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Tucidide.

Storie
Libro I
Lopera si apre con una presentazione dellautore, in terza persona, e dellargomento,
la guerra tra Pelopennesi e Ateniesi, e come combatterono fra loro. Si tratta di un
argomento degno di menzione, perch considerato levento che sconvolse pi a fondo la
Grecia e alcuni paesi barbari.
Lautore si sofferma dapprima in una descrizione di tipo etnografico e archeologico,
passando in rassegna levoluzione delle poleis greche sin dal principio. Si avverte qui
linfluenza del procedimento degli aitia (=cause, origini). In origine, la Grecia non aveva
conosciuto un grande progresso politico, per via delle continue ondate migratorie. In realt,
lidea stessa di unEllade non esisteva (ne prova lo stesso Omero, che, scrivendo nellVIII
sec. a.C., non accomuna mai tutti gli Elleni).
Dopo una breve descrizione della potenza minoica e della diffusa pratica della
pirateria, Tucidide sottolinea come i modi di vita dei primi Greci non fossero in nulla diversi
da quelli dei barbari. (critica allorigine grandiosa e divina della stirpe ellenica). Una
prima concentrazione di potere fu quella espressa dallegemonia di Agamennone sulle terre e
sulle isole, che viene riecheggiata anche nellIliade. In realt, storicamente, la spedizione
contro Troia fu molto pi modesta di quella raccontata da Omero, sia per cause materiali (le
navi non potevano trasportare molti passeggeri), sia per la scarsit di denaro sufficiente a
garantire una grande spedizione. (critica alle enfatizzazioni poetiche)
Solo dopo lungo tempo, in Grecia si ebbe un periodo di relativa pace e iniziarono a
prodursi le prime forme di civilt non fondata sulla guerra. In questo periodo un ulteriore
fattore che imped ai Greci di fondersi e creare una potenza unitaria fu il fenomeno delle
tirannidi, basato sullegoismo dei tiranni.
In ogni caso, la maggior parte dei conflitti che andavano decidendo via via il
predominio di alcune poleis sulle altre, erano soprattutto conflitti per mare. Uneccezione a
questo stato di cose rappresentata da Sparta, che mantenne sempre una salda coesione
interna.
Dopo le guerre persiane, il periodo successivo e precedente alla guerra del
Peloponneso pieno di conflitti tra le varie citt, il che port ad un progressivo affinamento
delle tecniche militari.
solo nel cap. 20 che lautore introduce questioni di metodo storico (fino al cap.
22). La storia definita come una materia difficile, soprattutto per lintrinseca problematicit
della raccolta e verosimiglianza dei dati. Gli uomini, infatti, si accontentano di indizi e
testimonianze dubbie, alle quali danno fede, e si tramandano cos dei racconti che non
corrispondono alla realt storica. Il vero storico lo stesso Tucidide nel redigere questopera
si invece attenuto a fatti storici, ricavandoli o dallesperienza personale diretta, o dalle
testimonianze di persone fededegne. In ogni caso, si raggiunge una certezza che non si
discosta essenzialmente dal vero, mai la verit assoluta! Lo storico deve prendere le
distanze innanzitutto dai poeti, che tendono ad esaltare e quindi a deformare gli eventi;
poi dai logografi, che compongono opere pi destinate allascolto e a conquistare luditorio,
che non a rispettare la verosimiglianza.
Si potrebbe concludere che, allora, la verosimiglianza sempre troppo vaga, perch
una scienza riguarda la verit, mentre la storia anche quella critica e meditata di Tucidide
non pu che avvicinarvisi. Ma lo stesso autore ad affermare implicitamente un principio: il
livello di sufficienza di una descrizione storica dipende anche dalla distanza dal tempo
presente del momento in cui i fatti si sono realizzati. Per questo Tucidide afferma che il
prodotto delle mie ricerche, elaborato dallanalisi degli elementi di prova pi sicuri e
perspicui, raggiunge la sufficienza se si considera la distanza del tempo che ci separa dagli
eventi discussi.
Tucidide dice anche di aver riscritto i discorsi tenuti dai diversi oratori. La sua
ricostruzione storica, infatti, infarcita di discorsi diretti, attribuiti a vari autori (ma anche di
testi di lettere scritti da personaggi chiave degli eventi). Nel I libro vi sono esempi eloquenti
di lunghi discorsi attribuiti agli ambasciatori di Corcira o al re spartano Archidamo nel
momento della decisione sulla guerra da dichiarare ad Atene.
In ogni caso, lopera storica un lavoro difficile, perch anche se disponiamo di pi
testimonianze su uno stesso evento, esse risulteranno sempre diverse in misura maggiore o
minore, perch ogni uomo non soltanto ricorda ci che per lui pi importante, ma vi
sovrappone anche un giudizio di valore profondamente personale.
Nella descrizione delle ragioni che hanno portato allo scontro tra Sparta ed Atene,
(ricerca delle cause=eziologia, da aitia=origini) Tucidide distingue due livelli: da un lato, le
reali ragioni spesso di natura realisticamente economico-politica del conflitto, e quelle
esposte dalle singole parti, ammantate spesso di giustificazioni di ordine etico (nello
specifico, la rottura dei patti di Atene).
Da notare, infine, che la narrazione non ha sempre un andamento cronologico. In
diversi casi, lautore cogli loccasione per fare una lunga digressione sullorigine di un
ordinamento, del dominio di una polis, ecc. (tecnica dellanalessi=retrospezione).

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