Illustrazioni di L. Benett Copertina di Carlo Alberto Michelini
TITOLO ORIGINALE DELLOPERA L'AGENCE THOMPSON AND CO. (1907)
Traduzione integrale dal francese di VINCENZO BRINZI Condotta sull'edizione Grandes Oeuvres, Hachette, Paris, 1982 Collection Hetzel conforme all'edizione originale Hetzel
Propriet letteraria e artistica riservata Printed in Italy Copyright 1987 U. Mursia editore S.p.A. 3044/AC U. Mursia editore Milano Via Tadino, 29 INDICE PRESENTAZIONE _________________________________________5 L'AGENZIA THOMPSON & C.___________________________ 8 PARTE PRIMA___________________________________________9 Capitolo I ________________________________________________9 Sotto l'acquazzone ____________________________________________ 9 Capitolo II ______________________________________________14 Un appalto davvero pubblico ___________________________________ 14 Capitolo III______________________________________________25 Nella nebbia ________________________________________________ 25 Capitolo IV______________________________________________34 Primi contatti _______________________________________________ 34 Capitolo V ______________________________________________57 Al largo____________________________________________________ 57 Capitolo VI______________________________________________74 Luna di miele _______________________________________________ 74 Capitolo VII _____________________________________________88 Il cielo si copre______________________________________________ 88 Capitolo VIII ___________________________________________100 La festa di pentecoste________________________________________ 100 Capitolo IX_____________________________________________122 Una questione di diritto_______________________________________ 122 Capitolo X _____________________________________________131 In cui si dimostra che johnson un saggio________________________ 131 Capitolo XI_____________________________________________147 Nozze a so miguel __________________________________________ 147 Capitolo XII ____________________________________________159 Strane conseguenze del mal di mare_____________________________ 159 Capitolo XIII ___________________________________________175 Soluzione di un anagramma___________________________________ 175 Capitolo XIV ___________________________________________194 Il cvrral das freias___________________________________________ 194 Capitolo XV ____________________________________________209 A faccia a faccia____________________________________________ 209 PARTE SECONDA ___________________________________ 217 Capitolo I ______________________________________________217 Spunta la luna rossa _________________________________________ 217 Capitolo II _____________________________________________225 Il secondo segreto di robert morgand____________________________ 225 Capitolo III_____________________________________________238 Il seamew si ferma ________________________________________ 238 Capitolo IV_____________________________________________252 Il secondo dente dell'ingranaggio_______________________________ 252 Capitolo V _____________________________________________274 Sulla vetta del teide__________________________________________ 274 Capitolo VI_____________________________________________295 Un accidente che capita al momento giusto _______________________ 295 Capitolo VII ____________________________________________305 Alla deriva ________________________________________________ 305 Capitolo VIII ___________________________________________315 Come una lampada che si spegne_______________________________ 315 Capitolo IX_____________________________________________326 Thompson si trasforma in ammiraglio ___________________________ 326 Capitolo X _____________________________________________339 In quarantena ______________________________________________ 339 Capitolo XI_____________________________________________355 Nel quale thompson non riceve, a sua volta, il corrispettivo del suo denaro355 Capitolo XII ____________________________________________372 In cui si cambia il carceriere___________________________________ 372 Capitolo XIII ___________________________________________380 In cui la gita dell'agenzia thompson minaccia di prendere proporzioni del tutto impreviste_____________________________________________ 380 Capitolo XIV ___________________________________________393 Salvi!_____________________________________________________ 393 Capitolo XV ____________________________________________406 Conclusione _______________________________________________ 406 PRESENTAZIONE Pubblicato postumo nel 1907, questo romanzo apparve a puntate su Le Journal e la sua autenticit come del resto quella di Il vulcano d'oro, pubblicato anch'esso postumo nel 1906 sul Magasin illustre d'ducation et de rcration alquanto dubbia. Si parla dell'intervento del figlio di Verne, Michel, che avrebbe tutt'al pi operato su tracce e progetti del padre. In realt, va detto che il figlio dimostra qui d'aver bene imparato il mestiere, anche se piuttosto evidente la tendenza a una maggior prolissit, forse determinata anche dalle esigenze del giornale, e una minor capacit d'organizzare l'intreccio e di definire i personaggi. Resta invece inalterato quello straordinario alternarsi di situazioni umoristiche, e talora grottesche, con scene drammatiche, che caratterizza tanta parte della produzione dello scrittore. Pretesto del romanzo un viaggio per turisti organizzato dall'Agenzia Thompson & C. di Londra (in concorrenza con l'Agenzia Baker & C.) e il lettore avr modo di notare con soddisfazione che qualche progresso stato fatto nel campo del turismo organizzato. L'Agenzia Thompson &C. nella figura del suo titolare, l'ossequioso e mellifluo Thompson esagera infatti non poco nella improvvisazione, speculando con incosciente improntitudine sulla buona fede dei suoi clienti, che non immaginano neppure lontanamente le disavventure cui andranno incontro. Destinazione del viaggio, tre pittoreschi arcipelaghi: quello delle Azzorre, di Madera e delle Canarie, nell'Atlantico, al largo della costa occidentale dell'Europa e dell'Africa. E qui rivive l'immagine del Verne innamorato di viaggi, geografo attento e appassionato, capace di sposare all'avventura i dati e le notizie pi minute sui paesi visitati. Protagonisti, un'intera folla di turisti, a cominciare dal francese Robert Morgand, brillante interprete e cicerone stipendiato dall'Agenzia, per continuare con l'altezzoso baronetto George Hamilton, con Elias Johnson, gran bevitore quasi sempre ubriaco, con l'olandese Van Piperboom, con il droghiere Blockhead e la sua petulante famigliola, con la ricca vedova americana Alice Lindsay, e moltissimi altri, sino a raggiungere il numero di 65. N poteva mancare il solito losco figuro e persino il contestatore di professione, che, con un colpo di scena finale, si riveler addirittura per il concorrente Baker dell'omonima agenzia. Per fortuna, a mettere un po' d'ordine in questo contrastante campionario di caratteri, c' il capitano della nave Pip, un vero lupo di mare che riesce a tenere in pugno la situazione anche nei momenti pi drammatici. Che non mancano certamente, perch il romanzo anche un inventario di tutte le avventure possibili e immaginabili: infatti ci sono ben due naufragi, un terremoto, un'eruzione vulcanica, un torrente in piena, una rapina a mano armata E c' anche l'amore. Come accade spesso nei romanzi di Verne, esso sboccia naturalmente in coppie: due sorelle americane si innamorano di due giovanotti, Robert e Roger: un amore fatto apposta per difenderli tutti e quattro dalle insidie e dai pericoli del turismo selvaggio. Com 'era prevedibile, il viaggio si spinge oltre il programma. Un naufragio costringe i disperati turisti a riparare sulle spiagge del Senegal, dove per colmo della sventura sono fatti prigionieri da una banda di predoni e liberati infine da un drappello di soldati francesi. Insomma, quando i nostri turisti rimettono piede sul suolo di Londra con un gran sospiro di sollievo, ne hanno da raccontare. Verne ha preso qui la parola al loro posto narrandoci le loro avventure, senza per le inevitabili bugie di cui le avrebbero infiorettate i protagonisti per dimostrare in ogni circostanza il loro coraggio e sangue freddo. J ULES VERNE nacque a Nantes, l'8 febbraio 1828. A undici anni, tentato dallo spirito d'avventura, cerc di imbarcarsi clandestinamente sulla nave La Coralie, ma fu scoperto per tempo e ricondotto dal padre. A vent'anni si trasfer a Parigi per studiare legge, e nella capitale entr in contatto con il miglior mondo intellettuale dell'epoca. Frequent soprattutto la casa di Dumas padre, dal quale venne incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari. Intraprese dapprima la carriera teatrale, scrivendo commedie e libretti d'opera; ma lo scarso successo lo costrinse nel 1856 a cercare un'occupazione pi redditizia presso un agente di cambio a Parigi. Un anno dopo sposava Honorine Morel. Nel frattempo entrava in contatto con l'editore Hetzel di Parigi e, nel 1863, pubblicava il romanzo Cinque settimane in pallone. La fama e il successo giunsero fulminei. Lasciato l'impiego, si dedic esclusivamente alla letteratura e un anno dopo l'altro in base a un contratto stipulato con l'editore Hetzel venne via via pubblicando i romanzi che compongono l'imponente collana dei Viaggi straordinari I mondi conosciuti e sconosciuti e che costituiscono il filone pi avventuroso della sua narrativa. Viaggio al centro della Terra, Dalla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i mari, Lisola misteriosa, Il giro del mondo in 80 giorni, Michele Strogoff sono i titoli di alcuni fra i suoi libri pi famosi. La sua opera completa comprende un'ottantina di romanzi o racconti lunghi, e numerose altre opere di divulgazione storica e scientifica. Con il successo era giunta anche l'agiatezza economica, e Verne, nel 1872, si stabil definitivamente ad Amiens, dove continu il suo lavoro di scrittore, conducendo, nonostante la celebrit acquistata, una vita semplice e metodica. La sua produzione letteraria ebbe termine solo poco prima della morte, sopravvenuta a settantasette anni, il 24 marzo 1905. L'AGENZIA THOMPSON & C.
PARTE PRIMA CAPITOLO I SOTTO L'ACQUAZZONE DA ALMENO cinque minuti Robert Morgand se ne stava immobile, a gambe larghe e occhi sognanti, dinanzi al lungo muro nero tappezzato di manifesti che fiancheggiava una bruttissima via di Londra. La pioggia cadeva a dirotto; la corrente del rigagnolo aveva assalito a poco a poco il marciapiede e ora minava subdolamente i piedi dell'uomo assorto, il cui capo era nel contempo esposto al pericolo dell'acqua piovana. Con la mente lontana, sognando forse qualche futuro viaggio, la sua mano aveva lasciato scivolare lentamente l'ombrello che lo proteggeva e la pioggia ora scorreva liberamente dal cappello sull'abito, diventato una spugna, prima di congiungersi con quella del tumultuoso ruscelletto. Robert Morgand pareva non prestare alcuna attenzione a ci che avveniva attorno a lui. Non avvertiva la doccia gelata che gli bagnava le spalle: profondamente preoccupato, fissava i suoi stivaletti con scrupolosa attenzione senza accorgersi peraltro che essi si erano trasformati in due scogli, contro i quali il rigagnolo rinnovava con accanimento i suoi assalti. La sua attenzione era chiaramente attratta dal misterioso lavorio svolto dalla sua mano sinistra. Immersa nella tasca dei pantaloni, quella mano agitava e soppesava, abbandonava e riprendeva alcune monetine, il cui valore complessivo era di franchi 33,45 come egli aveva gi appurato molte volte. Francese, capitato a Londra sei mesi prima in seguito al mutamento improvviso e crudele della sua esistenza, Robert Morgand aveva perduto proprio quella mattina il posto di precettore che fino allora gli aveva dato da vivere. Esaminato rapidamente lo stato delle sue finanze troppo rapidamente, ahim! era uscito e aveva camminato sempre dinanzi a s per le strade, alla ricerca di un'idea fino al momento in cui si era fermato, senza volerlo, nel posto dove lo abbiamo trovato. Il problema era il seguente: che fare, solo, senza amici, nella grande Londra, con trentatr franchi e quarantacinque centesimi in tasca? Arduo problema; cos arduo che egli non era riuscito a risolverlo e gi cominciava a disperare di potervi mai riuscire. Robert Morgand, tuttavia, se si vuole prestare fede al suo aspetto, non sembrava uomo da scoraggiarsi facilmente. Colorito chiaro, fronte pura e spaziosa, coronata da capelli castani tagliati a spazzola, lunghi baffi alla francese che separavano dalla bocca atteggiata a un sorriso amichevole il naso modellato in curva energica, egli era attraente da ogni punto di vista. Ancora meglio: era buono e dalla moralit ineccepibile. Lo si avveniva immediatamente dai suoi occhi di un azzurro scuro, il cui sguardo, dolcissimo, conosceva un solo percorso: il pi breve. Il resto non smentiva ci che il viso prometteva. Spalle eleganti e ampie, torace possente, membra muscolose, movimenti armoniosi, estremit sottili e ben curate: ogni particolare rivelava l'atleta aristocratico, il cui corpo, abituato alla pratica degli sport, emana forza e agilit. Nel vederlo, si pensava: Ecco un bel ragazzo, un ragazzo robusto, un buon ragazzo!. Che non fosse tipo da farsi disarcionare nello scontro con le avversit Robert lo aveva gi dimostrato e lo avrebbe dimostrato altre volte ancora, pronto sempre alla difesa, meritevole sempre- della vittoria. Gli scontri con il destino per spesso sono brutali e anche il cavaliere pi bravo ha il diritto di abbandonare per un istante le staffe. Se si vuol proseguire in queste immagini prese a prestito dall'arte equestre, diremo che Robert aveva perduto la sua stabilit e che cercava di riprenderla, incerto su quello che occorreva fare. Rivolgeva inutilmente a se stesso, per la centesima volta, quella domanda quando alz gli occhi al cielo nella speranza forse di trovarvi la risposta. Fu allora che si accorse della pioggia e si rese conto che i pensieri che lo preoccupavano lo avevano immobilizzato in una pozza d'acqua, dinanzi a un muro nero tappezzato di manifesti multicolori. Un manifesto di grande formato e dai colori discreti sembrava sollecitare particolarmente il suo sguardo, proprio dinanzi a lui. Senza volerlo giacch non si fa immediato ritorno dal regno dei sogni Robert cominci a leggere il manifesto. Terminata la lettura, torn a rileggerlo e lo rilesse anche per la terza volta senza aver capito molto sul suo contenuto. Alla terza lettura, tuttavia, trasal. Una riga, stampata a caratteri piccoli in fondo al manifesto, gli salt agli occhi all'improvviso. Interessato, la rilesse per la quarta volta. Ecco che cosa diceva il manifesto:
AGENZIA BAKER & C. 69, Newghate Street, 69 Londra __________________
GRANDE GITA ai Tre Arcipelaghi AZZORRE MADEIRA LE CANARIE Con il superbo piroscafo Il Viaggiatore di 2500 tonnellate e 3000 cavalli. Capitano: Mathews Partenza da Londra: il 10 maggio alle ore 7 della sera. Ritorno a Londra: il 14 giugno a mezzogiorno. I signori viaggiatori non dovranno pagare alcuna spesa oltre il prezzo stabilito. Facchini e vetture per gite. Soggiorno a terra in alberghi di prima categoria. _________________
PREZZO DEL VIAGGIO COMPRENSIVO DI OGNI SPESA 78 Sterline Per informazioni, rivolgersi agli uffici dell'Agenzia: 69, Newghate Street, 69 Londra. _________________
Si cerca cicerone-interprete.
Robert si accost al manifesto e si accert di avere letto correttamente. Si cercava proprio un interprete che facesse anche da cicerone. Decise subito di essere lui quell'interprete se l'Agenzia Baker & C. lo avesse accettato. Poteva anche accadere che il suo viso non fosse gradito oppure che il posto fosse gi occupato. Bisognava rimandare la conclusione per ci che concerneva il primo punto. Per ci che riguardava il secondo, l'aspetto del magnifico manifesto lo tranquillizz completamente. Era nuovo e fresco tanto da sembrare affisso dal mattino, al pi, dalla sera del giorno precedente. Non c'era tempo da perdere, comunque. Un mese di tranquillit che assicurasse la possibilit di ritrovare le staffe perdute, la prospettiva di avere a disposizione una somma netta al ritorno perch senza dubbio avrebbero provveduto al suo mantenimento a bordo e, per di pi, un viaggio piacevole e interessante, tutto ci non era certamente da disprezzare per un capitalista dello stampo di Robert. Si diresse perci verso Newghate Street senza perdere altro tempo e alle 11 precise apriva la porta del numero 69. L'anticamera e i corridoi, che egli percorse al seguito di un fattorino, gli diedero una favorevole impressione; tappeti visibilmente logori, tappezzerie presentabili ma sbiadite: era un'agenzia seria, evidentemente, una ditta che non era sorta il giorno precedente. Preceduto sempre dal fattorino, Robert, alla fine, venne fatto entrare in un comodo ufficio. Da dietro una grande tavola un signore si alz per accoglierlo. Il signor Baker? chiese Robert. Non c', ma io lo sostituisco in tutto e per tutto rispose il signore, invitando Robert a sedersi. Ho visto i manifesti disse quest'ultimo con i quali la vostra agenzia annuncia il viaggio da voi organizzato; quei manifesti dicono anche che cercate un interprete. Sono venuto a proporvi di affidare a me l'impiego. Il vicedirettore guard con maggiore attenzione il visitatore. Quali lingue conoscete? chiese, dopo un istante di silenzio. Il francese, l'inglese, lo spagnolo e il portoghese. Benissimo. Sono francese. Potete giudicare voi stesso se conosco l'inglese. Parlo lo spagnolo e il portoghese correntemente. Benissimo, quindi. Ma ci non tutto. Occorre essere ampiamente documentato sui Paesi compresi nel nostro itinerario. L'interprete dovr essere anche il cicerone. Robert esit un attimo. E cos che l'intendo rispose. Il vicedirettore riprese: Parliamo dello stipendio. Noi offriamo 300 franchi per il viaggio, vitto, alloggio e ogni altra spesa pagati. Tali condizioni vi andrebbero? Perfettamente dichiar Robert. In tal caso, se potete fornirci qualche attestato Sono a Londra da poco tempo, signore. Ma ecco una lettera di lord Murphy: vi dar informazioni sul mio conto e vi spiegher nel contempo perch sono senza lavoro rispose Robert, porgendo all'interlocutore la lettera, scritta del resto in termini molto lusinghieri, da lui ricevuta qualche ora prima La lettura fu lunga. Uomo serio e preciso, il vicedirettore soppes ogni parola come per ricavarne il succo. Per contro, la risposta fu precisa. Dove abitate? chiese. Cannon Street, 25. Riferir al signor Baker concluse il vicedirettore, prendendo nota dellindirizzo. Se le informazioni che assumer concorderanno con ci che conosco gi, potrete considerarvi come un dipendente della nostra agenzia. Siamo allora d'accordo? insistette Robert, soddisfatto. D'accordo conferm l'inglese alzandosi. Robert tent inutilmente di dire qualche parola di ringraziamento. Time is money 1 Ebbe appena il tempo di accennare a un saluto e si trov poco dopo sulla via, sbalordito della facilit e della rapidit del proprio successo.
1 Il tempo denaro. (N.d.T.) CAPITOLO II UN APPALTO DAVVERO PUBBLICO LA MATTINA del giorno seguente, 26 aprile, prima cura di Robert fu quella di rivedere il manifesto che il giorno precedente era servito di tramite alla Provvidenza. A dire il vero quel pellegrinaggio gli era certamente dovuto Ritrov facilmente la via, il lungo muro nero e il punto preciso in cui aveva sguazzato sotto l'acquazzone, ma non fu facile scoprire il manifesto Il suo formato non era cambiato, ma esso era irriconoscibile. I suoi colori, ieri tenui ora erano esasperati. Il fondo grigiastro era diventato azzurro crudo le lettere nere avevano invece un colore scarlatto L'Agenzia Baker lo aveva indubbiamente ristampato poich lassunzione di Robert aveva reso ormai inutile l'appello ai ciceroni-interpreti disoccupati. Per esserne certo, Robert fece correre lo sguardo in fondo al manifesto ebbe un sussulto. La frase finale risultava cambiata, infatti: ora annunciava che un cicerone-interprete che parlava tutte le lingue avrebbe partecipato alla gita. Tutte le lingue! esclam Robert. Ma io non l'ho mai detto! L'espressione tumultuosa del suo scontento fu interrotta da una scoperta improvvisa. Nel portarsi sulla parte superiore del manifesto i suoi occhi avevano scorto la denominazione dell'agenzia nella quale il nome di Baker non appariva pi. Agenzia Thompson & C, lesse Robert, stupito, comprendendo che la nuova frase riguardante l'interprete non concerneva lui. Non ebbe difficolt a scoprire la chiave dell'enigma. Se l'enigma si era presentato per un solo istante era dovuto soprattutto ai colori vistosi scelti da Thompson, i quali attiravano irresistibilmente lo sguardo a spese di ci che era loro vicino. Accanto al nuovo manifesto, quasi toccandolo, quello di Baker c'era sempre. Bene! disse Robert a se stesso, tornando a guardare il vistoso manifesto. Ma come mai ieri non l'ho visto? Se ci sono due manifesti, significa che vi saranno due viaggi? Un rapido confronto lo convinse. Fatta eccezione per il nome dell'agenzia, della nave e del capitano, i due manifesti erano identici: il magnifico piroscafo The Seamew sostituiva il magnifico piroscafo The Traveller, 2 e l'ottimo capitano Pip succedeva al valente capitano Mathews, ecco tutto. Per il resto essi si plagiavano reciprocamente, parola per parola. Si trattava dunque di due viaggi, organizzati da due diverse agenzie. La faccenda strana pens Robert, vagamente inquieto pur senza saperne il motivo. La sua inquietudine crebbe quando not un quarto e ultimo cambiamento. Baker & C. esigevano dai loro passeggeri 78 sterline, l'Agenzia Thompson & C. si limitava a chiederne 76. Il lieve ribasso di due sterline non sarebbe stato sufficiente, agli occhi di tanta gente, a far pendere la bilancia dalla sua parte? Come si vede, Robert sposava gi la causa dei suoi datori di lavoro. La sposava a tal punto che, preoccupato, nel corso del pomeriggio pass ancora una volta dinanzi ai due manifesti. Ci che vide lo tranquillizz. Baker accettava la lotta. Il suo manifesto dai colori tenui era stato sostituito da un altro, pi vistoso di quello dell'agenzia concorrente. Per quanto riguardava il prezzo, Thompson era non soltanto raggiunto ma superato. Baker ormai faceva sapere urbi et orbi 3 che offriva il viaggio ai tre arcipelaghi per 75 sterline, e cio per 1875 franchi! Robert and a dormire con animo tranquillo. Ma tutto non era terminato: Thompson & C. non avrebbero risposto ribassando ulteriormente la loro tariffa?
2 Rispettivamente: lI Gabbiano e Il Viaggiatore. (N.d.T.) 3 Alla citt e al mondo. (N.d.T.) Il giorno dopo egli not che i suoi timori erano fondati. Sin dalle 7 del mattino, uno striscione bianco attraversava il manifesto di Thompson; sullo striscione erano scritte queste parole:
PREZZO DEL VIAGGIO OGNI SPESA COMPRESA STERLINE 74.
Il nuovo ribasso, per, non era motivo di troppa preoccupazione; poich aveva accettato la lotta, Baker avrebbe certamente continuato a difendersi. E infatti Robert, che ormai non perdeva pi d'occhio i manifesti, vide durante la giornata gli striscioni bianchi susseguirsi e ammucchiarsi gli uni sugli altri. Alle 10,30, l'Agenzia Baker ridusse il prezzo a 73 sterline; a mezzogiorno e un quarto, Thompson non ne richiese pi di 72; all'1,40, Baker dava assicurazioni che 71 sterline sarebbero state pi che sufficienti. Alle 3 precise, Thompson dichiarava che 70 sterline sarebbero bastate. Divertiti da quella specie di asta alla rovescia, i passanti gi cominciavano a interessarsi alla battaglia. Si fermavano qualche istante, davano un'occhiata, sorridevano e poi proseguivano per la loro strada. La battaglia, nella quale botta e risposta si equilibravano, continuava. Il giorno ebbe termine con la vittoria dell'Agenzia Baker, le cui pretese ora non superavano le 67 sterline, pari a 1675 franchi. I giornali dell'indomani si occuparono della faccenda e la giudicarono in vario modo. Il Times, fra gli altri, biasimava l'Agenzia Thompson & C. di avere dichiarato quella guerra da selvaggi. Il Pall Mall Gazette, per contro, e il Daily Chronicle l'approvavano incondizionatamente. Alla fine, non era forse il pubblico a trarre vantaggio dal ribasso della tariffa prodotto dalla concorrenza? Comunque sia, quella pubblicit sarebbe risultata assai utile all'Agenzia che avesse ottenuto la vittoria finale. Ci apparve evidente sin dal mattino del 28: i manifesti, quel giorno, non cessarono dal richiamare l'attenzione di folti gruppi di persone che si scambiavano battute allegre e scherzose. La lotta intanto proseguiva pi accanita del giorno precedente. Ora non passava pi nemmeno un'ora fra le due risposte e lo spessore degli striscioni accumulatisi assumeva proporzioni considerevoli. A mezzogiorno, l'Agenzia Baker pot fare colazione sulle sue posizioni. Il viaggio si poteva allora effettuare, secondo i suoi calcoli, mediante un esborso di 61 sterline (1525 franchi). Bene! esclam un giovanissimo londinese dei sobborghi orientali prenoter il mio posto quando scenderanno a una ghinea (franchi 12.50). Prendete nota del mio indirizzo: Toby Laugher Esquire! White Chapel, 175! aggiunse, gonfiando le gote. Uno scoppio di risa percorse la folla. Persone meglio informate di quel monello avrebbero potuto tuttavia, come lui, e a maggior ragione, contare su un tale ribasso. Ne sarebbero state autorizzate da fatti precedenti. Qualcosa del genere non era forse accaduto al tempo della concorrenza accanita fattasi dalle ferrovie americane Lake- Shore e Nickel-Plate? e soprattutto in occasione della guerra scatenata dalle Trunk-Lines, nel corso della quale le compagnie giunsero al punto di far pagare un solo dollaro per i 1700 chilometri che separano New York da Saint-Louis? Se l'Agenzia Baker aveva potuto fare colazione sulle sue posizioni, l'Agenzia Thompson vi dorm sopra. Ma a quale prezzo! A quell'ora, avrebbe potuto compiere il viaggio chi possedeva soltanto 56 sterline (1400 franchi). Quando tale prezzo fu portato a conoscenza del pubblico, erano appena le cinque. Baker avrebbe avuto perci il tempo di replicare; ma non ne fece nulla; stanco della monotona lotta, si preparava forse ad assestare al concorrente un colpo decisivo. Tale fu almeno la supposizione di Robert, il quale cominciava ad appassionarsi a quella gara di nuovo genere. I fatti gli diedero ragione. La mattina del 29, giunse dinanzi ai manifesti nel momento in cui gli attacchini dell'Agenzia Baker incollavano un ultimo striscione. Lo sforzo, questa volta, risultava notevole. Diminuito di colpo di 6 sterline (150 franchi), il prezzo si riduceva a 50 sterline (1250 franchi). Thompson & C. sarebbero stati evidentemente atterrati. Non sarebbe stato ragionevolmente possibile ridurre ancora il prezzo di un solo scellino! L'intera giornata trascorse, infatti, senza che essi si facessero vivi. Robert ritenne che la partita fosse stata vinta. Ma il 30 lo attendeva un amaro risveglio. Nel corso della notte i manifesti dell'Agenzia Thompson erano stati strappati: altri li avevano sostituiti, dai colori cos violenti da accecare il sole. Su tali manifesti, di grandissimo formato, si leggeva a caratteri di scatola:
PREZZO DEL PERCORSO COMPRENSIVO DI OGNI SPESA 40 STERLINE.
Se Baker aveva sperato di atterrare Thompson, quest'ultimo aveva voluto schiacciare Baker. E vi era riuscito anche troppo! Mille franchi per un viaggio di 37 giorni; circa 27 franchi al giorno! Era quello un minimo che non sembrava possibile superare. E tale fu verosimilmente il parere dell'Agenzia Baker: la giornata trascorse, infatti, senza che essa desse segno di vita. Robert, tuttavia, sperava ancora. Voleva credere, per il giorno seguente, in una di quelle manovre assassine, dette dell'ultima ora. Una lettera ricevuta alla sera gli tolse ogni illusione. Senza fornirgli alcuna spiegazione gli veniva fissato un incontro per il giorno seguente, 1 maggio, alle 9 del mattino. Dopo i fatti a lui noti, non aveva motivo di temere qualcosa da quella convocazione? superfluo dire che fu puntuale all'appuntamento. Ho ricevuto questa lettera cominci a dire, rivolgendosi al vicedirettore che lo riceveva per la seconda volta. Quest'ultimo lo interruppe: non amava le parole inutili. D'accordo! D'accordo! Volevo soltanto informarvi che abbiamo rinunciato alla gita ai tre arcipelaghi. Bah! disse Robert, stupito della calma con la quale la notizia gli veniva annunciata. Se avete visto i manifesti Li ho visti disse Robert. In tal caso avrete capito che non ci possibile persistere su quella via. Al prezzo di 40 sterline il viaggio diventa un imbroglio per l'agenzia o per i viaggiatori; forse per tutti e due. Per avere il coraggio di proporlo a quelle condizioni occorre essere un burlone o uno stupido. Non c' via di mezzo! E l'Agenzia Thompson? insinu Robert. L'Agenzia Thompson disse il vicedirettore con tono reciso diretta da un burlone che commette sciocchezze o da uno sciocco che fa delle burle. A scelta. Robert si mise a ridere. E i vostri viaggiatori? disse. La posta ha gi restituito loro gli anticipi, raddoppiati a titolo di giusto indennizzo; ed proprio per intenderci riguardo al vostro indennizzo che vi ho pregato di venire qui, stamane. Ma Robert non voleva indennizzo. Essere pagato per un lavoro eseguito cosa pi che giusta; speculare in qualche modo sulle difficolt incontrate dalla societ che lo aveva assunto, non gli sembrava opportuno. Benissimo! approv il suo interlocutore, senza insistere minimamente. Del resto, posso in cambio darvi un buon consiglio. Quale? Presentatevi all'Agenzia Thompson & C. e chiedete di occupare il posto al quale eravate destinato presso di noi. Vi autorizzo a presentarvi a nome nostro! Troppo tardi! rispose Robert. Il posto gi occupato. Di gi? Come fate a saperlo? Lo so dai manifesti. L'Agenzia Thompson annuncia un interprete con il quale non potrei certamente competere. Allora soltanto dai manifesti che Soltanto dai manifesti. In tal caso concluse il vicedirettore alzandosi provate ugualmente, credetemi. Robert si ritrov in strada, molto scoraggiato. Il posto, appena ottenuto, era venuto meno ed eccolo nuovamente sul lastrico. A che cosa sarebbe servito seguire il consiglio dell'Agenzia Baker? Quale probabilit poteva esservi che il posto fosse disponibile? D'altra parte non era suo dovere tentare la fortuna sino all'ultimo? Nell' incertezza egli si lasciava guidare dal caso. Ma il cielo lo aveva certamente preso sotto la sua protezione, perch, nel momento in cui un vicino orologio sonava le 10, egli si ritrov senza saperlo dinanzi agli uffici dell'Agenzia Thompson & C. Spinse la porta con gesto distratto e si ritrov di colpo in un vasto e lussuoso salone, in mezzo al quale una fila di sportelli era disposta in semicerchio. Ce n'erano almeno una quindicina. Uno di essi, che peraltro era il solo aperto, permetteva di scorgere un impiegato assorto nel suo lavoro. Nello spazio riservato al pubblico, un uomo che stava leggendo e annotando un manifestino passeggiava in lungo e in largo. Se la mano armata di matita aveva tre anelli uno al mignolo e due all'anulare quella che reggeva il volantino ne aveva quattro. Di media statura, piuttosto pingue, il personaggio si muoveva vivacemente, agitando una catena d'oro i cui numerosi ciondoli tintinnavano sulla pancia un po' prominente. A volte chinava il capo sul foglio, a volte lo sollevava verso il soffitto quasi per cercarvi ispirazione. Ogni suo gesto era esuberante. Apparteneva con ogni evidenza al tipo di persona sempre agitata e sempre in movimento, per la quale l'esistenza normale soltanto se arricchita da sempre nuove emozioni e da inestricabili difficolt. La cosa pi sorprendente era che egli fosse inglese. Dalla sua pinguedine, dal colore acceso della pelle, dai baffi neri come l'inchiostro, dall'aspetto generale della sua persona sempre sotto pressione si sarebbe giurato che egli fosse uno di quegli italiani che hanno l'eccellenza assai facile. Il particolare avrebbe confermato questa impressione dell'insieme: occhi ridenti, naso all'ins, fronte sfuggente sotto un'oscura chioma ricciuta; ogni cosa rivelava una furberia un po' volgare. Nel vedere Robert l'uomo interruppe il suo andare avanti e indietro e la sua lettura; gli corse incontro, profondendosi in saluti con eccessiva amabilit e poi, atteggiando la bocca a forma di cuore, disse: Avremmo il piacere, signore, di potervi essere utili? Robert non ebbe il tempo di rispondere. L'altro prosegu: Si tratta, senza dubbio, della nostra gita ai tre arcipelaghi? Proprio di ci disse Robert ma Fu nuovamente interrotto. Viaggio magnifico! Stupendo! esclam il suo interlocutore. Che noi abbiamo portato ai limiti estremi del buon mercato! Ecco, signore, guardate questa carta geografica ne indicava una appesa alla parete ed esaminate il percorso che sar da noi seguito. Ebbene! Noi offriamo tutto ci per quanto? Per 200 sterline? Per 150? Per 100? No, signore, per la ridicola somma di 40 sterline, ogni spesa compresa. Vitto di prima scelta, signore; piroscafo e camere comodi; vetture e cavalcature per le gite; soggiorni a terra in alberghi di prim'ordine! Egli recitava il suo prospetto. Robert cerc inutilmente di fermare quel fiume di parole. Ma provate a fermare un treno rapido lanciato a tutta velocit, se vi riesce! S, lo so Avete appreso questi particolari dai manifesti. Allora saprete anche della lotta che abbiamo sostenuto. Lotta gloriosa, signore, oso dirlo! Quella eloquenza avrebbe potuto fluire per pi ore: spazientito, Robert vi mise ordine. Il signor Thompson, per favore? chiese seccamente. Vi sta dinanzi, per servirvi rispose il prolisso interlocutore. Vorreste dirmi riprese Robert se risponde al vero che avete, come mi stato detto, un interprete per questo viaggio? Ne dubitate? esclam Thompson. Un tale viaggio sarebbe forse possibile senza interprete? Ne abbiamo uno, certamente, straordinario, al quale sono familiari tutte le lingue, senza eccezione. Allora disse Robert non mi rimane che pregarvi di accettare le mie scuse. Che cosa volete dire? chiese Thompson, sconcertato. Ero venuto per proporre me stesso per tale impiego. Poich il posto occupato Robert salut cortesemente e si diresse verso la porta. Non riusc a raggiungerla; Thompson si era precipitato dietro di lui, dicendo: Ah! era per questo? Diamine, bisogna spiegarsi! Che diavolo d'uomo siete! Vediamo, abbiate la cortesia di seguirmi. A che serve? disse Robert. Thompson insistette. Ma s, ma s, venite! Robert si lasci condurre al primo piano, in un ufficio il cui arredamento, assai modesto, contrastava stranamente con il lusso un po' pacchiano del pianterreno. Un tavolo di mogano privo di vernice e sei sedie di paglia costituivano il mobilio dell'ufficio: non c'era altro. Thompson si sedette e invit Robert a fare altrettanto. Ora che siamo soli disse vi confesser apertamente che non abbiamo l'interprete. Eppure fece osservare Robert cinque minuti fa Oh! cinque minuti fa credevo che foste un cliente! E si mise a ridere con cos sincera spontaneit che Robert non pot fare a meno di condividere la sua ilarit. Thompson prosegu: Il posto libero, dunque. Ma, prima di tutto, avete qualche attestato? Ritengo che non ne avrete bisogno rispose Robert quando saprete che, ancora un'ora fa, facevo parte dell'Agenzia Baker & C. Provenite dall'Agenzia Baker! esclam Thompson. Robert dovette raccontargli minuziosamente come le cose si erano svolte. Thompson era esultante; portare via alla compagnia rivale persino l'interprete: era il colmo! Rideva, battendosi l'anca; poi si alzava e tornava a sedersi: non stava pi nella pelle e non faceva che esclamare: Magnifico! Perfetto! Diabolicamente buffo! Quando si fu un po' calmato disse: Allora affare fatto, caro signore. Ma, ditemi, che cosa facevate prima di far parte dell'agenzia del povero Baker? Facevo il professore rispose Robert. Insegnavo la mia lingua materna. Che chiese Thompson. Il francese. Bene! approv Thompson. Sapete altre lingue? Diamine! rispose Robert, ridendo. Non le so tutte, come il vostro famoso interprete; ma, oltre il francese, conosco l'inglese, come potete vedere, lo spagnolo e il portoghese. Ecco tutto. Magnifico! esclam Thompson che, da parte sua, conosceva soltanto l'inglese, e neppure benissimo. Se ci vi sufficiente, tanto meglio disse Robert. Thompson prosegu: Ora parliamo un po' della paga. Sarebbe indiscreto chiedervi che cosa guadagnavate da Baker? Affatto rispose Robert. Mi era stata assicurata la somma di 300 franchi, netta di qualsiasi spesa. Thompson si mostr subito distratto. Si mormor 300 franchi non sono troppi. Si alz. Non troppo, effettivamente disse con energia. Torn a sedersi e si immerse nella contemplazione di un suo anello. Tuttavia, per noi che abbiamo ridotto il prezzo della gita fino al limite della massima convenienza, al limite massimo, capite?, forse sarebbe un po' troppo. Dovrei accettare una riduzione, forse? chiese Robert. S, forse! sbuff Thompson. Una riduzione una piccola riduzione. Di quanto? insistette Robert, irritato. Thompson si alz e cominci ad andare su e gi per la stanza: Caro signore, mi rimetto a voi: avete assistito alla lotta ingaggiata contro quei dannati Baker Cos che? interruppe Robert. Cos che abbiamo concesso alla fine un ribasso del cinquanta per cento sul prezzo iniziale. Non vero, caro signore? Tutto ci non esatto come due e due fanno quattro? Ebbene! per permetterci di compiere tale sacrificio, abbiamo bisogno dell'aiuto dei nostri collaboratori, che essi si lascino trascinare dal nostro esempio, che ci imitino E che riducano le loro pretese del cinquanta per cento disse Robert, mentre il suo interlocutore faceva un gesto di approvazione. Robert fece una smorfia. Fu allora che Thompson, piantandosi dinanzi a lui, lasci traboccare la sua eloquenza. Occorreva sapersi sacrificare alla causa dell'interesse generale. Non era forse quella una causa di primaria importanza? Ridurre a quasi nulla il costo dei viaggi di piacere un tempo cos cari, rendere accessibili ai molti le gioie un tempo riservate a pochi privilegiati! Era una questione di alta filantropia, diamine!, dinanzi alla quale un cuore ben disposto non poteva rimanere indifferente. Indifferente Robert lo era, senz'altro, a quell'abbondanza di parole. Rifletteva, e se ammain la sua bandiera lo fece di sua spontanea volont. Stabilito l'accordo e accettati i 150 franchi, Thompson sigill l'intesa con fervide strette di mano. Robert torn a casa abbastanza soddisfatto. I suoi emolumenti erano stati ridotti, ma il viaggio appariva ugualmente piacevole e, a conti fatti, sempre vantaggioso per un uomo in una situazione cos precaria come la sua. C'era da temere una sola cosa: che non venisse fuori una terza agenzia concorrente e, dopo quella, una quarta, e via di seguito. Non c'era motivo perch ci non dovesse continuare. In tal caso, a quale cifra irrisoria avrebbero corso il rischio di ridursi gli emolumenti del cicerone-interprete? CAPITOLO III NELLA NEBBIA PER FORTUNA, nulla di ci doveva capitare. Il 10 maggio spunt all'ora solita, senza che nuovi avvenimenti fossero accaduti. Quel giorno, quando Robert s'imbarc, la nave era stata appena ormeggiata con la prua verso il largo al pontile dal quale, alla sera, sarebbe partita. Robert aveva voluto raggiungere il suo posto di buon'ora; ma nel mettere piede a bordo comprese subito l'inutilit di quell'eccesso di zelo: nessun viaggiatore si era ancora presentato. Robert conosceva gi il numero della sua cabina: era il 17. Non appena il suo modesto bagaglio vi fu trasportato, libero dei suoi movimenti, si guard intorno. Un uomo dal berretto con tre galloni il capitano Pip evidentemente passeggiava sul ponte di comando, da sinistra a destra, masticando a volte i baffi grigi e a volte il sigaro. Di piccola statura, con le gambe arcuate come quelle del bassotto, aspetto rude ma simpatico, era il tipo perfetto del lupus maritimus, o quanto meno di una delle numerose variet di questa specie della fauna umana. Sul ponte, alcuni marinai mettevano riparo al disordine prodotto dall'accostamento alla banchina. Essi raccoglievano i canapi in duglie e li preparavano per la partenza. Terminato quel lavoro, il capitano discese dal ponte e spar nella sua cabina. Il secondo lo imit immediatamente, mentre l'equipaggio si calava gi dal boccaporto di prua. Presso il barcarizzo rimase soltanto il tenente che aveva accolto Robert al suo arrivo. Il silenzio regn allora sulla nave deserta. Non avendo nulla da fare Robert inizi, per ammazzare il tempo, la visita della nave. A prua, equipaggio e cucina e, sotto, una stiva per ancore, catene e cordame vario. Al centro, le macchine, la poppa essendo riservata ai passeggeri. Nell'interponte, fra le macchine e il coronamento, si allineavano sessanta o settanta cabine. Quella di Robert, abbastanza ampia, faceva parte di esse e non era n migliore n peggiore delle altre. Sotto quelle cabine regnava il maestro di casa nel suo impero: la cambusa. Al disopra, fra il ponte propriamente detto e il falso ponte superiore detto spardeck, c'era il salone da pranzo, molto ampio e abbastanza lussuosamente arredato. Una lunga tavola, attraversata dall'albero di mezzana, l'occupava quasi completamente al centro di un ovale di divani che lo ammobiliavano. Quel salone, rischiarato dalle numerose finestre che davano sulla corsia che lo circondava, terminava in un corridoio fatto a croce nel quale aveva inizio la scala che conduceva alle cabine. Il ramo trasversale del corridoio dava, da entrambe le parti, sulla corsia esterna. Il ramo longitudinale, invece, prima di finire sul ponte separava e disimpegnava la sala dei fumatori e, di fronte, la sala di lettura; poi, a dritta, la vasta cabina del capitano e, a sinistra, quelle pi piccole del secondo e del tenente. Questi ufficiali erano in tal modo nella possibilit di esercitare la loro sorveglianza fino al castello di prua. Terminata l'ispezione, Robert sal sullo spardeck nel momento in cui un lontano orologio sonava le 5. L'aspetto delle cose si era nel frattempo spiacevolmente mutato. La nebbia, anche se poco fitta, minacciava di oscurare l'atmosfera. Sulla banchina, gi le linee delle case si facevano meno precise, i gesti della folla degli scaricatori sembravano indecisi: persino le estremit dei due alberi della nave s'intravedevano vagamente. Il silenzio continuava a gravare sulla nave; soltanto il fumaiuolo rivelava il suo travaglio interiore vomitando nuvole di fumo nero. Robert sedette sopra una panca, sulla parte anteriore dello spardeck, poi appoggi i gomiti sulla battagliola e attese, guardando. Quasi subito giunse Thompson; rivolse a Robert un amichevole cenno di saluto e cominci a fare i cento passi, lanciando verso il cielo sguardi inquieti. La nebbia continuava a diventare pi fitta sino a rendere incerta la partenza. Ora le case non si vedevano pi e le banchine erano solcate da ombre. Dalla parte del fiume, gli alberi delle navi pi vicine rigavano la nebbia di linee indecise; le acque del Tamigi scorrevano, silenziose e invisibili, celate da vapori giallastri. L'umidit impregnava ogni cosa; si respirava acqua. All'improvviso Robert rabbrivid e si rese conto di essere bagnato. Scese nella sua cabina, indoss un impermeabile e torn al suo posto di osservazione. Verso le 6, dal corridoio centrale sbucarono, forme incerte, quattro domestici, i quali si raggrupparono dinanzi alla camera del secondo, ove sedettero su una panca spiando l'arrivo dei futuri padroni. Soltanto alle 6,30 si present il primo partecipante alla gita. Cos suppose Robert nel vedere Thompson affrettarsi, subito inghiottito dalla nebbia. I domestici si agitarono immediatamente; si alz un rumore di voci e alcune forme vaghe passarono ai piedi dello spardeck. Come se quel primo partecipante avesse dato il segnale, a partire da quel momento la sfilata dei viaggiatori non ebbe pi tregua e Thompson fece continuamente la spola fra il corridoio del salone e il barcarizzo. Dietro di lui venivano i turisti: uomini, donne, bambini? Sarebbe stato difficile dirlo. Passavano e sparivano, come fantasmi di cui Robert non riusciva a distinguere il viso. Ma non sarebbe stato suo dovere essere accanto a Thompson, prestargli il suo aiuto, e dare inizio sin da quel momento alla sua parte di interprete? Non ne aveva il coraggio; una tristezza profonda, come un malessere improvviso e terribile gli aveva raggelato il cuore. La causa? Non avrebbe saputo spiegarla; del resto, non pensava neppure a cercarla. Era la nebbia, senza dubbio, che paralizzava la sua anima. Quella nube opaca lo soffocava, lo chiudeva come fra le pareti di una prigione. Rimaneva immobile, sgomento di solitudine, mentre dal ponte, dalle banchine, da Londra tutta giungeva fino a lui, come in sogno, l'incessante fremito della vita dell'universo, della vita di esseri invisibili con i quali non aveva e non avrebbe mai avuto nulla in comune. La nave nel frattempo si era destata: le cappe del salone brillavano nella nebbia. Il ponte si riempiva a poco a poco di rumori; alcune persone chiedevano della loro cabina, ma non era possibile vederle. Anche i marinai che passavano si distinguevano appena. Alle 7, qualcuno nella coffee-room chiese un grog, ad altissima voce. Pochi istanti dopo, rompendo un breve momento di silenzio, una voce secca e altezzosa si fece udire chiaramente dal ponte: Credevo di avervi gi pregato di fare attenzione! Robert si sporse; vide un'ombra lunga e sottile e, dietro di essa, altre due ombre appena visibili: forse di donne. Proprio in quel momento la nebbia si squarci, smossa per un attimo da un gruppo pi numeroso di persone. Robert vide con certezza tre donne e un uomo che venivano avanti rapidamente, scortati da Thompson e da quattro marinai carichi di valigie. Si sporse un po' di pi. Ma la cortina di nebbia gi si ricostituiva, spessa e impenetrabile. Le sconosciute scomparvero e rimasero sconosciute. Con la met del corpo al di l della battagliola Robert guardava ad occhi spalancati quell'ombra. Non c'era una sola persona, fra tutta quella gente, per la quale egli fosse qualche cosa! Domani, che cosa sarebbe stato egli per loro? Una specie di factotum, quasi un domestico temporaneo. Colui che stabilisce il prezzo con il cocchiere e non paga la vettura. Colui che fissa la camera e non la occupa; che discute con l'albergatore e reclama per i pasti. In quell'istante egli rimpianse amaramente la sua decisione e il cuore gli si colm di amarezza. La notte che calava aggiungeva la sua tristezza a quella della nebbia. I fuochi delle navi rimanevano invisibili, cos come le luci di Londra. Nell'ovatta umida dell'atmosfera appesantita si smorzava persino il rumore della citt immensa che sembrava scivolare verso il sonno. A un tratto, vicino al barcarizzo, una voce grid nell'ombra: Abel! Un'altra voce chiam, a sua volta, e successivamente altre due voci ripeterono: Abel! Abel! Abel! Segu un mormorio. Le quattro voci si unirono in esclamazioni angosciose e in grida di ansiet. Un uomo robusto pass di corsa, quasi sfiorando Robert. Chiamava: Abel! Abel! Il tono desolato della sua voce era nello stesso tempo cos comico, traduceva cos chiaramente tanta grossolana scempiaggine, che Robert non pot fare a meno di sorridere. Quell'uomo robusto faceva parte, anche lui, del gruppo dei suoi nuovi padroni. Poi, ogni cosa torn alla calma. Un grido di ragazzo e alcuni singhiozzi convulsi; infine la voce dell'uomo robusto riprese a dire: Eccolo! L'ho preso! Il brontolio generale e confuso ricominci, in misura ridotta. L'affluenza dei viaggiatori rallentava. Poi cess. Per ultimo, Thompson apparve un attimo nella luce del corridoio per sparire subito dietro la porta del salone. Robert rimase al suo posto. Nessuno chiedeva di lui. Nessuno si occupava di lui. Alle 7,30 alcuni marinai erano montati sulle prime griselle dell'albero di maestra e, sul paterazzo dell'albero di poppa, avevano fissato i fuochi di posizione, uno verde a destra e uno rosso a sinistra. A prua, il fuoco bianco dei piroscafi era senza dubbio issato sullo straglio, ma non era possibile scorgerlo. Ogni cosa era pronta per la partenza se la nebbia, persistendo, non l'avesse resa impossibile. Ma non doveva essere cos. Alle 7,50 un vento frizzante soffi in brevi raffiche. La nebbia si condens. Una pioggia sottile e gelata stemper la nebbia. In brevissimo tempo l'atmosfera si schiar. Alcuni fuochi riapparvero, offuscati, velati ma visibili. Subito un uomo fece la sua apparizione sul ponte. Un gallone dorato scintill. Alcuni gradini scricchiolarono. Il capitano montava sulla passerella. Nella notte, la sua voce giunse da lass: Tutti sul ponte per salpare! Scalpiccio di passi: i marinai vanno al loro posto di manovra. Due di essi, quasi ai piedi di Robert, sono pronti a mollare al primo segnale un cavo da tonneggio ivi ormeggiato. La voce chiede: La macchina in ordine? Un brontolio fa tremare la nave, il vapore si spande gradatamente, l'elica compie alcuni giri, poi giunge una risposta sorda, lontana: Pronti! Il capitano grida nuovamente: Molla a destra, a prua! Molla a destra, a prua! ripete il secondo, invisibile, dal suo posto, alle gru. Una corda frusta l'acqua con fracasso. Il capitano ordina: Un giro all'indietro! Un giro all'indietro! si risponde dalla macchina. Op! Torna il silenzio. Molla a destra, all'indietro! Avanti, lentamente! La nave scossa da un fremito. La macchina si mette in movimento. Ma ci si ferma subito e il canotto rientra a bordo dopo avere mollato le estremit degli ormeggi rimasti a terra. Si riprende subito la marcia. Issare il canotto! grida la voce del secondo. Un rumore confuso di carrucole che cigolano sul ponte, poi i marinai, per dare ritmo ai loro sforzi, intonano a mezza voce una canzone:
Vi sono due ragazze, non c' nulla di pi bello! Goth boy fallo! Goth boy fallo! Vi sono due ragazze, non c' nulla di pi bello! Urr, per il Messicoooo!
Un po' pi in fretta! ordina il capitano. Un po' pi in fretta! ripete il macchinista. Sono state gi sorpassate le ultime navi ormeggiate nel fiume. La via si fa libera. In marcia! ordina il capitano. In marcia! ripete l'eco dalle profondit della nave. L'elica gira pi in fretta. L'acqua ribolle. Il battello prende l'abbrivo. Partiti! Robert appoggi allora il capo sul braccio disteso. La pioggia continuava a cadere, ma egli non vi prestava attenzione, immerso com'era nella tristezza sempre crescente. Il passato tornava a vivere nel suo cuore. La madre appena conosciuta, il collegio in cui si era ritenuto felice, suo padre, ahim! Poi la catastrofe che aveva sconvolto profondamente la sua esistenza. Chi avrebbe potuto predirgli allora che un giorno si sarebbe ritrovato solo, senza amici e senza mezzi, trasformato in interprete, partito per un viaggio del quale quella lugubre partenza nella nebbia, nel buio e nella pioggia, era forse di presagio alla conclusione? Per quanto tempo si sarebbe abbandonato a quella tristezza? Un tumulto lo rimise in piedi. Grida, rimproveri, parolacce. Grossi stivali martellavano il ponte. Poi un pauroso stridore di ferro contro ferro, e una massa enorme apparve a sinistra, per sparire subito nella notte. Visi sgomenti si mostrarono alle finestre e il ponte cominci a riempirsi di passeggeri terrorizzati. Ma la voce del capitano si fece udire, tranquillizzante: non era nulla. Per questa volta disse Robert a se stesso, risalendo sullo spardeck, mentre il ponte tornava ad essere deserto. Il tempo cambiava nuovamente. La pioggia, la cui violenza si era a poco a poco accresciuta, cess di colpo. Fu come un cambiamento improvviso. La nebbia spar con un gran colpo d'ala, le stelle si accesero in cielo, le rive basse del fiume si fecero percettibili. Robert guard l'orologio. Erano le 9,15. Le luci di Greenwich erano sparite da un pezzo nella lontananza. A poppa, a sinistra, quelle di Woolwich erano ancora visibili: all'orizzonte spuntava il faro di Stonemess. Lasciatosi presto a poppa questo faro, apparve quello di Broadness. Alle 10, la nave passava dinanzi ai fari di Tilburyness e, venti minuti dopo, aveva doppiato la punta Coalhouse. Robert si accorse allora che lo spardeck aveva un secondo ospite. A una decina di passi da lui una sigaretta accesa bucava l'oscurit della notte. Continu a passeggiare, con indifferenza; poi, senza volerlo, si avvicin alla cappa illuminata del grande salone. Vi regnava il silenzio. Ogni viaggiatore aveva raggiunto la propria cabina: il salone era vuoto. Soltanto una viaggiatrice, quasi di fronte a Robert, leggeva semisdraiata sopra un divano. Egli pot guardarla a lungo, scrutarne minuziosamente i tratti delicati del viso vivamente rischiarati, i capelli biondi, gli occhi neri, la vita sottile, il piedino che la gonna elegante lasciava scoperto. Ammir la grazia dell'atteggiamento, la bellezza della mano che voltava le pagine del libro. A ragion veduta giudic la viaggiatrice affascinante e, per qualche tempo, rimase a contemplarla. Ma l'uomo che fumava fece un movimento, toss e batt il piede. Vergognandosi della propria indiscrezione Robert si allontan dalla cappa e ricominci a passeggiare. Le luci continuavano a sfilare. Alle 11,10, si pass dinanzi alla stazione dei segnali. Lontano lampeggiavano ora quelli del Nore e del Great-Nore, sentinelle sperdute dell'oceano. Robert decise di andare a riposare. Lasci lo spardeck, discese la scala delle cabine e si cacci nel corridoio. Era soprappensiero, indifferente a ci che lo circondava. A che cosa pensava? Proseguiva il triste monologo di prima? oppure il suo pensiero andava al grazioso quadretto che aveva poco prima ammirato? Finiscono assai presto, a volte, le tristezze di un uomo di ventotto anni! Torn in se stesso non appena pose la mano sulla porta della sua cabina. Si accorse allora che non era solo. Altre due porte si aprivano nello stesso istante. Nella cabina accanto alla sua entrava una donna; in quella successiva, un viaggiatore. I due passeggeri si salutarono familiarmente, poi la vicina di Robert si volse, lanci verso di lui uno sguardo di curiosit, e prima che ella fosse scomparsa egli riconobbe in lei la visione del salone. Spinse la porta a sua volta. Mentre la chiudeva alle sue spalle, la nave si sollev con un gemito e poi ricadde con grande strepito di schiuma. Nell'istante in cui giungeva la prima ondata il primo respiro del mare fischi sul ponte attraverso l'attrezzatura. CAPITOLO IV PRIMI CONTATTI ALL'ALBA la terra era sparita; nel cielo sgombro di nuvole la luce del sole si diffondeva liberamente sul cerchio immenso del mare. Il tempo era magnifico e la nave, come se avesse condiviso l'ebbrezza generale della natura, avanzava allegramente, frangendo in amichevole lotta le brevi e aspre ondate che la fresca brezza di nord- ovest spingeva contro di essa. Quando il timoniere batt il quarto delle 6, il capitano Pip scese dalla passerella, dove era rimasto tutta la notte, e affid il comando al secondo. Prua a ovest, signor Fliship disse. Benissimo, capitano rispose il secondo, il quale, salendo a sua volta sulla passerella, ordin: Quelli di guardia a sinistra lavino il ponte! Il capitano, nel frattempo, invece di rientrare direttamente nella sua cabina aveva iniziato il giro della nave posando dappertutto lo sguardo sicuro e tranquillo. And fino al castello di prua e l, sporgendosi oltre la ruota, guard la nave sollevarsi sulle onde. Torn a poppa ed esamin a lungo la scia. Da poppa raggiunse le cappe delle macchine e con aria inquieta, ascolt il brontolio combattivo delle bielle e dei pistoni in movimento. Stava per allontanarsi quando un berretto gallonato spunt fuori dall'apertura spalancata. Il signor Bishop, primo macchinista, veniva sul ponte ad aspirare la fresca brezza del mattino. I due ufficiali si strinsero la mano. Poi rimasero l'uno di fronte all'altro, in silenzio, mentre il capitano volgeva uno sguardo interrogativo verso le profondit dove le macchine lavoravano con fracasso. Il signor Bishop comprese quella muta interrogazione. S, comandante in effetti! disse con un sospiro. Non disse altro, ma il capitano si ritenne sufficientemente informato perch, senza insistere, si limit a scuotere il capo con evidente insoddisfazione. Dopo di che i due ufficiali ripresero insieme l'ispezione iniziata dal capitano. Il loro giro durava ancora allorch Thompson usc, a sua volta, e mont sullo spardeck. Mentre egli vi giungeva da una parte, Robert vi giungeva dall'altra. Ah! disse il signor Thompson ecco il signor Morgand! Signor professore, avete dormito bene? Siete contento della vostra cabina? Bel tempo, non vero? Robert aveva girato istintivamente il capo, ritenendo di vedere dietro di s qualche passeggero della nave: il titolo di professore non era stato rivolto evidentemente alla sua modesta persona. Ma non ebbe il tempo di spiegarsi: Thompson si era bruscamente interrotto; con improvvisa decisione fece a precipizio le scale e and sul ponte. Robert si guard intorno, senza per comprendere il motivo di quella fuga improvvisa. Fatta eccezione per due passeggeri che vi erano saliti in quel momento, lo spardeck era vuoto. Era stata dunque la vista dei due passeggeri che aveva messo in fuga Thompson? Il loro aspetto per non aveva nulla di terrificante; per originalit e bizzarria era, invece, un'altra faccenda. Se a conti fatti possibile ai francesi adottare un'altra nazionalit senza suscitare oltre misura l'incredulit dei loro compatrioti improvvisati, simile mutamento pi difficile agli inglesi. I figli di Albione mostrano, di solito, segni troppo caratteristici della loro razza perch ci si possa sbagliare, recandone nella loro persona un'indelebile impronta. Dei due passeggeri che ora si avvicinavano a Robert il primo offriva un notevole esempio dell'esattezza di questa osservazione. Non era possibile essere pi inglese. Avrebbe potuto essere un inglese alto se l'altezza della statura fosse stato elemento sufficiente per meritare quella qualifica. Magro, per il resto, in proporzione, allo scopo senza dubbio di ristabilire l'equilibrio e non superare il peso regolare al quale ha diritto l'uomo ben costituito. Il lungo corpo poggiava su lunghe gambe, le quali terminavano con lunghi piedi che poggiavano a loro volta perfettamente a terra, della quale sembravano ad ogni passo prendere esclusivo possesso. Ovunque si trovi, infatti, l'inglese non pianta forse, in un modo o nell'altro, la bandiera del suo Paese? Dall' aspetto generale il passeggero rassomigliava a un vecchio albero, i cui rami erano rappresentati dalle articolazioni rugose che ogni minimo movimento riempiva di cigolii e di scricchiolii simili a quelli prodotti da una macchina poco lubrificata. Fisicamente, egli mancava con certezza di sinvia, e forse, a giudicare dall'aspetto, ne mancava anche moralmente. Si era costretti ad ammetterlo quando dai piedi gli occhi risalivano verso la sommit del capo. Si scorgeva dapprima il naso lungo e sottile, dall'estremit aguzza. Ai due lati di quella cresta temibile, due carboncini ardevano nel posto in cui di solito si trovano gli occhi; al disotto, un taglio sottile, che soltanto la conoscenza delle leggi naturali faceva riconoscere per una bocca, consentiva di credere a qualche cattiveria. Faceva da cornice al quadro un'aureola di un bel rosso, che cominciava dalla sommit del capo, con capelli accuratamente lisciati e separati da una riga meravigliosamente dritta, per continuare con le estremit interminabili di un paio di favoriti nebulosi. Riga e favoriti, per poco che si capisse l'inglese, ne rivelavano la rigidezza. Quel viso, tutto sommato, era un seguito di bozze e di valli. Dio, che aveva impastato l'uomo con le sue mani, evidentemente aveva modellato quello con i pugni. Il risultato, quel miscuglio di furberia, di malizia, di cattiveria, di asprezza non sarebbe apparso simpatico se, per correggere l'insieme, la luce di un'anima serena e placida non avesse rischiarato quei tratti montuosi come un terreno di origine vulcanica. Questo bizzarro gentiluomo era infatti di una calma inimmaginabile. Non si arrabbiava mai, non si accalorava mai, non alzava mai il tono della voce: la sua voce aveva una sola nota e, come il basso continuo di certe pagine di musica, riconduceva sempre nel giusto tono la discussione che stava per trascendere. Quel signore non era solo. Egli conduceva, o meglio rimorchiava una specie di fortezza ambulante, un uomo alto come lui, ma grasso e grosso in proporzione: un colosso dall'aspetto possente e bonario. I due passeggeri si avvicinarono a Robert Morgand. E al professore Robert Morgand che abbiamo il piacere di parlare? -chiese il primo. La sua voce era cos poco armoniosa da far pensare che egli stesse masticando alcune pietruzze. S, signore rispose Robert. Cicerone-interprete a bordo di questa nave? Proprio cos. Ne sono lieto, signor professore disse con freddezza glaciale il gentiluomo, arricciando la punta dei favoriti di un cos bel rosso. Io sono il passeggero Saunders. Robert salut con un lieve inchino. Ora che ogni cosa in regola, permettetemi di presentarvi, signor professore, il signor Van Piperboom di Rotterdam, la cui apparizione mi parso abbia stranamente turbato il signor Thompson, vostro amministratore. Nell'udire il suo nome, il signor Van Piperboom fece una graziosa riverenza. Robert guard il suo interlocutore con un certo stupore. Thompson era scappato via, infatti; ma perch mai sarebbe rimasto turbato dall'apparizione di un suo passeggero? In particolare, perch il signor Saunders riteneva opportuno rivelare quella strana osservazione all'impiegato del detto Thompson? Saunders non ne spieg il motivo. Il suo viso rimase grave e freddo. Soltanto la lingua, mostrandosi appena fuori, avrebbe potuto rivelare se Robert avesse conosciuto meglio quel gentiluomo che, secondo lui, egli ne aveva detta una assai grave. Il signor Van Piperboom prosegu conosce soltanto l'olandese ed alla ricerca disperata di un interprete, come ho appreso da questo biglietto di cui egli ha avuto la saggia precauzione di munirsi. E Saunders mostr un biglietto da visita sul quale Robert pot leggere:
VAN PIPERBOOM cerca un interprete Rotterdam
Piperboom ritenne opportuno dover appoggiare la richiesta espressa dal biglietto da visita; con voce flautata, che contrastava stranamente con le sue dimensioni, infatti disse: Inderdaad, mynheer, ik ken geen woord engelsch 4
Il signor Piperboom cade male, signore lo interruppe Robert. Come voi, non conosco affatto l'olandese. Il gigantesco passeggero tuttavia continuava: ach zal ik dikwyls uw raad inwinnen op die reis. 5
E mise fine alla frase con un amabile saluto e un promettente sorriso. Come! non sapete l'olandese! Non si riferisce a voi, dunque, ci che scritto qui? disse Saunders, tirando fuori dalle profondit della tasca un foglio di carta e presentandolo a Robert. Robert prese il foglio di carta. Era il programma del viaggio sul quale erano state riprodotte le indicazioni del manifesto: in fondo alla prima pagina appariva la menzione riguardante l'interprete, modificata come segue: Un professore dell'universit di Francia che parla tutte le lingue ha voluto gentilmente mettersi a disposizione dei signori passeggeri in qualit di cicerone-interprete. Letto ci Robert sollev gli occhi su Saunders, li riabbass sul foglio, poi li sollev nuovamente e guard intorno a s come se avesse sperato di trovare sul ponte la spiegazione di un fatto che sfuggiva alla sua comprensione. Scorse Thompson; chino sulla cappa delle macchine, sembrava assorto nella contemplazione di bielle e pistoni.
4 Davvero, signore, non so una sola parola d'inglese... (N.d.T.) 5 Voglio seguire spesso i vostri suggerimenti durante il viaggio. (N.d.T.) Robert lasci Saunders e Piperboom e corse da lui; un po' troppo vivacemente, forse, gli porse il malaugurato programma. Ma Thompson si aspettava il colpo; Thompson era sempre pronto a tutto. Con gesto amichevole il suo braccio scivol sotto quello alzato di Robert e senza forzarlo port via l'interprete scontento. Si sarebbe potuto giurare che si trattava di due buoni amici che parlassero pacatamente della pioggia e del bel tempo. Robert non era per uomo da lasciarsi pagare con moneta del genere. Potreste darmi una spiegazione sulle affermazioni contenute in questo programma? chiese bruscamente. Vi ho mai detto che parlavo tutte le lingue? Thompson sorrideva, garbatamente. Ta! ta! ta! disse con dolcezza. Si tratta di affari, caro signore. Gli affari non possono giustificare la menzogna rispose Robert, seccamente. Thompson ebbe un moto di sdegno: quando si trattava di pubblicit, ebbene, la menzogna non era menzogna! Vediamo! vediamo, caro signore disse con voce insinuante di che cosa vi lagnate? Quella menzione esatta, dopo tutto: oso dirlo. Non siete francese? Non siete professore? Non avete compiuto i vostri studi all'universit di Francia? Non provengono da essa i vostri diplomi? Thompson assaporava il valore delle sue deduzioni. Si ascoltava e si apprezzava. Persuadeva se stesso. Robert non aveva alcuna voglia di iniziare una discussione perfettamente inutile. Avete ragione si limit a rispondere ironicamente. E so anche tutte le lingue. D'accordo. Ebbene? Tutte le lingue? esclam Thompson. Tutte le lingue utili, capite? La parola utile stata dimenticata, ecco tutto. Che faccenda grave! Robert mostr con il gesto Piperboom, che da lontano assisteva alla scena in compagnia di Saunders. L'argomento non ammetteva repliche. Thompson non la pens cos, probabilmente, perch si limit a schioccare le dita con aria distaccata. Poi le sue labbra piegate si lasciarono sfuggire un Pfuut! di indifferenza e, alla fine, fece con disinvoltura una piroetta e piant in asso il suo interlocutore. Robert, forse, si sarebbe dilungato nella spiegazione, ma un incidente fece mutare il corso delle sue idee. Un passeggero usciva in quel momento dal corridoio delle cabine e andava verso di lui. Biondo, slanciato, di un'eleganza accurata e discreta, il passeggero possedeva un certo non so che di non inglese sul quale Robert non si poteva sbagliare. Fu perci con piacere, ma senza sorpresa, che si sent interpellare nella sua lingua materna. Signor professore disse il nuovo venuto con una specie di buon umore comunicativo mi stato detto che siete l'interprete di bordo. Infatti E poich avr certamente bisogno del vostro aiuto quando saremo nei possedimenti spagnoli, vengo, in qualit di compatriota, a mettermi sotto la vostra particolare protezione. Permettetemi dunque di presentarmi: Roger de Sorgues, tenente del 4 Cacciatori, in congedo di convalescenza. L'interprete Robert Morgand ai vostri ordini, signor tenente. I due francesi si separarono; mentre il suo compatriota si recava a prua Robert torn verso Saunders e il grasso olandese. Non riusc a rintracciarli. Saunders era scomparso e, con lui, il bonario Piperboom. Saunders in realt aveva lasciato il posto e in quel momento, sbarazzatosi del suo ingombrante compagno, gironzolava intorno al capitano Pip, il cui strano modo di fare suscitava la sua curiosit. Il capitano Pip, al quale, bisogna riconoscerlo, non mancavano alcuni strani tic, aveva un'abitudine particolarmente bizzarra. Se un'emozione lo agitava, gioia o dispiacere che fosse, e lo metteva in quello stato d'animo in cui le creature umane hanno bisogno di qualcuno con il quale confidarsi, il capitano invece rimaneva ermeticamente abbottonato. Nessuna parola gli sfuggiva dalle labbra. Soltanto dopo un certo lasso di tempo, quando un misterioso lavorio interiore era avvenuto, egli provava il bisogno di avere un'anima gemella nel seno della quale versare la piena del proprio cuore. Aggiungiamo che egli allora trovava senza difficolt l'anima gemella, la quale aveva quattro zampe ed era sempre a venti centimetri dalle gambe del suo padrone. Della razza dei grifoni, ma senza dubbio il risultato di chiss quanti incroci, quell'amico fedele rispondeva premurosamente al nome di Artimon. Quando aveva qualche fastidio o qualche gioia, il capitano chiamava Artimon e confidava alla sua sperimentata discrezione le riflessioni che l'avvenimento gli suggeriva. Quel mattino il capitano aveva senza dubbio qualche confidenza da fare. Appena lasciato il signor Bishop, si era all'improvviso fermato ai piedi dell'albero di trinchetto e, brevemente, aveva detto: Artimon! Educato perfettamente alla manovra, l'orribile botolo di colore giallo sporco che seguiva i suoi passi era andato a porsi subito dinanzi a lui. Poi, sedutosi tranquillamente sulle zampe posteriori, aveva sollevato verso il padrone gli occhi intelligenti, manifestando vivissima attenzione. Ma il capitano Pip non diede subito corso al suo sfogo. Il momento della confidenza non era ancora maturo. Rimase immobile per alcuni istanti, in silenzio, con la fronte aggrottata, lasciando Artimon in penosa indecisione. In ogni caso, era di una preoccupazione e non certamente di una gioia che egli desiderava alleggerire il suo cuore. L'anima gemella non poteva sbagliarsi, vedendo i baffi diritti dell'amico e lo sguardo folgorante dei suoi occhi, dei quali la collera faceva divergere notevolmente le pupille. Pur continuando a toccarsi crudelmente la punta del naso, il capitano gir a lungo lo sguardo folgorante dalle gru al coronamento e dal coronamento alle gru. Poi, sputato in mare con energia, batt il piede e guardando Artimon in faccia decret con voce corrucciata: In fin dei conti tutta robaccia! Artimon abbass la testa con aria desolata. E se il tempo ci giocasse qualche brutto tiro? Che ne dici? Il capitano fece una pausa prima di concludere; poi ricominci a torturarsi il povero naso. Sarebbe un rischio, signor mio! disse con enfasi. Le confidenze del padrone non duravano mai a lungo e Artimon credette che esse fossero finite. Ritenne quindi di potersi muovere un pochino, ma la voce del capitano lo inchiod al suo posto. Sogghignava ora, ripetendo ci che diceva il manifesto: Piroscafo magnifico. Ah! ah! ah! di 2500 tonnellate. 2500 tonnellate, questo? Una voce cavernosa si fece udire a due passi da lui: 2500 bottiglie di vino di Bordeaux, comandante! Il capitano non fece caso all'interruzione. E 3000 cavalli! continu. Che faccia tosta, amico mio! Cavallini, comandante, 3000 piccoli ponies disse la stessa voce. Questa volta il capitano mostr di avere udito. Lanci uno sguardo irritato all'audace che lo aveva interrotto e si allontan, mentre il passivo confidente, rientrato nella sua parte di cane, seguiva la sua scia. Saunders, che aveva commentato con impertinenza le parole del comandante, si abbandon allora a un'ilarit che, pur non manifestandosi al solito modo, non doveva essere per meno violenta a giudicare dalle scosse che facevano scricchiolare le sue articolazioni. Dopo la prima colazione, lo spardeck cominci a popolarsi di passeggeri, alcuni dei quali si abbandonavano alle dolcezze della passeggiata, mentre altri, seduti, chiacchieravano a gruppi. Un gruppetto di tre persone, di cui due donne, seduto lontano da lui, attrasse in particolare l'attenzione di Robert. In una delle donne, che stava allora leggendo l'ultimo numero del Times, egli riconobbe la dolce visione del giorno precedente, sua vicina di cabina. Sposata o vedova che fosse, era certamente donna e sembrava non avere pi di ventidue o ventitr anni. Egli non si era sbagliato, del resto, nel giudicarla affascinante; appariva tale sia sotto il sole sia sotto le luci della nave. La sua compagna era una ragazza dai diciannove ai vent'anni; quasi certamente sua sorella, a giudicare da un'evidente somiglianza. Il gentiluomo che completava il gruppo non ispirava alcuna simpatia, a prima vista. Piccolo, magro, baffi spioventi, naso arcuato, sguardo sfuggente di due occhi indagatori: a Robert non piacque nulla di lui. Del resto, che cosa m'importa? disse a se stesso. Non gli riusc tuttavia di stornare subito l'attenzione dal gruppo. Per una involontaria associazione di idee la vista di quell'antipatico personaggio gli fece venire in mente il fumatore impaziente che il giorno precedente lo aveva costretto a ritirarsi. Sar un marito geloso pens Robert, alzando le spalle. Proprio in quel momento il vento, che sin dal mattino aveva mostrato tendenza a rinfrescare, soffi in improvvise e brevi raffiche. Il giornale che la giovane donna leggeva le fu strappato di mano e parti come una freccia in direzione del mare. Robert si lanci all'inseguimento ed ebbe la fortuna di afferrarlo nel momento in cui stava per sparire per sempre. Si affrett quindi a restituirlo all'affascinante vicina, la quale lo ringrazi con un grazioso sorriso. Reso quel modesto servizio, Robert stava per ritirarsi con discrezione quando Thompson glielo imped. La parola inesatta: bisognerebbe dire si precipit per impedirglielo. Bravo, signor professore! bravo! esclam. Signora Lindsay, signorina Clarck, signor Lindsay, permettetemi di presentarvi il signor Robert Morgand, professore dell'universit di Francia, che ha avuto l'estrema bont di voler consentire a espletare fra noi l'ingrato compito di interprete, la qualcosa vi prover ancora una volta se una prova del genere fosse necessaria che l'agenzia non indietreggia dinanzi a nulla nell'interesse dei viaggiatori! Thompson si mostr bravissimo nello sciorinare la sua tirata: magnifico per l'audacia e la persuasione. Robert, invece, si sentiva terribilmente in imbarazzo. Con il suo silenzio si rendeva complice della menzogna. D'altra parte, perch fare uno scandalo? Dopo tutto Thompson gli giovava, contro la sua stessa volont. Si avrebbe avuto certamente pi riguardo per un professore che non per un umile cicerone-interprete. Rimise perci ad altro momento la soluzione del problema e si limit a congedarsi, salutando con un lieve inchino. E un gentiluomo disse la signora Lindsay a Thompson, seguendo Robert con gli occhi. Thompson rispose con una mimica espressiva. Scroll enfaticamente il capo, gonfi le guance, sporse le labbra in modo da far comprendere chiaramente fino a qual punto l'interprete del Seamew fosse un personaggio importante Gli sono grata disse la signora Lindsay di avere salvato il mio giornale anche per il motivo che in esso pubblicato un trafiletto concernente un nostro compagno, e quindi un po' noi tutti. Giudicatene voi stesso aggiunse, leggendo ad alta voce. Oggi, 11 maggio, avr luogo la partenza del Seamew, il piroscafo noleggiato dall'Agenzia Thompson & C, per il viaggio di circumnavigazione da essa organizzato. Abbiamo appreso che il signor E.T., che fa parte del circolo dei suicidi, si trova fra i passeggeri. Dovremo registrare presto, dunque, con ogni certezza, qualche originale fatto di cronaca. Eh! disse il signor Thompson. Scusate, cara signora Lindsay, volete permettermi? Prese il giornale dalle mani della signora Lindsay e rilesse con attenzione le poche righe. Questa grossa! esclam alla fine. Che cosa venuto a fare qui quell'originale? E per prima cosa chi potrebbe essere? Thompson esamin rapidamente l'elenco dei passeggeri. Il solo nome concluse che corrisponde alle iniziali E.T. quello del signor Edward Tigg, il quale Toh, eccolo! quello appoggiato alle sartie di trinchetto, lo vedete? E solo e guarda fissamente il mare! Non pu essere che lui. E lui, certamente. Non lo avevo notato E tuttavia ha l'aria abbastanza lugubre! Thompson indicava un gentiluomo di una quarantina d'anni, bruno, dai capelli ricciuti, la barba a punta, e di bell'aspetto. Ma che cos' il circolo dei suicidi? chiese miss Clarck. La bellissima signorina Clarck, essendo americana, non pu certamente sapere di che cosa si tratta. Il circolo dei suicidi un'istituzione soprattutto inglese, oso dire rispose Thompson con evidente amor proprio. Il circolo composto esclusivamente di persone che ne hanno abbastanza della vita. Che essi abbiano dovuto subire dispiaceri eccezionali, o che siano giunte a tanto soltanto per noia, tutti i suoi soci sono sulla soglia del suicidio. La loro conversazione imperniata sull'argomento e il loro tempo trascorre nella ricerca del modo pi originale per finirla con la vita. Non c' dubbio che il signor Tigg faccia assegnamento su qualche incidente di viaggio per darsi una morte insolita ed emozionante. Povero giovane! dissero le due sorelle, i cui sguardi si volsero verso il disperato passeggero. Ma troveremo un rimedio! disse il signor Thompson, che non sembrava molto emozionato. Un suicidio qui? Oso dire che ci sarebbe da stare allegri! Permettetemi di allontanarmi, signora Lindsay. Voglio diramare la notizia, perch questo interessante passeggero venga tenuto d'occhio. Il signor Thompson una brava persona disse Dolly ridendo, non appena l'esuberante impresario si fu allontanato. Non riesce a dire il nostro nome senza aggiungervi qualche epiteto lusinghiero: la bella miss Dolly Clarck di qua, la deliziosa signora Alice Lindsay di l. inesauribile! Pazzerella! disse Alice con indulgente severit. Madre brontolona! rispose Dolly con un affettuoso sorriso. Nel frattempo, un po' per volta, tutti i turisti avevano invaso lo spardeck. Desideroso di ottenere informazioni, sempre nel limite del possibile, sui compagni di viaggio che il caso gli aveva imposto, Robert si era impadronito di una sedia a dondolo e si divertiva a guardare lo spettacolo consultando l'elenco dei passeggeri. L'elenco enumerava per primo lo stato maggiore, l'equipaggio e il personale del Seamew. Robert pot constatare che il suo nome vi appariva in un buon posto. Onore al merito: Thompson apriva l'elenco, con il titolo pomposo di Amministratore generale. Lo seguiva il capitano Pip, dopo il quale veniva il signor Bishop, primo macchinista. Subito dopo il signor Bishop era segnalata la presenza del signor professore Robert Morgand. Non c'era dubbio: l'Amministratore generale trattava bene il suo cicerone-interprete. Alle alte autorit faceva seguito lo stato maggiore secondario e, infine, la bassa forza composta da marinai e domestici. Se avesse voluto, Robert avrebbe potuto leggere il nome del secondo: signor Fliship; del tenente: signor Brown; del nostromo: signor Sky, e dei loro quindici mozzi o marinai; del secondo macchinista e dei suoi sei fochisti; dei sei valletti e delle quattro cameriere; dei due maestri di casa: due negri di un bellissimo color nero, uno troppo grasso e l'altro troppo magro, gi soprannominati da un burlone: signor Roastbeaf e signor Sandwich. Interessato esclusivamente ai passeggeri, il cui elenco ufficiale indicava in 63, Robert salt la sciocca enumerazione, e si diverti a ricostituire le famiglie e a dare un nome ai visi che sfilavano dinanzi a lui. Compito non facile e sicuramente colmo di errori se Thompson, rovesciando le parti e divenendo cortesemente il cicerone del suo interprete, non gli fosse venuto in aiuto. Vedo bene che cosa vi preoccupa disse, sedendosi accanto a lui. Volete che vi aiuti? E utile che abbiate qualche idea degli ospiti pi importanti del Seamew. E superfluo parlarvi della famiglia Lindsay. Vi ho presentato questa mattina. Conoscete gi la signora Alice Lindsay, americana ricchissima, miss Dolly Clarck, sua sorella, e il signor J ack Lindsay, suo cognato. Suo cognato, avete detto? lo interruppe Robert. La signora Lindsay non sposata, dunque? E vedova rispose Thompson. Robert sarebbe stato molto imbarazzato se avesse dovuto spiegare perch mai quella risposta gli aveva fatto piacere. Andiamo avanti, dunque riprese Thompson e cominciamo, se volete, da quella vecchia signora che vedete a dieci passi da noi. lady Heilbuth, un'originale che non viaggia mai senza una dozzina di gatti e di cani. Dietro di lei c' il suo domestico, impettito nella sua livrea: tiene fra le braccia il cagnolino attualmente preferito. Un po' pi lontano, c' una giovane coppia che conosco poco. Ma ci vuol poco a capire che si tratta di sposini in viaggio di nozze. Quel grosso gentiluomo che, impassibile, d spintoni a tutti, si chiama J ohnson. Oso dire che si tratta di un famoso bevitore! Guardate ora dall'altra parte. Vedete quello spilungone sperduto nelle pieghe dell'ampia finanziera? il reverendo Cooley, sacerdote degno di stima. E quel signore impettito che passeggia tra moglie e figlia? Oh! disse Thompson, con aria importante. il nobilissimo sir George Hamilton, con la nobilissima lady Evangelina Hamilton, e la nobilissima miss Margaret Hamilton. Come vedete, non hanno alcun ritegno nel mostrare la loro altissima condizione sociale! Guardate come passeggiano in silenzio, con gravit! Se si eccettua lady Heilbuth, chi altri mai sarebbe degno, qui, di essere ammesso nella loro nobilissima intimit? Robert guard il suo interlocutore con interesse. Quell'uomo poliedrico era divertente. All'occorrenza, l'adulatore aveva la lingua sciolta. Lanciato il dardo, Thompson si era alzato: non gli piaceva fare a lungo la stessa cosa. Non vedo altro di importante da segnalarvi, caro professore disse. -Conoscerete gli altri a tempo debito. Lasciate che faccia ritorno alle mie occupazioni. E quel grosso gentiluomo che sembra cercare qualcosa chiese Robert, tuttavia anche se scortato da tre dame e da un ragazzo? Quello cominci a dire Thompson lascio a voi il piacere di fare la sua conoscenza: se non erro, cerca di voi. La persona di cui si parlava si era improvvisamente decisa, infatti, e si dirigeva in linea retta verso Robert. Lo avvicin con cortesia, mentre Thompson se la svignava. Caspita! esclam, asciugandosi la fronte ce ne vuole per trovarvi, caro signore! Il signor Morgand? chiedevo a tutti quelli che incontravo. Il signor Morgand? non lo conosco. Ecco che cosa mi veniva risposto, invariabilmente; potete credermi. Robert fu un po' sorpreso da quello strano modo di entrare in argomento. Ma non aveva motivo di dolersene, perch l'intenzione di offenderlo mancava del tutto. Durante il discorso del loro capo, le tre donne si erano sprofondate in inchini e il ragazzo aveva spalancato gli occhi, nei quali si leggeva un'evidente ammirazione. Potrei sapere, signore, con chi ho l'onore di parlare? chiese con freddezza Robert. Freddezza naturale, del resto; non era una relazione allettante, quell'uomo grosso e comune che trasudava scempiaggine e soddisfazione di s, e tanto meno la sua famiglia, composta, senza contare il ragazzo, di una donna pi che matura e di due ragazze brutte e asciutte vicinissime alla trentina. Perfettamente rispose il grassone. Tuttavia, prima di dare le informazioni richieste, egli and alla ricerca di alcune sedie pieghevoli per s e per i suoi, raccolte le quali tutta la famiglia vi prese comodamente posto. Sedetevi, dunque disse l'intruso a Robert con voce insinuante. Robert decise di prendere la richiesta dal lato migliore e obbed all'invito. Si sta meglio seduti, non vero? esclam il grassone ridendo. Mi avete chiesto chi sono. Sono il signor Blockhead, molto noto nel mio rione, e anche onorevolmente noto! Tutti potranno confermarvelo. Drogheria Blockhead, di Trafalgar Street. Sincero come l'oro. Robert fece un gesto evasivo di adesione. Ora forse vi chiederete come mai io, droghiere onorario, mi trovi in questo momento su questa nave. Voglio dirvi che fino a ieri non avevo mai visto il mare. grossa, non vi pare? Che cosa dirvi, caro signore, quando si in commercio bisogna lavorare duramente se non si vuole finire al ricovero di mendicit. Mi direte: e alla domenica? Alla domenica, per trent'anni, non abbiamo messo piede fuori citt. Finch, alla fine, venuta l'agiatezza, ci siamo ritirati dagli affari. E avete voluto riguadagnare il tempo perduto? chiese Robert, fingendo vivo interesse. Vi sbagliate. Prima ci siamo riposati. Poi abbiamo cominciato ad annoiarci. Ci erano venuti a mancare i commessi da rimproverare e i clienti da servire. Dicevo spesso alla signora Blockhead: Dovremmo fare un viaggetto. Ma la signora Blockhead non voleva saperne; per la spesa, capite. Finch, dieci giorni fa, ho visto il manifesto dell'Agenzia Thompson. Quel giorno ricorreva esattamente il trentunesimo anniversario del giorno in cui ho sposato Georgina La signora Blockhead si chiama Georgina. Allora ho preso i biglietti senza dire nulla. E chi ne stato felice? Le mie figlie, che vi presento Saluta, Bess! Saluta, Mary! La signora Blockhead non ha mancato naturalmente di brontolare. Ma, quando ha saputo che avevo pagato met prezzo per Abel Abel mio figlio Saluta, Abel! la cortesia che distingue sempre il gentiluomo Proprio cos, signore, met prezzo. Abel compir dieci anni il 2 giugno. E una fortuna, non vi pare? Siete contento della vostra decisione? chiese Robert, tanto per dire qualcosa. Contento? esclam Blockhead. Dite pure che sono felice! Il mare! La nave! Le cabine! E i domestici! Tutto ci e straordinario. Io dico ci che penso. Sono sincero come l'oro; Blockhead sincero come l'oro, signore. Robert rinnov il suo gesto di condiscendenza. Ma ci non tutto riprese l'inesauribile chiacchierone. Quando ho appreso che avrei viaggiato con un professore francese, il mio sangue ha avuto un tuffo. Non ho mai visto un professore francese! Trasformato in fenomeno, Robert fece una lieve smorfia. Poi ho pensato di prendere due piccioni con una fava. Non vi dispiacerebbe, non vero, dare a mio figlio qualche lezione di francese? Egli ha gi cominciato a imparare qualcosa. Ah! ha gi cominciato Non sa che una frase, ma la sa bene. Abel, di' la frase al signore. Abel si alz subito e con il tono dello scolaro che recita la lezione senza comprenderne il significato, disse queste parole inattese: Come sono buffi i droghieri onorari! pronunciate con lo spiccato accento francese dei sobborghi. Robert scoppi in una irrefrenabile risata, con scandalo di Blockhead e della sua famiglia. Non c' nulla da ridere in quella frase disse il droghiere, con aria seccata. Abel non pu pronunciare male. stato un pittore francese, un rpine, com'egli diceva, 6 che gli ha insegnato la frase. Per tagliare corto a quel ridicolo incidente Robert si scus di non poter accogliere l'offerta fattagli: le sue funzioni non gli lasciavano alcuna libert. Stava per sbarazzarsi a qualunque costo del seccatore quando il caso gli venne in aiuto. Da qualche momento, Van Piperboom, di Rotterdam, andava e veniva sullo spardeck proseguendo instancabilmente la sua caccia all'interprete. Accostava i passeggeri e a uno a uno li interpellava, senza ottenere, per tutta risposta, che un gesto d'ignoranza impotente. A ogni tentativo andato a male il viso di Piperboom si allungava, facendosi pi desolato. Alcune parole dette dal malcapitato Piperboom giunsero fino a Blockhead e gli fecero drizzare le orecchie. Chi quel signore? chiese a Robert. Che diavolo di lingua parla? E un olandese rispose macchinalmente Robert che si trova in una situazione poco piacevole. Alla parola olandese Blockhead si era alzato. Abel, seguimi! ordin. E si allontan in fretta, scortato a rispettosa distanza da tutta la famiglia. Quando Piperboom scorse quella famiglia che andava verso di lui, le and incontro. Era quello alla fine l'atteso interprete? Mynheer, kunt u my den tolk van het schip wyzen? 7 disse a Blockhead, avvicinandolo con cortesia. Signore rispose con solennit Blockhead non avevo mai visto un olandese. Sono felice e fiero che mio figlio possa ammirare un cittadino di quel Paese celebre per i suoi formaggi!
