CON LO SPAGNOLO Le differenze fra i diversi trattatisti (I) in quanto al numero di fonemi in italiano consi- stono nell'inclusione, come fonemi indipen- denti, delle vocali aperte [, ], della s sOIlora [s], delle consonanti doppie o rarrorzate e delle due semiconsonanti [j, wJ. Nella diversit di sistemi fonologici esistenti nell'ambito della penisola italiana, quello basato sul fiorentino colto coincide con la norma fonetica letteraria, accettata, senza grandi contrasti, in tutta la nazione. E se istintive reazioni di carattere sono comprensibili nel- l'italiano noni toscano, insensibie a certe sfu- mature delI"! pronuncia di questa regione, gli studiosi stranieri di questi problemi non possono non accettare come solida base l'ita- liano letterario, il quale coincide essenzial- mente con la pronuncia fiorentina colta. Re- stano fuori, naturalmente, le caratteristiche e le sfumature della pronuncia vernacola, che ogni forestiero ril.::'va non appena entra in Toscana (2). Circa l'ammissione dell' e aperta ed e chiusa, u apert" ed o chiusa, come quattro fonemi (I) Adopero il termine semiconsol/ante per riferirmi al primo elemento [j, w] del dittongo. e Quello di se17livocnle per designarne il secondo [i. \1]. Circa i segni fonetici, potendo purtroppo servirmi del metodo seguito dalla Ren'sta de filologia espalola (II. 1<)15, pp. 374-376) perch la tipografia non dispone dei caratteri necessari. indico con s e Z le esse e zeta sonore, con \ la la- terale palatale, con , la nasale palatale, con , , . 6 le vocali e, o aperte e chiuse. (2) Ricorder due testimonianze spagnole. della fine del Settecento. che fanno riferimento alla tipica gorgia toscana. Il primo di Juan Anronio Gonzalez de Valds, Ortopeia ulliversalo arte de pronunciar, :\Iadrid. Ibarra. I785 : li Quanr:a rliferencia hay entre un Inl;ls, Que silvando fonna cn la extremidad de sus labios todas sus palabras, y un Florentin que las forma todas al principio de su garganta' ., (p. 99). - L'altro del poeta e commediografo Lcandro F. de ),'[0- ratin. ne: suo Vz'aje de ltalt'a. iniziato nell'agosto del I793: A las cuatro postas de Bolonia se entra eo la Toscana, Y se cmpieza a notar el ceceo cl:: Ios Horentinos. fastidioso (;0 10s honlbres. eo las nlujcres, particulannente si san bonitas, por et pri\'ilegio especial que g(Jza esre scxo de convertir en gracia 105 defectot; rnlsm.os 'i (Obruj pr.;stumas, 1, p. 330, i\Iadrid. Rivadeneyra, (867). Curiosa, d'al.trondc, questa confusione tra il li eeceo andaluso e la gorgia toscana. (l1versi, non ci sono grandi divergenze. Il fatto che le comuni grammatiche normative adoperate nella scuola italiana diano sempre la serie di parole che hanno nel toscano una opposizione fonologica secondo la loro pro- nuncia con \'ocale aperta o chiusa, segno di una accettazione generale che, almeno in sede teorica, non si discute, Ammessa ia norma fiorentina, bisog:1a dunque riconoscere all'ita- liano sette fonemi yocaliei in posizione tonica, ridotti a cinque (coincidenti con gli spagr'.oli) irl sillaba atona. A pi complessi problemi danno luogo la s e la z, la cui particolareggiata spiegazione sarebbe qui fuori di luogo (3). Basti rir.ordare che, contro G. Ponu - che interpreta ia s sorda e la s sonora come varianti combinatorie dello stesso fonema, considerano normale la s sonora in posizione intervocalica - B. :;\Ialm- berg considera le due s come fonemi diversi (.'!