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ANNOIIINumero5Maggio2006
Traidentiteintegrazione:aspettidellaposizionedellostranieronelmondo
greco
formalmenteprivodidirittie,quantomenopotenzialmente,ancheunpolemios,
un nemico, esposto al diritto di rappresaglia (il diritto di impadronirsi della
persona o dei beni di qualcuno, che il cittadino di uno stato poteva esercitare
neiconfrontidelcittadinodiunostatoestero,quandononpotessefarvalerei
suoi diritti davanti agli organi di tale stato). E questo il riflesso del
frazionamentopoliticodelmondogreco,incuiognicomunitstatalesiponein
posizione antagonistica e competitiva rispetto alle altre: ma del problema si
prese coscienza, cercando, fin dallet arcaica, di porvi rimedio con istituti
particolari. Essi riguardano prevalentemente il mondo degli xenoi, e sembrano
dunque presupporre, almeno idealmente, una omogeneit politicoculturale
(non sono pensati, cio, per essere applicati, in via normale, ai rapporti con i
barbari).
Tra queste forme, la pi antica era la xena, presente nel mondo greco fin
dallarcaismo: essa era una forma di ospitalit fondata sulla reciprocit, che
prevedeva la mutua assistenza (espressa attraverso lospitalit concreta, cio
lofferta di vitto e alloggio, e attraverso la rappresentanza di fronte alla
comunit cittadina ospitante) e veniva sancita con lo scambio di smbola,
piccoli oggetti spesso spezzati in due parti, che servivano come strumento di
riconoscimentoecomeprovadeilegamidiospitalitanteriormentestabiliti.
La prossenia costituisce ladattamento alle esigenze pubbliche dellantica
praticaprivatadellaxena.Ilprossenoerauncittadinoche,risiedendonellasua
citt dorigine, rappresentava la comunit straniera che gli aveva conferito il
titolodiprossenovenivanominatodallacomunitinteressatanonfraipropri
cittadini, ma fra i cittadini della comunit in cui si desiderava assicurare
protezione ai propri cittadini quando vi giungevano come xenoi. Suo compito
eraessenzialmentequellodiassicurarelaprotezionematerialedellostranieroe
la cura dei suoi interessi in cambio, il prosseno veniva considerato straniero
privilegiato nello stato che gli aveva conferito il titolo, e talora gli veniva
addiritturaconcessalacittadinanza[7].
Lasyla o inviolabilit si svilupp invece in ambito sacrale. In origine essa
caratterizzava lo hiern sylon, il luogo sacro da cui persone e cose non
potevanoessereallontanateconlaviolenzaeentroilqualeesseeranoprotette
daunagaranziagiuridicachelerendevaimmunidaldirittodirappresaglia.Con
levoluzionedeldiritto,sisviluppunadifferenzatralasacralitdelsantuario,
ovechiunqueavevaildirittodiporsicomesupplice(hikesa),elasyla vera e
propria, che non era legata solo al diritto sacrale, ma era giuridicamente
garantitaanchedallaleggepositivaepresupponevaunaconcessione.Lasyla,
nel senso di immunit dal diritto di rappresaglia, poteva essere concessa ai
singoli in virt di particolari benemerenze oppure ad intere citt in seguito a
trattati in questultimo caso essa era concepita anche come riconoscimento
dellinviolabilit di unarea sacra o di un intero territorio, allinterno dei quali
venivagarantitaprotezione,inquantolareadichiaratasyloserasottrattaalla
misto(migades)espressaconparticolareforzadaIsocrate(Panegirico,24).
