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DAnnunzio e Mishima: due autori lontani, ma straordinariamente affini


Accomunati non solo da atteggiamenti politici ma anche da una notevole abilit nell'attrarre l'attenzione del pubblico attraverso gesti eclatanti,
entrambi nutrirono un forte interesse per la filosofia di Nietzsche. Il filosofo, infatti, forse il miglior interprete del bisogno di rinnovamento di tutta
un'epoca; profeta insieme della decadenza e della rinascita, dar inconsapevolmente origine alle interpretazioni pi discordi che si tradurranno nelle
influenze pi diverse.
di Claudia Grazia Vismara - 17 marzo 2014
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di Claudia Grazia Vismara


Lo scorso anno luniversit di Tokyo ha celebrato Gabriele DAnnunzio con una mostra, poich il poeta e letterato italiano esercit una forte
influenza sulla cultura giapponese. Soprattutto su Yukio Mishima, pseudonimo di Kimitake Hiraoka, nato il 14 gennaio 1925 a Tokyo da un
funzionario del governo. Le loro vite presentano strane coincidenze.

Diversa, al contrario, la loro fine: DAnnunzio, mor di morte naturale; Mishima, pose fine alla propria esistenza mediante il seppuku, trafiggendosi
il ventre in diretta televisiva.
Questultimo si era sempre dichiarato grande ammiratore del Vate al punto da aver tradotto in giapponese Le martyre de Saint Sebastien, dramma
teatrale in cinque atti dedicato a Maurice Barrs. Dopo un vissuto particolarmente difficoltoso, iniziato con le umiliazioni da parte dei compagni di
classe a causa della propria gracilit e proseguito con limpossibilit di fornire un servizio attivo alla Patria a causa di un sospetto di tubercolosi che
lo riterr non idoneo al servizio militare, nel 1954 Mishima diviene uno dei maggiori scrittori del Giappone. Lamore per la Patria e il rimpianto per
i valori tradizionali, ormai in decadenza, costituiscono probabilmente la somiglianza pi evidente con il poeta abruzzese. Nelle sue opere non
mancano riferimenti al feroce contrasto tra la ricerca istintiva di una morale assoluta e al culto nostalgico della tradizione.
Nellautunno del 1967, il giovane Mishima riunisce a s alcuni studenti universitari che aveva incontrato nel corso di Karate che frequentava. Nasce
la Tate no Kai, Associazione degli Scudi, formalizzata il 5 ottobre 1968 come esercito privato. Questassociazione paramilitare aveva una
personale filosofia; celebrava il culto della tradizione dei Samurai, sosteneva lincompatibilit del comunismo con il sistema giapponese
legittimando il ricorso alla violenza di fronte a tale minaccia, e riconosceva limperatore come unico simbolo della comunit storico-culturale
nipponica. Una vera e propria milizia ad personam. Qualcosa di simile fece DAnnunzio, cercando a tutti i costi di annettere allItalia la citt di
Fiume.
Siamo nellaprile del 1915. Poco prima di entrare in guerra, nel conflitto che avrebbe visto lItalia protagonista contro gli imperi centrali, lItalia
aveva firmato il patto di Londra che le avrebbe garantito una serie di acquisizioni territoriali ad eccezione proprio della citt di Fiume. Nonostante il
Consiglio Nazionale Italiano, nellottobre 1918, si fosse pronunciato a favore di tale annessione, gli Stati Uniti e gli alleati si opposero. Si svilupp
pertanto un senso di frustrazione che port il poeta a riassumere questa delusione in termini di vittoria mutilata. Come Mishima, egli assunse un
ruolo di agitatore di coscienze e si fece interprete della febbre nazionalistica italiana, occupando la citt. E lo fece attraverso un esercito di
insubordinati di ogni grado e arma delle Forze Armate Italiane e di giovani che, scappando da casa, si riversarono nella citt irredente e vi rimasero
per oltre un anno. Il poeta italiano realizzava cos i sogni di Marinetti e portava larte al potere: arte fatta di giovinezza let media dei legionari
era di ventitr anni -.
Entrambi gli autori assumono a oggetto, infine, la parola come mezzo di incitamento.
DAnnunzio, per esempio, attraverso il discorso di Quarto, dove si era recato chiamato dal governo Salandra per inaugurare un monumento ai Mille,
facendosi portavoce del pi fervente interventismo. Con una raffica di pubbliche arringhe, far dellincitamento alla violenza uno strumento
indispensabile per la difesa della Patria. Richiama inoltre alla necessit di una milizia vigilante (al pari della Tate no Kai di Mishima) e alluso
della punizione corporale.
In egual modo far anni dopo lo scrittore giapponese attraverso il suo Proclama, poco prima di togliersi la vita, invitando pubblicamente lesercito a
ribellarsi alla condizione di mera forza di polizia in cui era caduto a seguito della sconfitta mondiale. Sottolinea limportanza dellimpiego di una
milizia scelta volta al sacrificio della Patria, proprio come il Vate.
Accomunati non solo da atteggiamenti politici ma anche da una notevole abilit nellattrarre lattenzione del pubblico attraverso gesti eclatanti,
entrambi nutrirono un forte interesse per la filosofia di Nietzsche. Il filosofo, infatti, forse il miglior interprete del bisogno di rinnovamento di tutta
unepoca; profeta insieme della decadenza e della rinascita, dar inconsapevolmente origine alle interpretazioni pi discordi che si tradurranno nelle
influenze pi diverse.
Culla delle loro vite, il Novecento; secolo di turbamento e di alienazione, secolo di una realt che fu violentemente alterata avendo attraversato un
periodo di profondi stravolgimenti. Una realt che affonda le proprie radici nellaffermazione sempre crescente del sistema capitalistico e dei regimi
totalitari.

Per approfondire con il Circolo Proudhon

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