, la morte, l'invalidit e gli scherzi di natura (mostri)... La ragione molto semplice: il DNA ha una struttura molto complessa, e gli effetti fortuiti possono solo causare danni a questa struttura. B.G. Ranghanattan scrive:
Le mutazioni sono piccole, casuali e nocive. Accadono raramente e nel migliore dei casi risultano inefficaci. Queste quattro caratteristiche delle mutazioni implicano l'impossibilit di condurre ad uno sviluppo evolutivo. Un cambiamento casuale in un organismo altamente specializzato pu essere inefficace o dannoso. Un cambiamento accidentale in un orologio non potr migliorarlo, molto probabilmente lo dannegger, o, nel migliore dei casi, sar inefficace. Un terremoto non migliora una citt, la distrugge.15
Non sorprende quindi che finora non sia mai stata osservata una mutazione vantaggiosa. Tutte le mutazioni hanno dimostrato di essere dannose. Lo scienziato evoluzionista Warren Weaver, commentando il documento preparato dalla Commissione sugli effetti genetici delle radiazioni atomiche, costituito al fine di investigare le mutazioni che possono essere state provocate dall'utilizzo di armi atomiche nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ha scritto:
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Occhio
Antenna
Zampa
Sinistra: una normale mosca della frutta (drosophila). Destra: una mosca della frutta le cui zampe spuntano dalla testa; una mutazione indotta dalle radiazioni. Un effetto disastroso delle mutazioni sul corpo umano. Il bambino a sinistra una vittima dell'incidente nucleare di Chernobil.
Molti resteranno sconcertati dall'affermazione che in pratica tutti i geni mutanti sono dannosi. In quanto le mutazioni sono una parte necessaria del processo evolutivo. Quale buon effetto ovvero un'evoluzione verso forme pi elevate di vita pu derivare da mutazioni che risultano effettivamente tutte dannose?16
Ogni sforzo compiuto al fine di "generare mutazioni vantaggiose" sfociato in un fallimento. Per decenni, gli evoluzionisti hanno condotto numerosi esperimenti per produrre mutazioni nelle mosche della frutta, in quanto questi insetti si riproducono molto celermente, permettendo quindi alle mutazioni di apparire rapidamente. Ogni generazione di queste mosche venne mutata, tuttavia non venne mai osservata alcuna mutazione vantaggiosa. Il
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Un altro ricercatore, Michael Pitman, scrive, sul fallimento degli esperimenti svolti sulle mosche da frutta:
Morgan, Goldschmidt, Muller e altri genetisti hanno sottoposto generazioni di mosche della frutta a condizioni estreme di caldo, freddo, luce, oscurit e a trattamenti chimici e radioattivi. Ogni sorta di mutazioni, praticamente tutte insignificanti o positivamente deleteree, stata prodotta. Un'evoluzione prodotta dall'uomo? In realt no: pochi mostri creati dai genetisti potrebbero essere sopravvissuti al di fuori delle bottiglie nelle quali erano stati procreati. In pratica i mutanti muoiono, sono sterili o tendono a ritornare al tipo primitivo.18
Lo stesso discorso vale anche per l'uomo. Tutte le mutazioni che sono state osservate negli esseri umani sono risultate deleteree. Su questo problema gli evoluzionisti hanno gettato un velo, tentando addirittura di mostrare esempi di tali perniciose mutazioni come "prove dell'evoluzione". Tutte le mutazioni avvenute sugli umani hanno dato luogo a deformit fisiche, a infermit quali il mongolismo, la sindrome di Down, l'albinismo, il nanismo o il cancro. Queste mutazioni vengono presentate nei testi evoluzionisti come esempi di "meccanismi evolutivi al lavoro". Inutile dire che un processo che lascia gli uomini invalidi e infermi non possa essere un "meccanismo evolutivo" si suppone che l'evoluzione produca forme migliori pi adatte alla sopravvivenza. Per ricapitolare, esistono tre ragioni principali per cui le mutazioni non possono essere avanzate a sostegno delle asserzioni degli evoluzionisti: 1) L'effetto diretto delle mutazioni dannoso: dal momento che capitano accidentalmente, quasi sempre danneggiano l'organismo vivente che ad esse sottoposto. La ragione ci dice che un intervento
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inconsapevole su una struttura perfetta e complessa non vi apporter dei miglioramenti, ma dei danni. Invero, nessuna "mutazione proficua" mai stata osservata. 2) Le mutazioni non aggiungono alcuna nuova informazione al DNA dell'organismo: le particelle che compongono l'informazione genetica vengono o strappate dalla loro posizione e distrutte, o spostate in punti differenti. Le mutazioni non possono fare acquistare ad un essere vivente nuovi organi o nuove caratteristiche. Possono causare soltanto anormalit quali una gamba sporgente dalla schiena o un orecchio dall'addome. 3) Affinch una mutazione venga trasferita alla generazione successiva, deve avvenire nelle cellule riproduttive dell'organismo: un cambiamento accidentale occorso in una cellula qualsiasi o in un organo del corpo non pu essere trasferito alla generazione successiva. Per esempio, un occhio umano alterato dagli effetti delle radiazioni o da altre cause non passer alle generazioni seguenti. In breve, impossibile che gli esseri viventi si siano evoluti, poich non esistono meccanismi in natura capaci di determinare tale processo. Ci concorda con la testimonianza dei reperti fossili, che dimostrano quanto questo scenario sia distante dalla realt.
CAPITOLO
trasformazione sarebbe proseguita gradualmente per milioni di anni. Se cos fosse, allora le numerose specie intermedie sarebbero dovuto esistere e vivere durante questo lungo periodo di trasformazione. Ad esempio, nel passato sarebbero dovuti esistere dei mezzi-pesci / mezzi-rettili, i quali avrebbero dovuto acquisire dei caratteri da rettile in aggiunta a quelli da pesce da essi gi posseduti. Oppure sarebbero dovuti esistere alcuni rettili-uccelli, originati secondo lo stesso processo. Gli evoluzionisti chiamano queste creature immaginarie, che essi credono siano vissute nel passato, "forme di transizione". Se tali animali fossero realmente esistiti, avrebbero dovuto essere milioni o miliardi per numero e variet. Ma, ci che pi conta, i resti di siffatte creature dovrebbero trovare testimonianza nei reperti fossili. Il numero di queste forme di transizione avrebbe dovuto essere addirittura superiore a quello delle attuali specie animali e sarebbe oggi possibile reperirne in ogni parte del globo. Ne L'origine della specie, Darwin spiega:
Se la mia teoria fondata sono certamente esistite innumerevoli variet intermedie, che collegavano insieme tutte le specie dello stesso gruppo... Di conseguenza, la prova della loro esistenza pu essere trovata solo tra i resti fossili.19
econdo la teoria dell'evoluzione, ogni specie vivente derivata da una precedente. Una specie preesistente si trasformata, col tempo, in un'altra differente, dando cos origine alla variet. Questa
Anche lo stesso Darwin era consapevole dell'assenza di tali forme di transizione; sperava, quindi, che sarebbero state scoperte nel futuro. A
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dispetto della sua speranza, egli cap che il maggiore ostacolo alla sua teoria era costituito dalla loro mancanza. Perci, ne L'origine della specie, al capitolo "Difficolt della teoria", ha scritto:
...Perch se le specie derivano da altre specie attraverso impercettibili graduazioni, non vediamo ovunque innumerevoli forme di transizione?Perch nella natura non v' confusione, e esistono, invece, come ci dato osservare, specie ben definite?... Ma, dal momento che queste forme di transizione devono essere esistite, perch non le troviamo sepolte in numero infinito nella crosta terrestre?... Ma nella regione intermedia, con condizioni intermedie di vita, perch non troviamo le variet intermedie che si collegano strettamente? Queste difficolt mi hanno confuso per molto tempo.20
L'unica giustificazione che Darwin pot addurre per confutare questa obiezione fu che le testimonianze fossili allora reperite erano inadeguate. Asser, quindi, che qualora i reperti fossili fossero stati studiati dettagliatamente, sarebbero stati trovati gli anelli mancanti. Confidando nella profezia di Darwin, gli evoluzionisti, fino dalla met del XIX secolo, si sono dedicati in tutto il mondo alla ricerca dei fossili e dell'anello mancante. Nonostante i loro sforzi, nessuna forma transizionale stata ancora scoperta. Tutti i fossili portati alla luce negli scavi mostrano che, contrariamente a quanto creduto dagli evoluzionisti, la vita apparve sulla terra improvvisamente e gi pienamente formata. Nel tentativo di provare la loro teoria, gli evoluzionisti hanno involontariamente provocato la sua rovina. Un famoso paleontologo britannico, Derek V. Ager, ammette questo fatto sebbene egli stesso sia un evoluzionista:
Emerge l'idea che se esaminiamo le testimonianze fossili in dettaglio, a qualsiasi livello di ordine o specie, ci imbattiamo ad ogni pi sospinto non in una evoluzione graduale, ma in un'improvvisa esplosione di un gruppo a spese di un altro.21
FOSSILI VIVENTI
a teoria evoluzionista sostiene che le specie si evolvano continuamente in altre specie. Qualora si confrontino gli esseri viventi con i fossili corrispondenti, si vedr tuttavia che essi sono rimasti immutati per milioni di anni. Questo fatto confuta esplicitamente le pretese degli evoluzionisti.
L'ape vivente non diversa dal suo antenato fossile, che si suppone sia vissuto milioni di anni fa.
La libellula risalente a 135 milioni di anni fa non differisce dalla sua copia moderna.
Il paragone con questa formica fossile dellet di 100 milioni di anni dimostra come nel corso del tempo la specie non abbia subito cambiamenti
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nelle formazioni geologiche della terra. Questa testimonianza non ha mai rivelato tracce delle ipotetiche varianti intermedie di Darwin al contrario le specie appaiono e scompaiono improvvisamente. Tale anomalia ha alimentato la ragione addotta dai creazionisti che ogni specie sia stata creata da Dio.22
Essi dovettero inoltre "aspettare" inutilmente la futura apparizione delle forme di transizione, come illustrato da un professore dell'Universit di Glasgow, T. Neville George:
Non c' bisogno di scusarsi ancora per la povert delle testimonianze fossili. Esse si sono arricchite in vari modi in maniera quasi ingestibile, a tal punto che la scoperta sta sopravanzando l'integrazione... Le testimonianze fossili continuano nondimeno ad essere perlopi composte di lacune.23
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
I reperti fossili dimostrano che le forme transizionali non sono mai esistite, l'evoluzione non ha mai avuto luogo e le specie sono state create separatamente nella loro forma perfetta.
geologia presso le Universit di Harvard, Rochester e Chicago, ha detto: "i trilobiti si avvalevano di organi ottimamente progettati, che, per poter essere sviluppati oggi, richiederebbero un ingegnere ottico ben preparato e ricco d'ingegno".24 Questi invertebrati complessi emersero impovvisamente e in modo completo senza alcun legame o forma transizionale con gli organismi unicellulari, le uniche forme di vita presenti sulla terra prima della loro apparizione. Richard Monastersky, editore di Earth Sciences, una delle pi popolari pubblicazioni della letteratura evoluzionista, afferma, a proposito della "esplosione cambriana", apparsa del tutto inaspettatamente:
Mezzo miliardo di anni fa apparvero improvvisamente le ragguardevoli forme di animali complessi che oggi vediamo. Questo momento, al principio del periodo Cambriano, all'incirca 550 milioni di anni fa, segna l'esplosione evolutiva che riemp i mari delle prime creature complesse. Gli ampi phyla animali odierni erano gi presenti nei primi anni del Cambriano ed erano distinti tra loro quanto lo sono oggi.. .25
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Come la terra sia stata all'improvviso inondata da simili tipi distinti di specie e come questi, privi di un antenato comune, possano essere emersi, una domanda destinata a non ricevere risposta da parte degli evoluzionisti. Lo zoologo oxoniense Richard Dawkins, uno dei principali propugnatori del pensiero evoluzionista nel mondo, ha detto, commentando questa realt che inficia definitivamente i capisaldi delle tesi da lui sostenute:
Per esempio, gli strati geologici del Cambriano, databili a circa 600 milioni di anni fa, sono i pi vecchi in cui possiamo trovare la maggior parte dei principali gruppi di invertebrati. E ne troviamo molti gi in uno stato di evoluzione avanzato la primissima volta che compaiono tra i fossili. un po' come se
(*) R.L.Gregory, Eye and Brain: The Physiology of Seeing, Oxford University Press, 1995, p.31
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
fossero apparsi d'improvviso, senza alcuna storia evoluzionistica. Non occorre dire che questo fatto ha esaltato i creazionisti.26
Come Dawkins costretto a riconoscere, l'evoluzione cambriana una prova rilevante a favore della creazione, in quanto rappresenta l'unica possibilit di spiegare l'apparizione della vita sulla terra in forme complete. Douglas Futuyma, un eminente biologo evoluzionista, ammette tale realt e dice: "Gli organismi poterono apparire sulla terra soltanto gi completamente formati. In caso contrario, essi devono essersi sviluppati da specie preesistenti per mezzo di un processo di modificazione. Se apparvero in uno stato di completo sviluppo, devono essere stati creati da una intelligenza onnipotente".27 Darwin stesso ne riconobbe la possibilit quando scrisse: "Se molte specie, appartenenti agli stessi generi o famiglie, fossero realmente apparse improvvisamente, questo fatto sarebbe fatale alla teoria dell'evoluzione per selezione naturale."28 Il periodo Cambriano rappresenta, all'incirca, il "colpo fatale" di Darwin. Questa la ragione per cui il paleoantropologo evoluzionista svizzero Stefan Bengston confessa la mancanza di vincoli di transizione allorquando descrive tale periodo; commenta quindi: "Frustrante (e imbarazzante) per Darwin, questo evento ancora ci abbaglia".29 Come si pu constatare, le testimonianze fossili rivelano che gli esseri viventi non si sono evoluti da forme primitive verso forme avanzate, ma sono apparsi tutti all'improvviso integralmente. In breve, gli esseri viventi non pervennero all'esistenza attraverso l'evoluzione, ma furono creati.
CAPITOLO
li evoluzionisti presumono che gli invertebrati marini apparsi nello strato Cambriano si siano in qualche modo evoluti in pesci nel corso di dieci milioni di anni. Tuttavia, cos come gli
invertebrati cambriani non hanno antenati, non vi sono vincoli di transizione tali da rivelare un simile processo evolutivo. Si noti che gli invertebrati e i pesci presentano enormi differenze strutturali. Mentre i primi hanno i loro tessuti duri all'esterno dei loro corpi, i pesci, che sono vertebrati, li hanno all'interno. Siffatta enorme "evoluzione" avrebbe richiesto miliardi di passi per essere portata a compimento e dovrebbe essere testimoniata da altrettante forme di transizione. Gli evoluzionisti hanno scavato gli strati fossili per circa 140 anni alla ricerca di queste ipotetiche forme. Hanno scoperto milioni di fossili di invertebrati e di pesci, ma nessuno ha mai rinvenuto neppure una testimonianza di tale forma intermedia. Un paleontologo evoluzionista, Gerald T. Todd ammette questo fatto in un articolo dal titolo "L'evoluzione del polmone e l'origine dei pesci dotati di ossa":
Secondo l'ipotetico modello "dal mare alla terra", alcuni pesci sentirono il bisogno di passare dal mare alla terra per problemi di alimentazione. Questa affermazione sostenuta da simili disegni fantastici.
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Tutte e tre le suddivisioni dei pesci dotati di ossa appaiono per la prima volta tra le testimonianze fossili approssimativamente nello stesso periodo. Essi si presentano gi ampiamente divergenti morfologicamente e pesantemente corazzati. Come ebbero origine? Che cosa permise loro una cos ampia differenziazione? Come poterono giungere ad avere una corazza pesante? Perch non vi traccia di precedenti forme intermedie?30
Lo scenario evolutivo avanza di un passo e sostiene che i pesci, evolutisi dagli invertebrati, si siano quindi trasformati in anfibi. Anche in questo caso, tuttavia, mancano le prove. Non vi neppure un singolo fossile in grado di dimostrare l'esistenza di una creatura per met pesce e per met anfibio. Questo fatto confermato, sebbene con qualche riluttanza, dall'autorit di un evoluzionista molto noto, Robert L. Carroll, autore di Vertebrate Paleontology and Evolution: "Non abbiamo alcun fossile intermedio tra il pesce ripidistiano e i primi anfibi."31 Due paleontologi evoluzionisti, Colbert e Morales, scrivono a proposito delle tre classi fondamentali di anfibi, rane, salamandre e cecilie:
Non vi prova di un anfibio Paleozoico che combini le caratteristiche la cui presenza ci si attenderebbe in un singolo comune antenato. Le pi antiche rane, salamandre e cecilie conosciute sono molto simili ai loro discendenti viventi.32
Un fossile di celacanto risalente a 410 milioni di anni fa. Gli evoluzionisti affermarono che si trattasse della forma transizionale rappresentante il passaggio dall'acqua alla terra. Esemplari viventi di questo pesce furono catturati molte volte a partire dal 1938, fornendo un buon esempio della vastit delle speculazioni degli evoluzionisti.
li evoluzionisti sostengono che un giorno una specie acquatica sia passata in qualche modo sulla terra e si sia trasformata in una specie terrestre. Esistono numerose prove che confutano tale transizione:
permettere la perdita di acqua fino a un certo limite, pur prevenendo un'eccessiva evaporazione. Di conseguenza, le creature terrestri provano un senso di sete che gli organismi marini non hanno. Per di pi, la pelle degli animali marini non adatta ad un habitat non acquatico. 4. I reni: gli organismi marini sono in grado di espellere materiali di scarto, specialmente l'ammoniaca, dai loro corpi filtrandoli, poich il loro habitat costituito di acqua. Sulla terra, l'acqua deve essere usata con parsimonia. Questa la ragione per cui tali esseri viventi hanno un sistema renale. Grazie ai reni, l'ammoniaca viene immagazzinata sotto forma di urea, utilizzando in tal modo soltanto una minima quantit di acqua durante l'escrezione. Inoltre, sarebbero necessari dei nuovi sistemi per permettere il funzionamento dei reni. In breve, perch fosse possibile il passaggio dall'acqua alla terra, gli esseri viventi che ne fossero stati privi avrebbero dovuto sviluppare repentinamente un sistema renale. 5. Il sistema respiratorio: i pesci "respirano" assimilando l'ossigeno dissolto nell'acqua che passano attraverso le loro branchie. Essi non possono vivere pi di pochi minuti fuori dall'acqua. Per poter vivere sulla terra, dovrebbero acquisire all'improvviso un perfetto sistema polmonare. sicuramente impossibile che tutti questi drammatici cambiamenti fisiologici possano essere avvenuti contemporaneamente e casualmente nello stesso organismo.
1. Il trasporto del peso: le creature marine non hanno problemi a trasportare il loro proprio peso. Le creature terrestri, nondimeno, consumano il 40% della loro energia solo per il trasporto del loro peso. Le creature di transizione dall'acqua alla terra, per trovare l'energia necessaria, avrebbero dovuto sviluppare un nuovo sistema scheletrico e muscolare, la cui formazione non sarebbe potuta avvenire per mutazioni casuali. 2. Ritenzione di calore: sulla terra la temperatura pu variare rapidamente, fluttuando secondo un'ampia scala. Una creatura terrestre ha un meccanismo corporeo che pu sopportare tali escursioni termiche. Nel mare, tuttavia, la temperatura cambia lentamente senza sbalzi eccessivi. Un organismo vivente con un sistema corporeo regolato secondo la temperatura costante del mare dovrebbe acquisire un sistema di protezione tale da garantirgli il minimo danno di fronte alle escursioni termiche. assurdo affermare che i pesci abbiano sviluppato un tale sistema per mutazioni casuali non appena giunti sulla terra. 3. Uso dell'acqua: essenziale al metabolismo, l'acqua e l'umidit devono essere utilizzate limitatamente a causa delle scarse fonti sulla terra. Per esempio, la pelle deve essere creata in modo tale da
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Ancora cinquant'anni orsono, gli evoluzionisti pensavano che tale creatura fosse esistita davvero. Questo pesce, detto Celacanto, che si credeva fosse esistito 410 milioni di anni fa, venne esibito come una forma transizionale dotata di un polmone primitivo, un cervello sviluppato, un sistema digestivo e circolatorio pronto a funzionare sulla terra e addirittura un primitivo meccanismo motorio. Queste interpretazioni anatomiche furono accettate come una verit indiscutibile dai circoli scientifici fino alla fine degli anni Trenta. Il Celacanto fu presentato come una genuina forma transizionale in grado di provare la transizione evolutiva dall'acqua alla terra. Il 22 dicembre 1938, tuttavia, nell'Oceano Indiano venne alla luce un'interessante scoperta. Un membro vivente della famiglia dei Celacanti,
p. 418). Non esiste alcuna differenza tra i fossili delle antiche tartarughe e i membri di questa specie oggi viventi. Le tartarughe, semplicemente, non si sono "evolute": sono sempre state le stesse fin dal momento della loro creazione.
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in precedenza considerato una forma transizionale estintasi settanta milioni di anni prima, venne catturato! La scoperta di tale prototipo "vivente" provoc indubitabilmente un terribile shock tra gli evoluzionisti. Il paleontologo J.L.B. Smith disse che non sarebbe stato pi sorpreso se avesse incontrato un dinosauro vivente. 33 Negli anni successivi, vennero catturati duecento Celacanti in diverse parti del mondo. I Celacanti viventi rivelarono quanto lontano la fantasia degli evoluzionisti potesse giungere nella creazione di scenari immaginari. Contrariamente a quanto affermato, i Celacanti sono privi sia di un polmone primitivo che di un ampio cervello. L'organo che i ricercatori evoluzionisti proposero come polmone primitivo si rivel nient'altro che una borsa di lipidi.34 Il Celacanto, inoltre, presentato come "un candidato rettile in preparazione al passaggio dal mare alla terra", era in realt un pesce che viveva nelle profondit degli oceani e che non risaliva mai oltre 180 metri dalla superficie del mare.35
CAPITOLO
econdo la teoria dell'evoluzione, la vita ha avuto origine e si si evoluta nel mare, quindi si trasferita sulla terra grazie agli anfibi. Questo scenario evolutivo suggerisce anche l'evoluzione degli
anfibi in rettili, creature solo terrestri. Anche questa prospettiva non plausibile, a causa delle enormi differenze strutturali esistenti tra queste due classi animali. Ad esempio, l'uovo degli anfibi disegnato per svilupparsi nell'acqua, mentre quello amniotico sulla terra. Una "graduale" evoluzione di un anfibio deve essere respinta, perch senza un uovo perfetto e integralmente progettato, non possibile che una specie sopravviva. Inoltre, come sempre, non vi prova di quelle forme di transizione che si supponeva collegassero gli anfibi ai rettili. Il paleontologo evoluzionista Robert L. Carroll stato costretto ad accettare che "i primi rettili erano molto differenti dagli anfibi e i loro antenati
non sono ancora stati trovati."36 Eppure gli scenari disperati degli evoluzionisti non sono ancora finiti. Rimane il problema di far volare queste creature! Poich credono che anche gli uccelli si siano in qualche modo evoluti, asseriscono che la loro origine risalga ai rettili. Nondimeno, nessuno dei distinti meccanismi degli uccelli, la cui struttura completamente diversa da quella degli animali terrestri, pu essere spiegata per mezzo dell'evoluzione graduale. In primo luogo le ali, che sono la peculiare caratteristica degli uccelli, rappresentano un'empasse per gli evoluzionisti. Uno di essi, il turco Engin Korur, confessa l'impossibilit dell'evoluzione delle ali:
Il carattere comune degli occhi e delle ali che essi possono funzionare soltanto se sono completamente sviluppati. In altre parole, un occhio sviluppato solo
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a met non pu vedere, cos come un uccello con le ali a met non pu volare. Come questi organi siano pervenuti all'essere rimasto uno dei misteri della natura che attende di essere illuminato.37
La domanda sul modo in cui la perfetta struttura delle ali sia pervenuta all'essere a seguito di mutazioni accidentali rimane del tutto priva di risposta. Non c' modo di spiegare come le zampe anteriori di un rettile abbiano potuto trasformarsi in ali perfettamente funzionanti in seguito a una distorsione nei suoi geni (mutazione). La sola presenza delle ali, inoltre, non sufficiente a un organismo terrestre per volare. Ad esempio, le ossa degli uccelli sono molto pi leggere di quelle di esseri che vivono al suolo. I loro polmoni funzionano in maniera del tutto diversa. Hanno un sistema muscolare e scheletrico differente e un sistema cardiaco e circolatorio molto specializzato. Queste caratteristiche sono prerequisiti altrettanto necessari al volo che le ali. Tali meccanismi devono essere tutti presenti contemporaneamente; non possono formarsi gradualmente per "accumulazione". Per questo motivo la teoria che asserisce l'evoluzione di organismi terrestri in aerei completamente fallace.
Polmone di rettile
Polmone di uccello
L'anatomia degli uccelli molto diversa da quella dei rettili, i loro supposti antenati. I polmoni degli uccelli funzionano in maniera totalmente differente rispetto a quella degli animali terrestri. Questi ultimi inspirano ed espirano attraverso le stesse vie aeree. Negli uccelli, l'aria entra nel polmone dalla parte anteriore ed esce dalla parte posteriore. Questo "disegno" distinto una peculiarit degli uccelli, i quali necessitano di una grande quantit di ossigeno durante il volo. impossibile che simile struttura si sia evoluta dal polmone di un rettile.
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Tutto ci sollecita un'altra considerazione: pur supponendo che tale storia sia vera, per quale motivo allora gli evoluzionisti non sono in grado di rinvenire alcun fossile "mezzo-alato" o con una sola ala a sostegno della loro favola?
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sterno rettangolare a lungo sospettato ma mai documentato prima. Esso attesta la forza dei suoi muscoli atti al volo.38
Questa scoperta min alla base la tesi che l'Archopteryx fosse un mezzo-uccello incapace di volare completamente. D'altra parte, la struttura delle penne degli uccelli divenne uno dei pi importanti elementi di prova a dimostrazione del fatto che l'Archopteryx fosse un uccello volante nel vero senso della parola. La struttura asimmetrica delle penne di questo animale non distinguibile da quella degli uccelli moderni, a riprova cos della sua perfetta idoneit al volo. Il famoso paleontologo Carl O. Dunbar ha scritto: "In ragione delle sue ali, l'Archopteryx deve essere chiaramente classificato come un uccello."39 Un altro fattore che venne rivelato dalla struttura delle penne dell'Archopteryx fu il suo metabolismo a sangue caldo tipico degli uccelli. Come noto, i rettili e i dinosauri sono animali a sangue freddo che dipendono dalla temperatura ambientale in quanto non sono in grado di regolare in modo indipendente il loro calore corporale. Tale importante funzione viene adempiuta, nel caso degli uccelli, dalle penne. Le penne dell'Archopteryx, di cui aveva bisogno per mantenere il calore del suo corpo a differenza dei dinosauri, dimostrano che questi fu un vero uccello a sangue caldo.
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Le penne indicano che si tratta una creatura volante a sangue caldo. Le ossa sono vuote come negli uccelli moderni. I denti nella mandibola non provano alcun tipo di relazione con i rettili. Nel passato sono esistite diverse altre specie di uccelli "dentati".
Alcuni uccelli odierni presentano "artigli" simili sulle ali. La recente scoperta del settimo esemplare di Archaeopterix, il quale presenta uno sterno rovesciato, dimostra che questo uccello era dotato di forti muscoli del volo come i moderni uccelli volanti.
transizionale soltanto per la presenza degli artigli sulle ali. Neppure i denti nel becco giustificano la precedente affermazione. Gli evoluzionisti commettono una vera e propria frode allorquando asseriscono che i denti siano una caratteristica dei rettili, in quanto ci non corrisponde al vero. Oggi non tutti i rettili sono provvisti di denti. L'Archopteryx, per di pi, non la sola specie di uccelli che presenti tale attributo. corretto affermare che oggi gli uccelli sono privi di denti, tuttavia, le testimonianze fossili risalenti all'epoca dell'Archopteryx e posteriori, sino ad un'et relativamente recente, parlano dell'esistenza di un distinto genere di uccelli che pu essere classificato come "uccello provvisto di denti". Il punto fondamentale, tuttavia, che la struttura dentale dell'Archopteryx e di altri uccelli del tutto diversa da quella dei loro supposti antenati, i dinosauri. I famosi ornitologi Martin, Stewart e Whetstone osservarono che i primi presentavano denti con superficie superiore piatta e radici larghe, mentre i secondi, ovvero i dinosauri teropodi, gli ipotetici antenati di questi uccelli, avevano denti a forma di sega e con radici strette.40
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I ricercatori, dopo aver posto a confronto le ossa dei polsi dell'Archopteryx e quelle dei dinosauri, hanno osservato che non esiste alcuna similitudine tra loro.41 Gli studi di anatomisti quali Tarsitano, Hecht e A.D. Walker rivelarono che alcune "similarit", che si asseriva fossero esistite tra questa creatura e i dinosauri, come proposto da John Ostrom, erano in realt interpretazioni errate.42 Tutti questi ritrovamenti mostrano che l'Archopteryx non fu un anello transizionale, ma solo un uccello appartenente alla categoria degli "uccelli con i denti".
pennuto, chiamato Sinosauropteryx. Nel 1997, tuttavia, venne rivelato che questi dinosauri non avevano alcuna relazione congli uccelli e che non si trattava di penne moderne.5 D'altra parte, se si osservano con attenzione le penne, si incontrer un disegno molto complesso che non pu essere spiegato mediante alcun processo evolutivo. Il famoso ornitologo Alan Feduccia afferma che "ogni loro caratteristica ha funzioni aerodinamiche. Sono estremamente leggere, hanno una capacit di sollevarsi che aumenta a velocit pi basse e possono tornare alla loro precedente posizione con estrema facilit". Prosegue quindi, "Io non sono in grado di comprendere veramente come un organo perfettamente disegnato per il volo possa essere apparso dapprincipio per un altro bisogno".6 Il disegno delle penne ha obbligato anche Charles Darwin a considerarle. Per di pi, l'estetica perfetta delle penne del pavone lo ha reso "infermo", secondo le sue stesse parole. In una lettera scritta ad Asa Gray il 3 aprile 1860, dice: "Ricordo bene il tempo in cui il pensiero degli occhi mi faceva rabbrividire, ma ho superato questa fase di lamenti...". Continua poi: "... ora insignificanti particolari di struttura mi mettono spesso a disagio. La vista della penna di una coda di pavone mi fa ammalare ad ogni sguardo."7
1 A. H. Brush, "On the Origin of Feathers", Journal of Evolutionary Biology, vol. 9, 1996, p. 132. 2 A. H. Brush, "On the Origin of Feathers", p. 131. 3 Ibid. 4 Ibid. 5 "Plucking the Feathered Dinosaur", Science, vol. 278, 14 novembre 1997, p. 1229. 6 Douglas Palmer, "Learning to Fly" (Recensione di The Origin of and Evolution of Birds di Alan Feduccia, Yale University Press, 1996), New Scientist, vol. 153, 1 marzo 1997, p. 44. 7 Norman Machbeth, Darwin Retried: An Appeal to Reason, Boston, Gambit, 1971, p. 101.
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Qualora si considerino in dettaglio le penne degli uccelli, si vedr che esse sono costituite di migliaia di fini barbe attaccate le une alle altre per mezzo di uncini. Questa forma unica consente delle superiori prestazioni aerodinamiche.
130 milioni di anni fa, detto Liaoningornis, fu annunciata su Science da Hou, Martin e Alan Feduccia. Il Liaoningornis presentava un osso pettorale, sul quale si innestavano i muscoli del volo, del tutto simile a quello degli uccelli attuali, dai quali era difficilmente distinguibile anche per altri riguardi. La sola differenza erano i denti nel becco. Questo fatto mostr che gli uccelli forniti di denti non avevano una struttura primitiva secondo quanto sostenuto dagli evoluzionisti.44 Come venne espresso sulla rivista Discover, in un articolo dal titolo "Whence came birds? This fossil says not from dinosaurs"("Da dove provengono gli uccelli? 'Non dai dinosauri' dice questo fossile").45 Un altro fossile che contraddice la tesi evoluzionista sull'Archopteryx l'Eoalulavis. La struttura alare dell'Eoalulavis, che si disse fosse pi giovane di 30 milioni di anni dell'Archopteryx, stata osservata nei moderni uccelli che volano lentamente. Ci rappresenta la dimostrazione che 120 milioni di anni fa vi erano uccelli indistinguibili per molti aspetti da quelli attuali.46 Queste testimonianze indicano con sicurezza che n l'Archopteryx n gli altri uccelli antichi simili ad esso furono forme di transizione. I fossili non ci dicono che le differenti specie di uccelli si sono evolute le une dalle altre. Provano, al contrario, che gli uccelli attuali e quelli arcaici sono vissuti nello stesso periodo. Alcune specie, tuttavia, come l'Archopteryx e il Confuciusornis, si estinsero e solo una parte delle specie preesistenti stata in grado sopravvivere sino ai giorni nostri. In breve, alcune particolari caratteristiche dell'Archopteryx dimostrano che questo essere vivente non pu essere considerato una forma transizionale! Stephan Jay Gould e Niles Eldredge, due
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paleontologi evoluzionisti di fama mondiale provenienti da Harvard, accettano che l'Archopteryx sia un "mosaico" vivente che riunisce in s caratteristiche diverse, il quale, tuttavia, non pu essere considerato una forma transizionale!
Anche Larry Martin, uno specialista di uccelli antichi dell'Universit del Kansas, si oppone alla teoria che gli uccelli discendano dalla stessa linea dei dinosauri. Discutendo la contraddizione in cui l'evoluzione cade riguardo a questo argomento, Martin afferma:
A dir la verit, se dovessi sostenere l'ipotesi che gli uccelli con queste caratteristiche derivino dai dinosauri, cadrei nell'imbarazzo ogni qualvolta dovessi rivolgerti la parola.49
acquisito questa perfetta capacit di volare, invece di fabbricare scenari immaginari su goffe creature simili a rettili che intraprendono il volo. Anche la perfetta creazione della mosca confuta le pretese evoluzioniste. Il biologo inglese Robin Wootton ha scritto in un articolo intitolato "The Mechanical Design of Fly Wings" (Il disegno meccanico delle ali delle mosche): Meglio comprendiamo il funzionamento delle ali degli insetti, pi fine e bello ci appare il loro disegno. Le strutture sono tradizionalmente disegnate in modo
D'altra parte, non esiste neppure un singolo fossile che consenta di provare l'immaginaria evoluzione delle mosche. Ci quanto il noto zoologo francese Pierre Grass intendeva quando ha detto: "Siamo al buio per quanto riguarda l'origine degli insetti".2
1 Robin J. Wootton, "The Mechanical Design of Insect Wings", Scientific American, v. 263, November 1990, p.120 2 Pierre-P Grass, Evolution of Living Organisms, New York, Academic Press, 1977, p.30
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Per riassumere, lo scenario dell'evoluzione degli uccelli, costruito soltanto sulle basi dell'Archopteryx, non che il prodotto dei pregiudizi e delle speranze degli evoluzionisti.
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Il pi sbalorditivo evento nella storia della vita sulla terra il passaggio dal Mesozoico, l'et dei rettili, all'et dei mammiferi. Avvenne come se il sipario fosse stato calato improvvisamente su una scena in cui tutte le parti da protagonista fossero appartenute a un gran numero di rettili di stupefacente variet, in particolare ai dinosauri. Repentinamente rialzate le tende, quindi, lo scenario si sarebbe rivelato lo stesso, ma non il cast, esso completamente rinnovato: i dinosauri scomparsi, gli altri rettili ridotti a semplici comparse e tutti i ruoli principali affidati a diversi mammiferi, oggetto di fugaci allusioni negli atti precedenti.51
Inoltre, nel momento della brusca apparizione dei mammiferi, le differenze tra loro erano gi molto marcate. Animali tanto diversi, quali i pipistrelli, i cavalli, i topi e le balene sono tutti mammiferi emersi nel corso dello stesso periodo geologico. Stabilire una relazione evolutiva tra loro impossibile anche all'interno dei pi vasti confini dell'immaginazione. Lo zoologo evoluzionista R. Eric Lombard vi attribu grande importanza in un articolo apparso sulla rivista Evolution:
Queste ricerche di specifiche informazioni al fine di costruire filogenesi di taxa di mammiferi andranno incontro a delusioni.52
li evoluzionisti sostengono che tutte le specie mammifere si siano evolute da un comune progenitore. Nondimeno, gli orsi, le balene, i topi e i pipistrelli presentano enormi differenze. Ognuno di questi esseri viventi possiede sistemi specificamente disegnati. Per esempio, i pipistrelli sono stati creati Un pipistrello con un sistema fossile risalente sonar molto a 50 milioni di sensibile che li anni fa: non aiuta ad orientarsi presenta alcuna differenza nel buio. Questi rispetto complessi sistemi, all'attuale che la moderna specie vivente. tecnologia pu (Science, vol. soltanto imitare, 154) non possono essere apparsi come risultato di coincidenze casuali. Anche i fossili dimostrano che i pipistrelli emersero improvvisamente nella perfezione del loro stato attuale, senza passare attraverso alcun "processo evolutivo".
Il popolare esempio dell'evoluzione del cavallo, che suggerisce una graduale sequenza di cambiamenti da una creatura con quattro dita delle dimensioni di una volpe fino all'animale odierno, molto pi grande e con una sola unghia, si gi da molto tempo rivelato errato. In luogo di cambiamenti graduali, i fossili di ogni specie intermedia appaiono completamente distinti, persistono immutati e quindi si estinguono. Le forme transizionali sono sconosciute.1 Il famoso paleontologo Colin Patterson, direttore del Natural History Museum of England, dove ancora si mostravano gli schemi dell'"evoluzione del cavallo", ha detto riguardo a questa pubblica esposizione allestita presso il pianterreno del museo: Sono circolate una terribile quantit di storie, le une pi fantasiose delle altre, sulla reale natura della vita. L'esempio pi famoso, ancora in mostra al piano sottostante, l'esibizione dell'evoluzione del cavallo, risalente a circa cinquant'anni orsono. stata presentata come l'esatta verit dalla tradizione manualistica. Ora, io ritengo che ci sia deplorevole, in particolare quando coloro che diffondono questo tipo di storie possono essere consapevoli della natura speculativa di alcune di esse.2 Qual' allora lo scenario per "l'evoluzione del cavallo"? Tale descrizione fu preparata grazie
ai falsi documenti compilati sulla base della sistemazione sequenziale di fossili di specie distinte che, secondo la forza d'immaginazione degli evoluzionisti, sarebbero vissuti in India, Sudafrica, Nord America ed Europa. Esistono pi di venti tabelle sull'evoluzione del cavallo proposte da differenti ricercatori. Gli evoluzionisti non sono riusciti a raggiungere un comune accordo sul problema di questi alberi genealogici, che, tra l'altro, sono in totale disaccordo tra loro. Il solo punto in comune la credenza che una creatura della taglia di un cane detta "Eohippus", vissuta nel periodo eocenico, cio 55 milioni di anni fa, sia il progenitore del cavallo (Equus). Le ipotetiche linee evolutive dall'Eohippus all'Equus sono, tuttavia, del tutto inconsistenti. Lo scrittore evoluzionista Gordon R. Taylor illustra questa verit poco conosciuta nel suo libro The Great Evolution Mistery: Ma forse la pi grave debolezza del darvinismo la mancanza di paleontologi in grado di trovare filogenesi convincenti o sequenze di organismi capaci di dimostrare i maggiori cambiamenti evolutivi... Il cavallo spesso citato come l'unico esempio compiuto. Ma il fatto che la linea dall'Eohippus all'Equus molto irregolare. addotta per mostrare un continuo incremento di dimensioni, ma la realt che alcune varianti erano pi piccole dell'Eohippus, non pi grandi. Esemplari provenienti da fonti differenti possono essere riuniti in una sequenza all'apparenza convincente, ma non vi prova sufficiente a confermare che essi fossero disposti secondo questo ordine temporale.3 Tutti questi fatti dimostrano chiaramente come le tabelle sull'evoluzione del cavallo, presentate come una delle pi solide prove a favore del darvinismo, non siano altre che favole fantastiche ed implausibili.
