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mente dallargomento che state studiando; anche se la mente non va molto lontano: forse
fantastica sulla scienza, sulla carriera futura e le eventuali applicazioni di quanto state
leggendo In ogni caso quel tempo non sar utile per apprendere largomento che state
studiando e raggiungere lobiettivo che vi siete prefissati per quel giorno. Cercate di evitare
queste dispersioni: se avete avuto prova che riuscite ad applicarvi meglio quando un fattore
esterno vi d una scadenza precisa (un appello desame, un viaggio imminente, ecc.), cercate
di crearvi delle scadenze artificiali, oppure incentivatevi con piccoli premi, materiali o di
tempo libero, per ogni obiettivo raggiunto.
La Teoria: Quanto entrate nellargomento di studio, ricordate che se riuscite ad avere la
prospettiva dellargomento, avete gi la strada tracciata: lungo essa poi disporrete le
dimostrazioni, le formule e i risultati. Iniziate con una lettura generale del capitolo, cercate di
capire di quale fenomeni o principi si sta parlando, a quali oggetti/sistemi si applica, quali
sono le evidenze da cui si parte, come le si interpretano e in quale modo vengono trascritte
in formule, a quali altri principi fondamentali gi visti si collega largomento, quale il
risultato a cui si perviene, quali (eventualmente) sono i limiti della spiegazione trovata, che
cosa la spiegazione ci permette di descrivere e calcolare. Ci vorr del tempo: una pagina di
testo di Fisica richiede molto pi tempo per essere letta e compresa rispetto ad una pagina di
narrativa o saggistica: leggetela pi volte se serve e dove non siete sicuri di capire cercate di
riscrivere con parole vostre i concetti che avete letto. Alla fine scrivete, o enunciate o
raccontate al vostro compagno/a di studi i capisaldi del capitolo usando il pi possibile le
vostre idee. Non accettate incertezze: se non riuscite a spiegarlo, la causa quasi sempre un
qualche buco nella comprensione e non la mancanza delle parole giuste. Siate precisi
nelluso dei termini-chiave e se non vi chiara la definizione di un termine o la differenza tra
due parole che vi trovate a scambiare in un ragionamento, tornate sul testo (o rivolgetevi al
docente): ad esempio massa e peso sono due termini che in Fisica non possibile usare in
modo equivalente.
Potete inizialmente basarvi su esempi, ma alla fine dello studio dovete essere in grado di
spiegare fatti, principi e interpretazioni in termini generali. Solo dopo avere raggiunto questa
chiarezza di idee, dedicatevi a studiare i dettagli formali delle dimostrazioni, a fare i conti per
derivare le formule che descrivono quantitativamente il problema, e se necessario aprite una
parentesi per andare a riguardare dei risultati (ricavati in precedenza) che vengono richiamati
nellargomento presente oppure per rispolverare uno strumento matematico necessario nei
calcoli. Quando avete completato la trattazione teorica, chiedetevi cosa e come le formule
raggiunte vi premettono di descrivere, che cosa dovete conoscere e quale tipo di trattazione
occorre usare; per questo scopo sono utilissimi i problemi svolti nel testo. Solo alla fine,
dedicatevi a come utilizzare gli strumenti raggiunti nelle applicazioni, cercate di risolvere di
nuovo i problemi svolti nel testo (lasciate passare il tempo necessario per scordarvi la
maggior parte della soluzione che avete letto) e infine risolvete i problemi alla fine del
capitolo (vedi la parte successiva di questo scritto). Alla fine del capitolo, pensate a delle
domande da farvi, come se doveste esaminarvi allorale e cercate di rispondervi; oltre a quelle
pensate da voi, prendetene qualcuna dalla sezione Domande alla fine di ogni capitolo del
testo, e se non siete sicuri sulla scelta, chiedete al docente di indicarvene qualcuna. In questa
fase lideale sarebbe ritrovarsi con almeno un/a vostro/a compagno/a di studi, e porsi a
vicenda le domande che si sono pensate. Laltro deve essere convinto della vostra risposta e
chiedervi di ripetere e chiarire dove non soddisfatto, e viceversa.