6 Si allude al pittore russo Ilja E. Rpin o Ripine (1844-1930) autore di quadri storici e satirici. (N.d.T.) 7 Signore, potreste indicarmi l'interprete di questa nave? (N.d.T.) Piperboom spalanc gli occhi. Era lui questa volta a non capire. Insistette: Ik venta u niet, mynheer. Ik vraag u of gy my en tolk van het schip wilt 8
wyzen complet Blockhead con aria conciliante. Nell'udire quella parola il viso di Piperboom si illumin. Finalmente! Ma Blockhead proseguiva: Probabilmente olandese. Sono felicissimo di aver potuto sentirlo parlare. Ecco quali occasioni ci sono offerte dai grandi viaggi aggiunse rivolgendosi alla famiglia che pendeva dalle sue labbra. Il viso di Piperboom si era fatto scuro. Appariva chiaro che quella persona non lo capiva pi di quanto non lo capissero gli altri. Ma, a un tratto, un grugnito gli sfugg dalle labbra. Aveva avvistato Thompson sul ponte. Se non altro, Thompson egli lo conosceva. Lo aveva visto quando aveva commesso la sciocchezza di acquistare il biglietto. L avrebbe trovato ci che cercava, altrimenti! Pur essendo in condizione di evitarlo come gi aveva fatto al mattino, Thompson attese il nemico a pie fermo. Una spiegazione era necessaria, dopo tutto. Tanto valeva averla ora che pi tardi. Piperboom si avvicin a lui con estrema cortesia e recit la sua inevitabile frase: Mynheer, kunt u my den tolk van het schip wyzen?. Thompson gli fece capire con un cenno che non lo udiva. Piperboom, ostinandosi, ricominci il discorso a voce pi alta. Freddo come il ghiaccio, Thompson ripet il cenno. Piperboom ripet la frase, ma questa volta a voce cos alta che tutti i passeggeri si volsero dalla sua parte. Anche il signor Fliship, dalla passerella, parve interessarsi all'incidente. Soltanto il signor Thompson parve indifferente. Calmo e magnifico, ripet con aria pacata lo stesso gesto. Fu allora che Piperboom, dinanzi a quella freddezza e all'inutilit dei suoi sforzi, perdette la calma. Alz la voce fino a gridare. Si strozz in un chiocciare inarticolato, frammisto a gesti indignati. Alla fine, come ultimo argomento, gett ai piedi di Thompson il famoso
8 Non vi capisco, signore. Vorrei chiedervi di volermi indicare l'interprete di questa nave. (N.d.T.) programma stropicciato dalla sua mano rabbiosamente, il programma che senza dubbio un amico gli aveva tradotto e sulla fede del quale aveva aderito alla gita. In tale circostanza Thompson, come sempre, fu ci che doveva essere. Con gesto dignitoso raccolse il programma stropicciato, lo lisci accuratamente, lo ripieg e lo mise in tasca tranquillamente. Poi, dopo avere fatto ci, si degn di alzare gli occhi sul viso di Piperboom, sul quale si leggeva una minacciosa collera. Thompson non trem. Signore disse con tono asciutto sebbene parliate un linguaggio incomprensibile, comprendo perfettamente ci che pensate. Voi ce l'avete con questo programma. Gli fate rimprovero di qualche cosa. Ma questo un motivo per ridurlo in questo stato? Signore, tali maniere non si addicono a un gentiluomo. Piperboom non mosse obiezione a quella frase. La sua vita era interamente concentrata nelle orecchie; si sfiniva in sforzi sovrumani per giungere a capire. Ma l'angoscia che appariva nel suo sguardo diceva chiaramente che ne perdeva la speranza. Thompson trionf per lo stato di prostrazione del suo avversario. Con audacia avanz di due passi verso Piperboom, il quale indietreggi a sua volta di due passi. Che cosa rimproverate a questo programma? riprese con voce pi acuta. Non siete contento della vostra cabina? Vi lagnate della cucina? Qualcuno venuto meno ai suoi doveri? Parlate! Parlate, dunque! No! Nulla di tutto ci! Da che cosa causata allora la vostra collera? Soltanto dal fatto che mancate di interprete! Thompson disse quelle ultime parole con non dissimulato disprezzo. Era ammirevole nello sfogarsi con parole violente e con gesti concitati, respingendo sempre l'avversario visibilmente domato. In cerchio intorno ai belligeranti i passeggeri prendevano interesse alla scena. Qualche sorriso aleggiava sulle labbra. Ma colpa mia? si chiese Thompson, prendendo il cielo a testimonio. Ebbene?^Che cosa dite? Il programma annuncia un interprete che parla tutte le lingue? E vero: ci scritto in chiare lettere. Ebbene? Qualcuno si lagna? E Thompson si guard intorno con aria di trionfo. Nessuno si lagna, tranne voi! Sissignore, tutte le lingue, ma non l'olandese, naturalmente! L'olandese non una lingua; un dialetto, un gergo, tutt'al pi, oso dire! Se un olandese vuol essere capito, sappiatelo signore, non deve fare altro che restare a casa sua! Una risata generale accolse come un tuono quelle parole: risero i passeggeri e risero gli ufficiali; il ridere contagi l'equipaggio e scese fin nella stiva. Per almeno due minuti tutta la nave fu scossa da un'ilarit poco caritatevole, ma irresistibile. Thompson, da parte sua, lasci il suo avversario definitivamente sconfitto e risal sullo spardeck, ove passeggi tra i suoi passeggeri, asciugandosi la fronte con aria di gloriosa importanza. La risata generale non si era ancora spenta allorch, a mezzogiorno, la campana annunci il pranzo. Thompson pens subito a Tigg, che l'incidente Piperboom gli aveva fatto dimenticare. Se si voleva che rinunciasse all'idea del suicidio, bisognava fare in modo che fosse completamente soddisfatto: dargli un buon posto a tavola era ci che occorreva fare in quel momento. Ma Thompson fu tranquillizzato da ci che vide. La storia di Tigg dava gi i suoi frutti. Alcune anime caritatevoli si stavano occupando di quel disperato. Tigg si dirigeva, infatti, verso la sala da pranzo scortato dalle sorelle Blockhead. A tavola prese posto fra le due sorelle, fra le quali cominci allora una lotta accanita per riuscire a sistemare un cuscino sotto i suoi piedi, tagliargli il pane, passargli i bocconcini pi appetitosi. Le due sorelle mostravano uno zelo veramente evangelico e non omettevano nulla che potesse ridargli il piacere di vivere e di sposarsi! Thompson prese posto al centro della tavola; il capitano Pip di fronte a lui. Al loro fianco: lady Heilbuth, lady Hamilton, e due dame molto importanti. Gli altri passeggeri avevano preso posto come volevano, o a caso, o secondo le loro simpatie. Relegato discretamente in fondo alla tavola, Robert si trov fra Roger de Sorgues e Saunders, non lontano dalla famiglia Lindsay. Non se ne lagn. Il pasto ebbe inizio in silenzio; ma non appena il primo appetito fu soddisfatto, la conversazione si avvi lentamente fino a diventare generale. Alla frutta, Thompson ritenne fosse opportuno fare un discorsone Faccio appello a tutti coloro che mi ascoltano disse nell'ebbrezza del trionfo. Non bello viaggiare in questo modo? Chi di noi cambierebbe le sale da pranzo terrestri contro questa sala da pranzo galleggiante? Quel preambolo riscosse unanime approvazione. Thompson riprese: Paragonate la nostra situazione a quella di colui che viaggia solo. Abbandonato alle sue sole risorse, obbligato a un continuo monologo, egli costretto a muoversi nelle pi deplorevoli condizioni. Noi, al contrario, abbiamo il piacere di una sistemazione di prim'ordine, ciascuno di noi ha con i compagni la possibilit di un rapporto cortese e dignitoso. Sapreste dirmi a che cosa dobbiamo ci? a che cosa dobbiamo la possibilit di compiere, a prezzo insignificante, un'incomparabile gita, se non alla bellissima invenzione dei viaggi economici, i quali, come nuova forma di cooperazione, pongono questi preziosi vantaggi a portata di tutte le borse? Stanco di quella lunga frase, Thompson riprese fiato. Stava per ricominciare, allorch un incidente sopraggiunse a rovinare ogni cosa. Gi da qualche minuto il giovane Abel Blockhead impallidiva a vista d'occhio. Se all'aria aperta non aveva ancora provato i primi disturbi del mal di mare, conseguenza solita delle onde che del resto si facevano sempre pi grosse, il malessere non tard a farsi avvertire non appena ebbe lasciato il ponte. Da roseo, prima era diventato bianco. Da bianco, stava per diventare verde, quando un'ondata pi impetuosa fece precipitare le cose. Nello stesso momento in cui la nave ricadeva nel solco delle onde, il ragazzo affond nel piatto. Una forte dose d'ipecacuana non avrebbe operato meglio disse Saunders con flemma, nel silenzio generale. L'incidente aveva raffreddato l'atmosfera. Alcuni passeggeri avevano prudentemente girato la testa da un'altra parte. Per la famiglia Blockhead fu invece il segnale della disfatta. Nello spazio di un minuto il viso dei suoi membri pass attraverso tutte le sfumature dell'arcobaleno; poi le due ragazze si alzarono e fuggirono in gran fretta, abbandonando Tigg al suo destino. La loro madre, trasportando fra le braccia il proprio sventurato rampollo, si precipit sulle loro tracce, seguita dal signor Absyrthus Blockhead, il quale si premeva lo stomaco in rivolta. Quando i domestici ebbero riordinato le tavole Thompson cerc di continuare il suo entusiasmante discorso. Ma non si era pi a tono. A ogni istante un passeggero, con i tratti del viso tirati, si alzava e spariva per andare alla ricerca, all'aria aperta, di un incerto rimedio al male comico e crudele che cominciava ad accrescere il numero delle vittime. In breve, i due terzi dei passeggeri lasciarono la tavola: rimasero al loro posto soltanto i pi solidi. Gli Hamilton erano fra questi. Avrebbe osato il mal di mare attaccare personaggi cos altolocati? Nulla aveva potuto turbare il loro severo comportamento. Essi mangiavano con molta compostezza e con assoluto disinteresse per le creature umane che si agitavano intorno a loro. Lady Heilbuth, invece, aveva dovuto battere in ritirata. Il domestico l'aveva seguita con il cagnolino prediletto in braccio, che gi dava segni indubbi, a sua volta, di malessere. Tra i sopravvissuti al massacro c'era anche Elias J ohnson. Come gli Hamilton, neppure lui s'interessava al resto del mondo. Ma il disdegno non faceva parte della sua indifferenza. Mangiava, ma soprattutto beveva. Dinanzi a lui i bicchieri si colmavano e si vuotavano quasi per miracolo, con grande scandalo del pastore Cooley, suo vicino di tavola. J ohnson non se ne preoccupava affatto e soddisfaceva la sua passione senza vergognarsene. Se J ohnson beveva, Van Piperboom, di Rotterdam, mangiava. Se l'articolazione cubitale dell'uno era dotata di ammirevole elasticit, l'altro maneggiava la forchetta con notevole maestria. A ogni bicchiere bevuto da J ohnson, Piperboom rispondeva trangugiando un enorme boccone. Evidentemente aveva preso la sua brava decisione e, respingendo ormai ogni preoccupazione, pensava soltanto a nutrirsi in maniera adeguata. Oltre costoro, una dozzina di passeggeri, fra i quali Robert, i Lindsay, Roger e Saunders, erano ancora a quella tavola, che Thompson e il capitano Pip continuavano a presiedere. Pubblico limitato, ma non trascurabile, secondo il parere di Thompson, il quale desiderava ardentemente riprendere il discorso cos malauguratamente interrotto. Il destino, per, gli era avverso. Nel momento in cui stava per aprire bocca, una voce stridula si fece udire nel silenzio generale. Steward! gridava Saunders, respingendo sdegnosamente il piatto si potrebbero avere due uova al tegame? Nessuna meraviglia che ci siano tanti malati. Lo stomaco di un lupo di mare non resisterebbe a questi cibi! Il giudizio era severo, in realt. Il pasto, mediocre, era da considerarsi passabile, tutto sommato. Ma ci non aveva importanza per l'eterno scontento. Il temperamento di Saunders manteneva in effetti ci che il suo viso prometteva. E il suo viso permetteva di supporre che egli fosse un irriducibile scontroso. Simpatica natura! A meno che egli non avesse qualche ignoto motivo per avercela con Thompson e che cercasse, per partito preso, l'occasione per essere aggressivo e seminare la discordia fra l'Amministratore generale e i suoi amministrati. Una risata soffocata corse fra i convitati. Soltanto Thompson non rise. A sua volta, si fece verde in viso, ma il mal di mare, senza ombra di dubbio, non ne era responsabile! CAPITOLO V AL LARGO A POCO a poco, sulla nave la vita prese il suo corso regolare. Alle 8 la campana sonava l'ora del t, a mezzogiorno e alle 7 di sera chiamava i passeggeri per la colazione e per la cena. Come si vede, Thompson aveva adottato le consuetudini francesi. Con il pretesto che i numerosi pasti inglesi non sarebbero stati possibili durante le gite, egli li aveva anticipatamente soppressi a bordo del Seamew. Non ne aveva graziato alcuno, neppure quello delle cinque, caro agli stomachi britannici. Egli vantava volentieri l'utilit di questa rivoluzione gastronomica e pretendeva di abituare in questo modo i suoi compagni di viaggio al genere di vita che sarebbe stato necessario adottare, non appena cominciata la visita delle isole. Precauzione essenzialmente umana, che aveva il doppio merito di essere nel contempo vantaggiosamente economica. La vita di bordo di solito monotona, ma non noiosa. Il mare offre sempre uno spettacolo eternamente mutevole: si incrociano altre navi, si avvistano terre che interrompono l'orizzonte geometrico. Da quest'ultimo punto di vista gli ospiti del Seamew non erano stati fortunati. Soltanto il primo giorno, una nebbiolina aveva mostrato all'orizzonte meridionale la costa francese di Cherbourg. In seguito, nessun punto solido era apparso all'orizzonte, all'infuori del vasto disco liquido del quale la nave costituiva il centro mobile. I passeggeri sembravano adattarsi a quella esistenza; si distraevano come meglio potevano, conversando e passeggiando, non lasciando quasi mai lo spardeck, che era salone e piazza pubblica al tempo stesso. Si trattava, naturalmente, di passeggeri validi, il cui numero purtroppo non era aumentato, dopo che l'uditorio di Thompson era stato largamente decimato. La nave tuttavia non aveva dovuto lottare contro alcuna reale difficolt. Il tempo aveva sempre meritato l'epiteto di bello dalla bocca dei marinai. Ma le umili creature che vivono sulla terra hanno il diritto di mostrarsi pi difficili. Quelli del Seamew non se ne erano fatto scrupolo e non avevano avuto soggezione per maledire il forte vento che rendeva il mare, se non cattivo, per lo meno agitato e dispettoso. Bisogna convenire che, a quel che pareva, la nave non aveva preso troppo sul serio questo dispetto. Che le ondate provenissero da prua o dai fianchi, essa si era comportata come un bravo battello che fa il suo dovere. Pi volte il capitano Pip lo aveva constatato, e l'anima gemella, seduta in posizione regolamentare, aveva ricevuto la confidenza della sua soddisfazione, cos come in precedenza aveva ricevuto quella delle sue perplessit. Le doti nautiche del Seamew non potevano tuttavia impedire alle creature umane di stare male, e il signor Amministratore generale poteva gratificare dei suoi talenti di organizzatore soltanto un pubblico non molto numeroso. Fra gli intrepidi, appariva Saunders, il quale andava dall'uno all'altro, ben accolto dai compagni che egli divertiva con la sua feroce vivacit. Ogni volta che si incontravano, Thompson e lui si scambiavano occhiate che non erano da meno di un colpo di spada. L'Amministratore generale non aveva dimenticato l'osservazione antipaticissima del primo giorno e ne conservava amaro rancore. Saunders, del resto, non faceva nulla per far dimenticare la sua sfuriata; ma, al contrario, coglieva premurosamente a volo ogni occasione per rendersi sgradevole. Se la campana di un pasto non sonava all'ora esatta, egli appariva con il programma in mano e colmava Thompson di noiosi reclami. Lo sfortunato Amministratore generale era giunto al punto di cercare il modo di sbarazzarsi dell'odioso passeggero alla prima sosta. Saunders aveva stretto rapporti soprattutto con la famiglia Hamilton. Per vincere la loro sdegnosa indifferenza si era valso di un talismano: gli Hamilton avevano gli stessi suoi gusti. Senza motivo alcuno, infatti, Hamilton si rendeva antipatico non meno di Saunders. Egli faceva parte di quella categoria di persone che nascono e muoiono scontrose, che trovano sempre un motivo per lamentarsi e che si ritengono soddisfatte soltanto quando hanno scoperto un motivo per lagnarsi. Per i suoi reclami Saunders aveva trovato in lui un appoggio. Hamilton era la sua eco. A proposito di tutto e di nulla Thompson aveva sempre addosso quei due perpetui scontenti, diventati per lui un incubo. Il trio Hamilton, trasformatosi in quartetto per l'aggiunta di Saunders, non aveva tardato a diventare un quintetto. Il fortunato privilegiato era stato Tigg, al quale il superbo baronetto aveva spalancato la porta. Padre, madre e figlia avevano messo da parte nei suoi confronti ogni alterigia; ed da credere che gli Hamilton non avessero agito in questo modo alla leggera, e che perci avessero raccolto alcune informazioni sul suo conto: la presenza di miss Margaret dava adito alla formulazione di molte ipotesi! Comunque sia, Tigg, ben sorvegliato, non correva alcun rischio. Bess e Mary Blockhead erano state sostituite. Oh, se non fossero state indisposte! Ma le signorine Blockhead non erano riapparse, e non erano neppure riapparsi i genitori e il fratello. L'interessante famiglia continuava a soffrire le torture del mal di mare. Due passeggeri validi facevano automaticamente contrasto con Saunders e Hamilton; essi infatti non reclamavano mai e apparivano pienamente soddisfatti. Van Piperboom, di Rotterdam, era una di queste due persone felici. Il saggio olandese, rinunciando a inseguire l'irrealizzabile, si era praticamente creato una vita da pasci. Ogni tanto, per debito di coscienza, ripeteva a qualcuno la sua famosa frase, che la maggior parte dei passeggeri ora cominciava a sapere a memoria. Il tempo che gli rimaneva egli lo passava mangiando, digerendo, fumando e dormendo enormemente. La sua vita era racchiusa in questi quattro verbi. Possedeva una salute sfacciata, che gli consentiva di trascinare il suo corpo immenso da una sedia all'altra, sempre armato della sua immensa pipa, dalla quale sfuggivano enormi nuvole di fumo. J ohnson faceva il paio con questo filosofo. Due o tre volte al giorno lo si vedeva apparire sul ponte; lo percorreva con molta energia per alcuni minuti annusando, sputando, imprecando, rotolando di qua e di l come un barile, del quale i suoi gusti avevano finito per dargli l'apparenza e il portamento; poi faceva ritorno nella sala del bar, dove presto lo si sentiva chiedere ad alta voce qualche aperitivo o qualche liquore. Se non era simpatico, non era neppure molto incomodo. In mezzo a questa gente Robert conduceva vita serena. Ogni tanto scambiava qualche parola con Saunders, a volte anche con Roger de Sorgues, il quale sembrava molto ben disposto verso il connazionale. Ma quest'ultimo, se aveva esitato fino allora a smantellare la falsa leggenda inventata da Thompson sul suo conto, intendeva tuttavia non approfittarne troppo. Egli manteneva sempre un prudente riserbo. Il caso non lo aveva pi messo in rapporti con la famiglia Lindsay. Mattina e sera veniva scambiato un saluto, e nient'altro. Tuttavia, nonostante il fatto che i loro rapporti fossero superficiali, Robert s'interessava senza volerlo a tale famiglia; prov pertanto un vago senso di gelosia quando, presentato da Thompson, e favorito dall'obbligatoria coabitazione di bordo, Roger de Sorgues in pochi giorni riusc a legarsi intimamente con le passeggere americane. Quasi sempre solo e inoperoso, Robert rimaneva dal mattino alla sera sullo spardeck, cercando di trovare una distrazione nell'andirivieni dei viaggiatori. In realt, alcuni di essi lo interessavano in modo particolare, ma era di solito verso la famiglia Lindsay che i suoi sguardi si volgevano senza volerlo. Se all'improvviso si rendeva conto della sua indiscrezione, volgeva subito gli occhi da un'altra parte, ma per riportarli trenta secondi dopo verso il gruppo che lo ipnotizzava. A furia di occuparsi di quelle persone, egli era diventato, a loro e anche a sua insaputa, amico delle due sorelle. Indovinava i loro pensieri inespressi e capiva le loro parole senza udirle. Viveva da lontano con la ridente Dolly, ma soprattutto con Alice, della quale, sotto l'adorabile maschera del viso, comprendeva un po' per volta l'anima riflessiva e affascinante. Ma se per istinto egli si interessava alle compagne di J ack Lindsay, quest'ultimo era per Robert oggetto di studio. La sua prima impressione non aveva subito modifiche; tutt'altro! Di giorno in giorno egli si sentiva sospinto verso un giudizio pi severo. Si meravigliava del viaggio intrapreso da Alice e da Dolly in compagnia di una persona come lui. Com'era possibile che esse non vedessero ci che egli vedeva? Robert ne sarebbe stato maggiormente sorpreso se avesse saputo le condizioni nelle quali quel viaggio era stato deciso. Fratelli gemelli, J ack e Williams Lindsay avevano vent'anni quando il loro padre era morto lasciando loro un patrimonio considerevole. Di et uguale, i due fratelli erano per di carattere assai diverso. Mentre Williams continuava l'attivit paterna, accrescendone l'eredit in proporzioni enormi, J ack, al contrario, dissipava la sua. In meno di quattro anni aveva divorato ogni cosa. Ridotto agli ultimi espedienti, non si era fatto scrupolo di ricorrervi. Si parlava sottovoce di losche manovre al gioco, di combinazioni irregolari nelle riunioni sportive, di operazioni di borsa sospette. Se non completamente disonorato, egli si era gravemente compromesso e le famiglie prudenti lo avevano gi messo al bando. Tale era la situazione del fratello quando, a ventisei anni, Williams incontr, am e spos la diciottenne Alice Clarck, orfana, immensamente ricca di casa sua. Williams era stato, purtroppo, segnato dal destino. Quasi esattamente sei mesi dopo il matrimonio veniva riportato a casa morente. Un banale incidente di caccia trasformava di colpo in vedova una giovinetta appena diventata donna. Prima di morire Williams aveva per potuto mettere ordine nei suoi affari. Conosceva suo fratello e ne aveva tratto un suo giudizio. Per sua volont il suo patrimonio pass alla moglie, alla quale affid verbalmente l'incarico di pagare al fratello una larga pensione. Per quest'ultimo fu il colpo di grazia: schium di rabbia e bestemmi contro il morto. Da irritato contro il destino, divent furioso contro le creature umane. Da cattivo divenne feroce. La riflessione lo rese pi calmo. Invece di andare a schiantarsi stupidamente contro l'ostacolo, decise di aggirarlo intraprendendone l'assedio. Per mutare a suo favore la situazione, gli veniva offerta una possibilit che egli ritenne di pratica attuazione: approfittare dell'inesperienza della cognata, sposarla e riconquistare in tal modo il patrimonio di cui si riteneva spogliato. In conformit a tale piano egli mut immediatamente genere di vita e cess dall'essere perenne motivo di scandali. Erano trascorsi cinque anni da questi avvenimenti senza che J ack avesse osato manifestare i suoi progetti. La freddezza di Alice aveva costituito sempre una barriera impossibile da superare. Egli ritenne giunta l'occasione propizia quando, approfittando della libert di cui godevano le americane, la giovane Alice decise di fare, insieme con la sorella, un viaggio in Europa sul quale, a causa di un manifesto letto per caso e di un improvviso capriccio, doveva innestarsi la gita dell'Agenzia Thompson. Con un certo ardire egli si propose allora come compagno di gita. Alice accolse l'offerta non senza riluttanza: tuttavia, vi si costrinse. Da molto tempo J ack sembrava essersi ravveduto e la sua vita appariva regolare. Il momento era forse venuto per ridargli una famiglia. Alice si sarebbe certamente rifiutata se avesse potuto conoscere i progetti del cognato; se avesse potuto leggere in lui si sarebbe persuasa che J ack era sempre quello di prima, che era diventato peggiore forse, e che, tutto sommato, era uomo da non indietreggiare dinanzi a nulla al mondo per conquistare la fortuna: azioni vili e malvagie, delitti. Dopo la partenza da New York J ack non si era permesso alcuna allusione a ci che egli chiamava audacemente il suo amore, e a bordo del Seamew non era mai uscito dal suo prudente riserbo. Taciturno, concedeva alle due sorelle la sua presenza materiale e, nell'attesa, teneva per s ci che pensava. Divent di cattivo umore quando Roger de Sorgues fu presentato alle passeggere americane e riusc ad accaparrarsi la loro simpatia con la sua cortesia e la sua allegria. Si sent pi tranquillo quando comprese che Roger si occupava molto pi di Dolly che di Alice. Degli altri ospiti del Seamew non si curava. Era gi tanto se sapeva che esistessero e ignorava sdegnosamente l'esistenza di Robert. Alice si rivelava meno altezzosa. I suoi occhi acuti avevano notato l'evidente contrasto fra la posizione subalterna dell'interprete e il suo aspetto esteriore, non esclusa anche la cortese freddezza con la quale egli accoglieva gli approcci di alcuni passeggeri e, in particolare, quelli di Roger de Sorgues. Che cosa pensate del vostro compatriota? Alice aveva chiesto un giorno a quest'ultimo, che aveva rivolto a Robert alcune parole accolte come di consueto. Mi sembra poco socievole. un tipo orgoglioso che intende restare al suo posto aveva risposto Roger, senza cercare di dissimulare la sua evidente simpatia per il connazionale molto discreto. Dev'essere molto al disopra della sua posizione, per volervisi mantenere con tanta ferma dignit disse Alice con toni semplici. A quel riserbo, tuttavia, Robert avrebbe dovuto rinunciare assai presto. Si avvicinava il momento in cui sarebbe stato necessario assumere le proprie funzioni. L'attuale tranquillit era tale da fargli dimenticare la sua reale posizione. Ma il minimo incidente gliela avrebbe richiamata necessariamente alla memoria. Quell'incidente si sarebbe verificato ancora prima che il Seamew avesse toccato terra. Dopo avere lasciato il Canale della Manica, la nave aveva seguito costantemente la direzione ovest-sud-ovest, un po' meno meridionale di quella che sarebbe stato necessario seguire per raggiungere il gruppo principale delle Azzorre. Il capitano Pip, infatti, aveva fatto rotta sulle isole pi occidentali, nell'intento di farle vedere ai suoi passeggeri. Dal modo in cui si mettevano le cose non sembrava per che i passeggeri dovessero approfittare molto di quella premurosa attenzione di Thompson. Poche parole ascoltate sull'argomento suscitarono la curiosit di Roger. Potreste dirmi, professore chiese a Robert, quattro giorni dopo la partenza quali sono le prime isole che il Seamew incontrer nel suo viaggio? Robert rimase senza parola: ignorava del tutto quel particolare. Benissimo disse Roger il capitano ce lo dir. Le Azzorre appartengono al Portogallo, credo? chiese ancora, dopo un breve silenzio. Ma balbett Robert lo credo anch'io. Vi confesser che non so nulla sul conto di questo arcipelago riprese Roger. Credete che abbia qualcosa di interessante da offrirci? Certamente disse Robert. Di che genere? insistette Roger. Curiosit naturali, forse? Naturali, evidentemente disse Robert. Ed edifici, senza dubbio. Ed edifici, ovviamente. Roger guard un po' sorpreso il suo interlocutore. Un sorriso malizioso sfior le sue labbra. Chiese ancora: Un'ultima parola, professore. Il programma annuncia che sbarcheremo soltanto in tre isole: Faial, Terceira e So Miguel. L'arcipelago ne contiene altre? La signora Lindsay mi ha chiesto di quante isole composto; io non ho saputo dirglielo. Robert era sulle spine. Si rese conto un po' tardi della sua assoluta ignoranza su ci che avrebbe dovuto insegnare agli altri. Cinque afferm con audacia. Molte grazie, signor professore disse alla fine Roger, maliziosamente, prendendo congedo dal suo connazionale. Non appena solo, Robert si precipit nella sua cabina. Prima di partire da Londra aveva preso la precauzione di provvedersi di alcuni libri per documentarsi sui Paesi compresi nell'itinerario della gita. Perch aveva cos stupidamente trascurato quei libri? Diede una scorsa al Baedeker delle Azzorre. Ahim, aveva commesso un grossolano errore attribuendo soltanto cinque isole all'arcipelago. Se ne contavano non meno di nove, invece. Robert ne rimase umiliato e arross di vergogna, anche se nessuno poteva vederlo. Si affrett a guadagnare il tempo perduto. D'allora trascorse le sue giornate con il naso sui libri, e il suo finestrino rimase illuminato per molto tempo durante la notte. Roger rilev il fatto e se ne compiacque vivamente. Sgobba, amico mio, sgobba! disse a se stesso, divertito. In quanto a essere professore! Lo sei tanto, quanto io sono papa! La mattina del settimo giorno, e cio il 17 maggio, alle 8, Saunders e Hamilton si avvicinarono a Thompson; il primo gli fece rilevare seccamente che, secondo il programma, il Seamew avrebbe dovuto ormeggiarsi la notte precedente a Horta, capitale dell'isola di Faial. Thompson se ne scus: ne erano responsabili le condizioni del mare. Avrebbe potuto mai prevedere che sarebbe stato necessario lottare contro il vento di prua e contro ondate cos violente? I due compari rinunciarono alla discussione; avevano fatto notare l'irregolarit e ci per il momento bastava. Si ritrassero dignitosamente e il baronetto sfog la sua rabbia nel seno della sua famiglia. Del resto, bisogna supporre che la nave e gli stessi elementi traessero una qualche emozione dallo scontento di un viaggiatore di tanta importanza. Il vento, che fino dalle prime ore del giorno aveva mostrato tendenza alla calma, diminu gradatamente. Di conseguenza anche le ondate ridussero la loro violenza. La nave avanzava pi rapidamente e l'ampiezza del suo beccheggio diminuiva. Presto il vento si ridusse a una lieve brezza e gli ospiti del Seamew poterono credere di essere tornati sul tranquillo Tamigi. Il risultato di quella calma si fece presto avvertire. Gli sventurati passeggeri che per sei giorni non si erano pi visti, risalirono uno dopo l'altro sul ponte dove apparvero, con il viso pallido e i tratti tirati, come penose rovine. Indifferente a tale resurrezione, Robert, con i gomiti sulla battagliola, scrutava l'orizzonte nella inutile ricerca della terra vicina. Scusate, professore disse a un tratto una voce, alle sue spalle non siamo qui sul posto occupato un tempo da un continente scomparso: l'Atlantide? Robert si volse e si trov di fronte a Roger de Sorgues, ad Alice Lindsay e a Dolly. Se Roger sperava, con quella improvvisa domanda, di chiudere la bocca al suo connazionale, perdeva il suo tempo. La precedente lezione aveva dato i suoi frutti. Robert ormai era ferrato. Proprio cos disse. Tale continente dunque realmente esistito? chiese Alice a sua volta. Nessuno pu dirlo rispose Robert. Verit o leggenda, una grande incertezza regna evidentemente sulla sua esistenza. Ma non vi sono testimonianze in favore della sua esistenza? chiese ancora Alice. Parecchie rispose Robert, ritenendo suo dovere ripetere ci che diceva la sua guida. Senza parlare della Meropide di cui Mida, 9 secondo Teopompo di Chio, 10 aveva ricevuto notizia dal vecchio e povero Sileno, rimane se non altro il racconto del divino Platone. Con Platone, la tradizione si fa racconto, la leggenda, storia. Per merito suo la catena del ricordo possiede tutte le sue maglie. Essa si collega da un anno all'altro, da un secolo all'altro, e risale fino alla notte dei tempi. I fatti, dai quali si costituiva in tal modo la storia, Platone li aveva appresi da Crizia, 11 il quale, da parte sua, all'et di sette anni ne aveva sentito il racconto dalla bocca del bisnonno Dropidas, allora novantenne. Riguardo a Dropidas, egli non faceva che ripetere ci che molte volte aveva sentito raccontare da Solone, 12
suo intimo amico, uno dei Sette sapienti della Grecia, legislatore di Atene. Solone gli aveva detto che, ricevuto dai sacerdoti della citt egiziana di Sais, 13 allora vecchia di ottomila anni, egli aveva appreso da costoro che i loro monumenti parlavano delle grandi guerre sostenute un tempo dagli abitanti di un'antica citt della Grecia, fondata mille anni prima della stessa Sais, contro i numerosi popoli venuti da un'immensa isola posta al di l delle colonne d'Ercole. Se questa tradizione esatta, dunque circa ottomila o diecimila anni
9 Figlio del re della Frigia. Per avere riportato a Dioniso il seguace Sileno, suo precettore, ne ricevette, a sua richiesta, il dono di convertire in oro ci che toccava. (N.d.T.) 10 Teopompo di Chio, retore e storico greco, nato intorno al 378 a.C. (N.d.T.) 11 Scrittore ateniese e uomo politico di antica e cospicua famiglia, Crizia, cugino della madre di Platone, visse fra il 460 ca. e il 403 a.C. (N.d.T.) 12 Solone visse intorno al 640-560 a.C. Legislatore e uomo politico ateniese, fu considerato fra i Sette sapienti della Grecia. (N.d.T.) 13 Sais: citt molto bella dell'antico Egitto, era centro amministrativo e religioso; le sue origini risalgono alla preistoria. Le poche rovine che ne rimangono si vedono ancora nei dintorni del delta occidentale del Nilo. Delle guerre di cui detto subito dopo, Platone fa dire a Crizia, nell'omonimo dialogo: ... in complesso sono novemila anni che si d per avvenuta la guerra fra quelli che abitavano fuori delle colonne d'Ercole (e cio i popoli dell'Atlantide) e quelli di dentro (e cio gli atenie- si). (N.d.T.) prima di Ges Cristo che viveva la razza scomparsa degli atlantidi, ed qui che era la loro patria. Come stata possibile la scomparsa di questo vasto continente? chiese Alice, dopo un istante di silenzio. Robert fece un gesto evasivo. E di questo continente non sarebbe rimasto nulla? neppure una pietra? S rispose Robert. Sono rimasti picchi, montagne, vulcani, i quali emergono ancora: non sarebbero altro che le Azzorre, Madeira, le Canarie, le isole del Capo Verde. Il resto stato inghiottito. Nelle pianure che hanno conosciuto l'aratro, la nave ha preso il posto del carro. Tranne le vette orgogliose, ogni cosa affondata negli abissi insondabili, tutto scomparso sotto i flutti: citt, edifici, uomini, nessuno dei quali tornato per narrare ai suoi fratelli qualcosa di quella spaventosa catastrofe. Ci non si trovava nella sua guida; Robert lo aveva immaginato con la sua fantasia: mostrava, senza dubbio, una certa audacia nello svolgimento del suo incarico. Del resto, il risultato era stato ottimo. I suoi ascoltatori erano parsi commossi. Anche se risaliva a diecimila anni, il disastro era stato pur sempre spaventevole e tale che gli annali del mondo non ne ricordano di simili. Con gli occhi vaganti sulle onde, essi pensavano ai segreti che l'abisso celava. In fondo a quel mare le messi erano maturate, i fiori erano sbocciati, e i raggi del sole avevano illuminato quelle terre ora immerse nell'ombra eterna. Uccelli vi avevano cantato, uomini vi erano vissuti, donne avevano amato, giovinette e madri avevano pianto. E su quel mistero di vita, di passione e di dolore si stendeva ora, come su una tomba immensa, l'impenetrabile coltre funebre del mare. Scusate, signore disse una voce ho afferrato soltanto la fine di ci che dicevate. Se ho ben capito, qualcosa di spaventoso sarebbe accaduto in questo luogo. Una terra importante sarebbe stata distrutta dal mare. Beh! E certamente straordinario che i giornali non ne abbiano parlato! Il gruppo si volse con un certo sbigottimento e scorse l'amabile signor Blockhead, seguito dalla propria famiglia. Come si erano fatti pallidi quei visi! Com'era dimagrita quella interessante famiglia! Roger si prese la briga di rispondere. Siete voi, caro signore? Guarito, finalmente? Complimenti! Come? Non avete visto sui giornali il racconto del disastro? Posso dirvi tuttavia che se ne parlato a lungo. La campana che annunciava la colazione annull la risposta di Blockhead. Ecco un segnale che mi fa piacere ascoltare! esclam. E si affrett verso la sala da pranzo, seguito dalla signora Georgina e dal figlio Abel. Strano fenomeno! miss Bess e miss Mary non lo seguirono con la sollecitudine richiesta da un cos prolungato digiuno. Con identico slancio si erano dirette verso la poppa. Un istante dopo facevano ritorno: scortavano Tigg, nuovamente riconquistato. Ad alcuni passi di distanza gli Hamilton avanzavano a loro volta, con le labbra strette e gli occhi colmi di rabbia. Tigg sembrava cos un moderno Paride, che tre dee nuovo stile si sarebbero disputate. In omaggio al proverbio che afferma che nel regno dei ciechi sono re coloro che ci vedono da un occhio solo, miss Margaret era veramente la Venere di quel trio celeste. L'altera Mary avrebbe recitato allora la parte di Giunone, restando a miss Bess il ruolo di Minerva a causa dei suoi spigoli bellicosi In quel momento era evidente che, contro la tradizione generalmente accettata, Minerva e Giunone trionfavano. Venere era verde di rabbia. Per la prima volta dopo tanti giorni la tavola era occupata da un'estremit all'altra. Thompson si sent pervaso da sentimenti di varia natura nel vedere tanta abbondanza di convitati. Verso la fine del pasto Blockhead gli rivolse la parola direttamente attraverso la tavola: Caro signore disse ho appreso poco fa che questa zona stata teatro di uno spaventoso disastro. Un'intera contrada sarebbe stata sommersa. Ritengo opportuno quindi proporre di aprire fra di noi una sottoscrizione in favore delle vittime della catastrofe. Io sottoscriver volentieri per una sterlina. Thompson mostr di non capire. Di quale disastro intendete parlare, caro signore? Non ho mai sentito parlare di una cosa del genere! Non invento nulla insistette Blockhead. Ho appreso questa faccenda direttamente dal professore; quel gentiluomo francese che gli accanto mi ha detto che i giornali ne avevano parlato. Esattamente! disse Roger, vedendo che si parlava di lui. Ma la cosa non accaduta oggi. E cosa di parecchi anni fa. E stato Aspettate! Due anni fa? No, di pi E stato Ci sono! Alla prossima festa di San Giovanni saranno esattamente ottomila e quattrocento anni che l'Atlantide scomparsa sotto il mare. L'ho letto, parola mia, sulle gazzette della prima Atene. Tutti scoppiarono a ridere. Blockhead rimase a bocca spalancata. Forse si sarebbe arrabbiato perch lo scherzo era stato troppo spinto, ma all'improvviso una voce proveniente dal ponte fece subito cessare collera e risate. Terra a prua, a sinistra! grid un marinaio. In un attimo la sala si vuot. Soltanto il capitano Pip rimase al suo posto per terminare tranquillamente il pasto. Non hanno mai visto la terra? chiese al suo fedele confidente, accovacciato accanto a lui. I passeggeri erano montati sullo spardeck; con lo sguardo rivolto a sud-ovest cercavano di scorgere la terra annunciata. Soltanto un quarto d'ora dopo cominci a disegnarsi dinanzi ai loro occhi inesperti una macchia simile a una nuvola, sul lontano orizzonte. A giudicare dalla direzione seguita disse Robert a coloro che gli erano vicini dovrebbe essere Corvo, e cio l'isola pi settentrionale e pi occidentale dell'arcipelago. L'arcipelago delle Azzorre si suddivide in tre gruppi distintamente separati. Quello centrale comprende cinque isole: Faial, Terceira, So J orge, Pico e Graciosa; quello a nord-ovest composto da due isole: Corvo e Flores; quello di sud-est parimenti composto da due isole: So Miguel e Santa Maria, oltre alle scogliere chiamate i Desertas. Poste a 1550 chilometri dal pi vicino continente, quelle isole, di varia grandezza ed estese pi di 100 leghe marine, mettono insieme fra tutte 24.000 chilometri quadrati di terraferma e 170.000 abitanti. Ci significa che larghi bracci di mare separano le une dalle altre e che l'occhio pu raramente spaziare dall'una all'altra. La scoperta di tale arcipelago stata, come di consueto, rivendicata da vari popoli. Qualunque cosa si pensi di queste dispute imperniate sulla vanit, certo che furono i coloni portoghesi quelli che vi si stabilirono dal 1427 al 1460 e che ad esse diedero il nome di una specie di uccelli da preda, che allora vi si trovavano in gran numero e che i primi occupanti scambiarono, erroneamente, per nibbi o astori, Robert diede queste informazioni generiche su richiesta di Thompson. Il successo fu veramente lusinghiero: non appena apr bocca, la maggior parte dei passeggeri gli si fece intorno desiderosa di ascoltare il professore francese. Richiamati dai primi, altri sopraggiunsero, cos che Robert fu presto al centro di un folto gruppo. Dopotutto, non poteva rifiutarsi di dare corso all'improvvisata conferenza: ci faceva parte delle sue mansioni. Blockhead, senza rancore, aveva spinto il proprio rampollo nella prima fila degli ascoltatori. Ascolta bene ci che dice il professore, gli diceva, ascolta bene il professore! Un altro ascoltatore, del tutto inatteso, era Van Piperboom, di Rotterdam. Quale interesse poteva egli avere a quei discorsi completamente incomprensibili per le sue orecchie olandesi? Mistero. Comunque egli era l, in prima fila, orecchie tese e bocca spalancata per non perdere una sola parola. Poich aveva pagato, che capisse o meno egli pretendeva la sua parte. Un'ora dopo l'isola di Corvo cess di essere una nuvola e si mostr, massa ancora confusa, alla distanza di circa 25 miglia. Nel contempo, un'altra terra spuntava vagamente all'orizzonte. Flores annunci Robert. La nave avanzava rapidamente. I particolari a poco a poco presero forma e presto si pot distinguere una rupe, alta sul mare pi di 300 metri. Il Seamew si avvicin a meno di 3 miglia, poi il capitano segu la costa, proseguendo verso sud. La rupe si prolungava, sempre alta e arida; la sua base era disseminata di innumerevoli rocce contro le quali il mare si frangeva rabbiosamente. L'aspetto era terribile e selvaggio. A bordo del Seamew, i battiti dei cuori erano aumentati e si esitava a credere a Robert quando egli diceva che quell'isola minacciosa ospitava e nutriva quasi un migliaio di creature umane. Ad eccezione di alcune valli ricoperte di un po' di verde, da ogni parte l'occhio scorgeva i segni della pi spaventevole desolazione. Non c'era parvenza di vita su quei basalti nerastri, su quei massi aridi e grandiosi, ammucchiati e sconvolti dal capriccio di un'incommensurabile potenza. Ecco l'opera dei terremoti disse Robert. Quelle parole determinarono una certa animazione fra i passeggeri; spintonando gli altri si fece avanti J ohnson, con lo sguardo irritato, e and a porsi dinanzi all'interprete del Seamew. Che avete detto? esclam. Avete parlato di terremoti? Ve ne sono, dunque, nelle Azzorre? Ve ne sono stati rispose Robert. E ora? Ora disse Robert se sono cessati del tutto a Flores e a Corvo, non si pu dire la stessa cosa delle altre isole; soprattutto delle isole di So J orge e So Miguel. Nell'udire quella risposta, J ohnson parve accendersi di collera. Questa una cosa indegna! esclam rivolgendosi a Thompson. Diamine, la gente dev'essere avvertita! Occorre stamparlo sul programma! Signore, voi siete libero di scendere a terra e, con voi, anche tutti coloro che hanno commesso la stupidaggine di seguirvi! Ma, tenete a mente questo: io non ci metter mai piede! Fatta tale energica dichiarazione J ohnson si allontan con modi sgarbati come era venuto e presto si ud la sua voce risonare nella sala del bar. Mezz'ora dopo il Seamew giungeva all'estremit meridionale di quell'isola desolata. In quel punto, l'alta rupe si abbassava e la riva terminava con una punta molto bassa, che Robert indic con il nome di Punta Peisqueiro. Il capitano si diresse allora di due quarti verso ovest e si avvicin decisamente all'isola di Flores che uno stretto di appena 10 miglia separava da Corvo. Dopo essere stata avvistata, Flores si era fatta stranamente pi grande. Ora era possibile concepire la sua configurazione. Si distingueva la sua cima, il Morr Grande, alta 942 metri, la sua catena di montagne, e le colline che scendevano gradatamente fino al mare. Pi grande della sua vicina, Flores 15 miglia di lunghezza per 9 di larghezza, e cio, circa 148 chilometri quadrati aveva una popolazione non inferiore ai 9000 abitanti. Anche il suo aspetto era pi dolce e pi accogliente. Le colline che scendevano a lambire l'oceano erano ricoperte di un vasto tappeto verde, interrotto qua e l da macchie d'alberi. Sulle cime, pascoli ubertosi risplendevano al sole. Pi in basso si estendevano i campi, inquadrati e sorretti da muri di lava. I passeggeri si rasserenarono alla vista di quella natura ospitale. Quando fu a breve distanza dalla Punta Albernas, che costituisce l'estremit nord-occidentale dell'isola, il capitano Pip pieg direttamente verso est. Il Seamew attravers il canale che separa le due isole gemelle, costeggiando da presso la ridente Flores, mentre un po' per volta Corvo scompariva all'orizzonte. Il capitano fece poi rotta verso sud-est e quindi a sud. Verso le 4 del pomeriggio il Seamew si trovava a fianco della capitale Santa Cruz, di cui si distinguevano chiaramente le case illuminate dal sole. La rotta fu allora cambiata ancora una volta e il Seamew, lasciando dietro di s le due prime Azzorre, avanz a tutto vapore verso Faial. Da Santa Cruz a Horta, capitale di Faial, la distanza di circa 130 miglia; la traversata press'a poco di 11 ore. Prima delle 7 le vette di Flores erano appena visibili, e presto scomparvero definitivamente nell'oscurit della notte. Poich il programma del giorno seguente era molto intenso, il ponte quella sera fu abbandonato di buon'ora. Robert stava a sua volta per lasciarlo, allorch Roger de Sorgues and a scambiare con lui alcune parole e ad augurargli amichevolmente la buona notte. A proposito! disse al momento di separarsi sarebbe indiscreto chiedervi, mio caro compatriota, in quale liceo di Francia avete insegnato? Per nulla imbarazzato, Robert si mise a ridere. Nella fantasia del signor Thompson rispose allegramente. Debbo questa nomina esclusivamente a lui; senza averla sollecitata, vi prego di crederlo. Rimasto solo, Roger lo segu con gli occhi mentre si allontanava. Pensava: Ha confessato di non essere professore. E evidente che un interprete occasionale. Quest'uomo mi incuriosisce. Roger sorvol per il momento su quella faccenda con un gesto d'indifferenza e lasci il ponte per ultimo. Il problema lo irritava; tuttavia, disteso nella sua cuccetta, mormorava ancora: Nessuno mi toglier pi dalla testa che ho gi visto quest'uomo da qualche parte! Ma dove, per mille carabine, dove? CAPITOLO VI LUNA DI MIELE IL GIORNO dopo, quando verso le 7 Robert sal sul ponte, la nave era ormeggiata nel porto di Horta, capitale dell'isola di Faial. La terra limitava da ogni parte l'orizzonte. Fiancheggiata dai due forti a occidente, la citt, di piacevole aspetto, si stendeva ad anfiteatro, elevando gli uni al di sopra degli altri i campanili delle sue chiese, coronata da una localit sovrastante sulla quale sorgeva un'ampia costruzione, un tempo convento di gesuiti. A nord, lo sguardo non andava oltre la Ponta Espalamaca, che chiudeva un lato della rada; a sud, due rupi limitavano l'altro lato: il Monte Queimado (Montagna bruciata) sul quale poggiava la diga che chiudeva il porto, e la Ponta da Guia (Punta della Guida), antico vulcano, il cui cratere rotto negli orli (la Caldaia dell'Inferno) era invaso dal mare e serviva a volte di rifugio ai pescatori quando il tempo si faceva minaccioso. Dalla parte di nord-est la vista si estendeva liberamente fino alla punta occidentale dell'isola di So J orge, lontana circa 20 miglia. A oriente troneggiava la massa enorme di Pico (il Picco), montagna che dava il nome all'isola, le cui rive emergendo bruscamente dalle onde e salendo ininterrottamente ne diventavano la cima, alta 2321 metri. Robert non riusc a scorgere quella cima. A 1200 metri circa una cortina di nebbia ne impediva la vista. Un'incessante tormenta percorreva quella massa di vapori. Mentre al suolo gli alisei soffiavano da nord-est, in alto lembi di nuvole si staccavano a ogni istante dalla massa, si riformavano di nuovo per andare a perdersi dalla parte opposta, spinti dai contro-alisei di sud-ovest. Al di sotto di quella impenetrabile cortina, sulla china che scendeva con regolarit fino al mare, praterie, campi e alberi circondavano numerose quintas 14 nelle quali i facoltosi abitanti di Faial cercavano di sfuggire al caldo e alle zanzare dell'estate. Robert ammirava il panorama quando la voce di Thompson lo distolse dalla sua contemplazione. Buon giorno, professore. Questo paese mi sembra interessante. Se siete ben disposto, professore, questa mattina avrei bisogno di voi. Come sapete, i passeggeri dovranno sbarcare alle 8, secondo il programma. Prima, per, che ci avvenga si rendono indispensabili alcuni preparativi. Cos cortesemente sollecitato Robert lasci la nave in compagnia di Thompson e, seguendo la riva, entrambi raggiunsero le prime case di Horta. Poco dopo Thompson si fermava e indicava un vasto edificio sul quale spiccava un'insegna scritta in portoghese, che Robert tradusse immediatamente. Un albergo disse. Albergo della Vergine. Vada pure per l'Albergo della Vergine. Entriamo e parliamo con l'albergatore. L'albergatore che, a quel che sembrava, non abbondava di clienti, non si era ancora alzato. Bisogn aspettare un quarto d'ora prima di vederlo apparire semivestito e con gli occhi ancora pieni di sonno. Con Robert che traduceva domande e risposte ebbe subito inizio il dialogo fra l'albergatore e Thompson: Potete darci la colazione? A quest'ora?! No, alle 11. Certamente. Non era il caso di disturbarmi per questo motivo. Il fatto che siamo in molti. Siete in due: lo vedo. S, noi due e altre 63 persone. Diavolo! disse l'albergatore, grattandosi il capo. Allora? insistette Thompson.
14 Ville. (N.d.T.)
Bene! disse l'albergatore, prendendo risolutamente la decisione alle 11 avrete 65 colazioni! Quale sar il prezzo? L'albergatore riflett un istante. Avrete disse alla fine uova, prosciutto, pesce, pollo, frutta, per 23.000 reis, vino e caff compresi. Ventitr mila reis, e cio circa 2 franchi a testa, era un prezzo incredibilmente conveniente. Ma il parere di Thompson non fu certamente quello; per mezzo del suo interprete egli inizi allora un concitato mercanteggiamento. Alla fine l'accordo fu raggiunto sul prezzo di 17.000 reis, e cio circa 100 franchi francesi. Regolata questa faccenda, ebbe inizio un altro mercanteggiamento riguardante i mezzi di trasporto. Dopo dieci minuti di discussione l'albergatore s'impegn, mediante una cifra complessiva di 30.000 reis (pari a 180 franchi) a mettere a disposizione dei turisti, il mattino seguente, 65 cavalcature, fra cavalli e asini; questi ultimi in maggior numero. Alle vetture non bisognava neppure pensare: l'isola non ne possedeva. Testimonio e attore di quelle discussioni, Robert dovette constatare con stupore e non senza inquietudine che Thompson, fiducioso nella sua buona stella, non aveva predisposto nulla. Ci sar da ridere! disse fra s. Concordata ogni cosa, Thompson e Robert si affrettarono a raggiungere i passeggeri, i quali, da almeno mezz'ora, attendevano il loro eminente amministratore. Erano tutti sulla banchina, infatti, raccolti in gruppo, gesticolando. Tutti, eccetto uno. Come aveva dichiarato, Elias J ohnson era rimasto a bordo, manifestando con la sua astensione il proprio terrore per i terremoti. Tra i passeggeri il cattivo umore era evidente; ma esso si plac subito all'arrivo di Thompson e di Robert. Soltanto Saunders ritenne di dover protestare, ma lo fece con estrema discrezione. Mostr senza dire nulla il suo orologio e, da lontano, invit con il dito Thompson a constatare che la lancetta grande aveva superato da un pezzo le 8,30. Fu tutto. Thompson finse di non accorgersene. Cortese e premuroso, asciugandosi la fronte nell'intento di dare un'impressionante idea della sua instancabile attivit, si diede un gran da fare. A poco a poco, sotto la sua direzione, la folla dei passeggeri si mescol, si allung, si assottigli. La ressa si trasform in un reggimento di uomini ben allineati. Abituati a quel bizzarro modo di viaggiare, gli inglesi si adattarono facilmente alle esigenze di quel modo di disporsi alla militare. Ci sembrava loro naturale e spontaneamente si erano disposti in sedici file, composte da quattro persone ciascuna. Soltanto Roger de Sorgues sembr un po' stupito e dovette persino reprimere la sua intempestiva voglia di ridere. Alla testa del corteo, in prima fila, era lady Heilbuth con al fianco sir Hamilton. Quell'onore spettava loro di diritto. E tale era anche il parere personale del baronetto, il quale scoppiava visibilmente di soddisfazione. Le altre file si erano organizzate a capriccio del caso o delle simpatie. Roger riusc senza fatica a completare quella della famiglia Lindsay. Thompson aveva preso posto, ovviamente, fuori della fila. Di fianco alla truppa, andava e veniva come un capitano per rettificare l'allineamento difettoso, per frenare le velleit d'indipendenza di qualche passeggero; o meglio, paragone forse pi esatto, come un istitutore che sorvegli un gruppo di collegiali disciplinati. Al segnale la colonna si mise in movimento. Segu la riva in buon ordine, pass dinanzi all'Albergo della Vergine, e l'albergatore pot dalla soglia seguirla con occhio soddisfatto. Cento passi pi in l, a richiesta di Robert, pieg a sinistra ed entr nella citt di Horta. La citt di Horta, composta quasi esclusivamente da una sola via che si biforcava all'estremit, era molto meno attraente da vicino che da lontano. Ripida, stretta, irregolare, mal pavimentata, essa non poteva proprio considerarsi una piacevole passeggiata. A quell'ora del giorno il sole gi caldissimo la inondava da un'estremit all'altra, arrostendo nuche e spalle: i suoi raggi ardenti presto furono la causa di lagnanze, a mala pena represse dall'occhio severo di Thompson. Le case fiancheggianti la via non offrivano abbastanza interesse per far disprezzare dall'anima le sofferenze del corpo. Costruite grossolanamente in muri di pietra lavica di grande spessore, nell'intento di offrire maggiore resistenza ai terremoti, esse sarebbero state insignificanti se la grande sporcizia non le avesse rese originali. Il loro pianterreno era solitamente occupato da magazzini, da scuderie oppure da stalle. I piani superiori, riservati agli abitanti, e pieni di ignobili insetti, emanavano a causa del caldo e della vicinanza delle stalle odori nauseabondi. Ogni casa possedeva un ampio balcone, una veranda chiusa da un'inferriata. Tenendo d'occhio la via, spiando i vicini e i passanti, osservando le abitudini e i gesti di coloro che il caso poneva a portata del loro sguardo, le borghesi locali facevano lunghe soste dietro quel riparo. A quell'ora del mattino, per, i balconi erano chiusi, i loro proprietari avendo l'abitudine di prolungare al di l del verosimile le ore consacrate al sonno. Al passaggio della colonna i rari passanti si voltavano a guardare, sorpresi, e i bottegai uscivano sulla soglia della porta. Che significato aveva quello sbarco? L'isola era stata forse invasa, come al tempo dell'usurpatore don Miguel? Si otteneva, insomma, un successo di buona lega. Thompson aveva il diritto di esserne fiero. E lo era. Ma sir Hamilton lo era ancora di pi. A capo della colonna, procedeva dritto, impettito, con lo sguardo fisso dinanzi a s e con tutti i pori della pelle che gridavano: Io!. Quell'orgoglioso atteggiamento fu quasi sul punto di giocargli un brutto tiro. Non guardando dove metteva i piedi, il nobile baronetto incespic sul selciato mal ridotto e cadde lungo disteso. Ci sarebbe potuto capitare a qualsiasi persona. Se le gambe e le braccia di sir Hamilton non subirono danni, non pot dirsi la stessa cosa, purtroppo, di un accessorio indispensabile. Sir Hamilton ruppe i suoi occhiali. Crudele catastrofe! Quale piacevole godimento sarebbe stato ormai possibile per il miope diventato cieco? Amministratore sempre vigile, Thompson aveva visto tutto, per fortuna, e si affrett ad indicare al baronetto una bottega che metteva in mostra alcuni apparecchi ottici di poco valore. Grazie alla mediazione di Robert, un affare fu presto concluso. Con la spesa di 2000 reis 12 franchi circa il bottegaio s'impegn a restituire per il giorno dopo lo strumento riparato. Lungo la via si visitarono chiese e conventi di scarso interesse. Da una chiesa a un convento e da un convento a una chiesa, si raggiunse alla fine l'altura che dominava la citt; sudando e sbuffando, ma sempre in buon ordine, ci si ferm verso le 10 ai piedi dell'antico convento dei gesuiti, costruito di fronte al mare. La colonna si sciolse subito e a un segnale di Thompson si fece circolo intorno a Robert. Blockhead aveva spinto in prima fila il giovane Abel, a fianco del quale Van Piperboom, di Rotterdam, pose la sua ingombrante e massiccia persona. Ecco l'antico convento dei gesuiti cominci a dire Robert, assumendo il tono professionale del cicerone. E l'edificio pi bello che i gesuiti abbiano costruito nelle Azzorre. Lo si pu visitare, come da programma. Ritengo di dovervi dire, tuttavia, che se questo monumento notevole per le sue dimensioni esso non presenta alcun interesse artistico. Stanchi a causa delle visite gi compiute, i turisti si dichiararono soddisfatti. Soltanto Hamilton, con il programma in mano, ne richiese la completa esecuzione ed entr nel convento con passo energico. Da parte sua, Blockhead fece rilevare sagacemente che si sarebbe potuto, almeno, andare a constatarne le dimensioni, considerato che esse erano ritenute notevoli; ma nessuno si degn di dargli ascolto. Passeremo, dunque, al successivo articolo del programma disse Robert. Egli lesse: Magnifico panorama. Cinque minuti. Dinanzi a voi spieg Robert l'isola di Pico. A nord, quella di So J orge. Nell'isola di Pico un agglomerato di villette indica il quartiere della Maddalena, ove gli abitanti di Faial vanno a trascorrere l'estate. Ci detto, poich Robert aveva terminato il suo compito, il cerchio si ruppe e i turisti si sparpagliarono a loro piacimento, contemplando il panorama. Ai loro piedi, la citt di Horta sembrava scendere al mare. Di fronte, il Pic elevava la sua massa colossale, la cui vetta andava sempre a perdersi al di l di un caos di vapori. Tra le due isole, il canale ora era inondato di sole e le acque scintillavano sino alle rive color porpora dell'isola di So J orge. Quando al termine della sua visita il baronetto fece ritorno, la colonna, gi fatta esperta, si ricostitu rapidamente. Essa stava per rimettersi in marcia allorch il meticoloso passeggero brand nuovamente l'inflessibile regolamento. Il programma diceva: Vista magnifica. Cinque minuti. Gli occorrevano quei cinque minuti. Fu necessario sottostare ai capricci di quel tipo originale e, in un impeccabile allineamento, tutta la colonna, rivolta a oriente, si concedette a malincuore altri cinque minuti di contemplazione. Nel corso di quei minuti Hamilton, ingannato dalla fortissima miopia, rimase inflessibilmente rivolto a ovest. Da quella parte egli non poteva vedere altro che la facciata dell'antico convento dei gesuiti, la quale, con la migliore buona volont di questo mondo, anche sotto il sole accecante non avrebbe potuto essere ritenuta una vista magnifica. Ma questo era soltanto un particolare. Il baronetto contempl il muro coscienziosamente durante i cinque minuti previsti dal regolamento. La colonna riprese poi il cammino. Sin dai primi passi l'occhio vigile di Thompson scopr che una fila era ridotta di una buona met. Due passeggeri se l'erano svignata: erano i due giovani sposi, come gli fu possibile stabilire dopo attento esame. Egli pens subito che i due passeggeri assenti gli avrebbero consentito di chiedere all'albergatore un'equa riduzione del prezzo concordato. Erano le 11,30 quando, sempre in buon ordine ma stanchissimi, i turisti fecero il loro ingresso nell'Albergo della Vergine. Rubicondo e gioviale, l'albergatore li ricevette con il berretto in mano. Ciascuno prese posto intorno alla tavola. Sir Hamilton sedette di fronte a Thompson: posto che nessuno pens di disputargli. Un'astuta manovra permise a Mary e a Bess Blockhead di prendere posto lontano dalla loro famiglia, avendo modo cos di dedicarsi alla felicit di Tigg, definitivamente circuito. Quando il primo appetito fu placato, Thompson prese la parola per chiedere ai suoi passeggeri le impressioni sulla citt di Horta. E magnifica! esclam Blockhead. Semplicemente magnifica! Ma si cap subito che Blockhead era l'unico a pensarla cos. Citt orribile! disse un passeggero. Sporca! aggiunse un altro. Che strada! Che case! Quanto sole! Che selciato! Tutti avranno compreso che l'ultima esclamazione era stata fatta dal baronetto. E che albergo! disse a sua volta Saunders, con uno stridio nella voce simile a quello di una sega. Si vede chiaramente che ci sono stati promessi alberghi di prim'ordine. Saunders non aveva torto, bisogna riconoscerlo. Uova, prosciutto, pollo apparivano sulla tavola, ma il servizio lasciava stranamente a desiderare. La tovaglia non mancava di buchi, le forchette erano di ferro e i piatti, di dubbia pulizia, non venivano cambiati. Thompson scosse il capo con aria bellicosa. Ho forse bisogno di far osservare al signor Saunders sibil con amarezza che le parole Alberghi di prim'ordine hanno valore relativo? Un albergo della periferia di Londra diventa un comodo albergo nel Kamtchatka E in genere lo interruppe Hamilton in ogni Paese abitato da popoli latini, e cio da popoli di razza inferiore. Oh, se fossimo in una colonia inglese! Il baronetto non riusc a completare il suo pensiero: la colazione era terminata e si ripartiva rumorosamente. Uscito per ultimo, Thompson ebbe la soddisfazione di ritrovare la colonna gi in ordine. Ciascuno aveva ripreso spontaneamente il posto che il caso o la volont gli avevano assegnato al mattino. N erano sorte contestazioni; l'idea dell'ordine sorge facilmente tra gli uomini. Per la terza volta, fra un pi numeroso concorso di pubblico, la colonna segu la via che era stata fatale a sir Hamilton. Nel giungere sul teatro dell'incidente il baronetto diede un'occhiata alla bottega in cui aveva trovato aiuto. L'ottico era sulla soglia, come tutti i bottegai, suoi colleghi. Anch'egli aveva riconosciuto l'occasionale cliente, che segu con uno sguardo nel quale Hamilton credette di leggere ma che idea! un'espressione di sprezzante biasimo. Raggiunta la parte alta della via si gir a sinistra e si prosegu sui fianchi della collina. Le ultime case furono presto superate e alcune centinaia di metri pi lontano la strada cominci a costeggiare un torrente dai meandri capricciosi. Le sue rive deliziose e mutevoli non furono degnate di uno sguardo da parte di un gran numero di turisti: un luogo che non era citato nel programma, non valeva proprio nulla; diciamo meglio: non esisteva. Dopo circa mezzo miglio la strada parve di colpo ostruita da un'enorme barriera di rocce, dall'alto delle quali l'acqua del torrente precipitava in forma di cascata. Senza modificare il suo ammirevole allineamento la colonna continu a risalire la collina, girando a destra. Bench si fosse nell'ora pi calda della giornata, la temperatura si manteneva sopportabile. Lungo il sentiero seguito dalla colonna c'erano alberi in abbondanza. Cedri, noci, pioppi, castagni e faggi spandevano la loro benefica ombra. L'ascensione durava da un'ora quando l'orizzonte si allarg all'improvviso. A una brusca svolta, la strada sbocc su un pendio che dominava un'ampia valle, nella quale il sentiero proseguiva pi largo. Thompson fece un cenno e i passeggeri si misero nuovamente in cerchio intorno al cicerone. Come i soldati, i turisti evidentemente si abituavano alla manovra. Per ci che riguardava Robert, pur ritenendo molto ridicolo quel modo ultra inglese di viaggiare, occorre dire che egli ebbe il buon gusto di non lasciarlo trapelare. Con tono freddo e senza alcun preambolo, disse: questo, signore e signori, il luogo in cui si stabilirono per la prima volta i fiamminghi che colonizzarono quest'isola prima dei portoghesi. Noterete che gli abitanti di questa valle hanno conservato in gran parte i tratti fisici, i costumi, la lingua e l'industria dei loro antenati. Robert tacque bruscamente cos come aveva cominciato. Che i turisti non fossero nella possibilit di notare nulla delle cose da lui indicate non era faccenda che lo riguardasse. Del resto, tutti parvero soddisfatti. Poich ci era nel programma, ogni cosa fu notata da lontano, da molto lontano, e nessuno mosse reclamo. A un segno di Thompson la colonna si ricostitu come un reggimento ben addestrato e gli occhi abbandonarono passivamente l'incantevole paesaggio. Era un vero peccato. Chiusa fra colline dai delicati contorni, solcata da ruscelletti che, riuniti insieme, costituivano pi in basso il torrente di cui era stato risalito il corso, la Valle Fiamminga si stendeva, ricca di virgiliana grazia. Ai pingui pascoli, nei quali brucavano mandrie di buoi, seguivano campi di grano, di granoturco, d'orzo e, capricciosamente sparse, bianche casette che brillavano ai raggi del sole. Una Svizzera normanna disse Roger. Sembra un lembo del nostro Paese aggiunse malinconicamente Robert, rimettendosi in cammino. Nel passare a nord della citt di Horta la colonna pieg un po' a destra e la Valle Fiamminga non tard a scomparire. Dopo i campi che ricordavano quelli della Normandia, ora si attraversavano i terreni coltivati a orto. Cipolle, patate, piselli, tutte le variet di legumi fecero bella mostra, senza contare i frutti, quali cocomeri, zucche, albicocche e cento altri. Purtroppo fu necessario abbandonare quella zona ubertosa. Poich il giorno avanzava, Thompson non ritenne di spingere l'esplorazione fino all'estremit del Capo Espalamaca; prese la prima strada che incontr sulla destra e la colonna cominci a scendere in direzione della citt. La strada correva gi fra una successione ininterrotta di ville circondate da magnifici giardini, nei quali allignavano le specie pi disparate. Alle specie esotiche si mescolavano quelle europee, talvolta molto pi sviluppate. La palma sorgeva accanto alla quercia; accanto all'acacia crescevano l'arancio e il banano. Tigli e pioppi vi crescevano vicini insieme con l'eucalipto, il cedro del Libano con l'araucaria del Brasile. La fucsia raggiungeva l'altezza dei nostri alberi. Erano le 4 del pomeriggio. Sotto la cupola maestosa dei grandi alberi, i raggi del sole in declino penetravano attenuati. Dopo il paese di Canaan, ora era il paradiso terrestre. D'istinto i turisti avevano rallentato il passo. Avvolti nell'ombra luminosa degli alberi, sfiorati dalla tiepida brezza essi scendevano senza fretta, in silenzio, soddisfatti della deliziosa passeggiata. Si raggiunse il forte occidentale; poi si segu il parapetto che lo unisce al forte centrale. Sonavano le 5,30 nel momento in cui i turisti giungevano al porto, all'inizio della grande via di Horta. La colonna allora si sciolse. Alcuni preferirono tornare a bordo; altri si sparsero per la citt. Robert dovette recarsi all'Albergo della Vergine per essere certo che ogni cosa fosse pronta per il giorno successivo. Terminata la commissione, stava facendo ritorno alla nave quando incontr sir Hamilton. Il baronetto era furibondo. Signore gli disse ex abrupto 15 mi capita una cosa insolita. L'ottico dal quale questa mattina mi avete condotto non vuole assolutamente, senza che io riesca a conoscerne il motivo, eseguire la riparazione convenuta. Poich non sono in grado di capire una sola parola del suo buffo linguaggio, vi sarei grato se veniste con me per chiedergliene la ragione. Ai vostri ordini rispose Robert. Nel magazzino del recalcitrante bottegaio, Robert inizi una discussione lunga e rumorosa, e probabilmente anche comica, perch egli frenava visibilmente una grande voglia di ridere. Quando la discussione ebbe termine Robert si volse verso il baronetto: Il seor Luiz Monteiro, ottico, ha rifiutato disse e rifiuta di eseguire il lavoro per voi, per il motivo Per il motivo Perch questo pomeriggio non lo avete salutato. Eh! fece Hamilton, nauseato. Proprio cos ! Quando siamo passati di qua, dopo colazione, il seor Monteiro era sulla soglia della sua bottega. Vi ha visto e sa che voi lo avete riconosciuto. Non vi siete degnato tuttavia di fare un qualsiasi cenno di saluto. Questa, ai suoi occhi, la vostra colpa. Vada al diavolo! esclam Hamilton, arrabbiato.
15 All'improvviso. (N.d.T.) E gi tanto se egli prest ascolto a Robert, che gli dava spiegazioni sull'incredibile rigore del cerimoniale delle Azzorre, dove ogni cosa si esegue secondo un inflessibile protocollo. Se si vuol fare visita a un amico, si ha cura di sollecitare prima il suo consenso. Se il medico decide di curarvi, il calzolaio di farvi le scarpe, il panettiere di nutrirvi, ci accade alla condizione sine qua non 16 che voi li saluterete con molta cortesia ogni volta che avrete occasione di incontrarli e che li onorerete con graziosi regali nei giorni stabiliti per ciascuna professione. Tutto ci risultava difficilmente comprensibile al baronetto; ci nondimeno fu necessario sottomettersi. Con la sua approvazione Robert plac con le pi sentite scuse il puntiglioso Luiz Monteiro e la riparazione degli occhiali fu nuovamente promessa. Hamilton e Robert giunsero a bordo del Seamew nel momento in cui la campana chiamava i ritardatari a cena. Il pasto fu consumato allegramente e tutti i passeggeri si dichiararono pi che soddisfatti dell'inizio del viaggio, facendo rilevare, reciprocamente, il buon affiatamento che regnava tra loro. Se la citt di Horta era stata in parte una delusione, tutti concordarono nel riconoscere lo splendore della natura. Nessuno avrebbe mai pi dimenticato n il richiamo alla Svizzera da parte della Valle Fiamminga, n la bellezza della campagna nei dintorni di Capo Espalamaca, n il dolce ritorno lungo la riva, sotto l'ombra deliziosa dei grandi alberi. Nella generale allegria Blockhead rincarava gli elogi. Pi volte aveva dichiarato energicamente al suo vicino che non aveva mai mai, capite bene? visto nulla di pi bello. Il partito dell'opposizione era ridotto all'impotenza. La schiacciante maggioranza parteggiava per l'Amministratore generale, costringendo al silenzio Hamilton e Saunders. Quest'ultimo appariva di pessimo umore. Perch mai? Era proprio di natura cos perfida da non poter tollerare la gioia altrui? Oppure il suo amor proprio soffriva di un male nascosto, sul quale la gioia generale sembrava colare come piombo fuso? A dire il vero si sarebbe potuto crederlo, udendolo borbottare epiteti sprezzanti rivolti
16 Senza la quale, no. (N.d.T.) ai suoi compagni, la cui soddisfazione lasciava presagire la splendida riuscita del viaggio. Egli non riusc pi a controllarsi e, abbandonata la tavola, and a portare a spasso i suoi amari pensieri. A poco a poco l'aria aperta plac il suo cuore esulcerato. Sulle sue labbra, sottili come il filo del rasoio, spunt un sorriso. Alz le spalle. S mormor la luna di miele! Si allung su una sedia a dondolo e contempl serenamente il cielo stellato, nel quale, ne era sicuro, sarebbe spuntata a suo tempo la luna rossiccia.
CAPITOLO VII IL CIELO SI COPRE L'ALBA spuntava allorch un fracasso assordante interruppe il sonno degli ospiti del Seameto. Le macchine borbottavano e il ponte risonava per la caduta di corpi pesanti. I dormiglioni pi ostinati dovettero arrendersi. Brontolando e strepitando tutti i passeggeri avevano fatto prima delle 7 la loro apparizione sullo spardeck, privato quel giorno del suo solito lavaggio. Lungo il fianco della nave erano ormeggiate alcune chiatte cariche di sacchi di carbone che il verricello sollevava e lasciava cadere nel deposito del carbone. Magnifico! disse Saunders ad altissima voce, nel momento in cui Thompson gli passava accanto. Come se non fosse stato possibile imbarcare il carbone due ore pi tardi! Quella giusta osservazione ebbe un'eco. E evidente! approv con energia sir Hamilton. evidente! ripet il pastore Cooley, solitamente pi conciliante, tra i mormorii dei passeggeri. Thompson non vide e non ud nulla. Pass attraverso i gruppi con il sorriso sulle labbra dicendo che, dopo tutto, non c'era nulla di meglio quanto l'alzarsi di buon'ora! Come non essere disarmati da quell'indistruttibile buonumore? Il programma annunciava, per quel giorno, una gita alla Caldeira o Caldaia, nome solitamente dato ai vulcani delle Azzorre. La partenza ebbe luogo esattamente alle ore 8. Sulla banchina, una truppa di asini e di asinai attendeva i viaggiatori. Contrariamente alle promesse dell'albergatore, nessun cavallo umiliava con la sua presenza i degenerati cugini. C'erano soltanto asini. Sessantacinque asini e sessantacinque asinai, e cio uno per ogni bestia. La vista di quella numerosa mandria sollev le proteste dei turisti. Andare in groppa a un asino! In un primo momento molti vi si rifiutarono energicamente. Alcuni, come il pastore, presero a scusa i loro reumatismi; altri, come lady Heilbuth, avanzarono motivi di pudore; altri infine, particolarmente sir Hamilton, parlarono di dignit compromessa. Saunders non addusse alcuna scusa, pur non essendo affatto il pi timido nelle sue recriminazioni. Thompson dovette discutere a lungo. Per un quarto d'ora, le grida delle donne, le imprecazioni degli asinai, le domande, i richiami e le esclamazioni si fusero in un'armonia dissonante. Tutto sommato, i pi ne erano divertiti. Rimasti chiusi per sette giorni, incolonnati all'ottavo, i turisti ora si rallegravano per l'imprevista passeggiata. Magistrati, ufficiali, negozianti, benestanti che costituivano il carico umano del Seamew gente posata sia per la condizione sociale sia per l'et tornavano giovani per un giorno e presto, giovani o non giovani, magri o corpulenti, inforcarono allegramente gli indifferenti e pacifici asini. Con il viso sempre pi gelido a mano a mano che il buonumore dei compagni si accentuava, Saunders salt in sella all'ultimo senza dire una parola. Tigg era stato il primo. Mentre la discussione seguiva il suo corso, Bess e Mary, suoi angeli custodi, non avevano sprecato il loro tempo. Avevano esaminato alla svelta i 65 asini, avevano passato in rivista le selle e avevano messo le mani sulle tre cavalcature migliori e meglio bardate. Di buona o di cattiva voglia Tigg aveva dovuto prendere posto su una di esse e le misses Blockhead avevano continuato a circondarlo di tenere premure. Vi si trovava bene? Aveva bisogno di qualcosa? Le loro bianche manine avevano regolato la lunghezza delle sue staffe; gli avrebbero anche messo le briglie in mano se l'asino delle Azzorre avesse avuto bisogno di quell'accessorio o di altre cose del genere. Alle Azzorre l'asinaio sostituisce le redini. Armato di un lungo pungolo con il quale egli lo dirige, l'asinaio marcia accanto all'animale. Mastro Aliboron 17 va troppo presto o discende una china troppo ripida? l'asinaio lo frena tirandolo per la coda.
17 Mastro Aliboron il nome che La Fontaine d all'asino nella favola I ladri e l'asino. (NAT.) Questione di latitudine! disse Roger, ridendo. Nei nostri Paesi il morso non dalla stessa parte! Quando tutti furono pronti, Thompson not che tre asini rimanevano senza cavaliere. Il pauroso J ohnson, come aveva promesso, era fra gli assenti. Gli altri due assenti non potevano essere che i due giovani sposi, rimasti invisibili sin dal giorno precedente. Alle 8,30 la cavalcata sarebbe pi esatto dire la asinalcata si mise in movimento. In testa asinalcava Thompson, con il suo luogotenente Robert al fianco; dietro, in due file, seguiva il reggimento. Nel risalire la via principale di Horta i 62 cavalieri, scortati da 62 pedoni, provocarono per forza di cose una specie di rivoluzione. Coloro che non avevano dimenticato se stessi nella dolcezza mattutina delle lenzuola apparvero alle finestre o sulla soglia della porta. Di questi ultimi non manc di far parte il cerimonioso Luiz Monteiro. Avvolto nobilmente in un ampio mantello, con il gomito appoggiato alla vetrina in atteggiamento molto dignitoso, egli guard sfilare la lunga teoria di turisti senza che un qualsiasi movimento facesse trapelare il suo stato d'animo. A un certo momento, tuttavia, quella statua della cortesia parve animarsi; il suo sguardo brill: passava sir Hamilton. Sebbene privo dell'aiuto degli occhiali, il baronetto ebbe nondimeno la fortuna di riconoscere il suo inflessibile professore di buone maniere e, con la morte nell'anima, fece un magnifico saluto. Quel saluto il fiero Luiz Monteiro lo restitu chinandosi fino a terra e rientr immediatamente nel negozio. Placato, andava indubbiamente a eseguire la promessa riparazione! Presto si raggiunse il punto in cui la via biforcava; gi la testa della colonna piegava a destra allorch si ud un grido, seguito da calpestii e da confuse esclamazioni. Tutti si fermarono immediatamente e Thompson, tornando sui suoi passi, si rec in fretta sul luogo dell'incidente. In una delle ultime file due corpi giacevano sul selciato sconnesso: il corpo di un asino e quello, non meno ampio, di Van Piperboom, di Rotterdam. Quest'ultimo, per fortuna, non aveva riportato ferite. Thompson lo vide rialzarsi tranquillamente e mettersi a contemplare, con aria triste, la sua disgraziata cavalcatura. Per quanto robusto, le forze dell'asino delle Azzorre hanno dei limiti. Questi limiti il peso di Van Piperboom li aveva superati: il suo asino era morto, proprio morto, per la rottura di qualche vaso o per altro motivo. Non fu senza grande chiasso che questa constatazione pot essere fatta; e ci vollero dieci minuti prima che la morte dell'asino fosse ufficialmente riconosciuta, fra le risate dei turisti e le esclamazioni delle guide. Bisognava trovare il rimedio; qualsiasi cavalcatura non avrebbe fatto forse la stessa fine? Diamine! disse Thompson, spazientito resteremo qui, dunque, fino a sera? Se un asino non basta, ne metteremo due! Nell'udire quella proposta, fedelmente tradotta da Robert, l'asinaio si batt la fronte con aria ispirata e scese rapidamente la china. Pochi istanti dopo faceva ritorno accompagnato da tre suoi colleghi che scortavano insieme con lui quattro animali ben riposati. Un bizzarro apparecchio, composto da due robuste pertiche munite in mezzo di cinghie disposte in forma di poltrona, riuniva gli asini a due a due. Tra gli applausi dei compagni Piperboom venne issato, con grande sforzo di braccia, su una delle due seggiole improvvisate e la carovana pot alla fine proseguire il suo cammino. A richiesta di Thompson, Robert chiese tuttavia, per prima cosa, a che cosa dovessero servire gli altri due asini che nessuno montava. L'asinaio interrogato soppes con un'occhiata la corpulenza inquietante del viaggiatore. Per il cambio! rispose. Per quanto si fosse fatto molto in fretta, sonavano le 9 quando la colonna si rimise in marcia. Thompson fece raccomandare alla guida che era in testa alla colonna di affrettare il pi possibile l'andatura delle bestie. Non c'era tempo da perdere se si volevano percorrere prima di sera, fra andata e ritorno, i 18 chilometri che li separavano dalla Caldeira di Horta. La guida, interpellata, scosse il capo in modo poco incoraggiante, e gli asini non fecero un solo passo di pi. Robert cerc di tranquillizzare Thompson, facendogli capire che sarebbe stato perfettamente inutile tentare di affrettare l'andatura sempre uguale dell'asino delle Azzorre. E una bestia placida. E molto apprezzata, per contro, la sicurezza del suo passo nei difficili sentieri che presto sarebbero stati affrontati. Comunque, la strada per il momento in buone condizioni brontol Thompson. La strada, assai stretta, non presentava infatti particolari difficolt. Dopo avere attraversato, all'uscita dalla citt, alcune belle piantagioni di aranci, la colonna ora si trovava in un'ampia valle, i cui fianchi erano ricoperti di campi e di praterie cosparsi di boschetti di faggi. La salita dolce e regolare offriva ai piedi degli animali solido appoggio. Ma a mano a mano che i turisti si allontanavano dal mare, l'aspetto del paesaggio mutava. Ai faggi fecero seguito prima i pini, stretti l'uno contro l'altro, poi, un po' per volta, ogni coltivazione cess e la strada, divenuta sentiero, pieg a sinistra e mont a zig-zag sul fianco della valle divenuta molto pi stretta. Fu allora che gli asini mostrarono ci che erano capaci di fare. Secondati dai loro conducenti, i quali li stimolavano con la voce e con il pungolo, le brave bestie per un'ora e mezzo montarono senza sbagliare un solo passo su quel ripido sentiero sassoso e sfuggente. Nel corso dell'ascensione capit che Piperboom si trovasse in una posizione molto critica. Alle svolte brusche la sua amaca si trov ripetutamente sospesa al di l del sentiero seguito. Rimase impassibile, bisogna dargliene atto, e se prov qualche timore, il fornello della sua pipa non ne fu turbato neppure per un istante. Arrivati alla fine di quel difficile sentiero, i turisti sbucarono in una nuova valle molto pi ampia della precedente e che si allargava in una specie di piattaforma circondata da colline. Fu allora che Piperboom cambi poltrona, allo scopo di lasciar riposare meritatamente le otto zampe dell'altra. Quando i viaggiatori si guardarono intorno, si poterono ritenere trasportati in un altro paese. La miseria sostituiva l'abbondanza. Intorno a loro erano i segni della ricchezza naturale e dell'incuria umana. Si vedeva da ogni parte una terra fertile abbandonata alle erbacce dagli abitanti indolenti. Soltanto alcuni campi di lupini, di manioca o d'ignami verdeggiavano, limitati dalla desolazione che li circondava. Per larghi tratti le erbacce si succedevano ad altri tratti con macchie fatte di mirti, ginepri, bossi, cedri intristiti, che il sentiero attraversava o alle quali girava intorno. Ogni tanto faceva la sua apparizione qualche capanna o, per meglio dire, qualche catapecchia. Verso le 11,30 attraversarono un villaggio ingombro di maiali e di cani, in mezzo ai quali la colonna si apr un varco a fatica. Segu la solitudine. I rari abitanti incontrati, per la maggior parte donne, passavano gravi e silenziosi, avvolti nelle pieghe del loro ampio mantello, con il viso nascosto da un enorme cappuccio. Ogni cosa parlava della miseria di queste isole, la cui vita, a causa della mancanza di strade, si era concentrata sul litorale. Era gi trascorsa l'una del pomeriggio quando si raggiunse il punto estremo della Caldeira, a 1021 metri di altezza. Sfiniti e affamati, i viaggiatori non facevano che lamentarsi. Hamilton e Saunders non erano pi i soli a lagnarsi della leggerezza con cui veniva svolto il programma. Poich di solito i migliori stomachi formano il miglior carattere, non c'era da stupirsi se persone abitualmente tranquille fossero, a quell'ora, le pi accanite nel protestare. Ma, ad un tratto, le legittime lagnanze furono dimenticate. I viaggiatori erano giunti sulla sommit della Caldeira. Anche gli inglesi, e cio quelli solitamente impassibili, non riuscirono pi ad esserlo dinanzi allo spettacolo sublime che si presentava ai loro occhi. Nell'azzurro immenso, in mezzo al mare che splendeva di luce sotto il sole fiammeggiante, l'isola si spiegava ai loro piedi. Essa appariva tutta, nettamente disegnata, con i suoi picchi secondari, i suoi contrafforti, le sue valli, i suoi ruscelli, e le sue scogliere orlate di schiuma biancastra. A nord-est, la cima dell'isola Graciosa sorgeva in lontananza. Pi vicina e pi a oriente, la lunga isola di So J orge sembrava stendersi mollemente sulle onde come su un giaciglio dondolante: oltre le sue montagne e le sue pianure, una nebbiolina indecisa indicava il luogo in cui si trovava Terceira, ai confini del lontano orizzonte. A nord, a sud e a ovest non c'era altro che spazio; seguendo in quelle direzioni un'impeccabile curva, lo sguardo incontrava all'improvviso, tornato a oriente, la massa gigantesca di Pico. Per un caso assai raro, il Pic, libero della nebbia, si slanciava all'improvviso nel cielo luminoso. Superava regalmente di mille metri i monti pi modesti che lo circondavano, innalzandosi, superbo e dominatore, nella gloriosa pace di quella bellissima giornata. Dopo cinque minuti di contemplazione, tutti si rimisero in cammino; 200 metri pi in l apparve allora uno spettacolo d'altro genere. Dinanzi ai turisti allineati sulla cresta che disegnava un cerchio regolare di 6 chilometri si apriva l'antico creatore del vulcano. Ivi il suolo sprofondava, discendendo di colpo ci che con tanta fatica i turisti erano riusciti a risalire. Sulle pareti di quell'abisso di 600 metri alcune creste frastagliate si staccavano a raggiera dal centro alla circonferenza, formando fra di loro strette valli ostruite da impenetrabile vegetazione. In fondo, sotto i raggi perpendicolari del sole, scintillava un laghetto che la noia di un inglese aveva popolato da poco tempo di ciprini dalle scaglie d'oro e argento. Intorno a quel lago pascolava una mandria di montoni, mettendo in evidenza una macchia bianca sul verde chiaro dell'erba e quello pi scuro della boscaglia. II programma prevedeva una discesa in fondo al cratere spento. A causa dell'ora tarda Thompson os proporre tuttavia di soprassedere per quella volta alla regola. Non si crederebbe, ma alcuni protestarono. Gli altri, in grandissima maggioranza, espressero il parere di tornare subito indietro. Novit imprevista: sir Hamilton disprezzava pi di tutti con accanimento quel programma. Il fatto che la sua situazione era, a dire il vero, troppo penosa. Inutilmente aveva seguito con lo sguardo, in religioso silenzio, il dito di Robert; invano si era voltato verso Pico, So J orge, Graciosa, Terceira, e infine verso quel lago sprofondato nelle profondit della montagna: privo degli indispensabili occhiali, sir Hamilton non aveva visto nulla di quelle meraviglie, e per lui, meno che per gli altri, l'ammirazione non poteva controbilanciare le sofferenze dello stomaco. La maggioranza la spunt, come al solito, e la colonna rifece in senso inverso la strada gi percorsa. Del resto, ci volle meno tempo. Alle 2,15 i turisti giungevano al villaggio gi attraversato. Era l che bisognava fare colazione, come aveva detto Thompson. I pi intrepidi provarono un certo turbamento nel mettere piede in quel misero villaggio, che contava appena una dozzina di catapecchie. Tutti si chiesero come mai Thompson aveva potuto sperare di trovarvi da mangiare per 127 mascelle esasperate dal prolungato digiuno. Si pot constatare, del resto, che Thompson non ne aveva la minima idea e che egli faceva assegnamento soltanto sulla sua buona stella per risolvere l'arduo problema. La carovana si era fermata in mezzo al sentiero che, fattosi pi largo, costituiva la via del villaggio. Asini, asinai e turisti attendevano immobili, circondati da un gran numero di maiali, di cani e di ragazzini dall'aria ebete, il cui numero faceva onore alla fecondit leggendaria delle spose delle Azzorre. Dopo aver guardato a lungo intorno a s con angoscia, Thompson prese alla fine la sua decisione. Chiam Robert in suo aiuto e si diresse verso la casupola pi ampia, sulla soglia della quale un uomo dall'aspetto di brigante contemplava lo spettacolo, per lui insolito, offertogli dalla carovana inglese. Non fu senza fatica che Robert riusc a capire il dialetto barbaro di quel contadino, cos che alla fine Thompson pot annunciare che la colazione sarebbe stata servita fra un'ora. Quell'annuncio suscit vivaci lagnanze. Si superava ogni limite. Thompson dovette fare appello alla sua genialit. Andando dall'uno all'altro, egli si prodig in gentilezze, cortesie e complimenti molto lusinghieri. Che gli si facesse credito di quell'ora! Aveva detto che la colazione sarebbe stata pronta alle 3,30, e lo sarebbe stata. Infatti lo fu. Il contadino, che si era allontanato in fretta, torn subito insieme con due indigeni di sesso maschile e di cinque o sei altri di sesso opposto: conducevano gli animali che avrebbero fatto le spese del pasto e fra i quali c'era anche una vacca dal capo ornato di graziose corna, la cui altezza non superava gli 80 centimetri, e cio quella di un grosso cane, all'incirca. una vacca di Corvo disse Robert. Questa isola ha la specialit di un allevamento dal modello perfetto, anche se ridotto. Gli animali e i loro conducenti sparirono dentro le abitazioni. Un'ora dopo Thompson pot annunciare che la colazione era pronta. Fu un pasto assai strano. Pochi turisti erano riusciti a trovare posto nella casa; gli altri si erano sistemati alla meglio all'aria aperta, chi sulla soglia di una porta e chi su una grossa pietra. Ciascuno teneva sulle ginocchia una zucca, che fungeva da piatto. In quanto ai cucchiai e alle forchette sarebbe stato pazzesco pensarvi. Nel vedere quei preparativi Saunders si divertiva moltissimo. Era mai possibile che gente di un certo rango tollerasse l'incredibile disinvoltura con la quale Thompson la trattava? Senz'altro ci sarebbero state proteste, contestazioni, drammi: a quel pensiero Saunders si sentiva di buon umore. Difatti sembrava proprio che la collera covasse nel cuore dei passeggeri. Parlavano poco. Non erano ben disposti, evidentemente, a tollerare le fantasie dell'Amministratore generale e quanto meno l'assenza di adeguati preparativi prima delle gite e la loro mancanza totale di organizzazione. Anche Robert comprendeva, almeno quanto Saunders, a quale prova Thompson costringeva, con la sua leggerezza, la pazienza dei suoi sottoscrittori. Quale pasto, per agiati borghesi abituati alle comodit, e per donne ricche ed eleganti! Ma, al contrario di Saunders, invece di rallegrarsi di quella situazione, egli cercava di mettere riparo nel modo migliore agli errori del suo capo diretto. Frugando nelle catapecchie del villaggio scopr un tavolino quasi decente e alcuni sgabelli quasi utilizzabili. Aiutato da Roger, egli trasport il bottino all'ombra di un cedro e lo offr alle signore Lindsay. Proseguendo poi la loro caccia, i due giovanotti trovarono alcuni tovaglioli, del vasellame e dei coltelli, tre posate di stagno: quasi un lusso! Nel giro di pochi minuti le passeggere americane si ritrovarono dinanzi a una tavola di seducente aspetto. Se i due francesi avessero avuto bisogno di ricompensa si sarebbero ritenuti largamente ripagati dallo sguardo grato delle due sorelle. Con ogni evidenza essi avevano salvato loro pi che la vita, risparmiando loro di dover mangiare con le mani. Ma qualsiasi pagamento sarebbe stato usura. Quella caccia movimentata era stata di per s molto piacevole. Trascinato dall'allegria, Robert abbandonava l'abituale riserbo. Rideva e scherzava e, invitato da Roger, non fece difficolt a prendere posto alla tavola che era stata apparecchiata in virt del suo zelo intelligente. Nel frattempo si cominciava a servire la colazione, se consentito usare tale eufemismo. I cuochi improvvisati si erano trasformati in maggiordomi pittoreschi. Trasportando fra i gruppi capricciosamente sparsi una capace marmitta di terracotta, essi riempivano le zucche di una specie bizzarra di rag assai ricco di spezie, tanto da far bere volentieri il vino robusto del paese. Altri rustici inservienti deponevano accanto ai convitati pezzi di pane tali da suscitare lo spavento degli stomachi pi robusti a causa della loro enorme dimensione. Questo il paese del pane disse Robert, rispondendo a un'esclamazione di Alice. Nessun contadino di qua ne consuma meno di due libbre al giorno. Un loro proverbio recita: Qualsiasi cosa con il pane fa l'uomo sano. C'era da dubitare che gli stomachi europei rivelassero altrettanta capacit. Non ci fu un solo viaggiatore che non facesse una smorfia nell affondare i denti in quella pasta grossolana fatta con la farina di granoturco. Le Lindsay e i loro compagni si erano rassegnati allegramente all'insolito pasto. Il tavolino, fatto bianco dai tovaglioli che vi erano stati sistemati, dava all'avventura l'aria di festa campestre. Ci si divertiva fanciullescamente. Robert dimentic che era l'interprete del Seamew e per un'ora torn uomo come gli altri, mostrandosi qual era, e cio affascinante e pieno di brio. Purtroppo, mentre inconsapevolmente deponeva il peso della sua posizione, questa non lo abbandonava: un insignificante particolare stava per richiamarlo alla realt. Al rag aveva fatto seguito l'insalata. Non era certamente quello il momento di fare gli schizzinosi. Tuttavia, nonostante l'aceto con il quale era stata abbondantemente condita, quella esecrabile insalata fece cacciare non pochi urli a tutti i convitati. Chiamato da Thompson, Robert dovette interrogare il contadino. Sono lupini, eccellenza rispose quest'ultimo. I vostri lupini sono coriacei gli disse Robert. Coriacei? ripet il contadino. S, coriacei: duri. Non so disse l'indigeno con aria stupida. A me non sembrano duri. A voi non sembrano duri? E neppure salati, non vero? Salati, s; salati lo sono. Dipende dall'acqua di mare, eccellenza. I lupini vi saranno rimasti troppo tempo. Ma perch disse Robert avete messo i lupini nell'acqua di mare? Per togliere loro l'amaro, eccellenza. Ebbene, amico mio, mi dispiace dirvi che l'amaro rimasto. Allora disse il contadino vuol dire che non sono rimasti in acqua abbastanza. Non c'era