1. Boyce Rensberger, Houston Cronicle, 5 novembre 1980, p. 15. 2. Colin Patterson, Harper's, febbraio 1984, p. 60. 3. Gordon Rattray Taylor, The Great Evolution Mistery, Abacus, Sphere Books, Londra 1984, p. 230.
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Ci dimostra che tutti gli esseri viventi apparvero repentinamente sulla terra gi completamente formati, senza alcun processo evolutivo. Questa la prova evidente della loro creazione. Gli evoluzionisti, tuttavia, tentano di interpretare il fatto che tutte le specie viventi sono pervenute all'esistenza in un ordine particolare come un segno dell'evoluzione. Nondimeno la sequenza secondo cui gli esseri viventi emersero l'ordine della creazione, poich non possibile parlare di processo evolutivo. Grazie a una superiore e perfetta creazione, gli oceani e poi le terre si riempirono di esseri viventi; infine, venne creato l'uomo. Contrariamente alla storia dell'"uomo scimmia", imposta alle masse con un'intensa propaganda mediatica, anche l'uomo apparve sulla terra d'improvviso gi completamente formato.
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met uomo e per met scimmia. Tale metodo si vale di "ricostruzioni", ovverosia di disegni o modelli di creature viventi eseguite spesso sulla base di un singolo osso fossile e talvolta di un solo frammento. Gli "uomini scimmia"che appaiono nei quotidiani, nelle riviste o nei film sono tutte ricostruzioni. Poich i fossili sono spesso dispersi e incompleti, ogni congettura fondata su di essi si rivela facilmente del tutto astratta. In realt, le ricostruzioni (disegni o modelli) eseguite dagli evoluzionisti sulla base dei resti fossili sono preparate speculativamente proprio allo scopo di convalidare la loro tesi. Un antropologo di Harvard, David R. Pilbeam, rileva questo fatto quando afferma: "Per lo meno in paleoantropologia, i dati sono ancora cos sparsi che la teoria influenza profondamente le interpretazioni. In passato, le teorie hanno chiaramente riflettuto le nostre ideologie correnti piuttosto che i dati attuali".53 Poich la gente intimamente influenzata dalla informazione visiva, queste ricostruzioni sono altamente funzionali allo scopo degli evoluzionisti di convincere della reale esistenza di queste creature nel passato. necessario, ora, mettere in rilievo un punto particolare: le ricostruzioni basate sulle ossa rimaste possono rivelare soltanto le caratteristiche generali dell'oggetto, in quanto i particolari realmente distintivi sono i tessuti molli, i quali svaniscono rapidamente nel tempo. Ne consegue che le astratte interpretazioni dei tessuti molli dipendono
rima di addentrarci nel mito dell'evoluzione umana, dobbiamo menzionare i metodi di propaganda utilizzati per instillare nel pubblico la convinzione che un tempo sia esistita una creatura per
Nei disegni e nelle raffigurazioni gli evoluzionisti inventano deliberatamente caratteristiche di cui non vi traccia nei fossili, come la struttura del naso e delle labbra, la forma dei capelli, delle sopracciglia e tutta la peluria sul corpo, allo scopo di patrocinare la loro teoria. Vengono anche realizzate rappresentazioni dettagliate di queste creature immaginarie mentre camminano con le loro famiglie, cacciano e altre situazioni della loro vita quotidiana. Tutte queste immagini, nondimeno, sono frutto della fantasia e non trovano conferme nei reperti fossili.
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TRE DIVERSE RICOSTRUZIONI BASATE SULLO STESSO CRANIO BASED ON THE SAME SKULL
totalmente dalla fantasia degli autori delle ricostruzioni. Earnst A. Hooten, docente presso l'Universit di Harvard, scrive, per spiegare tale situazione:
Il tentativo di ricostruire le parti molli un'impresa addirittura pi azzardata. Le labbra, gli occhi, le orecchie e la punta del naso non lasciano indizi nelle sottostanti parti ossee. Con un cranio neardentaloide possibile modellare, con eguale facilit, le fattezze di uno scimpanz o i lineamenti di un filosofo. Queste presunte ricostruzioni di antiche tipologie di uomini non hanno alcun valore scientifico e servono solo a fuorviare il pubblico... Perci non fidatevi di simili ricostruzioni.54
In realt, le storie inventate dagli evoluzionisti sono talmente assurde da attribuire allo stesso cranio addirittura tre volti differenti. Ad esempio, i tre diversi disegni eseguiti sulla base del fossile detto Australopithecus robustus (Zinjanthropus), sono un famoso esempio di tale falsificazione. Le prevenute interpretazioni dei fossili o la fabbricazione di molte ricostruzioni immaginarie possono ritenersi un indice della frequenza con cui gli evoluzionisti ricorrono all'inganno. Ci, tuttavia, appare innocente se paragonato alle deliberate frodi perpetrate nella storia dell'evoluzione.
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Falsificazioni dell'evoluzione
on esiste alcuna concreta testimonianza fossile che avvalori l'immagine dell'uomo-scimmia, quale incessantemente propagandata dai mezzi di comunicazione e dai circoli
accademici evoluzionisti. Pennello alla mano, gli evoluzionisti producono creature immaginarie; il fatto che questi disegni non combacino con i fossili, tuttavia, costituisce un serio problema per loro. Un interessante metodo utilizzato al fine di superare questo problema la produzione dei fossili che non possono trovare. L'Uomo di Piltdown, il pi grande scandalo nella storia della scienza, un tipico esempio di questo metodo.
I fossili sono portati alla luce da Charles Dawson e affidati a sir Arthur Smith Woodward
Sulla base del cranio ricostruito, vengono fatti numerosi disegni e sculture e redatti numerosi articoli. Il cranio originale esposto al British Museum.
Mascella di orangutang
Passati 40 anni dalla sua scoperta, il fossile di Piltdown si rivela un inganno ideato da un gruppo di ricercatori.
Falsificazioni dell'evoluzione
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Fairfield Osborn disse, durante una visita al British Museum nel 1935: "... a noi deve essere ricordato che la Natura piena di paradossi e questo uno stupefacente ritrovamento riguardo ai primi uomini..."56 Nel 1949, Kenneth Oakley, del dipartimento di paleontologia del British Museum, tent di applicare il metodo del "test del fluoro", un nuovo sistema per determinare la data di alcuni fossili antichi, sui campioni dell'Uomo di Piltdown. Il risultato fu sbalorditivo. Durante il test si scopr che l'osso mascellare non conteneva alcuna traccia di fluoro. Questo significava che era rimasto sepolto non pi di pochi anni. Il cranio, che rivelava soltanto una minima quantit di fluoro, dimostr di risalire a poche migliaia di anni addietro, come stato confermato dai pi recenti studi. Si determin che i denti sull'osso mascellare, appartenenti ad un orang-utan, erano stati logorati artificialmente, mentre gli strumenti "primitivi" scoperti con i fossili erano semplici imitazioni, affilate con utensili di ferro.57 Con la dettagliata analisi condotta a termine da Weiner nel 1953, venne resa nota al pubblico questa frode. Il cranio apparteneva a un uomo vissuto cinquecento anni prima, mentre l'osso mascellare ad una scimmia morta recentemente! I denti erano stati, quindi, disposti in ordine e aggiunti alla mascella in modo tale da imitare quelli dell'uomo. Tutti questi pezzi vennero poi trattati con potassio dicromato per conferirgli un aspetto di vecchiezza. Queste macchie iniziarono a dissolversi a contatto con l'acido. Le Gros Clark, il quale faceva parte del team che scopr la frode, non pot nascondere il suo sbalordimento e disse: "le prove delle abrasioni artificiali saltarono immediatamente agli occhi. Invero, apparivano cos ovvie che ci si pot chiedere perch non fossero state scoperte prima."58 All'indomani, l'Uomo di Piltdown venne rapidamente rimosso dal British Museum, dove era stato esposto per pi di quarant'anni.
L'illustrazione a sinistra, pubblicata sull'Illustrated London News del 24 luglio 1922, venne fatta sulla base di un singolo dente. Gli evoluzionisti, tuttavia, furono molto delusi quando fu rivelato che questo dente non apparteneva n a una creatura simile a una scimmia n a un uomo, ma bens ad una specie estinta di maiale.
Nebraska occidentale, nei pressi di Snake Brooks, risalente al Pliocene. Questo dente presentava presumibilmente le comuni caratteristiche dell'uomo e della scimmia. Ci fu argomento di profonde discussioni scientifiche, nelle quali alcuni sostenevano che si trattasse di un dente di Pithecanthropus erectus, mentre altri affermavano che si approssimasse di pi a quello di un essere umano. Il fossile, che sollev estesi dibattiti, venne detto "Uomo del Nebraska". Gli fu anche affibbiato un "nome scientifico": Hesperopithecus haroldcooki. Molte autorit diedero il loro sostegno a Osborn. Sulla base di questo singolo dente vennero eseguite ricostruzioni della testa e del corpo dell'Uomo del Nebraska, il quale venne addirittura raffigurato insieme alla moglie e ai figli, come un'intera famiglia nella sua cornice naturale. Tutti questi scenari si svilupparono da un solo dente. I circoli evoluzionisti avvalorarono a tal punto questo "uomo fantasma" che, allorquando un ricercatore di nome William Bryan si oppose alla tendenziosa decisione di basarsi su un singolo dente, fu aspramente criticato. Nel 1927 vennero scoperte altre parti dello scheletro. I nuovi reperti rivelarono che il dente non apparteneva n a un uomo n a una scimmia, bens ad una specie estinta di maiale selvatico americano detto prosthennops. William Gregory intitol un suo articolo, pubblicato sulla rivista Science, dove annunciava l'errore: "Hesperopithecus: in realt n una scimmia n un uomo".59 Ne segu che tutte le rappresentazioni dell'Hesperopithecus haroldcooki e della "sua famiglia" furono repentinamente rimosse da tutta la letteratura evoluzionista.
Falsificazioni dell'evoluzione
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CAPITOLO
ei capitoli precedenti abbiamo visto che in natura non esistono meccanismi che inducano gli esseri viventi ad evolvere e che le specie viventi non sono pervenute all'essere in seguito a un
processo evolutivo, ma sono piuttosto emerse all'improvviso nella loro presente struttura perfetta. Ovvero, vennero create individualmente. ovvio, quindi, che anche l'evoluzione umana non ha mai avuto luogo. Che cosa propongono allora gli evoluzionisti a fondamento della loro storia? Il fondamento costituito dall'esistenza di una moltitudine di fossili sui quali sono state costruite interpretazioni immaginarie. Nel corso del tempo sono vissute pi di 6000 specie di scimmie, in maggioranza estinte. Oggi, solo 120 specie di scimmie sono presenti sulla terra. Queste
approssimative 6000 specie rappresentano una ricca risorsa per gli evoluzionisti. Essi hanno descritto lo scenario dell'evoluzione umana sistemando una parte dei crani che rispondevano al loro proposito in un ordine di grandezza, dal pi grande al pi piccolo, e inframettendovi i crani di razze umane estinte. Secondo questa prospettiva, gli uomini e le scimmie moderne hanno antenati in comune. Queste creature si sarebbero evolute nel tempo; alcune di esse sarebbero divenute le scimmie di oggi, le altre, che avrebbero seguito una diversa branca dell'evoluzione, si sarebbero trasformate negli uomini attuali. Tutte le scoperte paleontologiche, anatomiche e biologiche, hanno, nondimeno, dimostrato che queste asserzioni sono fittizie e infondate come tutte le altre. Nessuna prova chiara e convincente stata avanzata
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per verificare se esista una relazione tra l'uomo e la scimmia, ad eccezione di frodi, distorsioni, disegni e commenti fuorvianti. I fossili dimostrano che, nel corso del tempo, gli uomini sono sempre stati uomini cos come le scimmie sono sempre state scimmie. Alcuni dei fossili che gli evoluzionisti ritengono i progenitori dell'uomo, appartengono a razze umane vissute all'incirca 10.000 anni fa, poi scomparse. Inoltre, molte comunit umane ancora oggi viventi hanno le stesse fattezze e caratteristiche di queste razze umane estinte, che gli evoluzionisti ritengono i nostri antenati. Tutto ci rappresenta una prova chiara che l'uomo non mai passato attraverso un processo evolutivo in alcun periodo storico. Ma la cosa pi importante che vi sono numerose differenze anatomiche tra l'uomo e la scimmia, e nessuna di queste avrebbe potuto giungere all'esistenza attraverso un processo evolutivo. Il fatto di essere bipedi una di queste. Tale elemento, di cui si parler pi avanti, peculiare soltanto dell'uomo ed uno dei tratti distintivi pi importanti.
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Il primo fossile di Ramapithecus scoperto: una mascella dispersa composta di due parti (a destra). Gli evoluzionisti raffigurarono audacemente il Ramapithecus, la sua famiglia e l'ambiente in cui viveva basandosi soltanto su queste ossa.
scimmia estinta, presenta varie tipologie, tra cui alcune di buona complessione, altre di struttura pi piccola e gracile Gli evoluzionisti classificano la fase successiva dell'evoluzione umana come "homo", cio uomo. Gli esseri viventi appartenenti a tale serie sarebbero pi sviluppati dell'Australopithecus e non molto diversi dall'uomo attuale. Quest'ultimo, ovvero l'Homo sapiens, si dice che si sia formato all'ultimo stadio dell'evoluzione di questa specie. Fossili come l'Uomo di Giava, l'Uomo di Pechino e "Lucy", che talvolta compaiono sui mezzi di comunicazione, nelle pubblicazioni e nei libri divulgativi evoluzionisti, sono inclusi in una delle quattro specie sopra elencate. Queste ultime si diramano in sottospecie. Alcune ipotetiche forme di transizione del passato, come il
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Ramapithecus ,
sono
state
escluse
dall'albero
genealogico
dell'immaginaria evoluzione umana allorquando si compreso che erano delle semplici scimmie.61 Nel delineare la catena "Australopithecinae > Homo habilis > Homo erectus > Homo sapiens", gli evoluzionisti intendono che ognuna di queste specie sia l'antenata dell'altra. Le recenti scoperte dei paleoantropologi hanno nondimeno rivelato che Australopithecinae, Homo habilis e Homo erectus sono esistiti, nello stesso tempo, in diverse parti del mondo. Inoltre, un certo segmento di umani, classificato come Homo erectus, vissuto fino a tempi molto recenti. L'Homo sapiens neandarthalensis e l'Homo sapiens sapiens (l'uomo moderno) sono coesistiti nella stessa regione. Questi fatti rivelano chiaramente la mancanza di validit dell'asserzione che essi siano i progenitori gli uni degli altri. In realt, tutte le scoperte e le ricerche scientifiche hanno dimostrato che i fossili non suggeriscono alcun processo evolutivo secondo quanto sostenuto dagli evoluzionisti. I fossili che vengono considerati gli antenati degli umani appartengono di fatto o a diverse razze umane o a specie di scimmie. Quali fossili, allora, sono umani e quali scimmie? possibile che ciascuno di essi sia considerato una forma transizionale? Per rispondere a queste domande, sar necessario esaminare ogni singola categoria.
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sottospecie del'A. Robustus. Tutte le specie di Australopithecus sono scimmie estinte che rassomigliano a quelle contemporanee. La loro capacit cranica pari o inferiore a quella degli attuali scimpanz. Come questi, hanno alcune parti, nelle estremit superiori e inferiori, disegnate al fine di arrampicarsi sugli alberi, mentre i loro piedi hanno la capacit di far presa sui rami in modo tale da mantenersi in equilibrio. Sono di bassa statura (al massimo 130 cm.) e, proprio come gli scimpanz di oggi, il maschio pi robusto della femmina. Molte caratteristiche, quali alcune particolarit nei loro crani, la vicinanza degli occhi, i molari acuminati, la struttura mandibolare, le braccia lunghe, le gambe corte, testimoniano che questi esseri viventi non erano diversi dalle scimmie attuali. Gli evoluzionisti affermano che, sebbene gli Australopithecinae abbiano l'anatomia di una scimmia, camminavano tuttavia eretti come gli umani. Tale posizione stata sostenuta per decenni da paleontropologi come Richard Leakey e Donald C. Johanson. Nondimeno, una gran quantit di ricerche sulla struttura scheletrica degli Australopithecinae, condotte da numerosi studiosi, ha dimostrato la mancanza di validit di questo argomento. Un'estesa ricerca effettuata su vari esemplari di Australopithecus da due anatomisti di fama mondiale provenienti dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti, Lord Solly Zuckerman e il Prof. Charles Oxnard, ha rivelato che queste creature non erano bipedi e si muovevano in modo analogo alle scimmie moderne. Dopo aver studiato le ossa di questi fossili per un periodo di quindici anni, grazie alle sovvenzioni del governo britannico, Lord Zuckerman e il suo team di cinque specialisti giunsero alla conclusione che gli Australopithecinae erano soltanto un'ordinaria specie di scimmie e non erano assolutamente bipedi , per quanto lo stesso scienziato fosse un evoluzionista.62 In modo corrispondente, Charles E. Oxnard, un altro evoluzionista famoso per le sue ricerche sul tema, ha paragonato la struttura scheletrica degli Australopithecinae a quella dei moderni orangutan. 63 Nel 1994, infine, un gruppo dell'Universit di Liverpool, in Inghilterra, avvi una vasta ricerca al fine di pervenire ad una conclusione
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definitiva. L'esito raggiunto fu che "gli Australopithecinae sono quadrupedi".64 In breve, gli Australopithecinae non hanno alcun legame con gli umani, ma sono semplicemente una specie di scimmia estinta.
Il primo fossile scoperto in Etiopia, presso Hadar, che si supponeva appartenesse alla specie Australopithecus aferensis: AL 288-1 o "Lucy". Per lungo tempo gli evoluzionisti si sforzarono di provare che Lucy potesse camminare in posizione eretta. Le ultime ricerche, tuttavia, hanno definitivamente stabilito che questo animale era una scimmia ordinaria che procedeva in posizione ricurva.
Il fossile di Australopithecus aferensis Al 333-105 (sotto) appartiene ad un membro giovane di questa specie. Questa la ragone per cui non si era ancora formata la protrusione sul suo cranio.
AUSTRALOPITHECUS
Sopra: cranio fossile di Australopithecus aferensis AL 444-2. Sotto: cranio di una scimmia contemporanea. L'ovvia somiglianza prova che l'A. aferensis era una specie di scimmia ordinaria, priva di qualsiasi caratteristica umana.
SCIMPANZ MODERNO
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
infatti, braccia lunghe, gambe corte e una struttura scheletrica simile alla scimmia. Le sue dita delle mani e dei piedi erano prensili, mentre la sua struttura mandibolare era molto simile a quella dei moderni Primati. Anche la capacit cranica, pari a 600 cc, offriva ulteriori conferme. In breve, l'Homo habilis, presentato da alcuni evoluzionisti come una specie differente, era in realt una specie di scimmia cos come tutti gli altri Australopithecinae. Le ricerche condotte negli anni seguenti hanno dimostrato che l'Homo habilis non era diverso dagli Australopithecinae. Il cranio e lo scheletro fossile OH62 trovati da Tim White dimostrarono che questa specie ebbe una ridotta capacit cranica, braccia lunghe e gambe corte, che le consentivano di arrampicarsi sugli alberi. Le dettagliate analisi condotte dall'antropologa americana Holly Smith nel 1994 rivelarono che l'Homo habilis non era un "homo", ma bens una "scimmia". A proposito dei suoi studi sui denti dell'Australopithecus, dell'Homo habilis, dell'Homo erectus e dell'Homo neandertalensis, Smith ha scritto:
Circoscrivendo l'analisi dei fossili a quei campioni che soddisfino tali criteri, i modelli di sviluppo dentale di australopithecinae gracili e di Homo Habilis rimangono classificati come scimmie africane. Quelli dell'Homo erectus e di Neanderthal sono classificati come umani.65
Nello stesso anno, Fred Spoor, Bernard Wood e Frans Zonneveld, tutti specialisti di anatomia, giunsero alla stessa conclusione seppure con un metodo del tutto differente. Tale metodo era basato sull'analisi comparativa dei canali semicircolari nell'orecchio interno, che provvedono a mantenere l'equilibrio, di umani e scimmie. I canali degli umani, i quali camminano eretti, sono molto diversi da quelli delle scimmie, che procedono ricurve verso il basso. I campioni di orecchi interni di Australopithecus e di Homo habilis analizzati dai tre studiosi erano pressoch simili a quelli delle scimmie moderne, mentre quelli di Homo erectus erano identici a quelli dell'uomo odierno.66 Queste scoperte hanno prodotto due importanti risultati: 1. I fossili a cui si fa riferimento come Homo habilis, in realt, non
Per lungo tempo gli evoluzionisti sostennero che le creature da essi chiamate Homo habilis potessero camminare in posizione eretta. Tuttavia, i nuovi fossili di Homo habilis portati alla luce da Tim White nel 1986, definiti OH 62, confutarono questa asserzione. Questi frammenti rivelarono che l'Homo habilis possedeva braccia lunghe e gambe corte, proprio come le scimmie contemporanee. Questo fossile pose fine all'asserzione che l'Homo habilis fosse un bipede in grado di procedere in posizione eretta. In verit, esso era soltanto un'altra specie di scimmia.
"OH 7 Homo habilis", in basso a sinistra, stato il fossile che meglio ha definito le caratteristiche mandibolari della specie Homo Habilis. Questa mandibola fossile presenta degli incisivi molto grandi, mentre i molari sono piccoli; la forma quadrata. Tutte queste qualit rendono tale mandibola molto simile a quella delle scimmie odierne. In altre parole, questo fossile fornisce un'ulteriore conferma del fatto che questo essere fosse una scimmia.
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appartengono alle classi "homo", ovvero agli umani, ma a quelle degli Australopithecinae, cio alle scimmie. 2. Sia l'Homo habilis che gli Australopithecinae erano esseri viventi che camminavano ricurvi, il loro scheletro era quindi quello di una scimmia. Non avevano alcun tipo di relazione con gli umani.
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Loring Brace dell'Universit del Michigan pervenne alle stesse conclusioni grazie alle analisi da lui condotte sulla mascella e sulla struttura dentale del cranio 1470; disse che le dimensioni della mascella e delle parti contenenti i molari rivelavano esattamente la faccia e i denti di un Australopithecus.69 Il Prof. Alan Walker, paleoantropologo presso la John Hopkins University, che ha svolto altrettante ricerche di Leakey sul KNM-ER, afferma che questo essere vivente non dovrebbe essere classificato come "homo", ovvero come specie umana, ma al contrario dovrebbe essere incluso sotto la specie Australopithecus.70 Per ricapitolare, classificazioni quali Homo habilis o Homo rudolfensis , che vengono presentate come vincoli di transizione tra l'Australopithecinae e l'Homo erectus, sono del tutto immaginarie. Come stato oggi confermato da molti ricercatori, questi esseri viventi sono membri della serie Australopithecus. Tutte le loro caratteristiche anatomiche rivelano la loro appartenenza alla specie delle scimmie. Seguendo queste creature, ognuna delle quali appartiene alla specie delle scimmie, giungiamo agli "homines" fossili, ovvero agli esseri umani fossili.
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differenze che intercorrono tra loro sono pari a quelle tra un nero e un Inuit o un pigmeo e un europeo. Esaminiamo dapprima l'Homo erectus, a cui si fa riferimento come alla pi primitiva specie umana. Come implica la parola stessa, "Homo erectus" significa un "uomo che cammina eretto". Gli evoluzionisti hanno dovuto distinguere questi uomini dai precedenti annettendovi la qualit di "erezione", per la quale tutti i fossili di Homo erectus esistenti si distinguono nettamente rispetto agli esemplari di Australopithecus e di Homo habilis. Non vi alcuna differenza tra lo scheletro di un uomo moderno e quello di un Homo erectus. La ragione primaria per cui gli evoluzionisti definiscono "primitivo" l'Homo erectus la capacit cranica (900-1100 cc.), inferiore rispetto alla media dell'uomo moderno, e la sporgenza delle arcate sopraccigliari. Nondimeno, molti popoli che vivono oggi nel mondo hanno la stessa capacit cranica dell'Homo erectus (ad esempio i pigmei), mentre esistono altre razze umane che hanno arcate sopraccigliari prominenti (come gli aborigeni australiani). un fatto comunemente accettato che tali differenze di capacit cranica non denotino disparit per quanto riguarda l'intelligenza o la capacit. L'intelligenza dipende dall'organizzazione interna del cervello, non dal volume.71 I fossili che hanno reso noto al mondo l'Homo erectus sono quelli dell'Uomo di Pechino e dell'Uomo di Giava scoperti in Asia, per quanto si comprese ben presto che non erano attendibili. L'Uomo di Pechino consisteva di alcuni elementi di gesso i cui originali erano andati perduti, mentre l'Uomo di Giava era "composto" di alcuni frammenti di cranio e di un osso pelvico, trovato ad alcuni metri di distanza, privo di qualsiasi indicazione valida ad attribuirne l'appartenenza allo stesso essere vivente. Questa la ragione per cui i fossili di Homo erectus scoperti in Africa hanno goduto di una tale crescente importanza. (Si deve menzionare il fatto che alcuni fossili identificati come Homo erectus vennero anche inclusi da alcuni evoluzionisti sotto una seconda classe detta "Homo ergaster". Regna tuttavia il disaccordo su questo argomento.
KNM-WT 15000 o scheletro del "ragazzo di Turkana" (a destra), probabilmente il pi antico e pi completo fossile umano mai scoperto. Le ricerche condotte su questo fossile, che si ritiene risalga a 1,6 milioni di anni orsono, rivelano che esso apparteneva a un bambino di 12 anni il quale avrebbe raggiunto l'altezza di circa 1,80 m. se fosse pervenuto all'adolescenza. Il "ragazzo di Turkana", molto simile alla razza di Neanderthal, rappresenta una delle prove pi significative a confutazione della favola dell'evoluzione umana. L'evoluzionista Donald Johnson ha scritto riguardo a questo fossile: "Era alto e magro. La forma del suo corpo e la proporzione delle sue membra erano le stesse degli attuali Africani equatoriali. Le dimensioni dei suoi arti combaciano perfettamente con quelle degli odierni adulti nordamericani bianchi".
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"Early humans were much smarter than we suspected..." ("I primi umani erano pi abili di quanto sospettassimo...") Notizia pubblicata su New Scientist del 14 marzo 1998 in cui si dice che quegli umani chiamati Homo erectus dagli evoluzionisti praticavano l'arte marinaresca 700000 anni fa. Questi umani, che disponevano di conoscenza e tecnologia sufficiente a costruire vascelli e a navigare, si possono difficilmente definire "primitivi".
Tratteremo in seguito tutti questi fossili sotto la classificazione di Homo erectus). Il pi famoso esemplare di Homo erectus trovato in Africa quello detto di Narikotome o "Ragazzo di Turkana", che venne rinvenuto nei pressi del lago Turkana in Kenya. confermato che questo fossile apparteneva ad un giovinetto di dodici anni, che, nel corso della sua adolescenza, avrebbe raggiunto l'altezza di 1,83 metri. La struttura scheletrica eretta del fossile non si differenzia da quella dell'uomo moderno. A tale riguardo, il paleoantropologo americano Alan Walker afferm di dubitare che "un normale patologo potesse distinguere la differenza tra lo scheletro fossile e quello di un uomo moderno."72 Del cranio, Walker ha detto che "assomiglia molto a quello di Neanderthal."73 Come vedremo in seguito, gli uomini di Neanderthal sono una razza umana moderna; ne consegue, quindi, che anche l'Homo erectus deve essere considerato tale. Anche l'evoluzionista Richard Leakey nota che la differenza tra
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Il Prof. William Laughlin dell'Universit del Connecticut comp parecchi esami approfonditi sugli Inuit e sugli abitanti delle isole Aleut e osserv che queste popolazioni erano straordinariamente simili all'Homo erectus. La conclusione a cui arriv fu che tutte queste distinzioni erano in realt razze differenti di Homo sapiens (uomo moderno).
Allorquando si considerino le ampie differenze che intercorrono tra gruppi remoti quali gli Esquimesi e gli Aborigeni, noti per appartenere alla singola specie dell'Homo sapiens, pare giustificato concludere che lo stesso Sinanthropus [un esemplare eretto-ALC] ne faccia parte.75
Vi , d'altra parte, un'enorme vuoto tra l'Homo erectus, che una razza umana, e le scimmie che lo precedettero nello scenario dell'evoluzione umana (Australopithecus, Homo abilis, Homo Rudolfensis). Ne consegue che i primi uomini apparvero nelle testimonianze fossili improvvisamente e direttamente, escludendo ogni concatenazione evolutiva. Non vi potrebbe essere alcuna indicazione pi chiara della loro creazione. Ammettere, tuttavia, questo fatto del tutto contrario alla filosofia dogmatica e all'ideologia degli evoluzionisti. Tentano, quindi, di rappresentare l'Homo erectus come una creatura per met scimmia. Nelle ricostruzioni, persistono tenacemente nell'attribuirvi tratti scimmieschi. D'altra parte, in tali immagini, scimmie quali l'Australopithecus o l'Homo habilis vengono umanizzate. Tale metodo cela il tentativo di "avvicinare" le scimmie agli esseri umani, colmando cos il vuoto intercorrente tra queste due distinte classi viventi.
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I Neandertaliani
I Neandertaliani sono esser umani apparsi repentinamente centomila anni fa in Europa e scomparsi o assimilati, per mescolanza, da altre razze altrettanto rapidamente 35 mila anni orsono. L'unico elemento che li differenzia dall'uomo moderno la superiore robustezza del loro scheletro e la maggiore capacit cranica. I Neandertaliani sono una razza umana, come oggi per lo pi si ammette. Sebbene gli evoluzionisti abbiano tentato con ogni mezzo di definirli "una specie primitiva", tutti i reperti dimostrano che essi non erano
MASCHERE FALSE: sebbene non differissero dagli uomini moderni, gli uomini di Neanderthal sono ancora raffigurati simili alle scimmie dagli evoluzionisti.
differenti da un "uomo robusto" odierno. Un'eminente autorit in questo campo, Erik Trinkaus, paleoantropologo presso l'Universit del New Mexico, ha scritto:
Un dettagliato confronto tra gli scheletri di Neanderthal e quelli umani moderni ha rivelato che non vi nulla nell'anatomia dell'uomo di Neanderthal che dimostri una capacit motoria, manipolativa, intellettuale o linguistica inferiore a quella degli uomini attuali.76
Molti ricercatori contemporanei definiscono l'uomo di Neanderthal una sottospecie dell'uomo moderno e lo chiamano "Homo sapiens neanderthalensis". I ritrovamenti testimoniano che i Neandertaliani seppellivano i loro morti, foggiavano strumenti musicali e presentavano alcune affinit culturali con l'Homo sapiens sapiens a lui contemporaneo. Per riassumere, i Neandertaliani erano una razza umana "robusta", semplicemente scomparsa nel corso del tempo.
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infatti, non hanno molto da dire riguardo a questi uomini, che presentano scarse differenze rispetto agli uomini moderni. Alcuni ricercatori hanno addirittura affermato che esistono ancora oggi dei rappresentanti di questa razza, indicandone un esempio negli aborigeni australiani. Come l'Homo sapiens, gli Aborigeni hanno arcate sopraccigliari prominenti, una struttura mandibolare prognata e una capacit cranica lievemente inferiore. Sono state fatte, inoltre, significative scoperte che rivelano come tali uomini siano vissuti in Ungheria e in alcuni villaggi italiani fino a tempi recenti. Il gruppo denominato Homo heilderbergensis nella letteratura evoluzionista in realt lo stesso Homo sapiens arcaico. La ragione per cui vengono utilizzati due termini differenti per definire la medesima razza umana la diversit concettuale tra gli evoluzionisti. Tutti i fossili inclusi sotto la classificazione di Homo heilderbergensis indicano che popoli anatomicamente molto simili ai moderni Europei vissero 500 e addirittura 740 mila anni orsono in Inghilterra e in Spagna. Si stimato che l'Uomo di Cro-Magnon sia vissuto 30000 anni fa. Questi ebbe un cranio a cupola e una fronte ampia. La capacit cranica era superiore a quella dei suoi contemporanei. Le arcate sopraccigliari erano prominenti e presentava una protrusione ossea nella schiena, caratteristica che compare anche nell'uomo di Neanderthal e nell'Homo erectus. Sebbene l'uomo di Cro-Magnon sia considerato una razza europea, la struttura e il volume del suo cranio sono molto simili a quelli di alcune razze viventi oggi in Africa e ai tropici. Confidando in tale similitudine, si creduto si trattasse di un'antica razza africana. Altre scoperte paleoantropologiche hanno mostrato che le razze di Cro-Magnon e di Neanderthal si mescolarono tra loro, gettando le basi delle razze attuali. Ai nostri giorni, inoltre, stato accettato il fatto che i rappresentanti della razza di Cro-Magnon siano ancora viventi in diverse parti dell'Africa e nelle regioni francesi di Salute e Dordogne. Uomini viventi che presentano simili caratteristiche sono stati individuati anche in Polonia e in Ungheria.
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comparvero quattro milioni di anni orsono e scomparvero un milione di anni fa. Gli esseri viventi classificati come Homo habilis, d'altra parte, si ritiene che siano vissuti fino a 1,7-1,9 milioni di anni fa. L'Homo rudolfensis, che si afferma sia stato pi "avanzato" rispetto all'Homo habilis, risalirebbe a 2,5-2,8 milioni di anni addietro! Ci significa che l'Homo rudolfensis di circa un milione di anni pi vecchio dell'Homo habilis, del quale si suppone sia l'antenato. Per l'altro verso, l'et dell'Homo erectus risale a 1,6-1,8 milioni di anni fa, che indica come i primi esemplari apparvero sulla terra nello stesso lasso di tempo dei loro cosiddetti antenati, ovvero, l'Homo habilis. Alan Walker, a conferma di questo fatto, ha affermato che "esistono prove dall'Africa orientale della tarda sopravvivenza di individui minuti di Australopithecus, i quali furono contemporanei dapprima dell'H. Habilis, poi dell'H. erectus ."77 Louis Leakey ha rinvenuto fossili di Australopithecus, Homo habilis e Homo erectus contigui nella regione di Olduvai Gorge.78 Un'ulteriore prova dell'inesistenza di un tale albero genealogico fornita dal paleontologo di Harvard Stephen Jay Gould, il quale parla di questa empasse dell'evoluzione nonostante sia egli stesso un evoluzionista:
Che ne della nostra scala se vi sono tre razze di uomini coesistenti (A. africanus, i robusti Austrlopithecinae e l'H. habilis), nessuna delle quali deriva dall'altra? Per di pi, nessuna delle tre mostra alcun orientamento evolutivo durante la loro permanenza sulla terra.79
Muovendo dall'Homo erectus all'Homo sapiens, constatiamo ancora che non esiste alcun albero genealogico di cui parlare. provato che l'Homo erectus e l'Homo sapiens arcaico continuarono a vivere da 27000 a 10.000 anni prima del nostro tempo. Nella palude di Kow in Australia, stato rinvenuto il cranio di un Homo erectus risalente a 10.000 anni fa, mentre nell'Isola di Giava ne stato scoperto un altro della stessa specie la cui datazione attribuibile a 27000 anni orsono.80
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largo, qualcosa di gonfiato... qualcosa di "primitivo". Ci che ci attendevamo da un bambino di 800000 anni era qualcosa di simile al Ragazzo di Turkana. Mentre ci che trovammo fu una faccia del tutto moderna... Per me questo era la cosa pi spettacolare... Questo quel tipo di cose che ti scuotono. Trovare qualcosa di assolutamente inaspettato come quella. Nella ricerca dei fossili, il rinvenirne ugualmente inaspettato, ed un bene. Ma la cosa pi spettacolare trovare ci che tu riterresti appartenente al presente, nel passato. come trovare qualcosa come... come rinvenire un audioregistratore a Gran Dolina. Ci sarebbe sorprendente. Non ci aspettiamo cassette e registratori nel Basso Pleistocene. Trovarvi una faccia moderna la stessa cosa. Noi fummo molto sorpresi quando la vedemmo.82
Il fossile mette in evidenza il fatto che la storia dell'Homo Sapiens deve essere retrodatata di ben 800 mila anni. Dopo essersi ripresi dallo shock iniziale, gli evoluzionisti che rinvennero il fossile decisero che doveva essere attribuito a una specie differente, in quanto, sulla base del noto albero genealogico, nessun Homo Sapiens sarebbe vissuto 800 mila anni fa. Essi crearono, di conseguenza, una specie immaginaria chiamata "Homo antecessor", sotto la cui classificazione inclusero il cranio di Atapuerca.
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L'aspetto inusuale dell'evento fu che questa costruzione, ancora in uso in molte parti dell'Africa, avrebbe potuto essere costruita soltanto dall'Homo Sapiens! Cos, in conformit ai rinvenimenti di Leakey, l'Australopithecus, l'Homo Habilis, l'Homo erectus e l'uomo moderno devono essere coesistiti approssimativamente 1,7 milioni di anni fa.83 Tale scoperta inficia definitivamente la teoria evoluzionista laddove pretende che l'uomo moderno sia evoluto da una specie simile alla scimmia quale l'Australopithecus.
Dopo aver esaminato le impronte, Louis Robbins dell'Universit della North Carolina ha commentato:
L'arco elevato l'individuo pi piccolo presenta un arco pi alto del mio e l'alluce largo e
Le impronte di Laetoli appartengono a un umano moderno, sebbene risalgano a milioni di anni fa.
