ra, la citt di Reggio Emi- lia sottoposta a conti- nua e incontrastata ricognizio- ne aerea da parte alleata. I mo- tivi di tanto interesse sono evi- denti: le Officine Reggiane, specializzate nella fabbricazio- ne di aerei da guerra, laero- porto militare e lo scalo ferro- viario, raccolti in uno spazio contiguo. Non sembra per che questi sorvoli abbiano in- dottoleautoritaintensificare gli avvisi alla popolazione e le difese. Forse nonsi vuole crea- reallarmismo. Intanto, le informazioni sullattivit industriale, che il controspionaggio inglese rac- coglie da tecnici fuoriusciti dalla fabbrica, alle quali si ag- giungono le valutazioni di esperti americani su di un esemplare di aereo da caccia RE-2005 catturato in Sicilia e ritenuto altamente competiti- vo, sono con ogni probabilit gli elementi che inducono il ComandodellAviazione ame- ricana del Mediterraneo a pia- nificare ladistruzione del com- plesso reggiano, possibile spi- na nel fianco della strategia al- leata di attacco al cuore della Germania. Il numero di aerei sfornati mensilmente dalle Reggiane non mai stato imponente, ma il timore degli Alleati che lo stabilimento, messo sotto gestione tedesca, possa incre- mentarela sua produttivit, di- sponendo dei materiali strate- gici primacarenti. Al momento, alla testa di quel comando a Bari, c una figura gi leggendaria, il gene- rale James Doolittle, lautore dellattacco aereo dimostrati- vo su Tokio, pochi mesi dopo quello giapponese di Pearl Harbor. Alla fine del 1943 quindi il passaggiodal pianoallattacco sul concentrato reggiano di obiettivi presto attuato, con lordine dimpiego di tutti i bombardieri B-17 dislocati ne- gli aeroporti pugliesi. L'attacco coordinato con la Raf inglese, che fa la sua par- te con lincursione serale del giorno 7, mentre il grosso del pestaggio opera delle 109 Fortezze chealle 13.30 del gior- no 8 si presentano in quattro ondate sul cielo di Reggio, ri- versandoil lorocaricomortale di 1.100 bombe allindirizzo delle Officine e della Stazione. Ma non erano bombe intelligenti! Larea colpita, oltre 10 volte quella degli obiettivi, e le strut- ture coinvolte, come gli ospe- dali, fanno gridare la propa- ganda del regime allattacco terroristico. Purtroppoper, la tecnica di bombardamento adottata al momentoera quel- la quantitativa della dissemi- nazione dei colpi per avere maggiori probabilit di succes- so. Accanto alle Officine, di- strutta la Stazione mentre lAe- roporto colpito marginal- mente. L a sera del 7 gennaio le sirene dallarme risuo- nano in citt mentre le bombe stanno gi cadendo. Gli aerei inglesi hannosorvo- lato Ravenna e mezza Emilia lanciando volantini: possibi- le che non sia partita alcuna segnalazione della Difesa contraerea? Nessuna autori- t spiega poi il mistero. Nel corso dellattacco le posta- zioni contraeree, in pratica prive di fotoelettriche, spara- no quasi alla cieca verso gli aerei che fanno un carosello di passaggi, senza colpirne al- cuno. Lo stato della contraerea anche qui molto debole, con poche postazioni dotate di mitragliatrici incapaci di rag- giungere aerei a quote alte e nessuna unit dotata di can- noni antiaerei, salvo qualche unit mobile tedesca. SullAeroportonon insedia- to alcun reparto da caccia; quello tedesco giunto dopo l8 settembre stato trasferi- toinRussiaadicembre. Anche la difesa passiva, la retedei rifugi, nondellepi solide. I manufatti ad uso pubblico, e le cantine(!), pro- teggonoda schegge e sposta- menti daria di bombe esplo- se nei pressi, ma i colpi diret- ti sono letali, come accade nel ricoverodi vialePiave. Per il bombardamento del giorno8lAviazione america- na prevede il contrastodi ae- rei da caccia tedeschi e della Rsi in decollo da altri aero- porti del NordItalia, e cos af- fiancano ai bombardieri ol- tre 100 aerei da caccia. Du- rante il sorvolo inzona e lat- tacco non avvistano per al- cunaminaccia. La lettura dei rapporti de- gli equipaggi, oltre 1.200avia- tori sulla testa dei reggiani, sconfortante e tutti dichiara- no: No Flak - No enemy fi- ghters - Goodbombing, nes- suna contraerea pesante - nessuncaccia nemico- bom- bardamento buono. Pratica- mente una gita, qualcunodi- chiara. Lostatodelladifesacontra- erea a Reggio non migliora nei mesi successivi e anche i pesanti spezzonamenti di primavera avvengono senza danni per gli attaccanti. Tutta la zona degli stabilimenti era da tempo sotto la stretta sorveglianza dei velivoli da ricognizione Apianificare la distruzione degli impianti fu il generale James Doolittle, eroe dellattacco a Tokyo Il mirinopuntatosulleReggiane Gli Alleati sapevanocheleofficineproducevanoil RE-2005, aereotecnologicamenteallavanguardia Ciche restava della stazione ferroviaria di piazzale Marconi Uncapannone delle Reggiane visto dalla ferroviaMilano-Bologna Il reparto Avio delleReggiane distruttodal bombardamento dell8gennaio. Inprimo piano i relitti di alcuni cacciaRe-2001 distrutti primadi entrare in servizio la reazione da terra Niente fotoelettriche al cielo nientecontraerea efficace Unamitragliatrice Sant-Etiennedella Grande Guerra: lacontraerea reggiana BOMBE SU REGGIO GLI OBIETTIVI E LE DIFESE VI Settant'anni fa GAZZETTA MARTED 7 GENNAIO 2014