Licenziamento per il direttore delle Poste che preleva
69.000,00 euro dai risparmi dei clienti con modalit illecite Un lavoratore di Poste Italiane, con le mansioni di direttore di filiale, effettua numerosi prelievi da un libretto di risparmio intestato a due anziani coniugi, ricoverati in una casa di riposo, pur essendo privo di delega e con modalit illecite, vale a dire attraverso la falsa sottoscrizione di documenti. Alla fine, l'importo complessivo prelevato risulta pari a ben 69.000,00 euro. L'azienda apre quindi un procedimento disciplinare a carico del lavoratore, al termine del quale intima il licenziamento. A questo punto il dipendente impugna il recesso e si difende sostenendo che: i prelievi, in realt, sono stati autorizzati da uno dei due coniugi cointestatari del libretto; la contestazione disciplinare stata effettuata con ritardo rispetto al momento in cui si sono verificati i fatti; non sono state indicate le norme violate; anche altri colleghi hanno partecipato all'evento. Tutti i Diritti Riservati Vietata qualsiasi duplicazione 1
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Sia il giudice di primo che di secondo grado, per, confermano la
legittimit del licenziamento. La Corte d'Appello, in particolare, fonda la propria decisione sul presupposto che: i fatti addebitati al lavoratore non sono stati contestati dallo stesso; uno dei coniugi cointestatari del libretto ha s dichiarato agli ispettori postali di aver permesso i prelievi, ma ci non attenua e non esclude la gravit della condotta posta in essere; la contestazione disciplinare non pu dirsi tardiva, considerando la struttura complessa dell'ufficio e la delicatezza degli accertamenti necessari, richiedenti il controllo di numerose operazioni contabili;
la presunta tardivit della contestazione disciplinare
comunque non ha impedito al dipendente di esercitare il suo diritto di difesa e non ha ostacolato i suoi interessi;
non ha alcun rilievo la mancata indicazione delle norme
violate, vista l'evidente illiceit e gravit dei fatti commessi. Il lavoratore, tuttavia, impugna anche la decisione del giudice di Tutti i Diritti Riservati Vietata qualsiasi duplicazione 2
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secondo grado e la questione finisce in Cassazione.
Senonch la Corte di Cassazione conferma la legittimit del licenziamento, sposando integralmente la motivazione della Corte d'Appello. Aggiunge inoltre che: la delicatezza della funzione svolta dal direttore dell'ufficio postale ed il necessario vincolo fiduciario con l'azienda datrice di lavoro, interrotto dalla condotta del dipendente, giustificano la sanzione espulsiva; la partecipazione all'illecito di altri dipendenti subordinati al direttore non rende lecita la sua condotta, ma caso mai avrebbe giustificato azioni disciplinari anche nei loro confronti. Il lavoratore viene cos condannato al pagamento delle spese processuali e dei compensi del legale dell'azienda, per un totale di 4.100,00, oltre agli accessori di legge. Avv. Francesco Barletta www.licenziamento-dimissioni.com
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