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Un altro esempio che prova la mancanza di validit dell'immaginario albero genealogico ideato dagli evoluzionisti: una mandibola di un umano moderno risalente a 2,3 milioni di anni fa. Questa mandibola, il cui codice A.L. 666-1, fu scoperta ad Hadar, in Etiopia. Le pubblicazioni evoluzioniste hanno tentato di dissimularla presentandola come "una scoperta veramente sorprendente..." (D. Johanson, Blake Edgar, From Lucy to Language, p. 169)
allineato al secondo dito... Le dita stringono il terreno come quelle umane. Ci non visibile in altre forme animali.85
Gli esami condotti sulla morfologia delle impronte dei piedi mostrarono di nuovo che queste dovevano essere accettate come umane e, in particolare, appartenenti a un uomo moderno (Homo Sapiens). Russell Tuttle, che ha esaminato le impronte, ha scritto:
Potrebbe averle fatte un piccolo Homo sapiens a piedi scalzi... Per tutte le caratteristiche morfologiche discernibili, i piedi degli individui che lasciarono le impronte sono indistinguibili da quelli di umani moderni.86
Analisi imparziali delle impronte rivelarono la loro reale appartenenza. Esse constavano di 20 impronte fossilizzate attribuite a un umano moderno di dieci anni di et e di altre 27 appartenenti ad uno di et inferiore. Essi erano sicuramente simili a noi. Le impronte di Laetoli furono al centro della discussione per anni. I paleoantropologi evoluzionisti tentarono disperatamente di trovare delle spiegazioni, tanto era duro per essi accettare il fatto che un uomo moderno avesse camminato sulla terra 3,6 milioni di anni fa. Nel 1990, tale "spiegazione" inizi a prendere corpo. Gli evoluzionisti decisero che queste impronte sarebbero state lasciate da un Australopithecus, in quanto, basandosi sulla loro teoria, era impossibile che una specie homo
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fosse vissuta 3,6 milioni di anni fa. Russell H. Tuttle scrisse in un articolo datato 1990:
Insomma, le caratteristiche dell'impronta di 3,5 milioni di anni rinvenuta al sito G di Laetoli simile a quelle abitualmente lasciate da uomini moderni senza scarpe. Nessun aspetto suggerisce che gli ominidi di Laetoli fossero bipedi meno capaci di noi. Se non si sapesse che le impronte G sono cos vecchie, si potrebbe facilmente concludere che siano state lasciate da un membro del nostro genere Homo... In ogni caso, dovremmo accantonare la perduta ipotesi che tali impronte appartengano a un tipo Lucy, un Australopithecus afarensis.87
Per riassumere, queste impronte, che si suppone risalgano a 3,6 milioni di anni orsono, non sarebbero potute appartenere ad un Australopithecus. L'unica ragione per cui venne avanzata tale ipotesi fu l'et dello strato geologico (3,6 milioni di anni) in cui furono rinvenute le impronte, che si attribuirono ad un Australopithecus per la presunzione che gli umani non avrebbero pouto vivere in un'et cos remota. Queste interpretazioni rivelano una realt molto importante. Gli evoluzionisti non sostengono la loro teoria fondandosi su scoperte scientifiche, ma indipendentemente da esse. Abbiamo una teoria difesa ciecamente con qualunque mezzo, mentre tutte le nuove scoperte che ne hanno confutato i presupposti sono state ignorate o distorte al fine di preservarla. In breve, la teoria evoluzionista un dogma mantenuto in vita a dispetto della scienza.
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quando vogliono raggiungere una fonte di cibo. Normalmente il loro scheletro inclinato in avanti e in posizione quadrupede. La locomozione bipede si sarebbe, allora, evoluta dall'andatura quadrupede delle scimmie come affermano gli evoluzionisti? Sicuramente no. Le ricerche hanno dimostrato che l'evoluzione verso la locomozione bipede non mai avvenuta, n ci sarebbe possibile, principalmente in quanto questo carattere non rappresenta un vantaggio evolutivo. Il modo in cui si muovono i primati molto pi facile, veloce ed efficiente di quello degli uomini. Un uomo non potrebbe mai saltare da un ramo all'altro come uno scimpanz, n correre alla velocit di 125 km orari come un ghepardo. Al contrario, l'andatura bipede dell'uomo molto pi lenta sul terreno. Per la stessa ragione, la specie pi indifesa in natura in termini di movimento e protezione. Secondo la logica dell'evoluzione, le scimmie non avrebbero dovuto evolversi verso la locomozione bipede: gli umani, piuttosto, sarebbero dovuti diventare quadrupedi. Un'altra impasse dell'evoluzionismo che la locomozione bipede non funzionale al modello dello "sviluppo graduale" del darvinismo, il quale richiede un passo "scalare" tra l'una e l'altra postura. Nondimeno, grazie ad alcune ricerche condotte al computer nel 1996, il paleoantropologo inglese Robin Crompton ha dimostrato che tale passo
Ricerche recenti hanno rivelato l'impossibilit che lo scheletro curvo di una scimmia, destinato a un'andatura quadrupede, possa evolversi in uno scheletro umano eretto atto alla locomozione bipede.
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scalare non sarebbe stato possibile. Lo studioso pervenuto alla conclusione che un essere vivente pu camminare eretto o a quattro zampe.88 Un tipo di passo intermedio impossibile a causa dell'estremo consumo di energia che comporterebbe. Questa la ragione per cui impossibile che sia esistito un mezzo-bipede. L'immensa distanza tra l'uomo e la scimmia non si limita solo alla locomozione bipede. Molti altri problemi restano insoluti, quali le capacit cerebrali e verbali. A questo riguardo, la paleoantropologa evoluzionista Elaine Morgan confessa:
Quattro dei misteri pi insolubili dell'uomo sono: 1) Perch cammina su due gambe? 2) Perch ha perso la pelliccia? 3) Perch ha sviluppato un cervello cos grande? 4) Perch ha imparato a parlare? Le risposte ortodosse a queste domande sono: 1) 'Non lo sappiamo ancora'; 2) 'Non lo sappiamo ancora'; 3) 'Non lo sappiamo ancora'; 4) 'Non lo sappiamo ancora'. La lista delle domande potrebbe essere considerevolmente estesa senza intaccare la monotonia delle risposte.
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"percezioni extrasensoriali" concetti quali la telepatia e il sesto senso ed infine "l'evoluzione umana". Zuckerman giustifica la sua posizione con queste parole:
Muovendo dal registro della verit oggettiva verso quegli ambiti di presunta scienza biologica, come le percezioni extrasensoriali o l'interpretazione della storia fossile dell'uomo, dove per il fedele tutto diventa possibile e dove, per l'ardore della sua fede, talvolta in grado di ritenere vere le cose pi contraddittorie allo stesso tempo.90
Che cosa ha reso tanti scienziati cos tenacemente saldi a questo dogma? Perch hanno tentato, con tanta insistenza, di mantenerlo in vita, al costo di accettare innumerevoli conflitti e di rinunciare alle prove da loro stessi avanzate? L'unica risposta la paura di affrontare il rischio di dover abbandonare la teoria dell'evoluzione e l'inevitabile confronto con la realt della creazione da parte di Allah. Considerando, tuttavia, i fondamenti della filosofia materialista in cui credono, la creazione per loro un concetto inaccettabile. Per questo motivo, essi ingannano se stessi e il mondo valendosi dei media. Qualora non riescano a trovare i fossili necessari, "fabbricano" delle rappresentazioni immaginarie o dei modelli fittizi,per diffondere la convinzione che esistano fossili che comprovino l'evoluzione. Parte dei mass media, che condivide il punto di vista materialistico, tenta anche di ingannare il pubblico instillando la favola dell'evoluzione per vie subliminali. Nonostante i loro saldi tentativi, la verit evidente: l'uomo non pervenuto all'esistenza tramite un processo evolutivo, ma per creazione da parte di Allah. L'uomo quindi responsabile di fronte a Lui, per quanto si rifiuti di assumere questa responsabilit.
CAPITOLO
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ei capitoli precedenti abbiamo visto come i fossili inficino la teoria dell'evoluzione. In realt non avremmo avuto bisogno di tale dimostrazione, in quanto tale teoria crolla ben prima di
giungere alla pretesa "evoluzione della specie" e alle testimonianze fossili. L'argomento che ne rivela l'insensatezza sin dal pricipio la questione di come la vita sia apparsa sulla terra. Di fronte a tale domanda, la teoria evoluzionista afferma che la vita ha avuto inizio da una cellula formatasi per casualit. Secondo tale prospettiva, quattro miliardi di anni fa vari composti chimici inorganici subirono una reazione nell'atmosfera primordiale della terra per effetto dei fulmini e della pressione seguitane, la quale avrebbe provocato la formazione della prima cellula vivente. necessario dapprima affermare la mancanza di scientificit della pretesa che i materiali inorganici possano congiungersi per formare la vita, in quanto nessun esperimento o osservazione ne ha mai confermato la veridicit. La vita si genera solo dalla vita. Ogni cellula vivente formata dalla riproduzione di un'altra cellula. Nessuno al mondo mai riuscito a creare una cellula vivente mettendo insieme dei materiali inorganici, neppure nei pi avanzati laboratori. Nonostante la teoria evoluzionista affermi che la cellula di un essere vivente si sia formata fortuitamente durante le primitive condizioni della terra, essa, in realt, non pu essere prodotta neppure con il concorso di tutto il potere dell'intelletto umano, della sua conoscenza e della sua tecnologia. Nelle pagine seguenti esamineremo la ragione per cui tale asserzione contraria ai pi basilari principi della scienza e della ragione.
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CONFESSIONI DI EVOLUZIONISTI
on vi crisi maggiore in cui la teoria dell'evoluzione possa incorrere di quella che insorge nel tentativo di spiegare l'emergere della vita. La ragione che le molecole organiche sono talmente complesse che non possibile spiegare la loro formazione per mezzo della coincidenza, come manifestamente impossibile che una cellula organica sia frutto del caso. Gli evoluzionisti si occuparono dell'origine della vita nel secondo quarto del XX secolo. Una delle principali autorit nell'ambito dell'evoluzione molecolare, l'evoluzionista russo Alexander I. Oparin, ha scritto nel libro L'origine della vita, pubblicato nel 1936:
teorie e gli esperimenti pervengono a un punto morto o a un'ammissione di ignoranza.2 Quanto ha scritto il geochimico Jeffrey Bada, docente presso il San Diego Scripps Institute, rivela l'incapacit degli evoluzionisti di fronte a questo punto morto: Oggi, al termine del XX secolo, ci troviamo ancora di fronte al pi grande problema irrisolto, lo stesso che ci attendeva al principio di questo secolo: Qual' l'origine della vita sulla terra? 3
Sfortunatamente, l'origine della cellula rimane il punto pi oscuro dell'intera teoria evoluzionista.1 A partire da Oparin, gli evoluzionisti hanno condotto innumerevoli esperimenti e ricerche per provare la possibilit della casuale formazione di una cellula. Nondimeno, ogni singolo tentativo ha messo sempre pi in luce la complessa struttura della cellula, confutando per l'ennesima volta le ipotesi degli evoluzionisti. Il prof. Klaus Dose, presidente dell'Istituto di Biochimica presso l'Universit Johannes Gutenberg, afferma: Pi di 30 anni di sperimentazioni sull'origine della vita nei campi della chimica e dell'evoluzione molecolare hanno consentito una miglior percezione dell'immensit di tale problema senza pervenire tuttavia ad una soluzione. Tutte le attuali discussioni sulle principali
Jeffrey Bada: "L'origine della vita sulla terra rappresenta il pi grande problema irrisolto".
1 Alexander I. Oparin, Origin of Life, (1936) New York: Dover Publications, 1953 (ristampa), p. 196. 2 Klaus Dose, "The Origin of Life: More Questions Than Answers", Interdisciplinary Science Reviews, vol. 13, n. 4, 1988, p. 348. 3 Jeffrey Bada, Earth, febbraio 1998, p. 40
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necessaria soltanto la maestria delle "condizioni naturali" per foggiare e installare questi materiali all'interno dell'edificio. Tutte le installazioni, i lavori di falegnameria e gli accessori si posero tra i mattoni grazie al soffio del vento, alla pioggia e ai terremoti. Tutto procedette cos bene che i mattoni si sistemarono in modo tale da lasciare lo spazio necessario alle finestre, come se avessero saputo che qualcosa chiamato vetro si sarebbe poi costituito ad opera delle condizioni naturali. Non dimenticarono, inoltre, di lasciare lo spazio necessario a installare il sistema idraulico, elettrico e termico, che si sarebbero formati successivamente per coincidenza. Tutto si svolse talmente bene che le "coincidenze" e le "condizioni naturali" diedero vita a un progetto perfetto. Se stato possibile credere fino a questo punto a questa storia, allora non dovrebbe essere un problema supporre come apparvero gli altri edifici della citt, le piante, le strade, i marciapiedi, le infrastrutture, il sistema di comunicazione e i trasporti pubblici. Se poi si in possesso della conoscenza tecnica e si ha dimestichezza con il soggetto, allora sar possibile scrivere un libro estremamente "scientifico" in pi volumi che esprima le personali teorie sul "processo evolutivo di un sistema fognario e la sua uniformit con le presenti strutture". Per tali studi si potrebbe essere insigniti di un'onoreficenza accademica e godere la fama di genio impegnato a emanare luce sul mondo. La teoria dell'evoluzione afferma che la vita pervenuta all'esistenza per caso. Tale asserzione non meno assurda della storia che abbiamo raccontato, in quanto, con tutti i suoi sistemi operativi, di comunicazione, di trasporto e di amministrazione, una cellula non meno complessa di una citt.
La cellula il sistema pi complesso e accurato che l'uomo abbia mai conosciuto. Il professore di biologia Michael Denton, nel suo libro Evolution: A Theory in Crisis (Evoluzione: una teoria in crisi), spiega tale complessit con un esempio: "Per cogliere la realt della vita come stata rivelata dalla biologia molecolare, dobbiamo ingrandire una cellula fino a raggiungere un diametro di venti chilometri, cos da somigliare ad un'aeronave gigante grande abbastanza da coprire una citt delle dimensioni di Londra o New York. Ci che vedremmo sarebbe un oggetto di impareggiabile complessit. Sulla superficie della cellula sarebbero visibili migliaia di fori, simili a obl di una nave immensa, aprentisi alternativamente per permettere il continuo flusso e riflusso di materiali. Se entrassimo in uno di questi fori, ci troveremmo in un mondo di suprema tecnologia e stupefacente complessit... [una complessit] superiore alle nostre capacit creative, una realt che rappresenta l'antitesi del caso, che supera in ogni senso qualsiasi cosa prodotta dall'intelligenza dell'uomo...".
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recessi della vita, rivelando che la cellula il pi complesso sistema che l'umanit abbia mai incontrato. Oggi sappiamo che la cellula contiene centrali di forza che generano l'energia di cui ha bisogno, fabbriche che producono gli enzimi essenziali alla vita, una banca dati con tutte le informazioni necessarie ai suoi processi, sistemi complessi di trasporto e condutture per trasferire da un posto ad un altro materia prima e trattata, laboratori avanzati e raffinerie per disgregare il materiale grezzo nelle parti utilizzabili, proteine della membrana cellulare specializzate nel controllo dell'accesso e dell'uscita di sostanze. Tutto questo costituisce soltanto una minima parte dell'incredibile complessit del sistema. Lo scienziato evoluzionista W. H. Thorpe riconosce che "il pi elementare tipo di cellula costituisce un 'meccanismo' incredibilmente pi complesso di qualsiasi macchina che sia stata fino ad ora pensata, per non dire costruita, dall'uomo."91 Una cellula talmente complessa che neppure il pi alto livello di tecnologia raggiunto dall'uomo in grado di riprodurla. Nessun tentativo di creare una cellula artificiale ha mai ottenuto successo. Simili esperimenti, di conseguenza, sono stati abbandonati. La teoria evoluzionista sostiene che tale sistema, che il genere umano, con tutta l'intelligenza, la conoscenza e la tecnologia a sua disposizione non ha potuto ricreare, pervenne all'esistenza "per caso", nelle primordiali condizioni terrestri. Per fare un altro esempio, la probabilit che una cellula si formi casualmente pari a quella di stampare un libro a seguito di un'esplosione in una tipografia. Il matematico e astronomo inglese sir Fred Hoyle ha fatto un confronto simile in un'intervista rilasciata alla rivista Nature pubblicata il 12 novembre 1981. Per quanto evoluzionista, Hoyle disse che la possibilit di manifestazione di forme di vita superiore per questa via paragonabile a quella di un tornado che, spazzando un deposito di rottami, possa assemblare un Boeing 747 col materiale presente.92 Ci dimostra l'impossibilit che una cellula pervenga all'esistenza accidentalmente. Deve essere inevitabilmente "creata". Una delle ragioni principali per cui la teoria evoluzionista non pu
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spiegare l'apparizione della cellula la sua "irriducibile complessit". Una cellula vivente si mantiene grazie all'armoniosa cooperazione di molti organi. Qualora uno di questi cessasse di funzionare, la cellula morirebbe. Essa non ha la possibilit di aspettare che meccanismi inconsci quali la selezione naturale e la mutazione le permettano di svilupparsi. La prima cellula apparsa sulla terra fu, quindi, necessariamente completa e in possesso di tutti gli organi e delle funzioni richieste, dimostrando definitivamente di essere stata creata.
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dei quali esistono dodici tipi differenti. Questi possono essere disposti in 10300 modi diversi. (Questo numero astronomicamente grande consiste di un 1 seguito da 300 zeri.) Di tutte queste possibili sequenze, soltanto una forma la desiderata molecola proteica. Il resto di esse sono catene di amminoacidi che possono risultare o del tutto inutili o potenzialmente dannose per gli esseri viventi. In altre parole, la probabilit della formazione di una sola molecola proteica pari a "1 su 10300". La probabilit che questo "1" accada praticamente impossibile. (In matematica, le probabilit inferiori a 1 su 1050 sono considerate "probabilit zero"). Per di pi una molecola proteica di 288 amminoacidi piuttosto modesta se paragonata ad alcune molecole proteiche giganti composte di migliaia di amminoacidi. Qualora si applichi il calcolo delle probabilit a queste proteine giganti, la parola "impossibile" diventa inadeguata. Avanzando di un passo nella direzione dello schema dello sviluppo della vita, osserviamo che una sola proteina non significa nulla per se stessa. Uno dei pi piccoli batteri mai scoperti, il Mycoplasma Hominis H39, contiene 600 tipi di proteine. In questo caso dovremmo ripetere gli stessi calcoli delle probabilit prima applicati ad una sola proteina per ognuno di questi 600 tipi differenti. Il risultato rende assurdo anche il concetto stesso di impossibilit. Alcuni lettori che considerino la teoria dell'evoluzione una spiegazione scientifica, potrebbero sospettare che questi numeri siano esagerati e che non riflettano i fatti: questi sono dati definiti e concreti. Nessun evoluzionista potrebbe muovere alcuna obiezione a questi numeri, i quali confermano la probabilit che la formazione accidentale di una singola proteina "sia pari alla possibilit che una scimmia scriva la storia dell'umanit su una macchina da scrivere senza commettere alcun errore".93 Nondimeno, piuttosto di accettare l'altra spiegazione, che la creazione, essi continuano a difendere quanto manifestamente impossibile. Molti evoluzionisti lo hanno confessato. Ad esempio, Harold F. Blum, un noto scienziato evoluzionista, il quale afferma che "la
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Le proteine sono gli elementi pi vitali per gli esseri viventi. Esse non soltanto si combinano per costituire le cellule viventi, ma hanno anche una parte di primo piano nella chimica del corpo. La loro azione si estende dalla sintesi proteica alla comunicazione ormonale.
formazione spontanea di un polipeptide delle dimensioni della pi piccola proteina nota al di l di ogni probabilit."94 Gli evoluzionisti affermano che l'evoluzione molecolare sia avvenuta nel corso di un periodo molto lungo di tempo che ha reso possibile l'impossibile. Nondimeno, indifferentemente dalla durata, gli amminoacidi non possono formare delle proteine in modo accidentale. William Stokes, un geologo americano, nel suo libro Essential of Earth History scrive che tale possibilit cos remota "che essa (la proteina) non sarebbe potuta apparire neppure nel corso di miliardi di anni su miliardi di pianeti, ognuno dei quali ricoperto da un manto di soluzione di acqua concentrata dei necessari amminoacidi."95 Cosa significa tutto questo? Perry Reeves, professore di chimica, risponde a questa domanda:
Quando si esamina il vasto numero di strutture possibili che potrebbero risultare da una semplice combinazione casuale di amminoacidi in un primordiale stagno in evaporazione, stupefacente credere che la vita possa avere avuto origine in questo modo. pi plausibile che un Gran Costruttore con un progetto maestro sia necessario a una tale impresa.96
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Se la formazione accidentale di anche una sola di queste proteine impossibile, miliardi di volte ancora pi impossibile che circa un milione di queste proteine si riuniscano in modo corretto casualmente e costituiscano una cellula umana. Ci che pi importante, una cellula non mai composta di un mero ammasso di proteine. Oltre a queste, una cellula include anche gli acidi nucleici, i carboidrati, i lipidi, le vitamine e molte altre sostanze chimiche quali gli elettroliti, ordinate in proporzioni specifiche, in armonia e ordine, sia in termini di struttura che di funzione. Ognuna di queste funge da blocco abitativo o co-molecola in vari organuli. Robert Shapiro, professore di chimica preso l'Universit di New York e esperto di DNA, ha calcolato la probabilit di formazione accidentale dei 2000 tipi di proteine trovati in un singolo batterio (Vi sono 20000 differenti tipi di proteine in una cellula umana). Il numero che si ottenne fu 1 su 1040000.97 (Questo un numero incredibile, che si ottiene aggiungendo 40000 zeri all'1.) Un professore di matematica applicata e astronomia presso la University College (Cardiff, Galles), Chandra Wickramasinghe, commenta:
La probabilit di una formazione spontanea della vita dalla materia inanimata pari a 1 seguito da 40000 zeri... abbastanza grande da seppellire Darwin e l'intera teoria dell'evoluzione. Non vi stato alcun brodo ancestrale, n su questo pianeta n su qualsiasi altro, e se gli inizi della vita non furono accidentali, allora devono essere stati prodotti da un'intelligenza risoluta.98
La ragione per cui Hoyle ha usato il termine "psicologico" l'autocondizionamento degli evoluzionisti a non accettare il fatto che la vita possa essere stata creata. Queste persone hanno deciso di rifiutare l'esistenza di Allah come loro obiettivo principale. Soltanto per questo
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motivo, perseverano a difendere gli irragionevoli scenari che essi stessi riconoscono come impossibili.
Proteine sinistrorse
Esaminiamo ora in dettaglio la ragione per cui lo scenario evoluzionista relativo alla formazione di proteine impossibile. La corretta sequenza di amminoacidi non del tutto sufficiente alla formazione di una molecola proteica. Oltre a questo, ognuno dei venti tipi differenti di amminoacidi presenti nella composizione di proteine deve essere levogiro. Esistono due tipi differenti di amminoacidi detti "levogiri" e "destrogiri". Ci che li differenzia la simmetria speculare tra le loro strutture tridimensionali, che simile alla mano sinistra e alla mano destra di una persona. Questi due tipi di amminoacidi possono essere facilmente collegati tra loro. La ricerca ha rivelato un fatto sorprendente: tutte le proteine nelle piante e negli animali, dall'organismo pi semplice a quello pi complesso, sono costituite da amminoacidi levogiri. Se anche un solo amminoacido destrogiro si fissasse alla struttura di una proteina, essa diverrebbe inutilizzabile. In alcuni esperimenti, i batteri ai quali furono dati amminoacidi destrogiri immediatamente li distrussero e in alcuni casi formarono degli amminoacidi levogiri dai componenti spezzati in modo da potersene servire. Supponiamo, per un istante, che la vita pervenga all'esistenza casualmente, come sostengono gli evoluzionisti. In questo caso, gli amminoacidi destrogiri e levogiri che fossero in tal modo generati, dovrebbero essere presenti schematicamente in parti uguali in natura. Tutti gli esseri viventi, quindi, dovrebbero essere costituiti da aminoacidi destrogiri e levogiri, in quanto chimicamente possibile che entrambi i tipi si combinino reciprocamente. In realt, le proteine esistenti in ogni organismo vivente sono costituite soltanto da amminoacidi levogiri. Come le proteine possano scegliere soltanto i levogiri tra tutti gli amminoacidi, mentre neppure un destrogiro possa essere compreso nel
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processo vitale, una questione ancora irrisolta da parte degli evoluzionisti, i quali non possono spiegare una selezione talmente specifica e conscia. Questa caratteristica delle proteine intensifica, inoltre, la confusione dell'impasse "coincidentale" degli evoluzionisti. Affinch una proteina "significativa" venga generata, non sufficiente che gli amminoacidi siano in un numero determinato, in una sequenza perfetta e combinati insieme secondo la corretta forma tridimensionale, devono anche essere selezionati soltanto tra i levogiri e neppure un destrogiro pu essere presente. Non esiste, tuttavia, alcun meccanismo di selezione naturale che comprenda che un amminoacido destrogiro stato aggiunto alla catena e che debba quindi essere rimosso in quanto erroneo. Questa situazione inficia ancora una volta la possibilit della coincidenza e del caso. Nella Britannica Science Encyclopaedia , strenua paladina dell'evoluzionismo, si dice che gli amminoacidi di tutti gli organismi viventi sulla terra e i blocchi di polimeri complessi quali le proteine hanno la stessa asimmetria sinistra. Viene aggiunto, inoltre, che questo equivalente a lanciare una moneta mille volte e a ottenere sempre "testa". Si ammette inoltre che non possibile comprendere perch le molecole divengano sinistrorse o destrorse e che tale alternativa fascinosamente correlata all'origine della vita sulla terra.100 Se si ottiene sempre testa gettando una moneta un milione di volte, pi logico attribuirlo al caso o accettare che vi sia un intervento consapevole? La risposta dovrebbe essere ovvia. Nondimeno, a dispetto della sua apparente evidenza, gli evoluzionisti si rifugiano nella coincidenza semplicemente perch non vogliono accettare l'esistenza di un "intervento consapevole". Una situazione simile si presenta con i nucleotidi, le pi piccole unit del DNA e del RNA. Al contrario degli amminoacidi negli organismi viventi, sono scelte solo le forme destrorse di nucleotidi. Anche questa situazione non potr mai essere spiegata per mezzo della coincidenza. Per concludere, definitivamente provato dalle probabilt che abbiamo esaminato in precedenza che il caso non pu spiegare l'origine
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della vita. Se tentiamo di calcolare la probabilit di una media proteina composta di 400 amminoacidi, selezionati soltanto tra i levogiri, otteniamo la probabilit di 1 su 2400, che corrisponde a 10120. Solo per fare un confronto, utile ricordare che il numero di elettroni nell'universo stimato pari a 1079, che assai inferiore a questo numero. La probabilit degli amminoacidi che formano la sequenza richiesta e la forma funzionale determinerebbe numeri molto superiori. Se congiungiamo queste probabilit e ampliamo il soggetto alla formazione di un pi elevato numero e tipo di proteine, il calcolo diventa inconcepibile.
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casualmente presentano legami peptidici solo nella misura del 50%, mentre il restante costituito da legami differenti che non sono presenti nelle proteine. Per funzionare correttamente, ogni amminoacido costituente una proteina deve essere congiunto solo per mezzo di un legame peptidico, cos come deve essere scelto soltanto tra i levogiri. Tale probabilit la stessa di ogni proteina di essere sinistra. Ovvero, quando si considera una proteina formata da 400 amminoacidi, la probabilit che questi si combinino tra loro solo con legami peptidici pari a 1 su 2399.
Probabilit zero
Come si visto, la probabilit che una molecola proteica costituita di 500 amminoacidi si formi pari a "1" su un numero formato da 950 zeri, incomprensibile alla mente umana. Questa solo una probabilit sulla carta. In pratica, questa ha "0" possibilit di realizzazione. In matematica, una probabilit inferiore a 1 su 1050 statisticamente considerata pari a "0" possibilit di realizzazione. Una probabilit di "1 su 10 950 " ben oltre i limiti di questa definizione. Mentre la improbabilit della formazione di una molecola proteica di 500 amminoacidi raggiunge un tale grado, possiamo procedere oltre spingendo i limiti della mente a livelli pi elevati di improbabilit. Nella molecola dell'emoglobina, che una proteina vitale, vi sono 547 amminoacidi, un numero superiore a quello citato in precedenza. Si pensi ora che in un solo tra i miliardi di globuli rossi del sangue, vi sono "280.000.000" di molecole di emoglobina. La presunta et della terra non sufficiente a permettere la formazione di neppure una singola proteina mediante il metodo di "prova ed errore", per non considerare un globulo rosso. Anche se si supponesse che gli amminoacidi si fossero combinati e decomposti per mezzo di tale metodo, senza alcuna perdita di tempo fin dalla formazione del mondo al fine di costituire una singola molecola proteica, il periodo di tempo
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richiesto sarebbe ancora pi esteso della presente et del mondo per raggiungere la probabilit di 1 su 10950. Ne deriva che l'evoluzione cade in un terribile abisso di improbabilit gi dal momento della formazione di una singola proteina.
-la probabilit che tutti questi 500 amminoacidi siano scelti correttamente = 1/20500500=1/10650650 = 1 possibilit su 10650650 2. La probabilit che gli amminoacidi siano levogiri: - La probabilit che un solo amminoacido sia levogiro - La probabilit che tutt questi 500 amminoacidi siano levogiri contemporaneamente = 1/2
3. La probabilit che gli amminoacidi si combinino con un "legame peptidico". Gli amminoacidi possono combinarsi tra loro per mezzo di differenti legami chimici. Perch si formi una proteina utile, tutti gli amminoacidi nella catena devono combinarsi con uno speciale legame chimico detto "peptidico". Si calcolato che la probabilit che gli amminoacidi si combinino tra loro con un legame chimico diverso da quello peptidico pari al 50%. Tenuto conto di questo: -La probabilit che due amminoacidi si combinino con un "legame peptidico" -La probabilit che 500 amminoacidi si combinino con legami peptidici
TOTALE PROBABILIT
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prima di aver raggiunto il quattrocentonovantanovesimo vincolo. Tali condizioni significano che le probabilit, di cui sopra abbiamo fatto menzione, possono aver luogo soltanto in un ambiente controllato, ove un meccanismo consapevole diriga, sin dal principio, ogni fase del processo, in cui solo la "selezione degli amminoacidi" sia lasciata al caso. , senza dubbio, impossibile che che un simile ambiente esista in condizioni naturali. La formazione di una proteina nell'ambiente naturale , quindi, logicamente e tecnologicamente impossibile, nonostante l'aspetto di "possibilit". In realt, parlare della probabilit di un tale evento del tutto privo di scientificit. Alcuni evoluzionisti poco istruiti non colgono questo. Poich credono che la formazione di una proteina sia una semplice reazione chimica, ne traggono ridicole deduzioni del tipo che "gli amminoacidi si combinano per reazione e quindi formano proteine". Nondimeno, le reazioni chimiche accidentali che si verificano in una struttura inorganica possono solo apportare cambiamenti semplici e primitivi, il cui numero certo e limitato. Un materiale chimico alquanto pi complesso richiede enormi stabilimenti chimici e laboratori. La medicine e molti altri materiali chimici che utilizziamo nella nostra vita quotidiana sono dello stesso tipo. Le proteine hanno strutture molto pi complesse di quelle chimiche prodotte dall'industria. impossibile, di conseguenza, che le proteine, ognuna delle quali un capolavoro di design e ingegneria, abbiano avuto origine da reazioni chimiche casuali. Mettiamo da parte per un minuto tutte le impossibilit che abbiamo descritto finora e supponiamo che una molecola proteica utile si sia evoluta spontaneamente "per coincidenza". Anche a questo punto l'evoluzione non ha risposte, in quanto, affinch questa proteina possa sostenere la sua presenza, richiederebbe di essere isolata dalla collocazione naturale in cui si trova e avrebbe necessit di essere protetta in condizioni molto speciali. In caso contrario, questa proteina verrebbe disintegrata dall'esposizione alle condizioni naturali della terra oppure si congiungerebbe ad altri acidi, amminoacidi o composti chimici, perdendo le sue propriet e trasformandosi, di conseguenza, in una sostanza del tutto diversa e inutile.
La probabilit che una molecola proteica media costituita da 500 amminoacidi sia ordinata secondo la corretta quantit e sequenza oltre alla probabilit che tutti gli amminoacidi contenuti siano solo levogiri e combinati soltanto con legami peptidici 1 su 10950. possibile scrivere questo numero aggiungendo 950 zeri dopo l'1:
10950 =
100,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000, 000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000
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sufficiente a provare che l'intera teoria del tutto falsa e non valida. Ad esempio, provando che la formazione accidentale di proteine impossibile, vengono di conseguenza confutate anche tutte le altre motivazioni riguardo ai passi successivi dell'evoluzione. Dopo questa fase, perdono ogni senso le speculazioni sui crani di alcuni uomini e scimmie. Come gli organismi viventi fossero pervenuti all'esistenza da sostanze inorganiche fu una questione che gli evoluzionisti non vollero per lungo tempo neppure menzionare. Nondimeno, divenne un problema inevitabile che si tent di risolvere con una serie di studi nel secondo quarto del XX secolo. La domanda principale era: "Come avrebbero potuto le prime cellule viventi apparire nella primordiale atmosfera della terra?" In altre parole, che tipo di spiegazione avrebbero potuto apportare a questo problema gli evoluzionisti? Le risposte vennero cercate per mezzo di esperimenti. Gli scienziati e i ricercatori evoluzionisti condussero una serie di esperimenti di laboratorio volti a trovare la soluzione a questa domanda, senza, tuttavia, risvegliare un grande interesse. Lo studio pi prestigioso sull'origine della vita il cosiddetto Esperimento Miller, condotto dal ricercatore americano Stanley Miller nel 1953. (L'esperimento anche noto come "Esperimento Urey-Miller", per il contributo dell'insegnante di Miller presso l'Universit di Chicago, Harold Urey.) Questo esperimento rappresenta la sola prova avanzata a dimostrazione della "tesi dell'evoluzione molecolare", addotta per definire il primo periodo dell'evoluzione. Nonostante sia trascorso quasi mezzo secolo e siano stati realizzati enormi progressi tecnologici, non si fatto alcun passo avanti. L'esperimento di Miller tuttora oggetto di studio nei testi didattici per spiegare l'originaria generazione di esseri viventi. Consapevoli del fatto che tali studi non offrono alcun supporto, ma che anzi confutano la loro tesi, gli evoluzionisti hanno deliberatamente evitato di intraprendere simili esperimenti.
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
L'esperimento di Miller
L'intento di Miller era di presentare una scoperta sperimentale che mostrasse come gli amminoacidi fossero pervenuti all'esistenza "per casualit" miliardi di anni fa sulla terra priva di vita. Nel corso del suo esperimento, Miller utilizz una mistura di gas, composta di ammoniaca, metano, idrogeno e vapore acqueo, che egli presuppose fosse esistita sulla terra primordiale (ma che in seguito si dimostr irrealistica). Dal momento che questi gas non reagivano tra loro in condizioni naturali, egli applic degli stimoli energetici al milieu per provocare la reazione. Supponendo che tale energia fosse derivata da lampi di luce nell'atmosfera primordiale, egli si serv di una fonte artificiale di scarica elettrica per riprodurla. Miller fece bollire a 100C questa mistura di gas per una settimana e vi introdusse una corrente elettrica. Alla fine della settimana, Miller analizz le sostanze chimiche formatesi nel fondo della vaschetta e osserv che tre dei 20 amminoacidi, che costituiscono gli elementi basici delle proteine, si erano sintetizzati. Questo esperimento indusse una grande eccitazione tra gli evoluzionisti e venne promosso come un notevole successo. In uno stato di abbagliante euforia varie riviste pubblicarono titoli del tipo "Miller crea la vita". Tuttavia, le molecole che Miller aveva sintetizzato erano solo molecole "inorganiche". Incoraggiati da questo esperimento, gli evoluzionisti crearono immediatamente nuovi scenari. Furono precipitosamente ipotizzati stadi successivi agli amminoacidi. Questi, per supposizione, si sarebbero pi tardi riuniti casualmente in sequenze appropriate per formare proteine. Tali proteine createsi accidentalmente si sarebbero, in seguito, poste autonomamente in strutture simili a membrane cellulari, le quali, "in qualche modo", sarebbero pervenute all'esistenza e avrebbero costituito una cellula primitiva. L'esperimento di Miller, tuttavia, non fu nient'altro che una finzione, la cui falsit stata provata in molti modi.
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I geologi credono ora che l'atmosfera primordiale consista soprattutto di biossido di carbonio e di azoto, gas meno reattivi di quelli utilizzati nell'esperimento del 1953. Anche se l'atmosfera di Miller fosse esistita, come sarebbe stato possibile che molecole semplici come gli amminoacidi subissero le trasformazioni chimiche necessarie a convertirle in composti assai pi complicati, o polimeri, come le proteine? Miller stesso a questo punto si arreso. " un problema," ha sospirato con dolore "Com' possibile ottenere polimeri? Non facile." 1 Come si visto, anche Miller ha oggi ammesso che il suo esperimento non ha apportato alcun elemento utile alla risoluzione del problema sull'origine della vita. Il fatto che i nostri scienziati evoluzionisti accettino indiscriminatamente questo esperimento rivela soltanto la miseria della teoria da essi sostenuta e la loro disperazione. Nell'edizione del marzo 1998 di National Geographic apparso un articolo, dal titolo "The Emergence of Life on Earth" (L'apparizione della vita sulla terra), che tratta di questo argomento: Molti scienziati sospettano ora che l'atmosfera primordiale fosse differente da quanto supposto dapprincipio da Miller. Si pensa che
consistesse di biossido di carbonio e azoto piuttosto che di idrogeno, metano e ammoniaca. Questa una brutta notizia per i chimici. Quando tentano di stimolare il biossido di carbonio e l'azoto, essi ottengono una misera quantit di molecole organiche equivalente alla dissoluzione di una goccia di colorante nell'acqua di una piscina. Gli scienziati trovano difficile immaginare che la vita sia emersa da una tale zuppa diluita. 2
In breve, n l'esperimento di Miller, n alcun altro tentativo evoluzionista possono rispondere alla domanda sull'apparizione della vita sulla terra. Tutte le ricerche condotte negano la possibilit che la vita sia emersa per caso, confermando cos la realt della creazione.
1. Earth, "Life's Crucible", febbraio 1998, p. 34. 2. National Geographic, "The Rise of Life on Earth", marzo 1998, p. 68.
