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Accordo di numero e genere

Chiunque si trovi a sfogliare questo manuale sappia che lincertezza colpisce anche chi, in teoria,
dovrebbe conoscere la grammatica a menadito, anche chi si arroga il diritto, come noi, di prendere
in mano il testo di un altro e sottoporlo a chirurgici editing e correzione di bozze. Capita a volte che
perfino chi lavora in una redazione non riesca in modo automatico a risolvere alcuni dubbi, e ci
sentiremmo di aggiungere: Per fortuna!. Il redattore ideale, e questo vale per tutti coloro che si
trovano a scrivere una lettera, un curriculum o un articolo di giornale, non pu cristallizzarsi, deve
mettersi al servizio della parola e comprendere il contesto che la accoglier. Non stiamo cercando di
istigare a un uso anarchico della lingua; auspichiamo semplicemente, entro certi limiti, una
ragionevole morbidezza.
Abbiamo gi visto cosa succede con gli accenti, in particolare con laccentazione di se/s stesso; ora
introduciamo un altro spinoso problema linguistico, nei confronti del quale non esiste un
atteggiamento univoco: laccordo di numero e genere. Come ci si regola di fronte a un soggetto che
esprime pluralit come la maggior parte? Qualcosa maschile o femminile? Il participio passato
invariabile? Si accorda al soggetto? o al complemento oggetto? (Ho letto i libri o ho letti i libri?).
Per un approfondimento del seguente schema si rimanda alla Grammatica di Luca Serianni, gi
citata in precedenza.

ACCORDO DI NUMERO SOGGETTO PREDICATO VERBALE

Quando tra due o pi soggetti ve ne sono alcuni alla prima o alla seconda persona, il
predicato verbale si accorda rispettivamente alla quarta e alla quinta persona (Io e Carlo
siamo andati al cinema; tu e tuo fratello siete insopportabili).

Quando pi soggetti sono legati da virgola o da una congiunzione copulativa come e e n, il


predicato verbale si accorda alla sesta persona (lansia, la paura, lincertezza rendono la
vita difficile; n Carlo n suo fratello sono insopportabili).

Quando in una serie di soggetti legati da virgola, il secondo o quelli che seguono
rappresentano unesplicazione del primo, il predicato verbale si accorda alla terza persona
(riprendiamo qui un esempio riportato da Serianni1: quelluggia, quellorrore indefinito con
cui lanimo combatteva da qualche tempo, parve che a un tratto lo soverchiasse, Manzoni,
I Promessi Sposi, XVII 16).

Quando due soggetti sono uniti da congiunzione disgiuntiva o, oppure, ovvero, il predicato
verbale si accorda al singolare (domani ti vengo a prendere io o tuo fratello).

Serianni, Grammatica italiana, cit., XI 357a.

Nel caso di un soggetto + complemento di compagnia, il predicato va al singolare ( venuta


a prendermi insieme con/a mio fratello). Sottolineiamo qui, per, la tendenza sempre pi
diffusa a utilizzare il predicato al plurale, soprattutto nel caso in cui si tratti di verbi che
presuppongono la presenza di pi persone, come amarsi, dirsi, parlare (ce ne siamo dette di
tutti i colori con Carlo, con Davide ci siamo amati follemente).

Quando un soggetto singolare esprime pluralit, o nel caso di un nome collettivo seguito da
di + un nome plurale, non rara la concordanza a senso 2, sostiene Serianni. La
questione in oggetto molto dibattuta, senza che si sia giunti a una norma definitiva. Infatti,
mentre Serianni accoglie labitudine sempre pi diffusa alla concordanza plurale, c chi,
come Giuseppe Patota, ritiene che La concordanza a senso non consigliabile nella lingua
scritta ma accettabile in quella parlata 3, e dello stesso avviso sono anche Pietro Trifone e
Massimo Palermo: Occorre fare attenzione a evitare casi di accordo a senso fra soggetto e
predicato che si verificano in particolare quando il soggetto costituito da unespressione
formalmente singolare, ma semanticamente plurale4. LAccademia della Crusca, pi
tollerante, scrive al riguardo: Si tratta del tipico mancato accordo soggetto-predicato
(concordanza a senso), tanto pi in presenza di un collettivo, largamente accolto e per nulla
percepito come irregolare, cosicch la sua piena accettabilit potrebbe essere sancita anche
dalla norma e alcuni linguisti ne hanno proposto linserimento in una lista di tolleranze per
evitarne la censura da parte di correttori troppo rigorosi5.

