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Momenti dinerzia
19
20
(I.1.1)
ed indichiamo con d i la distanza del punto P i da una prefissata retta s, fig. I.1.1. Il
momento dinerzia di S rispetto ad s e` lo scalare definito da
Is =
(I.1.2)
n
mi di2 .
i=1
n
mi (yi2 + zi2 ), Iy =
i=1
n
mi (xi2 + zi2 ), Iz =
i=1
n
mi (xi2 + yi2 ).
i=1
Se tutti i punti del sistema appartengono ad uno stesso piano, diciamo xy, allora le
(I.1.3) diventano
(I.1.4)
Ix =
n
i=1
mi yi2 , Iy =
n
mi xi2 , Iz =
i=1
n
mi (xi2 + yi2 ) = Ix + Iy .
i=1
m=
n
i=1
mi ,
21
Figura I.1.2.
(I.1.7)
I = 0, I = m1 d12 + m2 d22 ,
dove
(I.1.8)
d1 = m2 d/m, d2 = m1 d/m, m = m1 + m2 .
Pertanto,
(I.1.9)
I = m1 m2 d 2 /m.
S = {(P , ), P B},
Per s coincidente con uno degli assi, la (I.2.2) porge, fig. I.2.1,
Ix =
(I.2.3)
(P )(y 2 + z2 ) dB,
(I.2.4)
Iy =
(P )(x 2 + z2 ) dB,
B
22
(I.2.5)
(P )(x 2 + y 2 ) dB.
B
Se tutti i punti del sistema appartengono ad uno stesso piano, per esempio xy, allora le
(I.2.3)-(I.2.5) diventano
(I.2.6) Ix =
(P )y 2 dB, Iy =
(P )x 2 dB, Iz =
(P )(x 2 + y 2 ) dB.
B
e risulta
(I.2.7)
Iz = Ix + Iy .
m=
(P ) dB.
B
Is =
d 2 (P ) dB,
B
23
che viene chiamata, per evidenti motivi, momento dinerzia del volume, oppure dell
area, oppure della linea. Il ragionamento precedente evidenzia che i due tipi di momento dinerzia coincidono nel caso di sistemi omogenei con = 1.
Esempio I.2.1 Consideriamo il sistema S (I.2.1) il cui momento dinerzia rispetto
alla retta s e` definito dalla (I.2.2). Consideriamo, poi, i sistemi sistemi
(I.2.12)
S = {(P , ), P B }, S = {(P , ), P B }, B B = B,
B
Is = Is + Is ,
B B
(P )d 2 (P ) dB = Is + Is .
Figura I.2.2.
(I.2.15)
Ix =
Iy =
dy
0
(I.2.16)
y 2 dx =
bh3
,
3
x 2 dx =
b3 h
.
3
dy
0
Iz =
bh 2
(b + h2 ).
3
24
(I.2.20)
(I.2.22)
Iy = I + bhb 2 /4 = I + m(b/2)2,
(I.2.23)
Iz = I + bh[(b/2)2 + (h/2)2 ],
(I.2.24)
( + ) dB
2
2
+ (yG
2
+ zG
)
B
dB + 2yG
25
dB + 2zG
dB =
B
2
2
= I + m(yG
+ zG
) + 2yG G + 2zG G ,
2
2
Ix = I + m(yG
+ zG
).
Similmente,
(I.2.28)
2
2
+ zG
),
Iy = I + m(xG
(I.2.29)
2
2
+ yG
).
Iz = I + m(xG
Osserviamo, infine, che le quantit`a in parentesi al secondo membro delle (I.2.27)(I.2.29) sono i quadrati delle distanze del baricentro dagli assi
(I.2.30)
2
2
2
2
2
2
2
2
2
dG,x
= yG
+ zG
, dG,y
= xG
+ zG
, dG,z
= xG
+ yG
,
2
2
2
2
, Iy = I + mdG,y
, Iz = I + mxG
+ yG
.
Ix = I + mdG,x
Questo risultato, che vale, naturalmente, anche per i sistemi particellari costituisce il
teorema degli assi paralleli.
