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CLALS WESTERMANN
M A R IE T T I
E.Jenni GWestermann
Dizionario
Testamento
edizione italiana a cura di
volume primo
2N b Padre
Tl mtaj Quando?
Marietti
C H R. K A ISER V E R L A G - M O N C H E N
THEOLOG1SCHER V E R LA G - Z 0 R 1 C H
traduzione di
F.
G.
B.
G.
N.
G.
M.
G.
B.
BONTEMP1
CADEDDU
CHIESA
MASSI
N EG RETT I
L. PRATO
SAMPAOLO
TESTA
VERCESI
1978 M A R IE T T I E D IT O R I - T O R IN O
per ledizione italiana
.
PREMESSA
Il presente dizionario, che esce perora nella sua prima parte, si propone di offrire uno strumento
attendibile per lo studio scientifico dellAntico Testamento, ed anche per Tinsegnamento della
dottrina della Chiesa e per la predicazione. Lintento dei collaboratori stato quello di elaborare
con metodo e il pi ampiamente possibile il senso e luso dei singoli vocaboli.
Nella ricerca veterotestamentaria degli ultim i decenni si raggiunta una certa uniformit di
vedute sul fatto che per determinare il significato di un vocabolo (e specialmente il suo signi
ficato teologico) si deve evitare ogni restrizione di metodo, ed un risultato sicuro si pu ottenere
solo soppesando convenientemente tutti i possibili e molteplici tentativi di soluzione. Una re
strizione consistita per esempio nel voler spiegare una parola solo dal punto di vista gram
maticale e filologico; oppure si voluto determinare in ogni caso tutta quanta la consistenza
di una parola partendo da un presunto significato primario, come pure si tentato di costruire
una storia lineare di un termine, la quale non lascia pi spazio a diversi altri usi, che possono
coesistere luno accanto alfaltro. Una restrizione anche infine il distinguere meccanicamente
un uso profano ed un uso religioso, considerando per ci stesso il primo come pi autentico.
Contrariamente a tutti questi tentativi di spiegazione a direzione unica, si cercato nel presente
dizionario di non attribuire un valore assoluto a nessuno dei metodi seguiti nella ricerca les
sicale, ma di impostare i problemi nella maniera pi ampia possibile e di lasciarli
aperti, conformemente alla situazione attuale degli studi veterotestamentari e della linguistica
generale.
A differenza dei precedenti dizionari deir Antico Testamento, si tenuto conto dei risultati del
le numerose ricerche nel campo della storia delle forme e della tradizione, le quali in molti casi
inducono a correggere notevolmente, nelluso di un vocabolo, sia le classificazioni del materiale
sia la stratificazione cronologica. Da un lato, collocando stabilmente e chiaramente determinati
usi di un verbo o di un sostantivo p.e. nellambito di una determinata forma giuridica, di un
discorso profetico, di un genere di salmi o nellambito di una determinata tradizione narrativa,
si pu ora individuare con sicurezza il contesto in base al quale va condotta lesegesi del verbo
o del sostantivo in questione. D altro lato non si pu pi distinguere troppo genericamente tra
un uso primitivo ed un uso tardivo di un determinat vocabolo e, dato che una parola
pu essere usata in maniere molto diverse tra loro, bisogna tener presenti sia gli usi che coe
sistono luno accanto allaltro, sia quelli che si susseguono.
.
Si tenuto conto in particolare di un contributo essenziale della linguistica pi recente, e cio
che la base della comunicazione linguistica non la parola, ma la frase. Ci corrisponde ai ri
sultati della storia delle forme e della tradizione. Contrariamente al modo di procedere della
critica letteraria, secondo la quale luso di un vocabolo isolato pu essere determinante per la
catalogazione cronologica, nella ricerca pi recente emerso in maniera sempre pi evidente
PREM ESSA
che solo la frase o un complesso di frasi possono determinare una tradizione. Nelielaborare
la portata di un vocabolo d ha un significato essenziale: nel classificare le ricorrenze di un vo
cabolo bisogna partire dalle frasi in cui esso si trova e dalla loro funzione in un contesto pi
ampio.
La compilazione di un dizionario richiede oggi che si presti attenzione anche alla cosiddetta
ricerca dei campi semantici; qui possiamo solo indicare quanto essa sia utile per determinare
il significato di parole che sono molto affini tra loro per contenuto o sembrano essere sinonime,
e anche per la traduzione in unaltra lingua, il cui campo semantico spesso diversamente
strutturato.
.
Infine bisogna accennare al fatto che il numero accresciuto dei testi in lingue semitiche, i pro
gressi degli studi sulla grammatica e sulla sintassi ebraica, il differenziarsi e il perfezionarsi dei
metodi filologici e le numerose ricerche recenti nel campo della linguistica generale non hanno
facilitato per nulla lelaborazione di un dizionario dellAntico Testamento, pur avendo reso
possibili molti progressi. Bisogna riconoscere che in diversi casi molti aspetti restano ancora
oscuri quando si vuol determinare luso sia generale sia teologico di un vocabolo ebraico. Il pre
sente dizionario stato compilato nella piena consapevolezza delle difficolt che ancora si in
contrano quando si vuole elaborare accuratamente la funzione che la parola ebraica possiede
nel suo particolare contesto. Su questo punto lelaborazione del dizionario confina con lesegesi,
alia quale vuole rendere un servizio.
EJenni/C.W esterm ann
Basilea e Heidelberg, aprile 1971.
VI
PREM ESSA
INTRODUZIONE
(a) Bench gli indici, previsti per il secondo volume, indichino che si presa in considerazione
una gran parte del lessico veterotestamentario, il DTAT, gi per il solo fatto che opera una scel
ta di voci, non pu sostituire ma solo completare i dizionari tradizionali. Persino nella tratta
zione delle radici e dei vocaboli, i numerosi dati lessicali, grammaticali, critico-testuali e biblio
grafici, anche nello stesso H A L, almeno per la parte finora uscita, non sono per nulla esaurienti.
( b ) Pur conservando la massima apertura verso gli sviluppi pi recenti della scienza linguistica
(cfr. p.e. lampia esposizione della Encyclopdie de la Pleiade, Le langage, ed. da A.Martinet,
1968, o lintroduzione pi specifica di O.Reichmann, Deutsche Wortforschung, 1969) e
dellesegesi (cfr. p.e. K.Koch, Was ist Formgeschichte? *1967), unopera collettiva come la
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V II
IN T R O D U Z IO N E
ma per quanto possibile, di tutti i casi in cui si esprime una certa relazione tra Dio e il popolo
opp. tra D io e luomo. Proprio per questo per ad alcuni sembrer che manchino molte cose,
mentre ad altri lambito preso in considerazione potr apparire troppo esteso.
Per documentare la particolarit specifica di un dizionario basato sui concetti, si sono dedicate
delle voci proprie, oltre che alla massa dei sostantivi e dei verbi, anche ad altre categorie gram
maticali, come pronomi (P^hf io , -kl tu tti ), avverbi {- uaj forse, -'ajj
d o v e ?, -mtaj q u an d o ?), preposizioni (lim c o n ) e anche interiezioni {-'ahh
ah! , -hj guai! , -hinn ecco! ).
D altro lato non si sono riservate delle voci proprie ad una serie di altri vocaboli, che forse si
sarebbero voluti vedere qui. Questo vale sia per alcuni sostantivi ( har monte , mjim ac
qua ) o verbi (jsb sedere, abitare , ktb scrivere )che ricorrono spesso, sia anche per molte
nozioni, tra cui soprattutto quelle che si riferiscono al culto, per le quali si possono consultare
i dizionari biblici. Il DTAT non stato espressamente concepito come u n opera che va con
sultata in fatto di archeologia o di storia delle religioni, poich allora lattenzione (come avviene
per un lessico delle cose o delle idee) si sarebbe spostata troppo dalla funzione significativa delle
parole alla descrizione della realt designata e della sua storia. Chi dunque ricerca delle infor
mazioni archeologiche o di storia delle religioni sul santuario dellarca, sul sacrifcio o sul sa
cerdozio, non le trover qui con la scusa di condurre una ricerca linguistica sui termini 'rdn
cassa , zbh uccidere, sacrificare oppure khn sacerdote . Questi e altri vocaboli come
'ezb issopo , fd efod , 7arP! ara sacrificale , bm altura cultuale ecc. sono
stati quasi sempre tralasciati, poich altrimenti lambito di un piccolo dizionario teologico sa
rebbe stato oltrepassato di molto.
Lo stesso vale anche per i nomi propri, i quali, ad eccezione degli epiteti divini Jahwe e Saddaj,
e dei nomi Israele e Sion che sono divenuti titoli religiosi, non hanno una voce propria. Cer
tamente, bramo e Davide con le loro rispettive tradizioni, Gerusalemme ed anche Canaan
e Babilonia non sono realt teologiche di scarsa importanza, tuttavia non si possono pi col
locare nel quadro di un dizionario orientato in senso semasiologico.
Bisogna per osservare che numerosi vocaboli, i quali non posseggono una voce propria, sono
trattati sotto altri termini, sia come sinonimi o opposti sia come elementi che rientrano nel
campo semantico di un termine trattato. Cosi possibile far rientrare har monte , nel suo
significato teologico, sotto -Sijjn Sion ; mjim acqua ejm mare , nel loro significato
mitologico, sotto tehm abisso 'Jsb sedere, abitare sotto -skn abitare ecc. Per alcuni
vocaboli che ricorrono spesso, gi nelfelenco alfabetico dei termini si indica la voce corrispon
dente sotto cui il vocabolo trattato; in molti altri casi gli indici alla fine del secondo volume
faciliteranno la ricerca.
Per quanto riguarda lordine dei termini trattati, si presenterebbero di per s diverse possibilit.
In primo luogo poteva sembrare attraente partire da un principio ordinatore basato sul conte
nuto e tentare di esporre il lessico nella sua struttura contenutistica. Tuttavia ragioni teoriche
e soprattutto pratiche ci hanno indotto a restare su un principio ordinatore fomiale, basato
sullalfabeto, ed a stabilire nellesposizione stessa oppure con accenni secondari le necessarie
relazioni di contenuto. Inoltre, come naturale per le lingue semitiche, i termini derivant i da
una stessa radice sono stati trattati sotto una sola voce: ci non significa che lautonomia di
significato delle singole parole sia stata sacrificata ad un errato abbaglio della radice (cfr.
J.Barr, Le., 104ss; trad. italiana 144ss.)e che il significato sia stato subordinato alletimologia.
Tali deformazioni del resto non si evitano automaticamente quando si catalogano in ordine
puramente alfabetico le singole parole; daltra parte la trattazione differenziata delle formazioni
IN T R O D U Z IO N E
*
. -
IX
nominali e delle forme verbali che viene effettuata nei dizionari tradizionali non del tutto
esente da critica; ivi infatti $cedceq e s ldq compaiono come lemmi distinti, ma non $iddq
e hi$dlq. Anche qui sono state determinanti alcune considerazioni pratiche, relative allespo
sizione, pi che dei principi puramente teorici, e questo fa s che anche neHimpostazione delle
singole voci la disposizione resti relativamente libera ed elastica (cfr. p.e. - ybh, dove cebjn
trattato come vocabolo a s, e mn, dove ai derivati pi importanti sono state dedicate quasi
delle voci a parte nei paragrafi 3 e 4).
Resta infine affidata al calcolo soggettivo lampiezza da riservarsi alle singole voci. La divisione
originaria in voci corte, normali, lunghe e lunghissime, come ci si poteva attendere, scom
parsa da s in una certa misura nella stesura delle voci stesse. Certo, alcune cose potevano dirsi
in modo pi conciso ed altre in modo pi diffuso, tuttavia le differenze nella stesura non do
vrebbero superare quanto ci si aspetta da unopera composta in collaborazione. Iri sostanza, gra
zie alla disciplina dei collaboratori, si evitato anche il pericolo, ben noto ad ogni editore, che
i contributi si sviluppassero in modo tale da diventare vere e proprie trattazioni indipendenti.
]. Radice e derivazioni. La prima parte si occupa d tutto quello che concerne la radice. Se
guono la numerazione dei derivati che sono trattati nella voce, e spesso viene indicato anche
il genere di derivazione (la funzione della coniugazione verbale, la classe cui appartiene la for
mazione nominale ecc.), se ci utile in qualche maniera per stabilire il significato (cfr. D.Michel, Archiv fr Begriffsgeschichte 12,1968,32ss.). In questa funzione della prima parte, ossia
in questa presentazione sintetica del contenuto di tutto quanto il gruppo che viene trattato, sta
la ragione per cui, senza dare uneccessiva importanza alfetimologia per determinare il signi
X
IN T R O D U Z IO N E
ficato attuale dei vocaboli nellAntico Testamento, vengono posti allinizio dellarticolo e non
alla fine, come viene suggerito spesso dalla moderna lessicografia, i dati che riguardano la pre
senza della radice in altre lingue semitiche, le considerazioni sul significato primario com u
ne a tutto il gruppo ed altre eventuali osservazioni riguardanti l'etimologia. In molti casi si ac
cenna anche ai limiti del metodo etimologico, persino caro ai teologi, e si mette in guardia con
tro eventuali speculazioni, Del resto lo studioso dellAntico Testamento pu anche essere in
teressato a conoscere in sintesi lestensione di un determinato gruppo in altre lingue semitiche
ed eventualmente anche se esso ricompare, pur con altre radici, in determinati ambiti ecc.
evidente che, a differenza di un dizionario etimologico (il quale nel nostro campo del resto non
esiste ancora), non si pu pretendere di fornire su questo punto dei dati completi: in genere
si sono prese in considerazione le lingue semitiche pi antiche dellAT o ad esso contempo
ranee, specialmente laccadico, lugaritico, il fenicio punico e laramaico pi antico.
2. Statistica. In una seconda parte, anehessa relativamente corta, vengono forniti i dati sta
tistici sulla presenza dei vocaboli nellAT e nelle sue singole parti, in alcuni casi con un quadro
prospettico. Anzich fornire un semplice catalogo dei vocaboli, si possono gi qui sottolineare
alcune particolarit sulla loro distribuzione. Nella scienza linguistica recente anche la statistica
dei termini comincia lentamente a farsi strada; pur essendo vero che, come avviene per ogni
statistica, c il pericolo che ne derivi ogni genere di abuso, per sembrato giusto dare un fon
damento sicuro ad una statistica dei termini dellT, poich,contrariamente a quanto avviene
per il NT (R.Morgenthaler, Statistik des ntl. Wortschatzes, 1958), non si ha ancora in questo
campo molto materiale a disposizione.
Come in ogni statistica, anche qui si richiede anzitutto una presentazione accurata di quello
che viene numerato. I dati del DTAT si basano sul testo masoretico non emendato della BIT
e considerano come unit a s ogni ricorrenza di un dato termine nelle sue diverse forme gram
maticali. Perci p.e. linf. assol. con un verbo finito vale come due ricorrenze. Vengono quindi
elencati non i diversi nessi logici o i versi che contengono il vocabolo (talora pi volte), ma
le singole ricorrenze del termine prese a s. Bench piccoli errori numerici o arrotondamenti
di cifre siano praticamente insignificanti per le conclusioni che si devono trarre dai numeri, nel
la statistica si cercata per la maggior esattezza possibile. Perci si sono consultate per i singoli
libri biblici le concordanze di Mandelkern (incl. le appendici di S.Herner) e di Lisowsky, tra loro
indipendenti e impostate su basi diverse, e quando i dati erano divergenti si operata una col
lazione. Quando stato necessario scegliere tra diverse interpretazioni grammaticali e tra di
verse identificazioni di un termine, il risultato della scelta stato presentato in breve per quanto
era necessario, poich una statistica pu essere controllata solo se i numeri sono ben delimitati.
Le correzioni che, come risultato secondario della ricerca, sono state apportate alle concordanze
di Lisowsky non sono quindi per nulla una critica ai grandi meriti di quesfopera. Se nella bi
bliografia si incontrano dati statistici divergenti dai nostri, ci dovuto molto spesso ad un di
verso conteggio,il quale naturalmente pu essere valido tanto quanto il nostro, purch sia chia
ro e sia usato con coerenza.
Il valore dei dati statistici sarebbe naturalmente molto pi significativo per la storia della lingua
se si fossero potuti ordinare i dati non seguendo meccanicamente i libri biblici, ma secondo
lepoca di composizione dei singoli complessi letterari. Poich per lanalisi letteraria e la da
tazione di molti testi sono controverse o impossibili, non si potuto seguire questa strada per
costruire la statistica dei termini se non in casi eccezionali. Anche una particolare trattazione
metodica, p.e. del Deuteroisaia (e del Tritoisaia?), avrebbe gi complicato di molto il procedi
mento. Nei singoli casi tali precisioni si possono ricuperare senza troppa fatica.
IN T R O D U Z IO N E
XI
Per poter misurare la frequenza relativa di un termine in un determinato libro biblico, anche
prescindendo dal significato statistico che essa possiede, necessario un quadro comparativo
del contenuto globale dei singoli libri biblici. Come strumento provvisorio pu servire il quadro
seguente (cfr. anche voi. II, Appendice statistica), relativo allampiezza dei libri dell1AT in per
centuale (per mille; approssimata):
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Pentateuco
i
68
55
39
54
47
263
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Gios-2Re
33
32
43
36
43
40
227
Gen-2Re
490
Is
Ger
Ez
0$
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
Profeti
55
71
61
8
3
7
1
2
5
2
2
3
2
10
3
235
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
Ketubim
AT
64
27
23
4
4
10
5
10
20
12
17
35
44
275
1000
3. Significato e storia del significato. Nella terza parte segue l'esposizione delluso generale del
termine opp. del gruppo nellAT. Ci si limita ai libri del canone ebr.; talvolta, ma non rego
larmente, si includono anche le parti ebr. del libro di Ben Sira (Ecclesiastico). Non sono stati
presi in considerazione lebr. postbiblico e la letteratura intertestamentaria, conservata solo nel
la traduzione gr.; sui punti pi importanti dato eventualmente qualche breve accenno nella
parte conclusiva della voce.
Nel lesposizione si lasciata grande libert agli autori. La divisione pu essere effettuata su basi
semasiologiche (significato principale, ampliamenti, sensi traslati ecc.), grammatico-sintatti
che (sing./plur., diverse costruzioni dei verbi ecc.) o anche storiche; in genere si sono inclusi
qui anche quei dati che per lo pi i dizionari tralasciano per ragioni di spazio, e cio linserzione
del termine in elenchi, i campi semantici, gli opposti, la delimitazione rispetto a termini sino
nimi, le ragioni su cui si fonda un mutamento semantico, i significati assenti nellAT ecc. In
vece si sono evitate, per quanto possbile, le digressioni storico-culturali od esegetiche che su
perano i limiti della ricerca lessicale; su questo punto ci si limita ad eventuali accenni biblio
grafici (m anuali, commentari, studi monografici).
Poich una sezione bibliografica non ci sembrata del tutto utile, le citazioni sono state fatte
di solito nel luogo appropriato, in alcuni casi anche nella forma di una breve sintesi della storia
della ricerca. Quando si tratta di tesi controverse si fatto un rapido cenno alla posizione con
traria; le voci dovrebbero dare un ritratto del tutto oggettivo della situazione in cui si trova oggi
la discussione.
IN T R O D U Z IO N E
stessa chiarezza in ogni vocabolo) una certa gradualit nelluso dei termini, la quale viene in
dicata dalla maggiore o minore importanza teologica del contesto, e che molto spesso pu es
sere messa in evidenza dalla storia delle forme e dalla storia della tradizione. Non si deve per
pensare che si possano stabilire ovunque confini precisi: generalmente nella terza parte ven
gono presentate delle prospettive generali (lasciando da parte gli usi teologici particolari) e nella
quarta parte invece vengono trattati i problemi specifici di natura teologica. anche possibile
unire tra loro i paragrafi 3 e 4 (p.e. trn')\ in alcune voci inoltre due diversi vocaboli o due di
versi gruppi sono stati trattati in questi due paragrafi (/z, -'/ir).
Anche alf interno della quarta parte lordinamento non segue norme precise. Secondo il parere
degli autori, si sono preferite di volta in volta prospettive semasiologiche, storiche e teologiche.
Per quanto riguarda il materiale comparativo extrabiblico, si sono citati quasi solo i testi accadici
o del semitico nordoccidentale pi antichi de.UAT o ad esso contemporanei, e talvolta anche
quelli egiziani. Si rinunciato ad un panorama completo sulluso di termini equivalenti in tutto
quanto lambiente che va dalla Mesopotamia allEgitto, come pure si sono evitate digressioni
riguardanti la storia delle religioni, per non oltrepassare lambito del dizionario, ma anche te
nendo presenti le possibilit di cui effettivamente si dispone.
5. Sviluppi posteriori. La parte conclusiva espone brevemente se e come levoluzione delf uso
teologico prosegue fino al giudaismo tardivo e al Nuovo Testamento opp. al Cristianesimo pri
mitivo. In genere sono sufficienti semplici accenni bibliografici. I dati relativi ai principali equi
valenti gr. dei termini ebr, nei Settanta e nel Nuovo Testamento possono essere forniti indi
cando per lo pi i corrispondenti articoli del ThW (= GLNT). Del resto anche qui, come in
altri settori marginali, non si possono dare informazioni esaustive. Non si vuole comporre una
summa biblico-teologica che racchiuda tutto, ma solo accennare in maniera concisa al col
legamento con le scienze vicine, di cui il teologo deve tener conto.
D. La trascrizione dellebraico
Tranne che nei titoli delle voci e in pochissimi passi, in cui bisognava far risaltare le sottigliezze
niasoretiche, per motivi tipografici si rinunciato nel presente dizionario ai caratteri ebraici;
ci dispiacer forse a molti ebraisti i quali, adattandosi con difficolt alla trascrizione, non tro
veranno qui purtroppo la scrittura cui sono abituati. Nelle pubblicazioni scientifiche odierne
la trascrizione viene utilizzata sempre di pi; essa, se usata correttamente, in grado di sod
disfare a tutte le esigenze del caso ed comunque preferibile al compromesso tipografico di
usare solo caratteri ebraici non vocalizzati.
Consonanti:
(alef)
(bet)
(ghimel)
(dalet)
(he)
(waw)
(zajin)
(het)
b
g
d
h
tv
z
H
(tei)
(jod)
(kaf)
(lamed)
(mem)
(nun)
(samek)
Cajin)
j
k
/
m
n
s
'
(pe)
(sade)
(qof)
(tes)
(sin)
(sin)
(taw)
IN T R O D U Z IO N E
P /
s
Q
T
s
s
t
X IR
Vocali:
(qmes)
(ptah)
/ ^
(sere)
(segl)
(hireq)
(blem)
(qibbus)
\
corta lunga
ce
CF
/"
i
(qmes hatuf)
(hlem magnum)
(sureq)
(sew mobile)
(htef ptah)
(htef qmes)
(htef segl)
e
a
0
&
Il sistema di trascrizione qui adottato un espediente pratico per rendere lebraico masoretico
secondo la pronuncia tradizionale che si insegna nelle nostre universit. Non intende riprodur
re con una traslitterazione precisa tutte le particolarit dellortografia della scuola di Tiberiade;
non si prefigge neppure uno scopo puramente fonematico n vuol raggiungere forme meglio
giustificate daJla storia della lingua al di l della grammatica tradizionale. Le spiegazioni che
seguono sono rivolte anzitutto ai non specialisti; le scelte pratiche resesi necessarie per la pub
blicazione del dizionario, le quali dovevano anche tener conto delle esigenze tipografiche, non
sono per nulla normative.
Per quanto riguarda la pronuncia delle consonanti (cfr. per i dettagli le grammatiche, p.e. Meyer
l,41ss.) va osservato che e f equivalgono per convenzione ad un attacco duro di voce (come
nel tedesco geehrt ), z si pronuncia come una s sonora (cfr. z in francese), h una h for
temente aspirata come la c toscana (p.e. casa ) oppure il eh tedesco (p.e. ach ), $ si pro
nuncia come una s enfatica (per altri equivale al suono ts), s si pronuncia s e s se (p.e. scen
dere ). Per le cd. begadkefat {h, g, d, k, p e /), che dopo vocale erano pronunciate non come
occlusive, ma come fricative, nella trascrizione si conservata la distinzione solo perp (p alFini
zio di parola e dopo consonante,/dopo vocale). La consonante b pu essere pronunciata v e
k pu venir aspirata, secondo una pronuncia abbastanza diffusa, senza che ci sia indicato nella
scrittura.