Il tema mitico vale a rivendicare aspetti apparentemente contraddittori del
sistema di vita ateniese. Da una parte, esso ha un significato democratico e
sottolinea luguaglianza fra i cittadini di Atene, tutti parte di una popolazione
etnicamente e culturalmente unitaria, priva di stratificazioni sociali legate
allarrivodinuovepopolazionisovrappostesiaquellegiinsediatenelterritorio
(come era invece avvenuto, nel Peloponneso, con larrivo dei Dori)[12]. Lo
mettebeneinevidenzaunpassodelcelebreEpitafiodiPericle(TucidideII,36,
1) che collega autoctonia e libert analoga sottolineatura delle conseguenze
che discendono dallessere gli Ateniesi autoctoni, in termini di libert e di
democrazia,emergedaunpassodellEpitafiodiLisia(II,1718).Daltrolato,il
mitodellautoctoniahainambitoatenieseunrisvoltoassaimenonobile:poich
sibasasuunaforterivendicazionediidentitancheetnica,essovaleinfattia
giustificare la serrata della cittadinanza, voluta dalla legge di Pericle del
451/50, che limitava laccesso al corpo dei cittadini di pieno diritto ai figli di
padreedimadreateniese,conlintentodiriservareadungrupporelativamente
limitatoiprivilegiderivantidalpossessodellostatus di cittadino: privilegi che
nellademocraziaatenieseeranotantosignificatividafrenareognidisponibilit
ad estenderli oltre la cerchia dei cittadini puri (katharo). Del resto, non
manca lutilizzazione del tema dellautoctonia in chiave imperialistica:
limmaginedellAtticacomemadrepatriadellinterastirpeionica,chearmonizza
mitodellautoctoniaetemadellaparentelaionica,ebbeunruoloimportantenel
sostenere le pretese egemoniche degli Ateniesi rispetto agli alleati ionici della
legadelioattica.
Un altro esempio offerto dal caso dellArcadia, che ripropone il tema
dellautoctoniainuncontestogeopoliticomoltodiverso,quellodelPeloponneso,
lacuistoriaerastatacaratterizzatadallarrivosuccessivodidiversepopolazioni
edallaricercadinonsemprefacilicompromessidiconvivenzaconipopoligi
presentisulterritorio.GliSpartani,nonacaso,giustificavanolaloroegemonia
sul Peloponneso con il mito del ritorno degli Eraclidi, testimoniato anche da
TucidideI,12,3:larrivodeiDorinellapenisolanonsarebbestataunaverae
propria invasione di popoli estranei allarea peloponnesiaca, ma il ritorno alla
loroterradoriginedegliantichiabitanti.Inquestocontestoditensionierivalit
fra popolazioni etnicamente non omogenee, gli Arcadi, allepoca dellegemonia
tebana, si appellano alla tradizione che li voleva unica popolazione autoctona
delPeloponneso[13]perrivendicareildirittoallegemoniasudiesso,siacontro
gli Spartani, invasori provenienti dallesterno, sia contro i Tebani, possibili
nuoviSpartani,alorovoltaestraneialPeloponneso.Iltemavienepropostoin
undiscorsodellarcadeLicomedediMantinea,cherisaleallanno364echeci
conservatodaSenofonte(EllenicheVII,1,2324).Ilrichiamoallautoctoniaha,
come si gi ricordato, anche precise implicazioni democratiche, che si
ripropongono qui nella contrapposizione tra gli Arcadi, stato federale a
orientamento democratico, e la Sparta oligarchica paladina delle autonomie
cittadine.Malaspettoamioparerepisignificativostanelcollegamentotrail
mito dellautoctonia e la crescita di una autocoscienza che porta gli Arcadi a
rivendicare legemonia sul Peloponneso. Licomede presenta infatti gli Arcadi
comegliuniciabitantiautoctonidelPeloponneso,dunqueipiantichieisolia
potervantaredirittisulterritorioinoltre,comelapopolazionepinumerosae
pi forte della Grecia, come la pi coraggiosa e capace di fornire un
insostituibile contributo militare. La convinta rivendicazione dellorigine
autoctonaedellaforzamilitareedemograficadegliArcadivadiparipassocon
linvito ad assumersi le relative responsabilit storiche come egemoni di un
Peloponnesoliberodainfluenzeesterne,finalmentenellemaninondiusurpatori
venutidafuori,madiunpopolodotatodiunaforteidentitetnicastrettamente
legataalladimensionelocale[14].
Il mito dellautoctonia riveste dunque per i Greci un ruolo fondamentale nella
rivendicazione della propria identit etnicoculturale ed usato, di volta in
volta,perporrelaccentosuaspettidiversi,dalluguaglianzademocraticatra
le componenti della cittadinanza alla difesa dei propri privilegi, dalla
giustificazione di pretese egemoniche su elementi culturalmente affini alla
rivendicazione nazionalistica dei propri diritti ancestrali su un territorio contro
usurpatori di diversa origine. In tutti i casi, appare forte la tendenza a
sottolineare la propria identit politica e culturale nei confronti di altre realt
elleniche, verso le quali viene percepita e sottolineata, a diversi livelli,
unestraneit che fa da presupposto al rifiuto di ogni autentica prospettiva di
integrazione.