Con riferimento al generico sistema (continuo o puntiforme) S, fig. I.2.4, consideriamo una generica retta s ed indichiamo con s o la retta ad essa parallela passante per
G, e con dG la distanza del baricentro dalla retta s. Da (I.2.31) si deduce
2
, s,
Is = Iso + mdG
26
Figura I.2.5.
(I.2.33)
(I.2.34)
dove
(I.2.35)
(I.2.36)
(I.2.37)
m = m + m , xG =
b2 + a(h a)
h2 + a(b a)
, yG =
.
2(h + b a)
2(h + b a)
Inoltre,
(I.2.38)
(I.2.39)
Sostituendo i risultati precedenti nelle (I.2.33), (I.2.34), si ottengono i momenti dinerzia desiderati.
Esercizio I.2.1 Per le sezioni omogenee indicate in fig. I.2.6, calcolare i momenti
dinerzia rispetto agli assi baricentrali paralleli ad x, y.
27
Figura I.2.6.
Esempio I.2.6 Per la barretta, omogenea, di lunghezza L, indicata in fig. I.2.7,
calcolare i momenti dinerzia rispetto alle rette , , s, x, y, indicate in figura. Risulta
I = Ix = 0;
(I.2.40)
(I.2.41)
I =
L/2
L/2
2 d = L3 /12, Iy = I + L3 /4 = L3 /3,
Figura I.2.7.
(I.2.42) Is =
L/2
L/2
d ( ) d =
2
Notare che
(I.2.43)
L/2
L/2
Is = I sin2 .
Similmente,
(I.2.45)
Iy1 = b3 h/12.
28
Figura I.2.8.
(I.2.47)
(I.2.48)
(I.2.49)
Iy = I + 4b 3h/18 = b 3 h/4.
Esempio I.2.8 Per il triangolo generico omogeneo indicato in fig. I.2.9, calcoliamo
i momenti dinerzia rispetto alle rette baricentrali , . Il triangolo e` lunione di due
triangoli rettangoli. Usando i risultati dellesempio precedente, si ottiene
Figura I.2.9.
(I.2.50)
Inoltre,
(I.2.51)
dove
(I.2.52)
pertanto
(I.2.53)
I =
hb 2
(b + b22 + b1 b2 ).
36 1
29
Esercizio I.2.3 Per il rettangolo omogeneo di fig. I.2.2, calcolare i momenti dinerzia rispetto alle rette diagonali.
Esempio I.2.9 Per il settore circolare omogeneo indicato in fig. I.2.10, calcoliamo
i momenti dinerzia rispetto agli assi coordinati. Risultando I x = Iy , basta calcolare
Figura I.2.10.
uno dei due; per esempio,
(I.2.54) Ix =
/2
d
0
R 4
sin d =
8
3
/2
[1 cos(2 )] d =
R 4
.
16
Figura I.2.11.
Esercizio I.2.5 Per il settore circolare omogeneo generico, con angolo e raggio
R, indicato in fig. I.2.12, calcolare i momenti dinerzia rispetto agli assi coordinati.
Figura I.2.12.
30
Esercizio I.2.6 Per le sezioni omogenee indicate in fig. I.2.13, calcolare i momenti
dinerzia rispetto agli assi coordinati.
Figura I.2.13.
Esercizio I.2.7 Per la sezione non omogenea di fig. G.3.8, calcolare i momenti
dinerzia rispetto agli assi baricentrali paralleli ai lati del rettangolo.
(I.3.1)
n
mi xi yi , Ixz =
i=1
oppure da
mi xi zi , Iyz =
i=1
(I.3.2) Ixy =
n
n
B
mi yi zi ,
i=1
B
(P )yz dB.
B
(I.3.3)
(P )xy dB =
B
B B
(P )xy dB = Ixy
+ Ixy
.
Ixz = Iyz = 0,
in quanto z = 0.
Esempio I.3.1 Calcoliamo i prodotti dinerzia del rettangolo omogeneo di fig. I.3.1,
rispetto agli assi evidenziati. Si ha
31
Figura I.3.1.
(I.3.5) Ixy =
dx
0
xy dy = b h /4, I =
2 2
b/2
b/2
h/2
h/2
d = 0.