1segni consonantici h, w c j(matres lectionis)sono usati per indicare vocali lunghe solo quando
si trascrivono testi non vocalizzati (iscrizioni extrabibliche, testi qumranici, ketib ecc.)e quando
si vuol indicare la disposizione alfabetica; inoltre h (finale) usata per i verbi tertiae infirmae
(ILI w /j) nella terza pers. sing. masc. del perf., ossia nella forma con cui essi vengono designati;
tale forma, tranne che nei verbi con vocale media lunga (inf. cs. b\bfn, gr ecc.), viene data
altrimenti solo come radice consonantica non vocalizzata (p.e. &/, bh, &/, da pronunciarsi bad, b , bal con l'accento sulla seconda sillaba, in alcuni casi anche con invece di a nella
seconda sillaba: {ips = hjes e tra i termini trattati nel primo volume thrjr\ kbd , Ibs). Nel primo
volume una possibile confusione con h consonantico in quanto terza radicale si ha solo p&rgbh
(= gbah)\ nel testo si indica per quale deve essere la pronuncia esatta (col. 342). Nella vo
calizzazione non si tiene conto di h come designazione di vocale, e questo specialmente per la
finale del femminile - (p.e. malk regina , non malkh il suo [= di lei] re ). Per lo alef
quiescente adottiamo invece un sistema un po diverso: quando esso designa una vocale non
viene trascritto p.e. in lo non , h egli , rs capo , aram. malk il re ; quando per
' quiescente e ' non quiescente compaiono assieme in un paradigma grammaticale o in gruppo
di termini strettamente legati tra loro, viene scritto anche lo ' che non pi pronunciato, perch
sia pi facile identificare la radice (p.e. dalla radice jr* le derivazioni nia'1 terribile t jir'
timore ).
Per quanto riguarda le vocali, sere e hlem ebraici vengono considerati sempre vocali lunghe
( e \ in conformit con la grammatica tradizionale.
XIV
IN T R O D U Z IO N E
Laccento risiede generalmente sulla sillaba finale e non viene perci indicalo. Le forme les
sicali con accento sulla penultima sillaba, tra cui specialmente i segolati (forme nominali con
mentre non lo hanno le forme che nella flesce nella sillaba finale), hanno un accento acuto,
*
*
+
sione vengono ad avere finali atone (p.e. lamina perch , 'wcen iniquit , hrcem sco
munica , 7zcen orecchio ; invece dbr parola ,,<rmcet fedelt con finale accentuata
e ktabt tu hai scritto , pronunciato ktbt). Nei segolatj del tipo mclcek re , dcrcek
via , hcsced bont ecc., che sono molto frequenti e facilmente riconoscibili, per motivi
di semplicit non si indicata la lunghezza (del resto controversa) della vocale primitiva; nelle
parti scritte in piccolo anche laccento acuto stato tralasciato per motivi tipografici.
I nomi propri sono scritti con iniziale maiuscola (eccetto nel caso di e iniziali).
Per la trascrizione delle varie lingue semitiche si possono consultare le relative grammatiche
e i dizionari; la trascrizione delfaccadico si basa su G A G e A IIw , quella dellugaritico su UT
(va notato che in ugaritico a, i e u non sono vocali, ma designano alef consonantico diversa
mente vocalizzato).
Lev
Bibbia di Zurigo
Bibbia CEI
32,1
32,2-33
Gen
Gen
32,1
32,2-33
7,26-29
8,1-28
21,37
22,1-30
Es
8,1-4
8,5-32
22,1
22,2-31
Es
7,26-29
8,1-28
21,37
22,1-30
Lev
6,1-7
6,8-30
Lev
5,20-26
6,1-23
Num
12,16
13,1-33
17,115
17,16-28
Deut
13.1
13.2-19
23.1
23.2-26
28,69
29,1-28
5,20-26
6,1-23
31,55
32,1-32
Nurri
12,16
13,1-33
17,1-15
17,16-28
Num
13,1
13,2-34
16,35-50
17,1-13
Deut
13.1
13.2-19
23.1
23.2-26
28,69
29,1-28
Deut
12,32
13,1-18
22,30
23.1-25
29,1
29.2-29
Re
5,1-14
5,15-32
Re
Re
5,1-14
5,15-32
'
5,1-14
(4,21-34)
5,15-32
(5,1-18)
IN T R O D U Z IO N E
XV
Bibbia ebraica
Bibbia di Zurigo
Bibbia CE1
2Re
12,1
12,2-22
2Re
11,21
12,1-21
2Re
12,1
12,2-22
Is
8,23
9,1-20
63,19a
63,19b
64,M I
ls
9,1
9,2-21
63,19
64,1
64,2-12
Is
8.23
9.1-20
63,19a
63,19b
64.1-11
Ger
8,23
9,1-25
Ger
Os
2,1-2
2,3-25
14,1
14,2-10
Os
9,1
9,2-26
1,10-11 ,
2,1-23
13,16
14,1-9
Ger
8.23
9.1-25
Os
2 1-2
2,3-25
14.1
14.2-10
Gioe
3.1-5
4.1-21
Gioe
2,28-32
3,1-21
Gioe
3.1-5
4.1-21
Mi
4,14
5,1-14
Mi
5,1
5,2-15
Mi
4,14
5.1-14
Zac
2,1-4
2,5-17
Zac
1,18-21
2,1-13
Zac
2.1-4
2,5-17
Mal
3,19-24
Ma]
Giob
4,1-6
39,31-35
40.1-19
40,20-27
40,28
41.1-25
Mal
3,19-24
Giob
40.1-5
40.6-24
40,25-32
41.1
41.2-26
Eccle
7J
7,2-30
Eccle
6,12
7.1-29
Dan
3,31-33
5,31
6,1-28
Dan
3,98-100
6,1
6.2-29
Neem
3,33-38
4.1-17
Giob
40.1-5
40,6-24
40,25-32
41,1
41.2-26
Eccle
6,12
7,1-29
Dan
Necm
lCron
3,31-33
6,1
6,2-29
3,33-38
4,1-17
10,1
10,2-40
5,27-41
Neem
lCron
XVI
IN T R O D U Z IO N E
10.2-40
lCron
5,27-41
(6,1-15)
6 1-66
(6,16-81)
12,4-5
12.641
2Cron
1,18
2,1-17
13.23
14,1-14
12,4
12,5-40
12,4-5
12,6-41
1,18
2,1-17
13,23
14,1-14
6,1-15
10.1
6,16-81
6,1-66
2Cron
4.1-6
4,7-23
9,38
10.1-39
2Cron
2,1
2,2-18
14,1
14,2-25
Leditore si sente in dovere di ringraziare Villustre collega prof. D.C. Westermann di Heidel
berg, il cui interessamento ha reso possibile ladesione di gran parte dei circa quaranta colla
boratori di questo primo volume del DTAT; a lui si devono anche il progetto dellopera e i ne
cessari collegamenti con la casa editrice. Il fatto che i collaboratori rappresentino soprattutto
due distinte regioni geografiche, e cio Heidelberg e la Svizzera, dovuto a situazioni personali,
tuttavia contributi provengono da circa dieci paesi.
I manoscritti degli autori di lingua straniera sono stati tradotti dalPeditore. Egli ha rielaborato
gli articoli per dar loro una forma unitaria; tutti i manoscritti sono stati perci ricomposti. Si
usato spesso del diritto, in precedenza concordato, di poter operare mutamenti, anche di con
tenuto (nei casi pi importanti dopo aver interpellato lautore), meno per togliere che per ag
giungere; le aggiunte delfeditore, quando divergevano abbastanza dal lato tematico o quando
sono state apportate in vista dellimpostazione generale del dizionario (inserzione di sinonimi
ecc.), e perci non volevano essere una critica al contributo dellautore, sono state indicate con
un * (* accanto a cifre o lettere che indicano paragrafi si riferisce al relativo paragrafo, * dopo
un capoverso si riferisce solo ad esso). In tal senso stato quindi necessario intervenire soprat
tutto nelle prime due parti delle singole voci; solo leditore inoltre responsabile della revisione
dei dati statistici. Poich la correttura delle bozze stata effettuata dagli autori solo per le voci
pi lunghe, le sviste e gli errori di stampa anche in questo caso sono a carico delleditore.
Un ringraziamento particolare va infine al dott. Thomas W illi (ora in Eichberg, cantone di San
Gallo), al dott. Gerhard Wehmeier (ora in Dharwar, Mysore St., India) e a Matthias Su ter, che
leditore ha avuto accanto a s luno dopo laltro come assistenti e che fin dalla fine del 1968
si sono assunti il faticoso compito di controllare i testi e di correggere le bozze.
Basilea, aprile 1971
Ernst Jenni
* Per il voi. X i cfr. p. [4(4].
X V II
ABBREVIAZIONI
Abacuc
Abdia
Aggeo
Amos
Apocalisse di S. Giovanni
Alti degli Apostoli
Baruc
Cantico dei Cantici
Lettera ai Colossesi
Lettere ai Corinti
Cronache
Daniele
Deuteronomio
Deuteroisaia
Deuterozaccaria
Lettera agli Ebrei
Ecclesiaste
Ecclesiastico
Lettera agli Efesini
Esodo
Esdra
Ester
Ezechiele
Lettera ai Filippesi
Lettera a Filemone
Lettera ai Galati
Genesi
Geremia
Lettera di S Giacomo
Giobbe
Giele
Giona
Giosu
Giudici
Lettera di S. Giuda
Giudit
Gv
l/2/3Gv
Is
Lam
Le
LettGer
Lev
l/2/3Mac
Me
Mal
Mi
Mt
Nah
Neem
Num
OrMan
Os
l/2Piet
Prov
l/2Re
Rom
Rut
Sai
l/2Sam
Sap
Sof
SDan
SEst
l/2Tess
l/2Tim
Tito
Tob
Tritois
Zac
Giuditta
Giovanni
Lettere di S. Giovanni
Isaia
Lamentazioni
Luca
Lettera di Geremia
Levitico
Maccabei
Marco
Malachia
Michea
Matteo
Nahum
Neemia
Numeri
Preghiera di Manasse
Osea
Lettere di S. Pietro
Proverbi
Libri dei Re
Lettera ai Romani
Rut
Salmo/i
Libri di Samuele
Sapienza
Sofonia
Supplementi a Daniele
Supplementi a Ester
Lettere ai Tessalonicesi
Lettere a Timoteo
Lettera a Tito
Tobia
Tritoisaia
Zaccaria
Deut:
Gios:
IRe;
Is:
Dtis:
Ger:
Ez:
Os:
Gioe, Am:
Sai:
Giob:
Prov:
Rut, Cant:
Eccle:
Lam:
Est:
Dan:
Esd, Neem:
l/2Cron:
Testi di Qumran
Per le sigle comunemente usate cfr. D.Bartblemy-J.T.Milik, Qumran Cave I, = DJD I, 1955, 46s.;
Ch.Burchard, Bibliographie zu den Handschriften vom Toten Meer, 1957, 114-118; O.Eissfeldt, Einleitung in das AT>11964,875; G.Fohrer (-E.Sellin), Einleitung in das AT, i#1965, 544-547; L.Moraldi,
I manoscritti di Qumran, 1971,739; i testi extrabiblici pi importanti sono (cfr. Die Texte aus Qumran.
Hebrisch und deutsch, hrsg. von E.Lohse, 1964):
CD
1QH
1QM
lQpAb
1QS
lQsb
4QF1
Documento di Damasco
Hodajoth, Inni.
Regola della guerra.
Commento ad Abacuc.
Regola della comunit.
Raccolta di benedizioni.
Florilegio.
Testi ugaritici
I testi vengono citati provvisoriamente ancora secondo il sistema di C.H.Gordon, Ugaritic Textbook,
1965, indicando tra parentesi le abbreviazioni proposte da Eissfeldt (cfr. J.istleitner, Wrterbuch der
ugaritischen Sprache, 1967, 348-356: concordanza e luogo della prima pubblicazione dei testi). Per la
trasposizione nelle sigle, oggi diffuse, delledizione di A.Herdner, Corpus des tablettes en cuniformes
alphabtiques, 1963 (= CTA), si possono utilizzare le tavole di Herdner, Le., XIX-XXXIV, oppure p.e.
di H.Gese (et alii), Die Religionen Altsyriens..., 1970, 231s. Le abbreviazioni significano:
AB
Aqht
D
K, Krt
MF
NK
SS
X IX
Segni
* (davanti ad una forma)
* (prima o dopo un paragrafo)
>
<
X
A B B R E V IA Z IO N I
ATD
AThR
atl.
att.
avv.
BA
bab.
Barr, CPT
Barth
BASOR
BBB
Bd.
Begrich, GesStud
Ben Jehuda
bibliografia.
Bibliotheca Orientaiis.
Bulletin of th John Rylands Library.
Biblischer Kommentar. Altes Testament. Hrsg. von M.Nothf und
H.W.WolfT.
H.Bauer-P.Leander, Historische Grammatik der hebrischen Sprache. I,
1922.
H.Bauer-P.Leander, Grammatik des Biblisch-Aramischen. 1927.
F.BIass-A.Debrunner, Grammatik des neutestamentlichen Griechisch.
1965.
Bibel-Lexikon. Hrsg. von H.Haag. *1968.
G.Beer-R.Meyer, Hebrische Grammatik. Bd. I, T952; Bd. Il, T955; Bd.
ITI, i960 (vd. anche Meyer).
E.G.Kraeling, The Brooklyn Museum Aramaic Papyri. 1953.
F.M.Th. de Liagre Bhl, Opera Minora. 1953.
W.Bousset-H.Gressmann, Die Religion des Judentums im spthellenistischen Zeitalter. J1926.
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K.Galling, Biblisches Reallexikon. HAT 1, 1937.
E.Bronno, Studien iiber hebrische Morphologie und Vokalismus. 1943.
C.Brockelmann, Hebrische Syntax. 1956.
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G.Buccellati, The Amorites of th Ur III Period. 1966.
M.Burchardt, Die altkanaanischen Fremdworte und Eigennamen im
gyptischen. Bd. III, 1909-10.
Beitrge zur Wissenschaft vom Alten (und Neuen) Testament.
W.G.Lambert, Babylonian Wisdom Literature. 1960.
Biblische Zeitschrift.
BeO
Bergstr. I-If
Bergstr. Einf.
Bertholet
BEThL
BFChrTh
BH1
BMH I-UI
BHS
Bibl
bibliogr.
BiOr
BJRL
BK
BL
BLA
Blass-Debrunner
BLex1
BM
BMAP
Bohl
Bousset-Gressmann
Biesciani-Kamil
BRL
Bronno
BrSynt
BSOAS
Buccellati
Burchardt H I
BWA(N)T
BWL
BZ
ARRRFVIAZlONl
XXI
RZAW
BZNW
c
c.
CAD
cum.
capitulum; capitolo.
The Assyrian Dictionary of th Orientai Institute of th University of
Chicago. 1956ss.
F.Calice, Grundlagen der gyptsch-^semitischen WortvergLeichung. 1936.
cananaico.
Catholic Biblical Quarterly,
cosiddetto.
confronta.
Corpus Inscriptionum Semiticarum. 1881ss.
conjectura.
classico.
codex; codice.
columna; colonna.
commentario; commentari.
completa; completato.
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G.A.Cooke, A Text-Book of North-Semitic Inscriptions. 1903.
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Comptes Rendus de l'Acadmie des Inscriptions et Belles-Lettres.
Cronista; cronistico.
costrutto
Communio Viatorum.
Calice
can.
CBQ
cd
cfr.
CIS
cj
class.
cod.
col.
comm.
comp.
Conti Rossini
Cooke
copt.
Cowley
CRAIBL
Cron.; cron.
cs.
CV
D
DAFA
Dahood, Proverbs
Dahood, UHPh
Dal man
Dalman, AuS I-VII
dat.
dattii.
d.C.
dei
Delitzsch
Deut
Dhorme
Diilmann
din.
Dirnger
DISO
DJD
Driver, AD
Driver, CML
Driver-Miles III
Drower-Macuch
dL
Dtis
XXU
A B B R E V IA Z IO N I
dtn.
Dtr.; dir.
Duden, Etymologie
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Deuteronomista; deuteronomistico.
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Beaibeitet von der Dudenredaktion unter Leitung von P.Grebe. Der Grosse
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E
EA
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ed.
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eg.
egitt.
Eichrodt 1IH
Eissfeldt, KS
EKL
Ellenbogen
ELKZ
Erman-Grapow
esci.
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et.
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FF
FGH
Fitzmyer, Gen.Ap
Fitzmyer, Sef.
f. la.
f. gli a.
Fohrer, Jes. I-III
Fraenkel
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frane.
Friedrich
FS
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A B B R E V IA Z IO N I
XX1J1
FS Alt 1953
FS Baetke 1964.
FS Bardtke 1968.
FS Basset 1928
FS Baudissin 1918
FS Baumgrtel 1959
FS Bauragartner 1967
FS
FS
FS
FS
FS
Beer 1933
Bertholet 1950
Browne 1922
Christian 1956
Davies 1970
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
Delekat 1957
Driver 1963
Dussaud 1939
Eichrodt 1970
Eilers 1967
Eissfeldt 1947
Eissfeldt 1958
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
Friedrich 1959
Galling 1970
Gaster 1936
Grapow 1955
Haupt 1926
Heim 1954
Hermann 1957
Hermann 1960
Hertzberg 1965
Herwegen 1938
FS Irwin 1956
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
Jacob 1932
Junker 1961
Kahle 1968
Kittei 1913
Kohut 1897
Kopp 1954
Koschaker 1939
FS
FS
FS
FS
Landsberger 1965
Lvy 1955
Meiser 1951
Mowinckel 1955
FS Neuman 1962
FS Ntscher 1950
FS Pedersen 1953
FS Procksch 1934
XXIV
A B B R E V IA Z IO N I
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
FS
Rudolph 1961
Sachau 1915
Schmaus 1967
Schmid t 1961
Sellin 1927
Sohngen 1962
Thomas 1968
Thomsen 1912
Vischer 1960
Vogel 1962
Vriezen 1966
Wedemeyer 1956
Weiser 1963
Wellhausen 1914
G
GA ecc.
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GenAp
Gesenius, Thesaurus
GesStud
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Gilg.
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Gunkel-Begrich
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ide.
1EJ
imp.
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impf, cons.
incl.
ind.
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itp.
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indoeuropeo.
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imperativo.
imperfetto.
imperfetto consecutivo.
incluso.
indice.
inglese.
infinito.
insere.
israelitico.
itpeel.
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ittita.
J
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Hrsg.; hrsg.
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XXVI
A B B R E V IA Z IO N I
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Khler, Theol.
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Knig, Syntax
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L
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Levy
Levy I-IV
de Liagre Bohl
Lidzbarski, NE
Lidzbarski, KI
Lis.
Littmann-Hfner
LS
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X X V II
mand,
Mand.
MAOG
masc.
MDA1
Meyer
Midr.
mill.
MIO
moab.
Montgomery, Dan.
Montgomery, Kings
Moscati, EEA
Moscati, Introduction
Muson
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NedThT
NF; N.F.
ni.
,
nitp.
NKZ
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Nldeke, MG
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Mlanges de lTJniversit St. Joseph.
n. pers.
n. pr.
nr.
NS; N.S.
NT
ntl.
nts.
NTS
NTT
Nyberg
nota,
nabateo.
Nachrichten (von) der Akademie der Wissenschaften in Gottingen.
vd. Lidzbarski, NE.
Nederduitse Gereformeerde Teologiese Tydskrif.
Nederlands Theologisch Tijdschrift.
Neue Folge.
nif al.
nitpa'el
Neue Kirkliche Zeitschrift.
Th, Noldeke, Beitrage zur semitischen Sprachwissenschaft. 1904.
Th.Noldeke, Mandaische Grammatik. 1875.
Th.Nldeke, Neue Beitrage zur semitischen Sprachwissenschaft.
1910.
M.Noth, De israelitischen Personennamen ini Rahmen der gemeinsemitischen Namengebung. 1928.
M.Noth, Uberlieferungsgeschichte des Pentateuch. 1948.
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M. Noth)Gesammelte Studien zum Alten Testament. Bd. 1,31966; Bd. II,
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nome personale; nome di persona,
nome proprio,
numero.
Nova Series.
Neues Testament; Nuovo Testamento,
neutestamentlich (= nts.).
neotestamentario.
Nieuwe Theologische Studien.
Norsk Teologisk Tidsskrift.
H.S. Nyberg, Hebreisk Grammatik. 1952.
ogg.
opp.
OLZ
oggetto,
oppure.
Orientai istische Literaturzeitung.
Noth, OPt
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Noth GesStud 1-11
X X V tlI
A B B R E V IA Z IO N I
OrAnt
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OT; O.T.
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Oriens Antiquus.
Orientalia (Nova Series).
o simile/i.
Old Testament; Oude Testament.
Oudtestamentische Studien.
Die Ou Testamentiese Werkgemeenskap in Suid-Afrika Pretoria,
ovvero.
p
p
pa.
pai.
pai. crist.
palm.
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par.
part.
particol.
parz.
pass.
Payne Smith
p.e.
Pedersen, Israel I-IIJfll-lV
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perf.
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persi.
pi.
PJB
plur.
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poi.
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prep.
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propr.
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pun.
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qlcn.
qlcs.
qere.
qal.
qualcuno,
qualcosa.
r.
RA, RAAO
RAC
von Rad I-Il
riga.
Revue dAssyriologie et dArcheologie Orientale.
Reollexikon fur Antike und Christentum. 1950ss.
G. von Rad, Theologie des Alten Testaments. Bd. 1 ,51966; Bd.2, '1965
(trad. italiana: Teologia deHAntico Testamento. Voi. 1,1972; voi. 2,
1974).
A B B R E V IA Z IO N I
XXIX
A B B R E V IA Z IO N I
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sum.
Suppl
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Tallqvist
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Targ. Jon.
ted.
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TGI; TGP
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ThSt
ThStKr
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ThT
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Ugaritica V
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vd.
vers.
voi.
Vriezen, Theol.
V.
verso.
Vorderasiatische Bibliothek.
vangelo.
R. de Vaux, Les instilutions de TAncien Testament. Voi. 1-2, 1958-60
(trad. italiana: Le istituzioni delTAntico Testamento, 1964).
Verbum Domini,
vedi,
versione/i.
volume.
Th. C.Vriezen, Theologie des Alten Testaments in Grundziigen. 1957.
A B B R E V IA Z IO N I
XXXI
Vetus Testamentum.
veterotestamentario.
VT
vtrt.
Wagner
WdO
Wehr
WKAS
Wolff, GesStud
WuD
WUS
WZ
WZKM
XII
Yadin
ZA
ZS
ZAW
ZDMG
ZDPV
ZEE
Zimmerli, GO
Zimmern
ZKG
ZNW
Zorell
ZRGG
ZS
ZThK
XXX11
A B B R E V IA Z IO N I
3K 'ab PADRE
1/ Il termine *'ab- padre con due radicali
(GVG 1,331; BL 450.524) appartiene al semitico
comune, al pari degli altri vocaboli di parentela
('m m adre, bri figlio, h fra
tello ). Come 'm madre e i propri corrispon
denti in molte lingue unespressione del linguag
gio infantile (L.Kohler, ZAW 55, 1937, 169-172;
id., JSS 1, 1956, 12s.); quindi errato pensare ad
una derivazione da una radice verbale (p.e. bh
volere ).
Ebr.
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
sing.
plur.
totale
2
3
5
6
23
3
l
3
5
4
14
3
3
7
7
19
9
26
3
2
3
1 "
60
58
14
19
46
65
14
20
106
123
1
2
5
2
491
3
1211
7
Aram.
Dan
Esd
AT
ebr.
aram.