-). Infatti, la normale pronuncia fiorentina di- stingue la s sorda [s] dalla s sonora [:3] tra vo- cali. con opposizione fonologica tra fuso [fuso] e il participio di ({ fondere fuso [fso]; e d; conseguelza ::".:2 solo reI' la della consonante sorda, 1'opposizione casa i cassa, Il che per un settentrionale rientra l'.,::la serie di V opposizioni tra sonora e sorda [Id.sa i kasa]. I Simili difficolt presentano le due::;, sorda e sonora, ma la loro interpretazione come due fonemi pi chiara, sia perch in tutt,,_ l'Ita- lia esistono i due suoni - mentre la s sonora ignorata dai meridionali - sia perch la z inizi;:l1e pu essere sorda o sonora, posizione in cui la s, se seguita da vocale, nO:1 mai so- nora. E ancora, sebbene in ra::-i casi, la -zz-, secondo la S\.la sordit o sonorit, pu dar luogo a opposizioni distir'lti\-e : raz-:::a [n'rzza! razza], mezzo [mzzo ! mzio]. (3) Ci basti ricordare P. Fiorelli..' l-na sibilante e due campane n, in nostra, XII. 3. 1951, pp. 8r-R6. (.J.) D. li A propos dti systl:lne dc l'italiea l'. in Acta linguistica, Copcnaght:n, III. 1942-r94:.i. pp. 3.+-.+3. - 48- , LINGUA Anche la lingua spagnola di quattro secoli fa possedeva una s sorda e un'altra sonora, ed altri due suoni equivalenti alla z affricata ita- liana sonora e sorda. 1\la il sistema fonetico de! castigliano ha perduto la sonorit della s tra vocali, ed ha soltanto una sonorit condi- zionata, meramente meccanica, davanti a con- sonante sonora, come accade anche alla s ita- liana preconsonantica. La perdita dell'altra distinzione spagnola ridusse i due suoni af- fricati della z alla fricativa interdentale sorda [6]. Allo stato presente delle due lingue, l'in- segnamento fonetico non pu permettere la grave mutilazione che alcuni, a scopo pratico, consigliano, lasciando da parte la s sonora nell'insegnamento dell'italiano agli spagnoli e ispanoamericani, e raccomandando agli ita- liani, nello studio dello spagnolo, la pronuncia della interdentale c o z come s, data la diffu- sione del seseo)} nelle nazioni americane di lingua spagnola (5). Le caratteristiche che hanno color locale)} sono legittime in una certa area, ma non possono essere generalizzate. (.) Prima di discutere il problema delle conso- nanti rafforzate e delle semiconsonanti, ve- diamo il numero di fonemi che sono stati asse- gnati all'italiano. Bruno lVIigliorini, in un'agile operetta di carattere divulgativo, ha accennato '1 28 o 30 suoni-tipo (6). (Egli allude certo ai 21 fonemi consonantici, inciusa ia sonora, pi i sette vocalici, lasciando aperto il proble- ma delle due semiconsonanti). Dall'elenco di R. A. Hall viene fuori un totale di 27 fonemi, perch egli non tiene conto n delle semiconso- nanti n della s sonora (7). Anche W. Belardi, a proposito della differenza tra la s sorda e la so- nora come delle opposizioni tra le vocali aperte e chiuse, dice che hanno importanza non tanto per l'essenziale distinzione semantica, quanto per l'eleganza della dizione )} (8), il che significa negare a questi suoni il carattere di fonemi (5) Come fa Giovanni l\leo 2i1io. "Notas de Fono- y Auto-fonodidactica italo-hispanica". in Anales del Illstituto de Prolesores Artigas. 2. Montevideo. 1957. (6) B. l\oligliorini. Pronunzia fiorentilla o promLllzi" ro- malia? Sansoni. Firenze. pp. 70-7 I. (7) R. A. Hall. Jr.. " Italian phunemes and orthography '. in Italiea. XXI. 2. 1944. pp. 72-82; e Descriptive Italian C,ammar. Ithaca. \ew York. 1948, pp. 7-17. (8) \V. Belardi. Illtroduziolle alla IOllologia. Roma. 1952. p. 189 (cit. da Castellani. vedi nota seguente). NOSTRA indipendenti. Il Dizionario Endclopedico [t{l- liano pubblicato dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, nelie Avvertenze )} premesse al voI. I (Roma, 1955), d tra l'altro un'esposizione sin- tetica dei capisaldi del sistema fonologico adot- tato tipico per la lingua italiana, e coin- cidente con quello dell'uso fiorentino: tali capisaldi sono la qualit del suono)} che determina la reciproca opposizione di 30 fo- nemi )}, la durata del suono )} che determina la distinzione in doppie e scempie )} di 15 con- sonanti, e l' accento d'intensit )}. Anche A. Castellani la pronuncia f:o- rentina, indiscussa daflpertutto in ci che ha di essenziale, comprende dal punto di -;'ista puramente qualitativo)} 