Similmente,
(I.3.6) Ix y = b2 h2 /4, Ixy = b2 h2 /4, Ix y = b2h2 /4, Iy = 0, Ix = 0.
Consideriamo un generico sistema S, per esempio continuo, e fissiamo due terne
di riferimento Oxyz, G , con gli assi paralleli, la prima con origine in un punto
(I.3.7)
=
B
dB + xG yG
B
dB + yG
B
dB + +xG
= I + mxG yG + yG G + xG G ,
dB =
B
32
in quanto, come si evince dalla definizione di baricentro,
(I.3.9)
dB, G =
dB.
G =
B
Ixy = I + mxG yG .
Similmente,
(I.3.11)
Ixz = I + mxG zG ,
(I.3.12)
Iyz = I + myG zG .
Le relazioni (I.3.10)-(I.3.12) forniscono i legami tra i prodotti dinerzia tra le due terne.
Se G appartiene ad uno degli assi x, y, z, allora due tra le coordinate x G , yG , zG
di G si annullano e le (I.3.10)-(I.3.12) si semplificano
(I.3.13)
Figura I.3.3.
(I.3.14)
Ixy =
dx
0
hx/b
xy dy = b2h2 /8.
(I.3.16)
Ix1 y1 = I + b2 h2 /9 = b 2 h2 /8,
(I.3.17)
(I.3.18)
33
Esempio I.3.3 Calcoliamo i prodotti dinerzia del triangolo rettangolo omogeneo
di fig. I.3.4 rispetto agli assi avidenziati. Con un calcolo diretto, oppure da (I.3.17), si
deduce
Ixy = b2 h2 /24.
(I.3.19)
Pertanto,
Figura I.3.4.
(I.3.20)
(I.3.21)
(I.3.22)
(I.3.23)
Ix1 y = I b2 h2 /9 = b 2 h2 /8.
Esercizio I.3.2 Per il triangolo generico omogeneo di fig. I.2.9, verificare che,
rispetto agli assi baricentrali ivi indicati, per il prodotto dinerzia risulta
(I.3.24)
Figura I.3.5.
34
dinerzia rispetto agli assi ivi indicati. Si ha evidentemente
(I.3.25)
Ixy =
/2
d
0
Similmente,
(I.3.26)
3 cos sin d =
Ix1 y1 =
d
0
/4
/4
R 4
8
/2
sin(2 ) d =
R 4
.
8
3 cos sin d = 0;
I = 0.
Esercizio I.3.4 Per il settore circolare omogeneo di fig. I.3.6, calcolare i prodotti
dinerzia rispetto agli assi ivi indicati.
Figura I.3.6.
Esercizio I.3.5 Per le sezioni omogenee di fig. I.2.13, calcolare i prodotti dinerzia
rispetto agli assi ivi indicati.
35
Is =
n
mi di2
i=1
rispetto a tale retta in funzione dei momenti e dei prodotti dinerzia rispetto alla terna
introdotta, e dei coseni direttori (, , ) della retta. Ricordiamo anche che questultimi sono le componenti di uno dei due versori della retta
(I.4.2)
s = (, , ), 2 + 2 + 2 = 1.
Denotiamo, poi, con r i (xi , yi , zi ) il raggio vettore del punto P i e notiamo che, fig.
I.4.1,
|OPis |2 = (ri s)2 = (xi + yi + zi )2 ,
(I.4.3)
di2 = |ri |2 |OPis |2 = xi2 + yi2 + zi2 (xi + yi + zi )2 ,
(I.4.4)
che porge la legge di variazione del momento dinerzia al variare della retta s nel fascio
di centro O.