3K 'db PADRE
sng.
plur.
totale
198
10
22
28
20
17
44
48
27
64
31
16
15
13
10
14
3
57
51
18
10
5
1
31
38
5
48
14
1
1
1
1
208
24
25
85
71
35
54
53
28
95
69
21
63
27
1
1
2
2
1
1
720
4
IH /
1/ Nel significato fondamentale padre
(fisico dei propri figli) gi inclusa la correla
zione con figlio/figlia o con i rispettivi plurali;
quindi anche nellAT, tranne che in alcuni casi
dove si ha uso traslato (titolo onorifico, autore
o sim ), il termine non viene mai adoperato senza
questa contrapposizione implicita o esplicita. Non
si verifica nelFAT una riduzione a puro termine di
relazione come in parte nella kunyah araba (p.e,
padre del deserto = struzzo); su 'Jbl-ad di Is
9,5 vd. st. 3.
In quanto termine che esprime una relazione allinterno
della famiglia, il sing. nella quasi totalit dei casi (14/15)
seguito da un genitivo o da un suffisso possessivo; per
ci solo tre volte ha larticolo (con valore generico).
2K 'b PADRE
3K 'b PADRE
K 'ab PADRE
12
n< ab PADRE
16
TOK bh VOLERE
fi
fi
20
T 3 K 'abbr FORTE
22
23
24
27
^ dnj
totale
9
6
80
16
6
4
1
2
2
4
dn
71
10
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
3
7
38
52
34
37
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
16
6
Sai
Giob
Prov
13
1
3
1
Rut
Cani
Eccle
Lam
Est
7
5
2
48
14
222
-
7
6
5
11
38
59
39
39
64
20
222
1
25
1
26
1
1
1
1
2
2
2
54
1
-
9
5
67
2
3
1
14
14
1
1
1
-
7
3
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
totale
334
3
5
4
11
1
2
439
!7
1
5
5
4
773
28
IHK dn SIGNORE
4/
32
E Jenni
34
DHK
'dm UOMO
T T
in,
1929, 85S.120).
35
'dm UOMO
36
*! 'adam UOMO
b)
non ha mai larticolo e compare solo al
singolare. In senso stretto , come 'dm, un
nome collettivo, e significa perci in tutti i passi
gli uomini oppure uomini ; una volta in
dividualizzato: boen-^ns (Sai 144,3). L.Khier
dice che si estingue nelluso (KBL 68a), ma ci
forse non del tutto esatto, dato che esso compare
ancora 18x nel libro tardivo di Giobbe. Si pu tut
tavia affermare che il suo uso ben circoscritto: si
trova solo in testi poetici, senza articolo e in un
campo semantico molto ridotto. Si possono inoltre
38
40
42
43
CT]K dm UOMO 44
45
DT *dm UOMO
DIR'dm
UOMO
TT
48
fm
x ''dma SUOLO
T T -i!
1/ adm risale con ogni probabilit alla radice
dm essere rosso , appartenente al semitico co
mune (sostituita in aram. con smq), e compare col
significato di terreno (rosso) da coltivazione,
suolo, terra oltre che in ebr. anche nel neopun.
(Iscrizione di Mactar, KAI nr. 145, r. 3 per il suo
popolo che abita nella terra ; DISO 5) e in aram.
(aram. giud. e sir. adamt\ forse gi aram. antico
49
'dma SUOLO
52
wdd).
In ug. (UT nr. 105; WUS nr. 103; A. van Selms, Marriage and Family Life in Ugaritic Literature, 1954,47.67)
troviamo il verbo yuhb in 67 (= I* AB), V 18 in senso
eufemistico con sogg. fri e ogg. g// giovane vacca , il
sostantivo hbt amore in 51 (= II AB), IV 39 e Lnt
III 4 (= V AB,C 4) par. a yd amore (radice jdd). In
certo lihbr in 1002,46 (= MF V 46).
Ip una iscrizione tombale neopun. proveniente da Cherchel (Algeria) (NP 130 = NE 438d = Cooke nr. 56)
J.G.Fvrier, RHR 141, 1952, 19ss. ha supposto il part.
pu. lem. mhbt am ata, per secondo J.T.Milik,
Bibl. 38, 1957, 254 n. 2, preferibile far derivare questa
forma da hbb (h > h).
Laram. 'hbth in CIS 11,150 (= Cowley 75,3, frammento
di papiro di Elefantina) del tutto incerto (cfr. DISO 6).
54
56
57
n n x 'hb AMARE
58
1,2.
HriN hb AMARE
60
62
n n ' ahah A H !
T
2/
64
S~tN
hce TENDA - n i2 bjit.
a
1/
67
68
5/ Negli scritti di Qumran ^wil ricorre lx e 7wwclcst 5x (Kuhn, Konk. 4b), Nei LXX 5aW / viene
tradotto con otto termini diversi, ma specialmen
te con acppcov (13x); anche iwwclcet tra
dotto con otto termini, ma soprattutto con
'gpocruv'/) (8x) e <ppfc>v (3x) (su questo punto
e per il concetto neotestamentario di stoltezza
cfr. G.Bertram, art. (xwp<;, ThW IV, 837-852
[= GLNT VII,723-766]; W.Caspari, ber den
bibl. Begriff der Torheit, NKZ 39, 1928, 668-695;
U.Wilckens, Weisheit und Torheit, 1959).
M, Scebo
ween INIQUIT
1/ Il sostantivo ebr. ween iniquit , che si fa
derivare di solito da una radice *wn essere forte,
pesante (HAL 21b), sembra avere corrispon
denze solo nel semNO.
70
72
73 iXor LUCE
n ix 5or LUCE
1/ I vocaboli affini a r luce sono attestati
quasi esclusivamente in acc. e nel can. (acc.
ru/urru luce, in genere giorno; ug. ar,
WUS nr. 368, cfr. nr. 370.372; UT nr. 114; fen. Vnei nomi propri, cfr. Harris 73; inoltre Huffmon
169s.; Grndahl 103); altrimenti si usano per lu
ce altre radici (acc. nwu e arab. rnr; aram. nhr,
p.e. aram. bibl. nehr'Dm 2, 22Q, cfr. KBL 1098b;
per laram. giud. 'urta cfr, Levy I,46a; inoltre
DISO 23).
In ebr. dalla radice si formano il verbo 5or, che ri
corre al qal diventare chiaro , e anche al ni. (in
certo), ma specialmente alThi. (causativo ren
dere chiaro, illuminare e causativo interno ri
splendere ), come pure i sostantivi r (masc.,
tuttavia in Ger 13,16 txt? e Giob 36,32 txt?
fem.) e 'ora luce, 'r splendere e ma'r
luce = corpo luminoso, luminare.
Anche il nome m e'r Is 11,8 secondo GB 393a, BDB
22b, Zorell 404b ecc. deriva da questa radice, per KBL
489b invece (con rimando a Perles) va tradotto con
piccolo (di animale) secondo laccadico mru gio
vane animale (cosi anche Fohrer, Jes 1,151, e Kaiser,
ATD 17,116). Anche i> Il (nellespressione 'urini wefummTm e III {'ur Kasdim) vanno tenuti distinti da questa
radice. Al contrario, non si pu con LEitan, HUCA
12/13, 1938, 65s., intendere 'r di Is 18,4 e Giob 37,11
nel senso d pioggia o rugiada secondo Tarab. 'arj
e pensare in questo caso ad un omonimo 'r.
74
76
1/
Il termine compare nel semNO. (nel periodo
veterotestamentario solo in ebr. e aram. bibl. fif)
e in arab.; probabilmente si deve accostare ad t
anche lacc. ittu, la cui gamma di significati si
mile a quella del termine del semNO. e delParab.
(AHw 406; CAD I 304-310.). La derivazione
sconosciuta: si pensa per lo pi ad una radice wj.
Il significato del termine nelle lingue suaccennate mol
teplice ed abbraccia sia il campo profano sia quello reli
gioso (per larab. vd. Lane 1,135; per il sir. vd. Payne Smith 412s.). In uniscrizione neopun. V significa chia
ramente monumento/cippo (KAI nr. 141, r. 4).
79
80
PNf SEGNO
zcen ORECCHIO
1/ Il sost. 'zcen orecchio appartiene al semi
tico comune (*'udn~\ HAL 27a), anche eg.jdn (Erman-Grapow 1,154; soppiantato da msdr luogo
sul quale si dorme , cfr. W.Helck, ZS, 80, 1955,
144s.; W.C.Till, Zum Sprachtabu im Agyptischen, gyptolog. Studien, hrsg. von O.Firchow,
1955,327.335). Dal sost. fem. (parte del corpo) de
riva il verbo denominativo 'zi hi. agire con le
orecchie, ascoltare (GK 53g).
Nel nome 'azartj (Neem 10,10) si ha il qal, in Ja'azanjhu (2Re 25,23; Ger 40,8; Ez 8,11\Ja'Qzanj Ger 35,3; Ez.
11,1; abbreviato J ezanj(hu) Ger 40,8; 42,1) Phi., che
del resto lunica forma usata (Noth IP 36.198; al di fuori
della Bibbia troviamo il nome fznjhw in un sigillo
[W.F.Bad, ZAW 51, 1933,150-156; Moscati, EEA 70],
nel coccio di Lachis 1, r. 2.3 [TGF nr. 34], inoltre fztyf
e Jzn'I su sigilli [Diringer nr. 21.28]; per le forme del
nome proprio ad Elefantina cfr. Noth IP 198; L.Delekat,
VT 8, 1958, 251s.).
84
nKdft
FRATELLO
T *
1/
fratello e
sorella (come
-ab padre) appartengono al semitico comune
(Bergstr. Einf. 182) e vengono adoperati in tutte le
ramificazioni linguistiche anche in senso ampliato
(vd. st. 3b).
NellAT si hanno come derivati l'astratto 7ahaw fra
tellanza (tra Giuda e Israele, Zac 11,14), un diminutivo
"ahjn, fratellino (solo come nome proprio, lCron
17,19; Stamm, ITEN 422), e anche probabilmente un
85
m 'T hr FRATELLO
86
88
inTxV
'tohd UNO
im
'mhd UNO
91
8- 10).
TO
'rehad
UNO
T V
'
92
ninT
Tn
h t
"h z
SORELLA - IIN
T
'a h .
AFFERRARE
93
95
parte sono attestate anche su sigilli e su cocci (hz, in cuneiforme Ja-u-!]a-zi\ inoltre 'afjzqj,
(thuzzm, *huzzat).
5/ La storia successiva di questo gruppo non
presenta caratteristiche particolari. Le attestazioni
di Qumran si muovono nellambito delle espres
sioni vtrt. (1QH 4,33; CD 2,18; per 1QS 2,9 -'b
I; sost. 'hzh CD 16,16 e 'wfah 1QS 11,7). Nel NT
non si ha un equivalente altrettanto espressivo, e
del resto gi i LXX rendono il verbo con 27 e il
nome con 6 diversi vocaboli greci (per xpaxco
cfr. W. Michael is, ThW HJ,910s. = GLNT
V ,991ss.).
.
H.H.Schmid
i n a 7?r DOPO
1/
'hr DOPO
96
far
tardi
(2Sam 20,5Q,
transitivo
interno)
sono hapaxlegomena. Per il pi. trattenere cfr. Jenni,
HP 99. Negli scritti di Qumran si trova anche 1hr hitp.
restare indietro, fare in seguito (1QS 1,14;
CD 11,23).
La forma nominale 'dhr parte posteriore, occi
dente usata talvolta anche in senso avverbiale:
dopo; (n)dietro ; vi inoltre la forma avver
biale molto rara hrannt indietro (BL 633).
Come aggettivo verbale (con allungamento secon
dario della seconda radicale al sing.) 'ahr se
guente, di altro tipo, secondo si differenzia an
che come significato dalle forme aggettivali vere e
proprie con ailormativi *aharn successivo, fu
turo, ultimo; posteriore, occidentale e ahart
futuro, fine> discendenza ,
Lastratto ah rit il fem. sostantivato di una forma ag
gettivale in
(cfr. G K 95t; G.W.Buchanan, JNES 20,
1961, 188; diversamente BL 505; Meyer 11,77). Forme af
fini sono Tace, ahr (AHw 21a) e lug. uhryt (2Aqht
|= II D] VI,35), secondo Aistleitner, Untersuchungen
zur Grammatik des Ug., 1954, 21, e WUS nr. 150: ap
partenente al tempo futuro = futuro, tempo futuro;
cfr. ANET 151: further life (= laltra vita ); CM L
134a; Gray, Legacy 113; UT nr. 138: latter end
(= fine ultima ).
97
Mentre la maggior parte dei passi con i<EhJm 'hrm sono logicamente collegati al primo comanda
mento, in altre due occasioni, in contesto diverso,
si parla ancora di dei stranieri : in questi passi,
ISam 26,19 e 2Re 5,17, si presuppone che Jahwe
possa essere venerato solo nella propria terra.
Nel Dtis con "afjr un altro (senza ,Elhm) s
vuol esprimere il monoteismo negli inni (Is 42,8
non ceder la mia gloria ad altri, n il mio onore
agli idoli; similmente 48,11); cfr. anche Param.
bibl. yohrn in Dan 3,29(96) poich nessun altro
Dio pu liberare in tal maniera .
Secondo molti esegeti in Est 4,14 lespressione da un
altro luogo vuole evitare il nome di Dio (p.e. Ringgren,
ATD 16/2, 116.131; pi cauto Bardtke, KAT
XVn/5,332s.).
99
t ik
>
d o po
oo
101 - m
"hr
DOPO
TX 'jb NEMICO
1/ La radice 1
jb inimicare si ha solo in acc.
e nel can. NellAT \
/bqal ricorre, con una sola ec
cezione, sempre al participio, che viene usato solo
raramente come verbo (ISam 18,29; cfr. Sai 69,5;
Lam 3,52) e normalmente come sostantivo. Dalla
radice deriva inoltre lastratto ba inimicizia .
Lacc. qjjbu (con derivazioni, cfr. AHw 23s.; CAD
A/I,221-224) e lug. lb (WUS nr. 7; UT nr. 144; cfr. an
che can. ibi in EA 129,96 e 252,28 secondo W.F.A1bright, BASOR 98, 1943, 32 nr, 26) compaiono solo
come forme nominali con formazioni diverse. In 51[= II
ABJVIl,35s. ib parallelo di snu colui che odia ; sul
testo 681= III AB]A,8s., che si pu confrontare con Sa!
92,10, cfr. H.Donner, ZAW 79, 1967, 344-346.
Laram. usa in prevalenza per nemico il participio di
sn' odiare (p.e. nelle iscrizioni di Sfire KAI
nr. 222B, r. 26; nr. 223B, r. 14; nr. 224, r. 10-12; aram.
bibl. in Dan 4,16, par. r, ?/r) e pi tardi, p.e. in sir.,
b*eldebb ( < acc. bl dabbi).
il nome proprio 'ii/b (Giobbe) potrebbe avere unaltra
derivazione,cfr. Stamm,HEN416; ab III/5 z ajj 1.
104
Feinde des Individuums in der isr. Psalmenliteratur, 1933; id., The Evildoers in th Book of
Psalms, 1955; N.H.Ridderbos, De werkers der
ongerechtigheid in de ndividueele Psalmen,
1939; A.F.Puukko, Der Feind in den atl. Psal
men, OTS 8, 1950, 47-65; C.Westennann, Struktur und Geschichte der Kiage im AT, ZAW 66,
1954,44-80; riassunti in J.J.Stamm, ThR 23,1955,
50-55; Kraus, BK XV,40-43).
Il materiale esposto per esteso p.e. in Gunkel-Begrich
196s.; i passi con 'jb, che s incontrano nei generi let
terari delle lamentazioni e dei canti di ringraziamento in
dividuali (inclusi i canti di fiducia), sono: con il sing.: Sai
7,6; 9,7; 13,3.5; 31,9; 41,12; 42,10; 43,2; 55,4.13; 61,4;
64,2; 143,3; con il plur.: Sai 3,8; 6,11; 17,9; 25,2.19;
27,2.6; 30,2; 31,16; 35,19; 38,20; 41,3.6; 54,9; 56,10; 59,2;
69,5.19; 71,10; 102,9; 138,7; 139,22; 143,9.12; cfr. 119,98.
T X 'd SVENTURA
TK ' d SVENTURA
1/ Non si pu stabilire con sicurezza da quale
radice derivi il sostantivo W sventura . Gene
ralmente si considera come voce primitiva un
verbo t/rf, che non si riscontra altrove, facendo ri
ferimento a termini arabi, p.e. 'ada () (cos p.e.
Zorell 40; contro P.Humbert, ThZ 5,1949, 88, cfr.
L.Kopf, VT 6, 1956, 289). HAL 38a fa risalire il
termine a *\aid oppure *'ajid.
Un verbo Y/<r/ sarebbe tuttavia attestato se si vedesse in
(Ief d di Prov 17,5 un part., come ha proposto G.R.Driver, Bibl 32,1951,182, il quale per muta in (l/ed( as
it ought to be written ! [= come dovrebbe essere
scritto 1), e come stato inteso senza alcun mutamento
e in riferimento allug. da M.Dahood, Proverbs and
Northwest Semitic Philology, 1963, 38s. ( a stative par*
ticiple [= participio stativo!); cfr. anche Gemser, HAT
106
107
108
110
2/
ke...
111
112
KTN Ts UOMO
v
113
ETK Ts UOMO
Prov):
Gen
Es
Lev
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Deut
Gios
Giud
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2Re
Is
Ger
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Gioe
m
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Giona
Mi
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Ab
Sof
Agg
Zac
Mai
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT tot,
sing.
107
83
93
98
76
39
155
141
105
69
J04
49
! 14
65
10
2
2
1
4
7
plur.
51
13
1
33
14
33
44
70
34
16
23
14 +1
47
24
2
1
2
5
1
1
2
3
20
4
38
29
84
19
3.
8
1
20
7
4
24
24
43
1657
6 +1
13
5 4-1
2
1
10
20
17
13
523 +3
totale
158
96
94
131
90
72
199
211
139
85
127
64
161
89
10
4
3
3
9
8
1
4
3
23
4
45
42
90
2L
3
10
1
20
E
14
44
41
56
2183*
HI/
1/ Nel suo significato primario questo
vocabolo devessere reso con uomo (la persona
adulta maschile che si contrappone alla donna). Si
definisce cos un campo semantico naturale, in cui
uomo e donna formano due poli opposti.
Molto comune Taccostamento dei due nomi uomo e
donna , uomini e donne (sing. accanto al plur. in
Giud 9,49.51 e 16,27.27), dove si pone sempre luomo al
primo posto, data la struttura patriarcale della societ
israelita ('ab 1X1/1). Lespressione uomo e/o donna
utilizzata spesso nei testi giuridici col significato di
114
75 UOMO
116
IV /
1/ Bench nellAT ci si raffiguri Jahwe
come un uomo, solo raramente e metaforica
mente si parla di lui come Vs.
Nellespressione di lode di Es 15,3 Jahwe detto
Vs milhm guerriero . Si tratta di una scoperta
che Israele aveva fatto durante gli scontri bellici
con i popoli vicini. In Dtis 42,13 si adotta di
nuovo questo modo di parlare, come pure il ter
mine Vs mlhmt' guerriero ; in questo caso
tuttavia si fa solo un paragone fra lazione di Dio
e quella di un guerriero (/c*Vs milhmi).
118
119
Vi- UOMO
120
W MANGIARE
1/ La radice AVappartiene al sem. comune (in
et. si ha solo il sost.). Come verbo appare nelPAT
ebr. in qal, ni., pu. e hi., in aram. solo in qal (vd.
st. 3a). Le derivazioni nominali relativamente nu
merose (solo in ebr.) con il sign. generale di
cibo , il segolato kcel col fem. 'okl, la forma
aramaizzante 'akf l, i nomi con preformativo ma-,
ma!Ikle ma'akfcet (Re 5,25 makklcet, GK
23s.), saranno trattati separatamente in 3b. Come
nome di strumento si ha ma' akcelcet coltello .
In certa misura sinonimo Ihm mangiare (6x, anche
ug. assieme a A:/; per il fen. Kil. 1,6 cfr. DISO 137 e KAI
11,32; acc, la'mim, (ahmu, lmu prendere, man
giare , AHw 527b.543b) con il sost. fcehcem pane, nu
trimento (300x, incl. Is 47,14 e Giob 30,4, di cui lx
aram. in Dan 5,1 pasto ; anche pun., aram.; per larab.
lahm carne cfr. L.Khler, JSS1,1956,10; per let. cfr.
E.UIIendorff, VT 6, 1956, 192), che si trova in contesto
teol. quando si parla del potere creatore di Jahwe (Sai
136,25; 146,7; 147,9; per Deut 8,3 cfr. von Rad, ATD
8,51; H.Brunner, VT 8, 1958, 428s.).
Un significato analogo ha (*nt assaggiare (10x, da cui
in senso figurato sentire, sperimentare in Sai 34,9;
Prov 31,18) con il sost. ttjfam gusto , in senso figu
ralo intelligenza (12x, a cui va aggiunto Giona 3,7
decreto, significato tratto dalParam. opp. dallacc.,
cfr. Wagner nr. 117); aram. bibl.
pa, dar da man
giare , sost. i'atn e
intelligenza; decreto, rap
porto .
Altri vocaboli con il senso fondamentale di mangiare,
ma con un sign. in parte pi specifico, sono brh man
giare cibo da malati (brj e brut cibo da malato, cibo
di lutto), gzr divorare (Is 9,19), zitti nutrire
(Giob 36,31 txt em; mzn nutrimento ; aram. hitpe.
nutrirsi e mzn), sid hitp. rifornirsi di vveri
(sajid e sd provvista per il viaggio ), e anche anlh
porzione di cibo (anche per il viaggio) (cfr. HAL 84b)
e misp foraggio (ug. sp* mangiare ); cfr. inoltre le
radici che non a caso cominciano con la linguale /: Iht
consumare , Ihk leccare, brucare , ll( inghiot
tire , sd focaccia (Num 11,8; arab. Isd suc
chiare); per
sorseggiare e Iqq leccare sth
bere .*
kk
/ DIO
jK
'
DIO 124
1/ Soprattutto i testi (mitologici) di Ras SamraUgarit presentano E1 come un dio che ha una po
sizione speciale. In quanto re egli sta alla testa
del gruppo degli dei. Egli padre degli dei,
creatore delle creature (tuttavia finora non si
hanno prove dellesistenza di una cosmogonia),
saggio , benigno , forse anche santo , ma
si chiama pure toro E1 . Porta segni di vecchiaia
e dimora in una lontananza mitica (cfr. O.Eiss
feldt, E! im ugaritischen Pantheon, 1951;
M.H.Pope, E1 in th Ugaritic Texts, 1955;
M.J.Mulder, Kananitische Goden in het Oude
Testament, 1965, I3ss.).
Anche le iscrizioni semO. conoscono il dio El, ma nelle
liste degli dei non lo nominano pi al primo posto (cfr.
W.Rollig, El als Gottesbezeichnung im Phnizischen,
FS Friedrich 1959, 403-416; R.RendtorfT, El, Baal und
Jahwe, ZAW 78, 1966, 277-292). Sebbene El venga an
cora menzionato in periodo tardivo (p.e, in Filone di Bblo), passa manifestamente in secondo piano rispetto a
Baal (lino alle attestazioni di Paimira; cfr, anche U Oldenburg, The Conflict between El and Baal in Canaanite
Religion, 1970).
125
128
b x ' l DIO
idhim.
WH.Schmidt
130
rK
'ia MALEDIZIONE
T T
1/ La radice 7/z (7w) maledire pare attestata
solo in ebr., fen. e arab.
D fen. 71 rilevato in un amuleto di Arslan Tas(KAI II,
nr, 27) significa nella r. 9 patto e nelle r. 13.14.15
maledizione (KAI 11,45 secondo Th.C.Gaster, Or NS
11, 1942, 65s.; altri significati in DISO 14). Il termine
giaud. VA che si trova in KAI nr. 215, r. 2, e per il quale
DISO 14 propone conspiration (?), non ha nessun
rapporto con la nostra radice secondo KAI 11,223.225.
