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Ho deciso di cominciare questa guida sulla sopravvivenza perch una mia passione, inoltre perch potrebbe

essere interessante da leggere e contiene informazioni che possono sempre risultare utili. La guida frutto di studi ed
esperienze personali, contiene le basi per sapersela cavare alle strette ed adatta in ogni tipo di territorio.
ATTENZIONE: La guida scritta a scopo puramente illustrativo, leggerla non vi trasformer in dei Rambo. Per applicare
la maggior parte delle tecniche riportate serve attitudine e tanta, tanta, tanta esperienza. Bisogna subito chiarire una
cosa, non vi insegner come sopravvivere in un isola deserta o in una foresta pluviale. Nella vita di tutti i giorni
impensabile avere la necessit di utilizzare queste tecniche se non lo si vuole o se non capitano imprevisti abbastanza
gravi. Vi potranno tornare utili se vi perdete durante una escursione in montagna o se vi piace il genere e volete provare
a stare un paio di giorni allaperto, cosa questultima che vi sconsiglioassolutamente se non siete accompagnati da
qualcuno che lo sappia fare.
Capitolo zero, Oggetti indispensabili e Kit
disopravvivenza
Ho voluto scrivere questa parte introduttiva poich bene conoscere determinati oggetti. Qui vi spiegher per lo pi
come funzionano e quali consiglio di portarsi dietro. Ci sono tanti oggetti che possono tornare utili, infatti un kit
di sopravvivenza pu variare le sue dimensioni da una scatoletta a un cassone. Tuttavia ci sono oggetti dei quali si pu
fare a meno e altri che sono indispensabili. Per prima cosa bisogna valutare dove si va e cosa si far, di conseguenza
scegliere quelli che pensiamo possono tornarci pi utili limitando lingombro e il peso. Di norma per costruire un Kit ci si
basa sulla regola del 3. Si pu stare: 3 minuti senza aria, 3 ore senza riparo, 3 giorni senza acqua, 3 settimane senza
cibo. Pu sembrare stupido dare pi importanza al riparo che allacqua, ma fidatevi se vi dico che passare una
notte completamente bagnati e al freddo vi far dimenticare che avete sete. Qui di seguito, seguendo lordine di
importanza, vi elencher svariati tipi di oggetti che possono tornare utili.
Poncho: E indispensabile. Ripara il corpo e lo zaino durante il cammino dalla pioggia e pu essere usato come isolante
se si dorme sul terreno. Deve essere robusto, impermeabile e senza buchi (escluso quello della testa). Pu anche
essere usato per costruire un riparo, ma di norma molto piccolo.
Telo Impermeabile: Ha svariati utilizzi, da isolante a riparo di emergenza, anche questo deve essere robusto. Il
problema che utile se grande (senn abbiamo gi il poncho), se grande ingombrante. A voi la scelta se portarlo
o meno. (Attenzione: Un telo di nylon non fa passare laria, quindi ci sono rischi di soffocamento e di condensa,
prevediamo una giusta ventilazione. Avvolgersi in un telo di nylon far passare la notte al riparo dalla pioggia, ma al
mattino ci si sveglier comunque inzuppati, e gli abiti bagnati sono molto intimi con lipotermia. Il nylon brucia bene, non
teniamo il fuoco troppo vicino.)
Nastro Americano: Utilissimo per riparare in fretta eventuali strappi del poncho o del telo, se non per
legatureimprovvisate. E robusto e tiene bene.
Cordino di canapa: Per costruire un riparo non si pu chiedere di meglio, ne serve almeno 15 metri per un riparo
decente e a prova di vento.
Coltello: Ci sono molti tipi di coltelli che variano per tipo, uso e dimensioni. Un Opinel comodo e leggero, ma non ha le
stesse funzioni di uno Svizzero, per entrambi non sono robusti come un coltello a lama fissa. Vi dico solo che io ne
porto sempre dietro 3. Un coltello serve principalmente per 3 cose: Tagliare, bucare e scavare. Ci sono troppe
opinioni contrastanti su questo argomento, quindi inutile starci troppo sopra. Lunica cosa che raccomando di averne
cura, il coltello va oliato e affilato (a cosa serve un coltello che non taglia?). (ATTENZIONE: Il coltello pu essere un
arma e per questo va maneggiato con estrema attenzione e perizia.)
Torcia Elettrica o Lampada a gas: La prima meno ingombrante, ma fa meno luce. In ogni caso la torcia deve
consentirci di avere le mani libere, quindi meglio se si pu fissare sulla testa. Da controllare autonomia e da portarsi le
batterie o il gas di riserva.
Accendino, fiammiferi e acciarino: Io preferisco sempre i fiammiferi allaccendino, perch se bagnati si possono
accedere comunque (per accendere un fiammifero bagnato basta passarselo prima tra i capelli, il grasso assorbe
lumidit). Lacciarino fa scintille anche se bagnato, ma per accendere un fuoco pi scomodo.
Esche per il fuoco: Diavolina naturale, pu essere utile se piove o ha piovuto.
Cappello: Lo metto nel kit perch la testa dissipa pi calore di tutte le altre parti del corpo, ed bene avercelo sempre
dietro.Deve essere di lana o in pile.
Borraccia: Garantisce un litro di autonomia e serve da contenitore per lacqua che si trova. Meglio se mantiene lacqua
fresca.
Bicchiere: preferibilmente di alluminio, serve per far bollire lacqua o preparare infusi.
Fazzoletti: Possono servire per filtrare lacqua.