nulla da cavare da quel tanghero. Era meglio rassegnarsi al silenzio. I convitati si lanciarono dunque sul pane di granoturco, di cui, contrariamente alle previsioni, pi di uno stomaco britannico ritenne insufficiente il quantitativo. Robert fece come gli altri. Ma la sua allegria era svanita ed egli non riprese posto al tavolino delle americane. Termin il pasto in solitudine e torn all'abituale riserbo, dal quale deplor di essere uscito per un istante. Verso le 4,15 la carovana si rimise in cammino. Poich si era fatto tardi, gli asini, volenti o nolenti, dovettero affrettare il passo. La discesa del sentiero a zig-zag fu movimentatissima. Attaccati alla coda della loro bestia, gli asinai si lasciavano trascinare sulla china ripida e sdrucciolevole. Donne e uomini cacciarono ripetutamente esclamazioni preoccupate o di paura, Piperboom soltanto continu a mostrare la fronte serena. Dopo avere ingoiato quantit enormi di lupini senza dare segni di malore, egli si lasciava cullare tranquillamente dai due asini. Comodamente sistemato, disprezzava le difficolt della strada e, pacatamente, si circondava della perenne nuvola di fumo della pipa con la quale allietava il suo riposo. Nella via di Horta, Hamilton, accompagnato da Robert, si affrett ad andare a reclamare i suoi occhiali che gli furono consegnati con grandi dimostrazioni di cortesia, alle quali egli si guard bene dal rispondere. Soddisfatti i suoi desideri, egli aveva subito ripreso l'abituale tono insolente. Alle 8, pagati e mandati via asini e asinai, i viaggiatori, ripulitisi, si ritrovarono stanchi e affamati intorno alla tavola del Seamew, dove la cucina del cuoco ebbe un successo mai avuto prima d'allora. Tornati alcuni istanti prima, i due novelli sposi presero posto anch'essi alla tavola comune. Dove avevano trascorso quei due giorni? Forse non lo sapevano neppure loro. Evidentemente non avevano visto nulla e, anche ora, non vedevano altro che se stessi. Saunders non aveva per alcuna giustificazione per essere distratto. Ci che scorgeva colmava di gioia l'amabile gentiluomo. Che diversit fra quella cena e quella del giorno precedente! Ieri si chiacchierava allegramente; oggi i convitati avevano il viso scuro e mangiavano in silenzio. Il ricordo della colazione precedente non veniva certamente digerito, come Thompson aveva osato sperare. Saunders non riusc pi a controllare la propria gioia. Occorreva che Thompson ne ricevesse comunque qualche pillacchera. Steward! chiam ad alta voce ancora un po' di questa carne, per favore! Poi, rivolgendosi al baronetto, attraverso la tavola, disse: Il cibo degli alberghi di prim'ordine, se non altro, ha questo di buono: rende tollerabile quello della nave. Thompson fece un salto sulla sedia come se fosse stato punto da un insetto. Non disse nulla, tuttavia. E, in verit, che cosa avrebbe potuto rispondere? L'opposizione, quella volta, aveva dalla sua la pubblica opinione. CAPITOLO VIII LA FESTA DI PENTECOSTE STANCHI a causa della movimentata gita, i passeggeri del Seamew dormirono a lungo la notte seguente. Quando, verso le 9 del mattino del 20 maggio, i pi mattinieri montarono sullo spardeck, la nave era gi lontana da Faial. Partito da Horta alle 7,30, il Seamew seguiva, per raggiungere Terceira, una rotta capricciosa, nell'intento di offrire ai turisti una visione panoramica sulle isole nei cui porti non si sarebbe approdati. Nel momento in cui Roger apparve a sua volta sullo spardeck in compagnia delle passeggere americane, la nave costeggiava la riva meridionale di Pico, quasi di fronte alla montagna che digradava fino al mare come una scalinata. Si scorgeva Lajens, capitale dell'isola, dominata dall'imponente convento dei francescani e circondata da sparse casupole, i cui tetti conici fatti di canne intrecciate davano l'illusione di un accampamento. La costa era frastagliata, ma la campagna a poco a poco si addolciva. Le alture che costituivano la cresta mediana dell'isola si abbassavano e si coprivano di magnifici pascoli. Verso le 10,30 si pass dinanzi al borgo de Calhea. Mezz'ora dopo, si doppiava l'estremit orientale di Pico e appariva l'isola di So J orge, nel momento in cui la campana annunciava la colazione. Durante l'intera mattinata Robert era rimasto chiuso nella sua cabina. Roger non manc di far notare la sua assenza alla signora Lindsay. Studia in fretta Terceira le disse ridendo. Abbiamo un cicerone assai strano! Lo sguardo interrogatore di Alice lo rese pi esplicito. La sua esclamazione non comportava certamente nessun sottinteso spiacevole, tutt'altro. Ma, oltre al fatto che il portamento elegante del signor Morgand contrastava stranamente con la modestia delle sue mansioni, egli era anche Roger se ne era accorto -di un'ignoranza estrema riguardo a ci che concerneva il suo attuale mestiere. Quelle osservazioni, insomma, non facevano che confermare ci che Alice aveva cautamente notato riguardo all'interprete del Seamew. Sono assolutamente certo, inoltre concluse Roger di averlo gi incontrato da qualche parte, in passato. Dove? Non lo so. Ma finir col saperlo, e allora sapr anche perch mai questo giovane di mondo abbia rivestito la pelle del professore. La conversazione ottenne il risultato di accrescere la curiosit di Alice Lindsay. Quando, dopo avere fatto colazione, Robert sal sul ponte, ella gli rivolse quindi la parola per divertirsi a metterlo in difficolt. Il Seamew avanzava allora tra le isole di Pico e di So J orge, costeggiando da vicino quest'ultima: una specie di diga lunga 30 miglia e larga soltanto 5, gettata in quel punto dal capriccio della natura. Che citt quella? chiese Alice a Robert, nel momento in cui il Seamew passava dinanzi a un agglomerato di case disposte a ripiani. Robert, per, conosceva ormai la sua guida perfettamente a memoria. Urzelina rispose. E l che nel 1808 ebbe luogo l'ultima terribile eruzione che questi paraggi abbiano sofferto. Essa terrorizz gli abitanti di Pico e di Faial. Quindici crateri, uno dei quali enorme, si erano spalancati. Per venticinque giorni essi vomitarono lava e fiamme. La citt sarebbe stata certamente distrutta se il fiume di lava non avesse preso miracolosamente un'altra direzione per correre al mare. E poi? Quella domanda fu posta da J ohnson. Bisogna ritenere che quel problema sui vulcani lo attirasse in virt di affinit ignote, perch egli era giunto proprio nel momento in cui Robert aveva cominciato la sua spiegazione; aveva interrotto subito la passeggiata e prestato molta attenzione. Robert si volse verso di lui. E poi non ci sono state altre eruzioni, per essere precisi. Ma non passa anno che l'isola non sia pi o meno scossa dal terremoto. Del resto So J orge di origine pi recente delle altre Azzorre, ed quella, con la parte occidentale di So Miguel, maggiormente soggetta a questo genere di accidenti. All right! disse J ohnson con aria soddisfatta, ricominciando a passeggiare. Perch era contento? Forse perch la risposta di Robert giustificava la sua decisione di non mettere piede a terra? Quell'originale sembrava essere pi che soddisfatto di s. Cos intesa, la vita sembrava di sua intera soddisfazione e dal momento della partenza egli non aveva mutato minimamente le sue abitudini. Mattino, mezzogiorno e sera, lo si vedeva per cinque minuti passare e ripassare sul ponte, urtando, spingendo, fumando, sputando e biascicando parole inarticolate; poi non si sentiva pi parlare di lui. In quanto alle occupazioni che assorbivano il resto del suo tempo era facile indovinarle. Il suo colorito pi rosso a mezzogiorno che non al mattino, e alla sera pi che a mezzogiorno, facendosi di giorno in giorno sempre pi scuro, dava al riguardo delucidazioni molto precise. Alle 2 del pomeriggio, il Seamew doppi Punta Rosales, nella quale, verso nord-ovest, si assottiglia l'estremit dell'isola So J orge, e si diresse rapidamente verso Graciosa. I passeggeri poterono allora scorgere la costa settentrionale di So J orge, orlata di una paurosa rupe alta 600 metri, mentre si rendeva chiaramente visibile la cima modesta di Graciosa. Verso le 4, il Seamew era ad appena 3 miglia da questa isola, la quale differisce, per la dolcezza delle sue linee, dalle altre terre dell'arcipelago. Fu allora che, a un segnale del capitano Pip, la nave si diresse rapidamente verso Terceira, le cui alte rive apparivano a 25 miglia di distanza. Proprio in quel momento Piperboom comparve sul ponte, seguito da Thompson rosso in viso. Quest'ultimo fece un cenno a Robert, il quale lasci i suoi interlocutori e rispose alla chiamata dell'Amministratore generale. E dunque assolutamente impossibile, professore gli disse, mostrando l'olandese, circondato come al solito da un'opaca nube di fumo farsi capire da questo pachiderma a vapore? Robert fece un cenno d'impotenza. Ma seccante! esclam Thompson. Figuratevi che questo gentiluomo non intende assolutamente pagare i supplementi da lui consumati. Quali supplementi? chiese Robert. Quali supplementi? Ma, un asino assassinato, pi la giornata di tre altri asini e di tre asinai in pi, se il conto torna. Rifiuta? Assolutamente. Mi sono spolmonato a spiegargli la faccenda con la voce e con i gesti. E stato come parlare a un mulo. Guardate se ha l'aria di essere preoccupato! Piperboom, pacificamente disteso su una sedia a dondolo, si era smarrito infatti nelle dolci nuvole del sogno. Con gli occhi rivolti al cielo, tirando dalla pipa boccate di fumo con la regolarit di un pistone, sembrava avere definitivamente allontanato da s le volgari preoccupazioni di questo mondo. Robert mise a raffronto, con un ironico sorriso, l'aspetto irritato di Thompson con il viso placido del viaggiatore. La fortuna fa di questi cambiamenti! disse, abbozzando un gesto vago; e di buon grado Thompson dovette accontentarsi di quella risposta. Alle 6,30 il Seamew era a poche miglia dalla costa occidentale di Terceira. Da un pezzo si vedeva chiaramente la vetta della sua Caldeira, la cui altezza supera i 1000 metri. Verso sud, la china appariva abbastanza dolce e scendeva fino al mare, ove la terra terminava in una rupe scoscesa. Da ogni parte si scorgevano i segni di un recente lavorio sotterraneo. Colate di lava spiccavano, scure, sul verde delle valli; coni di ceneri e di pomice si innalzavano come fragili alture che la pioggia e il vento sgretolavano lentamente. Alle 7, un promontorio scosceso il Monte Brasil si mostr come se volesse sbarrare il cammino. Mezz'ora dopo, doppiata quella punta selvaggia, apparve la citt di Angra. Prima delle 8, le ancore toccavano il fondale della rada e il capitano Pip poteva dare l'ordine: A posto! al signor Bishop, il quale ridusse al minimo, senza spegnerlo, il fuoco delle macchine. Posti in mezzo alla rada di Angra, i passeggeri del Seamew potevano ora contemplare uno dei pi spettacolari panorami con i quali la terra, materna, rallegra l'occhio dei suoi figli. Dietro di loro, sull'immenso mare, apparivano quattro isolotti: i Fadres e i Cabras; a destra e a sinistra rupi nere e minacciose si abbassavano da una parte e dall'altra, come per formare un immenso giaciglio nel quale la citt di Angra si stendeva armoniosamente. Fiancheggiata a nord e a sud dai suoi forti, essa innalzava in forma di anfiteatro, sotto i raggi morenti del sole, le sue bianche casette, i suoi campanili e le sue cupole. Pi in l, come per fare da cornice al quadro, colline cosparse di ville, di aranceti e di vigne si innalzavano mollemente, a scala, fino alla campagna verdeggiante e ubertosa che ne coronava le ultime vette. L'aria era dolce, il tempo magnifico: un venticello profumato soffiava dalla vicina terra. Appoggiati alla battagliola dello spardeck i passeggeri ammirarono lo spettacolo che soltanto le sue ridottissime proporzioni rendevano inferiore a quello offerto dal golfo di Napoli fino al momento in cui ogni cosa scomparve nella crescente oscurit. Insensibile alla seduzione di quella riva, il capitano Pip stava per raggiungere la sua cabina, quando un marinaio gli condusse uno straniero che aveva accostato la nave. Capitano disse lo straniero ho saputo del vostro arrivo nella rada di Angra e ho pensato di unirmi ai vostri passeggeri, se Signore, queste faccende non mi riguardano lo interruppe il capitano. Bistow, accompagnate questo signore dal signor Thompson aggiunse, rivolgendosi al marinaio. Thompson discuteva con Robert, nella sua cabina, il programma del giorno seguente quando venne fatto entrare lo straniero. Sono a vostra disposizione disse dopo le prime parole del nuovo venuto. Bench i posti disponibili siano molto limitati, ci ancora possibile Conoscerete, immagino, le condizioni del viaggio No rispose il nuovo venuto. Thompson riflett un istante. C'era motivo di dedurre dal prezzo complessivo una certa somma relativa al percorso gi compiuto? Non lo pens, senza dubbio, perch alla fine disse, anche se con qualche esitazione: Il prezzo stato finora di 40 sterline Benissimo disse lo straniero. Poich siamo in tre Ah! Siete in tre? S, i miei due fratelli ed io. Ci fa in tutto 120 sterline: eccole. E traendo dal portafoglio alcune banconote, le depose sulla tavola. Non c'era nessuna premura fece rilevare cortesemente Thompson, il quale, contati i biglietti, li incass e si prepar a rilasciarne ricevuta. La ricevuta, signore? chiese, con la penna in aria. Don Hygino Rodriguez da Veiga rispose lo straniero, mentre Thompson faceva correre la penna. Nel frattempo Robert non aveva cessato di osservare in silenzio quel turista dell'ultima ora. Bench fosse di buon aspetto, il personaggio non gli andava a genio, come si dice. Alto, spalle robuste, nero di barba e di capelli, colore acceso della pelle, non c'era possibilit di sbagliarsi riguardo alla sua nazionalit. Era portoghese. Quell'ipotesi era confermata, del resto, dall'accento esotico con cui parlava l'inglese. Dopo avere preso la ricevuta dalle mani di Thompson, don Hygino la pieg con cura e la mise al posto delle banconote; poi rimase un istante in silenzio, indeciso. Senza dubbio gli restava ancora qualcosa da dire, qualcosa d'importante, a giudicare dal viso grave del nuovo passeggero. Ancora una parola disse alla fine. Vorreste dirmi quando contate di lasciare Terceira? Domani rispose Thompson. Ma a che ora? Don Hygino fece quella domanda con voce un po' nervosa. Era evidente che la risposta assumeva per lui particolare importanza. Domani sera, verso le 10 rispose Thompson. Don Hygino cacci un sospiro di soddisfazione e perdette immediatamente un po' della sua tensione. Avete probabilmente intenzione disse con pi cortesia di dedicare la giornata alla visita di Angra? Precisamente. In tal caso, potrei esservi di aiuto. Conosco la citt in ogni suo particolare perch abito qui da quasi un mese. Mi metto a vostra disposizione per fare da cicerone ai miei nuovi compagni. Thompson lo ringrazi. Accetto con riconoscenza rispose. Tanto pi che la vostra gentile offerta dar un po' di riposo al professore Morgand, che ho l'onore di presentarvi. Don Hygino e Robert si salutarono. Sar dunque sulla banchina domattina alle 8, a vostra completa disposizione disse il primo, nel salutare, raggiungendo la propria imbarcazione. Don Hygino Rodriguez da Veiga fu puntuale all'appuntamento. Nello sbarcare alla testa dei suoi passeggeri, domenica 21 maggio, Thompson lo trov sulla banchina. Sotto l'occhio vigile del suo Amministratore generale, la colonna si mise subito in cammino con impeccabile allineamento. Don Hygino fu di prezioso aiuto. Guid i compagni attraverso Angra con una sicurezza che Robert non avrebbe potuto avere. Fece loro percorrere le vie pi ampie, pi regolari, meglio costruite e pi numerose di quelle di Horta. Li condusse nelle chiese, a quell'ora colme di fedeli. Durante questo tempo il baronetto gli fu costantemente dietro. Bisogna riconoscere che il baronetto era proprio solo, da quando aveva messo piede sul Seamew. Che Saunders fosse per lui una specie di distrazione, non vi era alcun dubbio. Ma quella non era una relazione vera e propria, perch Saunders non faceva parte della sua classe sociale. Fino allora aveva dovuto accontentarsene: l'elenco dei passeggeri non offriva nulla di meglio. Lady Heilbuth, forse? Ma lady Heilbuth si occupava soltanto dei suoi gatti e dei suoi cani. Quelle bestiole costituivano tutta la sua famiglia. Erano i soli a colmare il suo cuore e ad arricchire il suo spirito. A conoscenza una volta per tutte delle abitudini particolari di Cesare, Giobbe, Alessandro, Black, Phann, Punch, Foolich ecc., ecc., il baronetto aveva evitato di ricominciare la sua istruzione a tale riguardo e sin da allora aveva posto molta attenzione nel tenersi lontano dalla vecchia passeggera, che un irrispettoso francese avrebbe senza esitazione chiamato insopportabile impiastro. Tutto sommato, sir Hamilton era dunque proprio solo. Nell'udire le aristocratiche sillabe che costituivano il nome del nuovo passeggero, egli aveva compreso che il cielo gli concedeva un vero gentiluomo e da Thompson si era fatto presentare subito a lui, a conclusione della qual cosa il nobile inglese e il nobile portoghese avevano scambiato una cortese stretta di mano. Dall'abbandono e dalla spontaneit da essi posti in quel gesto di buona accoglienza si comprese immediatamente che tutti e due si sentivano di appartenere a una stessa classe sociale. Da quell'istante, il baronetto si era appiccicato alla nuova guida. Aveva trovato finalmente un amico! Durante la colazione, che ebbe luogo a bordo e alla quale don Hygino prese parte, egli lo accaparr e gli assegn un posto accanto a lui. Don Hygino lo lasci fare, mantenendo un'altera indifferenza. La tavola era al completo; mancavano soltanto i giovani sposi, la cui assenza durante gli scali cominciava a diventare abituale. Thompson prese la parola. Ritengo disse di interpretare il pensiero di tutti i presenti nel ringraziare don Hygino da Veiga per la cura che ha voluto assumersi gentilmente questa mattina. Don Hygino fece un gesto di cortese protesta. Proprio cos! insistette Thompson. Senza di voi, seor, non avremmo visitato Angra, n cos in fretta n cos bene. Io continuo a domandarmi che cosa ci rimane da fare per occupare il pomeriggio. Il pomeriggio? esclam don Hygino. So gi come impiegarlo. Voi non sapete, forse, che oggi ricorre la festa di Pentecoste. La Pentecoste? ripet Thompson. S riprese don Hygino una delle pi grandi feste cattoliche che qui si celebra con particolare solennit. Ho fatto prenotare per voi un posto dal quale potrete assistere all'interessante processione con la quale viene portato in giro un crocifisso che io raccomando particolarmente alla vostra attenzione. Che cosa ha di particolare il crocifisso, caro Hygino? chiese il baronetto. La sua ricchezza rispose Hygino. Non presenta, a dire il vero, grande interesse artistico, ma il valore delle pietre preziose di cui letteralmente ricoperto supera, a quanto si dice, i 10.000 contos de reis! (6 milioni di franchi.) Thompson era incantato della nuova recluta. Sir Hamilton gli faceva, da parte sua, spudoratamente la ruota. Don Hygino mantenne puntualmente le sue promesse. Nello scendere a terra ritenne tuttavia di fare una raccomandazione che mise un po' di paura a pi di una passeggera. Cari compagni disse vi do un buon consiglio prima di metterci in cammino. E cio chiese Thompson. Evitate la folla, se vi sar possibile. Non sar facile fece notare Thompson, indicando le vie piene di gente. Lo so disse don Hygino. Fate, se non altro, ci che potete per evitarne il contatto. Ma perch ci fate questa raccomandazione? chiese Hamilton. Dio mio, caro baronetto, non facile dire il perch. Il fatto che gli abitanti dell'isola non sono molto puliti e vanno soggetti a due malattie il cui risultato comune quello di procurare un insopportabile prurito. Una di tali malattie ha un nome bruttissimo, giacch si tratta della scabbia. Riguardo all'altra Don Hygino si era fermato, come se non riuscisse a trovare una perifrasi adatta. Ma Thompson, il quale non aveva paura di nulla, gli and in aiuto. Facendo ricorso alla pantomima, si tolse il cappello e si gratt energicamente il capo rivolgendo a don Hygino uno sguardo interrogativo. Precisamente! disse quest'ultimo ridendo, mentre le signore giravano il capo, scandalizzate da quella cosa effettivamente shocking. Con don Hygino in testa, vennero attraversate vie fuori mano e si seguirono viuzze quasi deserte, dato che la folla aveva invaso le vie pi ampie che la processione avrebbe dovuto percorrere. Alcuni uomini tuttavia percorrevano quelle viuzze: cenciosi e sudici, essi giustificavano ampiamente l'osservazione fatta da alcuni turisti a loro riguardo. Che facce da briganti! disse Alice. Proprio cos! approv Thompson. Sapete chi sono quelle persone? -chiese a don Hygino. Ne so quanto voi. Non potrebbero essere poliziotti travestiti? insinu Thompson. Bisogna convenire che il travestimento sarebbe perfetto! esclam Dolly in tono canzonatorio. Del resto, presto la colonna sbocc su una vasta piazza che brulicava di gente sotto un sole splendido. Con un'abile manovra il signore portoghese riusc a condurre i suoi compagni fino a una piccola sporgenza, ai piedi di un edificio di vaste proporzioni. L, sotto la sorveglianza di alcuni poliziotti, era stato predisposto, al riparo della folla, uno spazio vuoto. Ecco il vostro posto, signore e signori disse Hygino. Mi sono avvalso dei miei rapporti con il governatore di Terceira per far mettere a vostra disposizione questo posto, ai piedi del suo palazzo. Tutti si profusero in ringraziamenti. Ora vorrete permettermi di lasciarvi riprese. Ho alcuni preparativi da fare prima della partenza. Peraltro, non avete pi bisogno di me. Protetti da questi bravi poliziotti siete sistemati magnificamente per vedere ogni cosa: credo che assisterete a un insolito spettacolo. Dette queste parole, don Hygino salut con grazia e scomparve nella folla. Evidentemente non temeva il contagio. I turisti non tardarono a dimenticarlo: giungeva la processione, con le sue magnificenze. Verso la parte alta della via, nel largo spazio che la polizia rendeva sgombro dinanzi al corteo, bandiere di seta e d'oro, statue portate in spalla, orifiamme, corone e baldacchini avanzavano nel fumo odoroso dell'incenso. Tra gli abiti bianchi delle giovinette brillavano al sole alcune uniformi. Sostenute da orchestre di ottoni, le voci innalzavano al cielo la preghiera di 10.000 creature, mentre da ogni chiesa giungevano i rintocchi delle campane che cantavano anch'esse la gloria del Signore. A un tratto, una specie di ventata pass sulla folla e un solo grido usc da ogni bocca: Cristo! Cristo! Lo spettacolo era solenne. Con la tunica viola che spiccava sugli ori scintillanti del baldacchino, ora appariva il vescovo. Camminava lentamente, elevando con entrambe le mani il venerabile e prezioso ostensorio. Nel suo abbagliante splendore, alto sulla folla prosternata, lo precedeva un crocifisso, le cui pietre preziose riflettevano i raggi del sole con innumerevoli lampi. All'improvviso, un movimento insolito parve turbare la processione nelle immediate vicinanze del vescovo. Senza sapere di che cosa si trattasse la curiosit spinse la folla ad alzarsi sulla punta dei piedi. Nessuno vide nulla; anche gli inglesi, sebbene sistemati in ottima posizione, non riuscirono a capire che cosa stava accadendo. Un colossale risucchio, con il baldacchino che rotolava e beccheggiava come un vascello, si verific per qualche istante; poi il baldacchino e lo sfarzoso crocifisso scomparvero contemporaneamente in mezzo alla folla, come in un mare, tra grida, urli e gente che scappava smarrita, mentre la squadra di poliziotti posta alla testa del corteo si sforzava inutilmente di risalire l'ondata irresistibile di coloro che fuggivano: ecco che cosa videro i nostri passeggeri, senza riuscire a comprenderne la causa. Il cordone di poliziotti che li proteggeva fu rotto in un attimo e, divenuti parte integrante della folla in delirio, essi furono trascinati come fuscelli di paglia in quel formidabile torrente. Sostenendosi gli uni agli altri, Roger, J ack e Robert erano riusciti a proteggere Alice e Dolly. Un angolo li aveva felicemente protetti. A un tratto, il sorprendente fenomeno ebbe termine. Di colpo la piazza rimase vuota e silenziosa. Verso la parte alta della via, nel luogo in cui, nel furioso risucchio, erano scomparsi il baldacchino del vescovo e il crocifisso, un gruppo, composto in gran parte dei poliziotti gi posti in testa al corteo, era ancora in agitazione. Come al solito era arrivato troppo tardi. Ora i poliziotti si davano da fare per trasportare nelle case vicine le vittime di quell'inesplicabile panico. Ogni pericolo mi sembra scongiurato disse Robert, dopo un istante. -Penso che faremmo bene a metterci alla ricerca dei nostri compagni. Dove? chiese J ack. A bordo del Seamew, in ogni caso. Dopo tutto queste faccende non ci riguardano; ritengo, qualunque cosa accada, che saremo pi al sicuro sotto la protezione della bandiera inglese. Riconosciuta la fondatezza dell'osservazione, tutti si affrettarono a raggiungere la nave, dove si era gi raccolta la maggior parte dei passeggeri discutendo animatamente sulla stupefacente avventura. Molti manifestavano vivaci lagnanze; altri parlavano anche di voler reclamare dal Governo di Lisbona un ampio indennizzo: ed superfluo dire che, fra questi ultimi, sir Hamilton appariva in buona posizione. E una vergogna! dichiarava in tutti i toni. E gi, che cosa ci si pu aspettare dai portoghesi? Se l'Inghilterra volesse dare retta a me, dovrebbe civilizzare le Azzorre! Questi fatti scandalosi allora avrebbero fine! Saunders non diceva nulla, ma il suo viso parlava eloquentemente. In verit, se avesse voluto augurare a Thompson qualche spiacevole incidente, non avrebbe potuto immaginarne uno migliore. Quello accaduto era proprio di prim'ordine. Secondo ogni probabilit, una decina di passeggeri, a dir poco, sarebbero mancati all'appello; dopo quel dramma, ci significava la disfatta della carovana e un pietoso rientro in Inghilterra. L'arrivo dei primi sopravvissuti non alter la gioia del suo bellissimo temperamento. Non avrebbe potuto ragionevolmente sperare che tutta la carovana fosse perita nel disastro! Ma la sua fronte si rabbui quando gli ultimi passeggeri cominciarono a raggiungere la nave a brevissimi intervalli. Consider la cosa come un brutto scherzo. A cena, Thompson fece l'appello e osserv che mancavano soltanto due persone. Ma quasi subito i due ritardatari entrarono nel salone: erano i due giovani sposi; e Saunders, constatando che il personale del Seamew era al completo, riprese immediatamente l'abituale aspetto poco conciliante di cane rabbioso. La giovane coppia aveva il solito aspetto, e cio manifestava per il resto dell'universo un'indifferenza tanto divertente quanto assoluta. Era evidente che n il marito n la moglie erano a conoscenza dei gravi avvenimenti accaduti nel corso della giornata. Seduti l'una accanto all'altro, essi limitavano come sempre la loro conversazione a loro due, nella quale la lingua prendeva meno parte degli occhi; la conversazione generale si sviluppava intorno a loro senza raggiungerli. Un altro quasi altrettanto felice quanto questa coppia era J ohnson. Quel giorno si era distinto: ancora un piccolo sforzo e avrebbe raggiunto un perfetto stato di ebbrezza. Per quel che le sue condizioni gli consentivano di capire circa quanto si diceva di lui, egli si congratulava con se stesso per la sua ostinazione a non voler mettere piede sull'arcipelago delle Azzorre, e si librava gioiosamente nel cielo iridescente dell'alcool. Della numerosa assemblea, Tigg era la quarta persona perfettamente felice. Quando, con gli altri, era stato trascinato via dalla folla furiosa, le sue due guardie del corpo erano state colpite per un istante da crudele angoscia. Quale occasione pi propizia per finirla con la vita si poteva offrire a quell'anima che con la morte cercava anche l'originalit? Con un eroico sforzo Bess e Mary erano riuscite a custodire Tigg fra di loro, e lo avevano protetto con una devozione che l'asprezza dei loro spigoli aveva reso efficace. Tigg era dunque uscito indenne da quel trambusto e, fra s, riteneva che le sue compagne ne avessero esagerato l'importanza. Ahim! Non era per la stessa cosa per l'infelice Bess e la sfortunata Mary. Con il corpo ricoperto di lividi, esse avevano mille buoni motivi per non dimenticare mai pi la festa della Pentecoste di Terceira. Nello stesso modo, anche se diversamente sfortunato, il rispettabile Blockhead loro padre dovette cenare solo nella sua cabina. Non era ferito, per. Thompson aveva notato, sin dall'inizio del pasto, che il suo passeggero mostrava segni inquietanti di prurito e aveva ritenuto prudente, nel dubbio, suggerirgli un cautelativo isolamento. Blockhead si era sottomesso con molta cortesia: non sembrava affatto dispiaciuto dei particolari riguardi accordatigli dal destino. Sembra che mi sia buscato una malattia del paese disse alle figlie, con aria d'importanza, grattandosi con entusiasmo. E toccata a me solo! Don Hygino torn a bordo mentre il signor Sandwich serviva l'arrosto. Conduceva i suoi due fratelli. Non era possibile dubitare che don Hygino e i suoi due compagni avessero gli stessi genitori, avendolo egli chiaramente dichiarato. Ma quella parentela non si sarebbe certamente indovinata. Non sarebbe stato possibile rassomigliarsi meno. Se don Hygino portava in tutta la persona i carismi della razza, i suoi fratelli erano invece d'aspetto volgare e comune. Uno era alto e forte, l'altro, tozzo, corpulento e quadrato: non sarebbero stati fuori posto, a giudicare dall'apparenza, in un baraccone di lottatori. Strana circostanza: sembrava che tutti e due si fossero feriti di recente. La mano sinistra del pi grande era avvolta in un pannolino, mentre un lungo sfregio, che una striscia di cerotto ricopriva, solcava la guancia destra del pi piccolo. Permettetemi disse don Hygino a Thompson, indicando i suoi due compagni a cominciare dal pi alto di presentarvi i miei fratelli, don J acopo e don Christopho. I signori sono i benvenuti a bordo del Seamew rispose Thompson. -Vedo con rincrescimento aggiunse, quando J acopo e Christopho ebbero preso posto a tavola che i signori sono stati feriti Una disgraziata caduta sopra un vetro delle scale, nel corso dei preparativi per la partenza lo interruppe don Hygino. Voi rispondete in anticipo alla mia domanda disse Thompson. Stavo per chiedervi se questi signori erano stati malmenati nel corso del parapiglia del pomeriggio. Robert, il quale guardava ora J acopo e ora Christopho, credette di vederli trasalire. Ma si era evidentemente sbagliato: i due fratelli non sapevano nulla del dramma incomprensibile al quale era stata fatta allusione. Don Hygino rispose, infatti, con il tono della pi schietta sorpresa: Di quale parapiglia parlate? Vi sarebbe forse accaduto qualcosa? Queste furono le domande. Com'era possibile che i signori da Veiga potessero ignorare ci che aveva posto la citt in rivoluzione? Dio mio, molto semplice rispose don Hygino. Per l'intero giorno, non abbiamo lasciato la nostra abitazione. Del resto probabile che, senza saperlo, esageriate. Si sar trattato di qualche rissa di nessuna importanza. Ci furono delle proteste e Thompson fece a don Hygino il racconto di ci che era accaduto nel pomeriggio. Quest'ultimo parve assai sorpreso: Non riesco a capire disse come la pia popolazione di questa isola abbia osato comportarsi in questo modo nel corso di una processione. Aspettiamo che l'avvenire si assuma l'incarico di fornirci la spiegazione di questo enigma! Partite questa sera, non vero? aggiunse rivolgendosi a Thompson. Questa sera rispose quest'ultimo. Non aveva ancora terminato di pronunciare quelle parole che il rombo di una cannonata fece tremare sordamente i vetri del salone. Pochi udirono e nessuno prest attenzione alla detonazione lontana come un'eco. State male, caro amico? chiese il baronetto a don Hygino che all'improvviso si era fatto pallido. Un po' di febbre che mi sono buscata alla Praia. Questa citt proprio malsana rispose il portoghese, il cui viso riprendeva colore. La voce del capitano Pip si fece udire dal ponte. Ragazzi, virate l'argano! Quasi subito si ud il rumore secco e regolare del nottolino che cadeva sul ferro dell'ingranaggio. I passeggeri salirono sullo spardeck per assistere alla manovra. Durante la cena il cielo si era coperto. Nella notte, nera come l'inchiostro, si vedevano soltanto le luci di Angra, da dove giungevano confusi rumori. La voce del signor Flyship si fece udire a prua. A picco, comandante. Bene! rispose il capitano dalla passerella. In seguito a un suo ordine, il vapore si diffuse nei cilindri, le macchine furono bilanciate e l'elica batt l'acqua per alcuni secondi. Vogliate spedare l'ancora, per favore, signor Flyship ordin il capitano. Il nottolino dell'argano fece udire nuovamente la sua regolare caduta e l'ancora era sul punto di lasciare il fondo allorch una voce chiam, nell'oscurit, a due gomene dal Seameto. A voi, della nave! A voi! rispose il capitano, il quale aggiunse, rivolgendosi a prua: -Aspettate, signor Flyship, per favore! Un'imbarcazione a due remi usc dall'ombra e accost a sinistra. Vorrei parlare con il capitano disse in portoghese un individuo che l'oscurit impediva di distinguere chiaramente. Robert tradusse la domanda. Eccomi disse il capitano Pip, scendendo dalla passerella per andare ad appoggiare i gomiti sul capo di banda. Comandante, questa persona tradusse ancora Robert chiede che gli si butti gi la scala per salire a bordo. Si ader alla richiesta e poco dopo saltava sul ponte un uomo di cui tutti furono in grado di vedere l'uniforme, per averla gi vista quel pomeriggio sulle spalle delle loro inutili guardie. A giudicare dai galloni che brillavano sulle sue maniche quel poliziotto rivestiva un alto grado. La conversazione tra lui e il capitano ebbe subito inizio con la mediazione di Robert. Ho l'onore di parlare con il capitano del Seamew? In persona. Siete arrivato ieri sera? Ieri sera. Mi sembra che stiate facendo i preparativi per partire. Proprio cos. Non avete dunque sentito il colpo di cannone? Il capitano Pip si volse verso Artimon. Avete sentito un colpo di cannone, master? Non capisco perch quel colpo di cannone debba interessarci, signore. Il capitano chiede di sapere tradusse liberamente Robert che rapporto possa avere quel colpo di cannone con la nostra partenza. L'ispettore parve stupito. Non sapete dunque che il porto chiuso e che stato posto l'embargo su tutte le navi che sono in rada? Ecco l'ordine del governatore rispose, spiegando un foglio di carta sotto gli occhi di Robert. Bene! disse con filosofia il capitano Pip se il porto chiuso, non partiremo pi. Lasciate filare la catena, signor Flyship! grid verso la prua. Scusate! Un momento! disse Thompson, facendosi innanzi. Forse c' la possibilit di intendersi. Professore, volete chiedere al signore perch il porto chiuso? Ma il rappresentante dell'autorit non rispose a Robert. Lo piant in asso e si diresse di colpo verso un passeggero. Non mi sbaglio! esclam. Don Hygino qui, a bordo del Seamew! Come potete vedere rispose quest'ultimo. Ci lasciate, dunque? Ma con la speranza di tornare! Un vivace colloquio ebbe allora inizio fra i due portoghesi. Don Hygino presto ne tradusse l'essenziale ai suoi compagni. Nel corso del trambusto del pomeriggio alcuni malfattori tuttora sconosciuti avevano approfittato del disordine provocato dalla loro aggressione per impadronirsi del famoso crocifisso. In una viuzza fuori mano era stata ritrovata la croce di legno senza le sue pietre preziose del valore complessivo di 6 milioni di franchi. Il governatore aveva quindi posto l'embargo su tutte le navi fino a quando la banda dei ladri sacrileghi fosse stata arrestata. E ci quanto tempo potrebbe richiedere? L'ispettore fece un gesto vago, al quale Thompson rispose con una smorfia di disappunto. Centoquattro persone da nutrire avrebbe reso onerosi i giorni di ritardo! Dietro suo suggerimento Robert insistette, ma inutilmente. L'ordine del governatore era formale e tassativo. Ma, per furioso che Thompson fosse, Saunders lo era ancora di pi: un altro strappo al programma! Era fuori di s. Con quale diritto ci tratterrebbero qui disse energicamente. Sotto la bandiera che ci protegge non dobbiamo ricevere ordini, immagino, dai portoghesi! Sono d'accordo approv il baronetto. Dopo tutto, perch mai dobbiamo obbedire a questo poliziotto? Non avr certamente la pretesa, ritengo, di fermare da solo una nave che porta 66 passeggeri, oltre allo stato maggiore e all'equipaggio! Thompson gli indic i forti le cui masse scure si stagliavano nel buio: quella muta risposta parve senza dubbio eloquente al baronetto, il quale non disse altro. Per fortuna un soccorso inatteso stava per giungergli. Sono i forti che vi trattengono? insinu don Hygino all'orecchio di Thompson. Non sono affatto pericolosi. Hanno certamente polvere e pezzi, ma per ci che riguarda i proiettili un'altra faccenda! Non avrebbero palle? disse Thompson, incredulo. Ne avranno forse ancora qualcuna, da qualche parte disse don Hygino a bassa voce. Ma riguardo ad averne qualcuna che entri nei pezzi! Come, del resto, in ogni altro forte dell'arcipelago! Come, mio caro Hygino! esclam stupito il baronetto. Voi, portoghese, vi mettete dalla nostra parte in questa circostanza? In questo momento sono un viaggiatore che ha fretta rispose un po' seccamente don Hygino. Thompson era indeciso. Esitava. Rischiare un'avventura del genere era un affare grosso. D'altra parte, non era seccante vedere il viaggio interrotto, fra lo scontento dei passeggeri e con grave danno per l'agenzia? Lo stridore di denti da parte di Saunders, il sogghigno di Hamilton e una nuova affermazione di don Hygino finirono per deciderlo ad essere audace. Chiam il capitano. Capitano, la nave trattenuta, come sapete, per ordine dell'autorit portoghese gli disse. Il capitano fece cenno con il capo di avere capito. Se tuttavia io Thompson, vi ordinassi di partire, lo fareste? Immediatamente. Ma sarete sotto il fuoco dei forti di Angra, come sapete. Il capitano Pip guard il cielo, poi il mare, poi don Hygino e alla fine si gratt il naso con aria di grande disprezzo. Se avesse parlato, non avrebbe potuto dire con maggiore chiarezza che con quel mare calmo, quella notte oscura non si preoccupava delle palle sparate dai cannonieri portoghesi pi di quanto un pesce si preoccupi di una mela. In questo caso riprese a dire Thompson vi do l'ordine di partire. Poich le cose stanno in questo modo rispose il capitano con molta calma non potreste condurre nel salone, per cinque soli minuti, questo tizio dalla faccia smunta? Per ottemperare a quel desiderio espresso con parole cos energiche Thompson insistette perch l'ispettore accettasse qualcosa da bere. Non appena scomparso con l'ospite, il capitano rimise l'equipaggio all'argano orizzontale. L'unica precauzione presa fu quella di sollevare il nottolino di fermata allo scopo di evitare ogni rumore rivelatore. In pochi minuti l'ancora fu spedata, caponata e attraversata nel silenzio pi assoluto. L'equipaggio svolgeva il lavoro con molto zelo. Non appena l'ancora ebbe lasciato il fondo, la nave cominci a scarrocciare. Il cambiamento di posizione, nei confronti con le luci della citt, era gi diventato sensibile quando l'ispettore fece ritorno sul ponte in compagnia di Thompson. Comandante? grid dal ponte al capitano che era sulla passerella. Dite rispose con grazia quest'ultimo, chinandosi sul parapetto. L'ispettore disse Robert, traducendo l'osservazione che gli era stata fatta pensa che la vostra ancora stia arando, comandante. Il capitano si guard intorno con aria incredula. Lo crede? disse bonariamente. L'ispettore conosceva il suo mestiere. Diede un'occhiata all'equipaggio taciturno e comprese immediatamente. Tir fuori di tasca un lungo fischietto e ne trasse un fischio acutissimo curiosamente modulato, che nel silenzio della notte sarebbe stato udito da molto lontano. Si rese presto chiaro il risultato: alcune luci si accesero sul parapetto dei forti. Angra difesa da due forti: il Morro do Brazil a mezzogiorno, e il forte So Joo Baptista a nord. Era verso il secondo forte che la corrente trascinava dolcemente il Seamew, con la prua in avanti, allorch il colpo di fischietto diede l'allarme. Signore, disse con fredda calma il capitano un altro colpo di fischietto e vi far gettare in mare. L'ispettore si rese subito conto, dal tono della voce, che il giuoco si faceva serio; quando la minaccia gli venne fedelmente tradotta, se lo tenne per detto. Da quando gli uomini si erano rimessi all'argano, la ciminiera del Seamew aveva cominciato a lanciare torrenti di fumo e di fiamme. Ci rientrava nelle intenzioni del capitano: costituire in tal modo una riserva di vapore da utilizzare in un momento successivo. E infatti, gi le valvole, bench sovraccariche, scoppiettavano rumorosamente mentre diminuiva il pennacchio luminoso della ciminiera, che presto sarebbe sparito del tutto. In quel momento due colpi di cannone si udirono simultaneamente e due proiettili sparati da ciascuno dei due forti caddero a 500 metri dai due lati della nave. Era un avvertimento. L'inatteso incidente fece impallidire Thompson. Che cosa aveva raccontato allora don Hygino? Fermate, capitano! Fermate! grid con voce smarrita. Nessuno si stupir se alcuni passeggeri fecero eco a quella preghiera. Ma ce ne fu uno, almeno, che mantenne un eroico silenzio. E quello fu il droghiere onorario. Era visibilmente agitato; tremava, persino, bisogna pur confessarlo. Ma per nulla al mondo egli avrebbe rinunciato alla gioia di assistere alla prima battaglia della sua vita. Pensate! non ne aveva mai viste! Anche Roger de Sorgues non avrebbe ceduto il suo posto per un impero. Per bizzarra associazione di idee quei colpi di cannone gli facevano pensare alla buffa colazione di Faial. E ora, eccoci bombardati! pensava, tenendosi la pancia dal ridere. il colmo! Alle parole di Thompson, il capitano si era sollevato sul suo banco di guardia. Avrei il dispiacere di disobbedirvi, questa volta disse con un modo altezzoso che nessuno gli conosceva. La nave salpata per ordine del mio armatore e ormai a bordo comando io. Condurr la nave al largo, se piace a Dio. Per la barba di mia madre, un capitano inglese non indietreggia mai! Nella sua vita il bravo capitano non aveva mai fatto un discorso cos lungo. In conformit alle sue istruzioni la nave assunse un'andatura moderata. Contrariamente alle aspettative egli non lanci la nave in direzione del mare aperto. Poich le sue luci, che il capitano con sorpresa di tutti non ordin di spegnere, costituivano un bersaglio facile da colpire, egli si diresse direttamente verso il forte So Joo Baptista. Del resto, fu ben presto evidente che quell'astuta manovra era riuscita. Tranquillizzati dalla direzione presa dalla nave, i forti avevano cessato il fuoco. Barra tutta a sinistra! ordin improvvisamente il capitano. E il Seamew, sempre illuminato, mise la prua verso il largo a tutta velocit. Tre colpi di cannone, uno dietro l'altro, si fecero subito udire, ugualmente inoffensivi. Un proiettile lanciato dal forte So Joo Baptista pass, fischiando, sopra gli alberi. Il capitano si gratt allegramente il naso. La manovra era riuscita. Quel forte era gi ridotto all'impotenza e ora la terra proteggeva la nave dalle sue cannonate. Gli altri due proiettili, inviati dal Morro do Brazil, erano caduti uno a poppa del Seamew e il secondo, poich il capitano aveva fermato di colpo, era caduto in mare a due gomene dalla prua. Non appena tirato il quinto colpo di cannone, per ordine del capitano furono spente immediatamente tutte le luci, comprese quelle di posizione, e alcune incerate ricoprirono la cappa delle macchine. Nel contempo, sotto l'impulso del timoniere, la nave gir su se stessa e torn verso terra a grande velocit. Fece cos il giro della rada fino al punto in cui cessavano le luci della citt. Nera nella notte nera, essa doveva passare inosservata, e cos fu. Attraversata la rada in tutta la sua larghezza, il Seamew costeggi con estrema audacia le rocce del Morro do Brazil. In quel punto un altro colpo di fischietto sarebbe stato fatale. Ma sin dall'inizio dell'azione il capitano aveva fatto scendere l'ispettore, prudentemente, in una cabina dove era stato tenuto sotto sorveglianza insieme con gli altri due uomini della sua barca. Per il resto, sembrava che ogni pericolo fosse stato allontanato. Divenuto ora senza saperlo l'unico pericoloso, il forte So Joo Baptista non sparava, mentre il Morro do Brazil continuava a bombardare in direzione dell'altro forte. Il Seamew costeggi rapidamente la riva, confuso con le scure rocce. Raggiunta l'estremit della punta, le gir attorno e prese il largo, direttamente verso sud, mentre i due forti, avendo deciso di ricominciare l'inutile duetto, spedivano a est le loro ultime palle. Quando la nave fu a 3 miglia al largo, il capitano Pip si prese il gusto di illuminare sfarzosamente la nave. Fece poi risalire l'ispettore e lo invit a tornare nella sua imbarcazione. Lo accompagn cortesemente fino al barcarizzo e poi, chino sul listone, con il berretto in mano: Vedete, signore ritenne di fargli rilevare, sebbene il disgraziato ispettore, non conoscendo una sola parola d'inglese, non fosse in condizione di apprezzare la finezza dell'osservazione come un marinaio inglese gioca a nascondino con le palle di cannone portoghesi? E ci che io chiamo peripezia. Ho l'onore di salutarvi, signore. Ci detto, il capitano tagli con il proprio coltello la bozza dell'imbarcazione, la quale ballonzol nella scia; risal poi sul banco di guardia, diede la rotta in direzione sud-est, e dopo aver contemplato mare, cielo e anche Terceira, la cui massa nera spariva nella notte, sput orgogliosamente in mare. CAPITOLO IX UNA QUESTIONE DI DIRITTO ALLE PRIME ore del 22 mattina il Seamew si ormeggi davanti a Ponta Delgada, capitale dell'isola di So Miguel, ultimo scalo delle Azzorre. Grande 770 chilometri quadrati, con quasi 27.000 abitanti, quest'isola la pi importante dell'arcipelago. La sua capitale, con le sue 17.000 anime, la quarta citt del regno del Portogallo, protetta a est e a ovest da due capi: Ponta Delgada, che le d il nome, e Ponta Gale diga di 850 metri di lunghezza che rende di assoluta tranquillit la sua rada, in grado di accogliere cento navi. Tra questa diga e la riva il Seamew aveva ormeggiato in mezzo a molti altri bastimenti a vela e a vapore. A settentrione, Ponta Delgada si elevava in terrazze, con le sue seducenti casette bianche simmetricamente disposte, le quali si irradiavano da ogni lato, sgranandosi a poco a poco in un mare di magnifici giardini che davano alla citt una specie di verdeggiante aureola. Poich la maggior parte dei passeggeri si era attardata nelle proprie cuccette, la discesa a terra fu rimandata al pomeriggio. Tre giorni interi sarebbero stati dedicati all'isola di So Miguel: quattro o cinque ore perci sarebbero largamente bastate per percorrere Ponta Delgada. Non c'era motivo di affrettarsi, quindi. Non fu tuttavia senza inconvenienti che questa decisione pot essere presa. Alcuni passeggeri manifestarono vivissimo malcontento; Saunders e Hamilton furono, superfluo dirlo, fra i pi scontrosi. Un altro strappo al programma! La faccenda diventava intollerabile! Andarono a manifestare le loro lagnanze all'Amministrazione. L'Amministrazione rispose che quei signori erano liberissimi di scendere a terra se ne avessero avuto voglia. Saunders replic che dovevano scendervi tutti, amministratore e interprete compresi, e ci, a spese dell'agenzia. Thompson gli consigli allora di persuadere i suoi compagni a farlo. L'incontro ebbe termine con parole molto dure. In breve, soltanto due passeggeri sbarcarono durante il mattino: la giovane coppia che viaggiava a modo suo e che Thompson ritenne di rivedere nuovamente al momento della partenza. Saunders e Hamilton dovettero mordere il freno: con quattro o cinque compagni, scontenti al pari di loro, trascorsero quelle ore in piacevoli conversari. Il gruppo di opposizione non era numeroso. Esisteva, tuttavia, e Thompson si rese conto che i suoi avversari facevano proseliti. Per la prima volta una lieve ma effettiva scissione separava gli ospiti del Seamew in due campi, per fortuna assai ineguali. Il motivo era futile, ma sembrava che i dispiaceri passati tornassero alla memoria e facessero massa per ingigantire oltre misura l'incidente attuale. Thompson fece assegnamento sul tempo. Dopo colazione, infatti, quando le imbarcazioni ebbero deposto tutti i passeggeri, tranne l'irriconciliabile J ohnson e il pestifero Blockhead, sulla banchina di Ponta Delgada, ogni incomprensione parve dimenticata e si procedette, sotto la guida di Robert, alla visita della citt. Si visitarono chiese e conventi e, sotto l'ossessione delle campane in continua agitazione, si percorsero fino a sera le sue vie strette e sporche. Che delusione! Le case, bianche da lontano, apparivano da vicino sporche e massicce. Sulla carreggiata vagavano con disinvoltura porci in gran parte enormi, in mezzo ai quali occorreva aprirsi un varco. E i verdeggianti giardini che circondavano la citt? Alti muri li celavano agli sguardi. Era gi tanto se al disopra dei muri si scorgeva da lontano la cima di qualche bianco rosaio o di quelle camelie che, a So Miguel, raggiungevano normalmente l'altezza di un grande albero. La poco piacevole passeggiata fin con l'oscurare il viso dei turisti, i quali accolsero perci con soddisfazione l'annuncio del ritorno. Nel discendere la china, la colonna non avanz pi nell'ordine fino allora mantenuto. Senza dubbio, il rispetto per la disciplina era troppo grande perch quei placidi inglesi osassero sfidarla apertamente, di primo acchito. La stanchezza si faceva sentire. Maggiore spazio separava le file, alcune delle quali erano aumentate di numero senza ragione a spese di altre; qualche passeggero rimaneva persino indietro. Thompson vedeva e sospirava. Giungendo sulla riva, i turisti ebbero una sorpresa. La banchina formicolava di gente che lanciava grida concitate e alzava il pugno in gesto minaccioso. Era evidente che due partiti si fronteggiavano scambiandosi ingiurie preliminari, pronti a trasformarle in pugni. La sommossa di Terceira era forse ricominciata? Thompson, e con lui tutti i passeggeri, si erano fermati, indecisi: impossibile raggiungere i canotti della nave, ai quali la folla impediva l'accesso. Rimanevano le imbarcazioni del paese, le quali certamente non mancavano nel porto. Mancavano invece i marinai. Intorno ai turisti non c'era anima viva. La vita si era concentrata interamente dinanzi al Seamew, nel punto in cui la folla sembrava in procinto di definire un ignoto litigio. A un tratto Thompson lanci un grido. Sei imbarcazioni si erano staccate dalla banchina e, accompagnate dalle urla della folla, si allontanavano a forza di remi, in due gruppi distinti: tre di esse sembravano dare la caccia alle altre. Esse andavano, comunque, verso il Seamew. Dopo l'esperienza fatta a Terceira riguardo alla violenza che regnava nel paese, si doveva temere seriamente per la nave. In preda all'agitazione, Thompson cominci a passeggiare in lungo e in largo sulla banchina. All'improvviso prese una decisione. Alando sulla bozza del canotto pi vicino vi prese risolutamente posto, portando con s Robert, che Roger e i Lindsay vollero accompagnare. In un attimo la bozza fu mollata, l'ancora tirata su e, sotto lo sforzo dei quattro rematori, il canotto si diresse rapidamente verso la nave minacciata. Elettrizzati dall'esempio, gli altri passeggeri si affrettarono a imitarlo. Alcune imbarcazioni si riempirono, gli uomini presero i remi, familiari alla maggior parte degli inglesi, e cinque minuti dopo una piccola squadra turbava le acque del porto col battere dei remi. Nell'accostare il Seamew, Thompson fu in parte rassicurato. I sei canotti sospetti appartenevano infatti a due campi opposti e il loro antagonismo portava agli assediati un insperato soccorso. Ogni qualvolta uno di essi tentava di avanzare, un canotto del partito avverso si metteva per traverso, rendendo impossibile il mettere piede sulla scaletta che, del resto, era sorvegliata da una dozzina di marinai. Che cosa succede, capitano? chiese Thompson, ansante, saltando sul ponte. Non lo so rispose il capitano, con flemma. Possibile? Non sapete quale causa abbia provocato questo parapiglia? Proprio cos. Ero nella mia cabina quando il signor Flyship venuto a dirmi che una ragazza era salita a bordo e che alcuni gruppi di persone dall'aria minacciosa si raccoglievano sulla banchina. Non so se questi fatti dipendano l'uno dall'altro, perch non riesco a capire una sola parola del maledetto linguaggio della piccola. E della ragazza, capitano, che cosa ne avete fatto? nel salone. Ci vado disse Thompson con fermezza, come se fosse andato incontro alla morte. Nell'attesa, continuate a vegliare sulla nave di cui siete responsabile. Per tutta risposta il capitano sorrise sotto i baffi, sdegnosamente. La situazione del resto non sembrava realmente critica. I passeggeri avevano attraversato senza difficolt la linea dei belligeranti e uno dopo l'altro salivano a bordo. Il Seamew avrebbe potuto subire per lungo tempo, senza pericolo, un assedio cos male mantenuto. Appariva certo, in ogni caso, che se per ignoti motivi il Seamew aveva nemici nell'isola di So Miguel, aveva anche, per motivi ugualmente ignoti, solide alleanze il cui aiuto, attualmente in atto, bastava se non altro alla sua difesa. Nel frattempo Thompson e Robert erano entrati nel salone. Come il capitano aveva gi detto, vi trovarono una ragazzina che, letteralmente crollata sul divano, singhiozzava disperatamente, con il viso fra le mani. Nel sentir venire i due uomini, ella si alz di colpo e, facendo un cenno di saluto scopr un viso bellissimo, che esprimeva in quel momento un penoso imbarazzo. Signorina disse Robert una specie di sommossa circonda la nave; sapreste dirci se questa sommossa ha qualche rapporto con la vostra presenza qui? Credo proprio di s, purtroppo rispose la ragazza, versando torrenti di lacrime. Allora, signorina, vogliate spiegarvi. Il vostro nome per prima cosa. Thargela Lobato. Perch riprese Robert la signorina Lobato venuta a bordo? Per essere protetta contro mia madre rispose decisamente la giovane. Contro vostra madre! S; una donna cattiva. E poi E poi? insistette Robert. E poi mormor la giovane Thargela, le cui gote si facevano rosse a causa di J oachimo Salazar. J oachimo Salazar? ripet Robert. Chi J oachimo Salazar? Il mio fidanzato rispose Thargela, celando il viso tra le mani. Robert si lisci i baffi con aria annoiata. La faccenda assumeva un aspetto ridicolo. Che fare di quella ragazza? Come fece rilevare Thompson con impazienza, non erano venuti a So Miguel per proteggere gli amori delle ragazze contrariate nelle loro inclinazioni. Robert ritenne tuttavia che un pizzico di morale sarebbe bastato a dare un po' di calma a quella testa matta. Vediamo un po', ragazza mia disse bonariamente bisogna tornare a casa. Senza dubbio non avete pensato che non bello rivoltarsi contro la propria madre. Thargela si raddrizz con impeto. Non mia madre! grid con voce rauca, pallida di collera. Sono nelle mani di questa miserabile donna, di cui porto il nome per il solo fatto che ho soltanto quello di Thargela. Del resto, anche se fosse mia madre, non avrebbe il diritto di separarmi da J oachimo! E lasciandosi cadere sul divano, Thargela ricominci a piangere. Ci molto bello disse Thompson a Robert. Ma per triste che sia la situazione di questa ragazza, ci non ci riguarda e non possiamo fare nulla per lei. Favorite farglielo capire. tempo che questa commedia abbia termine. Ma alle prime parole dette da Robert, Thargela sollev il viso rischiarato dalla gioia. Potete, invece potete! esclam. La legge ve lo consente! La legge? chiese Robert. Fu perfettamente inutile esaminare la faccenda sotto tutti gli aspetti: la legge era dalla parte della ragazza. Thargela ne era al corrente e non voleva sapere altro. Del resto, se i signori inglesi volevano saperne di pi, non dovevano fare altro che chiamare J oachimo Salazar. Non era lontano. Lui sapeva tutto: avrebbe risposto a qualsiasi domanda. Senza attendere la risposta Thargela guid Robert sul ponte e lo condusse presso l'impavesata di sinistra, da dove gli indic, con un sorriso che le illumin il visino, un giovanotto alto, in piedi alla barra di un'imbarcazione belligerante. J oachimo! J oachimo! chiam Thargela. A quel richiamo segu un gran vociferare. Il timoniere, invece, diede un fortunato colpo di barra e, accostato il Seamew, salt sul ponte mentre la sua imbarcazione tornava a combattere. Era veramente un bel ragazzo, dall'aria franca e risoluta. Sua prima preoccupazione fu quella di prendere Thargela fra le braccia e di darle dinanzi al cielo e alla terra due baci sonori che fecero raddoppiare le urla del campo avverso. Compiuto quel dovere, ebbe inizio un animato colloquio tra i fidanzati; alla fine del quale J oachimo si volse verso i passeggeri, che contemplavano la scena con curiosit, e li ringrazi con belle parole dell'aiuto che volevano dare alla sua cara Thargela. Robert tradusse fedelmente. Thompson invece fece una smorfia. Che diplomatico, quel giovanotto! Non lo impegnava, ora, agli occhi dell'equipaggio e dei passeggeri? J oachimo nel frattempo continuava la sua arringa improvvisata. Ci che aveva riferito Thargela era esatto. La legge delle Azzorre consentiva ai giovani di sposarsi secondo il loro piacere, con l'aiuto del mezzo da lei escogitato. Bastava lasciare a questo scopo la casa dei genitori per sfuggire ipso facto alla, loro autorit e per cadere sotto quella del giudice, allora obbligato a dare, se richiesta, l'autorizzazione desiderata. J oachimo non conosceva certamente i termini particolari di quella legge, ma ci si poteva recare immediatamente presso il corregidor, il quale avrebbe spiegato ai signori inglesi quali fossero il valore morale della signora Lobato, i diritti della sua pupilla Thargela e quelli del fidanzato di quest'ultima. E se qualcuno avesse voluto sapere perch mai Thargela avesse scelto il Seamew quale rifugio, invece della casa di un amico, avrebbe risposto semplicemente che i poveri non hanno amici. La signora Lobato, invece, mezza strega e mezza strozzina, aveva dalla sua, sia per timore, sia per interesse, la met della povera gente dei sobborghi, come dimostrava la manifestazione attuale. A terra, Thargela avrebbe dunque corso il rischio di essere ripresa. A bordo del Seamew, sotto la tutela del nobile popolo inglese, non sarebbe stata certamente la stessa cosa. Ci detto, l'abile oratore tacque. Le ultime parole erano state efficaci. Il giovane ne ebbe prova con il mutato atteggiamento di sir Hamilton. Senza conoscerlo egli aveva cercato di convincere questo personaggio, che il suo comportamento pieno di sussiego indicava come il pi arcigno degli ascoltatori. Senza ombra di dubbio ora sir Hamilton si era ammansito. Aveva persino approvato con un cenno del capo la conclusione del discorso. Indeciso sul da farsi, Thompson lanciava occhiate furtive a dritta e a manca. Che pensate di tutto ci, capitano? chiese. Uhm! fece il capitano, modestamente. Dietro di lui, il fedele Artimon era al suo posto. Tu che sei gentiluomo inglese disse al suo vecchio amico respingeresti una donna? Uhm! fece a sua volta Thompson, dando ai passeggeri uno sguardo incerto. Parola mia disse Alice Lindsay, uscendo coraggiosamente dal cerchio dei compagni io credo che, senza pregiudizio alcuno, si potrebbe fare se non altro ci che questo giovanotto propone, e cio andare dal corregidor il quale ci dir qual il nostro dovere. Si faccia come voi desiderate, signora Lindsay disse Thompson. L'agenzia non vuole rifiutare nulla ai suoi passeggeri. Si udirono dei bravo. Era chiaro che la giovane coppia aveva conquistato i passeggeri del Seamew. A quegli applausi, soltanto Hamilton evit di unire i suoi. Fenomeno sorprendente, il suo atteggiamento era di colpo tornato ad essere corretto sempre, ma freddo. Poich una cittadina americana aveva assunto in qualche modo la direzione, la faccenda aveva cessato immediatamente di interessarlo. La cosa era ormai da regolare fra quei due popoli inferiori: portoghesi e americani. L'Inghilterra, rappresentata dalla sua persona, se ne sarebbe lavata le mani. In ogni caso riprese Thompson questo passo potr essere fatto soltanto dopo cena, la cui ora dev'essere gi largamente trascorsa. Non ci sar allora che da attraversare la linea degli assedianti. Dovreste, caro professore, sottoporre il caso a quel giovanotto. Me ne incarico io dichiar J oachimo. Si accost all'impavesata, chiam i belligeranti e fece loro conoscere la decisione presa. La sua comunicazione ebbe accoglienze di vario genere. Ma alla fine, poich non si trattava pi di un ratto con la complicit di stranieri, dal momento che la faccenda avrebbe avuto soluzione regolare, non c'era che da sottostarvi: ogni partito vi si sottomise, restando libero del resto di attribuirsi la vittoria. L'accesso al Seamew fu subito sgombrato e quando, al termine della cena, Thompson e Robert, insieme con J oachimo, sbarcarono sulla banchina, essi la trovarono tornata a una relativa calma. Scortati da un buon numero di persone, i tre compagni raggiunsero l'ufficio dell'ufficiale. Il corregidor non c'era e un agente dovette andare a cercarlo. Giunse presto. Era un uomo fra le due et, calvo, dalla tinta del mattone cotto, la qual cosa rivelava un temperamento irascibile e bilioso. Irritato indubbiamente da quel fastidio imprevisto, interrog con acredine coloro che erano venuti a cercarlo a cos tarda ora. Robert lo mise brevemente al corrente dei fatti e gli chiese il suo parere. Ma sebbene egli avesse esposto rapidamente la faccenda, tuttavia era stato troppo prolisso per l'impaziente corregidor, le cui dita tamburellavano, sulla tavola dietro la quale era seduto, una marcia molto burrascosa. Donna Lobato rispose egli in stile telegrafico reputazione pessima. J oachimo Salazar e giovane Thargela, eccellente. Diritto assoluto di quest'ultima di rifugiarsi dove vuole e di sposare chi vuole, quando io, corregidor, lo avr ordinato. Questa la legge. Tuttavia, non posso dare tale ordine se Thargela non lo chiede a viva voce o a mezzo di attestazione scritta. Ecco l'attestazione disse vivacemente J oachimo, porgendo una lettera al corregidor. Bene! approv quest'ultimo, prendendo una penna di cui si serv per tracciare un minaccioso svolazzo sopra un foglio stampato. Oggi, giorno 22; matrimonio, giorno 25. Indico parroco don Pablo Terraro, chiesa So Anthonio. Il corregidor si alz e premette con forza sopra un campanello. A quel segnale due poliziotti entrarono nell'ufficio del magistrato. Signori, buona sera! disse questi, mentre i tre che dipendevano da lui si ritrovavano sulla via. Ecco una faccenda sistemata disse Robert a J oachimo. Fra tre giorni sposerete la vostra Thargela. Signori, come ringraziarvi? esclam J oachimo, stringendo calorosamente la mano agli stranieri. Facendo felice vostra moglie, ragazzo mio disse Robert, ridendo. Ma che cosa farete fino al giorno del matrimonio? Io? chiese J oachimo, stupito. Voi. Non avete nulla da temere dagli energumeni di poco fa? Bah! disse con noncuranza il giovanotto, mostrando le braccia. Ho queste. E fischiettando allegramente un'aria di danza scomparve nelle vie semibuie della capitale di So Miguel. CAPITOLO X IN CUI SI DIMOSTRA CHE JOHNSON UN SAGGIO L'ISOLA di So Miguel mostra grossolanamente la forma di una zucca molto allungata. Al centro, nelle due anse che determinano la parte pi stretta della zucca, sono accolte due citt: Ponta Delgada, al sud; Ribeira Grande, al nord. Una strada facile, che non supera i 200 metri di altezza, unisce queste due citt quasi uguali per numero di abitanti e distanti l'una dall'altra circa 18 chilometri. Ma il resto dell'isola, a dritta e a manca di questa depressione, si profila in cime pi alte. Il primo giorno sarebbe stato sufficiente per visitare la parte orientale dell'isola; il secondo giorno sarebbe stato dedicato alla parte occidentale, dopo una notte trascorsa a Ribeira Grande, dove le cavalcature di ricambio sarebbero state condotte da Ponta Delgada. Se si tiene conto delle continue curve della strada, il tragitto da percorrere giornalmente era di una quarantina di chilometri. Compito assai faticoso, insomma. Dopo le informazioni ottenute da Robert e dalle guide, Thompson aveva ritenuto di dover anticipare alle 6,30 la partenza che il programma indicava alle ore 8. La decisione gli valse una scenata da parte di Hamilton e di Saunders. I due accoliti si lamentarono energicamente dei continui cambiamenti di un programma che avrebbe dovuto dettare legge. Signore, tenete bene a mente ci che vi dico aveva concluso Saunders, staccando le sillabe io non partir alle 6,30! Neppure io aveva aggiunto il baronetto, geloso di uguagliare il suo modello e neppure lady Hamilton, e neppure miss Hamilton. Noi saremo sulla banchina alle 8 precise, come dice il programma, dove contiamo di trovare i mezzi di trasporto che ci sono stati promessi. Tenetevelo per detto! I rilievi di Hamilton e di Saunders erano forse fondati, ma Thompson, nonostante il desiderio che aveva di accontentare i passeggeri, si sentiva allo stremo della pazienza con quei due. Si limit a salutarli seccamente, senza dare loro risposta. Lasciata a bordo la giovane Thargela, la cavalcata si mosse il giorno dopo alle 7 precise, al segnale dato da Thompson. Si pot rilevare che le assenze erano numerose. Mancava la giovane coppia. Mancava il pauroso J ohnson, il quale continuava a tenersi lontano dai terremoti. Non ne ha affatto bisogno per oscillare sulla sua base! si permise di far rilevare Roger. Mancavano anche gli Hamilton e Saunders. Mancavano, infine, altri due o tre passeggeri, ai quali l'et impediva di fare una gita cos lunga. La colonna contava in tutto 54 turisti, comprendendovi don Hygino da Veiga, i cui fratelli avevano preferito rimanere a bordo. Grazie a don Hygino, Blockhead era fra i gitanti. Thompson lo avrebbe impietosamente scartato, se il portoghese non avesse interceduto per lui promettendo per il mattino anche la guarigione dell'interessante malato. In seguito a tale assicurazione il droghiere onorario era stato accettato, a condizione per di tenersi costantemente a cento metri dietro l'ultima fila della colonna. Egli procedeva solo, quindi, in compagnia del suo asino e del suo asinaio, senza peraltro mostrarsi dispiaciuto dell'insolita situazione. Blockhead era di quelli che sanno interessarsi a tutto e che vedono sempre il lato buono delle cose. Felice temperamento, agli antipodi di quello del bisbetico Hamilton. Usciti dalla citt da oriente, alle 8 i turisti giunsero in campagna. Allora parve loro di essere nei dintorni di Horta: gli stessi campi di cereali e di legumi e, nel fondo, alberi della stessa specie si innalzavano in macchie verdeggianti. Tuttavia, si rilev presto un'essenziale differenza tra Faial e So Miguel, in favore della seconda isola. Qui non pi spazi aridi ma, al contrario, non c'era un pollice di terra coltivabile che non fosse coltivato. Non pi boschi cedui rinsecchiti sulle cime che la sinuosit delle valli lasciava scorgere, ma superbi abeti d'alto fusto, ammirevole risultato degli sforzi incessanti dell'amministrazione locale, la quale, da cinquant'anni, rimboscava senza stancarsi per migliaia e migliaia di piedi. Un po' prima di mezzogiorno la carovana sbocc sul margine di un'ampia valle. La Val das Furnas disse la guida di testa. Circondata da monti aridi, la Valle delle Fornaci mostrava quasi alla perfezione la forma di un cerchio di circa 3 chilometri di raggio. Verso sud-est, la linea dei monti si abbassava per lasciar scorrere un ruscelletto che, attraverso una stretta gola, penetrava nella valle. I turisti risalirono quel ruscelletto il Ribeira-Quente, e cio il Ruscello Caldo dalle rive consacrate alla coltura di primizie, fino alle sorgenti termali poste al di l di un villaggio, del quale, a 2 chilometri di distanza, si scorgevano i tetti dorati dal sole. Quell'angolo di paese appariva strano. Da ogni parte si vedevano sorgenti calde e fredde, tutte contenenti una notevole quantit di sali minerali. Alcune, ridotte a un impercettibile filo d'acqua, sono state chiamate dagli indigeni con il nome di Olhas, e cio occhi. Altre erano pi importanti. Una di queste ultime sgorgava in un bacino a forma di vasca. Con fracasso, essa lanciava a circa un metro di altezza una colonna d'acqua bollente, la cui temperatura raggiungeva i 105 gradi centigradi. Intorno a essa l'atmosfera era oscurata da spessi vapori solforosi che si depositavano sul suolo, ricoprendo fili d'erba, piante e fiori di una vera e propria crosta pietrosa. Su invito insistente di Thompson, Blockhead dovette affrontare quei vapori. In realt, tale era la cura immaginata da don Hygino, il quale si limitava, tutto sommato, ad applicare un rimedio popolare a So Miguel, che l'istinto degli animali afflitti dai parassiti aveva da molto tempo suggerito all'umana ragione. Il rimedio era certamente energico. A breve distanza dalla sorgente, era gi tanto se si riusciva a sopportarne il calore. Blockhead ci nonostante non esit e scomparve coraggiosamente dietro la cortina di vapori soffocanti. In fondo, non era affatto dispiaciuto di provare quel rimedio poco comune. Quando usc da quella stufa forse non era guarito, ma se non altro era indubbiamente cotto. Congestionato, con il sudore che dal viso colava al suolo come un rigagnolo, riapparve in uno stato pietoso. Il suo supplizio non era per finito. In seguito a indicazione di don Hygino, i turisti si raccolsero intorno a un'altra sorgente, a una dozzina di metri dalla prima. Quest'altra sorgente, che aveva ricevuto il nome di Fedro Botelho, bolliva in fondo a una specie di caverna, che gli indigeni credevano fermamente essere una bocca dell'inferno. Il fatto che in fondo a quella caverna l'acqua invisibile sibilava in modo spaventoso, lasciando traboccare un'enorme quantit di fango viscido, sul quale don Hygino faceva assegnamento per completare la guarigione dell'ammalato. Per suo ordine, dopo essersi spogliato, Blockhead venne immerso ripetute volte in quella fanghiglia, la cui temperatura raggiungeva almeno i 45 gradi centigradi. Il disgraziato Blockhead non ne poteva proprio pi, e presto cominci a cacciare veri e propri urli, coperti dai fragorosi scoppi di risa dei suoi poco caritatevoli compagni. Ma a quelle grida e a quelle risate rispose uno spaventoso brontolio. Dalla caverna si sprigion un fumo spesso, solcato da minacciose lingue di fuoco, mentre un getto d'acqua si sollev in aria per ricadere in pioggia scottante sugli audaci visitatori. Tutti scapparono via, terrorizzati. Per dare loro coraggio si rese necessaria l'assicurazione da parte delle guide che quel fenomeno si ripeteva spesso, con enorme fracasso, senza che fosse stato mai possibile darne un'accettabile spiegazione. Blockhead aveva intanto approfittato del panico generale per abbandonare il suo bagno di fango e ora si rotolava nel Ribeira- Quente, le cui acque, anche se pi che tiepide, gli sembravano deliziosamente fredde. Il rimedio indicato da don Hygino aveva effettivamente le propriet curative attribuitegli dagli indigeni? Oppure Absyrthus Blockhead aveva avuto una malattia immaginaria? La faccenda non sar mai risolta. certo, comunque, che il droghiere onorario venne considerato guarito a partire da quel momento e pot partecipare nuovamente alla vita comune. Dopo la colazione fornita con grandi difficolt dal villaggio colazione che, pure assomigliando moltissimo al pasto campestre di Faial, fu nondimeno un po' meno fantasiosa verso le 2 la colonna si ricompose. Stava gi per mettersi in marcia allorch una seconda carovana sbocc a sua volta nel villaggio. Molto meno numerosa della prima, era costituita complessivamente da 8 persone. Ma quali persone! Ne facevano parte Saunders e i tre Hamilton, accompagnati dalle loro quattro guide, partiti al minuto previsto dal regolamento, e cio con sei quarti d'ora di ritardo, che essi avevano accuratamente mantenuto. Hamilton e Saunders discesero con sussiego dalle loro cavalcature e andarono verso Thompson che fischiettava con indifferenza. Possiamo sperare, signore disse Saunders di trovare qui da mangiare? A dire il vero, signore, non lo so rispose Thompson, con incantevole disinvoltura. Se volete rivolgervi a quel bravo albergatore che dinanzi alla sua porta, forse potr soddisfarvi se questi signori e queste signore hanno lasciato nel paese qualcosa da mettere sotto i denti. Thompson si liberava da uno stato di soggezione. Raddrizzava il capo, scoteva il giogo. Hamilton fu stranamente sorpreso da quelle velleit di indipendenza. Che sguardo gli lanci! Saunders sper con maligna volutt che, in mancanza di un cibo possibile, il terribile baronetto avesse soddisfatto la sua fame a spese dell'audace amministratore. Ma quest'ultimo gli aveva voltato le spalle con noncuranza e aveva dato ai suoi fedeli il segnale della partenza. Nel lasciare la Valle delle Fornaci la carovana costeggi per qualche tempo il lago dello stesso nome, il quale colmava una depressione ovale che nel passato era stata un cratere. In seguito, fu necessario risalire un sentiero a zig-zag che port i turisti fino al piano superiore. L'ascensione risult molto faticosa, anche se presto le zampe degli animali calpestarono, con un rumore di biancheria sgualcita, un terreno friabile e secco composto unicamente da una specie di cenere grigia che si sbriciolava crepitando sotto i loro zoccoli. La Lagoa secca annunci la guida di testa. La Laguna secca tradusse Robert. Siamo qui sull'area di un antico cratere nel quale un lago, di 200 ettari di superficie e della profondit di 30 metri, un tempo aveva preso il suo posto. Il lago scomparve a sua volta e il cratere venne colmato dall'eruzione del 1563, la quale sconvolse questa parte dell'isola. Fu nel corso di quella eruzione che un'intera montagna, il Monte Volcao, si inabiss nelle profondit della terra. Al suo posto si estende oggi il Lago do Fogo, e cio il Lago del Fuoco, che presto vedremo. Lo si vide, infatti. Se ne videro anche molti altri. Se ne videro troppi. Erano crateri trasformati in laghi; alcuni raggiungevano i 100 o i 200 metri di profondit; altri non superavano i 2 o i 3 metri. A lungo andare ci diventava monotono. Era buio fitto quando, lungo ripidi sentieri, si discese sulla citt di Ribeira Grande. I turisti, stanchissimi, ebbero appena il tempo di cenare in un misero albergo nel quale le cavalcature di ricambio li aspettavano per la gita del giorno seguente. Subito dopo reclamarono il loro letto. Ma non era certo a Ribeira Grande che un solo albergo potesse ospitare tanta gente. Fu necessario separarsi: risult perci un'ottima cosa il fatto che la sistemazione, questa volta, fosse stata predisposta in anticipo. Appuntamento alle 7 precise per la partenza aveva detto Thompson. Ahim! quanti assenti a quell'appuntamento! Si rese necessario fare l'appello. Thompson da una parte e Robert dall'altra corsero attraverso la citt alla ricerca degli assenti. Fatica sprecata, il pi delle volte. Tutti si dichiararono paralizzati e si lagnarono amaramente del fatto che squadroni di cimici bellicose avessero impedito loro di dormire a causa delle loro cariche irresistibili. Fu gi tanto se Thompson e il suo luogotenente riuscirono a riunire un terzo dei viaggiatori: 22 turisti! ecco che cosa restava dell'imponente carovana! Per non dire che la maggior parte di quelle 22 persone aveva un aspetto da fare piet. Tra quelle persone coraggiose appariva ovviamente la famiglia Lindsay. Una tappa di 40 chilometri non era tale da abbattere quei viaggiatori agguerriti. E la stessa cosa si dica di Roger de Sorgues, fedele cavalier servente della sempre allegra Dolly. E non mancavano neppure Blockhead e la sua famiglia. Poteva forse venire meno 0 droghiere all'occasione di manifestare tutta la sua pi sincera ammirazione? Di buona o di cattiva voglia aveva condotto moglie e figlie, le quali avanzavano con passo incerto, tirandosi dietro Tigg. Saunders e il trio Hamilton, regolarmente giunti il giorno prima a Ribeira Grande con un'ora e mezzo di ritardo, si sarebbero ben guardati dal venire meno a un solo articolo del programma. Morti o vivi, avrebbero compiuto la gita. Fedeli ai loro immutabili principi non sarebbero partiti che all'ora stabilita. Il programma annunciava la partenza per le 8 e soltanto alle 8, quindi, essi presero possesso delle nuove cavalcature e lo scherzo del giorno precedente sarebbe certamente ricominciato se non avessero avuto dalla loro parte l'infingardaggine dei compagni. Da reggimento diventata battaglione, da battaglione compagnia, da compagnia semplice squadra, la colonna dei turisti si lasci rapidamente dietro le ultime case di Ribeira Grande. Giunti tardi e partiti di buon'ora, gli intrepidi viaggiatori non dovevano conoscere nulla di questa piccola citt la cui popolazione supera i 13.000 abitanti. Lo avrebbero rimpianto? Affatto; oltre alle sue sorgenti, inferiori notevolmente a quelle della Val das Furnas, questo villaggio, sporco e mal costruito, non aveva nulla di interessante. Per una mezz'ora il cammino si svolse in un ambiente molto piatto cosparso di numerosi coni vulcanici. Ma presto il suolo si innalz: si penetrava nuovamente nella regione montagnosa. La campagna conservava le sue caratteristiche di lussureggiante ubertosit. Ogni cosa parlava del paziente lavoro umano. Non c'era collinetta che non fosse stata ricoperta di alberi, n pezzetto di terra coltivabile che non fosse stato coltivato. In quel distretto occidentale la popolazione sembrava pi fitta. A ogni istante s'incontravano coppie di contadini. L'uomo precedeva con maest la moglie, la quale trottava umilmente dietro di lui. Timide, dimesse, nascoste nell'ampio mantello dal cappuccio meno grande ma pi chiuso di quello di Faial, le donne passavano come fantasmi, senza che fosse possibile vedere il loro volto. A mano a mano che ci si allontanava dai centri popolosi, i cappucci si chiudevano maggiormente. Quando, verso le 10, attraversarono un villaggio, i turisti videro con stupore che le donne, al loro avvicinarsi, si voltavano con pudore verso il muro. Devono essere molto brutte! disse Dolly, trovando a quelle esagerazioni di pudore una ragione prettamente femminile. All'uscita di quel villaggio la strada si fece sentiero, mentre la salita si accentuava notevolmente. In alto, a 400 metri da loro, i turisti distinsero allora la cima della montagna, il fianco della quale celava loro l'orizzonte. Giunti a mezza costa, dopo la faticosa salita, tutti implorarono un po' di riposo: avevano gi percorso 20 chilometri; portatori e portati non ne potevano pi. Un quarto d'ora dopo la carovana stava per rimettersi in marcia, allorch dalla cima della montagna giunse un rumore indistinto. Nel contempo, una nuvola di polvere si formava e si spostava rapidamente, mostrando di seguire i meandri del sentiero. L'impiegabile rumore cresceva continuamente. Ne sfuggivano suoni strani. Muggiti? Urli? Latrati? Anche le guide parvero inquiete. Dopo avere spinto le cavalcature al riparo di una casupola abbandonata che era nelle vicinanze, tutti furono presto al sicuro. Soltanto a Blockhead manc il tempo: la groppa del suo asino sporgeva ancora dall'angolo della casa quando l'uragano di polvere giunse come un fulmine. Ci bast. In un istante lo sfortunato droghiere venne sollevato e portato via. I suoi compagni cacciarono un grido di terrore. Ma la tromba era gi passata portando altrove il suo furore distruttore; Blockhead si rialz, starnutendo, ma senza ferite a quel che pareva. A tutti coloro che erano corsi verso di lui egli non parve per nulla emozionato; sul suo viso sereno si leggeva soltanto un vero stupore. E mentre il suo sguardo seguiva stupito la nube di polvere che si allontanava lungo la china, un'esclamazione imprevista sfugg dalle labbra del viaggiatore malmenato. Che maiali! disse Blockhead, con accento di viva ammirazione! Ci che gli era allora capitato era certamente spiacevole. I suoi compagni ritennero tuttavia l'espressione un po' forte. Diamine! bisogna sapersi dominare! Le dame si volsero dall'altra parte, soffocando le risa. Dopo opportuna spiegazione fu necessario giustificare Blockhead. Erano proprio maiali, veri maiali quelli di cui aveva subito l'assalto. Riguardo all'origine di quella paura, riguardo alla causa che aveva trasformato in irresistibile catapulta un certo numero di animali solitamente inoffensivi, neppure le guide ci capirono nulla. Era mezzogiorno quando i turisti raggiunsero la vetta. Come in cima alla caldaia di Faial, la bellezza dello spettacolo li ferm di colpo. Superando ci che la fantasia pu concepire, il suolo dinanzi a loro si scavava a forma di catino immenso, profondo 400 metri, disegnando un ovale stupendamente regolare di 28 chilometri di circonferenza. Oltre la stretta cima, la discesa seguiva immediatamente alla salita. I declivi, ornati di magnifica vegetazione, conducevano dolcemente sino al fondo di quella paradossale depressione, in mezzo alla quale un delizioso villaggio si inebriava al sole, bagnato da due laghi dalle acque pi azzurre del cielo. Al di l dell'abisso, l'occhio percorreva liberamente tutta l'isola. Verso nord, era un caos di scarpate cosparse di boschetti di aranceti; pi lontano, si vedevano campi e case; verso est, un oceano di cime, e la campagna, ora verdeggiante ora solcata da neri e selvaggi burroni; oltre le rive di So Miguel si distinguevano, chiazze dello specchio immenso del mare, i vaghi contorni di Terceira a nord-ovest e di Santa Maria a sud-est. Poich l'ora non consentiva lunghe soste, ci si diresse in fretta verso il villaggio; ma a mano a mano che ci si avvicinava ad esso, l'incanto insensibilmente svaniva. Scomparve del tutto non appena si raggiunsero le sue prime case: sporche, fangose e miserabili n pi n meno delle altre; quel villaggio appariva nobilitato da lontano nella gloria ingannevole del sole. Le Sette Citt aveva detto Robert. Qual nome altisonante per un tale agglomerato di catapecchie! Purch si trovi da fare colazione! borbott Roger fra i denti. Le limitate risorse del villaggio bastarono tuttavia agli esigui turisti. Un'ora e mezzo dopo, ristorati alla meglio, tutti poterono riprendere la via del ritorno. Di visitare i burroni e i numerosi precipizi della valle del cratere non se ne parl neppure, n si parl di andare ad ammirare le pittoresche cascate che esso accoglie: mancava il tempo necessario. E molto inglese questo modo di viaggiare fece rilevare allegramente Roger al suo compatriota. Vedere qualcosa? A che serve dal momento che ciascuno manda gi la propria razione di chilometri? Undici miglia circa separavano ora il villaggio da Ponta Delgada; partiti verso le 3 del pomeriggio, i viaggiatori avrebbero potuto percorrere agevolmente quella distanza e giungere a destinazione prima del tramonto. Penetrati nella valle da nord, ne risalivano ora la china meridionale, non senza lanciare ogni tanto uno sguardo di rincrescimento verso il villaggio, la cui grazia rinasceva a mano a mano che se ne allontanavano. Nel corso di quella prima parte del cammino non venne scambiata parola. Chini sul collo del proprio mulo, attaccati alla propria sella, tutti tacevano assorti nella faticosa risalita del sentiero pietroso. Quale sospiro di consolazione essi non emisero, allorch, raggiunta la cresta, ricevettero sul viso la brezza del mare, i cui flutti brillavano come specchi 600 metri pi in basso! Le lingue allora si sciolsero: e di che cosa si sarebbe parlato se non dello spettacolo che era apparso ai loro occhi? Potreste dirci, professore chiese Thompson a Robert quale sia l'origine dell'abisso che abbiamo attraversato e da dove provenga il suo nome? Beh, l'origine sempre la stessa rispose Robert. Si tratta di vulcani estinti, dei quali la pioggia ha pi o meno colmato il cratere. Quello pi ampio degli altri, ecco tutto. Riguardo al suo nome, probabile che si tratti di un ricordo delle sette citt fondate nell'isola fantastica di Antilia dai sette leggendari vescovi che si esiliarono dal Portogallo al tempo dell'invasione dei mori. Secondo una credenza popolare le citt fondate da questi vescovi sarebbero state inghiottite dal mare, insieme con la favolosa isola che le ospitava. Il popolo ha voluto indubbiamente perpetuare la leggenda dando quel nome al cratere, che venne originato da un abbassamento del suolo nel corso dell'eruzione del 1445. Cos vicino nel tempo! esclam Thompson, con una specie di timore che faceva pensare a quello manifestato da J ohnson. Immagino, se non altro, che tali fenomeni siano cessati da molto tempo S e no disse Robert. Altre eruzioni violentissime sono avvenute nel 1522 e nel 1652. Per di pi, l'isola di So Miguel e in particolare la sua parte occidentale, nella quale ci troviamo, sono maggiormente esposte alle scosse vulcaniche. L'ultimo serio allarme del 1811; abbastanza recente come si vede. Esattamente novantanove anni fa! esclam Thompson, ora realmente preoccupato dopo un breve silenzio dedicato al rapido calcolo. Non di pi rispose filosoficamente Robert. Ma Thompson voleva essere tranquillizzato. Pensate, professore chiese che catastrofi del genere possano verificarsi nuovamente? A dire il vero, non saprei proprio cosa dire rispose Robert, sorridendo. certo che alle Azzorre, come altrove, l'attivit vulcanica mostra grande tendenza a decrescere. Tuttavia Robert non ebbe il tempo di completare la frase. Come se il terreno fosse improvvisamente mancato sotto i loro piedi, uomini e animali vennero rovesciati al suolo, in un mucchio confuso. Nessuno per fortuna si era fatto male. In un istante tutti furono nuovamente in piedi. Ecco la risposta disse Robert a Thompson. Ma di colpo una guida lanci un grido terribile, indicando la parte alta della montagna e poi scapp a gambe levate verso la valle, in preda allo sgomento. Uno spaventoso pericolo minacciava i turisti. A meno di 100 metri al disopra di loro il suolo era martoriato da terrificanti convulsioni. Tra brontolii e ruggiti simili a quelli provenienti da cento serragli di bestie feroci si sollevava come il mare, accavallando le sue pesanti onde di sabbia che gi celavano il sole dietro un'opaca nube di polvere. I disgraziati viaggiatori si trovavano in quel momento fra due enormi rupi, le cui pareti a picco formavano una specie di corridoio largo circa 500 metri e di lunghezza quasi uguale. Seguendo le loro guide, essi si precipitarono verso la rupe di destra, al riparo di un'ala enorme la cui sporgenza avrebbe potuto forse salvarli. Era tempo. Con orribile schianto, la terra frantumata prese lo slancio e precipit sulla china. Un pezzo di montagna crollava. Lentamente all'inizio, la velocit della valanga aument di secondo in secondo sino a diventare vertiginosa. Il fracasso si fece assordante. Con il cuore stretto, bocche chiuse e mani congiunte, i turisti guardavano atterriti. La meteora pass. Al primo urto la rupe protettrice venne portata via, divenendo uno dei proiettili con i quali la montagna bombardava la valle. Ormai non esisteva pi alcuna protezione per i viaggiatori mentre lo scatenato gregge di rocce rotolava tempestosamente a pochi pollici dai loro corpi indifesi. Venti secondi dopo tutto era finito. La natura aveva ritrovato da tempo la calma senza che gli spettatori, spaventati dal cataclisma, avessero rotto con un gesto la loro traumatica immobilit. Sembrava che la vita avesse abbandonato sia quelli che si erano distesi ai piedi della formidabile muraglia di rocce, sia quelli che, in piedi, con le braccia conserte e la schiena appoggiata contro di essa, facevano uno sforzo sovrumano per contrarre lo spessore del loro corpo. La prima a riprendere possesso della realt fu Alice Lindsay. Di colpo, si rese conto di essere rannicchiata in un anfratto della roccia. Come vi era venuta? Chi l'aveva portata l? Suo cognato? O non era stato forse Robert, il quale, senza saperlo, continuava ancora a proteggerla riparandola con il suo corpo? E gi la seconda volta, se contiamo il tumulto di Terceira, che vi debbo essere riconoscente gli disse, liberandosi. Robert non fece mostra di avere capito. In verit, signora, non ho fatto nulla che altri non avrebbero fatto, se il caso li avesse posti presso di voi, nelle circostanze in cui ha posto me. Le parole di Alice avevano rotto l'incantesimo che paralizzava i suoi compagni. Tutti si scossero e a poco a poco i cuori ripresero a battere regolarmente. Per fare ritorno a Ponta Delgada non era pi il caso di cercare il sentiero. Pareggiata dall'assalto furioso di terra e di rocce, la montagna ormai si abbassava in pendio regolare disseminato da un'infinit di massi fermatisi nel corso della loro caduta. Fatto ancora pi grave: la maggior parte delle cavalcature era perita. Quelle rimaste furono date alle donne. Prima della partenza, cinque o sei guide, gridando tutti insieme, avevano chiamato i compagni scomparsi. I loro richiami erano stati inutili. Nella pazzesca fuga verso la valle i disgraziati indubbiamente erano stati raggiunti dalla valanga, e ora dormivano l'ultimo sonno sotto 20 metri di terra. Ci si rimise in cammino senza perdere altro tempo. Occorreva fare presto: ci che era accaduto avrebbe potuto ripetersi. La marcia per non poteva essere che lenta sul terreno sconquassato e non fu possibile raggiungere la via prima che sopraggiungesse la notte. Dieci chilometri separavano ancora i turisti da Ponta Delgada. La distanza venne percorsa in due ore; venti minuti prima delle 9 tutti risalivano a bordo del Seamew stanchi morti, ma sani e salvi. I loro compagni, tornati da Ribeira Grande seguendo la strada, vi si trovavano gi da molto tempo; quando seppero degli incidenti della giornata furono molto lieti della loro pigrizia. Uno solo per trionf: J ohnson, la cui decisione di rimanere sulla nave, dopo tutto, non apparve affatto stupida. Sembra, dunque, che per poco non ci lasciavate la pelle disse a Robert, senza alcun ritegno. Proprio cos. Ci sarebbe capitato anche a me se avessi fatto la sciocchezza di seguirvi riprese J ohnson. E probabile rispose Robert. Vogliate tuttavia notare che siamo tornati tutti in porto, felicemente. Tranne una guida, a ci che ho sentito dire rispose J ohnson, con indifferenza. Agli altri toccher un'altra volta! Ma ditemi, se non vi dispiace, dopo So Miguel visiteremo Madeira, non vero? S, Madeira rispose Robert, senza sapere a che cosa quel tipo mirasse. Anche a Madeira ci sono i terremoti? Non credo disse Robert. Bene disse J ohnson diciamo allora che in quell'isola deliziosa non ci sia assolutamente nulla da temere. Mio Dio, non saprei rispose Robert. Tranne forse le inondazioni Inondazioni? lo interruppe J ohnson. Avete detto inondazioni? Ne capitano, dunque? A volte. Benissimo concluse J ohnson con freddezza. Allora prendete nota aggiunse, scandendo le parole che non metter piede nella vostra dannata isola di Madeira! E l'incorreggibile infingardo raggiunse la sala del bar, ove richiese senza perdere tempo un aperitivo corroborante. Mentre J ohnson trionfava, una spiacevole sorpresa opprimeva Thompson. Era giunto da poco a bordo quando una grande imbarcazione accost il Seamew. In un attimo il ponte fu invaso da una ventina di poliziotti guidati da un alto ufficiale. Signore disse asciuttamente l'ufficiale in un passabile inglese l'avviso a vapore Camoens giunto poco fa nel nostro porto. Ci stato fatto il resoconto di fatti inqualificabili accaduti nella rada di Angra. Non intendo trattare faccende che concernono la nostra diplomazia; un punto per mi riguarda, ed la scoperta del ladro. Poich il vostro comportamento ci autorizza a pensare che voi gli diate asilo, vorrete considerarvi consegnato nel porto di Ponta Delgada. Proibizione assoluta ai vostri passeggeri e a voi stesso di lasciare la nave e di comunicare con la terraferma prima che abbia luogo la perquisizione del bastimento. Il discorso era stato fatto con un tono che non ammetteva replica. L'inglese pu essere arrogante, a volte, ma l'occasione non era affatto adatta. Thompson si fece piccolo piccolo. Quando avr luogo la perquisizione? chiese. Domani gli fu risposto. Per quanto tempo la nave sar trattenuta? Lo ignoro concluse l'ufficiale di polizia. Certamente per tutto il tempo che sar necessario, ritengo; bisogna che il colpevole sia scoperto e imprigionato. Servo vostro, signori. Detto ci, l'ufficiale tocc lievemente la visiera del proprio berretto e raggiunse la sua imbarcazione, lasciando Thompson nella disperazione.