Larab. / (Av IV) vuol dire giurare , cfr. J.Pedersen,
Der Eid bei den Semiten, 1914, 12s.
Lacc. i'iu contratto (AHw 373b) collegato con e'lu
vincolare (con contratto) (AHw I89a) e non ha al
cuna affinit di radice con lebr. 'ol. Luso del termine
ebr: "ia analogo anzitutto a quello delFacc. marnitu,
cfr. Pedersen, l.c., 82; H.C.Brichto, The Problem of
Curse in th Hebrew Bible, 1963, 16s.71-76; AHw
599s.
r 6 x 'alci M A L E D IZ IO N E
132
133 DVfW
" l h im
DIO
TN
'V h m
DIO
134
219
139
53
27
374
76
73
100
54
107
97
94
145
36
26
11
14
-
16
M
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Cant
Rut
Lam
Eccle
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
1
2
S
3
II
1
365
17
5
40
22
55
70
118
203
812
507
382
899
2600
Ili/
Diversamente da l, ^ lhm in origine
solo una semplice designazione d Dio, non un
nome divino, ma nel corso della storia esso acqui
sta il carattere di nome proprio, tanto che lhm
pu comparire senza articolo (Gen 1,1; GK 1250
oppure, al vocativo, pu esprimere uninvocazione
a Dio (Sai 5,11; 51,3 ecc.). Tuttavia il termine
non significa solo (il) Dio, ma anche (gli)
dei (111/1). Nel seguito della nostra esposizione
- tenendo presente che a causa delle numerose ri
correnze la citazione dei testi potr essere in ge
nere solo esemplificativa - per quanto riguarda
luso del termine verranno trattati in III/1-7 gli
aspetti prevalentemente grammaticali-semasiologici e storico-religiosi, in IV /1-6 quelli prevalente
mente teologici.
1/
lhm viene adoperato per divinit stra
niere, con un genitivo che indica lambiente in cui
esse sono venerate: dei dEgitto (Es 12,12; Ger
43,12s.; cfr. Giud 10,6; 2Re 17,31 Q; 18,34s.;
2Cron 28,23). In altre espressioni si d rilievo
allesclusivit e allassenza di raffigurazioni, carat
teristiche dell'autentica adorazione di Dio: dei
degli stranieri (Gen 35,2.4; Giud 10,16; ISam
7,3; cfr. Deut 31,16; Ger 5,19), dei dei popoli
(Deut 6,14; Giud 2,12; Sai 96,5; cfr. 2Re 19,12
ecc.), dei delle nazioni (2Re 18,35; gli assiri ri
spetto a Jahwe 17,26s.), dei della terra (Sof
2,11), altri dei (Os 3,1; frequente in Deut, Dtr,
Ger - da intendere in parte come singolare, cfr.
in/2?), tutti gli dei (Es 18,11; Sai 95,3; 96,4;
97,7.9; 2Cron 2,4), dei dargento e doro (Es
20,23; cfr. 34,17; Lev 19,4).
La forma plurale viene usata anche per singole divinit
straniere (Giud 11,24; 2Re 1,2; 19,37; cfr. Am 5,26 lastro
del vostro dio ; 8,14; Num 25,2; sing.: Dan 1l,37ss.; Deut
32,17), ma anche per la divinit femminile Astarte (IRe
11,5.33; cfr. lCron 10,10con ISam 31,10), poich manca in
ebraico unespressione per dea .
136
137
4/ Le tradizioni pi antiche in cui 'xlhfm saidamente radicato sono quelle dei nomi degli dei
dei padri e della montagna di Dio . Al contra
rio sembra che la tradizione della guerra di
Jahwe in origine non conoscesse il termine, po
ich nellespressione popolo di Dio, che desi
gna le milizie (Giud 20,2 rispetto a 5,11.13 po
polo di Jahwe ; cfr. 2Sam 14,13), e neHesclamazione Dio ha dato i nemici nelle vostre mani
(Giud 7,14; 8,3; 18,10; cfr. ISam 23,14), 'lhfm
subentrato al nome di Jahwe oppure allio divino
(cfr. G. von Rad, Der Heilige Krieg im alten
Israel, 31958, 7ss.).
Nella tradizione dei patriarchi ('ab IV /1) 'lhfm
ricorre in due espressioni distinte, risalenti en
trambi ad un periodo molto antico: Do di
mio/tuo padre (Gen 31,5.29 txt em; 46,3; cfr. Es
15,2; 18,4 ecc.) e Dio di Abramo (Gen 31,42),
menlre Dio di mio padre Abramo (32,10; cfr.
26,24 ecc.) rappresenta una forma mista. Nel giu
ramento che Giacobbe e Labano si prestano a vi
cenda dopo aver concluso un patto riguardante i
confini, entrambi i contraenti invocano il loro Dio
come custode del trattalo: il Dio di bramo e il
Dio di Nacor debbono giudicare tra noi (Gen
31,53). Qui si pu ancora vedere come le due di
vinit fossero un tempo distinte, mentre una
glossa sembra ricondurle ambedue al Dio del
loro padre. Sono chiaramente posteriori le for
mulazioni come Dio di tuo padre, Dio di
Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe (Es
3,6), oppure Dio dei vostri padri (3,13.15s.; cfr.
4,5), che collegano tra loro i singoli dei dei padri
e li identificano con Jahwe. LAT pur con diffe
renti designazioni si riferisce esclusivamente al
Dio di Israele, per cui solo contro il senso attuale
dei testi si pu risalire ad una forma precedente,
e nei singoli casi diffcile stabilire fino a che
punto la tradizione sussista ancora nel suo stadio
primitivo (cfr. sul Dio dei padri, dopo Alt, KS 1,1
78, la bibliogn in K.T.Andersen, StTh 16, 1962,
170-188; M.Haran, ASTI 4, 1965, 30-55).
In seguito, nei discorsi d apertura e di chiusu
ra del Deut e specialmente nelle Cron, sono mol
to frequenti designazioni come Dio dei
tuoi/suoi/nostri/vostri padri o sim., che espri
mono il legame della propria fede con la tradi
zione. Ma anche lespressione Dio di Gia
cobbe , la cui antichit resta indefinita (e lo
stesso vale per Dio di Isacco , Gen 28,3), acqui
sta una notevole importanza, particolarmente nel
culto (2Sam 23,1; Is 2,3; Sai 20,2; 46,8.12; 84,9
ecc.; G.Wanke, Die Zionstheologie der Korachiten in ihrem traditonsgeschichtlichen Zusammenhang, 1966, 54ss.); cfr. Dio di Abramo in
Sai 47,10 (IRe 18,36). Hanno una forma analoga
le espressioni Dio di tuo padre Davide (2Re
20,5 = Is 38,5; 2Cron 21,12), Dio di Elia (2Re
2,14), ma anche Dio di Sem (Gen 9,26).
Come il Dio dei padri, corrispondentemente al
suo nome, legato agli uomini, cos anche la tra
dizione della montagna di D io (Es 3,1; 4,27;
138
140
141
143
OTB
' l o h m
DIO 144
145
NULLIT
"7/7 NULLIT
3/
usato in tre passi al singolare, come
nome retto di uno st. cs,, e pu essere reso con
nullo, insignificante (Ger 14,14 txt em predi
zioni vuote ; Zac 11,17 pastori buoni a nulla ;
Giob 13,4 medici da nulla; cfr. anche Eccli
11,3 del tutto insignificante tra gli esseri alati
lape ).
Negli altri passi (eccetto Is 10,10 txt?) il nome al
plurale ed una designazione spregiativa degli dei
stranieri. Come questo uso al plurale si sia svilup
pato dal singolare astratto, lo mostra Sai 96,5 =
lCron 16,26 tutti gli dei sono delle nullit (cfr.
anche Sai 97,7). Nella letteratura profetica e nel
codice di santit (Lev 19,4; 26,1), che da essa di
pende, vi potrebbe anche essere una parodia di *U
h'tm Dio .
4/ Degli ^UUm si afferma: sono opera delle
mani delluomo (Is 2,8.20; 31,7; Lev 26,1), sono
muti (Ab 2,18), di conseguenza si possono anche
gettar via (Is 31,7); davanti a Jahwe essi tremano
(Is 19,1) e soccombono davanti a lui (2,18). Nel
termine laIrlfm risuona cos Pimpotenza, la nullit
degli dei stranieri. Quanto con essa pu essere
espresso, viene detto nel modo pi chiaro in Sai
96,5 tutti gli dei delle nazioni sono nullit, ma
Jahwe che ha fatto i cieli . A questo proposito
scrve Wildberger, BK X,102s.: II fatto che la de
signazione ricorra in entrambi... i salmi su Dio-re
mostra che essa era molto comune nella tradi
zione cultuale di Gerusalemme e qui pu averla
conosciuta Isaia. Non pu essere casuale il fatto
che solo la legge di santit (Lev 19,4; 26,1 ) e Abacuc (2,18) abbiano ripreso questa designazione .
^lflfm parallelo a pcscel/psl immagine scol
pita (Is 10,10; Lev 26,1; Ab 2,18; Sai 97,7), a
Kasabbim immagini intagliate (Is 10,11), a gillullm idoli (Ez 30,13) e a massk immagine di
metallo fuso (Lev 19,4; Ab 2,18). Una classifica
zione in cinque gruppi delle espressioni usate nel
VT per indicare idolo , con le citazioni dei
passi, si trova in Eissfeldt, KS 1,271s.: 1) designa
zioni offensive: bscet vergogna (b&\sqqus
abominio , tb orrore (/)s hatj't
peccato (,h t'), 'rna terrore; 2) designa
zioni che ne contestano lesistenza: hcbcel sof
fio , scqcer inganno (sqr), sw1 vanit , >CEf!l
nulla, t- e l-'^Ihm non-Dio (c/
III/3; alhm IV/5); 3) designazioni che conte
stano agli idoli la dignit divina e li riconducono
nella sfera degli spiriti inferiori e cattivi: fir m spi
riti sotto le sembianze di caproni , sdim de
moni, 'wcen potenza maligna ; 4) denomina
zioni le quali affermano a loro riguardo che essi sono
stranieri e quindi, pi o meno chiaramente, li pre
sentano come nulli: espressioni composte con
ahr altro , zar forestiero , -*nekr
147
iUO^K
'almn VEDOVA
; t t
3/
a) almn va tradotto in tutti i passi con
vedova . Si tratta di una donna che con la
morte del marito perde ogni sostegno sociale ed
economico (perci vedova non designa solo lo
stato civile, la moglie di uno che morto , cfr.
L.Khler, ZAW 40, 1922, 34; G. van der Leeuw,
Phnomenologie der Religion, 21956, 276; CAD
A/I,364). La sorte di una vedova comunque tri
t t
; -
'almn VEDOVA
148
T T
'almn VEDOVA
DK 'm M A D R E
1/ 'm madre risale al sem. comune *'imm(acc., ug. e arab. sotto linflusso della labiale
*imm-y cfr. GVG 1,199 e -fb). Contro prece
denti etimologie (p.e. F.Delitzsch, Prolegomena
eines neuen hebr.-aram, Wrterbuchs zum AT,
1886,109) oggi si segue L.Khler, ZAW 55,1937,
171: m non si pu far derivare dal complesso
delle radici semitiche a noi note ; db e m sono
termini del linguaggio balbettante dei bambini
(pap, mamma).
152
nm
'ama SERVA - 1 2V VV debeed.
T T
155
col.
col.
col.
col.
col.
160
164
169
171
175
156
157
m/8).
ni.
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Giona
Mi
Ab
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
2
8
1
3
1
1
5
1
2
1
1
4
2
9
2
-
2
12
1
1
1
1
--
2
2
1
-
2
4
4
6
1
22
37
8
1
3
Est
Dan
Esd
lCron
2Cron
2
2
3
45
4
51
30
12
Neem
3
3
3
1
3
5
2
12
11
2
1
1
7
9
6
2
-
rrxce altri
mti
3
5
49
1
6
1
!
1
1
I
2
3
3
6
3
1
totale
11
11
6
23
4
4
8
5
10
7
34
21
2
4
2
1
2
6
1
84
16
23
1
1
2
1
6
10
6
18
127
28
330*
159
A/
mn ni.
Ili/
1/ Il ni. pu indicare una durata, una si
tuazione stabile (Is 33,16 acqua che non si inari
disce destate, cfr. Ger 15,18; Deut 28,59 piaghe e
malattie lunghe, durevoli, ISam 25,28 casa du
ratura di una dinastia, ISam 2,35 di un sacer
dote, vd. st. IV/4; lCron 17,24 nome). Daltra
parte esso esprime laspetto della saldezza e so
prattutto, dal punto di vista etico-religioso, quello
della sicurezza e della fedelt (Is 22,23.25 luogo
solido , adatto per conficcarvi un chiodo; Gen
42,20 in modo che le vostre parole si dimostrino
sicure ; ISam 22,14 servo fedele; Prov 25,13 mes
saggero fedele; 11,13 nce^man-rah colui che ha
sentimenti di fedelt, in contrapposizione al
chiacchierone che divulga i segreti; Giob 12,20
ncz>CEmnTm che han dato buona prova di se
come titolo onorifico di funzionari pubblici, cfr.
v. 17-19 con il termine parallelo *etnim, inoltre
Neem 13,13 e ISam 2,35; Is 8,2 *d nce'^mn
testimone attendibile , cfr. Ger 42,5 e Sai 89,38
txt? riferito a Jahwe).
2/ Pu mn ni. significare anche essere vero,
diventare vero, dimostrarsi vero ? Poich il sost.
1cemcetyalmeno in testi tardivi, ha assunto il signi
ficato di verit (vd. st. E IV/5; per '^mn D
III/6; IV/2), di per s non si pu escludere che an
che il verbo abbia esteso il suo significato fino ad
includere lidea di verit, sebbene i LXX p.e. per
tradurre *mn ni. non adoperino mai X-qQ-rjc Tal
volta nel campo semantico di 'mn ni. affiora il
concetto di menzogna (kzb o sim.; Os 12,ls. as
sieme a khas menzogna e mrm inganno ;
Sai 78,36s. assieme apth pi, ingannare ; per Ger
15,18 vd. sp. 4), e lo stesso vale per laggettivo mn (Sai 101,6s. rem(u inganno e seqr7m
menzogna ; 12,2s. stfw falsit e sefa t ha/qt
labbra melliflue ). Resta cos stabilita laffinit
tra mn ni. e lidea di verit; in alcuni passi si pu
tradurre con vero (cos la Bibbia di Zurigo in
Gen 42,20; IRe 8,26; lCron 17,23s.; 2Cron 1,9;
6,17). Bisogna per tener presente che il concetto
di verit si basa sullidea di stabilit, di sicu
rezza e di fedelt (lo stesso vale per nkn in passi
come Sai 5,10; Gios 42,7ss.).
mn STABILE, SICURO
160
163
'mn hi.
Ili/
1/ 'mn hi. per la sua importanza teolo
gica nel significato di aver fiducia, fede (in), cre
dere stato studiato ampiamente:
L.Bach, Der Glaube nach der Anschauung des
AT, BFChrTh IV /6 ,1900,1-96 (ancora oggi fondamen
tale); A.Weiser, Glauben im AT, FS Beer 1933, 88-99;
J.C.C. van Dorssen, De derivata van de stam 'mn in
het Hebreeuwsch van het Oude Testament, 1951;
Th.C.Vriezen, Geloven en Vertrouwen, 1957; E.Pfeiffer, Glaube im AT, ZAW 71, 1959, 151-164;
A.Weiser, art. tuctteuc, ThW VI (1959), 182-191
(=GLNT X, 359-384); J.Barr, The Semantics of Biblical
Language, 1961,161-205; R.Smend, Zur Geschichte von
h'mjny FS Baumgartner 1967, 284-290; H.Wildberger,
Glauben, Erwagungen zu h'mjn, ibid. 372-386 (bi
bliogr.); id., Glauben im AT, ZThK 65, 1968, 129
159 (bibliogr ).
164
165
]m
4/
P N mn STABILE, SICURO
168
'men
170
171
172
mn
]m
mn STABILE, SICURO
E/
mcet
do J.Barr, The Semantcs of Biblical Language, 1961, 187ss, Questo fatto mostra che y<Fmn
e emcet non sono del tutto sinonimi e che
**,mcet pi di qualsiasi altro derivato di 'mn si
aperto al significato di verit . Ci tuttavia non
vuol dire (contro Porubcan, l.c., 183) che il signi
ficato verit sia il punto di partenza della se
mantica di
mcet, e che (contro D.Michel,
MT, Archiv fiir Begriffsgeschichte 12, 1968,
330-57) tutte le ricorrenze di mcet si possano
spiegare partendo dallidea di convenire, concor
dare e perci non si possa individuare nellAT un
mutamento di significato per questo termine.
2/ Il significato primario stabilit , che biso
gna presupporre, compare solo in senso traslato.
Tuttavia 7temcet, a differenza di ,<Emn ma con
cordando in questo con il ni. del verbo, ha svilup
pato il sign. di consistenza, sicurezza, durata ,
p.e. in Is 16,5 cos il trono sar fissato sulla
bont, e su di esso si sieder stabilmente... . Se hkan essere fissato conisponde al nkn saldo
della profezia di Natan in 2Sam 7,16, allora anche
bce'*mcet stabilmente corrisponde al nce'man
esser duraturo. In simili casi si sottolinea sia
laspetto della durata sia anche quello della sicu
rezza. Cos scekcer *mcet in Prov 11,18 potrebbe
significare guadagno sicuro, di valore stabile
(cfr. M.Klopfenstein, l.c., 171s.). Invece non al
trettanto probabile che la costruzione frequente
hcsced wce'iemcet possa essere tradotta sempre
sotto forma di endiadi con benevolenza dure
vole (cosi HAL 66b.274b.323a). Questespres
sione divenuta spesso una formula, e del resto
la fedelt include anche laspetto delPinvariabiiit,
della durata (cfr. p.e. Gios 2,14; 2Sam 15,20; Prov
3,3; 14,22; 16,6; 20,28 ecc.). Passi come Sai 85,11
Jjcsced e ,emcet si sono incontrate mostrano
tuttavia che entrambi i termini stanno sullo stesso
piano e possono avere un loro valore autonomo.
Se poi in singoli casi meglio vedere in mcet una
precisazione di hcsced, allora lespressione va in
tesa cos: hsced (grazia, bont, amore) di cui ci
si pu fidare ; laspetto della durata non sta in
primo piano.
3/ icmcet come secondo membro di uno st. cs.
al contrario la specificazione di un termine pre
cedente, come sdlm pace (Ger 14,13 forse
pace di stabilit, pace durevole , ma in base a
2Re 20,19 = Is 39,8 e Ger 33,6 pace e sicurezza
meglio intendere pace che garantisce sicu
rezza ),7t segno ecc. Tutte queste espressio
ni potrebbero intendersi meglio partendo dallidea
di attendibilit (diversamente Weiser, ThW VI,
184 = GLNT X, 365: mn mostra di essere un
concetto formale, il cui contenuto va determina
to diversamente, di volta in volta, secondo il
soggetto particolare , esso indica il rapporto
della realt con ci che caratteristico di un da
to soggetto in questione, al contrario Barr, Le,
179s,),
' mn STABILE, SICURO
176
]m
mn STABILE, SICURO
7/
179
mn STABILE, SICURO
180
L82
my ESSERE FORTE
1/ La radice ms essere forte ricorre solo in
ebr. e sporadicamente in ug. (cfr. UT nr. 228;
WUS nr. 282).
Per quanto riguarda il termine 'mussim riferito ai ca
valli, di cui si parla in Zac 6,3.7, si tratta di un nome di
colore che non appartiene a questa radice (cfr. HAL 63b
screziato; A.Guillaume, Abr-Nahrain 2, 1962, 7
dust-coloured (= color polvere ); W.D.McHardy,
Fs Kahle 1968, 174ss.).
ESSERE FORTE
184
im
'm r
DIRE
Come nomi derivati, oltre alla forma rara qutl 'mcer detto, notizia; cosa , si hanno le analoghe
forme qitl 'mcerfmr parola, enunciato e il
termine tardivo aramaizzante ma'amar parola,
ordine (Wagner nr. 149); cfr. anche linfinito so
stantivato deHaram. bibl. mmar parola, or
dine .
Dalle lingue affini semNO. si possono citare ancora
tuttal pi Tug. anir desiderio, discorso(?) (WUS
nr. 284) e il giaud. 7mrh discorso, parola, ordine (?)
(DISO 18; KAI nr. 214, r. 26.32, cfr. 11,221).
186
D IRE
188
ans
UOMO - D1X
''dm.
1T *
'nk
'UN M n i IO
f
Gen
Es
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Gios
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2Re
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Giona
Mi
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Sof
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Zac
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17
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24
7
2
26
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11
10
totale
41
39
67
21
9
4
12
20
30
30
16
79
54
169
12
4
1
5
2
-
5
1
13
14
97
60
67
28
65
13
29
46
54
37
18
105
91
170
23
4
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2
1
" j *j r v i o
totale
1
2
4
11
8
70
29
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3
1
2
A
16
9
83
43
Prov
Rut
Cani
Eccle
Lam
Est
Dan
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2Cron
AT
2
7
1
1
358
7
2
n
29
4
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23
2
15
12
18
9
9
12
29
4
6
24
2
16
13
18
870
1228
190
H.Grapow, Wie die alten gypter sich anredeten..., *1960, 179-185). In proposizioni interroga
tive lio che parla esprime impotenza, meraviglia,
indignazione (Gen 4,9; 30,2; ISam 1,8; 2Sam 3,8),
ma anche la propria piccolezza e rumile sottomis
sione (Es 3,1 U ISam 18,18; 2Sam 7,18). Nel giu
ramento (haj 'ani Num 14,21.28 e altre 20x; haj nki Deut 32,40, unico passo con la forma funga;
-hjh 3c) e quando si indica let (Deut 31,2; Gios
14,7; 2Sam 19,36), le espressioni assumono il ca
rattere di una formula. Colui che parla pu consi
derarsi legato fortemente ad un altro o ad
un gruppo (Gen 31,44; Giud 7,18; ISam 20,23)
o vedersi in posizione di distacco rispetto al
suo ambiente oppure in contrapposizione ad
esso (Giob 32,6). Il pronome personale con il
we- usato spesso nei paragoni (Gen 27,11;
Es 2,9; Gios 24,15; ISam 17,45; Re 12,11;
Ger 36,18).
Dalle considerazioni fatte, appare chiaro che il
grado di partecipazione personale e la situazione
della conversazione indicano se l'io intende dare o
no particolare energia alle sue parole, aggiungendo
il pronome indipendente di l a persona (nok col
perfetto: Gios 7,20; ISam 22,22; con l'imperfetto:
Gen 38,17; Re 2,18). 11 pronome personale si
trova spesso in proposizioni dipendenti introdotte
da kl, e anche in proposizioni relative spesso dopo
un participio, senza una particolare energia. Lac
centuazione pu essere rinforzata facendo prece
dere la particella gam (Gen 21,26; 2Re 2,3; Sai
71,22; Prov 1,26) oppure 'a f questultima special
mente nei testi pi recenti (Gen 40,16; Giob
32,10.17).
Con limperativo di -r'h vedere (2Sam 7,2),
pi tardi sostituito dalla particella dimostrativa
hinn ecco , lattenzione di colui a cui di
retto il discorso viene attirata in maniera partico
lare su colui che parla e sulle sue parole (Giud
7,17; cfr. Gen 25,22).
4/ Frasi con Dio che parla in prima persona
compaiono soprattutto nei discorsi divini delle
storie dei patriarchi, nelle parti legislative del Pen
tateuco e negli oracoli profetici. Nei testi postesi
lici espressioni di questo genere diminuiscono for
temente; spesso esse non sono altro che citazioni
di formule pi antiche ( Agg 1,13; 2,4). L angelus
interpres subentra al posto di Dio (Zac 1,9; Dan
10,1 lss.).