Cibo di emergenza: Un po di zucchero garantisce energie immediatamente spendibili e abbinato con un infuso di the
garantisce una bevanda calda e un po di eccitanti (in quantit minima). Sale (condimento) e dadi per brodo.
Kit da pesca: Solo se lo si sa usare.
Cartina del posto: Indispensabile
Bussola: Si dice che uno strumento a responsabilit limitata, indica il nord ma non fa nientaltro. Pi avanti vedremo
come usarla.
Matita: Pu sempre servire e non ingombra.
Fischietto: Serve per indicare la nostra presenza.
Kit medico: Ci sono troppe cose che possono o non possono servire, la salute abbastanza imprevedibile. Non
possono mancare garze, disinfettante e antibiotici.
Fornello a gas: E sempre bello fare una grigliata, ma spesso non ne abbiamo il tempo o il fuoco pu non accendersi. Il
fornello deve essere leggero e non ingombrante, controllare sempre quanto gas rimane e portarsi dietro le ricariche.
Ago e filo: Per riparare un eventuale strappo. (ATTENZIONE: Ho letto di alcuni che se li portano anche per mettersi i
punti da soli. Non osate farlo, non solo il dolore inimmaginabile, ma rischiate gravi infezioni. Pi avanti spiegher le
tecniche di pronto soccorso.)
Capitolo 1 S.T.O.P. (Stop-Think-Orient-
Plan)

E necessario innanzitutto accettare la situazione. Quando mancano poche ore alla notte e non sappiamo dove ci
troviamo non serve a nulla mettersi a correreper cercare di arrivare da qualche parte. Potremmo esaurire le nostre
energie residue o, presi dal panico,cadere e farci male o peggio potremmo allontanarci dai soccorsi. Potremmo trovarci
al buio senza rendercene conto, perch insituazioni di forte stress la percezione del tempo si sfalsa, e allora sarebbe
tardi per organizzarci. E a questo punto che necessario applicare la regola dello STOP: fermati, pensa,orientati,
pianifica. Questa regola serve proprio quando ci rendiamo conto di essere entrati nella modalit demergenza, e quanto
prima la applichiamo, quanto prima facciamolo STOP, tanto pi tempo avremo per PENSARE al da farsi, ORIENTARCI,
PIANIFICARE le nostre azioni. Esuccessivamente attuarle.
Fermati
La prima parte della regola, FERMATI, serve a mettere il corpo e la mente in una situazione quanto pi possibile
tranquilla. Rendersi conto di dover passare una notte sotto gli alberi, inaspettatamente, provoca una serie di reazioni
psicofisiche molto violente, anche per le persone pi preparate. E necessario combattere queste sensazioni
psicologiche e reprimere queste reazioni fisiche, che ci impediscono di agire e di pensare razionalmente ed
efficacemente. Questo il punto di partenza, il primo passo da fare, il pi facile e nello stesso tempo il pi difficile:
accettare il fatto. Se abbiamo un telefono e c campo dovremo chiamare qualcuno a casa, e tranquillizzarlo, ma
generalmente nei boschi e sulle montagne i telefoni non vanno. Mandiamo comunque un SMS, pu succedere che
partano, durante la notte, anche in assenza di campo, per delle oscillazioni del segnale. Farlo non costa
niente. Fermarsi e sedersi, fare un profondo respiro, accettare la situazione, vincere il panico e passare alla seconda
fase.
Pensa
Innanzitutto non bisogna farsi prendere dal panico. Mantenere la calma fondamentale. Poi bisogna capire quanto
tempo di luce ci rimane. Se vediamo il sole, possiamo stendere il braccio teso davanti a noi, e contare le dita che ci sono
fra il bordo inferiore del sole e il bordo superiore dellorizzonte. Un dito corrisponde a 15 minuti di sole. Dovrete fare una
prova prima, a casa, perch la lunghezza del braccio e lo spessore delle dita diverso da persona a persona. E un
sistema perfetto per sapere quanto tempo ci rimane prima che arrivi la notte. Se non vediamo il sole dobbiamo sapere a
che ora il tramonto. E sempre buona cosa saperlo, su molti calendari c scritto. Possiamo anche cercare di ricordarci i
giorni precedenti, per avere unidea indicativa. Poi bisogna pensare a cosa ci aspetta. Guardiamo il cielo, cerchiamo di
capire se si sta avvicinando un
temporale, osserviamo la direzione delle nuvole e la loro velocit, osserviamo le nuvole stesse per capire se sono
portatrici di pioggia. E importante saper leggere le nuvole, per capire il meteo. In rete si trovano buone guide, sempre
meglio stamparsele e portarsele dietro perch alle strette la memoria gioca brutti scherzi. Ascoltiamo i tuoni e calcoliamo
la distanza. Dopo il lampo un tuono ci mette 3 secondi per ogni chilometro di distanza da noi, con questo metodo
possiamo stimare quanto sia distante. Tuttavia la meteorologia non mai esatta e limprevisto pu sempre accadere,
fatevi una ragione anche di questo. Tutto questo lavoro mentale ci far capire cosa ci aspetta, a cosa dobbiamo
prepararci, e quanto tempo abbiamo per farlo. Ma avr sortito anche un secondo, importantissimo risultato: avr dato
alla nostra mente qualcosa su cui lavorare e avr allontanato pensieri di preoccupazione.
Orientati
In questo caso orientarsi non serve a capire dove siamo. Serve ad identificare la nostra posizione in relazione
allambiente naturale circostante, e questo fondamentale per poter successivamente sciegliere un posto adatto a
costruire un riparo. Pu anche servirci a capire se il caso di scendere di quota, tempo e condizioni fisiche permettendo.