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hanno rivelato che la terra era molto calda a quei tempi e che era composta di nichelio e ferro fuso. Di conseguenza, l'atmosfera chimica di quel periodo dovrebbe essere stata composta soprattutto di azoto (N2), biossido di carbonio (CO2) e vapore acqueo (H2O). Nondimeno, questi elementi non sono cos adatti alla produzione di molecole organiche come il metano e l'ammoniaca.103
Gli scienziati americani J. P. Ferris e C. T. Chen ripeterono l'esperimento di Stanley Miller in un ambiente atmosferico che conteneva biossido di carbonio, idrogeno, azoto e vapore acqueo, e non riuscirono ad ottenere neppure un singolo amminoacido.104 3. Un altro aspetto importante volto ad infirmare l'esperimento di Miller che vi era abbastanza ossigeno da distruggere tutti gli amminoacidi presenti nell'atmosfera nel periodo in cui si suppone si siano formati. Questo fatto, non rilevato da Miller, rivelato dalle tracce di ossido di ferro e uranio scoperte in rocce che si stima risalgano a 3,5 milioni di anni fa.105 Altre scoperte mostrano che la quantit di ossigeno a quello stadio era molto pi elevato di quanto originariamente sostenuto dagli evoluzionisti. Gli studi rivelano che in quel periodo il livello di radiazioni ultraviolette a cui la terra era esposta era diecimila volte superiore alle stime degli evoluzionisti. Queste intense radiazioni ultraviolette avrebbero inevitabilmente liberato l'ossigeno decomponendo il vapore acqueo e il biossido di carbonio nell'atmosfera. Questa situazione invalida radicalmente l'esperimento di Miller, nel quale l'ossigeno era del tutto negletto. Se l'ossigeno fosse stato utilizzato nell'esperimento, il metano si sarebbe decomposto in biossido di carbonio e acqua, mentre l'ammoniaca in azoto e acqua. D'altra parte, in un ambiente dove l'ossigeno non esisteva non vi sarebbe stato neppure uno strato di ozono, quindi gli amminoacidi sarebbero stati immediatamente distrutti non appena esposti a raggi ultravioletti molto intensi senza la protezione di uno strato di ozono. In altre parole, con o senza l'ossigeno nel mondo primordiale, il risultato sarebbe stato un ambiente distruttivo per gli amminoacidi. 4. Al termine dell'esperimento di Miller, si formarono molti acidi organici con caratteristiche nocive alle strutture e alle funzioni degli esseri
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
viventi. Se gli amminoacidi non fossero stati isolati e fossero stati lasciati nello stesso ambiente con queste sostanze, la loro distruzione o trasformazione in composti differenti, attraverso reazioni chimiche, sarebbe stata inevitabile. Per di pi, alla fine dell'esperimento si formarono innumerevoli amminoacidi destrogiri. La loro esistenza confut la teoria fin nel suo intimo ragionamento, in quanto gli amminoacidi destrogiri erano parte di quelli che non si adattavano alla funzione nella composizione degli organismi viventi. Per concludere, le circostanze in cui si formarono gli amminoacidi nell'esperimento di Miller non erano adatte alla vita. In realt, questo mezzo prese la forma di una mistura acida che distruggeva e ossidava le molecole utili ottenute. Un'unica realt concreta si ricava da tutti questi fatti: l'esperimento di Miller non pu pretendere di provare la casuale formazione di esseri viventi nelle primordiali condizioni terrestri. L'intero esperimento non altro che una prova di laboratorio sottoposta a controlli per sintetizzare amminoacidi. Il volume e il tipo di gas utilizzati furono determinati al fine di originare amminoacidi. La quantit di energia rifornita al sistema non era n in eccesso n in difetto, bens quella stabilita con precisione allo scopo di permettere le necessarie reazioni. L'impianto adibito all'esperimento fu accuratamente isolato in modo tale da evitare la penetrazione di qualsiasi tipo di elemento dannoso, distruttivo o di impedimento alla formazione di quegli amminoacidi che erano probabilmente presenti nelle primordiali condizioni terrestri. Nessun elemento, minerale o composto, tra quelli presenti effettivamente ai primordi che avrebbe potuto cambiare il corso delle reazioni, fu incluso nell'esperimento. L'ossigeno, che avrebbe potuto prevenire la formazione di amminoacidi per ossidazione, soltanto uno tra questi elementi distruttivi. Anche in ideali condizioni di laboratorio, stato impossibile mantenere in vita gli amminoacidi prodotti evitando la loro distruzione senza valersi del meccanismo della "trappola fredda". Con questo esperimento, in realt, gli evoluzionisti stessi hanno confutato l'evoluzione, in quanto, se l'esperimento ha provato qualcosa,
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che gli amminoacidi possono essere prodotti soltanto in un ambiente di laboratorio controllato, dove tutte le condizioni sono specificamente progettate da un intervento consapevole. Ovvero, il potere che determina la vita non pu essere il caso inconsapevole, ma piuttosto una creazione conscia. La ragione per cui gli evoluzionisti non accettano questa realt palese la loro cieca adesione a pregiudizi che non hanno alcun carattere di scientificit. degno di nota il fatto che Harold Hurey, l'organizzatore insieme al suo allievo Stanley Miller dell'esperimento in esame, abbia a tale proposito confessato:
Tutti noi che abbiamo studiato le origini della vita riteniamo che pi ci si addentri in essa, pi si senta che troppo complessa per essersi in qualche modo evoluta. Noi tutti crediamo, come se fosse un articolo di fede, che la vita su questo pianeta si sia evoluta dalla materia morta. La sua complessit tuttavia cos grande, che diventa difficile immaginarselo.107
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
matematica dell'unione accidentale di amminoacidi in sequenze precise al fine di formare proteine. Ora esamineremo come sia impossibile che le proteine siano state prodotte chimicamente nelle primordiali condizioni terrestri.
Nel suo esperimento Fox ha prodotto una sostanza detta "proteinoide". I proteinoidi erano casuali combinazioni di amminoacidi, che, a differenza delle proteine degli esseri viventi, erano inutili e non-funzionali. A sinistra: proteinoidi visti attraverso un microscopio elettronico.
amminoacidi presenti sulle rupi, deve essere evaporata quando la temperatura ha superato il punto di ebollizione. In tal modo, gli amminoacidi che erano stati "asciugati" avrebbero potuto combinarsi per formare le proteine. Tale "complicata" soluzione non ottenne, tuttavia, diffusa approvazione, in quanto gli amminoacidi non avrebbero potuto sopravvivere a temperature cos elevate, come stato provato da successive ricerche. Fox, in ogni caso, non si rassegn. Egli combin degli amminoacidi purificati in laboratorio "in condizioni molto speciali" riscaldandoli in ambiente asciutto. Gli amminoacidi si combinarono, ma non si ottenne alcuna proteina. Ci che egli ottenne, in realt, furono semplici e disordinati raccordi di amminoacidi arbitrariamente combinati tra loro, ben lungi dal rassomigliare ad una proteina vivente. Inoltre, se Fox avesse mantenuto gli amminoacidi ad una temperatura costante, allora questi inutili raccordi sarebbero stati disintegrati.108 Un altro fattore che invalid ulteriormente l'esperimento fu l'utilizzo da parte di Fox non degli inutili prodotti finali dell'esperimento di Miller, ma di puri amminoacidi provenienti da organismi viventi. Nondimeno questo esperimento, che intese proseguire quello di Miller, prese avvio proprio dai risultati ottenuti da quest'ultimo. Eppure, n Fox, n alcun altro ricercatore utilizzarono mai gli inutili amminoacidi prodotti da Miller.109 L'esperimento di Fox non fu accolto positivamente neppure presso i circoli evoluzionisti, poich fu chiaro che le insignificanti catene di amminoacidi (proteinoidi) prodotte noon avrebbero potuto formarsi in condizioni naturali. Per di pi, le proteine, i blocchi da costruzione della vita, non avrebbero potuto essere prodotte. Il problema dell'origine delle proteine rimaneva ancora aperto. In un articolo del 1970 apparso nella
Se ci fosse un principio basilare della materia che in qualche modo conducesse i sistemi organici alla vita, la sua esistenza sarebbe facilmente dimostrabile in laboratorio. Uno potrebbe prendere, per esempio, una piscina per rappresentare il brodo ancestrale. Riempirla ad arbitrio di prodotti chimici di natura non biologica. Pomparvi qualsivoglia gas, sopra o all'interno, e colpirla con ogni tipo di radiazione. Lasciare procedere l'esperimento per un anno e vedere quanti dei 2000 enzimi (proteine prodotte dalle cellule viventi) saranno apparsi nella piscina. Riveler io stesso il risultato, per evitare inutili perdite di tempo, problemi e spese: non si trover nulla, se non forse una fanghiglia catramosa composta di amminoacidi ed altre semplici sostanze chimiche organiche.1 Il biologo evoluzionista Andrew Scott ammette lo stesso fatto: Si prenda un po' di materia, la si scaldi mentre si mescola e si aspetti. Questa la versione moderna della Genesi. Le "fondamentali" forze di gravit, l'elettromagnetismo e le intense e deboli forze nucleari si presume che abbiano fatto il resto... Ma quanto di questo bel racconto fermamente stabilito e quanto speranzosa speculazione? In realt, ogni maggior passo, dai precursori chimici alle prime cellule riconoscibili, responsabile o di una controversia o di un'assoluta perplessit.2
1. Fred Hoyle, The Intelligent Universe, New York, Holt, Rinehard & Winston, 1983, p. 256. 2. Andrew Scott, "Update on Genesis", New Scientist, vol. 106, 2 maggio 1985, p. 30.
rivista scientifica divulgativa Chemical Engineering News, l'esperimento di Fox venne menzionato nei termini seguenti:
Sidney Fox e gli altri ricercatori tentarono di unire gli amminoacidi in forma di proteinoidi, avvalendosi di tecniche di riscaldamento molto speciali in condizioni che non corrispondevano a quelle delle fasi primordiali della terra. Inoltre, i proteinoidi non assomigliano assolutamente alle proteine regolari presenti negli esseri viventi. Non sono altro che macchie inutili e irregolari. Si detto che seppure tali molecole si fossero formate nei primi tempi, sarebbero state sicuramente distrutte.110
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Senza dubbio, i proteinoidi ottenuti da Fox furono assolutamente diversi dalle proteine reali sia per struttura che per funzione. La differenza tra proteine e proteinoidi tanto grande quanto quella che intercorre tra uno strumento ad alta tecnologia e un ammasso di materia informe No vi era, inoltre, neppure la possibilit che queste irregolari catene di amminoacidi potessero sopravvivere nell'atmosfera primordiale. Effetti chimici e fisici dannosi e distruttivi causati dalla violenta esposizione ultravioletta e instabili condizioni naturali avrebbero provocato la disintegrazione di questi proteinoidi. Secondo il principio di Le Chtelier, sarebbe stato impossibile agli amminoacidi di combinarsi nell'acqua dove i raggi ultravioletti non li avrebbero raggiunti. Per questa ragione, l'idea che i proteinoidi costituissero le basi della vita perse infine l'appoggio degli scienziati.
Tutte le informazioni relative agli esseri viventi sono contenute nel DNA. Il metodo incredibilmente efficiente di magazzinaggio di informazioni prova a sufficienza che la vita non pervenuta all'essere per caso, ma stata consapevolmente progettata o, per meglio dire, meravigliosamente creata.
Crick, sul DNA, ha inaugurato una nuova era per la biologia. Molti studiosi diressero la loro attenzione alla scienza della genetica. Oggi, dopo anni di ricerche, la struttura del DNA stata in gran parte rivelata. La molecola chiamata DNA, che si trova nel nucleo di ognuno dei 100 trilioni di cellule presenti nell'uomo, contiene il piano completo di costruzione del corpo umano. Le informazioni riguardanti tutte le caratteristiche di una persona, dall'aspetto fisico alla struttura degli organi interni, sono registrate nel DNA per mezzo di uno speciale sistema di codificazione. Le informazioni nel DNA sono codificate all'interno della sequenza di quattro basi speciali che costituiscono questa molecola. Queste basi vengono specificate come A, T, G, C , secondo le lettere iniziali dei loro nomi. Tutte le differenze strutturali tra le persone dipendono dalle variazioni nella sequenza di queste lettere. una sorta di banca dati composta di quattro lettere. L'ordine sequenziale delle lettere nel DNA determina la struttura di un essere umano fin nei minimi particolari. Oltre a caratteristiche quali la statura, gli occhi, il colore dei capelli e della pelle, il DNA di una singola cellula contiene anche la conformazione di 206 ossa, 600 muscoli, una rete di 10.000 muscoli auditivi, 2 milioni di nervi ottici, 100 bilioni di cellule nervose, 130 bilioni di metri di vene e 100 trilioni di cellule nel corpo. Se dovessimo trascrivere tutte le informazioni codificate nel DNA, allora dovremmo compilare una libreria gigantesca composta di 900 volumi enciclopedici di 550 pagine l'uno. Questo incredibile volume di informazioni codificato in quei componenti del DNA detti "geni".
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Il numero 4 1000 equivalente a 10 600 . Questo numero si ottiene aggiungendo 600 zeri a 1. Come 10 con 11 zeri indica un trilione, una figura con 600 zeri una figura senza dubbio difficile da cogliere. L'impossibilit della formazione di RNA e DNA per accumulazione coincidentale di nucleotidi espressa dallo scienziato francese Paul Auger:
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Dobbiamo distinguere nettamente due fasi nella casuale formazione di molecole complesse, quali i nucleotidi, tramite eventi chimici. La produzione di nucleotidi uno ad uno che possibile e la combinazione di questi in sequenze molto speciali. La seconda assolutamente impossibile.112
Anche Francis Crick, il quale ha creduto per molti anni nella teoria dell'evoluzione molecolare, confess, dopo la scoperta del DNA, che una molecola evolutivo:
Un uomo onesto, armato soltanto della conoscenza a noi disponibile, potrebbe affermare soltanto che, in un certo senso, l'origine della vita appare al momento piuttosto un miracolo.113
talmente
complessa
non
avrebbe
potuto
formarsi
Un dilemma molto interessante si presenta quindi a questo punto: mentre il DNA pu solo replicarsi con l'aiuto di alcuni enzimi che sono in realt proteine, la sintesi di questi enzimi pu solo realizzarsi per mezzo di informazioni codificate nel DNA. In quanto dipendono entrambi l'uno dall'altro, o esistono contemporaneamente allo stesso tempo per replicarsi, o uno di essi deve essere "creato" prima dell'altro. A questo proposito, il microbiologo americano Jacobson scrive:
Le direzioni per la riproduzione dei piani, per l'energia e l'estrazione delle parti dall'ambiente corrente, per la sequenza di crescita e per il meccanismo che ne trasferisce le istruzioni, devono essere tutti simultaneamente presenti in quel momento (quando la vita comincia). Questa combinazione di eventi sembrata un avvenimento incredibilmente inverosimile ed stato spesso attribuito ad un intervento divino.115
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struttura del DNA da parte di James Watson e Francis Crick. Ma, nonostante tutti i progressi scientifici, questo problema rimane insoluto per gli evoluzionisti. Due scienziati tedeschi, Junker e Scherer, spiegarono che la sintesi di ognuna delle molecole necessarie all'evoluzione chimica richiede condizioni distinte e la probabilit di combinazione di questi materiali, i quali hanno teoricamente metodi di acquisizione molto differenti, pari a zero:
Fino ad ora, non noto alcun esperimento con il quale sia possibile ottenere tutte le molecole necessarie all'evoluzione chimica. , di conseguenza, essenziale produrre appropriatamente varie molecole in posti differenti e quindi trasferirle in un altri per reazione, proteggendole da elementi dannosi quali l'idrolisi e la fotolisi.116
In breve, la teoria evoluzionista non in grado di provare alcuno stadio evolutivo che avvenga ipoteticamente al livello molecolare. Piuttosto che rispondere a queste domande, i progressi della scienza li rendono ancor pi complessi ed inestricabili. Curiosamente, gli evoluzionisti credono in tutti questi impossibili scenari come se fossero fatti scientifici. Poich sono condizionati a non ammettere la creazione, non hanno altra possibilit che credere l'impossibile. Un famoso biologo austriaco, Michael Denton, intervenuto su questo problema nel suo libro Evolution: A Theory in Crisis:
Per lo scettico, la proposizione che i programmi genetici di organismi superiori, i quali consistono in qualcosa di simile a miliardi di informazioni, equivalenti alla sequenza delle lettere di una piccola biblioteca di mille volumi, contenente in forma codificata innumerevoli migliaia di intricati algoritmi che controllano, specificano e ordinano la crescita e lo sviluppo di miliardi e miliardi di cellule nella forma di un organismo complesso, siano stati formati da un processo puramente accidentale un affronto alla ragione. Ma per il darvinista, tale idea accettabile senza il minimo dubbio il paradigma ha la precedenza!117
Prof. Francis Crick: "L'origine della vita appare quasi un mistero".
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
2. Pur supponendo che si sia formato per caso, come avrebbe potuto questo RNA costituito di una catena di nucleotidi avere "deciso" di autoreplicarsi e con che tipo di meccanismo avrebbe potuto portare a termine
CONFESSIONI DI EVOLUZIONISTI
l calcolo delle probabilit dimostra che molecole complesse come le proteine e gli acidi nucleici (RNA e DNA) non potrebbero mai essersi formate casualmente e in modo indipendente le une dalle altre. Gli evoluzionisti, tuttavia, devono far fronte a un problema ancora pi grande, quello della necessaria coesistenza simultanea di tutte queste molecole complesse per permettere alla vita di esistere. La teoria evoluzionista totalmente confusa da questa esigenza. Questo fatto ha costretto alcuni eminenti evoluzionisti ad una confessione. Per esempio, un collega di Stanley Miller e Francis Crick presso l'Universit di San Diego California, lo stimato evoluzionista dr. Leslie Orgel, ha detto:
estremamente improbabile che le proteine e gli acidi nucleici, entrambi strutturalmente complessi, siano sorti spontaneamente nello stesso posto e nello stesso tempo. Sembra anche impossibile avere l'uno senza l'altro. Cos, alla prima occhiata, si deve concludere che la vita non ha mai potuto essere stata originata da mezzi chimici.1a Lo stesso fatto ammesso anche da altri scienziati: Il DNA non pu svolgere la sua funzione, inclusa la formazione di altro DNA, senza l'aiuto di proteine catalitiche, o enzimi. In breve, le proteine non possono formarsi senza il DNA, n quest'ultimo pu formarsi senza le proteine.2a In che modo ha avuto origine il Codice genetico insieme con i meccanismi della sua traduzione (ribosomi e molecole di tRNA)? Per il momento dobbiamo contentarci di un senso di mistero e di stupore anzich di una risposta.3a
1a. Leslie E. Orgel, "The Origin of Life on Earth", Scientific American, vol. 271, ottobre 1994, p. 78. 2a. John Horgan, "In the Beginning", Scientific American, vol. 264, febbraio 1991, p. 119. 3a. Douglas R. Hofstsdter, Gdel, Escher, Bach: An Eternal Golden Braid, New York, Vintage Books, 1980, p. 548 [Gdel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante, trad. it. di Giuseppe Trautter, Milano 1984, p. 592]
questo processo? Dove trov i nucleotidi di cui si serv durante l'autoreplicazione? Anche i microbiologi evoluzionisti Gerald Joyce e Leslie Orgel espressero la disperazione di tale situazione nel libro dal titolo "In the RNA World".119 3. Anche se si ipotizzasse un'auto-replicazione dell'RNA nel mondo primordiale, la disponibilit all'uso di ogni tipo di amminoacidi e l'accadimento di tutte queste impossibilit, la situazione non porterebbe
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
ugualmente alla formazione di neppure una singola proteina. Poich l'RNA include soltanto informazioni concernenti la struttura delle proteine. Gli amminoacidi, d'altra parte, sono materiali grezzi. Nondimeno, non esiste alcun meccanismo in grado di produrre proteine. Considerare l'esistenza dell'RNA sufficiente alla produzione di proteine insensato tanto quanto pretendere che un'automobile si auto-assembli semplicemente gettando il progetto disegnato sulla carta su migliaia di sue parti accatastate l'una sull'altra. Anche in questo caso la produzione inconcepibile dal momento che n operai n fabbrica sono coinvolti nel processo. Una proteina prodotta nella fabbrica dei ribosomi con l'aiuto di molti enzimi mediante processi estremamente complessi all'interno della cellula. Il ribosoma un organulo cellulare complesso costituito di proteine. Ne consegue la formulazione di un'altra supposizione irragionevole, ovvero che anche i ribosomi siano pervenuti per caso all'esistenza nello stesso tempo. Anche Jacques Monod, insignito del premio Nobel, uno tra i pi fanatici difensori dell'evoluzione, spiega che la sintesi proteica non pu in alcun modo essere sottovalutata in modo tale da dipendere meramente dalle informazioni contenute negli acidi nucleici:
Il codice risulta privo di significato a meno che non venga tradotto. Il moderno macchinario di traduzione della cellula consiste di almeno cinquanta componenti macromoleculari, codificati a loro volta nel DNA: il codice non pu essere tradotto se non da prodotti di traduzione. l'espressione moderna di omne vivo ex ovo. Quando e come si chiuse questo circolo? troppo difficile immaginarlo.120
Come avrebbe potuto una catena di RNA nel mondo primordiale prendere una tale decisione e quali metodi avrebbe dovuto utilizzare per produrre proteine assumendosi da sola la mansione di cinquanta particelle specializzate? Gli evoluzionisti non hanno risposte. La dott. Leslie Orgel, una collega di Stanley Miller e Francis Crick presso l'Universit di San Diego California, utilizza il termine "scenario"
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per la possibilit dell' "origine della vita per mezzo del mondo-RNA". La Orgel ha descritto che tipo di caratteristiche questo RNA dovrebbe presentare e perch ci sia impossibile in un articolo intitolato "The Origin of Life" pubblicato su American Scientist nell'ottobre 1994:
Questo scenario potrebbe essersi presentato, come abbiamo visto, se l'RNA prebiotico avesse avuto due propriet oggi non evidenti: la capacit di replicarsi senza l'aiuto di proteine e la facolt di catalizzare ogni passo della sintesi proteica.121
Come dovrebbe ormai essere chiaro, aspettarsi due processi complessi ed estremamente essenziali da una molecola come l'RNA possibile solo grazie al potere d'immaginazione e al punto di vista degli evoluzionisti. Concreti fatti scientifici, d'altra parte, chiariscono come la tesi del "Mondo RNA", che un nuovo modello proposto a sostegno della casuale formazione della vita, una favola ugualmente non plausibile.
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si fossero uniti armoniosamente in collaborazione tra loro secondo un piano ordinato, avrebbero dovuto prendere tutti gli enzimi necessari circumvicini e coprirsi di una membrana, al cui interno avrebbe dovuto essere riempita di un liquido speciale necessario a creare l'habitat congeniale. Ora, anche se tutti questi fatti "altamente improbabili" si fossero in realt verificati, tale ammasso molecolare sarebbe giunto alla vita? La risposta negativa, in quanto le ricerche hanno rivelato che la semplice combinazione di tutti i materiali essenziali non sufficiente dare l'avvio alla vita. Anche se tutte le proteine essenziali fossero raccolte e poste in una provetta non produrrebbero una cellula vivente. Tutti gli esperimenti condotti a questo fine si sono rivelati infruttuosi. Le ricerche rivelano che la vita pu solo avere origine dalla vita. L'asserzione che la vita si sia evoluta da cose non viventi, in altre parole, "abiogenesi", una favola che esiste soltanto nei sogni degli evoluzionisti, in completo disaccordo con i reali risultati di tutti gli esperimenti e le osservazioni. Per questo riguardo, la prima forma di vita sulla terra deve aver avuto origine da un'altra vita. Questo un riflesso del nome di Allah "Hayy" (Il Possessore della Vita). La vita pu soltanto iniziare, continuare e finire per la Sua volont. L'evoluzione, non solo non in grado di spiegare l'origine della vita, ma anche incapace di chiarire come si siano formati i materiali ad essa essenziali. Chandra Wickramasinghe descrive la realt che ha incontrato come scienziato a cui stato insegnato, nel corso della sua intera esistenza, che la vita emersa in seguito a casuali coincidenze:
Fin dal principio della mia istruzione scientifica, sono stato sottoposto ad un violento lavaggio del cervello affinch mi fosse inculcata la credenza che la scienza non pu coesistere con qualsiasi tipo di creazione deliberata. Questa nozione ha dovuto essere dolorosamente abbandonata. Attualmente, non posso trovare alcun argomento razionale per abbattere la visione che spinge a convertirsi a Dio. Eravamo soliti avere una mente aperta; ora comprendiamo che l'unica risposta logica alla vita la creazione, non un accidentale trascinarsi alla cieca.122
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relazione diretta al trascorrere del tempo. Ogni cosa vivente e non vivente si consuma, si deteriora, decade, si disintegra ed distrutta. Questa la sicura fine che tutti gli esseri dovranno affrontare in un modo o nell'altro e, secondo tale legge, questo processo inevitabile non ha ritorno. Tutti lo osservano. Ad esempio, se si abbandona un'automobile nel deserto, difficilmente la si potr ritrovare in migliori condizioni dopo alcuni anni. Al contrario, si vedr che i pneumatici si sono sgonfiati, i finestrini sono stati infranti, il telaio si arrugginito e il motore decaduto. Lo stesso processo inevitabile valido ed anche pi rapido per gli esseri viventi. La seconda legge della termodinamica rappresenta il mezzo con il quale questo processo naturale viene definito con equazioni fisiche e calcoli. Questa famosa legge anche nota come "Legge dell'entropia". L'entropia fornisce una misura del grado di disordine in cui si trovano gli elementi che costituiscono il sistema. L'entropia di un sistema incrementata dal movimento verso uno stato pi disordinato, disperso e non pianificato. Pi elevato il disordine di un sistema, pi elevata la sua entropia. Tale legge sostiene che l'intero universo inevitabilmente procede verso uno stato pi disordinato, disperso e non pianificato. La validit della seconda legge della termodinamica stabilita in maniera sperimentale e teoretica. I pi importanti scienziati
a seconda legge della termodinamica, una delle leggi basilari della fisica, sostiene che in normali condizioni tutti i sistemi abbandonati a se stessi tendono a divenire disordinati, dispersi e corrotti in
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contemporanei concordano sul fatto che questa legge avr un ruolo centrale nel prossimo periodo della storia. Albert Einstein, il pi grande scienziato del nostro tempo, disse che la "legge pi importante di tutta la scienza". In proposito, sir Arthur Eddington ha affermato che la "suprema legge metafisica di tutto l'universo".123 La teoria evoluzionista avanzata nella
La legge della termodinamica afferma che le condizioni naturali conducono sempre al disordine e alla perdita di informazione. La teoria evoluzionista, al contrario, una fede antiscientifica che contraddice interamente questa legge.
totale ignoranza di questa basilare e universale legge della fisica. Il meccanismo proposto dall'evoluzione contraddice radicalmente i suoi principi. Gli evoluzionisti sostengono che atomi disordinati, dispersi e inorganici e molecole si siano riuniti spontaneamente nello stesso periodo in un ordine preciso per formare molecole estremamente complesse quali le proteine, il DNA, l'RNA; in seguito, questi avrebbero gradualmente determinato milioni di differenti specie viventi con strutture addirittura pi complesse. Inoltre, questo ipotetico processo che produce ad ogni passo strutture pi pianificate, pi ordinate, pi complesse e pi organizzate, ha presieduto autonomamente a tale formazione in condizioni naturali. La legge dell'entropia mostra chiaramente che questo processo
cosiddetto naturale contraddice interamente le leggi della fisica. Gli scienziati evoluzionisti sono consapevoli di questo fatto. J. H. Rush scrive:
Nel complesso corso della sua evoluzione, la vita rivela un notevole contrasto rispetto alla tendenza espressa nella seconda legge della termodinamica. Mentre quest'ultima parla di un irreversibile progresso verso una crescente entropia e disordine, la vita evolve continuamente verso pi elevati livelli di ordine.124
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Lo studioso evoluzionista Roger Lewin parla dell'empasse dell'evoluzione di fronte alla termodinamica in un articolo apparso su Science:
Un problema che i biologi hanno dovuto affrontare l'apparente contraddizione rispetto all'evoluzione rappresentata dalla seconda legge della termodinamica. I sistemi dovrebbero decadere nel corso del tempo, presentando un minore, non maggiore ordine.125
Un altro scienziato evoluzionista, George Stravropoulos, parla dell'impossibilit secondo la termodinamica della spontanea formazione della vita e confuta la spiegazione dell'esistenza, per leggi naturali, di complessi meccanismi viventi nella nota rivista evoluzionista American Scientist:
In condizioni ordinarie, nessuna molecola organica complessa potrebbe formarsi spontaneamente, ma piuttosto disintegrarsi, in accordo alla seconda legge. In realt, maggiore la complessit, maggiore l'instabilit e maggiore la sicurezza, presto o tardi, della sua disintegrazione. La fotosintesi e tutti i processi vitali, e la vita stessa, nonostante il linguaggio confuso o confusionario, non possono ancora essere compresi in termini di termodinamica o di ogni altra scienza esatta.126
La seconda legge della termodinamica costituisce, quindi, un insormontabile ostacolo per lo scenario dell'evoluzione sia in termini di scienza che di logica. Incapaci di offrire una consistente spiegazione scientifica che permetta di superare l'ostacolo, gli evoluzionisti possono solo vincere grazie all'immaginazione. Ad esempio, il famoso evoluzionista Jeremy Rifkin parla della sua speranza che l'evoluzione possa sopraffare questa legge della fisica grazie a un "potere magico":
La legge dell'entropia sostiene che l'evoluzione disperde l'energia disponibile complessiva per la vita su questo pianeta. Il nostro concetto di evoluzione esattamente l'opposto. Crediamo che l'evoluzione crei sulla terra, con qualche meccanismo magico, un valore complessivo maggiore e un maggior ordine.127
Queste parole rivelano con grande chiarezza che l'evoluzione soltanto una fede dogmatica.
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evoluzionisti come possano essere pervenuti autonomamente all'esistenza complessi meccanismi di conversione dell'energia quali la fotosintesi, che non possono essere duplicati neppure servendosi delle moderne tecnologie. L'influsso dell'energia solare sul mondo non ha effetti tali da imporre di per se stessa un ordine. Indipendentemente dal grado elevato di temperatura che possa essere raggiunto, gli amminoacidi resistono formando legami in sequenze ordinate. La sola energia non sufficiente a spingere gli amminoacidi a formare le molto pi complesse molecole proteiche o queste ultime a costituire le ben pi composite e organizzate strutture di organelli cellulari. La fonte reale ed essenziale di questa organizzazione, ad ogni livello, un progetto consapevole: in una parola, la creazione.
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A uno sguardo pi acuto, tuttavia, questo argomento si rivela del tutto astratto e, in pratica, un mero wishful thinking. Nasconde, inoltre, un inganno molto semplice, ovvero, la deliberata confusione di due distinti concetti, "auto-organizzazione" e "auto-ordinamento".128 Ci pu essere chiarito con un esempio. Si immagini una spiaggia con differenti tipi di pietre di varie dimensioni mischiate tra loro. Quando un'onda forte si abbatter sulla spiaggia, potr apparire un "ordinamento" tra le pietre. L'acqua potr sollevare quelle di peso simile in pari quantit. Quando l'onda si sar ritirata, le pietre potranno forse essere state ordinate secondo l'ordine di grandezza, dalle pi piccole alle pi grandi, in direzione del mare. Questo un processo di "auto-ordinamento": la spiaggia un sistema aperto e un influsso di energia (l'onda) pu esserne la causa. Ma si noti anche che lo stesso processo non pu erigere un castello di sabbia. Se guardiamo un castello fatto di sabbia, siamo sicuri che qualcuno lo ha costruito. La differenza tra quest'ultimo e le pietre "ordinate" che il primo rappresenta una complessit veramente unica, mentre il secondo include solo un ordine ripetitivo. come una macchina da scrivere che continui a battere il carattere "aaaaaaaaaaaaa" per centinaia di volte in quanto un oggetto (un influsso di energia) caduto sulla tastiera. Naturalmente, un tale ordine ripetitivo di "a" non include alcuna informazione e quindi nessuna complessit. necessaria una mente cosciente per ottenere una sequenza di lettere che includa informazioni. La stessa cosa avviene quando il vento penetra in una stanza piena di polvere. Prima di questo influsso, la polvere sparsa intorno. Allorquando il vento entra, questa si raccoglie agli angoli della stanza. Ci un "auto-ordinamento". Ma la polvere non si "auto-organizza" mai autonomamente in modo da creare l'immagine di un uomo sul pavimento. Questi esempi sono molto simili agli scenari di "autoorganizzazione" degli evoluzionisti. Questi affermano, infatti, che la materia ha una tendenza ad "auto-organizzarsi", quindi mostrano esempi di auto-ordinamento tentando di confondere i due concetti. Lo steso
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Prigogine ha parlato di molecole che si auto-ordinano durante l'influsso di energia. Gli scienziati americani Thaxton, Bradley e Olsen, in un libro dal titolo "The Mistery of Life's Origin", hanno spiegato questo fatto:
...in ogni situazione i movimenti casuali delle molecole in un fluido sono spontaneamente sostituiti da un comportamento altamente ordinato. Prigogine, Eigen e altri hanno suggerito che tale sorta di auto-organizzazione sia intrinseca nella chimica organica e possa potenzialmente spiegare le macromolecole altamente complesse essenziali ai sistemi viventi. Ma simili analogie hanno scarsa rilevanza per la questione dell'origine della vita. Per di pi, non distinguono tra ordine e complessit... La regolarit o l'ordine non possono servire a immagazzinare l'enorme quantit di informazioni richieste dai sistemi viventi. richiesta una struttura irregolare, ma specifica piuttosto che una ordinata. Ci rappresenta un grave errore nell'analogia offerta. Non vi connessione apparente tra il tipo di ordinamento spontaneo che deriva dal flusso di energia attraverso tali sistemi e l'opera richiesta per costruire macromolecole ad intensa informazione aperiodica, quali il DNA e le proteine.129
In realt, Prigogine stesso dovette accettare che questi argomenti non avevano rilevanza per spiegare l'origine della vita. Ha detto:
Il problema dell'ordine biologico implica la transizione dall'attivit molecolare all'ordine supermolecolare della cellula. Questo problema ben lontano da una soluzione.130
Perch, allora, gli evoluzionisti continuano ad accettare punti di vista anti-scientifici quali "l'auto-organizzazione della materia"? Perch insistono a rifiutare la manifesta intelligenza visibile nei sistemi viventi? La risposta la loro fede dogmatica nel materialismo e la credenza che la materia abbia un misterioso potere di creare la vita. Un professore di chimica presso l'Universit di New York ed esperto in DNA, Robert Shapiro, descrive la fede degli evoluzionisti e il dogma materialistico che ne costituisce il fondamento:
Un altro principio evolutivo quindi necessario per permetterci di superare la distanza tra le miscele di semplici prodotti chimici naturali e il primo effettivo
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replicatore. Questo principio non stato ancora dettagliatamente descritto o dimostrato, ma stato anticipato ed ha ricevuto dei nomi, quali evoluzione chimica e auto-organizzazione della materia. L'esistenza del principio tenuta per certa nella filosofia del materialismo dialettico, come dimostra la sua applicazione alle origini della vita da parte di Alexander Oparin.131
Tutto questo chiarisce come l'evoluzione sia un dogma contrario alle scienza empirica e che l'origine degli esseri viventi possa essere spiegata soltanto per l'intervento di un potere soprannaturale. Questo potere soprannaturale la potenza di Allah, il Quale ha creato l'intero universo dal nulla. La scienza ha provato che l'evoluzione impossibile per quanto concerne la termodinamica e che l'esistenza della vita non ha altra spiegazione se non la Creazione.
CAPITOLO
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Progetto e coincidenza
el capitolo precedente, abbiamo osservato l'impossibilit della formazione coincidentale della vita. Consideriamo valide, ancora per un momento, tali impossibilit. Supponiamo che
milioni di anni fa una cellula si sia formata avendo acquisito tutto quanto necessario a "pervenire alla vita". Giunti a questo punto, l'evoluzione crolla di nuovo. In quanto, anche se questa cellula fosse sopravvissuta per un certo periodo, sarebbe infine dovuta morire. Dopo la sua fine, niente sarebbe rimasto e tutto sarebbe tornato al punto di partenza. Questo si spiega perch la prima cellula vivente, mancando di ogni informazione genetica, non sarebbe stata in grado di riprodursi e di dare avvio a una nuova generazione. La vita sarebbe finita con la sua morte. Il sistema genetico non compreso soltanto nel DNA. Nello stesso ambiente dovrebbero esistere anche gli enzimi, per leggere il codice nel DNA; l'RNA messaggero, prodotto dopo la lettura di questi codici; un ribosoma sul quale l'RNA messaggero dovr montare in accordo a tale codice e assicurarsi per la produzione; l'RNA transfer per trasferire gli amminoacidi al ribosoma per essere utilizzati nella produzione; numerosi enzimi estremamente complessi per condurre a termine numerosi processi intermedi. Un tale ambiente non pu esistere se non in un una condizione totalmente isolata e completamente controllata come la cellula, dove esistono tutti le materie prime e le risorse di energia. Di conseguenza, la materia organica si pu auto-riprodurre solo come cellula interamente sviluppata, provvista di tutti i suoi organelli e in ambiente appropriato in cui possa sopravvivere, scambiare materiali e trarre energia da quanto la circonda. Ci indica che la prima cellula venne
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formata "all'improvviso" con la sua struttura incredibilmente complessa. Cos, se una struttura complessa pervenne all'esistenza d'improvviso, cosa ne consegue? Lasciateci porre la domanda sotto forma d'esempio. Paragoniamo la cellula, in termini di complessit, ad un'automobile ad alta tecnologia. (In realt, la cellula comprende un sistema molto pi complesso e sviluppato di quello di un'automobile con il suo motore e tutti i suoi equipaggiamenti tecnici.) Poniamo ora la domanda: "Che cosa pensereste se nel corso di un'escursione nel cuore di una fitta foresta incontraste l'ultimo modello di automobile tra gli alberi? Pensereste che vari elementi nella foresta si siano casualmente riuniti nel corso di milioni di anni e abbiano prodotto un tale veicolo? Tutti i materiali grezzi che costituiscono l'automobile si ottengono da ferro, plastica, gomma, terra o da loro sottoprodotti: questa constatazione vi porterebbe a pensare che questi si siano sintetizzati "per caso" e riunitisi abbiano costruito tale macchina?". Senza dubbio, un uomo sano di mente capirebbe che questa il risultato di un progetto consapevole e si stupirebbe di trovare un'automobile nel mezzo di una giungla. La repentina apparizione di una struttura complessa in forma completa mostra che stata creata da un agente conscio. Un sistema complesso come la cellula stato certamente creato da una volont e da una sapienza superiore. In altre parole, pervenuta all'esistenza come creazione di Allah. Con il credere che il puro caso possa produrre disegni perfetti, gli evoluzionisti oltrepassano i confini della ragione e della scienza. Una delle indiscusse autorit in questo campo il famoso zoologo francese Pierre Grass, l'ex presidente dell'Accademia Francese delle Scienze. Sebbene sia un materialista, Grass riconosce tuttavia l'incapacit della teoria darvinista di spiegare la vita e scrive riguardo alla logica della "coincidenza", vera essenza del darvinismo:
L'opportuna apparizione di mutazioni che permettono agli animali e alle piante di soddisfare le loro necessit difficile da credere. La teoria darvinista, nondimeno, anche pi esigente nel domandare: una singola pianta, un singolo animale richiederebbero migliaia e migliaia di eventi appropriati e fortunati.
