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novit speculativa del Sofista, quella che introduce tra i generi sommi
il diverso (t thteron), che rende possibile il movimento, la comunicazione e quindi una concezione della realt personale. Lesclamazione della Straniero di Elea non un espediente retorico, ma unaffermazione di notevole valore speculativo. Teeteto, il giovane interlocutore solitamente piuttosto disponibile ad accogliere lautorevole argomentazione, ne avverte la sconvolgente novit: Tutto ci gravissimo, esclama. Siamo costretti ad accogliere come necessaria la presenza nellAssoluto di una vita consapevole, di unanima.
Il pantels n, lessere universale omniavvolgente, una figura
ontica che risente delluso del mito nel pensiero greco. Ma sotto il
linguaggio mitico vi una speculazione rigorosa. Gi la nozione di
Assoluto si delinea come coscienza vivente. I filosofi greci nel politeismo antropomorfo del mito trovano uno strumento per tessere in
linguaggio simbolico le loro posizioni speculative. Ci senza incorrere nelle complessit che sarebbero pi tardi emerse nei rapporti con
il messaggio cristiano. Il diascopein (penetrare razionalmente nel senso) pot servirsi in forma allusiva del mithologein (tessere miti). In
questa chiave ci si pu avvicinare alle dottrine speculative con immagini mitiche, rifugiarsi nel mito e praticare lallusione, il presentimento, la pensosa intenzionalit.
Compiendo un balzo di oltre due millenni, potremmo forse trovare in alcune pagine di Merleau-Ponty3, nel rapporto tra visibile e
invisibile, una specie di demitizzazione del dialogo platonico, una
proposta di senso sospesa tra lallusione e linquietudine di una
ermeneutica sospinta da un desiderio di fruizione pensosa interno ad
un mondo in cui finzione ed espressione esistenziale, creativa si intersecano senza comporsi.
La soglia delloriginario si pu dunque varcare? Lesclamazione
dello Straniero di Elea del Sofista platonico gi al di l della soglia,
ma nel contesto speculativo contemporaneo possiamo trovare argomenti persuasivi per questo compimento dellitinerario? La posizione di Merleau-Ponty indica una articolata via al semplice trascendimento ma non emerge dal suo suggestivo discorso una risposta al
3 M. Merleau-Ponty, Le visible et linvisible, Gallimard, Paris 1964; trad. it. e cura di
A. Bonomi, Il visibile e linvisibile, Bompiani, Milano 1969.
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risce nella sua relazione il p. Gilbert. Il discorso parte dal tema stesso
del nostro convegno, ossia dal significato della parola metafisica, e
focalizza lattenzione su quel meta che precede il termine fisica. E
noto che la parola deriva dalla posizione dei libri di filosofia prima di
Aristotele situati dopo quelli riguardanti la fisica. Che funzione pu
avere dunque lespressione meta nel termine metafisica? Meta allude ad unapertura, un andare oltre, unalterit che si precisa in relazione a ci che segue, cio fisica. Al di l della genesi storica della
parola, interessante soffermarci sul senso dellespressione meta.
Meta, al di l, indica una funzione dinamica. Essa, nellanalisi di
Breton, si specifica in tre figure: metastasi, metafora, metamorfosi. La
metastasi condizione di uno sviluppo non prevedibile, aperto a pi
possibilit, la metafora presuppone invece un universo di riferimento
in cui cogliere somiglianze. Pu indicare, nel nostro caso, il passaggio da un tipo di razionalit ad un diverso tipo di logica e di immagini. Pu svolgere una duttile comparazione tra elementi diversi,
come pure essere unespressione poetica che viene prima e dopo la
razionalit. La metamorfosi, infine, indica il passaggio da una forma
allaltra, e presuppone una temporalit, una continuit pur nellinnovazione. Metastasi, metafora, metamorfosi danno luogo ad una progressione.