_
Il pronome indipendente di la persona sing. nei
discorsi di Dio viene usato come nei corrispon
denti discorsi degli uomini. Il discorso divino pu
essere aperto dalla formula di presentazione, con
cui vengono fatte delle dichiarazioni sulla natura
di Dio o sul suo modo di comportarsi col singolo
o con una comunit. Il pronome personale con il
wv- viene usato quando si confrontano tra loro
latteggiamento e il modo di comportarsi di Dio e
quello delluomo (Es 4,15; 2Sam 12,12; Is 65,24;
Os 7,13; Giona 4,10s). Nei discorsi di Dio compaiono
spesso proposizioni secondarie introdotte col
191
192
5/ Per Qumran cfr. S.Mowinckel, Jeget Qumransalmene, NTT 62, 1961, 28-46; per il NT cfr.
soprattutto E.Stauffer, art. yc, ThW 11,341-360
(= GLNT 111,41-94); inoltre: E.Schweizer, Ego
eimi, (1939) 31965, I2ss.; per lambiente circo
stante: E.Norden, Agnostos theos, (1913) rist.
1960, 177ss.
K.Gunther
fap
qb$.
193
* ) K 'a f \ R A
hitp.
e1
Gen
Es
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Giona
Mi
Nah
Ab
Sof
Zac
Sai
Giob
Prov
Cant
Um
Dan
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Neem
lCron
2Cron
AT ebr. tot.:
IU
N
1
1
1
1
1
4
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2
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2
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1
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1
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168
42
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2
1
2
20
24
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10
12
3
5
1
2
-
2
4
1
6
3
2
ID
196
n # >ari LEONE
198
1/ crces terra, paese (radice con interdentale enfatica sonora, cfr. Moscati, Introduction 28
30) appartiene al sem. comune (Bergstr. Enf. 185)
ed attestata con significato sostanzialmente
uguale nelle forme seguenti: Vs ug. (UT nr. 376;
WUS nr 420), fen. pun., moab. (DISO 25s.);
ersetu acc. (con desinenza fem., acc. antico
199
200
204
205
n #
TERRA, PAESE
*HN V/ MALEDIRE
1/ La radice yrr sembra appartenere al sem.
comune, tuttavia attestata solo sporadica
mente (cfr. HAL 88a; P.Fronzaroli, AANLR
VIII/20, 1965, 253s,264; solo lacc. arru usato
per il valore maledire , cfr. AHw 65; CAD
A /II,234-236; laram. ha invece ft, Parab.
l'n ecc.).
Anche se nelle civilt vicine allAT i testi di maledizione
sono relativamente numerosi (cfr. le rassegne in S.Gevirtz, West-Semitic Curses and th Problem of th Origins of Hebrew Law, VT 11, 1961, 137-158; F.C. Fensham, Malediction and Benediction in Ancient Near
Eastern Vassal-Treaties and th OT, ZAW 74,1962,1
9; D.RHillers, Treaty-Curses and th OT Prophets,
1964), i verbi che indicano maledire sono piuttosto
rari. Cfr. lebr. Ywr maledetto (sia luomo che apre que
sto) in uniscrizione funeraria del 776 sec. a.C. prove
niente da Silwan, KAI nr. 191B, r. 2; aram.y/vt'/w/j essi
maledicono nei proverbi di Ahiqar, r. 151 (Cowley
217.225).
207
208
HK Vs pi- FIDANZARSI
HN Vs pi. FIDANZARSI
1/ ' rs pi. fidanzarsi con una donna trova ri
scontro immediato solo nellebr. post biblico e
nellaram. (rs, anche in qal, p.e. il part. pass, medioebr. arus fidanzato, e nelle corrispondenti
coniugazioni passive).
Si possono supporre relazioni con Pacc. ersu deside
rare, impetrare (AHw 239s.; CAD E 281-285; raro il
part. rsu fidanzato , AHw 242b; CAD E 301 a; cfr.
ug.
desiderare , WUS nr. 423; UT nr. 379; ebr.
>arcescet desiderio , Sai 21,3) e con larab. *ars fdanzato/a, 'abrasa preparare una festa nuziale (KBL
90a; P.Wemberg-Moller, JSS II, 1966,124), ma non con
Pacc. ere.su coltivare (radice hrt_, ebr. hrs arare ) col
richiamo alla metafora campo-donna (cos A.Sarsowsky,
ZAW 32, 1912, 404s.)-
210
211
m 'es FUOCO
's FUOCO
212
213
m ' s FUOCO
10) qdh q. infiammarsi; incendiare (5x); inoltre qaddhat febbre (Lev 26,16; Deut 28,22), ceqdh (pie
tra focaia), berillo (ls 54,12);
11) srp bruciare (q. 102x, ni. 14x, pu. lx); inoltre
srfa cosa cremata, bruciata, incendiata (13x, vd sp.
beir, solo in 2Cron 16,14; 21,19 cremazione),
misrqfoi combustione (Is 33,12; Ger 34,5),
Nellaram. bibl. troviamo dlq q. ardere (Dan l,9\jqd
q. ardere (Dan 3,6-26; inoltre fq d incendio
7,11), z/f q. scaldare (Dan 3,19.19.22) e brk hitpa,
venir bruciato (3,27).
I verbi che indicano lo spegnere il fuoco sono: dlk q.
spegnere (7x), pu. esser spento (Sai 118,12; ni.
scomparire Giob 6,17) con le forme secondarie z k ni.
venir spento (Giob 17,1) e kbh q. spegnere (14x),
pi. estinguere (lOx).
Tra i sostantivi con significato affine il pi importante
thabUcehb fiamma (12+19x, anche nel significato
di spada ; in Es 3,2 lahbat-'s va corretto in lahiEbcet's\salhcebcet fiamma in Ez 21,3; Giob 15,30; Cant
8,6 txt em un prst. aram., cfr. Wagner nr. 305); vanno
ancora ricordati rasce? fiamma, incendio (7x; cfr.
A.Caquot, Sem 6,1956,53-63) e sbb fiamma (Giob
18,5; cfr. Wagner nr. 304; ram. bibl. seblb fiamma
Dan 3,22; 7,9),
n m
issa
T *
DONNA
5
5
Os
Am
2
2
1
Mi
1
1
1
Nah
Zac
2
7
9
Mal
3
3
3
3
Sai
7
1
8
Giob
2
25
Prov
23
13
2
IS
Rut
Cant
3
3
Eccle
3
3
3
3
Lam
Est
5
16
21
2
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2
1
11
12
Esd
2
8
10
Neem
lCron
16
4
20
11
19
2Cron
8
AT totale
568
212 +1
781
*iss DONNA
216
significato primario.
Il termine viene utilizzato una sola volta in riferi
mento ad animali (Gen 7,2; cfr. anche Ez 1,9).
b) Come 7 s uomo/marito (III/2a), anche 'issa
viene adoperato spesso nel significato pi speci
fico di moglie (Gen 12,5; 2Sam 11,27 ecc.).
Frequenti sono le espressioni X scet Y X, mo
glie di Y (p.e. Gen 11,31 ) e sm Yst X sua mo
glie si chiamava X (p.e, Rut 1,2).
Per la posizione della donna nellAT cfr. F.Horst, art.
Frau IL, RGG U,1067s., e la bibliogr. ivi riportata.
217
n m Issa DONNA
T
'
am
T T
sm
OBBLIGAZIONE
219
220
sm OBBLIGAZIONE
'sm OBBLIGAZIONE
224
- i t i # ysr
226
228
229
qal
168
78
30
69
84
54
87
143
133
96
128
102
159
131
11
7
10
4
5
10
l
6
2
5
18
7
70
47
31
18
5
12
7
29
33
13
29
46
109
1997
hi.
46
45
44
22
22
5
8
27
15
18
19
21
52
57
ho.
3
1
7
tot.
217
124
81
91
106
59
95
170
148
114
152
123
213
191
11
8
13
4
5
11
1
6
3
8
22
10
79
51
34
18
10
15
10
37
43
17
49
62
159
2570
K13 b VENIRE
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
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2Sam
IRe
2Re
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Ger
Ez
Os
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Am
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Giona
Mi
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Ab
Sof
Agg
Zac
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Prov
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Cant
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Lam
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AT
13
231
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n r\ K
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2
24
N-D b VENIRE
232
4/
234
236
238
239
240
im bhr ELEGGERE
242
II/
1/ bhr q. si trova ne! testo masoretico
146x, Nella seguente tabella s distingue tra luso
profano (pr) e luso teologico con Dio (tD) o con
luomo (tu) per soggetto. Si ha perci la seguente
distribuzione del termine:
Gen
Es
Num
Deut
Gios
Guid
ISam
2Sam
IRe
2Re
ls 1-39
Is 40-55
Is 56-66
Ger
Ez
Agg
Zac
Sai
Giob
Prov
Neem
lCron
2Cron
AT
pr
2
2
-
1
1
tD
tu
3
29
1
5
5
2
5
2
10
2
1
7
3
1
1
1
3
9
2
1
1
7
16
totale
2
2
3
31
4
2
10
7
12
2
4
9
1
1
1
1
3
13
7
2
2
9
12
- 146
= 11%
= 100%
1
2
2
1
1
4
2
7
11
98
2
1
32
= 2296 = 67%
Ger 8,3 va inteso come ni., contro Lis. 208c. Poich sono
necessari emendamenti testuali, nella col. pr non si tiene
conto di ISam 20,30 (vd. sp, I/lc); Sai 84,11 e 2Cron
34,6K, nella col. tD di is 48,10 (vd. sp. I/lb). Per con
gettura bhr va letto in Sai 16,4 e Giob 23,13. Nel sign. di
provare il verbo si trova ancora in Eccli 4,17.
III/
1/ A prescindere dai pochi passi in cui
possibile la traduzione esaminare (vd.sp. I/lb),
bhr significa in senso profano eleggere o sce
gliere . Per esempio si parla spesso nei testi sto
rici della scelta dei guerrieri (cfr. Es 17,9; Gios 8,3;
ISam 13,2; 2Sam 10,9Q scelta tra tutti gli eletti
\hehr\ di Israele ; 17,1; cfr. anche mibhr in Es
15,4; Ger 48,15 mibhr balyrw la sua giovent
eletta). Il popolo elegge il suo re (ISam 8,18;
12,13); il sacerdote si sceglie lanimale da sacrifi
care (IRe 18,23,25). Ma anche luomo comune
posto continuamente nella vita quotidiana di
fronte ad una scelta: Gen 13,11 ; Deut 23,17; ISam
17,40 ecc. In questo senso va inteso mibhr/mib
hr scelta, il meglio , cfr. p.e, Gen 23,6; Deut
12,11; Is 22,7; Ger 22,7.
2/ a) Lelezione che si compie pu avere stretta
relazione con un oggetto: si elegge il pi capace, la
cosa pi adatta, la migliore e la pi bella. Poich
il significato primario potrebbe essere guardare
con cura e il verbo pu anche avere il senso di
esaminare , tale riferimento ad un valore ha
certamente unimportanza fondamentale. Il sog
getto viene esso stesso coinvolto, dato che valuta,
ma tale valutazione nasce da una riflessione razio
nale, Tipici per questo aspetto sono i termini pa
ralleli: fjzh scegliere (Es 18,21 confrontato
con il v. 25),
jd l conoscere, capire (Giob 34,4;
cfr. Am 3,2; Ger l,5\ -bfn hi. conoscere (Giob
34,4 txt em).
b) Bisogna distinguere tale significato di tipo co
noscitivo e avente relazione alloggetto da quello
condizionato dal soggetto e rapportato alla vo
lont: viene scelto ci che si desidera avere, ci
che piace, ci che si ama. Naturalmente impos
sibile una stretta separazione dei due aspetti. Ma
il secondo si riconosce chiaramente dal fatto che
traduttori in tali passi rendono il termine con
eleggere e non semplicemente con scegliere,
selezionare , a volte addirittura con eleggere/ ,
forma riflessiva che impegna espressamente il
soggetto, ma anche con desiderare (2Sam
19,39), volere (Gen 6,2), avere pi voglia
(Giob 36,21), avere piacere in (Prov 1,29),
preferire (Giob 7,15) e stabilire (Giob 29,25;
-)m bhr ELEGGERE
244
246
247
248
250
nra ^ e l e g g e r e
252
i n a bhr ELEGGERE
256
n r a bhr e l e g g e r e
260
ritta
bth
CONFIDARE
261
1
5
hi.
8
18
14
2
5
44
4
10
T
1
1
113
1
1
2
bcetah
1
3
3
2
1
1
3
4
11
4
3
2
4
1
4
3
1
4
4
4
1
altri sost.
42
22
totale
l
3
4
7
l
1
10
26
23
14
9
52
10
18
1
1
1
182
264
and th Assyrian Crisis, 1967; R.Deutsch Die Hiskiaerzahlungen, Basel L969 (tesi).
Il discorso di Geremia sul tempio (7,3-15) vuol dimo
strare in base agli eventi storici come possa risultare
falsa la fiducia riposta in Jahwe, se non unita ad una
vera e pronta obbedienza.
Ambedue le narrazioni costituiscono un esempio della
ricerca (dtr.) di nuovi rapporti con Jahwe, durante il pe
riodo delFesilio.
ra
b in
CAPIRE
267
IT5
b jit CASA
268
109
59
53
58
45
25
68
61
115
194
151
75
146
181
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Ma!
Sai
Giob
15
6
27
5
16
1
3
5
11
31
2
53
26
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Esd
. Neem
lCron
2Cron
38
7
5
11
3
28
3
30
52
112
218
AT ebr. 2048
bftn ricorre 3x, aram. bibl. bjit 44x (Dan 9x, Esd
35x), bit q. lx.
3/ a) Nel suo significato primario bjit designa
la casa stabile, costruita con ogni tipo di mate
riale (BRL 266-273.409-416; BHH ll,658s.;
111,1361-1365), distinta di solito da 1hcel tenda
(cfr. 2Sam 16,22; Ger 35,7.9s,; Os 12,10; ma Sai
132,3 'hcel btT la mia tenda di abitazione;
lCron 9,23 txt? bt-h'hcel casa della tenda,
cfr. Rudolph, HAT 21,88; hcel ricorre nellT
345x [Num 76x, Es 62x, Lev 44x, Gen 23x, Sai
18x, Prov 14x, Giud 13x], nel 60% dei casi nel si
gnificato cultuale di tenda di Jahwe, tenda
deirincontro o sim. [
j ld 2.4b]) e da sukk ca
panna (cfr. Gen 33,17; nelPAT 31x); cfr. A.Alt,
Zelte und Hutten, FS Ntscher 1950, 16-25 =
111,233-242; W.Michaelis, Zelt und Hutte im biblischen Denken, EvTh 14, 1954, 29-49. Per
lespressione alle tue tende, Israele! usata nel
congedare le truppe israelitiche, e per altri testi,,
nei quali formule fisse del periodo nomadico non
hanno subito, dopo la sedentarizzazione, le corri
spondenti modifiche di contenuto (tenda > casa),
cfr. Alt, Le., 240.
Prescindendo dal termine astratto pi generico binjn
edificio {bnh costruire ; prestito aram. in Ez 40,5;
41,12.12.15; 42,1.5.10 [41,13 binj 1; cfr. Wagner nr. 44),
si possono trovare dei sinonimi solo per designare grandi
case, palazzi ecc.: accanto al frequente bi hammczlcek
palazzo reale si trovano termini presi da altre lingue,
come hkl palazzo, tempio (sum. * haikal lA.Falkenstein, Genava N.S. 8,1960, 304] > -gai, acc. ekalluy
ug. hkl, aram. bibl. hkal\ nellAT ebr. 80x [in Ger 7,4
triplicato] ed aram. I3x, di cui 14+5x col significato di
palazzo : IRe 21,1; 2Re 20,18 = ls 39,7; ls 13,22; Os
8,14; Gioe 4,5; Am 8,3; Nah 2,7; Sai 45,9.16; 144,12;
Prov 30,28; Dan 1,4; 4,21.26; 5,5; 6,19; Esd 4,14; 2Cron
36,7), appazdcen palazzo ( < persi, apadna, cfr. Wa
gner nr. 25; Dan 11,45) e bftn palazzo (vd. sp. 1),
mentre le espressioni 'armn (Is 13,22 ,atmn) palazzo
(fortificato) (33x, soprattutto nei profeti) e special
mente bfr cittadella (18x, solo in Est, Dan, Neem e
l/2Cron; aram. bfr Esd 6,2; prestito acc., cfr. Wagner
nr. 40) accentuano pi fortemente laspetto della Fortifi
cazione (cfr. anche migdi torre , gi).
b a jit CASA
272
ben
FIGLIO
275
177
39
28
224
37
44
52
80
140
140
163
38
143
U6
6
1
2
3
2
5
1.0
8
2
15
6
41
2
ben
plur.
188
194
132
387
90
197
152
58
67
48
58
46
82
75
18
14
9
2
totale
sing.
365
233
160
611
127
241
204
138
207
188
221
84
225
191
24
15
11
2
3
6
45
13
20
10
14
2
3
9
14
11
16
14
21
6
2
bai
plur.
64
10
2
16
7
14
19
7
totale
109
23
22
26
21
16
27
16
20
11
17
23
40
37
4
2
1
1
9
19
31
2
2
1
5
4
88
30
19
6
2
8
10
13
6
103
36
60
8
2
4
1
6
8
2
6
5
2
3
10
4
1
12
5
2
11
12
totale
16
4
15
9
197
246
708
232
sing.
Eccle
Lam
EsL
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
ben
sing. plur.
5
11
4
8
7
2
7
41
156
115
131
338
370
127
105
AT
2160 2769
4929
289
bat
plur.
21
5
2
1
10
14
i
l
-
4
17
18
13
290
totale
1
22
5
2
4
18
28
27
579*
bn
FIGLIO 276
)3 ben FIGLIO
280
282
r
3/ Il significato primario costruire, fabbri
care , talvolta fortificare e ricostruire (cos
anche nelle iscrizioni semNO., cfr. DISO 38). Og
getti sono: casa, palazzo, muro, citt, altare, tem
pio, ecc. Il sign. creare, generare difficilmente
si pu riscontrare in ebr, a differenza delfacc. e
dellug., a meno che non lo si voglia presupporre
in nomi propri come Benj(h).
In ug. si pu far riferimento allepiteto di El bnj bnwt,
che viene tradotto con creatore delle creature (cfr.
WH.Schmidt, Knigtum Gotles in Ugarit und Israel,
4966, 59). Per lacc. cfr. AHw 103.
^3
b'-al
PADRONE
bui
b'al PADRONE
284
'dn Ill/n
b'al (come anche ba'ulci) non viene mai usato in
senso assoluto (fuorch nel l'espressione bl"tllal
b'al, vd. st. b), ma sempre seguito da un geni
tivo oppure da un suffisso pronominale. 1genitivi
dipendenti da b'al sono molto diversi a seconda
del contesto; soltanto nei 13 passi in cui usato nel
codice dellalleanza b'al il possessore di una
donna (Es 21,3.22), di un animale (21,34;
22,10.11.13.14; cfr. Is 1,3), specialmente di un bue
(21,28.29.36), di una casa (22,7; cfr. Giud 19,22s.)
o di una cisterna (21,34).
285
b'al PADRONE
287
PADRONE 288
W p2 bqs
pi. CERCARE
iCI 2 r CREARE
1/ Tra tanti tentativi di determinare letimolo
gia del verbo, il pi probabile quello, pi volte
proposto, di combinare assieme br' I creare
(qal, ni., e il sostantivo verbale beri ) e br ITI
(pi.) tagliare, dissodare (Gios 17,15.18), fare
a pezzi (Ez 23,47).
In uniscrizione pun. (CIS 1,347, r. 4) br compare come
nome di professione, forse nel senso di scultore
(DISO 43 graveur con interrogativo; cfr. Lidzbarski,
NE 244).
292
K-D br CREARE
r n 3 ber i t IMPEGNO
1/ 1/ Il sost. berTt attestato (finora) solo in
ebr. (contro linterpretazione di TR be-ri-ti, ri
corrente in due testi acc. di Qatna, come krt bcrlt
da parte di W.F.Albright, BASOR 121,1951, 21s.
cfr. J.A.Soggin, VT 18, 1968, 210-215); la men
zione di un l berft (Giud 9,46) e di un bal berlt
(Giud 8,33; 9,4) per Sichem (a questo proposito:
R.E.Clements, Baal-Berith of Shechem, JSS 13,
1968, 21-32) porta a concludere che berlt fosse
usato anche in territorio can.
2/ I tentativi di spiegare letimologia di bent
sono molteplici.
a) Si fatto derivare berlt da un sost. acc. bili tu vin
colo . berit sarebbe anzitutto il vincolo... poi, in
senso metaforico, il patto vincolante (R.Kraetzschmar, Die Bundesvorstellung im AT, 1896, 245; cfr,
P.Karge, Geschichte des Bundesgedankes im AT, 1910,
228s. ecc.). Prescindendo anche da altre difficolta che
questa derivazione solleva (cfr. O.Loretz, berit- BandBund, VT 16, 1966, 239-241), lespressione krt berit,
letteralmente tagliare una berit , significherebbe pro
priamente tagliare un legame/vincolo , il che non si
accorda con il senso (generalmente supposto) di con
cludere unalleanza (E.Nielsen, Shechem, "1959, 114).
b) M.Noth, Das atl. Bundschliessen im Lichte eines
Mari-Textes, FS Lvy 1955, 433-444 = GesStud1 142-
295
r H 3 ber it IMPEGNO
296
297
1/
298
5/
299
7/
m a
b'rlf IMPEGNO'
* i
300
IV/
1/ Quando passa nell'ambito teologico, il
termine berlt viene applicato al rapporto tra Dio e
l'uomo. Di solito in questo caso il soggetto della
bert Jahwe; la sua b'rft, egli colui che
stabilisce la berlt (anche in 2Re ll,17a; Ger 50,5;
Esd 10,3; 2Cron 29,10, dove gli israeliti oppure
Ezechia contraggono una ber7t davanti a Jahwe,
viene mantenuta la superiorit di questultimo).
Qui brit designa o Pimpegno di Jahwe, la sua
promessa di fare o di dare qualcosa di determinato
(IV/2, cfr. II1/2) o limpegno che Jahwe impone
airuomo(IV/3, cfr. III/3), ma non un obbligo re
ciproco (IV/4, cfr. II1/4).
2/ LAT ricorda in diverse circostanze la bent
di Jahwe quale suo impegno personale, pro
messa . Il contenuto o il tenore di questa bcrt
301
rvna brnt im p e g no
303
304
4/ La Vetus latina rendendo bert con testamentum si collega ai LXX (ad eccezione di po
chi passi), ma si allontana ancor di pi dal senso
del termine ebr. Traducendo PAT dallebr. (390
405 d.C.) Gerolamo rende berit con foedus
(135x) e con pactum (96x), seguendo espressa
mente Aquila e Simmaco, ma forse anche i suoi
maestri ebraici. Tra i pochi passi in cui la Volgata
ha testamentum , vi sono anche quelli dei
salmi: infatti il salterio stato accolto in unelabo
razione pi antica.
E.Kutsch
P II b rk pi. BENEDIRE
1/
1/
306
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
Re
2Fe
307
qal
ni.
l
-
2
9
1
7
3
6
-
59
5
2
14
28
8
3
4
10
6
3
2
-
16
1
12
2
l
2
1
-
88
7
3
17
51
10
7
13
15
12
5
ls
Ger
Ez
Gioe
Agg
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rui
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT
qal
2
2
1
ni.
1
4
1
23
71
17
308
163-177.
311
312
316
Secondo Prov, 28,20 chi agisce in modo fidato rab berki ricco di benessere (oppure ricco di formule di be
nedizione?; al contrario: chi si vuole arricchire rapida
mente non resta impunito ;cfr. Prov 28,27, dove ricco di
maledizione il contrario di senza indigenza). Sai
109,17 usa il termine nel suo duplice significato: chi non
ama la berk (= parola di benedizione), essa (ossia la berk in quanto benessere prodotto dalla formula) si allon
tana da lui . Forse anche le berkt di Giacobbe di Gen
49,26.26 vanno intese come un benessere prodotto da una
dichiarazione di bande (cfr. v. 25).
