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mmmk
ARLECCHINO
OPERE
IGNOTO TOSCANO.
IL
DI
ARDENGO
Firenze,
SOFFICI
1909.
Firenze.
1909.
1911.
1911.
Firenze. 1913.
Firenze,
1914.
GIORNALE
1920.
DI
BORDO.
Firenze,
1915
Firenze,
1918;
1918;
LA GIOSTRA
DEI SENSI.
Firenze, Firenze,
1919; 1920.
1919.
SCOPERTE E MASSACRI.
LA RITIRATA DFL
FRIULI.
Firenze,
1919;
1920.
Firenze.
1919.
Fi enze.
1920.
Firenze,
RETE MEDITERRANEA.
4 volumi.
1920.
SOFFICI
ARLECCHINO
it
^
VALLECCHI EDITORE FIRENZE
PROPRIET LETTERARIA
Firenze,
1921
Stabil. Tipogr.
A.
Vallecchi,
Via
Ricasoli, 8.
PKIMAVEKA
Io,
Menalio,
il
disgraziato
dalle
tre
tragedie
nanziaria
fi-
il
viso
della felicit.
che finalmente ha
di
di
stigli
sbaragliato
la
respinto
da'
monti
giorno,
sporca
nuvolaglia
in pieno
l'altro
mi batteva
occhi
quando
Cape
mi son
pello
destato, e io
ventitr,
i
sono
sigaro
uscito.
sulle
in
bocca,
via su per
poggi.
Le strade
;
e le viottole
ma
di
qua e
solato,
sulle
prode
i
campi a
son gi
fio-
Ho
stelo
tremante,
secco, e
i
il
paleo
per
tutto,
fra
le
zolle,
Ho
vi-
sto
se
tu la strappi. Sotto
i
susini e
sole e
le
ciliegi
verzica
si
grano tenero
sui
l'ombra
muospotra
von
solchi
salciaie
;
rosseggiano
le
rame
di
brillano
le
colline
sorgon
sassose,
i
ferrigne,
i
con
le
case su su per
il
fianchi
gial-
cipressi che
ombreggiano
tetto
pali in riga
come
lancie d'eserciti.
a.
Lon-
Pistoia, le
:
montagne
il
cielo terso,
La primavera
fischio s'alza e
sibilo
dice la cinciallegra
;
il
suo
delle
!
Lo
so, lo so
anima
pervasa
9
di luce e di germinazione. Sento dentro
di-
me come un
lume
il
della lu-
cernina.
L'
io,
mi
-
diceva
filosofo
ag-
il
non-io,
non
si
pu
produca
il
non-io a
:
meno 'di
giungere la reciproca
il
non-io produce
io.
STon
e'
Berkeley P ha di gi dimostrato
non
e in
il
ma
e'
nemmeno
sistenza
soggetto
del
senza
oggetto.
L'e-
dunque
mondo
oggettivo
dell'esi-
io,
vale a dire
soggetto
non
mai
sariamente da un oggetto
Bisogna dunl'assoluto.
dell '.io
non-io l'assoluto.
esiste
Nemmeno, perch
;
non
senza condizioni
non
nulla
senza
il
10
soggetto pensante
il
Ed
io seguivo
con ansia
ragionamento.
co'
1
Dunque
V
io,
mi domandavo
qual' la verit
il
qual' l'assoluto
non
io %
contradi?
zione
dell'essere
del
si
non
essere
idea
La
trova
allora
nell'
d'essere
filosofo
si
mi spiegava
8'
un
altro
fssa,
si
de-
termina,
definisce.
Ma
l'essere
deter:
minato o
il
finito si
l'
continua
:
all' infinito
il
finito
infinito
nulla obbliga
limiti
:
pen-
siero
ad assegnargli dei
si
nuova
contraddizione che
l'
finito
Ma, obbiettavo
essere
si
io,
se
l'essere
il
non
risolvono
di cui
mi
si
parla
non
!
o non di gi
pi quando
si
afferma
11
me
stesso
al-
Ora mi
nell'acqua
ritrovo.
Passando vicino
al vi-
mano
era ghiaccia
una
gallina che
beccava
mio gesto ed
aperte,
ho spau-
La
mi
si
appiccica alle
il
scarpe, terra
mio
mio sangue,
e quelli
Ma P io
Fin
fate
la
!
il
non-io....
fin
mi
ricordare
Arianna
Arianna
mia pena
Se
fosse
me
le
carezzerei
capelli
;
ma
qui,
perch
il
12
la
destino che
ci
mena per
mano come
destino
aspetto.
intanto
al sole, vicino
a un
capanno
di paglia e di scope, e
mi rimondo
un bastone
partir.
i
di frassino per
il
viaggio
se
un mazzo
di carte e
un
fucile.
ladri
capanni
i
altre
schioppettate
rispondono, e
Ora
le
il
capanno vuoto
ma ci
i
sono ancora
si
giovinetti
se-
partita, e su l'una
?
un
fanciullo ?)
ha
fatto
Ma
i
cosa importa
Io
mi sento
:
tutto in-
zuppato di giocondit
io
amo, stamani,
il
vino,
il
giuoco,
cani, e
anche
ladri,
poveracci
neri
13
col
nel
lume
il
di
luna,
roncolo
sul
grappolo,
Amo
soprattutto
bambini
carne pura
!
Dio mio
per-
ch far
ni
uno
:
di questi gior-
na che amo
e
soffrire....
mi
fai
tano,
la
primavera
urla
quasi
di
il
tramondosso
il
strappandomi
Grazie,
vento vagabondo
come
la
mia
modera
venti in favore
dell'agnello tosato.
e
dimmi
soltanto
non
essere
si
venire.
S,
tutte
queste
forme,
questi
non son
14
cose diverse in s stesse,
in
ma
vivono tutte
!
infinita
L'universo
l'immagine fiammeggiante di
un pensiero
una
si
che
favilla
lasci
questo fuoco.
Ma
che
mi
a
se
ogni
modo
i
il
accarezzar
l'erba
come
fossero
capelli di Arianna. Io
non voglio
e'
formulare
un vecchio e
monticelli nel
H
il
bambino
in
vacilla
per
il
troppo carico, e
vecchio va cauto
l,
e lo dirige
con
le
stanghe. Pi
un pez-
odo
vedo
luccichio della
mi
avvicinassi sen-
dove s'arron-
cigliola
il
chiama
le
capre smarrite
Te'
te'
Presso
il
15
vestita
di
pagliaio, la massaia,
i
rosso
governa
pulcini.
subordinata al
;
concepisce
se
essi
il
me
s'
o fuori di
me
se per
?
me
identifica
con l'oggetto
Dillo
Io guardo
nonno,
il
nipote e
cinque
uomini
e sento
affaticarsi in
il
un lavoro magnifico
di tenerezza
fraterna.
e
il
la
voce
del
pecoraio
pilli
pilli
della massaia, e
mi
ri-
tempo
ta
della
mia
e
infanzia.
me
vivere
della
verit
non voglio
che
dire
amare.
?
comprendere
salire
il
tobre,
ancora
questa
collina,
verso
la
tramonto, con
e che tutti
con un
IO
bicchiere
di
aleatico
in
mano, fossimo
per-
d'accordo
a dire che
l'universo
E
forse,
si
Non
il
altro.
il
Che
il
se poi.
dolore,
il
dubbio,
il
come,
quando
il
rio
perch mi
more cambiarsi
in
odio,
o,
peggio,
!
in
io sop-
il
ricordo di
Impara ad
esser
dnro
mi
disse
un
gli
fratello
duro
per
stesso
paiole.
grandi, avuto bisogno, per vivere ed esser fosse che cosa di appoggiarsi a qualche
ferma e
stabile. Gli
uni
si
sono appoggiati
dovere sociale. sorta di dio, altri infine al basi, butto via Io d un calcio a tutte le
tutti
filo
i
17
un
la
di ragno, sopra
?
un
abisso buio.
nuo^a grandezza
Ma
la
novissima tragedia.
immerso
mie
nell'az-
spalle la terra
come un
ventre,
come un
mia
seno,
poppano
sulla
testa
e'
e degli uccelli;
vicino,
appena
delle
nati,
montagne
per tutto,
la
vita
ir-
refrenabile, vittoriosa.
Ed
io
sono
si
felice.
Come
l'essere
il
non
essere
risol-
lon-
risolvono in
in
me
in
un'ebbra
di
gioia,
si
melodia,
un
e
flusso
rapace
che
;
monta
tocca
;
scende,
s'allarga e
restringe
il
cielo
ed
nel
tutto e io
non son pi
e'
mi ripiomba
cuore e non
nulla
all'
infuori di me.
Ieri
18
la
cercavo sui
libri
verit senza
musica,
e
in
questa
felice.
serenit
di
il
pridi-
mavera,
sgraziato
sono
dalle
Io, Menalio,
:
tre
tragedie
filosofica,
sentimentale e finanziaria.
UNA SERATA
IN FAMIGLIA
Avemmaria
Se
seguita
quest'acqua,
il
bisogner
tetto. Ilo
visto che in
camera nostra
la
macchia
dello
stoiato s'allarga
sempre pi.
;
anche
le
docce
quelle....
La
mamma
e la zia sospirano
una dopo
l'altra,
mani
in
moto
e sui
fili
di paglia bril-
Nel
il
dolo pare
il
passo di un
uomo
che premediti
La
mamma
Via
22
del
e legge
secondo mistero.
Nel
secondo
mistero
doloroso
si
Anch'
io,
Finora
il
cri-
stiano era
l'essere
e,
morale
una curiosit
,
senza pari,
come
essere morale
pi
fri-
pi dannoso a
s stesso di quello
che
La morale
gna
forma pi malila
menzogna,
vera
rovi-
V ha
nata
....
....
Grolia patri e
figlio
e spiritos-
mino
Ma
!
senti,
Adele,
il
Fa
A
perto
il
23
domani
!
te fuliggine,
paiolo
?
:
ce n'era
un bon
poca....
Pausa.
E lume
scoppietta e lappola.
La
al-
lunga
stra
il
come
scroscia sulla
mota
L'oriolo cammina....
E
Si
Bulicotto non
!
s'
visto e
giusto
!...
non pu
male
lavorare
Eh
fosse
!
il
di
quando piove
non
si
non
da
!
fare.
Ma
per ubriacarsi
tito stanotte ?
li
trovan sempre
e'
Non
resta indietro....
poco....