ACCORDO AGGETTIVI-NOMI

Nel caso di una serie di nomi tutti al maschile, o di nomi tutti al femminile, laggettivo va
rispettivamente al maschile plurale (aveva occhi, capelli e baffi neri) e al femminile plurale
(indossava una camicetta, una maglia e una gonna bianche).

Nel caso di una serie di nomi maschili e femminili, di norma laggettivo va al maschile
(tazze, bicchieri, pentole e piatti erano puliti), ma se lultimo nome della serie femminile
plurale, allora laggettivo pu essere femminile plurale (indossava pantaloni e scarpe nere).

Serianni, Grammatica italiana, cit., XI 361.IV.

Giuseppe Patota, Grammatica di riferimento dellitaliano contemporaneo,


Garzanti Linguistica, 2006, p. 55.
4

Pietro Trifone e Massimo Palermo, Grammatica italiana di base, Zanichelli,


2005, p. 200.
5

http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4702&ctg_id=93

ACCORDO PARTICIPIO PASSATO-SOGGETTO

CASI CERTI

Nel caso di verbi riflessivi e passivi, il participio si accorda nel genere e nel numero con il
soggetto: i bambini si sono fatti la doccia, Francesca lodata da tutti.

Nel caso di verbi intransitivi che al participio richiedono lausiliare essere, vi sempre
concordanza tra participio e soggetto: i bambini sono andati a letto presto, le ragazze sono
partite questa mattina. Quando lausiliare avere, il participio invariabile ed sempre
maschile singolare: oggi ho bevuto due litri dacqua, i giocatori hanno cantato linno.

Nel caso di verbi pronominali e impersonali il participio invariabile ed sempre maschile


singolare: s fatto tardi (anche se registriamo la diffusione di espressioni quali s fatta
lora, non solo nella lingua parlata), piovuto.

Nel caso di verbi pronominali il participio si accorda con il soggetto: Carla si lamentata.

CASI CONTROVERSI

Riprendiamo lesempio di Giuseppe Patota: Quando il participio passato del verbo essere
(stato), dei verbi sembrare e parere (sembrato e parso) e di alcuni altri verbi usati al passivo
come ritenere, considerare, giudicare (ritenuto, considerato, giudicato) seguito da un
nome, il participio pu concordare sia con il soggetto sia (pi raramente) con il nome che
segue: La commedia di Gigi Proietti stata un gran successo (accordo con il soggetto);
La commedia di Gigi Proietti stato un gran successo (accordo con il nome che segue)6.

ACCORDO PARTICIPIO PASSATO-COMPLEMENTO OGGETTO

Quando il participio preceduto dai pronomi lo, la, li, le e dalla particella ne, esso si
accorda sempre con il complemento oggetto: li ho comprati ieri, le ha preparate lei, ne ha
viste di tutti i colori.

Esistono poi altri casi, pi rari, in cui sono accettate entrambe le forme, sia quella con
accordo sia quella senza. Quando si hanno pronomi che fungono da complemento oggetto, si
potr dire ti ho vista ma anche ti ho visto; quando si hanno verbi riflessivi apparenti, sar
giusto scrivere mi sono mangiata un panino ma anche mi sono mangiato un panino.

Patota, Grammatica di riferimento dellitaliano contemporaneo, cit., p. 144.

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