3)Laposizionedelicatadellapolide
Esclusione tendenziale dello straniero e forte sottolineatura dellidentit
rendono particolarmente difficile la posizione, in Grecia, dellapolide. Tale la
condizionedegliesuli(phygades),lacuiposizionegiuridica,nelmondogreco,
anche pi delicata di quella degli xenoi. Gli apolidi sono infatti uomini rimasti
privi della cittadinanza: ed essendo il Greco essenzialmente un polites,
lassenzadicittadinanzarendelesuledegnodidisprezzo.Sidiventavaesuli in
seguitoaprovvedimentidibando,dovutiamotividicaratterepolitico(le lotte
di fazione che caratterizzarono la storia della Grecia classica furono potenti
fattoridicrescitadelfenomenodellesilio)oppureallapplicazionediunapena
era per relativamente frequente che vi si ricorresse volontariamente, per
sfuggire(anchepreventivamente)aquestiprovvedimentiopercercarealtrove
condizioni di vita pi favorevoli. Nel corso del IV secolo il numero degli esuli
crebbe enormemente nel mondo greco: gli apolidi, in condizioni di grave
precariet sul piano economico e sociale, andarono ad accrescere le masse
itinerantidiavventurieri,mercenari,mercanti(Isocratefaspessoriferimento a
loro definendoli con il nome di planmenoi, erranti: cfr. Plataico, 46 ss.
Archidamo, 68 Filippo, 96). In una Grecia povera di risorse, queste masse di
apolidiprividiresidenzafissaedimezzidisostentamento(laporatoubioudi
cuiparlaIsocrate,Panegirico,174,sottolineandoneleconseguenzenegativein
terminidiinstabilitsociale)alimentaronoancheilbrigantaggio[15].
Lesulepotevaporrerimedioallasuacondizione(chespessocomportavaanche
la rottura dei rapporti familiari e la confisca dei beni) chiedendo ospitalit ad
unaltra comunit politica. Lesule si affidava, in questo caso, al principio
religiosodella sacralit dellospite, posto sotto la protezione di Zeus Xenios, e
poteva rendere pi impegnativa per linterlocutore la sua richiesta ponendosi
nella condizione di supplice (hiketes): tuttavia, le autorit politiche potevano
esitare nel concedere protezione, per motivi di opportunit politica (evitare
conflitti con la comunit dorigine dellesule) o anche per il possibile contrasto
tranormareligiosaeleggepositiva(lesulepotevatrovarsinellasuacondizione
anche in base a fondati motivi giuridici). La sicurezza dellesule dipendeva
insomma dalla disponibilit di comunit che non avevano obblighi nei suoi
confronti, il che lo esponeva a diversi rischi: egli poteva essere dichiarato
nemicodallostatoospite,edunqueperseguito,catturatoeucciso (si pensi al
casodiTemistocle,inseguitopertuttalaGreciadaemissarispartanieateniesi,
oaicacciatoridiesulisguinzagliatidaiMacedonicontroidemocraticiateniesi
nel 322), oppure essere oggetto di una richiesta di estradizione (come quella
rivoltadaSpartaallecittgrecheapropositodeidemocraticiesuliallepocadei
Trenta Tiranni). Il tema dei rischi che lesule correva nel momento in cui si
rivolgeva ad una comunit per chiedere ospitalit fortemente presente nella
tragedia attica, a riprova dellimportanza del problema nella societ, nella
cultura e nelletica greca (per esempio nelle Supplici di Eschilo, nellEdipo a
Colono di Sofocle, negli Eraclidi di Euripide). Gi abbiamo ricordato la
tradizionale disponibilit degli Ateniesi nei confronti degli esuli: possiamo
aggiungerechelepigrafiaharestituitodiversidecretiateniesiinfavorediesuli,
i quali prevedono, oltre a vari onori e concessioni, forme di affidamento alle
autorit(laboul,glistrateghi),affinchessinonsubiscanoadikaegodanodi
tutelagiuridica.