Ogni 100 metri di quota persi si hanno, teoricamente, anche 1,5C di temperatura in pi. Ma scendere 1 00 metri,
perdendo tempo ed energia, per risparmiare 1,5s pesso non vale la pena. Dobbiamo identificare una serie di
elementi chiave, ricordando alcune regole fondamentali, perch un rifugio ben fatto ma posizionato male non serve a
niente. E pi importante un buon posto che un buon rifugio. Quindi dobbiamo scegliere dove fermarci. Le regole base
sono semplici, ma trovarle tutte in un solo luogo credo sia impossibile. Quindi qui sotto sono elencate in ordine di
mia personale importanza:
Verifichiamo di essere al sicuro anche da rocce cadenti, o frane, o valanghe se c la neve. Sopra di noi, a monte,
deve essere tutto sicuro.
Evitiamo come la peste di metterci a valle o a monte. A valle di notte le temperature scendono molto e lumidit alta,
e le sommit sono sempre spazzate dal vento. Stiamo sempre a mezza costa, in modo da approfittare delle correnti
calde che di notte salgono dal basso.
Il luogo scelto deve essere al sicuro da eventuali passaggi dacqua dovuti a temporali o allagamenti. Osserviamo le
pendenze, ricordiamoci che lacqua corre dallalto al basso, non mettiamoci in buche, su sentieri in pendenza, vicino a
corsi dacqua (anche perch vicino allacqua la temperatura sempre pi bassa che poche decine di metri pi lontano).
Il rumore dei torrenti nasconde quello di
eventuali soccorsi.
Cerchiamo sempre un posto al riparo dal vento dominante. Laria fredda si infila in ogni pi minuscolo forellino, ed
micidiale. Il nostro rifugio deve essere costruito a prova di vento, ma farlo in zone naturalmente riparate facilita
enormemente il lavoro.
Mettiamoci se possibile nei declivi che danno a sud, vicino a rocce che hanno assorbito il calore del sole durante il
giorno, ed evitiamo i lati a nord.
Cerchiamo zone buone specialmente dove pi c disponibilit di materiali da costruzione, fogliame e aghi di pino, erba
secca, muschio, zolle derba, sassi e legna per il fuoco.
Cerchiamo di metterci in zone riparate da alberi e sterpaglie, che con la loro vegetazione aiutano a ridurre la perdita di
calore dovuta a radiazione e frenano il vento. E puliamo il terreno attorno a noi con un ramo, soprattutto se ci infiliamo in
una sterpaglia bassa, in modo da allontanare insetti, ragni, scorpioni, vipere, sassi, spine a tutto quello che ci pu
dar fastidio o essere di pericolo.
Troviamo una zona in piano, o durante la notte poco a poco scivoleremo via.
Costruire un rifugio utilizzando in parte strutture naturali gi esistenti aiuta tantissimo, e fa risparmiare tempo ed
energia.
Cerchiamo di evitare luoghi di passaggio di animali, specialmente cinghiali. Si vedono i trottatoi segnati sul terreno, con
le orme. Stiamone alla larga.
Possibilmente cerchiamo una zona che sia in vista, o che ci permetta di vedere eventuali soccorsi.
La scelta del luogo dove ripararci met del lavoro.
Pianifica
La fase successiva la pianificazione: in base alle nostre analisi cosa dobbiamo fare, come, con cosa? Guarda i
materiali attorno a te. Cosa vedi? Alberi secchi o verdi? Grandi o piccoli? Foglie? Aghi di pino? Erba secca? Muschio?
Rocce? Ripari naturali? Tenete presente che, anche in estate, un rifugio di fortuna deve svolgere una sola funzione:
isolarti. Isolarti dalla pioggia, dal vento e dal freddo. Tutto quello che vedete e che pu servire da isolante prezioso,
quello di cui sar fatto il tuo rifugio, quello da cui potrebbe dipendere la tua stessa vita. Poi dobbiamo studiare le nostre
attrezzature. Cosa abbiamo con noi che ci pu
essere utile? Un telo la cosa pi importante. Un semplice telo, o un poncho, ma anche un sacco dellimmondizia, una
coperta isotermica, una giacca antiacqua, lo zaino stesso, magari con il suo sacco antipioggia, la corteccia di un albero
secco caduto, tutto quello che pu fermare acqua e vento deve essere visto come un dono prezioso. Pu risparmiarci
ore di lavoro, e garantirci un ottimo riparo dai due peggiori nemici che
dovremo affrontare: la pioggia e il vento. Se non abbiamo un telo dobbiamo ammucchiare strati su strati di materiali, per
rendere impermeabile il tetto, e non n semplice, n veloce (e non garantisce mai una tenuta al 100%). Un semplice,
banale rifugio di detriti pu richiedere due o pi ore di lavoro, a seconda della disponibilit di materiali. Se abbiamo un
telo possiamo farlo in mezzora. Un coltello, possibilmente adatto a tagliare ramoscelli o rami, importante. Se non
abbiamo strumenti da taglio dobbiamo sperare di trovare una pietra con un lato a spigolo, dalla forma grosso modo di
una accetta, non necessariamente una selce, da usare per colpire i rametti con foglie o aghi da utilizzare come copertura
e materasso isolante alla base, dove si attaccano al ramo o al tronco, nel senso contrario a quello verso cui crescono,
perch strappare i rametti a mano alla lunga causa vesciche e dolori alle articolazioni. Una maglietta, un berretto, una
sciarpa avvolti sul palmo possono proteggerci da spine, abrasioni, vesciche. Un mezzo per accendere un fuoco
altrettanto importante. Ricordiamo che il fuoco non un qualcosa in pi, il fuoco parte integrante del nostro riparo, a
livello fisico e a livello psicologico. E il fuoco lo strumento principale con cui possiamo segnalare la nostra presenza ai
soccorsi. Vuotiamo lo zaino e vediamo se abbiamo abiti di ricambio. Teniamoli pronti, li dovremo indossare assieme a
quelli che abbiamo gi addosso (ma solo alla fine). Se abbiamo la possibilit di scaldare qualcosa da bere lo faremo pi
tardi, sar un toccasana, a livello fisico e psicologico. Se abbiamo una torcia mettiamocela addosso, ma in un posto
riparato e sicuro, nel caso fossimo avvolti dal buio senza rendercene conto.