Inventatevi una relazione orale su quanto avete appreso (massimo 15-20 minuti di
riassunto) alla fine di ogni giorno di studio, alla fine di ogni settimana e alla fine di ogni
area del programma (Meccanica del punto, Sistemi di corpi e Urti, Dinamica rotazionale,
Fluidodinamica, ecc)
La Pratica : Alcuni di voi forse si ritroveranno a chiedersi Perch riuscivo a risolvere i
problemi del corso di Analisi (o Geometria o Informatica) e invece ho tanta difficolt con i
problemi di Fisica? Eppure la teoria mi pare proprio di averla capita. Questo avviene
perch (semplificando brutalmente i concetti) in alcune discipline le applicazioni seguono, nei
termini del problema e nelle parole con cui viene formulato, la terminologia introdotta nella
teoria: si studia una parabola come curva in geometria analitica, si studia come trovare gli
zeri, il massimo, lasse ecc. E il problema chiede di trovare (ad es.) la parabola che passa per
certi punti del piano, o che ha il massimo e una tangente assegnati e cos via.
Ora considerate il seguente esempio: (A) Vi trovate su una torre alta 100 metri nel mezzo di
una pianura senza rilievi, laria trasparente e la visibilit totale; il vostro amico guarda
lorizzonte e vi chiede: Da qui si vede molto pi lontano che dalla strada, secondo te fino a
che distanza riusciamo a vedere dallalto di questa torre? Cio, secondo te quanto dista
lorizzonte? E quando siamo a livello della strada?. Provate a trovare la risposta; nella
lezione introduttiva al corso il docente toccher questo stesso esempio, delineandone la
soluzione.
Adesso considerate questaltro problema di geometria: (B) Sia dato un punto X esterno ad
una circonferenza C di raggio R e distante R+h dal centro. Si consideri la semiretta CX che
dal centro di C passa per X e la retta passante per X e tangente alla circonferenza. Si trovi la
lunghezza dellarco intercettato su C dalla semiretta CX e dalla tangente.
Non sembra, ma il problema il medesimo, la soluzione la stessa e gli strumenti da usare
anche (A) proprio un problema puramente matematico e si risolve con la trigonometria
elementare e la geometria della circonferenza.
Dov allora la difficolt ? Nel caso (B) la formulazione tale da rendere immediatamente
chiari gli strumenti che dovete usare, lesercizio destinato a farvi imparare ad usare le
relazioni trigonometriche ed il legame tra angoli e archi. Nel caso (A) invece il problema
richiede anche la interpretazione di una situazione della vita reale (o quasi), capire quali
strumenti (Fisici? Matematici? Chimici?) vanno usati per risolverlo, riformulare il problema
in termini adatti allo strumentario che avete deciso di applicare e rispondere trasformando la
soluzione in una affermazione comprensibile a chi vi ha posto il problema. Tra laltro, notate
che il testo (A) vi permette immediatamente di eliminare alcuni fenomeni accidentali quali
la presenza di ostacoli sulla visuale e l'opacit dellaria. Nella vita reale probabilmente
dovrete capire da soli cosa essenziale e cosa accidentale.
Nellaffrontare un problema, essenziale partire col piede giusto cercate per quanto
possibile di organizzare il vostro approccio con metodo:
1) Leggete il problema, almeno due volte, e comunque fino a che non avete capito bene il
testo
2) Riducetelo alle informazioni essenziali e provate a riformularlo con altre parole
3) Fate un diagramma con tutti gli elementi forniti, mettete i simboli alle grandezze e non
cambiateli pi nel corso della soluzione. Ogni volta che introducete una nuova variabile
nella soluzione chiedetevi cosa rappresenta e come legata a quelle gi introdotte, anche
quando vi sembra ovvio.
4) Identificate con chiarezza quali sono le grandezze date e quali le incognite. Il problema
pu chiedere una sola grandezza come risposta, ma nei diagrammi e nelle equazioni
possono comparire pi di una incognita.
5) Identificate i principi su cui si basa linterpretazione del fenomeno attorno a cui
formulato il problema (Es.: un corpo viene lanciato da una molla lungo un piano
inclinato: ci saranno la forza di gravit, la forza elastica, c attrito?, si conserva
lenergia?, ecc.)
6) Scegliete quali strumenti usare e richiamate le formule fondamentali
7) Confrontate le formule nelle varie forme in cui possono essere usate con i dati che avete,
cercate di trasformare le formule in equazioni che risolvano il problema (permettano cio
di trovare tutte le incognite: spesso si sbaglia perch si trova la risposta in funzione di
qualcosa che nel problema non dato).
8) Dopo avere ottenuto le equazioni che risolvono il problema ed avere ben chiarito cosa va
ricavato, fate quanto pi possibile i conti con le grandezze algebriche (i simboli), e solo
alla fine sostituite i valori numerici. Spesso infatti in una formula compaiono grandezze
non date nel problema, ma durante la soluzione esse si eliminano usando altre equazioni,
per cui non risulta necessario conoscere il loro valore per risolvere il problema.