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Cos i miracoli diventerebbero la norma: eventi con una infinitesimale probabilit non mancherebbero di accadere... Non esiste una legge che vieti di sognare a occhi aperti, ma la scienza non pu indulgervi.132
Grass riassume ci che il concetto di "coincidenza" rappresenta per gli evoluzionisti: "...il caso diventa una sorta di provvidenza, che, sotto la copertura dell'ateismo, non nominato ma segretamente adorato."133 Il fallimento logico degli evoluzionisti una conseguenza della loro gelosa custodia del concetto di coincidenza. Nel Corano, scritto che coloro i quali adorano gli esseri piuttosto che Allah sono privi di intendimento:
Hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che non sentono, sono come bestiame, anzi ancor peggio. Questi sono gli incuranti. (Surat al-Araf : 179)
La formula darviniana
Oltre a tutte le prove tecniche che abbiamo trattato, analizziamo ora la superstizione degli evoluzionisti con un esempio talmente semplice da poter essere compreso anche dai bambini. La teoria evoluzionista sostiene che la vita stata formata dal caso. Secondo tale pensiero, atomi inorganici e inconsci si sarebbero uniti per formare la cellula e quindi altri esseri viventi, tra cui l'uomo. Prestiamo attenzione a questo fatto. Se mettiamo insieme gli elementi che costituiscono i mattoni della vita, come il carbonio, il fosforo, l'azoto e il potassio, otteniamo solo un ammasso. Indipendentemente dal trattamento a cui verr sottoposto, questo mucchio atomico non potr formare neppure un singolo essere vivente. A questo proposito, lasciateci condurre un esperimento ed esaminare, a nome degli evoluzionisti, ci che essi intendono realmente, senza pronunciarlo a voce alta, con il termine "formula darviniana": Supponiamo che gli evoluzionisti pongano in enormi barili una gran quantit di materiali presenti nella composizione degli esseri viventi,
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come il fosforo, l'azoto, il carbonio l'ossigeno, il ferro e il magnesio. Vi aggiungano, quindi, qualsiasi materiale non esistente in condizioni naturali e da essi ritenuto necessario. Vi mescolino poi, a loro arbitrio, la quantit di amminoacidi che non hanno la possibilit di formarsi naturalmente e di proteine una qualsiasi delle quali ha una probabilit di formazione pari a 10-950 che pi ritengano opportuna. Espongano poi questa mistura al grado di temperatura e di umidit considerato ideale. La agitino quindi con qualsivoglia dispositivo tecnologicamente all'avanguardia. La circondino con i pi noti scienziati. Permettano a questi scienziati di aspettare a turno intorno a questi barili per bilioni o anche trilioni di anni. Gli lascino la facolt di servirsi di tutti i tipi di condizioni che essi riterranno necessarie alla formazione umana. Indipendentemente da ci che faranno, non potranno produrre neppure un umano, dice un professore che esamina la sua struttura cellulare con un microscopio elettronico. Non possono produrre giraffe, leoni, api, canarini, cavalli, delfini, rose, orchidee, gigli, garofani, banane, arance, mele, datteri, pomodori, meloni, cocomeri, fichi, olive, uva, pesche, pavoni, fagiani, farfalle multicolori o milioni di altri esseri viventi come questi. Anzi, non potranno ottenere neppure una cellula. In breve, gli atomi inconsci, riunendosi insieme, non possono formare una cellula. Non possono prendere una nuova decisione e dividere questa cellula in due, quindi scegliere altrimenti e creare i professori che primi hanno inventato il microscopio elettronico ed esaminare le loro cellule sotto quel microscopio. La materia una massa inconscia e inanimata, che perviene alla vita grazie alla superiore Creazione di Allah. La teoria evoluzionista, che afferma l'opposto, una falsit assoluta completamente precedente. contraria alla ragione. Il seppur minimo approfondimento di tali asserzioni svela questa realt, come nell'esempio
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visiva dell'occhio. Ci che hanno ottenuto ha richiesto, tuttavia, l'uso di occhiali per ottenere l'effetto desiderato e senza evitare l'artificiosit dell'immagine. Lo sfondo risulta molto indistinto, mentre il primo piano pare cartaceo. Non mai stato possibile riprodurre una visione chiara e nitida come quella dell'occhio. Nella telecamera e nella televisione, la qualit dell'immagine ne perde. Gli evoluzionisti affermano che tale meccanismo si formato casualmente. Ora, se qualcuno vi dicesse che la vostra televisione si costituita accidentalmente, che tutti i suoi atomi si sono riuniti e hanno foggiato tale congegno per riprodurre le immagini, che cosa pensereste? Come possibile che gli atomi facciano ci che migliaia di uomini non sono in grado di realizzare? Per circa un secolo, migliaia di ingegneri hanno svolto ricerche e si sono impegnati in laboratori ad alta tecnologia e in grandi complessi industriali servendosi dei macchinari pi sofisticati, ma non sono riusciti
Quando paragoniamo l'occhio e l'orecchio a una videocamera e a un registratore vediamo che i nostri ogani sono molto pi complessi, funzionali e perfetti rispetto a questi prodotti tecnologici.
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a produrre pi di questo. Se un dispositivo che produce un'immagine pi primitiva di quella dell'occhio non stato formato dal caso, allora evidente che neppure l'occhio n l'immagine percepita possono avere tale origine. Questo richiede un piano e un progetto molto pi dettagliato e avveduto rispetto a quello della televisione. Il piano e il progetto di un'immagine cos distinta e nitida appartiene ad Allah, Che ha potere su tutte le cose. La stessa considerazione si applica all'orecchio. L'orecchio esterno raccoglie i suoni per mezzo del padiglione auricolare e li dirige verso l'orecchio medio; questo trasmette le vibrazioni sonore intensificandole; l'orecchio interno le invia quindi verso il cervello traducendole in segnali elettrici. Come per l'occhio, l'atto di udire finisce nel centro auditivo nel cervello. Quanto si detto per l'occhio vale anche per l'orecchio. Ovvero, il cervello completamente isolato dal suono e non vi permette neppure l'accesso. Di conseguenza, indipendentemente dalla rumorosit esterna, l'interno completamente silenzioso. Nondimeno, i suoni pi fievoli vengono percepiti nel cervello. In esso, si ascoltano le sinfonie dell'orchestra e tutti i rumori di un luogo affollato. Se il livello del suono nel cervello, tuttavia, fosse misurato in quel momento da uno strumento preciso, si constaterebbe un silenzio assoluto. Facciamo un paragone tra l'alta qualit e la superiore tecnologia presenti nell'orecchio e nel cervello con i prodotti degli esseri umani. Come nel caso delle immagini, decenni di sforzi sono stati spesi nel tentativo di generare e riprodurre un suono fedele all'originale. Il risultato sono gli audioregistratori, i sistemi ad alta fedelt e i sistemi per inviare suoni. Nonostante tutta questa tecnologia e le migliaia di ingegneri ed esperti che si sono applicati a questo fine, non stato ancora ottenuto alcun suono che presenti la stessa chiarezza e precisione di quello percepito dall'orecchio. Si pensi ai sistemi HI-FI di pi elevata qualit prodotti dalle maggiori compagnie dell'industria musicale. Anche in simili congegni, quando si registra un suono buona parte viene perduta; oppure si percepiscono dei fruscii prima che la musica abbia inizio.
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Nondimeno, i suoni che sono il prodotto della tecnologia del corpo umano sono estremamente nitidi e chiari. Un orecchio umano non percepisce mai un suono accompagnato da fruscii o da disturbi atmosferici come un HI-FI, lo coglie esattamente come . Cos stato sin dalla creazione dell'uomo. La tecnologia nel nostro corpo molto superiore a quella prodotta dal genere umano utilizzando le informazioni accumulate, l'esperienza e le opportunit. Nessuno direbbe che un HI-FI o una videocamera pervennero all'esistenza come risultato del caso. Perci, come possibile affermare che le tecnologie presenti nel corpo umano, che sono superiori alle altre, siano apparse a seguito di una catena di coincidenze detta evoluzione? evidente che l'occhio, l'orecchio, e tutte le altre parti del corpo umano sono il prodotto di una creazione veramente superiore. Queste sono cristalline indicazioni dell'unica e indiscutibile creazione di Allah, della Sua eterna conoscenza e potenza. La ragione per cui menzioniamo specificamente i sensi dell'udito e della vista per sottolineare l'incapacit degli evoluzionisti di capire una prova della creazione talmente evidente. Se si chiedesse a un evoluzionista di spiegare come possibile che un progetto e una tecnologia talmente perfetti quali l'occhio e l'orecchio abbiano potuto svilupparsi per azione del caso, si vedrebbe che egli non sarebbe in grado di fornire alcuna risposta logica o ragionevole. Anche Darwin, in una lettera inviata ad Asa Gray il 3 ottobre 1860, scrisse che "il pensiero dell'occhio mi agghiaccia" , confessando la disperazione degli evoluzionisti di fronte all'eccellente progetto degli esseri viventi.134
CAPITOLO
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ei capitoli precedenti, abbiamo constatato la mancanza di validit della teoria dell'evoluzione sulla base delle prove fornite dai fossili e dal punto di vista della biologia molecolare. In
questo capitolo, analizzeremo una serie di fenomeni biologici e di concetti avanzati come prove teoretiche dagli evoluzionisti. Questi argomenti sono particolarmente importanti in quanto mostrano come non esista alcuna scoperta scientifica che avalli l'evoluzione, se non la distorsione e dell'inganno.
Variazioni e specie
Variazione, un termine usato in genetica, si riferisce a un evento genetico che provoca, in individui appartenenti a determinati gruppi o in alcune specie, la presenza di caratteristiche diverse rispetto agli altri. Ad esempio, tutta la popolazione della terra reca fondamentalmente le stesse informazioni genetiche, tuttavia alcuni presentano occhi allungati, altri i capelli rossi, alcuni hanno il naso lungo, altri sono di statura modesta, secondo il grado di variazione potenziale dell'informazione genetica. Gli evoluzionisti affermano che le variazioni all'interno della specie rappresentano una prova a sostegno della loro teoria. Nondimeno, le variazioni non costituiscono una prova per l'evoluzione in quanto non sono altro che il risultato di differenti combinazioni di informazioni genetiche gi esistenti a cui non aggiungono alcuna nuova caratteristica. Le variazioni avvengono sempre entro i limiti dell'informazione genetica. Tale limite, in genetica, detto "pool genetico", o "fondo comune
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di geni". Tutte le caratteristiche presenti nel pool genetico di una specie possono apparire in vari modi per variazione. Per esempio, a seguito della variazione, potrebbero comparire, in una specie rettile, variet che presentano una coda pi o meno lunga o zampe pi corte, in quanto queste caratteristiche sono entrambe presenti nel pool genetico dei rettili. Nondimeno, le variazioni non trasformano questi ultimi in uccelli aggiungendovi le ali o le penne o mutando il loro metabolismo. Un tale cambiamento richiede un incremento delle informazioni genetiche degli esseri viventi, che non assolutamente possibile nelle variazioni. Darwin non era consapevole di questo fatto quando formul la sua teoria. Egli credette che non vi fossero limiti alle variazioni. In un articolo scritto nel 1844 afferma: "Molti autori sostengono che esista un limite alle variazioni in natura, bench io non sia in grado di scoprire un singolo fatto sul quale questa fede fondata".135 Ne L'origine della specie cita diversi esempi di variazioni come prove fondamentali a sostegno della sua teoria. Ad esempio, secondo Darwin, gli allevatori di animali che accoppiavano diverse variet di bovini per ottenere nuove variet che producessero pi latte, erano destinati infine a trasformarle in specie
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differenti. La nozione darviniana di "variazione illimitata" espressa con maggior chiarezza in un brano tratto da L'origine della specie:
Non vedrei nessuna difficolt che una razza di orsi per effetto della selezione naturale potesse diventare sempre pi acquatica per struttura ed abitudini, con la bocca sempre pi larga, fino a dar luogo ad un essere mostruoso come la balena.136
La ragione per cui Darwin ha citato un simile esempio deve essere ricondotta alla primitiva comprensione della scienza a lui contemporanea. Da allora, la scienza ha postulato il principio di "stabilit genetica" (omeostasi genetica) basata sui risultati degli esperimenti condotti su esseri viventi. Questo principio sostiene che tutti i tentativi di accoppiamento fatti per produrre nuove variazioni si sono rivelati inconcludenti e che esistono rigide barriere tra le differenti specie di esseri viventi . Ci significa che fu assolutamente impossibile agli allevatori di animali di trasformare il bestiame in specie differenti accoppiando diverse variazioni come postulato da Darwin. Norman Macbeth, che ha confutato il darvinismo nel suo libro Darwin Retried, scrive:
LE BALENE SI SONO EVOLUTE DAGLI ORSI? Ne L'origine della specie, Darwin afferma che le balene si sono evolute da alcuni orsi i quali tentavano di nuotare! Darwin suppose erroneamente che le possibilit di variazione all'interno di una specie fossero illimitate. La scienza del XX secolo ha dimostrato che lo scenario evoluzionistico del tutto immaginario.
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Il cuore del problema se gli esseri viventi siano veramente variati illimitatamente... Le specie appaiono stabili. Tutti hanno sentito di allevatori delusi che hanno condotto il loro lavoro fino a un certo punto, per vedere poi gli animali o le piante tornare al punto da dove erano partiti. Nonostante gli strenui tentativi nel corso di due o tre secoli, non mai stato possibile produrre una rosa blu o un tulipano nero.137
Luther Burbank, considerato l'allevatore pi competente di tutti i tempi, esprime questo fatto quando afferma che "vi sono dei limiti allo sviluppo possibile, e questi obbediscono a una legge". 138 Affrontando questo argomento, lo scienziato danese W. L. Johannsen ha commentato:
Le variazioni enfatizzate da Darwin e Wallace non possono essere selettivamente spinte oltre un certo limite, in quanto tale variabilit non contiene il segreto della "partenza indefinita".139
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L'informazione genetica che fornisce la resistenza, esistita prima dell'esposizione agli antibiotici, non pu essere spiegata dagli evoluzionisti, rivelando la falsit della loro teoria. Il fatto che la resistenza ai batteri fosse presente prima della scoperta degli antibiotici ammesso anche dal Medical Tribune, un'importante rivista scientifica, nel numero del 29 dicembre 1998. L'articolo tratta un evento interessante: durante uno studio condotto nel 1986, vennero scoperti i corpi preservati nel ghiaccio di alcuni marinai morti di malattia durante una spedizione polare nel 1845. Si rinvennero alcuni tipi di batteri comuni nel XIX secolo, i quali vennero analizzati; con grande sorpresa, i ricercatori scoprirono che questi erano resistenti a molti moderni antibiotici sviluppati soltanto nel corso del XX secolo.141 ben noto nei circoli medici che tale sorta di resistenza fosse presente in molte popolazioni di batteri prima della scoperta della penicillina. , quindi, del tutto falso sostenere che la resistenza dei batteri costituisca uno sviluppo evolutivo. Com', dunque, avvenuto il processo della cosiddetta "acquisizione batterica di immunit"?
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i batteri mutino e si trasformino in discendenze di batteri resistenti a causa dell'esposizione agli antibiotici, acquisendo cos una nuova informazione genetica. Ci che si verifica soltanto un'eliminazione di particolari variazioni batteriche dalla popolazione, le quali erano coesistite sin dai primordi. Questo non determina l'emergere di una nuova specie di batteri: non "evoluzione". Al contrario, una o pi delle variazioni esistenti scompaiono, che esattamente il processo opposto, dal momento che l'informazione genetica andata perduta.
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della resistenza. Utilizzano spesso questi esempi come prove inconfutabili dell'evoluzione. Come dovrebbe essere ora chiaro, n la resistenza dei batteri agli antibiotici n l'immunit degli insetti al DDT offre una prova per l'evoluzione, bens dei buoni esempi dei metodi di distorsione e di inganno a cui gli evoluzionisti sono ricorsi per giustificare la loro teoria.
La lista di organi rudimentali compilata dall'anatomista tedesco R. Wiedersheim nel 1895 comprese approssimativamente 100 organi, inclusi l'appendice e il coccige. Grazie ai progressi della scienza, venne scoperto
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
che tutti gli organi inclusi nella lista di Wiedersheim avevano in realt funzioni molto importanti per il corpo. Ad esempio, si scopr che l'appendice, che si supponeva fosse un organo rudimentale, era in realt un organo linfatico che combatteva le infezioni del corpo. Questo fatto venne chiarito nel 1997: "Altri organi corporei e tessuti il timo, il fegato, la milza, l'appendice, il midollo osseo e piccoli cumuli di tessuti linfatici come le tonsille in gola e le placche di Peyer nell'intestino tenue fanno parte del sistema linfatico. Anch'essi aiutano il corpo nella lotta contro le infezioni."144 Venne, inoltre, scoperto che le tonsille, che erano state incluse nella lista, svolgevano un ruolo significativo nel proteggere la gola contro le
Tutte gli esempi di organi rudimentali sono stati smentiti nel corso del tempo. il caso della plica semilunare dell'occhio, menzionata nelle Origini come struttura rudimentale, della quale ai nostri giorni stata dimostrata la completa funzionalit, sconosciuta al tempo di Darwin. Questo organo lubrifica il globo oculare.
infezioni, in particolare fino all'adolescenza. Si anche compreso che il coccige, all'estremit della colonna vertebrale, sostiene le ossa attorno al bacino ed il punto di convergenza di alcuni piccoli muscoli. Negli anni successivi, si scopr che il timo stimolava il sistema immunitario nel corpo umano attivando le cellule T; che la ghiandola pineale era incaricata della secrezione di alcuni ormoni importanti; che la ghiandola tiroidea provvedeva alla solida crescita dei neonati e dei bambini; che la ghiandola pituitaria controllava il corretto funzionamento di molte ghiandole ormonali. Tutti questi erano un tempo considerati "organi rudimentali". La plica semilunare nell'occhio, che Darwin consider un organo rudimentale, svolge in realt il compito di pulire e lubrificare il globo oculare. Quanto affermato dagli evoluzionisti riguardo agli organi rudimentali conteneva un grave errore logico. Come si detto, essi affermavano che tali organi erano stati ereditati dai progenitori. Molti organi "rudimentali" non erano, tuttavia, presenti in quelle specie viventi che si consideravano gli antenati degli esseri umani! Ad esempio,
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l'appendice non esiste in alcune specie di scimmie. Il noto biologo H. Enoch, che mise in dubbio la suddetta teoria, evidenzi l'errore logico in essa insito con le seguenti parole:
Le scimmie possiedono un'appendice, mentre non cos per i loro parenti meno diretti, le scimmie inferiori; appare di nuovo tra i mammiferi quali l'opossum. Come possono spiegare tutto ci gli evoluzionisti?145
Semplicemente, lo scenario degli organi rudimentali avanzato dagli evoluzionisti contiene una moltitudine di seri errori di logica ed stato scientificamente confutato. Non esiste alcun organo rudimentale ereditato nel corpo umano, dal momento che gli esseri umani non si sono evoluti da altre creature per azione del caso ma furono creati nella loro attuale, completa e perfetta forma.
Il mito dell'omologia
Le somiglianze strutturali tra specie differenti sono dette in biologia "omologie". Gli evoluzionisti tentano di presentare tali somiglianze come prove della teoria in cui credono. Darwin pensava che le creature con organi similari (omologhi) avessero una reciproca relazione evolutiva e che tali organi dovessero costituire l'eredit di un comune antenato. Secondo questo assunto, sia il piccione che l'aquila avevano ali; quindi, i piccioni, le aquile, e tutti gli altri uccelli provvisti di ali si supponeva che si fossero evoluti da un comune antenato. L'omologia una tesi ingannevole avanzata senza il supporto di alcuna prova, se non quella di un'apparente somiglianza fisica. Questo argomento non mai stato verificato neppure da una singola scoperta concreta fin dai tempi di Darwin. In nessuno strato geologico si mai rinvenuto un fossile dell'immaginario antenato comune delle creature con strutture omologhe. Inoltre, ci che segue appaleser il fatto che l'omologia non fornisce alcuna prova all'evoluzione. 1. possibile riscontrare organi omologhi in creature di specie completamente differenti, tra cui gli evoluzionisti non sono in grado di
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
stabilire alcuna sorta di relazioni evolutive. 2. I codici genetici di alcune creature che presentano organi omologhi sono completamente diversi tra loro. 3. Gli sviluppi embriologici di organi omologhi in creature diverse sono del tutto diffferenti. Esaminiamo ora, singolarmente, ognuno di questi punti.
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Il pi vistoso esempio di tale sorta di argomento riguarda la presenza di 46 cromosomi negli esseri umani e di 48 in alcune scimmie tra cui gli scimpanz. Gli evoluzionisti considerano la prossimit nel numero di cromosomi tra le due differenti specie una testimonianza della relazione evolutiva. Nondimeno, se questo argomento fosse vero, l'uomo avrebbe un parente ancora pi stretto: la patata. Il numero dei cromosomi presenti nella patata molto pi vicino a quello degli umani che nel caso dei gorilla o degli scimpanz: pari a 46! In altre parole, gli esseri umani e le patate hanno lo stesso numero di cromosomi! Questo un singolare, seppur comico esempio che mostra come le similitudini nel DNA non possano essere considerate una prova della relazione evolutiva. Per l'altro verso, esistono enormi differenze molecolari tra quelle creature che sembrano molto simili e imparentate. Ad esempio, la struttura del citocroma-C, una delle proteine vitali per la respirazione, risulta incredibilmente diversa tra esseri viventi appartenenti alla stessa classe. Sulla base delle ricerche condotte in questo campo, la differenza tra due specie di rettili maggiore di quella tra un uccello e un pesce o un pesce e un mammifero. Un altro studio ha mostrato che la differenza molecolare tra alcuni uccelli superiore a quella tra alcuni uccelli e i mammiferi. stato inoltre scoperto che la differenza molecolare tra batteri che appaiono molto simili maggiore di quella tra tra mammiferi e anfibi o insetti.148 Simili confronti sono stati condotti nei casi di emoglobina, mioglobina, ormoni e geni con analoghi risultati.149 A proposito di queste e di altre scoperte correlate, Michael Denton ha commentato:
A livello molecolare ogni classe unica, isolata e disgiunta da passaggi intermedi. Cos, le molecole, come i fossili, non hanno fornito gli elusivi passaggi intermedi tanto a lungo cercati dalla biologia evolutiva... A livello molecolare, nessun organismo "ancestrale" o "primitivo" comparato ai suoi parenti... Non c' dubbio che se questa prova molecolare fosse stata disponibile un secolo fa... l'idea di evoluzione organica non sarebbe mai stata accettata.150
Professor Michael Denton: "L'evoluzionismo una teoria in crisi."
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Haeckel era un evoluzionista sotto molti rispetti perfino pi ardente di Darwin. Per questa ragione, egli non esit a distorcere i dati scientifici e a produrre varie falsificazioni.
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biologia nel corso degli anni Cinquanta. Come oggetto di serie indagini si estinse durante gli anni Venti...152
Un altro interessante aspetto della "ricapitolazione" fu Ernst Haeckel stesso, un ciarlatano che falsific i suoi disegni al fine di promuovere la dottrina da lui avanzata. Le falsificazioni di Haeckel pretesero di mostrare che gli embrioni dei pesci e dell'uomo erano simili. Quando venne scoperto, si difese accusando anche altri evoluzionisti di aver commesso simili colpe:
Dopo questa compromettente confessione di "falsificazione" io dovrei considerarmi condannato e annichilito, se non avessi la consolazione di vedere accanto a me sul banco degli imputati centinaia di colleghi colpevoli, tra cui molti dei pi fidati osservatori e dei pi stimati biologi. La grande maggioranza di tutti i diagrammi presenti nei migliori testi di biologia, nei trattati e nei giornali presenta lo stesso grado di "falsificazione", in quanto sono tutti inesatti e pi o meno manipolati, schematizzati e costruiti.153
Vi sono quindi "centinaia di colleghi colpevoli, tra cui molti dei pi fidati osservatori e dei pi stimati biologi" i cui testi sono pieni di pregiudizi, distorsioni e anche falsificazioni. Ci dovuto al fatto che tutti costoro si sono auto-condizionati al fine di sostenere la causa della teoria evolutiva, sebbene non esista neppure un briciolo di prova scientifica in grado di avallarla.
CAPITOLO
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uanto stato esposto in questo libro dimostra la fondamentale mancanza di basi scientifiche della teoria evoluzionista, che entra anzi in conflitto con le nuove scoperte. In altre parole, il
potere che la sostiene non la scienza. L'evoluzione pu essere difesa da alcuni "scienziati", ma deve esserci un altro agente essenziale all'opera. L'altro agente la filosofia materialistica, il cui pensiero uno dei pi antichi della storia. La sua caratteristica basilare la considerazione della materia come un assoluto. Secondo questa filosofia, la materia infinita e compone tutto ci che esiste. Questo approccio rende necessariamente impossibile la credenza in un Creatore. Il materialismo stato quindi per lungo tempo ostile a ogni tipo di fedi religiose. La questione verte cos sulla correttezza del punto di vista materialistico. Un metodo per verificare la veridicit di assunti filosofici che siano in relazione con la scienza proprio l'analisi scientifica di essi. Ad esempio, nel X secolo un filosofo avrebbe potuto sostenere l'esistenza sulla superficie lunare di un albero divino sui cui rami sarebbero cresciute come frutti tutte le cose viventi, le quali sarebbero poi cadute sulla terra. Alcune persone avrebbero potuto trovare questa filosofia attraente e avrebbero potuto crederci. Ma nel XX secolo, in un tempo in cui gli uomini hanno camminato sulla luna, non possibile presentare tale filosofia. L'esistenza dell'albero pu essere determinata con metodi scientifici, cio, per mezzo dell'osservazione e della sperimentazione. perci possibile investigare con metodi scientifici le asserzioni dei materialisti: ovverosia, che la materia sia esistita eternamente e che possa organizzare se stessa e dare origine alla vita senza l'intervento di un
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Creatore sovra-materiale. Nel fare ci, vediamo che il materialismo gi crollato, in quanto l'idea che la materia sia esistita sin dall'eternit stata abbattuta dalla teoria del Big Bang, che dimostra come l'universo sia stato creato dal nulla. L'asserzione che la materia si sia auto-organizzata e abbia dato origine alla vita non altro che la "teoria dell'evoluzione" quella che stata esaminata in questo libro e di cui abbiamo dimostrato il fallimento. Se si tuttavia determinati a credere nel materialismo e si disposti a porre tale filosofia di fronte a tutto, allora non si agisce in questo modo. Se si "prima materialisti poi scienziati", allora non si abbandona il materialismo quando si vede che l'evoluzione smentita dalla scienza. Al contrario, si tenta di sostenerlo e di salvarlo in qualunque modo servendosi dell'evoluzione. Questo esattamente ci che viene predicato da quegli evoluzionisti che difendono oggi la loro teoria. degno di nota il fatto che essi stessi talvolta confessino la loro posizione. Un notissimo genetista ed evoluzionista dichiarato, Richard C. Lewontin dell'Universit di Harvard, confessa di essere "prima un materialista e poi uno scienziato" con queste parole:
Non che i metodi e le istituzioni della scienza ci costringano in qualche modo ad una spiegazione materiale del mondo fenomenico, ma, al contrario, siamo noi che siamo spinti dalla nostra aderenza a priori alle cause materiali a creare un apparato di investigazioni e una serie di concetti che producono delle spiegazioni materiali, senza alcuna considerazione per quanto ci possa essere contrario all'intuizione o mistificante per i non-iniziati. Nondimeno, il materialismo assoluto, perci non possiamo permettere l'accesso a un Piede Divino.154
La locuzione "a priori" utilizzata da Lewontin molto importante. Questo termine filosofico si riferisce a una presupposizione che non si fonda su alcuna conoscenza sperimentale. Un pensiero a priori quando lo si considera giusto e accettato senza l'ausilio di informazioni che ne convalidino la correttezza. Come Lewontin afferma apertamente, il materialismo un "a priori" per gli evoluzionisti ed essi tentano di
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adattare la scienza a questo dato. Poich il materialismo deve negare l'esistenza di un Creatore, essi colgono l'unica alternativa disponibile, ovvero la teoria dell'evoluzione. Non ha importanza che questa teoria sia stata confutata da fatti scientifici; simili scienziati l'hanno accettata come corretta "a priori". Tale contegno pregiudiziale conduce gli evoluzionisti a credere che "la materia inconsapevole abbia composto se stessa", un'affermazione non solo contraria alla scienza, ma anche alla ragione. Un professore di chimica presso l'Universit di New York ed esperto di DNA, Robert Shapiro, che gi abbiamo citato, parla della fede degli evoluzionisti e del dogma materialista su cui basata nei termini seguenti:
Un altro principio evolutivo quindi necessario per permetterci di superare la distanza tra le miscele di semplici prodotti chimici naturali e il primo effettivo replicatore. Questo principio non stato ancora dettagliatamente descritto o dimostrato, ma stato anticipato ed ha ricevuto dei nomi, quali evoluzione chimica e auto-organizzazione della materia. L'esistenza del principio tenuta per certa nella filosofia del materialismo dialettico, come dimostra la sua applicazione alle origini della vita da parte di Alexander Oparin...155
La propaganda evoluzionista, la cui presenza costante negli organi dirigenti dei media occidentali e nelle famose e "stimate" riviste scintifiche, il risultato di questa necessit ideologica. Poich l'evoluzione considerata indispensabile, stata trasformata in un tab dai circoli occidentali che stabiliscono gli standard della scienza. Vi sono scienziati che si ritrovano in una situazione tale da essere costretti a difendere questa teoria artificiosa o per lo meno ad evitare di pronunciare anche una sola parola ad essa contraria al fine di mantenere la loro reputazione. Gli accademici nei paesi occidentali sono obbligati a pubblicare i loro articoli su certe riviste scientifiche per ottenere o mantenere la cattedra. Tutte queste riviste che si occupano di biologia sono controllate da evoluzionisti, i quali rifiutano qualsiasi articolo contrario alla loro teoria, sotto la cui egemonia ogni biologo deve condurre i suoi studi. Anche loro fanno parte dell'ordine stabilito che
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considera l'evoluzione come una necessit ideologica, per questo motivo difendono ciecamente tutte le "coincidenze impossibili" che abbiamo esaminato in questo libro.
Confessioni materialiste
Il biologo tedesco Hoimar Von Dithfurt, noto evoluzionista, un buon caso di fanatismo materialistico. Dopo aver citato un esempio dell'estremamente complessa composizione della vita, Dithfurt discute se essa possa essere emersa casualmente:
possibile che in realt tale armonia sia emersa soltanto a seguito di fortuite coincidenze? Questa la questione principale dell'intera evoluzione biologica. Rispondere "Si, possibile" qualcosa di simile a verificare la fede nella moderna scienza della natura. Criticamente parlando, possiamo affermare che chi accetta la moderna scienza della natura non ha altra alternativa che la risposta affermativa, nel tentativo di spiegare i fenomeni naturali in modi comprensibili evitando ogni interferenza metafisica. Nondimeno, spiegare tutto per mezzo delle leggi della natura, ovvero, tramite le coincidenze, un segno che egli non ha altro luogo in cui scappare. In quanto, cos'altro potrebbe fare oltre a credere nelle coincidenze?156
Certamente, come scrive Dithfurt, l'approccio scientifico materialista adotta come principio di base per spiegare la vita la negazione di ogni "interferenza soprannaturale", ovvero la creazione. Accolto tale principio, anche le cose pi impossibili vengono accettate. possibile trovare esempi di simile dogmatismo in quasi tutta la letteratura evoluzionista. Il prof. Ali Demirsoy, il famoso paladino della teoria evoluzionista in Turchia, solo uno dei tanti. Come gi stato messo in evidenza, secondo quest'ultimo: la probabilit della formazione coincidentale del citocromaC, una proteina essenziale all'esistenza, "cos improbabile come la possibilit che una scimmia scriva la storia dell'umanit con una macchina da scrivere senza commettere errori".157 Non c' dubbio che accettare tale possibilit significhi opporsi ai principi della ragione e del senso comune. Anche una sola lettera scritta
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DARVINISMO E MATERIALISMO
La sola ragione per cui la teoria di Darwin ancora difesa, nonostante l'ovvia confutazione da parte della scienza, il suo stretto legame con il materialismo. Il fatto che Darwin abbia applicato alle scienze naturali la filosofia materialista, spiega il motivo per cui i sostenitori di quest'ultima, per lo pi marxisti, continuano a difendere il darvinismo con ogni mezzo. Uno dei pi famosi paladini contemporanei della teoria evoluzionista, il biologo Douglas Futuyma, ha scritto: "Insieme alla teoria materialistica della storia di Marx... la teoria dell'evoluzione di Darwin fu un caposaldo cruciale del meccanicismo e del materialismo." Questa una chiara ammissione che rivela perch tale teoria rivesta tanta importanza per i suoi fautori.1 Un altro noto evoluzionista, il paleontologo Stephen J. Gould, ha detto: "Darwin ha attribuito una consistente visione filosofica materialista alla sua interpretazione della natura".2 Leon Trotsky, uno degli ideologi della rivoluzione comunista russa insieme a Lenin, ha commentato: "La scoperta di Darwin fu il pi elevato trionfo della dialettica nell'intero ambito della materia organica."3 La scienza ha tuttavia dimostrato che il darvinismo non rappresent una vittoria per il materialismo, ma piuttosto un segnale della sua sconfitta.
1. Douglas Futuyma, Evolutionary Biology, 2 ed., Sunderland, MA: Sinauer, 1986, p.3. 2. Alan Woods e Ted Grant, "Marxism and Darwinism", Reason in Revolt: Marxism and Modern Science, London, 1993. 3. Alan Woods e Ted Grant, "Marxism and Darwinism", London, 1993.
Trotsky
Darwin
Marx
correttamente su una pagina conferma l'intervento di una persona. Quando poi si vede un libro di storia, aumenta anche la certezza. Nessuno che sia sano di mente potrebbe accettare che la composizione di tale libro possa essere frutto del caso. nondimeno interessante constatare che lo "scienziato evoluzionista" prof. Ali Demirsoy accetti proposizioni irrazionali di tal sorta:
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La probabilit della formazione di una sequenza di citocroma-C probabilmente pari a zero. Ovverosia, se la vita richiede una certa sequenza, si potrebbe dire che questa ha la probabilit di realizzarsi verosimilmente una sola volta nell'intero universo. Diversamente, alcuni poteri metafisici al di l della nostra definizione sarebbero dovuti intervenire nella sua formazione. Accettare quest'ultima proposizione non tuttavia appropriato agli scopi della scienza. Noi dobbiamo, dunque, prendere in esame la prima ipotesi.158
Demirsoy prosegue affermando di ammettere l'impossibile pur di "non accettare poteri metafisici", ovvero, rifiutare la creazione da parte di Allah. Non quindi sorprendente che, parlando dell'origine della mitocondria nella cellula, Demirsoy accetti apertamente il concetto di coincidenza, per quanto sia "del tutto contrario al pensiero scientifico":
Il cuore del problema come la mitocondria abbia potuto acquisire questo aspetto, in quanto, che ci possa essere attribuito al caso anche per un solo individuo, richiede probabilit estreme che risultano incomprensibili... Gli enzimi, che provvedono alla respirazione e al funzionamento come catalizzatori ad ogni passo in una forma differente, costituiscono l'essenza del meccanismo. Una cellula deve contenere in forma completa questa sequenza di enzimi, altrimenti senza senso. In questo caso, nonostante ci sia contrario al pensiero biologico, per evitare una spiegazione o una speculazione ancora pi dogmatica, dobbiamo accettare, seppure con qualche riluttanza, che gli enzimi della respirazione siano esistiti in forma completa nella cellula, prima che questa venisse per la prima volta in contatto con l'ossigeno.159
La conclusione da trarre da siffatte dichiarazioni che l'evoluzione non assolutamente una teoria costituita sulla base di ricerche scientifiche. Al contrario, la forma e la sostanza di essa furono dettate dalle necessit della filosofia materialistica. Divenne quindi una fede o un dogma, nonostante i concreti fatti scientifici. possibile, inoltre, intendere chiaramente dalla letteratura evoluzionista che tutti questi sforzi tendono a un "fine", che quello di impedire qualsiasi fede nella Creazione. Gli evoluzionisti definiscono tale proposito "scientifico". Ci a cui essi fanno riferimento, tuttavia, non la scienza, ma la filosofia materialistica. Il materialismo rifiuta radicalmente l'esistenza di qualsiasi
1 Henry Margenau, Roy A. Vargesse, Cosmos, Bios, Theos, La Salle IL: Open Court Publishing, 1992, p. 241. 2 Paul Davies, God and the New Physics, New York, Simon & Schuster, 1983, p. 189. 3 Hugh Ross, The Creator and the Cosmos, Colorado Springs, CO: Nav-Press, 1993, pp. 114-115. 4 George C. Williams, The Third Culture: Beyond the Scientific Revolution, New York, Simon & Schuster, 1995, pp. 42-43. 5 Werner Gitt, In the Beginning Was Information, CLV, Bielefeld, Germany, p. 107, 141. 6 Arthur Koestler, Janus: A Summing Up, New York, Vintage Books, 1978, p. 250.
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cosa "oltre" la materia ( o di qualcosa soprannaturale). La scienza stessa non obbligata a conformarsi a tale dogma. Essa comporta l'esplorazione della natura e la formulazione di conclusioni sulla base di quanto si scoperto. Se ci porta alla deduzione che la natura stata creata, la scienza deve accettarlo. Questo il dovere di un vero scienziato; non quello di difendere scenari impossibili o i sorpassati dogmi materialisti del XIX secolo.
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mezzi del decreto di Allah, provocando uno scontro vicendevole tra gli antagonisti della vera religione, come stabilito nel Corano:
Se Allah non respingesse alcuni per mezzo di altri, la terra sarebbe certamente corrotta, ma Allah pieno di grazia per le creature. (Surat al-Baqara, 251)
A questo punto, pensiamo sia necessario lasciare aperta una porta ad alcuni sostenitori del pensiero materialistico evoluzionista. Queste persone, che un tempo devono aver intrapreso un'onesta ricerca, sono state tuttavia allontanate dalla vera religione sotto l'influsso di discorsi infondati in nome dell'Islam, di falsit prodotte in nome del Profeta e di dicerie a cui sono stati soggetti fin dall'infanzia, non avendo mai la possibilit di scoprire autonomamente la verit. Essi devono avere imparato la religione dai libri che ad essa si opponevano, i quali tentavano di identificare l'Islam con le falsit e le superstizioni che non si trovano nel Corano, con il tradizionalismo e il fanatismo. L'essenza e l'origine dell'Islam sono del tutto differenti e, per di pi, completamente incompatibili con tutto quanto stato a loro insegnato. Per questa ragione, gli consigliamo di procurarsi un Corano prima possibile e di leggere il libro di Allah con cuore aperto e una visione coscienziosa e priva di pregiudizi, in modo tale da imparare la religione alla sua fonte. Se avranno bisogno di aiuto, potranno consultare i libri scritti dall'autore di questo studio, Harun Yahya, sui concetti fondamentali del Corano.