Dugencinquanta
tra
Mah E
!
cavallo zoppo.
vo-
glion
lera
!
24il
riappellarsi
per
figliuolo
in ga-
Un
bel
ciaccherino,
anche quello
mortis nostrae.
la
mia
os-
ca-
strae.
Cosa
Quando risponde
all'
ave Maria
:
di-
mortis no-
Si,
eh
M'avanza
si
il
crederlo, Va' a
!...
strambottola
sorride bonariamente.
vero
Non
fa nulla per.
Basta
la fede,
e'
Speriamo
Eppoi
io
dico cos
Se
qualcosa, ce
mondo
di l
Certo.
Bulicotto,
per
esempio. Si
ubriaca,
gione....
25
_
non paga
Vedrai
la
pi-
bestemmia,
Scherza, scherza
!...
il
Dunque, Adele
questo rosario
si
?...
con-
templa, come
terzo giorno
dopo
morte
non mai
mio
gna
di
scema
col
ritmo
un
respiro di dormente.
....
non come
singolo individuo,
ma
;
come umanit
sprezzare
s' i
!...
s'
insegnato
a di-
il
anima
corpo
uno
spirito
per distruggere
s'
si
amore
26
di s stessi (la parola stessa gi calun-
niosa
!) il
cattivo principio
e al contrario
contraddizione degli
istinti, nella
perdita
more
si
del prossimo
scorge
un valore pi
!
che dico
il
...
Una requiemeterna
:
povero babbo
lo
al
la Silvia ?
lei ?
Quella V bona
Stamani
!
1'
ho aspet-
Insomma gli ho det Gu gioca A che gioco to. fa l'abbia pazienza. Ci ha quella
tata al pozzo.
si ?
!
s'
figliola
si
faccia
cuna
garle
Gi
sempre qual-
delle
;
nuove.
Ma
io le tasse
devo pa-
il
schere.
27
L'abbia pazienza
Poi, figurati,
fa-
undicesimo
!
zienza
vuole
Ah, signore
!...
Una
povero
Alberto....
Eequie meterna....
Improvvisamente una voce roca scoppia nella strada, vicinissima alla finestra,
e
mi
fa sussultare
Lupinaio
!...
Mandorlati
!...
!...
Belle le
ballotte.
Le bollano
il
Fello,
il
resto
Lui
Chi
poi,
?
non
?
se
ne parla, vero
Fello
dopo
la
Befana.
!...
Piacciaddio
Eequiemeterna....
che muglia fra
e nel camino.
28
il
vento
campagna
lo
Qoant'anni
Alberto
?
mamma,
che morto
zio
La
mamma
;
e la zia
interrompono la
l'altra sa ri-
preghiera
ma
n l'nna n
spondermi subito.
Quant'anni
*?
Aspetta....
La povera
;
mamma
il
anni....
tacinque
Nulla.... Cos....
Ma
si
era gi malato
uccise....
gli
da un pezzo quando
Sofa.
S,
s'ammal appena
mor
la
fi-
danzata.
Era maestra
Bellissima
qui, la fidanzata....
Era
bella?
!
tanto
buona, vero
Uh
!...
.alta, slanciata.
29
Eppoi, fine
era pisana e
le
si
di
buona
famiglia.
Noi ragazze
sorella....
voleva
Io
zio Alberto,
lui,
com'era
e
Bello anche
buono.
Ma
non
cavalli....
?
!
le
voleva bene
Maria santissima
le
Quand'era a regi
gimento
scriveva tutti
?...
giorni.
E
Eh
come and
!
Quando
si
mise a
nes-
piangere, e poi
giorno. Fu-
mava
e passeggiava.
a guardare un
filo
d'erba....
Ma
il
primo segno
?...
Fu una mattina
un
una botbanco e
il
si
mise a tagliar
carne....
L per
l si
cre;
ma
i
qualche
sera
dopo
il
si
fu
daccapo.
Mont a
cavallo per
istruzioni militari.
La gente
rideva.... Fi-
gurati noi
!...
il
Ma
S
poi guar.
ma
si
quello.
Era
tetro
s'era
faceva far
le
ceva che
lo
avrebbe fatto
arrestare....
La
spiro
mamma
far la treccia,
io so-
poi, al
fo
dramma
volta.
Pareva
fosse calmato.
Stava sem;
buono con
tutti
a volte
persino scherzava.
31
Ma
aria
la sera avanti.... del fatto, che
?
la-
aveva
babbo
era
vicino al lume,
si di-
;iendario
che
ci
s'aveva.
do fu
l'ora d'andare
la lucernina, ci salut
come
l'altre sere, e
mont
in
camera
sua....
potesse....
Nulla....
A
un
La mattina dopo
era
il
un colpo
silenzio.
di fucile al
un gran
lui.
Immediata-
mente pensai a
La camera
era piena di
fumo
muro
spruz-
32
zato....
Disgraziato
dissi
Cosa
per
hai fatto
Cominciai a urlare,
nessuno....
ma
non
E
?
nei
fogli
strappati,
cosa
c'era
scritto
Erano
si
stati
sminuzzati in
modo
che
Domani
dovr miseramente
morire....
schioccar
sulla
strada,
dove
un improvviso
volta-
muro
Un rotolio
stemmia
dei bubboli
un passo rapido
di
qualcuno
mi riabbasso
nella
il
ma
lettura.
La
mamma
ro-
sario interrotto.
33
Una requiemeterna per l'anima della povera mamma, Eeqniemeterna.... Una reqniemeterna, per l'anima del
povero
Carlo....
Sofia?
Uhm
eccoli qui.
Per
due braccia
di treccia....
scono
Bisogner
:
finirli,
se
no
si
risecchi-
ci si
Giusto
Chi se ne ricordava
Al-
non
la
quiemeterna....
lato
Mamma,
anche
S....
e lo
zio
Era ma?
lui
di petto.
Tisico.
S.
Ma
lui
Per
la gente diceva....
Lo dicevano,
ma
non
vero.
Mor
O come
and, anche
lm" 9
34
fiori
Ma
se te
V ho raccontato tante
volte!
un vaso
di
di
"Q
camera sua
mont
povero babbo
gliel 'aveva
!
pericoloso,
ma
te,
Anche
lui
doso come
mor
sul colpo....
lui.
Dopo
La
Si,
Eimase
infilata in terra....
un
sera
fatto
certo discorso....
aveva
ma
fu per caso.
i
povero nonno
invitato tutti
menica dopo, e
di quanti
si
la sera
stati
facendo
a tavola
posata.
il
conto
ac-
sarebbe
ci si
corse che
mancava una
povera
l
Biso-
disse la
mamma. Ma
il
po-
importava.
Inutile, inutile
qualcuno
manca
sempre....
-35
la
mattina dopo....
scio
Gi....
e la-
Ma
Una requiemeterna
oramai
il
povera Olimpia....
sonno comincia ad appe-
due povere
donne.
lito
La
e finisce in
le
un
soffio
mani
si
fermano, lascian
sul
cadon morte
grembio. Kequiemeterna
dona-ei-dom....
Un
pisolino di
un mi:
nuto, poi
allo
un
a
il
sperpetua lucetei.
Cos
a lungo
sonno cresce.
un sonnellino pi lungo
supremo
:
Una
to del purgatorio.
36
E
in coro
;
in fretta
Dio vi
salvi,
anime sante,
;
come
noi,
Noi
lo
pregherem per
voi.
E
Ed
Ammenne
le
La
mamma
e la zia defini-
due braccia
la
posan sopra
testa e s'addormentano.
come
se
non
vento un po'
abbattuto a tormentar
le
Nel salotto,
il
silenzio
sempre pi pesante
con un ticchettio
lui e si di-
37
filo
di re-
Non
e'
che la
triste.
la vita
La
fluisce cos
come
;
in
un
altro
modo. Certo
non
piacevole
Punico,
il
pi sicuro rimedio.
anch'io
si le-
potrei fare
come
loro.
Ma
il
sole che
ver domani, e
la
Eppoi,
dare un
altro
dispiacere
un requiem
la lu-
Meglio vivere.
mi metto
il
punta
di piedi, e salgo in
camera mia.
ELETTRA
Quando
la finestra,
giti
ammiro
il
Un
giallastri
pelle, la fa
tita, e le piccole
poppe tonde
sem-
prua
delle navi.
La sua
il
vita, libera
suo ventre
finisce in
vergine
s'
un
ferme come
Ma
de'
il
vero
diavolo
nella
mollezza
fianchi
moto
sero
e molleggiano
il
come
se gi conosces-
piacere.
42
il
mio
gran
letto
solitario,
biancheggiante
sospiro.
:
Gran
pre
sem-
all'erta,
di sogni, e
Ma
nestra
ecco
e
mia
fi-
parla
con l'amica.
Dice
cose
insalse e volgari
la
maschio
orribile.
Non
so chi sia,
n di dove venuta.
le
Si
;
ho mai parlato
ci
ma
se
l'
turbiamo
arros-
tutt'e
due
chiniamo
sola.
gli
occhi
in
sendo.
Quando
Quando
Anch'
io
com-
forte, e ap-
pena passata
e e
si
volta.
mi volto
fa
mi
non
non
gomito
vedo pi,
nudo e
la
43
pelli
bianca).
Ho
chiesto di lei a
una che
la conosce.
to.
Chi ?
Mah
sno padre
un mercante
fallifa..,
Dicerto
nata da queste
parti....
fa
il
E....
Si,
fidanzata
tempo
sale:
un
altro di Ca-
ma i
Ho
genitori di lai
lasciarsi....
e doveron
sentito anche
poi lo
schiaffeggi.
vero
vero
seppe
lo
chiam in casa e
gli
mi
fa piacere).
-44
Ha
vent'anni....
Diciotto. Hem
!
Non m'
la trina
campo
e
all'amica
ragazze
del
contadino
c'ero,
boccata di fumo.
Non
so se
mi vedesse
ma
ravviarsi
capelli,
levava
gli
occhi verso
la finestra.
Eideva
vosa.
in
furte,
al
solito,
pareva ner-
punta
il
piedi
ad una
vite,
e,
con
tutto
chicco di canaiolo.
45
la sua schiena inarcata, la sua
nuca,
il
le
sue anche
doviziose,
dovevano
le
esser
tremendamente
vedeva
i
tra
pamma-
pani
grappoli
turi, nella
guidi pomeriggi.