CAPITOLO XI NOZZE A SO MIGUEL LA MATTINA del 23 maggio il risveglio fu malinconico a bordo del Seamew. Si sarebbe dovuto partire sin dal giorno precedente, anzi due giorni prima, tenuto conto del giorno di ritardo subito prima di mettere piede a Faial. Nessuno aveva pensato a tale conseguenza, sebbene logica, degli avvenimenti di Terceira. Quando il Seamew aveva lasciato la rada di Angra, nessun'altra nave a vapore vi si era ormeggiata; come prevedere che il Camoens sarebbe riuscito a raggiungere in tempo utile i fuggiaschi a So Miguel? Pochi passeggeri avevano accolto con animo tranquillo il nuovo incidente di viaggio. La maggior parte non si faceva scrupolo di manifestare il proprio cattivo umore e, ingiustamente, attribuiva a Thompson la responsabilit dell'inconveniente di cui egli era, comunque, la prima vittima. Era stato proprio necessario sfidare apertamente le autorit di Terceira? Se avesse agito con maggiore circospezione la faccenda avrebbe assunto senza dubbio un'altra svolta. Peggio! Se si risaliva alle origini, l'errore dell'agenzia appariva evidente. Se, contrariamente a ci che stabiliva il programma, non si fosse giunti a Faial il 18 invece del 17, si sarebbe lasciata Terceira la sera del 20 maggio e i passeggeri del Seamew non sarebbero stati coinvolti in alcun modo in quell'assurda storia di ladri, di cui non si riusciva a prevedere la soluzione. Gli irriducibili Saunders e Hamilton si mostravano si sarebbe stati sorpresi del contrario i pi accesi a recriminare sulla faccenda. Nessuna circostanza avrebbe potuto essere pi propizia alle manifestazioni della loro rabbiosa puntualit. Ad alta voce essi si accaloravano in un gruppo di persone consenzienti, tra le quali in prima fila, fumando la pipa, c'era Van Piperboom, di Rotterdam. L'olandese aveva compreso in quale spiacevole situazione si trovava con i suoi compagni? Egli non era comunque avaro di segni di approvazione nellascoltare, senza peraltro comprendere una sola parola, le frasi dei capi dell'opposizione. Anche don Hygino si faceva notare fra i pi accesi. Adirato, pronunciava parole violente. Pur essendo portoghese, minacciava il proprio Paese delle rappresaglie del Governo di Sua Maest Britannica. Che necessit aveva di allontanarsi, dunque, il signore portoghese? Che importanza poteva avere il ritardo per un uomo che, a sentire lui, non sapeva come impiegare il proprio tempo? Quando passava accanto al gruppo ostile, di cui Saunders si era costituito scontroso Tirteo, 18 Thompson inarcava umilmente la schiena. Nel suo intimo comprendeva il cattivo umore dei passeggeri. Proporre alla gente un piacevole viaggio di circa un mese, far loro pagare a questo scopo una somma rispettabile per poi tenerli bloccati nel porto di Ponta Delgada c'era di che esasperare i pi pazienti. Ancora un po' e anche quelli che fino allora gli erano rimasti fedeli lo avrebbero abbandonato: lo vedeva, lo sentiva. Senza prorompere in violente recriminazioni, come Saunders, Hamilton e i loro seguaci, alcuni, come il pastore Cooley, avevano gi insinuato che, se le cose non si fossero sistemate presto, avrebbero rinunciato al resto del viaggio per fare ritorno in Inghilterra con il vapore che passa ogni mese da So Miguel. Era quello un grave sintomo. A fronte di tale imponente opposizione, quali fedeli partigiani restavano a Thompson? Soltanto la famiglia Blockhead, che imitava servilmente l'ottimismo del proprio capo. Il buon droghiere sfoggiava sempre un viso allegro e dichiarava a chi gli voleva prestare ascolto che non era affatto scontento di trovarsi coinvolto in complicazioni diplomatiche. I Lindsay e Roger erano neutrali: n avversari n partigiani dell'Amministrazione. Semplicemente indifferenti. Si preoccupavano
18 Poeta greco che personifica la tradizione guerriera dei Dori. Gli Spartani marciarono in guerra contro i Messeni cantando i versi di Tirteo che li animavano alla vittoria. (N.d.T.) assai poco degli incidenti che mettevano in agitazione i loro compagni. A Ponta Delgada, come altrove, Alice e Dolly avevano il piacere della loro reciproca presenza e potevano trarre svago dalla briosa e piacevole loquacit dell'ufficiale francese. Favorito dalle facilit offerte dalla vita di bordo, quest'ultimo aveva agevolmente occupato il posto abbandonato dall'uggioso e taciturno J ack. Poco dopo la partenza le due sorelle e lui gi non si lasciavano quasi pi e la loro intimit non mancava di far chiacchierare le buone lingue dei loro compagni. Ma che cosa ci importava alle libere americane? E anche Roger non sembrava preoccuparsi delle dicerie. Senza farne mistero, egli rendeva partecipi i suoi compagni del prezioso tesoro della sua gaiezza. Tra Dolly e lui era un continuo scoppio di risa. Anche in quel preciso momento il nuovo incidente forniva il pretesto a innumeri battute di spirito. Roger non faceva che rallegrarsi di un viaggio cos bene organizzato. Anche Robert a poco a poco partecipava all'intimit dei tre passeggeri. Per quanto mantenesse un prudente riserbo, sarebbe stata scortesia resistere troppo rigorosamente agli approcci del compatriota e della signora Lindsay, la cui curiosit a suo riguardo era continuamente viva. Egli si faceva dunque meno scontroso; parlava. A mano a mano che si faceva conoscere, l'umile interprete giustificava il lusinghiero favore dei passeggeri che lo accoglievano nella loro compagnia. Pur rimanendo saggiamente al suo posto, egli si toglieva in parte accanto a loro la livrea che aveva preso a prestito e tornava se stesso, abbandonandosi talvolta a conversazioni nelle quali rivelava un fascino pieno di attrattiva. Nel momento della frana delle Sette Citt era stato soltanto il caso a fargli ottenere i ringraziamenti di Alice Lindsay. Caso comunque stranamente favorito dalle sue nuove abitudini, che moltiplicavano gli incontri tra le due sorelle e lui. Ma pur contando gli indifferenti nel numero dei suoi partigiani, Thompson era costretto a riconoscere che il suo esercito era poco numeroso e si torturava il cervello nella ricerca dei mezzi che mettessero fine alla penosa situazione. Il primo era evidentemente il ricorso al console britannico. Purtroppo, la proibizione di mettere piede a terra lo rendeva impossibile. Thompson tent inutilmente un passo presso il tenente che comandava le forze di polizia a bordo del Seamew. Bisognava attendere la perquisizione: fino ad allora non ci sarebbe stato nulla da fare. Il capitano Pip aveva assistito da lontano al colloquio che aveva avuto quella conclusione. Pur senza udire nulla, aveva indovinato le parole scambiate dai due interlocutori e ora, per la collera, si torturava la punta del naso, mentre le sue pupille divergevano in un terrificante strabismo. Constatare che il suo armatore era ridotto a dover umilmente sollecitare la buona volont di un poliziotto portoghese superava la comprensione del bravo capitano. Se Thompson lo avesse consultato, senza dubbio l'onesto marinaio gli avrebbe suggerito qualche colpo di testa come quello, ad esempio, di uscire con fierezza in pieno giorno, con la bandiera al vento, sotto i cannoni dei forti. Ma Thompson non pensava affatto a ricorrere ai suggerimenti del suo capitano. Interamente portato alla conciliazione, cercava di prendere tempo soddisfacendo tutti. Compito difficile, per non dire impossibile. La povera Thargela era fra le meno pazienti. Senza quei disgraziati incidenti, tra un paio di giorni sarebbe diventata la moglie di J oachimo. Ardeva dalla voglia di andare a parlare con l'ufficiale, il quale forse sarebbe stato meno inflessibile con lei. Non esit pi nel fare quell'audace tentativo non appena vide J oachimo, che era venuto ad incontrarla, farle dal canotto gesti disperati. Thargela si diresse risolutamente verso l'ufficiale di polizia e gli espose la situazione in cui veniva a trovarsi a causa dell'ordine del governatore. Vuoi perch la sua causa era giusta, vuoi invece per l'eco che quella storia aveva avuto nell'isola, o semplicemente per i begli occhi della ragazza che lo supplicava, il fatto che l'ufficiale si lasci persuadere e mand a terra un emissario, il quale fece presto ritorno con l'ordine di sbarco per Thargela a condizione che, messo piede a terra, ella si sottoponesse a una visita minuziosa degli abiti e della persona. Quella clausola dimostrava, se non fosse stato gi compreso, la severit del blocco. La giovane fu sollecita ad approfittare della sua libert e per prima cosa and a ringraziare Thompson e Alice Lindsay, la quale si era mostrata particolarmente favorevole alla sua causa. A tutti e due ella rivolse i pi vivi ringraziamenti, invitandoli gentilmente a venire al ballo di nozze con i loro compagni. Thompson rispose a quell'invito con un pallido sorriso, mentre Alice lo accettava con la sola limitazione dovuta alle circostanze. Compiuto il dovere impostole dalla gratitudine, Thargela se ne and con gioia. Erano quasi le 4, allorch una grande imbarcazione condusse a bordo tre persone; dal loro comportamento fu facile capire che erano dei magistrati. Li accompagnavano due donne, le cui future mansioni rimanevano incerte. Fra coloro che giungevano Thompson riconobbe al primo colpo d'occhio il laconico corregidor con il quale, due giorni prima, aveva avuto da fare. Fu quest'ultimo a prendere la parola, adoperandone una sola, che Robert tradusse immediatamente. Perquisizione disse, mettendo piede sul ponte. Thompson fece un inchino in silenzio e attese. Prima di procedere all'annunciata perquisizione, i visitatori si erano fermati per un istante vicino al barcarizzo e avevano dato, tanto per cominciare, un'occhiata investigatrice sull'insieme della nave. Quando ritenne che quell'esame fosse durato abbastanza, il corregidor invit Thompson a far salire i passeggeri sullo spardeck. Poich ci era stato gi fatto, Thompson si limit a mostrare con il gesto il cerchio di visi inquieti di cui erano circondati. Signori disse il corregidor un furto il cui valore si aggira intorno ai 10.000 contos de reis (6 milioni di franchi) stato compiuto a Terceira. Un premio dell'uno per cento, e cio 100 contos de reis (60.000 franchi) offerto a chi far scoprire il ladro. Ci vi dice quale importanza abbia per il Governo questa faccenda che ha sollevato l'indignazione della nostra pia popolazione. A motivo della condotta sospetta dei vostri armatori e del vostro capitano a questo punto, il capitano Pip scambi con Artimon uno sguardo di commiserazione e sput sprezzantemente in mare sospettiamo fortemente che il ladro sia nascosto fra di voi. E nel vostro interesse dunque, se volete dissipare ogni malinteso, prestarvi docilmente alle istruzioni che io ho l'incarico di trasmettervi, e che farei, se necessario, eseguire con la forza. Il corregidor fece una pausa: aveva pronunciato tutto d'un fiato quel discorso, evidentemente gi preparato. Ora sarebbe tornato all'abituale concisione. I passeggeri sullo spardeck con gli ufficiali disse, volgendosi verso Thompson. L'equipaggio sul castello di prua. Tutti saranno sorvegliati dai miei uomini mentre noi procederemo alla visita del bastimento. In conformit all'ordine tradotto da Robert, tutti, compreso il capitano che si masticava rabbiosamente i baffi, si raccolsero sullo spardeck mentre gli uomini dell'equipaggio si raggruppavano sul castello di prua. Un solo passeggero si separ dai compagni e si cacci, senza che nessuno lo vedesse, nel corridoio centrale che conduceva alle cabine. Quel passeggero era don Hygino. Che cosa andava a fare nell'interno della nave? Perch disobbediva agli ordini dell'autorit? Dopo tutto, poteva essere andato a cercare i suoi fratelli, i quali, dopo il loro imbarco, erano stati appena intravisti. I passeggeri sono tutti qui? chiese il corregidor. Del resto, meglio che facciate l'appello. Thompson fece l'appello, ma giunto alle ultime righe chiam inutilmente don Hygino, don J acopo e don Christopho da Veiga. Il corregidor aggrott le sopracciglia. Fate venire quei signori ordin. Un domestico mandato alla loro ricerca torn presto indietro con i tre fratelli. Visibilmente non erano a loro agio. Rossi, congestionati, si sarebbe potuto giurare che avessero appena finito di discutere animatamente. Perch, signori, non eravate con i vostri compagni? chiese il corregidor con severit. Fu don Hygino, come al solito, che rispose a nome suo e dei fratelli. I miei fratelli e io, signore, ignoravamo la vostra presenza a bordo disse pacatamente. Uhm! fece il corregidor. Robert non disse nulla. Avrebbe potuto giurare tuttavia che aveva visto poco prima il nobile portoghese fra gli altri passeggeri. Saggiamente, tenne per s quella osservazione. Del resto, il corregidor non aveva terminato la sua inchiesta sui fratelli da Veiga. Siete portoghesi, ritengo, signori? chiese. Precisamente rispose don Hygino. a Londra che avete preso imbarco su questa nave? No, signore: soltanto a Terceira rispose don Hygino. Uhm! fece per la seconda volta il corregidor, lanciando a don Hygino uno sguardo penetrante. Beninteso, non avete su questa nave alcuna relazione personale. Hamilton bolliva dentro di s nellascoltare quell'incredibile interrogatorio. Era quello il modo di parlare a un gentiluomo? Non riusc a trattenersi. Scusate, signore disse questi signori non mancano di relazioni qui, e non sarebbero affatto imbarazzati di trovare qualcuno che risponda di loro. Con chi ho l'onore di parlare? chiese l'accorto corregidor. Hamilton si raddrizz in modo tale da rischiare una lombaggine. Parlate con il baronetto George Hamilton disse con arroganza. Il corregidor non parve per nulla stupito. Benissimo, signore, benissimo! disse cavallerescamente. Poi, dopo aver raccomandato a tutti i passeggeri di non abbandonare lo spardeck per nessun motivo, scomparve attraverso una cappa, mentre don Hygino scambiava con Hamilton una calorosa stretta di mano. La perquisizione era cominciata. Ora i furetti della polizia avrebbero frugato ovunque: depositi, stiva, macchine, alloggi dell'equipaggio, per finire con le cabine dei passeggeri. Nel corso di quella meticolosa ispezione, condotta da un magistrato il cui aspetto rivelava un notevole fiuto, nessun angolino, per quanto nascosto, sarebbe certamente rimasto inesplorato. I passeggeri dovettero attendere a lungo. Trascorsero due ore prima che il corregidor tornasse sul ponte. Pochi minuti dopo le 6 riapparve. L'espressione accigliata del suo viso rivelava a sufficienza che non aveva trovato nulla. Sbrighiamoci, signori disse, mettendo piede sullo spardeck. Noi ora procederemo all'ispezione del ponte e degli attrezzi. Nel frattempo, le signore e i signori vorranno cortesemente permettere l'ispezione delle loro persone. Un movimento di rivolta corse fra i passeggeri. La scorta di poliziotti restrinse il cerchio. Benissimo! disse il corregidor. Siete liberi di decidere. Io mi limiter a portare via i recalcitranti per metterli in carcere fino a quando il governatore non avr deliberato in proposito. Guardie, cominciate l'appello. Ogni resistenza era impossibile. Uno dopo l'altro i passeggeri scesero nella propria cabina in compagnia di un poliziotto. Fu allora che trov spiegazione la presenza delle due donne condotte dal corregidor. Quest'ultimo terminava nel contempo di percorrere la nave. Il cordame fu sollevato, alcuni uomini vennero mandati nelle gabbie e fino alla cima degli alberi. Non fu trascurato nessun angolo; la perquisizione venne condotta con metodo ammirevole. Ma il migliore agente non pu trovare cosa alcuna dove non c' nulla; era scritto che l'astuto corregidor se ne sarebbe tornato con le pive nel sacco da quella caccia impossibile. Alle 7, tutto era stato visto e rivisto inutilmente. Siete liberi disse in tono pungente a Thompson, andando verso il barcarizzo. Possiamo scendere a terra, dunque? Certamente. E lasciare anche l'isola, senza dubbio? insinu Thompson. Riguardo a ci rispose seccamente il corregidor dovrete attendere che noi si riceva la risposta al rapporto che manderemo immediatamente a Terceira. E mentre Thompson rimaneva immobile, scontento, il corregidor andava via, conducendo con s la scorta dei poliziotti, i visitatori e le visitatrici. Soltanto dieci poliziotti, comandati da un tenente, rimasero a bordo con l'incarico di sorvegliare la nave. Durante la cena la conversazione fu vivace. Si era unanimi nel giudicare con severit la condotta del Governo portoghese. Trattenere il Seamew prima della perquisizione, passi; ma dopo! Ci si stanca di tutto, comunque, sia della collera sia del rimanente. Presto Alice, approfittando di una relativa calma, si arrischi a comunicare ai compagni di viaggio l'invito della gentile Thargela. Quell'invito fu accolto, da parte dei turisti irritati, meglio di quanto si sarebbe potuto sperare. Costretti a restare a bordo per un'interminabile giornata, essi accolsero con piacere la prospettiva di una passeggiata notturna e di uno spettacolo insolito. Fu dunque verso le 9 che, quasi al completo, essi entrarono nella sala in cui Thargela celebrava con un ballo la sua unione con l'amato J oachimo. Un centinaio di uomini e di donne ballavano a loro piacere, al suono di una musica indiavolata. Gli inglesi furono accolti da acclamazioni. Non erano loro, infatti, i veri artefici della felicit dei due giovani? Senza la loro presenza, la festa non sarebbe stata completa. Per tale motivo, furono molto simpaticamente festeggiati. Sospese per un istante, le danze ripresero subito; le quadriglie fecero seguito alle polche, i valzer alle mazurche. Verso le 11 rison un grido generale: La landun! la landun! Tutti fecero allora cerchio e Thargela e J oachimo si fecero un dovere di soddisfare i loro amici, eseguendo quella danza nazionale per la quale gli abitanti delle Azzorre di ogni classe sociale hanno una vera passione. La landun sorella gemella del bolero spagnolo. Identici scalpiccii, identici rovesciamenti elastici, identiche movenze provocanti e ribelli. Bisogna ritenere che Thargela esegu abilmente quella difficile danza caratteristica, perch, quando tacquero le nacchere, lunghi applausi salutarono la giovane coppia. Verso mezzanotte, quando la festa era ancora al culmine e il vino di Faial aveva portato al massimo l'allegria dei danzatori, i passeggeri del Seamew si prepararono a partire. Alice Lindsay, per, dopo essersi consultata con i compagni, mise in esecuzione ci che le era venuto in mente: poich il caso li aveva avvicinati al destino di quei giovani, perch non completare in uno slancio del cuore ci che avevano cominciato? Thargela, che con tanta ingenuit aveva chiesto la loro protezione l'aveva ottenuta; doveva ora vivere. Con un giovane coraggioso come J oachimo la nuova coppia aveva certamente ogni probabilit di riuscirvi largamente. Ma una piccola somma di denaro, che i turisti non avrebbero avuto difficolt a raccogliere fra di loro, avrebbe facilitato ogni cosa. Sarebbe stata la dote di Thargela, e J oachimo, diventato il suo sposo felice, avrebbe fatto nello stesso tempo un buon affare. Avere sposato Thargela era una buona cosa; assicurarne l'avvenire era ancora meglio. Alice tese dunque la mano per la sua piccola protetta ed doveroso dire che nessuno dei suoi compagni le lesin il proprio obolo. Blockhead, per il primo, si dissangu di 2 sterline (50 franchi), la qualcosa appare equa per un droghiere onorario: Saunders, Thompson e Tigg non ritennero di poter dare una somma inferiore. J ohnson avrebbe dato qualcosa anche lui, senza dubbio, se, fedele al suo giuramento, non fosse rimasto a bordo del Seamew. Roger vers galantemente nelle mani della graziosa passeggera 5 luigi d'oro francesi. Hamilton, il quale, nonostante il suo spiacevole carattere, aveva buon cuore, ridusse per l'occasione i suoi capitali di un bel biglietto di banca di 4 sterline (100 franchi), che parve dato con piacere. Alice ringrazi calorosamente il generoso baronetto; poi, proseguendo la sua caritatevole questua, ella rimase sorpresa quando si trov di fronte a Robert. Senza dire nulla e senza mostrare di vergognarsi dell'esiguit della sua offerta, Robert, con gesto ricco di contenuta grazia, consegn alla graziosa questuante una moneta portoghese di 1000 reis (6 franchi) e di colpo Alice si fece rossa, senza volerlo, fino alla radice dei capelli. Irritata da quella debolezza, di cui non avrebbe potuto capire la causa, Alice ringrazi con un cenno del capo e, proseguendo rapidamente, sollecit un altro passeggero. Il passeggero seguente era il nobile don Hygino. Se Hamilton aveva fatto le cose principescamente, don Hygino le fece regalmente. Una banconota di 40 sterline (1000 franchi) costitu il munifico dono con il quale egli volle gratificare la signora Lindsay. Forse vi mise troppa ostentazione, forse spieg la banconota in modo che tutti potessero leggerne il valore con una lentezza che il buon gusto non poteva approvare. Ma quello era il peccato del meridionale, e Alice non fece caso a inezie del genere. Elettrizzati da quell'esempio gli altri passeggeri allargarono notevolmente i cordoni della borsa. Nessuno rifiut la sua offerta, pi o meno notevole, a seconda dei propri mezzi. Terminata la questua, Alice annunci con soddisfazione un totale di 200 sterline (5000 franchi). Era un superbo risultato. Per ottenerlo, per arrotondare la cifra fino a quel punto Alice aveva dovuto imporre a se stessa un largo contributo personale. Ma non imit l'ostentazione vanitosa di don Hygino, e ci che offr nessuno lo seppe. Per lo stesso sentimento di modestia e per una specie di intimo riserbo ella non volle consegnare personalmente alla sposa quella dote insperata. Ne affid l'incarico ai giovani e selvatici sposi che a bordo del Seamew facevano quello strano viaggio. Quella sera per un caso veramente eccezionale erano presenti e l'incombenza spettava loro di diritto. Fu la giovane inglese che port alla sorella portoghese la dote allora offertale, accompagnando il dono con un bacio affettuoso. Non volle tacere per il nome della caritatevole passeggera alla quale, in realt, Thargela doveva la propria riconoscenza. Alice dovette dunque accogliere i pi vivi ringraziamenti della fanciulla e del marito. Cinquemila franchi erano una fortuna, ed essi non avrebbero mai dimenticato la buona fata che aveva in tal modo assicurato la loro felicit. Gli altri passeggeri ebbero la loro parte di quella esplosione di gratitudine. Thargela, scoppiata in lacrime, andava dall'uno all'altro, e J oachimo, smarrito, non faceva che stringere mani a caso. Bisognava andare via, ad ogni modo. A fatica si riusc a placare la commozione dei novelli sposi quando i turisti si diressero verso la porta della sala, fra entusiastiche acclamazioni. Thargela e J oachimo li accompagnarono fino alla porta, ripagandoli abbondantemente del dono ricevuto con lo spettacolo della loro deliziosa commozione. Quando alla fine riuscirono a uscire, Thargela e J oachimo rimasero ancora sulla soglia, tenendosi per mano, con gli occhi spalancati nella notte, guardando a poco a poco scomparire quei passanti di un giorno, quei viaggiatori che avrebbero continuato un viaggio che, a causa di quella buona azione compiuta in un angolo del vasto mondo, non poteva pi ormai risultare inutile. CAPITOLO XII STRANE CONSEGUENZE DEL MAL DI MARE RIENTRATI a bordo, dopo avere lasciato Thargela e il suo felice marito, i passeggeri avevano trovato cinque agenti di polizia, dei dieci preposti alla loro sorveglianza, che passeggiavano regolarmente sul ponte; gli altri cinque si erano abbandonati alla dolcezza del sonno negli alloggi dell'equipaggio, mentre il loro ufficiale dormiva nella cabina messa a sua disposizione. Tuttavia, a dispetto di tale vigile sorveglianza, quando si alz il sole del 26 maggio il Seamew galleggiava liberamente sul vasto mare, a pi di 30 miglia da So Miguel. La fuga cominciava a diventare un'abitudine. Per fuggire questa volta non era stato necessario sfidare i proiettili portoghesi: la fuga era stata predisposta senza alcun macchinoso intervento, con il favore della nebbia che, intorno alle 2 del mattino, aveva ricoperto ogni cosa con un velo impenetrabile. Il tenente e i suoi cinque uomini addormentati chiusi a doppia mandata, gli altri cinque atterrati con un colpo di mano, il Seamew era partito tranquillamente, come se la consegna del governatore non ci fosse mai stata. Un' ora dopo il tenente si era visto costretto a subire la legge del vincitore e ad accettare una capitolazione disastrosa. I suoi uomini erano stati disarmati, e il Seamew li portava via con s, per deporli a Madeira nel momento in cui si sarebbe allontanato da quel possedimento portoghese. Atterrato da quei rovesci improvvisi, il disgraziato tenente passeggiava con aria preoccupata. E nel pensare a quanto quella avventura avrebbe nociuto alla sua promozione, il suo viso assumeva un'aria compassionevole, mentre alla luce crescente dell'alba appariva la libera distesa del mare. Neppure il capitano Pip era andato a cercare il pi che meritato riposo. A parte il pericolo che poteva risultare da un gruppo di scogli chiamato Le Formiche, l'aspetto del tempo richiedeva la sua presenza. Bench, a dire il vero, non vi fosse alcuna minaccia di tempesta, il mare era insolitamente grosso; il Seamew, prendendolo di prora, avanzava a fatica beccheggiando pesantemente. Se il capitano aveva assunto di persona il governo della nave, evidentemente era perch gli altri ne approfittassero. Tale era stato il parere di Thompson, il quale, con la coscienza in pace, era andato a riposare subito dopo la partenza e ora dormiva a pugni chiusi. Una mano posatasi sulla sua spalla lo svegli bruscamente. Che cosa c'? Che ore sono? chiese, stropicciandosi gli occhi. Scorse allora la faccia di ebano del secondo maggiordomo, master Sandwich. Sono le 6 rispose rispettosamente quest'ultimo. Che cosa c'? ripet Thompson, con impazienza. Un domestico dei passeggeri mi manda a dirvi che dalla cabina occupata dal gentiluomo portoghese e dai suoi due fratelli provengono gemiti terribili. Teme che stiano molto male e non sa che cosa fare. Thompson riflett: le cose dovevano essere molto gravi se avevano pensato di andare a svegliarlo. Bene, ci vado rispose di malumore. Quando raggiunse la cabina dei signori portoghesi non rimpianse di esserci venuto. Don Hygino e i suoi fratelli sembravano effettivamente molto sofferenti. Lividi, con gli occhi chiusi e il viso coperto da una specie di sudore preagonico, erano supini, immobili; ogni tanto lanciavano grida strazianti. Le loro sofferenze dovevano essere insopportabili. Che dannato concerto! mormor Thompson. Il primo colpo d'occhio lo aveva tranquillizzato, riconoscendo sui loro visi i sintomi del mal di mare provocato dal mare grosso. Anche se era di una violenza insolita, quel malessere non per questo era pi pericoloso. Lo spirito umanitario ordinava tuttavia di andare in aiuto di quella povera gente, e Thompson, bisogna dirlo a suo merito, non venne meno al suo dovere. Per circa un'ora egli prodig loro le debite cure e non fu certamente colpa sua se quelle cure risultarono inefficaci. Sembrava, in verit, che le condizioni dei tre fratelli si aggravassero. Thompson notava inoltre, con inquietudine, alcuni sintomi che non si era soliti osservare nel mal di mare. Ogni tanto, i malati da lividi si facevano scarlatti. E allora pareva che essi facessero sforzi sovrumani per ricadere presto spossati, con il respiro sibilante, la pelle gelata e il viso nuovamente cadaverico. Alle 7, Thompson ritenne che la situazione fosse divenuta molto critica; fece svegliare Robert: aveva bisogno di consigli. Robert, purtroppo, non fu in grado di darne al suo capo gerarchico; entrambi dovettero convenire che non era nelle loro facolt dare un minimo sollievo ai tre malati, ai quali il nome di moribondi cominciava ad essere pi appropriato. Bisogna tentare qualcosa, comunque disse Robert, verso le 8. Se facessimo giungere a conclusione queste nausee che si fermano a mezza strada? In qual modo? chiese Thompson. Sapete come fare? Con l'acqua calda sugger Robert. Proviamo! disse Thompson, che cominciava a perdere la testa. Il mezzo eroico indicato da Robert fu di immediato effetto. Dopo il secondo bicchiere d'acqua calda gli improvvisati infermieri ebbero la prova certa della sua efficacia. Ma che cosa avevano visto, dunque, Robert e Thompson? O meglio, che cosa avevano creduto di vedere? Il dubbio venne chiarito facilmente. L'acqua non mancava; i catini furono sollecitamente puliti, con precauzione, e allora E allora, che splendore! Smeraldi, rubini, diamanti: pi di 50 pietre preziose brillarono in fondo ai catini sporchi! Smarriti, Thompson e Robert si guardarono in silenzio. In un attimo tutto apparve chiaro. Eccoli, dunque, i ladri sacrileghi del crocifisso di Terceira! i capi, almeno! La polizia delle Azzorre, la quale accusava il Seamew di servire loro da rifugio, non si sbagliava! Quale nascondiglio migliore del loro stomaco avrebbero potuto trovare i colpevoli, minacciati dalla perquisizione di So Miguel? Robert fu il primo a riacquistare il proprio sangue freddo. Questo segreto troppo importante per possederlo da soli disse. Vi chiedo il permesso perci di far venire uno dei passeggeri, e cio il reverendo Cooley. Thompson assenti con il capo e un domestico venne mandato a cercare il sacerdote. Quando quest'ultimo giunse nella cabina in cui ansimavano i fratelli da Veiga la situazione non era cambiata. Non era forse possibile che i ladri celassero ancora nel loro stomaco altre pietre rubate? Per esserne certi non c'era che continuare la cura che aveva gi dato cos buoni risultati. In breve, in seguito a quel trattamento originale, pi di 300 pietre preziose, in gran parte magnifici diamanti, vennero recuperate. Parve allora che le condizioni dei tre malati, liberati del loro segreto, fossero notevolmente migliorate. Se ancora soffrivano, ora si trattava del solito mal di mare dal quale non era certamente da temere alcuna funesta conseguenza. Di quegli insoliti avvenimenti si redasse allora un processo verbale, del quale il pastore Cooley fu nominato depositario; poi le pietre preziose vennero contate successivamente dai tre congiurati e consegnate a Thompson, il quale, dopo averle conservate sotto chiave, and alla ricerca del tenente che poche ore prima era stato costretto a un'amara capitolazione. Nell'uscire dal roof, un'ombra gli si drizz improvvisamente dinanzi: quell'ombra era l'inevitabile Saunders; gli era accanto il suo riflesso: sir Hamilton. Erano entrambi contegnosi, calmi e severi, come si addice a passeggeri scontenti. Una parola disse Saunders, bloccando Thompson. Vorremmo sapere fin dove contate di spingere questo scherzo. Quale scherzo? mormor Thompson con impazienza. Che cosa c'? La prendete su questo tono? esclam Hamilton con alterigia. Noi intendiamo sapere se continuerete ancora per molto a venire meno alle promesse di un programma al quale siamo stati tanto sciocchi da prestare fede! Possibile! Era ancora perseguitato a causa del programma! Preoccupato da faccende molto pi gravi, Thompson alz le spalle e scartando nervosamente Hamilton si precipit sul ponte, lasciando il baronetto senza parola. Rintracciato il tenente, lo condusse nella sua cabina: intendeva fargli un'importante comunicazione. Tenente gli disse, quando furono soli la sorte delle armi non vi stata favorevole, poco fa. vero rispose l'ufficiale, mantenendosi sulle generali. Vi stiamo portando a Madeira. A quel che sembra. Oso dire che l'accaduto una spiacevole avventura per entrambi e immagino che se ci fosse il modo di sistemare la faccenda con comune soddisfazione Sembra difficile disse il tenente. Forse riprese a dire Thompson. Voi non ignorate che il vostro governatore ha offerto un premio dell'uno per cento a colui che far arrestare il ladro S disse il tenente ma non vedo Aspettate. Forse potremo intenderci. Perch il ladro, o meglio, i ladri I ladri? Io li tengo disse tranquillamente Thompson. Eh? fece il tenente. Li tengo ripet Thompson e ho in mano anche una buona parte dei diamanti rubati. Pallido per l'emozione e incapace di spiccicare parola il tenente aveva afferrato il braccio di Thompson, il quale fin poi col formulare la sua proposta. Comprenderete, quindi, che il premio dell'uno per cento mi appartiene. Ebbene, sistemate questa faccenda dicendo, ad esempio, che siete partito di vostra spontanea volont nell'intento di acciuffare i ladri; la loro presenza dar molta autorit alla vostra affermazione. Io sono pronto a cedervi in compenso il quinto, oppure il quarto, se necessario, del premio che mi dovuto. Si tratta di questo? disse il tenente con un'indifferenza che non aveva nulla di lusinghiero per la generosit del Governo portoghese. Accettate? insistette Thompson. E se rifiuto? Se rifiutate rispose Thompson fingiamo che io non vi abbia detto nulla. Vi sbarco tranquillamente a Madeira e mi tengo i ladri per metterli nelle mani del console inglese, il quale sapr come assicurare a me l'onore e l'utile della faccenda. La mente del tenente fece un rapido calcolo. Non accettare la proposta di Thompson avrebbe voluto dire fare ritorno a So Miguel a capo chino per la vergogna di essersi lasciato sorprendere come un bambino. Accettarla, significava al contrario fare ritorno con gli onori del vincitore, perch il successo giustifica tutto. Pur ritenendo del tutto improbabile riuscire ad ottenere qualche soldo del premio promesso, l'avventura gli sarebbe stata utile nei confronti dei suoi superiori, poich in tal caso avrebbe potuto attribuirsi il merito della cattura dei ladri. Accetto disse con tono fermo. Benissimo approv Thompson. Andiamo allora a regolare la faccenda immediatamente, se non vi dispiace. Il compromesso, le cui basi erano state allora gettate, venne redatto e firmato dalle due parti. Thompson consegn subito all'ufficiale le pietre ritrovate e se ne fece dare ricevuta. Egli pot allora respirare e felicitare se stesso per avere condotto a buon fine quella importante operazione. Mentre Thompson conduceva abilmente quel negoziato, una collera paurosa si accumulava nello stesso istante nel cuore di Hamilton. Rimessosi dallo stupore di cui era stato preda a causa dell'impertinenza di Thompson, il baronetto si era lanciato con indignato furore alla ricerca dell'insolente. Non riusc a trovarlo. Si rivolse allora al capitano Pip, il quale, sceso dalla passerella, passeggiava fumando tranquillamente il sigaro del mattino. Capitano gli chiese, controllandosi potrei sapere a chi su questa nave debba presentare qualche reclamo? Il capitano allarg le braccia per dire che lo ignorava. Ad Artimon, forse disse con aria sognante. Capitano! grid il baronetto, rosso di collera. Sir? rispose il capitano pacatamente. Capitano, credo di essere stato preso in giro abbastanza, qui. Poich voi siete responsabile della rotta della nave, degnatevi di dirmi perch mai io debba vedere ancora a poppa le rocce delle Formiche. Perch mai alle 10 del mattino siamo ancora dinanzi a Santa Maria. Perch, dopo otto ore di navigazione, l'isola di So Miguel ancora visibile! So Miguel? ripet il capitano, con incredulit. Proprio cos, So Miguel disse severamente il baronetto, indicando un punto nero che tagliava la linea dell'orizzonte tra le Formiche e Santa Maria. Il capitano aveva preso un cannocchiale. Se So Miguel disse alla fine con aria canzonatoria vuol dire che So Miguel un'isola a vapore, visto che fuma! E il capitano risal sulla passerella, mentre il baronetto, furioso, meditava in cuor suo progetti terribili di vendetta. Per quanto ricevute altezzosamente, le osservazioni di Hamilton non erano per meno esatte. Ma il capitano non aveva atteso il baronetto per farle da s. Sin dal primo mattino, la scia gli aveva fatto rilevare che la velocit del Seametu era scesa improvvisamente da 12 a 8 nodi circa. Interpellato, il signor Bishop non diede risposte tranquillizzanti. Dopo la partenza, inutilmente portava il fuoco al massimo. Risultava impossibile accrescere la pressione. Il difetto era certamente nella cattiva qualit del carbone caricato a Horta. Fino allora si erano utilizzate le riserve inglesi, ma dopo la partenza da So Miguel era stato necessario ricorrere al carbon fossile imbarcato nell'isola: le spiacevoli conseguenze si erano fatte subito avvertire. Il signor Bishop non disse altro e il capitano non gli chiese pi nulla. Le persone di buon senso non insorgono contro l'impossibile. Poich non era possibile superare gli 8 nodi, ne avrebbero fatti 8, ecco tutto, e si sarebbe giunti a Madeira con altre ventiquattro ore di ritardo. Poich il mare tendeva a calmarsi e il baronetto manteneva un'alterigia tollerabile, il capitano non ebbe motivo di preoccuparsi. A causa dello smacco serb soltanto un po' di cattivo umore, del quale Hamilton avrebbe ricevuto il superfluo. Quel temporale, per quanto di modestissime proporzioni, bast tuttavia a liberare il capitano di un eccesso di elettricit. Un temperamento cos normale non poteva tardare a riprendere il proprio equilibrio. Fu dunque nelle migliori disposizioni di spirito che egli si sedette di fronte a Thompson, alla tavola della colazione, che l'agitazione delle onde aveva largamente spopolata. Il suo umore per torn ad offuscarsi nuovamente quando, risalito sul ponte, vide lo stesso punto che sir Hamilton gli aveva segnalato, ostinatamente fisso sulla scia del Seamew. Quell'ostinazione gli diede da pensare. Non poteva quel vapore essere stato mandato al suo inseguimento dal governatore di So Miguel? E vero, per, che avrebbe potuto essere una nave qualsiasi che faceva la solita traversata fra le Azzorre e Madeira. L'avvenire avrebbe fornito la soluzione del problema. Le preoccupazioni della passerella erano ignorate dallo spardeck, che era privo della consueta animazione. Non soltanto il mare grosso aveva ridotto il numero dei suoi abituali frequentatori, ma sembrava anche che lo scontento del giorno precedente continuasse a gravare sui passeggeri ancora validi. Essi andavano e venivano isolatamente; refrattari agli inviti delle poltroncine amichevolmente disposte a gruppi, la maggior parte di essi rimaneva in piedi, solitaria, aggrappata alla battagliola per conservare l'equilibrio. Con il cuore esulcerato, Hamilton offriva al vento la fronte che aveva sofferto l'oltraggio. Per nulla al mondo egli avrebbe rivolto la parola ad essere vivente, e il suo risentimento si estendeva a tutta la natura. Trinceratosi dietro la sua dignit, egli rimescolava fino alla nausea i fatti del mattino, mentre sua figlia, sorvegliata da lady Hamilton, parlava con Tigg, restituito alla libert dall'indisposizione delle misses Blockhead. Hamilton osservava quell'amabile chiacchierata. Lui, invece, era solo. Se almeno fosse stato con lui l'amico don Hygino! Ma quest'ultimo giaceva nella sua cabina, atterrato dal mal di mare, e Hamilton si considerava con amarezza abbandonato da tutto l'universo. La tristezza del baronetto si trasmetteva dunque ai suoi compagni? Lo si sarebbe giurato nel vedere i loro visi afflitti. Poich Dolly era occupata a riordinare qualcosa, Alice Lindsay, rimasta momentaneamente sola, era andata a sedersi all'estremit della poppa, in un posto che le era particolarmente caro. Con i gomiti appoggiati alla battagliola del coronamento, ella lasciava errare sul mare uno sguardo vacuo, carico di una malinconia che non aveva una precisa causa ma di cui la sua anima era oppressa. A dieci passi da lei, J ack, immobile, sembrava assorto in qualche lavorio interiore difficile e complicato. Quando ritenne di avere riflettuto abbastanza, J ack con passo lento si diresse verso la cognata e si sedette accanto a lei. Smarrita nel suo fantasticare, Alice non not la presenza del tetro e taciturno personaggio. Alice! mormor J ack. La signora Lindsay trasal e fiss sul cognato gli occhi ancora velati dalla nebbiolina sottile delle lontananze contemplate. Alice riprese J ack vorrei avere con voi un discorso serio. Il momento mi sembra favorevole perch lo spardeck quasi deserto. Volete concedermi questo colloquio? Vi ascolto, J ack rispose Alice con bont, meravigliata del solenne preambolo. Come sapete riprese J ack dopo un istante di silenzio tra poco compir trentun anni. Non sono tanti ma non ho neppure tempo da perdere se voglio mutare vita. L'esistenza condotta finora mi fa orrore; voglio viverne un'altra, utile e feconda. In breve, Alice, ho pensato al matrimonio. E giusto, J ack approv Alice, stupita del momento scelto per una confidenza del genere. Non vi rimane che trovare la donna, ma ci per voi non sar cosa difficile. Gi fatto, Alice la interruppe J ack Lindsay. O quanto meno si tratta di una donna che il mio cuore ha scelto. La conosco da molto tempo, la stimo e la amo. Ma lei, Alice, mi ama? posso sperare che mi amer mai? Un istinto meraviglioso al servizio della donna e l'avverte del pericolo. Alle prime parole di J ack, Alice aveva intuito il pericolo che la minacciava. Volse il capo e con freddezza rispose brevemente: Bisognerebbe chiederglielo, mio caro. J ack percep il cambiamento che aveva reso pi aspra la voce della cognata. Un lampo di collera pass nei suoi occhi. Con uno sforzo riusc a controllarsi. E ci che sto facendo in questo momento rispose e aspetto con angoscia la sua risposta Alice riprese, dopo aver atteso inutilmente la risposta -non vorreste conservare lo stesso cognome, accettando un nuovo marito? Alice si volse vivacemente verso il cognato: spiegazzava nervosamente fra le dita il fazzolettino e aveva gli occhi pieni di lacrime. Ecco una passione improvvisa e una richiesta imprevista! disse con tono di amaro scherno. Passione improvvisa! esclam J ack. Come potete dirlo? Possibile che non vi siate mai accorta del mio amore? Non pronunciate pi quella parola! lo interruppe Alice, aspramente. -Non mi sono mai accorta di nulla di ci che dite. Dio mio, se avessi notato qualcosa del genere non sarei stata cos insensata da permettervi di accompagnarci in questo viaggio! Siete cattiva con me, Alice disse J ack. Che cosa ho fatto per meritare tanta collera da parte vostra? Se la mia richiesta una sorpresa per voi, costringetemi ad un'attesa, mettetemi alla prova, ma non toglietemi la speranza! La signora Lindsay guard il cognato apertamente in viso. Nessuna speranza diss'ella con fermezza. J ack pose la fronte tra le mani rivelando in apparenza un dolore profondo. Alice ne rimase commossa. Vediamo, J ack riprese con dolcezza. Forse in tutto questo c' qualche malinteso. Forse, senza volerlo, ingannate voi stesso. Forse complet, esitante le nostre rispettive situazioni sono in parte causa dell'errore. Che intendete dire? chiese J ack, sollevando il capo. Sono stata la moglie di vostro fratello per cos poco tempo prosegu Alice scegliendo le parole con precauzione che forse siete rimasto molto male nel vedermi ereditare tutti i suoi beni. Forse avete ritenuto di essere stato danneggiato spogliato J ack Lindsay fece un gesto di protesta. Io procedo su un terreno che scotta continu Alice. Faccio ogni sforzo per non pronunciare una sola parola che possa farvi dispiacere. Bisogner scusarmi se non vi riuscir. Forse vi sarete trovato anche in imbarazzo, chiss quasi rovinato E naturale che allora abbiate pensato a un matrimonio che rimettesse in piedi i vostri affari e riparasse nello stesso tempo a ci che ai vostri occhi era sembrato un'ingiustizia. Coinvolto completamente in tale progetto, avrete allora scambiato per amore un semplice affetto familiare. Concludete disse J ack, seccamente. Ebbene, J ack, se questa la verit, tutto pu ancora aggiustarsi. Poich ho la ventura di essere ricca, anzi, molto ricca, potrei venervi in aiuto fraternamente. Potrei pagare i vostri debiti se ne avete aiutarvi a costituirvi una dote che vi consenta di sposare una donna meglio disposta di vostra cognata Un osso da rosicchiare borbott J ack, a occhi bassi. Perch dite ci? disse Alice. Bisogna dunque che io abbia scelto male le parole per ottenere tale risposta. Non potete immaginare come mi dispiaccia La signora Lindsay non pot terminare la frase; spingendo bruscamente la sua poltroncina J ack si era alzato. Basta con le moine, per favore disse bruscamente con occhi cattivi e voce dura. E inutile infiorare il vostro rifiuto. Voi mi respingete. Non parliamone pi. Spetta a me esaminare ci che dovr fare. Rimasta sola, emozionata dalla scenata e dall'uscita violenta che le poneva fine, Alice si rifugi nella solitudine della sua cabina. J ack si allontan, invece, fremente di collera. A poco a poco, tuttavia, la collera cess ed egli pot esaminare con freddezza la propria situazione. Doveva dunque rinunciare all'agognata ricchezza? Mai! decise energicamente. Non gli restava, in tal caso, che trovare il modo di appropriarsene. A cena Alice non si fece vedere. Dolly and inutilmente a bussare alla sua porta. Ella si ostin a voler rimanere sola. Soltanto il giorno dopo riprese la consueta vita di bordo; e allora tutto parve dimenticato fra cognato e cognata. Ciascuno dei due, nell'inviolabile segreto del proprio cuore, aveva preso indubbiamente una decisione. Nel corso del 27 maggio, il mare si calm sensibilmente e il numero dei passeggeri validi aument. Alla sera, i fratelli da Veiga e la famiglia Blockhead erano forse i soli a non abbellire lo spardeck con la loro presenza. Mentre la vita riprendeva a bordo il consueto tran tran, il capitano invece sembrava sempre pi di umore nero. Distratto e preoccupato, da due giorni passeggiava continuamente sulla passerella, grattandosi il naso in modo inquietante. I suoi occhi, divergendo in un pauroso strabismo, guardavano continuamente quel punto che sir Hamilton, poche ore dopo la partenza, aveva scambiato per la vetta di un monte di So Miguel. La mattina del 28 maggio, non appena sul ponte, egli rivolse il cannocchiale com'era sua abitudine sul punto che era diventato per lui un'ossessione. Per mille diavoli! borbott rivolgendosi ad Artimon siamo in un'infernale peripezia! Da un pezzo non nutriva pi dubbi: il Seamew non si dirigeva direttamente verso Madeira; come disposto dal programma, si doveva prima girare attorno all'isola di Porto Santo, e la rotta da Ponta Delgada a Porto Santo disegna un notevole angolo con la linea retta che congiunge la capitale di So Miguel a Madeira. La nave sconosciuta aveva seguito la stessa rotta che, in realt, non conduceva da nessuna parte, continuando a mantenersi costantemente alla distanza di circa 4 miglia. Senza ombra di dubbio seguiva il Seamew. Il persistere della distanza che separava le due navi aveva in parte tranquillizzato il capitano. Se non altro, non sarebbe stato superato in velocit. C'era forse da meravigliarsi per questo? La nave portoghese non aveva fatto carbone anch'essa alle Azzorre? Ma il capitano Pip era costretto a dire a se stesso che la traversata non sarebbe durata in eterno. Si sarebbe ben finito per giungere a Madeira, e Madeira era ancora il Portogallo. Da quarantotto ore il capitano esaminava quella faccenda sotto tutti gli aspetti, senza giungere a una soluzione che lo soddisfacesse. Se fosse stato il padrone, invece di arrendersi ai nuovi carcerieri avrebbe corso dritto dinanzi a s fino all'esaurimento del carbone e di tutte le parti combustibili del bastimento. Si sarebbe visto allora quale delle due navi aveva il deposito di carbone pi capace! Purtroppo, egli era padrone soltanto a met e alla condizione di condurre il Seamew nella maledetta rada di Funchal, capitale di Madeira. Per tale motivo era sempre arrabbiato. Dovette prendere per forza una decisione quando, il 28 maggio, verso le 10 del mattino, la vetta di Porto Santo cominci ad apparire all'orizzonte. Il povero capitano dovette rassegnarsi a parlarne a Thompson, il quale, superfluo dirlo, se ne stava con il capo chino. Con sua sorpresa, la comunicazione non venne accolta cos male come aveva temuto. Thompson si limit a dire: Credete, capitano, che quella nave sia portoghese? Lo credo. E che ci insegua? Lo credo anche, purtroppo. In questo caso, capitano, c' una sola cosa da fare. Quale? Fermarsi. Fermarsi! S, capitano, fermarsi. Il capitano rimase interdetto, con le braccia penzoloni e gli occhi spalancati. Amen! disse alla fine con uno sforzo e senza bestemmiare per la barba di sua madre. Esegu eroicamente l'ordine ricevuto. L'elica si ferm, il Seamew rimase immobile sulla superficie del mare e la distanza che lo separava dalla nave che lo inseguiva diminu a poco a poco. Era proprio un vascello da guerra portoghese, riconoscibile dalla lunga fiamma che si svolgeva sull'albero maestro. Venti minuti dopo appena un miglio lo separava ancora dal Seamew. Thompson fece allora calare in mare un'imbarcazione, nella quale presero posto i poliziotti. Pip non ci capiva pi nulla. Ecco che ora si restituivano gli ostaggi! Il tenente e altri sei poliziotti erano per rimasti a bordo. Lo stupore del capitano fu al colmo quando li vide apparire a loro volta e, soprattutto, quando vide quale strano carico essi trasportavano. Quel carico carico umano era costituito dal nobile don Hygino Rodriguez da Veiga e dai suoi due fratelli. Ancora malconci a causa dei colpi di Nettuno, sembravano cadaveri viventi, incapaci di qualsiasi resistenza. Il capitano li vide passare sopra l'impavesata, insensibili e incoscienti. Incredibile! borbott il capitano, incapace di trovare una spiegazione. Per sorpreso che fosse, sir Hamilton lo era ancora di pi. Anche se indignato per il modo in cui erano trattati quei gentiluomini, egli aveva posto prudentemente la sordina alle sue incessanti proteste. Per il momento egli si limit a chiedere qualche chiarimento a un marinaio accanto al quale il caso lo aveva posto. Ma Hamilton era caduto male. Vecchio e abbronzato, ma con lo spirito reso troppo libero dalla lunga contemplazione dell'immensit dei mari per interessarsi alle piccole umane vicende, quel marinaio non sapeva nulla e, nella sua superba indifferenza, non ci teneva affatto a sapere ci che accadeva. Alla domanda del baronetto alz le spalle per significare che non sapeva nulla. Ebbe la degnazione, tuttavia, di togliersi la pipa dalla bocca. Sono dei privati spieg che hanno mangiato dei ciottolini, a quanto si dice. Pare che il Portogallo lo proibisca. Hamilton dovette contentarsi della risposta. Soddisfatto della spiegazione data, il vecchio marinaio riprese a tirare dalla sua enorme pipa, e gi pensava ad altro, con lo sguardo smarrito dietro le rapide onde. La verit Hamilton l'avrebbe conosciuta soltanto pi tardi, insieme con gli altri passeggeri. Per il vanitoso baronetto quello fu un grosso dispiacere. Tenete presente il nostro accordo aveva detto Thompson al tenente, quando costui lo aveva salutato. Siate tranquillo aveva risposto l'ufficiale. Dopo quelle poche parole, l'imbarcazione si mise in movimento. Poi, trasportato sull'altra nave il suo carico umano, essa fece ritorno al Seamew, la cui elica ricominci a girare. Il capitano Pip continuava a non capirci nulla. Thompson, da parte sua, non era affatto tranquillo. Nonostante le assicurazioni del tenente, la nave da guerra non avrebbe ripreso la sua caccia, ora che il Seamew era a portata dei suoi cannoni? Ma l'ufficiale aveva mantenuto lealmente le sue promesse e le sue spiegazioni erano state ritenute soddisfacenti: presto, infatti, la nave inseguitrice descrisse un grande semicerchio sulla destra per sparire sotto l'orizzonte settentrionale, mentre a sud apparivano le rive di Porto Santo. Verso mezzogiorno l'isola montagnosa venne costeggiata, soprattutto nella sua parte settentrionale; poi il Seamew mise la prua direttamente verso Madeira, la quale, anche se lontana una trentina di miglia, gi cominciava a elevare al disopra delle acque la sua massa colossale. Due ore dopo si avvistava il Capo So Loureno, mentre s'innalzavano a loro volta i Desertas, i cui tre isolotti completavano l'arcipelago, insieme con le scogliere Salvages. In quel momento la costa settentrionale dell'isola si svolgeva sotto gli occhi dei passeggeri nella sua rude possanza. Nel creare Madeira, evidentemente il Signore non cerc di fare qualcosa di nuovo: fece alte rupi verticali, promontori sottili e selvaggi, monti convulsi separati da profonde e tetre valli, secondo il modello delle Azzorre; fece per un modello compiuto, ingrandito, decuplicato. Al disopra delle aspre rive si estende sotto il cielo un altro mare: un mare di verzura, che ha per onde un enorme numero di alberi giganti. Tappezzati da tali alberi d'alto fusto, come da un prato alla loro altezza, i monti sono disposti a piani, sempre crescenti, dominati nel centro dai 1850 metri del Pico Ruivo. A poco a poco prese rilievo la riva settentrionale e, intorno alle ore 3, fu doppiato il Capo So Loureno, punta orientale dell'isola. Il Seamew vi si avvicin a meno di 2 miglia e tutti poterono facilmente scorgere l'albero dei segnali e il faro innalzato alla sua estremit. Il capitano fece allora accostare la nave un po' pi alla terra e la riva meridionale dell'isola si spieg allora sotto gli occhi degli entusiasti passeggeri. Si scorsero innanzitutto le rocce basse che costituivano il Capo So Loureno e la lingua di terra che lo univa al resto dell'isola. Poi la costa si innalz per formare i mostruosi contrafforti che sostengono le montagne centrali. Tra ciascuna di esse si celavano alcuni villaggi che, a quella distanza, sembravano deliziosi: Machico, Santa Cruz, Canical, dei quali, a mano a mano, Robert diceva il nome. Alle 4, un nuovo capo apparve dinanzi alla nave: era il Cabo Garajao. Alcuni giri d'elica furono sufficienti per doppiarlo e pochi istanti dopo il Seamew si ormeggiava nella rada di Funchal, tra una flotta numerosa, agli alberi della quale sventolavano bandiere di tutte le nazioni. CAPITOLO XIII SOLUZIONE DI UN ANAGRAMMA DISTANTE 900 chilometri dalla pi vicina costa dell'Europa, 700 dal Marocco, 400 dall'arcipelago delle Canarie, separata da 460 miglia marine da Santa Maria delle Azzorre, Madeira si estende su una lunghezza di circa 70 chilometri, quasi all'intersecazione del 33 grado di latitudine nord e del 19 grado di longitudine ovest. E impossibile immaginare oasi pi grandiosa nel Sahara del mare. Dalla catena montuosa che, sollevando l'estrema vetta fino a 1900 metri, corre vicino alla riva settentrionale dell'isola, di cui essa costituisce una specie di gigantesca spina dorsale, si distaccano piccole catene laterali, affluenti di quel fiume di cime. Verso nord, da una parte, verso mezzogiorno dall'altra, separate da profonde valli colme di un paradossale sfavillio di vegetazione, esse vanno a finire nel mare debellandolo con i loro aspri promontori. Aspre e ben definite sono le rive di questa regina dell'Atlantico settentrionale, come se una gigantesca fustella avesse tranciato il blocco in pieno suolo. Con una sola spinta, in un passato molto lontano, la forza plutonica l'ha lanciata fuori dalle acque, che intorno a essa raggiungono la profondit di 4 chilometri. E tuttavia, nonostante il fatto che le sue rocce selvagge sono orlate di tufi dai colori pi imprevedibili, nonostante i violenti dislivelli di cui essa tormentata, l'isola ha un aspetto dolce e tenero. Un incomparabile mantello di verzura, addolcendo gli angoli troppo acuti e arrotondando le vette troppo appuntite, cade in cascate fino all'estremo limite delle rupi. In nessun altro punto della Terra la vegetazione ha tanta energia e tanta ampiezza. A Madeira i nostri arbusti diventano alberi e i nostri alberi raggiungono dimensioni colossali. Ancor pi che alle Azzorre, a Madeira crescono l'uno accanto all'altro i vegetali dei climi pi differenti. Fiori e frutti delle cinque parti del mondo vi prosperano. I sentieri sono delimitati dalle rose e basta chinarsi per raccogliere fragole tra i fili d'erba. Come sar stata, dunque, quest'isola di paradiso nel momento della sua scoperta, quando alberi, oggi relativamente giovani ma allora pi volte secolari, accrescevano l'altezza delle sue montagne con le loro chiome gigantesche? L'isola era una vasta foresta che non lasciava un palmo di terra alla coltivazione, quando il suo primo governatore dovette appiccare il fuoco in quelle boscaglie impenetrabili. Le cronache ci riferiscono che il fuoco bruci per sei anni di seguito e oggi si dice che la fecondit del suolo provenga da quel barbaro ma forse necessario vandalismo. A parte ogni altra causa, al suo felice clima che Madeira deve la sua lussureggiante vegetazione. Sotto tale aspetto, pochi Paesi possono esserle paragonati. Meno calda delle Azzorre in estate, meno fredda in inverno, la temperatura delle due stagioni differisce di appena 10 gradi centigradi. L'isola il paradiso dei malati. Per tale motivo essi vengono qui in gran numero all'inizio dell'inverno, specialmente i malati inglesi, a chiedere la salute a questo cielo di miele e di azzurro. Di conseguenza, una somma annua di 3 milioni di franchi passa nelle mani degli abitanti, mentre le tombe scavate per coloro che non ripartiranno mai pi fanno di Madeira il pi grande cimitero di Londra. Sulla parte meridionale dell'isola, proprio in riva al mare, si estende la capitale: Funchal. Un migliaio di navi si ormeggiano annualmente nella sua rada foranea, nella quale innumerevoli barche da pesca incrociano, durante il giorno, i punti bianchi delle loro vele, e durante la notte l'ingannevole richiamo dei loro fuochi. Non appena fu calata l'ancora, il Seamew venne circondato da un gran numero di imbarcazioni condotte da ragazzi seminudi, le cui grida si mescolavano in dissonante concerto. In un dialetto anglo- portoghese essi offrivano fiori o frutta, o suggerivano ai passeggeri divertiti di gettare qualche monetina, che essi, sorprendenti nuotatori, sarebbero andati a raccogliere sul fondo del mare. Non appena l'ufficio sanitario ebbe autorizzato lo sbarco, i canotti indigeni si accostarono alla nave e offrirono i loro servigi. Offerta superflua per quel giorno: poich le 5 erano gi trascorse non ci sarebbe stato tempo sufficiente per intraprendere la visita di Funchal. Due passeggeri soltanto ritennero di dover lasciare la nave. In questi due impazienti turisti il lettore avr riconosciuto i due giovani sposi che cullavano sotto tutti i cieli un amore sempre uguale. L'uno accanto all'altra, ciascuno con un sacchetto in mano, marito e moglie si diressero verso un canotto al quale avevano fatto segno. Con l'aspetto ipocritamente imbarazzato e una gioia sorniona che brillava, nonostante tutto, in fondo ai loro occhi chini, essi passarono rapidi e modesti in mezzo ai loro compagni, i cui sguardi li seguirono a lungo Con simpatia. Gli altri rimasero a bordo. Poich il programma comportava uno scalo di sei giorni, il tempo non sarebbe mancato, anche perch il programma non prevedeva gite di alcun genere. 26, 27, 28, 29, 30 e 31 maggio, soggiorno a Funchal ecco che cosa esso diceva, laconicamente. Era stata una dimenticanza di Thompson? Oppure aveva egli creduto che l'isola di Madeira non avesse luoghi che meritassero la fatica di andare a visitarli? Su questo punto il programma non diceva nulla. Hamilton si assunse il compito di ottenere qualche informazione. Dopo la loro ultima scaramuccia, Thompson e lui non avevano pi scambiato una parola. Di fronte ai due passeggeri ringhiosi, Hamilton e Saunders, Thompson aveva ormai messo da parte ogni ritegno. Sempre indaffarato, sempre frettoloso, pieno di cortesia quando s'intratteneva con qualcuno dei loro compagni, con quei due si manteneva cortese, preciso, freddo. Di malavoglia il baronetto avvicin l'odioso Thompson. Com' possibile chiese con alterigia che non venga annunciata alcuna gita durante i sei giorni di sosta a Madeira? Guardate il programma! rispose seccamente Thompson. Benissimo disse Hamilton, stringendo le labbra. Vorreste almeno dirci dove contate di alloggiarci? Guardate il programma! ripet Thompson, imperturbabile. Il programma non dice nulla su questo punto. Non d nessuna indicazione, n elenca qualche albergo. E questa nave? fece rilevare Thompson. Come! esclam Hamilton indignato avreste la pretesa di tenerci prigionieri a bordo del Seamew? questo ci che voi chiamate vedere Madeira? Guardate il programma! rispose per la terza volta Thompson, voltando le spalle al suo irascibile amministrato. Ma cadendo da Cariddi a Scilla, il disgraziato amministratore si trov dinanzi a un altro nemico. Davvero? disse la voce stridula di Saunders. Bisogna proprio vedere il programma? Ma il vostro programma un imbroglio, chiamo a testimoni questi signori. E Saunders, con ampio gesto, prese a testimoni i passeggeri che a poco a poco avevano fatto cerchio intorno ai due belligeranti. Possibile disse Saunders che non vi sia nulla d'interessante da vedere in questa isola? Dopo averci condotti come un gregge in paesi disabitati e privi di strade, osate trattenerci a bordo del vostro del vostro Saunders esitava. del vostro infernale trabiccolo disse infine ora che siamo giunti in un paese quasi civile? Con gli occhi rivolti al cielo e la mano che agitava in tasca un mazzo di chiavi, Thompson attendeva con flemma la fine dell'uragano. Il suo atteggiamento fin con l'irritare Saunders. Ebbene esclam il passeggero ci non finir cos! Benissimo! disse Hamilton, venendogli in aiuto. Lo vedremo, se a Londra vi sono ancora dei giudici! Benissimo! disse nuovamente il baronetto, con energia. Tanto per cominciare, io scendo a terra e vado in albergo! In un albergo di prim'ordine! E vi rimarr a vostre spese! E Saunders si cacci sulla scala che conduceva alle cabine, per riapparire poco dopo con la valigia; poi chiam un'imbarcazione e lasci la nave con maestosa ma rumorosa dignit. Pur non protestando con uguale veemenza, la maggior parte dei suoi compagni ne approvarono il comportamento. Tutti giudicavano severamente la leggerezza dell'Agenzia Thompson; molti di essi, con certezza, non si sarebbero accontentati di visitare soltanto la capitale dell'isola. Alice e Dolly avrebbero comunque percorso l'isola, almeno in parte; lo avevano gi deciso, e con loro sarebbe andato certamente Roger. Fu lui che si incaric di ottenere in anticipo, da Robert, le informazioni indispensabili. In tale occasione egli decise di chiarire un dubbio che lo assillava d molto tempo e che riguardava l'interprete del Seamew. Un'informazione, per favore gli disse avvicinandolo, non senza un malizioso sorriso. Sono a vostra disposizione rispose Robert. La famiglia Lindsay e io riprese Roger desideriamo fare una gita nell'interno dell'isola. Vorreste essere cos gentile da indicarci il migliore itinerario da seguire? Io! esclam Robert, che alla luce dei fanali Roger vide arrossire. Non posso; non so proprio nulla dell'isola! Per la seconda volta Robert constat che era venuto meno al suo dovere. Ci gli rincresceva e lo umiliava. La sua volont era dunque cos debole? Quali pensieri lo distraevano al punto da fargli trascurare i suoi doveri? Nell'udire quella confessione d'impotenza Roger sembr essere scontento. Non siete forse il cicerone-interprete della nave? S disse Robert, con tono glaciale. Com' possibile allora che non sappiate nulla su Madeira? A un'umiliante difesa Robert prefer il silenzio. Rispose con un gesto evasivo. Roger assunse un'aria beffarda. Sar, forse insinu perch non avete avuto ancora il tempo di consultare i vostri fedeli libri? Da molto tempo il vostro obl non appare pi illuminato, alla sera. Che intendete dire? chiese Robert, facendosi rosso. Diamine, ci che ho detto! Un po' disorientato Robert non rispose. Sotto l'ironia delle parole la voce del suo interlocutore rivelava qualcosa di amichevole. Rimase nell'incertezza, ma comprese subito. Con sua meraviglia Roger gli prese il braccio con imprevista familiarit e gli disse a bruciapelo: Su, confessatelo! Siete interprete come io sono papa! Confesso che non capisco si difese Robert. Io mi capisco riprese Roger e ci basta. Evidentemente, siete interprete soltanto per il momento, chiaro, press'a poco come io sono marinaio. Ma riguardo a esserlo di professione! Ho forse io l'aspetto di un curato? In ogni caso, mio caro, se siete interprete, bisogna confessare che non siete fra i pi noti! Ma protest Robert con un mezzo sorriso. Proprio cos afferm Roger con energia. Fate malissimo il vostro mestiere. Non dirigete, ma siete diretto. Dite soltanto quelle poche parole imparate in anticipo da una guida qualsiasi. E forse questo il mestiere del cicerone? Ma, infine ripet Robert. Roger lo interruppe nuovamente. Con un affettuoso sorriso sulle labbra, e la mano tesa, gli si era posto dinanzi e gli diceva: Non insistete, dunque, a mantenere un incognito chiarissimo. Professore come il mio bastone, cicerone come il mio sigaro avete indossato un abito che non il vostro, mio caro, confessatelo. Non il mio? ripet Robert. Proprio cos. Siete entrato nella pelle del cicerone-interprete cos come si indossa un abito preso a prestito. Robert trasal Che le sue intenzioni fossero buone non era possibile dubitarne. Avrebbe ora rifiutato con orgogliosa ostinazione, solo com'era, l'amicizia che gli veniva offerta con tanta fiducia? E vero disse. Diamine! disse tranquillamente Roger, stringendogli la mano e trascinandolo in un'amichevole passeggiata. Da un pezzo lo avevo indovinato. Un uomo che ha ricevuto una buona educazione ne riconoscerebbe un altro anche sotto lo strato di carbone di un fochista. Ora che avete cominciato, spero che non lascerete a met le vostre confidenze. Che cosa vi ha spinto ad accettare questo posto? Robert sospir. Sarebbe insinu il compagno. Sarebbe? L'amore? No disse Robert. La povert. Roger si ferm di colpo e prese fra le sue la mano del compatriota. La cordialit del gesto commosse Robert e lo indusse ad avere fiducia. La povert! Su, mio caro, parlatemene. Si dice che parlare dei propri mali sia un conforto; non troverete mai altri pronto ad ascoltarvi con pi simpatia di me. I vostri genitori? Sono morti. Tutti e due? Tutti e due. Mia madre, quando avevo quindici anni; mio padre, sei mesi fa. Fino allora avevo condotto la vita che menano i giovani ricchi, molto ricchi anche, ed soltanto dopo la morte di mio padre Capisco disse Roger, con tono di profonda simpatia. Vostro padre era una persona di mondo, gaudente Non lo accuso! lo interruppe Robert. E stato sempre buono con me; con mano e cuore sempre aperti. Per il resto, era libero di organizzare la sua vita a modo suo. Comunque sia, mi sono trovato dopo alcuni giorni letteralmente senza un soldo. Ci che possedevo pass nelle mani dei creditori all'atto della successione: due settimane dopo la morte di mio padre non mi restava quasi pi nulla. stato allora necessario pensare a guadagnarmi il pane. Disgraziatamente, poco abituato alle difficolt di una vita del genere, confesso che per un istante mi sono sentito perso. Invece di tenere testa all'uragano, di rimanere a Parigi e di sfruttare le mie relazioni, mi sono vergognato della mia nuova condizione e sono partito per Londra, ove in breve tempo ho esaurito le mie ultime risorse. Per fortuna ho ottenuto un posto di insegnante. Cominciavo a riprendermi del colpo e a fare progetti, come ad esempio quello di andare a cercare fortuna in qualche colonia francese, quando mi sono ritrovato nuovamente sulla strada. stato necessario allora approfittare della prima occasione. Quella occasione portava il nome di Thompson. Ecco, in poche parole, la mia storia. Non allegra dichiar Roger. Ma non avete detto che avevate cambiato nome. vero. Qual il vostro vero nome? Al punto in cui siamo sarebbe forse un'indiscrezione chiedervelo? Robert sorrise con un po' d'amarezza. Dio mio, ho gi detto tanto! Vi chiedo soltanto di mantenere il segreto per non fare di me la favola di bordo. Del resto, come vi ho gi confessato, per un amor proprio che ora mi appare sciocco, che mi sono permesso questo ridicolo battesimo. Non volevo che il mio vero nome si prestasse a canzonature. Mi sembrava di scendere in basso. Quali sciocchezze! Allora mi sono divertito a inventare un nome nuovo. Non ho trovato nulla di meglio che fare puerilmente l'anagramma del mio. In Morgand, dunque? In Morgand c' Gramond. Aggiungetevi una particella che in questo momento mi utilissima, e il titolo di marchese che mi rende incontestabilmente grandi servigi, e conoscerete la mia completa personalit. Roger aveva emesso un'esclamazione. Diamine! esclam. Sapevo perfettamente di avervi conosciuto! Se ne avete memoria, dovreste ricordarvi che quando eravamo ragazzini a volte ci vedevamo. Ho avuto l'onore di essere ricevuto da vostra madre. Credo anche che siamo vagamente cugini. Ci esatto conferm Robert. Me ne sono ricordato non appena ho sentito pronunciare il vostro nome. E avete persistito a mantenere il vostro incognito! protest Roger. Perch venirne meno? disse Robert. Sono state le circostanze da voi richiamate alla memoria che mi hanno indotto a rispondere alle vostre domande. Per un istante i due compatrioti passeggiarono in silenzio. E il vostro impiego di interprete? chiese Roger bruscamente. Ebbene? disse Robert. Volete lasciarlo? superfluo dirvi che sono a vostra completa disposizione. E come potrei rimborsarvi? No, no, caro signore. Sono sensibile alle vostre offerte pi di quanto non saprei dire, ma non posso accettarle. Se mi sono ridotto alla miseria e se ho lasciato il mio Paese proprio per non dovere nulla ad alcuno. E in ci sono testardo. Del resto, avete ragione disse Roger con aria pensosa. I due compatrioti passeggiarono ancora a lungo sottobraccio; a poco a poco anche Roger si avventur sulla china delle confidenze: non mai senza motivo che due giovani aprono il cuore l'uno all'altro. Nel separarsi, i due compagni di passeggiata avevano visto abbattute le barriere che li separavano: il Seamew ora trasportava due amici! Robert ricav un'ottima impressione dall'imprevisto cambiamento: la solitudine morale che lo agghiacciava da oltre sei mesi aveva avuto termine. Interprete per tutti gli altri, gli sarebbe stata di grande aiuto la coscienza di avere riacquistato, sia pure agli occhi di una sola persona, la propria dignit. Immerso in quei piacevoli pensieri egli accese la candela e si diede allo studio di Madeira e di Funchal. Le amichevoli prese in giro di Roger gliene avevano fatto sentire la necessit. Si affrett a recuperare il tempo perduto e studi la sua guida fino a tarda notte. Quando son l'ora della partenza egli era preparatissimo e pronto a rispondere a ogni interrogazione. Per andare sulla riva, distante circa mezzo miglio, non si dovevano adoperare i canotti della nave. Il mare, sempre dirompente a Funchal, vi rendeva difficile l'approdo. L'aiuto delle imbarcazioni del paese e di marinai molto pratici della costa era necessario alla sicurezza dei passeggeri. Sapete, professore disse Thompson a Robert, imbarcandosi con lui a Madeira tutti parlano inglese. Per voi, quindi, sar una specie di vacanza. Se volete trarre profitto della tavola comune, andate alle 11 all'Albergo d'Inghilterra e alle 8 della sera a bordo. In breve, le imbarcazioni, con in testa quella di Thompson, giunsero sulla riva. Gli approdi purtroppo erano ingombri. Era giorno di mercato, come disse un marinaio, e i passaggi erano ostruiti da barche di ogni specie, dalle quali veniva fuori un assordante concerto. Gli animali ammucchiati in quelle barche grugnivano, muggivano, belavano. Ciascuno di essi, nella propria lingua, manifestava abbondantemente la propria preoccupazione. Venivano sbarcati l'uno dopo l'altro; sbarco poco complicato, perch consisteva nel gettarli in acqua, con accompagnamento di risate e di grida. I passeggeri del Seamew dovettero mettere piede a terra in mezzo a quel gregge rumoroso, sotto gli occhi di un pubblico duplice e dissimile. Indifferenti, coloro che sul greto accoglievano gli animali destinati al mercato; attenta, la folla elegante, in gran parte composta da inglesi, che in secondo piano passeggiava sulla diga cercando qualche viso noto fra quelli dei nuovi arrivati. Del resto, a parte la speranza di scoprire un amico fra i visitatori della loro isola, questi passeggiatori non potevano fare a meno di interessarsi alle manovre di sbarco. C'era sempre qualche attimo d'incertezza, non privo di una certa attrattiva, tranne che per gli attori. Giunti a una ventina di metri dal greto, i marinai addetti al trasporto si fermavano e aspettavano l'onda che li avrebbe condotti fin sulla riva, fra un turbine di schiuma pi spaventoso che pericoloso. I marinai sceglievano il momento pi adatto con notevole abilit e un atterraggio mancato capitava molto di rado. Quel giorno, tuttavia, ne sarebbe capitato uno. Arrestatasi un po' troppo lontana dalla riva, un'imbarcazione non vi fu sospinta completamente dall'onda, la quale nel ritirarsi la lasci a secco. I tre occupanti si affrettarono allora a lasciarla, ma raggiunti nel correre da una sferzante seconda ondata furono gettati a terra, rotolati, inzuppati, mentre i loro canotti venivano rovesciati. Il bagno fu completo. Quei tre passeggeri non avevano nulla da invidiare ai vitelli e ai montoni che continuavano a emettere penosi muggiti. Chi erano quei tre passeggeri? N pi e n meno che i signori Edward Tigg, Absyrthus Blockhead e il baronetto sir George Hamilton. Nella confusione della partenza si erano trovati insieme proprio per fare la conoscenza di Madeira in quel modo originale. I tre involontari bagnanti presero l'avventura in maniera assai diversa. Tigg, con flemma: non appena l'onda lo ebbe lasciato a secco si scosse con filosofia e si allontan tranquillamente dal pericolo di essere nuovamente raggiunto dal perfido elemento. Aveva udito il grido lanciato da miss Mary e da miss Bess Blockhead? Se lo aveva udito egli ritenne modestamente che gridare un fatto spontaneo quando si vede il proprio padre ruzzolare sul greto come un ciottolo. Il loro padre, invece, esultava. Intorno a lui si rideva, ma egli rideva molto di pi. Avere corso il rischio di annegare lo mandava in visibilio. I marinai maldestri, causa del disastro, dovettero trascinarselo via; se non lo avessero fatto egli avrebbe atteso estasiato un'altra doccia, nello stesso posto in cui aveva ricevuto la prima. Felice temperamento quello del droghiere onorario! Se Tigg fu tranquillo e Blockhead allegro, Hamilton invece rimase corrucciato. Appena rialzatosi, fra le risate di coloro che avevano assistito a quel bagno intempestivo, and verso Thompson che, sano e salvo, stava a guardare. Senza dire parola mostr i suoi vestiti inzuppati d'acqua a colui che egli considerava responsabile dei suoi mali. Thompson si rese conto che doveva dedicarsi a lui in quella circostanza e si mise a disposizione dello sfortunato passeggero. Gli venne offerta una barca per fare ritorno a bordo e cambiarsi d'abito: Hamilton rifiut decisamente. Io, imbarcarmi nuovamente in uno di questi infami canotti? Il furore di Hamilton cresceva anche a causa della presenza di Saunders, il quale con occhio beffardo aveva assistito allo sbarco movimentato. Perch mi avete abbandonato ieri? Sono asciutto, io! sembrava dire ironicamente al baronetto. In tal caso rispose Thompson a meno che qualcuno dei vostri compagni Perfettamente! lo interruppe Blockhead. Andr io a prendere a sir George Hamilton ci che gli serve. A me non dispiace affatto Che cosa avrebbe potuto recare dispiacere al buon droghiere? Non certamente l'eventualit di prendere un secondo bagno! Non ebbe questa gioia. Il suo secondo viaggio non incontr incidenti e i vestiti del baronetto giunsero asciutti a destinazione. La maggior parte dei passeggeri si era gi dispersa. Robert era stato subito accaparrato da Roger. Siete libero? gli aveva chiesto. Completamente aveva risposto Robert. Il signor Thompson mi ha dato or ora questa buona novella. Non potreste allora pilotarmi per un po'? Con molto piacere aveva dichiarato il nuovo amico dell'ufficiale. Ma dopo i primi passi quest'ultimo si era fermato e, con aria ironica, aveva detto: Non mi farete smarrire la strada, almeno! Siate tranquillo aveva risposto allegramente Robert, il quale aveva appena terminato di studiare la sua pianta di Funchal. E infatti egli si sbagli soltanto cinque volte nella prima mezz'ora, con grande spasso di Roger. Sbarcati quasi di fronte alla torre che sorregge l'albero delle segnalazioni, i due viaggiatori si erano subito cacciati nelle vie strette e tortuose di Funchal. Non avevano ancora percorso cento metri che dovettero rallentare il passo; presto furono costretti persino a fermarsi, con una smorfia di dolore rivolta al selciato che martirizzava i loro piedi. Non c' selciato pi inumano in nessuna parte del globo, fatto di schegge basaltiche dalla punta tagliente che la spuntano sulle scarpe pi resistenti. Non era il caso di pensare al marciapiede: il marciapiede era un lusso sconosciuto a Madeira. La sala da pranzo dell'Albergo d'Inghilterra riun alle 11 tutti i passeggeri del Seamew, fatta eccezione per i due giovani sposi, sempre invisibili, e per J ohnson, il quale ricominciava il solito scherzo delle Azzorre. La colazione fu assai differente da quella di Faial. I turisti apprezzarono vivamente la diversit e convennero che l'agenzia teneva fede per la prima volta alle proprie promesse. Avrebbero potuto credersi in Inghilterra, senza la marmellata di patate prodotta dalle religiose del convento di Santa Clara, la quale venne servita alla fine. Questa leccornia esotica, piuttosto insipida, non incontr alcun favore presso i convitati. Dopo colazione, Roger accaparr nuovamente Robert e gli disse che contava assolutamente su di lui perch lo guidasse attraverso Funchal, in compagnia della famiglia Lindsay. In ogni caso gli disse a quattr'occhi non possiamo imporre alle signore una passeggiata molto lunga sul bellicoso selciato del quale stamane abbiamo sperimentato il cattivo umore. Questo paese forse privo di vetture? Non ci sono vetture con ruote rispose Robert. Diamine! disse Roger, perplesso. C' di meglio, per. Che cosa? La portantina. La portantina! Magnifico! Una passeggiata in portantina sar deliziosa. Ma dove trovare queste benedette portantine, sapiente cicerone? In piazza Chafariz rispose Robert, sorridendo. Se volete, vi condurr. Sapete anche il nome delle vie, ora! esclam Roger, stupito. Dopo avere pregato Alice e Dolly di attenderli, Roger usc con il suo compatriota. Ma, lungo la via, la conoscenza di quest'ultimo si trov in difficolt. Dopo un po' dovette subire l'umiliazione di farsi indicare la strada. Anch'io avrei potuto fare come voi disse impietosamente Roger. La vostra guida non contiene dunque la pianta della citt? La piazza Chafariz, molto vasta e con una fontana ornamentale in mezzo, brulicava di campagnoli venuti per il mercato. I due francesi rintracciarono senza fatica il posto delle portantine e noleggiarono due comodi veicoli. Quando Alice e Dolly vi ebbero preso posto, il gruppetto si mise in marcia. Cominciarono con l'andare a vedere il Palacio So Loureno, di cui costeggiarono le fortificazioni irregolari, fiancheggiate da torri rotonde dipinte di giallo, dietro le quali ospitato il governatore di Madeira. Poi, ritornando verso oriente, attraversarono il giardino pubblico, molto bello e molto ben tenuto, il quale si estende accanto al Teatro di Funchal. Soltanto quando raggiunsero la cattedrale le signore abbandonarono le loro portantine; ma avrebbero potuto risparmiarsi lo sforzo, perch tale edificio del XV secolo aveva perduto ogni caratteristica a causa dei restauri inflittigli ripetutamente dalla troppo conservatrice amministrazione locale. Poich Robert afferm che le altre chiese non meritavano la fatica di essere visitate, si diressero verso il convento dei Francescani, nel quale, diceva Robert, c'era da vedere una curiosit. Per recarsi al convento i turisti dovettero attraversare quasi tutta la citt. Fiancheggiate da case bianche dalle persiane verdi e adorne di balconi di ferro, le vie si susseguivano, ugualmente sinuose, sempre prive di marciapiede e selciate con i soliti impietosi ciottoli. Al pianterreno si aprivano negozi dall'aspetto attraente; ma a vedere la povert delle cose messe in mostra, c'era da dubitare che il compratore meno esigente potesse uscirne soddisfatto. Alcuni magazzini offrivano agli interessati i prodotti speciali di Madeira. Si trattava di ricami, merletti in filo di agave, stuoie, mobiletti a intarsio. Nelle vetrine dei gioiellieri erano esposti molti braccialetti, i quali rappresentavano una piccola eclittica, con incisi i segni dello zodiaco. Ogni tanto occorreva scansarsi per lasciar passare qualcuno che veniva in senso opposto. Si vedevano pochi pedoni. Coloro che passeggiavano lo facevano generalmente in portantina, qualche volta a cavallo, e in questo caso erano seguiti dall'infaticabile arriero, o mulattiere, incaricato di dare la caccia alle zanzare. A Madeira, larriero era un tipo altamente specializzato. A qualsiasi andatura egli non rimaneva mai indietro. Trottava quando il cavallo trottava, galoppava quando il cavallo galoppava e non chiedeva mai grazia, qualunque fosse la rapidit e la lunghezza della marcia. Altre volte, colui che passeggiava si crogiolava sotto il baldacchino impermeabile di un carro, una specie di vettura a pattini che poteva scivolare sulle pietre levigate. Tirato da buoi ornati da campane, il carro avanzava con prudente lentezza, condotto da un uomo e preceduto da un ragazzo che faceva da postiglione. Due grandi buoi aggiogati, con passo lento e tranquillo cominci Roger, citando i noti versi di Boileau. Portano a spasso per Funchal quest'inglese indolente termin Robert completando il verso. A poco a poco, tuttavia, le caratteristiche della citt mutavano. I negozi si facevano meno numerosi, le vie pi strette e pi tortuose, il selciato pi scabroso. Nel contempo, la salita si accentuava. Si giungeva nei quartieri poveri, le cui case addossate alle rocce lasciavano vedere attraverso la finestra il misero mobilio. Quelle oscure e umide abitazioni fornivano la spiegazione del perch mai la popolazione dell'isola era decimata da malattie che sarebbero dovute essere sconosciute sotto quel clima felice: la scrofolosi e la lebbra, per non parlare della tisi che gli inglesi, venuti qui per guarirne, vi hanno invece acclimatata. I portatori non erano affatto scoraggiati dalla ripidit della salita. Con passo uguale, sicuro e forte, proseguivano il cammino scambiando qualche bongiorno nel passare. Lungo quei sentieri ripidi non si incontravano carri, ma una specie di traino mirabilmente adatto per le salite di montagna, il carrihno, il quale li sostituiva. Se ne vedevano passare a ogni istante, scivolando a grande velocit, guidati da due uomini robusti a mezzo di corde fissate alla parte anteriore del veicolo. Le signore misero piede a terra dinanzi al convento dei Francescani, quasi in cima alla salita. La curiosit annunciata consisteva in una vasta sala che serviva da cappella, con 3000 teschi umani incrostati alle pareti. N il cicerone n le loro guide furono nella possibilit di spiegare ai viaggiatori l'origine di quella bizzarria. Contemplata a sufficienza la curiosit, si ridiscese la china; i due pedoni non tardarono a rimanere indietro, incapaci di seguire il traino su quel selciato al quale essi non risparmiavano gli epiteti pi scortesi. Che modo orribile di mantenere le vie! esclam Roger, fermandosi. -Vi dispiacerebbe se prendessimo fiato per un istante, o se almeno rallentassimo il passo? Stavo per proporvelo rispose Robert. A meraviglia. Approfitto del fatto che siamo soli per presentarvi una richiesta. Roger disse allora al compagno che le signore Lindsay e lui avevano progettato, per il giorno seguente, una gita all'interno dell'isola. Nel corso di quella gita un interprete sarebbe stato necessario, e Roger faceva assegnamento sul suo nuovo amico. Non credo che mi sia possibile disse Robert. Perch? chiese Roger. Perch appartengo a tutti i turisti e non ad alcuni di essi. Non formeremo un gruppo a parte rispose Roger. Verranno con noi tutti quelli che lo vogliono. Gli altri non hanno bisogno di interpreti; a Funchal tutti parlano inglese; e poi citt e cappella si possono visitare in un paio d'ore. Ci riguarda il signor Thompson, dopo tutto, al quale parler stasera. In fondo alla discesa i due francesi raggiunsero le compagne, bloccate da un gran numero di persone che andavano verso una casa dalla quale giungevano risate ed esclamazioni. In breve si form un corteo, il quale si mise in marcia e sfil dinanzi ai turisti al suono di un'allegra musica e di canti festosi. Roger emise un'esclamazione di stupore. Ma ma Dio mi perdoni! Ma un funerale! E infatti, dopo le prime file del corteo, si vide, sulle spalle di quattro portatori, una specie di barella, sulla quale era disteso il corpicino di una bambina. Dal posto in cui si trovavano, i turisti potevano distinguere persino i minimi particolari. Vedevano la fronte della piccina circondata di fiori bianchi, gli occhi chiusi e le manine congiunte del cadaverino che veniva condotto alla tomba in una specie di tripudio collettivo. Credere che si trattasse di una cerimonia d'altro genere e che la bambina non fosse morta sarebbe stato impossibile. Non ci si poteva sbagliare dinanzi a quella fronte cadaverica, al nasino affilato, alla rigidit dei piedini che uscivano dalle pieghe della veste e alla definitiva immobilit della piccola creatura. Che mistero mai questo? mormor Roger, mentre la folla passava lentamente. Non c' nulla di misterioso rispose Robert. In questo paese religioso e cattolico si ritiene che i bambini, poich sono puri e senza peccato, vadano direttamente a prendere posto fra gli angeli del cielo. Perch piangerli dunque? Non ci si deve, invece, rallegrare della loro morte tanto pi quanto pi ci sono stati cari sulla terra? Ecco il perch dei canti festosi da voi ascoltati. Dopo la cerimonia gli amici della famiglia verranno in gran numero a complimentarsi con i genitori della piccola morta, i quali dovranno chiudere nel proprio cuore il loro umano e profondo dolore. Che strana consuetudine! disse Dolly. Strana disse Alice sottovoce ma anche bella, tenera e consolante. Non appena all'albergo, nel quale i turisti dovevano raccogliersi prima di fare ritorno al Seamew, Roger rivolse la sua richiesta a Thompson, e questi fu felice di potersi sbarazzare in quel modo di bocche costose. Non soltanto accolse la richiesta senza alcuna difficolt, ma fece anche molta propaganda in favore di quella gita non ufficiale. Le adesioni che egli raccolse furono poche. Perch aggiungere un'altra spesa a un viaggio gi molto costoso? Una persona non mercanteggi la sua approvazione e, senza esitare, dichiar di volersi unire ai gitanti. Giunse persino a complimentarsi con Roger per la sua idea. Caro signore gli disse, ad altissima voce avreste dovuto essere voi a organizzare, nel nostro interesse, l'intero viaggio! Chi avrebbe potuto essere quell'insolente passeggero se non l'incorreggibile Saunders? Elettrizzato da quell'episodio, il baronetto diede anch'egli la sua adesione; la stessa cosa fece Blochkead, dichiarandosi felicissimo ma senza spiegarne il motivo. Nessun altro passeggero si un alla comitiva. Saremo otto, dunque concluse J ack, con semplicit. Alice aggrott la fronte e guard il cognato severamente. In considerazione dei loro attuali rapporti non avrebbe egli dovuto mostrare maggiore riserbo? Ma J ack si era girato da un'altra parte e non vide ci che non voleva vedere. La signora Lindsay dovette trattenere nel proprio cuore lo scontento e il suo umore, solitamente sereno, ne fu offuscato. Quando i passeggeri del Seamew, eccetto quelli che dovevano partecipare alla gita del giorno seguente, fecero ritorno a bordo, ella non pot fare a meno di rimproverare a Roger di avere reso pubblico il loro progetto. Roger fece del suo meglio per scusarsi; aveva creduto che un interprete avrebbe potuto risultare utile nell'interno dell'isola. Inoltre, aggiunse senza ridere, il signor Morgand, per la conoscenza che aveva del paese, avrebbe potuto servire loro da guida. Forse avete ragione rispose Alice, senza disarmare. Tuttavia, sono un po' seccata, debbo pur dirvelo, di averlo aggregato al nostro gruppetto. Perch? chiese Roger, sinceramente stupito. Perch rispose Alice la gita dar ai nostri rapporti, per necessit di cose, un certo carattere di intimit. Ci per due donne una faccenda delicata, specialmente quando si tratta di una persona come il signor Morgand. Sono d'accordo con voi che le apparenze sono molto lusinghiere. Ma, dopo tutto, si tratta di un uomo che occupa un posto subalterno, che non si sa da dove venga, che non offre alcuna base e che non ha fra noi alcun garante. Roger ascolt con sorpresa quella esposizione di principi cos insolita sulla bocca di una cittadina della libera America. La signora Lindsay lo aveva abituato fino allora a meno riserbo. Ora constatava, non senza provarne un misterioso piacere, la strana attenzione che una donna, posta tanto al disopra di un interprete per il suo denaro, si degnava di concedere a quell'umile funzionario dell'Agenzia Thompson. Come! ella parlava di poter avere con lui rapporti intimi o meno! Si preoccupava delle sue origini e le dispiaceva che egli non avesse alcun garante! Scusate! la interruppe. Egli ne ha. Chi ha? Me. Io mi rendo garante, formalmente per lui, nei vostri confronti disse con seriet Roger. E con un amabile saluto si affrett a congedarsi. La curiosit la passione principale delle donne; le ultime parole di Roger avevano svegliato quella della signora Lindsay. Tornata nella sua camera non aveva potuto prendere sonno. L'enigma che le era stato allora sottoposto la snervava; d'altra parte era irritata per la falsa situazione in cui si trovava nei confronti del cognato. Perch non lasciare la nave? Perch non abbandonare quel viaggio che non avrebbe dovuto mai intraprendere? Quella soluzione sarebbe stata la sola logica. Essa avrebbe rimesso ogni cosa al posto giusto. Alice era costretta a riconoscerlo e tuttavia, dentro di s, un'insuperabile riluttanza si opponeva sordamente a quella decisione. Apr la finestra e bagn deliziosamente il viso nella brezza tiepida della sera. Era una notte di luna nuova. Cielo e mare erano neri ma punteggiati di luci: in alto, le stelle, i fuochi delle navi all'ancora, in basso. Agitata da confusi pensieri, Alice rimase a lungo come in sogno dinanzi allo spazio che un'ombra misteriosa ricopriva, mentre dalla spiaggia giungeva fino a lei l'eterno lamento dei ciottoli della riva. CAPITOLO XIV IL CVRRAL DAS FREIAS IL GIORNO seguente, le otto portantine si trovarono puntualmente dinanzi all'Albergo d'Inghilterra. Alle 6, la piccola carovana si mise in cammino, nella frescura deliziosa del mattino. Al passo allegro dei suoi 16 portatori, scortata da altri 16 portatori di ricambio, essa s'inoltr sulla Strada Nuova e per un'ora e mezzo circa costeggi il mare, lungo questa via ben tenuta. Prima delle 8 si fece una breve sosta a Cmara de Lobos; poi si attacc la montagna lungo un sentiero che per la sua ripidit era stato chiamato Mata Boes, e cio Ammazza buoi. Il sentiero dove i buoi soccombevano, gli uomini lo affrontarono e lo domarono: era affascinante vedere il comportamento dei portatori. Per due ore, dandosi il cambio ogni quindici minuti, essi proseguirono lungo l'aspra salita con sforzo uguale, senza un lamento. Verso le 10 ripresero fiato. In quel punto la strada attraversava un piccolo torrente, allora asciutto, e il selciato faceva posto alla terra riposante. Dopo un'altra ora di marcia, attraversato un bosco di vecchi castagni, una steppa desolata, nella quale sopravvivevano di un'antica foresta soltanto alcuni abeti, e infine una landa ricoperta di erica odorosa, i portatori si fermarono nei pressi di una rudimentale barriera oltre la quale apparivano i muri rossi della Quinta de Campanario. Un tempo elegante dimora, questa quinta non pi che una rovina. Invece di cercarvi rifugio per farvi colazione, i turisti preferirono sistemarsi all'aria aperta, in un posticino che i portatori sbarazzarono dei rovi e delle pietre, oltre che dei detriti di ogni specie che la sporcizia di Madeira vi aveva ammucchiato. Le provviste furono tirate fuori dai sacchetti e una tovaglia bianca ricopr il suolo. La tavola, insomma, assunse un aspetto attraente. Mentre essa veniva apparecchiata sotto la sorveglianza di Robert, i turisti diedero un'occhiata allo splendido panorama e poi andarono ad ammirare i due castagni che s'innalzavano in prossimit della quinta, il pi grosso dei quali, vera curiosit dell'isola, superava gli 11 metri di circonferenza. L'appetito, stimolato dalla faticosa ascensione, li ricondusse presto verso l'improvvisata tavola. Sorpresa spiacevole: attorno ad essa avevano fatto cerchio alcune pecore e pochi ragazzi cenciosi. Con minacce e con qualche soldo di elemosina il gregge venne allontanato a fatica. Lo stomaco meno delicato non avrebbe potuto resistere alla loro presenza. I viaggiatori erano appena a met del pasto quando la loro attenzione fu attratta da uno strano personaggio, apparso sulla soglia della porta della quinta in rovina. Sporco, vestito di poveri stracci, con il viso color mattone aureolato da una barba ispida e da una scarmigliata criniera di capelli che, se puliti, sarebbero stati bianchi, questo personaggio, appoggiato allo stipite della porta, guardava il gruppo affamato. Alla fine, con passo indolente, si avvicin ai turisti. Siate i benvenuti a casa mia disse, sollevando ci che rimaneva di un ampio sombrero, del quale sopravvivevano soltanto le tese. Casa vostra? ripet Robert, alzandosi e restituendo il saluto al cortese proprietario. A casa mia, alla Quinta de Campanario. In tal caso, seor, vogliate scusare i turisti stranieri per la libert con la quale hanno invaso la vostra propriet. Scuse inutili protest l'uomo, in un inglese abbastanza comprensibile. Sono felicissimo di offrirvi ospitalit. Robert e i suoi compagni lo osservavano con sorpresa. I loro sguardi andavano dalla sua misera persona alla stamberga in rovina che serviva di alloggio a quel bizzarro proprietario, il quale sembrava compiacersi dello stupore dei suoi ospiti. Permettetemi disse di presentare me stesso alle signore, poich nessuno pu rendermi questo servigio. Spero che vorranno perdonare la scorrettezza a don Manuel de Goyaz, loro umile servitore. A dire il vero, sotto i suoi stracci il nobile pezzente aveva modi signorili. Aveva recitato la sua tirata in uno stile eccellente fra l'altero e il familiare. La sua cortesia, tuttavia, non poteva impedire ai suoi occhi di parlare. Ipnotizzati e attratti da ci che vedevano, essi andavano dal pasticcio al prosciutto, accarezzavano le bottiglie tentatrici, proclamando con molta eloquenza i lamenti di uno stomaco affamato. Alice ebbe piet del disgraziato ospite. Con i suoi modi caritatevoli, ella invit il seor don Manuel de Goyaz a prendere parte alla colazione. Grazie, seora, accetto di gran cuore rispose senza farsi pregare. Vi prego di non credere di far colazione in cattiva compagnia. L'aspetto un po' frusto cela ai vostri occhi un morgado (un signore), come qui siamo chiamati; voi vedete in me uno dei pi ricchi proprietari terrieri di Madeira. Dinanzi allo sguardo dubbioso dei turisti don Manuel si mise a ridere. Ah! Ah! esclam vi chiederete senza dubbio come siano gli altri. Ebbene, i loro abiti sono pi logori dei miei, le loro case hanno meno pietre della mia quinta, ecco tutto! Come vedete, nulla di pi semplice. Nulla di pi semplice riprese in grazia delle leggi stupide che governano questo paese. I nostri padri hanno dato in affitto con contratti, che l'uso qui richiede di lunghissima durata, le terre che non possiamo coltivare noi stessi. Questo contratto rimane propriet del fattore. Egli lo cede, lo vende, lo lascia in eredit ai figli, e per affitto versa al proprietario la met del suo reddito. Inoltre pu innalzare muri, costruire case, fare tutte le costruzioni che ritiene utili sulle terre che gli sono state affittate, e il proprietario, allo scadere del contratto, per rientrare in possesso della sua propriet deve riscattare tutto ci a prezzo di costo. Chi potrebbe mai farlo? Proprietari in linea di principio, siamo dunque spogliati di fatto, soprattutto dopo che l'invasione della fillossera ha permesso ai nostri fattori di non pagare pi il canone con il pretesto che i loro introiti sono nulli. Son vent'anni che dura questo stato di cose e voi ne vedete il risultato. Ho avuto dai miei avi tanta terra da potervi costruire una citt: ma non ho i mezzi per far riparare la mia casa! Il viso del morgado si era fatto scuro. Tese meccanicamente il bicchiere che gli venne subito riempito. Quella consolazione apparve senza dubbio di suo gusto, perch spesse volte rinnov l'invito a farsi riempire il bicchiere. Ora parlava poco, ma mangiava per quindici giorni e beveva per un mese. Un po' per volta il suo sguardo si addolc; i suoi occhi si fecero vaghi e poi teneri. Presto si chiusero completamente, e il morgado, scivolando mollemente al suolo, si addorment beatamente. I viaggiatori non vollero svegliarlo per congedarsi da lui. Si cerca assai lontano la soluzione della questione sociale disse Roger, al momento di partire. Diamine, eccola! Con leggi del genere i contadini non tarderanno a diventare signori! E i signori a diventare contadini rispose malinconicamente Robert. E, a loro volta, comportarsi da ribelli. Roger non ebbe nulla da aggiungere e il gruppetto riprese il cammino in silenzio. Sfamati e riposati, i portatori procedevano con passo svelto; del resto, la strada era in discesa. In meno di mezz'ora, uno stretto e capriccioso sentiero condusse i gitanti sino alla piccola piattaforma naturale che costituiva la cima del Cabo Giro. Da quella stretta cresta, essi scorgevano la costa meridionale dell'isola. Dinanzi a loro stagliava il suo profilo quella di Porto Santo, priva di alberi e di boschi. A occidente era la borgata di Calheta, con uno sfondo di montagne alte e nebbiose; a oriente, Cmara de Lobos, Funchal e il Capo So Loureno. Ma i chilometri che occorreva percorrere prima del tramonto non consentivano lunga contemplazione. Ci si rimise quindi frettolosamente in marcia e sulla strada, presto raggiunta, i portatori avanzarono con passo svelto. Se quel modo di viaggiare riposante, certamente anche il meno adatto alla conversazione. Isolati gli uni dagli altri, nell'impossibilit di scambiarsi le proprie impressioni, i viaggiatori si lasciavano cullare con indolenza guardando sfilare sotto i loro occhi il bellissimo paesaggio. La strada ora montava e ora si abbassava, ma a ogni nuova valle l'altezza media aumentava mentre la vegetazione mutava. A poco a poco le specie tropicali fecero posto alle specie delle regioni temperate. Querce, cedri e aceri sostituirono palmizi, felci e cactus. Nelle discese o lungo le coste i portatori infaticabili mantenevano lo stesso passo lungo ed elastico. Dopo essere discesi in fondo alle valli, risalivano la cresta successiva per ridiscendere e risalire ancora, instancabilmente. Avevano fatto quella fatica ben tredici volte, quando apparve, nel sole morente, il borgo di Magdalena. Un quarto d'ora dopo le portantine si fermarono dinanzi a un albergo di discreto aspetto, fra un mucchio di bambini cenciosi che chiedevano la carit con alte grida. Per allontanarli Robert e Roger distribuirono inutilmente indulgenti scappellotti. Fu Saunders a trovare l'unico mezzo effettivamente pratico per allontanarli. Dopo aver attinto dal taschino del panciotto una manciata di monetine e averle attentamente contate, lanci il tesoro in aria. La banda, avida, si precipit subito a raccoglierle mentre Saunders, traendo di tasca il taccuino, prendeva nota della spesa. Fatto ci, nel rimettere il taccuino in tasca si volt verso Robert che aveva seguito con interesse quel maneggio. Voi potrete confermare al signor Thompson che ho preso regolarmente nota della spesa gli disse con voce aggressivamente stridente. Il giorno seguente ci si rimise in cammino all'alba. La tappa sarebbe stata lunga e faticosa, soprattutto da Magdalena a So Vicente, dove si sarebbe dormito. Per circa due chilometri si rifece la strada percorsa il giorno precedente, poi i portatori piegarono a sinistra e s'inoltrarono lungo un sentiero da capre che serpeggiava in fondo a una stretta e tetra valle. Su quel sentiero ripido e cosparso di ciottoli, non fu possibile avanzare sollecitamente, nonostante la loro buona volont. Dovettero darsi il cambio a ogni istante, e rassegnarsi ogni quarto d'ora a fare una breve sosta per riposare. Verso le 10 la cima della salita non era ancora in vista quando si fermarono ancora una volta. Nel contempo ci fu un vivace scambio di domande. Che cosa accaduto? chiese stizzito il baronetto. Qualcosa ci impedisce di proseguire rispose Robert. I compagni seguirono il suo esempio e misero anch'essi piede a terra. Che cosa successo? E possibile saperlo? chiese Alice a sua volta. Nulla di grave, signora Lindsay, tranquillizzatevi si affrett a dirle Robert. Ci sar da subire un po' di leste, ecco tutto. Di leste? 19
Guardate rispose l'interprete indicandole il mare. Uno strano mutamento era avvenuto nell'atmosfera: una specie di bruma giallognola infiammava l'orizzonte. In quella immensa nube simile all'oro fuso l'aria tremava, come se fosse sottoposta a eccessivo calore. Quella nuvola spieg Robert ci annuncia un colpo di vento proveniente dal Sahara: le guide cercano di proteggerci nel modo migliore. Come! esclam Hamilton ci dobbiamo fermare per quella brutta nuvola? Non aveva ancora finito di parlare che la meteora raggiungeva il gruppo. In un attimo il calore aument in modo incredibile, mentre si mescolava all'aria una finissima polvere di sabbia calda. Neppure in citt sarebbe stato possibile difendersi da quel terribile vento del deserto. La sabbia che esso trasporta al disopra dei mari penetra ovunque, anche attraverso le finestre meglio chiuse. In quel sentiero sprovvisto di qualsiasi riparo la situazione era molto pi grave; in breve si fece insopportabile. L'atmosfera sembrava aver perduto qualsiasi traccia di umidit. Foglie ingiallite in pochi minuti volavano in quel soffio ardente; i rami assetati degli alberi pendevano malinconicamente. L'aria diventava irrespirabile. Inutilmente i turisti si coprirono il viso seguendo l'esempio delle
19 Vento caldo dell'est. (N.d.T.) guide: ansimavano. Penetrando nei loro bronchi, la sabbia causava accessi di tosse lacerante; una sete ardente cominciava a divorarli. Una situazione del genere non poteva durare a lungo; per fortuna Robert ne scopr il rimedio. I fianchi del sentiero seguito dai viaggiatori erano solcati da una di quelle levadas che formano la gloria di Madeira. Con un lavoro gigantesco gli abitanti di Madeira avevano costruito nella loro isola una rete di acquedotti in miniatura, destinati a portare l'acqua potabile dalla vetta delle montagne fino ai luoghi abitati. Robert ebbe l'idea di chiedere a quello pi vicino un soccorso efficace contro il vento infocato venuto dal deserto africano. A sua richiesta, uno sbarramento costituito da mucchi di pietre fu innalzato nella levada, dalla quale presto l'acqua strarip per ricadere in cascata e per chiudere, con un sipario umido, un'anfrattuosit esistente nel fianco della collina. Quella minuscola grotta era per troppo stretta perch tutti i turisti potessero trovarvi rifugio. Alice e Dolly riuscirono a ripararvisi; un terzo posto, rimasto disponibile, fu occupato a turno dagli uomini, i quali si diedero il cambio ogni cinque minuti. La doccia che subivano per entrare e per uscire dal rifugio faceva loro piacere. Le guide dovettero fare a meno di quella brevissima tregua. Del resto, siamo certi che soffrissero? Addossati alle rocce, con il capo celato nell'ampio cappuccio, aspettavano immobili e pazienti. Quella volta ebbero l'occasione di esercitare a lungo la loro pazienza: alle 4, infatti, il vento soffiava ancora non meno infocato di prima. A un tratto un uccellino cominci a cinguettare. Altri uccellini gli risposero subito. Poi, a una a una le foglie degli alberi si spiegarono e le guide si raddrizzarono, allontanando il cappuccio. Venti secondi dopo il leste cessava all'improvviso e gli succedeva un venticello deliziosamente fresco. L'impbate disse una guida, mentre i turisti lanciavano un coro di esclamazioni entusiastiche. Prima di rimettersi in marcia fu necessario fare colazione, anche se con tanto ritardo. Si fece onore dunque alle provviste e ci si disset alla benefica cascata, che si ebbe cura poi di eliminare. Quelle cinque ore di ritardo complicavano purtroppo le cose. Senza alcun dubbio non sarebbero giunti a So Vicente prima di notte. Tale certezza rabbui il viso delle guide, quando, verso le 7, il gruppo sbocc sul Paul da Serra, e cio sulla vasta piattaforma situata a 1500 metri di altezza. In preda a evidente angoscia, in silenzio, esse si affrettavano compatibilmente con le loro forze. La loro angoscia parve cos evidente e cos sproporzionata alla causa eventuale, che la signora Lindsay, inquieta, ne parl con Robert in un momento in cui le loro portantine si trovarono casualmente vicine durante una di quelle brevi soste che l'insolita fretta delle guide rendevano sempre meno frequenti. Robert la tranquillizz. Causa del crescente terrore delle guide era l'avvicinarsi della notte. Anche in pieno giorno esse non avrebbero attraversato senza tremare il Paul da Serra, che una leggenda locale aveva eletto come soggiorno privilegiato dei demoni. I turisti non ebbero motivo di lagnarsi di quei timori superstiziosi. Appena giunti sul pianoro le portantine assunsero infatti un'andatura vertiginosa. I portatori non marciavano ma correvano in silenzio, in quel paesaggio desolato che il crepuscolo rendeva ancora pi triste. La solitudine era quasi assoluta. Soltanto alcune greggi lontane pascolavano la rara erba e il timo. Poco prima delle 8 il gruppo aveva superato l'intera larghezza del pianoro ed ebbe inizio la discesa mentre le guide manifestavano con canti il loro sollievo. La discesa fu paurosa lungo il sentiero quasi a picco, del quale le ombre della sera accrescevano le difficolt. La stanchezza spense presto i canti delle guide, che ora si davano il cambio ogni due minuti. Alle 9,30 si giunse finalmente a So Vicente dinanzi all'albergo, il cui proprietario, cortese e premuroso, si fece in quattro per i suoi viaggiatori in ritardo. A So Vicente le guide con le loro portantine terminavano la loro prestazione. Sui cavalli, condotti fino dal giorno precedente incontro a loro, i turisti avrebbero percorso domani la strada che unisce il borgo a Funchal. Nel lasciare il giorno seguente l'albergo, situato in riva al mare, essi attraversarono il villaggio di So Vicente elegantemente raccolto in fondo a una valle verdeggiante che contrastava con le rocce scoscese circostanti. Poi la strada si snod nuovamente a zig-zag e i cavalli si inerpicarono lungo l'aspra salita. Il tempo era cambiato sin dal giorno precedente. Non c'era pi il leste, vero, ma il cielo non era pi azzurro. Cosa assai rara a Madeira, il vento spingeva grosse nuvole che ingombravano le zone basse dell'atmosfera. I turisti avevano percorso circa 200 metri, allorch si immersero in un opaco nebbione che permetteva appena di vedere la strada. L'aria satura di elettricit annunciava il temporale. Persone e animali soffrivano a causa dell'eccesso di elettricit. Le prime, in silenzio, non si avvantaggiavano delle comodit che il nuovo mezzo di locomozione accordava alla conversazione. Le bestie, a testa bassa e con le narici fumanti, si inerpicavano faticosamente con il pelo gi imperlato di sudore. Due ore dopo la partenza, raggiunto il Passo dell'Encuemada, i turisti uscivano all'improvviso dalla nebbia. Sotto di essi, le nuvole sospinte da una lieve brezza si sfrangiavano sulle vette delle montagne; sopra le loro teste l'azzurro si stendeva libero di vapori, mentre lo sguardo si spingeva fino alle lontane onde del mare. A quell'altezza l'aria era fresca; cavalli e cavalieri godettero quindi del cambiamento di temperatura. La strada per contro si faceva sentiero ostacolando il procedere della cavalcata. Al Passo dell'Encuemada aveva inizio per i turisti la discesa del versante meridionale dell'isola. Da prima, essi dovettero costeggiare l'interminabile rupe semicircolare della Rocha-Alta. Fattosi molto stretto, il sentiero costeggiava una gola scoscesa in fondo alla quale scorreva un torrente stranamente rimpicciolito dalla distanza. Per un'ora e mezzo fu necessario avanzare in quel modo: la rupe da una parte, il vuoto dall'altra. Nonostante l'aiuto degli arrieros, questa parte del cammino cominciava a sembrare lunga agli escursionisti quando, nell'uscire da uno stretto corridoio, la rupe termin all'improvviso, mentre il sentiero, rifattosi strada, piegava a destra. Nessuno, per, ebbe fretta di procedere su quella strada; riunitisi in gruppo, tutti guardavano. Erano al margine dell'antico cratere centrale di Madeira. Dinanzi a loro, a 800 metri di profondit, si apriva una voragine che non sarebbe stato possibile descrivere. Tutti ammirarono stupefatti uno dei pi bei quadri firmati dall'arte sublime del Creatore. In silenzio essi spingevano lo sguardo in quella voragine un tempo occupata dalla folgore e dal fuoco, quando, in tempi preistorici, tutta l'isola bruciava come un enorme faro in mezzo all'immenso oceano. A lungo il lampo era scaturito e la lava era colata da cento vulcani, colmando il mare, respingendo le acque, creando rive. Poi la forza plutonica era diminuita di intensit, i vulcani si erano estinti, il brulotto inaccessibile era diventato l'isola dolce e materna alle creature. L'ultimo, dopo che da secoli le onde battevano le rive ormai raffreddatesi, quando tutti gli altri crateri si erano placati, l'ultimo era dovuto ancora risonare di tuoni. Ma altri secoli erano trascorsi e le sue collere si erano spente a loro volta. Le rocce fuse si erano solidificate, lasciando fra di esse questo prodigioso abisso dalle pareti selvagge; poi l'humus si era formato, le piante erano germinate, un villaggio infine aveva potuto essere fondato l dove l'incendio aveva rugghiato, e il cratere terribile era diventato il Curral das Freias (Parco delle religiose) in fondo al quale mormorava un ruscello. Era tuttavia impressionante quel luogo in cui avevano brontolato tutti i furori della Terra. Di quei furori esso portava i segni. Nessuno avrebbe saputo descrivere le pareti vertiginose, il prodigioso ammasso di rocce colossali, la fantasia contorta dei particolari. Un cerchio di montagne accigliate lo circondava. Alla loro sinistra i turisti vedevano le Torrinhas, che innalzavano le loro torri gemelle a 1818 metri; dinanzi a loro era la cima pi alta di Madeira, il Pico Ruivo, che sollevava fino a 1846 metri la sua fronte impennacchiata di brume; alla loro destra, invece, c'era il Pico Arriero, alto 1792 metri. Il fondo dell'abisso era stato ornato dal tempo di ammirevole vegetazione, in mezzo alla quale apparivano, come punti e come un filo, le case e il campanile di Libramento. L'itinerario della gita comportava la discesa in quel villaggio, ove si contava di fare colazione. Il gruppetto esitava tuttavia; appariva impossibile far percorrere ai cavalli quel pauroso sentiero che, con mille giri tortuosi, si cacciava nelle profondit del curral. Facili da discendere, 800 metri sono difficili da risalire. Gli arrieros tranquillizzarono i turisti. A partire da quel punto le pareti del cratere si abbassavano continuamente: dopo avere seguito il fondo per circa due miglia, ci sarebbero stati tutt'al pi 100 metri da risalire per ritrovare la strada e i cavalli. Appianata la difficolt, ebbe inizio l'inquietante discesa. Il sentiero del resto era pi spaventoso che pericoloso; non per questo risultava meno difficilmente praticabile alle donne: Alice e Dolly dovettero accettare perci l'aiuto di Robert e di Roger. Non era stato senza esitazione che Robert aveva osato offrire il suo aiuto alla compagna di strada. Fino allora egli non l'aveva abituata a simili libert; una sensazione confusa, tuttavia, lo incitava a uscire un po' dal suo riserbo. Da quando quella gita era cominciata, la signora Lindsay gli rivolgeva spesso la parola, gli comunicava le sue impressioni, accettava e sembrava persino ricercare a volte la sua compagnia. Robert, stupito e affascinato, si chiedeva se Roger non lo avesse tradito. Per quanto ne avesse il desiderio, egli non aveva abbandonato tuttavia la normale fredda cortesia che si addiceva alla sua posizione; all'inizio della discesa egli lasci a malincuore che la sua compagna si dibattesse fra le difficolt del sentiero. C'erano altri, pi qualificati di lui che avrebbero potuto offrirle una mano confortevole: il baronetto, Saunders, J ack Lindsay soprattutto. Ma Hamilton e Saunders sembravano occuparsi esclusivamente della loro preziosa persona; J ack, invece, veniva per ultimo con aria distratta. Se a volte si preoccupava della cognata era soltanto per lanciarle qualche sguardo che avrebbe dato molto da pensare a colui che lo avesse sorpreso. Non c'era nulla di tenero in verit, negli sguardi che egli rivolgeva ad Alice e alla voragine che il sentiero costeggiava. Forse non l'avrebbe spinta, ma non l'avrebbe certamente trattenuta se ella vi fosse caduta per mancanza di controllo, Robert era stato quasi costretto, quindi, a tenerla d'occhio. In un tratto pi pericoloso degli altri, egli le aveva teso istintivamente la mano, sulla quale Alice si era appoggiata con naturalezza sino in fondo al entrai. Abbandonate le altitudini, la temperatura si era fatta a mano a mano soffocante. Al termine della colazione si alz di colpo un vento fresco. Evidentemente il temporale era scoppiato: doveva piovere sulle sommit dell'Arriero e del Ruivo, le cui cime si celavano dietro impenetrabili vapori. Nella valle non pioveva comunque. Se il cielo era grigio, la terra rimaneva arida e non sembrava che quella situazione dovesse mutare. Un indigeno, consultato al riguardo, si mostr tranquillizzante. Fece, per, una smorfia di disapprovazione quando seppe che i turisti si proponevano di seguire per due miglia il fondo del curral. Il suo sguardo esitante fiss per un attimo la vetta incappucciata del Ruivo, poi scosse il capo in modo poco rassicurante. Invano Robert gli rivolse molte domande: non riusc a cavare nulla di preciso dalla bocca di quella specie di selvaggio; il quale, senza dare alcuna spiegazione, si limit a raccomandare ai viaggiatori di non avvicinarsi troppo alle rive del torrente. Robert rifer il consiglio ai compagni. E probabile disse loro che questo contadino tema una di quelle inondazioni che qui sono frequenti. Quando il temporale infuria sulle montagne, capita spesso che i torrenti, quasi asciutti in questo periodo dell'anno, ingrossino all'improvviso in modo insolito. La piena dura soltanto poche ore, ma non per questo lascia dietro di s meno rovine. Faremo bene dunque a seguire il consiglio di questo contadino. Dopo una mezz'ora di cammino apparve evidente che il tempo si rasserenava sempre pi. Allo zenit le nuvole si sfilacciavano e se le nebbie volteggiavano ancora al disopra delle vette esse si facevano per meno spesse e manifestavano tendenza a dissiparsi nell'atmosfera ormai rinfrescata. I turisti ritennero quindi di trascurare la prudenza. Il suolo peraltro era sempre pi cosparso di ciottoli, mentre una quindicina di metri pi in basso, in riva al torrente ridotto a un inoffensivo filo d'acqua, si stendeva un letto di sabbia fine che sarebbe stato un eccellente tappeto per i piedi stanchi. I viaggiatori si avventurarono sulla sabbia elastica che costituiva un terreno assai favorevole alla marcia, e il piccolo gruppo avanz allegramente mentre Robert e Roger coglievano per le loro compagne rose, biancospino e violette, che crescevano a centinaia nei crepacci rocciosi. La valle, che dopo Libramento si era continuamente ristretta, presto si ridusse quasi al letto del torrente. Quest'ultimo ora piegava bruscamente in una specie di corridoio, chiuso a sinistra da una muraglia a picco; la riva destra, resa pi difficile a causa dei massi che vi si trovavano sparsi, si sollevava invece, in declivio relativamente dolce, fino alla strada, dove, 500 metri pi in l, i turisti avrebbero trovato i cavalli ad attenderli. Prima di cacciarsi in quel corridoio tutti ebbero la precauzione di dare un'occhiata alle loro spalle. Lo sguardo giungeva a pi di un chilometro di distanza; lontano si vedeva ancora il campanile di Libramento. Il cielo si faceva sempre pi chiaro. Nella valle non appariva nulla di anormale. Giove acceca coloro che vuol perdere, ha detto il poeta. Ai viaggiatori tuttavia i consigli non erano venuti meno. L'esperienza non aveva lesinato loro i suoi consigli: quella scritta, per bocca di Robert che ripeteva gli insegnamenti dei suoi libri; quella orale, per bocca del contadino di Libramento. Quei consigli furono da tutti ignorati, anche da colui che li aveva dati, perch, tranquillizzato dal ritorno del bel tempo, il gruppetto segu fiducioso il torrente nella sua nuova direzione. Dopo circa 300 metri, ritenendo che non si doveva essere lontani dal luogo dell'appuntamento, Robert si offr per una breve esplorazione. Unendo l'atto alla parola egli scal la riva destra e scomparve poco dopo fra le rocce, mentre i suoi compagni proseguivano lentamente il loro cammino. Non erano ancora trascorsi un paio di minuti allorch tutti si fermavano di colpo. Un brontolio vago e terribile proveniva dalle profondit del curral e cresceva di secondo in secondo. Di colpo, memoria e buon senso tornarono agli imprudenti viaggiatori. Tutti compresero il significato di quel brontolio e con unanime movimento si gettarono sulla riva destra: Roger sostenendo Dolly, gli altri ciascuno pensando a se stesso. Con febbrile sollecitudine cominciarono a risalire la china ripida della montagna. In un attimo Dolly, Roger, Hamilton, Blockhead e Saunders furono al sicuro, mentre J ack, celato da un affossamento del terreno, un po' pi lontano, si trovava anch'egli al riparo in cima a una roccia. Era tempo. Il brontolio si era fatto sibilo, urlo, muggito e gi l'onda giungeva, enorme, furiosa, travolgendo nelle sue spire giallastre innumerevoli detriti. Senza rendersene conto Alice aveva seguito il cammino del cognato. Rimasta indietro a causa di una caduta, giunse ai piedi della roccia quando egli vi si trovava gi sopra. Cerc allora di scalarla a sua volta, ma presto comprese che non ne avrebbe avuto il tempo. L'onda minacciosa era appena a un centinaio di metri. Le sarebbe bastato tuttavia elevarsi ancora di due o tre metri, per essere al sicuro; ma senza l'aiuto di J ack non avrebbe fatto in tempo J ack! grid. J ack Lindsay abbass gli occhi: la vide, si chin subito e tese la mano Ma quale sorriso infernale apparve di colpo sulle sue labbra? Quale sguardo pieno di pensieri indicibili rivolse alla cognata e all'onda minacciosa? Dopo un attimo di indecisione si raddrizz senza avere prestato l'aiuto implorato, mentre Alice lanciava un grido di disperazione, subito soffocato dal frastuono dell'onda che la travolgeva e la portava via nei suoi vortici Pallido, ansante come se avesse compiuto un faticoso lavoro, J ack si era allontanato in fretta dal luogo del dramma. I compagni lo avevano visto ed egli in silenzio li aveva raggiunti. Nessuno avrebbe saputo mai nulla! Ora i suoi occhi si volgevano verso Dolly, semisvenuta, alla quale Roger, inginocchiato accanto a lei, stava prestando soccorso. Nel contempo Robert, con una corsa forsennata, aveva raggiunto i compagni. Aveva visto dall'alto l'onda travolgente del torrente e si affrettava a raggiungere gli amici. Era giunto troppo tardi, ahim! in tempo, tuttavia, per assistere all'insaputa del suo autore all'orribile dramma. Esisteva un testimonio che, se non altro, avrebbe provveduto alla punizione. Ma in quel momento Robert non pensava a punire. A capo scoperto, livido, con negli occhi un lampo di follia, oltrepass di corsa gli amici e senza una parola di spiegazione salt e spar nel torrente, mentre Dolly, che si era resa conto all'improvviso della disgrazia che l'aveva colpita, contava con gli occhi coloro che la circondavano e, lanciando un grido straziante, era ricaduta nelle braccia di Roger. CAPITOLO XV A FACCIA A FACCIA LA STELLA di Thompson perdeva splendore? Senza ombra di dubbio le cose cominciavano a guastarsi a bordo del Seamew. L'idra della rivoluzione alzava audacemente la testa. Il 30 maggio i passeggeri erano sbarcati sin dal mattino, come avevano fatto il giorno precedente. Come il giorno precedente la tavola dell'Albergo d'Inghilterra li aveva riuniti, e poi come il giorno prima avevano impiegato la giornata percorrendo Funchal e i suoi dintorni. Alla sera, per, quando tutti furono a bordo, l'idea di dover fare ancora per quattro giorni ci che avevano fatto nei due giorni precedenti suscit un generale scoramento: il 31, una buona met dei passeggeri si rifiut di scendere a terra. Cieco e sordo per partito preso, Thompson non mostr di notare lo scontento generale. Accett senza difficolt le defezioni economiche e sbarc con viso raggiante alla testa della ridotta falange per andare a presiedere la tavola della colazione. Non pot fare a meno, per, di aprire occhi e orecchie. Nel corso della noiosa giornata trascorsa in rada, i recalcitranti avevano ordito un complotto; quando risal sulla nave l'Amministratore generale non pot fare a meno di constatare, infatti, che una certa eccitazione agitava i turisti, solitamente quieti, affidati alle sue cure. Evidentemente una sommossa era in vista. La sommossa scoppi sin dal mattino del 1 giugno, allorch al cattivo umore di coloro che non avevano voluto abbandonare il Seamew si aggiunse il cattivo umore degli altri, furiosi anch'essi per avere trascorso per la terza volta quelle dieci ore scioccamente a gironzolare per le vie di Funchal, e ora ben decisi a non ricominciare quello stupido scherzo. Ecco perch, quando il 1 giugno giunse il momento della partenza, Thompson si vide solo al barcarizzo. Non proprio solo, a dire il vero: gli era rimasto un compagno: Van Piperboom, di Rotterdam, il cui orecchio rimaneva chiuso, non senza motivo, a ogni incitamento esterno. Sulla sua persona la propaganda rivoluzionaria non faceva presa; egli persisteva, imperturbabile, a stare appiccicato all'unico compagno di cui conosceva il carattere ufficiale. Thompson diventava a poco a poco il cornac 20 di quell'elefante di passeggero. Durante quei tre giorni egli non lo aveva lasciato di un solo passo; ovunque Thompson era andato, Piperboom lo aveva seguito: ora, fedele al capo abbandonato dai propri soldati, egli era l. Mentre lasciava la nave, Thompson rimase perplesso, nonostante l'abituale indifferenza, nel vedere il suo seguito ridotto a una sola unit. Che cosa fare? Gli parve di udire Hamilton e Saunders dirgli: Il programma, signore, il programma. Obbedendo ai supposti ordini di quei terribili sofistici, stava per scendere il primo gradino della scala quando un gran chiasso si scaten tra i passeggeri raccolti sullo spardeck. Thompson si ferm, indeciso. Un attimo dopo, venti facce irritate lo circondavano. Un passeggero prese la parola a nome dei compagni. Allora, anche oggi andate a Funchal? chiese sforzandosi di restare calmo. Certamente rispose Thompson, con aria innocente. E domani? E dopodomani? Ugualmente. Ebbene disse il passeggero, facendo senza volerlo la voce grossa mi permetto di informarvi che a noi ci sembra monotono. possibile esclam Thompson con incantevole ingenuit. Proprio cos, monotono. La gente di buon senso non pu essere obbligata a visitare per sei giorni di seguito una citt come Funchal. Noi facevamo assegnamento su qualche passeggiata, su varie gite. Il programma disse Thompson non prometteva nulla del genere.