Di particolare interesse sono le rette rispetto alle quali il momento dinerzia assume
valore massimo o minimo. Un contributo notevole nella ricerca di tali rette e` fornito
dallellissoide dinerzia, che andiamo ad introdurre. Consideriamo il luogo dei punti
Q(x, y, z) tali che
(I.4.6)
x = / Is , y = / Is , z = / Is , (x, y, z) s,
e osserviamo che le ultime relazioni sono equivalenti allunica
(I.4.7)
rQ = s/ Is , Q s,
essendo rQ il raggio vettore del punto Q. Se, ora, si suppone che I s sia strettamente
positivo (vedi la successiva Osservazione I.4.1) e si sostituiscono le (I.4.6) nella (I.4.5)
si ottiene lequazione del luogo cercato
(I.4.8)
Lequazione precedente definisce una superficie quadrica, che, come mostrato dalla
(I.4.7), e` simmetrica e priva di punti allinfinito; ne consegue che lequazione (I.4.8)
rappresenta necessariamente un ellissoide, fig. I.4.2, che prende il nome di ellissoide
dinerzia relativo ad O, oppure ellissoide centrale dinerzia se il punto O coincide con
il baricentro. I momenti dinerzia relativi alle rette coincidenti con i tre assi dellellis-
36
Ix = Iy =
n
i=1
Is = Ix 2 + Iy 2 , Ix = Iy ,
Ix x 2 + Iy y 2 = 1, Ix = Iy ,
che rappresenta un cilindro e sostituisce la (I.4.8) nel caso particolare qui discusso.
Osservazione I.4.2 Consideriamo la situazione in cui un asse del sistema di riferimento, diciamo z, fig. I.4.3, sia principale. Stante la simmetria della superficie, se il
punto (x, y, z) appartiene allellissoide, vi appartiene anche (x, y, z). Ci`o comporta
che lequazione dellellissoide (I.4.8) si semplifica in
(I.4.12)
Ix x 2 + Iy y 2 + Iz z2 2Ixy xy 1 = 0.
37
Il risultato si inverte, nel senso che se lellissoide ha equazione (I.4.12), lappartenza alla quadrica di (x, y, z) implica anche lappartenza del punto (x, y, z) e, quindi
lasse z risulta principale. Ne segue che un asse principale dinerzia e` caratterizzato
dallannullarsi di due prodotti dinerzia.
Inoltre, se due assi del sistema di riferimento sono principali, lo e` anche il terzo
e, riapplicando il ragionamento di prima, si deduce che, in questa situazione particolare, lequazione dellellissoide (I.4.12) si semplifica ulteriormente, assumendo la forma
canonica, fig. I.4.3.
Ix x 2 + Iy y 2 + Iz z2 = 1.
(I.4.13)
Ne consegue che una terna principale dinerzia e` caratterizzata dallannullarsi dei tre
prodotti dinerzia.
Esempio I.4.1 Un sistema che possiede un piano di simmetria , fornisce un esempio, alquanto generale, per cui lequazione dellellissoide dinerzia E O , con O ,
risulti del tipo (I.4.12). Infatti, ricordiamo che se e` di simmetria per il sistema, allora,
i punti del sistema, che non appartengono a , possono essere raggruppati a coppie di
punti con ugual massa, posti su una perpendicolare al piano, alla stessa distanza da ,
in opposti semispazi. Consideriamo, poi, una terna di riferimento Oxyz con il piano
xy coincidente con il piano di simmetria e notiamo che
(I.4.14)
Ixz =
n
i=1
mi xi zi = 0, Iyz =
n
mi yi zi = 0.
i=1
Sostituendo questi risultati nella (I.4.8) si ottiene la (I.4.12). Evidenziamo, inoltre, che
anche lequazione di E G (ellissoide centrale dinerzia) e` dello stesso tipo, in quanto
G .
Esempio I.4.2 Per un sistema in cui tutti i punti appartengono ad uno stesso piano,
, lequazione dellellissoide dinerzia E O , con O , cos` come quella dellellissoide centrale dinerzia E G , e` del tipo (I.4.12). Basta, infatti, osservare che anche in
questa situazione sussistono le (I.4.14).
38
Esempio I.4.3 Per il rettangolo omogeneo di fig. I.4.4, determiniamo gli ellissoidi
dinerzia relativi agli assi ivi indicati. Ricordando che
Figura I.4.4.
bh3
b3 h
, I =
, I = 0,
12
12
per lellissoide centrale dinerzia si ottiene
(I.4.15)
(I.4.16)
I =
bh3 2 b3 h 2 bh 2
+
+
(b + h2 ) 2 = 1.