30 fonemi, e cio 7 vocali toniche, 2 semiconson:l11ti e 21 ronemi consonantici: tuttavia, tenendo conto dei dinemi consonantici e dell'accento )}, bisogr..a aggiungere 5 vocali atone e 15 consonanti con due dinemi, vale a dire co:! due gradi di ener- gia diversi, capaci di differenziare un signifi- cante da un altro significante ; il giunge cos a un inventario di 50 unit fone- matiche (9). In un importante commento al ricco articolo del Castellani, P. am- mette, anche lui, che i fonemi sono trenta, com' noto )}, ma con i dinemi (e insieme cro- nemi) consonantici e con l'accnto, si sale a cinquta un: disti.ntive ') (IO}. Dal confronto con il sistema fonologico spa- gnolo e dalle conclusioni tratte dagli studiosi delle due lingue, possiam::> tentare un nuovo conteggio che differisce parzialmente dai pre- cedenti. Lo spagnolo, ortografic<'T.ente !1ariando, am- mette un'opposizione fonematica tra conso- nanti semplici c doppie solo in due casi: con r e con n. l\la queste dl:e geminazioni non si presentano allo stesso modo alla coscienza del parlante. Le limitatissime opposizioni n / lln rappresentano una vera gemina:>:ione ch ap- pare in rar forme dotte, o, fortuitamente, in (9) A. Castellani. Fonotipi e fonenli in n, i11 Studi di Filologia Iialialla. XIV. 1956. pp. 435-453. (IO) P. Fiorelli. "Degli elementi del parlar toscano". in Lingua Nostra. XVIII. 1957. p. II5. Il Fiorelli a\'e\"a gi pubbli:':::1to un inventario somInario dd 'l trenta fonelni italiani. secondo la pr.Jnunzia di Firi::nze, nell'articolo It Snso e premesse d'una fonetica fiorentina Il, in Lingua XIII. 1952. p. 60. 49 - LI NGU A parole composte (1 r). La rr invece viene con- siderata da Abrcos un vero e proprio fonema a parte. I suoi argomenti sono convincenti: la TI' esiste in spagnolo in posizione iniziale, dove non si hanno mai consonanti doppie; nella delimitazione sillabica, inoltre, appartiene per intero alla sillaba seguente. I due fonemi vibranti spagnoli (r, rr) si possono includere nella distinzione generale di debole / forte che, con la sonorit, oppone le coppie [bip, d/t, g/k], parallelismo confermato dal fatto che anche la r, come le occlusive b, d, g, ha una va- riante fricativa e rilassata [.1] (12). La questione in italiano diversa: la r iniziale toscana sempre semplice. (Lasciamo da parte che la :r iniziaI: sent: i.n Ignorata moiqualslaSlposlzlOne dal settentno- nali; la prpnuncia della r scempia in luogo di rr si ;diffusa nel secolo scorso anche a Roma). Invece, nella separazione delle sillabe, la -rr- si comporta come in spagnolo, malgrado l'ortografia italiana, car-ro, di fronte alla spa- gnola ca-rro, giustificata da un senso di coe- . renza entro il proprio sistema ortografico. Il sopraccitato fonologo spagnolo (13) crede in- vece che, per quanto concerne l'italiano, solo la r semplice debba essere considerata unit fonematica, perch la rr da interpretare c.mc 1:1 sua geminazione. Infatti, quasi tutte le consonanti italiane ammettono un grado raf- forzato che, fonologicamente, si oppone ai cosiddetti gradi tenue e medio. evidente che la spiegazione fonologica della rr, se considerata nell'ambito delle relazioni entro il proprio si- stema, sar diversa in italiano e in spagnolo; tuttavia non pare ben giustificato negare l'au- tonomia fonematica alla Tr italiana. Si pu, a rigore di termini, parlare di ge- (I l) Mi riferisco a opposizioni del tipo canna "gnero de plantas cami.ceas Il I cana; annal medida de peso filipina Il / anal; pCllllado li pnado Il ..' penado: anllado \( ant.. hijastro u I a nado; cannata K nacicio al' tiempo de otro 1/ / conato. ' (12) E. Alarcos Llorach, ' Derniers travaux rcents ans le domaine de la phontiQue espagnole " in PllOnetim. III. 4, 1959, pp. 2J8-246; e Problllles de phol/ologie romal/e, relazione presentata d 'ColioQue International de Civilisa- tions. Littratures et Langues ron1anes ". Bucarest. 