20 Guida e anche domatore di elefanti. (N.d.T.) Il passeggero respir a lungo, come se cercasse di padroneggiare la propria collera. vero disse e noi ne cerchiamo inutilmente il motivo. Volete dirci perch per Madeira non avete operato come avete fatto per le Azzorre? Il motivo consisteva nel fatto che i prezzi, civilizzandosi insieme con le abitudini degli abitanti, avevano fatto temere a Thompson che il costo di una gita, in quel paese rovinato dagli inglesi, fosse troppo elevato. Impossibile fornire ai turisti quella giustificazione. Nulla di pi semplice rispose, chiamando in aiuto il suo sorriso pi amabile. L'agenzia ha pensato che ai passeggeri non sarebbe dispiaciuto riposarsi un po' dell'abituale gita collettiva e che essi avrebbero potuto organizzare gite particolari, qui rese facili dalla diffusione della lingua inglese, la quale L'agenzia si sbagliata lo interruppe con freddezza l'oratore e quindi Sbagliata? esclam Thompson, interrompendo a sua volta l'avvocato della parte lesa. Sbagliata? Sono felice di sapere che mi si rimprovera per un semplice errore. Salt sul ponte e corse da un passeggero all'altro. Perch, dopo tutto, come voi signori ben sapete, l'agenzia cerca sempre di assicurare il benessere dei passeggeri. Oso dire che l'agenzia non indietreggia dinanzi a nulla! Thompson si scaldava. L'agenzia amica dei suoi passeggeri! E un'amica instancabile e devota! Che dico! E una madre, signori. Thompson s'inteneriva. Ancora un po' e si sarebbe messo a piangere. Per fortuna, nessuno l'accusa di aver voluto di proposito trascurare qualcosa che potesse farvi piacere. Tale accusa mi sarebbe dispiaciuta moltissimo. Oso dire che ad essa mi sarei ribellato. Ma, sbagliare! sbagliare, un'altra cosa. Posso essermi sbagliato. Ammetto di essermi sbagliato. Tutti possiamo sbagliarci. Me ne scuso, signori, me ne scuso. Errore non paga debito, non cos? Non c' dunque che da porvi riparo disse il passeggero con freddezza, dopo aver lasciato finire l'inutile sproloquio. In che modo? chiese Thompson, cortesemente. Improvvisando fin da domani una gita invece di sprecare altri due giorni a Funchal. Non possibile! esclam Thompson. L'agenzia non ha predisposto nulla. Non ne abbiamo il tempo. Una gita dev'essere accuratamente studiata e organizzata in anticipo. Richiede grandi preparativi Uno scoppio di risa tronc la parola a Thompson. Benissimo! Che bei preparativi aveva fatto l'agenzia per le gite precedenti! Ma Thompson non si lasci smontare. Non possibile! ripet con energia. Qualcosa nella sua voce dimostrava che su quel punto sarebbe stato incrollabile. Intimidito, l'oratore non insistette. Allora, andiamocene! esclam tra i passeggeri una voce beffarda. Thompson accolse immediatamente la proposta. Partire, signori? Non chiedo di meglio. L'agenzia qui per servirvi, inutile ripetervelo. Allora metteremo la partenza ai voti. Partiamo! gridarono all'unanimit i passeggeri. Faremo come voi desiderate dichiar Thompson. In questa circostanza, come sempre, oso dire! Rinunci a scendere a terra e si affrett a dare nuove istruzioni al capitano Pip mentre Piperboom, vedendo che quel giorno non sarebbe pi andato a Funchal, andava tranquillamente a stendersi sulla poltrona e accendeva l'immancabile pipa. Nessun imprevisto avrebbe potuto turbare la sua superba indifferenza. Non si poteva partire immediatamente, comunque: bisognava per prima cosa attendere il ritorno degli otto passeggeri partiti l'antivigilia, i quali peraltro non avrebbero tardato a rientrare. Prima delle 5 sarebbero certamente tornati a bordo. Nel corso della giornata Thompson ebbe l'occasione di esercitare le sue eccellenti qualit diplomatiche. Pur essendo stato firmato un trattato di pace fra i belligeranti, la pace, per, non albergava in fondo ai loro cuori: avversari e partigiani dell'affrettata partenza, votata come ripiego, gli erano nemici. Thompson a bordo non aveva che nemici. Da questo punto di vista egli fingeva un'ammirevole ignoranza. Nessuno gli rivolgeva la parola. Quando passava la gente si girava quasi dall'altra parte. Queste frecciate non lo toccavano. Sorridente, come di consueto, egli attraversava i gruppi ostili con l'abituale disinvoltura. Verso le 5, tuttavia, egli si sent pervadere da un vago malessere. Saunders e Hamilton sarebbero presto tornati. Che cosa avrebbero detto gli eterni scontrosi del nuovo strappo al programma? Thompson si sentiva freddo alla schiena. Sonarono le 5, poi le 6 e poi le 7: i gitanti non avevano fatto ancora ritorno. A cena, i passeggeri parlarono dell'inspiegabile ritardo. Le famiglie Hamilton e Blockhead cominciarono a mostrarsi molto preoccupate. La loro inquietudine crebbe quando la notte si fece buia e nessuna notizia giunse da parte dei viaggiatori. Che cosa poteva essere loro accaduto? Tutto, signore, tutto, e anche il resto disse confidenzialmente J ohnson al pastore Cooley, che fece qualche passo indietro per sfuggire all'alito del prudente ubriacone. Alle 9,30 quando Thompson stava per decidere di andare ad assumere qualche informazione a Funchal, un'imbarcazione accost il Seamew dalla destra. Poco dopo si videro salire sul ponte i ritardatari: ahim, il loro numero era diminuito! Allegra partenza, triste ritorno! Come doveva essere loro sembrato lungo il cammino che li aveva ricondotti a Funchal! Per prima cosa era stato necessario occuparsi di Dolly, alla quale la catastrofe sembrava aver fatto smarrire la ragione. Tutti si erano prodigati a lungo, inutilmente, intorno a lei. Soltanto Roger, a furia di buone parole, era riuscito a calmare la sua disperazione. Quando la stanchezza ebbe addolcito alla fine i primi singhiozzi dell'infelice giovinetta, egli fece del suo meglio per ridarle la speranza. Il signor Morgand era avveduto e coraggioso: avrebbe certamente salvato la giovane alla quale si era votato. Per un'ora Roger ripet senza stancarsi la stessa assicurazione, e a poco a poco una certa calma fece ritorno nell'animo di Dolly. Egli l'aiut allora a risalire fino alla strada dove i cavalli erano in attesa dei gitanti; poi, dopo averla messa in sella, rimase accanto a lei, ripetendole ostinatamente parole di speranza. Scuro in volto, assorto in se stesso, J ack non aveva neppure tentato di intervenire fra loro due. Egli non aveva approfittato dei suoi legami di parentela per reclamare per s la parte di affettuoso consolatore. La sua indifferenza sarebbe sembrata fin troppo bizzarra ai suoi compagni se questi ultimi non avessero avuto l'animo troppo impressionato dall'improvvisa catastrofe per poter notare qualcosa intorno a loro. Essi procedevano in silenzio, pensando ai penosi avvenimenti che si erano svolti poco prima sotto i loro occhi. Non c'era una sola persona che nutrisse quella speranza che Roger si sforzava caritatevolmente di infondere nell'animo di Dolly. Essi avevano seguito lentamente la strada che costeggiava il fianco orientale del Curral das Freias, fino al punto in cui incrociava il Cammino Nuovo. Nel corso del tragitto non avevano cessato di scrutare con lo sguardo l'acqua gorgogliante, la cui collera sembrava gi placarsi. Al cader della notte avevano raggiunto il Cammino Nuovo, il quale li allontan rapidamente dal torrente. Un'ora dopo, a Funchal, una barca li trasportava al Seamew, a bordo del quale Thompson li aspettava con impazienza non priva di angoscia. Thompson attinse da quell'angoscia il coraggio della disperazione. Era meglio finirla subito. Si precipit incontro ai ritardatari: fu il baronetto quello che emerse per primo al barcarizzo. Ma ci che si udiva alle sue spalle rivelava la vicinanza del minaccioso Saunders. Thompson aveva dinanzi a s uno dei suoi due nemici. L'altro non era lontano. Siete tornati tardi, signori! esclam, chiamando in aiuto il suo sorriso, senza pensare che l'oscurit ne neutralizzava l'efficacia. Cominciavamo ad essere terribilmente inquieti. Considerato lo stato poco amichevole dei loro rapporti con l'Amministratore generale, l'espressione della sua inquietudine non poteva non sorprendere Hamilton e Saunders. Ma, preoccupati per ben altre faccende, Hamilton e Saunders ascoltavano Thompson senza capirlo, mentre gli altri gitanti, giungendo a loro volta sul ponte, si raggruppavano in semicerchio, immobili e silenziosi. Vi aspettavamo con impazienza riprese Thompson con una certa leggerezza anche perch durante la vostra assenza questi signori e queste signore mi hanno chiesto, hanno preteso da me, oso dire, un piccolo cambiamento di programma. Thompson aveva pronunciato quelle ultime parole tremando. Non ottenendo risposta prese coraggio. In verit, poca cosa. Poich questi signori e queste signore ritengono un po' lungo il soggiorno a Funchal, essi desidererebbero abbreviarlo: vorrebbero partire questa sera stessa. Immagino che non abbiate alcuna obiezione contro tale cambiamento che ci permette di guadagnare due giorni sui tre di ritardo, gi accumulati. Nessuno rispose. Thompson, stupito, osserv con attenzione i suoi silenziosi ascoltatori. L'insolito atteggiamento del gruppetto lo colp. Dolly piangeva sulla spalla di Roger. Gli altri quattro aspettavano con viso grave che il parolaio Thompson permettesse loro di dire una parola che sarebbe stata certamente seria. Thompson percorse con lo sguardo il gruppo dei gitanti e vide i vuoti che il destino vi aveva fatto. Vi forse capitato qualcosa? chiese con voce tremante. Come provocato da un misterioso avvertimento, fra i passeggeri regn un grande silenzio, mentre il gruppo si stringeva con eccitazione intorno a Thompson. E la signora Lindsay? chiese quest'ultimo. E il signor Morgand? Con gesto desolato Saunders comment un sordo singhiozzo di Dolly. Poi J ack Lindsay si fece avanti per prendere la parola; ma all'improvviso si fece pallido e indietreggi con il braccio teso. L'intensit della scena aveva attratto l'attenzione di tutti. Nessuno aveva badato a ci che accadeva dall'altra parte della nave. Il movimento di J ack indusse gli altri a rivolgere lo sguardo verso il punto da lui indicato. Alla luce dei fanali si vide allora apparire un gruppo tragico: con la fronte insanguinata e gli abiti bagnati, sporchi di melma, Robert Morgand sosteneva Alice Lindsay, sfinita, ma che nondimeno raddrizzava energicamente il viso di un pallore cadaverico. Fu lei a rispondere alla domanda di Thompson. Eccoci disse con semplicit, fissando gli occhi ardenti di febbre sul cognato, il quale indietreggi pi pallido di lei. Eccoci ripet Robert, con voce nella quale si leggeva un'accusa, una minaccia e una sfida. PARTE SECONDA CAPITOLO I SPUNTA LA LUNA ROSSA GLI AVVENIMENTI, dunque, davano ragione a Saunders. Il cielo di Thompson si oscurava ed ecco spuntare quella luna rossa di cui il severo profeta aveva scorto i futuri bagliori nel firmamento di Horta. Alla discussione che Thompson aveva dovuto affrontare contro la maggior parte dei suoi passeggeri, ne sarebbero seguite altre? L'avvenire lo avrebbe rivelato, ma certamente qualcosa si era rotto fra l'Amministratore generale e i suoi amministrati. Si dice che il sonno possa sostituire la cena per lo stomaco affamato; certo per che non riuscirebbe a restituire il buon umore a turisti irritati. La mattina del 2 giugno lo spardeck era affollato perci di passeggiatori scontenti. Fu una fortuna per Thompson che la loro collera latente fosse distratta dagli avvenimenti del giorno precedente. Quegli avvenimenti, unico argomento di conversazione che monopolizzava l'attenzione di tutti, resero meno aspri i primi scontri, i quali, senza di essi, avrebbero prodotto non pochi temporali. I passeggeri si rammaricavano per il grave pericolo corso dalla signora Lindsay ed esaltavano in particolar modo l'eroismo di Robert Morgand. Per i suoi compagni di gita, gi favorevolmente disposti verso di lui per la correttezza del suo comportamento e anche occorre riconoscerlo per le millanterie di Thompson, egli era diventato di colpo un personaggio; come tale, un'accoglienza lusinghiera era stata predisposta al suo apparire sul ponte. Ma, stanco senza dubbio per le emozioni, e per gli sforzi fisici del giorno precedente, forse pi o meno ferito durante l'aspra lotta sostenuta contro il furioso torrente, Robert quella mattina non usc dalla propria cabina, non fornendo perci ai suoi ammiratori l'occasione per manifestargli il loro legittimo entusiasmo. Essi si rifecero per sui testimoni del dramma: Saunders, Hamilton e Blockhead dovettero fornire numerose versioni della drammatica avventura. Ma non vi argomento che non si esaurisca, e anche quello fin con l'esaurirsi. Quando tutti i particolari furono detti e ripetuti, quando Roger ebbe affermato che il suo compatriota soffriva soltanto di lieve indolenzimento e spossatezza e che si sarebbe alzato probabilmente nel corso del pomeriggio, non ci si occup pi n di Alice n di Robert, e i turisti tornarono alle loro personali preoccupazioni. Thompson fu allora conciato per le feste. Se le parole spiacevoli avessero avuto peso, egli sarebbe stato certamente ammazzato. Suddivisi in gruppi, le vittime dell'agenzia versarono la loro bile in stizzose conversazioni. La litania delle lagnanze sfil nuovamente: nessuna fu dimenticata, potevano darne testimonianza Hamilton e Saunders. Nonostante gli sforzi dei due provocatori, il cattivo umore rimase allo stato platonico: nessuno ebbe l'idea di manifestare a Thompson le proprie lamentele. A che sarebbe servito? Quest'ultimo non avrebbe potuto, anche se lo avesse voluto, cambiare il passato. Poich si aveva avuto la dabbenaggine di prestare fede alle promesse dell'agenzia, bisognava subirne le conseguenze sino alla fine ormai prossima del viaggio, la cui ultima parte non sarebbe stata certamente migliore delle due precedenti. Allo stato attuale delle cose quell'ultima parte iniziava male. Appena lasciato Madeira, un'altra situazione imbarazzante aveva cominciato a mettere alla prova la pazienza dei passeggeri. Il Seamew non filava. Non era necessario essere marinaio per notare che la sua velocit era incredibilmente diminuita. Dov'erano i 12 nodi annunciati, promessi, mantenuti soltanto per pochissimi giorni? Era gi tanto se ora si facevano 5 miglia all'ora. Un battello da pesca avrebbe potuto utilmente rimorchiarlo. La causa dell'eccessivo rallentamento era facile intuirla dai rumori provenienti dalla macchina, la quale frignava, ansimava e sferragliava lamentosamente fra il sibilo del vapore che usciva dalle giunture. A quell'andatura ci sarebbero volute quarantotto ore per giungere alle Canarie; tutti se ne rendevano conto. Che cosa si poteva fare? Nulla, evidentemente, come il capitano Pip aveva gi detto a Thompson, desolato anche lui del resto per quel ritardo che danneggiava i suoi interessi. Quella seccatura fu accettata in silenzio; comprendendo che la collera sarebbe stata inutile, tutti ripiegavano sulla tristezza. La stanchezza aveva sostituito sui visi ogni espressione di minaccia. Quella stanca tranquillit doveva essere molto profonda perch i passeggeri pensassero di abbandonarla nel corso della colazione, alla solita ora. Dio sa tuttavia se avesse potuto fornire argomento di lagnanze pi che giuste! Bisognava ritenere che Thompson cercasse di ristabilire un certo equilibrio al bilancio, crudelmente compromesso dai vari ritardi, perch la tavola rivelava queste preoccupazioni economiche. Quale differenza tra quella colazione e il pasto nel corso del quale Saunders, per la prima volta, aveva dato sfogo alla sua bile! Nessuno tuttavia ritenne opportuno formulare qualche lagnanza pur sapendola sterile. Ciascuno mangi in silenzio la propria scarsa pietanza. Thompson, che non senza qualche timore sorvegliava con la coda dell'occhio le sue vittime, si consider in diritto di crederle definitivamente domate. Soltanto Saunders non disarmava e annotava con cura la nuova lagnanza sul taccuino in cui prendeva nota delle spese quotidiane. Non voleva dimenticare nulla: spese e lagnanze sarebbero state regolate tutte in una volta. Nell'apparire verso le 2 sullo spardeck, Robert port un po' di animazione alla triste assemblea. Tutti i passeggeri gli andarono incontro e pi di uno, che in passato non aveva avuto l'occasione di rivolgergli la parola, gli strinse festosamente la mano. Accettati con cortesia e modestia i complimenti che non gli furono risparmiati da parte di tutti, l'interprete si isol con Dolly e Roger, non appena gli fu possibile farlo educatamente. Scioltosi l'assembramento importuno, Dolly, con gli occhi pieni di lacrime di gioia, gli aveva preso le mani tra le sue. Vivamente emozionato, Robert non aveva avuto il coraggio di sottrarsi a quelle spontanee manifestazioni di riconoscenza. Un po' imbarazzato, tuttavia, fu grato al compatriota per essergli venuto in aiuto. Ora che siamo fra di noi disse Roger dopo alcuni istanti immagino che non vi rifiuterete di raccontarci le peripezie del salvataggio da voi compiuto. Vi prego, signor Morgand supplic Dolly. Che volete che vi dica? rispose Robert. Nulla di pi semplice e di pi facile. Dopo aver alquanto tergiversato, egli dovette tuttavia farne il racconto ai suoi amici, appassionatamente seguito da Dolly. Lanciatosi nel torrente, pochi secondi dopo di Alice, egli aveva avuto la fortuna di raggiungerla immediatamente. Ma in quella corrente sconvolta da terribili risucchi non avrebbe mai salvato n la signora Lindsay n se stesso se un enorme albero ancora adorno delle sue foglie, sradicato dalle pendici superiori della montagna, non fosse passato giusto in tempo accanto a lui per essere trasformato in una zattera. Da quel momento la parte di Robert si era ridotta a poca cosa. Trasportati dall'albero, la signora Lindsay e lui poterono considerarsi quasi fuori pericolo. Servendosi di un robusto ramo a mo' di gancio, gli era poi riuscito a spingere verso la riva sinistra l'albero, la cui chioma si era aggrappata al suolo. Il resto era facile da intuire. Con mille sforzi essi erano giunti, sfiniti, fino a una capanna di contadini. Di l, su due portantine, avevano raggiunto Funchal e poi il Seamew, in tempo per tranquillizzare i loro compagni. Quello fu il racconto di Robert. Dolly se lo fece ripetere fino alla nausea, volendone conoscere anche i particolari pi insignificanti. La campana della cena la sorprese in mezzo a tanta felicit. Per lei la giornata era trascorsa come un sogno. Gli altri passeggeri, purtroppo, non avrebbero potuto dire la stessa cosa. Poich la tristezza incombeva sempre sulla nave, le ore sembravano minuti, e secoli le ore. Se i tre amici, assorti nella conversazione, non se ne erano ancora accorti, la cena li inform forzatamente. La tavola della sera fu silenziosa come quella del mattino. Tutti si annoiavano, ci era evidente, eccetto forse gli insaziabili J ohnson e Piperboom. Avrebbero potuto mai annoiarsi costoro, uno dei quali era un'insaturabile spugna e l'altro un pozzo senza fondo? Come al solito, Piperboom sarebbe andato fra poco a fumare tranquillamente la pipa, le cui volute di fumo avrebbero allontanato le misere preoccupazioni umane. Per il momento, indifferente alla diversa qualit del cibo, egli non faceva che inghiottire, perch era quella la sua funzione in questo mondo. Degno compagno di quella prodigiosa macchina per digerire, J ohnson, all'altra estremit della tavola, prosciugava bottiglie di contenuto differente tanto da suscitare l'ammirazione dello spettatore pi annoiato. Ormai definitivamente alticcio, si teneva dritto sulla sedia; la fronte pallida faceva corona al viso scarlatto; la mano era incerta e lo sguardo vacuo e torbido. Nell'impossibilit di parlare e di capire, ignoravano entrambi il malcontento che li circondava. Se lo avessero saputo non lo avrebbero accettato. Quale viaggio pu essere pi piacevole se non quello in cui si beve sino all'incoscienza e si mangia fino a scoppiarne? All'infuori di quelle due persone felici, intorno alla tavola non si vedevano che visi accigliati. Era evidente che, se gli ospiti di Thompson non erano ancora suoi nemici dichiarati, difficilmente egli avrebbe trovato un amico fra di loro. Gliene rimaneva uno, tuttavia. Al primo colpo d'occhio anche un nuovo venuto avrebbe subito notato questo passeggero. Egli parlava e parlava a voce molto alta: per lui non aveva importanza che le sue parole non trovassero eco e che si perdessero nell'aria attutite come nell'ovatta dalla freddezza ostile dei compagni. Per la decima volta egli narrava il dramma che per poco non era costato la vita alla signora Lindsay; senza tener conto dell'indifferenza dei suoi vicini, si mostrava prodigo di esclamazioni ammirative per il signor Robert Morgand. Sissignore diceva eroismo. L'onda era alta come una casa e noi la vedevamo sopraggiungere a grande velocit. Era terrificante; per saltarvi dentro il professore ha dimostrato di possedere grande coraggio. Io non avrei osato farlo, lo confesso. Son sincero come l'oro, signore, come l'oro! Era certamente un buon amico quello che Thompson possedeva nella persona del droghiere onorario. E tuttavia, potenza della cupidigia! un istante dopo Thompson avrebbe rischiato di perdere per sempre quell'amico fedele. Lasciata la tavola, i passeggeri erano risaliti sullo spardeck, del quale turbavano appena il silenzio. Soltanto Blockhead continuava a far conoscere urbi et orbi la sua soddisfazione, rivolgendosi in particolare alla sua simpatica famiglia, accresciuta dallo sfortunato Tigg, tenuto costantemente sotto controllo dalle sue carceriere. Abel! diceva solennemente Blockhead non dimenticare mai ci che ti stato dato di vedere nel corso di questo magnifico viaggio. Spero Che cosa sperava Blockhead? Il droghiere onorario non pot spiegarsi perch Thompson lo avvicin con un foglio di carta in mano. Mi scuserete, signor Blockhead disse Thompson se vi presento questo conticino. Un vecchio commerciante come voi non potr non apprezzare il fatto che gli affari si svolgano con regolarit. Blockhead parve di colpo visibilmente turbato. Il suo viso bonario si fece meno allegro. Un conto? ripet respingendo con la mano il foglio che il signor Thompson gli porgeva. Non mi sembra che ci possano essere conti in sospeso. Abbiamo gi pagato i nostri posti. Non interamente rettific Thompson con un sorriso. Come! non interamente balbett Blockhead. La memoria vi tradisce, oso dire insistette Thompson. Vi ricorderete che avete pagato in totale quattro posti interi e un mezzo posto. E vero disse Blockhead, spalancando gli occhi. Ebbene continu Thompson il mezzo posto era per vostro figlio, il signorino Abel, qui presente, il quale non aveva ancora dieci anni al momento della partenza. necessario che ricordi a suo padre che quest'oggi egli ha compiuto questa bella et? Blockhead si era fatto pallido a mano a mano che Thompson parlava; si osava battergli cassa! E allora? disse con voce rotta. Non c' pi motivo rispose Thompson per far beneficiare il signorino Abel della riduzione accordata. Tuttavia, per spirito di conciliazione, e in considerazione del fatto che il viaggio in parte compiuto, l'agenzia ha spontaneamente rinunciato alla met di ci che le dovuto. Potrete constatare che il conto ammonta a 10 sterline, non un centesimo di pi. Thompson mise delicatamente il conto fra le dita del passeggero demoralizzato e, facendo boccucce, attese la risposta. Il viso di Blockhead aveva chiaramente smarrito la consueta serenit. Che bella collera si sarebbe scatenata se la sua anima placida fosse stata propensa alla violenza! Ma Blockhead non conosceva la collera. Con le labbra smorte e la fronte corrugata rimaneva in silenzio, annichilito, sotto l'occhio un po' beffardo di Thompson. Disgraziatamente per lui, quest'ultimo aveva fatto i conti senza il suo ospite. L'inoffensivo Blockhead possedeva temibili alleati. A un tratto, l'Amministratore generale vide a due spanne dai suoi occhi tre paia di artigli acuminati che precedevano tre bocche armate di uncini temibili, mentre un triplice grido risonava alle sue orecchie. La signora Georgina e le dolci misses Mary e Bess erano venute in aiuto del loro capo. Thompson si volse dalla parte delle assalitrici e alla vista di quei visi stravolti dal furore fu assalito dalla paura. Batt rapidamente in ritirata; anzi, per parlare chiaro, scapp via lasciando che la signora Georgina, miss Bess e miss Mary si gettassero fra le braccia del signor Absyrthus Blockhead, il quale riprendeva a respirare non senza qualche difficolt.
CAPITOLO II IL SECONDO SEGRETO DI ROBERT MORGAND TUTTI dormivano ancora a bordo del Seamew quando la mattina del giorno seguente J ack Lindsay sbuc dalla scala delle cabine; con passo incerto percorse lo spardeck e poi, andando a sedersi su un banco di sinistra, si appoggi alla battagliola e lasci vagare distrattamente lo sguardo sul mare. A sud-est, una lieve nebbiolina all'orizzonte annunciava la vicinanza della prima delle isole Canarie. Ma J ack non vedeva la nebbiolina di granito; non prestava attenzione che a se stesso; cercava soltanto di interpretare i propri pensieri; pensava alla sua situazione che dal giorno precedente non cessava di esaminare sotto ogni aspetto. Egli riviveva la scena del torrente; udiva ancora il grido d'angoscia inutilmente lanciato da Alice. A questo punto del dramma una domanda s'imponeva per l'ennesima volta al suo animo, con inquietante ossessione: aveva Alice compreso? Se aveva compreso, se aveva visto chiaramente l'odioso ritiro della mano tesa, ella avrebbe senza dubbio cercato fra le persone sue amiche una necessaria protezione e forse lo avrebbe denunciato! E allora, che cosa avrebbe fatto? Ma, per l'ennesima volta, un'analisi pi severa dei fatti Io tranquillizzava. No, Alice non avrebbe parlato; non avrebbe mai consentito di gettare nello scandalo il nome che portava. Pur sapendolo, non avrebbe parlato. Del resto, Alice aveva veramente visto? aveva compreso? Insomma, non poteva averne la sicura certezza. Ogni cosa doveva essere rimasta confusa nel caos degli elementi e degli stati d'animo. A furia di pensarci, J ack fin col tranquillizzarsi. Poteva dunque continuare a vivere come prima, con i suoi compagni, senza escludere la fiduciosa Alice Fiduciosa e viva! aggiungeva egli tra s. Mettendo tutto al meglio, infatti, egli doveva comunque riconoscere il fallimento del miserabile piano improvvisamente architettato. Alice era a bordo del Seamew, ora, perfettamente viva e sorretta sempre da quella fortuna che si rifiutava di dividere con lui. Se fosse morta, del resto, le speranze di J ack sarebbero state ugualmente irrealizzabili. Non meno di sua sorella, anche Dolly non sarebbe stata una facile conquista: egli non poteva ignorarlo. Il dolore della giovinetta, abbattendo per un istante le barriere delle convenzioni sociali, aveva permesso anche al pi cieco di conoscere lo stato del suo cuore: di quel cuore, interamente donato a Roger de Sorgues, J ack non sarebbe pi riuscito a impossessarsi. E allora, a che pro? A meno che insinuava una voce dal suo subcosciente. Ma J ack scoteva il capo con sdegno, respingeva quei suggerimenti insensati. Passivo fin allora, si sarebbe trasformato in un assassino attivo e se la sarebbe presa apertamente con due donne? Tutto ci era follia. In mancanza di altri motivi un simile delitto sarebbe stato troppo assurdo. Il colpevole, unico erede delle vittime, sarebbe stato necessariamente soggetto ai primi sospetti. E poi, come ingannare la gelosa vigilanza di Roger de Sorgues? No, tutto ci non aveva senso. Non c'era nulla da fare, se non attendere. Attesa tranquilla, se non c'era stato qualche testimonio del tentativo fallito. Da questo punto di vista J ack si riteneva al sicuro; era proprio solo con Alice, quando lei aveva teso le braccia supplichevoli verso di lui. Non c'era nessun altro quando l'onda furiosa aveva travolto la giovane donna. Un altro? Chi? Nel momento in cui egli si poneva ironicamente quella domanda J ack sent una mano posarsi energicamente sulla sua spalla. Trasal e si alz di colpo. Robert Morgand era dinanzi a lui. Signore balbett con voce che cerc inutilmente di rendere tranquilla. Con un gesto Robert lo interruppe, mentre con l'altra mano rafforzava la stretta. Ho visto! disse con minacciosa freddezza. Signore cerc di rispondere J ack non vi capisco Ho visto! ripet Robert con voce pi grave, nella quale l'americano pot leggere un solenne avvertimento. Tornato libero, J ack si raddrizz e senza pi fingere di non comprendere disse con alterigia: Che strani modi! L'Agenzia Thompson ha stranamente educato il suo personale. Chi vi ha dato il diritto di toccarmi? Voi stesso rispose Robert, rifiutandosi di rilevare l'intenzione offensiva contenuta nelle parole del passeggero americano. Tutti hanno il diritto di mettere le mani sulle spalle di un assassino! Assassino! ripet J ack Lindsay con indifferenza. Si fa presto a dirlo Dunque, voi avreste la pretesa di arrestarmi aggiunse beffardamente, senza pensare a discolparsi. Non ancora disse freddamente Robert. Per il momento mi limito ad avvertirvi. Se il caso mi ha posto questa volta fra voi e la signora Lindsay, sappiate che ora ci accadr per mia volont. J ack alz le spalle. D'accordo, amico mio acconsent J ack con insolente leggerezza. Ma voi avete detto: Non ancora. Ci vuol dire che pi in l Riferir dell'accaduto alla signora Lindsay lo interruppe Robert con calma. Sar lei a decidere. Questa volta J ack non assunse il solito tono canzonatorio. Riferirete ad Alice! esclam con gli occhi scintillanti di collera. S. Non lo farete! Lo far. Fate attenzione! disse minacciosamente, facendo un passo verso l'interprete del Seamew. Robert alz a sua volta le spalle. Con un violento sforzo J ack torn ad essere impassibile. Fate attenzione! ripet con voce sibilante. Fate attenzione per lei e per voi. E senza attendere risposta si allontan di scatto. Rimasto solo, Robert cominci a meditare. Nel ritrovarsi dinanzi allo spregevole J ack era andato dritto allo scopo e aveva compiuto senza alcun indugio ci che aveva deciso di fare. La lezione sarebbe bastata, probabilmente. Di solito i malvagi sono anche vili. Quali che fossero i motivi che lo avevano spinto a commettere quel mezzo delitto, J ack Lindsay sapendosi sorvegliato avrebbe perduto l'audacia e la signora Lindsay non avrebbe avuto pi nulla da temere da parte del pericoloso parente. Del resto, avrebbe vigilato se fosse stato necessario. Terminato il breve compito, Robert allontan con sdegno dalla mente l'immagine dell'antipatico compagno di viaggio e rivolse lo sguardo benevolo verso l'orizzonte di sud-est, dove la nebbiolina di poco prima si era mutata in un'isola alta e arida, mentre pi a sud altre terre apparivano confusamente all'orizzonte. Per favore, professore, che isola quella? chiese alle sue spalle una voce beffarda. Robert si volse e si trov di fronte a Roger de Sorgues. Sorrise senza dire nulla anche perch non conosceva il nome dell'isola. Di bene in meglio! disse Roger con un amichevole sogghigno. Abbiamo dunque dimenticato di consultare la nostra brava guida? Per fortuna io sono stato meno negligente. Bah! disse Robert. D'accordo. L'isola che ci sta dinanzi si chiama Allegranza, e cio la Gioiosa. Perch Gioiosa? Forse perch non abitata. Arida e incolta, questa terra selvaggia visitata soltanto all'epoca della raccolta dell'oricello, pianta che fornisce sostanze coloranti e che costituisce una ricchezza dell'arcipelago. La nuvoletta che vedete pi a sud la grande isola di Lanzarote. Fra Lanzarote e Allegranza si pu distinguere Graciosa, altro isolotto non abitato, separato da Lanzarote da uno stretto canale, il Rio, e da Monta Clara, roccia troppe volte funesta ai naviganti. Grazie, signor interprete disse gravemente Robert approfittando del momento in cui Roger smetteva di parlare per prendere fiato. I due francesi si misero a ridere. E vero disse Robert ho trascurato le mie mansioni da alcuni giorni. Perch allora mi avete fatto perdere il tempo ad attraversare l'isola di Madeira? Avete dunque impiegato cos male il vostro tempo? disse Roger, indicando al compagno Alice e Dolly che venivano verso di loro, strette l'una all'altra. Il passo fermo della signora Lindsay rivelava che ora ella stava benissimo. Un po' di pallore e alcune lievi ecchimosi sulla fronte e sulle guance erano le ultime tracce dell'avventura nella quale aveva sfiorato cos da vicino la morte. Robert e Roger erano andati subito incontro alle due americane, le quali, nel vederli, avevano scomposto l'armonia del gruppetto. Alice strinse a lungo la mano di Robert e alz verso di lui uno sguardo pi eloquente di qualsiasi caloroso ringraziamento. Non vi sembra imprudente, signora esclam Robert lasciare cos presto la vostra cabina? Affatto rispose Alice con un sorriso grazie a voi che mi avete protetta con vostro rischio nel corso del nostro involontario viaggio (involontario almeno da parte mia) aggiunse con lo sguardo colmo di ringraziamenti ancora pi vivi. Nulla di pi naturale, signora. Gli uomini sono molto meno fragili delle donne. Gli uomini, capirete Robert s'impappinava: stava per dire delle sciocchezze. Non parliamone pi signora concluse. Sono felice per ci che accaduto, e non vorrei (parola spaventosamente egoista) che ci non fosse mai accaduto. Se ne fosse il caso, mi riterrei ripagato dalla gioia che ci mi ha procurato. Onestamente, potete considerarvi disobbligata nei miei confronti. E per tagliar corto ad altri eventuali intenerimenti si affrett a portare i suoi compagni verso l'impavesata per far loro ammirare le isole che sorgevano sempre pi all'orizzonte. Come vedete, signore, ci avviciniamo alla fine del nostro viaggio disse speditamente. Ecco dinanzi a voi la prima delle isole Canarie: Allegranza. un'isola arida, incolta e disabitata, tranne all'epoca del raccolto dell'oricello. Questa pianta utile in tintoria costituisce una delle ricchezze dell'arcipelago. Pi a sud, si vede l'isola di Rio, separata da un braccio di mare, il Monta Clara, da un isolotto ugualmente deserto chiamato Lanzarote, e Graciosa, roccia sperduta Robert non riusc a completare la sua fantasiosa descrizione. Una risata fragorosa da parte di Roger gli tronc la parola. Che pasticcio, perbacco! esclam l'ufficiale nellascoltare quella libera traduzione della sua conferenza. Senza dubbio disse Robert unendosi al coro ho bisogno di studiare ancora un po' le Canarie. Verso le 10, giunto a 5 miglia dall'Allegranza, il Seamew fece rotta quasi esattamente a sud. Un'ora dopo passava dinanzi alle rocce di Monta Clara, quando la campana richiam i passeggeri. Il pasto proseguiva nella sua marcia discendente. La maggior parte dei viaggiatori, ricaduti in una rabbiosa rassegnazione, parvero non prestarvi attenzione. Ma Alice, che non aveva potuto beneficiare dell'esperienza del giorno precedente, ne fu sorpresa e a un certo momento fece senza volerlo una lieve smorfia. E il sistema delle compensazioni le grid audacemente Saunders attraverso la tavola. Lungo viaggio, cattiva tavola. Alice sorrise senza dire nulla. Thompson fece mostra di non avere udito. Si limit a far schioccare la lingua con aria soddisfatta. Apprezzava la sua cucina, lui! Quando risalirono sul ponte, la nave aveva gi superato l'isola di Graciosa e cominciava a seguire, con velocit sempre pi ridotta, le rive di Lanzarote. Per commentare lo spettacolo offerto agli occhi dei passeggeri, Robert Morgan non avrebbe dovuto essere al suo posto, pronto a rispondere alle loro domande? Senza dubbio, eppure il cicerone del Seamew non si fece vedere fino a sera. Del resto, che cosa avrebbe dovuto dire? La costa occidentale di Lanzarote si sviluppava con uniformit, mostrando uno stato selvaggio che, dopo le Azzorre, cominciava a diventare monotono. Da prima, un'alta rupe, il Risco de Famara, poi la riva pi bassa ricoperta di ceneri vulcaniche dalle quali emergeva un gran numero di coni neri, per terminare alla fine alla Playa Quemada, spiaggia riarsa, il cui nome rivelava a sufficienza l'irrimediabile sterilit. La desolazione regnava ovunque; ovunque rocce tristi con le quali si confondevano le azzurrine piante grasse, le uniche che riuscivano a mettere radice. Su quella costa occidentale, a parte qualche raro e misero villaggio del quale il cicerone meglio informato aveva il diritto d'ignorare il nome, non c'era neppure una citt di modesta importanza. Dei due centri commerciali dell'isola, Thnise si trovava nell'interno; l'altro, Arrecife, offriva sulla costa orientale il riparo di un eccellente ormeggio. Soltanto in queste regioni e in altre analoghe, esposte agli alisei di nord-est saturi di benefica umidit, la vita si era potuta sviluppare: il resto dell'isola, e in particolare la parte costeggiata dal Seamew era stata trasformata dall'aridit in una steppa. Ecco ci che Robert Morgand avrebbe potuto dire se lo avesse saputo e se fosse stato presente. Poich nessuna delle due condizioni si era realizzata, i turisti furono costretti a fare a meno del cicerone, della qual cosa peraltro essi non parvero accorgersi. Con l'occhio spento e l'aria stanca lasciavano trascorrere il tempo e la nave senza mostrare alcuna curiosit. Hamilton e Saunders erano i soli a possedere ancora un po' del loro ardore bellicoso. Anche Blockhead sembrava, sin dal giorno precedente, sensibilmente depresso. Nel corso del pomeriggio Roger fece compagnia, come di consueto, alle passeggere americane; queste ultime si meravigliarono ripetutamente dell'assenza di Robert, che il compatriota giustific con la necessit di studiare la sua guida. E Dio sa se quella necessit non fosse esatta! Avviata su tale argomento, la conversazione non fin presto e le orecchie del cicerone-interprete del Seamew ebbero buoni motivi per fischiare piacevolmente. Dolly diceva che a lei piaceva e Roger acconsentiva con entusiasmo. Ci che ha fatto per la signora Lindsay concluse Roger gi un po' eroico. Ma Robert Morgand uomo che fa sempre con semplicit ci che dev'essere fatto. E uomo nel vero senso della parola. Pensierosa, Alice ascoltava gli elogi con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte vago come i pensieri che agitavano la sua mente. Buon giorno, Alice! Sono lieto di vedere che siete nuovamente in buona salute disse a un tratto un personaggio di cui i tre amici non avevano notato l'approssimarsi. La signora Lindsay trasal ma si controll subito. Vi ringrazio, J ack rispose con voce pacata. La mia salute va benissimo, infatti. Nessuna notizia potrebbe farmi maggior piacere rispose J ack, con un sospiro di sollievo, suo malgrado. Da quel primo incontro, da lui tanto temuto, egli usciva con onore. Fino allora, se non altro, sua cognata non sapeva nulla. Quella certezza lo rese felice; il suo carattere, solitamente tetro, si rianim. Invece di tenersi in disparte, si un alla conversazione e, fatto ancora pi sorprendente, si mostr quasi allegro. Dolly e Roger, stupiti, gli rispondevano distrattamente, mentre Alice, spiritualmente lontana, sembrava non udire ci che si diceva intorno a lei. Verso le 4, il Seamew si lasci dietro l'isola di Lanzarote e cominci a costeggiare le rive quasi identiche di Fuerteventura. Se non fosse stato per i 10 chilometri di larghezza del canale Bocaina che separa le due isole, nessuno si sarebbe accorto del cambiamento. Robert era sempre assente. Inutilmente Roger, incuriosito per la sua scomparsa, cerc di scovare l'amico. Il professore Morgand non si trovava neppure nella sua cabina. Fu visto soltanto a cena, la quale non fu meno triste della colazione; poi, terminato il pasto, egli spar nuovamente, e Alice, risalita sullo spardeck, pot vedere al cader della notte accendersi l'obl della cabina del suo salvatore. Anche nel corso della sera Robert rimase invisibile; quando fu l'ora del riposo le passeggere americane videro che la luce della sua cabina era ancora accesa. E arrabbiato! disse Roger ridendo nel ricondurre le due sorelle. Quando fu nella sua cabina Alice non si mise a letto con l'abituale serenit. Le sue mani si attardavano pigramente. Pi volte si sorprese, seduta e sognante; aveva interrotto senza saperlo la toeletta della notte. Qualcosa di cui non sapeva rendersi conto era mutato in lei. Il suo cuore era oppresso da un'angoscia indefinibile. Un rumore di pagine spiegazzate, proveniente dalla cabina vicina, le aveva fatto capire che il signor Morgand lavorava realmente. Ma presto Alice trasal: le pagine non venivano pi voltate. Il libro fu chiuso con un colpo secco, la sedia respinta e subito il rumore della porta che si richiudeva fece capire all'indiscreta ascoltatrice che il signor Morgand era salito sul ponte. Forse va sul ponte perch sa che noi non ci siamo pi? si chiese Alice senza volerlo. Allontan l'idea con un movimento del capo e deliberatamente termin la sua toeletta. Cinque minuti dopo, distesa sulla sua cuccetta, cercava di prendere sonno. Ma il sonno non veniva con la consueta sollecitudine. Dopo una giornata di rigorosa clausura, Robert era risalito sul ponte: provava il bisogno di prendere una boccata d'aria. L'abitacolo illuminato dello spardeck lo attir. Con un colpo d'occhio egli not che la rotta era a sud-ovest e ne dedusse che il Seamew si dirigeva verso la Gran Canaria. Non avendo nulla da fare, torn verso la poppa e si lasci cadere sopra una seggiola accanto a un fumatore della cui presenza non si accorse. Per alcuni istanti, il suo sguardo vag sul mare invisibile, poi lo abbass e in breve, con la fronte sulla mano, si smarr in profondi pensieri. Perbacco! disse a un tratto il fumatore questa sera, professore, siete proprio tenebroso! Robert trasal e si alz di colpo. Anche il fumatore si era alzato: alla luce dei fanali Robert riconobbe in lui Roger de Sorgues, il quale gli tendeva cordialmente la mano con un sorriso di benvenuto sulle labbra. E vero disse. Sono un po' sofferente. Malato? chiese Roger con interesse. Non precisamente. Stanco, forse. Conseguenza del tuffo dell'altro giorno? Robert fece un gesto evasivo. Che idea avete avuto di restare chiuso tutto il giorno! prosegu Roger. Robert ripet il gesto, evidentemente buono per ogni risposta. Avrete certamente lavorato insistette Roger. Sapete bene che ne ho bisogno! rispose Robert. Ma dove diavolo vi siete sistemato per consultare le vostre stupide guide? Ho bussato alla porta della vostra cabina senza ottenere risposta. Sarete venuto quando sono andato un po' a riposarmi all'aria aperta. Non con noi, per! disse Roger con tono di rimprovero. Robert non disse nulla. Non sono stato il solo a stupirmi della vostra scomparsa. Le signore mi hanno espresso ripetutamente il loro rincrescimento. Anche su richiesta della signora Lindsay sono venuto a cercarvi nella vostra tana Dite davvero? esclam Robert. Siate sincero con me insistette amichevolmente Roger la vostra assenza dovuta soltanto al vostro attaccamento al lavoro? Precisamente. In tal caso avete il torto di abusarne disse Roger. La vostra assenza ci ha guastato la giornata. Eravamo malinconici, soprattutto la signora Lindsay. Che idea! esclam Robert. L'osservazione fatta da Roger senza alcuna particolare intenzione, a proposito dello scontento della signora Lindsay, non aveva nulla di straordinario. Il francese fu perci stupito dell'impressione prodotta da quelle semplici parole. Dopo aver lanciato un'esclamazione con una strana voce, Robert si era subito voltato. Sembrava imbarazzato; il suo viso manifestava gioia e imbarazzo insieme. Oh! disse Roger a se stesso, subitamente interessato. Dopo tutto riprese dopo un breve silenzio forse esagero attribuendo alla vostra assenza la tristezza della signora Lindsay. Vi basti sapere che abbiamo dovuto subire, durante l'intero pomeriggio, quell'uccello di malaugurio che J ack Lindsay, di solito meno prodigo delle sue antipatiche cortesie. Cosa strana, il personaggio oggi era piuttosto gioviale. Ma la sua allegria pi penosa della sua freddezza: non sarei stupito se la sua compagnia avesse contribuito a rendere pi triste la signora Lindsay. Roger guard Robert, il quale non si scompose. Poi prosegu: Tanto pi che la povera donna ha dovuto contare sulle sue sole forze per sostenere quell'interminabile assalto. Miss Dolly e io l'abbiamo vilmente abbandonata, dimentichi del resto del mondo, compreso il cognato. Questa volta Robert gir lo sguardo sul suo compatriota. Questi, del resto, non si fece pregare per completare la confidenza. Che ve ne sembra di miss Dolly? chiese all'amico, accostando la sedia con uno strattone. E adorabile rispose Robert con sincero slancio. Sono d'accordo! disse Roger. Ebbene, amico mio, voglio che siate il primo ad essere informato. Questa ragazza adorabile, siete voi che lo avete detto, io l'amo e penso di sposarla al nostro ritorno. Robert non parve sorpreso della notizia. Mi aspettavo gi questa vostra confidenza confess sorridendo. A dire il vero il vostro segreto , a bordo, un po' come il segreto di Pulcinella. Mi permettete tuttavia di farvi una domanda? Voi conoscete poco le signore Lindsay; avete pensato che l'unione con la loro famiglia potrebbe incontrare qualche difficolt da parte della vostra? La mia? rispose Roger, stringendo la mano del benevolo consigliere. -Non ho famiglia. Al massimo, ho alcuni lontani cugini, ai quali i miei affari non interessano affatto. E poi amare alla ussaro non vuol dire amare da pazzo. In questa circostanza ho agito, sappiatelo, con la prudenza di un vecchio notaio. Sin dal nostro arrivo alle Azzorre, quando la tarantola del matrimonio mi aveva gi morso, ho chiesto telegraficamente qualche informazione sul conto della famiglia Lindsay. A Madeira mi pervenuta la risposta. Le informazioni, eccetto forse per ci che riguarda J ack (a questo riguardo il telegrafo non mi ha detto nulla che gi non avessi immaginato) sono state tali che qualsiasi uomo d'onore deve considerarsi fiero di sposare miss Dolly o sua sorella aggiunse dopo una breve pausa. Robert sospir lievemente senza dire nulla. Eccovi muto, mio caro! riprese Roger dopo pochi istanti di silenzio. Avreste forse da formulare qualche obiezione? Nulla, se non degli incoraggiamenti! esclam con vivacit Robert. Miss Dolly una ragazza incantevole e voi siete un uomo fortunato. Ma, lo confesso, nell'ascoltarvi ho pensato egoisticamente a me stesso; per un attimo sono stato geloso di voi. Perdonatemi. Geloso? E perch mai? Quale donna avrebbe mai il cattivo gusto di rifiutare il marchese di Gramond? Cicerone-interprete a bordo del Seamew e possessore di 150 franchi, molto in forse per chi conosca Thompson complet Robert con amarezza. Roger respinse l'obiezione con gesto noncurante. Bella faccenda! disse con leggerezza. L'amore si misura forse con gli scudi? Si visto pi volte, specialmente fra le americane Non dite altro! lo interruppe Robert, prendendo la mano dell'amico. Confidenza per confidenza, tanto vale che ascoltiate la mia: capirete perch non posso scherzare su questo argomento. Ascolto disse Roger. Mi chiedevate poco fa se avevo qualche motivo di tenermi in disparte. Ebbene, ne avevo uno! Eccoci pens Roger. Voi potete abbandonarvi liberamente alla simpatia che vi spinge verso miss Dolly. Voi non nascondete la vostra felicit di amare. Io sono paralizzato invece dal timore di amare. Il timore di amare! Uno strano timore che io non conoscer mai. Proprio cos: il timore. L'avvenimento imprevisto, nel corso del quale ho avuto la fortuna di portare il mio aiuto alla signora Lindsay, mi ha naturalmente innalzato ai suoi occhi Non avevate bisogno, siatene certo, di crescere di pi agli occhi della signora Lindsay lo interruppe nettamente Roger. L'avvenimento ha creato un po' pi di intimit nei nostri rapporti; li ha resi meno subordinati, quasi amichevoli prosegu Robert. Ma nello stesso tempo mi ha permesso di vedere chiaramente, troppo chiaramente, in me stesso. Ahim! Avrei fatto ci che ho fatto, se non avessi amato? Robert tacque per un istante; poi riprese: Poich ho preso coscienza del fatto, non ho voluto approfittarne e non approfitter mai in avvenire della mia nuova intimit con la signora Lindsay. Che strano tipo d'innamorato siete, dunque? disse Roger con affettuosa ironia. Per me una questione d'onore rispose Robert. Non so quali siano le ricchezze della signora Lindsay, ma a ci che posso credere esse devono essere considerevoli, per la prova che me ne hanno fornita alcuni fatti di cui sono stato testimone. Quali fatti? chiese Roger. Non intendo comunque prosegu Robert, senza spiegarsi pi chiaramente essere creduto anch'io un aspirante alla ricchezza; la mia penosa situazione autorizzerebbe qualsiasi supposizione al riguardo. Mio caro disse Roger ci vi onora; ma avete pensato che il rigore dei vostri sentimenti fa un po' il processo ai miei? Quando penso a miss Dolly io ragiono meno di voi. La nostra situazione non identica. Voi siete ricco Se paragonato a voi rispose Roger. Sono povero se paragonato a miss Dolly; i miei beni sono nulla se paragonati ai suoi. Bastano, se non altro, a garantire la vostra indipendenza disse Robert. E poi, miss Dolly vi ama senza ombra di dubbio. Lo credo anch'io disse Roger. E se la signora Lindsay vi amasse? Se la signora Lindsay mi amasse ripet Robert sottovoce. Scosse subito il capo, quasi volesse allontanare da s quell'ipotesi insensata; appoggiatosi poi all'impavesata lasci errare nuovamente lo sguardo sul mare. Anche Roger si era appoggiato all'impavesata, accanto all'amico. Il silenzio regn a lungo fra i due amici. Le ore trascorsero tranquillamente: da un pezzo il timoniere aveva battuto la mezzanotte ed essi inseguivano ancora i loro sogni, tristi o lieti che fossero, in una danza romantica lungo la scia della nave. CAPITOLO III IL SEAMEW SI FERMA IL 4 GIUGNO, nel salire all'alba sullo spardeck, i passeggeri avrebbero potuto vedere, ancora lontane, le rive superbe della Gran Canaria, ove il Seamew avrebbe fatto il primo scalo nell'arcipelago. Tenerife sarebbe stato il secondo, ultimo del viaggio. L'arcipelago delle Canarie composto di 11 isole o isolotti disposti a semicerchio, con la cavit rivolta verso nord. A cominciare dall'estremit nord-orientale per finire a quella nord-occidentale si incontrano successivamente: Allegranza, Monta Clara, Graciosa, Lanzarote, Lobos, Fuerteventura, la Gran Canaria, Tenerife, Gomera, l'isola di Hierro e La Palma. Abitate da una popolazione di circa 280.000 anime, queste isole, delle quali le pi orientali sono separate dall'Africa da un braccio di mare largo un centinaio di chilometri, costituiscono nell'insieme una superficie di oltre 265 leghe quadrate. Governate da un comandante residente a Santa Cruz de Tenerife e da due alcaldes mayores, 21 le Canarie costituiscono una provincia della Spagna. Provincia lontana, vero, e quindi un po' abbandonata. Bisogna convenire su tale negligenza da parte della metropoli per comprendere la mediocre entit del commercio di questo arcipelago che, a motivo della sua situazione geografica, dovrebbe essere scalo importantissimo sulla grande via dell'Oceano. Di varia grandezza, le Canarie si somigliano tutte per il loro aspetto inospitale. Sono rupi di basalto a picco, appena orlate da una spiaggetta. Nel vedere quelle muraglie di ferro ci si potrebbe stupire dell'epiteto di Fortunate dato un tempo a queste isole di cos aspro aspetto. Ma lo stupore cambia, o meglio muta natura quando si
21 Il termine alcalde, o alcade, designa, nei paesi di lingua o dominazione spagnola, il sindaco o il funzionario di giustizia. Qui sta a indicare due alti funzionari affiancati al governatore. (N.d.T.) penetra nel loro interno. Di uguale origine vulcanica, esse sono tagliate sullo stesso modello. Quasi sempre un cerchio di vulcani secondari circonda il vulcano principale. E nel cratere di questi vulcani, oggi spenti, riparati dai venti torridi dell'Africa dalle loro pareti circolari; nelle valli che separano le cime e nelle piattaforme concave che coronano certe cime che trova giustificazione l'epiteto riferito. L regna una perpetua primavera e la terra, quasi senza essere coltivata, d all'uomo persino tre raccolti all'anno. Delle isole che compongono l'arcipelago la Gran Canaria non la pi vasta. Il coraggio dimostrato dai suoi primi abitanti, al tempo della conquista da parte di J ean de Bthencourt, 22 le soltanto valso di essere indicata con quel nome. E invero, non anche quello un modo di essere grande che ne vale bene un altro? L'Agenzia Thompson aveva dimostrato un certo discernimento scegliendola come punto di sosta. La Gran Canaria il riassunto delle altre isole. Se non possiede una vetta cos ardita come quella di Tenerife, essa occupa al riguardo una buona posizione e il primo posto nei confronti delle altre. E l'isola che possiede le rive pi inaccessibili al punto che i pesci non possono depositarvi le loro uova, le valli meglio riparate, le barranques 23 pi profonde e, in genere, le pi strane particolarit naturali. Tuttavia, si sarebbe potuto fare all'Agenzia Thompson un appunto. Per vedere le cose pi interessanti della Gran Canaria, o per averne almeno un'idea, non sarebbe stato utile visitare l'interno dell'isola, spingendosi almeno un poco nella campagna? L'Agenzia Thompson aveva del tutto ignorato questo particolare. Il 2 giugno, arrivo a Las Palmas alle 4 del mattino. Alle 8, visita della citt. Partenza per Tenerife: lo stesso giorno, a mezzanotte. Ecco che cosa annunciava il programma. Si sarebbe arrivati il 4 giugno, vero, ma tale ritardo non modificava i piani dell'agenzia nel senso di una larghezza eccessiva. Che l'arrivo fosse avvenuto il 2 o il 4, si sarebbe ripartiti per Tenerife sempre alla sera dello stesso giorno. Peggio per i passeggeri se della
22 J ean de Bthencourt, morto nel 1425. Navigatore normanno. Nel 1402 fond nelle Canarie un primo insediamento europeo. (N.d.T.) 23 La parola ha il significato di burroni. (N.d.T.) Gran Canaria non avrebbero visto quasi nulla! Del resto, essi accettavano senza difficolt quella prospettiva. La loro scontrosa apatia non avrebbe lasciato manifestare a nessuno il proprio scontento. Quello scontento, peraltro, non avrebbe avuto alcun fondamento: l'agenzia non faceva, dopo tutto, che mantenere i propri impegni. Del resto, si era l, e poich si doveva partire la stessa sera, perch non partire lo stesso giorno? Se Thompson avesse proposto di prolungare la sosta, la maggior parte dei viaggiatori si sarebbe rifiutata: il viaggio cominciava a essere loro di peso. Verso le 11 il Seamew si trovava dinanzi alla capitale: Las Palmas, o Le palme. Tutti ebbero il tempo di contemplarla comodamente, perch la nave, sbuffando e gemendo, non avanzava molto pi di una boa. Per la prima volta dalla loro partenza da Londra i passeggeri parvero assaporare una schietta sensazione di atmosfera esotica. Costruita allo sbocco del burrone di Guiniguanda, su terreni digradanti con bruschi sbalzi, la citt appariva di aspetto orientale. Le vie strette e le case bianche dai tetti piatti giustificavano in qualche modo l'epiteto di kasbah di cui Roger ritenne di doverla gratificare. Verso mezzogiorno il Seamew si ferm alla fine nel porto di La Luz, lontano dalla citt circa 3 chilometri. Quei 3 chilometri ora bisognava rifarli in senso inverso. Non appena effettuato l'ormeggio, Thompson era sceso quindi sul molo, dove cercava di mettere in colonna i passeggeri a mano a mano che toccavano terra. Era la ripetizione di quella manovra alla quale i turisti erano ormai abituati da tempo. Ma, ahim, dov'era la disciplina di allora? Questi coscritti, cos docili ai primi scali, ora si ammutinavano, brontolando. I movimenti indicati da Thompson venivano compiuti con evidente malavoglia: la truppa non faceva che mormorare. Le file si disunivano non appena formate. Dopo un quarto d'ora di sforzi Thompson riusc a riunire una dozzina di fedeli, tra i quali erano il tranquillo Piperboom, di Rotterdam, e il signor Absyrthus Blockhead, tornato all'abituale buon umore dopo che non si era pi parlato dell'et del rampollo. La maggior parte dei turisti erano rimasti indietro. Raccolti in gruppo compatto, opponevano un'invincibile inerzia agli sforzi dell'Amministratore generale. Su, signori! Signori, su! gridava timidamente Thompson ai recalcitranti. Abbiamo visto tutto rispose sgarbatamente Saunders, prendendo autorevolmente la parola a nome dei compagni. Aspettiamo con pazienza i veicoli e i portatori promessi dal programma. E Saunders nel dire ci brandiva lo stampato nel quale quelle false promesse si leggevano a chiare lettere. Ma, signori, dove volete che li prenda? chiese Thompson pietosamente. Benissimo! rispose Saunders con voce stridula. Cercher allora di noleggiare una vettura. Trasse di tasca il fedele taccuino. Ma la prender a vostre spese. Il conto lo regoleremo a Londra aggiunse, mettendosi in cammino, mentre dalle sue articolazioni provenivano bellicosi suoni di ferraglia. Vi seguo, signore, vi seguo! esclam subito sir George Hamilton, il quale, seguito a sua volta da lady Hamilton e da miss Margaret, and dietro al capofila. Poich quell'adesione fu seguita da altre, poco dopo i due terzi dei turisti si erano separati dal resto dei compagni. Vicino al porto di La Luz una piccola citt offriva ci che occorre alle navi in sosta. Saunders vi avrebbe certamente trovato, senza troppa fatica, quel che cercava. A breve distanza dalle case pi vicine stazionavano infatti tre o quattro vetture in attesa di clienti. Saunders non ebbe che da fare un segno perch esse gli andassero incontro. Quattro vetture non erano per sufficienti per accogliere tutti. Quando, prese d'assalto, si furono allontanate, la maggioranza dei dissidenti dovette tornare indietro, apportando cos un insperato contributo alla truppa del comandante supremo. In quel momento la signora Lindsay, accompagnata dalla sorella e da Roger, lasciava a sua volta il Seamew. Nel vederla, Thompson batt le mani per riattivare il movimento. Su, signori, prendiamo posto, per favore! esclam. Tenete presente che il tempo passa. La signora Lindsay era di consueto una viaggiatrice tranquilla e ben diversa dell'antipatico Saunders. Tuttavia, o per suggerimento dei compagni o perch riteneva di avere gustato abbastanza il fascino della passeggiata in quel ridicolo allineamento, ella non sembr accogliere con la solita buona grazia la proposta che indirettamente le era stata fatta. Possibile? mormor misurando con un'occhiata la lunga strada polverosa, priva di case e d'ombra. Bisogna farla a piedi? Sarei felice, signora, di andare a cercarvi una vettura in citt, se lo desiderate le propose Robert. Se era rimasto indifferente alle proteste precedenti e al movimento separatista che ne era seguito, ritenendo che tutto sommato ci non lo riguardasse, ora per non poteva non dare grande importanza alle parole della signora Lindsay! Con la spontaneit con la quale l'offerta era sorta sulle sue labbra cos egli fu immediatamente ripagato del gentile pensiero: senza mercanteggiare il soccorso offertole, la signora Lindsay lo accett come cosa a lei dovuta. Se volete avere questa cortesia diss'ella rivolgendo un sorriso al cortese commissionario. Robert stava per muoversi quando una nuova richiesta lo ferm. Poich il professore va in citt disse lady Heilbuth vorrebbe avere la cortesia di procurare anche a me una vettura? La forma cortese della richiesta non imped a Robert di pensare che lady Heilbuth avrebbe potuto incaricare della faccenda il lacch spilungone che, alle sue spalle, teneva fra le braccia un avanese attualmente promosso alla condizione di favorito. Tuttavia, s'inchin rispettosamente dinanzi alla vecchia passeggera e l'assicur che era interamente ai suoi ordini. Dovette subito rimpiangere di aver dato quella cortese risposta. Tutti avevano cominciato a parlare e a gesticolare per incaricarlo di rendere loro lo stesso servigio offerto alla signora Lindsay e accordato a lady Heilbuth. Robert fece una smorfia. Fare il corriere per la signora Lindsay era un piacere; eseguire una commissione per lady Heilbuth, passi! Ma farsi carico delle commissioni di tutti mutava l'aspetto della faccenda. Non poteva rifiutarsi tuttavia. Roger de Sorgues gli and generosamente in aiuto. Verr con voi, caro amico gli grid. Porteremo tutte le vetture della citt. Fu un coro di bravo, mentre Robert stringeva la mano del compatriota, del quale non era pi possibile tenere il conto delle numerose manifestazioni di affettuosa comprensione. Percorsa la strada con passo affrettato, i due francesi non fecero fatica a procurarsi un sufficiente numero di vetture. Tornavano indietro in una di esse, quando a mezza strada incontrarono Thompson alla testa di una modesta colonna composta appena da quindici soldati, i pi poveri o i pi avari del suo reggimento, un tempo cos numeroso. Robert lasci al compagno la cura di portare a termine la commissione, e si un alla piccola truppa, presso la quale le sue funzioni lo chiamavano. Sarebbe esagerato dire che egli fosse soddisfatto di quella combinazione; ma poich, dopo tutto, non aveva altra scelta, prese posto senza entusiasmo accanto a Thompson, alla testa della sparuta colonna. L'arrivo alle prime case della citt gli riservava una sorpresa. Quella sorpresa la prov anche Thompson, quando ebbe dato un'occhiata alle sue spalle. Dov'era la colonna? Liquefatta, dispersa, svanita! Ogni gomito della strada, ogni cespuglio fiorito, ogni macchia d'alberi ombrosi erano stati il pretesto per qualche defezione; a poco a poco i turisti si erano dispersi fino all'ultimo. Dietro Thompson non c'era pi nessuno, tranne il monumentale Van Piperboom, di Rotterdam, che placidamente attendeva senza impazienza. Robert e Thompson scambiarono un'occhiata non priva di ironia. Dio mio, professore disse infine quest'ultimo con un mezzo sorriso -in queste condizioni io non posso che restituirvi la libert. A me Las Palmas non interessa affatto; io torno a bordo, se me lo permettete. E Thompson torn indietro, ostinatamente seguito dall'impenetrabile olandese, al quale evidentemente Las Palmas non interessava affatto. Robert, divertito, pensava ancora alla buffa avventura quando si ud chiamare da una voce allegra. Che diavolo fate qui? Che ne stato del vostro reggimento? chiedeva Roger dalla vettura in cui era seduto di fronte alle americane. Il mio reggimento? rispose Robert sullo stesso tono. Sarei curioso di averne notizia. Il colonnello tornato a bordo nella speranza di ritrovarvi i suoi soldati. Vi trover soltanto l'impagabile J ohnson disse Roger ridendo che si ostina a non voler mettere piede a terra. Ma voi, che cosa fate? Nulla, come vedete. Venite con noi, allora concluse Roger, facendogli posto. Ci farete da guida. Il fiume di Guiniguanda separa Las Palmas in due parti ineguali: la citt alta, abitata da nobilt e funzionari, e la citt bassa, dedita al commercio, che ha termine sul promontorio occidentale, all'estremit del quale si innalza la fortezza del Castillo del Rey. Nel corso di tre ore, i quattro turisti percorsero a piedi e in vettura le vie della capitale; poi, colti da stanchezza, si fecero condurre a bordo del Seamew. Se qualcuno li avesse interrogati, ecco che cosa avrebbero potuto rispondere: Las Palmas una citt ben costruita, dalle vie strette e ombreggiate, ma dove la natura del suolo trasforma la passeggiata in un continuo salire e discendere. Oltre alla cattedrale di stile rinascimento spagnolo, essa possiede pochi monumenti interessanti. Per quanto riguarda l'aspetto moresco della citt vista dal mare, esso vi induce a false speranze. Da vicino l'incanto sparisce. Non c' nulla di meno moresco delle sue vie, delle case e degli abitanti, i quali offrono alla pubblica ammirazione eleganze esclusivamente europee, e cio francesi. Le loro impressioni di viaggio si limitavano a ci. Come avrebbe potuto essere altrimenti? Avevano forse partecipato alla vita della gente per poterne apprezzare la gentilezza e la cortesia corrette da una vivacit che troppo spesso faceva uscire il coltello dalla guaina? Erano forse entrati in quelle dimore dalle facciate regolari, ma che racchiudevano stanzette ridicole perch lo spazio era riservato in gran parte al salone di ricevimento, nelle dimensioni del quale rivaleggiava l'orgoglio degli abitanti? Potevano forse conoscere l'animo di quella popolazione, nel quale all'orgogliosa ingenuit del Guanche, 24 antenato sconfessato, si univa la fierezza dell'antenato Hidalgo? questa la carenza che si nota nei viaggi affrettati. L'uomo, troppo complicato, non fa parte del loro programma; perch soltanto la natura si lascia conoscere con uno sguardo. E occorre che la si guardi! Ma il programma dell'Agenzia Thompson vi si opponeva formalmente. Le vaghe nozioni che i turisti riportarono dalla loro passeggiata attraverso Las Palmas Robert non le possedeva neppure. Non aveva visto nulla nel corso del pomeriggio trascorso accanto alla signora Lindsay. I suoi occhi conservavano una sola immagine: quella della giovane donna che saliva e discendeva la china delle vie, che lo interrogava e alla quale egli rispondeva con sorridente semplicit. Dimentico dei suoi proponimenti, si era abbandonato alla felicit del momento. Ma non appena rimesso piede sul ponte del Seamew, le preoccupazioni per un istante scomparse lo ripresero. Perch ingannare la propria coscienza? Perch imboccare una strada che non voleva percorrere sino in fondo? Quel felice pomeriggio gli lasciava la bocca amara; gli lasciava l'angoscia di non aver saputo dissimulare. Se si era tradito con qualche sguardo o con qualche gesto, quali sentimenti, quali inconfessabili bramosie non avrebbe potuto supporre la ricca americana in quel povero innamorato? Quei pensieri lo facevano arrossire di vergogna ed egli si riprometteva di controllarsi meglio in avvenire, a costo di perdere l'amichevole simpatia che era riuscito a guadagnarsi. Ma il destino aveva deciso che il suo generoso proponimento sarebbe rimasto
24 Guanche equivale al termine aborigeno. Hidalgo ha il significato di nobile e di gentiluomo. (NAT.) lettera morta. La sua storia era scritta lass e la catena degli avvenimenti la realizzava inesorabilmente. Quando i quattro turisti giunsero a bordo, Thompson e il capitano Pip parlavano animatamente. Si trattava certamente di una faccenda assai grave; Thompson, rosso in volto, si agitava febbrilmente com'era sua abitudine. Placido e calmo, il capitano gli rispondeva a monosillabi, o pi spesso con gesti energici, evidenti manifestazioni di rifiuto assoluto. Interessati, la signora Lindsay e i suoi compagni si fermarono a pochi passi dai due interlocutori. Non erano i soli, del resto, a interessarsi a quella discussione. Sulla spardeck, allineati su tre file serrate, i passeggeri gi rientrati ne seguivano con gli occhi l'andamento. Il fatto che contribuiva ad accrescere la curiosit generale era l'assenza di qualsiasi fumo dal fumaiolo del Seamew. Sembrava che nulla fosse stato predisposto per la partenza della nave, stabilita tuttavia per la mezzanotte. Si facevano molte congetture e si attendeva con impazienza che la discussione fra il capitano e Thompson avesse termine per ottenere dall'uno o dall'altro qualche spiegazione. Quando son la campana della cena, la discussione non era ancora terminata. I passeggeri raggiunsero in fretta il proprio posto, sicuri di conoscere a tavola la chiave dell'enigma. La cena prosegu ed ebbe termine senza che Thompson ritenesse di soddisfare la curiosit dei convitati. Quella curiosit del resto si attenuava temporaneamente dominata da una preoccupazione pi grave. Il pasto aveva fatto un passo enorme sul cammino discendente che seguiva da vari giorni. Incoraggiato dall'impunit, Thompson sembrava credere di potersi permettere qualsiasi cosa. Quella volta per egli aveva superato ogni limite. La cena, degna di una taverna, peccava anche nella quantit. L'appetito dei convitati cominciava a svegliarsi quando fu servita la frutta. Tutti si guardarono in viso e poi guardarono Thompson, il quale sembrava perfettamente a suo agio. Nessuno tuttavia aveva ancora osato formulare qualche reclamo, quando Saunders, secondo il solito, sollev decisamente la questione. Steward! chiam con voce stridula. Sir? rispose il signor Roastbeaf, accorrendo. Steward, prender ancora un po' di questo esecrabile pollo. Tutto considerato meglio morire avvelenato che di fame. Il signor Roastbeaf non parve gradire tutto il sapore di quella innocente facezia. Non ce n' pi rispose con semplicit. Tanto meglio! esclam Saunders. In tal caso, datemi un'altra cosa. Non potr essere certamente pi cattiva del pollo. Un'altra cosa! esclam Roastbeaf. Il signore non sa che a bordo non c' pi tanto da colmare un dente cariato? I signori passeggeri non hanno lasciato neppure la cena del personale di cucina! Con quale amarezza Roastbeaf aveva detto quelle parole! Signor Roastbeaf, vorreste per caso prendermi in giro? chiese Saunders con indignazione. Io, signore! implor Roastbeaf. Che significa allora questo scherzo? Siamo forse sulla zattera della Medusa? 25
Roastbeaf spalanc le braccia in segno di ignoranza. Il suo gesto declinava ogni responsabilit per rigettarla interamente su Thompson, il quale si stuzzicava i denti con aria indifferente. Ferito da quell'atteggiamento, Saunders batt un pugno sulla tavola facendo traballare i bicchieri. Dico a voi disse con voce corrucciata. A me, signor Saunders? rispose Thompson con finta ingenuit. A voi. Avete stabilito di farci morire di fame? Questo sarebbe il solo modo di soffocare le nostre lagnanze. Thompson spalanc gli occhi, meravigliato.
25 La Medusa, nave inviata dal Governo francese per riprendere possesso della colonia del Senegal, si aren il 2 luglio 1816 su un banco di sabbia, a 40 leghe dalla costa occidentale africana. Costruita in fretta una zattera, vi presero posto 149 naufraghi. Dopo dodici giorni di sofferenze, il galleggiante venne avvistato dal brigantino Argus, il quale raccolse i quindici moribondi che erano rimasti. Gli altri naufraghi giacevano in fondo al mare o erano stati in parte divorati dai sopravvis- suti. (NAT.) Sono tre giorni prosegu Saunders con collera che il cibo diventato indegno del cane di un povero diavolo. Abbiamo pazientato finora; oggi troppo, faccio appello a questi signori. La domanda di Saunders ottenne un successo che i giornali parlamentari avrebbero qualificato con le parole: vive approvazioni oppure applausi frenetici. Tutti si misero a parlare, approvando rumorosamente. I perfettamente!, e gli avete ragione! si incrociavano. Per cinque minuti regn un gran chiasso. In mezzo a quel chiasso Roger rideva di cuore. Il viaggio diventava di una comicit irresistibile. Alice, Dolly e Robert condividevano l'ilarit dell'allegro ufficiale. Nessuno di essi avrebbe voluto rinunciare a quella cattiva ma divertentissima cena. Nel frattempo Thompson, senza manifestare altre emozioni, cercava di ottenere un po' di silenzio. Forse aveva in serbo qualche buon motivo. Convengo disse, quando riusc a ottenere un relativo silenzio che questa cena stata meno buona delle precedenti Un grido di indignazione generale gli tolse la parola. delle precedenti riprese Thompson, tranquillamente ma l'Agenzia non ne ha colpa, e il signor Saunders far ammenda per le sue critiche quando conoscer la verit. Parole! rispose brutalmente Saunders. Non mi faccio pagare con tale moneta. Ne occorre un'altra aggiunse, traendo dalla tasca il solito taccuino -un'altra che mi sar fornita, quando saremo a Londra, da questo taccuino sul quale annoto dinanzi a tutti il nuovo affronto che oggi abbiamo subito. Questi signori sappiano, dunque riprese Thompson, senza dare importanza all'interruzione che ci di cui abbiamo sofferto a Madeira, si fatto sentire anche qui, in modo molto pi violento a causa della posizione geografica di queste isole e della vicinanza dell'Africa. Per colmo di sventura il vento ha portato una nuvola di cavallette venute dal continente. L'invasione, qui assai rara, si verificata proprio al nostro arrivo. I due flagelli hanno bruciato tutto, saccheggiato e devastato ogni cosa. Se l'agenzia si mostrata un po' gretta sui cibi, il motivo che essi sono diventati in effetti molto rari nella Gran Canaria. Dite invece che sono cari! replic implacabilmente Saunders. Non forse la stessa cosa? chiese ingenuamente Thompson, lasciando cos intravedere il vero fondo del suo animo. Quella ingenuit stup i passeggeri. Davvero? replic Saunders. Regoleremo ci a Londra; nell'attesa, non c' da far altro che partire immediatamente. Poich non possibile fare colazione alla Gran Canaria, andiamo a cenare a Tenerife. Bravo! si grid da ogni parte. Con un gesto Thompson chiese di parlare. Su questo punto disse vi risponder il nostro comandante. Egli vi dir che non possibile partire disse il capitano Pip e ci con suo vivissimo rammarico. La macchina ha bisogno di essere ripulita e i giunti sono da rifare; il lavoro, iniziato oggi, richieder almeno tre giorni. Potremo quindi abbandonare La Luz soltanto il 7 giugno, verso mezzogiorno. La comunicazione del capitano aveva raggelato gli animi. Furono scambiati sguardi di costernazione: ancora tre giorni senza fare una gita o una passeggiata! E con questo cibo! aggiungeva Saunders. In breve la tristezza subentr alla collera. Era ammissibile che l'Agenzia Thompson si prendesse gioco fino a quel punto dei suoi sottoscrittori? Un mormorio minaccioso corse tra i passeggeri quando lasciarono la tavola per risalire sullo spardeck. Nello stesso istante un grande steamer entrava nel porto. Il piroscafo prestava regolare servizio tra l'Inghilterra e la colonia del Capo: ora faceva ritorno a Londra. La notizia fu subito nota a tutti, a bordo del Seamew. Cinque o sei passeggeri si valsero di questa occasione inaspettata e sbarcarono risolutamente con i propri bagagli. Tra i delusi appariva lady Heilbuth, seguita dalla sua cara muta. Costoro ne avevano abbastanza e lo dimostravano. Thompson non fece mostra di accorgersi delle defezioni, del resto poco numerose. Per ragioni economiche o per altro motivo la maggior parte dei passeggeri rimase fedele al Seamew. Tra i fedeli c'era Saunders, anche se i motivi di economia non costituivano il motivo della sua decisione. Abbandonare Thompson? Nemmeno per idea! Lo teneva in pugno e lo avrebbe tenuto sino alla fine. Era dunque odio quello che riempiva il cuore dell'inquietante passeggero? Ma non tutti avevano i motivi, senza dubbio eccellenti, di Saunders, o quelli ancora migliori della gente di mediocre fortuna. La signora Lindsay, per esempio. Perch si sarebbe intestardita a finire quel viaggio cos ricco di scomodit di ogni genere? Quale motivo poteva trattenerla sotto l'amministrazione dell'Agenzia Thompson? A pochi passi da Alice che egli contemplava nel buio, Robert si poneva quelle domande con angoscia. La signora Lindsay non si moveva; aveva guardato passare il grande piroscafo senza prestare ad esso la minima attenzione. No, non sarebbe partita. Robert ne ebbe conferma quando ud ci che ella disse a Roger: Immagino che non continueremo a restare a bordo durante questi due giorni. Evidentemente rispose Roger, ridendo. Il ritardo riprese Alice avr almeno qualcosa di buono: ci consentir di conoscere un po' meglio il paese, se volete dedicarlo, come me, a qualche gita. Certamente rispose Roger. Il signor Morgand e io possiamo questa sera stessa metterci alla ricerca dei mezzi di trasporto. Vediamo: siamo in cinque, se non erro Robert attendeva quel momento; non intendeva lasciarsi trascinare dall'amicizia servizievole del compatriota. Con vivissimo dispiacere egli non si sarebbe unito al gruppetto: sarebbe rimasto al suo posto. Permettete cominci a dire. No, soltanto in quattro lo interruppe Alice con voce tranquilla. Mio cognato non verr. Robert sent il suo cuore battere fortemente. Era dunque la signora Lindsay che decideva personalmente della sua presenza, che gli assegnava la sua parte e che voleva che egli le fosse accanto. La gioia spazz via i suoi scrupoli; mille pensieri confusi si agitarono nella sua mente. Rinunci alla sua protesta, e aspir a pieni polmoni l'aria della sera; poi alz gli occhi al cielo ove gli parve che le stelle si fossero accese. CAPITOLO IV IL SECONDO DENTE DELL'INGRANAGGIO IL GIORNO seguente, alle 6 del mattino, i quattro turisti mettevano piede sulla banchina, ove avrebbero dovuto trovare la guida e alcuni cavalli ad attenderli in seguito all'interessamento di Robert e di Roger. Ma una sorpresa li aspettava. Non che i cavalli mancassero all'appuntamento: essi erano l, in numero assolutamente imprevisto. Se ne potevano contare quindici, oltre quello della guida gi sotto il peso del suo cavaliere. La faccenda trov subito spiegazione. Poco dopo, la signora Lindsay e i suoi compagni videro giungere Saunders e la famiglia Hamilton, seguita da alcuni passeggeri fra cui c'era Tigg, del quale, da pi giorni, erano stati dimenticati i sinistri progetti. Non tutti per facevano mostra di tanta leggerezza di spirito. Le misses Blockhead, almeno, persistevano nella loro caritatevole sorveglianza. Chiunque vedesse Tigg era sempre certo di vedere anche loro. Anche quella volta, infatti, esse apparvero a dieci passi dall'oggetto delle loro premure, precedendo il padre; il quale, costretto di buona o di cattiva voglia a sottomettersi ai capricci delle figlie, guardava ora con inquietudine i cavalli fra i quali avrebbe fatto tra poco una scelta temeraria. Appariva chiaro che il segreto della gita era trapelato e che la passeggiata intima si sarebbe trasformata in cavalcata, con dispiacere delle due americane e dei due francesi. Ma il destino preparava per loro un altro dispiacere: sotto le sembianze di J ack Lindsay, giungeva solo e per ultimo il quindicesimo cavaliere. Se nel vederlo Dolly e Roger fecero una smorfia, Alice e Robert, per motivi simili, che nessuno dei due confid all'altro, si fecero rossi di indignazione. Senza preoccuparsi della freddezza o dell'ostilit che lo accoglievano, J ack mont in sella, imitato quasi subito dagli altri. In breve, la carovana fu pronta a partire. Un cavaliere tuttavia faceva ancora fatica per montare in sella. Invano si aggrappava alla criniera o alla sella: ricadeva costantemente, vinto in questa lotta ineguale contro il suo peso. Sudando e sbuffando faceva sforzi grotteschi; lo spettacolo, altamente comico, sembrava molto apprezzato dagli spettatori. Su, pap! disse miss Mary Blockhead, con tono di incoraggiante rimprovero. Sei brava tu rispose il signor Absyrthus Blockhead con voce burbera. Credi che io pesi poco? E poi, dico, forse questo il mio mestiere? Non sono una guardia a cavallo, e ho in orrore questi animalacci, lo dico francamente; sono sincero come l'oro, ragazza mia! Blockhead rimise definitivamente entrambi i piedi a terra e si asciug la fronte gocciolante. Non avrebbe pi fatto altri tentativi inutili. A un cenno di Robert, la guida and in aiuto del turista in imbarazzo. Con il suo ausilio il signor Blockhead riusc a issarsi sulla cima che si era sforzato inutilmente di scalare. Un po' troppo vivacemente forse, perch manc poco che non ricadesse dall'altro lato del cavallo. Per fortuna la caduta gli fu risparmiata e la cavalcata si mise in cammino. La guida marciava in testa alla colonna, seguita da Robert e da Alice; venivano poi Roger e Dolly. La terza fila si gloriava di sir e di lady Hamilton, nella quinta, Tigg cavalcava accanto a miss Margaret. Se le misses Blockhead non avevano potuto impedire questa scandalosa sistemazione, esse avevano fatto in modo, se non altro, di attenuarne le conseguenze circondando la coppia sacrilega. Nella quarta fila miss Bess s'imponeva infatti alla compagnia di Saunders, mentre nella sesta miss Mary dava conforto all'infelice padre, il quale, con occhio smarrito e le dita strette alla criniera del cavallo, si lasciava docilmente condurre, rimpiangendo amaramente il giorno in cui era nato. In quel modo Tigg non sarebbe sfuggito a un'incessante sorveglianza; orecchie avide avrebbero raccolto le sue parole e occhi acuti avrebbero saputo approfittare della minima debolezza dell'avversario. Il posto temporaneamente perduto sarebbe stato presto riconquistato. J ack Lindsay avanzava per ultimo, solo e in silenzio com'era sua abitudine. Ogni tanto il suo sguardo seguiva la colonna dei compagni fermandosi per un attimo sulla giovane coppia della prima fila. Una luce brillava allora nei suoi occhi, subito rivolti altrove. Quegli sguardi Robert li intuiva senza vederli. Era stata la presenza di J ack a suscitare in lui una sorda inquietudine e a deciderlo a prendere possesso del posto che occupava. Se J ack non fosse stato presente, Robert si sarebbe posto nell'ultima fila del gruppetto. Un altro motivo Io aveva anche indotto a porsi alla sua testa: l'istinto gli suggeriva di tenere d'occhio la guida, della quale vagamente diffidava. Non perch la condotta di quest'ultima si fosse prestata fino allora alla critica, ma per il fatto che Robert riteneva che avesse un'aria sospetta, l'aria di un vero sacripante, per parlare chiaramente; aveva deciso perci di non perderla d'occhio per essere pronto a intervenire, se un gesto di quell'occasionale servitore avesse confermato, nel corso della gita, la sua impressione. Del resto, egli non abusava della situazione che le circostanze gli avevano imposte. Senza alcun motivo, diceva soltanto il necessario. Per il momento, dopo poche parole sulla bellezza del tempo, egli era diventato taciturno e Alice aveva imitato il suo silenzio, che sembrava essere di suo gradimento. Gli occhi di Robert, vero, meno schiavi della lingua, parlavano per essa e si volgevano spesso a guardare il delicato profilo della compagna. Ma l'intimit, anche se tacita, compie ugualmente il suo misterioso lavorio nel profondo dei cuori. Nel cavalcare l'uno accanto all'altra nell'aria tiepida del mattino, scambiando rapidi e involontari sguardi, i due giovani si sentivano pervadere di dolcezza. Una calamita immateriale attirava i loro cuori. Essi imparavano il meraviglioso linguaggio del silenzio e, a ogni passo, comprendevano un po' meglio le parole che non avevano detto. Uscirono in fretta dalla parte nord-ovest di Las Palmas ancora sonnolenta. Poco meno di un'ora dopo la partenza gli zoccoli dei cavalli battevano il suolo di una di quelle eccellenti strade che s'irraggiano intorno alla capitale. Quella ora seguita iniziava come un viale, tra due file di ville nascoste nel verde. Alberi di ogni specie crescevano nei loro ubertosi giardini, ove i palmizi agitavano le loro fronde. Su quella strada molto frequentata, numerosi contadini incrociavano i viaggiatori. Appollaiati sui cammelli, il cui allevamento si perfettamente sviluppato alle Canarie, essi portavano in citt i prodotti della loro terra. Magri, di statura media, con grandi occhi neri che illuminavano il viso dai tratti regolari, essi non mancavano di vera e naturale distinzione. Pi si andava innanzi e pi la cavalcata si allungava. Intervalli irregolari si formavano tra le file. In breve, pi di 200 metri separarono Alice e Robert da J ack, sempre solo in coda alla colonna. Dal suo posto quest'ultimo continuava a sorvegliare la coppia di testa e un po' per volta la collera cresceva nel suo cuore. L'odio dotato di spirito profetico e J ack era ricco di odio. Non una delle attenzioni di Robert per la sua compagna sfuggiva alla vigile spia. Non gli sfuggiva il minimo colpo d'occhio e ne analizzava l'impalpabile e istintiva dolcezza; quasi indovinava le parole e a poco a poco scopriva la verit. Era dunque per i suoi secondi fini che quel miserabile interprete faceva cos buona guardia! e la signora Lindsay sembrava lasciarsi prendere all'amo di quel volgare adescamento. Lontana da lui gi quando il suo cuore era libero, gli sarebbe stata sempre pi ostile amandone un altro. Con quei pensieri per la testa si sentiva soffocare di rabbia. Con la sua ottusit non aveva forse levato le castagne dal fuoco per conto dell'intrigante che lo soppiantava? Costui, infatti, avrebbe ottenuto la vittoria cos facilmente se J ack, allungando la mano alla cognata in pericolo, avesse reso inutile l'intervento di una devozione interessata? Era stato proprio lui a crearsi quel rivale! A conoscenza di ci che era accaduto al Curral das Freias, Robert Morgand, cosciente della sua forza, aveva osato persino minacciarlo! A dire il vero, quasi certamente quelle minacce non sarebbero state mai messe in atto. Nel comportamento di Alice nulla finora autorizzava J ack Lindsay a credere che fosse meglio informata di quanto non lo era il giorno successivo alla scena del torrente. Ma ci che non era stato fatto poteva ancora essere fatto; forse in quel momento stesso Alice ascoltava la temuta confidenza. Era un pericolo permanente sospeso sul capo di J ack; contro quel pericolo non c'era altro rimedio che la soppressione dell'unico pericoloso testimone. Purtroppo Robert Morgand non era il tipo che potesse essere attaccato con leggerezza. J ack non poteva disconoscere che in una lotta aperta egli aveva poche probabilit di uscirne vittorioso. Doveva agire in altro modo e fare assegnamento pi sull'astuzia che non sull'audacia e il coraggio. Ma anche se deciso a un atto di tortuoso tradimento, l'occasione appariva di dubbia realizzazione in mezzo a una quindicina di turisti. A poco a poco, perci, l'odio di J ack si rivolse altrove: abbandon momentaneamente Alice per prendersi cura interamente di Robert, secondo dente dell'ingranaggio. Assassino passivo della cognata, ora giungeva persino a premeditare la morte di Robert. Nel frattempo, i due giovani che egli detestava con tanto furore, seguivano una via opposta, dimentichi della sua esistenza. Mentre in lui cresceva la collera, l'amore cominciava a nascere nel loro cuore. Se nell'uscire da Las Palmas la colonna dei gitanti si era un po' sgranata, tre file almeno rimanevano in plotone serrato: Tigg, accerchiato da ogni parte, non avrebbe potuto concepire il modo di sfuggire alla vigilanza delle sue guardiane. In preda a sorda collera, le misses Blockhead non lo lasciavano allontanare neppure di uno zoccolo di cavallo. Nella sua premurosa sollecitudine miss Mary spinse pi volte il proprio animale fino a urtare quello di miss Margaret. Si era giunti allora alle frasi Fate dunque attenzione, signorina e Ma io faccio attenzione!: frasi che venivano scambiate con voce pungente, senza che le rispettive posizioni delle belligeranti fossero comunque modificate. La campagna che la colonna attraversava era fertile e ben coltivata; i campi si succedevano ai campi, offrendo allo sguardo prodotti europei e tropicali, in particolare vaste piantagioni di nopals. 26
Se gli abitanti delle Canarie non erano grandi ammiratori di quel Minotauro chiamato progresso, non bisognava affatto stupirsene. Dedicatisi un tempo esclusivamente alla coltivazione della canna da zucchero, l'invenzione dello zucchero di barbabietola li aveva privati del frutto della loro fatica. Coraggiosamente, essi ricoprirono allora il loro paese di vigne; ma il flagello contro il quale le dotte facolt non avevano ancora trovato rimedio, la fillossera, le assal dopo poco tempo. In gran parte rovinati, essi sostituirono allora la pianta cara a Bacco con piantagioni di nopals a cocciniglia e, in breve, diventarono i principali fornitori del prezioso insetto usato in tintoria. Ma la scienza che aveva deprezzato la loro canna da zucchero, la scienza che non aveva saputo difenderli contro il microscopico nemico della vite attacc immediatamente il loro nuovo tentativo, creando i colori chimici derivati dall'anilina e minacciando cos di un ultimo e prossimo disastro i disgraziati allevatori di cocciniglie. Le numerose trasformazioni subite dalle loro coltivazioni mostravano in ogni caso lo spirito di iniziativa degli abitanti. Ma nulla avrebbe certamente resistito alla loro paziente fatica se non avessero dovuto lottare contro la siccit. In quelle contrade bruciate dal sole, ove pi settimane, pi mesi, pi anni trascorrevano a volte senza che il cielo concedesse loro una goccia di pioggia, la siccit era la reale calamit. Quanti ingegnosi sforzi, quindi, per difendersene! per creare una fitta rete di acquedotti atti a convogliare nelle valli le acque delle cime; per scavare cisterne ai piedi dei neopals e degli aloe, le cui larghe foglie raccolgono l'umidit della notte sotto forma di brina bianca pronta a sciogliersi ai primi raggi del sole! Verso le 8, la cavalcata penetr in un vasto bosco di euforbie. La strada continuava a salire regolarmente fra due siepi di tali piante spinose, dall'aspetto strano e cattivo, ma la cui linfa costituisce un veleno mortale. Ma a mano a mano che si procedeva nella salita leuphorbia canariensis fece posto all'euphorbia bakamifera di forma meno arcigna, la cui pelle luccicante e tesa nasconde un latte