La massima aspirazione degli esuli era costituita, in ogni caso, non
dallintegrazione in un diverso contesto politico e sociale, ma dal ritorno alla
propriacomunitdiorigine.LomostrabeneilcasodegliabitantidiPlatea,una
comunit di esuli che, in condizioni assai sfavorevoli, riusc a mantenere una
salda identit cittadina e coltiv sempre il sogno del ritorno, mostrandosi
disinteressata allintegrazione in un contesto diverso. Platea, citt beotica
gravitante fin dal VI secolo su Atene, cui era legata da una stabile amicizia,
venne distrutta nel 427 dai Tebani, sostenuti dagli Spartani gli uomini furono
uccisi,donneebambiniresi schiavi (Tucidide III, 68). Circa 2000 Plateesi (tra
cuicirca550adultimaschi)trovaronorifugioinAtene,dovericevettero,conun
rarocasodinaturalizzazionedigruppo,lacittadinanzaateniese[16].
Linserimento nel corpo civico ateniese consent ai Plateesi di sfuggire alla
precaria condizione di apolidi, in attesa di tempi migliori. Durante la
dellidentit greca, tant vero che essi avevano cercato in ogni modo di
mantenernealcuniaspettiduranteilsoggiornoateniesedelsecoloprecedente:
inquestaprospettiva,unanuovaconcessionedicittadinanzadaparteateniese
nonavrebbecertorisoltoiloroproblemi.Nonlapienaintegrazionenelcorpo
civicodellamicaAtenecheiPlateesisiattendevano,bensunconcretoaiutoa
tornareaPlateaearicostituirelintegritdellacomunitcittadinaoriginaria:il
chepotavveniresolodopoil338,quandoPlateafuricostruitaperiniziativadi
FilippoIIdiMacedonia.
NellasituazionediestremaprecarietdeiPlateesi,costrettialunghiperiodidi
esilio che comportarono la resezione dei rapporti con il territorio e lo
sfaldamento della comunit e li costrinsero a sopravvivere come minoranza
numericapiomenobentolleratainambienteestraneo,colpiscelacapacitdi
mantenerecomunqueunaforteidentitetnica,politicaeculturale,ingrado di
consentire la rifioritura della comunit, una volta realizzate condizioni pi
favorevoli.EcolpiscesoprattuttoildisinteresseperlintegrazioneinAtene,che
pure li aveva accolti con generosit, concedendo loro una eccezionale
naturalizzazionedigruppoesottraendoliallorostatodiapolidi.
LapercezionedellostranieronellamentalitdeiGrecielaposizionegiuridicadi
cui egli godeva nel mondo delle citt greche autorizzano a parlare di una sua
definizione funzionale[19]: egli, cio, riceve una serie di concessioni che ne
migliorano la condizione e ne favoriscono, se non lintegrazione, almeno la
sicura convivenza con i cittadini della comunit che pi o meno stabilmente li
ospita, nella misura in cui essi offrono a tale comunit prestazioni che essa
riconosce utili. Il rapporto che si viene a determinare dunque di natura
contrattuale:lapolis,nelsuocaratteredicomunitfondatasulriconoscimento
dicultiedileggicomuniesullapartecipazionedeicittadiniallagestionedegli
affari comuni, in linea di principio esclude lo straniero ma ne pu apprezzare
lattivitincampoeconomico,contributivo,militare,evergetico.Inquestocaso,
lacittelaboraidiversiistituticheabbiamoesaminatoe,purnonintegrandolo
straniero, gli offre la possibilit di non essere considerato un nemico e di
entrareinunaqualcherelazioneconlacomunitcittadina.
Ma il rapporto fra identit e integrazione nel mondo greco complesso. Il
cittadino,conilsuofortesensodiidentit,ancheneiconfrontideglialtriGreci,
che cos bene si esprime nel mito dellautoctonia, riluttante a integrare lo
xenosmaancheverocheneppureloxenosvuoleveramenteintegrarsi,egli
apolidi,comemostrailcasodeiPlateesi,mostranounsostanzialedisinteresse
per ogni soluzione (dallintegrazione alla ricerca di nuove sedi) che non
comporti la ricostruzione della comunit originaria. Il forte senso identitario
caratteristico delluomo greco tende ad escludere ogni forma di integrazione,
nonsolo,comelogico,nelcasoincuisidebbaconcederla,maanchenelcaso
incuisenesiabeneficiari.
LtrangerdanslaGrceantique,Paris1984,22.