1959. Anche Bertil \-lalmbcrg, tt<des stlr la pllOl/tiqlle de l'espagnol parl en Argentine. Lund. 1930. afferma: t: -Yr- est senti comme un phonme part, qualitativement diffrenci de -r-. (P. 197). (I J) Alarcos, cito NOSTRA minate quando nella maggior parte delle con- sonanti italiane chiamate doppie c' soltanto un rafforzamento quantitativo, un allungamento della stessa articolazione? La distribuzione in una o due sillabe delle consonanti doppie dipende, foneticamente, dal modo d'articola- zione dela consonante: le occlusiye restano ve- ramente divise dal brevissimo inten'allo ri- chiesto nella loro pronuncia; ma le fricative e le affricate solo ortograficamente: si pm;sonc) interpretare come geminate. rlrr in italiano da inquadrare nella serie delle opposizioni semplici / rafforzate, di cui parte- cipano quasi tutte le consonanti. :.\'Ia alcune am- mettono solo il grado rafforzato, come le tre palatali laterale [\ J, nasale [l. J e lricativa [s]; sono anche di grado rafforzato o medio, non mai tenue, i suoni rappresentati da una z o. due zz. Invece, la s sonora [sJ manca:';'rle1 grado rafforzato. Circa la possibilitii del rafforza- mento consonantico iniziale, esiste pure nor- malmente nella pronuncia toscana in deter- minate condizioni - senza che 1'ortografia ce lo indichi - ma, si badi, solo in priilcipio di parola e nOi;. di gruppo fonico, come accade con la l' spagnola. La serie delle vpposizioni consonantich breve / lunga, indispensabili nel- la determinazione del sistema fonologico ita- liano, abbraccia -- di fronte alla sola oppsi- in spngnolo (parajparra, perra, torero/torrero) - le quindici conso- nanti seguenti: :'. [b] : libra/:ibbra; Ebro/ebbro - [e] : micia/ miccia; cacio/caccio - [d] : cade/cadde; Ada! Adda - [f] : tufo/tuffo; Carafa/caraffa - [g] : fuga/fugga; mughi/mugghi - [g] : agio/aggio; mogio/maggio - [k] : eco/ecco; roca/rocca - [1]: mole/molle; pala/palla - [mJ: camino/ cammino; fumo/fu mmo -- [nJ : nono/nonno; ceno/cenno - [pJ : rupe/ruppe; copia/coppia - [r] : aringa/arringa; caro/carro - [sJ : casal cassa; poso!posso - [t]: bruto/brutto; dita/ ditta - [y] : bevi/bevvi; <lyito!avvito. Ortograficamente ci pu essere anche cam- biamento di significato nella sostituzione di -z- per -z:::;-, ma nella pronuncia non ne percettibile la differenza: si confronti vizi con 'Vizzi. l\Iagrado dunque la-grafia e il nome di sesondi membri dell'opposizione distinti"a (vengano chiamati lunghi, rafforzati, geminati 50 - LINGUA o doppi), non possiamo dimenticarne le pro- priet fonologicamente rilevanti che danno loro piena autonomia funzionale nel sistema. Resta, per ultimo, il problema delle semi- consonanti. In genere gli studiosi italiani ten- dono a considerarle fonemi indipendenti dalle yocali i, 11. La stessa idea viene precisata e confermata nel recente ed ottimo Dizionario Enciclopedico Italiano, s. v. semiconsonante, dove si indicano parole con opposizione fonologica distintiva secondo la loro pronuncia con vocale piena o con semiconsonante; cos, piallo tri- sillaba [pi-a-no] se derivato da Pio, mentre la pronuncia della stessa parola nel suo signi- ficato abituale [pj ano]. Con la u abbiamo la quale [la kwale] e lacuale [laku ile] de- ri"ato da lago . :Ma si riconosce a queste opposizioni scarso rendimento funzionale e si ammette la coesistenza delle due pronunce an- che in parole di uso frequente: A-ri-o-sto c A-rio-sto. La fonologia spagnola, invece, nel suo massimo rappresentante, E. Alarcos Llo- rach, considera i suoni [j, i, w, \l] dei dittonghi clstigl::mi, come varianti dei fonemi vocalici [i, u], di fronte a coloro che li interpretano come varianti dei fonemi consonantici [y, w]. La loro indipendenza fonematica non viene nemmEno discussa. Alarcos, considerando i dittonghi gpagnoli come difonen1:ltici, deter- mina