E come
era vero
ahim
!...
A
si
Gli
se-
essere
lo
stringe addosso
il
amorosamente,
signore
;
gue come
suo
ma quando
e
mi
d un'occhiata
spalla.
non s'accorge
giovane
Una
egli la
sera
mi trovai
mio meglio
in
per
aiutare
il
caso).
Camminavano
46
fretta,
e io piano.
aveva riconosciuto
voluto voltarsi
ma
non
si
volt.
pretesto
dicevo
tra
md
trepidante.
Non
si
voltava.
era gi in faccia al
il
cancello.
fidanzato
entrava....
Ma
egli la fece
passare avanti.
dinanzi al
Frattanto anch'
io ero arrivato
le
sbarre di ferro,
senza pi speranza
ma
il
La
vidi che
attraversava di corsa
fra
il
piccolo giardino
cancello e la casa.
si
gir sorridente
;
per aspettare
sti
il
fidanzato
mentre quele
la
spalle, sorrise
Mia buon'ora
Gi!
Si
chiama Elettra
(bel
nome), fatta
47
come un angiolo
piace.
la
Spesso
voglio
da
lei,
ed
da me
comme-
non
so
darmi una
risposta ragionevole.
Quando sono
di
Ohf
la
vita
le
corta,
folle....
Quando vedo
mente una
frase
cose pi in serio
mi
in
mi
ripeto agrafa
che
lessi
tempo
un
bel
C'est tout de
!
mme
:
un peu putain
Ma
anche
lei
!...
Idillio.
V.
Hugo.
Giulio pescatore
suoi amori.
mi racconta uno
dei
Una
sera
e;
passeggiavo in su e in gi per
Poggio
gazza, la stuzzicavo,
come
dire, gli
davo
Gi-
una gomitata,
la rota alla
gli
dicevo
qualcosa.
mi
disse
retta
allora
!
fa questo pateracchio
Hie
Ma
!
ti
cost
il
giorno
nelle
dopo,
piglio la bilancia.
vo a pescar
Cave
52
(V
vicino
al-
l'Ombrone)
ma
!
lei
non
gi
ci
pensavo
bilancia
nemmeno.
cosa.
Eh
butto
la
Dopo
che
si
molleggia
la
l'era vestita di
nero
perch
portava
bruno
al su'
babbo.
ri-
La mi passa
dere. Io,
accanto, e comincia a
ridere anch' io,
mi messi a
ma
non
gli dissi
rivolta
ridi
e an-
E ridi,
!
e ridi....
O bada un
me.
pensavo
io tra
Dopo un
la sta l
un'altra ragazza
lei
non
la conosce
U viottolo, e
ie
quando
le
son sull'argine,
mi fanno
se
i
Bravo
guarda
e'
inviti
ridi.
Io, rido
anch' io e
gli fo
53
'un Potess' io pigliarne dimolti davvero
vero,
d' invitarvi
;
i
mi parrebbe
ma
Ci dev'essei
dico
Sie
ma
che mala
dice
lei.
Tu non
sei
un uomo da
da
ma piuttosto
io.
lei.
ma non
il
ne conosco punti
!...
ma
la
ci
Va' vai
dice
;
lei
tu fai
!...
nesci,
L'andaron via
trovavo
gli
dicevo qualcosa, e
si
la
rivoltava
e ridi
il
Ma
gio.
che vuole
si
io
corag-
Poi la
marit....
L' quella
sa
si
sa
?...
-64
Novembre.
Lo zoppo Girolamo,
di
la
ortolano, vestito
gamba
accomoda
cavolo nero,
sedani e
l'
in-
fuma
il
paiolo delle
addormentata
sai
ginocchi
un' altra
fnge di
anche
lei
coi
fili
di paglia
che la
mamma
butta via.
giallobigia,
Tu Tu
55
Un
al
contadino
che passa
conducendo
si
macello
ferma un momento e
Il
Senti
!...
di
prima
levata
!...
vede che
farsi
t'
'Gna
coraggio
contadino
d una bacchettata
la
al
bove, e via.
Girolamo mette
gamba
cantare
Tu
Un
tipo.
La Geppa parla del suo figliastro. Quando sposa' su' padre, e' si
geva appena
ritto
:
reg-
gli
era,
con rispetto
50
e
lo
tirai
su
come potevo
da poveri,
;
ma
e'
mi
sarei
levato
pan
Di me non pu
e
nulladimeno
non
m' ha
mai potuto
vedere.
far Ceppo,
non
mandasse
o
via.
sei giorni,
ma
non
si
vedeva
:
altro che
gli
a mangiare e a dormire
quando
and via
ci disse
Neanche
Suo
fratello
treno a Signa
ma
:
lui
non
volle
nem-
meno,
e gli disse
!
Va' a casa
te,
torno indietro io
Ora
e se
gli
quasi
scrive,
un
gli
tale
al mi'
omo
che
lire e
mezzo
potrebbe anche
57
O
Si
figliolo cos
e cos
fece
mio marito.
Gli a
;
scarico
nasce, e quanti ne
muore
il
Difatti,
disse
mi'
omo
casa
non ha mai mandato un duino . e' disse che non fece lui g
!
si
mandarvi qualcosa
Ved' ella
giorno d'oggi
!
fatti
gli
figlioli
al
:
voglio male
fortune.
Vorrei che
diventasse ricco
!...
nulla
commenta
58
Le vedove.
vento d' inverno
soffia e fischia tra
Il
le
intirizzita.
s'
Due om-
incontrano
fermano in mezzo
la
vecchia anche
nero, e
lei,
due hanno
tremano.
grembio,
ma
Assunta.
Massima.
Assunta.
in mezz'a
filo
un campo
ora va dall'altra....
Massima.
....
ora va da quell'altra.
Eh
Il
gli
vero
!...
Assunta.
Il
peggio
;
gli
il
la notte.
tempo passa.
non poter
Ma la notte, quando
ci si sveglia,
59
barattar du' parole
!
nima, faceva
bestie,
roccio....
tra....
cos
Ma
quel-
l'ore
!...
IMPEESSIONI
Poggiali, 23 dicembre.
il
cielo
puro e
il
sole
mavera
H
il
tramonto
;
di
stanotte
ha seccato
la strada
le
come
alberi
un po'
olivi.
di brinata
nell'ombra
scura
degli
il
Gli
nudi frastagliano
le loro
rami
contadino
carciofi.
e,
Oltre l'orto
la
una loggetta
il
sotto,
massaia
che leva
pane
me
l'odore del
pane
terra....
Un
legnaiolo canta,
accompagnato dal
64
rumore
strisciante della pialla, in
una casa
23 dicembre.
Dopo
sentirsi
tant'acqua,
riscaldati
Il
campi esultano a
prosciugati
si
da un
ancora
po' di sole.
delle
grano
porche
nei
cielo azzurro.
quasi
un gran
silenzio.
Non odo
che un fra-
del
cos
inverni della
mia
col-
mia
infanzia....
Ma
dimoia e
le
la
mota.
i
I rigagnoli corrono
primavere,
rala
nuncoli e anche
gli
anemoni metton
65
aprile. Infatti fa quasi caldo e
non vede
alle loni
pettisiepi
cantano,
e
qui
le
accanto,
cincie
nelle
le
di
sanguine,
fra
chiome
Un
colte.
Ma
io
sono
felice.
Tutta
la terra,
una pedana
di
ma
caldi
cammino a
testa sve-
un mazzolino
di fiori in bocca....
....La
di qui al-
cielo
stelle
verdi, del
tremolanti.
sinistra,
all'estremit
Poggio a Caiano,
raggiante
;
brilla
un gran lume
66
il
la pancia.
vede, e non
e'
un'anima
il
fuori.
Non odo
il
che legge
un
fischio di
macchina lontana.
L'aria fresca
di
come
la ruta
una vela
arruf-
tramontano passa in
i
silenzio
fandomi
capelli.
Laggi in fondo
alla pianura,
si
proprio
spande
per
il
cielo.
ci
Firenze.
A
pieni
Firenze
di
sono
miei amici,
scintilli,
caff
rumore, di
di
squisil.
tezze.
L'amore
forse....
Vorrei esser
Ma
Montececeri, 12 gennaio.
bello e solenne.
67
da Montececeri,
pomeriggio,
Di
qui,
al sole del
paleo e
cardi secchi,
me
la
vedo
soli-
selvaggia e
tutto.
In fondo, dove
serpeggia
il
poggi
si
ammansano,
come una gran ruga piena d'ombra. Un po' pi qua, una strada azzurrastra
si
sdraiata,
come me,
felice.
godersi
il
nariamente
il
Ha
muri bianchi
celesti
ombre
cupe
Pi
cia ti
gi, alcuni
pennacchi di
salici
ran-
svariano
la
monotonia
del
grigio
delle piagge
una toppa
fino
di
bosco segna
il
monte,
a Castel di Poggio
la
68
cui torre
di
la foresta
cipressi,
pi lontana,
il
monte
tutto coperto
Sono
Qua
e l torna
ancora boschi di
pressaia
il
tutta una
ci-
colle di Vincigliata.
Larghe
castello
ombre
si
sdraiano
il
accanto
al
e scendono gi per
La
lenzio.
solitudine
immensa.
il
si-
l'immobilit.
massa
bianca.
Forse
un paio
ma
cos lenti
muovano. L'unico
E un
e
il
Oltre
poggi,
cielo
_ 69
azzurro,
si
distngue
appena
tignano
strada.
fiori,
sconosciuti,
scheletrici,
come
ful-
sole....
In
si
mi
affaccia continuo.
stato
come ora
non
pressi, e
solo....
i
Ma non
se
baci,
la felicit d'allora
non mi appaiono pi
non
simili a
sta tranquillit.
ricordo
va
senza rivivere.
Quella capannuccia, laggi, col suo tetto
rosso, circondata di tronchi bianchicci e
allato
un giovane
cipresso
verde come
70
l'erba,
mi d pi
gioia
malinconia
che torna.
quelle
file
lontane di pioppi
in
riva
alla
Mensola
sen-
z'acqua....
cuore e
il
cervello,
non certo
che vedo per la finestra, da questa tavola di trattoria, che pu darmi la speranza
di
una qualunque
futura. Consistendo in
uno spazio
questo
di ven-
muri
di
altissime
case,
giardino
non
ubertoso,
;
mi
ricordo,
neanche in
pieno maggio
ora....