Ora siete pronti a cominciare a costruire il rifugio
Capitolo 2 Il riparo di emergenza
Ora che avete fatto tutti i preparativi siete pronti a costruirvi il riparo dove passerete la notte. Innanzi tutto sorge una
domanda: Da cosa ci dobbiamo riparare?. Abbiamo detto Acqua, Vento e Freddo. Acqua e vento sono abbastanza
intuitivi, se avete un telo impermeabile basta appenderlo inclinato sopra al giaciglio (la direzione del vento deve
SEMPRE essere posteriore allapertura, in modo che il telo ci protegga anche da esso), se non avete un telo
impermeabile dovrete costruire una struttura che funga da tettoia e ammassarci sopra quanto pi materiale trovate
(foglie, corteccia, terra, etc) in modo da renderlo impermeabile (Quanto pi spessa tanto pi funzioner, io vi
suggerisco di farlo a strati, magari cominciando con uno di corteccia, poi uno di foglie e poi uno di terra, usate
limmaginazione, basta che sia impermeabile). Per il freddo la situazione si complica. Esaminiamo i 4 fattori che ci fanno
perdere calore: conduzione, convezione, radiazione edevaporazione. Conduzione la perdita dicalore dovuta al
contatto del nostro corpo con un corpo pi freddo, nella fattispecie il suolo. Per difenderci dalla conduzione dobbiamo
mettere quanto pi materiale isolante franoi e il suolo (quindi almeno 30 centimetri di detriti, aghi di pino, foglie secche,
erba secca,magari facendo sotto un primo sottofondo di rami, per ridurre la risalita di umidit esollevarci dal suolo,
oppure possiamo usare il nostro zaino, tutto quello che isola aiuta. Cerchiamo per materiale il pi asciutto possibile.)
Convezione la perdita di calore dovuta al vento. Il rifugio dovr essere privo di spifferi (attenzione a lasciare una
piccola apertura in alto: aiuter a far uscire il monossido di carbonio e lumidit). Radiazione la perdita di calore dovuta
al naturale irraggiamento del calore (un rifugio ben preparato cercher di ridurre al massimo questo problema,
mantenendo dimensioni ridotte il pi possibile). Evaporazione la perdita di calore dovuta allevaporazione dellacqua
che ci pu bagnare. Si tratta quindi di rimanere asciutti il pi possibile. Non pensiamo solo alla pioggia. Specialmente nei
boschi, con gli sbalzi termici, il suolo si riempie di condensa. Il terreno stesso, e i materiali che usiamo, contengono
liquidi, e il calore del nostro rifugio pu farli evaporare, bagnandoci. Da ultimo, anche il lavoro di costruzione ci fa
bagnare, con il sudore. Cerchiamo di lavorare tranquillamente,riduciamo al massimo gli sforzi, e togliamoci i vestiti
superiori appena sentiamo caldo. (Essere asciutti fondamentale). Riassumendo il nostro rifugio deve: essere eretto in
una posizione adatta, seguendo i criteri descritti precedentemente, proteggermi dagli elementi, tenermi caldo e
asciutto, deve avere la parte aperta rivolta verso sud, deve avere un fuoco di fronte, con un riflettore per convogliare il
calore e permettermi di stare allinterno ricevendo il caldo del fuoco e rimanendo comunque al riparo dagli
elementi, essere grande quel tanto da permettermi di entrare, ogni centimetro in pi un centimetro in pi da scaldare
(un errore grossolano fare un ricovero troppo grosso: solo tempo e fatica buttato via, e il calore si disperder pi
facilmente).
Ho elencato qua sotto i rifugi pi semplici da realizzare e quelli che secondo me sono i pi funzionali: (ATTENZIONE:
Alcuni di questi rifugi richiedono lutilizzo di un fuoco. Nellattesa del prossimo capitolo che vi spiegher delle cose sui
fuochi vi raccomando di controllarlo sempre e MAI addormentarsi con un bel fuoco acceso.)

Semplice e funzionale, con questo non avrete problemi di condensa ma aperto sul davanti. E sconsigliabile se il vento
non ci da tregua o se i climi sono molto freddi. E possibile accendere un fuoco sul davanti, il riflettore serve per farci
arrivare pi calore. Se avete un poncho o un telo potete sostituirlo alla tettoia.

Versione pi semplice della precedente da montare con un treppiede e un telo, volendo pu essere chiusa sul davanti.

Simile a una canadese, molto pratico e comodo. Se non avete con voi un telo potete sostituirlo con una tettoia di detriti.
Consigliabile con temperature non troppo fredde e con climi piovosi.

