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Meccanica Quantistica - A.A.

2012/2013
Prova scritta - 28.06.2013
Per MQI risolvere il Problema 1;
Per MQII e per il corso annuale di MQ risolvere Problema 1, 1)-3), e Problema 2.
Tempo disponibile: 3 ore
Problema 1
1) Si scriva loperatore T(k) che trasla limpulso di una particella di k: e.g., da p a
p+k.
Il deutone pu` o essere considerato in prima approssimazione come un (unico) sistema
legato pn in una buca di potenziale in onda S. Sia lenergia di legame. Supporremo
nel seguito che il raggio dazione della forza pn sia molto piccolo, cio` e che la funzione
donda dello stato legato possa essere approssimata dalla sua forma allesterno della buca
di potenziale. Si assumano m
p
= m
n
.
2) Nellapprossimazione detta sopra si scriva la funzione donda dello stato legato di
deutone.
3) Il protone della coppia p n riceve per urto una velocit` a v. Lurto ` e molto veloce.
Qual` e la probabilit` a di disintegrazione del deutone in questo processo? (Fig. 1)
Discutere i limiti v 0 e v della detta probabilit` a.
4) Supponiamo che il deutone si sia disintegrato a causa dellurto ricevuto a t =0. Dopo
un tempo t qual` e il valor medio r
2
dellelettrone del deuterio, che era nello stato
fondamentale prima dellurto? (Fig. 2)
Problema 2
Un fascio di particelle neutre con momento magnetico si muove di moto rettilineo unifor-
me lungo lasse x, con velocit` a v, soggette ad un campo magnetico B
0
diretto lungo lasse
z. Le particelle hanno spin 1/2 e sono nellautostato con s
z
=1/2.
Nellintorno al punto x =0 si trova un campo magnetico lungo lasse y schematizzabile
con
B
y
= B
1
exp(|x|/a)cos(t); B
1
B
0
Questa zona ` e indicata nel seguito come apparato sperimentale. N.B.: il moto delle
particelle in direzione x ` e qui trattato classicamente, con x vt.
1) Si calcoli in teoria perturbativa in B
1
qual` e la probabilit` a di inversione dello spin
nellattraversare lapparato sperimentale.
2) Si spieghi come la dipendenza da del risultato possa essere utilizzata per una
misura di e si indichi come lerrore sulla misura dipende dalla lunghezza a.
3) Si supponga di costrurire un esperimento in cui lapparato precedente venga ripetuto
a distanza b a, prima si faccia il caso di una sola ripetizione e poi di N ripetizioni:
cosa cambia rispetto alla precisione della misura?
Formule utile:

d
3
x
1
r
2
e
r
e
iqx
=
2
2
q

4
q
arctan(

q
)
1
P
N
v
Figura 1: Deutone
e
D
Figura 2: Deuterio
2
Soluzioni
Problema 1
1) Loperatore che aggiunge (trasla) limpulso di una quantit` a p
1
` e
T(p
1
) = e
ip
1
x/ h
,
in analogia con il noto operatore che trasla la posizione x di x
0
,

T(r
0
) = e
i px
0
/ h
.
La cosa si verica immediatamente in rappresentazione degli impulsi:
e
ip
1
x/ h
(p) = exp(p
1

p
)(p) =(pp
1
) (1)
Ad esempio se ` e una funzione piccata attorno al valore nullo del suo argomento, lo
stato trasformato descrive uno stato con impulso p
1
.
Oppure, pi ` u banalmente, lavorando nella rappresentazione delle coordinate, lopera-
tore T(p
1
) = e
ip
1
x/ h
, agendo su un autostato dellimpulso con autovalore p,
e
ipx/ h
d` a luogo ad uno stato
e
ipx/ h
T(p
1
)e
ipx/ h
= e
i(p+p
1
)x/ h
,
che ` e un autostato dellimpulso con autosalone p+p
1
!
In generale, una qualsiasi funzione donda pu` o essere espressa come combinazio-
ne lineare di onde piane (autostati dellimpulso); ogni componente in p riceve lo
suddetto spostamento. Cio` e
(r) =

d
3
p(p)e
ipx/ h
(2)
T(p
1
)(r) =

d
3
p(p)e
i(p+p
1
)x/ h
=

d
3
p(pp
1
)e
ipx/ h
(3)
che riproduce la (1).
2) Per una stato legato in onda S la funzione donda asintotica ` e, con le notazioni del testo:
(x) = A
1
r
e
r
; =