Ora
sce
la vite
americana che ne
costitui-
insomma
la
massima
attrattiva, lascia
penzolare dai
fili
da una parete
71
a sostegno di una
all'altra,
ca
sputi od altro
provenienti dalle
suoi
arroncigliati intorno
dono
fin sulla
pada
di
elettrica
sospesa al disopra
una tavola
nice,
rugginosa,
malferma
sulle
tre
gambe
non ma-
schera pi.
in
un cantuccio accanto a un
da rigattiere
:
ammasso
di oggetti
Un fondo
di zangola
da baccal, un
telaio di finestra
calcina e
spezzati,
scala.
un
corbello
sfon-
dato,
una
Sulla
tavola
quattro
di fra
i
72
si
quali s'alzano e
spampanano
dalla
punta
tisi-
sbocconcellate,
di lusso
polverose,
Piante
di
dice l'ostessa).
Pi
l,
una pianta
bamb
e,
reclina,
vaso
umidiccio,
rognoso
sotto
di
borraccina,
mezzo nascosto
un
cencio
da lumi da
Lungo
una
fila
il
muro
un'aiol sostenuta
vicino
alla
finestra,
una tavola
col
marmo
una
di
legno frollo.
sfondato
la
gli
ghiaia,
ossi
bucce di lupini,
ricoprono
tutto
il
cocci e
terreno.
che
In fondo,
appunto in
faccia
me,
conficcato nel
73
un
attacca-
muro
scrostato,
enormi
LIEBIG
e subito sotto,
con sa in rosso
passeggia per
il
giardinetto... -
Viale dei
Colli,
aprile.
Ho
il
rivisto
stamani
;
cipressi silenziosi
campo
e pochi
sole
ulivi bistorti
muoiono lentamente
un
sdraiava a pie di
ci
magra,
abbrac-
74
Bicordi di reggimento.
che parla,
Son
il
troppo
contadino
ma
l'ascolto per
ingannar la
A
ci
mezzogiorno
ci
dicevano
.
Ci
Alle due
.
dicevano
si
Ci
s'ara
quattr'ore
La
notte
ci
desse nulla
Gli
uomini piangevano....
Ci fu
si
una tappa
da una parte,
e la
gi.
secchia
non andava ne
la
ne in
Tanta era
bramosia di bere
Un campo
ultimi
75
giorni,
rigato
diagonalmente
gialla,
da
solchi
pieni
luce.
altri
d'acqua
luccicante
la
contro
costa,
Pi
su,
dove comincia
campi.
Toppe
filari di
gliate
pioggia.
la
collina
abbruciacchiate
dal
sole
che la nebbia
in
su,
i
cielo grigiognolo,
mesto
sole
uno sprazzo di
malaticcio.
Sullo
sfondo del
cielo
un gran noce
verdecupo, presso una casa scarlatta accoccolata sul dorso della collina.
Sotto casa,
e fra
i
un
filare di
pioppi aranciati,
rigogliosa,
pioppi,
un tappeto d'erba
vicino,
verdissima.
Ancora pi
un
forte
olmo spoglio
76
pampani
mal d'autunno....
di marzo.
Il
marciapiede fra
due treni
inter-
minabili
svanisce nella
tenebra di car-
Un
gran luna
vigginoso dove
serpeggiano fra
si
muovono rapide
G' impiegati,
ombre
o-
pache.
i
facchini,
viaggiatori
si
poi svaniscono
come
tutto
il
resto in un'o-
ARLECCHINO
Kinunza.
il
Nel
mio paese
andavo
e
in citt, trovavo
lei,
ginocchi
stesso
tacchi
sullo
(la
F intrattenevo
le offrivo.
Mentre
il
treno correva
dando
volta, volgendo a
una
- 80
cristallo dietro
il
il
quale fuggiva
paese, sor-
prendevo
me
ed
ella arrossiva
un poco. Allora
le
sorridevo,
campagna
di
l
colline
onduleggianti
A
peva
non
si
sa-
Una
sera essa
si
luna che
Appena
il
fuori,
una ventata
:
quasi
le
rap
lo ri-
due o
tre
come
a una
sereno.
sorella.
Faceva freddo e
la
il
cielo era
scintilla-
Sopra
nostra
testa
vano
le stelle
di luna
ed io le accennai e le dissi
nome
:
81
polare....
La luna
le
imbiancava
il
viso
giovane ed
come
l'amavo
muto
mossi.
ma
non
?
nulla e
gli
non mi
A che pr
Tatti
amori finiscono
profondamente
agli esseri
non
Madrigale.
Come
il
maggio
e l'avvolge di tenebra,
cos
il
cuore e
ha abbattuto.
se
Ma
il
come
un raggio
trapela, la far-
e vuol ripigliare
d'oblo, per-
momento
che
sue
il
cuore
si
slanci
balzando verso
le
follie
e le sue speranze.
eh' io lo richiami e lo rimt' illudi,
?
non giova
:
brotti
che
sciagurato cuore
La
che
amammo
tanto, ci
ha tradito
!
Egli
non sa rassegnarsi
riparte
alla morte, e
un
momento dopo
verso
il
come un razzo
suo
cielo.
Una
fedele
e allora
1'
in-
un
proiettile avvelanato
un
bacio di perdono.
Eravamo
il
alla
fi-
guardava
cielo
d'agosto,
placido, sereno
all' infinito
e tutto fiamdisse
:
meggiante di
stelle.
Ella
mi
oito
Un minuto
83
stacc dall'azzurro e
rizzonte
fil
rapida verso
di fosforo.
l'o-
for!...
mai questo
Perch
Ch'ella
!
muoia
?...
Ora
malata
l'amo.
l'amo.
terribile
!...
Firenze, 1 gennaio.
Solennit.
Tutte
il
le trattorie chiuse.
Dopo aver
non
fatto
giro di
mezza
la citt,
approdo in un ristorante
d' intenzioni, se
due
sale
un cantuccio
stile floreale,
illuminatissima
come
le altre.
Eccettuata la
mia
e quella vicino a
me,
venti
membri
una o pi
famiglie,
non
84
di quali altri
filistei.
Donne
e uomini, tri-
viali all'eccesso.
stite
di
anacronisticamente,
crociate sul ventre
ocelli
dopo
pasto, e negli
vuoti
il
e di
un
principio d'ubriachezza
signoil
collo
il
guardan
setto
golano
baffuti, fumanti....
la
stanza non
pu
crociano,
propagano, rotolano da un
del ferro di cavallo.
ci
si
capo
all'altro
Pare
tuttavia che
stia
preparando per
una sorpresa.
Infatti
tuccio,
!
Improvvisamente, in un can-
85
sala,
sorge,
ritta
sur
una
seggiola,
una
bambina
in viso
in
infiammata
come
un
ba-
Fra
capelli
le
di-
occhi azzurri.
Si
il
tente.
la
sorpresa.
capisce
dalle
venti
Essa
si
si
voce
agra, cadenzata,
agli esami,
una vocetta
da educanda
zone.
Non ne
afferro
una
piccola smorfiosa
non spicca
tratta di
sillabe)
ma
la
capisco che
si
un componila
poi,
quando
bimba ha
finito,
scio di applausi. Si
86
La giovane
saluta
pettegola, coi
modi
di
una
come fanno
perch
le
non vuol pi
vergogna.
poesie
si
ilarit
ancor
tutti urlano
uno
dei signori,
la
il
calvo
come un
e la
pitale,
faccia
congestionata
piglia la
probabilmente
delle
padre
bambina
una
lo stesso fa
donne
si
la mamma
acqueta. I ra-
mia
ancora
le
frutta e
il
dolci che
mangiamo. Un
d'essi scopre
poi
mani
sulla tovaglia
peposa
sid viso
:
sfregano scambievolmente
Qualcuno
87
si
tati.
Ma
ragazzi
non
curan di nessuno
pi rincorrendosi, strillando.
Finalmente
la
mandra
s'alza e
mostra
di volere andarsene.
Una voce
Tout
le
rgiment
!...
Qualcuno
Ieri
ride. Un'altra
voce
mani a Settignano.
Alla buon'ora
!
ognuno
il
il
suo pastrano,
il
suo cap-
suo bastone.
si
riconosce da
un
miglio
na-
impomatato, in frac
e che si stuzzica
sala
prima, arriva....
88
e'
Cosa le dissi qui dentro e le toccai la fronte e qui e le toccai lato del cuore.
Sfinge domestica.
?
il
Non
ti
non
capisco.
Allegoria.
Un uomo
dell'altro
prese
una volta
una
fare
un'aquila,
un cigno
ma
non seppe
se
non perdere
la bella abiil
tudine di fare
un uovo
al giorno, e
pa-
ai suoi trogoli.
N
ele-
ganza e candore
ma
tutt'e
due divenpresuntuosi
ridicoli,
mala
grazia.
sal-
Morale
suo
pollaio, e
il
89
Febbraio.
state,
II
sole caldo
come
d'e-
ma
la
salvia selvatica
non odora
cos forte.
Il
sur
gli
un
pungon
Di
tia.
tra, le
rame apparisce
la collina sola-
Alcuni
in
un campo verdeggiante.
La conca
giallo, e la
felice
del terreno
lavorato,
qua
e l
L'odore di ragia
alle
mani,
;
Le campagne di mezzogiorno
del pennato portato dal vento.
il
suono
La
il
desta.
il
Un
fischio
suo
ha
il
suono di
un
bacio.
La primavera
FIRENZE PARIGI
Firenze, Albergo
R*, 10
marzo, ore 5 %
l'ora
il
Ma
una
questi
stia
i
me
in
gli
im-
magino
pigiati
in
qualche
gi
bottega di
svegli
pollaiolo),
galli
sono
da un pezzo
cantano
alla
lontana
Nella
fiato.
lattaio
bussare
la
campana
del
Duomo ha
qualche
al
sonato, e passa
ogni tanto
nacchere,
portando
probabilmente gente
lo
spiraglio
della
finestra
luce
bottone elettrico,
e,
piedi
nudi
dj
tappeto
spelacchiato
sabbioso
94
questa cameruccia, dove non
e'
posto
cercando invano
il
di rinfrescarmi
un po'
corpo.
la cravatta, leggo
Mentre mi accomodo
sul
muro
La
calligrafa spedita,
corretta,
ben
di
mano
!
La-
III.
42-175
e.