Fino ad ora ci siamo preoccupati solo del freddo, ma a volte il caldo che pu darci fastidio. In ambienti secchi e torridi
spesso consigliabile fermarsi soprattutto quando il sole alto.
Abbiamo parlato di rifugi, ma per realizzali bisogna saper fare i nodi e le legature. Come prima ho fatto una immagine
con quelli indispensabili da sapere (cliccate sullimmagine per ingrandire):

Termino cos questo capitolo, il prossimo sar su come accendere un fuoco e procurarsi acqua e cibo.
ATTENZIONE: Questo capitolo vi insegner ad usare i fuochi. Innanzi tutto dovete sapere che esistono leggi che
disciplinano questo tipo di attivit, quindi bene essere informati prima di fare una stupidaggine. Inoltre il fuoco tra le
pi rischiose calamit ambientali, evitate di abusarne. Un fuoco andrebbe accesso solo in situazioni di vera necessit e
non va perso di vista nemmeno un istante. Prendete sempre le dovute precauzioni, la sicurezza non mai troppa.
Capitolo 3 Il Fuoco
Finito il vostro riparo per rendere tutto pi confortevole serve un bel fuoco. Molti
sottovalutano limportanza del fuoco, si pensa solo che esso serva a scaldarci, ma un bel
fuoco vicino quando ci troviamo la notte da soli sperduti nel nulla da un conforto
psicologico non indifferente. Innanzi tutto da un senso di protezione (scaccia la maggior
parte degli animali), fa luce (e la notte questo fondamentale), permette di cucinare,
sembra assurdo ma da un senso di compagnia e pi importante di tutto ci scalda. Tutti
penso ci sentiamo in grado di accendere un fuoco, direte che ci vuole, prendi due bastoni
e con un accendino gli dai fuoco. Innanzi tutto non cos semplice. Anche con la legna
pi secca possibile senza una buona esca e una struttura corretta il nostro fuoco non
prender mai, inoltre se la legna bagnata la difficolt si decuplica. Infine, ammesso che
siamo riusciti ad accenderlo, il nostro fuoco richiede determinate qualit e tra queste c il
calore e la durata, che scopriremo dopo che sono incompatibili (mantenere un fuoco alto
per otto ore richiede una scorta di legna non indifferente che alle strette difficile
procurarsi). Ho costruito questa guida per punti, sperando di rendere tutto il pi chiaro
possibile.
Procurarsi il necessario
Che cosa serve per accenderlo?
Ovviamente la legna. La legna deve essere piccolissima, piccola e media. Evitiamo i
ciocchi di natale o i tronchi da boscaioli, non dobbiamo scaldare una casa o costruire una
libreria. La legna pi grande meno brucia, ci vuol dire meno calore. Il nostro fuoco avr
dimensioni ridotte, il che ci render impossibile usare legna troppo grande. Un diametro di
5 cm deve essere il nostro massimo. Per la lunghezza direi sui 50 cm per i ciocchi che
serviranno ad alimentarlo, per accenderlo serviranno di pi corti. La legna deve essere
SECCA e NON deve essere UMIDA. La legna che trovate in terra sicuramente secca,
ma a volte umida, controllatela sempre. Spesso basta guardare ai rami pi bassi degli
alberi per trovare dei bei rami secchi pronti per essere bruciati, sono quelli che prendono
meglio. Per tagliarla non avrete problemi, per quel diametro basta un calcio ben assestato
e il legno si spezza, per legni pi grandi serviranno una sega o un ascia che dubito avrete.
Pi avanti vi spiegher come accendere un fuoco con la legna umida o bagnata.
Poi vi servir un esca. Lesca migliore la carta (vanno bene anche i fazzoletti), ma
spesso non labbiamo con noi. Possiamo usare della paglia, degli aghi di pino secchi o
foglie secchie. Se non avete carta e il sottobosco bagnato siete nella merda pi pura. O
cercate disperatamente un esca asciutta o pregate. In questi casi il cotone o la lana
bruciano, e bruciano bene. Io preferirei sacrificare una maglia piuttosto che passare una
notte al freddo (Non quella con cui dormirete, per dormire dovrete mettervi addosso pi
maglie possibili, se ne avete di avanzo valutate bene questa opzione).
Poi ovviamente serve qualcosa che lo accenda. Pregate di avere con voi un accendino o
dei fiammiferi, altrimenti potete iniziare a piangere. Le alternative sono: Una pietra focaia
(se non avevo un accendino perch dovrei averla? Ipotesi da scartare a meno che non
state su un vulcano, sbattere 2 comuni pietre vi ammaccher solo le dita, potete provare
quanto volete, non fanno scintille), una lente di ingrandimento (funziona dalla tarda
mattinata al tardo pomeriggio, ma ovviamente la ho sempre con me), un paio di occhiali
(non da sole, funziona ma ci metterete un sacco di tempo, se il sole sta tramontando o
sorgendo non ci riuscirete mai), uno specchietto (solo a met giornata e non ne sono del
tutto sicuro), un bastone flessibile e uno spago (dopo vi spiego come funziona, preparatevi
a ridere). NB: Un accendino bagnato difficilmente si accende, un fiammifero bagnato si
pu accendere (basta passarselo tra i capelli, il grasso assorbir lumidit) io li porto
sempre entrambi.
Ultimi e fondamentali serviranno dei sassi, di un diametro grossomodo di 10 cm, vedremo
dopo perch.