la relazione tra i due suoni che li com- pongono e i corrispettivi fonemi vocalici, di indubbia somiglianza fonetica. Le semicon- sonanti sono, per lui, varianti prenucleari di sillaba, come le semivocali sono postnu- c1eari ; i, 11, invcce, funzionano come nucleo sillabico: san sonidos que no se oponen en cl sistema, sino que s610 COlltrastan en el decurso (14). Arrigo Castellani, dal canto suo, dopo aver citato esempi come arguire [ar-gu-i-re] e Trieste [Tri--ste] di fronte a eseguire [esegwire] e de- (14) Alarcos.' Semi"oca!es y semiconsonantes espanolas '. in Archi'!:,,,". IX. Oviedo, 1959. p. 181. I concetti di opo.':.:idn e cOl/lraste si tro\'ano anche ncll'ultima edizione della FOl/o- logia. dello stesso autore. ma non nelle due precedenti: , ResenJmos oposicion para designar estas diferencias entre eIcmcntos que pueden aparecer en el mismo contexto, dife- rencias entre un clenlento que realmente esta en el decurslJ hablado y otro Que s6lo es ",irtua!. En cambio. las diferencias (Ontrc cIelnentos sucesivos en el dccun.. o hablado senin llamadas contrasles " (E. Alarcos Llorach, Fonologia Espallola. 3' ed.. :\Iadrid. Gredos. 1901, p. 37). NOSTRA striere (destrjre] , conclude che [w] e [u], (j] e [i] sono fonemi iversi perch intercambia- bili in contesti equi\'alenti (15), secondo la norma fonolugica per cui le varianti di uno stesso fonema non appaiono mai nello stesso contesto. L'impostazione del problema e le conclusioni sono divergenti nei due trattatisti. Eppure, le ragioni addotte dal fonologo spa- gnolo sono applicabili in italiano. In questa lingua, come in spagnolo, la [j] e la [w] ros- sono solo elemento iniziale di una combi- nazione monosillabica di vocali; e la [1] e la [\l] solo elemento finale. Ci che differenziale nei gruppi di vocali degli esempi del Castel- lani il loro carattere tautosillabico e etero- sillabico,' dal che conseguentemente, la semiconsonante o la vocdle. Non mi pare che si possa parlare, a rigore, dello stesso con- testo, quando la distribuzione sillabica non coincide esattamente nelle due parole. Esiste certamente una differenza fl)netic:l subordinata alla connessione dei suoni ma, anche per gli stessi italiani, la distinzione tra le vocali [i] e [u] e le semiconsonanti [j] e [w] lion sempre facile a farsi) (16). giusto far notare che in italiano non ci sono le alternative spagnole fra [-,\'i-ui] e [jU-Il"l] come nell'avverbio lIlUY e, pi rar::z.rilr:nt, lle1a p:l:-ol:1 Dtda. lvla ci si deve alla maggiore stabilit delle vocali ita- liane: si metta a confronto la sopraccitata alternativa [mui] e [mwi] spagnola e la netta differenziazione fonologica dell'italiano tra cui e qui, dove non rilevante tanto il valore voca- lico o semiccnsonantico della u qU:into l'accento. In spagnolo, Imi [u-i] e fzuy! [ui] non si tro- vano nello stesso caso perch la chiara opposi- zione distintiva qui segnata non solo dall'ac- cento ma dal carattere eterosillabico e tauto- sillabico, rispettivamente, dei due gruppi vo- calici. Aggiungo anche che la fiattura iri due sillabe del gruppo di vocali (debole atona + forte tonica) molto pi frequente in italiano che non in spagnolo, il che costituisce una delle differenze fonetiche pi importanti fra le due lingue. iVla, eccezionalmente, si pu anche ci- tare qualche opposizione spagnola di questo gener.e: (pjjpi-6], il nome del piee e la ('5) A. Castellani. Fonotipi. cit .. p. 450. ('6) Castellani. FOllolipi. cit.. p. 445. - 51 LINGUA forma del verbo piar pigolare l), in un signi- ficativo contrasto che non giunge ad alterare la sostanza fonetica della i, variante semiconso- nantica nel primo caso e fonema vocalico atono nel secondo (e anche si potrebbe aggiungere la forma del eongiuntiyo pie, con valore silla- bico della i tonica). Un'ultima osseryazione : i suoni suddetti - secondo la regola IV di Trubetzkoy, ricordata