319
320
324
325
I&3
basar CARNE
T T
IRe
2Re
33
14
61
17
13
-
6
4
3
4
6
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Mi
Agg
Zac
Mal
17
10
24
1
1
1
1
4
Sai
Giob
Prov
Eccle
Lam
Dan
Neem
lCron
2Cron
16
18
4
5
1
2
2
1
1
totale
270
327
Neem 9,37; cfr. ebr. icescem aram. garm , acc. ram anti)
oppure significano cadavere (g ewijj Giud 14,8.9;
ISam 31,10.12.12; Nah 3,3.3; Sai 110,6; guja lCron
10,12.12, cfr. ISam 31,12; pcegaer 22x, aram. pagr e acc.
pagru anche corpo , cfr. D.Neiman, JBL 67,1948, 55
60, per Lev 26,30 ed Ez 43,7.9; diversamente n ebl 48x,
ubi), cfr. Dhorme 7-12; F.Baumgartel - E.Schweizer,
art. creola, ThW VII, 1042-1046. *
328
1/
g 'h
ESSERE ALTO
329 ITO
g h ESSERE
ALTO
330
b H l g 'I
REDIMERE
332
1
2
13
ni.
sosl
yn'el
2
8(6)
2(2)
3(3)
1(1)
1
13
1
9
1
y
l
1
9
PlOV
Rui
Lini
12
!
AT
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t 1>
2
1
44 (12)
totale
('/'u ln a )
]
i
9
1
.1C'uU
2
14 +!
1
7
,11
8
2
3
1
1
24
4
1
1
1
11
2
1
23
1
118
333
g I REDIMERE
334
336
Mi 4,10.
Inoltre nel Deuteroisaia e nel Tritoisaia: g l Is 43,1;
44,22s.; 48,20; 52,3.9; 62,12; g't Is 41,14; 43,14;
44,6.24; 47,4; 48,17; 49,7.26; 54,5.8; 59,20; 60,16; 63,16.
337
c;'/REDIMERE
338
b x j g 'I REDIMERE
340
344
78-81).
Nel fen. invece compare soltanto il sost. gbr uomo
(KAI nr. 24, r. 8; nr. 30, r. 2), in neopun. forse gbrt
azione(i?) di forza (KAI nr. 145, r, 6); cos pure nella
stele di Mesa si trova soltanto come sostantivo gbr
uomo e gbrt donna (KAI nr. 181, r. 16). In ug. la
radice si ha soltanto in nomi di persona (cfr. Grndahl
126).
gdl
GRANDE
gdI G R A N D E
348
351
4/ a) Se si prendono in esame i passi in cui gdl ricorre con un significato teologico, subito
evidente che lespressione Jahwe grande ed
altre simili appartengono soprattutto ai testi innici
della tradizione di Sion (Sai 48,2 grande Jahwe
e degno di somma lode nella citt del nostro
Dio ; 77,14 qual dio grande come Iddio , cfr,
Kraus, BK XV,532; 95,3 perch Jahwe un Dio
grande, grande re sopra tutti gli dei , cfr. 47,3
un grande re su tutta la terra ; 96,4 = lCron
16,25 perch grande Jahwe e degno di somma
lode, terribile pi di tutti gli dei , cfr. Sai 145,3;
99,2 il Signore grande in Sion, eccelso sui po
poli tutti ; 135,5 Jahwe grande, il Signore no
stro pi grande di tutti gli dei ; 147,5 grande
il Signore nostro e molto potente ; cos pure ap
partengono alla teologia di Gerusalemme Is 12,6
grande in mezzo a te il Santo di Israele e,
come motivo tipico dellinno in un lamento indi
viduale, Sai 86,10 poich tu sei grande e operi
meraviglie ). In numerosi passi ancora chiaro
come originariamente la grandezza di Jahwe ve
nisse concepita in relazione agli altri dei (Sai
77,14; 95,3; 96,4; 135,5); dalla tradizione cultuale
preisraelitica di Gerusalemme si assunta qui la
figura di l celin, il Dio altissimo (cfr. lepi
teto addir, anchesso di origine cananea, e inol
tre rab, che anche in ugaritico viene applicato a
Dio; per quanto concerne la designazione divina
eg. Wr il grande cfr. S.Morenz, g. Religion,
1960,156s.). Inoltre la grandezza di Jahwe, spesso
in connessione con il titolo di re, viene riferita a
tutti i popoli della terra (Sai 47,3; 86,9s.; 99,2; cfr.
anche Ger 10,6s. tu sei grande, e grande il tuo
nome nella sua potenza ; Mal 1,14 un re grande
sono io; Ez 38,23 grande e santo io mi mo
strer agli occhi di molti popoli , con gdl hitp.),
oppure viene proclamata senza particolari riferi
menti (Sai 48,2; 145,3; 147,5; cfr. anche Sai 104,1
pini m i i G RA N D E
-352
5/
353
gdl GRAN DE
'J gj POPOLO - 4a m .
354
355
TD gr
DIM ORARE
COME
FORESTIERO
356
in ij gral SORTE
1/ gral sorte si trova solo in ebr. e si collega
probabilmente all1arab. garwal sassolino (HAL
195a).
358
359
g ii
ESULTARE
r ;
g ii
ESULTARE 360
g ii ESULTARE
Il
II verbo ricorre in ebr. 187x(Mand. aggiunge
anche Ger 52,29, presente in alcuni manoscritti ed
edizioni), in aram. 9x. La suddivisione sulla base
delle coniugazioni verbali la seguente: qal 50x
(scoprire 21xTandare via 29x, se si deve
collegare Prov 27,25 a glh II contro Mand.), ni, 32x
(Is 8x, ISam 6x, Ez 5x, 2Sam 4x), pi. 56x (esci. Sai
119,22 da collegarsi a gli pi. contro Lis.; Lev 24x,
Is 6x), pu. 2x, hitp. 2x, hi. 38x (Ger 13x, 2Re 12x),
ho. 7x; aram. qal 7x (Dan), ha. 2x (Esd). Se si di
stinguono due verbi, si ottengono 112 casi per glh
I (e inoltre aram. 7x) e 75 casi per glh li (incl. Is
38,12 ni.; inoltre aram. 2x).
gla compare 42x (Esd 12xnEz 1lx, Ger \0x)>glut
15x (Ger 5x, Ez 3x), Param. gala 4x.
3/ Il significato primario di glh li risulta chiaro
in Ez 12,3.3, dove il profeta riceve il comando va
via! , e nel lamento di ISam 4.21.22 sparita la
gloria da Israele . Un significato uguale o simile
si trova in ls 2.4,11; 38,12 txt? (ni.); Os 10,5; Giob
20,28 (par. ngr ni. scorrere, versarsi); Prov
27,25 (par. sp ni. essere raccolto); Lam 1,3.
Nei restanti passi il verbo in qal ha il sign. essere
deportato in esilio (20x); Giud 18,30 (?); 2Sam
15,19; 2Re 17,23 (par. sur hi. allontanare);
24,14; 25,21; Is 5,13; 49,21 (par. sur ritirarsi );
Ger 1,3; 52,27; Ez 39,23; Am 1,5; 5,5.5; 6,7.7;
7J 1.11.17.17; Mi 1,16. A questi si aggiungono 39
passi in hi. col sign. deportare (in esilio) e 7
passi in ho. (passivo, con lo stesso significato del
qal). Il verbo ha assunto una particolare posizione
negli annunci profetici di giudizio in Amos (1,5;
5,5.27; 6,7; 7J 1.17) e Geremia ( 13,19; 20,4; 22,12;
27,20); in Isaia questo annuncio di giudizio si
trova una sola volta nella sua forma pi antica
(5,13). La maggioranza dei passi ricorre nelle nar
razioni (in diversi contesti), uno anche nel la
mento delloppresso (Lam 1,3).
Sorprendente il fatto che Jahwe solo in pochi
passi, in prevalenza profetici, venga definito come
colui che porta Israele (Giuda) in esilio: Ger
29,4.7.14; Ez 39,28; Am 5,27; Lam 4,22; lCron
5,41 (altri popoli: 2Re 17,11); per lo pi soggetto
del verbo il popolo, che deporta Israele in esilio,
o il suo sovrano. certo saldamente collegata
alPannuncio profetico di giudizio lidea che lesilio
un giudizio di Jahwe, tuttavia lavvenimento in
dicato con glh ha lutto laspetto di un fatto politico
concreto, che s oppone ad una completa teologizzazione. Solo una volta e relativamente tardi viene
chiaramente espressa la mutua connessione tra
azione di Jahwe e fatto politico: Jahwe per mano
di Nabucodonosor (lCron 5,41). Cfr. a) contra
rio il modo con cui Ezechiele parla dellesilio: egli
usa in prevalenza verbi che per natura loro non
r3 allt SCOPRIRE
364
365 r :
xlh
SCOPRIRE
366
SCOPRIRE 368
5/
I due diversi significati si riflettono anche
nella traduzione dei LXX: glh II viene reso in pre
valenza con TroLXL^v, ma anche con [ietoie i corrispondenti derivati. Si ha inoltre
at/{jLaXcuTjLv o sim., che corrisponde di pi
airbr. shh, ma gi nelfebr. si riscontrano al ri
guardo alcune interferenze. Il significato origina
rio della radice ancora percepibile quando ilverbo tradotto con Tcsp^scrBaL
glh I viene tradotto con rroKauTTTeiv, in una
grandissima parte dei casi: riferito allambito ses
suale e ai sensi, corrisponde in pieno al verbo ebr.
Possono essere usati talvolta anche altri verbi che
significano togliere (p e. extlQtjixl) o riconoscere
(mcpaiveiv, cpavepouv). Anche i LXX quindi
non intendono ancora glh come un termine tec
nico speciale per rivelare .
La situazione gi diversa a Qumran. Qui tro
viamo ancora senzaltro le formulazioni tradizio
nali: aprire (glh II ricorre soltanto come cita
zione di Am 5,27 in CD 7,14s.) lorecchio (1QH
I,21 ; 6,4; 18,4s.; CD 2,2 ecc.), il cuore( 1QH 12,34;
18,24), gli occhi (1QH 18,19; CD 2,14), ma ac
canto ad esse compare un uso tecnico specifico: la
rivelazione dei tempi finali, contenuta nella legge
e nei profeti, che devessere resa nota attraverso lo
studio (drs) e la spiegazione {pscer) della scrittura
(1QS 1,9; 5,9.12; 8JJ5.16; 9,13.19; cfr. lQpAb
I I ,1; 1QH 5,12; CD 3,13; 15,13; cfr. D.Lhrmann,
Das Offenbarungsverstndnis bei Paulus und in
paulinischen Gemeinden, 1965, 84-87 con bibliogr.).
Per il NT cfr., oltre alla monografa citata qui so
pra, A.Oepke, art. xaXuTUTGj, ThW 111,558-597 (=
GLNT V,63-162). Nell'uso vtrt. di glh non si pu
trovare una relazione con il concetto di rivelazione
nts., dove linteresse principale si sposta dal fatto
della rivelazione a ci che viene rivelato (il conte
nuto); tuttavia, tramile fapocalittica, anche nel
NT (Rom 3,21; ICor 14,6) si continua ad indicare
a questa maniera sia lagire salvifico di Dio sia la
visione di un individuo particolare, cfr. Luhrmann, l.c. Una differenza essenziale tra luso di
glh nellT e il concetto di rivelazione nts. sta nel
fatto che nellAT manca completamente una
stretta associazione tra rivelazione e fede; glh
nellAT indica un manifestarsi di Dio, che pu es
sere sperimentato.
C.Westermann ! R.Albertz
369
im
gr RIM PROVERARE
11 verbo gV rimproverare ricorre nellAT
solo nella coniugazione qal; da essa derivano due
sostantivi femminili: geidr e mig'crcet (HAL
192a e KBL 494a con Suppl. 164). La radice si
trova anche in ug. (UT nr. 606; WUS nr. 681;
Grndahl 125) e in altre lingue affini (aram., arab.,
et., talvolta riferito anche ai muggiti dei buoi e ai
nitriti dei cavalli, cfr. ug. testo 56,23), manca in
vece nellacc. (cfr. HAL 192a).
1/
371
2/ NellAT il verbo attestato 14x, ii sost. g^r 15x, il sost. mig'crcet lx (Deut 28,20).
Mal 2,3 da mutarsi in gda\come suggeriscono
Horst, HAT 14,266; HAL ecc.; la proposta d H.Gunkel,
Schpfung und Chaos, 1896,94 n. 8, di mutare rg^ di Is
51,15; Ger 31,35 in gV non riuscita a prevalere.
Prov 13,8 va cambialo, come suggerisce Gemser, HAT
16,48 (contro F.M.Seely, Note on g'rh with Especial
Reference to Proverbs 13:8, The Bible Translator 10,
1959, 20s.); in Is 30,17 il secondo ge>,r viene cancellato
da alcuni esegeti (p.e. O.Procksch, Jesaja I, 1930, 394).
372
373
p m dbq ADERIRE
20,2).
dbr
PAROLA
375
II/
11 nome dbr attestato 1440x e nelfelenco
dei sostantivi pi frequenti sta al 10 posto. Per
quanto riguarda il verbo, la coniugazione pi. con
1084 ricorrenze senza confronti molto pi fre
quente del qal (41x).
1 2 1 dbr PAROLA
376
dbar
plur.
sing.
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
31
39
7
24
49
23
13
47
55
86
43
33
118
70
2
2
6
30
23
1
5
47
9
7
31
13
38
65
14
86
12
2
5
2
Nah
?
6
13
1
48
9
17
3
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Ester
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT ebr.
61
62
8
29 '
96
32
25
78
68
124
108
47
204
82
4
2
9
5
3
1
7
2
21
11
19
2
7
20
3
69
20
36
3
15
pi.
qal
72
86
66
|t 5
69
32
27
41
37
77
50
46
109
64
7
1
2
1
1
2
24
1
1
3
1
3
4
1
.
1
1
1
1
-
11
46
37
7
3
Dan
totale
Ab
Sof
Agg
dbr
24
12
10
16
20
36
13
9
4
13
10
42
37
21
14
29
30
78
33
886
554
1440
1084
6
IS
1
4
10
9
1
2
1
1
41
377
1/
dbr PAROLA
380
1 2T 1T dbr PAROLA
TH
dbr
GENERAZIONE
dr GENERAZIONE
384
din G IU DICARE
TH d in GIUDICARE
1/
387
0*17 dm SANGUE
1/ La radice a due lettere *dam- sangue
del semitico comune (GVG 1,344; ug.: WUS nr.
754).
Accanlo allebr. dm si trova in Deut 32,43 una forma
"a(lama con alef. prostetico, come in acc., dove
adam{m)it usalo assieme al pi comune dmu\ HAL
15b e AHW IOa spiegano le forme secondarie in base
alla radice \fm essere rosso . Per le incerte attestazioni
fen. pun. (KAI nr. 43, r. 11; nr. 103, r. 2) e per laffer
mazione di Agostino nani el Punice edom sanguis dicilur (Enarralio in Psalmos 136,18) cfr. DISO 5&rKAI
11,61.114; secondo J.Hoflijzer, VT 8, 1958, 289, edom sa
rebbe la forma munita di articolo. Laram. 1edma, ac
canto a dem, il risultato di un processo puramente fo
netico (GVG 1,217; Noldeke, NB 118).
CH dm SANGUE
388
D1 dm SANGUE
391
392
l'altra divinit (cfr, J.Hehn, Die biblische und babylonische Gottesidee, 1913, 99). Perci qualsia
si pretesa di altre potenze di essere uguali a Jah
we aspramente combattuta; cfr. Is 14,14, dove
con un linguaggio mitico si caratterizza lempiet
del re di Babilonia: salir sulle altezze delle nubi,
mi render uguale (dmh hitp.) allAltissimo .
D in d 'a t CONOSCENZA - T je t.
TTH dcrcek VIA
I
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Giona
Mi
Nah
Ab
Agg
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
qal
hi.
sing.
31
12
-
I
4
2
2
1
8
7
2.
23
37
15
15
24
U
40
21
33
41
85
4
11
2
3
1
6
1
14
16
22
4
1
4
1
1
2
47
20
52
1
2
3
1
19
12
21
Lam
AT
1
1
ICron
2Cron
Eccle
Esd
Neem
plur. duale
!
2
1
49
543
3
3
Il
13
14
161
sost.
31
13
1
23
48
17
15
27
12
46
22
47
57
107
8
1
3
2
1
2
2
3
3
66
32
75
1
4
6
3
25
706
396
397
398
400
E h i drs CERCARE
E h i t l i i CERCARE
404
b an
hcbcel SOFFIO
405
hiba/
SOFFIO
mn
hdr
SPLENDORE
TT
408
-fin
hd
NOBILT
U n hd NOBILT
1/
"in hj GUAI!
1/ Tra le interiezioni che non s possono far ri
salire a radici verbali (GK 105; BL 652-654), hj
guai! ed altre esclamazioni affini (come ahh
ah! ) esprimono semplicemente un grido, men
tre hinn ecco! e has pst! (M ), insieme
con gli imperativi ridotti ad interiezioni (hlk, -qm,
r'h\ assumono anche il valore di un invito.
Nelia forma fonetica e talvolta anche nelluso le interie
zioni
'dja, 7 e h possono essere combinate con hj.
Un caso a parte invece h'h ( yh\ che esprime piut
tosto lemozione gioiosa.
411
hj GUAI!
412
7,13; 9,12; con / Eccle 4,10; cfr. Prov 23,29 con 1oj
guai! sostantivato, parallelo del sinonimo abj
ah! ).
m n hjh ESSERE
1/ Al verbo hjh divenire, essere dellAT (ra
ramente nella forma aramaizzante hwh, cfr. Wa
gner nr. 72) e deir iscrizione di Siloe (KAI nr. J89)
corrisponde laram. hwh (KBL 1068s. e Suppl. 200;
DISO 63s.).
;
Vanno tenuti presenti anche Pacc. ewu divenire
(AHw 266s.; cfr. per per liniziale della radice P.Fronzaroli, AANLR V11I/19, 1964,164) e i nomi propri amor
rei, derivati dalla radice *hwj (Huffmon 72s.l59s,)> men
tre il confronto con Tebr. hwh II cadere (solo Giob
37,6) e Tarab. haw cadere di scarsa utilit.
I corrispondenti semantici di hjh essere sono dati in
acc. da basti, in ug., fen. pun., arab. ed et. da verbi della
radice kn.
316
234
147
180
169
145
118
168
153
195
120
211
262
335
27
10
10
7
10
18
3
3
11
9
66
11
104
50
27
21
4
47
23
17
20
ni
2
2
*
2
9
4.
10
- -
6
5
414
qal
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT
5
47
105
132
3540
ni.
1
21
416
m n hjh ESSERE
420
S.msler
hkl
htk
wm
m f
ANDARE
421
422
qal
Gen
Es
Ijev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT
113
70
18
44
48
48
110
128
94
120
93
56
li
58
21
4
8
6
12
2
2
1
10
2
38
20
30
18
7
25
4
3
3
3
13
20
49
1412
ni.
pi.
12
2
3
3
1
w.
25
hi. hitp.
totale
8
121
2
1
73
1
1
20
l
45
4
1
53
1
2
51
1
IH
9
137
1
3
.98
1
122
5
1
99
4
1
62
5
116
5
3
67
1
22
-4
1
9
12
-
1
6
17
2
3
14
68
2
5
29
1
4
38
18
2
30
1
6
1
4
13
3
23
3
52
64
45
1547
423
424
i x i hlk ANDARE
b b n h ll
pi. LODARE
luogo se s basa solo sulla ratio . NelPentusiastica frase finale del Salmo 150, e di conseguenza
a conclusione dell'intero salterio, leggiamo:
tutto ci che ha respiro lodi il Signore! (v. 6);
in queste parole espresso esattamente il signifi
calo pi autentico della lode di Dio.
La forma dellinvito alla lode allimperativo pro
pria di un determinato genere di salmi, ossia dei
salmi di lode e degli inni. In questo genere sono
caratteristici gli elementi sopra indicati. La neces
sit di un invito continuo alla lode presuppone
una liturgia che si ripete costantemente. La con
sapevolezza, racchiusa in questo invito, che la
lode di Dio ha un significato vitale, appare chiara
nella struttura del salmo di lode: esso vuol presen
tare Dio nella pienezza del suo essere e del suo
agire (cfr. Westermann, l.c., 87ss.). AITermando
nella gioia l'essere divino come tale, che quanto
viene espresso con hil pi., la comunit nella pre
ghiera liturgica sa di essere di fronte a Dio, il quale
non solo il signore di Israele, ma anche il crea
tore e il signore della storia; per questo che pos
sono essere chiamati alla lode popoli e re, come
pure lintera creazione (Sai 148; 150).
hll pi. non pu tuttavia limitarsi a questunico ge
nere di salmi, a cui esso originariamente appar
tiene, poich in seguito, per la tendenza ad accu
mulare i verbi di lode e di gaudio, i confini fra i
singoli verbi di lode non vennero pi conservati
rigidamente ed essi si assimilarono pi o meno
l'uno allaltro. Tuttavia i testi mostrano ancora
che hll pi. il verbo dominante nellinvito alla
lode in forma imperativa, invito che appartiene al
genere letterario della lode.
Linvito alla lode in forma imperativa pu proseguire in
forma iussiva: essi devono lodare (fra i lesti pi
chiari Sai 148,5.13; cos pure Sai 22,27; 69,35; 107,32;
149,3; grammaticalmente al sing. 150,6). La forma ius
siva si trova inoltre quando si accenna di nuovo alla lode
a conclusione del lamento individuale (Sai 74,21; 102,19;
t'hill Sai 102,22 e 149,1).
432
433
hT\ h ll
pi. LODARE
434
OH hm m CREARE CONFUSIONE
1/ Il verbo hmm e la sua forma secondaria hm
si trovano, nel significato di provocare confu
sione, neUebr, e, solo con poche ricorrenze,
nelParam.
probabile che tali forme verbali, insieme con hmh
strepitare e uhm fremere, brontolare , si debbano
far risalire ad una radice bilitterale hm far chiasso, es
sere inquieto, sobbalzare o sim.; questa radice, con si
gnificato intransitivo ed anche in formazioni raddop
piate, diffusa nel sem. meridionale.
hmm ricorre nelfaram. targumico, hm nellaram. pi
antico nella coniugazione etpe. essere fuori di s, es
sere confuso, lagnarsi (KAI nr. 226, r. 6: hwm '(hmw,
DISO 64). Cfr. pure lug. nhmmt confusione, preoccu
pazione (cos WUS nr. 846; CML 156a; diversamente
UT nr. 778,1621).
Una radice hmm II probabilmente quella che si trova in
Ger 51,34, ta quale, stando ad una corrispondenza araba
e in considerazione dellespressione parallela con kl di
vorare , va resa con sfruttare (clr. HAL 24la).
4/
435
436
hinn ECCO!
438
X0U
\
y in
tO\J.
D. Vetter
Sijjn.
440
2/
441 "DT
zkr
RICORDARE
442
444
zkr RICORDARE
448
449
DffT
p V
nrT
z m
MALEDIRE -
r z? GRIDARE zr
p S S
q ll.
$g.
STRANIERO
zrtr
zr STRANIERO
452
r n r fm b r a c c io
r n t zcrtL BRACCIO
Khri
hds NUOVO
TT
'
1/ La radice *hdt_ ricorre in tutti i rami delie lin
gue semitiche con lo stesso significato (Bergstr.
Einf. 191).
In ebr. si hanno hds pi. rinnovare , hitp. rin
novarsi , e i nomi hdas nuovo (nei nomi di
luogo Hads Gios 15,37 e aram Masr Hadatt
Gios 15,25; cfr. Wagner nr. 88) e fjod&s novilu
nio, mese (per il nome proprio femminile Hdces
in lCron 8,9 cfr. J.J.Stamm, FS Baumgartner
1967, 322).
Allebr. hdas corrispondono lacc. essu (cfr. edds
continuamente rinnovantesi ), lug. hdi_ (WUS
nr. 908; UT nr. 843), il fen, pun. hds (nel nome della
citt di Cartagine, Qrthdst = citt nuova) e Tararci.
hadat (DISO 83; KBL 1074a), che ricorre solo una volta
in Esd 6,4 come errore del testo.