9) Ogni volta che introducete una nuova grandezza o una nuova equazione, controllatene le
dimensioni sia nelle relazioni che definiscono la grandezza, sia nei due membri delle
equazioni.
10) Controllate la grandezza che costituisce la soluzione ed il valore che assume con i dati del
problema, chiedetevi se con essa avete risolto la domanda del problema. Il valore trovato
credibile ? Non avete per caso risposto che unauto deve viaggiare a velocit vicine a
quelle della luce o che le occorre unenergia pari a quella di unesplosione nucleare?
Controllatene le dimensioni fisiche.
11) Se state risolvendo un esercizio del libro di cui riportata la soluzione, solo ora andate a
controllarne lesattezza. Se per caso trovate che la vostra soluzione non coincide, la prima
cosa da fare capire cosa avete fatto di sbagliato. Un errore di metodo molto comune
quello di riprendere daccapo il problema, tentando un approccio diverso, ma senza capire
ne cosa cera di sbagliato nel primo approccio, ne perch con il secondo (o il terzo)
approccio il problema invece viene risolto correttamente; se commettete questo errore,
come se non aveste fatto il problema.
12) Chiedetevi se esiste un altro modo, magari completamente diverso, per risolvere il
problema. Spesso sono possibili pi approcci, tutti egualmente accettabili. Riuscire a
trovarli una riprova di avere capito bene come si risolve un problema.
13) Se avete tempo, provate a riformulare il problema, assumendo come data la grandezza che
avete appena trovata e cercando di trovare come incognita una grandezza che invece era
data nel problema originale. Provate anche a cambiare il tipo di problema mantenendo la
stessa tecnica di soluzione (Ad esempio, usando la conservazione dellenergia, una volta
risolto il problema Un corpo cade da unaltezza di 30m. Calcolare dopo quanto tempo
tocca terra, potete riformularlo come Una palla lanciata da terra impiega 3 secondi per
cadere dal punto pi alto della sua traiettoria. Che altezza ha raggiunto nel lancio?.
Svolgere un problema con le modalit illustrate ora, richiede tempo, ma soprattutto con i
problemi pi complicati, molto meglio farne tre con tutti i dettagli che cinque arrivando a
malapena alla soluzione e senza capire come.
Nello svolgimento del problema, cercate di ragionare con linearit e mostratelo nella
sequenza dei vostri conti: quando sbagliate qualcosa, non usate bianchetto o cancellazioni.
Tirate una riga sulla parte errata e riprendete il conto a partire dall'ultimo passaggio o
ragionamento giusto. Scrivete sempre chiaramente i segni (+ e -) e non cercate di
mimetizzarli se vi viene un dubbio su di essi.
Un altro errore di metodo che si compie spesso quello di andare sul libro, a caccia di una
formula che riporti tutte le grandezze note del problema. E molto pi importante capire il
principio da applicare, e poi a colpo sicuro derivare (dalla vostra memoria, sarebbe meglio) la
formula opportuna per la soluzione. Ricordate in special modo che le formule senza le
definizioni delle grandezze che vi compaiono sono totalmente inutili, e quindi se decidete di
usare una certa formula chiedetevi sempre se le cose che vi compaiono sono identificabili
con quelle che il problema vi d.
Ricordate anche che mentre nel libro ci sono centinaia di formule, quelle essenziali sono
poche decine (pensate al numero di articoli dei codici che uno studente in giurisprudenza deve
memorizzare). Le altre si possono derivare con pochi e semplici passaggi matematici da
quelle fondamentali. Cercate quanto pi possibile di memorizzare le formule fondamentali e
come possono essere maneggiate, piuttosto che dieci loro varianti.
Siate curiosi : Gli strumenti ed i principi che acquisirete nel corso di Fisica, come in tutti i
corsi che seguirete, si applicano allo stesso mondo che incontrate ogni giorno fuori delle mura
dell'Ateneo. Provate a chiedervi durante un viaggio in auto, durante una gita, o ad un concerto
se un fenomeno che attira la vostra attenzione pu essere spiegato, almeno parzialmente, con i
principi acquisiti in fisica o negli altri corsi. Se vi trovate su una torre, tentate di essere voi per
primi a chiedervi quanto lontano si riesce a vedere allorizzonte.
Scoprirete per esempio che nel fare la doccia in una cabina col telo di plastica vi troverete
soggetti all'effetto Venturi, che mentre venite trasportati nella folla che percorre i corridoi di
uno stadio verso il parterre di un concerto vi troverete soggetti a forze simili a quelle che
agiscono su una particella di fluido in una condotta idrica, e che guidando in auto potrete
verificare molti dei tipi di moto che studierete in cinematica.