Vagone
pulito, elastico e
ben popolato.
uomini
Alcuni contadini
donne e
appoggiata ai sacchi e
alle valigie
altri
95
viaggiatori guardali fuori
dal finestrino;
un
bersagliere
in
si
mente
soldi.
giorno
fronte
al
per
vedere
all'
il
paese
Gli
indietro.
gli
da basso,
i
ultimi
cupole, e
campanili
a pecorelle
cupi entro
il
paonazze.
Strane,
accese, fra
le
il
lampade
elettriche,
ancora
cafarnaum nero
delle loco-
motive in riposo e dei vagoni pieni di carbone. Paiono verdi. E quella pu-
pilla
rossa,
!...
laggi,
in
mezzo
al
disco
bianco
Calenzano.
Ho
con
me
un
libro che
amo,
le
96
nova,
ma
terrazzo, la colombaia, e
il
tetto rosso
vera ed
originale
architettura
toscana.
la di-
da farmi
una
villa,
dovrebbe avere
verdi,
un
e,
invece dello
Dei mandorli
scuri.
fioriti
Non sapevo
vera.
mi
qui
ricorda
una
triste
proprio,
fa.
una
mattina
di
maggio,
molti anni
Venivo da Prato, e p
97
campagna meglio godere la vista della di piattaforma sulla fiorita, ero uscito
dietro del
cielo
vagone di coda.
nettissimo
avviluppava
;
ogni
cosa
e
nel
suo
splendore
un vento
fresco
all'orizzonte....
Improvvisamente un
acuto strisci per l'aria
serrati
;
fischio
lungo e
un
cigolio di freni
in
fretta,
i
il
treno rallent la
si
corsa. Tutti
viaggiatori
precipitarono
alla ringhiera.
agli sportelli: io
mi spenzolai
?
Nulla. Semplice-
mente, sulla scarpata, piantonato da due carabinieri, vidi il corpo di un poveraccio, arrovesciato tra i fiori e la ghiaia, senza
una gamba,
precedente
sotto
il
quale
era
venuto
mi
dissero
prima.
9b
Passammo
lo
oltre
l.
sempre pi presto, e
com'era tragico quel
colori,
lasciammo
Ma
Stetti
male tutto
quel giorno.
Prato.
La magnifica montagna
stra, tutta bigia,
petrosa, a de-
di
cipressi
neri
qua
L' ho
vista
non
non mi
un
di dietro a
uno
di
questi massi
tutti sgreto-
bianchicci
lati,
lebbrosi e
macchiati di borraccina
verdecupa, fosse
fosse
sbucato un satiro e
saltellare
si
messo
fra
cespugli
colla
di
ginepro,
circospetto,
cogliendo
bocca qualche corbezzola matura che avrebbe succiata con un sorriso fra
umano
e caprigno
o,
a pie d'un cipresso, avesse intonato sur uno zufolo di canna, una di quelle melodie lascive a
un tempo
nei
e malinconiche
che turbano
e
le
il
attirano
Teo-
crito....
Quella villetta bianca, dormente acquattata lass dietro una cipressaia, in altri
mia
gioia.
Oh
le
mattinate con
le finestre
un
bel libro in
ella quasi
sole
che
illuminerebbe
la
il
petto e
capelli vio!
letti,
di
le
100
gemmante
calda
; ;
le
duro sonno
amorosi rifugi
pentimenti,
Fra Prato
e Pistoia.
vecchi
affreschi.
Ma
perch
gli
antichi pittori
tato questi
tenero,
campi verdeggianti
barche
barrocci e
dei
carri vermigli, le
toppe
gialle
campi
101
nn
Anche
divino
Giotto.
ri-
cielo
le
tregge brune,
le
le
opre
stoppie, tra
campagna
Pistoia.
col
giuliva,
all'aria
un mattino
aperta dove
d'estate
un
e
si-
caff
scrissi
mi
riposai
lenziose,
chiese
antiche
di
oleandri.
Un'altra,
orrida,
per un
un mercato puzzolente,
D. stan-
compagnia
102
chi, sudici, intirizziti dal freddo, e
senza
quattrini....
Sopra a Pistoia.
Prima che
il
si
Terreni pi
scope
da un boschetto
di
giovani pini.
Fa
gi pi fresco,
ma l'ultima
di ramerino
e,
un
cesto di narcisi
una pianta
ansimando.
fiorito d'azzurro. Il
treno monta,
pare,
con gran
fatica,
Non
si
si
pu
e a
fumo
pestifero.
bersagliere
dallo
specchietto,
ciuffo biondastro e la
non
si
sa
come
possa
in
quel
103
modo
dietro
la
testa,
;
fa
i
grandi
sforzi
ma
Fuori
del
tunnel.
non
si
vedon che
tetti
muri
di
due o tre
case, giallastre
verso tramontana
Fra un tunnel
V altro.
ser-
Una
gola con
spuntano, piccolissimi, un
dietro a
uomo
una donna,
un
ciuco carico di
Un valloncello
sastre.
casotto di
un
cantoniere.
Una
una bandiera, un
un uomo che
cavoli,
si
cencio verde
orti-
sporco
avvia a un
portando,
alle cui
bilanciato
un palo
estremit pen-
nere,
piene d'acqua
Un lampo
vetro e
bigio
si
il
fumo apparma
il
non
vede nulla.
Ancora
nel
tunnel.
questo
fumo
questo
fe-
comin-
Ah
clie
105
all'al-
non son
io
il
coraggioso pellegrino
tutto bagaglio,
un pezzo
viatico,
di
pane
una
ma
fatto
col sole o le
fine ai
suoi
polmoni
L' ho
;
mille
al
volte
ma
treno
momento
io
il
come tutti
gli altri
!
ahim
un
destino, credo,
che
si
come
contadini dormono,
non vedo
sbadiglia, e sola la
donnina sconosciuta,
a chiacchierare non
qua
si
dietro,
seguita
ho
bruna
e bella
una napoleta-
na senza dubbio
che
le
sveglia
un bambino
ore,
si
dormiva
il
in
grembo da pi
sbottona
106
alla
poppa.
Ma
il
dell'altro
mette invece
fa
un po'
poi,
di ninna
nanna
e lo
riaddormenta,
chia del
destato anche
del sedile,
ritira nel
cantuccio
luce che
volta
le
spalle
alla
gomma rossa
il
giacchetto, e
meglio
con
uno
scialle
turgida.
gomma
che
peretta,
poi
lascia
attende
Vedo
il
il
latte bianchiccio
che cola
lungo
Quando
peretta
piena,
la
donna
107
la
gronda
o tre volte
di latte
il
ora
poppa
in-
da mungere. La poveretta
torno smarrita.
guarda
E
E
mi
dice
non
- Perch
buttate
in
terra
le
chiedo.
peccato
io
interrogativamente,
Sento anch'
e le
poppa
e la
munge
come
la prima....
!
Allons
Laudato
sia
il
treno e la ter-
le
sue super-
stizioni.
108
Pracchia.
Bue
buffet
da un
caff-
coperto
da
una tovaglia
bianchissima,
un
canestrello
un
castelletto
spolverizzati
Lo
sor-
posano
sulla
banchina,
vicino
al
treno
e aspettano, colle
mani
sui fianchi,
ridendo.
G' impiegati,
i
facchini,
furia.
frenatori van-
no e vengono in
Nessun viaggia-
compra
il
Una
trombetta, un
fischio, e
tre-
no
si
muove.
ripigliano sorridendo la tasi
.
Le ragazze
porta del
avviano verso
caff-buffet
_ 09
Due
o tre monti tondeggianti, senza
il
un
albero, e
verdastri e
onduleggiati
il
come
la re-
na
sti
del
mare dopo
riflesso.
A pie
di querosso,
poggi,
un
torrente,
un mulino
Fra un tunnel
e Valtro.
Una
dove
roccia grigia,
una barca
di fastelli
di stipa,
sul ciglione
stato bruciato
paleo....
Un
fra
i
torrentaccio
spumoso che
si
torce
una casa
di
alti
di
pietra
sudicia,
circondata
pioppi
scheletriti....
Ancora una
tra,
galleria
Un'altra. Un'al-
Ah
110
La La dobbiamo,
dice.
Porretta,
se
stato,
Di dove veniva
come
per queste
;
rapi.
cavallo o sur
un mulo
forse a
tonaca rimboccata,
polpacci enormi,
m' immagino,
con le
doveva
Eemdi vin
brandt
degli
Ufizi,
un ombrello verde
una borraccia
romagnolo a armacollo.
que
je
Attendez un peu
nume queique traict de ceste bouteille. C'est mon vray et seul Helicon, c'est ma fontaine caballine, c'est mon unique enthusiasme.
Icy
beuvant,
je
de.
concluds
uno scaglione
di pietra
inazzurra.
}
persino
un
cipresso, vicino a
una
villetta solitaria, in
cima a un poggio
a destra.
So che Pestate
bagnanti vengono in
al-
stecconato
i
della
stazione
si
per
veder
passare
treni,
e pare
divertano
un
mondo....
Pi
Magnifico paese V Italia
!
avanti.
Cinquanta o
quali,
come direbbe
con la loro fronte aggrottata, queste piaggie povere, senza verdura, circondate
da
querceti abbrustoliti
bigia, e
anche
il
gli
abitanti pi legnosi e
severi
norde.
E
tore.
un
pit-
112
sato a venir qui per lavorare
neanch' io
non
!
ci
verr
vita
probabilmente mai
Ma
se lo so
La
un fallimento continuato.
Da un
un casolare
emergono due
una trentina
Mi domando
le
fiori,
api,
fra
Una
si
Che luogo
ci
Dan-
tesco addirittura.
Bocce
colossali,
a strati
piombo sur un
:
due
cipressi
come
esiliati,
qui,
una strada
tagliata nel sasso,
113
di mattoni
un ponte
ma?
ancora
non ho
scorto, in
cielo
;
confuso, che
un uomo che
nemmeno
rari,
i
quali
mondo
visibile esiste.
non
solo qui,
Ora
la pianura.
uni dietro
gli
Una
bovi e
bianco dei
gi la
Eo magna,
114
gran fiume mezzo secco che
il
si
traversa
Beno.
altro bifolco che assolca
Un
volo
!
un terreno
una
di durare
La mia ignoranza
labile
!
Si scavalca
un
an-
Keno
Borgo
Panicale.