CAPITOLO
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ome stato finora dimostrato, la teoria dell'evoluzione non fondata su basi scientifiche. La maggior parte della popolazione mondiale, tuttavia, inconsapevole di ci e considera
l'evoluzione un fatto scientifico. La ragione principale di questo inganno il sistematico indottrinamento e la propaganda condotti dai mezzi di comunicazione. Per questo motivo, dobbiamo menzionare le particolari caratteristiche di tale azione. Qualora si considerino attentamente i media occidentali, ci si imbatter frequentemente in informazioni concernenti la teoria dell'evoluzione. Le organizzazioni che ne hanno il controllo e riviste famose e "rispettabili" periodicamente portano all'attenzione questo soggetto. Se si esamina il loro approccio, se ne ricava l'impressione che questa teoria sia un fatto assolutamente provato, che non lascia spazio ad alcuna discussione. La gente ordinaria che legge questo tipo di notizie indotta a pensare che la teoria evoluzionista sia una realt certa quanto le leggi della matematica. Notizie di tal sorta, che appaiono sui media principali, vengono poi diffuse da quelli locali. Questi stampano quindi titoli a caratteri cubitali: "Secondo la rivista Time stato rinvenuto un nuovo
fossile che riempie il vuoto nella catena fossile"; oppure "Nature" rivela che gli scienziati hanno fatto luce sul problema finale della teoria evoluzionista". Il ritrovamento "dell'ultimo anello mancante della catena evolutiva" non significa niente, in quanto non esiste neppure una singola prova che avalli l'evoluzione. Tutto ci che viene avanzato come prova falso, come abbiamo dimostrato nei capitoli precedenti. Oltre ai media, lo
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PROPAGANDA EVOLUZIONISTA
Dal momento che le riviste scientifiche popolari hanno assunto la leadership della propaganda evoluzionista, assumono un ruolo importante nell'incoraggiare il pubblico ad accettare la nota teoria.
stesso fenomeno si ripete nel caso di fonti scientifiche, enciclopedie e testi di biologia. In breve, sia i media che i circoli accademici, che sono al servizio di centri di potere anti-religiosi, mantengono una visione interamente evoluzionista che viene imposta alla societ. Tale azione stata cos efficace che, nel corso del tempo, ha reso l'evoluzione un'idea irrefutabile, la cui negazione paragonata ad un rifiuto della scienza e al disprezzo delle realt fondamentali. Questa la ragione per cui, nonostante siano state rivelate cos tante deficienze (specialmente a partire dal 1950), confessate per di pi dagli stessi scienziati evoluzionisti, sia tuttora impossibile trovare una forma di critica all'evoluzione presso i circoli scientifici o nei media. Ampiamente accettate in occidente come i pi prestigiosi veicoli d'informazione sulla biologia e la natura, riviste quali Scientific American,
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FAVOLE EVOLUZIONISTE
'evoluzione , come stato notato una volta da un eminente scienziato, una favola per adulti. una descrizione completamente irrazionale ed antiscientifica, secondo la quale la materia non vivente ha una sorta di potere magico e l'intelligenza per creare forme di vita complessa. Questo lungo racconto contiene storie molto interessanti su alcuni particolari argomenti. Una di queste curiose favole evoluzioniste riguarda "l'evoluzione della balena", pubblicata su National Geographic, una delle pi prestigiose e serie pubblicazioni scientifiche al mondo:
La superiorit di dimensioni della balena ebbe inizio probabilmente sessanta milioni di anni orsono, quando un peloso mammifero a quattro zampe, in cerca di cibo o rifugio, si avventur nell'acqua. Col passare degli eoni, si ebbero dei lenti cambiamenti. Le zampe posteriori scomparirono, quelle anteriori si tramutarono in natatoie, il pelame lasci il posto a uno spesso e liscio strato di grasso, le narici si trasferirono alla sommit del capo, la coda si ampli e il corpo divenne enorme.1a Oltre al fatto di non disporre di alcuna base scientifica, simili eventi sono anche contrari ai principi della natura. Questa favola, pubblicata da National Geographic, degna di nota in quanto mostra il grado di falsit di pubblicazioni evoluzioniste apparentemente serie. Un'altra storia singolare quella sull'origine dei mammiferi. Gli evoluzionisti sostengono che i mammiferi abbiano avuto origine dai rettili. Tuttavia, quando si giunge al punto di dover spiegare i dettagli di questa pretesa trasformazione, la narrazione diventa interessante. Eccone un esempio: La maggior parte dei rettili abitanti nelle regioni pi fredde iniziarono a sviluppare un metodo per mantenere caldi i loro corpi. La loro produzione di calore increment con il freddo, mentre la perdita di calore fu ridotta quando le scaglie divennero pi piccole e appuntite evolvendosi in pelame. Il sudore fu anche una forma di adattamento per regolare la temperatura corporea, un dispositivo per raffreddare il corpo quando necessario tramite l'evaporazione dell'acqua. Ma, incidentalmente, i giovani di questi rettili cominciarono a leccare il sudore delle loro madri per nutrirsi. Certe ghiandole sudoripare iniziarono a secernere una escrezione sempre pi ricca che infine divenne latte. Cos i giovani di questi primi mammiferi poterono cominciare a vivere in modo migliore.2a L'idea che un cibo perfetto come il latte possa aver avuto origine da ghiandole sudoripare e tutti gli altri dettagli sopracitati costituiscono soltanto il frutto bizzarro di una fantasia evolutiva priva di basi scientifiche. (p. 150)
1 Victor B. Scheffer, "Exploring the Lives of Whales", National Geographic, vol. 50, December 1976, p. 752 2 George Gamow, Martynas Ycas, Mr. Tompkins Inside Himself, London: Allen & Unwin, 1968, p. 149
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Nature, Focus e National Geografic adottano la teoria dell'evoluzione come ideologia ufficiale e tentano di presentarla come un fatto provato.
Bugie nascoste
Gli evoluzionisti traggono un grande vantaggio dal programma di "lavaggio del cervello" offertogli dai media. Molte persone credono in modo talmente incondizionato nell'evoluzione da non preoccuparsi neppure di chiedere "come" e "perch". Ci significa che gli evoluzionisti possono camuffare le loro menzogne come preferiscono per essere pi persuasivi. Ad esempio, anche nei testi evoluzionisti pi "scientifici" la "transizione dall'acqua alla terra", che uno dei fenomeni pi inesplicabili, viene "spiegato" con ridicola semplicit. Secondo l'evoluzione, la vita ebbe inizio nell'acqua e i primi animali sviluppati furono i pesci. La teoria narra che un giorno questi pesci iniziarono a lanciarsi sulla terra per una causa non ben definita, ( per lo pi addotta la ragione della siccit); quelli che decisero di permanervi svilupparono piedi invece di pinne e polmoni in luogo di branchie. I libri maggiormente evoluzionistici non parlano di "come" ci possa essere avvenuto. Anche nelle fonti pi "scientifiche", l'assurdit di tale asserzione viene nascosta dietro a proposizioni quali "il trasferimento dall'acqua alla terra fu conseguito". Come fu conseguito questo trasferimento? Sappiamo che un pesce non pu vivere pi di pochi minuti fuori dall'acqua. Se supponessimo che l'asserita siccit avesse costretto il pesce a avanzare sulla terra, cosa sarebbe accaduto di lui? La risposta evidente. Tutti i pesci fuoriusciti dall'acqua sarebbero morti nel giro di pochi minuti. Anche se questo processo fosse perdurato per un lasso tempo di dieci milioni di anni, la risposta sarebbe ancora la stessa, i pesci sarebbero morti uno ad uno. La ragione che un organo talmente complesso come un polmone completo non avrebbe potuto pervenire all'essere per un "accidente" improvviso, ovvero, per mutazione; un mezzo polmone, del resto, del tutto inutile.
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Ma ci esattamente quanto proposto dagli evoluzionisti. Il "trasferimento dall'acqua alla terra" , il "trasferimento dalla terra all'aria" e molti altri ipotetici salti vengono "spiegati" in maniera cos illogica. Per quanto riguarda la formazione di organi realmente complessi come l'occhio e l'orecchio preferiscono tacere. facile influenzare l'uomo della strada con il pacco della "scienza". Si disegna un'immagine fantasiosa che rappresenti la transizione dall'acqua alla terra, si inventano termini latini per gli animali acquatici, per i loro "discendenti" terrestri e le "forme di transizione intermedie" (che sono animali immaginari), si fabbrica quindi una bugia elaborata: "L'Eusthenopteron si trasforma dapprima in un Rhipitistian Crossoptergian, poi in un Ichthyostega nel corso di un lungo processo evolutivo". Se si pongono queste parole sulla bocca di uno scienziato con occhiali dalle lenti spesse e un camice bianco, si otterr un grande successo nel convincere molte persone, in quanto i mezzi di comunicazione, che si dedicano alla divulgazione dell'evoluzione, annunceranno al mondo la buona notizia con grande entusiasmo.
CAPITOLO
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essere sufficienti a rivelare una verit fondamentale. Sebbene si nasconda sotto le spoglie della scienza, la teoria dell'evoluzione non altro che un inganno: un inganno difeso soltanto al fine di sostenere la filosofia materialistica; un inganno basato non sulla scienza, ma sul lavaggio del cervello, la propaganda e la frode. Ci che segue la sintesi di quanto si detto finora.
sistono molte altre prove, oltre alle leggi scientifiche, che confutano l'evoluzione, ma in questo libro ne abbiamo potute considerare soltanto alcune. Anche queste dovrebbero, tuttavia,
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Nondimeno, ci soltanto una credenza o piuttosto una fede in quanto non sono neppure in grado di avanzare una singola prova che attesti la loro storia. Non mai stata trovata una sola forma transizionale quale un mezzo-pesce/mezzo-rettile o un mezzo-rettile/mezzo-uccello. Non sono mai stati capaci di provare che una proteina, o una singola molecola di amminoacido che la compone, possa essersi formata in quelle che essi chiamano condizioni primordiali della terra, neppure nei loro laboratori minuziosamente equipaggiati. Al contrario, con i loro sforzi, gli evoluzionisti stessi hanno dimostrato che nessun processo evolutivo mai avvenuto, n potr mai accadere.
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secondo tale successione, ogni stadio progressivo avrebbe potuto essere determinato solo da una volont cosciente. Non soltanto improbabile che tale processo sia nato dal caso, impossibile. Se si dice che una molecola proteica si formata in primordiali condizioni atmosferiche, si deve ricordare che gi stato dimostrato dalle leggi della probabilit, della fisica e della chimica come ci non possa essere avvenuto per caso. Se si deve accettare che stata prodotta, allora non resta altra alternativa che ammetterne l'attribuzione alla volont di un Creatore. La stessa logica si applica all'ipotesi avanzata dagli evoluzionisti. Ad esempio, non c' alcuna prova paleontologica n giustificazione fisica, chimica, biologica o logica che provi il passaggio dei pesci dall'acqua alla terra e la formazione degli animali terrestri. Ma se qualcuno deve credere che i pesci si sono arrampicati sulla terra e si sono trasformati in rettili, allora deve anche accettare l'esistenza di un Creatore capace di realizzare qualunque Suo volere pronunciando solo il verbo "sii". Ogni altro tentativo di spiegare tale miracolo una contraddizione intrinseca e una violazione dei principi della ragione. La realt chiara ed evidente. Tutta la vita il prodotto di un progetto perfetto e di una creazione superiore. Questo offre una prova concreta dell'esistenza di un Creatore, Colui Che detiene un potere, un'intelligenza e una conoscenza infiniti. Il Creatore Allah, il Signore dei cieli e della terra e di tutto ci che tra loro.
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elle sezioni precedenti, abbiamo esaminato le ragioni per cui la teoria dell'evoluzione, che nega la creazione della vita, sia una falsit assolutamente contraria ai fatti scientifici. Abbiamo visto
come la scienza moderna, per mezzo di alcune sue branche quali la paleontologia, la biochimica e l'anatomia, riveli palesemente che tutti gli esseri viventi sono creati da Allah. In realt, per osservare ci non necessario ricorrere ai complicati risultati ottenuti nei laboratori di biochimica o negli scavi geologici. I segni di una sapienza straordinaria sono visibili in tutti gli esseri viventi. Una tecnologia e progettazione mai raggiunta dagli esseri umani presente nel corpo degli insetti o di un piccolo pesce nelle profondit dei mari. Alcuni esseri viventi, seppur privi di cervello, possono compiere lavori cos complessi che neppure l'uomo in grado di realizzare. Questa grande sapienza, disegno e progetto che predomina su tutta la creazione fornisce senza dubbio la prova dell'esistenza di un supremo Creatore nelle cui mani il governo dell'intera natura, Allah. Egli ha provvisto tutti gli esseri viventi di fattezze straordinarie e ha mostrato agli uomini i segni evidenti della Sua esistenza e del Suo potere. Nelle pagine seguenti, esamineremo soltanto alcune delle innumerevoli prove della Creazione in natura.
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I matematici che hanno tentato di rispondere alla domanda sono pervenuti a un'interessante conclusione: "Un esagono la forma geometrica pi appropriata per il massimo uso di una data area." Una cella esagonale richiede la minima quantit di cera per la costruzione, mentre permette di immagazzinare la massima quantit di miele. Cos le api si servono della pi appropriata forma possibile. Il metodo utilizzato per la costruzione del favo parimenti incredibile: le api iniziano ad edificare l'alveare da due o tre punti differenti e contemporaneamente fabbricano i favi in due o tre file. Sebbene comincino da luoghi differenti, le api, assai numerose, costruiscono esagoni identici, i quali, congiunti insieme successivamente, costituiscono i favi. I punti di congiunzione degli esagoni sono assemblati tanto abilmente da non permettere di cogliere la progressione delle operazioni. Di fronte a questa performance straordinaria, si deve senza dubbio ammettere l'esistenza di una volont superiore che provvede a queste creature. Gli evoluzionisti tentano di spiegare questi risultati con il concetto di "istinto", presentandolo come un semplice attributo delle api.
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Nondimeno, se c' un istinto all'opera, il quale guida tutte le api e permette che lavorino in armonia per quanto inconsapevoli l'una dell'altra, allora ci presuppone l'esistenza di una Sapienza eminente a Cui spetta il governo di queste creature. Per semplificare, Allah, il creatore delle api, "ispira" loro ci che devono fare. Questo fatto stato dichiarato nel Corano quattordici secoli orsono:
Ed il tuo Signore ispir alle api: "Dimorate nelle montagne, negli alberi e negli edifici degli uomini. Cibatevi di tutti i frutti e vivete nei sentieri che vi ha tracciato il vostro Signore". Scaturisce dai loro ventri un liquido dai diversi colori, in cui c' guarigione per gli uomini. Ecco un segno per gente che riflette. (Surat An-Nahl, 68-69)
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teristica sorprendente: se si divide in due parti un termitaio durante le prime fasi della costruzione e si ricompone dopo un certo periodo, si vedr che tutti i i passaggi, i canali e le strade si intersecano tra loro. Le termiti proseguono il loro lavoro come se non fossero mai state separate e fossero dirette da un singolo centro.
Il picchio
Tutti sanno che il picchio costruisce il suo nido beccando i tronchi degli alberi. Ci che molti non considerano, tuttavia, come non subisca alcuna emorragia cerebrale quando colpisce tanto energicamente con la testa. L'opera del picchio in certo qual modo paragonabile a un uomo che pianti un chiodo nel muro con la testa. Se un uomo si avventurasse a fare qualcosa di simile, subirebbe probabilmente uno shock cerebrale a cui seguirebbe un'emorragia. Un picchio, tuttavia, in grado di beccare un duro tronco d'albero per 38-43 volte nell'arco di 2,10 e 2,69 secondi senza che nulla gli accada, in quanto la sua testa stata creata adatta a questo scopo. Il cranio del picchio ha un sistema di "sospensione" che riduce e assorbe la forza dei colpi. Vi sono speciali tessuti ammorbidenti tra le ossa del cranio.161
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Un uomo giovane pu a mala pena cogliere un suono con una frequenza di 20000 vibrazioni al secondo. Un pipistrello munito di uno speciale "sistema sonar" fa uso di suoni la cui frequenza pari a 50000200000 vibrazioni al secondo. Invia questi suoni in tutte le direzioni 20 o 30 volte al secondo. L'eco del suono cos potente che il pipistrello non solo individua l'esistenza di oggetti sul suo cammino, ma determina anche la locazione della sua preda mentre questa in volo.162
Le balene
I mammiferi hanno bisogno di respirare regolarmente, per questa ragione l'acqua non un ambiente molto adatto. Nella balena, che un mammifero marino, questo problema risolto grazie a un sistema respiratorio molto pi efficiente di quello di molti animali terrestri. Le balene espirano in una sola volta il 90% dell'aria che necessitano. In tal modo, esse hanno bisogno di respirare solo a lunghi intervalli. Allo stesso tempo, hanno una sostanza altamente concentrata detta mioglobina che le permette di immagazzinare ossigeno nei loro muscoli. Grazie a questi sistemi, la balenottera pu immergersi fino a 500 metri e nuotare per 40 minuti senza respirare.163 Le narici della balena, d'altra parte, sono poste sulla schiena a differenza dei mammiferi terrestri per poter respirare meglio.
La zanzara
Si pensa sempre alla zanzara come a un animale volante. In realt, la zanzara trascorre le prime fasi del suo sviluppo nell'acqua, da cui esce, grazie a un "progetto" eccezionale, provvista di tutti gli organi che necessita.
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La zanzara inizia a volare con speciali sistemi sensori di cui dispone per determinare la posizione della sua preda. Per via di questi sistemi, ricorda un aeroplano da combattimento carico di rivelatori di calore, gas, umidit e odori. Ha anche la capacit di "vedere in conformit alla temperatura", che le permette di scoprire la preda nella totale oscurit. La tecnica di "suzione del sangue" avviene in maniera estremamente complessa. Per mezzo di un sistema a sei lame, la zanzara taglia la pelle come con una sega. Durante questo processo, una speciale secrezione intorpidisce i tessuti della ferita in modo tale che la persona non si accorga neppure di quanto sta avvenendo. Questa secrezione, allo stesso tempo, previene la coagulazione del sangue e assicura la continuit del processo di suzione. Se mancasse anche uno solo di questi elementi, la zanzara non potrebbe nutrirsi di sangue e continuare a riprodursi. Per il suo progetto eccezionale, anche la pi piccola creatura un segno evidente della Creazione. Nel Corano, ci viene messo in risalto come una prova dell'esistenza di Allah per gli uomini dotati di intelletto:
In verit Allah non esita a prendere ad esempio un moscerino o qualsiasi altra cosa superiore. Coloro che credono sanno che si tratta della verit che proviene dal loro Signore; i miscredenti invece dicono: "cosa vuol dire Allah con un simile esempio?". [Con esso] ne allontana molti e molti ne guida. Ma non allontana che gli iniqui.
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determinare esattamente le distanze mentre attaccano la loro preda. Inoltre, la larghezza dei loro occhi contiene un maggior numero di cellule visive che ne acuisce la capacit. Vi sono pi di un milione di cellule visive negli occhi degli uccelli predatori. Le aquile, che volano ad altezze di migliaia di metri, hanno una vista talmente acuta da poter scrutare perfettamente la terra da tali altitudini. Cos come gli aerei da guerra possono scorgere i loro obiettivi a migliaia di metri di distanza, anche le aquile sono in grado di distinguere le loro prede, percependo le pi tenui differenze di colore e i minimi movimenti sulla terra. L'occhio dell'aquila ha un angolo di visione di trecento gradi e pu ingrandire un'immagine di sei o sette volte. Le aquile possono esplorare un'area di 30000 ettari volando a un'altitudine di 4500 metri. Sono in grado di distinguere agevolmente un coniglio nascosto tra l'erba da una quota di 1500 metri. evidente che la straordinaria struttura oculare dell'aquila stata specificamente progettata per questa creatura.
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ancora pi impigliato se tenta di districarsi. Per immagazzinare il suo cibo, il ragno avvolge la preda con altro filo, come se lo impacchettasse. Come pu questo ragno fabbricare una tela cos perfetta per quanto riguarda la meccanica e la struttura chimica? impossibile che un ragno abbia acquisito una tale abilit per coincidenza come affermano gli evoluzionisti. Il ragno privo di facolt quali l'apprendimento e la memorizzazione e non ha neppure un cervello in grado di svilupparle. Ovviamente, questa capacit conferita al ragno dal suo creatore, Allah, l'Onnipotente. Nella tela del ragno sono celati miracoli molto importanti. Il filo, il cui diametro inferiore a un millesimo di millimetro, 5 volte pi resistente di un filo d'acciaio dello stesso spessore. Esso ha anche la caratteristica di essere estremamente leggero. Un filo di lunghezza pari a quella necessaria a attorniare tutta la terra peserebbe soltanto 320 grammi.164 L'acciaio, una sostanza specificamente prodotta dall'industria, uno dei materiali pi forti fabbricati dall'uomo. Nondimeno, il ragno pu produrre nel suo corpo un filo ancor pi solido dell'acciaio servendosi della sua millenaria conoscenza e tecnologia. Di che conoscenza e tecnologia si serve il ragno per produrre la sua tela? Come vedremo, tutti i mezzi tecnici e tecnologici a disposizione dell'uomo restano indietro rispetto a quelli del ragno.
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Animali ibernanti
Gli animali ibernanti possono continuare a vivere per quanto la temperatura del loro corpo raggiunga lo stesso grado di quella esteriore in condizioni di gelo estremo. Come possibile? I mammiferi sono animali a sangue caldo. Ci significa che in condizioni normali la loro temperatura rimane costante grazie al termostato naturale insito nel loro corpo che la mantiene regolata. Durante l'ibernazione, nondimeno, il normale calore corporeo di alcuni piccoli mammiferi come lo scoiattolo, pari a circa 40 gradi, si abbassa fino a raggiungere quasi il punto di congelamento. Il metabolismo del corpo rallenta notevolmente. L'animale inizia a respirare molto lentamente e il normale battito cardiaco, che di 300 volte al minuto, cade a 7-10 battiti al minuto. I normali riflessi corporei si fermano e le attivit elettriche nel cervello rallentano fino a quasi scomparire. Uno dei pericoli dell'immobilit il congelamento dei tessuti in condizioni di freddo intenso o la loro distruzione da parte di cristalli di ghiaccio. Gli animali ibernanti sono, tuttavia, protetti da questi pericoli grazie alle speciali caratteristiche di cui sono dotati. I fluidi corporei di tali animali sono mantenuti da materiali chimici con masse molecolari elevate. In questo modo, il loro punto di congelamento diminuito ed essi sono preservati dal pericolo.165
Pesci elettrici
Certe specie di pesci come l'anguilla e la razza chiodata utilizzano l'elettricit prodotta dai loro corpi sia per proteggersi dai loro nemici che per paralizzare la preda. In ogni essere vivente, incluso l'uomo, risiede una piccola quantit di elettricit. L'uomo, nondimeno, non pu dirigere questa elettricit o controllarla per servirsene a suo beneficio. Le creature summenzionate, d'altra parte, dispongono di una corrente elettrica pari a 500-600 volts che sono in grado di utilizzare contro i loro nemici. Per di pi, non ne risultano danneggiati. L'energia che essi impiegano per difendersi viene in seguito
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recuperata in modo simile alla ricarica di una batteria. I pesci non si valgono dell'elettricit ad alto voltaggio solo a scopi difensivi. Oltre a permettere i movimenti in acque profonde molto oscure, l'elettricit li aiuta anche a percepire gli oggetti senza vederli. Consente inoltre di inviare segnali elettrici che, dopo aver colpito oggetti solidi, permettono, grazie alla loro riflessione, di riceverne informazioni. In tal modo, il pesce pu determinare la distanza e le dimensioni dell'oggetto.166
In alto: pidocchi delle piante che imitano le spine dell'albero. In basso a destra: un bruco sistemato nel mezzo di una foglia per passare inosservato. In alto a destra: un serpente che si nasconde restando immobile tra le foglie.
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principali: per cacciare e per proteggersi dai predatori. La mimetizzazione si differenzia da tutti gli altri metodi in quanto implica alcune doti tra cui soprattutto l'intelligenza, l'abilit, l'estetica e l'armonia. Le tecniche di mimetizzazione degli animali sono veramente sbalorditive. pressoch impossibile scorgere un insetto nascosto in un tronco d'albero o una creatura coperta da una foglia. I pidocchi delle piante si nutrono dei succhi che si trovano sugli steli fingendo di essere spine. Con questo metodo tentano di ingannare gli uccelli, i loro principali nemici, ed evitano che questi ultimi si posino sulle piante.
Le seppie
Sotto la pelle della seppia disposto un denso strato di sacchi di pigmento elastico detti cromatofori. Essi diventano per lo pi gialli, rossi, neri e marroni. Ad un segnale, le cellule si espandono e inondano la pelle con la tinta appropriata. cos che le seppie assumono il colore delle rocce su cui si posano mimetizzandosi perfettamente. Questo sistema funziona con tale efficacia che le seppie possono anche assumere una striatura simile a quella delle zebre.167
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71. A sinistra: una seppia che si rende simile alla superficie sabbiosa. A destra: il colore giallo lucente che il pesce assume in caso di pericolo, come in presenza di un sommozzatore.
per vedere oggetti in primo piano. Quando un oggetto a eccessiva distanza viene focalizzato, l'intero sistema del cristallino viene tirato indietro grazie all'aiuto di uno speciale meccanismo muscolare all'interno dell'occhio. Un altra ragione per cui gli occhi dei pesci sono sferici la rifrazione della luce nell'acqua. Poich l'occhio riempito con un liquido che ha pressappoco la stessa densit dell'acqua, non si produce alcuna rifrazione mentre un'immagine formatasi all'esterno riflessa nell'occhio. Di conseguenza, il cristallino focalizza pienamente l'immagine dell'oggetto esteriore sulla retina. I pesci, a differenza degli esseri umani, vedono molto chiaramente nell'acqua. Alcuni animali come il polpo hanno occhi molto grandi per compensare la mancanza di luce in profondit. Al di sotto dei 300 metri, i pesci dotati di grandi occhi hanno bisogno di cogliere i bagliori degli organismi che li circondano per rilevarne la presenza. Questi devono essere particolarmente sensibili alla debole luce blu che penetra nell'acqua. Per questa ragione, nella retina dei loro occhi vi sono numerose cellule sensitive blu. Come si capito da questi esempi, ogni essere vivente ha occhi caratteristici progettati specificamente per soddisfare necessit particolari. Ci prova che essi sono stati tutti creati in modo perfetto da un Creatore Che ha eterna sapienza, conoscenza e potere.
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Indiscutibilmente, il fatto che gli animali siano dotati di un sistema che cambia il loro metabolismo quando ci diviene necessario, pu essere possibile solo grazie al piano prefetto e perfetto. del Creatore Onnipotente. Nessuna coincidenza pu generare un sistema talmente complesso
Gli albatross
Gli uccelli migratori riducono al minimo il consumo di energia usando "tecniche di volo" differenti. Anche gli albatross hanno un simile stile di volo. Questi uccelli, che spendono il 92% della loro vita sul mare, hanno un'apertura alare di 3,5 metri. La pi importantre caratteristica degli albatross che essi possono volare per ore senza battere le ali. A questo fine, si librano nell'aria mantenendo costanti le ali valendosi del vento. Richiede un grande dispendio di energia mantenere continuamente aperte ali con un'apertura simile. Gli albatross, tuttavia, possono rimanere in questa posizione per ore grazie allo speciale sistema anatomico di cui sono dotati fin dalla nascita. Durante il volo, le ali degli albatross sono bloccate, per cui non hanno bisogno di alcun potere muscolare. Le ali sono sollevate solo da uno strato di muscolo, agevolando molto l'uccello nella fase di volo. Questo sistema riduce notevolmente il consumo d'energia in quanto l'albatross non batte le ali e non compie sforzi per mantenerle distese. Volare per ore sfruttando esclusivamente il vento provvede un'illimitata fonte di energia. Ad esempio, un albatross di 10 kg perde solo l'1% del suo peso corporeo volando per 1000 km. Questa senz'altro una percentuale molto bassa. Gli uomini hanno costruito gli alianti prendendo gli albatross a modello e imitando la loro affascinante tecnica di volo.169
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Un'ardua migrazione
I salmoni del Pacifico hanno l'eccezionale caratteristica di ritornare ai fiumi in cui sono nati per riprodursi. Dopo aver speso parte della loro vita nel mare, questi animali tornano all'acqua dolce. Quando iniziano il viaggio al principio dell'estate, il loro colore rosso brillante. Al termine del viaggio, nondimeno, assumono un colore nero. Cominciata la loro migrazione, dapprima si avvicinano alle spiagge e tentano di raggiungere i fiumi. Si sforzano con grande perseveranza per ritornare nel loro luogo di nascita, risalendo fiumi turbolenti, nuotando controcorrente e valicando cascate e dighe. Percorsi 3500-4000 km, le femmine di salmone prontamente hanno le uova cos come i maschi hanno sperma. Raggiunto il posto in cui sono nati, le femmine depongono circa dalle 3 alle 5000 uova e i maschi le fertilizzano. I pesci subiscono molti danni a seguito della migrazione e le femmine dopo la deposizione delle uova sono esauste; le loro pinne caudali sono logorate e la loro pelle inizia a diventare nera. Ben presto il fiume trabocca di salmoni morti. Un'altra generazione, tuttavia, pronta a nascere e a ripetere lo stesso percorso. Come il salmone riesca a potrare a termine il suo viaggio, come possa raggiungere il mare dopo la sua nascita e come possa in seguito ritrovare la via sono alcune delle domande destinate a rimanere prive di risposta. Sebbene si facciano molte illazioni, non ancora stata raggiunta una risposta definitiva. Cos' il potere che spinge i salmoni a intraprendere un viaggio di ritorno di migliaia di chilometri verso un luogo ad essi sconosciuto? ovvio che vi sia una Volont superiore Cui spetta il governo e il controllo di questi esseri viventi. Allah, il Reggitore di tutti i mondi.
I koala
L'olio presente nelle foglie di eucalipto risulta velenoso per molti mammiferi. Questo veleno un meccanismo chimico di difesa utilizzato dall'albero contro i suoi nemici. Esiste, tuttavia, un essere vivente molto
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speciale che trae il meglio da questo meccanismo e si nutre di foglie velenose di eucalipto: un marsupiale detto koala. Questi animali vivono sugli alberi di eucalipto, da cui traggono il nutrimento e l'acqua. Come gli altri mammiferi, anche i koala non possono digerire la cellulosa che si trova nell'albero; per questo, si servono di alcuni micro-organismi che digeriscono la cellulosa, i quali popolano densamente il punto di convergenza tra l'intestino crasso e quello tenue, il cieco, che ne l'estensione posteriore. L'intestino cieco la parte pi interessante del sistema digestivo dei koala. Questo segmento funziona come una camera di fermentazione in cui i microbi digeriscono la cellulosa mentre il passaggio delle foglie viene ritardato. In tal modo il koala pu neutralizzare gli effetti venefici dell'olio contenuto nelle foglie di eucalipto.170
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impossibile che una pianta sviluppi un siffatto stile di caccia coscientemente o volontariamente, oppure per coincidenza. Non quindi possibile ignorare l'esistenza del Creatore di tale abilit.
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sull'uccello in modo tale da non cadere ad ogni movimento. Per mezzo di tale meccanismo, le penne rimangono salde all'uccello anche in caso di forte vento, di pioggia o di neve. Le piume poste sull'addome dell'uccello sono differenti rispetto alle penne sulle ali e sulla coda. Queste ultime sono relativamente grandi per fungere da timone e da freno. Le penne poste sulle ali sono progettate in modo tale da espandere la superficie dell'area durante il volo per incrementare la forza di sollevamento.
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membrane gli permette di valersi di una superficie superiore.172 La conformazione unica del basilisco una prova evidente di Creazione consapevole.
La fotosintesi
Le piante senza dubbio hanno un ruolo fondamentale nel rendere l'universo abitabile. Esse depurano l'aria per noi, mantengono la temperatura del pianeta ad un livello costante ed equilibrano la proporzione di gas nell'atmosfera. L'ossigeno che noi respiriamo prodotto dalle piante, cos come una parte importante del cibo di cui ci nutriamo. Il valore nutrizionale delle piante deriva dallo speciale progetto insito nelle loro cellule a cui devono anche le loro altre caratteristiche. Le cellule delle piante, a differenza di quelle umane e animali, possono utilizzare direttamente l'energia solare, che convertono in energia chimica e immagazzinano in maniera molto speciale. Questo processo detto "fotosintesi". In realt, esso non condotto dalle cellule, ma dai cloroplasti, organuli che conferiscono alle piante il colore verde. Questi minuscoli organuli verdi, osservabili solo al microscopio, sono gli unici laboratori sulla terra in grado di immagazzinare energia solare sotto forma di materia organica. La quantit di materia prodotta dalle piante sulla terra pari a circa 200 miliardi di tonnellate all'anno. Tale produzione vitale per tutti gli esseri viventi sulla terra e viene realizzata tramite un processo chimico molto complesso. Migliaia di pigmenti di clorofille che si trovano nei cloroplasti reagiscono alla luce con impressionante rapidit pari a un millesimo di secondo. Questa la ragione per cui molte attivit che avvengono nella clorofilla non sono ancora state osservate. La conversione dell'energia solare in energia elettrica o chimica stata ottenuta soltanto in tempi molto recenti grazie all'utilizzo di strumenti altamente tecnologici. Una cellula vegetale, cos piccola da non poter essere scorta ad occhio nudo, ha svolto questa funzione per milioni di anni.
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La perfezione di questo sistema rappresenta l'ennesima dimostrazione della Creazione. Il complesso sistema della fotosintesi un meccanismo consapevolmente creato da Allah. Una fabbrica ineguagliabile compressa in una minuscola parte di una foglia. Questo progetto senza difetti un'altra prova rivelatrice del fatto che tutte le cose sono state create da Allah, Colui Che sostiene tutte le cose.
SECONDA PARTE
LA CONFUTAZIONE
DEL
MATERIALISMO
ATTENZIONE!
Il capitolo che vi apprestate a leggere rivela un segreto cruciale della vostra vita. Dovrebbe essere letto con molta attenzione e integralmente, in quanto concerne un soggetto che potrebbe provocare un cambiamento fondamentale della vostra visione del mondo esteriore. Quanto viene trattato in questo capitolo non soltanto un punto di vista, un approccio differente o un pensiero filosofico tradizionale: una realt che ognuno, credente o non credente, deve ammettere e che provata dalla scienza odierna.
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oloro che contemplano coscienziosamente e saggiamente quanto li circonda comprendono che ogni cosa nell'universo vivente o non vivente deve essere stata creata. La questione diventa
quindi: "Chi il creatore di tutte queste cose?". evidente che "la realt della creazione", che si rivela in ogni aspetto dell'universo, non pu essere una conseguenza dell'universo stesso. Ad esempio, una cimice non pu avere creato se stessa. Il sistema solare non pu essersi creato e organizzato da solo. Nemmeno le piante, gli umani, i batteri, gli eritrociti (globuli rossi del sangue) o le farfalle possono aver creato se stessi. La possibilit che tutto questo possa essere stato originato "dal caso" non neppure immaginabile. Si perviene quindi alla seguente conclusione: tutto ci che vediamo stato creato, ma nulla pu essere il "creatore" di se stesso. Il Creatore differente e superiore a ci che percepiamo con i nostri occhi, un potere sovrastante e invisibile, la cui esistenza e i cui attributi sono rivelati da tutto ci che sussiste. Questo il punto in cui coloro che negano l'esistenza di Allah esitano, in quanto sono stati condizionati a non credere nella Sua esistenza a meno che non possano percepirlo con i loro occhi. Costoro sono costretti a ignorare l'attualit della "creazione", manifesta in tutto l'universo, e provano falsamente che quest'ultimo e tutti gli esseri viventi non sono stati creati. La teoria evoluzionista un chiaro esempio del loro vano tentativo. L'errore di base di coloro che negano Allah condiviso da molte persone, le quali, per quanto non rifiutino la Sua esistenza, Ne hanno una
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percezione errata. Questi non negano la creazione, ma hanno una credenza superstiziosa riguardo a "dove" Allah sia. La maggior parte di essi pensano che Egli sia nel "cielo". Credono che Allah sia su un pianeta molto distante e che talvolta intervenga negli "affari mondani". Oppure che non si intrometta affatto: Egli ha creato l'universo e l'ha abbandonato a se stesso, lasciando gli uomini liberi di determinare il loro destino. Alcuni hanno sentito che nel Corano scritto che Allah "ovunque", ma non possono comprendere che cosa ci significhi esattamente. Pensano che Egli circondi tutto come onde radio o come un gas invisibile e intangibile. Nondimeno, questa e altre nozioni che non sono in grado di chiarire "dove" Allah sia (e magari lo negano proprio per questa ragione) sono fondate su un errore comune. Essi mantengono un pregiudizio infondato che li spinge a creare delle opinioni errate nei confronti di Allah. Cos' questo pregiudizio? Tale pregiudizio concerne la natura e le caratteristiche della materia. Siamo cos condizionati dalle supposizioni sulla materia che non chiediamo neppure se essa esista o se sia soltanto un'ombra. La scienza moderna distrugge i pregiudizi e dischiude una realt di primaria importanza e grandiosit. Nelle pagine seguenti, tenteremo di spiegare di che cosa si tratti e come essa sia gi stata rivelata nel Corano.
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Le stimolazioni provenienti da un oggetto vengono convertite in segnali elettrici e provocano un effetto nel cervello. Quando "vediamo", in realt osserviamo gli effetti di tali segnali elettrici nella nostra mente.
Il punto di partenza di questo approccio che la nozione di "mondo esterno" formata nel nostro cervello soltanto una reazione creata da segnali elettrici. Il colore rosso della mela, la durezza del legno, vostra madre, vostro padre, la vostra famiglia e tutto ci che possedete, la casa, il lavoro, le linee di questo libro sono composte solo di segnali elettrici. Frederick Vester spiega quanto la scienza ha acquisito su questo tema:
Quanto affermato da alcuni scienziati che "l'uomo un'immagine, tutto ci di cui si fa esperienza temporaneo e ingannevole e questo universo un'ombra" sembra confermato dalla scienza attuale.173
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Per chiarire questo argomento, consideriamo il senso della vista, che ci fornisce le pi estese informazioni riguardo al mondo esterno.
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e pieno di colori dentro un cervello buio. R. L. Gregory osserva, a proposito dell'aspetto miracoloso del vedere, un'azione che spesso riteniamo ovvia:
Ci talmente familiare l'atto del vedere che dobbiamo compiere uno sforzo d'immaginazione per comprendere che alcuni problemi ad esso relativi rimangono insoluti. Ma consideriamoli. Sebbene i nostri occhi ricevano piccole immagini capovolte, noi vediamo tuttavia oggetti solidi separati nello spazio circostante. Dai modelli di simulazione sulla retina noi percepiamo il mondo degli oggetti e ci non altro che un miracolo.175
Lo stesso si pu dire di tutti gli altri sensi. Il suono, la percezione tattile, l'aroma e l'odore vengono tutti trasmessi al cervello sotto forma di segnali elettrici e sono tutti percepiti nei centri pertinenti del cervello. Il senso dell'udito funziona in modo simile. L'orecchio esterno coglie i suoni per mezzo del padiglione e li trasmette all'orecchio medio, il quale, a sua volta, li invia all'orecchio interno sotto forma di vibrazioni amplificate. Quest'ultimo comunica al cervello le vibrazioni convertite in segnali elettrici. Proprio come nel caso dell'occhio, l'atto di udire portato a termine nel centro uditivo all'interno del cervello, il quale isolato dal suono cos come dalla luce. Quindi, indipendentemente dal livello di rumorosit all'esterno, l'interno del cervello del tutto silenzioso. Nondimeno, anche i suoni pi tenui sono percepiti dal cervello. Ci accade con tale precisione che l'orecchio di un uomo sano pu percepire qualsiasi suono senza alcun disturbo atmosferico o interferenza. Nel cervello si ascoltano le sinfonie dell'orchestra e tutti i rumori di un luogo affollato; si coglie un'ampia gamma di suoni, dal fruscio di una foglia al rombo di un jet. Se il livello del suono nel cervello, tuttavia, fosse misurato in quel momento da uno strumento preciso, si constaterebbe un silenzio assoluto. La nostra percezione degli odori segue lo stesso percorso. Le molecole volatili emesse dalla vaniglia o dalla rosa, ad esempio, raggiungono i ricettori olfattivi posti nella regione epiteliale del naso e sono coinvolte in un'azione reciproca che viene trasmessa al cervello sotto
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Anche nel momento in cui vediamo e sentiamo la luce e il calore di un fuoco, all'interno del nostro cervello permane un'oscurit assoluta e una temperatura costante.