12
12
12
Tenendo conto della presenza di tre piani di simmetria, la forma canonica dellellissoide era prevedibile per quanto notato nellOsservazione I.4.2. Per lo stesso motivo
anche il risultato (I.4.15) 3, pur se esplicitamente determinato in precedenza, era del
tutto prevedibile.
Similmente, per lellissoide dinerzia rispetto agli assi (xyz) si ha
(I.4.17)
b2 h2
bh3 2 b3 h 2 bh 2
x +
y +
(b + h2 )z2
xy = 1,
3
3
3
2
Is = Ix 2 + Iy 2 2Ixy , 2 + 2 = 1.
Se, poi, si indica con langolo la retta s forma con lasse x, allora la relazione
precedente diviene
(I.4.20)
39
Inoltre, per quanto riguarda lellissoide possiamo limitarci alla sua sezione con il piano
(del sistema) z = 0
Ix x 2 + Iy y 2 2Ixy xy 1 = 0,
(I.4.21)
che rapprenta unellisse, che rimane tale anche quando gli assi x e y sono principali; in
tal caso assume la forma canonica, essendo I xy = 0.
Se x e y non sono principali dinerzia, una coppia di tali assi pu`o essere determinata
notando che a questi compete momento dinerzia massimo o minimo. I valori 1 e 2
degli angoli relativi a queste due rette si ottengono imponendo che sia nulla la derivata
di Is rispetto a
(I.4.22)
2 = 1 + /2.
Figura I.4.5.
Naturalmente, la (I.4.24) pu`o essere riscritta in termini di usando le formule di
duplicazione, ma si ottiene unespressione pi`u complicata
2 /2I .
tan = Ix Iy (Ix Iy )2 + 4Ixy
(I.4.25)
xy
Conviene, invece, esprimere I s , dato da (I.4.20), in funzione di 2
(I.4.26)
2 + (I I )2 .
4Ixy
x
y
40
Sostituendo i valori precedenti in (I.4.26), si ottengono i momenti dinerzia massimo e
minimo
2 + (I I )2 ,
It = (1/2) Ix + Iy + 4Ixy
(I.4.28)
x
y
2 + (I I )2 .
(I.4.29)
In = (1/2) Ix + Iy 4Ixy
x
y
Osservazione I.4.3 Ricordando che una terna principale e` anche caratterizzata dal-
Figura I.4.6.
lannullarsi dei prodotti dinerzia, si pu`o seguire questa strada per ritrovare il risultato (I.4.24). Preliminarmente, ci procuriamo una formula analoga alla (I.4.20) valida
per il prodotto dinerzia. Con riferimento alle due terne, che ora assumiamo del tutto
generiche, fig. I.4.6, notiamo che si ha
(I.4.30)
Ixy =
n
i=1
mi xi yi , It n =
n
mi ti ni .
i=1
ri = xi i + yi j, oppure r i = ti t + ni n,
dove t, n sono i versori degli assi t, n e i, j sono quelli degli assi x, y, legati ai precedenti
dalle relazioni, fig. I.4.6,
(I.4.32)
41
che e` la formula cercata. Inoltre, dal confronto di (I.4.34) con (I.4.22) si evince che
It n = 0 se e solo se Is () = 0, che e` quanto si voleva evidenziare.
Esercizio I.4.2 Per la sezione ad L omogenea di fig. I.4.7, determinare gli assi
ed i momenti centrali dinerzia; si assuma = 1, a = 30cm, b = 9cm, h = 15cm.
Figura I.4.7.
E(x, y) = Ix x 2 + Iy y 2 2Ixy xy 1,
E(x, y) = 0.
Figura I.4.8.
(I.4.37)
E(x, y) =
E E
,
x y
= 2(xIx yIxy , xIxy + yIy )
e` perpendicolare allellisse dequazione (I.4.36) nel punto Q(x, y) in cui viene calcolato. Poich`e anche il raggio vettore r Q gode della stessa propriet`a quando Q individua
42
gli assi dellellisse, possiamo utilizzare questa propriet`a per calcolare le coordinate dei
punti Q corrispondenti alle direzioni principali, per poi dedurre
tan = y/x.