Un
carri
cancello, oltre
il
ritta tra
due
file
carichi di
il
passare
in pace,
guardando indolentemente
vagoni in corsa.
lata dei
115
La
si
i
gente che
vanno avanti
sibili
di macchine, suoni di
trombe
e di
campa-
Un bamboccio
dialetto
monin
mugola
non
si
mandi un
scialbi
cioccolatino)
mi
irrita strana-
mi seccano con
la
loro
flemma
e la loro pazienza.
Perch non
schiaffeggiano
non
lo
parecchio,
rimuginio dei
116
cambiamenti
scesi, e al
di linea.
contadini sono
ci
son tre
duri
come
biglietto e
nasconde
barglielo
il
ho
non brutta. Forse ci che mi irrita contro i nuovi compagni ? Comunque, anche
questi
ce
idiome
tano assai.
Il
mi sento
su-
dicio, e
117
mi
ricorda
un monte
di cose spiacevoli.
Cambiamenti
glietto per
un
bi-
Ala
tare
Venivo da Venezia,
chi sa poi perch
!
e,
come sempre
bisognava mutare
treno. Nel
va
e vieni frettoloso,
sia
domando
risposta
ma nessuno mi
sa dare
una
precisa.
Secondo marciapiede a
treno non
ancora formato....
M' imbatto
aveva per
e lo
car-
Egli
mi
ascolta appena,
e con mal
tello
piglio
mi
indica
un gran
a due passi da
c'era dubbio.
Milano-Firenze. Non
(ora,
Monto,
sapevo che
si
non ho
il
118
ma
che
tempo
di trovare
un
?
posto,
treno
si
muove. Come va
m' informo
!
da un viaggiatore.
Arriva per
alla
il
treno va a Faenza
gliare
un
Bologna
!
prima che
mio
sia partito.
Meno male
Ma
no
Oggi mercoled
dice lo
stesso
consultato
un
libretto che
si
aveva in tasca
e
ma
il
treno non
Cacasangue
Machiavelli.
A
stel
Castel
eran
le
nove di sera
la coincidenza
esiste
:
mancata. Ca
una
al
stazion-
cella solitaria,
persa in
mezzo
piano,
af-
ma
il
cielo tutto
fiammeggiante di
Una massa
San
aualr.lie
fiammella
119
lontana brillar fra
i
tronchi e
le
rame.
con questo
il
Ho
logna.
Un
l'oro,
Un
idilio
schizzato in
una
chiesa,
un
ma
San Petronio
un
pellegri-
campestre della
stradetta
che vi conduce
chi ci
vada a caso
dal primo autunno.
120
La
e
della
mi rammento, non
Crusca
!
Oggi, anche
il
mi rammenta un
Crusca
!
Modena.
Non V ho mai vista, e non me n' importa. Me la immagino brutta (quantunque certe
fronti di edifci e certi campanili che
vedo
in-
di qui
forse
m'
nome
che
non ho
letto
da
Dormiva Endimion
tra l'erbe e
fiorii
Pu
121
un ottimo
libro
-,
tempo
in
conto,
il
valore
dei
tradizionali
della maggioranza.
Dopo Modena.
Praterie sconfinate, sparse di cascinali
e di case senza nessun carattere. Presso
V una
d' esse
un bucato bianco
cielo grigio e
teso
ad
Ma
il
non
e'
un
raggio di sole.
Metto
strino, e
la testa al
fine-
da tutte
le
Noia mortale
di
sento
122
Un
bel fiume
si
enorme
rano e
muovono
renaioli in
sciolti.
camicia,
Ne domando
nome a una
l'Arno.
faccia a
Ah no
grande,
La mia ignoranza
geografica
ma
sta-
Eeno.
un canale
di-
e lucente....
cestellino
com-
un
faschetto di vino
un
mi
un
tipo
l'
lo
vedo bene e
faccia gial-
irritazione passata.
La sua
lastra, forte e
123
La
gli
buoni greci
;
e
il
il
no-
mento
spiritoso
e profondi.
dif-
fra
il
viso
di
d'un italiano
altro
la
quello di
un uomo
finezza
qualunque
popolo.
La
delle delle
attaccature,
labbra e delle
linee
fermezza
francese,
delle
dei
Un
nn
inglese,
uno
spagnolo,
dei te-
ha sempre qualcosa
di sfatto, nei
vago e di obliterato.
esser
La bocca
bella,
di
ma
come
un
friabile
come
di
cesellata in
una
pietra dura.
H
lo
viso
italiano
;
pu
sinistro
ma
studiatelo
bene e
tro-
/erete
rattere.
124
di
sempre stampato
un
forte
ca-
E
ni di
le
mani
maLe
orri-
una razza
spirituale e aristocratica.
mani
bili.
degli ebrei
sono generalmente
i
dorso lungo e
diti
corti e
dinoc-
colati,
rammentano
oncini.
gli
Il
gna
commovente anche
;
lui,
il
ma
sempre
poco simpatico
si
tiene
marmocchio
addormentato
in collo
mamma,
e gli sorride.
Ma
gialli di bile,
ha una ciarpa
Sua moglie,
ma
barba di
otto giorni.
seduta ac-
canto a
lui,
francamente ripugnante.
Ha
un
ceffo
da mulatta sorniona
e l'aria pia-
gnucolosa di una
lori.
madonna
ha
in collo
un
altro
bambino
non
si
vivo, pi piccino
il
dell'altro, di cui
vede
viso,
le
125
mani, n
un lurido
ruzzoli,
come un fagotto
purchessia.
la-
vandaia
sbracciata
una
e strizzati.
qui
e'
un
po' di sole.
Parma.
Fermata. Dall'altra parte della stazione
in
un
un vadi-
stridi
molti
uomini
car-
un
macello.
Dopo un
non
po' gran
Si direbbe che,
i
contemporaneasi
mente, tutti
maiali, di cui
vedono
126
che
le
zampe
siano
rosee di fra le
stati
gli
gambe
si
degli
uomini,
sgozzati o fulminati.
un tratto
spettatori
scostano,
di sensale
e dal
una bluse
bigio,
un gran cappello
attaccato
un gran randello
con
un
le
straor-
sue
ma-
Parma.
e odore di violammamole....
Parma. Non
re
qui che
il
tiene
una rivendita
di vini toscani
Un
il
Ma
oh
questa pianura
cui solchi e
127
i
filari
girano,
da
sinistra a destra,
!...
come
un'
immensa
roulette
bianche,
rosse
e qualche epigrafe di
marmo,
si
piglierebbe attristarmi
per
una
cascina.
Tento
di
su quelli che
dormon
morte
l dentro,
si
ma invano.
invinciflori-
L' idea
della
associa
Anche
sotto
terra,
qui
gli
af-
fresca e
fiorire
ancora
intorno
ossa,
e gli stessi
vermi de-
La
signora in faccia
della
me
legge nel
Corriere
sera
L'estremo omaggio
128
Fogazzaro
curioso
come
certe
mediocrit,
go a
in
fondo
inutile.
Io,
per
il
al
vino anna-
il
pa-
sagrestano,
il
poeta
da ventagli,
il
Doveva
essere
un uomo
pu pen-
il
tocco.
milanese
Stendhal
amava questa
sia
129
'mcanto, percorrerla in posta o in
diola e
se-
con
l'
immagine
di
una Pietra-
vuoto e incostante, fa
lo stesso
della
ter-
da questo
cerco
rapido
sul ginocchio,
di rientrare in
me
stesso, di riafferrarmi,
riconoscimi;
Tito Li^'o,
ma una
sola frase
la
di
'-edo
rwonpa tutta
mia
mente.
La
-u
;
arima
n
^on aderiva a
seppero
nessuno *tto
di vita,
lui stesso
fosse
Lodi.
Da
^n cavallo che
ontani scapez-
zati,
130
di
stile
canali,
cascinali
ammini-
strativo,
te
ancora degli
due, e la pianura....
Ormai non
cielo
il
assolato
bello
questo
e
cielo
lombardo,
cos
quando
bello
come
oggi,
Un
mani
tiepido sole
e
si
mi bagna
il
viso e lo
come uno
le
colonne
del
porticato
della
galleria.
Ma
me
fra loro
131
La,
la, la,
do
Donne ancora pi
strane
vanno
e vengofar lu-
magre da
mai
vista.
Un
ciamo
la
faccia affogata in
cos,
un
un paio
un tale
bulo che
in tasca e
spalla
gli
il
scende sui
cigli.
Ha
mani un
con
come una
Bene
ma
l'ha?
lo spiritoso
!
E
to,
chiama sindaco
132
Qualche tedesco va avanti e indietro,
degnissimo, col cappello peloso, verde e
ganza e di cialtroneria.
Non
e'
che que-
non
sua tuba
un Manzoni decaduto
maniere
ma
almeno
ci
fa
ri-
si
Che vita
Era
quando
i
Pro%
i sera.
Assolutamente questa
galleria, tutto
i
un museo. Le mode
di Milano,
tipi
Tre
di lingua,
133
molto
il
seri .Poter
!
suono
Un
spalle,
un vetro quadre
iiuTocchio
e
fsso ebete, le
un ba-
stoncino candirlo.
Ma
giro, e tutti
teatri
son gi
gheggiare.
in ta-
osservo,
Albergo
L*
io
notte.
Non
so se siete
come me
quando
134
Sento
quasi
una
disperazione.
inquietu-
precisamente
losca
che
d
?
loro
un'aria
cos
miserabile
Questo chiaroscuro
ambiguo
ci e le
i
porte chiuse in
rigovernatura,
odori combinati
di
latrina,
di
di
sudore,
che
!
solgli
Splendids ?
Il
fatto che
ognuno ha
grandi,
il
l'atmosfera sa di pederastia, di
camera
Qui
si
pensa
al
puzzo dei
piedi, al furto
e agli
135
Pi in basso ancora
co,
il
il
militare briala
padrone manutengolo e
donna
tagliata a pezzi....
11 marzo, ore
Stazione di Milano.
binari morti, poi
8.
Un'algebra di
bone
da poco.
magro sperso
in
Un
cavallo
mezzo a un
terreno
solitario
136
scegliendo
Il
treno
si
muove lentamente
la
con precauzione
sua strada.
Ultimo
sguardo
Milano.
Ciminiere
nel va-
Duomo
Busto Arsizio.