pure da Alarcos - non si com1Jinano fra di loro, non esistono cio i gruppi *[ji, ii, W11, ul}] che darebbero alle va- rianti indipendenza fonologica. E non sono un'eccezione a questa regola le forme italiane finii, zii,lpii, ecc. perch in esse la seconda i non ma vocale piena. In cOllc1usione : in confronto ai cinque fo- nemi vocalici del castigliano, indipendente- mente dall'accento, il toscano presenta sette fonemi in sillaba tonica, ridotti a cinque in sillaba atona con la neutralizzazione delle op- posizioni l, 6/. Nell'italiano letterario, inol- tre, la s sorda e la s sonora sono due fonemi diversi. In quanto alle cosiddette consonanti doppie, sono a interpretare come elementi essenziali del sistema fonologico italiano, come unit fonematiche indipendenti da cui deriva il caratteristico chiaroscuro rrcustico, gene:","!') dagli alternatiyi rafforzamenti articolatori. Invece, tanto in italiano come in spagnolo le semiconsonanti non sono che semplici varianti fonetiche delle vocali i, u. Restano dunque 15 fonemi consonantici coincidenti in entrambe le lingue: [b], [e], Cd], [f], [g], [k], [1], [], [m], [n], [il], [p], [r], [s], [t]. Ma, mentre sono tre i fonemi spagnoli [6, x, y] che mancano in italiano, questo ne pre- 'senta sei che non esistono in castigliano [g; 5, v, il, z, z]. Ai 18 fonemi consonantici elencati per lo spagnolo, dobbiamo aggiungere la l'I' che ha i caratteri di un fonema a parte; in totale sono 19 e in pi le cinque vocali. La lingua na- zionale italiana accresce i 21 fonemi consonan- tici inventar iati con altri 15 rafforzati o lunghi, funzionalmente autonomi, che fanno 36 pi i sette fonemi vocalici. Donde, ii numero di 43 fonemi che si po- trebbero assegnare all'italiano letterario, di fronte ai 24 cl:.: formano il sistema fonologico della lingua spagnola. JOAQuiN ARCE. NOSTRA VOCI GIORNALISTICHE Il giornalismo, come qualunque mestiel e o professione, ha una terminologia che pu ':a- riare con il tempo; il giornalista - o chi vuoi diventarlo - conia o usa i vocaboli tecnici inerenti al suo lavoro. Dall'ampio e interessante yolume di Gior- gio lVlottana, Il giornalismo e la sua tee'zica (Milano, G. Miano, 1960) si possono dt- durre molti vocaboli e modi di dire usati dai giornalisti: Il giornalista deve avere dimesti- chezza con i vocaboli tecnici del mestiere (p. 43) Lo spoglio di altri libri del genere potrebbe essere utile per documentare l'evoluzione sto- rica di certi vocaboli, il loro affermarsi o il loro decadere; ma il risultato di una tale ri- cerca - non facile -- forse non compenserebbe adeguatamente la fatica. Questo del Mottana , cronologicamente, l'ultimo volume del genere apparso in Italia, e per la sua impostazione strettameme tecnica consente una' valutazione attuale degli ele- menti linguistici in uso nel giornalismo; quindi pu avere un vdlore anche storico. :=. qualche rilie',l-a somm8:-o de- dotto dalle s c h e de: a) Si sottolinea la crescente specializza- zione del mestiere o della professione per cui oggi si parla di vari tipi di c l' o n a c a e di diverse specialit del c r o n i s t a; si hanno diversi settori di applicazione della p t, b - b l i c i t , ecc. b) Si elencano i diversi tipi di giornali oggi diffusi (cinegiornale, radiogiornale, tele- giorn<lle); si sottolinea l'esigenza del pubblico che reclama giornali al mattino, nel pomeriggio, a sera; si precisano i nuoyi procedimenti di stampa che consentono il rotocalco ecc. e) Si prospettano le diversit di scrit- tura a seconda che si tratta di scrivere un libro o di collaborare al giornale per cui si hanno scrittori-giornalisti aCC:lllto a giornalisti- scrittori; la variet dello stile giornalistico in r"elazione all'articolo: di fondo, di terza pa- gina; la differenza del carattere tipografico in relazione alla posizione dell'articolo; di aper- tura, di spalla, ecc. 52 -