Scegliere il posto
Se il vostro rifugio aperto lo dovrete fare davanti allapertura (in modo che lo stesso
rifugio lo riparer dal vento). Mai e poi mai posizionare un fuoco controvento. Innanzi tutto
vuol dire che avete sbagliato a posizionare il rifugio, inoltre avrete il fumo o le fiamme
contro di voi in caso di forte vento. Il vento sar vostro nemico e vostro amico. Lo fa
bruciare meglio, ma lo rende incontrollabile. Meglio che il fuoco sia riparato. Trovato il
posto dovrete bonificarlo. Via erbacce e generi per almeno un cerchio di 1 metro e mezzo
di diametro, gli incendi sono assolutamente da evitare. Tolte tutte le erbacce posizionate i
sassi a cerchio intorno al braciere con un diametro di circa un metro (50 cm sono di scarto
per sicurezza). I sassi non solo preverranno il rischio di un incendio, ma assorbiranno
calore. Il fuoco inoltre preferibile farlo tra noi e un riflettore. Questo servir appunto per
riflettere parte del calore verso di noi. Il riflettore pu essere naturale ( un grosso masso,
una parete di roccia, una collina scavata) o artificiale (un muro di legna), deve essere
alto circa un metro.
Tipi di fuochi
Il nostro fuoco servir per scaldarci, ma ho voluto aggiungere altri tipi di fuochi per farvi
una idea generale.

A PIRAMIDE:
Si accende
facilmente, d
luce e calore, ma
consuma
molta legna e
riscalda in
maniera
irregolare.
Buono per fuoco
da campo.

POLINESIANO:
Riscalda bene,
conserva il
calore, non
risente del vento.
In caso di
pioggia pu
essere coperto da
uno strato di
terra.

A
RIFLETTORE:
Per la cucina
individuale o per
scaldare. Ottimo
per entrambe le
cose insieme.

DEL
PASTORE:
Rapido,
consuma poca
legna, ottimo per
scaldare.
Equilibrio
instabile.
Accendere il fuoco
Questa la parte pi difficile. Per iniziare consiglio sempre di fare la piramide. Posizionate lesca al centro e mettete a
piramide i legnetti pi piccoli che avete (corti 10 cm e di un diametro inferiore ai 5 mm). Devono essere tanti ma non
devono essere troppi, se sono troppi lo soffocheranno. Lesca deve durare, almeno 20 secondi di
fiamma, perci mettetene abbastanza. Spesso capita che la prima volta non prende. In questo caso disfate tutto, togliete
la cenere, posizionate un altra esca e riutilizzate i legnetti di prima (se erano umidi si sono asciugati). Se fate questa
operazione a mani nude occhio a non scottarvi. Se i legnetti prendono dovete essere tempestivi ad aggiungerne altri
della stessa misura, quando il fuoco arzillo aumentate di diametro progressivamente e con calma (non soffocatelo).
Se la legna che avete raccolto umida o bagnata vi aspetta un lavoraccio. Innanzi tutto dovete avere la legna pi piccola
in assoluto che riuscite a trovare e dovete cercare di asciugarla. Prendetela e sfregatevela tra le mani in modo da
scaldarla, quando ne avrete un mucchietto consistente provate ad accenderla. Non fate questa operazione se non avete
gi altra legna da buttarci. Continuate cos finch il fuoco non prende abbastanza bene, e aumentate il diametro con
molta pi calma di prima (dovete dare tempo alla legna di asciugarsi). Se il fuoco comincia a prendere posizionate la
legna bagnata che dovrete usare per alimentarlo in torno ad esso per farla asciugare prima di mettercela. A dirlo sembra
facile, ma a farlo distruttivo e deprimente e la resa minima perch la maggior parte del calore viene perso a far
asciugare la legna. E far un sacco di fumo. Il mio consiglio di mettere ad asciugare la legna il prima possibile. Dieci
minuti al sole possono fare miracoli, ma occhio a farlo dopo aver fatto il rifugio (non mescoliamo le priorit).
Se non avete un accendino o un fiammifero come gi vi ho anticipato non siete messi bene. Con la pietra focaia basta
indirizzare le scintille sullesca e quando fuma soffiare leggermente. Con la lente, gli occhiali e lo specchietto basta
indirizzare la luce sullesca ed attendere che fumi. Anche qua soffiate dolcemente. Se non avete niente di tutto ci potete
iniziare a pregare. Questo un metodo arcaico che molti dicono funzioni, personalmente non lho mai provato. Prendete
un bastone flessibile e piegatelo, legate uno spago ai 2 estremi in modo da formare un arco il pi teso possibile. Fate la
punta ad un bastone. Usando la punta del bastone per regolarvi con le misure dovrete scavare (con un coltello o con una
pietra) un foro su un ciocco poco pi largo della punta. A questo punto mettete lesca dentro e nei dintorni del foro.
Prendete larco e con la corda fate un anello intorno al bastone appuntito. Ora posizionate la punta sul foro. Con la
mano sinistra spingete il bastone contro il foro, con la destra utilizzate larco per far ruotare il bastone il pi velocemente
possibile. Se lo state facendo correttamente il calore prodotto dallo sfregamento far fumare lesca, a quel punto dovrete
soffiare dolcemente. Buona fortuna.
Mantenere il fuoco
Una volta acceso il fuoco va mantenuto. Come avevo gi anticipato pi la legna grande meno brucia (quindi fa meno
calore) ma dura di pi. Dovrete fare un misto tra legna media/piccola per ottenere un effetto migliore. Se siete a corto di
legna cercate di razionarla. La legna ci mette parecchi secondi prima di prendere, non caricate il fuoco sprecherete solo
legna. Se siete dellidea di andare a dormire non gettate pi legna al fuoco. Mai addormentarsi col fuoco acceso. Se
stato acceso per molto tempo ci sar molta brace che far molto calore, e anche il riflettore far il suo lavoro per qualche
ora.
