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Santo Natale 2014

Anno Nuovo 2015

Carissimi,
con grande gioia celebriamo il Santo
Natale di Ges: anche oggi Egli nasce nei nostri
cuori, nelle nostre anime, per darci il vero
conforto e per rinvigorire la nostra fiducia!
Condivido con voi in questo Natale un racconto storico che pu nutrire la memoria e
una riflessione per aumentare la nostra fede.
Abbiate, se volete, la pazienza di leggere.
Cento anni fa, il 24 dicembre 1914 il Papa Benedetto XV eletto il 3 settembre tenne il
suo primo discorso natalizio ai Cardinali. Anche la Prima Guerra Mondiale era scoppiata da
pochi mesi, il 28 luglio, e gi mieteva un consistente numero di vittime. Il Papa, estremamente
angosciato, disse:
Tra questi voti, nessuno sembra n pi proprio del peculiare carattere insito alla festivit
Natalizia, n pi rispondente al bisogno che oggi stringe ogni cuore, quanto quello della pace. Questo
augurio e questo voto Noi perci accogliamo con particolare sollecitudine, spintivi dai luttuosi
avvenimenti che da ben cinque mesi vanno vestendo gramaglie a tutto luniverso. Purtroppo non piacque
alla Divina Provvidenza che il nostro Pontificato sortisse auspici giocondi: ch anzi, mentre si sarebbe
voluto salutarlo con voci di letizia, lavvento del nuovo Padre della cristiana famiglia in molte regioni fu
salutato invece con strepito di armi e con fragori di battaglie.
Fu anche a questo scopo che Ci balen alla mente il proposito di schiudere, in mezzo a queste
tenebre di bellica morte, almeno un raggio, un solo raggio del divin sole della pace, ed alle nazioni
contendenti pensammo di proporre, breve e determinata, una tregua natalizia, accarezzando la fiducia
che, ove non potessimo dissipare il nero fantasma della guerra, Ci fosse dato almeno di apportare un
balsamo alle ferite che essa infligge. Oh! la cara speranza che avevamo concepito di consolare tante madri
e tante spose con la certezza che, nelle poche ore consacrate alla memoria del Divino Natale, non sarebbero
i loro cari caduti sotto il piombo nemico: oh! la dolce illusione che Ci eravamo fatta di ridare al mondo
almeno un assaggio di quella pacifica quiete che ignora ormai da tanti mesi! Purtroppo la Nostra cristiana
iniziativa non fu coronata di felice successo.
Papa Benedetto XV non riusc, nonostante i numerosi sforzi dei suoi primi mesi di
pontificato, ad ottenere dai capi di stato e di governo dei paesi in guerra il silenzio delle armi
per la festa natalizia.
Ma il Signore, che lavora nei cuori e non con i governi della terra, aveva gi predisposto
che questo avvenisse.
Un soldato pu indossare una divisa - scozzese, tedesca o francese che sia ma rester
sempre un uomo: con una famiglia, dei sentimenti, delle speranze.
Siamo nelle Fiandre, la notte di Natale del 1914, poche ore dopo il discorso del Papa: i
soldati delle opposte fazioni, disobbedendo ai loro comandanti, si abbracciano, si stringono la
mano, si scambiano dei doni e i Sacerdoti membri degli eserciti celebrano la Santa Messa per i
soldati riuniti. Centomila soldati festeggiano insieme il Natale: certo era gi successo in qualche
guerra precedente, e capiter ancora qualche volta in anni e guerre successive, ma certamente
mai con queste enormi dimensioni.
Tutto parte dalla trincea tedesca, dove inizia a levarsi un canto tradizionale natalizio:
Stille Nacht. Dallaltra parte anche dalla trincea inglese si alza un canto: The First Nowell. Poco
dopo tedeschi e inglesi allunisono cantano lAdeste, fideles in latino.