2/ h
` e la massa ridotta del sistema. La condizione di normalizzazione impone
4A
2
1
2
= 1 (4)
4) Lo stato iniziale del sistema ` e
(R, r) = exp(iPR/ h)(r) (5)
Indichiamo con 1, 2 il protone ed il neutrone. R ` e la coordinata del centro di massa e
P limpulso del centro di massa (si suppongono uguali le masse delle due particelle)
R =
r
1
+r
1
2
; r = r
1
r
2
r
1
= R+
1
2
r; r
2
= R
1
2
r
3
Per quanto visto al punto 1 la funzione immediatamente dopo lurto ` e approssimabile
dalla forma

f
= e
imvr
1
/ h
e
iPR/ h
(r) = e
i(mv+P)R
e
i
m
2
vr/ h
(r) (6)
In totale il sistema ha acquisito un impulso mv quindi limpulso nale dovrebbe
essere
P
f
= P+mv
e confrontando con lespressione precedente si deduce che la funzione donda relati-
va dopo lurto ` e

f
= exp(iqr)(r), q mv/2 .
La probabilit` a che non si ionizzi vale
P
0
=


2
(r)e
iqr

2
= A
2

2
2
q

4
q
arctan(
2
q
)

(7)
e la probabilit` a di disintegrazione ` e
1P
0
in quanto il solo stato legato ` e quello indicato sopra. Un modo alternativo di veri-
care laffermazione ` e di scrivere le funzioni donda del continuo normalizzate in un
volume V.
Come verica, non ` e difcile dimostrare che nel limite di piccola velocit` a, i.e., q 0,
(il limite adiabatico), P
0
1, utilizzando
arctan

q


2

, q 0,
nella (7), e ricordando la (4). Questo ` e consistente, come si vede direttamente dalla
(7):
P
0
=


2
(r)e
iqr


2
(r)

2
= 1. (8)
P
0
tende a 0 invece nel limite opposto, q .
Dopo la disintegrazione del deutone, il deuterio (lelettrone) resta senza il protone, e
non sar` a pi ` u legato. Tuttavia a t = 0+ la funzione donda resta quella del deuterio legato,

0
=
r
3/2
B

e
r/r
B
Per calcolare r
2
allistante t, conviene utilizzare lo schema di Heisenberg,
(t)|r
2
|(t) =|(0)|r
2
H
|(0) ,
dove
r
H
= e
iHt/ h
re
iHt/ h
,
ma visto che il sistema ` e ora libero,
r
H
= e
ip
2
t/2m h
re
ip
2
t/2m h
= e
ip
2
t/2m h
i h
p
e
ip
2
t/2m h
= r +
p
m
t
(doce abbiamo utilizzato la rappresentazione degli impulsi per convenienza). Dunque
(t)|r
2
|(t) =(0)|r
2
H
|(0) =(0)|

r
2
+
r p+p r
m
t +
p
2
m
2
t
2

|(0).
4
Il secondo termine si annulla, mentre
(0)|r
2
|(0) = 3r
2
B
,
(0)|p
2
|(0) = 2m(0)|H +
e
2
r
|(0) = 2m

e
2
2r
B
+
e
2
r
B

=
me
2
r
B
,
perci ` o
(t)|r
2
|(t) = 3r
2
B
+
e
2
mr
B
t
2
.
Problema 2
La particella si muove di moto rettilineo e possiamo trascurare linusso sul moto del
campo magnetico, quindi possiamo porre x = vt.
LHamiltoniana del sistema, relativa allo spin, ` e:
H =B
0
s
z
B
y
(t)s
y
=
1
2
B
0