[7] Su xena e prossenia cfr. M. SCOTT, Philos, philotes and xenia, in Acta
classica 25 (1982), 119 M.B. WALBANK, Athenian Proxenies of the Fifth
Century B.C., TorontoSarasota 1978 B. BRAVO, Sulan. Reprsailles et
justiceprivedanslescitsgrecques,AnnalidellaScuolaNormaleSuperioredi
PisaIII,10,1980,675987.
[8]Sullasyla,cfr.K.J.RIGSBY,Asylia.TerritorialInviolabilityintheHellenistic
World,BerkeleyLosAngeles1996M.DREHER(ed.),DasantikeAsyl.Kultische
Grundlagen, rechtliche Ausgestaltung und politische Funktion (Akten des
KolloquiumsVillaVigoni,LovenodiMenaggio,13.16.Mrz2002),Kln2003.
[9] Sulle convenzioni fra stati cfr. P. GAUTHIER, Symbola. Les trangers et la
justicedanslescitsgrecques,Nancy1972S.CATALDI,Symbolai e relazioni
tralecittgrechenelVsecoloa.C.,Pisa1983.
[10]Cfr.D.WHITEHEAD,TheIdeologyoftheAthenianMetic,Cambridge1977
C.BEARZOT,Apragmosyne,identitdelmetecoevaloridemocraticiinLisia,in
Identitevalori:fattoridiaggregazioneefattoridicrisinellesperienzapolitica
antica(AttidelConvegno,BergamoBrescia1618dicembre1998),Roma2001,
6380.
[11] Cfr. M. SORDI, Integrazione, mescolanza, rifiuto nellEuropa antica, in
Integrazione, mescolanza, rifiuto. Incontri di popoli, lingue e culture in Europa
dallAntichit allUmanesimo (Atti del Convegno Cividale del Friuli, 2123
settembre2000),Roma2001,1726EAD.,Her.VIII,144,3Sall.Cat.VI, 2:
unitealteritetnicanelmodellogrecoenelmodelloromano,inLalteritnella
dinamica delle culture antiche e medievali: interferenze linguistiche e storiche
nelprocessodellaformazionedellEuropa(AttidelConvegnoMilano,56marzo
2001),Milano2002,7181.
[12]Cfr.V.ROSIVACH,AutochtonyandtheAthenians,CQ37(1987),294306
M.SORDI,Propagandaeconfrontopolitico,inAlleradicidellademocrazia:dalla
polisaldibattitocostituzionalecontemporaneo,Roma1998,5767,60ss.
[13]PresentegiinErodoto(VIII,73:SettepopoliabitanoilPeloponneso.Di
essiduesonoautoctonierisiedononellaregionecheabitavanoancheneitempi
antichi,gliArcadieiCinuri)einTucidide(I,2,3:Leterremigliorisubivano
continuimutamentidiabitatori,comequellacheorachiamataTessagliaela
BeoziaelamaggiorpartedelPeloponnesoadeccezionedellArcadia).
[14]Cfr.,perulterioreapprofondimentosuldiscorsodiLicomede,C. BEARZOT,
FederalismoeautonomianelleEllenichediSenofonte,Milano2004,*.
[15]Cfr.C.BEARZOT,XenoieprofughinellEuropadiIsocrate,inIntegrazione,
mescolanza, rifiuto. Incontri di popoli, lingue e culture in Europa dallAntichit
allUmanesimo (Atti del Convegno, Cividale del Friuli 2123 settembre 2000),
Roma2001,4763.
[16]Cfr.L.PRANDI,Platea.Momentieproblemidellastoriadiunapolis,Padova
1988, 93 ss. per una accurata disamina delle fonti sulla concessione cfr. M.J.
OSBORNE,NaturalizationinAthens,I,Brussel1981,28(D1)II,Brussel1982,
11ss.
[17]Plataies/Plataik,condiversegrafie:cfr.IGIIIII21008610102.
[18]Sullavicendaelerelativefonticfr.PRANDI,Platea,121ss.C.BEARZOT,
La citt che scompare. Corinto, Tespie e Platea tra autonomia cittadina e
politeiaialternative,inInlimine.Ricerchesumarginaliteperiferianelmondo
antico,Milano2004,269286.
[19]BASLEZ,LtrangerdanslaGrceantique,204.