26 Fichi d'India. (N.d.T.) inoffensivo, che essa sprizza fino a tre metri di distanza al minimo urto. Mezz'ora dopo giungevano sulla vetta della Caldera de Bandana, cratere esattamente rotondo profondo 200 metri, in fondo al quale si vedevano una fattoria e i suoi campi. Visitarono poi la Cima di Giramar, altro cratere colmo di cui non esiste pi che un camino senza fondo, nel quale i turisti si divertono a gettare sassi facendo svegliare molti echi; verso le 11 giunsero finalmente a San Lorenzo, borgo di 2000 abitanti, nel quale la guida assicurava che si sarebbe trovato da fare colazione. Vi si trov, infatti, a condizione per di non fare troppo gli schizzinosi. Il borgo San Lorenzo abbonda di frutta deliziosa, ma manca in parte di altre risorse. Poich l'aria aperta aveva aguzzato l'appetito dei gitanti, ci permise loro di scoprire qualche sapidit nel gofio, che costitu il piatto forte: una specie di bollito di farina d'orzo o di grano fortemente torrefatta diluita dal latte; questo piatto nazionale in realt di sapore discutibile. Con l'aiuto della fame, tutti comunque lo accolsero con piacere, eccetto il solito Sauiiders, il quale scrisse severamente gofio sul proprio taccuino. Imporgli il gofio! Soltanto ci valeva un indennizzo di almeno 100 sterline! Terminata la colazione, tutti si rimisero in sella. Ma l'ordine di marcia aveva subito qualche inevitabile modifica: una fila, tra le altre, contava ora tre cavalieri: Tigg e le sue due vigili guardiane. Proprio cos, grazie a un'accorta manovra, miss Margaret Hamilton aveva perduto il suo posto e ora trottava sola come il signor Absyrthus Blockhead, mentre le rivali vittoriose covavano la loro conquista con occhio geloso. Quella rivoluzione del resto non era stata compiuta senza discussioni. Quando Margaret, risalita a cavallo, aveva visto il suo posto occupato, una protesta era sorta nel suo animo irritato. Ma signorina aveva detto, rivolgendosi alle due sorelle il mio posto, credo. A quale di noi fate l'onore aveva cominciato a dire miss Bess con voce aspra. di rivolgervi, signorina? aveva completato miss Mary, non meno acida. Il vostro posto non numerato, immagino! Tigg non aveva udito nulla di quel dialogo svoltosi sottovoce. Ignorando la guerra scatenatasi a causa sua, egli lasciava fare come al solito con garbata indifferenza, felice dopo tutto di essere coccolato. Un altro cambiamento era anche avvenuto nella iniziale disposizione dei gitanti. J ack Lindsay era passato dalla retroguardia all'estrema avanguardia. Precedendo la cognata, sempre scortata da Robert Morgand, ora cavalcava accanto alla guida con la quale sembrava avere un'animata conversazione. La circostanza non manc di suscitare la curiosit di Robert. La guida conosceva dunque l'inglese? Poich la conversazione si prolungava, alla curiosit di Robert non manc di mescolarsi un vago senso di inquietudine. J ack Lindsay sembrava temere infatti le orecchie indiscrete e si manteneva con la guida a circa cento metri dal primo turista. Che cosa potevano complottare quel passeggero, sul conto del quale nutriva fondati sospetti, e quell'indigeno dall'aspetto poco rassicurante? Ecco ci che Robert si chiedeva senza poter trovare risposta soddisfacente. Egli fu sul punto di confidare i suoi sospetti alla compagna; come J ack aveva perfettamente capito, Robert non aveva ancora deciso di dare corso alle sue minacce. La signora Lindsay non sapeva nulla. Egli aveva esitato a turbare l'animo della giovane con confidenze del genere e a confessarle di essere a conoscenza di una faccenda cos delicata; fiducioso nell'efficacia della sua vigilanza, aveva mantenuto il silenzio. Nel momento di avviare quello scottante argomento, egli indietreggi ancora una volta e decise soltanto di vigilare con maggiore attenzione. In meno di tre ore i turisti raggiunsero Gualdar, residenza degli antichi re berberi posta sulla costa nord-occidentale dell'isola; poi, dopo avere attraversato al ritorno il piccolo borgo di Agaete, giunsero verso le 5 ad Artenara. Situato sul pendio interno della caldaia di Tejeda, a oltre 1200 metri di altezza, il villaggio di Artenara il pi alto dell'isola. Vi si gode uno splendido colpo d'occhio. Il cerchio, senza scoscendimenti e senza spaccature, svolge dinanzi allo sguardo stupito la sua circonferenza ellittica di 35 chilometri, dalla quale convergono verso il centro ruscelli e piccole catene di colline boscose, al riparo delle quali sono sorti alcuni casali. Lo stesso villaggio dei pi bizzarri. Abitato soltanto da carbonai i quali, se non saranno presi provvedimenti, faranno presto a privare l'isola degli ultimi resti di vegetazione, Artenara un paesino di trogloditi. Soltanto la chiesa innalza il suo campanile nell'aria libera; le abitazioni degli uomini sono scavate nella muraglia dell'anfiteatro. Esse sono disposte a ripiani, l'una sopra l'altra, rischiarate da aperture che fanno da finestre. Il pavimento di quelle case coperto di stuoie, sulle quali si prende posto per mangiare. Sedie e letti sono stati fatti a spese della natura, poich gli ingegnosi abitanti li hanno ricavati dallo stesso tufo. Non era il caso di parlare di trascorrere la notte ad Artenara: l'ospitalit di quei trogloditi sarebbe stata troppo primitiva. Fu necessaria quindi un'altra ora di marcia prima di mettere piede a terra, verso le 6, a Tejeda, piccolo borgo al quale la caldaia aveva dato il proprio nome. Era tempo; alcuni turisti non ne potevano proprio pi. Per i tre Blockhead in particolare fare ancora un po' pi di strada sarebbe stato assolutamente impossibile. Di volta in volta di color giallo, verde e bianco, a miss Mary e a miss Bess era stato necessario l'intervento di un'anima eroica per svolgere sino alla fine il compito che era stato loro imposto. Quante piccole grida, delle quali avevano dovuto soffocare la differente tonalit a seconda degli scossoni ai quali le costringevano i loro cavalli! Ma anche quale sospiro di sollievo esse cacciarono quando giunsero in porto, e cio all'albergo, il cui proprietario guardava sgomento l'insolito arrivo! Era un albergo, infatti, nient'altro che un albergo quello in cui la guida condusse i turisti. Pi che adatto alle sue abitudini, egli lo aveva ritenuto adatto anche per gli altri, e non afferr per nulla il significato dell'aspetto accigliato con cui fu accolto il segnale della sosta. Comunque, era troppo tardi per recriminare. Poich Tejeda non aveva nulla di meglio, bisognava accontentarsi. La realt, del resto, era superiore all'apparenza; i quindici turisti e la loro guida riuscirono a cenare accontentandosi di un nuovo gofio, che serv di pretesto per una nuova nota sul taccuino di Saunders. Le cose per si complicarono quando si tratt dell'alloggio. Se a furia di ingegnosi accorgimenti fu possibile trovare un riparo per le signore, gli uomini invece, avvolti in mantelli o in coperte, e cio in sacchi, dovettero accontentarsi del pavimento delle stanze o dell'erba dei prati. Bench il clima delle isole Canarie sia dolce, il levar del sole non manca di apportare aria fresca, molto favorevole ai reumatismi. Sir Hamilton impar a sue spese questa particolarit geografica. Svegliato sul far del giorno da lancinanti dolori agli arti, dovette frizionarsi energicamente non senza imprecare contro il dannato Thompson che gli procurava quei malanni. Saunders, da parte sua, lo guardava con invidia. Che cosa non avrebbe mai dato se fosse stato colpito anche lui da qualche dolore insolito! Quale argomento da far valere a tempo debito! Esaminava le proprie giunture, le faceva scricchiolare, si piegava e si inarcava sino a farsi male. Fatica inutile. In quel corpo nodoso come una quercia il male non aveva presa ed egli dovette riconoscerlo a malincuore. Non dimentic tuttavia di notare sul suo taccuino il malanno di cui soffriva il compagno. Non si era buscato i reumatismi, d'accordo! ma avrebbe potuto buscarseli, come era capitato al baronetto! Ritenne che il rischio corso non sarebbe stato da poco se affidato a un abile avvocato. Il sonno delle misses Blockhead era stato accuratamente protetto; al loro alzarsi esse parvero tuttavia molto sofferenti. Intirizzite, con una smorfia dolorosa sulle labbra, venivano avanti penosamente, sorreggendosi a ci che si trovava a portata delle loro mani: mobili, muri o persone. Tigg, informatosi per primo della loro salute, conobbe la triste verit: le misses Blockhead avevano la lombaggine! Bisognava partire, comunque. A costo di molte sofferenze e non senza penosi gemiti, le due vittime della carit furono issate sui loro cavalli e la cavalcata si rimise in cammino. Fu allora che Robert fece una strana osservazione. Mentre gli altri cavalli della carovana, spazzolati e strigliati a cura dell'albergatore, sembravano, dopo il riposo della notte, rimessi della fatica del giorno prima, il cavallo della guida indigena e quello di J ack Lindsay sembravano, al contrario, stanchissimi. Dall'insieme di polvere e di sudore che ricopriva il pelo delle due bestie si sarebbe detto che durante la notte esse avessero compiuto una lunga corsa. Poich la faccenda non poteva essere chiarita senza chiederne la spiegazione direttamente agli interessati, cosa che a Robert ripugnava, il francese chiuse in cuore il sospetto maturato. Del resto, se J ack Lindsay aveva ordito qualche complotto con la complicit della guida, era troppo tardi per intervenire efficacemente. I due presunti complici ormai non avevano pi nulla da dirsi; mentre il primo, infatti, era come sempre in testa alla colonna, l'altro aveva ripreso il suo posto favorito, all'estremit opposta del gruppo. Ma non ne costituiva pi l'estrema retroguardia, dove ora lo avevano sostituito il signor Absyrthus Blockhead e le sue simpatiche figlie. Amara situazione quella delle misses Blockhead! L'amore del prossimo le sospingeva innanzi, mentre un lancinante dolore le costringeva a rallentare a qualsiasi costo la marcia. A poco a poco, nonostante coraggio ed energia non venissero loro meno, Tigg sfugg alla loro sorveglianza, cosicch presto le due sorelle, da cento metri dietro l'ultimo turista, dovettero assistere, aggrappate alle selle crudeli, al trionfo dell'aborrita rivale. Partito all'alba, il gruppo giunse di buon'ora alla voragine di Tirjana. Il sentiero penetrava in quell'antico cratere attraverso una stretta spaccatura della muraglia occidentale per poi risalire a zig-zag lungo la parete orientale. Gi da un pezzo se ne proseguiva penosamente l'ascensione quando la strada present una biforcazione ad angolo acuto. Alice e Robert, che marciavano in testa, si fermarono e cercarono con gli occhi la guida indigena. La guida era scomparsa. In breve i turisti si raccolsero all'incrocio delle due strade, e cominciarono a commentare ad alta voce, vivacemente, lo strano incidente. Mentre i suoi compagni si perdevano in parole inutili, Robert rifletteva in silenzio. Quella scomparsa non era forse l'inizio del supposto complotto? Osservava da lontano J ack Lindsay, il quale sembrava condividere con apparente sincerit la sorpresa dei compagni. Nulla nel suo atteggiamento giustificava i timori che crescevano sempre pi nell'animo dell'interprete del Seamew. Prima di pronunciarsi bisognava attendere, comunque. L'assenza della guida poteva essere dovuta a cause molto semplici: forse tra breve sarebbe stata di ritorno. Trascorse mezz'ora senza che la guida tornasse; i turisti cominciarono a perdere la pazienza. Diamine! Non si poteva rimanere eternamente in quel posto! Nell'incertezza, non rimaneva che proseguire lungo una delle due strade. Si sarebbe giunti, comunque, da qualche parte. Forse sarebbe meglio disse J ack Lindsay con buon senso che uno di noi andasse a esplorare per un migliaio di metri una delle due strade. Si potrebbe capirne cos la direzione. Gli altri resterebbero qui, in attesa della guida che, dopo tutto, potrebbe ancora fare ritorno. Avete ragione rispose Robert, al quale spettava la parte di esploratore, guardando fissamente J ack Lindsay. Quale strada consigliate di scegliere? J ack fece un gesto evasivo. Questa, ad esempio? insinu Robert, indicando la strada che era alla sua destra. Quella che voi preferite rispose J ack con aria indifferente. Vada per questa concluse Robert, mentre J ack volgeva altrove gli occhi, nei quali suo malgrado pass un lampo di soddisfazione. Prima di partire Robert prese in disparte Roger de Sorgues e gli raccomand la massima vigilanza. Certi fatti gli disse e in particolare questa inspiegabile scomparsa della guida mi fanno temere qualche tranello. Vogliate vigilare, quindi, scrupolosamente. E voi? disse Roger. Oh! rispose Robert se capiter un'aggressione, verosimilmente non sar diretta contro di me. Del resto, agir con prudenza. Fatte a mezza voce quelle raccomandazioni, Robert si avventur sulla strada da lui scelta, lasciando i turisti ad attendere il suo ritorno. I primi dieci minuti trascorsero in fretta: non ci sarebbe voluto meno tempo per esplorare un chilometro di strada al trotto lungo del cavallo. I dieci minuti successivi parvero pi lunghi: ciascuno di essi fece apparire pi incomprensibile il ritardo di Robert. Al ventesimo minuto Roger non pot pi resistere. Non possiamo attendere oltre dichiar. La scomparsa della guida non mi dice nulla di buono e perci sono persuaso che capitato qualcosa al signor Morgand. Per conto mio gli vado incontro senza perdere altro tempo. Mia sorella e io verremo con voi disse Alice con voce ferma. Andiamo tutti esclamarono i turisti senza alcuna esitazione. Quali che fossero i suoi pensieri, J ack Lindsay non fece opposizione al progetto; come gli altri spinse il cavallo a vivace andatura. La strada seguita in fretta dal gruppetto si svolgeva fra due muraglie cretacee, tagliate perpendicolarmente. Un vero posto per assassini! borbott Roger. Tuttavia, non appariva nulla di anormale. In cinque minuti fu percorso un chilometro senza incontrare anima viva. A un gomito della strada i turisti si fermarono di colpo ad ascoltare: un chiasso confuso, simile al mormorio della folla, giungeva alle loro orecchie. Sbrighiamoci! grid Roger, mettendo il cavallo al galoppo. In pochi secondi giunsero all'ingresso di un villaggio, dal quale giungeva il chiasso che aveva richiamato la loro attenzione. Il villaggio, stranissimo, era privo di case; era un'altra edizione di Artenara. I suoi abitanti alloggiavano a spese delle muraglie cretacee che fiancheggiavano la strada. In quel momento quelle abitazioni di trogloditi apparivano vuote. L'intera popolazione, composta esclusivamente di negri di un nero bellissimo, aveva invaso la strada e vi si agitava facendo un incredibile chiasso. Era evidente che il villaggio era in ebollizione. Per quale motivo? I turisti non pensarono a chiederselo; la loro attenzione era interamente attratta dallo spettacolo imprevisto che si offriva ai loro occhi. A meno di 50 metri vedevano Robert Morgand, sul quale sembrava convergere l'ira di tutti. Robert aveva messo piede a terra; addossato alla muraglia trasformata in arnia umana, si difendeva alla meglio facendosi riparo del cavallo. L'animale si dimenava furiosamente e le sgroppate che lanciava da ogni parte mantenevano sgombro un ampio spazio intorno al padrone. Non sembrava che i negri possedessero armi da fuoco. Tuttavia, quando i turisti giunsero sul teatro della lotta, questa giungeva alla conclusione. Robert era allo stremo delle forze; aveva scaricato la rivoltella per sbarazzarsi di due negri che apparivano stesi a terra, e ora non possedeva altra arma che il frustino, il pesante pomo del quale era bastato fino allora a salvarlo. Ma, assalito da tre parti, lapidato con accanimento da una turba di uomini, di donne e di ragazzi, non avrebbe potuto resistere a lungo. Gi alcune pietre ben dirette avevano raggiunto il bersaglio. Il sangue gli macchiava la fronte. L'arrivo dei turisti gli portava aiuto, vero, ma non la salvezza. Tra il gruppo e Robert, infatti, c'erano alcune centinaia di negri, i quali gridavano e urlavano con tanta animosit da non essersi neppure accorti della presenza dei nuovi venuti. Come al reggimento, Roger stava per ordinare la carica quando un compagno lo prevenne. Partito dalla coda dei gitanti, un cavaliere si slanci a un tratto, tempestosamente, e piomb come la folgore sui negri. Con stupore, i turisti avevano potuto riconoscere in lui il signor Blockhead. Livido, cacciando penose grida d'angoscia, il poveruomo si aggrappava al collo del cavallo imbizzarrito dalle urla dei negri. A quelle grida, i negri risposero con esclamazioni di terrore. Il cavallo saltava, incalzava calpestando ci che gli si trovava vicino. In un attimo la strada fu sgombra. Tutti i negri erano fuggiti dinanzi a quella folgore di guerra per cercare rifugio in fondo alle loro abitazioni. Non tutti; uno di essi era rimasto. In mezzo alla strada, vero gigante dalle spalle erculee, sembrava disprezzare il panico dei suoi concittadini. Piantatosi dinanzi a Robert, brandiva con orgoglio una specie di vecchio fucile, forse un trombone spagnolo, che da un quarto d'ora stava riempiendo di polvere. Il negro port alla spalla quell'arma, che senza dubbio gli sarebbe scoppiata fra le mani, e la diresse contro Robert. Seguito dai compagni, Roger si era slanciato nello spazio reso sgombro dalla brillante fantasia dell'inestimabile droghiere onorario. Avrebbe fatto in tempo a fermare il colpo che stava per partire? Per fortuna un eroe lo precedette: il signor Absyrthus Blockhead con il suo cavallo inebriato dalla libert! All'improvviso, quest'ultimo si trov a due passi dal gigantesco negro, assorto nel maneggio insolito del vecchio fucile. L'ostacolo imprevisto intimid il cavallo imbizzarrito, il quale, puntando a terra i suoi quattro ferri, si ferm di colpo. Il signor Blockhead, invece, prosegu la corsa. Trasportato dalla foga e un po' anche, bisogna riconoscerlo, dalla velocit acquisita, salt oltre il collo del suo nobile corsiero e, descrivendo una curva armoniosa e sapiente, and a colpire come un obice il negro in pieno petto. Proiettile e bombardato rotolarono insieme a terra. Nello stesso istante Roger e i suoi compagni giungevano sul luogo del memorabile combattimento. In un attimo Blockhead fu raccolto e gettato attraverso una sella, mentre un altro turista si impadroniva del cavallo del cavaliere disarcionato. Poich Robert era risalito in sella, il gruppetto lasci al galoppo il villaggio dalla parte opposta a quella da cui era entrato. Un minuto dopo il momento in cui Robert era stato scorto, tutti erano in salvo. Quel brevissimo spazio di tempo era bastato al signor Blockhead per rendersi illustre per sempre nei fasti della cavalleria, inventando una nuova arma da lancio e, per giunta, salvando un suo simile. Il valoroso guerriero non sembrava per, per il momento, in brillanti condizioni. Un violento colpo alla testa gli aveva causato uno svenimento che non riusciva a risolversi facilmente. Non appena si furono allontanati abbastanza dal villaggio tanto da non dover pi temere un ritorno offensivo dei negri, tutti misero piede a terra. Allora alcune spruzzatine d'acqua fredda bastarono a restituire i sensi al signor Blockhead, il quale poco dopo si disse pronto a ripartire. Prima per dovette accettare i ringraziamenti di Robert, che lo stimato droghiere onorario, forse per eccesso di modestia, non mostr di capire. Al passo dei cavalli, ci volle un'ora per fare il giro del picco centrale dell'isola, il Pozzo de la Nieve, o Pozzo della Neve, cos chiamato a causa delle ghiacciaie che gli abitanti avevano predisposto nei suoi fianchi; poi si attravers un vasto altopiano cosparso di numerosi picchi, chiamati rocs nel linguaggio del paese. In seguito si pass fra quelli di Saucillo del Hublo, blocco monolitico di 112 metri di altezza, di Rentaigo e della Cuimbre. Sar stato a causa dell'emozione provocata dai negri, oppure a motivo della fatica, il fatto che poche parole vennero scambiate nel corso della traversata dell'altopiano. La maggior parte dei turisti avanzava in silenzio, quasi nello stesso ordine della partenza. Soltanto poche file avevano subito una lieve modifica: Saunders seguiva i passi del valoroso Blockhead, Robert cavalcava accanto a Roger; Alice e Dolly costituivano la seconda fila. I due francesi parlavano dell'inspiegabile avvenimento che, per poco, sarebbe costato la vita a uno di loro. Avevate indovinato disse Roger nel sospettare il tranello; il pericolo per era dinanzi a noi e non dietro di noi. E vero conferm Robert. Ma potevo mai immaginare di esserne io il bersaglio? Del resto, sono persuaso che il caso ha fatto tutto, e che voi avreste ricevuto la stessa accoglienza se vi foste arrischiato al posto mio a mettere piede in quel villaggio di moretti. A proposito chiese Roger come mai una colonia di negri si trova in un Paese di razza bianca? Si tratta di un'antica repubblica di schiavi negri rispose Robert. Abolita la schiavit in ogni Paese dipendente da governi civilizzati, oggi questa repubblica ha perduto ogni ragion d'essere. Ma i negri hanno cervelli caparbi e i discendenti persistono nel seguire i costumi degli antenati. Essi continuano, nascosti nelle loro caverne, a vivere in un isolamento quasi assoluto, a volte senza farsi vedere nelle citt vicine per un intero anno. E non sono affatto ospitali osserv Roger ridendo. Che cosa diavolo avete fatto loro per metterli in rivoluzione? Assolutamente nulla disse Robert. La rivoluzione era scoppiata prima del mio arrivo. E per quale motivo? Non me lo hanno confidato, ma l'ho indovinato facilmente dalle insolenze che mi gridavano. Per comprendere tale ragione occorre sapere che molti abitanti delle Canarie vedono di malocchio gli stranieri che qui giungono ogni anno in sempre maggior numero. Essi dicono che i malati lasciano nelle loro isole qualcosa della loro malattia e che finiranno per renderne il soggiorno mortale. Ora i nostri negri credevano che noi andassimo nel loro villaggio con l'intento di fondarvi un ospedale di lebbrosi e di tisici. Da ci era nata la loro rabbia. Un ospedale! esclam Roger. Come mai una tale idea potuta nascere nella loro testa ricciuta? Qualcuno pu averla loro suggerita rispose Robert. Potete immaginare il risultato di una tale minaccia in quei cervelli pieni di pregiudizi. Qualcuno? ripet Roger. Di chi sospettate? Della guida. Ma a che scopo? A scopo di lucro, superfluo dirlo. Il furbo contava di prendere la sua parte delle nostre spoglie. Quella spiegazione era abbastanza plausibile e non c'era da dubitare che le cose si fossero svolte in quel modo. Nel corso della notte precedente la guida aveva dovuto predisporre il tranello e seminare l'ira in quei cervelli facili a infiammarsi e da ingannare. Robert taceva la parte che J ack aveva certamente avuta in quel complotto, e per tutt'altro scopo che non quello dell'immediato saccheggio. Dopo matura riflessione, egli aveva deciso di non rivelare i suoi sospetti. Per un'accusa del genere occorrono prove e Robert non ne aveva. Sospetti, certamente, ma, in assenza della guida, egli non aveva la possibilit di fornire la minima prova. In tali condizioni era meglio mantenere il silenzio. Anche se meglio armato, del resto, forse egli si sarebbe comportato allo stesso modo. Anche allora avrebbe preferito lasciare impunito l'attacco subito, piuttosto che farne vendetta: vendetta che sarebbe poi ricaduta non soltanto sul suo vero autore, ma anche sulla signora Lindsay. Mentre i due francesi discutevano sull'interessante argomento, Saunders si era attaccato a Blockhead. I miei complimenti! gli disse, poco dopo che si erano rimessi in cammino. Blockhead rimase in silenzio. Che tuffo! disse Saunders con un armonioso sogghigno. Blockhead non disse nulla. Saunders gli si fece vicino, manifestando vivo interesse. Vediamo, caro signore, come state ora? Molto male sospir Blockhead. Capisco disse Saunders la testa Non la testa! Che cosa, dunque? Dall'altra parte! gemette Blockhead, disteso a pancia sotto sul cavallo. Dall'altra parte? ripet Saunders. Ah, gi! aggiunse mostrando di avere capito perfettamente la stessa cosa. No mormor Blockhead. Perbacco! rispose Saunders per colpa comunque dell'Agenzia Thompson. Se fossimo stati cento, invece di quindici, saremmo stati forse attaccati? Avreste avuto male al capo? Se invece di essere a cavallo avessimo avuto i portatori annunciati dal suo spudorato programma, avreste avuto male altrove? Capisco che siate indignato e arrabbiato Blockhead ebbe la forza di protestare. Ne sono felice! dite pure, incantato! mormor con voce dolente, trascinato dalla forza dell'abitudine. Felice? ripet Saunders, stupito. S, felice ripet Blockhead con maggior vigore. Cavalli, isole con negri tutto ci straordinario, proprio straordinario! Nella sua esuberante ammirazione Blockhead dimenticava i propri dolori. Si raddrizz imprudentemente sulla sella e stese la mano, con solennit. Sono puro come l'oro, signore; Blockhead sincero Ahi! grid ricadendo di colpo sulla pancia, riportato alla realt da una viva fitta, mentre Saunders si allontanava dall'incorreggibile ottimista. Verso le 11 il gruppetto raggiunse uno dei numerosi villaggi rannicchiati nei contrafforti della Cuimbre. La comitiva lo attraversava chiacchierando, quando la strada sbocc bruscamente su una piazzetta senza altra uscita oltre quella dalla quale erano entrati. Tutti si fermarono imbarazzati. Dovevano necessariamente essersi sbagliati due ore prima, all'incrocio delle due strade; non c'era da fare altro che tornare indietro. Prima di ripartire Robert volle chiedere informazioni agli abitanti del villaggio. Si present allora una grave difficolt: lo spagnolo di Robert risultava incomprensibile ai contadini interrogati, mentre lo spagnolo dei contadini appariva misterioso per Robert. Quest'ultimo non se ne mostr sorpreso: non ignorava l'incredibile diversit dei dialetti dell'interno dell'isola. Con l'aiuto di una vivace pantomima e a furia di ripetere la parola Tedde nome della citt che si voleva raggiungere e dove si sperava di fare colazione -Robert fin per ottenere un risultato soddisfacente. L'indigeno si batt la fronte e, chiamato in aiuto un ragazzino, gli fece un lungo e incomprensibile discorso; poi, con il gesto, invit la cavalcata a seguire la nuova guida. Si marci per due ore sulle orme del ragazzo che fischiettava qualche motivetto. Si risal dietro di lui un sentiero, se ne discese un altro, si attravers una strada, si riprese un altro sentiero, interminabilmente. Gi da tempo si sarebbe dovuto essere a destinazione. Non sapendo pi che cosa fare, Robert stava per cercare di tirare fuori, a qualunque costo, qualche delucidazione dalla giovanissima guida, allorch, nel momento in cui si giungeva su una nuova strada, il ragazzo agit allegramente il berretto, indic la direzione del sud e percorrendo in fretta un sentiero da capre scomparve in un batter d'occhio. Grande stupore dei turisti. Che cosa aveva dunque capito il contadino? Era per inutile lagnarsi. Non rimaneva che ripartire e si riparti infatti, non verso il sud ma verso il nord, unica direzione in cui sarebbe stato possibile incontrare la citt di Tedde. Le ore intanto passavano senza che il campanile del villaggio apparisse ai viaggiatori affamati e stanchi. La giornata trascorse con la cavalcata che proseguiva sempre la sua penosa marcia. Le misses Blockhead facevano piet. Abbracciate al collo del cavallo si lasciavano trasportare senza avere nemmeno la forza di lamentarsi. Verso le 6 i turisti pi coraggiosi parlarono di non andare oltre e di accamparsi all'aria aperta; fu proprio allora che si scorsero alcune case. L'andatura dei cavalli fu subito stimolata. Sorpresa! era Las Palmas! Un'ora dopo, attraversata in fretta la citt, il gruppo raggiungeva il Seamew senza che nessuno comprendesse come vi si era arrivati. I viaggiatori si affrettarono a prendere posto a tavola, dove si cominciava gi a servire la cena, e attaccarono con entusiasmo la minestra. Disgraziatamente, le norme cui ci si atteneva da due giorni nella preparazione dei pasti erano sempre in vigore a bordo del Seamew e la cena risult pertanto insufficiente per gli stomachi affamati. L'inconveniente sembr lieve. Una questione primeggiava sulle altre. A che punto era la riparazione della macchina? Certamente non era ancora terminata. I colpi di martello ne facevano fede pi che a sufficienza. Quel rumore infernale penetrava dappertutto; nella sala da pranzo, ove scandiva deplorevolmente la conversazione; nelle cabine, ove teneva lontano il sonno. Dur tutta la notte portando al massimo l'esasperazione dei passeggeri. A causa della stanchezza, Robert era riuscito tuttavia ad addormentarsi. Alle 5 del mattino il silenzio lo risvegli. A bordo della nave tutto taceva. Vestitosi in fretta sal sul ponte deserto. Ai piedi dello spardeck il capitano Pip e il signor Bishop chiacchieravano. Robert stava per raggiungerli, per chiedere loro qualche informazione allorch la voce del capitano giunse fino a lui. Allora, siete pronto? diceva. S, comandante rispondeva il signor Bishop. Siete soddisfatto delle riparazioni? Eh! fece il signor Bishop. Segu un silenzio; poi il signor Bishop disse: Artimon vi direbbe, comandante, che non si pu fare del nuovo con ci che vecchio. Giusto! approv il capitano. Possiamo partire, immagino? Certamente, comandante rispose il signor Bishop. Ma in quanto ad arrivare Segu un altro silenzio, pi lungo del precedente. Robert si chin e vide che il capitano guardava quanto mai di traverso, com'era sua abitudine quando l'emozione lo agitava. Poi si gratt la punta del naso e prendendo la mano del primo macchinista: un rischio, signore! disse con aria solenne, lasciando l'ufficiale. Robert ritenne inutile riferire ai compagni gli spiacevoli pronostici che, senza volerlo, gli erano stati confidati. Riguardo all'ora della partenza egli non ebbe bisogno di farla conoscere: le volute di fumo che poco dopo coronarono il camino della nave la resero nota a tutti i passeggeri. Non ci volle nulla di meno della certezza dell'imminente partenza per salvare l'Amministratore generale dalla rabbia dei suoi amministrati, esasperati dalla pessima colazione. Nessuno tuttavia protest. Tutti si limitarono a tenere in quarantena rigorosa il colpevole direttore dell'agenzia. I visi si rischiararono soltanto quando, verso la fine della colazione, si udirono i primi ordini per la partenza che lasciavano sperare una tollerabile cena. CAPITOLO V SULLA VETTA DEL TEIDE APPENA una cinquantina di miglia separavano Las Palmas da Santa Cruz. Tornato alla sua velocit normale di 12 nodi, il Seamew impieg quattro ore per percorrere quella distanza. Alle 3,30 si ormeggiava, infatti, nel porto della capitale dell'isola di Tenerife. Fra questa citt, che rivaleggiava per importanza con Las Palmas, e l'Europa le comunicazioni erano frequenti e facili. Numerose linee di steamers la univano a Liverpool, Amburgo, Le Havre, Marsiglia e Genova, senza contare la compagnia locale che assicurava un passaggio bimensile tra le isole dell'arcipelago. Situata ad anfiteatro in un cerchio di montagne, Santa Cruz era di seducente accesso e poteva anche, a questo riguardo, sostenere il raffronto con Las Palmas. La sua bellezza non fu sufficiente tuttavia a scuotere l'indifferenza dei passeggeri. Nel corso della traversata, essi avevano dato appena qualche occhiata alle sue rive grandiose e selvagge e alle nude rocce verso le quali erano sospinti dall'elica del Seamew. Quando raggiunsero il porto, la maggior parte dei turisti si limit a dare uno sguardo alla terra e la loro curiosit sembr soddisfatta. Che cosa importavano quello spettacolo, certamente meraviglioso, ma reso banale dall'abitudine, e quella citt, certamente piacevole, ma indubbiamente troppo simile alle citt gi visitate? Loro unica preoccupazione era il celebre Pico de Teide, meglio noto con il nome di Pico di Tenerife, la cui ascensione, promessa dal programma, costituiva la parte pi bella della visita. Ecco ci che era nuovo e originale! L'approssimarsi di quella ascensione faceva gi risalire notevolmente il valore delle azioni di Thompson. Ma a dire il vero i turisti del Seamew non avevano fortuna. Quella vetta, verso la quale durante la traversata dalla Gran Canaria a Tenerife avevano teso lo sguardo, si era ostinatamente nascosta dietro uno spesso strato di nuvole che i migliori binocoli non erano riusciti a penetrare. Ora, anche se il cielo fosse stato sgombro di nuvole, era troppo tardi: la costa ne limitava la vista. Il contrattempo veniva sopportato, tuttavia, con filosofia. Si sarebbe detto che il picco avesse accresciuto la curiosit dei suoi futuri vincitori rimanendo avvolto nel mistero. Non si parlava che del picco; l'ossessione si era fatta tale che Thompson riusc a persuadere facilmente la maggior parte dei passeggeri a rinunciare a calpestare il selciato di Santa Cruz. I due giovani sposi non vi presero parte. Prima ancora che l'ancora avesse toccato il fondo si erano fatti condurre a terra con la solita discrezione, e in breve erano scomparsi. Sarebbero riapparsi al momento della partenza. I compagni li avrebbero probabilmente seguiti se Thompson, rilevata l'indifferenza generale per la capitale di Tenerife, non avesse proposto con poca speranza di andare, via mare, alla citt di Orotava punto di partenza delle ascensioni situata sulla costa settentrionale invece di andarvi via terra, come diceva il programma. Egli riteneva in tal modo di economizzare un oneroso trasporto. Con sua grande sorpresa quella proposta non incontr alcuna difficolt; e poich la partenza del Seamew era stata stabilita per il giorno dopo, la maggior parte dei turisti decise di rimanere a bordo. Alcuni viaggiatori non imitarono per quella esagerata indifferenza. Costoro sempre i soliti: Alice Lindsay e sua sorella, Roger de Sorgues loro inseparabile compagno, Saunders con il suo taccuino, sir Hamilton con la sua famiglia, seguaci rigorosi del programma costoro, dicevamo, si fecero portare a terra non appena il Seamew si fu ormeggiato, decisi a raggiungere Orotava via terra. Poich J ack Lindsay non aveva ritenuto di unirsi alla gita, anche Robert aveva preferito rimanere a bordo. Ma Roger de Sorgues, di parere opposto, si era fatto dare da Thompson in esclusiva l'uso dell'interprete, il cui aiuto, asseriva, sarebbe stato indispensabile nell'interno del paese. Robert faceva parte, dunque, del gruppetto dei dissidenti, privo, ahim! dei suoi fiori pi belli. Poteva essere altrimenti? Come avrebbe potuto il signor Absyrthus Blockhead mettere in esercizio attraverso l'isola le sue meravigliose facolt di ammirazione, se da ventiquattr'ore dormiva tanto da far credere che non si sarebbe svegliato mai pi? Potevano le sue graziose figlie sostituirlo, se giacevano sopra un letto di dolore con la preoccupazione costante di non potersi sdraiare sul dorso? Tigg approfitt vilmente di quella penosa situazione per lasciare anch'egli il Seamew; nel corso di quella gita, si sarebbe certamente allontanato poco da miss Margaret. Poich a terra il caldo era opprimente, si decise su consiglio di Robert di andare a dormire quella sera a La Laguna, antica capitale dell'isola. L'interprete era certo che vi avrebbero trovato una temperatura pi clemente e, per giunta, avrebbero evitato quelle zanzare che a Santa Cruz erano un vero flagello. I turisti si limitarono quindi a fare un rapido giro per la citt. Seguirono le vie pi ampie, costeggiarono le case provviste in genere di eleganti balconi e spesso ricoperte di pitture alla moda italiana, e attraversarono infine la bella piazza della Costituzione, nel mezzo della quale s'innalzava un obelisco di marmo bianco, circondato dalle statue di quattro antichi re delle Canarie: alle 5, due comode vetture trasportavano gli otto turisti al galoppo dei loro cavalli. I dieci chilometri che separavano La Laguna dalla capitale furono percorsi in un'ora e mezzo. Dislocata a 520 metri di altezza, la citt godeva di una temperatura piacevole; le zanzare, come Robert aveva detto, vi erano del tutto sconosciute. Questi vantaggi facevano di essa un luogo di villeggiatura degli abitanti di Santa Cruz, i quali andavano a cercare riposo sotto i suoi grandi alberi, fra i quali dominava leucaliptus. Nonostante tali vantaggi, La Laguna era una citt in decadenza. Se vi si incontravano due belle chiese, vi si vedevano anche molti monumenti in rovina. L'erba cresceva sulle sue strade, e persino sul tetto delle case. Non era il caso di trattenersi a lungo in quella citt silenziosa, ove la tristezza era contagiosa. Sin dal mattino del giorno seguente i turisti lasciarono questa regina decaduta con la diligenza che, tra La Laguna e Orotava, effettuava in ogni senso due viaggi quotidiani. Al trotto asmatico di cinque rozze che la trascinavano penosamente, la diligenza impieg quattro lunghe ore a superare i 30 chilometri che separavano La Laguna da Orotava. Senza che nessuno dei viaggiatori si degnasse di scendere, essa attravers Tacoronte, ove si trovava un museo che custodiva una strana collezione di mummie aborigene, di armi e di strumenti di quel popolo scomparso; Sanzal, con la sua cava di lave; la Matanza, e cio la carneficina, il cui nome evoca il ricordo di un sanguinoso combattimento; Victoria, teatro di un'altra antica battaglia; e infine Santa Ursula. Alla fine di quest'ultima borgata la strada sbocca nella Valle d'Orotava, che l'illustre viaggiatore tedesco Humboldt ha asserito essere la pi bella del mondo. Il fatto che sarebbe stato difficile immaginare spettacolo pi armonioso. A destra c'era l'immensa distesa del mare; a sinistra, un cumulo di picchi neri e selvaggi, ultimi contrafforti del vulcano: i suoi figli, nel pittoresco linguaggio popolare, mentre il padre, il Teide, s'innalzava maestoso sullo sfondo. Fra queste due grandiose estremit, la Valle di Orotava si stendeva in un'incredibile orgia di verde. A mano a mano che si avanzava, la vetta del Teide sembrava abbassarsi, finch non scomparve del tutto nel momento in cui si cominciarono a vedere fra gli alberi le case delle due Orotava: la citt, a 5 chilometri dal mare, e il porto, 380 metri pi in basso. Nel momento in cui la diligenza giungeva nella prima, un punto avvolto nel fumo si fermava nel porto. Quel punto era il Seamew, con il suo carico di passeggeri. La diligenza si era fermata dinanzi a un albergo di bella apparenza: l'Albergo delle Esperidi, come indicavano le lettere d'oro della facciata. Robert, saltato a terra per primo, ebbe la piacevole sorpresa di sentirsi dare il benvenuto nella sua lingua materna. L'albergo era gestito infatti da un francese, il quale non si mostr meno soddisfatto quando seppe che fra i nuovi arrivati c'erano due suoi compatrioti. Con quale sollecitudine si mise allora a loro disposizione! Quante cure prest alla loro colazione! Abituati ai pasti del Seamew, ai turisti non sembr vero. Ancora una volta la cucina francese trionf. Subito dopo il pasto, Robert si rec al porto allo scopo di conoscere le intenzioni di Thompson riguardo alla gita del giorno dopo. Ricevute le istruzioni e indirizzato il suo capo gerarchico verso l'Albergo delle Esperidi, egli torn indietro conducendo con s due vetture cariche di coperte e di pacchi. Bench fossero appena le 4 del pomeriggio, il tempo non era per sufficiente per organizzare una gita con cos numerosi partecipanti. Il suo compito fu notevolmente facilitato dalla cortesia dell'albergatore, il quale, perfettamente al corrente delle risorse locali, gli diede le necessarie indicazioni. Robert non ebbe che da seguire alla lettera le sue istruzioni. Ma la giornata non bast; gli occorse anche la serata. Occupato nello svolgimento dei suoi compiti, Robert non pot prendere parte alla cena. Questa fu degna della colazione; i passeggeri del Seamew si chiedevano se stessero sognando, e guardavano di sfuggita Thompson con inquietudine. Era proprio lui? aveva forse perduto la testa? Ancora un po' e, dimenticando le passate miserie, lo si sarebbe, a dire il vero, applaudito! Un passeggero per non disarmava. Bisogna credere che le cavallette non siano giunte sino a Tenerife disse Saunders con voce cavernosa. Le cavallette non vanno oltre la Gran Canaria rispose l'albergatore senza malizia, facendo agli ospiti l'onore di servirli personalmente. Saunders gli lanci un'occhiata furiosa. Nessuno aveva bisogno delle sue informazioni geografiche! Nondimeno, giustificando Thompson in buona parte, la risposta era stata efficace. Alcuni turisti rivolsero all'Amministratore generale uno sguardo nel quale si leggeva un inizio di intenerimento. La notte conferm quelle felici disposizioni: dopo l'ottimo pasto, i passeggeri dormirono con soddisfazione. L'alba dell'8 giugno li trov pronti a partire e di ottimo umore. Fin dalle 6 del mattino un vero esercito, costituito da fanteria e cavalleria, era ad attenderli. La defezione di alcuni disertori, avvenuta nel porto di La Luz, aveva lasciato la Seamew con soltanto 59 passeggeri, cicerone- interprete e Amministratore generale compresi. Con il nuovo calo dettato dalla circostanza, tale numero ora si era ridotto a 51. Degli otto dissidenti tre erano tali per consuetudine: i due giovani sposi scomparvero subito, come al solito, poco dopo l'arrivo a Santa Cruz. Sarebbero riapparsi senza ombra di dubbio al momento preciso della partenza. Il terzo era J ohnson. Era sempre la paura del terremoto o delle inondazioni che lo aveva trattenuto a bordo? Nessuno avrebbe potuto rispondere a tale domanda. J ohnson non aveva dato alcuna spiegazione del suo comportamento, ammesso che fosse stato in condizione di darne una: era rimasto a bordo e basta. Forse ignorava persino che il Seamew fosse all'ancora. In mare, nel porto o sulla terra, non era forse per lui un dondolio continuo? Gli altri cinque, invece, erano assenti involontari: la lombaggine non perdona e la signora Georgina Blockhead, con il giovane Abel attaccato alla gonnella, aveva dovuto trasformarsi in infermiera del marito e delle figlie, rigidi come pali. Robert perci si era dovuto preoccupare soltanto di 51 turisti, cifra comunque sempre rispettabile perch le persone e le cavalcature di cui esse necessitavano bastavano a provocare un chiasso infernale sotto le finestre dell'albergo. C'erano quindi 51 mule, una per viaggiatore. Questi animali dalle zampe sicure sono preziosi sui sentieri ripidi e incerti che conducono al Teide. C'erano poi 20 cavalli che portavano coperte e viveri. Quei 71 quadrupedi costituivano la cavalleria. La fanteria, non meno imponente, comprendeva 40 arrieros 27 e cio 20 per badare ai cavalli da basto e 20 per aiutare le donne, in caso di necessit; pi 13 guide agli ordini di Ignacio Dorta, che assunse, non appena costituita, il comando della carovana. Dietro la guida si pavoneggiava Thompson, seguito da Robert, al quale il numero delle persone presenti assicurava una certa tranquillit per permettersi di restare lontano da Alice. Lo seguivano i passeggeri in lunga fila, sorvegliati dalle guide e dai 20 arrieros. I cavalli chiudevano la marcia, condotti dagli altri 20 arrieros. Gli abitanti di Orotava avevano un bell'essere abituati alle ascensioni; quella per era troppo insolita per non suscitare vivo
27 Mulattieri. (N.d.T.) successo di curiosit. Fu perci tra molta folla di popolo che la cavalcata si mosse e, a un segnale, guide, turisti e arrieros attaccarono le prime pendici del Monte Verde. A dire il vero, Robert aveva fatto le cose molto bene; ma, com'era giusto, l'onore sarebbe spettato unicamente a Thompson, che alla fine avrebbe pagato il conto. Alcuni passeggeri tornavano ad essergli nuovamente amici; la perfetta organizzazione di quell'ultima gita rasserenava i suoi amministrati. Se il ricordo dei passati malumori non era scomparso, se non altro cominciava a sbiadire. Del resto, ogni cosa cospirava per far sbollire le animosit: il tempo era delizioso, il vento lieve, il sentiero facile. Anche Saunders era perplesso. Con un violento sforzo reag a quella debolezza. Che! avrebbe stupidamente disarmato e si sarebbe riconosciuto vinto? Una gita riuscita avrebbe potuto mai annullare le altre dieci venute meno del tutto? E poi, quella gita sarebbe veramente riuscita? Occorreva attenderne la fine, per dirlo! Certamente qualche cosa non sarebbe andata bene prima del ritorno a Orotava. Chi vivr, vedr! A mo' di conclusione, Saunders fece scricchiolare con aria decisa le giunture e diede al proprio viso un'espressione spiacevolissima. Il Monte Verde doveva il proprio nome agli abeti che un tempo lo ricoprivano. Di tali abeti gi tanto se rimanevano alcuni campioni. All'ombra dei castagni prima e poi a quella dei residui abeti la cavalcata avanzava lungo un incantevole sentiero orlato di gerani fioriti e di agavi dalle foglie appuntite. Pi in su c'erano vigneti, campi di cereali e di fichi d'India, dove qualche povera capanna metteva qua e l una nota di vita. A 1000 metri di altezza si penetr in un bosco di eriche arborescenti. Quattrocento metri pi su Ignacio Dorta diede il segnale della sosta e ci si sedette, per fare colazione, all'ombra chiara dei citisi: erano le 10 del mattino. Saunders non pot fare a meno di constatare che la colazione si manteneva all'altezza dei due pasti precedenti. Con l'aiuto dell'appetito la gioia regnava fra tutti i convitati, nonostante un po' di fatica. Nessuno per intendeva preoccuparsene. Persuasi che la vetta non fosse lontana, tutti si estasiavano per la facilit dell'ascensione. Saunders ascoltava con amarezza gli elogi, implorando dal destino clemente la comparsa delle prime difficolt. Le sue malevole invocazioni erano state forse esaudite da colui che presiede al destino delle agenzie? Comunque sia, la loro realizzazione non si fece attendere a lungo. Appena finito di fare colazione, tutti si erano messi in cammino, nell'allegria generale suscitata dalla facile digestione, allorch la strada mut le proprie caratteristiche. Penetrati nella gola del Portillo, i turisti cominciarono a trovare l'ascensione meno agevole. Divenuto pessimo e svolgendosi in numerosi meandri, il sentiero, interrotto da profondi burroni, era cosparso di scorie e di pietra pomice sulle quali le mule incespicavano spesso. Dopo alcuni minuti la salita fu ritenuta estenuante. Un quarto d'ora dopo le ultime risate si erano spente. Dopo meno di mezz'ora di cammino lungo la gola, le lagnanze cominciarono timidamente a farsi udire. L'infernale sentiero non sarebbe dunque finito mai? Ma meandri e burroni si susseguivano continuamente, senza che la meta sembrasse vicina. Alcune cadute, anche se non gravi, raffreddarono lo zelo dei turisti pi audaci. Alcuni di costoro pensarono persino di non andare oltre; ma nessuno voleva essere il primo a manifestare la propria rinuncia. Il pastore Cooley fu il primo a decidersi. A un tratto volse coraggiosamente le briglie e, senza guardarsi indietro, riprese tranquillamente il cammino per Orotava. L'esempio fu funesto! Vecchie signore e vecchi gentiluomini sentirono venir meno, di colpo, ci che rimaneva del loro coraggio. Da un minuto all'altro il numero dei timorosi crebbe. Un buon terzo della carovana aveva gi disertato, quando, dopo due ore di faticosa salita, il Pico di Tenerife, fino allora celato dall'andamento del suolo, apparve all'improvviso. Superato alla fine il Portillo, si giungeva al piccolo pianoro dell'Estancia de la Cera. Sotto la bianca veste di pietra pomice striata di nera lava, con la cima avvolta di nubi, il Pico innalzava, solitario, il suo cono regolare in mezzo a una pianura della quale l'occhio non poteva valutare l'estensione. Tutte rivolte verso il Pico, quasi a venerare il padrone, le montagne segnavano la frontiera circolare del vasto pianoro. Soltanto a ovest la barriera di montagne si spezzava, per abbassarsi e terminare in un suolo caotico e convulso, un Mal Pais, al di l del quale il mare lontano scintillava sotto il sole. Quello spettacolo, unico e sublime, decise del successo della gita: si elevarono molti evviva. Thompson salut con modestia. Poteva ritenere di essere tornato ai bei giorni di Faial allorch la colonna ben addestrata obbediva al minimo segnale. E in realt, non l'aveva forse riconquistata? Egli parl. Signori disse, e la sua mano parve offrire familiarmente il colossale cono come un delicato regalo potete vedere ancora una volta che l'agenzia non indietreggia di fronte a nulla, oso dirlo, per la soddisfazione dei suoi sottoscrittori. Se vi fa piacere, uniremo l'utile al dilettevole: il professor Morgand ci dir poche parole sul panorama che abbiamo la fortuna di contemplare. Sorpreso dell'insolita proposta, Robert riprese subito l'aria distaccata adatta alla circostanza: l'aria ciceroniana, come egli stesso la chiamava. Signore e signori disse, mentre il solito cerchio si formava intorno a lui dinanzi a voi avete la piana di Las Caiiadas, cratere primitivo colmato dai detriti rigettati dal vulcano. A poco a poco, al centro di questo cratere diventato pianura, le scorie si sono ammucchiate al punto da formare il Pico di Teide e di portarlo fino a 1700 metri di altezza. L'attivit vulcanica, un tempo prodigiosa, oggi assopita, ma non spenta. Potrete vedere fra poco, alla base del cono, le fumarole che servono di valvola alle forze plutoniche, alle quali gli indigeni hanno dato il nome espressivo di narizes e cio narici del vulcano. Il Pico di Tenerife raggiunge l'altezza di 3800 metri. il pi alto vulcano del globo. Le sue imponenti proporzioni non potevano mancare di colpire la fantasia. I primi viaggiatori europei ritenevano che fosse la montagna pi alta del mondo e che misurasse pi di 15 leghe di altezza. I Guanches, popolazione autoctona di queste isole, ne avevano fatto una divinit: lo adoravano, giuravano su di esso, votavano a Guayata, genio del male stabilito nel fondo del cratere, chiunque fosse venuto meno alla propria parola. Il signor Thompson non dovrebbe voler salire fin lass lo interruppe una voce aspra, nella quale tutti riconobbero quella seducente di Saunders. L'osservazione raffredd l'atmosfera del gruppo. Robert rimase zitto e Thompson non ritenne opportuno invitarlo a riprendere il discorso. A un suo cenno, Ignacio Dorta ordin la partenza e i turisti lo seguirono. L'attraversamento del pianoro di Las Canadas veniva iniziato a cuor leggero. Le proporzioni dell'anfiteatro sembravano abbastanza ristrette e nessuno dubitava che in meno di mezz'ora fosse possibile raggiungere la base del cono. La mezz'ora trascorse senza che nessuno avesse l'impressione di essersi avvicinato sensibilmente alla meta. Eppure alla partenza tutti avevano creduto di poterla toccare con mano! Lo potevano credere ancora, ma non la si toccava. Il terreno inoltre si era fatto peggiore forse di quello della traversata del Portillo. Non c'erano che gobbe e crepacci, senz'altra vegetazione che rari e miseri ciuffi di retamas. 28
Scusate, professore chiese un turista a Robert quanto tempo ci vuole per attraversare questo orribile pianoro? Circa tre ore rispose Robert. Quella risposta parve far riflettere il turista e coloro che gli erano vicini. E dopo la traversata del pianoro riprese il turista, inquieto quale distanza ci separer dalla vetta? Circa 1500 metri, seguendo la verticale disse laconicamente Robert. Il turista parve riflettere con molta ponderazione e borbott alcune male parole all'indirizzo degli ostacoli della strada. La passeggiata ovviamente non aveva proprio nulla di piacevole. A quell'altezza il freddo cominciava a diventare sensibile, mentre i raggi del sole, insufficientemente smorzati dall'aria rarefatta,
28 Ginestre. (N.d.T.) bruciavano sempre pi. Arrostiti dinanzi e gelati alle spalle, i turisti apprezzavano poco quel sistema di compensazione. D'altra parte, ad avanzare in quel modo in direzione del mezzogiorno, non si tard ad avvertire inconvenienti pi gravi. Su quel suolo di pomice, di un bianco pi scintillante di quello della neve, i raggi del sole rimbalzavano come su uno specchio, con grave danno anche per gli occhi. Roger, il quale per consiglio di Robert si era munito di un piccolo numero di occhiali azzurri, pot mettere se stesso e i suoi amici al riparo di quell'inconveniente. Ma erano assai pochi i turisti che avevano avuto quella precauzione; presto infatti fu avvertito qualche disturbo agli occhi, che obblig parecchi turisti a battere in ritirata. Ci fece riflettere gli altri; poich la traversata del pianoro si prolungava senza che la meta apparisse meno lontana, la maggior parte dei cavalieri, sia per timore dei disturbi agli occhi, sia a causa della stanchezza, riprese a poco a poco, con discrezione, la via di Orotava. Robert avanzava in testa alla carovana, seguendo passo passo Ignacio Dorta. Immerso nei suoi pensieri, durante le tre ore impiegate per la traversata del pianoro, egli non apr bocca. Soltanto quando raggiunse la vetta della Montagna Bianca, ultimo contrafforte del Pico, a 2400 metri d'altezza, lanci uno sguardo dietro di s. Vide allora, non senza sorpresa, che il numero dei componenti la carovana era notevolmente diminuito. Essa ormai era composta soltanto da una quindicina di turisti. Anche il numero degli arrieros aveva subito un'adeguata riduzione. Il resto della colonna si era disperso: era svanito! La carovana inglese and a mormorare Roger all'orecchio dell'amico - senza dubbio il corpo che ha la pi bassa temperatura di fusione. Proprio cos! rispose Robert, ridendo. Ma credo che il fenomeno sia cessato: la soluzione dev'essere giunta a saturazione. Gli eventi per gli avrebbero dimostrato il contrario. Si trattava ora di risalire il cono lungo un sentiero cos ripido da sembrare impossibile che cavalli e mule potessero arrampicarvisi. Gli ultimi intrepidi turisti indietreggiarono a quella vista; adducendo la grande stanchezza, dissero risolutamente che volevano fare ritorno a Orotava per la via pi breve. Thompson insistette inutilmente; mobilit persino l'arsenale delle sue seduzioni: ne ricav energici rifiuti, formulati con un tono di voce che non aveva pi nulla di cortese. Come poteva avere immaginato una simile gita? Era pazzia! Com'era possibile che un uomo in possesso del proprio buon senso avesse potuto proporla a persone che non erano scalatori di professione? Perch allora non scalare subito il Monte Bianco? Ecco ci che si diceva, con l'aggiunta di altre riflessioni assai poco benevole. Ci si pentiva ad alta voce di essere stati sul punto, tre ore prima, di credere al successo finale del viaggio. Si ironizzava sul fatto di avere creduto per un solo istante che qualsiasi progetto di Thompson potesse essere frutto di buon senso. Fu necessario lasciar partire i delusi e, con loro, parte delle guide e 15 dei 20 cavalli che portavano le provviste. Poi Thompson inizi la salita, senza dare tempo ai suoi ultimi fedeli di ravvedersi. Tra costoro, appariva in prima fila Van Piperboom, di Rotterdam; ombra del suo amministratore, da quindici giorni non si era allontanato da lui di un solo passo. Forse era questa la sua vendetta. Thompson, infastidito, non riusciva a sbarazzarsi di quel rimorso vivente. Camminava: Piperboom era sui suoi passi; parlava, l'olandese pendeva dalle sue labbra; aveva tregua soltanto durante le ore della notte. Questa volta, come sempre, Piperboom era al suo posto. La sua mula avrebbe potuto mordere la coda di quella di Thompson. Se un cavaliere e la sua cavalcatura non fanno necessariamente due bestie, come invece dice un vecchio proverbio, fanno per due teste, e cio due volont distinte e a volte opposte. Se Piperboom intendeva ora attaccarsi ai passi del suo capofila, se voleva arrampicarsi sino alla cima del cono, la sua mula era di parere opposto. Dopo dieci passi essa si rifiut energicamente di fare l'undicesimo. L'animale riteneva il suo carico troppo pesante! Ogni argomento fisico e morale fu impiegato senza risultato; le guide si attaccarono inutilmente al morso della recalcitrante. La mula, che sembrava avere preso una decisione irrevocabile, non si lasci convincere. Alla fine, seccata per le molestie che si permettevano nei suoi confronti, manifest chiaramente il suo cattivo umore rovesciando a terra il suo fardello. Piperboom si vide costretto, dunque, di buona o di cattiva voglia, ad abbandonare il suo amministratore e di prendere, prima del tempo stabilito, la strada del ritorno, in compagnia di una guida, di due arrieros e di un cavallo, con i quali condivise la sua solitudine, mentre i suoi compagni pi fortunati proseguivano l'ascensione. Erano 19 in tutto: tre guide, otto arrieros, che conducevano i quattro cavalli rimasti, e otto viaggiatori; e cio: Thompson, che la carica rivestita costringeva alla perseveranza, Robert, Roger de Sorgues, Alice e sua sorella, J ack Lindsay, Saunders e Hamilton. Lady Hamilton e miss Margaret gi da molto tempo dovevano essere giunte a Orotava, sotto la guida di Tigg, il quale si era galantemente offerto di fare loro da scorta. Oh, se miss Mary e miss Bess Blockhead fossero state l! Come avrebbero preferito vedere l'ingrato salire fino alla sommit del Pico e precipitare nel suo cratere, piuttosto che vederlo trasformarsi in cortigiano della rivale! In quella esigua colonna Robert era stato assalito immediatamente dalle sue solite preoccupazioni. Tra Alice e J ack Lindsay, che il caso aveva posto dietro alla bella cognata nella salita, egli aveva spinto la propria mula con vivacit, non senza urtare lievemente la giovane americana. Quest'ultima, del resto, quasi avesse intuito lo scopo dell'interprete del Seamew, non si era formalizzata per quella premura un po' nervosa. Aveva ceduto tranquillamente il suo posto e si era collocata dietro il fedele protettore. Anche J ack Lindsay aveva notato la manovra di Robert ma, come sua cognata, non mostr di essersene accorto. Soltanto una lieve increspatura delle labbra rivel l'intima collera, ed egli continu ad avanzare senza voltarsi verso il nemico che sapeva essere alle sue spalle. La salita fu estenuante. Ogni passo fatto su quel suolo friabile richiedeva un vero lavoro. Quando alle 6 della sera, dopo due ore di sforzi, fu dato l'ordine di fermarsi, persone e bestie non ne potevano pi. Si era giunti ad Alta Vista, una specie di rigonfiamento del cono, sul quale era stato costruito un rifugio per gli operai che estraevano lo zolfo. Era l che bisognava passare la notte. Per prima cosa si fece festa a un'eccellente cena, abbondante anche a causa del ridotto numero di convitati; poi ci si occup della sistemazione per la notte. Il freddo era pungente. Il termometro indicava 3 gradi sopra lo zero. Un tetto era indispensabile. Alice e Dolly, nonostante il loro entusiasmo di viaggiatrici, non avrebbero certamente accettato quello del rifugio, gi invaso dagli operai della solfatara. Forse avrebbero preferito trascorrere la notte al freddo, invece che in quella poco allettante promiscuit. Robert aveva previsto, per fortuna, il modo di evitare loro quell'inconveniente. Per suo interessamento i cavalli furono alleggeriti del loro carico e, in breve, una comoda tenda fu innalzata, nella quale, in virt di una stufetta e di un'adeguata provvista di combustibile, il fuoco si accese in pochi minuti. Il giorno intanto declinava rapidamente. Alle 8 il mare fu invaso dall'ombra, la quale fu vista crescere con la velocit di un treno espresso che corra all'assalto delle coste, delle scarpate e delle montagne circostanti. In un paio di minuti l'altopiano era piombato nella notte. Soltanto il Pico scintillava ancora, come se emergesse da un invisibile abisso. Il globo del sole raggiunse l'Oceano, la linea dell'orizzonte lo logor, mentre l'immenso cono d'ombra proiettato dal Pico, passando in un attimo attraverso tutti i colori immaginabili, si allungava sino alla Gran Canaria: l'ultimo raggio pass, come freccia luminosa, nell'atmosfera oscuratasi. Alice e Dolly si ritirarono subito nella loro tenda. Gli uomini, ospiti del rifugio, non riuscirono a trovare sonno a causa delle nuvole di parassiti di cui sembravano preoccuparsi assai poco gli operai, loro compagni di letto. Poterono per combattere il freddo mediante l'aiuto di un fuoco di retamas. Verso le 2 del mattino, quando gli odiosi insetti si furono pasciuti a sufficienza, essi riuscirono faticosamente a prendere sonno. Il segnale della partenza li risvegli poco dopo. Non c'era tempo da perdere se si voleva essere sulla vetta per assistere al sorgere del sole. Il rispetto della verit ci obbliga a confessare che due turisti si turarono ostinatamente le orecchie. Uno dei due, il baronetto George Hamilton, poteva addurre a giustificazione l'impossibilit di fare altrimenti. E in effetti non ci voleva meno di un motivo di tale importanza per indurre il puntiglioso passeggero a fare uno strappo al programma. Questa volta, per, egli non era veramente in condizione di rispettarlo. Come avrebbe potuto arrampicarsi fino alla vetta se qualsiasi movimento gli procurava dolori crudeli? Il freddo della notte era evidentemente dannoso alle sue nobili articolazioni. Semplice prologo alla Gran Canaria, i reumatismi erano diventati un dramma a Tenerife. L'altro recalcitrante non avrebbe potuto dare una scusa altrettanto valida. La sua salute era perfetta e, circostanza aggravante, importanti motivi gli consigliavano il coraggio. Ma non esistono motivi importanti per un uomo sfinito, e Thompson lo era al di l del sopportabile. Agli inviti di Ignacio Dorta egli rispose perci con grugniti inarticolati e rinunci a partire insieme con i suoi amministrati. Secondo lui, aveva gi fatto abbastanza per la loro felicit. Soltanto gli altri sei gitanti ebbero il coraggio dunque di percorrere i 535 metri che separano la vetta dal rifugio di Alta Vista. Quei 535 metri che occorre fare a piedi sono in realt i pi penosi. Nella notte buia, appena rischiarata dalle torce di pino portate dalle guide, la marcia era incerta su quel terreno mobile, la cui ripidit si accentuava a ogni passo. Il freddo, inoltre, non cessava di farsi pi pungente; presto il termometro discese al disotto dello zero. I coraggiosi turisti lottavano penosamente contro il vento gelato che tagliava loro il viso. Dopo due ore di penosa salita, raggiunsero la Rambleta, il piccolo pianoro circolare che orlava la base del picco terminale. Rimanevano ancora 150 metri da salire. Fu subito chiaro che questi ultimi metri Saunders non li avrebbe percorsi. Appena giunto sulla Rambleta, si era disteso per terra ed era rimasto immobile. Nonostante il suo vigore e le esortazioni delle guide, quel gran corpo era abbattuto. Ai suoi ampi polmoni mancava l'aria; livido, ansava penosamente. Ignacio Dorta tranquillizz i suoi compagni, inquieti. Si tratta del mal di montagna disse. Il signore guarir non appena potr ridiscendere. Dopo quella assicurazione, i cinque sopravvissuti al massacro ripresero l'ascensione, lasciando una guida in compagnia dell'ammalato. Ma il termine del percorso era anche la parte che sfiniva maggiormente. Il terreno aveva un'inclinazione di 45 gradi e ogni passo richiedeva studio. Occorrevano tempo e fatica per avanzare di pochi centimetri. A tale eccessivo dispendio di forze, difficilmente l'aria rarefatta consente di resistere. Dopo avere percorso appena un terzo del cammino, J ack dovette a sua volta darsi per vinto. Quasi svenuto, scosso da orribili nausee, cadde pesantemente sul sentiero. I compagni che lo precedevano non si accorsero della sua indisposizione e, senza fermarsi, continuarono ad avanzare mentre l'ultima guida rimaneva accanto al turista ormai fuori combattimento. Cinquanta metri pi su fu la volta di Dolly; Roger, con un sorriso beffardo, le consigli subito il riposo e il suo sguardo divertito segu Alice e Robert, i quali, sotto la guida di Ignacio Dorta, raggiungevano la vetta. Era ancora buio; un po' di luce, tuttavia, rompeva l'ombra e permetteva di scorgere confusamente il suolo che i piedi calpestavano. Sotto la condotta della guida, subito ritiratasi, Alice e Robert erano andati a rannicchiarsi in un anfratto delle rocce: di colpo la temperatura, fino allora glaciale, si era fatta sorprendentemente mite. Presto la luce consent loro di constatare che avevano trovato riparo nel cratere del vulcano, che si apriva dinanzi a loro a 40 metri di profondit. Da molte parti s'innalzavano fumarole. Il suolo spugnoso e scottante era crivellato di piccole buche, dalle quali sfuggivano vapori solforosi. La periferia del cratere segnava un limite di notevole nitidezza. Fin l era la morte assoluta, senza ombra di vita, senza una pianta. Sotto l'efficacia del suo benefico calore, la vita invece rinasceva sulla vetta. In piedi, a tre passi l'uno dall'altra, Alice e Robert contemplavano l'orizzonte che l'alba infiammava. Commossi, con religiosa emozione, colmavano gli occhi e il cuore dello spettacolo grandioso che cominciava ad apparire al loro sguardo. Intorno ronzavano mosche e api; i veloci fringilles 29 del Pico s'incrociavano in rapido volo. Ai suoi piedi, Robert vide una viola nascosta freddolosamente sotto le sue ampie foglie vellutate. Si chin, colse quel fiore paradossale fiorito ad altezza ove nessun altro rappresentante del regno vegetale sarebbe potuto vivere, e l'offr alla sua compagna, la quale, in silenzio, l'appunt al corsetto. La luce del giorno esplose all'improvviso. Come una sfera di metallo incandescente, ardente e senza raggi, il sole spuntava all'orizzonte. La vetta avvamp per prima nel chiarore; poi, con la stessa rapidit con cui era cresciuta il giorno precedente, l'ombra scomparve. Alta Vista e l'anfiteatro di Las Cafiadas apparvero. Di colpo, come se un velo si fosse squarciato, il mare immenso splendette sotto l'immensit azzurra. L'ombra del Pico si disegnava su quel mare in forma di cono regolare, la cui cima andava a sfiorare, a occidente, l'isola di Gomera. Pi lontano e pi a sud, Hierro e La Palma si vedevano distintamente, nonostante fossero a 150 chilometri di distanza. A est, la Gran Canaria s'innalzava nella gloria dell'alba. Se Las Palmas, sua capitale, si celava sulla costa opposta, si distingueva per contro la Isleta e il porto di La Luz, ove tre giorni prima il Seamew era stato ormeggiato. Alla base del Teide, l'isola di Tenerife si spiegava come una vasta pianura. La luce radente del mattino faceva risaltare rilievi e dislivelli, mettendo in chiara evidenza gli innumerevoli picchi, i selvaggi burroni e le dolci vallate, in fondo alle quali, a quell'ora, cominciavano a svegliarsi i villaggi. Com' bello! disse Alice con un sospiro, dopo lunga contemplazione. Com' bello! ripete Robert come un'eco.
29 Fringuelli. (N.d.T.) Quelle poche parole dette nel silenzio che li circondava bastarono a rompere l'incanto. Con identico movimento entrambi si volsero l'una verso l'altro. Alice not allora l'assenza di Dolly. Dov' mia sorella? chiese, come se uscisse da un sogno. Miss Dolly lievemente sofferente disse Robert. Si fermata un po' pi in basso, con il signor de Sorgues. Se lo desiderate posso andare in loro aiuto. Robert aveva fatto l'atto di ritirarsi. Alice lo ferm con un gesto. No disse. Restate. Dopo alcuni istanti di silenzio aggiunse, con nella voce una specie di sorda esitazione poco abituale al suo carattere risoluto: Giacch siamo soli, debbo parlarvi, o meglio, debbo ringraziarvi. Ringraziare me, signora! esclam Robert. S disse Alice. Ho notato la protezione discreta di cui mi circondate da quando siamo partiti da Madeira: ne ho compreso il motivo. La vostra protezione mi preziosa, credetelo, ma voglio tranquillizzarvi. Non sono disarmata. Non ignoro nulla di ci che capitato a Madeira. Robert stava per rispondere, ma Alice lo prevenne. Non rispondetemi. Ho detto ci che occorreva dire, ma meglio non insistere su un argomento cos penoso. un segreto vergognoso che entrambi possediamo. So che sar da voi gelosamente custodito. Dopo un attimo di silenzio, riprese con voce dolce: Volevo tranquillizzare la vostra preoccupata amicizia! Non debbo forse un po' a voi la vita? Robert fece un gesto di protesta. Non tenete in alcun conto la mia amicizia, dunque? chiese Alice con l'ombra di un sorriso. Amicizia di breve durata rispose Robert con malinconia. Tra pochi giorni la nave che ci trasporta sar ormeggiata nel Tamigi e ciascuno di noi seguir il proprio destino. E vero disse Alice, commossa. Le nostre esistenze si separeranno forse; ma il ricordo rimarr. La nebbia del tempo lo canceller assai presto! Con lo sguardo smarrito rivolto all'orizzonte, Alice lasci per un istante senza risposta l'amara esclamazione. La vita dev'essere stata per voi assai crudele disse alla fine se le vostre parole traducono fedelmente i vostri pensieri. Siete dunque solo per avere in essa cos poca fiducia? Non avete parenti? Robert scosse il capo. Amici? Un tempo ne avevo rispose con amarezza. Oggi non ne avete pi? chiese Alice. Sareste dunque cos cieco da non concedere tale titolo al signor de Sorgues, per non dire di mia sorella e di me? Di voi, signora! esclam Robert con voce soffocata. certo comunque prosegu Alice trascurando l'interruzione che non incoraggiate l'amicizia che vi si offre. Io mi chiedo se, senza volerlo, non mi sia resa colpevole di qualcosa verso di voi. Come sarebbe stato mai possibile? chiese Robert, sinceramente sorpreso. Lo ignoro rispose Alice. Ma evidente che dal giorno dell'accaduto al quale mi richiamavo poco fa, vi siete allontanato da noi. Mia sorella e io ne siamo rimaste stupite; il signor de Sorgues non si fa scrupolo di biasimare la vostra condotta, per la quale non sa trovare, dice, alcuna spiegazione. Qualcuno di noi vi avrebbe dunque offeso senza volerlo? Oh, signora! protest Robert, confuso. Allora, non riesco a capire. Non c' nulla da capire rispose vivamente Robert. Nonostante ci che voi supponete, io sono rimasto quello che ero. L'unica differenza dal passato al presente sta nell'interesse che mi valso una circostanza fortuita e che non poteva dare alcuna ambizione all'umile interprete del Seamew. Voi non siete per me l'interprete del Seamew rispose Alice, le cui gote si tinsero lievemente di rosa. La vostra spiegazione non valida; il vostro cavillo non degno n di voi n di me. Convenitene: voi evitate me, mia sorella e finanche il signor de Sorgues! vero disse Robert. Allora, torno a chiedervi, perch? Robert sent che una folla di pensieri faceva ressa nel suo cervello. Riusc tuttavia a riprendersi e, costringendosi al silenzio, disse soltanto: Perch la mia e la vostra condizione sociale mi suggeriscono il mio comportamento e mi impongono un grande riserbo. Posso forse trascurare la distanza che ci separa a bordo di questa nave, nella quale viviamo a titoli cos opposti? Cattiva scusa rispose Alice con impazienza perch conviene a tutti e tre ignorare la distanza di cui parlate. E mio dovere ricordarmene dichiar Robert con fermezza e non abusare di un generoso sentimento di riconoscenza al punto da prendermi qualche libert che potrebbe essere diversamente interpretata. Alice arross e il suo cuore cominci a battere. Ella ebbe coscienza di procedere su un terreno scottante. Ma qualcosa pi forte di lei la costringeva a spingere sino alla conclusione una conversazione che cominciava a diventare pericolosa. Non comprendo chiaramente ci che volete dire disse con un po' di alterigia e ignoro quali siano i giudizi che ritenete di dover temere. E se fosse soltanto quello vostro, signora? esclam senza volerlo Robert. Il mio! Il vostro, signora. Anche lontane dal Seamew, le nostre vite sono troppo differenti perch possano mescolarsi senza destare sospetti. Che cosa si penserebbe di me, che cosa ne pensereste voi stessa se io vi autorizzassi mai a supporre che io abbia osato, che io osi Robert tacque di colpo, richiudendo in se stesso, con un ultimo sforzo, la parola irreparabile che aveva giurato a se stesso di non pronunciare. Ma non aveva taciuto troppo tardi? non aveva gi detto abbastanza perch la signora Lindsay comprendesse? Se ci era realmente accaduto, se Alice aveva indovinato la parola che stava per essere detta, bisogna ritenere che non la paventasse. Avviata per colpa sua in una situazione senza via di uscita, ella gli teneva testa senza cercare di sottrarvisi con puerili scappatoie. Coraggiosamente si era voltata verso Robert. Ebbene? disse risolutamente. Completate! A Robert parve che gli venisse meno il terreno sotto i piedi. Le sue ultime risoluzioni crollarono. Cess di lottare, smarrito. Ancora un secondo e il suo cuore traboccante avrebbe gridato il suo segreto Una pietra rotol a dieci passi da lui, mentre una tosse violenta faceva vibrare l'aria rarefatta. Quasi subito comparve Roger: sosteneva Dolly, debolissima. Lo seguiva Ignacio Dorta, ridisceso per aiutarli a completare l'ascensione. Con un'occhiata Roger rilev l'imbarazzo degli amici e immagin facilmente la scena. Fece finta di niente, ma un invisibile sorriso gli affior sotto i baffi mentre il dito compiacente cominciava a indicare a Dolly i particolari dell'immenso panorama che si spiegava sotto i suoi occhi. CAPITOLO VI UN ACCIDENTE CHE CAPITA AL MOMENTO GIUSTO ALLE 10 del mattino del giorno 11 il Seamew lasci il porto di Orotava. Il programma stabiliva quella partenza per il giorno 7, alle ore 6 del mattino. Ma avendo gi il Seamew un ritardo di quattro giorni, Thompson non vedeva alcun inconveniente nellaccrescerlo di quattro ore. In realt, ci non aveva alcuna importanza dal momento che ci si metteva sulla via del ritorno e rimaneva lecito ai passeggeri prolungare il riposo ristoratore. Thompson, come si vede, faceva ritorno al sistema del comportamento cortese. Ora che ogni giro d'elica lo avrebbe avvicinato al molo del Tamigi, considerava utile ammorbidire con la dolcezza i sottoscrittori, parecchi dei quali erano diventati suoi nemici. In sette giorni di traversata un uomo abile capace di fare molte cose e di far cambiare opinione a molta gente. Del resto, a che cosa ormai gli sarebbe servita la freddezza? Non ci sarebbero state altre soste e non c'era da temere che a bordo del Seamew si presentassero nuovi nemici. Le delicate attenzioni del loro amministratore furono apprezzate dai passeggeri. Tutti quel giorno ebbero una mattinata distensiva. Quando il Seamew era salpato, nessuno aveva lasciato la propria cabina. Altra delicata attenzione: per ordine di Thompson, il capitano aveva iniziato un viaggio di circumnavigazione: prima di mettere prua sull'Inghilterra, la nave sarebbe passata tra Tenerife e Gomera, poi avrebbe girato intorno all'isola di Fer; la qual cosa avrebbe costituito una passeggiata incantevole. In seguito si sarebbe proseguito verso La Palma, vicino alla quale si sarebbe stati, vero, durante la notte. Ma ci era un particolare insignificante dato che il pi esigente passeggero non poteva obbligare Thompson a rallentare il corso del sole. Dopo quell'ultima occhiata all'arcipelago delle Canarie, i turisti il mattino del giorno dopo avrebbero provato un piacere pi vivo nell'avere dinanzi a loro il mare libero. Nel seguire quel programma riveduto e corretto, il Seamew costeggiava alla velocit regolamentare di 12 nodi le coste occidentali di Tenerife quando la campana annunci la colazione. I convitati non furono molti. A causa della stanchezza o per altro motivo, molti di essi rimasero nella propria cabina. La discesa del Pico era stata pi sollecita e pi facile della salita. Soltanto coloro che ne avevano conquistato la vetta suprema avevano dovuto superare alcune difficolt. Se fino ad Alta Vista non si era trattato che di una vera scivolata sul suolo inclinato, a partire da quel punto essi avevano dovuto risalire sulla propria mula e seguire nuovamente il pericoloso sentiero, pi faticoso a discendere che a risalire. Non appena raggiunto l'altopiano di Las Cafiadas, il ritorno si era rivelato uguale all'andata. Verso le 7 della sera gli otto intrepidi turisti si erano ritrovati finalmente a bordo del Seamew, in eccellenti condizioni di salute. Che gli otto turisti avessero bisogno di riposo, ci era perfettamente comprensibile. Gli altri, per, avrebbero dovuto essere ben riposati dopo due notti di sonno. Il capitano Pip li aveva visti tornare a bordo il giorno precedente. Alcuni erano arrivati prima di mezzogiorno; poi erano giunti gli altri, a gruppetti. Piperboom era giunto per ultimo, alle 7 di sera, senza altro malanno che un appetito formidabile. I vuoti non mancavano tuttavia fra i viaggiatori: la fatica infatti si misura meno con il lavoro compiuto che non con lo sforzo fatto. Tutti soffrivano pi o meno di un male particolare. Qualcuno era spossato, altri soffrivano di oftalmia provocata dalla bianca steppa di Las Cafiadas; altri ancora avevano un violento raffreddore, prodotto dal vento gelato della montagna. Mali poco gravi, tutto sommato, se si considera che prima che passasse un'ora gli invalidi cominciarono a uscire dal loro ritiro. In quel momento il Seamew doppiava la punta Teno, con la quale, a occidente, ha termine l'isola di Tenerife. A poca distanza appariva Gomera. Il Seamew vi si avvicin rapidamente e segu la riva a meno di 3 miglia. Verso le 2, si pass al largo di San Sebastin, capitale dell'isola, borgo di mediocre importanza, ma grande per il ricordo che evoca. Da quel borgo, infatti, il 7 settembre 1492 Cristoforo Colombo si lanci definitivamente nell'ignoto. Trentaquattro giorni dopo l'immortale viaggiatore scopriva l'America. Dopo alcuni giri d'elica, ecco apparire a sua volta l'isola di Fer, separata da Gomera da uno stretto di 22 miglia, che il Seamew attravers in un paio d'ore. Erano le 4,30 quando si cominci a costeggiare l'isola, la pi meridionale dell'arcipelago. Situata a circa 28 e 30' di latitudine nord e a 20 di longitudine ovest, essa non ha alcuna importanza commerciale e deve la sua relativa celebrit a una particolarit geografica: per molto tempo il suo meridiano fu adottato quale origine di tutti gli altri e la longitudine dei diversi punti della Terra si espresse in gradi a est o a ovest dell'isola di Fer. Per fortuna dei passeggeri del Seamew, l'isola offriva alla curiosit del viaggiatore altre attrattive, a parte questo interesse un po' particolare. Il suo aspetto terribile e selvaggio giustificava il lungo giro imposto da Thompson alla nave. Meno alta di Tenerife, di La Palma e della stessa Gran Canaria, questa sentinella avanzata dell'arcipelago si mostrava pi arcigna delle sue terre, gi assai poco accoglienti. La circondava da ogni parte una rupe verticale alta pi di 1000 metri al disopra del mare, che la rendeva quasi inaccessibile. Quella muraglia di bronzo non aveva n spaccature n cala. Nell'impossibilit di soggiornare sulle sue rive, gli isolani si erano stabiliti in grande maggioranza nell'interno, vivendovi separati dal resto del mondo perch poche navi correvano il rischio di affrontare gli scogli sparsi al largo dell'isola a causa delle fortissime correnti e dei venti pericolosi che rendevano difficilissima la navigazione nei suoi paraggi. Venti e correnti non preoccupavano le navi a vapore. Il Seamew pot dunque seguire imperturbabilmente quella costa desolata, della quale non una casa e non un albero vennero, nel corso di tre ore, ad allietare la selvaggia maest. ' A nord-est il Pico di Tenerife, oltre l'isola di Gomera, s'innalzava oscurato dalle nuvole, mostrando ai passeggeri la vetta che solo pochi erano riusciti a raggiungere. Verso le 6,30 esso scomparve, nascosto dal Capo Restinga che il Seamew doppiava. Gli sguardi dei turisti salutarono allora per l'ultima volta il monte prodigioso, mentre il capitano faceva mettere progressivamente la rotta verso nord. Ora si procedeva definitivamente sulla via del ritorno. Alle 7 la tavola si present al completo, con Thompson che la presiedeva, il capitano di fronte a lui e i passeggeri al loro posto consueto. Il mare era calmo, il pasto buono; tutto sembrava cospirare perch quella cena inaugurasse l'era della riconciliazione. Ma inizi male, in un silenzio pregno di minacce. Tra Alice e Robert esisteva un evidente imbarazzo. Sulla vetta del Teide essi avevano detto troppo e troppo poco: nessuno dei due osava riprendere il discorso. Robert, al quale le vacanze ormai illimitate non fornivano pi pretesti per sparire, aveva mantenuto per tutto il pomeriggio un ostinato silenzio, mentre Alice era rimasta pensierosa. Roger, il quale li osservava con la coda dell'occhio, fu spiacevolmente sorpreso del risultato della sua diplomazia. Ecco come sono gli innamorati! ripeteva a se stesso con ironia. Eppure il loro imbarazzo era evidente quando Dolly e lui erano giunti sulla vetta del Pico. Non c'era da farsi illusione a tale riguardo. Ma il riserbo attuale non era meno certo e Roger ne concludeva, con dispetto, che aveva interrotto troppo presto il loro colloquio. Pur non avendo gli stessi motivi, gli altri turisti avevano fatto come loro. Un'atmosfera impacciata avvolgeva l'intera nave. Che J ack Lindsay fosse scuro in volto non c'era da stupirsene. Non era forse il suo solito stato d'animo? Solo e in disparte egli riesaminava con rabbia gli incidenti del giorno precedente. Che cosa era accaduto, quando nonostante il suo odio aveva dovuto, vinto dalla fatica, fermarsi a mezza strada? Non soddisfatto di indovinarlo avrebbe voluto vedere e sapere. La collera lo possedeva. Oh, se avesse potuto con un solo colpo sventrare quella maledetta nave! Con quale gioia avrebbe gettato i suoi compagni e se stesso in mare, pur di vedervi perire con piacere, nello stesso tempo, la bella cognata e il suo maledetto salvatore! Ma se il cattivo umore di J ack si comprendeva facilmente, da che cosa proveniva la tristezza degli altri? Perch non si erano raccolti in gruppo, nel corso del pomeriggio, come erano soliti fare all'inizio del viaggio? Perch non avevano scambiato le loro impressioni nel costeggiare l'arcigna isola di Fer, invece di tenersi in disparte e silenziosi? Il fatto che essi avevano perduto il bene pi necessario: la speranza, che in caso di necessit pu prendere il posto di ogni altro bene. Fino allora, l'avvenire aveva fatto loro sopportare il presente. Era mai possibile che una gita riuscita, un comodo albergo e una piacevole passeggiata potessero compensare una gita venuta meno, un albergo lurido e una passeggiata massacrante? Oggi il libro era chiuso. La fine del viaggio non avrebbe riserbato pi alcuna sorpresa. Ecco perch i viaggiatori trascorrevano il tempo a ricapitolare nel loro intimo i fastidi sofferti; ed ecco perch, al colmo dello scontento suscitato dalla loro ultima delusione, ora mantenevano il silenzio, vergognandosi reciprocamente di essersi lasciati prendere in quella trappola. Saunders si rallegrava profondamente del persistente silenzio; presentiva l'elettricit latente: senza alcun dubbio il temporale covava. Dipendeva da lui farlo scoppiare alla prima occasione favorevole. Il caso gliela forn. Egli aveva gi arrischiato varie punzecchiature spiacevoli senza incontrare alcuna eco quando i suoi occhi da ficcanaso rilevarono che due posti vicini, solitamente occupati, erano rimasti vuoti. Due passeggeri intelligenti che a Las Palmas se ne sono andati senza salutare, pens in un primo momento. Un esame pi attento lo persuase dell'errore. I posti vuoti erano quelli dei due giovani sposi, i quali, come al solito, erano sbarcati sino dall'arrivo a Santa Cruz. Saunders fece subito la sua osservazione ad alta voce e chiese dei passeggeri assenti. Nessuno li aveva visti. Forse non stanno bene disse Thompson. Perch non dovrebbero stare bene? replic con stizza Saunders. Ieri non erano con voi. Dove volete che siano? osserv Thompson con tono mansueto. Che cosa posso saperne io? rispose Saunders. Li avrete dimenticati a Tenerife, senza dubbio. Saunders aveva detto ci come avrebbe detto qualsiasi altra cosa. Thompson alz le spalle. Come volete che si possa averli dimenticati? Avevano il loro programma! A quelle parole intervenne il baronetto. Un programma che annuncia che il Seamew partir il 4 giugno e non il 7, da Santa Cruz e non da Orotava! Se sul programma che contate! Dovevano essere perfettamente informati del cambiamento rispose Thompson. Del resto, non c' da far altro che andare a bussare alla porta della loro cabina. Due minuti dopo, il signor Roastbeaf annunciava che la loro cabina era vuota. Nonostante l'abituale disinvoltura, Thompson era lievemente impallidito; la faccenda era grave. Incassare dalla gente il prezzo di un viaggio e poi abbandonarla tranquillamente lungo la strada I tribunali inglesi avrebbero apprezzato malissimo, senza dubbio, quella fantasia. Non c' da far altro che una cosa disse dopo un attimo di riflessione. Se questi signori lo vogliono, possiamo fare ritorno a Santa Cruz di Tenerife. A causa del giro che abbiamo fatto, ci non ci allontaner molto dalla nostra strada, e fin da domattina Un grido generale di indignazione gli tolse la parola; i passeggeri parlavano tutti insieme. Allungare di una notte, o di un'ora sola il viaggio in compagnia dell'Amministratore generale, mai! Decisamente, la scintilla era scaturita e il temporale scoppiava. In quanto alla folgore, Saunders si assunse l'incarico di farla cadere. Da solo, parlava pi forte di tutti gli altri. Gesticolava con un formidabile rumore di bielle arrugginite. Fermarci! gridava. Diamine, colpa nostra se dimenticate i passeggeri come un fazzoletto da naso? Vi aggiusterete con loro. Dovremmo percorrere un cammino molto lungo se dovessimo andare a cercare tutto ci che avete dimenticato lungo la strada! I vostri impegni, ad esempio, smarriti un po' dappertutto: alle Canarie, alle Azzorre, a Madeira! Ma li ritroveremo a Londra! aggiunse con voce terribile, battendo sul suo taccuino. Thompson si alz e lasci la tavola. Mi parlate, signore, con un tono che a me non piace! disse, sforzandosi di assumere un atteggiamento dignitoso. Permettete che io tronchi la discussione e che mi ritiri. Che le offese avessero sfiorato l'epidermide di Thompson era, a dire il vero, assai poco probabile. La sua pelle, del resto normale, si faceva corazza per quel genere di punture. Ma egli aveva giudicato deplorevole l'efficacia di quella sfuriata, avvenuta nel momento in cui suo primo scopo era la conciliazione. Meglio lasciar tornare la calma; avrebbe ripreso allora la sua opera di pace. Qualche buona cena sarebbe bastata per far tornare dalla sua parte i sottoscrittori. Ma Thompson conosceva male il suo nemico. Saunders lo segu passo passo sullo spardeck dove si era rifugiato, e dietro di lui erano tutti i passeggeri, senza eccezione: alcuni irritati, altri soltanto divertiti, come Roger e le americane, ma tutti approvando lo spirito, se non la forma, della strapazzata di Saunders. S, signore riprese quest'ultimo, bloccando in un angolo il disgraziato Amministratore generale e mettendogli sotto il naso il taccuino ritroveremo a Londra i vostri impegni e i tribunali giudicheranno ci che valgono i vostri magnifici scherzi. Io far il mio conto. Prover che mi avete costretto, con la vostra taccagneria, a spendere di tasca mia, oltre il prezzo pagato per il mio posto, una somma complessiva di 21 sterline, 9 scellini e 5 denari. 30 Dir della signora Lindsay che stava per annegare, parler della valanga di So Miguel, della colazione di Horta, dei reumatismi di sir Hamilton, della lombaggine del signor Blockhead Scusate! scusate! reclam debolmente Blockhead. Degli alberghi infetti, di ogni nostra gita, di ogni nostra passeggiata cos bene organizzata, senza trascurare l'ultima: la pazzesca ascensione al Pico di Tenerife, dalla quale la maggior parte
30 Pari a Fr. 686,80 di allora. (N.d.T.) dei vostri passeggeri hanno fatto ritorno malati e dalla quale i pi perseveranti non hanno riportato altro che pulci. Bravo! gridarono coloro che stavano ad ascoltare, con voce soffocata da una risata vendicativa. Perfettamente, signore continu Saunders senza fermarsi. Far ci che dico. Ma, nell'attesa, vi dir apertamente la verit: noi siamo stati derubati, signore; come vedete, non ve lo mando a dire. La scena assumeva decisamente una cattiva piega. Alla violenza dell'avversario e alle sue parole Thompson comprese che doveva protestare. E protest. A dire il vero, signore disse ci intollerabile. Poich dovete, come dite, rivolgervi ai tribunali, vogliate attendere che essi si siano pronunciati risparmiandomi scenate di questo genere. Fino dalla partenza, ho avuto a che fare solo con voi. Se non ci foste voi, tutti si dichiarerebbero soddisfatti. Che cosa volete da me, dunque? Io non vi conosco, dopo tutto, signor Saunders! Al contrario, voi mi conoscete perfettamente rispose Saunders. Io? Voi! L'irreconciliabile passeggero si piant dinanzi all'Amministratore generale. Il mio nome non Saunders disse chiaramente. Bah! disse Thompson stupito, guardando il suo nemico. Il mio nome Baker grid, alzando il lungo braccio verso il cielo. Baker! Baker, direttore di un'agenzia di viaggi che, per fortuna, non ha rapporti con la vostra. Nulla aveva lasciato prevedere quel colpo di scena. Dopo avere lanciato un'esclamazione di sorpresa, i passeggeri tacquero con gli occhi fissi su Baker, il quale attendeva, in atteggiamento aggressivo, il risultato della sua rivelazione. Quella rivelazione, che nelle intenzioni del suo autore avrebbe dovuto abbattere Thompson, aveva dato, al contrario, l'impressione di metterlo a suo agio. Baker! ripet con voce beffarda. Tutto chiaro! E io che ho prestato qualche attenzione alle vostre recriminazioni! Si tratta soltanto di volgare concorrenza! E Thompson agit la mano con sdegnosa noncuranza. Non l'agit a lungo, per. Baker gli daremo ormai il suo vero nome aveva assunto un aspetto veramente feroce; la nascente allegria dell'imprudente Amministratore generale ne fu raggelata. Qui disse Baker con freddezza sono un passeggero come gli altri e, come gli altri, ho il diritto di considerarmi derubato. Ma perch siete qui? disse Thompson esasperato. Chi vi obbligava a venirvi? Ah! rispose Baker credete che vi permetteremo tranquillamente di rovinarci? Perch sono qui? Per vedere: ho visto! Ora so che cosa nascondono i ribassi insensati che concedono i burloni della vostra specie. Poi ho fatto assegnamento su un altro piacere. Voi conoscete, senza dubbio, la storia di quell'inglese che seguiva un domatore nella speranza di vederlo divorare dalle sue bestie feroci? Ebbene, per me la stessa cosa. Thompson fece una smorfia. Fra l'inglese e me c' una differenza: io ho voglia di metterci personalmente i denti! Se non mi trattenessi vi prenderei a pugni! Intorno ai due campioni si lev un uragano di evviva. Incitato dalle grida, Baker assunse la posizione classica di chi sta per fare a pugni e fece un passo innanzi. Thompson, da parte sua, avrebbe voluto farne uno indietro. Ma come attraversare la barriera umana che lo circondava da ogni parte? Signori! signori! pregava inutilmente. Baker avanzava sempre: stava forse per passare dalle parole ai fatti? Un violento tremito scosse a un tratto la nave e un fischio assordante rison nella sala delle macchine. Tutti, compresi i belligeranti, rimasero colpiti da stupore. Al fischio avevano fatto coro molte grida di angoscia: dalle maniche a vento della macchina e dalla cappa usciva una spessa nuvola di vapore. L'elica si ferm! Che cosa era accaduto? Il capitano Pip era corso per primo sul luogo del pericolo. Stava per scendere la scaletta quando un fochista salt sul ponte e scapp gridando. Un altro lo segu: entrambi per fortuna sani e salvi. Ne mancava uno, per: fu visto apparire un attimo dopo sostenuto, o meglio, trasportato dal signor Bishop. Sembrava che quest'ultimo stesse molto male. Gravemente ustionato in tutto il corpo emetteva penosi gemiti. Quando l'uomo venne disteso sul ponte, lontano dal pericolo del vapore che continuava a spandersi con grande fracasso, il signor Bishop si raddrizz e si pot allora vedere che anch'egli era ustionato al petto e al viso. Non sembrava tuttavia che si preoccupasse delle proprie ustioni; si volse verso il capitano e ne attese le domande. Che cosa successo? chiese quest'ultimo con voce pacata. Un accidente. Come vi avevo detto, comandante, non si pu fare il nuovo con il vecchio. La caldaia ha ceduto, per fortuna verso la base, e ha spento i fuochi possibile ripararla? No, comandante. Benissimo! disse il capitano, il quale, mentre i passeggeri sotto la direzione del signor Flyship si affollavano premurosi intorno ai feriti, risal al banco di guardia e ordin con voce tranquilla: Mollate la grande vela! mollate il gran fiocco! mollate tutto! Poi, data un'occhiata al signor Bishop e al fochista che venivano trasportati svenuti nelle cabine, si volse verso Artimon, che nessun avvenimento avrebbe potuto allontanare dal proprio posto. Il capitano guard Artimon, e Artimon guard il capitano. Scambiato quello sguardo di simpatia, il primo guard a sghimbescio, nel modo usato in occasione delle pi memorabili circostanze, e dopo avere sputato in mare con circospezione disse: Per la barba di mia madre, master, siamo in un bell'impiccio! CAPITOLO VII ALLA DERIVA IL 12 GIUGNO, il capitano Pip discese alle 8 del mattino dal banco di guardia, dove aveva trascorso la notte, e and a trovare il signor Bishop e i fochisti ustionati dallo scoppio. Entrambi stavano meglio. Tranquillizzato, si rec nella sua cabina ove, con mano ferma, scrisse sul libro di bordo: Oggi, 11 giugno. Partito alle 10 del mattino. Lasciata Orotava di Tenerife (Canarie); destinazione Londra (Inghilterra). Cambiata rotta diretta in seguito a istruzioni dell'armatore. Prua a occidente. A mezzogiorno doppiata Punta Teno. Avvistata l'isola di Gomera. Fatto rotta verso sud. All'1,30 fatto rotta a sud-ovest; lasciata Gomera a destra. Alle 5 costeggiata l'isola di Fer. Rotta a sud un quarto ovest. Alle 6,30 doppiata la punta Restinga dell'isola di Fer (Canarie). Fatto cenare l'equipaggio Alle 7, cena del quadrato. Alle 8, dinanzi al porto Naos, a 5 miglia dalla costa, la caldaia ha ceduto a tre pollici al disopra del fondo, provocando lo spegnimento dei fuochi. Il signor Bishop, capo macchinista, nel trasportare sul ponte un fochista svenuto e gravemente ferito rimasto ustionato al viso e al petto. Afferma che l'accidente non riparabile. Mollate tutte le vele, navigato di bolina mure a destra, con alisei da nord-est. Fatto segnalazioni regolamentari. Alle 8,30, virato di bordo. Scesa la notte, lanciato razzi senza risultato. Alle 9, virato di bordo. A mezzanotte, virato di bordo. Oggi, 12 giugno. Alle 2, virato di bordo. Alle 4, virato di bordo. All'alba avvistata l'isola di Fer a 20 miglia circa, a nord. Messo bandiera a mezz'asta. Scandagliato senza toccare il fondo. Si continua ad andare alla deriva spinti dagli alisei di nord-est. Alle 9, a circa 30 miglia dall'isola di Fer, mi lascio trasportare. Messo capo a sud un quarto ovest, facendo rotta mure a sinistra verso le isole del Capo Verde. Messo il punto finale, il capitano si allung sul lettino e si addorment tranquillamente. I passeggeri del Seamew non possedevano, purtroppo, la forza d'animo che consentiva al capitano Pip di dare notizia, con s poche parole, di quegli strani avvenimenti. La sera del giorno precedente era mancato poco che il panico non si manifestasse e che le imbarcazioni non fossero prese d'assalto come se il naufragio fosse stato imminente. Il sangue freddo mostrato dal comandante, nel quale tutti avevano istintiva fiducia, aveva poi riportato la calma. Per una buona parte della notte un grandissimo numero di passeggeri era rimasto per sullo spardeck a commentare le circostanze dell'accidente e a discuterne le probabili conseguenze. In quei gruppi e in quei discorsi Thompson non era certamente in odore di santit. Non soltanto egli aveva attaccato i suoi sottoscrittori nella borsa, ma ora metteva in pericolo anche la loro vita. Con imperdonabile incoscienza, li aveva ammassati per motivi di economia le parole del signor Bishop erano sin troppo chiare al riguardo sopra una vecchia nave quasi fuori servizio che si sarebbe azzoppata prima della fine del viaggio. Ora tutti comprendevano il perch dei vari ribassi consentiti dall'agenzia sul prezzo della gita, ai quali tanti sciocchi avevano abboccato. Ecco un incidente che Baker poteva annotare sul suo taccuino e che senza dubbio gli sarebbe valso un buon indennizzo se si fosse mai trovato in condizione di appellarsi ai giudici inglesi. Per il momento quei giudici erano lontani e l'Oceano, insensibile agli argomenti pi persuasivi, circondava da ogni parte lo sgangherato bastimento. Che sarebbe stato di loro? Verso quali mari sarebbe stato trasportato quello steamer privo di macchina che andava alla deriva? Ma quando tutti videro il capitano Pip comandare la manovra con calma dal banco di guardia; quando a vele spiegate il Seamew ebbe preso l'abbrivo e messo la prua sulla costa meridionale dell'isola di Fer, scomparsa nella notte, tutti cominciarono a sentirsi pi tranquilli. Il giorno dopo sarebbero stati certamente al sicuro, in un'insenatura dell'isola, e i turisti avrebbero potuto imbarcarsi su una nave di linea. A poco a poco lo spardeck si vuot. Quando il timoniere batt la mezzanotte, a poppa del Seamew tutti dormivano. Dopo un sonno agitato, i passeggeri riapparvero sul ponte allo spuntare del giorno. Ma quale fu la loro delusione nello scorgere a circa 20 miglia a nord le rive dell'isola di Fer, ove avevano creduto di prendere terra! Ci volle la vista del capitano che continuava senza interruzione, come se nulla fosse accaduto, la sua passeggiata sulla passerella, per dare loro un po' di coraggio. Ma tutti furono ripresi dall'angoscia nel constatare che la terra, col passare del tempo, si allontanava sempre pi. I passeggeri cominciarono allora a chiedersi che cosa ci significasse; e fu per tutti un vero sollievo quando il capitano fece pregare i turisti di raccogliersi nel salone per ascoltare una sua comunicazione. In un batter d'occhio il salone si riemp e si anim di concitate conversazioni, subito interrotte al suo arrivo. In poche parole il capitano espose con chiarezza la situazione. Privo della macchina, il Seamew poteva ora contare soltanto sulle sue vele. Ma lo steamer non possedeva l'alberatura adatta a questo genere di navigazione e non poteva offrire al vento che un'insufficiente superficie di tela. La forma della sua carena, inoltre, non si prestava a ogni andatura. Se un veliero guadagnava facilmente stringendo il vento, uno steamer galleggiava alla deriva a causa della minore altezza del suo scafo e avanzava tanto di traverse quanto procedeva innanzi. Pur senza farsi troppe illusioni, il capitano aveva tentato di accostarsi all'arcipelago delle Canarie con tale andatura, la sola adatta allo scopo, bordeggiando durante la notte nella speranza di guadagnare terreno contro gli alisei di nordest. Come aveva previsto, la nave era andata molto alla deriva, tanto pi che nel contempo era stata trascinata via da una corrente di circa due nodi all'ora che, essendo un ramo staccato del Gulf-Stream, segue da nord a sud la costa occidentale dell'Africa. In tali condizioni sarebbe stato pazzesco ostinarvisi: meglio approfittare della corrente e del vento per cercare di raggiungere al pi presto un porto qualsiasi. Due mete gli si erano offerte: i possedimenti francesi del Senegal o le isole del Capo Verde. Il capitano aveva scelto queste ultime. Come ebbe a spiegare agli ascoltatori, la distanza che li separava da entrambi era uguale, ma ci facendo egli evitava la costa africana, della quale temeva la vicinanza a motivo degli insufficienti mezzi d'azione di cui il bastimento disponeva. Per il resto, non c'era motivo di preoccuparsi: il vento persisteva e, poich si era nella zona degli alisei, si doveva ritenere probabile che si sarebbe mantenuto a lungo. La durata del viaggio, tutto sommato, sarebbe stata pi lunga senza che i rischi ne fossero notevolmente accresciuti. Terminato il discorso, il capitano salut; poi, dopo avere manovrato in modo da mettere la nave sulla nuova rotta, raggiunse la sua cabina e prima di andare a dormire fece nel giornale di bordo il necessario racconto di ci che era accaduto. Le sue parole avevano lasciato nei passeggeri un senso di costernazione; il salone, poco prima cos rumoroso, era rimasto immerso nel silenzio. Thompson aveva ricevuto la comunicazione del comandante insieme con i suoi amministrati. La responsabilit di ci che accadeva era sua, senza ombra di dubbio: tutti ne erano persuasi. Ma Thompson aveva l'aspetto cos desolato e sembrava talmente annientato che nessuno ebbe il coraggio di fargli il minimo rimprovero. Che cosa era egli ora se non un naufrago come gli altri? Nel profondo silenzio che regnava nel salone scoppi all'improvviso un'allegra risata. Tutti alzarono il capo e guardarono con stupore colui che aveva manifestato l'intempestiva ilarit: Roger de Sorgues, divertito dalla comparsa di nuovi pericoli, non bad alla sorpresa dei suoi compagni di viaggio. Buon Dio! disse con un amichevole colpetto sulla spalla di Thompson che viaggi divertenti si fanno con le agenzie inglesi! Si parte per le Canarie su una nave a vapore e si finisce alle isole del Capo Verde su una nave a vela! Sembra uno scherzo come non se ne sono mai visti! E Roger, la cui ilarit si era comunicata alle due passeggere americane, sal con loro sullo spardeck, mentre nel salone le lingue cominciavano a sciogliersi. La sua risata aveva disteso i nervi dei turisti meglio di qualsiasi energica esortazione; meglio di ogni saggio consiglio, egli aveva ridato coraggio a tutti. Si cominci allora a guardare con cuore pi leggero il supplemento di traversata, senza tuttavia giungere fino all'ottimismo dell'arguto ufficiale francese. Bisogna dire per che la situazione giustificava largamente qualche residuo di inquietudine; non era una passeggiata quella che il Seamew iniziava. Tra l'isola di Fer e l'isola pi vicina del Capo Verde intercorrevano circa 720 miglia marine che, alla velocit di 5 nodi consentita dalla corrente e dall'esigua velatura, avrebbero richiesto almeno otto giorni di navigazione. Che cosa non sarebbe potuto accadere, in otto giorni, nel capriccioso impero di Nettuno? Tuttavia, poich la disperazione non sarebbe servita a nulla, tutti si rassegnarono; a poco a poco ogni cosa a bordo riprese l'abituale fisionomia e la vita continu il suo corso, del quale l'ora fissa dei pasti interrompeva la monotonia. La faccenda dei pasti aveva ora acquistato nuova importanza; i turisti li moltiplicavano, come di solito si fa in treno, pi perch non sapevano che cosa fare che per appetito. Thompson lasciava fare; all'insaputa del capitano Pip e nella chimerica speranza di ottenerne il perdono, favoriva anzi quella distrazione per una vilt la cui imprudenza sarebbe presto venuta a galla. Piperboom apprezzava moltissimo quella distrazione. Sempre appiccicato all'Amministratore generale, aveva udito l'esplosione e aveva ascoltato la comunicazione del capitano. Aveva compreso che era stato necessario cambiare rotta? I suoi sguardi, che in varie riprese si erano rivolti al sole e alla bussola, lo lasciavano supporre. In ogni caso l'inquietudine, se ne nutriva, gli lasciava intatto l'appetito, consentendogli di manifestare molto apprezzamento per le specialit culinarie. I pasti avevano un bel moltiplicarsi e suddividersi in breakfasts, dinners, teas, luncheons: 31 egli li onorava tutti, prodigiosamente; il suo stomaco era indubbiamente senza fondo. In simmetria con quella voragine, il bevitore J ohnson nuotava in una beatitudine forse maggiore. Con incessanti sforzi era alla fine pervenuto al punto in cui l'ebbrezza totale stava per diventare malattia e ivi si manteneva con sapienti combinazioni. Aveva rinunciato alle sue energiche passeggiate sullo spardeck e lo si vedeva di rado. Ora dormiva quasi sempre e si svegliava soltanto per bere ci che gli occorreva per riaddormentarsi. Dell'accidente che aveva trasformato il Seamew in veliero e della nuova rotta che la nave aveva dovuto adottare non sapeva assolutamente nulla. Del resto, se lo avesse saputo, non avrebbe provato alcuna emozione; avrebbe potuto, a terra, essere pi ubriaco di quanto non fosse su quella nave ben fornita di alcolici di ogni genere? E tale fatto non gli dava forse la deliziosa sensazione di vivere in una bettola? Il pi felice a bordo era, come sempre, il signor Absyrthus Blockhead, il droghiere al quale natura aveva donato un cos bel carattere. Quando era avvenuto lo scoppio della caldaia, egli aveva provato poco prima una grande gioia: per la prima volta, da pi giorni, le sue figlie e lui erano riusciti a iniziare rapporti con una sedia senza emettere grida di dolore. Tutti e tre si rallegravano del piacevole cambiamento quando il sibilo del vapore fece loro abbandonare subito una posizione della quale avevano perduto un pochino l'abitudine. Il signor Blockhead compianse certamente i due feriti tornati alla luce l'uno sostenendo l'altro, e non manc di provare qualche inquietudine riguardo alle conseguenze dell'accaduto. Ma una specie di soddisfazione vanitosa per il pericolo corso si mescol assai presto alla sua angoscia. Quando il capitano Pip ebbe mutato definitivamente rotta, fu un'altra faccenda. L'idea di visitare un capo verde costrinse Blockhead a un oceano di ipotesi.