1 i
B
1
B
0
e
v|t|/a
cos(t)
i
B
1
B
0
e
v|t|/a
cos(t) 1

(9)
Porremo h
0
= B
0
, , h
1
= B
1
.
Lo stato iniziale e nale hanno energia
E
i
=
1
2
h
0
; E
f
=
1
2
h
0
Lampiezza di probabilit` a per passare dallo stato i allo stato f ` e
a
f i
=
i
h

e
i
h
(E
f
E
i
)
V
f i
(t)dt =
i
h

e
i
0
t
V
21
(t)dt
Nel fare lintegrale possiamo limitarci al termine risonante ottenendo
a
f i
=
1
4
B
1
1
h

e
i
0
t
e
v|t|/a
e
it
=
1
4

1
2v/a
(
0
)
2
+v
2
/a
2
(10)
e quindi per la probabilit` a
P
if
=

2
1
4
v
2
a
2
1
((
0
)
2
+v
2
/a
2
)
2
(11)
Il risultato ` e una curva risonante per =
0
quindi misurando la frequenza di risonanza si
ha una misura del momento magnetico . In prossimit` a della risonanza possiamo scrivere
((
0
)
2
+v
2
/a
2
)
2

v
4
a
4
+2(
0
)
2
v
2
a
2
= 2
v
2
a
2

(
0
)
2
+
v
2
2a
2

quindi
P
if
=

2
1
8
1
(
0
)
2
+
v
2
2a
2
(12)
che ` e una Lorentziana con larghezza
=

2
v
a
che d` a lordine di grandezza lincertezza sulla misura.
Attorno a x = b il campo magnetico ` e
B
1
e
|xb|/a
cost B
1
e
|vtb|/a
cost
5
0.5 1.0 1.5 2.0
2
4
6
8
Figura 3: P
if
come funzione di , misurato con un apparato
Per lampiezza (10) si ha
a
(1)
f i
=
B
1
4
1
h

e
i
0
t
e
(|vtb|/a
e
it
=

1
2
v/a
(
0
)
2
+v
2
/a
2
e
i(
0
)b/v
(13)
dove abbiamo spostato la variable t = +
b
v
nel calcolo. In presenza di due apparecchi a
x = 0 e a x = b, il risultato per a
1
f i
` e, allordine pi ` u basso in B
1
, la semplice somma di (10)
e (13):
a
(1)
f i
=

1
2
v/a
(
0
)
2
+v
2
/a
2
(1+e
i(
0
)b/v
) (14)
dove osserviamo effetti importanti dellinterferenza tra due ampiezze (tra il processo di
spin ip dovuto al primo apparato e quello dovuto al secondo apparato).
P
(2)
=

2
1
2
1
(
0
)
2
+
v
2
2a
2
cos
2
(
0
)
b
v
(15)
In generale per N apparati a distanza b fra di loro
A
f i
=
N1

n=0
e
in(
0
)b/v
a
f i
=
e
iNb/v
1
e
ib/v
1
a
f i
e quindi per la probabilit` a
P
(N)
=

2
1
8
1
(
0
)
2
+
v
2
2a
2
sin
2
(N(
0
)
b
v
)
sin
2
((
0
)
b
v
)
(16)
N.B, a questo ordine (al primo ordine in B
1
), non ci sono contributi in cui lo spin si inverte
pi ` u di una volta. La parte risonante della curva (di larghezza v/a) ` e suddivisa in frange
di larghezza v/(bN), migliorando notevolmente la precisione della misura di , come
illustrato in Fig.3, Fig.4 e Fig.5.
6
0.5 1.0 1.5 2.0
5
10
15
20
25
30
Figura 4: P
if
come funzione di , misurato con due apparati
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0
20
40
60
80
100
120
140
Figura 5: P
if
come funzione di , misurato con quattro apparati
7

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