Un fuciliere della London Rifle Brigade ricorda nel suo diario la commozione davanti allo
spettacolo di due eserciti nemici che cantavano lo stesso canto di Natale nel mezzo della guerra.
Poi piccole luci appaiono sui parapetti tedeschi delle trincee: piccoli alberi di Natale adornati
con candele accese che iniziano a brillare lungo la linea del fronte, a perdita docchio. Qualcuno
inizia ad avanzare sul terreno scoperto, agitando pacchetti di sigarette e fazzoletti bianchi.
E cos, dopo una serie di canti, tutti i soldati escono dalle trincee, dai loro buchi di fango e
ghiaccio, attraversano la terra-di-nessuno tra le due linee del fronte e iniziano a fraternizzare. Si
scambiano caff, the, sigarette, cioccolato. E addirittura si scambiano come dono parti della
divisa, bottoni, mostrine, stemmi.
La ricerca appassionata di vari autori raccoglie oggi le lettere che i soldati hanno scritto
alle proprie famiglie per testimoniare quanto incredibilmente accaduto. Ne scaturisce uno
spaccato commovente di emozioni e sentimenti: A mezzanotte abbiamo celebrato la Messa () per
un istante Dio stato di nuovo il Signore di questo angolo di terra. E i soldati si chiedevano perch
dovevano ancora combattere, perch quella maledetta guerra, giustamente definita da
Benedetto XV una inutile strage, dovesse ancora reclamare il sangue di qualcuno.
Il canto notturno degli Angeli annuncia pace in terra agli uomini di buona volont, ma
queste parole sono precedute da altre: Gloria a Dio nel pi alto dei cieli. La Chiesa infatti ha
sempre invocato la pace, ma lo ha fatto ricordando che le vere cause della guerra sono spirituali
e morali e risalgono allabbandono della legge di Dio nella vita politica e sociale, nazionale ed
internazionale.
Anche la pace dunque non ha altro fondamento che nel Signore. Lo sentiremo proprio
nel Vangelo di Natale, quando gli Angeli ci ripeteranno anche questanno: Gloria a Dio nei Cieli,
e pace sulla terra.
La Bibbia ci dice che il contrario della pace non la guerra: il contrario della pace il
peccato. Quindi, se vogliamo veramente la pace, dobbiamo eliminare dalla nostra vita il
peccato, che fa deviare il cuore delluomo.
Ecco perch Ges nasce per noi: per togliere i peccati del mondo: la fede ci insegna che
solo con laiuto di Dio possiamo farcela.
Celebrare e annunciare la pace prescindendo dalla fede e dalla conversione personale
vuol dire essere fuori strada. La pace quella vera non ha tanto bisogno della letteratura, e
nemmeno dei convegni (che vanno oggi cos di moda, e sono altrettanto spesso inutili...).
La strada quella indicata dal Signore: bisogna vivere nella luce della fede, e quindi
pregare, per togliere il peccato, quel peccato che la causa della violenza e delle guerre.
Dalla preghiera nasce la conversione del cuore, e da qui viene quella pace che la
presenza stessa del Signore. Il nome che viene dato al Bambino di Betlemme Ges, che
significa: Dio salva.
Qui sta anche il significato della pace che abbiamo detto: se abbiamo fede e se lo
vogliamo, Ges ci salva dal peccato e rende la nostra vita ogni giorno pi simile a quella di Dio.
Quando la terra eleva lo sguardo a Dio, quando gli uomini riconoscono nel Bambino di
Betlemme il loro Re e Salvatore, quando la societ umana canta, come quella angelica, la gloria
di Dio, ci pu essere pace sulla terra per gli uomini di buona volont.
Quando invece la societ si vuole emancipare dallordine naturale e cristiano, per
lasciarsi inghiottire dal relativismo, la pace si allontana e il mondo inevitabilmente scivola nelle
tenebre.
Lasciamoci illuminare dalla presenza di Dio, che accende e alimenta la fede nei nostri
cuori: cos saranno pi veri e sinceri anche i nostri auguri natalizi.
Auguri di Buon Natale!
Don Giorgio

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