I fasci di luce provenienti dall'oggetto colpiscono la retina capovolti. Qui l'immagine viene convertita in segnali elettrici e trasmessa al centro di visione nella parte posteriore del cervello. Poich il cervello isolato dalla luce, queata non pu raggiungere il centro della visione. Ci significa che si percepisce un vasto mondo di luce e profondit in un punto minuscolo isolato da essa.
forma di segnali elettrici e percepita come odore. Tutto ci che odoriamo, buono o cattivo, non altro che la percezione cerebrale delle azioni reciproche delle molecole volatili dopo la loro trasformazione in segnali elettrici. Tutti i profumi e gli odori sono dunque percepiti nel cervello, il
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quale, nondimeno, non entra mai in contatto diretto con le molecole. Come nel caso del suono o della vista, ci che raggiunge il cervello sono semplici segnali elettrici. In altre parole, tutti gli odori che si crede appartengano agli oggetti esterni sin da quando si nasce, sono semplici segnali elettrici che si percepiscono tramite gli organi di senso. Similmente, esistono quattro tipi differenti di recettori chimici nella parte frontale della lingua umana. Questi concernono il sapore del salato, del dolce, dell'acido e dell'amaro. I nostri recettori trasformano queste percezioni in segnali elettrici dopo una serie di processi chimici e li trasmettono al cervello, il quale li percepisce come gusto. Il gusto che si ricava mangiando una tavoletta di cioccolata o della frutta o qualsiasi altra cosa gradita l'interpretazione dei segnali elettrici da parte del cervello. L'oggetto esterno non pu mai essere raggiunto; non si pu mai vedere, odorare o gustare la cioccolata stessa. Ad esempio, se i nervi che
Tutto ci che si vede nel corso della vita viene formato nella parte posteriore del cervello, in un punto detto centro della visione, che occupa solo pochi centimetri cubici. Sia il libro che state ora leggendo, che il panorama illimitato che si vede mirando lorizzonte si trovano in questo minimo spazio. Di conseguenza, gli oggetti sono scorti non nella loro dimensione reale esistente allesterno, ma secondo il formato percepito dal nostro cervello.
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si dirigono verso il cervello vengono tagliati, quest'ultimo non percepir alcun sapore del cibo, causando la totale perdita del senso del gusto. A questo punto, ci si trova di fronte a un altro fatto: non si pu mai essere sicuri che un'altra persona provi ci che noi proviamo quando gustiamo un stesso alimento, n che percepisca lo stesso suono quando ascoltiamo una voce determinata. A tale proposito, Lincoln Barnett afferma che nessuno sa se una persona percepisca il colore rosso o senta la nota C in modo identico a un altro. Il senso del tatto non differisce dagli altri. Quando si tocca un oggetto, tutte le informazioni necessarie a riconoscere il mondo esterno e gli oggetti vengono trasmesse al cervello dai nervi situati sulla cute. La sensazione tattile si forma nel cervello. Contrariamente a quanto in generale si crede, il posto deputato a tale percezione non la punta delle dita, ma il centro del tatto nel cervello. In seguito all'accertamento degli stimoli elettrici provenienti dagli oggetti da parte del cervello, si percepiscono le differenti sensazioni ad essi pertinenti quali la durezza o la morbidezza, il freddo o il caldo. Tutti i dettagli che ci permettono di riconoscere un oggetto derivano da tali stimoli. A questo proposito, due noti filosofi, B. Russell e L. Wittgeinstein, hanno scritto:
Ad esempio, non ci si pu chiedere o investigare se un limone esista veramente o come possa essere pervenuto all'esistenza. Un limone consiste soltanto di una sensazione provata dalla lingua, di un odore avvertito dal naso, di un colore e di una forma percepiti dagli occhi; solo tali caratteristiche possono essere oggetto di esame e stima. La scienza non potr mai conoscere il mondo fisico.177
impossibile per noi raggiungere il mondo fisico. Tutti gli oggetti intorno a noi rappresentano un cumulo di sensazioni quali il vedere, il sentire e il toccare. Trattando i dati nel centro della visione e negli altri centri sensoriali, il cervello, nel corso della vita, non incontra mai "l'originale" della materia esistente all'esterno, ma piuttosto la copia formatasi al suo interno. A questo punto, saremmo fuorviati se considerassimo queste copie modelli della materia reale esterna a noi.
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In seguito a stimolazioni artificiali, nel nostro cervello pu essere formato un mondo fisico vero e realistico quanto quello reale, senza la necessaria esistenza di quest'ultimo. Una persona pu pensare di guidare un'automobile pur rimanendo seduta in casa sua.
sinistra o dall'aria; non c' direzione da cui provenga il suono. Quanto si detto vale anche per la percezione degli odori; nessuno di essi vi raggiunge da una grande distanza. Voi supponete che gli effetti finali che si formano nel centro dell'olfatto corrispondano agli odori degli oggetti esteriori. Nondimeno, come l'immagine della rosa si trova nel vostro centro della visione, cos il suo profumo nel centro dell'olfatto. All'esterno non esiste n la rosa n il suo profumo. Il "mondo esterno" presentatoci dalle nostre percezioni soltanto una raccolta di segnali elettrici che raggiungono il nostro cervello. Nel corso della nostra vita, questi segnali vengono sottoposti a un processo cerebrale e noi viviamo senza riconoscere che stiamo errando quando crediamo che questi rappresentino le interpretazioni originali della materia esistente nel mondo esterno. Siamo sviati perch non possiamo raggiungere la materia stessa per mezzo dei nostri sensi. ancora il nostro cervello che interpreta e conferisce significato ai segnali che consideriamo il "mondo esterno". Consideriamo, ad esempio, il senso dell'udito. in realt il cervello a trasformare le onde sonore in
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una sinfonia e a creare quindi la musica da una percezione. Similmente, quando vediamo dei colori, ci che perviene ai nostri occhi sono semplici segnali elettrici di diversa lunghezza d'onda. ancora il cervello a trasformarli in colori, i quali non esistono nel "mondo esterno". La mela non rossa, il cielo non blu, l'erba non verde. Essi hanno questo aspetto perch noi li percepiamo per essere cos. Il "mondo esterno" dipende interamente da colui che percepisce. Anche il minimo difetto della retina provoca acromatopsia. Alcune persone percepiscono il blu come verde, o il rosso come blu, mentre altre tutti i colori come differenti sfumature del grigio. A questo punto, non ha importanza che l'oggetto esteriore sia colorato oppure no. Anche il notevole pensatore Berkeley si occupato di questo fatto:
Prima dunque si credeva che i colori, gli odori, ecc., "esistessero realmente". Poi si rinunci a questa credenza e si riconobbe che essi esistono soltanto in dipendenza delle nostre sensazioni.178
Per concludere, la ragione per cui noi vediamo oggetti colorati non perch essi lo siano realmente o perch abbiano un'esistenza materiale indipendente al di fuori di noi, ma in quanto tutte le qualit che noi attribuiamo agli oggetti si trovano al nostro interno e non nel "mondo esterno". Che cosa rimane allora del "mondo esterno"?
Le scoperte della fisica moderna dimostrano che l'universo una collezione di percezioni. Nel numero del 30 gennaio 1999, la famosa rivista scientifica americana New Scientist ha pubblicato in copertina la seguente domanda: "Oltre la realt: l'universo veramente un trastullo di informazioni primarie e la materia soltanto un miraggio?"
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corrisponde a quello che vediamo. Nondimeno, dal momento che non possiamo mai raggiungere il mondo esterno, come possiamo essere sicuri che questo esista realmente? In verit non possiamo. Poich ogni oggetto solo una raccolta di sensazioni che esistono soltanto nella mente, pi appropriato dire che il solo mondo realmente esistente quello delle percezioni. Il solo mondo di cui siamo a conoscenza quello che esiste nella nostra mente, dove progettato, ricordato e costruito vividamente; l'unico, in breve, che creato all'interno di essa e di cui possiamo essere certi. Non si potr mai affermare che le percezioni che osserviamo nel cervello abbiano dei corrispondenti materiali, poich questi potrebbero provenire da una fonte "artificiale". del resto possibile osservare questo fatto. False stimolazioni possono produrre nel cervello un "mondo materiale" interamente immaginario. Ad esempio, pensiamo a uno strumento di registrazione molto sviluppato in cui tutti i tipi di segnali elettrici possano essere incisi. Per prima cosa, trasmettiamo tutti i dati relativi a una situazione particolare (includendo l'immagine del corpo) a tale macchina, affinch li trasformi in segnali elettrici. Immaginiamo, quindi, che sia possibile far sopravvivere il cervello separato dal corpo. Connettiamo, infine, lo strumento al cervello con degli elettrodi che funzionino come nervi e trasmettiamo tutti i dati pre-registrati. In tale stato, si potrebbe provare l'esperienza di vivere in una situazione creata artificialmente. Si potrebbe, ad esempio, creare facilmente l'illusione di guidare un'automobile ad alta velocit su un'autostrada. Non sar mai possibile comprendere che noi consistiamo soltanto del cervello, in quanto ci che necessario alla formazione di un mondo all'interno di esso non l'esistenza di un mondo reale, ma piuttosto la disponibilit di stimolazioni. perfettamente possibile che queste ultime possano provenire da una fonte artificiale quale un registratore. A tale proposito, il noto filosofo della scienza Bertrand Russell ha scritto: Quanto al senso del tatto quando premiamo il tavolo con le dita, esso un
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disturbo elettrico sugli elettroni e i protoni di queste ultime, prodotto, secondo la fisica moderna, dalla prossimit degli elettroni e dei protoni del tavolo. Se lo stesso disturbo sulla punta delle nostre dita fosse indotto in qualunque altra maniera, noi proveremmo la stessa sensazione, seppure il tavolo non ci fosse.179
quindi molto facile per noi essere ingannati prestando fede a percezioni che non hanno alcun corrispondente materiale reale. Nel sogno questa esperienza ricorre spesso, in quanto sperimentiamo degli eventi e vediamo uomini, oggetti e situazioni che ci sembrano assolutamente reali. Nondimeno, essi non sono altro che mere percezioni. Non vi alcuna differenza basilare tra il sogno e il "mondo reale"; entrambi vengono sperimentati nel cervello.
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insensato rispondere "nel cervello" come nell'esempio precedente. In entrambe le condizioni, l'entit che vede e percepisce non il cervello, che , dopotutto, soltanto un pezzo di materia organica. Quando si analizza il cervello, si vede che in esso non vi altro che lipidi e molecole proteiche, presenti anche in altri esseri viventi. Ci significa che all'interno di quel pezzo di materia grigia che noi chiamiamo "cervello", non vi nulla che osservi le immagini, che costituisca la coscienza o che crei quell'essere che noi definiamo "io". R. L. Gregory tratta dell'errore che la gente commette in relazione alla percezione delle immagini nel cervello:
Vi la tentazione, da evitare, di dire che gli occhi producono le immagini nel cervello. Un'immagine nel cervello suggerisce il bisogno di qualche occhio interiore che la veda ma ci richiederebbe un altro occhio per vedere l'immagine... e cos di seguito in un infinito regresso di occhi e immagini. Ci assurdo.180
Questo il punto cruciale che mette in difficolt i materialisti, i quali considerano vera soltanto la materia. A chi appartiene l'occhio interiore che percepisce ci che vede e reagisce? Anche Karl Pribram si concentrato su questa importante questione scientifica e filosofica:
Fin dall'epoca dei Greci, i filosofi pensavano al "deus ex machina", al piccolo uomo all'interno del piccolo uomo" ecc. Dov' "io", la persona che usa il suo cervello? Chi colui che compie l'atto di conoscere? Come san Francesco d'Assisi ha detto:"Ci che cerchiamo Colui che vede".181
Ora pensate a questo: il libro nelle vostre mani, la stanza in cui vi trovate, in breve, tutte le immagini che avete di fronte sono all'interno del vostro cervello. Sono forse gli atomi a vedere queste immagini? Atomi ciechi, sordi e inconsapevoli? Perch solo alcuni atomi hanno acquisito questa qualit? I nostri atti di comprendere, ricordare, essere contenti, scontenti e tutto il resto consistono di reazioni chimiche tra questi atomi? Quando si considerano queste domande, si comprende che non ha alcun senso cercare una volont negli atomi. chiaro che l'essere che
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vede, sente e prova emozioni un essere sopra-materiale. "vivo" e non n materia, n un'immagine della materia. Questo essere si collega alle percezioni di fronte a lui per mezzo del nostro corpo. Questo essere lo "spirito". Quell'aggregato di percezioni che noi chiamiamo "mondo materiale" un sogno osservato da questo spirito. Proprio come il corpo che possediamo e il mondo materiale che vediamo nei nostri sogni non hanno realt, cos l'universo che occupiamo e il corpo che possediamo non hanno realt materiale. Il vero essere lo spirito. La materia consiste unicamente di percezioni osservate dallo spirito. Gli esseri intelligenti che scrivono e leggono queste righe non sono un ammasso di atomi e molecole e di reazioni chimiche tra loro ma "spirito".
Il cervello un mucchio di cellule composte di proteine e di molecole. formato da cellule nervose dette neuroni. In questo pezzo di carne non c' il potere di osservare le immagini, di costituire la coscienza o di creare quell'essere che chiamiamo "io".
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Nel rispondere a questa domanda, dobbiamo prendere in considerazione quanto segue: la materia non ha un'esistenza che si autogoverna. Dal momento che una percezione, essa qualcosa di "artificiale". Ovverosia, questa percezione deve essere stata provocata da un altro potere, cio, deve essere stata creata. Tale creazione, inoltre, dovrebbe essere continua. Se cos non fosse, ci che chiamiamo materia dovrebbe scomparire e perdersi. Si potrebbe paragonare ad una televisione sul cui schermo appare l'immagine per tutto il tempo che il segnale continua ad essere trasmesso. Allora, chi spinge il nostro spirito a contemplare le stelle, la terra, le piante, la gente, il nostro corpo e tutto ci che cade sotto lo sguardo? del tutto evidente che esiste un supremo Creatore, Che ha creato l'intero universo materiale, vale a dire la somma delle percezioni, e Che continua la Sua creazione incessantemente. Poich Egli mostra un'opera talmente magnifica, sicuramente dotato di un potere e di una forza eterni. Questo Creatore Si rende noto a noi. Egli ha creato un libro contenente l'insieme delle sensazioni per mezzo del quale ha descritto Se Stesso, l'universo e la ragione della nostra esistenza. Egli Allah e il Suo Libro il Corano. Il fatto che i cieli e la terra, ovverosia l'universo, non sono stabili, che la loro presenza resa possibile solo dalla creazione di Allah e che essi scompariranno quando Egli decreter la loro fine, esposto nel versetto seguente:
Allah trattiene i cieli e la terra affinch non sprofondino, ch, se sprofondassero, nessuno li potrebbe trattenere all'infuori di Lui. In verit Egli magnanimo, perdonatore. (Surat Ftir, 41)
Come si detto al principio, molte persone non hanno un'autentica comprensione di Allah e immaginano che Egli sia presente in qualche posto nel cielo e non si interessi degli affari mondani. La base di questa logica si fonda sull'idea che l'universo sia un insieme di materia e che Allah si trovi "all'esterno" di questo mondo materiale, in un luogo
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distante. Per alcune false religioni, la fede in Allah limitata alla comprensione di questo. Nondimeno, come abbiamo considerato finora, la materia composta solo di sensazioni e il solo vero essere assoluto Allah. Ci significa che solo Allah esiste: tutto all'infuori di Lui un'ombra oscura. Ne consegue che impossibile concepire Allah come un essere separato dall'intera massa della materia. Egli "ovunque" e comprende tutto. Questa realt spiegata nel Corano nei termini seguenti:
Allah! Non c' altro dio che Lui, il Vivente, l'Assoluto. Non Lo prendon mai sopore n sonno. A Lui appartiene tutto quello che nei cieli e sulla terra. Chi pu intercedere presso di Lui senza il Suo permesso? Egli conosce quello che davanti a loro e quello che dietro di loro e, della Sua scienza, essi apprendono ci che Egli vuole. Il Suo Trono pi vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli l'Altissimo, l'Immenso. (Surat al-Baqara, 255)
Che Allah non sia delimitato dallo spazio e che circondi tutto affermato in un altro versetto:
Ad Allah appartengono l'Oriente e l'Occidente. Ovunque vi volgiate, ivi il Volto di Allah. Allah Immenso, Sapiente. (Surat al-Baqara, 115)
Poich tutti gli esseri materiali sono percezioni, non possono vedere Allah; ma Egli vede tutta la materia che ha creato in tutte le sue forme. Nel Corano ci esposto con queste parole: "Gli sguardi non Lo raggiungono, ma Egli raggiunge tutti gli sguardi" (Surat al-Anm, 103). Ovverosia, noi non possiamo percepire l'esistenza di Allah con i nostri occhi, ma Egli comprende interamente il nostro interno ed esterno, i nostri sguardi e i nostri pensieri. Noi non possiamo pronunciare una sola parola, n fare un respiro di cui Egli non sia a conoscenza. Mentre contempliamo queste percezioni sensoriali nel corso della vita, l'essere che ci pi vicino non una di queste sensazioni, ma Allah stesso. Il segreto del seguente versetto celato in questa realt: "In verit siamo stati Noi ad aver creato l'uomo e conosciamo ci che gli sussurra l'animo suo. Noi siamo a lui vicini pi della sua vena giugulare." (Surah
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Qf, 16) Quando si pensa che il proprio corpo costituito di materia, non possibile comprendere questo fatto importante. Se si identifica il cervello con "se stessi", allora lo spazio che si considera esteriore dista 2030 centimetri da noi. Nondimeno, quando si comprende che non esiste alcuna materia e che tutto immaginazione, nozioni quali esteriore, interiore, vicino o lontano perdono il loro significato. Allah avvolge tutto ed "infinitamente vicino". Allah rende noto agli uomini che Egli infinitamente vicino ad essi: "Quando i miei servi ti chiedono di Me, ebbene Io sono vicino!" (Surat al-Baqara, 186). A ci fa riferimento un altro versetto: "In verit il tuo Signore circonder gli uomini" (Surat al-Isr', 60). L'uomo sviato dal pensiero che l'essere a lui pi vicino sia se stesso. Allah, in verit, pi vicino a noi di noi stessi. Egli ha richiamato la nostra attenzione su questo punto nel versetto: "Perch mai, quando [l'anima] risale alla gola sotto i vostri occhi e Noi gli siamo pi vicini, ma non ve ne accorgete" (Surat al-Wqi'a, 83-85). Come scritto, gli uomini vivono inconsapevoli di tale fatto fenomenale in quanto non lo vedono con i loro occhi. D'altra parte, impossibile per l'uomo, che non altro che un'ombra, avere un potere e una volont indipendenti da Allah. Il versetto: "Mentre Allah che ha creato voi e ci che fabbricate" (Surat as-Sfft, 96) mostra che tutto ci che sperimentiamo avviene sotto il Suo controllo. Nel Corano, questa realt menzionata nel versetto: "Quando tiravi non eri tu a farlo, ma Allah" (Surat al-Anfl, 17) con cui si mette in rilievo il fatto che nessun atto indipendente da Allah, il Quale, nondimeno, conferisce a queste ombre la percezione dell'io. In realt, Lui che compie tutte le azioni. Cos, se qualcuno considera gli atti come suoi, con tutta evidenza intende ingannare se stesso. Questa la realt. Una persona pu rifiutarsi di accettarla e pu
Perch mai, quando [l'anima] risale alla gola sotto i vostri occhi, e Noi gli siamo pi vicini ma non ve ne accorgete. (Surat Al-Wqi'a, 83-85)
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Se si considera profondamente tutto quanto stato detto finora, si comprender facilmente questa sorprendente e straordinaria condizione: ogni evento nel mondo non altro che una mera immaginazione...
pensare di essere indipendente da Allah; ci non cambia niente. Il suo cieco rifuto, naturalmente, fa parte del volere di Allah.
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acquistata, l'ufficio, i gioielli, il conto in banca, il guardaroba, la sposa o lo sposo, i figli, i colleghi e tutto quanto si possiede sono inclusi in questo immaginario mondo esterno progettato per noi. Tutto ci che si vede, si ascolta o si odora in breve si percepisce con i cinque sensi, fa parte di questo "mondo immaginario: la voce del cantante preferito, la durezza della sedia su cui si siede, un profumo gradevole, il sole che riscalda, un fiore dai mille colori, un uccello che vola di fronte alla finestra, un battello che procede con lentezza sull'acqua, il proprio giardino fertile, il computer sul quale si lavora, lo stereo con la tecnologia pi avanzata... Questa la realt, perch il mondo solo una serie di immagini create per mettere alla prova l'uomo. Gli uomini sono provati durante l'intero corso della loro vita limitata mediante percezioni che non hanno alcuna realt. Queste ultime sono intenzionalmente presentate in forme attraenti e seducenti, come affermato nel Corano:
Abbiamo abbellito, agli [occhi degli] degli uomini, le cose che essi desiderano: le donne, i figli, i tesori accumulati d'oro e d'argento, i cavalli marchiati, il bestiame e i campi coltivati; tutto ci solo godimento temporaneo della vita terrena, mentre verso Allah il miglior ritorno. (Surat l-Imran, 14)
I pi gettano via la loro religione per le lusinghe della propriet, della ricchezza, dell'accumulazione di oro e argento, dei soldi, dei gioielli, dei conti bancari, delle carte di credito, dei vestiti, delle auto di ultimo modello, ovverosia, di tutte quelle forme di prosperit che gi possiedono o si sforzano di possedere concentrandosi solo su questo mondo dimentichi dell'altro. Essi sono ingannati dal volto "bello e allettante" della vita di questo mondo, abbandonano quindi la preghiera, la carit verso i poveri e tutto ci che li far prosperare nell'al di l perch "hanno degli impegni", "hanno delle responsabilit", "hanno degli ideali", "non hanno abbastanza tempo", "hanno cose da portare a termine", "in futuro forse...". Consumano le loro vite nel tentativo di ottenere il successo solo in questo mondo, come descritto nel versetto: "essi conoscono [solo] l'apparenza della vita terrena e non si curano affatto dell'altra vita" (Surat ar-Rm, 7).
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Ci di cui si parla in questo capitolo, vale a dire che tutto un'immagine, riveste grande importanza in quanto mostra l'insignificanza di ogni concupiscenza. Verificarne la realt permette di comprendere che tutto quanto gli uomini possiedono e bramano, la ricchezza frutto dell'avidit, i figli di cui si vantano, le spose che ritengono le persone pi vicine, gli amici, il loro corpo, la posizione quale segno di superiorit, le scuole che hanno frequentato, le vacanze che hanno trascorso non sono altro che mere illusioni. Perci, tutti gli sforzi fatti, il tempo speso e l'avidit a cui si soggiaciuto si sono dimostrati vani. Questa la ragione per cui molte persone ingannano inconsapevolmente se stesse vantandosi delle loro ricchezze e propriet o dei loro "yachts, elicotteri, aziende e terreni" come se esistessero veramente. Quegli uomini benestanti, che bighellonano con ostentazione nei loro yachts, mettono in mostra le loro automobili, parlano continuamente della loro ricchezza, credono che la loro posizione li elevi al di sopra degli altri ritenendosi quindi persone di successo, dovrebbero effettivamente pensare in che stato si troverebbero qualora comprendessero che tutto ci non altro che un'illusione. In realt, queste scene si ripresentano spesso anche nei loro sogni, dove possiedono case, automobili veloci, preziosissimi gioielli, mazzi di banconote e ingenti quantit di oro e argento. Sognano inoltre di occupare posizioni di alto profilo, di possedere fabbriche con migliaia di dipendenti, di esercitare potere su molte persone, di indossare vestiti tali da indurre ammirazione... Cos come chi mena vanto di ci che possiede in sogno si copre di ridicolo, lo stesso dovrebbe verificarsi per le immagini che appaiono in questo mondo. Infatti, sia ci che si percepisce nei sogni che quanto si attribuisce a questo mondo non altro che una semplice immagine mentale. Di fronte a questa realt, gli uomini dovrebbero parimenti provare vergogna del modo in cui reagiscono agli eventi che sperimentano in questo mondo. Coloro che lottano furiosamente tra loro, che vaneggiano in preda all'ira, che imbrogliano, che truffano, che ingannano, che custodiscono bramosamente il loro denaro, che si comportano
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ingiustamente nei confronti degli altri, che commettono violenza e maledicono, che infieriscono, che sono schiavi di passione per cariche e onorificenze, che invidiano, che si pavoneggiano, che tentano di santificare se stessi saranno umiliati quando comprenderanno di avere compiuto tutte queste azioni in sogno. Poich Allah Colui Che ha creato tutte queste immagini, Egli solo ne l'unico Possessore, come scritto nel Corano:
Appartiene ad Allah tutto quello che c' nei cieli e tutto quello che c' sulla terra. Allah abbraccia [nella Sua scienza] tutte le cose. (Surat AnNisa, 126)
una grande follia abbandonare la religione in cambio di passioni immaginarie, privandosi cos per sempre della vita eterna. A questo punto, dovrebbe essere chiaro che quanto viene qui affermato non significa che "tutte le propriet, le ricchezze, i figli, i consorti, gli amici, la posizione raggiunta, presto o tardi scompariranno, quindi non hanno alcuna realt". Ma piuttosto che "tutto ci che si crede di possedere in verit non esiste affatto, non altro che un mero sogno, una serie di immagini che Allah ti mostra al fine di metterti alla prova". Come evidente, intercorre un'enorme diferenza tra queste due proposizioni. Per quanto non si voglia riconoscere immediatamente questo fatto e si preferisca piuttosto continuare a ingannare se stessi fingendo che tutto ci che ci appartiene esista realmente, si tuttavia destinati a morire e nell'altro mondo ogni cosa apparir chiara. In quel giorno "la tua vista acuta" (Surah Qf, 22) e in grado di vedere tutto manifestamente. Nondimeno, se si spesa la propria vita a perseguire obiettivi immaginari, si desiderer di non aver mai vissuto e si dir: "Ahim, quanto vorrei che essa (la morte) fosse stata definitiva! Quel che possedevo non mi ha giovato affatto! Ho perso il mio potere." (Surat alHqqah, 27-29) Un uomo saggio, d'altra parte, dovrebbe tentare di comprendere la pi grande realt dell'universo gi in questo mondo, mentre ha ancora
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tempo. Altrimenti, destinato a consumare tutta la sua vita inseguendo dei sogni per trovarsi infine a dover pagare un prezzo molto alto. Nel Corano viene menzionato lo stato finale di coloro che perseguono delle illusioni (o dei miraggi) in questo mondo, dimentichi del loro Creatore:
Quanto a coloro che sono miscredenti, le loro opere sono come un miraggio in una piana desertica che l'assetato scambia per acqua, e poi, quando vi giunge, non trova nulla; anzi, nei pressi trova Allah che gli salda il conto. Allah rapido al conto. (Surat An-Nr, 39)
Per te, la realt tutto ci che pu essere toccato con le mani e visto con gli occhi. Anche nei sogni puoi "toccare con le tue mani e vedere con i tuoi occhi", sebbene tu non abbia n mani n occhi, n vi sia nulla che possa essere toccato o visto. Non esiste alcuna realt materiale che provochi l'accadimento di queste cose se non il tuo cervello. Sei stato soltanto ingannato. Cos' ci che separa la vita reale dai sogni? In definitiva, entrambe queste forme pervengono all'esistenza all'interno del cervello. Se siamo in grado di vivere facilmente in un mondo irreale nel corso dei nostri sogni, ci parimenti vero per il mondo in cui abitiamo. Quando ci risvegliamo da un sogno, non vi alcuna ragione logica che ci impedisca di pensare di entrare in un sogno pi lungo detto "vita reale". La ragione per cui consideriamo i nostri sogni un'immaginazione e il mondo come reale, non altro che il prodotto delle nostre abitudini e pregiudizi. Tutto ci ci suggerisce che dovremmo risvegliarci come da un sogno dalla vita sulla terra nella quale crediamo di vivere.
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Ad esempio, uno dei pi noti fautori della filosofia materialista del XX secolo, un marxista ardente, George Politzer, ha addotto l'esempio dell'"autobus" come la prova pi evidente dell'esistenza della materia.182 Quando a un altro noto materialista, Johnson, fu detto che la materia una serie di percezioni, egli tent di "provare" l'esistenza fisica di un sasso dandogli un calcio.183 Un simile esempio venne addotto da Friedrich Engels, il mentore di Politzer e il fondatore insieme a Marx del materialismo dialettico, il quale scrisse che "se le torte che mangiamo fossero mere percezioni, non sazierebbero la nostra fame".184 Un tal genere di esempi e di sentenze impetuose, quali "si comprende l'esistenza della materia quando si riceve uno schiaffo in faccia", ricorrono frequentemente nei libri di famosi materialisti come Marx, Engels, Lenin e altri. Il disordine nella comprensione che caratterizza queste dimostrazioni dipende dall'errata interpretazione dell'affermazione "la materia una percezione", la quale viene intesa nel senso che "la materia un inganno della luce". Essi pensano infatti che il concetto di percezione sia limitato soltanto alla vista, mentre il tatto abbia un correlato fisico. Qualora un autobus investa un uomo, essi affermeranno: "Guarda, si schiantato, allora non una percezione". Ci che essi non intendono che tutte le percezioni sperimentate durante l'incidente, quali la durezza,la collisione e il dolore si formano nel cervello.
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Una persona che sogna di essere stata travolta da un autobus pu, nel corso del sogno stesso, aprire gli occhi in un ospedale e comprendere di essere invalida. Pu sognare inoltre di morire in un incidente stradale, di incontrare l'angelo della morte e di essere trasportata nell'al di l. (L'esperienza onirica di questi eventi si svolge in modo del tutto simile a quanto accade in questa vita, che una percezione della stessa natura di un sogno). Questa persona percepisce molto chiaramente le immagini, i suoni, il senso di durezza, la luce, i colori e tutte le altre sensazioni proprie dell'esperienza che vive in sogno. Tali percezioni sono naturali come quelle della "vita reale". La torta che mangia lo sazia, sebbene sia una mera percezione, in quanto tale l'esperienza di "essere saziati". Nondimeno, in realt, questa persona giace nel letto in quel momento. Non vi sono scale, non vi traffico, non vi sono autobus. Colui che sogna percepisce e prova cose che non esistono nel mondo esterno. Il fatto che nel corso dell'attivit onirica sperimentiamo, vediamo e proviamo eventi che non hanno alcun correlato fisico nel "mondo esteriore", rivela molto chiaramente come quest'ultimo non consista d'altro che di semplici percezioni. Coloro che credono nella filosofia materialistica, in particolare i marxisti, si irritano quando si parla dell'essenza della materia. Citano esempi tratti dai ragionamenti superficiali di Marx, Engels o Lenin e rilasciano dichiarazioni basate sull'emotivit. Essi devono pensare, nondimeno, che tutto questo pu avvenire anche in sogno, cos come la lettura di "Das Kapital", la partecipazione alle riunioni, gli scontri con la polizia, i colpi ricevuti in testa e il dolore delle ferite. Quando, nel corso dell'attivit onirica, gli verranno poste delle domande, essi penseranno che anche ci che stanno sperimentando consiste di "materia assoluta", cos come considerano le cose che percepiscono in stato di veglia. Tuttavia, tutto ci che essi vedono, sperimentano o sentono, in sogno o nella loro vita quotidiana, costituito soltanto da percezioni.
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er noi, la realt tutto quanto si pu toccare con le mani e vedere con gli occhi. Anche nei sogni, tuttavia, possibile "toccare con le mani e vedere con gli occhi", per quanto, in verit, non si abbiano n mani, n occhi, n vi sia alcuna cosa da toccare o vedere. Non esiste realt materiale che faccia accadere queste cose, se non il cervello. Si semplicemente ingannati. Che cosa separa la vita reale dai sogni? In definitiva, entrambe queste forme pervengono all'esistenza all'interno del cervello. Se siamo in grado di vivere facilmente in un mondo irreale nel corso dei nostri sogni, ci parimenti vero per il mondo in cui abitiamo. Quando ci risvegliamo da un sogno, non vi alcuna ragione logica che ci impedisca di pensare di entrare in un sogno pi lungo detto "vita reale". La ragione per cui consideriamo i nostri sogni un'immaginazione e il mondo come reale, non altro che il prodotto delle nostre abitudini e pregiudizi. Tutto ci ci suggerisce che dovremmo risvegliarci come da un sogno dalla vita sulla terra in cui crediamo di vivere.
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quest'ultimo sarebbe colpito, per quanto comodamente seduto in casa sua. Ovverosia, tutto quanto provato dalla vittima dell'incidente sarebbe sperimentato da Politzer, come l'ascolto di una stessa canzone da due differenti altoparlanti collegati ad un unico trasmettitore. Politzer sentirebbe, vedrebbe e sperimenterebbe il rumore dell'autobus, l'urto contro il suo corpo, l'immagine di un braccio rotto e del sangue, il dolore della frattura, l'ingresso nella camera operatoria, la rigidezza dell'ingessatura e la debolezza del suo braccio. Ogni persona collegata in parallelo ai nervi dell'uomo vivrebbe la stessa esperienza dell'incidente dall'inizio alla fine, proprio come Politzer. Se la vittima dell'incidente fosse caduta in coma, ci sarebbe stato condiviso da tutti gli altri. Inoltre, se tutte le percezioni dell'incidente fossero registrate con un dispositivo e fossero poi trasmesse ad un'altra persona, l'autobus colpirebbe quest'ultima molte volte. In tal caso, quale degli autobus sarebbe quello reale? A questa domanda la filosofia materialista non pu rispondere. La risposta esatta sarebbe che tutti sperimentano l'incidente in tutti i suoi dettagli nella loro mente. Lo stesso principio pu essere applicato agli esempi della torta e del sasso. Se i nervi degli organi di senso di Engels, che ha provato un senso di saziet dopo aver mangiato la torta, fossero connessi in parallelo al cervello di un'altra persona, questa si sentirebbe piena come Engels. Se i nervi di Johnson, che ha provato dolore al piede dopo avere calciato un sasso, fossero collegati ad un altro, anche quest'ultimo proverebbe la stessa sensazione. Cos, quale torta o quale sasso quello vero? Anche in questo caso la filosofia materialista incapace di fornire la risposta adeguata, ovverosia, sia Engels che l'altro hanno mangiato la torta nella loro mente e si sono saziati; sia Johnson che la seconda persona hanno avuto una totale esperienza del calcio alla pietra nella loro mente. Operiamo ora un cambiamento nell'esempio di Politzer: connettiamo i nervi dell'uomo colpito dall'autobus al cervello di Politzer e i nervi di quest'ultimo, che siede pacificamente in casa, a quelli della vittima dell'incidente. In questo caso, Politzer penser che un autobus lo abbia
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colpito, sebbene fosse seduto in casa; l'altro, invece, non prover mai l'impatto dell'incidente e penser di essere seduto in casa di Politzer. La stessa logica pu essere applicata agli esempi della torta e della pietra. Come abbiamo visto, non possibile all'uomo trascendere i suoi sensi e liberarsene. Per questo riguardo, l'anima dell'uomo pu essere soggetta a tutti i tipi di rappresentazioni, per quanto non abbia un corpo fisico, non abbia un'esistenza materiale e sia priva di peso materiale. Non possibile all'uomo comprendere questo, in quanto egli considera reali le immagini tridimensionali della cui esistenza assolutamente certo, ognuno dipende infatti da percezioni provocate per essere avvertite dagli organi sensoriali. Il famoso filosofo britannico David Hume ha scritto a tale proposito:
Parlando apertamente, quando includo me stesso in ci che chiamo "me stesso", mi imbatto sempre in una percezione specifica concernente il freddo o il caldo, la luce o l'ombra, l'amore o l'odio, l'amaro o il dolce o altre nozioni. Senza l'esistenza di una percezione, non potrei mai cogliere me stesso in un momento particolare o osservare alcunch se non una percezione.185
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L'incapacit di Karl Marx, Friederich Engels, Georges Politzer e di molti altri di comprendere un fatto talmente semplice ed evidente ancora sorprendente, per quanto il livello di comprensione scientifica e le possibilit del loro tempo fossero insufficienti. Al giorno d'oggi, la scienza e la tecnologia hanno compiuto progressi enormi e le recenti scoperte ne hanno facilitato la cognizione. I materialisti, d'altra parte, temono la veridicit di questo fatto, per quanto parzialmente, in quanto riconoscono le conseguenze disastrose che ci apporterebbe alla loro filosofia.