Tenendo conto dellorientamento di aspetti significativi del pensiero contemporaneo che alla nozione di sostanza ontologicamente
rilevante preferiscono considerare la realt dal punto di vista dinamico e quindi sottolineare la realt stessa come un plesso di energie, si
pu concepire, come Breton, il divenire della realt come un progrediente sviluppo dalla metastasi alla metamorfosi. Dallincerto orientamento della metastasi, allequilibrio allusivo della metafora, ed infine
alla accentuata alterit della metamorfosi. Tale processo non pu configurarsi come lespressione di una illimitata relativit, di un perenne
rinvio relativizzante, ma come un processo irreversibile in una continuit analogica. La funzione meta evidenzia la dinamica che investe
tutta la realt, in un passaggio progrediente verso un compimento
senza ritorno.
A questo compimento situato al vertice dellanalogia si rivolge
necessariamente lesserci di ciascuno, con un atteggiamento che
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scendimento che finisce per escludere una trascendenza vera e propria. Il meta contenuto nella parola metafisica non porta ad una
rottura metodologica del tipo proposto da Ricoeur ma ad un illimitato esperire, che sul piano ermeneutico ricorda pi chiaramente
Gadamer.
Nel sottolineare questa differenza va ricordata non solo la rottura
metodologica appena citata, ma anche la posizione di Breton. Breton infatti sottolinea la continuit analogica del processo, che interrompe una illimitata relativit. Il processo irreversibile. La trascendenza quindi una possibilit, anzi una necessit logica per interrompere un infinito rinvio.
Rimane comunque aperta la questione sulla possibilit che il trascendimento possa configurarsi come trascendente. Breton, come si
appena detto, fa appello allenergia che investe ed insieme afferma
che il rinvio analogico e irreversibile non pu ripetersi allinfinito. Il
suo sviluppo lineare quindi non pu non avere una meta. Tutto ci
ci porta a riconoscere uno sviluppo finalistico per affermare il compimento di questa finalit in una meta. A nostro avviso questa situazione speculativa richiede un supplemento di argomentazione, un
argomentare che non sia pi quello di un metodo unico che spieghi
lo sviluppo lineare, ma che comporti una rottura metodologica (P.
Ricoeur). Dalla constatazione fenomenologica si dovrebbe passare allaffermazione dialettica che, oltre la dinamica analogica, affermi la
realt del compimento. Nel contesto di questo pluralismo metodologico, laffermazione dialettica delinea uno spazio speculativo ove
convergono affermazioni che sono tali per limpossibilit del contrario (Aristotele), lintuizione intellettuale (Tommaso), la riflessione
recuperatrice (Marcel).
La complessit di queste ultime considerazioni comporterebbe
unampia trattazione. Nellambito di questo intervento ci limitiamo
a delineare un abbozzo di schema: dalla rottura metodologica allintuizione intellettuale nel cui orizzonte situare una riflessione
recuperatrice, in una pluralit di comprensioni colte nellemergenza della contemporaneit.
La puntuale relazione del p. Paul Gilbert, la sua esposizione e
valutazione del pensiero di Breton, ci hanno offerto informazioni e
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utili stimoli speculativi per riesprimere in termini nuovi punti salienti della nostra attuale ricerca. La relazione di Carlo Sini, impostando
il suo intervento sulla distinzione kantiana tra limite e confine, ha
inoltre offerto un singolare ed efficace paradigma su cui misurare
convergenze e diversit.
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THE META FUNCTION IN CLASSICAL THOUGHT AND
THE HERMENEUTIC AGE OF REASON
Abstract
The article starts from Gilberts relationship with and exposition and
evaluation of Bretons thought, which offer information and useful speculative stimuli for re-expressing in different terms salient points of a research
aiming at understanding a pathway opening up a discourse on transcending
that is ontological and in the last analysis metaphysical. For this purpose
reference is made to the well-known affirmations by Plato in the Sophist,
both through the conception of pantels n and inclusion of the different
among the highest genres. As regards the report by Sini, of major interest
are the considerations that can be made between the look beyond the confine
(Kants Grenze) clearly distinguished from the closing off in the rigor of research within the non-transcendable sphere of Schranke.
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