(I.4.38)
(I.4.39)
(I.4.41)
Risolvendo si ottiene
(I.4.42)
2 + (I I )2 .
= (1/2) Ix + Iy 4Ixy
x
y
Sostituendo questi valori nel sistema (I.4.40) non si riesce a determinare univocamente
le incognite x e y, ma non e` importante, in quanto, tenendo conto della (I.4.38), siamo
interessati solo a conoscere il rapporto y/x, che invece lo e`
2 /2I .
(y/x) = Ix Iy (Ix Iy )2 + 4Ixy
(I.4.43)
xy
Come si nota, abbiamo ritrovato il risultato (I.4.25) che e` equivalente a (I.4.24).
Ancora pi`u interessante risulta evidenziare che i valori di determinati con la
(I.4.42) sono esattamenti quelli dei momenti principali dinerzia (I.4.28), (I.4.29). Tutto ci`o evidentemente non e` casuale, come vedremo nella successiva Osservazione.
Osservazione I.4.5 Come sottolineato in precedenza, se si sostituisce uno dei valori
di nel sistema (I.4.40) si ottengono 1 soluzioni. Tra queste possiamo individuarne
una imponendo la ulteriore condizione
(I.4.44)
x 2 + y 2 = 1.
Poich`e il primo membro di (I.4.44) rappresenta il quadrato del modulo del raggio vettore rQ , con questa condizione determiniamo i coseni direttori della retta OQ quando
questa coincide con una direzione principale, che in effetti era proprio la nostra iniziale
richiesta. Ricordando che abbiamo indicato i coseni direttori con e , ritorniamo al
sistema (I.4.40) dando questo nome alle variabili e, nel riscrivere il sistema usiamo la
notazione matriciale
Ixy
Ix
(I.4.45)
=
.
Ixy
Iy
43
= Ix 2 + Iy 2 2Ixy .
Ixy
Ix
=I
(I.4.47)
.
Ixy
Iy
Ixy Ixz
Ix
Ixy
Iy
Iyz = I ,
(I.4.48)
Ixz Iyz
Iz
44
che consente di trovare i momenti principali dinerzia insieme alle tre direzioni principali. Si tratta di un problema di ricerca di autovalori (I ) e di autovettori (, , ).
Esercizio I.4.3 Per la sezione omogenea di fig. I.4.9, determinare gli assi ed i
momenti centrali dinerzia; si assuma = 1, a = 2.2cm, b = 14cm, h = 32cm.
Figura I.4.9.
(I.5.2)
x2
y2
+
=1
y2
x2
45
nota come ellisse di Culmann. Tale ellisse consente di definire una corrisponza (biunivoca) tra i punti (escluso G) e le rette (escluse quelle passanti per G) del piano al modo
seguente. Ad un punto A(x A , yA ) si associa la retta dequazione
xA
y
x + A2 y + 1 = 0,
2
y
x
(I.5.3)
e ad una retta a dequazione
(I.5.4)
px + qy + 1 = 0,
(py2 , qx2 ).
x = y ,
x = y /2,
x = 2y ,
Esercizio I.5.1 Per lellisse di Culmann di fig. I.5.2, determinare gli antipoli di
semplici rette parallele ad x e notare che si trovano tutti sullasse y.
46
Esempio I.5.2 Per lellisse di Culmann di fig. I.5.3, verificare che lantipolo della
retta s1
x
y
x
y
(I.5.10)
x + y = 1, x y + 1 = 0,
y
x
y
x
e` il punto S1 (y , x ), che appartiene allantipolare a 1 di A1 .
Figura I.5.3.
Osservazione I.5.1 Dagli esempi considerati si evidenzia che: se lantipolo A di
a appartiene alla retta b, allora lantipolo B di b appartiene alla retta a. Questo
risultato (teorema di reciprocit a` ) vale in generale, anche se qui non lo si prova. Da
questo segue subito che: le rette passanti per un punto A (stella di centro A) hanno
lantipolo sullantipolare a di A. Un esempio possiamo notarlo nella fig. I.5.3, con le
due rette s1 e a2 , appartenenti alla stella di centro A 1 , che hanno i rispettivi antipoli,S 1
e A2 , sullantipolare a 1 di A1 .