Il nome di luogo Hods in 2Sam 24,6 va coietto nel te
c n n hds NUOVO
456
8hn
hdas
NUOVO
TT
458
mn
hwh
hist. PROSTRARSI
460
nrn hzh g u a r d a r e
nrn
hzh guardare
464
186.198.
d) Infine vanno ricordati anche altri significati:
hzh vedere = giungere alla conoscenza
(Giob 34,32, confessione di peccati), pascersi,
deliziarsi (ls 57,8, motivazione per un annuncio
di giudizio; diversamente G.R.Driver, FS Eilers
1967, 54), indagare = scegliere per un ufficio
(Es 18,21).
e) Il verbo aramaico, in riferimento a visioni,
viene adoperato alla stessa maniera di hzh (p.e,
Dan 2,26) e r'h (p.e. Dan 4,7.10). Il derivato
hcezw (st. enf.) ricorre solo in riferimento al so
gno (p.e. Dan 2,28) ed equivale in tal caso allebr.
hzn e hzzjn.
5/ Per la traduzione dei vocaboli ebr. ed aram.
nei LXX cfr. W.Michaelis, ThW V,324-328 (=
GLNT V ili,910-922).
465
467
468
N2n h ( y MANCARE
1/ La radice *# / sbagliar(si) appartiene al
semitico comune (Bergstr. Einf. 190; P.Fronzaroli,
AANLR V1II/20, 1965, 252s.263.268): acc. Ijatu
mancare, peccare (AHw 337s.350; e anche /j/~tu/hitTtu mancanza, peccato), ug. jC pec
care (WUS nr. 1019; UT nr. 952), aram. h f
peccare (DISO 85; KBL 1075a; il verbo manca
nelfaram. bibl.; la pi antica attestazione Ah. 50
ht'jk le tue mancanze con terza radicale pi
tardi >/), arabo fati1a commettere errore
(Wehr 220s.), et. hat'ci non trovare (Dillmann
6I9s.).
2/
Kttn hC MANCARE
qal Pi hi.
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Am
Mi
Ab
Sof
Zac
Sai
Giob
7
8
25
8
5
2
3
14
4
13
3
5
13
U
5
1
1
1
Eccle
Lam
Dan
3
4
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT
4
4
8
1
4
1
10
15
1
,1
2
4
1
i
1
1
tot.
4
15
a
22
82 116
43
67
4
18
1 3
4
6
21
1
5
42
18
15
36
12
26
13
27
24
41
5
11
1
3
6
7
1
1
--
11
6
6
Prov
1
1
5
1
5
2
1 1
1
2
3
13
6
3
34
18
16
8
8
3
3
1
; 5
131 15 32
1
33
19
--
9
293
1
11
2
18
593
NBn bC MANCARE
472
m n h f MANCARE
HT!
hjh V IV E R E
1/
a) La radice hjj/hwj vivere molto svi
luppata nel semO., manca invece neHacc., il quale
ha lequivalente baiai u (P.Fronzaroli, AANLR
V ili/ 19, 1964, 248S.263; VII1/23,
1968,
475
476
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
Re
2Re
ls
Ger
Ez
Os
Am
Giona
Ab
Sor
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Neem
lCron
2Cron
AT
qal
pi.
hi.
haj
49
3
3
5
15
3
4
4
26
3
23
6
8
2
1
22
15
22
18
8
16
24
2
2
1
l
13
5
1
2
1
8
1
1
3
1
1
3
1
2
4
1
2
1
4
6
1 5
16
1
3
7
9
1
4
1
43
2
1
3
1
1
3
1] 20
2
5
3
1
1
4
2
205
2
1
hajf
11
fjaj/im
LOl
20
2
9
1
1
20
4
1
125
16
36
15
39
12
5
30
26
34
43
30
33
107
9
5
3
2
3
4
1
81
30
38
2
1
25
4
1
3
6
1
7
1
1
3
31
4
8
5
3
6
12
2
1
2
4
4
2
4
4
2
1
26
7
33
13
2
56 23 236
1
97
12
148
777
480
483
1
1
1
4
2
13
A
9
8
5
2
1
_
4
2
3
17
9
5
11
3
5
2
|
47
21
2
6
18
39
28
3
t
9
149
6
138
27
_
.
_
totale
3
18
8
1
6
21
14
17
8
2
1
1
13
28
102
53
2
3
2
15
318
484
486
488
491
492
b b n h ll pi. PROFANARE
h ll
pi. PROFANARE
496
497
bhn
498
p *?n
hlq D I V I D E R E
500
non hm d DESIDERARE
1/ La radice *fjmd desiderare largamente
diffusa nelle lingue semO. (sem. meridionale col
sign. di lodare, cfr. Muhammad (Maometto)
il lodato ).
Le testimonianze pi antiche provengono dallug. (cfr.
WUS nr. 936; UT nr. 872), can. (EA 138,126 part. pass.
ha-mu-du desiderabile , cfr. CAD H 73b), fen. (KAI
nr. 26 A III, r. 14s. jhmd jt hqrt z egli desidera avere
questa citt ; r. 17 bhmdt per bramosia ) ed aram. eg.
(BMAP nr. 7, r. 19 hmdjh, forse hamdin oggetti di va*
lore); cfr. anche HulTmon 196.
i a n hmd DESIDERARE
nan
T
hm
ECCITAZIONE
3/ Nel suo significato fondamentale hem stando al significato della radice - potrebbe deno
tare r essere in ardore (a causa di eccitazione) ,
e quindi bollore, agitazione , e infine col
lera; cfr. Os 7,5, dove si parla delleffetto del
vino. Volendo allora stabilire una differenza ri
spetto a :'af\ si dovrebbe dire che mentre
questultimo si riferisce pi alla trasformazione fi
sica visibile che subisce un uomo in preda allira,
il quale di conseguenza respira a fatica, hema vuol
mettere in evidenza piuttosto il moto interno
delFanimo, il fervore interno dellira. Tuttavia dif
ficilmente si potrebbe individuare nei testi una
qualche differenza essenziale nel significato o
nelluso rispetto ad a/, dal momento che in circa
quaranta casi i due termini compaiono insieme
(come semplice aggiunta: Deut 9,19; 29,22.27; Is
42,25; 66,15; Ger 7,20; 21,5; 32,31.37; 33,5; 36,7;
42,18; 44,6; Ez 5,15; 22,20; 25,14; 38,18; Mi 5,14;
Dan 9,16; in espressioni parallele: Gen 27,44s.; Is
63,3.6; Ez 5,13; 7,8; 13,13; 20,8.21; Nah 1,6; Ab
2,15; cfr. HAL 313a; Sai 6,2; 37,8; 78,38; 90,7;
Prov 15,1; 21,14; 22,24; 27,4; 29,22; Lam 4,11).
Altre unioni si hanno: con derivati dalla radice tjsp
Deut 9,19, 29,27; Is 34,2; Ger 21,5; 32,37; Sai 38,2; con
geLr invettiva Is 51,20; 66,15; con tkhat ca
stigo Ez 5,15; 25,17; con la radice qn3 Ez 16,38.42;
36,6; Nah 1,2; Zac 8,2; Prov 6,34; con nqm Nah 1,2;
con zam collera Nah 1,6.
504
0/PI
ha mas VIOLENZA
T T
'
1/ Il gruppo hms q. trattare con violenza , ni.
subire violenza e hms violenza sembra
avere poche corrispondenze dirette in testi indi
pendenti dallAT; vanno citati il giaud. hms
atrocit (KAI nr. 214, r. 26 in contesto fram
mentario) e laram. imperiale shd hms testimone
ingiusto (Ah. 140, = ebr. d hms). Nel caso
poi che hms si dovesse collegare alla radice hms II
505
CDn
hms
VIOLENZA
T T
507
Gran
hms VIOLENZA
t r *
508
|]n
510
512
513
515
516
517
518
"fOn
hcesczd
BONT
520
masiologiche (cfr, le considerazioni di Schulthess, Noldeke, Masing, e il fatto che sarebbe sorprendente una co
stante trascrizione errata di s (che corrisponde allarabo s]
con 5 ).
2/
11/
1/ hcesced
3, 11).
521
non
hcesced
BONT
524
toriH hcsced
BONT
*
527
528
non
hcsced
BONT
*
1/
530
531
lOrl hcsced
BONT
532
10n
BONT
hcsced
V
535
'
Cfr. in senso pi ampio Sai 25,7; 86,5; 109,21; 145,8s.,
ma soprattutto la formula liturgica poich egli bene
volo, la sua bont dura in eterno . Questo sviluppo
piuttosto fluttuante; talvolta infatti in simili casi tb pu
anche mancare (25,6; 89,2.3.29; 103,17; 138,8).
536
n o n hcsced BONT
V/
1/
Per i testi non biblici di Qumran che
sono stati pubblicati, e per il Documento di Da
masco, Kuhn, Konk. 74s., elenca 58 ricorrenze di
hcsced, di cui 15 nella Regola della comunit, 31
negli Inni e 7 nella Regola della guerra. A noi in
teressano solo quei passi in cui si nota nelluso di
hcsced uno sviluppo delle linee dellAT. Rispetto
allAT le fornie con il plurale sono diventate pi
frequenti di quelle con il singolare (32x plur, 26x
sing.), ed esse non si riferiscono sempre a dimo
strazioni di grazia , ma talvolta si tratta forse di
un plurale astratto (p.e. IQH 2,23; 4,37; 6,9; 9,7;
11,18).
hcsced inoltre si allontana dal suo significato ori
ginario e perde la sua autonomia, come si pu ve
dere quando il termine unito ad altri sostantivi
come genitivo attributivo.
Caratteristico a questo proposito 'hb( hsd 1QS 2,24;
5,4.25; 8,2; 10,26 (anche CD 13,18; cfr. Ph.Hyatt, AThR
24, 1952, 232), espressione che pur essendo uguale a
quella di Mi 6,8, del tutto diversa da essa dal punto di
vista sintattico (P.Wernberg-M0 ller, The Manual of Dis
cipline, 1957, 57). Si tratta qui delfat leggi amento che i
membri della comunit assumono tra di loro.
Si spiega perci anche brjt hsd di 1QS 1,8 (cfr. anche
lQ H f 7,7), che designa parimenti la comunit come tale.
A questo modo il significato di hcesced diventa flut
tuante, tuttavia fondamentalmente si conserva il signifi
cato di hcsced in quanto manifestazione di Dio, come
indica la formula hswmr hsd Ibrjtw di IQM 14,4, la quale
si rifa a Deut 7,9 (cfr. anche CD 19,1). Lo stesso si ricava
538
540
sn
b m
com piacersi
fD n hps COMPIACERSI
ppn
543
544
545
546
548
m n hrh ACCENDERSI
1/ La radice hrh va vista in parallelo con hrr
essere ardente, bruciare ; ma a differenza di hrr
(cfr. AHw 238b; WUS nr. 973) non fa parte del se
mitico comune, e oltre che in ebr. si trova ampia
mente sviluppata solo in aram. (arab. harwat
ardore, fiamma dira, Wehr 156a).
Le attestazioni aram, pi antiche sono KAI nr. 214, r. 23
e Adad sfogher la sua collera (/?#) (par. rgz ira ),
e KAI nr. 223 B, r. 12 nel giorno dellira (/irn); cfr.
inoltre HAL 337.
D in hrcem SCOMUNICA
pi
552
fin n Iv i TACERE
555
2Urt fisb
PENSARE
556
nm
ifsb PENSARE
iTi
558
559
560
564
3 B
tb B U O N O
n to (b BUONO
567
568
30 tb BUONO
572
ntD tb BUONO
fm ESSERE IM PURO
1/ Oltre che in ebr. il verbo in i conosciuto in
aram, e in arab. (cfr. LS 279s.); manca in acc., ug.
e nelle iscrizioni semNO. contemporanee aliAT.
Oltre al verbo (q., ni., pi., pu., hitp. e hotp., GK
54h; BL 285) nellAT ricorrono lagg. tme'
impuro e il sost. tum' impurit (Mi 2,10
txt? tom ', o inf. q.?).
2/ Per il verbo si trovano nelfAT 160 ricor
renze, la cui frequenza maggiore si ha nei testi esi
lici e postesilici: Lev, Num (P) ed Ez contengono
circa T85% delle ricorrenze (Lev 85x, Ez 30x,
Num 23x). Il qal si trova 75x (Lev 58x, Num lOx,
Ez 4x, cui si aggiungono Agg 2,13.13 e Sai
106,39), il ni. 18x (Num 7x, Ez 6x, Lev ed Os 2x,
Ger lx), il pi. 50x (Lev 17x, di cui 12x in Lev 13,3
59 e 20,25 nel significato di dichiarare impuro ;
Ez 14x, Num 5x, 2Re 23,8-16 4x, Gen 34 e Ger 3x
ciascuno, inoltre Deut 21,23; Is 30,22; Sai 79,1;
2Cron 36,14), il pu. lx (Ez 4,14), Phitp. 15x (Lev
8x, Ez 5x, Num 6,7 e Os 9,4), lhotp. lx (Deut
24,4).
tme1ricorre 89x (Lev 47x, in 13,45 raddoppiato;
incl. 5,2b, che per lo pi viene corretto secondo i
v. 3.4 in jda\ cfr. Elliger, HAT 4,55s.; Num 12x,
Deut 8x, Ez 5x, e inoltre Gios 22,19 P; Giud 13,4;
Is 6,5.5; 35,8; 52,1.11; 64,5; Ger 19,13; Os 9,3; Am
7,17; Agg 2,13.14; Giob 14,4; Eccle 9,2; Lam 4,15;
2Cron 23,19), tum' 37x (Lev 18x, Ez 8x, e inoltre
Num 5,19; 19,13; Giud 13,7.14; 2Sam 11,4; Zac
13,2; Lam 1,9; Esd 6,21; 9,11; 2Cron 29,16).
3/4/ Quanto al concetto e ai modi con cui si in
tende limpurit cfr. (hr. la contaminazione e
limpurit richiedono la purificazione.
Il transitivo contaminare viene espresso anche con
g't II pi. (Mal 1,7) e hi, (Is 63,3); divenire contami
nato viene espresso anche con g/ ni. (Is 59,3 forma?;
Sof 3,1; Lam 4,14) e pu. (Mal 1,7.12; Esd 2,62; Neem
7,64); rendersi impuro con g't hitp. (Dan 1,8.8); cfr.
gd'af contaminazione Neem 13,29.
576
j d MANO
T j d MANO
1/ La radice bilaterale *jad-> che sta alla base
del vocabolo ebraico jdd mano , appartiene al
semitico comune (Bergstr. Einf. 184; P.Fronzaroli,
AANLR V III/19, 1964, 259.273.279) e significa
originariamente sia braccio (zra') sia
mano (cos in acc., cfr. H.Holma, Die Namen
der Krperteile im Ass.-Bab., 1911, 116s.; nel se
condo significato tuttavia idu stato soppiantato
da qtu mano , cfr. Dhorme 138s.). Anche nel
somO. jd conserva ancora talvolta il significato di
braccio (cfr. lebr. ben jdjim , Zac 13,6, e fug.
bn ydm spalle , UT nr. 1072; Gen 49,24 zerol
jdwV, Cant 5,14, dove il plurale jdw parago
nato a cilindri doro ).
Nelle lettere di Amama si trova ancora questa oscilla
zione di significato, per il fatto che ina qlsu nella sua
mano glossato con badiu (EA 245,35) e qtu con zuruh (= 2 (frfll)(EA 287,27; 288,34). Questo doppio signi
ficato ricorre anche in arab. (cfr. p.e. Wehr 982a).
Lindicazione del suono d mediante la figura della
mano nella scrittura paleoegiziana, fa supporre che in
tempi preistorici lo stesso vocabolo./tf sia stato utilizzato
in ambiente egiziano.
Nellug. si trova con la preposizione b la forma abbre
viata bd{cfr. anche 1sir. bad per bejacf). La soppressione
della j si ha anche in sb'd o sb'id settuplo (UT nr.
1072). Da questo fatto si pu perci dedurre anche per
lAT uno scambio o fonetico o grafico fra bejd e bead
(bjd invece di bd: ls 64,6; bLd invece di bjd: ISam 4,18;
Gioe 2,8; R.Gordis, JBL 62, 1943, 341-344).
Quanto a possibili denominativi di jdd cfr. J.L.Palache,
Semantic Notes on th Hebrew Lexicon, 1959, 38.
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
sing.
duale
fem. plur.
totale
79
91
41
41
71
34
83
117
14
12
9
4
12
2
9
2
2
6
95
109
50
45
83
36
92
119
578
2Sum
Re
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT ebr.
Dan aram.
Esd aram.
AT aram.
sing.
53
42
61
71
95
93
5
1
4
duale
9
1
11
21
22
15
1
fem. plur.
1
6
1
totale
63
49
73
92
117
108
1
4
1
3
3
14
5
58
40
21
3
1
8
9
21
14
13
35
38
72
1345
10
5
15
1
1
2
5
36
13
10
3
5
6
1
I
4
5
7
8
253
2
2
20
2
4
5
19
5
94
53
31
3
4
13
15
22
16
17
41
45
82
1618
12
5
17
j d M ANO
580
j d M ANO
HT
jd h
hi. ESALTARE
Il
II verbo ricorre lOOx in hi. (inoltre 2x ha.
aram.) e 1lx in hitp. Il nome td attestato 32x
(Sai 12x, Lev 5x, Neem 4x), hujjedt lx (vd. sp.).
hi. ricorre 67x nei salmi (raddoppiato in Sai 67,4.6;
75,2); si tratta quindi di una frequenza assai caratteri
stica (inoltre 20x in Esd-2Cron).
jd h
584
588
589
590
UT jd ' CONOSCERE
1/ 1/ La radice jd (riconoscere, sapere
appartiene al semitico comune.
In realt in arabo sono sopravvissute ancora alcune sue
tracce, mentre il suo significato rappresentato da arafa
(riconoscere, sapere e 'alima sapere (Th.Noldeke, ZDMG 40,1886, 725; id., NB 202s.; diversamente
P.Haupt, JBL 34, 1915, 72).
In egiz. rii (riconoscere, sapere rappresenta chiara
mente la versione antica e foneticamente corretta del
termine jd* di derivazione semitico-camitica (O.Rssler,
Neue Afrikanistische Studien, 1966, 218-229, spec. 228).
Al contrario il termine jd saggio , attestalo nel pap.
Anastasi I 17,8 (A.H.Gardiner, Egyptian Hieratic Texts
I/ l, 1911, 19*.58), va considerato piuttosto una deriva
zione neoegiziana dal part. att. qal di jd Ldel semO. (Erman-Grapow 1,153).
Come si pu ancora intravedere dalfacc. edu(m)/id(m) conoscere, sapere (GAG 103e; AHw
187s.; CAD I/.I 20-34; diversamente P.Jensen,
ZA 35,1924, 124-132) e soprattutto dal causativo
et. ajdela rendere noto J<f costituisce una ra
dice di l a j (GVG 1,604; Meyer 11,138; ma cfr. al
contrario Noldeke, NB 202s.; GK 69), che ha su
bito per linflusso delle radici di la w, sulla
cui analogia si costruiscono alcune forme di l a j,
come si desume nel nostro caso dalle forme della
591
592
593
171* j d CONOSCERE
1/
595
596
597
598
U T jet* CONOSCERE
600
Dio che valuta le azioni (ISam 2,3; cfr. Sai 94,11; Giob
23,10; 31,6; Prov 24,12; inoltre Sai 1,6; Giob 11,11);
questaffermazione contestata dai malvagi (Sai 73,11;
Giob 22,13s.).
U T jd " CONOSCERE
604
605
ITP j d 4 CONOSCERE
m m
Jhwh J A H W E
608
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Pentateuco 1820
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
(Is 1-39
(Is 40-55
(Is 56-66
609
224
175
320
153
257
277
241)
126)
83)
s
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
450
726
434
46
33
81
7
26
40
13
13
34
35
133
46
Profeti
3523
m n 1 Jhwh JA H W E
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
Ketubim
695
32
87
18
8
37
17
175
384
1485
AT totale
6828
32
D1 j m GIORNO
1/ 11 sost. *jawm- giorno del semitico co
mune (Bergstr. Einf. 185; P.Fronzaroli, AANLR
VIII/20, 1965, 140s.l47) (come il suo opposto
*!ajlaj-[at\- notte) attestato frequentemente in
tutta larea linguistica (acc. umu, anche tempe
sta , cfr. G R.Driver, JSS 13,1968,46; ug,: WUS
nr. 1171; UT nr, 1100; iscrizioni semNO.: DISO
107s.; et. solojm oggi , altrimenti si usa modali
per giorno ).
Oltre alFebr. (e aram. bibl.) jm giorno (per le
forme cfr. BL 618s.; Meyer 11,83) esiste anche
lavverbio jmm di giorno, durante il giorno
(BL 529; Meyer 11,39).
2/ La statistica delle ricorrenze di questo so
stantivo, che il quinto in ordine di frequenza
nellAT, fornisce il quadro seguente (che si di
UV j m GIORNO
612
83
80
68
85
109
55
43
108
59
48
31
94
79
78
15
9
15
12
2
8
3
1
20
8
32
6
75
20
25
7
5
7
13
35
7
12
40
21
34
1452
2
3
5
duale
2
-
plur.
69
33
45
34
58
23
32
42
16
52
48
27
58
30
12
4
7
totale jmm
19
6
18
16
9
20
20
41
847
152
115
113
121
167
78
75
150
75
100
79
121
137
108
28
13
22
12
4
14
4
2
21
8
40
8
1L5
59
32
8
5
26
19
53
23
21
60
41
75
2304
9
2
11
11
5
16
2
6
1
1
1
-
8
2
40
39
7
1
4
1
3
2
1
1
1
1
6
7
4
10
2
1
-
4
1
1
51
613
o r j m GIORNO
614
615
616
Di j m GIORN O
620
D jm GIORNO
622
623
or
jm GIORN O
624
D' jm GIORNO
nr
j m GIORNO
628
^rr
pi./hi. a s p e t t a r e
qwh pi.
C. Westermann
tb.
r o ' jkh
tre Sai 73,14 txt em], hitp. lx), il sost. tdkhat 24x,
il sost. tkh 4x. Le attestazioni sono particolar
mente numerose in Prov e Giob (rispettivamente
26 e 19 degli 87 passi complessivi),
3/ a) La radice ambientata originariamente
nel campo della procedura giudiziaria (cfr, Is
29,21; Am 5,10 alla porta ). 11significato fonda
mentale di jkh hi. stabilire ci che giusto
(cos con H.J.Boecker, Redeformen des Rechtslebetis im AT, 1964,45-47; attestazioni: Gen 31,37;
Giob 9,33; 16,21; 13,3.15; Lev 19.17; con F.Horst,
Gottes Recht, 1961, 289; id., BK X V I/1,86 ret
tifica processuale ; diversamente V.Maag, Text,
Wortschatz und Begriffswelt des Buches Amos,
1951, 152-154, che assume come significato pri
mario ammonire e ritiene secondario il signi
ficato processuale). Soggetto di jkh hi. in origine
listanza che d origine al processo (p.e. Gen 31,37
E; Giob 9,33; cfr. Wolff, BK XIV/l,94);y/ty hi. ha
luogo alla fine del processo. Giob 13,3 e 15,3 (cfr.
Ab 2,1 tkhat) mostrano che nel caso di jkh hi.
si tratta di una parola che viene pronunciata. 1Re
3,27b hi 'immd essa sua madre potrebbe es
sere un esempio di tale sentenza declaratoria
(Boecker, l.c., 142s.; cfr. Es 22,8 h z?). In Is 2,4
= Mi 4,3; Is 11,3.4; Ab 1,12; Giob 22,4; 23,4 si
trova jkh accanto a -spt giudicare , in Os 4,4;
Mi 6,2; Giob 13,6; 40,2 accanto a rib intentare
un processo, in Giob 32,12 accanto a nh
rispondere . Quando soggetto di jkh sono le
parti in causa, il loro stabilire ci che giu
sto passa a significare provare, ribattere,
giustificare e sim.: cos gli amici di Giobbe in
Giob 6,25s.; 19,5; 32,12 e Giobbe in Giob 13,3.