31 I quattro pasti principali: prima colazione, pasto di mezzogiorno, t, pranzo. (N.d.T.)
Fino allora, se non altro, egli non aveva fatto venir meno alla comune sfortuna l'aiuto delle sue teorie. Egli avrebbe fatto il possibile per favorire la marcia della nave. Per prima cosa sugger al capitano di accrescere la velatura esponendo al vento le lenzuola e i tovaglioli del Seamew. Poich la proposta non ebbe successo, il signor Blockhead non si consider battuto e mise in pratica personalmente quanto aveva suggerito. Dal mattino alla sera lo si pot vedere, infatti, seduto a poppa con moglie, figlio e figlie, spiegare al vento pazientemente i loro fazzoletti come piccole vele. Poi, quando erano stanchi di quel monotono esercizio, si alzavano e mettendosi correttamente in fila soffiavano a perdifiato sulla velatura del Seamew. Se il signor Blockhead avesse avuto le cognizioni di Archimede, avrebbe saputo che per agire utilmente su qualsiasi corpo bisogna disporre di un punto d'appoggio esterno al corpo stesso. Ma il signor Blockhead non era Archimede e non dubitava che il viaggio non risultasse sensibilmente abbreviato da quegli sforzi meritori che costituivano lo spasso dei suoi compagni di gita. A forza di gonfiare le gote o per altra causa, tre giorni dopo un terribile mal di denti costrinse il signor Blockhead a smettere quella sleale concorrenza a Borea. 32 In meno di due ore la sua gota destra si gonfi in modo sorprendente, dando al suo proprietario un aspetto buffissimo. In seguito all'insolito gonfiore, il signor Blockhead divent lo spasso di tutti e i suoi compagni, privi dello spettacolo delle sue esperienze nautiche, dovettero dedicarsi a un'altra distrazione. Ma come mai miss Mary e miss Bess si erano prestate a dare il loro aiuto al padre? Avevano forse dimenticato il loro compito? Avevano forse rinunciato a strappare Tigg alla morte? Proprio cos; dobbiamo confessare, infatti, che vi avevano rinunciato. Non senza dolore e senza lotta, quei due caritatevoli angeli avevano rinnegato la missione che l'amore per il prossimo aveva loro imposto! Erano state costrette ad ammettere che una nuova guardiana aveva definitivamente assunto il compito di trattenere sulla terra
32 Nella mitologia classica, personificazione del vento del nord. (N.d.T.) quell'anima che voleva cos presto abbandonarla. Che cosa era accaduto nel corso dell'ascensione del Teide, alla quale una crudele lombaggine aveva impedito loro di partecipare? Miss Mary e miss Bess lo ignoravano, ma avevano potuto constatare i risultati della passeggiata. Da quel giorno miss Margaret Hamilton aveva decisamente la meglio e, dopo molti inutili tentativi, le due graziose sorelle avevano dovuto dichiararsi vinte. Non mancavano per di mostrare interesse per il povero disperato, sul quale avevano fatto piovere inutilmente la manna della loro devozione, e ora pronosticavano che Tigg, privo del loro aiuto, sarebbe stato in breve preda di crudeli avvenimenti. Vedrete, mia cara diceva miss Mary con aria lugubre che gli capiter qualche disgrazia! Si uccider, mia cara diceva miss Bess con un brivido. La realizzazione di quella lugubre profezia non sembrava per imminente. Adottato dalla famiglia Hamilton, Tigg faceva mostra per il momento di vergognosa ingratitudine verso i suoi due angeli guardiani e miss Margaret, da parte sua, non sembrava affatto dispiaciuta della sua poca memoria. Il padre di quest'ultima appariva meno soddisfatto. Qualcosa mancava all'equilibrio della sua vita. Da quando il Seamew si era definitivamente svincolato dal programma del viaggio, non aveva pi la possibilit di avanzare reclami, cosa che affliggeva l'amabile baronetto. Ne aveva parlato a Baker, ma senza risultato; avendo bruciato i suoi vascelli, Baker non poteva pi fare nulla. I due cospiratori non potevano fare altro che serbare il proprio rancore per il giorno ancora lontano in cui, di ritorno a Londra, sarebbe stato loro possibile iniziare, per vendetta, procedure contro Thompson per le quali avrebbero trovato certamente numerosi alleati fra i passeggeri maltrattati. Nell'attesa, il tempo passava e la rassegnazione faceva posto, a poco a poco, a una cupa tristezza. Col prolungarsi della traversata l'inquietudine un po' per volta rinasceva. A bordo non mancavano tuttavia i temperamenti felici, dei quali nulla sarebbe riuscito ad abbattere la sana virile allegria, n le indoli forti che nessun pericolo sarebbe riuscito a far vacillare. Roger e Dolly non facevano parte forse dei primi? Alice e Robert non avrebbero potuto forse essere annoverati fra i secondi? Ma anche su di loro sembrava che la fatalit si fosse abbattuta; la cupa tristezza del quartetto risaltava anche nella generale tristezza. Fra Alice e Robert cresceva di giorno in giorno un malinteso che non si sarebbe presto chiarito, per il fatto che n l'uno n l'altra volevano parlarne. Imbrigliato dall'eccessiva fierezza, Robert non aveva messo in atto nulla per approfondire l'argomento appena sfiorato sulla vetta del Teide. Alice, ritenendo di avere detto troppo, si rifiutava di dire dell'altro. Ciascuno credeva di non avere capito bene l'altro; per orgoglio rimanevano chiusi in una penosa situazione che appariva senza via di uscita. I loro rapporti risentivano del malessere che li affliggeva. Robert, prendendo di proposito alla lettera i rimproveri che Alice gli aveva mossi, la lasciava di rado. Per contro, evitava di restare solo con lei; se Roger si allontanava, egli non tardava a fare altrettanto, senza che Alice facesse un gesto per trattenerlo. Roger soffriva per quella freddezza; nonostante il fatto che il suo amore per Dolly di giorno in giorno fiorisse meravigliosamente alla luce del sole, la sua spontanea allegrezza ne soffriva. Quelle quattro persone che, ciascuno a suo modo, avrebbero potuto apportare ai loro compagni un prezioso aiuto morale erano invece pi infelici degli altri. Non proprio pi di tutti, per; il pi infelice di tutti era Thompson. Si ha un bell'essere superficiali e incoscienti: vi sono circostanze la cui gravit non pu lasciare indifferenti. Ora Thompson si trovava in una di tali circostanze. Quanto tempo sarebbero rimasti fermi alle isole del Capo Verde? Quanto tempo sarebbe stato necessario per riparare quella maledetta macchina? Durante quella sosta imprevista sarebbe spettato a lui nutrire e ospitare passeggeri ed equipaggio: quasi cento persone in tutto. Era un disastro, la rovina delle sue speranze, una perdita enorme invece dell'utile sperato. E tutto ci senza contare il processo che avrebbe subito al ritorno, che non sarebbe stato pi una facezia di Baker. Quell'accidente comprometteva la vita dei suoi passeggeri; quel considerevole ritardo ne comprometteva gli interessi: tutto ci avrebbe fornito ai suoi nemici una solida base. Thompson vedeva gi profilarsi dinanzi a s lo spettro del fallimento. Tuttavia, se non si poteva fare nulla contro i fatti compiuti, si poteva tentare almeno di rendere migliore l'avvenire. Perch non cercare di ammansire i passeggeri per evitare, se non altro, qualche minacciato reclamo? Ma quella speranza naufragava nella tristezza che regnava a bordo. Gli scontenti si sarebbero trasformati in rivoltosi non appena al sicuro sulla terraferma. Per scongiurare quel pericolo Thompson cerc di fare qualsiasi cosa. Invit Robert a tenere una conferenza. Nessuno venne. Organizz un ballo, con dolci e champagne. Il pianoforte era scordato e una disputa violenta scoppi fra coloro che volevano dormire e quelli che volevano ballare. Gi Thompson si apprestava a rinunciare a quell'idea allorch un nuovo colpo fin per abbatterlo. La nave, che nel lasciare Tenerife doveva andare a Londra, a vapore, e non alle isole del Capo Verde a vela, aveva imbarcato viveri soltanto per sette giorni. Nessuno pi se ne rammentava; Thompson fu perci colto dalla disperazione quando, il 17 giugno, alle 10 del mattino, il signor Roastbeaf venne ad annunciargli che, se il regime attuale dei pasti non fosse stato modificato, da quella stessa sera non ci sarebbe stato pi un pezzo di pane a bordo. CAPITOLO VIII COME UNA LAMPADA CHE SI SPEGNE ERA QUELLA una grave complicazione per passeggeri e marinai che ora si sarebbe potuto cominciare a chiamare naufraghi. Che ne sarebbe stato di loro se la traversata fosse durata ancora a lungo? Ci sarebbe stata una nuova zattera della Medusa? Avrebbero finito per mangiarsi gli uni con gli altri? Questa ipotesi non era da escludersi. Dagli sguardi di desiderio che a volte seguivano il corpulento Piperboom era evidente che un'idea del genere fosse gi germogliata in alcuni cervelli. Disgraziato olandese! Essere divorato era certamente cosa assai spiacevole, ma doveva risultare molto pi penoso esserlo senza conoscerne il motivo. Piperboom doveva avere, per, una vaga idea della situazione. Negli occhietti che bucavano il disco lunare del suo viso passavano lampi d'inquietudine quando lasciava la tavola diventata di colpo meno abbondante. Anche se meglio informati, i suoi compagni di viaggio non per questo tolleravano meglio il nuovo frugale regime. Quando il capitano Pip, messo al corrente da Thompson, ebbe riferito ai passeggeri la spiacevole notizia, un coro di disperazione era subito scoppiato. Con poche parole calme e precise egli cerc di tranquillizzare il gregge impaurito. La situazione era chiara: rimanevano viveri per un pasto abbondante. Ebbene, se invece di un pasto abbondante se ne fossero fatti quattro molto meno abbondanti si sarebbe potuto giungere fino alla sera del 18 giugno. Per allora la terra sarebbe stata certamente avvistata e forse anche raggiunta. L'energia del capo diede un po' di coraggio alla truppa. Venne deciso di armarsi di pazienza. Ma quanta tristezza era sui visi! Com'erano malinconici quei turisti, partiti un tempo con allegra spensieratezza! Soltanto Baker era pienamente soddisfatto. Vedeva con grandissimo piacere il viaggio dell'Agenzia Thompson piombare ogni giorno di pi nel disastro. Far morire di fame i passeggeri! Era una delizia. Se un paio di passeggeri fossero morti, la sua felicit sarebbe stata completa. Ecco che cosa sarebbe stato decisivo! Tuttavia, anche se le cose non fossero ancora giunte a tanto, egli gi considerava il suo avversario definitivamente atterrato, e con un gesto brusco che ne scandiva i frequenti e taciti soliloqui cancellava il nome di Thompson dall'elenco inglese delle agenzie economiche di viaggio. Per quanto riguarda il rischio che personalmente correva, Baker non sembrava preoccuparsene. Possedeva forse un talismano contro la fame quell'inglese vendicativo, collerico e stizzoso? La giornata del 17 trascorse all'insegna del nuovo regime che, dopo tutto, non parve troppo crudele. Ma lo stomaco semivuoto rende il cervello semisolido; la demoralizzazione, quindi, continu a svolgere il proprio lavoro tra i passeggeri. Il 18, la giornata ebbe inizio in modo piuttosto lugubre. Nessuno rivolgeva la parola ad altri; tutti si evitavano o si sfuggivano: la vita era concentrata negli occhi rivolti verso il sud, dove nessuna terra appariva all'orizzonte. A colazione si mangi l'ultimo pezzo di pane; se la terra non fosse stata avvistata prima di sera la situazione si sarebbe fatta gravissima. Nel corso della giornata capit una distrazione che interruppe la noia generale; la distrazione forse un po' crudele venne fornita, come sempre, dal signor Blockhead. Il disgraziato droghiere onorario non aveva proprio fortuna. Quando i viveri non erano ancora venuti a mancare, egli non aveva potuto godere neppure della sua parte perch lo strumento necessario per masticare gli si spezzava in mano, o meglio, in bocca. Che idea era stata la sua di volersi trasformare in Aquilone! Il gonfiore prodottogli da quella sua dabbenaggine non guariva, anzi aumentava di giorno in giorno sino ad assumere proporzioni fenomenali. A furia di soffrire Blockhead non resse pi. Si rec da Thompson e con voce esasperata dal dolore gli ingiunse di procurargli un rimedio. Non avrebbe dovuto esserci un medico a bordo? Thompson guard con aria triste il nuovo nemico. Ci si metteva anche quello, ora! Quali altri calci gli riserbava ancora l'avvenire? Le sofferenze di Blockhead erano per troppo evidenti perch Thompson non cercasse di accontentarlo. Dopo tutto, non occorre essere medico per strappare un dente: chiunque sappia maneggiare una pinza, o anche una tenaglia, a rigor di termini, pu essere atto alla bisogna. Non c'era forse a bordo una categoria di persone a cui quegli strumenti erano familiari? E Thompson, per bont d'animo, condusse il malato dai meccanici inoperosi. Uno di essi si fece avanti senza esitare e disse di poter eseguire il lavoro desiderato. Era un uomo alto e forte, rosso di pelo e di pelle e dall'aspetto erculeo. Aveva senza dubbio alcuno il polso adatto per sbarazzare in un attimo Blockhead del suo dente. Ma un dado da avvitare o da svitare una cosa e il dente da togliere un'altra. L'improvvisato terapeuta ne fece l'esperienza. Armato di una enorme tenaglia da fucina, dovette ricominciare l'operazione per ben tre volte fra gli urli assordanti del paziente, installato sul ponte in pieno sole, e saldamente tenuto fermo da due marinai assai divertiti della faccenda. Le numerose contorsioni dello sventurato droghiere onorario non avrebbero mancato, in qualsiasi altra circostanza, di far ridere i suoi poco caritatevoli compagni. L'uomo fatto cos. Il senso del comico in lui pi forte di quello della piet. Il riso nasce prima che si desti la compassione. Ma nella situazione attuale il signor Blockhead pot essere grottesco sino alla fine. Soltanto l'ombra di qualche sorriso accompagn l'operazione fino a quando il passeggero, liberatosi del dente, corse verso la sua cabina tenendosi la guancia con la mano. Nonostante il male, le sue facolt di ammirazione non erano per del tutto venute meno. Essere operato da un meccanico con l'aiuto di una tenaglia da fucina, a bordo di una nave sgangherata, ecco una cosa certamente insolita! Ora che tutto era finito, il signor Blockhead non si mostrava affatto dispiaciuto di essere stato l'eroe di tale avventura. Trov persino la forza di reclamare il suo dente: sarebbe stato un ricordo palpabile di quello straordinario viaggio. Il superbo molare gli fu subito consegnato e Blockhead, dopo averlo contemplato con emozione, lo mise in tasca. Lo conserver come testimonianza contro di voi disse amabilmente Baker a Thompson, che accompagnava a poppa il passeggero non pi dolorante. Blockhead ormai poteva mangiare. Era troppo tardi, purtroppo: a bordo del Seamew non c'era pi nulla da mangiare. La sera del memorabile giorno nel quale fu completata la rovina della cambusa, si riusc ancora a scoprire, frugando negli angoli pi celati, un po' di cibo in virt del quale fu possibile nutrirsi. Ma fu proprio l'ultima volta. La nave era stata frugata da cima a fondo, perquisita e ripunta: se la terra non fosse stata avvistata entro breve tempo, nulla avrebbe potuto salvare passeggeri ed equipaggio dagli orrori della fame. Immaginate perci con quali sguardi ansiosi era scrutato l'orizzonte meridionale, anche se inutilmente! Il 18, nel declinare, il sole continu a disegnare un'impeccabile circonferenza non interrotta da alcun profilo solido. Non era possibile, peraltro, essere ancora lontani dalle isole del Capo Vede. Un errore da parte del capitano Pip non era ammissibile: si trattava dunque di ritardo; nel corso della notte, senza dubbio, la terra sarebbe stata avvistata. Ma il destino aveva deciso altrimenti. Per colmo di sfortuna al tramonto il vento cedette e continu a diminuire da un'ora all'altra. Prima di mezzanotte era cessato del tutto. Non pi governato, il Seamew non poteva fare altro, per raggiungere terra, che contare sulla debole corrente che lo trasportava. Nella zona degli alisei i cambiamenti di direzione del vento sono assai rari. A furia di procedere verso il sud, il Seamew doveva essersi notevolmente avvicinato al punto in cui il vento cessa di essere costante. Bisognava supporre, quindi, che avesse raggiunto quel limite; ma alle isole del Capo Verde la vicinanza del continente falsa il regime degli alisei. Un po' a sud-est dell'arcipelago essi vengono meno del tutto, mentre persistono alla stessa latitudine in mezzo all'Oceano. In quella zona essi soffiano, con una certa regolarit, da ottobre a maggio; in dicembre e gennaio subentrano i venti dell'est, il cui soffio ardente dissecca e brucia tutto. I mesi di giugno, luglio e agosto costituiscono la stagione delle piogge; ci si doveva ritenere fortunati, quindi, se fino allora il ponte del Seamew era rimasto asciutto. A quella nuova batosta che il destino gli infliggeva Thompson ebbe la velleit di strapparsi i capelli. Per quanto concerne il capitano Pip, sarebbe stato assai furbo colui che avesse potuto conoscere le sue impressioni. Era gi tanto se, con un semplice aggrottamento della fronte, autorizzasse Artimon a credere che provasse qualche rincrescimento per il contrattempo. Anche se celata, l'inquietudine del capitano era per ugualmente reale. Trascorse la notte sul ponte chiedendosi: quali mezzi avrebbe avuto per raggiungere la terra, quando fosse stata avvistata? con quella nave priva di caldaia e non pi in condizione di essere governata? Il problema tuttavia ancora non si poneva; l'alba del 19 rischiar infatti un'immensa pianura liquida, senza neppure un isolotto o uno scoglio. La giornata trascorse penosamente. Sin dal mattino gli stomachi, mal soddisfatti del pasto della sera precedente, cominciarono a gridare fame. Se i magri e i deboli sopportavano abbastanza bene l'iniziato digiuno, per gli altri passeggeri era una vera sofferenza. Fra questi ultimi Piperboom si faceva notare per il viso disfatto. Il giorno prima aveva manifestato il suo rincrescimento con uno sguardo indefinibile nel constatare il mutismo della campana e la mancanza di preparativi per la cena. Ma quando le ore trascorsero senza che fossero sonate l'ora della colazione e quella della cena, non ne pot pi. And a trovare Thompson e, servendosi di una energica pantomima, gli fece capire che moriva di fame. Quando Thompson gli ebbe dimostrato con i gesti la sua impotenza, l'olandese precipit in un grave stato di disperazione. Quanto meno sfortunato era invece lo spugnoso J ohnson! L'alcool non mancava a bordo del Seamew: che importava non poter mangiare se si poteva bere? E J ohnson beveva in modo cos smodato che lo stato di abbrutimento in cui viveva lo rendeva inaccessibile alla paura. Baker non aveva rimedi del genere a sua disposizione, e tuttavia appariva di buon umore. Mostrava per di pi florido aspetto, tanto che Robert, verso mezzogiorno, non pot fare a meno di manifestargli il proprio stupore. Non avete fame, dunque? gli disse. Scusate! rispose Baker non ho pi fame. C' una lieve sfumatura. Certamente! approv Robert. Volete essere cos gentile da farmi conoscere quale rimedio avete adottato? Il rimedio pi semplice disse Baker. Mangiare come al solito. Mangiare? Che cosa mangiate? Ve lo faccio vedere subito rispose Baker, conducendo Robert nella propria cabina. Del resto, ce n' abbastanza per due. Non ce n'era per due, ma per dieci. Due enormi valigie piene di viveri di vario genere, ecco ci che Robert pot vedere dopo avere giurato di non dire nulla. Possibile! esclam, ammirando tanta previdenza. Ci avevate gi pensato! Quando si viaggia sotto la bandiera dell'Agenzia Thompson occorre pensare a tutto rispose Baker con aria misteriosa offrendo generosamente a Robert di attingere dalle sue ricchezze. Robert accett al solo scopo di recare il suo bottino alle due passeggere americane, le quali gli fecero grande onore dopo avere avuto assicurazione che il loro provvidenziale fornitore ne avesse preso la sua parte. Privi di tale aiuto, agli altri passeggeri il tempo sembrava stranamente lungo. Quale sospiro di sollievo trassero tutti, perci, quando, verso l'una del pomeriggio, il grido di Terra! rison sulle sbarre dell'albero di trinchetto! Tutti si credettero salvi e ogni sguardo si volse verso la passerella. Il capitano non era per al suo posto. Bisognava informarlo subito che la terra era stata avvistata. Un passeggero and a bussare alla porta della cabina del comandante: il capitano non c'era e non era neppure a poppa. La cosa cominci ad apparire inquietante. Altri passeggeri andarono a cercarlo dappertutto, chiamandolo ad alta voce, senza rintracciarlo. Nel contempo, non si sa come, corse voce a bordo che un marinaio, mandato nella stiva, vi aveva trovato tre piedi d'acqua. Ne segu confusione e preoccupazione; moltissimi corsero verso le imbarcazioni, peraltro insufficienti ad accogliere tutti. Ma il capitano aveva lasciato alcuni ordini prima di allontanarsi, e i marinai che montavano la guardia intorno alle lance di salvataggio ricacciarono i passeggeri sullo spardeck, dove essi ebbero il tempo di maledire sia Thompson sia il capitano Pip, la cui caparbiet li privava degli ultimi mezzi di salvezza. Anche Thompson era sparito; nel vedere come le cose andavano, si era prudentemente nascosto in qualche angolo, ove attendeva tranquillamente la fine della tempesta. Il capitano, da parte sua, mentre tutti non gli lesinavano gli improperi, faceva come sempre il proprio dovere. Non appena a conoscenza della nuova complicazione, si era subito calato nella stiva e, in quel momento, procedeva a minuziosi esami il cui risultato non aveva nulla di incoraggiante. Dopo averla esplorata accuratamente da cima a fondo, non era riuscito a scoprire nello scafo nessuna falla. Propriamente parlando, non c'era alcun buco che fosse stato possibile turare con maggiore o minore difficolt; o meglio, ce n'erano a centinaia. Se da nessuna parte il mare penetrava abbondantemente nell'interno della nave, esso per vi trasudava a goccia a goccia da mille parti. Era evidente che a causa degli incessanti colpi delle ondate i chiodi si erano allentati e le giunture sconnesse: il Seamew non faceva che morire di vecchiaia. Per una faccenda del genere non c'era nulla da fare; con l'orecchio appoggiato al fasciame della nave, il capitano ascolt il sordo sciacquio dell'acqua omicida e si rese conto che per la nave era finita. Poco dopo, nel risalire sullo spardeck, egli aveva per il solito aspetto e fu con voce tranquilla che ordin all'equipaggio di mettersi alle pompe. Dopo tutto, la situazione non era disperata; la terra era vicina e si aveva il diritto di ritenere che le pompe, coraggiosamente manovrate, sarebbero riuscite a prosciugare la stiva. Bisogn rinunciare a quella speranza; frequenti scandagli rivelarono che il mare aveva la meglio: nonostante gli sforzi fatti, l'acqua cresceva nella stiva di cinque centimetri all'ora. La terra, sempre visibile, non sembrava peraltro farsi pi vicina. Il sole tramont prima ancora che la lontana nuvoletta avesse cessato di apparire una nuvola. Quella notte nessuno chiuse occhio: tutti attesero febbrilmente lo spuntar del sole che, per fortuna, nel mese di giugno si leva di buon'ora. Prima delle 4, fu possibile distinguere una riva bassa e sabbiosa, sormontata da una collinetta di mediocre altezza, a una decina di miglia in direzione di sud-ovest. In considerazione della poca elevazione del suo punto culminante il Picco Martines quell'isola, che il capitano indic con il nome di isola del Sale, non avrebbe potuto essere scorta il giorno precedente che da 20 o da 25 miglia al pi. Bisognava dunque che la corrente che trascinava il Seamew fosse notevolmente diminuita. In ogni caso quella corrente, per quanto debole, conduceva direttamente alla costa; a poco a poco, alla media di circa un nodo all'ora, verso mezzogiorno la nave giungeva a un miglio da una punta che il capitano chiam Punta Martines quando la corrente, cambiando improvvisamente direzione, corse da nord a sud, raddoppiando la propria velocit. Era tempo che la nave si fosse avvicinata alla terra, perch l'acqua nella stiva aveva raggiunto nel frattempo i 2 metri e 20 centimetri. Senza dubbio, per le stesse cause che l'avevano condotta fino l, la nave non avrebbe tardato ad arenarsi dinanzi a qualche sporgenza della costa; senza alcun rischio, peraltro, perch il tempo era bello e il mare calmo come l'olio. Invece no; il Seamew, inerte come un rottame, correva lungo la costa ma senza avvicinarvisi. Seguendo il capriccio della corrente che lo trascinava, girava attorno alle sinuosit e ne doppiava le punte, mantenendosi costantemente a un miglio di distanza. Lo scandaglio, gettato continuamente, diceva sempre la stessa cosa: mancava il fondo. Ormeggiare la nave sarebbe stato impossibile, quindi. Il capitano si mordicchiava i baffi in preda alla sorda rabbia dell'impotenza. Vero e proprio supplizio di Cantalo: 33 la salvezza era a portata di mano e tuttavia irraggiungibile. E ci, non perch l'aspetto dell'isola fosse allettante: priva di alberi e di cespugli, ovunque lo sguardo riusciva a posarsi non c'era che sabbia. A mano a mano che si procedeva verso il sud, la costa si abbassava con regolarit: l'isola si faceva piana con qualche lieve ondulazione, pur rimanendo priva di qualsiasi vegetazione. Verso le 3,30, la nave pass al largo del Pedra de Lume, un buon ancoraggio ove si dondolavano alcune barche da pesca. Furono fatte segnalazioni di aiuto, ma nessuno rispose. Il Pedra de Lume fin poi per scomparire. Due ore dopo, si doppiava la Punta Est e qui un soffio di speranza colm il cuore di coloro che erano a bordo: con il favore di un risucchio la nave aveva fatto un gran passo in direzione della costa, dalla quale ora era lontana appena 500 metri. L'accostamento alla terra cess, purtroppo, cos com'era cominciato, senza che nessuno ne sapesse il perch, e il Seamew continu a costeggiare l'isola del Sale, i cui rilievi ora apparivano chiaramente. A quella breve distanza, sarebbe stato possibile farsi udire da terra se un essere umano si fosse fatto vedere. Ma in quel deserto non cresceva nulla. Sotto gli occhi dei passeggeri c'era una steppa, che giustificava pienamente l'espressione del viaggiatore inglese che aveva chiamato l'isola del Sale tomba di sabbia. Bassa, grigia,
33 Supplizio di chi costretto a non poter godere di qualcosa che desidera e che sotto i suoi occhi e a portata di mano. Da Tantalo, un personaggio della mitologia classica: per avere sottratto l'ambrosia e il nettare dal banchetto degli dei fu condannato a un castigo eterno: immerso fino al collo nell'acqua limpida, questa spariva quando si chinava per bere. Sul suo capo pendevano rami carichi di frutti, ma egli non riusciva mai a coglierli. (N.d.T.) sinistra, quella terra si stendeva quasi al livello del mare, difesa da un cerchio di scogli dall'assalto della risacca. Seguendo a velocit costante la sua rotta, il Seamew circond la baia che si apre dopo la Punta Est: in meno di un'ora avrebbe doppiato la Punta del Naufragio e, dopo, avrebbe incontrato nuovamente il mare profondo nel quale la nave sarebbe affondata lentamente. L'uomo dello scandaglio a un tratto grid: Venticinque braccia! Fondo sabbioso! Sulla passerella il capitano trasal di soddisfazione: il fondo marino tendeva evidentemente ad alzarsi. Se ancora per poco fosse continuato a sollevarsi l'ormeggio sarebbe diventato possibile. Far pennello dell'ancora, signor Flyship! ordin con calma al secondo. Per un quarto d'ora il Seamew segu la corrente, mentre lo scandaglio non cessava di accusare profondit in costante diminuzione. Dieci braccia! Fondo sabbioso! grid alla fine l'uomo dello scandaglio. Ormeggia! ordin il capitano. La catena discese con fracasso attraverso la cubia e il Seamew rimase immobile, evitando di mettere la prua a nord. Rimase immobile senza ombra di dubbio, senza il pi piccolo movimento di rullio o di beccheggio su quel mare di cui nessuna ruga appannava lo specchio: un lago sarebbe stato meno calmo. Ma un altro pericolo, che non era quello della tempesta, minacciava i turisti dell'Agenzia Thompson: la nave che li ospitava veniva meno sotto i loro piedi. L'acqua che riempiva una met della stiva montava a poco a poco e presto il ponte sarebbe stato al livello dell'Oceano. Bisognava andare a cercare scampo sulla terraferma senza perdere tempo. In seguito all'aiuto delle pompe il Seamew, tuttavia, sarebbe stato nella possibilit di galleggiare ancora per parecchie ore; l'urgenza non era perci immediata. Senza confusione e senza fretta si pot procedere quindi allo sbarco, vuotando metodicamente le cabine senza dimenticare neppure gli oggetti pi trascurabili. Ancor prima di salvare le persone, ci si prese il lusso di salvare le cose. Verso le 7,30, tutti i passeggeri erano sulla riva, sani e salvi. In fila, accanto ai propri bagagli, un po' spauriti dall'avventura, contemplavano un po' stupidamente il mare senza dire nulla. Dopo avere lasciato la nave per ultimo, come prescritto dai regolamenti marittimi, il capitano Pip, con Artimon alle calcagna, era disceso a terra con i suoi marinai, divenuti ora suoi pari dopo l'abbandono del galleggiante. Anch'egli contemplava il mare, sebbene un osservatore superficiale potesse facilmente sbagliarsi. Mai infatti il capitano aveva guardato in passato con occhio cos strabico e mai il suo naso aveva attraversato un cos brutto quarto d'ora. Da quando le pompe erano state abbandonate la nave affondava pi in fretta. Nel giro di mezz'ora l'acqua invase gli obl delle cabine, continuando sempre a salire. Fu esattamente alle 8,20, nel preciso istante in cui il sole raggiungeva l'orizzonte occidentale, che il Seamew affond; senza dramma e senza agonia, scomparve tranquillamente nell'acqua, che si richiuse mollemente su di esso. Un istante prima era l, poi non lo si vide pi: ecco tutto! Dalla riva i turisti guardavano, immobili, senza riuscire a prendere sul serio l'accaduto: come dice il poeta, erano istupiditi. Erano partiti festosamente per le Canarie ed erano finiti sopra un banco di sabbia, nell'arcipelago del Capo Verde: non c'era proprio da vantarsene! Se almeno avessero dovuto lottare contro la tempesta, se almeno la loro nave si fosse sventrata sugli scogli! Ma nulla di tutto ci era accaduto. La natura aveva continuato a mostrarsi benigna: cielo azzurro, vento lieve, mare calmo; nessuna briscola era venuta meno al loro giuoco. In quel momento, poi, il tempo era particolarmente splendido. Nondimeno, essi erano l. Si era mai sentito parlare di naufragi del genere? Era possibile immaginare qualcosa di pi assurdo? I turisti continuavano a guardare il mare a bocca aperta e, non senza ragione, si consideravano un po' ridicoli. CAPITOLO IX THOMPSON SI TRASFORMA IN AMMIRAGLIO LA NOTTE trascorse abbastanza bene per gli ex passeggeri del Seamew. In mancanza di cuccette la sabbia soffice si rivel molto favorevole al sonno. I primi chiarori dell'alba svegliarono persino i pi indolenti; tutti si alzarono in fretta, desiderosi di conoscere ci che avrebbero dovuto temere o sperare. La verit apparve subito ai loro occhi: la solitudine era assoluta da ogni parte. Dinanzi a loro era il mare senza una vela. Al disopra dell'acqua si vedeva la parte pi alta degli alberi del Seamew, le cui spoglie giacevano 20 metri pi in basso, nella sua umida tomba. Dall'altro lato era il deserto, la cui tristezza stringeva il cuore. Nel luogo dove avevano messo piede a terra, l'isola si assottigliava fino a terminare in una punta ristretta. Congiunta a settentrione a una terra desolata, circondata dal mare dagli altri tre lati, non era che una lingua di sabbia larga appena un miglio, afflitta dalla sinistra aridit del sale e cosparsa dalla lebbra delle sue scaglie. Quali aiuti era lecito sperare da un paese del genere? Tutti se lo chiedevano con angoscia, senza trovare soddisfacente risposta alla domanda. Per fortuna il capitano Pip vigilava per tutti. Non appena vide i passeggeri in piedi, li riun intorno a s e in poche parole espose loro la situazione in cui si trovavano. Quella situazione era molto semplice. In seguito a circostanze intorno alle quali il capitano non ritenne di insistere, essi si trovavano in grave difficolt sulla costa sud- orientale dell'isola del Sale, quasi all'estremit della Punta del Naufragio. Poich l'isola del Sale non offriva risorse di alcun genere, si trattava di studiare al pi presto il modo di abbandonarla. Il capitano aveva provveduto, per il momento, alla cosa pi urgente: a seguito delle sue istruzioni il signor Morgand e il nostromo erano partiti gi da un'ora per raggiungere il faro che sorgeva all'estremit della Punta del Sud, a poca distanza dal luogo della catastrofe. I due inviati vi si sarebbero documentati e avrebbero cercato di procurarsi un po' di viveri. Non c'era che da attendere il loro ritorno. Le parole del capitano fecero venire in mente all'uditorio che tutti avevano fame. Nel disordine morale in cui l'avventura li aveva gettati essi se ne erano un po' dimenticati. Bast la parola viveri per risvegliare in tutti un appetito che da cinquanta ore nulla era riuscito a calmare. Nell'attesa occorreva fare buon viso a cattiva sorte, dato che non c'era altro da fare. I turisti si rassegnarono quindi a passeggiare sulla spiaggia mentre le ore trascorrevano lentamente. Per fortuna, il tempo continuava ad essere bello; il cielo si manteneva puro sotto l'azione della fresca brezza di nord-ovest, che rinforzava da un'ora all'altra. Robert e il nostromo fecero ritorno dalla loro spedizione verso le 8: scortavano una carretta tirata da una mula e guidata da un negro. Il carico della carretta, composto di vettovaglie di vario genere, attrasse subito l'attenzione di tutti. I passeggeri fecero ressa intorno ad essa e Thompson dovette intervenire perch la distribuzione dei viveri venisse fatta ordinatamente. Ciascuno alla fine ebbe la propria parte e per lungo tempo segu un assoluto silenzio, turbato soltanto dal rumore delle mascelle. Piperboom era particolarmente superbo; con una pagnotta di quattro libbre in una mano e un cosciotto di montone nell'altra, sollevava e abbassava i gomiti con la regolarit di una macchina a vapore. Nonostante il loro formidabile appetito, i compagni dell'olandese rimasero paralizzati dallo stupore nel contemplare quel modo meccanico di ingoiare. Finir col sentirsi male, pensarono alcuni. Ma Piperboom si preoccupava assai poco dell'impressione che produceva sui suoi compagni: le sue mani continuarono il loro imperturbabile e cadenzato movimento finch pane e cosciotto diminuirono contemporaneamente fino a sparire. Piperboom si freg allora le mani e accese l'enorme pipa, senza sembrare minimamente infastidito. Mentre passeggeri ed equipaggio soddisfacevano il loro appetito, il capitano, valendosi dell'opera di Robert, parlava con l'indigeno proprietario della carretta. Le informazioni avute non risultarono molto incoraggianti. L'isola del Sale era una specie di steppa di 233 chilometri quadrati sulla quale, meno di un secolo prima, non viveva essere umano. Per fortuna dei naufraghi, un portoghese aveva avuto l'idea, una cinquantina d'anni prima, di sfruttare le saline alle quali l'isola doveva il suo nome; quella industria vi aveva attirato circa un migliaio di abitanti. In parte pescatori, ma per la maggior parte operai delle saline, quegli abitanti non avevano formato da nessuna parte un agglomerato tale da meritare il nome di citt o di borgo. Ai margini della baia di Mordeira, eccellente ancoraggio della costa occidentale dell'isola, alcune case tuttavia avevano gi costituito una specie di borgata nel punto in cui terminavano i binari sui quali i carri a vela trasportavano al mare il prodotto delle saline. In quel villaggio, distante una quindicina di chilometri appena, avrebbero trovato aiuto, forse. Avute quelle informazioni, Thompson parti immediatamente con l'indigeno nell'intento di raccogliere un adeguato numero di veicoli per condurvi persone e bagagli. Nell'attesa, i passeggeri avrebbero potuto ricominciare la passeggiata del mattino. Gli stomachi soddisfatti sciolsero le lingue e ciascuno diede libero sfogo ai propri pensieri. Alcuni lo fecero con calma, altri con tristezza, altri ancora con rabbia. Fatto eccezionale: il viso del signor Absyrthus Blockhead non espresse, come di consueto, la solita smisurata soddisfazione. Proprio cos, il nostro droghiere onorario era malinconico o, quanto meno, preoccupato. Sembrava che non stesse bene e si guardava intorno come se avesse smarrito qualcosa. Alla fine non ne pot pi; si rivolse a Roger de Sorgues, che gli ispirava particolare fiducia, e gli chiese: Siamo proprio nell'arcipelago del Capo Verde, non vero? S rispose Roger, senza sapere a che cosa il richiedente mirasse. Allora, signore, dov' il capo? esclam Blockhead, indignato. Quale capo? chiese Roger, stupito. Il Capo Verde, perbacco! Non capita tutti i giorni l'occasione di vedere un capo verde! e io voglio farlo vedere a mio figlio! Roger represse una voglia matta di ridere. Ahim! bisogna che ne facciate a meno disse assumendo un aspetto desolato. Il signorino Abel non vedr il Capo Verde. Perch mai? chiese Blockhead, deluso. E in riparazione disse Roger con freddezza. In riparazione? Il suo colore cominciava a sbiadire. stato trasportato in Inghilterra per essere ridipinto. Blockhead guard Roger con aria perplessa, ma Roger mantenne eroicamente l'aspetto serio e il droghiere rimase persuaso. Non abbiamo fortuna! si limit a dire con rincrescimento. Proprio cos! approv Roger soffocando le risa, mentre Blockhead andava a raggiungere i suoi. Nel gruppetto degli arrabbiati, Baker e Hamilton si facevano particolarmente notare. Ad essere sinceri, ci che accadeva non sembrava loro vero. Da dove erano nate quelle disgrazie se non dall'avarizia e dalla superficialit di Thompson? Ci era incontestabile. Il gruppo che circondava Baker contava, perci, la maggioranza dei passeggeri. Ai compagni egli predicava la guerra per il giorno in cui sarebbero stati finalmente in Inghilterra, e i suoi argomenti bellicosi trovavano eco nell'animo di coloro che lo ascoltavano. Egli aveva trovato in J ohnson un alleato inatteso. Fino allora poco fastidioso, quel passeggero sembrava ora in preda a grande furore. Urlava pi di Baker, non lesinava gli insulti a Thompson e alla sua agenzia e ripeteva a non finire il giuramento di portarlo dinanzi a tutta la magistratura inglese. Quell'ubriacone idrofilo e geofobo esasperato per essere stato costretto, contro sua voglia, a mettere piede a terra disse Roger, osservando da lontano il gruppo in fermento. N tristezza n collera potevano fare presa su Roger. Il suo buon umore aveva la meglio su tutto. Sarebbe stato allegro anche nel corso di una battaglia, lo sarebbe stato anche in punto di morte; lo era anche in quell'isola spoglia, ove il destino lo aveva condotto. La sua osservazione aveva fatto ridere Dolly. Poveruomo! sospir la giovane. Come deve soffrire del disordine dei servizi! E l'unico che abbia il diritto di lagnarsi disse Roger con seriet. Per lui, almeno, ci si pu capire; ma per gli altri? Che cosa ci potrebbe far loro? Per parte mia, questo viaggio semplicemente delizioso. Ecco il nostro vapore a vela diventato sottomarino; ora aspetto con impazienza il momento in cui diventi un pallone sonda. Viva il pallone sonda! disse Dolly battendo le mani. Il pallone sonda mi sembra poco probabile disse Robert non senza malinconia. La fine del Seamew segna la fine del nostro viaggio. Finiremo col disperderci secondo la possibilit che si sar offerta di raggiungere l'Inghilterra. Perch disperderci? rispose Alice. Immagino che il signor Thompson rimpatrier i passeggeri e che imbarcher tutti sul primo piroscafo in partenza. I passeggeri, certamente rispose Robert. Ma per l'equipaggio e per me un'altra faccenda. Bah! concluse allegramente Roger prima di crearci delle preoccupazioni aspettiamo che ci sia il piroscafo in partenza. Si tratta di un piroscafo nel quale credo poco. Sarebbe troppo semplice. Io sono per il pallone sonda, che mi sembra molto pi probabile. Thompson fece ritorno verso l'una del pomeriggio: conduceva una ventina di carrette di vario tipo, ma tutte ugualmente tirate da mule e guidate da negri. Si cominci subito a caricare i bagagli. L'Amministratore generale appariva meno preoccupato di quanto si sarebbe potuto supporre in quelle circostanze. La nave perduta e il rimpatrio di circa un centinaio di persone da pagare di tasca propria erano cose che avrebbero reso inquieto l'uomo pi gioviale di questo mondo. Ma Thompson non sembrava per nulla preoccupato. Il fatto che la disgrazia non mancava di adeguati compensi. Se la necessit di pagare un centinaio di passaggi rappresentava una sensibile spesa, la perdita del Seamew era per contro un vero colpo di fortuna. Assicurata assai bene da compagnie solvibili, la vecchia nave sarebbe stata rimborsata come nuova: Thompson avrebbe fatto il possibile per riuscirvi. Il naufragio si sarebbe rivelato, quindi, un'ottima operazione; l'Amministratore generale non dubitava che il conto, alla fine, si sarebbe chiuso con grande beneficio. Quell'utile l'agenzia lo avrebbe incassato senza rimorsi. Sarebbe venuto ad aggiungersi al gruzzolo, gi rotondetto, che un'instancabile economia aveva permesso di accumulare in quella sacca che Thompson portava a tracolla da quando era sull'isola. In quella sacca erano andati a prendere posto, sin dalla partenza, i 62.500 franchi pagati dai passeggeri, tenuto conto del mezzo biglietto del giovanissimo Abel. Da allora, vero, alcune banconote poche, dopo tutto ne erano uscite per il carbone, le gite dei passeggeri e i viveri di bordo. Restava da pagare l'equipaggio e gli impiegati, fra i quali Robert Morgand. Ma Thompson avrebbe dato corso a quella formalit non appena raggiunta la borgata, dove, per quanto povera, sarebbe stato sempre possibile trovare inchiostro e penna. La somma allora gli sarebbe rimasta netta e liquida e ad essa sarebbe stato necessario aggiungere poi il ricavo dell'assicurazione. Thompson si divertiva a calcolare la cifra che il totale avrebbe complessivamente raggiunto. Poco dopo le 2, i turisti si misero in marcia, alcuni in vettura e il resto a piedi. A causa del terreno sabbioso, ci vollero tre ore per raggiungere la baia di Mordeira. Pochissime case, il cui insieme meritava appena il nome di villaggio, s'innalzavano sulla riva settentrionale. In quella parte dell'isola la natura rivelava un aspetto meno sinistramente sterile. Il suolo era lievemente ondulato e alcune rocce mostravano la loro sommit nerastra attraverso il lieve strato di sabbia che una timida vegetazione qua e l rallegrava. Sistematosi appena giunto in un miserabile albergo, Thompson procedette al gi deciso regolamento dei conti. Ciascuno ricevette ci che gli spettava, n di pi n di meno, e pochi minuti dopo Robert si riconobbe possessore di 150 franchi. I passeggeri che vagavano sulla spiaggia nel frattempo esaminavano il mare con inquietudine. Aveva forse Roger avuto ragione quando si era permesso di avanzare qualche dubbio riguardo al piroscafo in partenza? Nessuna nave era all'ancora nella baia di Mordeira, ove si dondolavano soltanto alcune barche da pesca. Che sarebbe stato di loro, in quella miserabile borgata, se fosse stato necessario soggiornarvi a lungo, in mezzo a quella popolazione negra, fra la quale non era stato ancora visto un solo rappresentante della razza bianca? Quando Thompson si fece nuovamente vedere tutti provarono un senso di sollievo: gli si fecero subito intorno e gli chiesero con impazienza che cosa avesse deciso di fare. Thompson non aveva deciso nulla e lo confess candidamente. Gli mancavano le basi necessarie per prendere una decisione. Dopo avere consultato la guida, Robert pot fornirgli alcune sommarie indicazioni, che egli ascolt con un piacere che gli era nuovo per il solo fatto che esse non gli costavano nulla. Come Robert rifer all'Amministratore generale, l'arcipelago del Capo Verde comprendeva un grandissimo numero di isole o isolotti divisi in due gruppi ben distinti. Le isole di So Antonio, di So Vicente, di So Nicolao, gli isolotti di Santa Lucia, di Branco e di Raza, disposti secondo una linea quasi diritta che andava, press'a poco, da nord-ovest a sud-est, costituivano il primo gruppo, detto Barlovento, 34 con le due isole del Sale e di Boavista. Queste due ultime, che continuavano con il secondo gruppo, detto Sotavento, costituivano con esso un arco di cerchio la cui convessit era rivolta verso la costa africana, sul quale s'incontravano successivamente, a sud di Boavista, le isole di Maio, di So Tiago, di Fogo e di Brava, oltre agli isolotti Rombos.
34 Sopravvento. (N.d.T.) Poich un soggiorno di non breve durata sarebbe stato impossibile sulla poverissima isola del Sale, occorreva sapere per prima cosa se qualche piroscafo non fosse venuto presto a farvi scalo. Nel caso di risposta negativa, non ci sarebbe stato altro da fare che raggiungere, servendosi delle barche da pesca ormeggiate nella baia, un'isola meglio servita dalle navi. Non c'era che da scegliere con un po' di discernimento tale isola. Andremo a So Vicente disse Robert senza esitare. So Vicente non era l'isola pi grande dell'arcipelago, ma era quella che ne aveva monopolizzato e ne monopolizzava sempre pi il commercio. Centinaia di navi andavano a sostare a Porto Grande, sua capitale, la cui popolazione in transito superava di venti volte quella stabile. Nel suo magnifico e frequentatissimo porto non sarebbe certamente trascorso neppure un giorno senza che si presentasse l'occasione di rientrare in Inghilterra. Il capitano Pip conferm ci che Robert aveva detto. Avete ragione disse. Temo per che il vento di nord- ovest non ci consentir di raggiungere So Vicente. Ci vorrebbero giorni e giorni. Secondo me, l'impresa irrealizzabile con le barche che ci sono qui. Credo che bisogner cercare di raggiungere un'isola sottovento. So Tiago, allora disse Robert. Per quanto centro commerciale meno importante di So Vicente, So Tiago era tuttavia la pi grande isola dell'arcipelago; il suo capoluogo, la Praia, ne era la capitale. La Praia era inoltre un eccellente porto, il cui movimento marittimo superava annualmente le 140.000 tonnellate. Sarebbe stato facile anche l trovare il modo di rimpatriare. Riguardo alla distanza, non esisteva alcuna differenza. Unica obiezione: l'insalubrit dell'isola che, per tale motivo, era stata soprannominata la mortifera. Bah! disse Thompson non pensiamo di passarci la vita! Ci staremo un paio di giorni, al pi, e se nessuno di parere contrario Prima di tutto bisognava decidere la faccenda del piroscafo. Ma in quel paese, in gran parte allo stato selvaggio, in cui non c'era parvenza di governatore o di sindaco, non si sapeva a chi chiedere informazioni. Su consiglio del capitano, Thompson, accompagnato dai suoi compagni di sventura, si rivolse a un gruppo di indigeni che osservavano con curiosit i naufraghi. Non erano negri, ma mulatti, nati dall'incrocio di coloni portoghesi e di schiave di un tempo. Dal modo di vestire sembravano marinai. Robert prese la parola a nome di Thompson e chiese a un mulatto se esisteva nell'isola del Sale un mezzo per raggiungere l'Inghilterra. Il marinaio fece un cenno con il capo: quel mezzo non esisteva. I piroscafi non toccavano l'isola del Sale ed era poco probabile che vi si trovasse qualche nave. Durante la stagione degli alisei, da ottobre a maggio, i bastimenti, per la maggior parte a vela, non mancavano nella baia. Ma in quel periodo dell'anno l'ultima nave era partita con il suo carico di sale, e molto probabilmente nessuna di esse sarebbe tornata prima del prossimo ottobre. Risolto formalmente tale punto, non c'era pi da esitare. I marinai, del resto, parvero considerare normale il progetto di raggiungere un'altra isola. Le loro barche erano solide e avrebbero fatto, se necessario, crociere pi lunghe. Per ci che riguardava l'isola So Vicente, essi furono del parere del capitano. Non si poteva fare assegnamento sul vento. E So Tiago? sugger Robert. Nell'udire quel nome i marinai si guardarono negli occhi. Vollero riflettere prima di rispondere; evidentemente c'era qualcosa che li preoccupava e che non volevano dire. E perch no? disse alla fine uno di loro. Dipende dal prezzo. Ci riguarda il signor Thompson disse Robert indicandolo. D'accordo dichiar Thompson, quando la risposta del mulatto gli fu tradotta. Se il capitano e voi volete accompagnarmi, questo marinaio vi far vedere le barche che vi saranno proposte e nel frattempo discuteremo le condizioni del viaggio. Meno di un'ora dopo ogni cosa era stata stabilita. Per il trasporto dei naufraghi e dei loro bagagli il capitano aveva scelto sei barche sulle quali riteneva che ci si potesse arrischiare a compiere il viaggio, senza troppo pericolo per la vita di tutti. Di comune accordo la partenza venne fissata per le 3 del mattino, nell'intento di viaggiare il pi possibile alla luce del giorno. Si trattava, infatti, di percorrere non meno di 110 miglia e occorreva prevedere un minimo di diciassette ore di traversata. Nessuno protest: tutti avevano fretta di abbandonare l'isola. I bagagli furono caricati immediatamente e i passeggeri, dopo un modestissimo pasto, impiegarono il tempo a loro piacimento. Alcuni passeggiarono sulla spiaggia, altri tentarono, sdraiandovisi, di dormire. Nessuno di loro os accettare l'ospitalit troppo rustica offerta dalle capanne del villaggio. All'ora della partenza tutti erano pronti; dopo che ciascuno ebbe preso posto, le sei barche issarono le vele e, poco dopo, doppiavano la Punta delle Tartarughe. Come si vede, Thompson era salito di grado: il commodoro era diventato ammiraglio. Un'ora dopo la partenza le barche si lasciavano a sinistra la punta meridionale dell'isola del Sale e ai raggi del sole nascente appariva, lontano, Boavista. Per fortuna, rara in quel periodo dell'anno, il cielo si manteneva ostinatamente puro. Un vento piuttosto forte soffiava da nord-ovest, favorendo la corsa delle sei imbarcazioni verso sud. Alle 8 del mattino, le barche passarono al largo di Boavista. L'isola era bassa e di aspetto non meno arido di quello dell'isola del Sale: si trattava di un banco di sabbia, in mezzo al quale alcuni picchi di basalto circondavano un rilievo longitudinale che non raggiungeva i 100 metri di altezza. Dinanzi alle barche si apriva la rada Inglese, in fondo alla quale s'innalzavano le capanne e le pochissime case di Rabil, villaggio che fungeva da capoluogo. Forse alcune navi erano all'ancora nella rada, ma la distanza non permise di esserne certi. Alcune ore dopo, la vetta del So Antonio, la cima pi alta dell'isola di So Tiago, cominci ad apparire all'orizzonte. Alta 2250 metri, la vetta fu salutata dagli evviva dei naufraghi, ai quali indicava la meta ancora lontana del viaggio. Bench pi vicina, l'isola di Maio, molto pi bassa di So Tiago, apparve all'orizzonte soltanto poco dopo. Erano le 2 del pomeriggio quando furono avvistate le sue rive sabbiose. Alle 5, le barche erano alla sua altezza. Era un'altra copia delle isole del Sale e di Boavista: steppa sabbiosa, senza ruscelli, senza sorgenti e senza alberi, sulla quale macchie di sale riflettevano a tratti i raggi del sole. Sarebbe stato difficile credere che pi di 3000 creature umane vivessero su quella landa assolutamente sterile. Stanco di tanta triste monotonia, l'occhio vagava con piacere verso l'orizzonte meridionale, ove So Tiago ingrandiva rapidamente. I suoi massi, le sue rupi di basalto, i suoi burroni colmi di folta vegetazione ricordavano in piccola parte l'aspetto delle Azzorre; a paragone con la desolazione delle sabbie, appariva piacevole la loro selvatichezza gi ritenuta fastidiosa. Alle 8 di sera si doppi la Punta Est, nel momento in cui si accendeva il faro che la domina. Un'ora dopo, nella notte crescente, fu possibile distinguere il fuoco segnalatore della Punta di Tamaro, che chiude a ovest il porto di Praia. Un'ora dopo, doppiata la Punta delle Biscadas, le barche solcavano in fila indiana l'acqua tranquilla della baia, in fondo alla quale brillavano le luci della citt. Ma i marinai non diressero le barche verso quelle luci: non appena oltrepassata la punta, essi avevano orzato alla banda sforzandosi di seguire la costa. Poco dopo si ormeggiavano a notevole distanza dalla citt. La manovra meravigli Robert, il quale aveva appreso dalla sua guida che sulla riva occidentale esisteva un pontile. Ma ci che egli disse risult inutile: senza spiegarne le ragioni, i mulatti persistettero nel loro proposito e cominciarono a trasportare a terra uomini e cose, servendosi delle lance di salvataggio trainate dai due battelli sui quali erano stati caricati i bagagli. I passeggeri furono poi condotti ai piedi della rupe che chiudeva la punta orientale della baia. Come Robert pot constatare, sulla scorta delle indicazioni del suo Baedeker, quella era l'antica localit di sbarco, ormai del tutto abbandonata; perch mai vi fossero stati condotti non manc di lasciare perplesso l'interprete del Seamew. La risacca si frangeva contro la rupe, rendendo poco agevole l'approdo nel buio della notte. Qualche passeggero scivol, infatti, sulla superficie sdrucciolevole del granito che l'onda levigava da secoli: parecchi fecero il bagno senza volerlo. Ogni cosa fin tuttavia senza gravi incidenti e, poco dopo le 11, tutti i naufraghi avevano messo piede sull'isola. Con una sollecitudine che non manc di impensierire, le lance di salvataggio fecero ritorno ai rispettivi battelli e, dieci minuti dopo, le sei imbarcazioni ripartivano, sparendo quasi subito nell'oscurit della notte. Se quella sollecitudine celava un mistero, non era quello il momento e il luogo per cercare di comprenderlo. La situazione dei viaggiatori richiedeva la loro immediata attenzione. Non era possibile dormire all'aperto; d'altra parte, non era neppure possibile trasportare in citt le casse, i bauli e le valigie che ingombravano la riva. Si rese necessario l'intervento del capitano e, in conformit alla sua decisione, i bagagli furono lasciati dov'erano, sotto la sorveglianza di due marinai. Il resto dei naufraghi si mise in cammino per raggiungere la citt. Com'era cambiata ora la brillante colonna che Thompson aveva guidato, in passato, con perfetta maestria! Era un gregge disordinato, depresso e scoraggiato quello che si faceva penosamente strada su quella costa sconosciuta, disseminata di massi, e resa maggiormente pericolosa dall'oscurit. Quella marcia avrebbe sfinito anche camminatori assai validi. Per pi di un'ora tutti seguirono l'incerta traccia di un sentiero, affondando i piedi fino alla caviglia nella sabbia profonda e soffice come il cotone; poi cominciarono l'ascesa di un erto sentiero. Mezzanotte era trascorsa da un pezzo quando i turisti, stremati dalla fatica, si videro circondati da soccorrevoli case. La citt dormiva; le vie erano deserte e non brillava alcuna luce. In quel deserto d'ombra e di silenzio trovare alloggio per un cos gran numero di persone sarebbe stato un vero problema. Fu deciso di dividersi in tre gruppi. Il primo, agli ordini del capitano, comprendeva l'equipaggio della nave naufragata. Il secondo, agli ordini di Thompson, contava fra i suoi membri Baker, naturalmente. Il terzo venne affidato al poliglotta Robert. Quest'ultimo, al quale si erano uniti Roger e le due americane, non fece fatica a trovare un albergo, alla porta del quale buss subito in modo da svegliare i pi ostinati dormiglioni. Quando l'albergatore dischiuse la porta rimase stupito nel vedere una schiera cos numerosa di clienti. Avete camere per ospitarci? chiese Robert. Camere? ripet l'albergatore, come in sogno. Da dove siete venuti fuori? esclam stupito prima di rispondere. Come siete venuti fino qui? Come si viene solitamente, credo; in battello! disse Robert, con impazienza. In battello! ripet il portoghese, al colmo dello stupore. In battello, proprio cos, ripet Robert, irritato. Che c' d'insolito? In battello! ripet l'albergatore. Ma la quarantena non stata ancora tolta! Quale quarantena? Diamine! quella dell'isola: da un mese qui non si vede pi una nave! Tocc a Robert questa volta stupirsi. Che cosa capita qui? Perch la quarantena? chiese. Per un'epidemia di febbre perniciosa. Grave? Certamente. In citt muoiono pi di venti persone al giorno, su una popolazione di 4000 abitanti. Diamine! esclam Robert bisogna dire che non ho avuto un'idea brillante suggerendo di venire qui. Per fortuna non ci resteremo molto tempo. Non per molto? chiese l'albergatore. Certamente! Il portoghese scosse il capo in modo poco rassicurante. Per il momento, se volete, vi faccio vedere le camere disse con ironia. Credo che non le lascerete presto. Del resto, domani vi renderete conto che quando si a So Tiago ci si rimane! CAPITOLO X IN QUARANTENA A DIRE il vero, agli sfortunati turisti dell'Agenzia Thompson non ne andava mai bene una! Proprio cos, una micidiale epidemia infieriva a So Tiago e da un mese aveva soppresso ogni contatto con il resto del mondo. L'insalubrit era infatti lo stato normale dell'isola, chiamata a ragione mortifera, come Robert aveva detto ai suoi compagni prima di lasciare l'isola del Sale. La febbre vi era endemica e mieteva regolarmente numerose vittime. Ma la malattia locale aveva rivelato questa volta un'insolita virulenza e assunto un carattere pernicioso che non le era consueto. Impensierito dal numero dei morti che essa provocava, il Governo aveva operato un drastico taglio per distruggere le radici del male. Per ordine superiore l'isola subiva una rigorosa interdizione. Le navi avevano conservato, ovviamente, il diritto di ormeggiarvisi, a condizione per di non lasciare pi l'isola sino alla fine, impossibile da prevedere, della quarantena e dell'epidemia. Si capiva perfettamente quindi perch le navi di linea e quelle di lungo corso si fossero tenute lontane da inconvenienti del genere. Prima dell'arrivo dei turisti di Thompson nessun bastimento infatti era penetrato da trenta giorni nella baia. Si comprendeva in tal modo l'esitazione manifestata dai pescatori dell'isola del Sale quando era stato fatto loro il nome di So Tiago, e si spiegava in tal modo anche la loro fuga immediata dopo lo sbarco notturno in un punto insolito della costa, lontano dalla citt. Al corrente della situazione, essi non avevano voluto perdere per eccesso di scrupoli i vantaggi del viaggio, n rimanere per molti giorni lontani dalle loro famiglie e dalla loro isola. I passeggeri erano rimasti annichiliti: quante settimane avrebbero dovuto trascorrere in quella maledetta isola? Nell'impossibilit di fare altrimenti, bisognava fare comunque buon viso a cattivo giuoco. Non c'era che da aspettare; e ciascuno attese, trascorrendo il tempo a suo modo. J ohnson e Piperboom avevano ripreso la vita di sempre e ne sembravano felicissimi. Un ristorante per l'uno e un'osteria per l'altro bastavano alla loro felicit: a La Praia osterie e ristoranti non mancavano. Gli altri turisti, per, non erano soddisfatti come loro della prigione che il capriccioso destino aveva loro imposto. Paralizzati dal terrore del contagio, rimanevano per la maggior parte chiusi notte e giorno nelle loro camere, senza neppure avere il coraggio di aprire la finestra. Quelle precauzioni, peraltro, sembravano avere buon successo: dopo otto giorni, infatti, nessuno di loro era stato colpito dal male. Per contro, si annoiavano mortalmente nell'attesa di una liberazione che nulla lasciava presagire. Altri passeggeri si mostravano pi fiduciosi e, ignorando di proposito la mortale epidemia, vivevano senza tenerne conto. Fra questi coraggiosi apparivano i due francesi e le loro amiche americane. Essi pensavano, non senza motivo, che la paura fosse da temere pi del male. Insieme con Baker, che forse si sarebbe augurato una bella malattia nell'intento di avere un altro pretesto per recriminare contro il rivale, essi uscivano dall'albergo e andavano e venivano come avrebbero fatto a Londra o a Parigi. Dopo l'arrivo a So Tiago avevano a malapena intravisto J ack Lindsay, il quale persisteva ora pi che mai nel condurre vita furtiva e solitaria. Assorta in altre preoccupazioni, Alice non pensava affatto al cognato; se a volte il suo pensiero andava senza volerlo a lui, ella cercava di allontanarne subito l'immagine gi con meno irritazione e quasi propensa a dimenticare ogni cosa. Ci che era accaduto al Curral das Freiras sbiadiva con il passare dei giorni e perdeva importanza. Quel senso di sicurezza che nutriva per merito della protezione di Robert, non le consentiva di concepire l'ipotesi di un altro scellerato tentativo contro di lei. Robert, invece, dopo l'imboscata della Gran Canaria, pensava spesso al nemico, dal quale era intimamente persuaso di essere stato gi attaccato. L'inazione dell'avversario lo tranquillizzava soltanto in parte; vigilava perci con lo stesso scrupolo di prima, conservando un'oscura inquietudine. Nel frattempo, J ack proseguiva il suo fatale cammino. Non premeditata, la malvagia azione del Curral das Freiras era stata un gesto suggerito all'improvviso da un'occasione inattesa. Il fallimento di quel primo tentativo aveva per mutato, nel suo animo, il dispetto in odio. Dopo l'indignato intervento di Robert, la paura aveva raddoppiato quell'odio; dimenticata per un istante la cognata, J ack Lindsay aveva rivolto il suo rancore contro l'interprete del Seamew, fino al punto di tendergli un'imboscata, alla quale quest'ultimo non sarebbe sfuggito neppure se avesse preso l'altra strada. La resistenza ostinata di Robert e l'eroico intervento del signor Blockhead avevano fatto fallire ancora una volta i suoi progetti. Da allora, J ack Lindsay non faceva pi alcuna differenza tra i suoi due nemici; esasperato dagli scacchi subiti, accomunava Alice e Robert nello stesso odio. L'assidua vigilanza di Robert lo rendeva inattivo; ma se l'occasione favorevole si fosse presentata, J ack, tralasciato ormai ogni scrupolo e deciso a non accettare la sua disfatta, non avrebbe esitato a sbarazzarsi di quelle due persone, la cui morte gli avrebbe assicurato vendetta e fortuna. Ma incontrava ovunque la sorveglianza ostinata di Robert; di giorno in giorno perdeva, perci, la speranza di trovare l'occasione favorevole in quella citt piena di gente che i due francesi e le due americane percorrevano con una tranquillit che lo esasperava. La citt di La Praia non poteva offrire, purtroppo, molti svaghi al turista inoperoso. Chiusa fra due valli che facevano capo a due spiagge marine la Spiaggia Nera a ovest e la Grande Spiaggia a est, sulla quale erano sbarcati -essa era stata costruita sopra una archada, e cio sopra un pianoro di lave, un tempo fuoruscite dai vulcani, di circa 500 metri di altezza che chiudevano a nord il suo orizzonte. Lo sperone del pianoro terminava bruscamente in una rupe di circa 80 metri e separava, giungendo al mare, le due spiagge che alcuni sentieri assai ripidi congiungevano alla citt. Il carattere africano che Villa da Praia possedeva con molta pi evidenza degli altri centri dell'arcipelago era, agli occhi del viaggiatore europeo, la sua sola caratteristica. Le sue vie erano ingombre di maiali, di volatili e di scimmie; le sue case basse e dipinte a colori vivaci; le capanne della periferia; la sua popolazione negra, in mezzo alla quale si era costituita un'importante colonia bianca, composta in gran parte di funzionari, costituivano uno spettacolo nuovo e originale. Ma dopo qualche giorno, stufo di quell'atmosfera un po' esotica, il turista non avrebbe trovato che rare distrazioni in quella citt di 4000 anime. Dopo avere percorso il quartiere europeo, dalle vie ampie e ben tracciate che si irradiavano intorno alla vasta piazza di O Pelorinho; dopo avere contemplato la chiesa e il palazzo del Governo, situati l'una di fronte all'altro in una piazzetta vicino al mare; dopo aver visto il municipio, la prigione, il tribunale e infine l'ospedale, il ciclo era compiuto. Il turista avrebbe potuto chiudere gli occhi senza alcun inconveniente: a quella svolta lo aspettava la noia. Quella svolta, i due francesi e le loro compagne non tardarono a raggiungerla; vi trovarono, se non la noia, disarmata contro cuori e cervelli occupati, una relativa inoperosit. Le passeggiate furono sostituite a poco a poco da lunghe soste sulla sabbia della riva, dinanzi al mare, con lo sciacquio regolare delle onde che cullavano i silenzi di Alice e di Robert, e scandivano a volte le allegre chiacchiere di Roger e di Dolly. Su queste due persone, se non altro, la malinconia non aveva presa, evidentemente. L'accidente, la scomparsa del Seamew e la quarantena attuale non avevano potuto intaccare il loro buon umore. Che volete diceva a volte Roger mi diverte essere capoverdiano: che strano nome! Miss Dolly e io cominciamo ad abituarci all'idea di diventare negri. E la febbre? chiedeva Alice. E uno scherzo! rispondeva Roger. E il vostro congedo che sta per terminare? diceva Robert. Causa di forza maggiore rispondeva l'ufficiale. E la vostra famiglia che vi attende in Francia? La mia famiglia tutta qui! In fondo al cuore, per, Roger era meno tranquillo di quanto volesse apparire. Come avrebbe potuto non pensare con angoscia al rischio corso ogni giorno dai suoi compagni e dalla sua persona, in quel paese insidiato dall'epidemia, in quella cittadina dalla popolazione decimata? Ma egli possedeva quel felice temperamento che soprattutto evita di rovinare il presente per paura dell'avvenire. Il presente, tutto sommato, non mancava ai suoi occhi di attrattive. Vivere a So Tiago non gli sarebbe affatto dispiaciuto, purch fosse vissuto, come ora, nell'intimit di Dolly. Fra loro due non era stata detta nessuna parola precisa, ma entrambi erano sicuri l'uno dell'altra. Senza esserselo mai detto si sapevano fidanzati. Nel loro comportamento non c'era nulla di misterioso; si poteva leggere nel loro cuore come in un libro. Nessuno poteva ignorare sentimenti cos evidenti che essi stessi avevano ritenuto superfluo di esternarsi reciprocamente. Spettatrice maggiormente interessata, la signora Lindsay non sembrava preoccuparsi di quella situazione. Ella permetteva alla sorella di avvalersi di quella libert americana della quale ella stessa aveva goduto da giovinetta. Aveva fiducia nella natura sincera e verginale di Dolly; Roger, d'altra parte, apparteneva a quel tipo d'uomo che emana fiducia con la stessa naturalezza con la quale respira. Alice lasciava quindi che l'idillio seguisse il suo corso, certa che il matrimonio, al ritorno, sarebbe stato la conclusione logica e prevista di una storia d'amore assai semplice. Fosse piaciuto al Cielo che ella avesse posseduto nel suo cuore la stessa tranquillit e la stessa certezza! Fra lei e Robert il malinteso persisteva; un falso ritegno gelava le parole sulle loro labbra e col trascorrere dei giorni essi si allontanavano sempre pi dalla spiegazione chiara e sincera che, sola, avrebbe potuto restituire loro la pace del cuore. Anche i reciproci rapporti non tardarono a soffrire del loro turbamento morale. Se non si sfuggivano l'un l'altra, ci era dovuto al fatto che non sarebbe stato loro possibile. Ma continuamente sospinti l'uno verso l'altra da un'invincibile forza, essi avvertivano, non appena a faccia a faccia, che fra di loro s'innalzava una barriera di orgoglio, per l'uno, e di diffidenza per l'altra. I loro cuori allora si restringevano e le fredde parole che si scambiavano non facevano che prolungare il meschino equivoco. Roger assisteva molto scoraggiato a quella guerra sorda. Aveva sperato molto dal risultato del loro colloquio a quattr'occhi, sulla cima del Teide. Come mai non erano riusciti a esternare una volta per tutte ci che c'era in fondo al loro cuore, in quell'attimo di emozione, dinanzi all'immensit della natura la cui grandiosit avrebbe dovuto, al paragone, rimpicciolire il pudore sentimentale dell'una e la fierezza eccessiva dell'altro? Quelle difficolt che egli riteneva alquanto puerili e quei conflitti interiori non potevano trovare accoglienza nell'animo schietto dell'ufficiale che, da parte sua, da re avrebbe amato una povera, e da povero una regina con uguale tranquilla semplicit. Dopo otto giorni di silenziosa e oscura contesa, egli credette di non riuscire pi a fare da spettatore e decise di non avere pi riguardi. Con un pretesto, una mattina condusse il suo compatriota sulla Grande Spiaggia, a quell'ora deserta, e seduto sulle rocce cerc di ottenere una spiegazione definitiva. Quella mattina la signora Lindsay era uscita sola. Il chiarimento che Roger intendeva ottenere dal suo compatriota, ella lo voleva ottenere da se stessa; con quell'indolenza che si prova nel girovagare senza volont, la signora si era diretta, un po' prima dei due amici, verso la Grande Spiaggia, la cui solitudine l'attirava. Stanca di passeggiare sulla sabbia, sedette a caso e con il mento nella mano cominci a sognare a occhi aperti, guardando il mare. Un suono di voci interruppe la sua meditazione. Due persone parlavano dall'altro lato della roccia alla quale si era istintivamente appoggiata; nei due interlocutori, la signora Lindsay riconobbe Roger de Sorgues e Robert Morgand. Il suo primo pensiero fu quello di farsi vedere, ma ci che ud non glielo consenti: la curiosit la indusse a rimanere in ascolto. Robert aveva seguito il compatriota con l'indifferenza che mostrava, senza volerlo, per molte cose. Aveva camminato fino a quando Roger aveva voluto camminare e si era seduto quando Roger ne aveva manifestato il desiderio. Ma quest'ultimo conosceva il mezzo di svegliare l'attenzione del suo indolente compagno. Uffa! disse l'ufficiale, fermandosi. Fa caldo in questo dannato paese! Un po' di dolce far niente 35 mi sembra ci che ci vuole. Che ne dite, caro Gramond? Gramond? ripet Alice, stupita, dall'altra parte della roccia. Robert fece un gesto di assenso e obbed all'invito senza dire nulla. Credete che resteremo qui ancora per molto? chiese all'improvviso Roger. Non a me che bisogna domandarlo rispose Robert con un lieve sorriso. Non sono del vostro parere disse Roger. Se la permanenza in quest'isola capoverdiana (Dio mio, che buffo nome!) non ha nulla di attraente per nessuno, dev'essere particolarmente spiacevole per la signora Lindsay e per voi. Perch mai? Rinneghereste forse le confidenze fattemi una certa sera? Affatto rispose Robert ma non vedo In tal caso, la cosa chiarissima lo interruppe Roger. Poich amate la signora Lindsay perch l'amate, non vero? Certamente conferm Robert. Benissimo! Ripeto: poich amate la signora Lindsay e siete fermamente deciso a non dirglielo, confermo ci che ho detto, e cio che il soggiorno su questa roccia africana non deve avere, per lei e per voi, che attrattive assai discutibili. Del resto, non c' che da guardarvi entrambi. Siete immusoniti. E gi tanto se schiudete un po' la bocca. Parlando rispettosamente, sembrate due gatti che non osino ritirare le castagne dal fuoco. possibile che non vediate ci che salta agli occhi di tutti, e cio che la signora Lindsay si annoia mortalmente e che apprezzerebbe molto la distrazione di scottanti confessioni? Caro de Sorgues disse Robert con un po' di emozione nella voce non capisco come possiate scherzare su questo argomento. Voi sapete ci che penso; conoscete la mia situazione e gli scrupoli che essa mi impone Ta, ta, ta! lo interruppe Roger, che sembr non dare peso all'osservazione. Ci non impedisce che appaia intollerabile
35 In italiano nel testo. (N.d.T.) vedervi rendere infelice voi stesso e gli altri; tutto ci in fondo, lo sapete anche voi, semplicissimo! Che cosa vorreste che facessi? chiese Robert. Caro amico, io non posso darvi alcun consiglio. In casi del genere ciascuno agisce secondo il proprio temperamento. Perch non cercate di essere ci che siete? e cio, allegro, gentile, innamorato, poich amate? Il resto verrebbe da s; guardate Dolly e me. Abbiamo forse l'aria di innamorati da melodramma? Voi ne parlate come se fosse facile fece notare Robert con amarezza. D'accordo! consent Roger. Andate allora direttamente allo scopo. Tagliate i ponti dietro di voi. Al nostro rientro recatevi dalla signora Lindsay come se andaste all'assalto di una fortezza e ditele ogni cosa senza reticenze. Diamine, non vi ammazzer! Vedrete che vi risponder. La risposta non mi spaventerebbe, qualunque essa fosse, se mi ritenessi in diritto di porre la domanda. Perch? Per la sciocchezza del patrimonio? Ma fra il patrimonio e questo esclam Roger, facendo tinnire un'unghia fra i denti non c' alcuna differenza! Del resto, voi siete in condizione di offrirle l'equivalente. Avete voluto darvi un altro nome inutilmente, perch tornerete ad essere marchese di Gramond in qualsiasi momento ne abbiate voglia; e i marchesi di Gramond non s'incontrano a ogni passo, a quel ch'io sappia! Robert prese la mano del compatriota. Ci che mi dite, caro de Sorgues disse mi conferma sempre pi fino a qual punto mi siate amico. Ma, credetemi, meglio non parlare di queste cose: non otterreste nulla da me. Non ignoro che lo scambio di cui parlate sia generalmente ammesso: ma a me i mercati di questo genere non piacciono. 229 Mercato! presto detto borbott Roger senza lasciarsi convincere. -Dov' il mercato dal momento che non siete spinto a ci dall'interesse? vero, ma la signora Lindsay non lo sa. E questo il problema rispose Robert. Per mille carabine! assumetevi allora la briga di dirglielo! Qualunque cosa accada, sar sempre meglio che continuare ad essere infelice, per non parlare della stessa signora Lindsay. La signora Lindsay? Non capisco ripet Robert. E se lei vi amasse? lo interruppe Roger. Ci avete mai pensato? Dopo tutto, non spetta a lei parlare per prima. la seconda volta che mi fate questo appunto rispose Robert con un po' di tristezza. Devo credere che lo consideriate di grande importanza. Se la signora Lindsay mi amasse, ci farebbe cambiare effettivamente molte cose. Ma la signora Lindsay non mi ama e non ho la presunzione di credere che mi amer mai, anche perch, dopo tutto, non faccio nulla per ottenere il suo amore. Forse proprio per questo motivo mormor Roger. Che cosa dite? Nulla o meglio, dico che siete proprio cieco, a meno che non siate voi stesso a non voler vedere. La signora Lindsay, del resto, non mi ha dato l'incarico di rivelarvi come lei vede le cose. Ammettete per un istante che i sentimenti che io suppongo che nutra per voi siano effettivamente questi. Sarebbe dunque necessario, perch ne siate persuaso, che venisse a manifestarveli? Forse ci non basterebbe rispose tranquillamente Robert. Anche allora avreste forse il coraggio di dubitarne? disse Roger. Apertamente ci mi sarebbe impossibile disse Robert con malinconia. In fondo al cuore, per, mi rimarrebbe un'angoscia crudele. La signora Lindsay mi obbligata e, per le persone sensibili come lei, debiti del genere sono pi sacri degli altri. Potrei immaginare che l'amore potesse essere la maschera gentile di una riconoscenza troppo pesante. Siete incorreggibilmente ostinato! esclam Roger, guardando l'amico con occhi pieni di stupore. Confesso che non saprei sottilizzare fino a questo punto su ci che mi fa piacere. Per dare leggerezza alla vostra lingua di piombo bisogner aspettare la fine del viaggio. Forse allora il dolore di perdere per sempre la signora Lindsay sar pi forte del vostro orgoglio. Non credo disse Robert. Vedremo concluse Roger, alzandosi. Per ora dico che questa situazione non potr durare. Andr a trovare il capitano Pip e voglio sperare di poter escogitare con lui il modo di filarcela all'inglese. Diamine! Nella rada vi sono alcuni battelli, e i fortini portoghesi possono considerarsi un comunissimo scherzo! I due francesi si allontanarono in direzione della citt, seguiti dallo sguardo di Alice. Ogni traccia di tormento era scomparsa dal viso della signora Lindsay: conosceva la verit e quella verit non le dispiaceva affatto. Ora non aveva pi dubbi: sapeva di essere amata, amata come ogni donna vorrebbe esserlo, per se stessa, senza che un pensiero estraneo alterasse la purezza di quel sentimento. Gioia ancora pi grande, ora poteva allontanare da s il riserbo che da tanto tempo le paralizzava l'animo. Non aveva certamente atteso le rivelazioni appena ascoltate per sentirsi attratta verso Robert Morgand e per sapere, anche se soltanto dall'aspetto, che egli celava un mistero del genere di quello appreso poco prima. I pregiudizi del mondo sono per cos forti che l'attrazione che lei sentiva per lui le aveva dato, fino allora, meno felicit che tristezza. Amare l'interprete del Seamew, fosse stato cento volte professore, sarebbe parso alla ricca americana una crudele degradazione sociale; dopo la partenza da Madeira, la lotta che il suo cuore sosteneva contro l'orgoglio l'aveva mantenuta in un perpetuo stato di scontentezza di s e degli altri. Ora la situazione si era semplificata. Tutti e due appartenevano alla stessa classe sociale. Rimaneva per ancora un punto delicato: occorreva vincere gli scrupoli un po' eccessivi di Robert. Ma di essi Alice non si preoccupava; non ignorava quale forza di persuasione possegga naturalmente la donna che ama e che sa di essere amata. Del resto, non era su quell'isola che bisognava pronunciare le parole decisive. Prima di quel giorno, Alice avrebbe potuto avere l'occasione di pagare, in un modo o nell'altro, il suo debito di riconoscenza e riconquistare in tal modo, agli occhi di Robert, l'indipendenza del proprio cuore. Roger fece come aveva detto: comunic subito il suo progetto di fuga al capitano, ed superfluo dire che il vecchio lupo di mare afferr con bramosia l'idea. Qualsiasi cosa sarebbe stata certamente meglio che marcire su quell'isola maledetta, ove c'era, com'egli diceva, il mal di terra. Volle soltanto comunicare l'idea a Thompson e ai passeggeri; e ci sembrava troppo giusto perch Roger potesse pensare di opporvisi. Il consenso fu unanime e generale. Gli uni, perch stanchi di quella citt troppe volte visitata, gli altri, perch terrorizzati dai numerosi convogli funebri che vedevano passare dalla loro finestra: tutti erano allo stremo del coraggio e della pazienza. A due passeggeri fu comunque considerato superfluo dare notizia del progetto: si sarebbe avuto cura di portare a bordo della futura nave da mangiare e da bere in abbondanza. Perch mai consultare allora J ohnson e Piperboom? Decisa la partenza, si trattava di metterla in pratica. Come Roger aveva fatto rilevare, alcune navi erano effettivamente ormeggiate nella rada: si trattava, tutto sommato, di tre velieri da 700 a 1000 tonnellate che, fra l'altro, apparivano assai malconci anche ad occhi poco esperti. Tutte le navi in condizioni di navigare avevano, evidentemente, preso il mare prima che la quarantena venisse dichiarata; erano rimaste in rada, quindi, soltanto quelle fuori servizio. Bisognava tenere conto, inoltre, che la partenza, se fosse stata possibile, sarebbe dovuta avvenire di nascosto. Come sarebbe stato possibile tenere nascosto l'imbarco di un centinaio di persone e quello dei viveri, dei bagagli e del materiale occorrente a un si gran numero di passeggeri? Era, quello, un problema difficile da risolvere. Il capitano Pip se ne assunse l'incarico e gli venne data carta bianca. Come fece? Non lo disse; il fatto che la mattina del giorno seguente egli era in possesso di una larga messe d'informazioni, che comunic ai naufraghi raccolti sulla Spiaggia Nera e, in particolare, a Thompson, al quale competeva la parte principale nell'opera di rimpatrio. Dei tre battelli ormeggiati in rada, due erano buoni al pi per essere trasformati in legna da ardere; in pessima legna da ardere per giunta, diceva il capitano. Il terzo, chiamato la Santa Maria, era certamente molto sciupato ma forse ancora in condizione di navigare. Ci si poteva fidare, con molta buona volont, per un viaggio brevissimo. Dopo avere visitato la nave da cima a fondo, il capitano aveva osato tastare il terreno con l'armatore e aveva trovato il compito facile. Poich la quarantena aveva bloccato il commercio dell'isola per un tempo indeterminato, l'armatore aveva accolto con entusiasmo le proposte fattegli. Era possibile sperare quindi di ottenere da lui condizioni relativamente buone. Riguardo alla decisione da prendere, il capitano dichiar di volersi astenere dal dare consigli. Non voleva neppure nascondere che si sarebbe corso qualche rischio, in caso di cattivo tempo, a navigare su una nave in quelle condizioni. Spettava a ogni passeggero scegliere il rischio che gli sarebbe parso meno pericoloso: la malattia o il mare. Il capitano si limit a far notare, al riguardo, che l'imprudenza sarebbe stata minima se gli fosse stato consentito di evitare il golfo di Guascogna, disarmando in un porto spagnolo o portoghese. In tal modo la traversata sarebbe stata fatta nella zona degli alisei, ove il cattivo tempo s'incontra raramente. Alla fine il capitano vot personalmente per l'immediata partenza e disse che preferiva morire annegato alla certezza di morire di febbre o di noia. La votazione non richiese molto tempo. La partenza venne decisa all'unanimit, seduta stante, e il capitano ebbe l'incarico di provvedere ai preparativi. Egli accett il mandato e s'impegn a preparare ogni cosa entro quattro giorni senza dare nell'occhio. Per prima cosa occorreva ovviamente trattare con il proprietario del battello: ci spettava a Thompson. L'Amministratore generale fu cercato da ogni parte, ma non si riusc a trovarlo: poco prima presente, Thompson era scomparso. Dopo avere dato libero sfogo alla loro indignazione, i turisti decisero di affidare i poteri del generale transfuga a uno di loro per trattare con l'armatore il noleggio della nave alle migliori condizioni possibili. Fu scelto Baker per la sua esperienza in materia di affari, particolarmente in quelli di tal genere. Baker accett senza difficolt l'incarico e parti subito in compagnia del capitano. Due ore dopo era di ritorno. Ogni cosa era stata stabilita e l'accordo firmato e registrato. Dopo un po' di discussione, si era convenuto che mediante pagamento di 6000 franchi si sarebbe avuto diritto alla nave fino all'Europa. L'armatore avrebbe preso in seguito le iniziative ritenute pi convenienti per disfarsi della nave, del ritorno della quale non ci sarebbe stato motivo, dunque, di preoccuparsi. Non ci sarebbe stato motivo di preoccuparsi neppure dell'equipaggio, poich lo stato maggiore e gli uomini del Seamew avevano convenuto di riprendere il loro servizio senza altro compenso che il vitto e il passaggio, e tanto meno dell'attrezzatura della Santa Maria, le cui vele erano inferite. Occorreva procedere soltanto a qualche riparazione, allo scopo di poter alloggiare un s gran numero di persone nel quadrato e nell'interponte, e imbarcare viveri sufficienti per un mese di navigazione. Per aiutarli il pi possibile, l'armatore della Santa Maria avrebbe fatto iniziare, con qualche pretesto, le riparazioni dai suoi stessi operai, e preparato segretamente i viveri che i marinai inglesi, nel corso della notte, avrebbero trasportato a bordo. Dopo l'approvazione di quelle disposizioni, la riunione si sciolse e il capitano si mise subito al lavoro. Bisognava avere pazienza, dunque, ancora per quattro giorni. Di solito ci non sembrava molto, ma quattro giorni possono apparire un'eternit quando vengono dopo altri otto giorni di paura e di noia. I turisti trascorsero quei quattro giorni come gli otto precedenti; e cio, gli uni chiusi nella propria camera (alcuni, facile indovinare quali, gozzovigliando), gli altri in passeggiate che cercarono di variare. Senza essere infastidita, come in passato, da J ack Lindsay, sempre invisibile, la signora Lindsay e i suoi amici gironzolarono intorno alla Villa da Praia. Alice sembrava avere riacquistato il felice equilibrio che aveva agli inizi del viaggio e ci trasform quelle passeggiate in vere gite di piacere. Non furono vere e proprie gite all'interno dell'isola, che era attraversata da pochissime e pessime strade; ma furono visitati in ogni senso gli accessibili immediati dintorni della citt. I turisti dedicarono un'intera giornata alla citt di Ribeira Grande, un tempo capitale dell'isola e dell'arcipelago, distrutta dai francesi nel 1712. Ribeira Grande, che era pi insalubre di La Praia, d'allora non si era mai pi rialzata perfettamente dalle sue rovine e la sua popolazione era sempre diminuita, fino a ridursi a una cifra insignificante. I turisti ebbero una stretta al cuore nell'attraversare le vie deserte della citt decaduta. Nel corso degli altri giorni i nostri amici percorsero le valli che circondavano la capitale. Nelle campagne, coltivate solo in parte, viveva esclusivamente una popolazione negra, di fede cattolica e pagana insieme, tra vegetazioni del proprio Paese d'origine costituite da palme, banani, peri indiani, cocchi, papaie, tamarindi, all'ombra dei quali s'innalzavano moltissime capanne africane, cos sparse da non riuscire a formare un misero villaggio. Durante quei quattro giorni la fortuna che aveva fino allora protetto i viaggiatori dall'epidemia parve abbandonarli; il 2 luglio, il signor Blockhead e sir George Hamilton si svegliarono con il capo pesante e la bocca pastosa, accusando dolorose vertigini. Subito venne chiamato il medico, il quale diagnostic i disturbi come un caso grave dell'epidemia che regnava in citt. Il fatto costitu per gli altri nuovo motivo di terrore. Ciascuno disse a se stesso: Quando toccher a me?. Il giorno seguente era quello stabilito per la partenza. Sin dal mattino e con loro grande sorpresa i turisti fecero fatica a riconoscere il paese nel quale si erano svegliati. Il cielo era gialliccio, gli oggetti dai contorni incerti si indovinavano appena attraverso una nebbia di genere particolare che vibrava nell'aria surriscaldata. Si tratta di sabbia portata dal vento dell'est risposero gli indigeni consultati. Nel corso della notte, infatti, il vento aveva cambiato radicalmente direzione passando da nord-ovest a est. Quel salto di vento avrebbe forse modificato i piani del capitano? Niente affatto: la sera dello stesso giorno egli annunci infatti il completamento dei preparativi e disse che ogni cosa era pronta per la partenza. Anche i passeggeri erano pronti, da parte loro. Da quando la partenza era stata decisa, ogni giorno essi avevano portato via dal proprio albergo un po' del loro bagaglio: durante la notte i marinai avevano poi trasportato quel bagaglio a bordo della Santa Maria. Soltanto le valigie vuote erano rimaste nelle loro camere quando queste erano state abbandonate: non sarebbe stato possibile portarle via. La cosa peraltro non aveva importanza. D'altronde aveva detto Baker ci saranno pagate da Thompson insieme con il resto. Pur ammettendo che Thompson dovesse effettivamente subire le molteplici condanne delle quali Baker lo minacciava, bisognava presumere che quelle condanne sarebbero state pronunciate in assenza del reo. Che ne era stato di Thompson? Nessuno avrebbe saputo dirlo; nessuno lo aveva pi visto da quando si era sottratto con la fuga all'obbligo oneroso di rimpatriare tutti. Del resto, nessuno si occupava pi di lui: se preferiva rimanere a So Tiago ve lo avrebbero lasciato, ecco tutto! L'imbarco sarebbe avvenuto furtivamente, durante la notte. Alle 11 di sera, ora stabilita dal capitano, tutti, nessuno escluso, si raccolsero sulla Spiaggia Nera, in una piccola insenatura ove la sinuosit delle rocce attenuava la risacca. L'imbarco ebbe subito inizio. Hamilton e Blockhead furono condotti a bordo per primi, dopo avere corso il rischio di essere abbandonati a So Tiago. Molti dei loro compagni si erano infatti apertamente ribellati all'idea di imbarcare i due malati, che sarebbero potuti diventare veicoli di infezione per i sani. Roger e le due americane avevano fatto, inutilmente, il possibile perch non fossero lasciati sull'isola; e ci fino al momento in cui il capitano Pip aveva gettato sulla bilancia il peso della sua autorit, dichiarando che non si sarebbe incaricato della guida della nave se un solo naufrago fosse stato lasciato a terra. Hamilton e Blockhead lasciarono quindi le isole del Capo Verde insieme con gli altri, senza neppure averne coscienza. Sin dal giorno precedente le loro condizioni di salute erano peggiorate. La loro mente si ottenebrava in un incessante delirio, tanto da far ritenere poco probabile che potessero raggiungere l'Inghilterra. Pi viaggi si resero necessari per imbarcare tutti con i due soli canotti della Santa Maria. Baker era sul ponte; prendendo sul serio le sue funzioni di amministratore, indicava a ciascuno il posto che gli era stato assegnato. C'era certamente motivo di rimpiangere il Seamew: la sistemazione, frettolosamente improvvisata, era rudimentale. Se le signore alloggiate nel quadrato, sotto il cassero, non ebbero motivo di lagnarsi troppo delle loro minuscole ma comode cabine, gli uomini dovettero accontentarsi invece di un vasto dormitorio ricavato nella stiva, con l'aiuto di un tavolato di assi e di un pavimento di legno posto sulle sbarre dell'interponte. I vari convogli si succedettero senza incidenti e nessun abitante dell'isola parve accorgersi dell'esodo. Senza incontrare difficolt i canotti lasciarono la riva per l'ultimo viaggio e raggiunsero la Santa Maria. Baker, al barcarizzo, ebbe a un tratto un balzo per la sorpresa: confuso tra i passeggeri, cercando di farsi piccolo per passare inosservato, Thompson, il transfuga Thompson, era saltato sul ponte. CAPITOLO XI NEL QUALE THOMPSON NON RICEVE, A SUA VOLTA, IL CORRISPETTIVO DEL SUO DENARO IL SIGNOR Thompson! esclam Baker con gioia feroce. Era proprio Thompson, un po' umiliato, non si pu negare, nonostante la sua straordinaria disinvoltura. Nella lotta fra paura e avarizia, quest'ultima era stata vinta, alla fine, e Thompson scendeva ora a patti. Aveva spiato pazientemente la partenza della nave e approfittando dell'oscurit si era unito all'ultimo convoglio. Il signor Thompson! ripet Baker, covando con gli occhi il nemico come il gatto fa con il topo. Non speravamo pi di avere il dispiacere di rivedervi! Avremo dunque il fastidio di fare ritorno con voi in Inghilterra? Proprio cos rispose Thompson, il quale, se fosse stato necessario, avrebbe ingoiato ben altri rospi. Sappiate per che intendo pagare il mio passaggio aggiunse in fretta, nella speranza di disarmare con quelle parole l'implacabile avversario. Davvero! disse Baker. Ci ha del soprannaturale! Perch del soprannaturale? chiese Thompson. Perch finora non ci avevate abituati a comportamenti del genere. Comunque, non mai troppo tardi per cominciare ad agire correttamente. Vediamo: che prezzo dovremmo farvi pagare, caro signore? Ci che pagano gli altri, immagino disse Thompson con angoscia. La difficolt proprio questa disse Baker con bonomia. Non abbiamo tariffe; cos come ci vedete, noi siamo una societ di mutuo soccorso, una cooperativa come si dice, nella quale ciascuno ha versato la propria quota. Voi siete un estraneo; bisogna perci stabilire per voi una tariffa speciale, personale. La faccenda molto delicata! Tuttavia mormor Thompson credo che sei sterline (150 franchi) Troppo poco! rispose Baker con aria sognante. Dieci sterline (250 franchi) Um! fece Baker. Venti sterline (500 franchi) trenta sterline (750 franchi) Baker continuava a scuotere il capo: sembrava realmente dispiaciuto di essere costretto a rifiutare offerte cos allettanti. Facciamo quaranta sterline (1000 franchi) disse alla fine Thompson con amarezza. quanto io vi ho chiesto per condurvi Al Capo Verde! e contro la mia volont complet la frase Baker, negli occhi del quale brillava una malizia infernale. Credete dunque che quaranta sterline? Vada allora per quaranta sterline! Non sono abbastanza, evidente. Faccio male; ma, mi porti via il diavolo, non posso rifiutarvi nulla. Vi dispiace allora versarmi la somma? Thompson trasse fuori con un sospiro dal fondo della sua sacca il denaro richiesto e glielo diede. Baker cont e ricont i biglietti con studiata insolenza. La somma giusta e mi affretto a darvene conferma; del resto, in ci non c' nulla di straordinario disse volgendo le spalle al passeggero, il quale si affrett ad andare a scegliersi il posto nel dormitorio comune. Durante la discussione la Santa Maria aveva mollato le vele e issato l'ancora a bordo; all'una del mattino, con una forte brezza proveniente da est, la nave usc dalla baia di La Praia senza incontrare difficolt. Dinanzi alla sua ruota di prua si stendeva il mare aperto; non le rimaneva che tracciarvi la sua scia. I passeggeri raggiunsero allora le loro cuccette. Giunto fra i primi, Thompson si era disteso sul materasso che si era scelto e gi stava per addormentarsi allorch si sent toccare la spalla. Apr gli occhi con un soprassalto e vide Baker chino su di lui. Che cosa volete? chiese Thompson, mezzo addormentato. C' un errore, o meglio, un malinteso, caro signore. Mi dispiace disturbarvi, ma non ho potuto farne a meno quando ho visto che, senza averne il diritto, vi siete coricato su questo materasso. Ritengo di avere pagato il mio posto! esclam Thompson, di cattivo umore. Avete pagato il passaggio, caro signore! rettific Baker. Soltanto il passaggio: sono state queste le vostre parole. Non facciamo confusione, per favore. Passaggio non vuol dire posto; io debbo soltanto trasportarvi, e vi trasporto. Non debbo affatto darvi da dormire. I materassi costano molto cari a La Praia; se volete usufruire di questo sar costretto a chiedervi un modesto supplemento. Ma un furto! Sono in una trappola, qui! esclam Thompson, arrabbiato, mettendosi a sedere e girando intorno lo sguardo smarrito. Che somma avreste la pretesa di estorcermi per darmi il permesso di dormire? Non posso fare a meno di rispondere disse sentenziosamente Baker -a una domanda formulata in termini cos garbati. Vediamo! S a conti fatti per due sterline (50 franchi) mi possibile concedervi in affitto il materasso. un po' caro, vero, ma a So Tiago i materassi Thompson alz le spalle. Questo non vale affatto due sterline; ma non importa. Vi dar le due sterline a condizione, bene inteso, che non sar pi disturbato durante tutta la traversata. Per tutta la traversata! Come potete credere una cosa simile? Per tutta la traversata! Parola mia, signori, questo gentiluomo matto! esclam Baker, alzando le braccia al cielo e prendendo a testimoni i passeggeri che assistevano alla scena dalle loro cuccette con irresistibili scoppi di risa. Si tratta di due sterline per notte, caro signore; rimanga bene inteso! Per notte! e cio sessanta sterline se il viaggio dovesse durare un mese? Sappiate, signore, che non pagher mai una somma del genere. Lo scherzo non attacca rispose Thompson con rabbia, allungandosi nuovamente sulla cuccetta. In tal caso dichiar Baker con flemma avr il piacere di cacciarvi fuori. Thompson guard l'avversario e comprese che non scherzava. Baker, infatti, stava gi per allungare le braccia. Sperare in un aiuto da parte degli spettatori sarebbe stato assurdo. Felici per quella insperata vendetta gli spettatori si sbellicavano dalle risa. Thompson prefer cedere per evitare una lotta il cui esito non sarebbe stato dubbio. Si alz senza dire nulla e si diresse verso la scala del casotto. Prima di mettere piede sul primo gradino si ritenne in dovere tuttavia di protestare. Cedo alla forza disse con dignit ma protesto energicamente contro il trattamento che mi stato inflitto. Avrei dovuto essere avvertito in anticipo che le mie quaranta sterline non mi assicuravano la libert di dormire tranquillamente. Ma la cosa era implicita! replic Baker, mostrando di cadere dalle nuvole. Certamente no; le vostre quaranta sterline non vi danno il diritto di dormire sui materassi della societ. Immagino che passaggio non voglia dire materasso, poltrona, vino e bistecca! Se volete queste cose bisogner pagarle, e sono tutte carissime, al giorno d'oggi! E Baker si allung con noncuranza sul conquistato materasso, mentre Thompson, lentamente, saliva a tentoni i gradini della scaletta. Il poveruomo aveva capito. Sar facile capire che dorm malissimo; trascorse la notte a cercare il modo di sfuggire al destino che lo minacciava, ma nonostante il suo spirito inventivo non venne a capo di nulla. Si era lasciato attirare in un tranello che non gli consentiva alcuna scappatoia. Thompson fin tuttavia per tranquillizzarsi pensando che fosse poco probabile che Baker mettesse in pratica le sue minacce sino in fondo. Si trattava evidentemente di uno scherzo, spiacevole certamente, ma di un semplice scherzo che sarebbe cessato automaticamente entro breve tempo. Quelle ottimistiche previsioni non diedero per a Thompson la calma necessaria per consentirgli di prendere sonno: soppesando le possibilit che aveva di salvare la vita e il denaro, passeggi fino al mattino sul ponte, ove vegliavano a turno gli uomini di guardia. Mentre Thompson vegliava, i passeggeri della Santa Maria dormivano saporitamente. Il tempo si manteneva sempre al bello, nonostante il fatto che il vento dell'est che gonfiava le vele della nave fosse secco. A quella andatura il battello filava rapidamente: all'alba So Tiago era lontana pi di 20 miglia. Si passava in quel momento a breve distanza dall'isola di Maio, ma nessuno, tranne Thompson, era l per contemplare quella terra desolata. Quattro ore dopo, quando si costeggiava da lontano l'isola di Boavista, non era pi cos. Tutti erano allora in piedi e il ponte della Santa Maria rigurgitava di gente che passeggiava. Lo sguardo dei passeggeri si rivolse verso la citt di Rabil, dinanzi alla quale si scorgevano chiaramente alcune navi all'ancora. Boa-vista gi cominciava ad abbassarsi all'orizzonte allorch la campana annunci la colazione. Promosso amministratore per il viaggio di ritorno, Baker aveva dato libero sfogo al suo amore per l'ordine e per il metodo. Egli voleva che a bordo della Santa Maria le cose procedessero come a bordo del bastimento pi regolare; la puntualit dei pasti era, ai suoi occhi, di capitale importanza. Bench fossero contrarie ai suoi gusti e alle consuetudini della marina, egli aveva adottato le ore stabilite dal suo predecessore: per sua disposizione la campana sarebbe sonata, come in passato, alle 8, alle Ile alle 7 della sera. Mancava comunque la possibilit di avere, nonostante il suo desiderio, una tavola regolare. Il quadrato poteva appena accogliere una dozzina di persone. Fu convenuto, quindi, che ciascuno si sarebbe aggiustato alla meglio sul cassero o sul ponte, in gruppetti, fra i quali sarebbe passato il vecchio personale del Sea-mew, diventato ora quello della Santa Maria. L'inconveniente aveva il suo lato piacevole, del resto: quei pasti all'aria aperta avrebbero assunto l'apparenza di scampagnate; in caso di cattivo tempo i turisti si sarebbero rifugiati nel dormitorio. Ma la pioggia non sarebbe stata pi da temere non appena lasciati i paraggi delle isole del Capo Verde. Nel corso di quella prima colazione, alla quale Thompson non prese parte, il capitano Pip fece una proposta inattesa. Dopo avere chiesto di parlare, ricord a tutti, per prima cosa, le sue riserve riguardanti i pericoli del viaggio su una nave del genere della Santa Maria. Poi confess che, conscio dell'enorme responsabilit che gravava sulle sue spalle, aveva pensato per un attimo di costeggiare, non le rive spagnole o quelle portoghesi, ma di accostarsi alla citt di Saint-Louis, nel Senegal. Non aveva ritenuto, tuttavia, di dover proporre quella combinazione a causa del vento dell'est, il quale, avendo ripreso a soffiare, avrebbe consentito di raggiungere quel porto in tanti giorni quanti ne sarebbero occorsi per andare alle isole Canarie oppure per toccare un porto europeo. Ma non sarebbe stato preferibile andare a So Vicente invece che a Saint-Louis? In tal caso, il capitano non aveva che da lasciarsi portare di due quarti dal vento; prima di sera tutti avrebbero messo piede a terra, al sicuro, con la certezza di prendere posto sulla prima nave in partenza per l'Inghilterra. La comunicazione del capitano suscit molto interesse, anche perch egli non aveva mai detto in passato parole inutili. Bisognava credere che egli giudicasse il pericolo molto grave per decidersi a fare un discorso cos lungo. Fu Baker, quale amministratore delegato, che prese la parola. Comandante disse le vostre parole sono gravi. Siate chiaro; diteci francamente se considerate pazzesco il viaggio che abbiamo intrapreso. Se tale fosse stato il mio pensiero rispose il capitano ve lo avrei detto sin dal primo momento. No, il viaggio possibile, ma con tanta gente a bordo Insomma lo interruppe Baker se a bordo ci fossero stati soltanto i marinai sareste stato ugualmente preoccupato? Certamente no rispose il capitano. Ma non la stessa cosa. Navigare il nostro mestiere e abbiamo i nostri buoni motivi Anche noi abbiamo i nostri disse Baker non fossero altro che i fondi che le ruberie di colui che avrebbe dovuto pagare per tutti ci hanno costretto a investire su questa nave. C' anche un altro motivo pi grave: la quarantena che ha colpito l'isola di So Tiago, ora lasciata. A quest'ora la Santa Maria stata probabilmente segnalata a tutte le isole dell'arcipelago; sono persuaso che si farebbe formale opposizione a un nostro eventuale sbarco perch non possediamo alcuna patente netta e abbiamo, per di pi, due malati a bordo. Se riuscissimo a toccare terra, quindi, ci avverrebbe per andare a finire in galera, in una prigione cio molto pi rigorosa di quella di cui siamo stati vittime a So Tiago. Mi si potr dire che in Portogallo e in Spagna sarebbe la stessa cosa: possibile, ma non certo. Ma allora noi saremmo arrivati e ci ci darebbe coraggio. Tutto considerato, io voto per la continuazione del viaggio. Credo che tutti saranno del mio parere. Il discorso di Baker ottenne in effetti l'assenso di tutti e il capitano Pip si limit a rispondere con un gesto di condiscendenza. La soluzione per lo soddisfaceva soltanto in parte; se qualcuno lo avesse ascoltato la sera di quel giorno avrebbe potuto udirlo mormorare al fedele Artimon, con aria preoccupata: Volete conoscere il mio pensiero, master? Ebbene! un rischio signor mio, un vero rischio! Del resto, il problema non venne pi posto. Verso le 2 del pomeriggio il vento gir, un po' per volta, al sud e la Santa Maria cominci a procedere con il vento in poppa. La possibilit di tornare indietro veniva meno: la sola strada aperta alla nave era quella delle Canarie e dell'Europa. Fu a quella andatura che, verso le 4,30, si costeggi l'isola del Sale, che nessuno pot guardare senza commozione. Tutti i cannocchiali si volsero verso quella terra in riva alla quale il Seamew, sfinito, era andato a morire. Poco prima di sera quest'ultima isola dell'arcipelago del Capo Verde venne perduta di vista. Nulla pi avrebbe ormai interrotto il cerchio dell'orizzonte, fino al momento in cui fossero state avvistate le isole Canarie. Era una faccenda di tre o quattro giorni se il vento non fosse venuto meno. Tutto sommato, non c'era motivo di lamentarsi di quel primo giorno di navigazione. Ogni cosa era andata bene ed era lecito sperare che quella felice circostanza persistesse. Un solo passeggero aveva il diritto di essere poco soddisfatto; per indicarlo non sarebbe necessario neppure farne il nome: Thompson. Nel corso del pranzo di mezzogiorno si era procurato un piatto e lo aveva arditamente presentato alla distribuzione generale. Ma Baker vigilava e il piatto era rimasto vuoto. Nel corso del pomeriggio Thompson aveva cercato di parlare con Roastbeaf, nella speranza che quest'ultimo non avesse il coraggio di resistere a un ordine del suo vecchio capo; ma aveva inciampato nuovamente in Baker, il quale lo sorvegliava con incredibile zelo. La faccenda ora si faceva seria. Affamato, Thompson si rese conto che bisognava cedere, e decise di andare a cercare il suo impassibile carnefice. Muoio di fame gli disse. Me ne rallegro gli rispose Baker, con flemma. Ci depone in favore del vostro stomaco. Finiamola con gli scherzi, se non vi dispiace disse brutalmente Thompson, che la sofferenza mandava in bestia. Favorite dirmi sino a qual punto contate spingere quello di cui mi rendete vittima. Di quali scherzi volete parlare? chiese Baker, fingendo di indagare scrupolosamente. Non credo di avervi fatto scherzi di alcun genere. Volete allora farmi morire veramente di fame? grid Thompson. Diamine! disse Baker perch non volete pagare? Bene, pagher decise Thompson. Regoleremo i conti pi tardi. Con il resto approv Baker con gentilezza. Ditemi dunque a quale prezzo mi sar concessa la libert di dormire e di mangiare sino alla fine del viaggio. Poich si tratta di fissare un prezzo complessivo disse Baker con importanza la cosa si fa pi semplice. Trasse fuori il taccuino e ne sfogli le pagine. Vediamo uhm Avete gi versato 40 sterline proprio cos Uhm! Perfettamente! Ora si tratta di pagare un modesto supplemento di 572 sterline, uno scellino e due pence 36 per avere diritto a tutti i servizi di bordo, senza eccezione alcuna. Cinquecentosettantadue sterline! esclam Thompson. Questa pazzia! Prima di subire una tale imposizione far appello a tutti i passeggeri! Diamine! Ci sar un galantuomo fra di loro! Potr chiederlo a loro stessi propose Baker, gentilmente. Vi consiglierei, per, di esaminare prima come questo importo sia stato ottenuto. Il noleggio della Santa Maria ci costato esattamente 240 sterline; abbiamo dovuto spendere 290 sterline e 19 scellini per l'acquisto dei viveri occorrenti per la traversata; la sistemazione della nave ha richiesto, infine, la spesa di 81 sterline, 2 scellini e 2 pence. In totale, abbiamo speso 612 sterline, 1 scellino e 2 pence, dalla quale somma ho dedotto le 40 sterline da voi gi versate. Non credo che per una richiesta cos giusta possiate ottenere l'appoggio di coloro che avete gi spogliato. Tuttavia, se il cuore vi suggerisce No, il cuore non suggeriva nulla a Thompson, ed egli lo fece comprendere con un gesto. Senza cercare di opporre un'inutile resistenza, egli apr la preziosa sacca e ne trasse fuori un pacchetto di banconote, che rimise poi accuratamente allo stesso posto dopo avere prelevato la somma richiesta. Ne rimangono disse Baker, indicando la sacca. Thompson rispose con un pallido e indefinibile sorriso. Ma non per molto! aggiunse il feroce amministratore, mentre il lieve sorriso svaniva sulle labbra di Thompson. Regoleremo presto anche i conticini personali. Prima di lasciare l'implacabile avversario Thompson volle almeno ricavare qualcosa da ci che aveva pagato. A bordo della Santa Maria egli aveva ritrovato il fedele Piperboom; e come se la cosa fosse stata chiaramente legittima l'olandese si era nuovamente appiccicato alle costole di colui che egli continuava a considerare governatore della colonia errante. Thompson si trascinava dietro dappertutto quell'ombra tripla di se stesso, ma ora l'ostinazione dell'enorme passeggero cominciava a dargli troppo fastidio. Allora disse resta inteso che io sono un passeggero come gli altri e che ho gli stessi diritti degli altri.