Eccolo
l'
Busto Arsizio
dove secondo
la
cronaca
assas-
risse,
disastri, scontri....
smorto,
ma
di
bianco e di rosso
di case nuove.
137
....
lombardo.
leggere
il
treno tra-
Si
una
conca
i
ridente
quali sor-
gono qua e
una
il
su-
piano
tronchi
case e
il
le
n
si
si
capisce perch, e
so, qui.
un verso.
Barche
abbandonate
lungo
gli argini.
~- 138
Arona
Menico,
Eenzo,
Gervaso
le
donne,
orrido
Agnese e Perpetua
e parla
un
Un
prete
molto pi fastidioso,
lui,
del povero
Abbondio
prende l'ultimo
!
Ma
!
a Do-
modossola
vendere
Il
il
piglio la seconda,
ah
dovessi
!
ma
da lontano
e di rado.
i
com-
Mag-
._ 139
il
Iago
non
che
seminata di
villini rossastri
si
vede
si
come una
profilano
duramente
Belgirate
un gran bosco
di cipressi,
di pini, di lauri,
te vivaci.
bamb,
lecci
ed altre pianciocca di
rse,
un
bianchi di
Ora
il
lago
montagne
montagne scorgo
gi delle
Stresa, e e' di
nuovo
il
sole,
ma un
po'
annacquato e velato.
il
140
Un
tunnel.
Baveno.
Anni
fa
mero
di lettere piene
Pi tardi
1'
Dei
dolori....
ciottoli
caldo.
sigaretta.
diceva
il
dell'acqua
Pre-
a destra,
ferisco
guardare da
quest'altra parte le
vette
nevose impennacchiate
nuvole.
Come
che
si
141
riflette
cielo
?
pi azzurro e profondo
di quel che
e crede senza
dubbio
la-
To'
ma
l'
Inno dei
voratori
....
Splende
sol dell'avvenir.
S,
certo
ma
un ben povero
^remosllo.
142
Oh
mezzanotte in punto
Si chiude l'osteria,
la passione mia,
che malinconia
!...
Ma
preferisco
quella
dietro a
me
in
un
orto.
passeggiando
Per l'Argentina....
Beura.
Come
tristi e belli
dolorosamente tutti
non
da nessun
colore.
Non
fossero
una
terrazza.
143
tor-
ri-
colme
di pezzi di catasta
le
mani
alle
pletamente.
Domodossola.
Cambiamento
solo
!
di
vagone. In seconda,
due
al-
In un
;
pratello spelac-
mi son parse
erano piccoli
un bucato
strati di
sciorinato
neve gelata.
144
Iselle.
A
alla
Iselle,
il
treno
si
meschino in tutta
la figura,
un che
tra
il
giaio.
Appena dentro,
si
d un gran
daf-
apre Ja porta,
guarda
il
finestrino, verifica
funzionamento del
calorifero.
Poi esce,
come segno
fruga,
ma
un magazine senza
il
copertina
ma
che pare
Je
ed esce di
allo
riec-
posto.
si
Ma
il
immediatamente
colo
le\a
145
me
segno
?) sul
divano di faccia, e
alfine
riprende
il
suo magazine
la porta an-
cora
un
volta, in fretta....
!
Che diavolo
Il
treno entrato in
io
un tunnel da an
pezzo e
me
treno scatta improvvisamente fuori dal foro, e il prospetto delle alpi coperte di neve e assolate davvero superbo.
che cola serenit asciatta e silenziosa Quando si pensa che certi imbecilli
nosco.
di qui e ai tatto
il
mondo hanno
e sollazzevoli
1'
idea di
mondane
soli.
andare
che
Si striscia per
una
il
cielo
famo
della loco-
motiva oscura a
tratti,
per un attimo.
Uno stormo
piello
e
146
si
di corvi
leva da un cam-
s'avventa
gracchiando
a una
rape
grigia....
"Nello
bella
conversazione intorno
diverse
dichiara,
lingue.
Uno
degli interlocutori
soprattutto
per la
pronunzia
il
tedesco
invece
il
facilissimo
difficile
come program-
nunzia e tatto
sta nella
ma
assai difficile
ma
specialmente per
Gli altri
ne convengono, e
passa allo
spagnuolo, al russo.
alti e volte
Ma
se
non
Tre
operai
svizzeri
dormono
arrovefer-
147
sur
un pezzo
di
di tela
da
balle
qualche
spicchio
che
il
sole fa brillare
come
fiori.
Una vacca
un
carro, in
rossa,
sdraiata
accanto a
un
valloncello deserto.
Un
gratta
po' pi avanti,
il
un
cavallo nero
di
si
;
muso
al
gambo
un ontano
di
un convigna
galestro
sua
arrabbiata
piantata
tra
in
e
un intermezzo
roccia,
roccia
mentre
il
postino
arrampicandosi come un
gli sterpi neri.
gatto fra
massi e
tetto vermiglio di
Sion
A
ma
Sion,
al
un
castello
dirupinato in
ci
i
monte verso
di
forse
cui sale
tre
una vigna
scaglioni
metri di ripiano
no
i
14
giani che
sassi
alzano un palmo da
una
terra che
sembra cenere.
che vino
pine,
accanirsi
gnare
il
mulo o
e'
il
perch non
ritto.
entrerebbe n
starebbe
s'aggra-
Essi
stessi
bisogna
che
vignino
gi per
rotolar
fianco della
montagna.
Vedo
minati,
alla
mia destra
frastagliati,
scoscesi
Una bella ragazza, colorita, soda, con una mano sul fianco e una bandiera gialla
149
nell'altra,
ci
fa segno
allegramente che
il
possiamo andar
stino.
sicuri verso
nostro de!
Eh
s,
cara,
ma
soli
Questa vallata
Hm
Villeneuve.
Mi
sveglio
di
soprassalto
vedo
il
plumbeo,
Una barca
petto sull'acintra-
tien la canna, in
una scatola
di latta e sceglie
lombrichi.
Ed
il
paese
150
sta e felice.
Odio
le
sue istituzioni,
il
suo
ci fosse
nulla
nel
mondo da opporre
al vaniloquio dei
demagoghi
basterebbe l'esem-
senz'arte,
che
non siano
com-
battibecchi locali
senza
Va
storia. Il
mercio,
1'
industria....
bene. Orologiai
Lo
stes-
Guglielmo
Teli,
l'
idolo
delle
mandre
di qui, quest'eroe
da teatro di campagna,
non
mela
Losanna.
Detesto l'architettura svizzera, se pure
si
questi
chalets che
151
rammentano le latrine
mi farebbero pensare
se
gabbie
da merli addomesticati
industriosi
di
merli
fossero
diffidenti.
Pare
che
ognuno
questi
cioccolatai
lo faccia
ma non
un giorno o
l'altro
ma
all'occorrenza,
ladri,
non
ci si
possa far
sentire e soccorrere.
Intorno agli
spettacolo
chalets,
poi,
il
solito
d'avarizia
di e
pidocchieria.
Le
con
solite
vigne
magre
minuscole,
le
zampe
di gallina piantate
in su, e che
;
scendono
fin
il
solito spirito
muri lungo
i filari
come fogne
scoperte.
M' immagino
il
152
mo' divezzati
cittail
Del resto
lago
Bous-
seau
amava
e che
amava
come
un
bordello pi di lusso.
grigia la gran
le
pozzanghera, lattiginosa, e
su,
vele sparsevi
qua e
l, nere,
nerale.
Ma
svizzeri
entrano
mio
vagone
intavolano
una conversazione
sugli affari.
le
cas d'un
fait....
Ah no
Il
meglio
il
lago.
Ed
esco.
viaggio
da Losanna a Vallorbe
impressionante.
attra-TOT-so
tirata
153
solo
tagne
buie,
di
abeti,
accidentate
di seni e di
promontori
ai cui piedi, in
fondo
le
cime e
lo segue
rimontando
dove
la
cielo
non
dal
si
vede,
ma
si
sente che
coperto
lividore
spanto
dapper-
tutto.
si
ristringe
sem-
pre pi
senza vlta.
C
rore.
Vallorbe,
il
154
conda locomotiva e ora retrocede
minciando a
nea.
salire,
ricoli-
ma
per un'altra
Adesso
(4
*/>)
siamo assai
alti in
il
una
sole
indora
non
lontano da Pontarlier.
mia giovent
adoriamo
patria ideale
la bellezza e la
sempre
il
piede
Ti rivedo con un
il
empie d'oro
cielo, le
montagne
sciamo dietro,
bella vallata
che tra-
Molto
ci
sulla
da
ricordare
un dannato giorno
trascorso a
;
dimenti-
165
Jl
chiamo, dimentichiamo.
treno
fila
ver-
Vedo
donne
allegre alle
fi-
d'absinthe, digi....
A rotta
Un raggio
al
solitario
cime e s'accoccola
infiammandolo.
tronco di un abete
sole si
si
raffred-
tizzo
Dopo
Digione.
Da
serena con
un
po' di
lume
la via ferrata
156
un
le
case biancastre di
la strada che vi
mena
fili
un
segnale,
un muricciolo
un
si
dorme,
si
russa
io
guardo
bagagli
nieri....
le
grandi ombre
avvolgono questi
Ponterlier ho pagato
un cameriere
me un
non ho
il
tele-
gramma
arrivo.
S.
cameriere
ha rubato
il
sportello,
157
mi son
bureau vuoto
chia-
ma chiama,
ebete
una
insisto ed
prova a interrogare
il
portiere.
uno sgabuzzino
si
riaddormentava
era
un
una
risposta. Impazien-
risalire
per
gli
il
boulevard Montparnasse.
chiusi
:
Tutti
alberghi eran
non ho
crema a
fiorellini rosei,
un caminetto
sotto
con
un
orologio
impero
una campana
di vetro,
due spaven-
158
tosi vasi verdi
rossi,
i
fiori fnti,
cui petali
sembran bracioline
di
dei nennfari, di
un
noso,
mentano
amaranto
rospi.
Una
tavola,
una
pol-
trona e due
seggiole
l'
coperte di velluto
si
scliianti
i
modo da
ridicola e
insospettire
vi-
Camera
anche inquietante
alla fine.
letto
letto,
senza
nel-
159
eppure come
se
da
anni.
Tu mi
il
l'altra
glie gelate e
fumo
Io fsso da
un pezzo
mantello di seta e mi
domando
?
se
sia
verde o azzurro.
fine.
azzurro o verde
ti
chiedo alla
Bleu
mi rispondi
un
sorpresa,
sorrdi.