Spegnere il fuoco
Spegnetelo utilizzando un grosso bastone, colpendo la brace. Una volta fatto questo seppellitelo con terra o sassi. Mai
seppellirlo con la sola cenere, la brace resiste ore sotto la cenere e il vento pu riportarla fuori. Se avete acqua in
abbondanza (per esempio siete vicini a un torrente) usate quella. Se le vostre scorte sono limitate non utilizzatela mai
per spegnere il fuoco. Lurina una valida alternativa (e d un senso di onnipotenza ).
Termino cos questo capitolo, sul prossimo ci dedicheremo al cibo e alla cucina.
Capitolo 4 Cibo e Acqua
Questo un argomento la cui priorit discutibile, infatti la vera priorit in situazioni demergenza essere trovati e non
sopravvivere. Infatti potreste impiegare il vostro tempo e le vostre energie per costruire delle segnalazioni o cercare di
orientarvi invece di cercare dellacqua o del cibo che magari non riuscirete a trovare. Per un argomento che si allaccia
bene al capitolo precedente, quindi vi dar delle nozioni fondamentali.
Imparate a razionare
Non stiamo facendo una scampagnata o un picnic con gli amici, se dovrete applicare quanto scritto sotto significa che
siete nei guai quindi bene comprendere che dovremo fare dei sacrifici. La priorit lacqua. Un uomo pu sopravvivere
3 settimane senza cibo (ho detto sopravvivere, ma non starete bene, anzi) ma solo 3 giorni senza acqua (sono delle
variabili eh..). Io viaggio sempre con due litri dacqua e spesso non mi basta, se avete delle scorte dovete sempre
razionarle al meglio. Innanzi tutto se si a corto dacqua dovete bere a piccoli sorsi e bagnando la bocca. Non bevete se
state camminando o se avete caldo perch la risuderete subito. Bevete solo se avete deciso di fare una pausa; fermatevi
allombra e rilassatevi, bevete solo dopo qualche minuto e rimanete a riposare per un po in modo da dare tempo al
corpo di riprendersi. Se trovate un punto dacqua e siete accaldati non bevete subito, in montagna lacqua dei ruscelli
gelida e una sorsata pu farvi venire una congestione. Ogni volta che ne avete la possibilit dovete riempire tutti i
contenitori che avete. Se siete senza acqua e dovete camminare fatelo la sera quando cala il sole, sentirete meno la
stanchezza. Per evitare di sentire il bisogno dacqua possibile tenere un sassolino in
bocca (ATTENZIONE: Con questo metodo ingannate il corpo, ma non vi disseta, avrete comunque bisogno di acqua.
Spesso bene sapere quanto ne abbiamo bisogno). Per il cibo invece la faccenda un po pi complessa. E vero che
possiamo stare a lungo senza cibo, ma i morsi della fame non sono piacevoli. Ogni persona reagisce diversamente alla
mancanza di cibo, ma solo una questione psicologica e abitudinaria. Dovrete sforzarvi molto per cercare di rimanere
lucidi di mente e andare avanti. Un piccolo boccone la mattina e la sera possono bastare, il digiuno io consiglio di
evitarlo, peggiorate solo le cose, in emergenza sempre meglio rimanere il pi possibile lucidi. Ricordate di lasciare
sempre una piccola scorta se le cose peggiorano ancora.
Procurarsi lacqua
In vendita si trovano un sacco di cose da veri professionisti, come per esempio le pastiglie potabilizzatrici, ma noi non
vogliamo rendere le cose troppo semplici. In genere se siete lontani dai centri abitati per lacqua che scorre (fiumi,
ruscelli) vige la regola pi scorre veloce pi potabile, se siete vicino a un paese non sempre in quanto ci potrebbero
essere degli scarichi (si, ma se siete vicino a un paese perch bere da un ruscello?). Lacqua ferma (laghi,
pozzanghere) pu essere non potabile e va purificata. Fatela bollire su un fuoco, se sporca prima va filtrata. Per filtrare
lacqua ci sono sistemi semplici ma poco efficaci e complessi ma molto pi efficaci. A grandi linee basterebbero qualche
strato di fazzoletti o una maglia per un filtraggio rozzo, ma se avete tempo e materiale potete costruire un filtro
artigianale, servono una bottiglia di plastica, della sabbia pulita, del cotone e dei sassolini. Tagliate il fondo della bottiglia
e capovolgetela, fate un buco non troppo grande al tappo e avvitatelo. Ora mettete uno strato di sassi sul fondo, poi uno
strato di cotone, poi uno di sabbia e poi un altro di sassi. Versate lacqua sporca dalla cima e uscir dal tappo, vi
stupirete di quanto sar pulita (va comunque bollita). Per capire dove ci sono corsi dacqua date un occhiata alla
vegetazione (di solito pi fitta) oppure alla conformazione del territorio (gole, avvallamenti). Non bere mai acqua salata,
acqua che non avete filtrato o bollito, urina o alcolici (lalcool vi disidrater un sacco).
