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Una vita
daltri tempi
Il 9 febbraio morto Salvatore Lilla, che dal
1965 al 2001 fu scriptor greco della Biblioteca
Vaticana. Era nato a Roma da famiglia siciliana
e dopo gli studi in Italia, conclusi alla Normale
di Pisa, aveva proseguito la sua formazione in
Germania e a Oxford, divenendo specialista del
medioplatonismo, di Proclo e soprattutto dello
Pseudo-Dionigi lAreopagita. Nel 1971 usc a
Oxford una sua monografia su Clement of
Alexandria: A Study in Christian Platonism and
Gnosticism, tuttora considerata un titolo
fondamentale nella bibliografia clementina. Ma
lorizzonte di Lilla non era luniversit. Nel 1965
era entrato in Biblioteca Vaticana con lincarico
di catalogare i manoscritti greci; e assunse il suo
compito con una seriet e una dedizione che
divennero esemplari. Nel 1985 pubblic un
catalogo dei Vaticani
greci 2162-2254, i
codici Colonnesi,
acquisiti alla Vaticana
nel giugno 1821 da
Angelo Mai su
consiglio di Barthold
Georg Niebuhr. Una
serie ricca e
importante, il
cui nucleo era
stato raccolto
nella prima
met del
Cinquecento
dal cardinale
Giovanni
Salviati. Nel
1996 segu un
catalogo di
un'altra
ventina di
manoscritti (Vaticani greci 2644-2663), pochi ma
difficilissimi perch composti da frammenti
recuperati da legature e copertine. E nel 2004
dedic, nella collana Studi e testi, una
magistrale sintesi al fondo vaticano greco (I
manoscritti vaticani greci. Lineamenti di una storia
del fondo). Accanto al suo compito principale di
catalogatore di manoscritti, Lilla diede alla luce
sostanziosi contributi su soggetti diversi, dalla
brachigrafia italo-bizantina alla teologia
negativa, da studi e traduzioni sui Padri del IV
secolo al tema del silenzio nella filosofia greca,
dai presocratici ai Padri greci. Umanista
cristiano, amava il latino e la sua poesia.
Insegn a lungo allIstituto patristico
Augustinianum; nel 1993 tradusse la grande
monografia su Orazio di Eduard Fraenkel.
Schivo, riservato, lontano da ogni mondanit e
apparenza, di una religiosit profonda quanto
intima e interiore, lascia lesempio di una vita
quasi daltri tempi, tutta dedita agli studi e
allistituzione alla quale aveva consacrato la sua
esistenza. (paolo vian)
di SILVINA PREZ
Ventuno anni senza luce e una verit
che giorno dopo giorno sembra allontanarsi sempre di pi. Ventuno anni di
polemiche, colpi di scena, accuse di depistaggio. Quale il movente? Chi sono
gli assassini? Pochi punti fermi, nessun
condannato, tanti dubbi, e tante lacune. Questa storia inizia nel 1994. Alle 10
del 18 luglio un furgoncino pieno
desplosivo distrugge la sede della Associacin mutual israelita argentina
(Amia) a Buenos Aires. Si porta via 85
vite. Tra queste cera Rita Worona,
moglie di Sergio Burstein e mamma di
Romina e Mariano. Burstein, responsabile dellorganizzazione che riunisce i
parenti degli 85 morti e dei 300 feriti,
la memoria storica di una vicenda gravissima, irrisolta, che tocca profondamente il Paese. Si tratta del pi grande
atto terroristico mai consumato in territorio argentino. Un intero palazzo, che
occupava un isolato nel centro della capitale stato polverizzato da un potentissimo esplosivo militare. Immagini a
cui gli argentini non erano abituati. Fatica a parlare, e non solo per la commozione del ricordo. il peso di
ventanni consumati alla ricerca di una
verit. Devo capire, un mio dovere.
questa la sua vera fatica. Lo scorso 18
gennaio, il senso di una giustizia mancata si ulteriormente aggravato quando Alberto Nisman, il procuratore che
stava investigando sullattentato, viene
trovato morto nel suo appartamento il
giorno in cui avrebbe dovuto presentare il proprio dossier di fronte al Parlamento argentino in cui denunciava un
piano delittuoso e deliberato per lasciare impuniti gli accusati dellattentato,
sostenendo che era stato orchestrato da
alte cariche dello Stato con la collaborazione di terzi. Una storia a tinte fosche, che con la morte del magistrato si
arricchisce di un nuovo quanto inquietante particolare, i cui dettagli sembrano allontanarne ulteriormente la soluzione.