Anch'
io sorrido e tutt'a
tratto sento
cosa....
Usciti e messa in
piglia a braccetto e
per l'Avenue
Mei
- 160
est,
.Te
crois
que ca y
hcin
io.
Siamo
seduti,
X* ed
io, sul
mio pastrano
in
un pino
lac.
un prail
Grand
verso
tra-
monto ma
noso, rosso
il
insan-
guinata.
deserti polari.
che
isola nel
mondo
e fa di noi
due
al-
palpitiamo
161
l'unisono in una simpatia malinconica.
Un
aumenta
il
cielo. I
Il
sole
morto
alla fine e le
tenebre
X*
mano.
Basta
questo
contatto,
dopo
il
mi
mano
e le accarezzo
capelli profumati....
E quando
si
vive non
scrive.
spiro.
Dialoghi
filosofici.
Non ho mai
La
solita
lire.
visto
la
luna
cos
grande e limpida.
vecchia
peripatetica
in
Cinque
stie.
Sempre
Per
la
bella, per.
No
di palle
da lumi.
O una
illustrazione
da calendario.
Un mazzo
-ci
di colossali carte
da giuoco
son
le
picche.
^a.
fi 0r i
lecci.
106
dicerto.
profumo
Le palme....
Evviva
Tripoli
Tripoli
Lo prenderemo
al
rombo
del cannon.
che Ameglio
s'
imbarcato
per
Eodi?
Non
ancora.
Del resto
il
governo
smentisce.
Smentitore, mentitore.
-!
S.
pigliar
Mitilene
di
;
Saffo, direbbe
il
d'Annunzio
O Moka
per
caff.
167
Ma
finiscila
Sul serio
dell'al-
tre truppe.
Dietro di noi
si
Un
Sono stato
stanotte.
Vedi
Per
M> se te
ho detto
per Eodi.
Non
si
sa mica.
IL
capitano
ci
ha
igno-
Certo vi
!
mandano a Eodi.
bell'
affilata.
si
si
torna.
Che
ore sono
alle dieci
?
168
il
tram
sorriso
i
Guardavo
come
certezze
quando mi
tese la
si
mano,
al
sarebbero for-
cuno cui
sa-
Ma
gli
amici eran
l,
il
tram partiva,
mi contentai
buon viaggio
di augurargli,
e
come
gli altri,
buona fortuna.
16j
Come
presentimento
d' incontrarti
di titolo in
i
ti-
tolo,
ho
di tra
giornali
persona che ho
^visto sei
stata tu.
sto
libro
tempo.
Telepatia Telepatia. Ti fa ridere Dove vai In nessun posto. Giro. Vuoi accompagnarmi A piedi
!
170
s.
luci,
questo viavai.
la nostra ora.
Era.
Hlas
Silenzio
riflessi,
lan-
blu,
verdi.
Eumori, odori,
primavera, dalla
lass, le
Silenzio
E cos, la Uhm Ci
!
vita, ca
s'
marche
ingegna.
171
E....
Ci
s'
ingegna.
finito la
Il
Non ho
domanda.
Capisco lo stesso.
Ma
guarda l'Arno.
una
visita di
tempo
!
in tempo.
ti ci
visto.
Felice lui
Da me non
ho pi
di fuoco nell'acqua.
Che frescura
Che profumo
tarti.
immagine
Posso aiu-
Metti che
riflessi
dei lampioni in
curva sembrano
le
canne di un qualche
i
capelli
il
pettine
172
Silenzio
(Tremolo
frescura,
di
riflessi
nell'acqua
capa,
profumo
infatti)
A
La
MarecMaro
ce sta
na fenesta
tuzzolea....
passione mia ce
Sei
un poco nervosa
stasera.
Silenzio
passa sotto
ponti
Cascine,
le stelle
si
amori
stranieri
a spasso
sotto
dei lungarni.
gonfiano di commozione).
Silenzio
173
Ma
che cos' hai
!
Silenzio
tardi.
1
!
Ah
non mi ami pi
!
affatto
!
Cara, cara
Che
gaffe
Perch
ri-
?
f
Troppo Scherza.
!
Ti
Eispondi.
Ami
!
un'altra donna.
Ma
no, no
amo
sempre,
ma
un
altro
modo.
In un altro modo.
;
Ci
sono state
ci
siamo tormen:
non
Silenzio
174
far soffrire.
Non
si
facciamoci pi
Vieni
Sem-
Hai
ragione....
(Silenzio,
di,
Come
Te ne vai
Bisogna.
Mi aspettano a
casa.
Ep-
poi meglio.
Era diventata
crime
brillavano
tra
ciglio
ciglio
le gote.
:
A me
il
un
Non
miei,
175
baciarle
umidi e dimen-
la
Le carezzai una
mano
Bonanotte, Bonanotte.
Avevamo
ed
io,
caro.
passato insieme,
il
mio amico
Ore
due o
di perfetta
comunione
spirituale e senti-
la vita ci
e che per
Per
le
176
nelle ardenti illuminazioni di
un tramonto
i
patetico, in
ciapiedi
;
mar-
con
occhi
attenti
a ogni
aspetto del
mondo
cos bizzarro,
nuovo,
la
al fresco fuori
alle
degli usci,
ferma accanto
botteghe,
finestre
spalancate e nere,
portoni
aperti sur
uno sfondo
di giardini dove, al
i
fiori si
spen-
frascame estenuato
i
fra le
nit,
cose di tutti
giorni e dell'eter-
e indietro, a
i
zonzo mescolando
stri cuori, e
nostre anime e
no-
stava per farci gustare la felicit di comprenderci nuovamente cos bene, e di sentire
l
* vita-
Finch
la
177
aveva sorpresi in
notte
ci
patia riconfermata.
Ora,
ritti
una
nuovo
il
e sublime
per n
il
lui
io
avemmo
coraggio di fare
primo
movimento.
Un
nostre
anime
tese,
ma non sapemmo
tro-
Bonanotte, caro.
Bonanotte.
CHIACCHIERE
....
Gi
!...
Gi
Era seduta
garetta
come
una
ai
si-
Gi
!...
Una
fatti pericolosissima,
in
amore. Forse
si
sente e
non
pi, confessare
nostri torti
per intero,
ecco
ci
che
sterilizzerebbe
inevitabilmente la passione.
dirti
Dev'essere cos,
ma
triste
triste....
soltanto
Cos
io,
avrei potato
dire
di perderti. Spesso
182
rischiare
nelle
prima senza
ho esagerato
mie
espressioni amorose.
Una boccata di fumo). Non eh' io mentissi. Ti amavo. Ma c'era un me pi profondo che mi teneva d'occhio e sorrideva di me nel momento
(
stesso
Bada che
!
esageri
ghignava
Esageri
forti tormenti.
Mi sono
questo
.
non poter
gastigo
giusto di tono
Vivere in un'esatta
:
armonia con
s stessi
che gioia
Ma
ne-
Lo
sentivi
183
m'
Quasi sempre
che dici e che poi una mezza mancanza d'amore. Noi, quando amiamo, amia-
le
sottile.
Pu
darsi....
te....
Ma
tu mentivi, un po-
chino anche
Appena.
Appunto
delle
mezze menzogne
nano ogni
S.
mate tue
rebbe
certamente accaduto
malgrado
mi
dicesti
frattempo Z
184
al chiaro di
1'
ho
Ebbene
morire
allora.
Prima
completa-
mente nato.
Chi lo sa
vanti
C'est la vie
Vendetta completa
Quasi.
E non me
Te
lo
lo dicesti.
dissi
dell'albergo.
....La figliuola del tabaccaio.
Precisamente.
(Boccate di fumo).
{Boccate di fumo).
185
il
eroico
E
?
piti
tardi
Durante
tempo
al-
l'altezza.
Ma
spesso sen-
Io
sono stata
so
;
felice.
Lo
ma
tu seguitavi a mentire.
Prima,
perch
conti -
Senza saperlo, forse. L' ho detto. Ma ero felice lo stesso Felice Anch' io ho
!
con
te.
detto
or
ora
Mi domando se anche questo momento siamo in buona fede. Ma sei terribile, caro mio Mi piace vederci chiaro. Almeno
!
dopo.
Ebbene
Comincer
col darti
il
buon esempio
186
della franchezza, a costo
e di farmi del male.
anche di
farti
H mio me pi profondo
e che la
mia
fe-
relativa..,.
una
Un
No,
pis-aller
ma
sotterraneamente desideravo
qualcos' altro.
felicit
Non
ma
E tu?
Parla
?
senza piet.
Perch
Avanti
SL Forse anch'
io
desideravo qual-
cos' altro.
Infatti io
ti
tradii e tu
mi
io
tradisti.
Con Z!
Tu
fosti
il
primo, e
ti
scrissi
storne fu....
Verissimo,
Pure....
ISTo,
ma
ci
non cambia
nulla.
non cambia
187
(Fumo).
(Fumo). (Fumo).
....Gi
!
Sicch,
i
secondo
te,
tutti
:
nostri
piaceri, tutti
nostri dolori
cose senza
fondamento
Con poco fondamento. Non ci siamo amati veramente Non abbiamo amato neanche quelli
!
per
quali
!
ci
siamo
!
traditi.
sai ?
Oh
oh
Cosa ne
dopo
vo.
Io
presi
di te.
Ho
ci
Io
:
non ho mai
amato.
mai amare.
tibile in
C di peggio ancora Io non potr C qualche cosa di irredutme, qualcosa che non
si
che
188
resta
L'io pi profondo
E
S,
tu mi somigli.
Non
vero
Di'
!...
Forse....
Ma
te.
perch codesti
occhi
tristi !
anche
Perch
sei la sola
di potere
amare.
?
Sei certo
l'
l'
io
Interroga
io
profondo.
(Fumo).
Cosa dice
terribile
si
pu
esser compieta!
mente
neanche dopo
189
Povera amica
.... terribile.
!
Perdonami.
(Fumo).
se
si
cambiasse discorso
?
%
'
Un'
altra sigaretta
Un
dito di vinsanto
TNDICB
Primavera
.
'ag.
Una
serata in famiglia
.
.
19
Elettra
39
La
49
61
Impressioni
Arlecchino
Firenze-Parigi
.
77
91
163
i
179
University of Toronto
Library
Acme
LOWE-MARTIN CO.
LlMITED
Il