Procurarsi il cibo
Questo un discorso molto complicato in quanto lacqua universale, il cibo no. Ci sono piante velenose e animali
immangiabili ed bene conoscerli prima di azzardarvi a mangiarli. Per le piante non mi metter a farvi un elenco di
quelle commestibili, dovrete affidarvi alle vostre conoscenze (un consiglio, se non siete sicuri non rischiate, andate
sempre sul sicuro, ciliegie, mele, pere, more, lamponi, li conosciamo tutti credo). Anche alcuni funghi sono commestibili,
ma gli altri sono pericolosi quanto le piante velenose se non pi, evitate di toccarli se non li conoscete. Per gli animali
siamo a cavallo, potete mangiarvi di tutto, il problema prenderli. Prima di mettervi a correre dietro a una lepre per
ragionateci sopra. In una situazione demergenza andare a caccia non la soluzione pi giusta per mangiare. Luomo si
differenzia dallanimale per via della sua intelligenza, quindi usiamola. Invece di andare noi dalla preda, facciamola
venire da noi. Se avete del materiale potete costruire delle trappole. (ATTENZIONE: La caccia con le trappole si chiama
Bracconaggio ed severamente punita dalle nostre leggi. Non vi spiegher come si fa, ma credo che tutti noi abbiamo
una vaga idea di come si fa un cappio o una gabbia. Non va usata per divertimento, ma solo se veramente
necessario). Per, anche se riuscite a catturare qualche animale, bisogna saper scuoiarlo, sventrarlo e cucinare la
carne, cosa che non tutti sanno fare. Prima di fare cavolate ragionate se ne vale la pena, vi assicuro che non semplice
se non si mai fatto. Se siete vicino a un torrente potreste trovare dei pesci, per prendere una trota basta una lenza, un
amo e una cavalletta (o un altro insetto) od un bastone appuntito ed un pesce eccezionalmente buono. In alternativa a
tutto questo ci sono quei cibi che tanto disgustiamo ma che sono ricchi di proteine e possono salvarci la vita. Cavallette,
scarafaggi, vermi, farfalle, formiche, etc sono tutti commestibili e a trovarli non ci si mette niente hakuna matata .
Cucina alla trapper
Trapper: erano cos chiamati gli uomini di frontiera; quelli che vivevano lontano dalla civilt, ai confini con mondi nuovi e
selvaggi.
Costoro anche nel mangiare erano pratici e semplici; non sempre usavano la padella, preferivano il fuoco vivo e la brace.
Per questo la cucina alla brace nota come cucina trapper.
La tecnica della cucina trapper essenziale, semplice e veloce. Non deve essere fatta su fiamme ma solo su braci
ardenti (molte braci). Non si dovrebbero usare utensili, ma solo materiale fornito dal bosco.
Prepariamo le braci:
Per produrre le braci adatte alla cucina trapper necessario accendere un fuoco,
avendo laccortezza di scegliere particolari tipi di essenze. C quella, la cui brace dura
molto; e quella, la cui brace dura meno. Ci si procura della legna secca, stagionata,
evitando quella verde che brucia male e produce fumo. Si utilizzano legni duri, quelli
degli alberi a crescita lenta come: faggio, quercia, carpino Le loro braci dureranno a
lungo e permetteranno una cottura completa degli alimenti. Si devono evitare i legni
teneri come: pioppo, pino, abete La loro brace si consuma presto ed necessario
procurarne una gran quantit se si vuol mantenere costante la temperatura di cottura dei cibi.
Per ottenere un buon letto di brace ci vuole almeno mezzora; ed meglio lavorare su 3 fuochi separati. La brace
pronta quando la fiamma rossa e sulla legna compare una leggera velatura bianca. Il letto della brace deve essere pi
largo dellalimento che si cucina, e deve avere lo spessore ridotto al centro e pi spesso ai lati cos da produrre un calore
avvolgente. Per valutare la temperatura del fuoco si avvicina la mano alla brace, pi o meno allaltezza cui metteremo
lalimento da cucinare, e si contano i secondi per verificare la sopportazione del calore, se togliete la mano:
dopo 1 secondo ci sono circa 250C,
dopo 2-3 secondi ci sono circa 200C
dopo 4-5 secondi ci sono circa 180C
dopo 6-8 secondi ci sono circa 140C
meglio iniziare con la brace a calore medio-alto, che poi diminuir durante la cottura ma senza abbassarsi troppo.
Utensili di cottura
Sappiamo che con la cucina trapper non si possono usare pentole e tegami, ma come
cuciniamo allora? Semplicemente usando quello che ci offre la natura. Il pi semplice utensile
da costruire il classico bastoncino o toffoletta come lo chiama qualcuno; cercate un ramo
verde abbastanza dritto e spesso (7mm, 1cm di diametro) e spellatelo con il coltellino (fate
attenzione); poi appuntitelo e infilateci le vostre cibarie (Un consiglio: lasciate la corteccia solo
sul manico per evitare che vi scivoli quando lo maneggiate. Non utilizzate la legna degli alberi
amari o aromatizzanti: tiglio, betulla, salici Perch possono rendere cattivo il sapore dellalimento cucinato).
Se siete fortunati da scovare un ramo che si biforca potreste sempre usarlo per cuocere in maniera pi ordinata (vedi il
disegno ad inizio del paragrafo). E i tempi di cottura? beh essenzialmente dipende dai vostri gusti. Personalmente
preferisco la carne al sangue, per cui la cucino poco. La risposta a questa domanda dovete chiederla al vostro palato.
Se avete tempo, magari mentre il fuoco produce le braci, potete cimentarvi nella costruzione di utensili un po pi
complessi; ad esempio grigliette fatte con rami verdi intrecciati. Le foto qui sotto ne mostrano solo alcuni tipi, occorre
avere un podi fantasia e di inventiva.

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