Come ci si pu riconciliare con la vita, dopo lorrore? Il perdono va di pari passo
con la ricerca di giustizia?
Il concetto di perdono ebraico c,
un valore. Il concetto questo: chi pu
perdonare solo la vittima non i parenti; da l il valore della vita umana. Sopprimere una vita vuol dire che non hai
pi chi ti pu perdonare.
Giustizia mancata
Ha mai avuto paura?
Sono fatalista, tutto accade perch
deve accadere, forse sono anche incosciente, chiss. Ma io vado avanti. Certo, il clima che si respirato nei giorni
successivi alla morte del procuratore
generale Alberto Nisman stato davvero molto pesante. Di certo molte persone che hanno manifestato spontaneamente non sono preoccupati n per la
giustizia n tantomeno di sapere la verit sullAmia, o chi davvero ha ucciso
il giudice Nisman. C un clima di
scontro sociale che passa attraverso i
mass media che davvero preoccupante. Del resto, non c dubbio che la
mancanza di verit risveglia una profonda sfiducia e finisce per danneggiare
il tessuto sociale argentino. Lunica certezza la necessit di unindagine trasparente ed efficace sui fatti del 1994 e
sulla morte di Nisman. Giorni fa leggevo lappello lanciato da diverse personalit israeliane sul quotidiano Haaretz in cui si avverte la comunit
ebraica argentina di esigere la verit
sullAmia e su Nisman, ma senza lasciarsi confondere con altri fini. Questa
la nostra linea.
Perch non si vuole la verit?
Collusioni. Probabilmente sono implicati personaggi importanti che ancora oggi riescono a gettare la societ nel-
Il metodo democratico
di ANGELO PAOLUZI
Il saggio di Giuseppe Sangiorgi De Gasperi. Uno studio (Soveria Mannelli, Rubettino, 2014, pagine 230, 15 euro) si presta a
diversi livelli di lettura. Lo specifica il sottotitolo, La politica, la fede, gli affetti familiari, che offre altrettante piste per una
valutazione dello statista trentino a sessantanni dalla morte, fuori dalla freddezza
della politologia, in un ritratto che ne campisce la riservata umanit.
La storia dellItalia e del mondo si intreccia con le vicende personali di Alcide
De Gasperi, e luna e le altre confluiscono
in una narrazione che permette di discernere le ragioni di una passione civile ancorata a un impegno spirituale e morale. Nel
dipanarsi quindi del periodo cruciale di
quel secolo breve particolarmente caratterizzato dalla guerra dei trentanni fra il
1914 e il 1945, attorno ai cui drammi scuole
di storici cercano ancora criteri certi di interpretazione.
Di quellepoca, o almeno della parte
conclusiva di essa, De Gasperi fu protagonista indiscusso, non soltanto per il ruolo
svolto nella storia italiana ma anche per il
significato pionieristico della sua testimonianza, proiettata in una consapevole dimensione europea. Con il sostegno di una
fede che dettava i principi dellazione e
suggeriva coerenza di comportamenti.
I sei capitoli del libro si sviluppano secondo percorsi diacronici e, nellevitare le
banalit di una agiografia scandita sulla
successione dei tempi, colgono il senso del
personaggio nelle sue varie dimensioni esistenziali. A cominciare dal momento solenne della morte, descritta nel primo capitolo: allorch il Paese fu consapevole di
quanto perdeva
Economia
che uccide
Sar presentato il 12 febbraio
presso l'Augustinianum di Roma
il libro Papa Francesco. Questa
economia uccide (Segrate, Piemme,
2015, pagine 221, euro 16,90) di
Andrea Tornielli e Giacomo
Galeazzi. Interverranno tra gli
altri il cardinale scar Andrs
Rodrguez Maradiaga,
coordinatore del consiglio di
cardinali per la riforma della
Curia, il ministro italiano per le
Riforme costituzionali, Maria
Elena Boschi, e il presidente del
Movimento cristiano lavoratori,
Carlo Costalli. Alla base dei
ragionamenti di Bergoglio,
secondo gli autori, c la radicalit
evangelica dei Padri della Chiesa.
Si parte dalle disuguaglianze
sociali, dai poveri, dei quali,
secondo alcuni, ammesso parlare
a patto che lo si faccia di rado e
soprattutto senza mettere in
discussione il cosiddetto sistema.
Il fatto che il sistema economico
capitalistico non funzioni, invece,
secondo gli autori il centro del
ragionamento del Pontefice.