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Pekunlu ha presentato il libro L'inganno dell'evoluzione come la "minaccia" principale per il materialismo. Ci che pi lo ha disturbato non sono stati tanto i capitoli dedicati alla confutazione del darvinismo, ma la parte che ora state leggendo. Ai suoi lettori e (solo una minima parte) ai suoi ascoltatori, Peknl ha trasmesso il messaggio di "non lasciarsi sviare dall'indottrinamento dell'idealismo e di mantenere la propria fede nel materialismo", prendendo a modello Vladimir I. Lenin, il leader della sanguinosa rivoluzione russa. Invitando tutti a leggere l'anacronistico libro di Lenin intitolato Materialismo ed empiriocriticismo, Peknl non ha fatto altro che ripetere il consiglio di Lenin: "Non pensate oltre a questo problema, altrimenti perderete le tracce del materialismo e sarete trascinati via dalla religione". In un articolo pubblicato sulla suddetta rivista, Peknl ha citato le seguenti parole di Lenin:
Dal momento che negate la realt obiettiva che ci data dalla sensazione, perdete ogni arma contro il fideismo, poich siete gi scivolati nell'agnosticismo o nel soggettivismo; e al fideismo non occorre altro... Se ti lasci prendere un dito, ti prenderanno tutta la mano. E i nostri machisti si sono lasciati prendere dall'idealismo, cio dal fideismo attenuato, affinato, dal momento che hanno considerato la "sensazione" non come un'immagine del mondo esterno, ma come un elemento particolare. Sensazioni di nessuno, psiche di nessuno, spirito di nessuno, volont di nessuno: ecco dove si va inevitabilmente a finire se non si riconosce la teoria materialistica della realt obiettiva del mondo esterno, riflessa nella coscienza dell'uomo.186
Queste parole dimostrano esplicitamente che quanto Lenin comprese con preoccupazione e volle eliminare dalla sua mente e da quella dei suoi "compagni" disturba parimenti i materialisti contemporanei. Peknl e gli altri materialisti, tuttavia, sono sottoposti a una grande pressione, in quanto sono consci del fatto che questa realt viene ora presentata in maniera molto pi esplicita, certa e convincente di cento anni fa. Per la prima volta nella storia, tale teoria stata spiegata in modo cos indiscutibile. Il quadro generale mostra, nondimeno, come un gran numero di scienziati materialisti continuino a prendere una posizione molto
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superficiale nei confronti del fatto che "la materia non sia altro che un'illusione". Il tema illustrato in questo capitolo uno tra i soggetti pi importanti e entusiasmanti che si possano incontrare nella vita. Non vi alcuna possibilit che essi abbiano affrontato prima un argomento talmente cruciale. Le reazioni di questi scienziati o le maniere da essi impiegate nei loro discorsi e nei loro articoli indicano quanto sia superficiale la loro comprensione. La cieca adesione al materialismo ha provocato un danno alla loro logica e per questa ragione sono molto distanti dalla comprensione di questo soggetto. Per esempio, Alaatin Senel, accademico e scrittore per Bilim ve topya, ha inviato messaggi simili a quelli di Rennan Peknl, dicendo: "Dimenticate il fallimento del darvinismo, l'argomento veramente minaccioso questo", e avanzando richieste del tipo: "provate ci che dite!", intuendo la mancanza di basi della sua filosofia. Di maggior interesse il fatto che gli scritti di questo autore rivelano la sua incapacit di comprendere ci che egli considera una minaccia. A riprova, in un articolo dedicato all'esclusiva discussione di questo soggetto, Senel ammette che il mondo esteriore sia percepito nel cervello sotto forma d'immagine; nondimeno, egli prosegue affermando che le immagini sono divise in due gruppi, determinati dalla presenza o meno di correlati fisici, il cui possesso spetta unicamente a quelle appartenenti al mondo esterno. Per sostenere la sua affermazione, egli adduce "l'esempio del telefono": "Non so se le immagini nel mio cervello abbiano correlati esterni oppure no, ma la stessa cosa accade quando parlo al telefono. In questo caso, non vedo la persona con cui sto parlando, tuttavia la mia conversazione pu essere confermata nel momento in cui incontro il mio interlocutore di persona."187 Con questa affermazione, l'autore intende dire: "Se dubitiamo delle nostre percezioni, volgiamoci alla materia stessa e verifichiamone la realt". Ci , tuttavia, un'evidente errore d'interpretazione, in quanto per noi impossibile pervenire alla materia stessa. Non possiamo mai uscire dalla nostra mente e conoscere ci che si trova "all'esterno". Se la voce al telefono abbia oppure no un correlato pu essere confermato dalla
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persona al telefono. Nondimeno, tale dimostrazione un'immagine sperimentata dalla mente. In realt, costoro vivono gli stessi eventi anche in sogno. Per esempio, Senel, nel corso della sua attivit onirica, pu immaginare di parlare al telefono e di ottenere in seguito la conferma dal suo interlocutore. Oppure Peknl potrebbe sognare di fronteggiare una "seria minaccia" e di consigliare alla gente di leggere un libro di Lenin risalente a un secolo fa. Nondimeno, indipendentemente dalla loro volont, questi materialisti non potranno mai negare il fatto che gli eventi di cui sono stati protagonisti e le persone con le quali hanno parlato nel corso dei loro sogni non sono altro che percezioni. Da chi, dunque, si potranno ottenere conferme se le immagini nel cervello abbiano correlati oppure no? Dalle ombre oscure che in esso albergano? Senza dubbio, i materialisti non sono in grado di trovare una fonte d'informazione che possa fornire dei dati concernenti ci che si trova all'esterno del cervello e confermarli. Pur concedendo che tutte le immagini si formino nel cervello, accettare che sia possibile "uscire" da esso ottenendo in tal modo delle conferme dal mondo esterno, rivela il fatto che la capacit percettiva della persona limitata e che la sua ragione distorta. Nondimeno, l'oggetto di questa trattazione pu essere facilmente inteso da una persona dotata di un normale livello di comprensione e ragionamento. Chiunque sia libero da pregiudizi sa, in relazione a tutto quanto si detto, che non possibile verificare l'esistenza del mondo esterno per mezzo dei sensi. Appare quindi chiaro che la cieca adesione al materialismo altera la facolt raziocinativa degli uomini. Per questa ragione, i materialisti contemporanei commettono gravi errori di logica proprio come i loro mentori, i quali tentarono di "provare" l'esistenza della materia prendendo a calci i sassi o mangiando torte. Deve essere inoltre ricordato che questa non una situazione straordinaria, in quanto l'incapacit a intendere un tratto comune di tutti i miscredenti. Nel Corano, Allah in particolare dice che essi sono "gente che non comprende" (Surat Al-M'ida, 58).
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Allah ha intrappolato i materialisti facendogli credere che la materia esista e in tal modo li ha umiliati in una maniera invisibile. Essi pensano che quanto possiedono, il loro status, la loro posizione, la societ a cui appartengono, il mondo intero esistano realmente, quindi si ergono con arroganza contro Allah confidando in queste cose. Si sono ribellati a causa
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della loro vanagloria e hanno accresciuto la loro miscredenza. La loro fede si fonda unicamente sulla materia. La loro capacit intellettiva cos scarsa che non arrivano neppure a pensare che Allah li circonda da ogni parte. Allah annuncia lo stato a cui i miscredenti sono condotti per la loro stoltezza:
Vogliono tramare un'insidia? Saranno piuttosto i miscredenti ad essere ingannati. (Surat At-Tr, 42)
Questo probabilmente il pi grande inganno della storia. Mentre la loro arroganza aumentava spontaneamente, i materialisti sono stati illusi e hanno subito una grave sconfitta nella guerra da essi intrapresa contro Allah allevando qualcosa di mostruoso in opposizione a Lui. Il versetto "Cos, in ogni citt, facemmo capi i suoi peccatori pi grandi, affinch ordiscano in essa le loro trame. Ma tramano solo contro loro stessi e non ne sono coscienti" (Surat Al-An'm, 123) mostra l'inconsapevolezza di coloro che si rivoltano contro il loro Creatore e la fine che li aspetta. A ci fa riferimento anche un altro versetto:
Cercano di ingannare Allah e coloro che credono, ma non ingannano che loro stessi e non se ne accorgono. (Surat Al-Baqara, 9)
Mentre i miscredenti tentano di complottare, non comprendono la realt delle parole "non ingannano che loro stessi e non se ne accorgono" del succitato versetto. Ci significa che tutto quanto oggetto della loro esperienza un'immagine appositamente disegnata per essere percepita, cos come tutti i complotti da essi orditi non sono altro che semplici immagini formate nel loro cervello alla stregua di ogni altra loro azione. La follia li ha resi dimentichi di essere soli con Allah e di essere quindi intrappolati all'interno dei loro piani disonesti. Non meno dei materialisti del passato, anche i contemporanei devono affrontare una realt destinata a distruggere dalle fondamenta le loro trame inique. Con il versetto "...Deboli sono le astuzie di Satana" (Surat An-Nis, 76), Allah ha affermato che questi complotti sono destinati a fallire sin dal giorno della loro macchinazione, dandone la buona novella ai credenti nel versetto "...i loro inganni non vi
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procureranno alcun male" (Surat l-'Imrn, 120). Allah dice inoltre: "Quanto a coloro che sono miscredenti, le loro opere sono come un miraggio in una piana desertica che l'assetato scambia per acqua e poi, quando vi giunge, non trova nulla; anzi, nei pressi trova Allah che gli salda il conto. Allah rapido al conto" (Surat AnNr, 39). Anche il materialismo diviene un miraggio, come indicato in questo versetto; quando lo hanno raggiunto, si accorgono che non nulla se non un'illusione. Allah li ha ingannati con tale miraggio, ovverosia, essi hanno percepito l'intera serie di immagini come reale. Tutte queste persone "eminenti", professori, astronomi, biologi, fisici e tutti gli altri, indipendentemente dal loro rango, sono ingannati come bambini e umiliati, in quanto ergono la materia a loro dio. Essi fondano la loro filosofia e ideologia sull'assolutezza di una serie di immagini, della quale disputano con seriet adottando un cosiddetto discorso "intellettuale". Si considerano abbastanza saggi da dibattere la verit dell'universo e, cosa ben pi rilevante, argomentano riguardo ad Allah valendosi della loro intelligenza limitata. Allah parla della loro situazione nel versetto seguente:
Tessono strategie e anche Allah ne tesse. Allah il migliore degli strateghi. (Surat l-'Imrn, 54)
possibile sfuggire ad alcuni complotti; nondimeno, il piano di Allah contro i miscredenti talmente fermo da non lasciare via di fuga. Indipendentemente da ci che essi faranno o a chi si appelleranno, non troveranno alcun aiuto all'infuori di Allah. Come Egli ci rende noto nel Libro: "non troveranno, oltre ad Allah, n patrono n alleato" (Surat AnNis, 173). I materialisti non si sarebbero mai aspettati di cadere in tale trappola. Avendo a disposizione tutti i mezzi del XX secolo, hanno creduto di poter avanzare ostinatamente nella loro negazione traendo gente alla miscredenza. La loro perenne mentalit e la fine che li attende sono descritte nel Corano:
Ordirono una trama e Noi ordimmo una trama senza che se ne
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accorgessero. Guarda cosa ne stato della loro trama: li facemmo perire insieme con tutto il loro popolo. (Surat An-Naml, 50-51)
Questo , in un altro senso, il significato di quanto affermato in questi versetti: i materialisti sono destinati a comprendere che tutto quanto essi possiedono non altro che un'illusione, quindi stato distrutto. Nel momento in cui testimoniano che tutte le loro propriet, le loro fabbriche, l'oro, i soldi, i figli, i consorti, gli amici, il rango e la posizione, il loro stesso corpo, in altre parole tutto quanto credono che esista, sfugge via dalle loro mani, essi "periscono" secondo le parole del versetto 51 di Surat An-Naml. A questo punto, non sono pi materia ma anime. Senza dubbio, comprendere questa verit la peggior cosa possibile per i materialisti. Il fatto che tutto ci che possiedono sia soltanto un'illusione equivalente, secondo il loro linguaggio, a "morire prima di morire" in questo mondo. Ci li lascia in completa solitudine con Allah. Con il versetto "LasciaMi solo con colui che ho creato" (Surat Al-Muddaththir, 11) Egli ha richiamato la nostra attenzione sul fatto che ogni essere umano , in realt, del tutto solo presso di Lui. Questa verit richiamata in molti altri versetti:
Siete venuti a Noi da soli, come vi abbiamo creati la prima volta. Quello che vi abbiamo concesso lo avete gettato dietro le spalle... (Surat Al-An'm, 94) E nel Giorno della Resurrezione ognuno si presenter da solo davanti a Lui. (Surat Maryam, 95).
Questi versetti possono essere interpretati anche nel modo seguente: coloro che prendono la materia a loro dio provengono da Allah e a Lui ritornano. Essi hanno sottomesso la loro volont ad Allah, volenti o nolenti. Ora attendono il Giorno del Giudizio, nel quale ognuno di essi sar chiamato a rendere conto. Per quanto si rifiutino di comprenderlo...
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Conclusione
Il tema della nostra trattazione rappresenta una delle pi grandi verit che possano essere rivelate nel corso della vita. Dimostrando che l'intero mondo materiale in realt "un'ombra", si offre la chiave per riconoscere l'esistenza e la creazione da parte di Allah, il Quale l'unico essere assoluto. Ci permette di comprendere che il mondo non ci che molta gente suppone; non un luogo assoluto con una vera esistenza, come credono quelli che vagabondano senza scopo per le strade, che scatenano risse nei pub, che si pavoneggiano nei locali di lusso, che si vantano delle loro propriet o che dedicano la loro vita a vani scopi. Il mondo non altro che una serie di percezioni, un'illusione.Tutti coloro che abbiamo citato sopra sono soltanto ombre che contemplano queste percezioni nella loro mente senza esserne coscienti. Questo concetto molto importante in quanto scardina e distrugge la filosofia materialista negatrice dell'esistenza di Allah. Questa la ragione per cui materialisti quali Marx, Engels e Lenin ne ebbero timore e, presi dall'ira, ammonirono i loro seguaci a non "riflettere" su questo tema qualora se ne parlasse. In realt, queste persone si trovano in un tale stato di deficienza mentale da non potere neppure comprendere che le percezioni si formano all'interno del cervello. Ritengono quindi che l'oggetto della loro contemplazione sia il "mondo esterno", non sospettando neppure l'ovvia evidenza del contrario. Tale inconsapevolezza il risultato della mancanza di saggezza determinata da Allah per i miscredenti, i quali - scritto nel Corano "hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che non sentono, sono come bestiame, anzi, ancor peggio. Questi sono gli incuranti." (Surat Al-A'rf, 179) Per mezzo della riflessione personale possibile approfondire tale conoscenza. A tal fine, necessario concentrare la propria attenzione e considerare il modo in cui si percepiscono gli oggetti che ci circondano. In tal caso, sar possibile comprendere che quell'essere dotato di saggezza il quale vede, sente, tocca, pensa e legge ora questo libro soltanto
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un'anima che contempla le percezioni dette "materia" su uno schermo. Chi perviene a questa comprensione si allontana dal dominio del mondo materiale che inganna la maggior parte dell'umanit per entrare nel regno della vera esistenza. Questa realt stata compresa da alcuni sapienti musulmani nel corso della storia. Uomini come Imam Rabbani, Mohyiddn Ibn 'Arab e Mevlana Cami pervennero a tale conoscenza meditando le indicazioni del Corano e valendosi dell'intelletto. Alcuni filosofi occidentali, tra cui George Berkeley, ne ebbero un'intuizione per mezzo della ragione. Imam Rabbani scrisse nelle sue Mektubat (Lettere) che l'intero universo materiale "un'illusione e una supposizione (percezione)" e che l'unico essere assoluto Allah:
Allah... La sostanza di questi esseri che Egli ha creato il non-essere. Egli ha creato tutto sotto forma di sensi e illusioni... L'esistenza dell'universo al livello di sensi e illusioni e non materiale... In realt, non vi nulla nell'esteriore se non l'Essere Glorioso, (che Allah).188
Imam Rabbani ha esplicitamente affermato che tutte le immagini presentate all'uomo non sono altro che illusioni e che non hanno alcun originale "nell'esteriore".
Questo ciclo illusorio rappresentato nell'immaginazione. visto secondo l'estensione della sua rappresentazione per mezzo dell'occhio della mente. Nell'esteriore sembra che sia osservato con l'occhio della testa. Tuttavia, non cos. Non ha n una designazione n una traccia nell'esteriore. Non esiste alcuna circostanza da vedere. simile al volto di una persona riflesso in uno specchio. Non ha costanza nell'esteriore. Senza dubbio, sia la sua costanza che la sua immagine si trovano nell'IMMAGINAZIONE. Allah Colui Che meglio conosce.189
Mevlana Cami pervenuto alle medesime conclusioni seguendo le indicazioni del Corano e usando l'intelletto: "Tutto quanto si trova nell'universo non altro che sensi e illusioni. Pu essere paragonato a un riflesso in uno specchio o a un'ombra". Il numero di coloro che sono pervenuti a tale comprensione nel corso
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della storia , tuttavia, molto limitato. Grandi sapienti come Imam Rabbani hanno scritto che sarebbe sconveniente rivelare questo fatto alle masse, in quanto la maggior parte della gente non sarebbe in grado di cogliere il significato. Nell'et in cui viviamo questa conoscenza stata resa empirica dal corpo di prove avanzato dalla scienza. Il fatto che l'universo sia un'ombra stato descritto per la prima volta nella storia in modo chiaro, concreto ed esplicito. Per questa ragione, il XXI secolo rappresenter un punto di svolta epocale, dove la gente comprender comunemente le realt divine e sar condotta in folla verso Allah, il solo Essere Assoluto. Nel XXI secolo la fede materialistica del XIX secolo sar relegata tra i rifiuti della storia, l'esistenza di Allah e la creazione saranno riconosciute, la mancanza di tempo e di spazio saranno intese e l'umanit si liberer dai secolari veli, inganni e superstizioni che la avvolgono. Nessuna ombra potr impedire questo corso inevitabile.
CAPITOLO
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utto quanto si detto sopra dimostra che in realt non esiste alcuno "spazio tridimensionale", che si rivela un pregiudizio ispirato dalle percezioni, mentre l'uomo conduce la sua vita intera
in una condizione "priva di spazio". Asserire il contrario significherebbe ancorarsi ad una fede superstiziosa rimossa dalla ragione e dalla verit scientifica, in quanto non si ha alcuna prova valida dell'esistenza di un mondo materiale tridimensionale. Questo fatto confuta il primario assunto della filosofia materialistica, il quale costituisce il fondamento della teoria evoluzionista, ovverosia che la materia sia assoluta ed eterna. Il secondo assunto la supposizione che il tempo sia assoluto ed eterno. Come il primo, anche questo una superstizione.
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Similmente si compie un confronto quando si vede qualcuno entrare in una camera attraverso la porta e sedersi su una poltrona posta al centro. Nel momento in cui la persona si siede, le immagini relative agli attimi precedenti sono coordinate come minime informazioni nel cervello. La percezione del tempo avviene quando si compara l'uomo che si siede sulla poltrona con le altre informazioni di cui si in possesso. In breve, il tempo perviene all'esistenza come risultato del confronto effettuato tra alcune illusioni immagazzinate nel cervello. Se l'uomo non avesse una memoria, il suo cervello non compirebbe tali interpretazioni e quindi neppure la percezione del tempo potrebbe formarsi. La ragione per cui si afferma di avere una determinata et dovuta al fatto che nella mente si sono accumulate informazioni relative a un certo numero di anni. Se la memoria non esistesse, non si penserebbe all'esistenza di un simile periodo di tempo precedente, in quanto si farebbe diretta esperienza soltanto del singolo "momento" in cui si vive.
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Dal momento che il nostro cervello abituato a una certa sequenza di eventi, il mondo non opera secondo le modalit dell'esempio precedente e noi riteniamo quindi che il tempo fluisca sempre in avanti. Nondimeno, questa una decisione presa nel cervello e perci del tutto relativa. In verit, non possiamo conoscere se e come il tempo fluisca. Questo fatto rivela che il tempo non una realt assoluta, ma soltanto una sorta di percezione. La relativit del tempo un fatto provato anche dal pi importante fisico del XX secolo, Albert Einstein. Lincoln Barnett ha scritto nel suo libro dal titolo The Universe and Dr. Einstein:
Insieme allo spazio assoluto, Einstein scart anche il concetto di tempo assoluto di un costante, invariabile, inesorabile, universale fluire del tempo, procedente da un passato infinito verso un futuro infinito. Buona parte dell'oscurit che ha circondato la teoria della relativit deriva dalla riluttanza dell'uomo a riconoscere che il senso del tempo, come il senso del colore, una forma di percezione. Come lo spazio semplicemente un ordine possibile di oggetti materiali, cos il tempo un semplice ordine di eventi. La soggettivit del tempo spiegata nel modo migliore dalle parole stesse di Einstein: "L'esperienza di un individuo ci appare ordinata in una serie di eventi, in cui il singolo evento che ricordiamo si mostra costituito secondo il criterio di un "prima" e di un "dopo". Esiste, quindi, per l'individuo, un io-tempo, o tempo soggettivo. Questo intrinsecamente non misurabile. senz'altro possibile associare dei numeri a degli eventi, in modo tale che il numero pi elevato sia associato all'evento pi recente piuttosto che a quello precedente.191
Einstein stesso ha indicato che "lo spazio e il tempo sono forme di intuizione, che non possono essere separate dalla consapevolezza pi di quanto lo possano i nostri concetti di colore, forma o dimensione." Secondo la teoria della relativit generale "il tempo non ha un'esistenza indipendente, a parte l'ordine di eventi con cui lo misuriamo."192 Poich il tempo consiste di percezioni, dipende interamente da chi percepisce ed quindi relativo. La velocit con cui passa il tempo differisce in base ai riferimenti assunti per misurarlo, in quanto non esiste un orologio naturale nel corpo
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umano che indichi con precisione con che rapidit esso scorra. Come Lincoln Barnett ha scritto: "Come non pu esistere una cosa simile al colore senza un occhio che la percepisca, cos un istante, un'ora o un giorno non esistono senza un evento che li contraddistingua."193 La relativit del tempo viene chiaramente sperimentata nel corso dell'attivit onirica. Per quanto ci che vediamo nei sogni sembra che duri per ore, in realt, perdura soltanto pochi minuti o addirittura secondi. La considerazione di un esempio ci permetter di approfondire l'argomento. Pensiamo di essere stati posti in una stanza con una singola finestra specificamente disegnata. Ivi restiamo reclusi per un certo lasso di tempo. Immaginiamo che in essa vi sia un orologio che ci permetta di considerare la quantit di tempo trascorsa. Contemporaneamente, dalla finestra siamo in grado di osservare il sorgere e il calare del sole a determinati intervalli. Pochi giorni dopo, se ci chiedessero quanto tempo avessimo trascorso nella stanza, risponderemmo sia sulla base delle informazioni da noi raccolte consultando l'orologio sia considerando quante volte il sole fosse sorto e tramontato. Per esempio, potremmo stimare di avervi passato tre giorni. Nondimeno, se colui che ci avesse chiuso nella stanza ci dicesse che fossero trascorsi soltanto due giorni e che il ciclo del sole osservato attraverso la finestra fosse stato prodotto falsamente da una macchina simulatrice e che l'orologio fosse stato regolato in modo tale da scorrere pi velocemente, allora il nostro calcolo sarebbe privo di valore. Questo esempio conferma che le informazioni di cui disponiamo sull'ammontare di tempo trascorso si basano su riferimenti relativi. La relativit del tempo un fatto provato anche dalla metodologia scientifica. La teoria della relativit generale di Einstein afferma che la velocit del tempo cambia in base alla velocit dell'oggetto e alla distanza dal centro di gravit. Con l'aumentare della velocit, il tempo si abbrevia, si comprime e rallenta come se giungesse al punto di "arresto". Consideriamo ora un esempio addotto da Einstein stesso. Immaginiamo due gemelli, uno dei quali dimora sulla terra, mentre l'altro viaggia nello spazio ad una velocit vicina a quella della luce. Al suo
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ritorno, il viaggiatore vedr che il fratello invecchiato molto pi di lui. La ragione che il tempo fluisce pi lentamente per una persona che viaggia ad una velocit prossima a quella della luce. Se lo stesso esempio fosse adattato ad un padre che viaggiasse nello spazio e al figlio che abitasse sulla terra, qualora il padre avesse ventisette anni al momento della sua partenza e il figlio tre, al suo ritorno, trent'anni dopo (tempo terrestre), il figlio avrebbe 33 anni ma il padre soltanto 30.194 necessario far rilevare che tale relativit del tempo non causata da una riduzione o accelerazione della velocit degli orologi o dalla marcia lenta di una molla meccanica. piuttosto il risultato di differenziati periodi di operazione dell'intero sistema materiale che procede alla profondit delle particelle sub-atomiche. In altre parole, l'abbreviamento del tempo non simile alla proiezione rallentata di una pellicola per colui che ne fa esperienza. In una situazione di tempo abbreviato, il battito cardiaco, la riproduzione delle cellule, le funzioni cerebrali e tutte le altre operano pi lentamente di quelle di una persona residente sulla terra. La persona vive la sua normale quotidianit senza rendersi conto dell'abbreviamento del tempo, che diviene evidente soltanto in caso di confronto.
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Il Giorni in cui li riunir, sar come se fossero rimasti solo un'ora e si riconosceranno tra loro. (Surah Yuns, 45) In alcuni versetti detto che gli uomini percepiscono il tempo in modo differente e che talvolta un breve periodo di tempo pu apparire molto lungo. La seguente conversazione tra diverse persone che attendono al loro giudizio nell'Al di l offre un buon esempio:
Dir: "Quanti anni siete rimasti sulla terra?". Risponderanno: "Siamo rimasti un giorno, o parte di un giorno. Interroga coloro che tengono il computo". Dir: "Davvero siete rimasti ben poco. Se lo aveste saputo!". (Surat Al-Mu'minn, 112-114)
Altrove si afferma che il tempo pu procedere ad andatura differente rispetto a situazioni diverse:
Ti chiedono di affrettare il castigo. Giammai Allah mancher alla Sua promessa. Invero un solo giorno presso il tuo Signore vale come mille anni di quelli che contate. (Surat Al-Hajj, 47) Gli angeli e lo Spirito ascendono a Lui in un giorno la cui durata di cinquantamila anni. (Surat Al-Ma'rij, 4)
Questi versetti sono evidenti espressioni della relativit del tempo. Che la scienza abbia compreso solo recentemente quanto fu comunicato all'uomo 1400 anni fa per mezzo del Corano una prova della sua rivelazione da parte di Allah, il Quale comprende tutto il tempo e lo spazio. La narrazione in molti altri versetti del Corano rivela che il tempo una percezione. Ci particolarmente evidente nelle storie. Ad esempio, Allah ha mantenuto i compagni della Caverna, un gruppo di credenti menzionato nel Corano, in uno stato di sonno profondo per pi di tre secoli. Quando vennero risvegliati, credettero di avere dormito soltanto per breve tempo, non potendo immaginare quanto si fosse prolungato tale stato:
Rendemmo sorde le loro orecchie, [rimasero] nella caverna per molti anni. Li resuscitammo poi, per vedere quale delle due fazioni meglio computasse il tempo che avevano trascorso. (Surat Al-Kahf, 11-12)
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Li resuscitammo infine perch si interrogassero a vicenda. Disse uno di loro: ""Quanto tempo siete rimasti?". Dissero: "Siamo rimasti una giornata o parte di una giornata". Dissero: "Il vostro Signore sa meglio quanto siete rimasti... (Surat Al-Kahf, 19)
La situazione descritta nel versetto seguente prova che il tempo in realt una percezione psicologica.
colui che passando presso una citt in completa rovina [disse]: "Come potr Allah ridarle la vita dopo che morta?". Allah allora lo fece morire per cento anni, poi lo resuscit e gli chiese: "Quanto [tempo] sei rimasto?". Rispose: "Rimasi un giorno o una parte di esso". "No, disse Allah, sei rimasto cento anni. Guarda il tuo cibo e la tua acqua, sono intatti; poi guarda il tuo asino, [Ti mostriamo tutto ci] affinch tu divenga un segno per gli uomini. Guarda come riuniamo le ossa e come le rivestiamo di carne." Davanti all'evidenza disse: "So che Allah Onnipotente". (Surat Al-Baqara, 259)
Allah, Che ha creato il tempo, ne libero. L'uomo, al contrario, limitato da esso secondo l'ordine di Allah. Come scritto nel versetto, l'uomo non neppure capace di conoscere quanto tempo ha dormito. In uno stato simile, affermare che il tempo assoluto (come i materialisti) irragionevole.
Il destino
La relativit del tempo chiarisce un argomento di estrema importanza. La relativit cos variabile che un periodo di tempo che a noi appare della durata di miliardi di anni, potrebbe durare soltanto un secondo in un'altra dimensione. Addirittura, l'intero corso dell'universo, dalla sua nascita alla sua morte, potrebbe essere inferiore al secondo. Ci costituisce l'essenza del concetto di destino un concetto che stato frainteso dalla maggior parte della gente, in special modo dai materialisti, i quali lo negano completamente. Il destino la perfetta conoscenza da parte di Allah di tutti gli eventi passati o futuri. Molti si chiedono come Allah possa conoscere in anticipo gli eventi che non sono
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ancora accaduti, non riuscendo quindi a comprendere l'autenticit del destino. Nondimeno, gli "eventi che non sono ancora accaduti" sono tali solo per noi. Allah non legato al tempo o allo spazio, in quanto Egli stesso li ha creati. Per questa ragione, il passato, il futuro e il presente sono la stessa cosa per Lui e tutto ha gi avuto luogo ed finito. Lincoln Barnett spiega come la teoria della relativit generale conduca a tali conclusioni nel suo libro The Universe and Dr. Einstein; secondo l'autore, l'universo pu essere "compreso nella sua intera maest solo da un'intelligenza cosmica". 195 La volont che Barnett chiama "intelligenza cosmica" la sapienza e la conoscenza di Allah, Che prevale sull'intero universo. Come cogliamo facilmente le varie fasi di governo di un dominatore, dall'inizio alla fine, come un'unit, cos Allah conosce il tempo a cui siamo soggetti in ogni singolo momento. Gli uomini subiscono gli incidenti solo al tempo prestabilito e testimoniano in essi il fato di Allah. importante attirare l'attenzione sulla superficialit della distorta comprensione del destino prevalente nella societ. diffusa la credenza superstiziosa che Allah abbia determinato per ogni uomo un "destino" che talvolta possa essere cambiato. Per esempio, nel caso di un paziente che si riprenda dopo essere stato in fin di vita, si dice comunemente che " sfuggito al suo destino". Nessuno, tuttavia, in grado di mutare il proprio destino. Questi evidentemente non doveva morire in quel momento. ancora il destino a ingannare quanti credono di sfuggirgli. Il destino l'eterna conoscenza di Allah, per il Quale tutto determinato e finito. Egli conosce il tempo in ogni sua singola frazione e su di esso prevale. Si comprende quindi quanto detto nel Corano che il tempo una cosa sola per Allah: alcuni fatti destinati ad accadere nel futuro sono narrati come se fossero gi accaduti. Per esempio, i versetti che descrivono la resa dei conti ad Allah nel Giorno del Giudizio:
Si soffia nel corno e cadono folgorati tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra, eccetto coloro che Allah vuole. Quindi si soffia una seconda volta e tutti si alzano in piedi a guardare. La terra risplende della luce del suo Signore, si apre il Registro e vengono condotti i
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profeti e i testimoni. Si giudica con equit e nessuno subisce torto... I miscredenti sono condotti in gruppi all'Inferno... E coloro che hanno temuto il loro Signore sono condotti in gruppi in Paradiso... (Surat AzZumar, 68-73)
Come si pu vedere, eventi destinati ad accadere dopo la nostra morte (dal nostro punto di vista) vengono riferiti come gi trascorsi nel Corano. Allah non delimitato dalla struttura temporale in cui noi siamo confinati. Allah ha determinato tutto ci nell'atemporale. Gli uomini hanno gi vissuto le loro vite. Ogni evento, piccolo o grande, parte della conoscenza di Allah ed registrato in un libro:
In qualunque situazione ti trovi, qualunque brano del Corano reciti e qualunque cosa facciate, Noi siamo testimoni al momento stesso in cui la fate. Al tuo Signore non sfugge neanche il peso di un atomo sulla terra o nel cielo; non c' cosa alcuna pi piccola o pi grande di ci, che non sia [registrata] in un Libro esplicito. (Surah Ynus, 61)
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sottende la materia, l'atemporalit e l'assenza dello spazio sono estremamente chiari. Come gi si detto, ci non costituisce assolutamente una sorta di filosofia o un modo di pensare, si tratta piuttosto di fatti innegabili. Oltre ad essere una realt tecnica, la ragione e la logica non ammettono altre alternative: l'universo, con tutta la materia che lo compone e tutti gli uomini che in esso vivono, un'illusione. una serie di percezioni. I materialisti hanno enormi difficolt di comprensione. Riconsideriamo l'esempio dell'autobus addotto da Politzer: sebbene quest'ultimo sappia di non poter evadere dall'ambito delle sue percezioni, ammette questa realt solo in certi casi. Ovverosia, per Politzer gli eventi hanno luogo nel cervello fino al momento dell'incidente, da allora in poi le cose escono dal cervello e assumono una realt fisica. A questo punto, il difetto logico molto chiaro: Politzer ha commesso lo stesso errore del filosofo materialista Johnson, il quale ha detto: "Se colpisco il sasso, il piede mi duole, quindi esiste"; non ha capito che lo shock provato nell'impatto con l'autobus in realt una semplice percezione. La ragione subliminale per cui i materialisti non possono comprendere questo soggetto la paura di ci che in tal caso dovrebbero accettare. Lincoln Barnett scrive che questo fatto stato "scorto" da alcuni scienziati:
Insieme alla riduzione di tutta la realt oggettiva ad un mondo umbratile di percezioni operata da alcuni filosofi, anche gli scienziati sono divenuti consci dell'allarmante limitazione dei sensi umani.196
Ogni riferimento al fatto che la materia e il tempo siano soltanto una percezione provoca un grande timore presso i materialisti, in quanto queste costituiscono le uniche nozioni assolute sulle quali si fondano e che, in un certo senso, idolatrano. Essi credono di essere stati creati dalla materia e dal tempo (tramite l'evoluzione). Quando pensano che l'universo in cui credono di vivere, il mondo, il loro stesso corpo, gli altri uomini, le idee dei filosofi materialisti da cui sono stati influenzati, in breve, tutto sia una percezione, sono pervasi
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dall'orrore. Tutto ci da cui dipendono, in cui credono e a cui ricorrono svanisce d'impovviso. Provano la stessa disperazione che, essenzialmente, proveranno nel Giorno del Giudizio, come descritta nel versetto: "In quel giorno offriranno ad Allah la loro sottomissione e le loro invenzioni li abbandoneranno." (Surat An-Nahl, 87) Di fronte a questa scoperta i materialisti tentano di convincersi della realt della materia; a questo fine "costruiscono" delle prove: fanno a pugni con il muro, calciano i sassi, urlano, strillano, tuttavia non possono fuggire dalla realt. Come pretendono di rimuovere questa realt dalla loro mente, cos tentano di fare anche con gli altri. Sono inoltre consapevoli che se la vera natura della materia fosse conosciuta dalla gente in generale, la primitivit della loro filosofia e l'ignoranza della loro visione del mondo diverrebbe palese a tutti, non lasciandogli alcuna possibilit di razionalizzazione. Questi timori rappresentano la causa della loro insofferenza verso i temi trattati in questo libro. Allah afferma che i timori dei miscredenti si intensificheranno dopo la morte. Nel Giorno del Giudizio risuoneranno queste parole:
Nel Giorno in cui li raduneremo tutti, diremo ai politeisti. "Dove sono gli associati che supponevate?". (Surat Al-An'm, 22)
Allora i miscredenti testimonieranno che le loro propriet, i loro figli e gli amici che avevano ritenuto reali e avevano associato ad Allah li abbandoneranno e scompariranno:
Guarda come si smentiscono! Come le loro calunnie li abbandoneranno! (Surat Al-An'm, 24)
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morte, il Paradiso, l'Inferno, l'altro mondo, o a domande importanti quali "Dov' Allah?", "Che cosa c'era prima di Allah?", "Chi ha creato Allah?", "Quanto durer la vita nel cimitero?", "Dove sono il Paradiso e l'Inferno?". Si comprender in che modo Allah ha creato l'intero universo dal nulla. Le domande relative al "quando" e al "dove" diventeranno insignificanti poich non avr pi senso parlare di tempo o spazio. Qualora si capisca che lo spazio non esiste, allora sar possibile comprendere che l'Inferno, il Paradiso e la terra sono attualmente nello stesso luogo. Intesa l'atemporalit, si comprender che tutto avviene nello stesso momento: niente in attesa e il tempo non scorre, poich tutto gi accaduto e finito. Scoperto questo segreto, il mondo diviene come il Paradiso per il credente. Tutte le preoccupazioni materiali, le ansiet e le paure svaniscono. L'uomo comprende che l'intero universo ha un singolo Sovrano, il Quale governa il mondo fisico a Suo piacimento e a Cui bisogna volgersi. Si sottomette quindi ad Allah per dedicarsi al Suo servizio. Comprendere il segreto il pi grande profitto al mondo. Grazie ad esso viene svelata una realt di estrema importanza menzionata nel Corano, il fatto che "Allah pi vicino all'uomo della sua vena giugulare" (Surah Qf, 16). Come tutti sanno, la vena giugulare all'interno del corpo. Che cosa pu essere pi vicino all'uomo di ci che si trova al suo interno? Tale situazione pu essere facilmente spiegata per mezzo dell'atemporalit. Anche questo versetto pu essere compreso meglio alla luce di questo segreto. Questa la verit. Dovrebbe essere ben dimostrato che non vi alcuno che possa provvedere e recare aiuto all'uomo se non Allah; Egli il Solo essere assoluto in cui cercare rifugio, a Cui chiedere aiuto e su cui contare per una ricompensa. Ovunque ci volgiamo, ivi la presenza di Allah.
Gloria a Te. Non conosciamo se non quello che Tu ci hai insegnato: in verit Tu sei il Saggio, il Sapiente. (Surat al-Baqara, 32)
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148. 99 Ibid, p. 130. 100 Fabbri Britannica Bilim Ansiklopedisi (Fabbri Britannica Science Encyclopaedia), vol 2, No 22, p. 519. 101 Richard B. Bliss & Gary E. Parker, Origin of Life, California: 1979, p. 14. 102 Stanley Miller, Molecular Evolution of Life: Current Status of the Prebiotic Synthesis of Small Molecules, 1986, p. 7. 103 Kevin Mc Kean, Bilim ve Teknik, No 189, p. 7. 104 J. P. Ferris, C. T. Chen, "Photochemistry of Methane, Nitrogen, and Water Mixture As a Model for the Atmosphere of the Primitive Earth", Journal of American Chemical Society, vol 97:11, 1975, p. 2964. 105 "New Evidence on Evolution of Early Atmosphere and Life", Bulletin of the American Meteorological Society, vol 63, November 1982, p. 13281330. 106 Richard B. Bliss & Gary E. Parker, Origin of Life, California, 1979, p. 25. 107 W. R. Bird, The Origin of Species Revisited, Nashville: Thomas Nelson Co., 1991, p. 325. 108 Richard B. Bliss & Gary E. Parker, Origin of Life, California: 1979, p. 25. 109 Ibid. 110 S. W. Fox, K. Harada, G. Kramptiz, G. Mueller, "Chemical Origin of Cells", Chemical Engineering News, June 22, 1970, p. 80. 111 Frank B. Salisbury, "Doubts about the Modern Synthetic Theory of Evolution", American Biology Teacher, September 1971, p. 336. 112 Paul Auger, De La Physique Theorique a la Biologie, 1970, p. 118. 113 Francis Crick, Life Itself: It's Origin and Nature, New York, Simon & Schuster, 1981, p. 88. 114 Ali Demirsoy, Kaltm ve Evrim (Inheritance and Evolution), Ankara: Meteksan Publishing Co., 1984, p. 39. 115 Homer Jacobson, "Information, Reproduction and the Origin of Life", American Scientist, January 1955, p.121. 116 Reinhard Junker & Siegfried Scherer, "Entstehung Gesiche Der Lebewesen", Weyel, 1986, p. 89. 117 Michael Denton, Evolution: A Theory in Crisis. London: Burnett Books, 1985, p. 351. 118 John Horgan, "In the Beginning", Scientific American, vol. 264, February 1991, p. 119. 119 G.F. Joyce, L. E. Orgel, "Prospects for Understanding the Origin of the RNA World", In the RNA World, New York: Cold Spring Harbor Laboratory Press, 1993, p. 13. 120 Jacques Monod, Chance and Necessity, New York: 1971, p.143. 121 Leslie E. Orgel, "The Origin of Life on the Earth", Scientific American, Ekim 1994, vol. 271, p. 78. 122 Chandra Wickramasinghe, Interview in London Daily Express, August 14, 1981.
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L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
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