Dagli esempi considerati si evidenzia, inoltre, che: rette parallele (fascio) hanno
lantipolo su una stessa retta, passante per G, che si chiama diametro coniugato alla
direzione del fascio. Anche questa propriet`a vale in generale, pur se omettiamo la dimostrazione. Negli esempi si nota che lasse x e` il diametro coniugato alla direzione
di y e viceversa; inoltre, la retta r e` il diametro coniugato alla direzione di s 1 ; con
riferimento a questultimo caso, dalla fig. I.5.3 si evince anche il modo di costruire rapidamente il diametro coniugato: basta considerare una retta del fascio tangente
allellisse e tracciare la retta passante per il punto di tangenza e per G.
Con riferimento al primo esempio, consideriamo le coppie di punti A 1 A2 e A3 A4 ;
essi appartengono luno allantipolare dellaltro e si trovano su uno stesso diametro:
sono punti coniugati nellantipolarit a` ; nellesempio citato un rapido calcola mostra
che
(I.5.11)
|A1 G||A2 G| = |A3 G||A4 G|(= y2 ).
Anche questo risultato e` generale: per tutte le coppie di punti A e B coniugati nellantipolarit`a e appartenti ad un prefissato diametro
(I.5.12)
|AG||BG| = costante;
cio`e, il prodotto della distanza dei punti da G rimane costante al variare della coppia;
ovviamente, il valore della costante varia al variare del diametro, per esempio la co-
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stante vale y2 nel caso dellasse x e x2 nel caso di y. Possiamo anche dire che se un
punto si allontana dal baricentro, laltro si avvicina.
Infine, tenendo conto di questultimo fatto e di quanto visto nel penultimo capoverso, possiamo completare la corrispondenza, includendo G e le rette che lo contengono.
Ad una retta passante per il baricentro si associa il punto improprio, individuato dalla
direzione del fascio di cui la retta e` diametro. Al variare del diametro, considerando cio`e la stella di centro G, si ottiene la retta impropria, che e` naturale associare al
baricentro, che diviene lantipolo della retta impropria.
Osservazione I.5.2 Esplicitamente osserviamo che la densit`a non gioca alcun ruolo
nella definizione dellellisse di Culmann, che, pertanto, non cambia se si sostituisce
il momento dinerzia con il momento dinerzia di superficie. Stesso discorso per il
prossimo concetto che su quella si fonda.
Dopo questa lunga premessa, diamo il concetto di nocciolo dinerzia. Per un generico sistema continuo piano, si tratta del luogo degli antipoli, rispetto allellisse di
Culmann, delle rette (del piano) che non intersecano (tagliano) il sistema. Poich`e,
maggiore e` la distanza di una retta da G, minore e` quella del suo antipolo, la frontiera
del luogo e` formata dagli antipoli delle rette che hanno qualche punto in comune con
il sistema, pur senza intersecarlo. Inoltre, considerando che il baricentro appartiene al
nocciolo, questo e` completamente individuato dalla sua frontiera.
Esempio I.5.3 Determinare lellisse di Culmann ed il nocciolo del rettangolo omogeneo di fig. I.5.4.
Figura I.5.4.
Lellisse di Culmann ha equazione
y2
x2
+
= 1.
b2 /12 h2 /12
(I.5.13)
La frontiera del nocciolo e` formata dagli antipoli delle rette passanti per i vertici e i lati
del rettangolo; si ha
(I.5.14)
a1 :
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(I.5.15)
similmente,
(I.5.16)
a2 :
Figura I.5.5.
Figura I.5.6.
Esercizio I.5.4 Per il triangolo isoscele omogenea di fig. I.5.7, verificare che gli
antipoli delle rette conteneti i lati sono
(I.5.17)
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Figura I.5.7.
Esercizio I.5.5 Determinare ellisse di Culmann e nocciolo delle sezioni omogenee
indicate in fig. I.5.8, dove a = 40cm, b = 50cm, c = 10cm, h = 70cm.
Figura I.5.8.