36 La somma corrispondeva allora a Fr. 14.301,14. (N. del Testo) Perfettamente. Mi fareste dunque la cortesia di sbarazzarmi dell'insopportabile Piperboom, del quale non riesco pi a liberarmi? Finch ero Amministratore generale ero costretto a subirlo; ora proprio il minimo che Certamente lo interruppe Baker. Purtroppo, neppure io sono amministratore. Del resto, ritengo che vi sar facile aggiunse l'implacabile schernitore sottolineando le parole far capire al signor Van Piperboom che vi infastidisce. Pallido di collera Thompson dovette ritirarsi con quel viatico; a cominciare da quel momento, Baker cess dal prestargli la minima attenzione. Il 6 luglio, i passeggeri ebbero la sorpresa, alzandosi, di vedere la Santa Maria quasi immobile. Nel corso della notte il vento era caduto a poco a poco; al levar del sole una calma assoluta si era distesa sul mare senza rughe, appena solcato dall'onda lunga. Sballottata da quell'onda proveniente da occidente, la Santa Maria batteva le vele contro gli alberi, gemendo e rollando in modo da far venire il mal di mare. Nonostante la sincera soddisfazione provata da tutti nel constatare fino a qual punto l'aria pura del mare aveva fatto migliorare la salute di Hamilton e di Blockhead, quella fu una giornata assai triste. L'imprevista calma significava il prolungamento del viaggio. Era meglio per che vi fosse troppo poco vento anzich troppo vento; quella seccatura, che peraltro non costituiva motivo di inquietudine, venne affrontata con pazienza. Si sarebbe potuto credere che il capitano Pip non fosse dello stesso parere, notando con quale frequenza il suo strabismo delle grandi occasioni gli faceva divergere le pupille e con quale crudelt si maltrattava la punta del naso. Era evidente che qualcosa d'insolito preoccupava il bravo capitano, i cui sguardi si volgevano continuamente verso l'orizzonte occidentale da dove provenivano le lunghe ondulazioni che scotevano la Santa Maria. Perfettamente al corrente dei tic e delle manie del loro comandante per non comprenderne il misterioso linguaggio, i passeggeri guardavano anch'essi l'orizzonte occidentale senza riuscire a vedervi qualcosa di particolare. Anche l, come altrove, il cielo era di un azzurro purissimo, senza ombra di nuvole. Soltanto verso le 2 del pomeriggio vi fece la sua apparizione una lieve nebbiolina, che poi si dilat lentamente passando dal bianco al grigio e dal grigio al nero. Verso le 5, nel declinare, il sole si immerse in quella nebbiolina e il mare assunse subito il sinistro colore del rame. Alle 6, la nube fuligginosa aveva gi invaso la met del cielo; fu allora che i primi ordini del capitano si fecero udire. Imbrogliate il controfiocco! Imbrogliate il controvelaccino! Imbrogliate la freccia! Imbrogliate il controvelaccio! Un quarto d'ora dopo venivano ammainati il grande fiocco, i velacci e i velaccini e, venti minuti dopo, il volantino, la trinchettina e la brigantina in sostituzione della quale si manteneva una vela maestra. Al termine di tale lavoro il capitano faceva ammainare la vela grande, la mezzana e la gabbia, lasciando fuori il piccolo fiocco, i terzaruoli e una vela di cappa all'albero di mezzana. L'atmosfera era calma, tuttavia; ma quella calma troppo profonda non aveva nulla di rassicurante. Alle 8 precise, infatti, la raffica giunse come un fulmine, accompagnata da un diluvio di pioggia. La Santa Maria si pieg tanto da far credere che stesse per capovolgersi; poi, presentando al mare la ruota di prora, cominci a balzare sulle onde che si erano formate di colpo. Il capitano invit allora i passeggeri ad andare a dormire: non c'era altro da fare che attendere. Fino al mattino, infatti, la Santa Maria rimase alla cappa e i turisti furono duramente scossi nelle loro cuccette. La tempesta, purtroppo, non mostr nel corso della notte alcuna tendenza a decrescere; al contrario, al levar del sole parve raddoppiare di violenza. Il capitano Pip, del resto, non mostr di essere troppo scontento del modo in cui la Santa Maria teneva la cappa: la nave risaliva lievemente l'onda e soltanto il ponte era bagnato dagli spruzzi. Era meno soddisfatto, invece, dell'alberatura e constatava con rammarico la pessima qualit del cavo acquistato a So Tiago. Le sartie e i paterazzi, sotto le scosse impresse dal mare, avevano subito un allungamento considerevole; gli alberi maggiori si muovevano liberamente alla base. Nel corso della giornata la rabbia dell'uragano non cess dal crescere; senza alcun dubbio la nave lottava contro uno di quei cicloni che devastano intere contrade. Prima di mezzogiorno le onde, divenute mostruose, cominciarono a frangersi con furore. La Santa Maria ricevette alcune ondate che la cosparsero abbondantemente d'acqua. Il capitano continuava ci nonostante a tenere la cappa. Ma verso le 7 della sera lo stato del vento e del mare si aggrav a tal punto che l'alberatura cominci a oscillare in modo cos minaccioso da fargli ritenere impossibile conservare quell'andatura. Comprese allora che sarebbe stata follia ostinarsi e decise di fuggire la tempesta con il vento in poppa. Nella situazione in cui si trovava la nave, passare dalla cappa al vento in poppa o viceversa era sempre una manovra delicata. Fra l'istante in cui la nave presenta la ruota di prua alle onde scatenate e quello in cui ha acquistato abbastanza velocit perch esse scivolino sotto il suo coronamento, c' immancabilmente un momento in cui essa le riceve di fianco. Una nave colpita in quell'istante da un'ondata abbastanza forte potrebbe rotolare come un turacciolo. Occorre tenere d'occhio il mare, quindi, e approfittare di una pausa di calma: la scelta del momento adatto di grande importanza. Il capitano Pip aveva preso personalmente la barra, mentre l'equipaggio si teneva pronto ad alare sulle braccia di sinistra della bassa gabbia. Bracciare in croce a poppa! ordin il capitano, scegliendo abilmente l'istante favorevole e girando in fretta la ruota del timone. La nave pieg di colpo sulla destra e cadde nel letto del vento. Ma tutto non era stato ancora detto. Non bastava che la nave presentasse la poppa alle onde, occorreva anche che essa avesse acquistato una velocit piuttosto notevole per attenuare la violenza degli assalti. Bracciare in croce a prua! ordin il capitano non appena la nave ebbe compiuto il giro. Mollare il trinchetto! Imbrogliare la trinchettina e il fiocco di mezzana! La manovra era felicemente riuscita. Sotto l'impulso della vela di trinchetto, che offriva al vento la sua vasta superficie, la Santa Maria cominci in pochi secondi a fendere le onde con la velocit di un cavallo al galoppo. Per maggior precauzione essa si trascinava dietro una rete da pesca trovata nel deposito delle vele, la cui parte consisteva nell'impedire alle onde di frangersi sul cassero. Il procedere con il vento in poppa, dopo quello alla cappa, fu per i passeggeri un relativo sollievo; essi ne apprezzarono molto la dolcezza e ritennero che il pericolo fosse notevolmente diminuito. Il capitano era di parere contrario; correre a quella velocit verso est significava raggiungere la costa africana ancora prima di avere percorso 350 miglia, distanza che si superava presto alla velocit impressa dal vento alla Santa Maria. Egli vegli tutta la notte, ma l'8 luglio il sole sorse senza che i suoi timori fossero divenuti realt. L'orizzonte era sgombro da ogni parte e il capitano sper di essersi sbagliato, augurandosi che il vento soffiasse verso nord per poter andare, a qualsiasi costo, a fare sosta a Saint-Louis nel Senegal. Ma il vento non mut direzione, purtroppo; rimase stabile in direzione ovest-nord-ovest e la Santa Maria continu a filare come un espresso verso la costa africana. Messi al corrente della situazione da qualche indiscrezione dell'equipaggio, i passeggeri ora condividevano le preoccupazioni del capitano cercando con lo sguardo rivolto a oriente la costa verso la quale la nave filava. Fu soltanto verso le 5 della sera che essa fu scorta a sinistra della prua. La riva senza dubbio si scavava in quel punto in una specie di golfo, che la Santa Maria costeggiava come una freccia invece di dirigersi regolarmente su di essa. A poco a poco per la costa pieg verso sud e la distanza che la separava dalla nave diminu rapidamente. Dal cassero il capitano esaminava attentamente la costa bassa e sabbiosa, chiusa in secondo piano da dune e difesa da una barriera di scogli. A un tratto il comandante si raddrizz e, dopo avere sputato energicamente in mare, disse ad Artimon: Fra una mezz'ora saremo nel pieno della lotta, master; ma, per la barba di mia madre, ci difenderemo! Dopo le vivaci approvazioni di Artimon, il capitano, fra gli urli del mare e del vento, ordin: Barra tutta a sinistra! Mollare il fiocco di mezzana, ragazzi! L'equipaggio si affrett ad eseguire l'ordine e due minuti dopo la nave, tornata all'andatura della cappa, cercava penosamente di allontanarsi dalla costa; balzava nuovamente sulle onde, le quali, rovesciandosi sul castello di prua, spazzavano il ponte da un'estremit all'altra. Il capitano giocava la sua ultima carta: sarebbe stata quella buona? gli avrebbe fatto vincere la partita? Si pot crederlo, in un primo momento. Infatti, pochi istanti dopo quello in cui la nave aveva cessato di correre con il vento in poppa, il vento e il mare mostrarono di volersi placare. Il capitano fece subito issare la gabbia alta e si lasci portare di un quarto. In tali condizioni non sarebbe stato impossibile riprendere campo. Il vento, purtroppo, cadendo nell'eccesso opposto, non cess dal diminuire gradualmente; in poche ore la Santa Maria, spaventosamente scossa dal mare sconvolto, si vide immobilizzata dalla calma assoluta dell'atmosfera. Dall'improvviso cambiamento il capitano dedusse che la nave si trovava nel cuore della tempesta, la quale avrebbe certamente ripreso in un lasso di tempo pi o meno lungo. Nell'attesa, la calma rendeva inutili le vele: la Santa Maria non poteva pi essere governata. Era come un rottame che il mare sospingeva a poco a poco verso la riva. Verso le 7 della sera, la terra era a meno di 5 gomene. A 300 metri dal coronamento le onde si frangevano rabbiosamente contro la barriera degli scogli. Rare volte la terra africana consentiva di essere accostata molto da vicino; di solito gli alti fondali lo impedivano, a volte fino a 15 chilometri al largo. Tutto sommato si doveva ringraziare il caso che, per quanto malevolo, aveva condotto se non altro la Santa Maria in uno di quei rari punti in cui l'immensa successione di banchi di sabbia era stata intaccata dalle correnti e dai risucchi. Non si poteva andare oltre, comunque; il fondo marino si sollevava rapidamente: lo scandaglio, gettato continuamente, accusava appena una ventina di braccia. Il capitano decise di gettare l'ancora a qualunque costo. Forse ormeggiandosi a barba di gatto su tre ancore, le due di posta e quella di speranza, e lasciando cadere su ciascuna di esse 100 braccia di catena, sarebbe riuscito a tenere testa all'uragano, al suo atteso arrivo. Era improbabile, certamente; le possibilit di vedere le catene o le ancore arare il fondo erano moltissime. Rimaneva tuttavia la speranza; l'uomo energico non doveva rinunciare a quell'ultima speranza! Il capitano fece dunque fare pennello alle ancore di posta e preparare sul ponte la catena dell'ancora. Stava per dare l'ordine di ancorare quando un incidente inatteso mut l'aspetto delle cose. All'improvviso, senza che nulla lasciasse prevedere lo strano fenomeno, il mare si era messo a ribollire intorno alla Santa Maria: non si trattava pi di ondate; l'acqua si agitava rumorosamente in una specie di sciacquio mostruoso. A bordo della nave si alz un grido generale di terrore. Soltanto il capitano, rimasto impassibile, osserv con occhio esperto il nuovo attacco della natura. Senza perdere tempo nella ricerca delle cause del fenomeno, cerc invece di trarne profitto. Il risucchio spingeva la Santa Maria verso la costa e, circostanza favorevole, grazie a una lieve brezza di ovest essa ora poteva essere governata. Forse sarebbe stato possibile accostarsi alla riva e gettare l'ancora in migliore situazione. Esattamente dinanzi alla ruota di prua uno stretto canale si apriva nella barriera formata dagli scogli, oltre la quale uno specchio d'acqua tranquilla appariva dinanzi a una seconda fila di scogli. Se fosse stato possibile raggiungerlo si sarebbe potuto ritenere la salvezza come assai probabile. In quel porto naturale, aggrappata al suolo per mezzo delle sue ancore, la Santa Maria avrebbe certamente resistito al previsto ritorno dell'uragano. Al ritorno definitivo del bel tempo avrebbe poi ripreso il largo, rifacendo la stessa rotta. Il capitano prese la barra e mise la prua verso la costa. L'aspetto insolito del mare lo preoccupava. Per prima cosa fece sgombrare il ponte e il cassero dai passeggeri che vi sostavano; tutti dovettero lasciare il posto e rifugiarsi nell'interno della nave. Ci fatto, il capitano si sent pi tranquillo. Sotto la mano del padrone la Santa Maria penetr nel canale e lo attravers. Il capitano stava per gridare: Ormeggia!. Non ne ebbe il tempo. All'improvviso, un'ondata enorme, gigantesca si era sollevata dal mare e come un corsiero dell'Oceano correva al galoppo sull'arena liquida. In tre secondi raggiunse la nave. Se questa l'avesse ricevuta sul fianco sarebbe stata travolta, distrutta, dispersa in impalpabili briciole. In seguito alla manovra del capitano la nave presentava la poppa all'ondata prodigiosa e tale circostanza fu la sua salvezza. La Santa Maria venne sollevata come una piuma mentre una tromba d'acqua si abbatteva sul ponte; poi, trasportata dalla cresta tumultuosa, fil verso terra con la velocit di una palla di cannone. A bordo regn il finimondo; gli uni aggrappati alle manovre, gli altri immersi nell'acqua fino nel quadrato: marinai e passeggeri avevano perduto la testa. Il capitano Pip aveva per mantenuto il controllo della sua. Fermo al suo posto, sorvegliava la nave; la mano non aveva abbandonato la barra, alla quale si teneva attaccato, nel disordine degli elementi. Uomo, per quanto piccolo a paragone del furore grandioso della natura, il suo animo continuava a dominarla: era la sua volont che, sovrana, guidava verso la morte la nave ribelle. Nulla sfugg al suo sguardo che nessuno strabismo in quel momento indeboliva. Vide l'onda abbattersi sugli scogli, schiacciarsi contro di essi, piegarsi in un'immensa voluta e correre all'assalto della costa, mentre le cateratte del cielo, spalancatesi di colpo, univano il diluvio delle loro acque a quello della terra. Da brava nave, la Santa Maria si era sollevata come una piuma sulla cresta della spirale di schiuma. Era salita con essa e con essa ridiscese. Un urto spaventoso ne arrest la corsa. Segu un orribile scricchiolio: a bordo, ogni cosa venne rovesciata, spezzata. Una formidabile ondata spazz il ponte da un capo all'altro. Strappato dal timone, il capitano fu gettato lontano dal cassero, e gli alberi caddero di colpo sul ponte insieme con la loro attrezzatura. La catastrofe si era compiuta in un attimo: la Santa Maria, o meglio, ci che di essa restava, rimase immobile nella notte, sotto un diluvio di pioggia, mentre le ululava intorno la tempesta che riprendeva ad infuriare. CAPITOLO XII IN CUI SI CAMBIA IL CARCERIERE Si ERA AL 9 luglio; da pi di un mese i turisti avrebbero dovuto passeggiare per le vie di Londra secondo il programma dell'Agenzia Thompson. Invece delle vie affollate e delle solide case della vecchia capitale dell'Inghilterra che cosa vedevano? Chiusa da un lato da un Oceano in tempesta e dall'altro da una catena ininterrotta di dune sterili e tristi, essi vedevano una striscia di sabbia che si allungava all'infinito verso nord e verso sud. Su questa striscia di sabbia, quasi al centro della sua larghezza, giaceva una nave: mucchio informe di rottami, portato da una forza incommensurabile a 200 metri dal mare. La notte era stata tremenda per i naufraghi. Brancolando nel buio fitto si erano difesi a stento dalla pioggia, dalla quale il ponte sconnesso li riparava soltanto in parte. Il vento, per fortuna, non aveva tardato a spazzare via le nubi ed essi avevano potuto dormire qualche ora, cullati dai suoi sibili che andavano sempre pi scemando. Soltanto all'alba fu possibile rendersi conto dell'estensione del disastro, che apparve a tutti immenso e irreparabile. Tra il mare e la nave la distanza era di oltre 200 metri. Quella distanza, che il mare aveva potuto far superare alla nave in qualche secondo, quale possanza umana avrebbe potuto fargliela ripercorrere in senso inverso? Coloro che non capivano nulla di meccanica e di navigazione perdettero subito ogni speranza di rimettere in mare la Santa Maria. La Santa Maria, del resto, non esisteva pi: non era pi una nave, ma un povero relitto. L'urto l'aveva spezzata in due. Un'enorme ferita lacerava i suoi fianchi; sul ponte, spezzato quasi a met, non rimaneva pi nulla. Ogni cosa era stata spazzata via: sedie, lance di salvataggio, canotti; persino l'alberatura, alcuni resti della quale pendevano ancora dalle sartie spezzate. Tale era lo spettacolo che si offr agli occhi dei passeggeri e che li lasci in una prostrazione desolata. Come di consueto fu l'impassibilit del capitano a ridare loro un po' di coraggio e di speranza. Insieme con il signor Bishop, ormai guarito dalle scottature, passeggiava lentamente sulla sabbia quando spunt il sole. Poco dopo i due furono circondati silenziosamente dai naufraghi. Non appena tutti gli furono intorno, il capitano procedette per prima cosa all'appello generale. Un lampo di soddisfazione pass nei suoi occhi quando ebbe certezza che nessun passeggero mancava. La casa era stata distrutta, ma gli abitanti erano salvi: il felice risultato era dovuto in gran parte alla sua preveggenza. Se avesse tollerato la loro presenza sul ponte quante vittime non avrebbe fatto la caduta dell'alberatura? Al termine dell'appello il capitano parl brevemente della situazione. In seguito al maremoto suscitato, come spesso accade, dal ciclone, la Santa Maria era stata gettata sulle coste dell'Africa in modo tale da non rendere neppur pensabile l'idea di rimetterla in mare. Si era costretti, quindi, ad abbandonarla e a iniziare via terra un viaggio quanto mai incerto. La costa africana godeva infatti pessima reputazione e occorre dire che tale reputazione era quanto mai meritata. Fra il Marocco e il Senegal si stendevano 1200 chilometri di coste sahariane. Colui che aveva la sfortuna di approdare in un punto qualsiasi di quella distesa sabbiosa, priva d'acqua e di vita e cosparsa di rara e sterile vegetazione, doveva temere anche gli uomini; i quali non mancavano di aggiungere la loro crudelt a quella della natura. Lungo le sue rive inospitali vagavano, infatti, bande di mauritani, il cui incontro sarebbe stato pi pericoloso di quello con animali feroci. Occorreva sapere, innanzitutto, a quale distanza da un paese civilizzato il vento aveva sospinto la Santa Maria; dalla risposta a quella domanda dipendeva la salvezza dei naufraghi. Per cercare di saperlo bisognava che il capitano procedesse ad alcune osservazioni solari; ma non era forse da temere che quel giorno il sole fosse rimasto nascosto dietro una cortina di nuvole? Per fortuna l'intensit dell'uragano era in costante diminuzione e il cielo da un'ora all'altra si faceva pi sereno. Alle 9, il capitano riusc a prendere una buona osservazione; a mezzogiorno ne prese un'altra. Il risultato dei suoi calcoli fu immediatamente portato a conoscenza di tutti. Fu allora che i passeggeri appresero che la Santa Maria era andata a spezzarsi a sud del Capo Mirik, a 18 37 ' di longitudine ovest e a 19 15 ' di latitudine nord, a pi di 340 chilometri dalla riva settentrionale del Senegal! Un fulmine a ciel sereno non avrebbe prodotto maggiore stupore. Un silenzio lungo e opprimente si fece nel gruppo dei naufraghi. Anche le donne si astennero dal lanciare grida di disperazione. Annientate, rivolsero lo sguardo verso gli uomini, dai quali padri, fratelli e mariti attendevano ogni speranza di salvezza. Ma la parola di speranza non veniva. La situazione appariva troppo chiara, nella sua drammatica semplicit, perch qualcuno potesse farsi illusioni sulla sorte che gli era riservata: 340 chilometri erano tanti! Ci sarebbero voluti almeno diciassette giorni, ammettendo che la carovana, della quale facevano parte donne, ragazzi e malati, riuscisse a percorrere ogni giorno 20 chilometri sulla sabbia. Era poco probabile, dunque, che quella gente potesse seguire per diciassette giorni, senza fare spiacevoli incontri, un litorale solitamente attraversato da bande di ladri. Nella costernazione generale qualcuno disse a un tratto: Dove cento persone non passano, un uomo passa. Robert aveva rivolto quelle parole direttamente al capitano, i cui occhi scintillarono sollevandosi in uno sguardo interrogativo. Uno di noi prosegu Robert potrebbe partire come esploratore. Siamo a 340 chilometri da Saint-Louis, ma prima di Saint-Louis c' Portendick, e tra il Senegal e questa agenzia si estendono boschi di acacie gommifere nei quali truppe francesi fanno frequenti perlustrazioni. Da qui a Portendick non vi sono pi di 120 chilometri, che un uomo solo, sospinto dalla necessit, potrebbe percorrere in due giorni portandosi dietro viveri per due soli giorni. Nel frattempo i passeggeri potrebbero cominciare a seguire lentamente il litorale. Con un po' di fortuna, nel giro di quattro giorni, il vostro esploratore potrebbe condurre una scorta sotto la protezione della quale non ci sarebbe pi nulla da temere. Se d'accordo, sono pronto a partire immediatamente. Per la barba di mia madre! ecco come parla un gentiluomo! esclam il capitano Pip, stringendo la mano di Robert con entusiasmo. Ho una sola obiezione da fare: il viaggio riguarda me ed mio di diritto! Siete in errore, comandante disse Robert. Perch mai? chiese il capitano aggrottando le ciglia. Per prima cosa rispose Robert tranquillamente c' la faccenda dell'et: dove io potrei resistere, voi cadreste. Il capitano approv con un cenno del capo. Il vostro posto fra coloro dei quali siete guida e sostegno. Un generale non combatte in trincea! Avete ragione disse il capitano, stringendogli nuovamente la mano. -Manda a combattere i migliori soldati. Andrete voi, dunque. Fra un'ora sar in cammino disse Robert, cominciando subito i preparativi. La protesta del capitano era rimasta isolata. Fra i passeggeri, che peraltro non facevano professione di eroismo, nessuno aveva ritenuto di contendere a Robert il pericoloso onore che egli si era attribuito. Roger, da parte sua, considerava perfettamente normale la decisione dell'amico. Anche lui avrebbe messo in esecuzione quel progetto se lo avesse concepito. Un altro lo aveva preceduto; il suo turno sarebbe venuto in altra occasione, ecco tutto! Tuttavia, propose a Robert di accompagnarlo; ma Robert rifiut e preg il compatriota, senza spiegarsi chiaramente, di vegliare sulla vita di Alice, che egli continuava a ritenere in pericolo, e dalla quale si allontanava a malincuore. Roger accett l'incarico e promise di eseguirlo fedelmente. Prov tuttavia una sincera commozione quando Robert, bene armato e provvisto di munizioni e di viveri per tre giorni, prese congedo. I due giovani si strinsero la mano in silenzio. Ma Robert doveva fare altri addii pi strazianti. La signora Lindsay era a pochi passi da lui e il cuore di Robert era colmo di tristezza. Se si era offerto in olocausto non era perch ignorasse i rischi dell'impresa; quante probabilit aveva, infatti, di rivedere colei che in quel momento lo guardava con occhi appassionati? Fece appello al suo coraggio per trovare la forza di sorridere, mentre si inchinava rispettosamente dinanzi alla passeggera americana. Alice evit qualsiasi parola di timore e di rincrescimento. Pallida e tremante, tese la mano a colui che forse andava a morire per la salvezza degli altri. Grazie! gli disse. A presto! Nella sua voce c'era pi di una speranza; c'era volont, quasi un ordine. A presto! rispose Robert raddrizzandosi, con la certezza improvvisa di obbedire. I naufraghi rimasti accanto alla Santa Maria seguirono a lungo con lo sguardo il coraggioso corriere; lo videro allontanarsi sulla spiaggia, salutare un'ultima volta con la mano Pochi minuti dopo Robert spariva dietro le dune della riva. Sar di ritorno fra quattro giorni aveva detto Robert. Si sarebbe giunti cos al 13 luglio. Ma non era possibile attendere il 13 luglio entro la nave arenata, resa inabitabile dalla pericolosa inclinazione sul fianco. Il capitano improvvis quindi una specie di accampamento sulla spiaggia con l'aiuto di vele e di pertiche. Prima di notte ogni cosa era terminata e i naufraghi poterono prender sonno sotto la guardia di marinai armati, che si davano il cambio ai quarti, in terra come in mare. Il sonno per si fece attendere a lungo quella notte, su quella riva cosparsa di insidie. Non pochi naufraghi rimasero fino all'alba con gli occhi spalancati nell'ombra e l'orecchio teso ad ascoltare i fremiti delle tende. Per la signora Lindsay in particolare la notte trascorse nell'angoscia; al dolore che le opprimeva il cuore, era venuta ad aggiungersi una nuova inquietudine, della quale era causa l'inspiegabile assenza del cognato. In un primo momento non aveva dato importanza a quella scomparsa, assai strana tuttavia; poi, col trascorrere del tempo, se ne era stupita. Aveva allora cercato inutilmente J ack fra i passeggeri e i domestici: J ack era introvabile. Nell'ombra e nel silenzio della notte Alice non poteva non pensare a quella sorprendente sparizione. Per quanto cercasse di non pensarvi, quella strana coincidenza s'imponeva alla sua attenzione, costringendola ad associare nel suo timore i nomi di J ack e di Robert. La notte trascorse senza incidenti: all'alba tutti erano in piedi. Alzatasi per prima, Alice pot subito verificare l'esattezza dei suoi sospetti: a uno a uno cont i passeggeri. J ack Lindsay non c'era. Alice mantenne il silenzio su quell'assenza che la torturava. A che sarebbe servito parlarne? Il male, se tale doveva essere, a quell'ora era stato gi fatto, diceva a se stessa, con l'animo raggelato da quel pensiero. J ack era sempre vissuto da solo; dall'inizio del viaggio si era sempre comportato con riserbo e tetraggine: la sua assenza perci non sarebbe stata notata. All'infuori di Alice, nessuno dei naufraghi vi fece caso, preoccupati com'erano tutti di quella pericolosa situazione. Quel giorno si procedette allo scarico di ci che conteneva la Santa Maria: a poco a poco le casse di biscotti e di conserva furono deposte sulla spiaggia in modo da formare una specie di trincea. Il capitano Pip aveva deciso, infatti, che avrebbero atteso in quel luogo il ritorno di Robert Morgand. Pur ammettendo che sarebbe stato possibile portare con s viveri a sufficienza per compiere il percorso, egli non era riuscito a risolvere il problema dell'acqua: tale insormontabile difficolt aveva dettato la sua decisione. Non c'era un sufficiente numero di zucche e di otri per premunire contro la sete un s gran numero di persone. N sarebbe stato possibile trascinarsi dietro tonnellate d'acqua in botti e barili. Rimanendo sul posto, invece, non avrebbero dovuto fare altro che attingere da quelle botti; e avrebbero potuto farlo almeno per un mese senza timore di prosciugarle. Non si commetteva quindi alcuna imprudenza se si ritardava la partenza di qualche giorno. Trascorso il lasso di tempo che Robert Morgand aveva di sua iniziativa stabilito, se egli non fosse stato di ritorno allora sarebbe stato necessario prendere, a qualunque costo, una drastica decisione. Fino allora le casse dei viveri e le botti piene d'acqua o di alcool avrebbero formato un baluardo, appoggiato al mare alle due estremit, al riparo del quale una truppa cos numerosa non avrebbe dovuto temere sorprese. L'intera giornata trascorse nelle operazioni di scarico e nei preparativi di difesa. L'inclinazione della Santa Maria aveva complicato notevolmente il lavoro, raddoppiando la fatica di coloro che lo eseguivano. Il sole tramont nel momento in cui l'ultima tenda veniva innalzata in mezzo a un trinceramento che non aveva soluzione di continuit. A motivo della sicurezza suggerita dalla tranquillit della notte precedente, accresciuta dalle modifiche apportate all'accampamento, il capitano Pip autorizz nella guardia notturna un cambiamento reso indispensabile dall'eccessiva fatica sopportata dall'equipaggio. Invece di alternarsi nella guardia, soltanto due uomini avrebbero vegliato, sostituendosi di ora in ora. In tal modo sarebbero diminuite le probabilit di vedere soccombere al sonno coloro che facevano il turno di guardia: due uomini, in seguito alle nuove disposizioni adottate, sarebbero stati sufficienti a dare l'allarme. Alle 9, il capitano Pip assunse personalmente la guardia, in compagnia del fedele Artimon. Un'ora dopo, il secondo veniva a sostituirlo; il nostromo, a sua volta, avrebbe sostituito quest'ultimo, un'ora pi tardi. Prima di ritirarsi al riparo del baluardo costituito dalle casse, il capitano si guard intorno un'ultima volta: non sembrava che ci fosse qualcosa d'insolito; il deserto era tranquillo e silenzioso e Artimon non manifestava segni di inquietudine. Dopo avere raccomandato all'uomo che lo sostituiva di fare attenta guardia, il capitano si rifugi sotto la tenda ove gi riposava un gran numero di passeggeri. Sfinito dalla fatica si addorment subito. Dormiva da qualche tempo allorch un sogno venne a turbare il suo sonno. Gli sembrava di vedere, senza comprenderne il motivo, Artimon agitarsi in modo inconsueto. Dopo avere cercato inutilmente di svegliare il padrone, il cane, mugolando sordamente, andava a mettere il naso fuori della tenda per poi tornare a tirare una falda dell'abito del capitano. Ma il capitano continuava a dormire. Allora Artimon non esitava pi: saltava sul corpo dell'amico, gli leccava il viso, e poich anche questo accorgimento risultava inadeguato, aveva provato a mordergli l'orecchio. Fu allora che il capitano apr gli occhi e si rese conto che il sogno era realt. Si alz di colpo e and rapidamente verso l'uscita della tenda, tiratovi pi che condottovi da Artimon. Non ebbe il tempo di raggiungerla. Artimon cominci a un tratto ad abbaiare furiosamente e, senza avere avuto il tempo di capire ci che accadeva, il capitano, gettato a terra, vide nel cadere i suoi compagni, svegliati di soprassalto, in balia di una banda di mori che i loro barracani facevano rassomigliare, nel buio della notte, a un grandissimo numero di fantasmi. CAPITOLO XIII IN CUI LA GITA DELL'AGENZIA THOMPSON MINACCIA DI PRENDERE PROPORZIONI DEL TUTTO IMPREVISTE LUNGO IL MARGINE liquido di cui il mare orla la riva, aggirando le dune pi alte e superando le altre, Robert Morgand segu con passo agile e svelto la strada del sud. Nell'intento di tenere alto il loro coraggio, egli aveva fatto sembrare un po' rosea per i suoi compagni la reale situazione. Ma nella realt non volle ingannare se stesso: doveva percorrere non meno di 160 chilometri prima di raggiungere il territorio che era sotto la protezione della Francia. Se riusciva a mantenere la media di 6 chilometri all'ora, 160 chilometri rappresentavano tre giorni di viaggio e di fatica, camminando dieci ore al giorno. Quelle dieci ore di cammino Robert decise di cominciare a farle quel giorno stesso: partito alle 3 del pomeriggio, si sarebbe fermato soltanto all'una del mattino, per ripartire all'alba. In tal modo sarebbe riuscito a guadagnare ventiquattr'ore. Il sole gi declinava all'orizzonte, ma era ancora giorno chiaro e dal mare giungeva una frescura che stimolava il coraggio di colui che era in cammino da quasi cinque ore, seguendo con ostinazione la sua strada. Tra meno di un'ora sarebbe sopravvenuta la notte, e allora la marcia sarebbe divenuta meno faticosa su quella sabbia spessa che offriva al piede un elastico punto d'appoggio. Intorno a Robert c'era la desolata tristezza del deserto; nell'immensit che il suo sguardo ogni tanto abbracciava, secondo il capriccioso disegno delle dune, non si vedeva uccello n altra creatura vivente. Su quella triste distesa sabbiosa alcune rare macchie di palme nane rivelavano la vita latente della terra. La tempesta era cessata e dal cielo discendeva la maest della sera. Ovunque era calma e silenzio; non si udiva rumore di sorta, tranne il canto del mare che frangeva le sue onde sulla spiaggia. Di colpo Robert arrest la sua marcia: illusione o realt, il fischio di un proiettile aveva fatto vibrare l'aria a due centimetri dal suo orecchio, subito seguito da una secca detonazione, soffocata dall'immensit di quella spiaggia senza eco. Robert si volt con un salto: a meno di dieci passi da lui, ove era giunto con il favore della sabbia che aveva reso silenziosi i suoi passi, c'era J ack Lindsay che, con un ginocchio a terra, lo stava prendendo di mira. Con rabbia e angoscia insieme, ma senza un attimo di esitazione, Robert si lanci sul vile assassino. Un colpo blocc il suo slancio; avvert un dolore folgorante alla spalla e, inerte, croll a terra con il viso sulla sabbia. Compiuta l'opera, J ack Lindsay si allontan rapidamente, senza neppure assicurarsi della morte del nemico. Non era inutile, del resto? In quel deserto, morto o ferito non era forse la stessa cosa? In nessun caso il corriere sarebbe giunto alla meta e l'aiuto ai naufraghi non sarebbe mai arrivato. L'avere fermato la marcia del corriere dei turisti era gi qualcosa, ma non era tutto. Perch J ack Lindsay diventasse padrone di uno di essi occorreva che tutto il gruppo cadesse in suo potere. J ack Lindsay spar dietro le dune, perseguendo il compimento dell'opera gi cominciata. Morto o ferito, Robert giaceva sulla sabbia. Dal momento della sua caduta era trascorsa la notte, il sole aveva descritto nel cielo la sua curva quotidiana fino a sparire oltre l'orizzonte e la seconda notte stava gi per avere termine. Un vago chiarore rossastro apparve infatti a oriente. Durante quelle lunghe ore nessun movimento aveva rivelato se Robert fosse vivo o morto. Del resto, se ancora vivo, il sole riversando su di lui per la seconda volta i suoi raggi di fuoco avrebbe certamente segnato il suo ultimo giorno. Ma qualcosa ora si moveva accanto al corpo immobile. Un animale, del quale non era possibile conoscere la specie nell'ombra ancora fitta, si agitava e grattava la sabbia sulla quale il viso era riverso. L'aria ora poteva raggiungere liberamente i suoi polmoni, se essi avevano ancora la possibilit di respirare. Il risultato del cambiamento non si fece attendere: Robert emise alcuni gemiti e poi cerc di sollevarsi, ma un dolore acuto al braccio sinistro lo fece ricadere ansante sulla sabbia. Ebbe per il tempo di riconoscere il suo salvatore. Artimoni sospir mentre stava per svenire nuovamente. Al suono del suo nome Artimon rispose con latrati deliranti. Si fece in quattro, premuroso. La sua lingua umida e tiepida pass e ripass sul viso del ferito per liberarlo dell'insieme di sabbia e sudore accumulativisi. Nel cuore di Robert la vita riprese a rifluire. Il sangue incominci di nuovo a scorrere nelle sue arterie, le tempie ripresero a battere, le forze ritornarono in fretta. Nel contempo la memoria aveva ripreso a funzionare ed egli cominciava a ricordare le circostanze della sua caduta. Rinnov cautamente il tentativo per alzarsi ed eccolo ora sulle ginocchia. Si trascin poi sino in riva al mare, ove la freschezza dell'acqua fin per rianimarlo. Era giorno fatto. Con pena e sofferenza egli riusc a togliersi qualche indumento ed esamin la ferita. Non era grave: il proiettile si era schiacciato sulla clavicola senza spezzarla e cos fu in grado di toglierlo al primo tentativo. Lo schiacciamento di un nervo aveva provocato l'insopportabile dolore; lo svenimento prolungato era dovuto alla perdita di sangue e alla inadeguata respirazione dovuta alla sabbia. Compreso ci con lucidit, Robert fasci la ferita servendosi del fazzoletto bagnato nell'acqua salata. L'arto ferito aveva ora riacquistato una relativa elasticit. Robert avrebbe voluto riprendere il cammino se l'estrema debolezza non glielo avesse impedito. Occorreva vincere in qualche modo la debolezza, ed egli si preoccup subito di consumare il suo primo pasto che voleva condividere con Artimon. Ma sembrava che Artimon accettasse malvolentieri il cibo offertogli. Andava avanti e indietro, agitato da evidente inquietudine. Il suo compagno not alla fine l'insolito comportamento; prese allora il cane tra le braccia, gli parl, lo accarezz E a un tratto vide un pezzo di carta legato al collare dell'animale. Campo invaso. Fatti prigionieri dai mori. Pip. Ecco l'orribile notizia appresa da Robert non appena ebbe aperto febbrilmente il biglietto. Prigionieri dei mori! Anche Alice prigioniera, quindi. Anche Roger! E anche Dolly! In un attimo, Robert impacchett i viveri e si rimise in piedi: non c'era tempo da perdere, doveva camminare! E avrebbe camminato. Il cibo gli aveva restituite le forze che la volont moltiplicava per dieci. Artimon! ordin Robert si parte! Ma Artimon non era pi l; Robert si guard intorno e vide un punto impercettibile che si allontanava sempre pi, lungo la riva. Era il cane: compiuta la sua missione, correva a renderne conto al padrone. Con la testa bassa, la coda fra le gambe e il dorso curvo, correva verso il padrone senza fermarsi e senza distrarsi, con la velocit consentitagli dalle zampe. Brava bestia! mormor Robert mettendosi in cammino. Senza volerlo diede un'occhiata all'orologio; vide, con sorpresa, che era fermo all'1,35. Della sera o del mattino? Ricord benissimo tuttavia di averlo caricato poco prima del proditorio attacco di J ack Lindsay. Il suo piccolo cuore d'acciaio aveva dovuto battere una notte e un intero giorno ed era soltanto alla notte seguente che era cessato il suo regolare tic-tac. A quel pensiero, si sent imperlare la fronte di alcune gocce di sudore. Era rimasto immobilizzato quasi una trentina di ore! Caduto a terra la sera del 9 luglio, si era svegliato al mattino del giorno 11. Che sarebbe accaduto a quelli che speravano in lui? Ragione di pi per affrettarsi; e Robert allung il passo dopo avere regolato l'orologio sul sole, il quale indicava all'incirca le 5 del mattino. Cammin fino alle 11, poi si concesse un breve riposo e dormi con il capo all'ombra di un gruppetto di palme nane. Quando si svegli, alle 4, si sent forte come un tempo. Riparti e cammin fino alle 10 della sera senza mai fermarsi. Con ci erano dodici ore di cammino, durante le quali aveva dovuto percorrere almeno una settantina di chilometri. Il giorno dopo ricominci la sua marcia e procedette senza stancarsi. Ma la giornata era pi faticosa della precedente. La fatica incominciava a spossare il coraggioso marciatore. Era colpito da violenti accessi di febbre e la ferita lo faceva soffrire. Dopo la siesta meridiana riusc con gran pena a rimettersi in cammino. Qualche capogiro lo faceva vacillare, ma egli procedeva lasciandosi dietro i chilometri, ciascuno dei quali aggiungeva un altro supplizio ai precedenti. Sul far della sera, infine, apparvero certe masse scure. Era la regione delle acacie gommifere. Robert raggiunse quegli alberi e cadde spossato ai piedi di uno di essi ove pot addormentarsi di un sonno profondo. Quando si svegli il sole era gi alto sull'orizzonte. Si era al 13 luglio e Robert si rimproverava di avere dormito per tanto tempo. Tempo sprecato, che avrebbe dovuto riguadagnare. Ma come riguadagnarlo con la debolezza che lo stroncava? Le gambe non lo reggevano, la lingua era secca, la testa pesante. La febbre lo stava divorando e il braccio era immobilizzato nell'enfiatura della spalla. Ma che importa? Egli sarebbe andato innanzi anche se avesse dovuto farlo con le ginocchia. All'ombra dell'acacia, ai piedi della quale si era disteso il giorno prima, Robert obblig il suo stomaco in rivolta ad accettare il cibo. Bisognava mangiare per essere forti; con estrema decisione divor l'ultimo pezzo di biscotto e mand gi l'ultima goccia d'acqua. Ormai non si sarebbe fermato pi prima di avere raggiunto la meta. Erano le 2 del pomeriggio. Partito alle 6 del mattino, Robert ha proseguito instancabilmente l'interminabile cammino. Da un pezzo capiva che si stava trascinando, che percorreva appena un chilometro all'ora. Non importa! Procedeva sempre, deciso a lottare finch avrebbe avuto un soffio di vita. Ma ecco che la lotta stava diventando impossibile. Gli occhi dell'infelice avevano lampi di luce e una fantasmagoria di colori danzava dinanzi alle sue pupille dilatate. I battiti del cuore diminuivano di forza e stavano rallentando. Robert sentiva che gli mancava l'aria e a poco a poco incominci a scivolare lungo il tronco dell'acacia al quale si era disperatamente appoggiato. In quel momento ma era certamente un'allucinazione prodotta dalla febbre credette di veder passare sotto gli alberi una truppa numerosa. I fucili brillavano al sole. Il candore dei caschi di sughero rifletteva i raggi. Aiuto! grid Robert. Ahim, la voce gli venne meno. Se la truppa che egli credeva di vedere esisteva, nessuno dei suoi componenti ud il suo grido ed essa prosegu tranquillamente il proprio cammino. Aiuto! mormor ancora una volta Robert, crollando a terra, definitivamente vinto. Il momento in cui Robert soccombeva sull'ardente terra africana era esattamente quello da lui scelto, all'atto della partenza, per il ritorno. I naufraghi non avevano dimenticato l'appuntamento che egli aveva loro dato e contavano le ore in attesa della salvezza. Nessun cambiamento di rilievo era avvenuto nella loro situazione da quando erano caduti nelle mani dei mori. L'accampamento era sempre al suo posto, accanto alla Santa Maria. Non appena comprese quale nuova disgrazia si era abbattuta sul gregge umano del quale aveva assunto la tutela, il capitano Pip non tent alcuna inutile resistenza. Si lasci docilmente aggregare agli altri, folla confusa circondata da un triplice cerchio di africani armati. Non fu neppure in collera con i due marinai di guardia, che all'atto della sorpresa avevano compiuto cos malamente il loro dovere. Il male era fatto: a che sarebbe servito recriminare? Il capitano Pip si chiese soltanto, in quella situazione disperata, se poteva fare qualcosa di utile per la salvezza di tutti. Gli parve subito una buona cosa cercare di far conoscere a Robert gli ultimi avvenimenti, se avesse trovato il modo di fargli giungere la notizia. Quel mezzo il capitano lo aveva a sua disposizione e decise di servirsene immediatamente. Scrisse di nascosto un biglietto e lo leg al collare di Artimon, sul muso del quale depose gravemente un grosso bacio. Poi, dopo avergli fatto annusare un oggetto appartenente a Robert, mise il cane a terra e gli indic la direzione del sud, incitandolo con la voce. Artimon parti come una freccia e in breve spar nella notte. Era un grande sacrificio quello che il povero capitano aveva fatto. Esporre al pericolo il suo cane! Avrebbe preferito esporre se stesso. Ma non aveva esitato un istante: riteneva indispensabile portare a conoscenza di Robert gli avvenimenti che probabilmente avrebbero modificato i suoi progetti. Le ultime ore della notte furono penose per il capitano, il cui pensiero andava al suo cane che correva lungo le rive battute dall'Atlantico. La luce del mattino rivel l'entit del disastro. L'accampamento era stato saccheggiato e le tende rovesciate; le casse del trinceramento, sventrate, lasciavano vedere il loro contenuto. Ci che apparteneva ai naufraghi, raccolto in mucchio, costituiva ormai il bottino del vincitore. Al di l dell'accampamento lo spettacolo era ancora pi triste. Sulla sabbia, che la luce dell'alba sfiorava, due corpi scuri spiccavano; nei due cadaveri il capitano riconobbe sospirando i due marinai: fu felice allora, in cuor suo, di non averli accusati. In mezzo al petto di entrambi, quasi allo stesso posto, era conficcato un pugnale fino al manico. Non appena fu giorno chiaro si verific una certa agitazione tra gli africani. Uno di essi, certamente lo sceicco, si stacc dagli altri e si diresse verso il gruppo dei naufraghi. Il capitano gli and subito incontro. Chi sei? chiese lo sceicco in cattivo inglese. Il capitano. Sei tu che comandi questa gente? Comando i marinai. Gli altri sono passeggeri. Passeggeri? ripet il moro con aria indecisa Conduci con te coloro che ti obbediscono. Voglio parlare agli altri disse dopo una pausa. Il capitano non si mosse. Che cosa vuoi fare di noi? os chiedere, con calma. Il moro fece un gesto evasivo. Lo saprai tra poco disse. Va'. Senza insistere oltre il capitano esegu l'ordine. In breve, i suoi uomini si raccolsero intorno a lui formando un gruppo separato da quello dei turisti. Lo sceicco pass lentamente in mezzo ai passeggeri e a uno a uno li interrog con strana insistenza. Chi era? Come si chiamava? La sua ricchezza? Aveva famiglia? Era un vero interrogatorio che egli ripeteva senza stancarsi e al quale ciascuno rispondeva a suo piacimento: alcuni dicendo francamente la verit, altri accrescendo l'importanza della loro condizione sociale, altri ancora facendosi pi poveri del necessario. Quando fu la volta delle passeggere americane, Roger rispose per esse e ritenne di fare bene accrescendo il pi possibile la loro importanza. Secondo lui, quello era il modo migliore di salvare la loro esistenza. Ma lo sceicco lo interruppe quasi immediatamente. Non a te che parlo disse senza scortesia. Queste donne sono forse mute? Roger rimase per un attimo senza parola. Sei il fratello? il padre? il marito? Questa mia moglie ritenne di permettersi di dire, indicando Dolly. Il moro fece un gesto di soddisfazione. Bene! disse. E quella? E sua sorella rispose Roger. Sono entrambe grandi dame nel loro Paese. Grandi dame? ripet il moro, al quale quelle parole parvero prive di significato. S, grandi dame, regine. Regine? ripet ancora lo sceicco. Insomma, il loro padre un grande capo spieg Roger, non sapendo pi quale immagine adoperare. Quest'ultima peraltro parve ottenere l'efficacia desiderata. S! Generale tradusse liberamente il moro con aria soddisfatta. Qual il nome della figlia del grande capo? Lindsay rispose Roger. Lindsay! ripet il moro, il quale per misteriosi motivi sembrava assaporare il piacere del suono di quelle sillabe. Lindsay! Bene aggiunse, passando al prigioniero seguente, non senza rivolgere un gesto gentile a Roger de Sorgues e alle sue protette. Il prigioniero seguente era Thompson. Lo sfortunato Amministratore generale aveva perduto ogni importanza: tanto timido quanto in passato era stato esuberante, ora si faceva piccolissimo. Che cosa porti l? gli chiese lo sceicco. L? balbett Thompson sconcertato. Nella sacca Dai! ordin il moro, mettendo la mano sulla preziosa sacca che Thompson portava sempre a bandoliera. L'Amministratore generale fece istintivamente un passo indietro. Due africani gli furono subito accanto e Thompson si vide alleggerito in un batter d'occhio del caro fardello, senza osare opporre oltre un'inutile resistenza. Lo sceicco apr la sacca conquistata. I suoi occhi brillarono di piacere. Bene! Molto bene! esclam. Annientato, il suo prigioniero era ben lontano dall'essere dello stesso parere. Dopo Thompson, fece seguito, com'era ovvio, Van Piperboom, di Rotterdam. Aveva arrotondata l'ampia corpulenza ma non sembrava emozionato. Tranquillamente riduceva in fumo enormi quantit di tabacco, con gli occhietti curiosamente spalancati su ci che lo circondava. Per un lungo istante lo sceicco esamin il gigante biondo con evidente ammirazione. Come ti chiami? chiese alla fine. Ik begryp niet wat. U van m wilt, Mynheer de Cheik, maar ik verondenstel dat u wenscht te weten welke mn naam is en uit welk land ik ben. Ik ben de Heer Van Piperboom, en woom te Rotterdam, een der voomaamste steden van Nederland 37
Lo sceicco tese l'orecchio.
37 Non capisco che cosa vogliate da me, signor sceicco; credo che desideriate conoscere il mio nome e di quale Paese io sia. Sono il signor Van Piperboom e vivo a Rotterdam, citt olandese molto importante. (N.d.T.) Come ti chiami? chiese nuovamente. Ik ben de Heer Van Piperboom nit Rotterdam 38 ripet Van Piperboom, il quale aggiunse malinconicamente: Overigens, waartoe dient het, u dit te zeggen? Het is blykbaar, dat ik toch maar Hebreenwsch voor u spreek, zooals ik dit voor anderen ook doe. 39
Lo sceicco alz le spalle e prosegu il suo giro senza degnarsi di rispondere al grazioso saluto dell'incomprensibile olandese. Il fatto di ripetere le stesse domande non lo stancava; le rivolgeva a tutti e ne ascoltava attentamente la risposta. Nessuno sfugg alla sua paziente inchiesta. Fosse per inspiegabile distrazione o per deliberato proposito, una sola persona egli tralasci di interrogare: J ack Lindsay. Nel seguire con lo sguardo la fila dei naufraghi, Alice aveva avuto la sorpresa di vedere il cognato in mezzo agli altri. Da quel momento non lo aveva pi abbandonato con gli occhi; ebbe modo cos di rilevare con inquietudine che egli non era stato interrogato. L'indubbia assenza di J ack Lindsay, il suo ritorno, e la noncuranza dello sceicco fecero nascere nell'animo di Alice una preoccupazione che la sua forza di volont riusc a malapena a dominare. Terminato l'interrogatorio, lo sceicco si ritrasse; fu allora che il capitano Pip gli si fece nuovamente incontro. Vuoi dirmi ora che cosa conti di fare di noi? gli chiese ancora una volta, con la flemma che gli era caratteristica. Lo sceicco aggrott le sopracciglia; dopo avere riflettuto scosse il capo con noncuranza. S disse. A coloro che potranno pagare il riscatto sar accordata la libert. E per gli altri? Gli altri? ripet il moro. Con un ampio gesto mostr l'orizzonte. La terra africana ha bisogno di schiavi disse. I giovani hanno la forza; i vecchi la saggezza.
38 Sono il signor Van Piperboom di Rotterdam. (N.d.T.) 39 Perch volete sapere queste cose? Forse parlo in ebraico anche con voi, come faccio con gli altri? (N.d.T.) I naufraghi accolsero quelle parole con manifestazioni di disperazione. Ecco che cosa li attendeva: la morte o la rovina! Nella generale e grave depressione morale Alice manteneva intatto il coraggio attinto dalla fiducia che riponeva in Robert. Egli avrebbe raggiunto gli avamposti francesi e, all'ora stabilita, avrebbe liberato i suoi compagni di naufragio. Su questo punto non nutriva alcun dubbio. La certezza possiede indubbiamente una grande forza di persuasione: la sua fiducia caparbia fece rinascere un po' di speranza negli animi oppressi. Quale sarebbe stata la sua fiducia, gi cos assoluta, se fosse stata al posto del capitano Pip? Verso le 8 del mattino quest'ultimo, con una gioia che aveva avuto cura di celare, aveva visto tornare Artimon la cui partenza, come l'arrivo, erano passati inosservati. Del resto Artimon non era affatto una bestia. Invece di correre dal padrone come un matto, aveva a lungo vagato intorno all'accampamento con indifferenza prima di sgusciarvi dentro con cautela. I mori non si sarebbero certamente preoccupati di un cane che fa nelle vicinanze la sua passeggiata mattutina. Il capitano prese affettuosamente il cane tra le braccia e per l'emozione che gli gonfiava il cuore, fece all'intelligente animale la stessa carezza con cui lo aveva confortato al momento della partenza e alla quale fino allora non lo aveva mai abituato. Al primo sguardo aveva notato la scomparsa del biglietto, pervenuto evidentemente al destinatario, e ne aveva tratto favorevoli conclusioni riguardo all'esito dell'avventura. Una riflessione per gli rovin presto la gioia. Partito all'una e tornato alle 8 del mattino, Artimon aveva impiegato, dunque, sette ore per superare la distanza che separava i naufraghi da Robert Morgand. Dopo un giorno e mezzo di cammino costui aveva dunque percorso appena una trentina di chilometri! C'era qualcosa di misterioso nella faccenda. Il capitano decise di non parlarne ai compagni. Tranquillizzati, i naufraghi ricominciavano a nutrire a poco a poco quella speranza che il cuore umano non abbandona mai se non con la vita, e le giornate del 12 e del 13 luglio trascorsero tranquillamente. I mori impiegarono due giorni nello spogliare completamente la Santa Maria e nello smontare dalla nave tutto quello che poteva essere smontato. I pezzi di ferro, gli utensili, le viti e i bulloni rappresentavano per loro tesori inestimabili, che depositavano sulla spiaggia facendone mucchi sempre pi alti prima di essere ulteriormente suddivisi e caricati sui dromedari della truppa. Il 14 luglio il lavoro ebbe termine e i mori cominciarono i preparativi che annunciavano la loro prossima partenza. Era evidente che il giorno seguente sarebbe stato necessario abbandonare la spiaggia, se nel frattempo i prigionieri non fossero stati liberati. Quel 14 luglio parve ai naufraghi una giornata interminabile. Sin dal giorno prima Robert, secondo la sua promessa, avrebbe dovuto essere di ritorno. Pur tenendo conto delle difficolt presentate da un tale viaggio, il ritardo cominciava ad apparire preoccupante. Se si eccettua il capitano, che si guardava bene dal fornire spiegazioni e lasciava che i compagni aguzzassero inutilmente la vista per spiare l'orizzonte meridionale, tutti apparivano sorpresi. Presto manifestarono anche la loro irritazione e non si fecero scrupolo persino di rivolgere generiche accuse a Robert. Perch dopo tutto avrebbe dovuto fare ritorno? Ora che molto probabilmente era al sicuro, sarebbe stato sciocco da parte sua esporsi nuovamente al pericolo. Il cuore di Alice non conosceva per n ingratitudine n debolezza: il sospetto che Robert avesse tradito i compagni non era neppure da prendere in considerazione. Era morto, allora? Forse Ma subito qualcosa protestava in lei contro la possibilit di una tale ipotesi; per il solo fatto di averla ammessa per un attimo, ella ritrovava pi consolidata la sua fiducia incrollabile e superba nella felicit e nella vita. La giornata del 14 luglio trascorse tuttavia senza dare ragione al suo ottimismo; ugualmente la notte che segu. Il sole del 15 luglio apparve all'orizzonte senza che nessun cambiamento fosse sopravvenuto nella situazione dei naufraghi. All'alba, i mori avevano caricato i cammelli; alle 7 del mattino lo sceicco diede il segnale della partenza. Un plotone di cavalieri prese la testa della colonna, gli altri seguirono su due file: i naufraghi si rassegnarono ad obbedire. Tra la doppia fila dei loro guardiani, prigionieri e prigioniere andavano a piedi, in unica fila, legati gli uni agli altri da una lunga corda che circondava loro il collo e ne stringeva i polsi. La fuga, in quelle condizioni, era impossibile, pur ammettendo che il deserto dal quale erano circondati non fosse stato ostacolo sufficiente. Il capitano che era in testa alla colonna si ferm risolutamente, sin dai primi passi; rivolgendosi allo sceicco, subito accorso, gli chiese: Dove ci conduci? A mo' di risposta, lo sceicco alz lo staffile e colp il prigioniero sul viso. Cammina, cane! gli grid. Nonostante il sangue che gli colava dal viso, il capitano non si scompose. Con la flemma che gli era abituale rifece la domanda. Lo staffile si alz nuovamente. Ma guardando il viso energico di colui che lo interrogava e la lunga fila di prigionieri che bisognava condurre via e la cui rivolta avrebbe potuto procurargli gravi fastidi, lo sceicco abbass l'arma minacciosa. A Tombuct! rispose, mentre il capitano, soddisfatto, si apprestava a rimettersi in cammino. CAPITOLO XIV SALVI! A TOMBUCT! E cio in quella citt in cui sembrava che si accentrassero tutti i misteri dell'Africa misteriosa; in quella citt le cui porte, invalicate da secoli, pochi mesi pi tardi si sarebbero aperte dinanzi ai soldati francesi. Ma lo sceicco non aveva la possibilit di prevedere l'avvenire e conduceva i suoi prigionieri al leggendario centro di tutte le transazioni commerciali del deserto, al grande mercato degli schiavi. In realt, era poco probabile che li conducesse personalmente a destinazione. I predoni delle navi naufragate che infestavano le coste dell'Atlantico di rado si allontanavano a tanta distanza dal mare. Seguendo la consuetudine la banda dei mori avrebbe certamente venduto a met strada i suoi prigionieri a qualche carovana di tuareg, sotto la sorveglianza dei quali il viaggio sarebbe poi terminato. Questo particolare non aveva, del resto, la minima importanza per i poveri naufraghi. Che fosse a guidarli uno sceicco moro o uno sceicco targui 40 erano, in ogni caso, pi di 1500 chilometri quelli che bisognava percorrere; un percorso del genere avrebbe richiesto almeno due mesi e mezzo. Di coloro che partivano, quanti sarebbero giunti alla meta? Quanti avrebbero lasciato le loro ossa a imbiancare il lungo sentiero che ne era gi cos spesso cosparso? Il primo giorno non sembr, ovviamente, troppo faticoso. Erano riposati e l'acqua parve abbondante e sana. Ma non sarebbe stata la stessa cosa quando i molti chilometri avrebbero fatto sanguinare i piedi affaticati e doloranti, quando per placare la sete causata dal sole infocato si avrebbe avuto un'acqua malsana e, per giunta, parsimoniosamente distribuita.
40 Targui il singolare di tuareg. (N.d.T.) Hamilton e Blockhead, se non altro, non avrebbero sofferto quelle torture alle quali sarebbero sfuggiti con la morte. Non perfettamente guariti dalla febbre e ancora agli inizi della convalescenza, la forza venne loro meno sin dal principio. Avevano fatto molta fatica per condurre a termine la tappa del mattino e si erano lasciati cadere come sassi al momento del riposo. Nel pomeriggio, fu ben altra cosa. Gli arti intorpiditi si rifiutarono di servirli e dopo pochi chilometri fu loro impossibile fare un passo di pi. A partire da quel momento, ebbe inizio un continuo martirio per loro e per i loro compagni. Cadendo quasi a ogni passo, rialzandosi per ricadere nuovamente, essi venivano trasportati dal resto dei compagni. Alla sera, quando fu dato l'alt definitivo, sembravano cadaveri pi che creature viventi. Nessuno dubit che il giorno seguente sarebbe stato l'ultimo della loro vita. Per fortuna, gli altri naufraghi sopportavano meglio la fatica. Come gi detto, il capitano Pip era alla testa della colonna, un po' disorientato da quelle dune che sembravano onde che nessuna nave avrebbe potuto solcare con la sua ruota di prora. Il capitano nutriva ancora qualche speranza? Era probabile: un carattere di quella tempra non si abbandona alla disperazione in nessuna circostanza. Il suo viso, chiuso e freddo come di consueto, non forniva alcuna indicazione a tale riguardo. Non ce n'era bisogno, del resto. Il suo aspetto sarebbe bastato a ridare coraggio ai cuori pi pusillanimi. La piaga prodotta dal colpo di staffile si era disseccata, sotto il sole. A causa del sangue inizialmente colato gi, baffi, petto e spalla erano diventati rossastri. Ad altri ci avrebbe potuto dare un'aria di uomo vinto, ma non al capitano, la cui persona rivelava senza alcun dubbio l'invincibile volont. Primo dei suoi marinai, egli marciava con passo non meno fermo del suo animo; soltanto a vederlo ci si sentiva conquistati dalla sua energia e dalla sua tenace speranza. Dopo l'ultimo colloquio con lo sceicco non aveva detto venti parole; per di pi, tali parole erano state confidenzialmente rivolte al fedele Artimon, il quale, con la lingua di fuori, trotterellava accanto al padrone. Master! aveva cominciato col dire il capitano. La tenerezza che era nella sua voce era stata perfettamente compresa dal cane. Mezz'ora dopo, il capitano si era mostrato pi esplicito. Dopo avere inizialmente fatto gli occhi storti in modo spaventoso e sputato sprezzantemente nella direzione dello sceicco, aveva detto: Master! per la barba di mia madre, siamo in un bel pasticcio! E Artimon aveva scosso le lunghe orecchie, come se non potesse esimersi dal dare con rincrescimento la sua approvazione. Dopo, il capitano non aveva pi aperto bocca. Ogni tanto dava un'occhiata al cane e il cane faceva la stessa cosa con il padrone, ecco tutto. Ma quelle occhiate contavano pi di lunghi discorsi. Alla tappa, Artimon si era seduto sulle zampe posteriori, non appena il padrone si era disteso sulla sabbia. Poi padrone e cane avevano diviso il poco cibo e l'acqua parsimoniosamente distribuita. Dopo il capitano venivano lo stato maggiore, l'equipaggio e i vari domestici del naufragato Seamew, seguendo una classificazione che non aveva nulla di gerarchico. Che cosa pensavano quelle persone? In ogni caso, esse sottomettevano la loro opinione personale a quella del comandante, il quale aveva il grave onere di pensare per tutti. Finch il comandante avesse avuto fiducia, esse non avrebbero disperato. L'ordine di agire, se fosse stato mai dato, le avrebbe trovate pronte in qualsiasi momento. All'ultimo marinaio veniva dietro il primo passeggero, al quale faceva seguito la lunga fila dei compagni. La maggior parte delle donne piangeva o si lamentava a mezza voce; facevano ci soprattutto le mogli e le figlie dei due ammalati: Hamilton e Blockhead, le quali assistevano, impotenti, all'agonia dei rispettivi padri e mariti. Gli uomini si mostravano, in genere, pi coraggiosi, ciascuno traducendo la propria energia nella forma particolare al proprio carattere. Se Piperboom aveva fame, J ohnson aveva sete. Se il pastore Cooley attingeva dalla preghiera un aiuto efficace, Baker, invece, non calmava la sua collera e non cessava dal biascicare terribili minacce. Con l'animo sconvolto, Thompson pensava invece alla sacca che gli era stata sottratta. Roger aveva ancora l'animo di fare dell'ironia. Posto accanto a Dolly, cercava di tenere su il morale della giovinetta col farla ridere con il contagio di un'allegria simulata. Per prima cosa, cominciando con un argomento che gli era consueto, aveva scherzato a lungo sugli imprevisti di quell'incredibile viaggio. Non c'era nulla di pi buffo, infatti, dello spettacolo di quella gente che, partita per fare una gita a Madeira, era in procinto di trasformarsi in una comitiva di esploratori del Sahara. Ma Dolly non sembr apprezzare la sottigliezza di quel tipo di comicit. Un po' risentito, volendo far dimenticare alla giovane le tristezze della strada, Roger era allora coraggiosamente penetrato nel vasto campo dei giochi di parole e delle freddure. Da quel momento, era stato un fuoco di fila di sproloqui, di discorsi senza capo n coda pi o meno divertenti, di parole capitate pi o meno a proposito per le quali tutto gli era utile: lo sceicco, i mori, il Sahara, il cielo e la terra; fece tanto che alla fine un allegro scoppio di risa giunse a ricompensare i suoi sforzi. Roger concluse allora che tutto ci non era serio, che il colpo di mano di quei moretti, a cos breve distanza dal Senegal, rappresentava una follia, che il giorno seguente sarebbero stati liberati certamente, e che in caso di necessit si sarebbero, comunque, liberati da soli. Avrebbe potuto Dolly non avere fiducia in affermazioni cos consolanti? Poteva la situazione essere realmente grave se Roger riusciva a scherzare a cuor leggero? Del resto, non doveva fare altro che guardare sua sorella perch le sue ultime inquietudini svanissero. Alice non scherzava perch lo scherzo non era nel suo temperamento, ma sul suo viso brillava la serenit dell'animo. Nonostante il fatto che la carovana fosse in viaggio, nonostante il trascorrere del tempo, nonostante tutto, ella non dubitava affatto della liberazione. La salvezza sarebbe certamente venuta. Roger aveva ragione di affermarlo: tutto ci era soltanto una triste esperienza senza conseguenze e di breve durata. Confortata e sostenuta da quelle due volont, Dolly ignor lo scoraggiamento; quando, alla sera, si addorment al riparo di una tenda, che lo sceicco, per motivi a lui noti, aveva fatto innalzare per le due prigioniere, ella ebbe certezza che il giorno dopo si sarebbe risvegliata libera. L'alba per la risvegli ancora prigioniera. L'attesa salvezza non era giunta durante la notte: era cominciata invece un'altra giornata che avrebbe aggiunto altri chilometri di sabbia alla distanza che separava i naufraghi dal mare. Con sorpresa di tutti, il segnale della partenza non venne dato all'ora del giorno precedente. Il sole si lev sull'orizzonte, raggiunse lo zenit senza che la scorta mostrasse di fare alcun preparativo. Quale motivo provocava l'imprevisto prolungamento della sosta? Ogni congettura era consentita, ma soltanto Alice era in possesso degli elementi di una ipotesi plausibile. Svegliatasi in anticipo, quella mattina aveva visto J ack Lindsay e lo sceicco chiacchierare insieme. Ascoltato con la calma particolare degli orientali, J ack parlava trasferendo nelle sue parole tutta la vivacit di cui il suo carattere tetro era capace. Cercava di provare qualcosa, evidentemente perorava la causa di qualcuno. Per il resto, lo sceicco e lui sembravano i migliori amici del mondo; per incredibile che fosse, Alice ebbe il sospetto che essi avessero avuto altri rapporti prima di allora. E a dire il vero la sua perspicacia non la ingannava. Proprio cos: lo sceicco e J ack Lindsay gi si conoscevano. Dopo avere visto cadere Robert, J ack aveva considerato il suo nemico morto; nell'impossibilit di prevedere l'intervento di Artimon, si era affrettato perci a proseguire la realizzazione del suo piano. Il piano era mostruosamente semplice. Poich non gli era possibile trovare la cognata da sola, troppo ben protetta dai compagni, senza esporsi a rappresaglie, avrebbe colpito tutti. Aveva cominciato quindi col sopprimere Robert; poi, avendo in tal modo reso impossibile l'arrivo di soccorsi, si era avventurato nel deserto in cerca di alleati. Su quella costa percorsa da predoni, che i naufraghi attirano come i campi di battaglia attirano i corvi, egli ne avrebbe certamente incontrato qualche banda anche a costo di vagare per pi giorni nel deserto. Non aveva dovuto aspettare a lungo. Prima della fine del giorno dopo, assalito all'improvviso da una dozzina di mori Ulad-Delim, si era visto trascinare dinanzi allo sceicco con il quale ora conversava, e ridotto a una prigionia che esaudiva ogni suo voto. Ulad-Delim, il quale capiva un po' l'inglese, aveva cercato subito di interrogare il prigioniero in quella lingua e costui aveva risposto alle domande con molto garbo. Aveva detto il suo nome: J ack Lindsay, aggiungendo che poco lontano c'era un gran numero di europei, tra i quali sua moglie, la quale, ricchissima, avrebbe pagato volentieri un forte riscatto per la liberazione sua e del marito. Messi sulla pista, i mori avevano invaso l'accampamento, e Roger, con le migliori intenzioni del mondo, non aveva fatto altro che confermare le prime informazioni date da J ack Lindsay. Si comprendeva in tal modo la soddisfazione dello sceicco nell'udire il nome di una delle sue prigioniere e la conferma avutane riguardo alle ricchezze della sua famiglia. Si spiegava anche in questo modo il fatto che egli avesse nutrito abbastanza fiducia nelle affermazioni del preteso marito di Alice, per sentirsi scosso dalle osservazioni che il furbo aveva osato fargli sin dal secondo giorno del viaggio, al punto di prolungare la sosta per un'intera giornata. Con pazienza, J ack Lindsay andava direttamente allo scopo. L'aver fatto cadere la carovana nelle mani dei mori poteva essergli utile soltanto nel caso in cui fosse riuscito ad ottenere la propria libert personale. Aveva anche osato dimostrare allo sceicco l'illogicit della sua condotta. Gli aveva fatto presente che se avesse condotto tutti a Tombuct nessuno avrebbe mai avuto la possibilit di pagargli il riscatto al prezzo del quale sarebbe stata valutata la loro libert. Per ci che riguardava sua moglie in particolare, J ack Lindsay ripeteva che era in condizione di pagare da sola una somma considerevole, ma come avrebbe potuto procurarsela se non fosse stata nella possibilit di comunicare con l'America e l'Europa? Non era logico che un passeggero, preferibilmente J ack Lindsay, fosse subito condotto, accompagnato da una scorta, fino ai possedimenti francesi dove gli sarebbe stato facile prendere imbarco? Egli si sarebbe affrettato allora a raccogliere il denaro del riscatto della moglie e, nel contempo, anche quello del riscatto degli altri naufraghi; avrebbe poi fatto ritorno in un luogo convenuto, in Tripolitania eventualmente, oppure a Tombuct o in altro posto, per versargli le somme fissate per il riscatto dei prigionieri. J ack Lindsay era in procinto di raggiungere il suo scopo. Quei riscatti, che diceva di andare a cercare, egli si sarebbe ben guardato dal raccoglierli realmente. I naufraghi se la sarebbero cavata come meglio avrebbero potuto; a lui importava soltanto raggiungere l'America, ove prima o poi sarebbe riuscito ad ottenere ufficialmente il riconoscimento del decesso della cognata e a farsene riconoscere erede, anche a costo, se necessario, di qualche irregolarit che la sua abilit, si lusingava, avrebbe saputo rendere inoffensiva. L'idea di lasciarsi dietro molti eventuali accusatori, che sarebbero potuti diventare terribili accusatori se per caso qualcuno di essi fosse riuscito a tornare libero, lo preoccupava soltanto in parte. Non aveva la scelta dei mezzi. Peraltro, sorvegliato da feroci africani e circondato dal deserto, pi feroce degli africani, un prigioniero sarebbe mai riuscito a sopravvivere? Ma un'altra difficolt J ack avrebbe dovuto superare per partire senza alcuna preoccupazione: ottenere il consenso di tutti. Lo sceicco, infatti, avrebbe comunicato ai passeggeri la somma da lui fissata per il riscatto di ciascuno di essi e il nome del fiduciario prescelto. J ack avrebbe dovuto recitare, dunque, sino alla fine, la commedia della devozione alla causa comune, fare le promesse del caso e accettare le lettere di tutti, pronto a gettare in mare alla prima occasione quella inutile corrispondenza. In ci J ack non ravvisava alcuna difficolt; riteneva, non senza fondamento, che i suoi compagni non avessero alcun motivo per sospettare di lui pi che di un altro. Ma se pensava alla cognata egli riteneva tutto ci, purtroppo, molto meno semplice. Ma anche da parte della cognata il consenso sarebbe stato necessario: rappresentava infatti il consenso pi importante. Sarebbe riuscito J ack a ottenerlo? Perch non dovrei ottenerlo? diceva a se stesso. Tuttavia, pensando al modo in cui Alice aveva rifiutato di sposarlo, richiamando alla memoria ci che era accaduto al Curral das Freias, l'inquietudine lo turbava. Tra la cognata e lui una spiegazione sarebbe stata comunque necessaria. La sua indecisione era tale, per, che nel corso dell'intera giornata di riposo egli rimand l'incontro da un'ora all'altra. Al cader della sera si decise all'improvviso a farla finita e varc la soglia della tenda in cui Alice aveva trovato rifugio. Alice era sola; seduta per terra, con il mento nella mano, pensava. Il fumoso chiarore di una rudimentale lampada a olio non raggiungeva neppure le pareti della tenda. Nell'udire la voce di J ack ella si alz di scatto e attese che le desse la spiegazione dell'inattesa visita. Ma J ack era imbarazzato e non sapeva da che parte cominciare. Rimase per qualche tempo in silenzio, senza che Alice facesse qualcosa per aiutarlo a vincere l'imbarazzo. Buona sera, Alice disse alla fine. Vorrete scusarmi se vi importuno a quest'ora. Debbo farvi una comunicazione che non ammette ritardi. Alice rimase in silenzio, senza manifestare alcuna curiosit. Avrete notato che oggi la carovana non ha proseguito per la sua strada riprese J ack, con crescente imbarazzo. Ve ne sarete certamente stupita. Lo ero anch'io; questa sera lo sceicco mi ha spiegato il motivo del suo comportamento. J ack fece a questo punto una pausa, sperando inutilmente in una parola di incoraggiamento. Come gi sapete prosegu i mori hanno invaso il nostro accampamento al solo scopo di fare soldi. Pi che pensare a ridurci in schiavit, essi vogliono ottenere forti riscatti da coloro che sono in condizioni di pagarli. Occorre per che tali riscatti i prigionieri se li possano procurare, ed per questo motivo che lo sceicco ha deciso di rimanere qui per il tempo che occorre a uno di noi, a nostra scelta, per raggiungere i possedimenti francesi, ove per conto proprio e per conto degli altri naufraghi possa raccogliere le somme richieste e versarle in un luogo stabilito dietro consegna dei prigionieri. J ack fece inutilmente un'altra pausa nell'intento di ottenere un'interruzione. Non mi chiedete sugger qual la persona che lo sceicco ha scelto e alla quale intende affidare tale missione? Aspetto che me lo diciate rispose Alice con voce tranquilla che non rassicur il cognato. Infatti rispose J ack con un sorriso sforzato. Gli parve, comunque, che alcune perifrasi supplementari non sarebbero state superflue. Dovete pensare che lo sceicco ha rivolto particolarmente la propria attenzione su Dolly e su voi, dopo ci che gli ha detto il signor de Sorgues. Il fatto stesso di avere messo a vostra disposizione questa tenda dovrebbe convincervene, se ci fosse necessario. E perci il vostro riscatto, che sar certamente il pi cospicuo, quello al quale lo sceicco tiene maggiormente. D'altra parte egli ha notato che portiamo lo stesso nome e mi ha interrogato a lungo su questo fatto. Ho creduto di fare bene permettendomi una menzogna analoga a quella detta dal signor de Sorgues. In breve, Alice, nell'intento di acquistare maggior potere per meglio difendervi, anche se ci, purtroppo, non risponde affatto alla verit, ho detto allo sceicco che ero vostro marito. Dopo avere detto quelle parole J ack spi un cenno di approvazione o di disapprovazione da parte di Alice. Costei non fece n l'uno n l'altro: aveva soltanto ascoltato, in attesa della conclusione, che occorreva alla fine formulare. Sono stato certamente sorpreso del risultato della mia menzogna. Non appena conosciuto il preteso legame che ci unisce, lo sceicco pens (e in ci non s'inganna) che io avrei posto alla vostra liberazione pi devozione di qualsiasi altro dei nostri compagni, e mi ha affidato su due piedi l'incarico di raccogliere i riscatti richiesti. Rotti gli indugi, J ack emise un grosso sospiro di sollievo. Alice non si scompose. A quel che pareva la faccenda procedeva da s. Spero prosegu J ack con voce pi sicura che non disapproverete la scelta fatta dallo sceicco e che non avrete difficolt ad affidarmi le lettere e le autorizzazioni necessarie per procurarmi la somma che dovr pagargli. Non vi dar n lettere n autorizzazioni disse Alice con freddezza, fissando il cognato con maggiore attenzione. Perch mai? Per due motivi. Abbiate la bont di farmeli conoscere rispose J ack con vivacit e discutiamoli da buoni parenti, se credete. Per prima cosa dichiar Alice tranquillamente sappiate che io sono contraria all'invio di qualsiasi messaggero in questo momento. Mi sembra che dimentichiate che il signor Morgand andato alla ricerca di aiuti. E partito, ma non pi tornato fece osservare J ack. Torner disse Alice con tono di assoluta certezza. Non lo credo disse J ack, con un'ironia che non riusc a padroneggiare. Alice ebbe un'improvvisa stretta al cuore. Domin con uno sforzo la propria debolezza e, in piedi, guardando bene in viso il cognato, disse: Che ne sapete voi? Allarmato dal cambiamento J ack batt prudentemente in ritirata. Nulla, evidentemente, nulla Si tratta di presentimenti Per parte mia sono persuaso che il signor Morgand non ritorner pi, sia che il suo tentativo sia fallito oppure riuscito. Non abbiamo pi tempo da perdere per cercare di riacquistare la libert con i nostri soli mezzi. Alice aveva riacquistato la propria calma. Non sono lontana dal credere disse lentamente che voi possediate in realt informazioni particolari sull'eroico viaggio intrapreso dal signor Morgand per la comune salvezza. Che volete dire? chiese J ack con voce tremante. possibile che abbiate ragione prosegu Alice, impassibile e che il signor Morgand abbia trovato la morte nel corso del suo tentativo. Vorrete consentirmi, tuttavia, di non essere del vostro parere. Da parte mia, sino a quando la lunghezza del tempo trascorso non mi avr persuasa del mio errore, io avr incrollabile fiducia nel suo ritorno. Il fervore con il quale Alice aveva detto le ultime parole dimostrava che, su quel punto, sarebbe stata irremovibile. Sia come volete concedette J ack ma io non capisco in che cosa l'eventuale ritorno del signor Morgand possa essere di ostacolo a ci che mi stato proposto. Quale inconveniente pu esservi nel porre due possibilit a nostro favore? Credo di avervi detto rispose Alice che avevo due motivi da opporre alla vostra proposta. Vi ho detto soltanto il primo. Qual dunque l'altro? Il secondo motivo disse Alice, raddrizzandosi in tutta la sua statura che io non approvo la scelta del messaggero. Non soltanto non favorir la vostra partenza consegnandovi le lettere che mi chiedete, ma mi opporr ad essa con ogni mia energia, cominciando con lo smascherare la vostra menzogna. Quale motivo avete, Alice, per comportarvi in questo modo? insistette J ack, fattosi livido nel veder crollare i suoi progetti. Il migliore di tutti disse Alice. Sono sicura che non fareste pi ritorno. Atterrito, J ack indietreggi fino alla parete della tenda. Scoperte le sue intenzioni il suo piano diveniva irrealizzabile. Fece tuttavia un ultimo tentativo. Quale orribile accusa, Alice! esclam, cercando di dare un tono doloroso alla sua voce. Che cosa vi ho fatto perch sospettiate di me? Ahim! rispose Alice con tristezza il mio pensiero corre al Curral das Freias Il Curral das Freias! Alice dunque aveva visto e, avendo compreso, aveva potuto leggere nella mente malata del cognato come in un libro. J ack comprese subito che la partita era perduta. Non cerc neppure una giustificazione che gi sapeva inutile. Il fango che aveva nel cuore gli sal alle labbra. Sia come volete! sibil. Ma non capisco come possiate avere il coraggio di rimproverarmi. Senza il mio intervento, sareste stata mai salvata al Curral das Freias da un bel giovanotto, come nei romanzi? Indignata, Alice non volle rispondere; si limitava a congedarlo con un gesto quando una voce si fece udire all'improvviso dalla soglia della tenda, che la luce della lampada lasciava in un'ombra incerta. Non abbiate timore, signora disse la voce io sono qua. Alice e J ack si erano voltati, tremando, verso la soglia della tenda ed entrambi lanciarono un grido: un grido di gioia l'una, un ruggito di furore l'altro non appena l'inatteso visitatore penetr nel cerchio di luce. Robert Morgand stava loro dinanzi. Robert Morgand vivo! L'eccesso di rabbia fece smarrire la ragione a J ack. Ecco il bel giovanotto in persona! balbett, con la lingua paralizzata dalla rabbia. Quale interesse pu avere il cicerone Morgand in una discussione di famiglia? Sempre calmo, Robert fece un passo verso J ack Lindsay; ma fra i due uomini si mise di mezzo Alice. Con un gesto altero ottenne il silenzio. Il signor marchese di Gramond ha il diritto di conoscere tutto ci che riguarda sua moglie disse la giovane donna guardando con occhio brillante l'impotente cognato. Ecco un marchesato del tutto inatteso! schern quest'ultimo. Senza dubbio sperate di sposarvi a Tombuctu! Un pensiero improvviso gli attravers la mente. Se Robert era l non doveva certamente essere solo: l'accampamento senza dubbio era gi in mano ai francesi condotti da lui; ci che aveva detto Alice cessava quindi di essere una chimera per diventare realt. Quel pensiero sollev nel suo animo un'onda di rabbia e di collera. Port la mano alla cintura e la ritir armata di quella rivoltella con la quale aveva gi cercato di diventare un assassino. Non siete ancora marchesa! grid, rivolgendo l'arma contro Robert. Ma Alice ne spiava le mosse. Con un balzo si era aggrappata al braccio di J ack Lindsay e con grandi sforzi era riuscita a disarmarlo. Il colpo parti, ma la pallottola si perdette oltre il tetto della tenda. Siamo pari! disse Alice, con un sorriso di trionfo, gettando la rivoltella fumante ai piedi di Robert. Allo sparo di J ack altri spari risposero immediatamente. Un uragano di proiettili lacer l'aria e si udirono grida e bestemmie in varie lingue. J ack Lindsay era caduto a terra. Francese o araba, una pallottola era penetrata nella tenda colpendo mortalmente il miserabile, il quale ebbe appena il tempo di portare le mani al petto prima di cadere a terra. Alice, che non riusciva a comprendere nulla di ci che accadeva, si volse verso Robert. Voleva chiedergli qualcosa ma gli avvenimenti non gliene diedero il tempo. La tenda venne portata via da una specie di tromba d'aria e un turbine di uomini pass urlando; trascinata via da Robert, che si era subito mosso, Alice si ritrov fra le altre donne della carovana. C'erano tutte; c'era anche Dolly, la quale strinse la sorella fra le braccia. Del resto, Robert fece ritorno quasi subito, seguito dal capitano, da Roger de Sorgues e dagli altri naufraghi. Ne mancavano? Soltanto il giorno dopo sarebbe stato possibile saperlo. Mezz'ora pi tardi, dopo avere radunato i suoi uomini, collocate le sentinelle a custodia dell'accampamento e prese le precauzioni del caso contro un ritorno offensivo del nemico, un ufficiale francese giungeva per ultimo. Con il felice sorriso della vittoria sulle labbra, ben in vista nel chiarore lunare, egli salut le signore con un ampio gesto circolare e poi si rivolse a Robert: I predoni sono dispersi, caro signore disse allegramente. Poi, senza attendere i dovuti ringraziamenti, corse verso un altro uomo. Toh! de Sorgues! esclam nel vedere Roger. Ci siete anche voi? Come va, caro Beaudoin? rispose Roger. E perch non avrei dovuto esserci? Questa buona! consenti filosoficamente l'ufficiale francese accendendo una sigaretta. CAPITOLO XV CONCLUSIONE CON IL VITTORIOSO assalto dei soldati francesi termina realmente la storia del viaggio cos bene organizzato dall'Agenzia Thompson & C. Il percorso fino a Saint-Louis fu certamente duro e penoso, ma il bottino conquistato ai mori permise di alleviarlo non poco. Sui cammelli rimasti in possesso dei vincitori fu possibile trasportare l'acqua della Santa Maria e, a mano a mano che l'acqua scemava, farvi riposare le donne e i malati. In quelle condizioni di relativo riposo, Hamilton e Blockhead non tardarono a guarire e a riprendere i rispettivi caratteri: brontolone l'uno, ottimista l'altro. J ack Lindsay rimase per fortuna, tra gli europei, l'unica vittima della rapida scaramuccia. Poich le circostanze della sua morte erano rimaste sconosciute, le condoglianze presentate alla signora Lindsay, quali unanimi manifestazioni di simpatia, furono accolte in modo che quel triste dramma familiare rimanesse segreto. Nessun altro viaggiatore era stato raggiunto dai proiettili dei mori; il danno si limit a un paio di soldati feriti lievemente, tanto che fu loro possibile riprendere servizio tre giorni dopo la scaramuccia. E ci, non gi perch ciascuno non avesse fatto il proprio dovere; la carovana dei naufraghi, armata a malapena, aveva invece apportato, sotto la guida del capitano Pip, il suo bravo contributo all'azione della piccola truppa di soldati francesi. Tutti si erano lanciati nel folto della mischia: Robert, Roger de Sorgues, Baker, Piperboom, il reverendo Cooley, e persino il malinconico Tigg, la cui combattivit era stata particolarmente notata. Perch difendere con accanimento una vita ritenuta odiosa? Diamine! non pot fare a meno di dirgli Baker, il giorno seguente -bisogna convenire che picchiate sodo per essere uno che non tiene alla vita! Eppure era una bella occasione! Perch non dovrei tenere alla vita? chiese Tigg con vivo stupore. E che ne so io? rispose Baker. Non conosco i vostri motivi. Voglio credere che ne avevate dei buoni il giorno in cui siete entrato a far parte del Circolo dei suicidi. Io? Sorpreso a sua volta, Baker guard il suo interlocutore con maggiore attenzione del solito e fu costretto a riconoscere che quelle labbra carnose, quegli occhi ridenti, quel viso dai lineamenti tranquilli e pensosi non avevano nulla di lugubre. Questa, poi! riprese. vero che pensavate di uccidervi? Affatto! Non siete forse socio del Circolo dei suicidi? Ma questa pura pazzia! esclam Tigg, guardando con aria preoccupata il suo interlocutore, che egli ritenne in preda ad alienazione mentale. Quest'ultimo lo tranquillizz raccontandogli in quale modo e in seguito a quali circostanze la supposizione che gli aveva test manifestata si era diffusa tra i compagni di viaggio. Tigg si divert immensamente. Ignoro disse alla fine dove il giornale abbia attinto le sue informazioni e quale persona la lettera T potesse indicare. E certo comunque che non si trattava di me, poich il mio scopo principale quello di raggiungere i centodieci anni e anche pi. La spiegazione, divulgata da Baker, divert moltissimo la carovana. Soltanto miss Mary e miss Bess Blockhead parvero prendere la cosa dal lato inverso. Sapevamo benissimo che quel gentiluomo rispose miss Mary a sua madre che le comunicava la notizia. era un impostore complet miss Bess, piegando sdegnosamente le labbra. E le due ragazze rivolsero uno sguardo privo di benevolenza verso l'antico oggetto del loro affetto; il quale, nello stesso istante, era impegnato in un animato colloquio con miss Margaret Hamilton, nel corso del quale le dava certamente assicurazioni che non avrebbe avuto mai in odio la vita tranne nel caso che non avesse potuto dedicarla a lei. Ma era assai improbabile che miss Margaret lo conducesse a tale estremo rimedio. Nessun dubbio sarebbe stato possibile: bastava vedere il modo incoraggiante con il quale ella lo ascoltava. Fatta eccezione, dunque, per le signorine Blockhead, tutti i componenti della carovana erano felici, come ovvio che ci accada quando si sfiorato un'orribile tragedia. Robert viveva accanto ad Alice, Roger rideva dal mattino alla sera con Dolly, Baker faceva scricchiolare allegramente le sue articolazioni, il reverendo Cooley rivolgeva al cielo preghiere di ringraziamento, Van Piperboom, di Rotterdam, mangiava. Fra i moltissimi visi lieti soltanto due rimanevano tristi. L'uno mostrava la fronte preoccupata al pensiero della scomparsa di una certa sacca che sarebbe stata rimpianta eternamente. L'altro, privo della consueta razione, si stupiva di non essere brillo e riteneva che qualcosa si fosse guastata nell'universo, dove la Terra aveva forse smesso di girare. Per Thompson c'era un colpo di fortuna da tentare. J ohnson avrebbe dato certamente una sacca piena di soldi, tale da rimpiazzare quella perduta, se avesse potuto avere una provvista di quei liquidi che gli erano cari. Purtroppo la merce era venuta meno al mercante, poich il comandante della scorta francese non aveva compreso gli alcolici fra le cose delle quali aveva ritenuto necessario il trasporto. J ohnson dovette fare a meno, quindi, delle sue bevande preferite durante i venti giorni impiegati per raggiungere Saint-Louis, dove si rifece abbondantemente. Non appena fu tra le case della citt, egli lasci i compagni e, sin dalla sera, coloro che lo incontrarono riconobbero che cercava coscienziosamente di riguadagnare il tempo perduto. Se non senza fatica, il viaggio di ritorno era stato compiuto senza pericoli, sotto la protezione delle baionette francesi. Nessun accidente di rilievo turb quella marcia di 350 chilometri, attraverso il Sahara. A Saint-Louis i soccorsi non mancavano e tutti cercarono di rifocillare e di dare conforto a quei turisti cos crudelmente colpiti dalle avversit. Ma essi avevano fretta di tornare al proprio Paese e alla propria casa; assai presto una comoda nave prese a bordo gli amministrati dall'Agenzia Thompson e il loro sfortunato Amministratore generale. Poco meno di un mese dopo essere felicemente sfuggiti ai mori e ai tuareg, essi sbarcavano al sicuro sulla banchina del Tamigi. Thompson ebbe in quel momento una grande soddisfazione: si sbarazz, finalmente, di Piperboom. Il tranquillo olandese, di cui nessuno poteva vantarsi di avere mai conosciuto le impressioni, abbandon il suo amministratore non appena mise piede sul selciato di Londra. Con la valigia in mano scomparve nella prima via, portando con s il suo mistero. Gli altri turisti seguirono il suo esempio e in breve si dispersero per fare ritorno ai loro passatempi o alle loro faccende. Il reverendo Cooley ritrov intatto il suo gregge di fedeli, il quale gi piangeva il proprio pastore. Il capitano Pip, immancabilmente seguito da Artimon al suo posto regolamentare, il signor Bishop, il signor Flyship e gli altri marinai non toccarono terra che per riprendere quasi subito l'incerto mare, ove il signor Roastbeaf e il signor Sandwich non tardarono a rimettersi al servizio di passeggeri ora contenti e ora scontenti. Prima di riacquistare la sua libert, il capitano Pip dovette accettare suo malgrado i ringraziamenti dei turisti del Seamew, i quali non vollero separarsi dal loro comandante senza avergli espresso la loro riconoscenza per ci che dovevano alla sua pacata energia. Terribilmente impacciato, il capitano accentu sensibilmente il suo strabismo, giurando e spergiurando per la barba di sua madre che Artimon si sarebbe comportato come lui. Nel dare l'addio a Robert Morgand, tuttavia, mise da parte un po' del suo riserbo: gli strinse la mano calorosamente, mostrando cos, pi che con un lungo discorso, quale particolare considerazione egli nutrisse per l'interprete del Seamew. Robert accolse con profonda commozione la vibrante simpatia dimostratagli da un cos buon giudice in fatto di onore e di coraggio. La famiglia Hamilton, da parte sua, aveva riacquistato la sua boria ora che si sapeva definitivamente al sicuro. Senza dire parola alcuna a quelle persone che il caso aveva reso di pari grado a loro, unendole per un istante alla loro aristocratica esistenza, sir George Hamilton, lady Evangelina e miss Margaret si diressero in fretta verso la loro comoda abitazione in una lussuosa vettura, nella quale Tigg fu pregato di occupare un posto che parve accettato di buona voglia. Il futuro di costoro era chiaramente stabilito. Quando sbarc a sua volta, dopo che il suo capo esultante ebbe stretto tutte le mani che erano a portata della sua, la famiglia Blockhead si ritrov sola. Nessun rappresentante del sesso forte, in et adatta al matrimonio, prese posto nella vettura che la trasport, con i bagagli, nella casetta di campagna dove l'interessante famiglia giunse sola e sola vi visse. Il signor Absyrthus vi trascorse il suo tempo narrando ai suoi conoscenti il viaggio straordinario, signore! al quale aveva partecipato. La signora Georgina si dedic all'educazione del figlio Abel; miss Bess e miss Mary si diedero invece alla ricerca accanita di un favoloso marito. Ma la selvaggina si era fatta rara: miss Bess e miss Mary sono sempre tornate finora con le pive nel sacco da questa difficile caccia: della loro sfortuna esse accusano acerbamente le spudorate cacciatrici di frodo. Richiamato in Francia dalla necessit di fornire spiegazioni sull'irregolare prolungamento del suo congedo, Roger de Sorgues fece appena una brevissima sosta in Inghilterra. Ripart da Londra il giorno stesso dello sbarco e in fretta raggiunse Parigi. Regolata la sua posizione militare, egli chiese e ottenne un altro congedo per i validi motivi con i quali pot appoggiare la sua richiesta. Sarebbe forse stato possibile rifiutare un congedo a chi stava per sposarsi? Roger, infatti, si sposava; ci era stato convenuto in poche parole tra miss Dolly e lui, come cosa perfettamente naturale e che non richiedeva alcun preambolo. La cerimonia ebbe luogo il 3 settembre; lo stesso giorno Alice cambiava il proprio cognome con quello di Robert. Da quel momento, quei quattro cuori felici non hanno pi storia. Il tempo segue per essi il suo pacifico corso e il giorno che segue apporta una felicit identica a quella del giorno precedente. La marchesa di Gramond e la contessa de Sorgues hanno acquistato due palazzi identici nel viale del Bois de Boulogne ed l che crescono i loro figli: le due vicine sono rimaste buone amiche e sorelle affettuose. Spesso esse rivivono nel ricordo gli avvenimenti che hanno preceduto il loro matrimonio e spesso ne parlano a quattr'occhi, attingendovi nuovi motivi per amare i mariti prescelti. In quelle chiacchierate, a volte riaffiorano i nomi dei compagni di viaggio e di sventura; non possibile dimenticare completamente le persone in compagnia delle quali si sofferto e con alcune delle quali si mantengono ancora rapporti amichevoli. Quattro anni dopo la fine del viaggio dell'Agenzia Thompson, due di quei privilegiati sonavano contemporaneamente, all'ora del pranzo, alla porta dell'abitazione della marchesa di Gramond. Per la barba di mia madre, sono felice di vedervi, signor Saunders! esclam un visitatore. Il signor Baker non meno felice di incontrare il capitano Pip rettific l'altro visitatore, stendendo amichevolmente la mano al coraggioso comandante del defunto Seamew. Era il giorno della riunione di famiglia presso la signora di Gramond, e il signore e la signora de Sorgues presero posto a tavola, insieme con il capitano e con Baker. Entrambi al corrente della storia del loro anfitrione e della sua incantevole sposa, non erano affatto stupiti del lusso che circondava l'ex interprete dell'Agenzia Thompson & C. Del resto, ne avevano viste troppe nel corso della loro vita per stupirsi facilmente, e il capitano Pip, che in fatto di uomini sapeva il fatto suo, riteneva il suo ospite meritevole del favore della fortuna. Era evidente che non era la prima volta che prendevano posto a quella tavola ospitale, servita in silenzio dai domestici. Non c'era imbarazzo nel loro comportamento, ma la franca libert che si addice a veri amici. Dietro la sedia del capitano, Artimon si era tranquillamente seduto sulle zampe posteriori. Il posto gli apparteneva di diritto e nessun cataclisma avrebbe potuto allontanarlo. Del resto, nessuno pensava di farlo e il capitano non esitava a passargli qualche buon boccone, che Artimon accettava con dignit. Era invecchiato, ma il suo cuore era rimasto giovane. I suoi occhi, ancora intelligenti e vivaci, si fissavano su quelli del padrone, dal quale continuava a ricevere le confidenze agitando le lunghe orecchie con aria di profondo interesse. Anche lui conosceva bene la casa in cui quella sera era stato invitato. Coccolato dalla padrona di casa, la quale non dimenticava il salvatore del marito; rispettato dai domestici, i quali lo veneravano come una potenza, apprezzava quelle visite e approvava energicamente il suo padrone e amico quando gli confidava il proposito di andare a fare una scappata a Parigi. Da quale Paese venite? chiese Robert durante il pranzo. Da New York rispose il capitano, il quale, al servizio della linea Cunard, era stanco della monotonia di quelle continue traversate fra l'Inghilterra e l'America. Sono viaggi maledettamente noiosi! Un giorno o l'altro ci incontrerete disse Robert. La signora de Sorgues e la signora de Gramond desiderano riprendere il mare, dimentiche dei suoi brutti tiri. In un cantiere di Le Havre si sta costruendo per loro uno yacht di un migliaio di tonnellate. A tale proposito volevo chiedervi di indicarci, se vi possibile, un capitano sul quale poter fare affidamento. Non ne conosco che uno rispose Pip bonariamente. Si chiama Pip: come marinaio non troppo cattivo, a quel che si dice. C' per un inconveniente. Questo Pip ha trovato il mezzo di sposarsi senza prendere moglie: bisogna assumere un cane, insieme con lui. La povera bestia vecchia e non ne ha pi per molto. Sono quindici anni che gira il mondo, ed una bella et per un cane aggiunse rivolgendo ad Artimon uno sguardo pieno di malinconica tenerezza. Davvero, capitano? Acconsentireste? chiese Robert. Certo che acconsento! disse il capitano. Ne ho fin sopra i capelli delle navi passeggeri. merce troppo ingombrante. E poi, andare continuamente da Liverpool a New York e da New York a Liverpool una faccenda del diavolo! Eccoci d'accordo dissero insieme Robert e Roger. Perfettamente dichiar il capitano. Artimon godr presso di voi del meritato pensionamento a bordo del A proposito! avete dato un nome al vostro futuro yacht! In ricordo del Seamew disse Dolly mia sorella e io lo abbiamo chiamato la Mouette. 41
Buona idea! approv ironicamente Baker. Vi vedo gi sulla strada di Tombuctu! Cercheremo di evitare tale disgrazia rispose il capitano. Ma, a proposito del Seamew, indovinate chi ho incontrato a Londra, non pi tardi di ieri. Thompson! esclamarono in coro tutti i convitati. Precisamente! Thompson. Bello come il giorno, elegante, allegro, ricoperto di gioielli come in passato. Aveva dunque un'altra sacca rimasta celata allo sceicco? Oppure avete rinunciato alle vostre minacce? chiese il capitano, rivolgendosi a Baker. Non me ne parlate! disse quest'ultimo di cattivo umore. Thompson un uomo infernale; mi far morire. Alle mie minacce non ho certamente rinunciato. Io e altri venti passeggeri abbiamo sommerso questo burlone di processi che abbiamo vinti su tutta la linea. Nell'impossibilit di pagare, Thompson stato dichiarato fallito; ha dovuto chiudere bottega e il suo nome stato cancellato dall'elenco delle agenzie di viaggi. La mia soddisfazione non stata per completa. A ogni istante mi trovo il personaggio fra i piedi. Non fa nulla, che io sappia, e tuttavia ha l'aspetto di uno che navighi nell'oro. Si fa beffe di me, l'animale! Sono persuaso che avesse qualche tesoro nascosto e che io sia stato preso in giro. Nel corso della diatriba di Baker le due sorelle si erano guardate sorridendo. State tranquillo, caro signor Baker disse infine Alice. Il signor Thompson proprio rovinato e non potr pi farvi concorrenza. Come fa a vivere, dunque? insistette Baker con incredulit. Chiss! rispose Dolly sorridendo. Un passeggero riconoscente potrebbe averlo aiutato. Baker si mise a ridere. Ecco un passeggero che vorrei conoscere! Chiedete ad Alice insinu Dolly. Chiedete a Dolly sugger Alice.
41 Mouette la traduzione francese di Seamew, e cio di Gabbiano. (N.d.T.) Siete state voi! esclam Baker al colmo dello stupore. Voi! Quale motivo avevate per venire in aiuto di un tale buffone? Non ha forse preso in giro voi e gli altri? Non venuto meno vergognosamente alle sue promesse? Non stava forse per farci morire, annegati un po' ovunque, schiacciati a So Miguel, di febbre a So Tiago, bruciati dal sole oppure fucilati dai mori in Africa? Cerco inutilmente di immaginare che cosa potevate credere di dovergli. La felicit dissero insieme le due sorelle. Se il suo viaggio fosse stato meglio organizzato, sarei forse contessa? -chiese Dolly ridendo e guardando Roger, il quale rispose con un cenno del capo energicamente affermativo. E io marchesa? aggiunse Alice, rivolgendo a Robert uno sguardo significativo, subito ricambiato. Baker non seppe che cosa rispondere; ma nonostante le spiegazioni dategli il suo scontento perdurava visibilmente. Non riusciva a perdonare ai suoi amici di alleviare, con la loro carit sentimentale, una vendetta che egli avrebbe voluto pi completa. Ecco come sono le donne! brontol alla fine. Rimase in silenzio ancora per qualche istante, biascicando confusamente qualche parola. Era evidente che non riusciva a mandar gi, come si dice, ci che aveva appreso. Non importa! concluse alla fine ecco una strana avventura. Che ne pensate, comandante? Interpellato bruscamente, il capitano si turb. L'emozione rese strabici i suoi occhi; lievemente, ma incontestabilmente. Un'abitudine ne richiama un'altra, e questa una terza; dopo avere guardato di traverso, il capitano si palp delicatamente la punta del naso. Poi, dopo avere soddisfatto quest'altra mania, la terza s'impose a sua volta ed egli si volt con l'idea di sputare in mare con destrezza. Ma il mare era lontano e uno spesso tappeto spiegava, al posto del mare, i suoi fiori dai colori vivaci su un fondo bianco. La vista del tappeto sconcert il capitano, il quale fin col perdere la nozione delle cose. Invece di rispondere a Baker, ritenne prudente comunicare i suoi sentimenti ad Artimon. Si chin dunque verso il cane sotto lo sguardo divertito dei suoi amici. Per la barba di mia madre, master, una faccenda diabolica! disse sentenziosamente al suo buon amico, il quale gi scoteva le lunghe orecchie in segno di approvazione.