6.15; 15,3; 23,4; 40,2 (cfr, Gen 21,25; Sai 38,15;
Ab 2,1). Per le preposizioni dopo jkh hi. cfr.
BKL 380b.
b) Quando jkh viene usato nei confronti di uno
che dalla parte del torto, il significato diventa
ammonire, chiedere conto (Boecker, l.c.,
47). Con questo significato jkh ricorre soprattutto
in Prov: jfch in Prov 9,7s.; 10,10 txt em; 15,12;
19,25; 24,25; 28,23; tdkhat sempre al sing. e per
lo pi in parallelo con musar disciplina (jsr) in
Prov 5,12; 6,23; 10,17; 12,1; 13,18; 15,5.10.32; par.
s consiglio (/$ ) in Prov 1,25.30 (cfr. von
Rad 1,444 n. 33). Gli ammonimenti educativi dei
genitori e dei sapienti sono disprezzati dai beffardi
e dai malvagi (Prov 1,30; 5,12 ecc.); essi detestano
lammonizione (Prov 15,10; 12,1), chi giudizioso
invece Pascolta (Prov 15,31s.) e la custodisce
(Prov 13,18; 15,5).
Come opposti sono da menzionare qrs 4jin strizzare
l'occhio (Prov 10,10) e hlq lason lusingare con la lin
gua (Prov 28,23); conseguenza dello jkh hi. per la per
sona in questione essere trovato bugiardo (kzb ni.,
Prov 30,6).
Anche il termine affine nkh ci che retto ca
ratteristico del linguaggio sapienziale (Prov 8,9; 24.26;
26,28 txt em; Eccli 11,21; cfr. H.W.WoJfT, Amos* geistige Heimat, 1964 , 38-40).
632
jld GENERARE
1/ La radice *wld (semNO. > jld , cfr. tuttavia
Gen 11,30 wld figlio; Meyer 1,97) gene
rare appartiene al semitico comune (Bergstr.
Einf. 182; P.Fronzaroli, AANLR VIII/19, 1964,
246.262) ed ben attestata negli ambienti contem
poranei allAT; acc. (w)aldu (CAD A /I, 287
294), ug. yd (WUS nr. 1166), nelle iscrizioni fen.
e aram. jld (DISO 107; manca nelfaram. bibl.).
Per quanto riguarda il verbo, sono attestate tutte
e sette le coniugazioni (q. partorire, generare ,
ni, nascere , pi. lare la levatrice , cfr, Jen
ni, HP 210s., pu. nascere, propriamente qal
passivo, hi. far generare, partorire , ho. na
scere , hitp. far (riConoscere la propria origi
ne Num 1,18). Il principale sostantivo della ra
dice jdced ragazzo, figlio; si incontrano
inoltre jald
ragazza , jafid figlio ,
jilld (neo)nato , wld figlio , e anche lda
633
U 8).
J.Ktihlewein
* 6 jld GENERARE
636
HO" jfrrf F O N D A R E
1/ La radice jsd ricorre in ebr., ug. e aram.
giud., con un significato pi limitato anche in al
tre lingue sem. (sir. satt piantina di vite , <
sadt, LS 502a; arab. wisd cuscino , Wehr
947a), mentre dubbia una connessione con lacc.
isdu fondamento (KBL 386a; cfr. tuttavia
AHw 393b).
Il verbo ricorre per lo pi al qal e al pi. (senza al
cuna differenza?, cfr, Esd 3,10 con 3,12; diversa
mente Jenni, HP 21 ls.), inoltre anche al pu., ni.
e ho. Dalla radice si sviluppata una serie di so
stantivi comej esde msd(vd. st. 2), sempre con
il significato di fondo/fondamento, fonda
zione .
2/ Il verbo (41x: q. 20x, di cui Sai 7x, Is 5x; pi.
lOx, pu. 6x, ho. 3x, ni. 2x) appartiene prima di
tutto, a prescindere dal suo uso tecnico nella ter
minologia edile (particolarmente nei libri storici),
alla terminologia della creazione (Sai, Dtis ecc.).
Tra i sostantivi, fsd ricorre 19x (Lev 8x), msd
I3x, msd e msd 2x ciascuno, fsd, f sd e
trnssad lx ciascuno (considerando con Lis. 2Cron
24,27 come q., Ez 41,8Q come sost., esci. Sai 2,2
e 31,14 jsd II ni. riunirsi ). Cfr. gli elenchi in
P.Humbert, Note sur ysad et ses drivs, FS
Baumgartner 1967, 135-142.
3/ jsd indica Fatto di gettare le fondamenta; ra
ramente quindi lo si usa per indicare la posa di
una prima pietra da sola (invisibile dopo lerezione
delPedifcio; cfr. Is 28,16), mentre per lo pi desi
gna la costruzione del muro maestro (IRe 5,31;
cfr. 7,10s.; K.Galling, Studien zur Geschichte
Israels im persischen Zeitalter, 1964,129ss.). Tut
tavia questo significato preciso pu essere indebo
lito in mettere lo strato pi basso (2Cron 31,7)
o ampliato nel sign. pi generico restaurare, rin
novare (cfr. 2Cron 24,27 con 24,4 e 2Re 12,13;
A.Gelston, VT 16,1966,232-235). Inoltre il fon
dare pu essere usato, anzich per edifici come
il tempio (IRe 5,31 ecc.) o il palazzo (7,10), in
senso traslato per citt (Gios 6,26; IRe 16,34; Is
54,11) o intere regioni (Es 9,18; Is 23,13), anzi,
pu diventare unimmagine della sicurezza della
fede (Is 28,16). Poichjsd in base al suo significato
primario denota anche fissare , accanto a ini*
ziare, cominciare (Zac 4,9; cfr. Es 9,18), questo
verbo pu infine assumere il significato di stabi
lire, comandare (Est 1,8) o esprimere lidea di
stabilit (Sai 119,152 delle testimonianze opp, pre
cetti di Jahwe; cfr, Prov 10,25).
Il significato di Sai 8,3 stabilire la potenza (o concreta
mente: fortificazione, baluardo?; non: lode, cfr. Mi
21,16) molto discusso.
637
I O 1' js d FONDARE
10' js r PUNIRE
1/ La radice *wsi\ di cui non possibile deter
minare univocamente il significato primario, ri
corre oltre che in ebr. anche in ug. (wsr D am
monire, rimproverare ; WUS nr. 870; UT
nr. 807.1120).
Laram. giud Jissw II (o 'isr II) punizione pu es
sere dovuto ad uninfluenza ebr. (cfr. medioebr. jissr),
se non da collocarsi sotto un jsr 11 (accanto a jsr le
gare ) (vd. Dalman !85a: diversamente p.e. Jastrow
582s.); altrimenti ammonire, biasimare in aram. si
638
640
UT f d DETERMINARE
T1T f d D E T E R M IN A R E
1/ La radice *w"d, conosciuta in tutti i rami
delle lngue sem., ha il significato di determi
nare, fissare . Nelle forme verbali e nominali essa
ha conservato sfumature diverse, p.e. acc. adannu
termine, periodo fissato (<*"ad-n-, AHw
lOb; CAD A/1,97-101.184s.); ug. "dt, mLd as
semblea (degli dei) (WUS nr. 1195); aram. bibl.
(con una derivazione non del tutto certa secondo
BLA 196) K
iddn tempo, anno (KBL 1106b;
DISO 204, LS 51 la); sir. wa'd determinazione,
periodo fissato (LS 185b, pa. denominativo in
vitare ); medioebr. pi. e aram. giud. pa. desti
nare in moglie (KBL 388a); arab. wV promet
tere , maw'id (luogo/tempo di un) appunta
mento (Wehr 960s.); et. m'al giorno (stabi
lito) ( <*mawadt, GVG 1,237).La connessione Ira Taram. antico dn (plur.) (clausole
del) trattato (DISO 203s.; Fitzmyer, Sef. 23s.; cfr. acc.
adu giuramento , AHw 14a; CAD A /l, 131-134) e la
nostra radice (cos p.e. KAI 11,242) non sicura.
H P f d DETERMINARE
644
b v f i hi. GIOVARE
f i
hi. GIOVARE
M. Serbe
YU' f s
CONSIGLIARE
648
f l P f $ CONSIGLIARE
650
651
! 2 ' jp
hi. R J S P L E N D E R E
652
5/ A Qumran jp<
hi. nel sign. di brillare e
apparire o sim. molto frequente (Kuhn,
Konk. 91); in lQpAb 11,7 il verbo si riferisce al
sacerdote empio , che ha perseguitato il mae
stro di giustizia (cfr. K.Elliger, Studien zum
Habakuk-Kommentar vom Toten Meer, 1953,
214s.; A.S. van der Woude, Die messianischen
Vorstellungen der Gemeinde von Qumran,
1957, 162*164).
I LXX traducono i singoli passi in maniera diversa
luno dallaltro, in Sai 80,2 con fiipaiveiv (Sai
50,2 fJKpotvoj;). Nel NT si pu riscontrare fuso
vtrt. p.e. in Le 1,79 (eTi^ouveLv). Cfr. R.Bultmann - D.Luhrmann, art. cpodvto, ThW IX ,1-
,/y USCIRE
1/
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi
Nah
Ab
Sor
Age
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccic
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
AT
qal
hi.
61
62
22
56
34
44
46
45
39
32
42
31
5i
43
1
2
3
17
32
16
14
32
9
8
ho.
totale
9
10
10
10
!8
28
1
79
94
38
70
66
53
54
46
48
42
52
41
70
74
2
2
4
I
3
1
7
1
5
1
8
1
5
1
20
1
17
22
6
3
4
4
3
9
6
1
2
2
22
1
34
28
11
17
6
5
1
4
5
3
9
7
5
10
24
49
1068
7
19
35
5
3
5
14
785
278
1lx (Is 7x, Giob 4x), ms' 27x (Sai 6x, Ez 4x), ms' 2x, 1$'ot 23x (Gios 14x, Num 5x).
3/ a) I molteplici significati di fa' qal, per i
quali si rimanda ai lessici, non si allontanano
molto in genere dal significato originario di
uscire. Poich in ebr. nei verbi di movimento
come K
!h salire lass/salire quass e jrd
scendere laggi/scendere quaggi , e anche in
654
656
657 ")2P
j$ r
MODELLARE
j$ r
MODELLARE
658
js r M ODELLARE
660
W.H Schmid*
m\ p 'jq r
-122
kbd.
NT j r ' TEMERE
La radice.//* temere compare in ebr.
e in ug. (49 [= I AB] VI,30 yru bn ii mt Mot, fi
glio di El, ebbe paura ; 67 [= I* AB] 11,6 yraun
aliyn b'i il forte Baal ebbe paura di lui ; WUS
nr. 1234); forse come glossa cananea in EA 155,
r. 33.
1/
1/
661
X T j r ' TEMERE
Gen
Es
Lev
Num
Deut
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
tot.
24
15
8
4
44
20
11
8
4
32
11
6
21
6
8
19
Ls
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Gionp
Mi
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
22
21
5
Sai
Giob
Prov
30
8
5
Rut
Eccle
Lam
Dan
Neem
lCron
2Cron
3
6
3
6
AT
2
1
4
1
1
2
2
-
5
1
2
st.
83
3
2
3
2
1
2
1+15
1
3
2
-
1+44
21
3
3
___
8
5
14
im m
1
5
45
1
45
tl
8
22
10
8
19
34
23
8
1
4
1
6
1
2
4
2
3
9
2
1
284
7
1
12
17
22
I
9
I
4
14
6
8
436
662
Ili/
Dei due studi esaustivi sulla radice jr' ap
parsi negli ultimi anni: S. Plath, Furcht Gottes.
Der Begriff jr' im AT, 1963; J Becker, Gottesfurcht im AT, 1965, il primo tratta non solo del ti
mor di Do (vd. st. IV /1-6), ma anche del timore
di fronte a persone o cose (vd. III/l // qal, 1II/2
nra\ III/3 mra1).
1/ a) Per
qal - il cui significato originario,
non pi evidente nei testi delPAT, sembra essere
secondo alcuni tremare (cfr. Becker, l.c., 1) a seconda della posizione sintattica si pu dare la
traduzione relativamente unitaria di aver ti
more, temere qualcuno o qualcosa, aver timore di
qualcuno o qualcosa, temere di far qualcosa .
1 passi in cui.//-1 causato da cose o persone pre
sentano le seguenti costruzioni sintattiche:
(1) uso assoluto, in cui loggetto della paura o la
sua motivazione si possono spesso ricavare dal
contesto (cfr. in particolare Gen 31,31; 32,8; 43,18;
Es 2,14; 14,10; Deut 13.12; 17,13; 19,20; 20,3;
Gios 10,2; ISam 17,11.24; 28,5; 2Re 10,4; Ger
26,21; Am 3,8; Neem 2,2; 6,13; 2Cron 20,3);
(2) costruzione con l'accusativo (relativamente
rara, cfr. Gen 32,12; Lev 19,3; Num 14,9.9; 21,34;
Deut 3,2.22; Giud 6,27; ISam 14,26; 15,24; Re
1,51; Ez 3,9; 11,8; Dan 1,10);
(3) costruzione con le preposizioni min (cfr. Deut
I,29; 2,4; 7,18; 20,1; Gios. 10,8) e mippen (cfr.
Deut 5,5; 7,19; Gios 9,24; 11,6; ISam 7,7; 21,13;
Re 1,50; 2Re 25,26; Ger 41,18; 42,11.11);
(4) in pochi passi si incontrajr' con le + inf, (cfr.
Gen 19,30; Num 12,8; Giud 7,10; 2Sam 1,14;
10,19; 12,18).
b) jr' indica una reazione (psichica) davanti a pe
ricoli incombenti soprattutto quando si tratta di:
(1) paura di animali e cose: Am 3,8; Ger 42,16; Ez
II,8; Giob 5,22; Prov 31,21; Eccle 12,5;
(2) paura della morte: Gen 26,7; 32,12; Deut
13,12; 17,13; 19,20; Re l,50s.; Ger 26,21; Giona
1,5; Dan 1,10; Neem 6,13;
(3) secondo Plath, l.c.,19, si tratta piuttosto di una
sensazione incontrollabile di ansiet p.e. in Es
2,14; 2Sam 12,18, sebbene anche qui in ultima
analisi si intraveda la paura della morte;
(4) paura dei nemici (in battaglia): Es 14,10;
Deut 2,4; Gios 10,2; ISam 7,7; 17,11.24; 28,5;
2Sam 10,19; 2Re 10,4 (rafforzato mediante me'd
me'd).
Bisognerebbe menzionare qui anche i passi dove com
pare la formula al-iir* non aver timore nelle cosid
dette allocuzioni di guerra, per le quali vd. st. IV/2.
In Deut 20,8 e Giud 7,3 presente in jr' timoroso
anche una sfumatura di vigliaccheria o per lo meno di
mancanza di coraggio (cfr. G, von Rad, Der heilige Krieg
im Alten Israel, 1951, 72).
664
665 N T
jr '
TEMERE
666
667
KT
jr '
TEMERE 668
669 N T j r TEMERE
670
672
"IT j r d SCENDERE - 7 S Ih .
TT jr h hi. ISTRUIRE - n*]P tor.
0 T jr s EREDITARE
1/
J is r ' l
ISRAELE
676
ben Jisr'l
1
123
54
171
21
Jisr'l totale
43
170
65
237
72
Gios
Giud
ISam
2Sam
IRe
2Re
69
61
12
5
2l
11
160
184
151
117
203
164
Is
Ger
Ez
Os
Gioe
Am
Abd
Giona
Mi.
Nah
Ab
Sof
Agg
Zac
Mal
Sai
Giob
Prov
Rut
Cant
Eccle
Lam
Est
Dan
Esd
Neem
lCron
2Cron
5
9
a
6
t
5
92
125
186
44
3
30
1
12
1
AT
5
5
62
2
-
1
5
1
1
3
1
4
9
4
23
4
40
22
114
187
637
2514
Jisr'l ISRAELE
679
fs K
js r
683
ItT
fs r
b) 11
685 I M
kbd
ESSERE PESANTE
1 2 2 kbd
ESSERE PESANTE
IM
kbd
692
133
Questo vale sostanzialmente anche per luso preesilico de! termine. Due sono le linee che conver
gono qui: la prima consiste in un uso pi antico
specificamente israelitico, in cui kbd significa Ja
rilevanza di Jahwe, che deve essere rispettata, so
prattutto con il modo di agire. Questuso dura fino
al periodo postesilico. Laltra linea un modo di
parlare tipicamente liturgico del kbd di Jahwe,
che risale ad una concezione preisraelitica cananea
del kbd di El, con cui si celebra in particolare il
suo manifestarsi nei fenomeni naturali. A questo
proposito Rendtorff, l.c., 28 n. 33, dice: El re
nel panteon cananeo; cfr. anche Sai 29,10b.
695
696
697
*133
kbd
ESSERE PESANTE
698
700
702
704
2T2
kzb
MENTIRE
1/
708
n k ah FORZA
1/ kQh forza , usato solo al singolare, un
vocabolo che si trova unicamente in ebr. e
nellaram. giud, (kha, derivato dal precedente).
GB 340 e KBL 430a citano anche radici, forse affini,
dellarab. e delPet. kah II indica in Lev 11,30 una specie
di lucertola.
0 3 kh FORZA
712
2/
h i k l
TOTALIT
715
*73 kl TOTALIT
716
717 r 3
k lh
knf
ALA
719
720
kTS
STOLTO
721 r o a
k 's il
STOLTO
722'
D in k s ADIRARSI
1/ Il verbo non possiede corrispondenze etimo
logiche sicure al di fuori delfebr. e deiraram.
(aram. imperiale: Ah. 189 ks part. q. luomo
corrucciato si sazi di pane, AOT 462; aram.
giud.: Dalman 204b; Jastrow 1,656). Spesso si ri
corre allarab. kasi'a essere atterrito (p.e. 1CBL
449a), ma tale relazione incerta. La radice denota
sempre uno stato danimo turbato (J.Scharbert,
Der Schmerz im AT, 1955, 32-34). Oltre al verbo
(q., pi., hi.) si trova anche il sost. ka'as affli
zione (in Giob viene scritto k'os).
2/ kLs qal si trova 6x, pi. 2x, hi. 46x (Ger llx ,
IRe lOx, 2Re 7x, Deut 5x); kLas/kas compare
25x. La radice manca in Gen-Num, Am, Is, Dtis,
ma gode di una particolare preferenza nella lette
ratura dtr. e in quella che da essa dipende; co
nosciuta da Os, Ger ed Ez ed anche dai testi sa
pienziali.
724
0 U 2 k's ADIRARSI
728
732
736
m a krt TAGLIARE
1/ krt si trova, oltre che in ebr. e in fen. (giura
mento di Arslan Tas [= KAI nr. 27]. r. 8s.l0 17*
sec. a.C.J), nellacc. (AHw 448b.451b: kartu ta
gliare o sim., agg. verbale kartu fatto a pezzi )
e nel tigrai (Littmann-Hfner 401a: karta fi
nire ).
Il moab. krtj e il sost. plur. mkrtt (KAI nr. 181, r. 25) in
base al contesto sono piuttosto da collegarsi alla radice
krh scavare (nellAT: un pozzo Gen 26,25; Num
21,18; una cisterna Es 21,33; Sai 7,16; cfr. S.Segert, ArOr
29, 1961, 242, contro DISO 127). Un sost. pun. krt( ta
gliapietre ?) non sicuro sia per lettura sia per signifi
cato (DISO 127).
740
rT D krt TAGLIARE
742
31? Ib CUORE
1/ Il termine *libb- appartiene al semitico co
mune (Bergstr. Einf. 184; P.Fronzaroli, AANLR
V III/19, 1964,272.279); il significato cuore ^su
bisce ovunque notevoli ampliamenti (acc. lbbu
interno , che si riduce persino ad una espres
sione preposizionale, cfr. AHw 549-551; arab. lubb
ci che pi interno, la parte centrale, intelli
genza ecc., cfr. Wehr 760a). Per le ricorrenze del
semNO. nellepoca pi antica cfr. WL1S nr. 1434;
ITT nr. 1348; DISO 134.
Nelfebr. (e nelParam.) dellAT compare accanto a
Ib (*libb-) anche lbb (*libab-, aram lebab)\ non
si pu stabilire quale sia la successione cronologica
tra le due forme (contro C.A.Briggs, A Study of
th Use of LEB and LEBAB, FS Kohut 1897, 94
105; cfr. F.H.von Meyenfeldt, Het Hart (LEB, LE
BAB) in het OT, 1950, 207-212); J sembra usare
solo la forma ib (distinzione di fonti in Es 14,5?),
E al contrario lbb\ ls usa in prevalenza l
bb, e lo stesso termine usato quasi esclusiva
mente nel Deut e dal deuteronomista, Dtis invece
usa quasi esclusivamente Ib, ecc.
Come forma femminile compare in Ez 16,30 ibba.
G.RDriver, JThSt 29, 1928, 393; 32, 1931, 366, si rifa
ailacc. libbatit (solo plur.) furore (AHw 548b, inoltre
labbu infuriare, ibid. 521 b), il cui significato egli
vuol ritrovare in Ez 16,30 (cos anche KBL 471b). Ma
libbu e labbu sono affini tra loro in acc.? In Ez 16,30 si
parla del cuore come sede del desiderio (cfr. F.Stummer,
VT 4, 1954, 34-40).
Da Ib deriva il verbo denominativo Ibb: ni. metter
giudizio (Giob 11,12) e pi. rapire il senno (Cani
4,9.9).
743
3 1? Ib CUORE
744
745
2 1? lb CUORE
748
11*7 ln OPPORSI
li1? ln OPPORSI
1/ U verbo ln ni./hi. mormorare, opporsi
non attestato con sicurezza al di fuori delPebr. (a
Qumran 1QS 7,17; IQH 5,25; medioebr. anche
hitp.)*
Un rapporto con larab. hvm biasimare (GB 382b;
KBL 477b) improbabile; inoltre non si sa con certezza
se il termine compaia nelliscrizione di Kilamuwa prove
niente da Zencirli (KAI nr. 24, r. 10, cfr. S.Herrmann,
OLZ 48, 1953, 295-297: di fronte ai re precedenti i
muskabim mormorarono come cani , cfr. Sai 59,15s.;
DISO 136 con bibliogr., KAI 11,33).
TT
TO1? Im d IMPARARE
1/ Lebr. Imd q. abituarsi, imparare e il pi.
insegnare hanno corrispondenti in acc. (AHw
531s.), in ug. (WUS nr. 1469; UT nr. 1385) e in et.
(Dillmann 35). La forma corrente in aram. 7/?
essere abituato, imparare (cfr. DISO 15), che
come aramaismo passato anche nellebr. (q.
Prov 22,25; pi. insegnare Giob. 15,5; 33,33;
35,11; Wagner nr. 18).
Un diverso significato unirsi, attaccarsi si incontra
nel medioebr. e nel sir. ed probabilmente iri relazione
con lug. nidi (J.C.Greenfield, Bibl 45, 1964, 527-534;
UT nr. 1429; diversamente, in precedenza, M.H.
Goshen-Gottstein, Bibl 41, 1960, 64-66).
ID 1?
Imd
IMPARARE 752
n p b Iqh
PRENDERE
Iq h
PRENDERE 75
d) Costruito con laccusativo e con !e il verbo siIm gnifica prendere qualcosa/qualcuno per/come :
come schiavo (Gen 43,18; 2Re 4,1; Giob 40,24),
come figlia (Est 2,7,15; cfr. G.Rinaldi, BeO 9,
1967, 37s.; H.Donner, OrAnt 8, 1969, 104s.), in
moglie (Gen 4,19; 6,2; 11,29; 12,19; ISam 25,43
ecc., in fornia ellittica Iqh sposare : Es 2,1; cfr.
inoltre Es 21,10; 34,16; in testi tardivi ns' al po
sto di Iqh: Rut 1,4; Esd 10,44; 2Cron 11,21; 13,21;
in forma ellittica Esd 9,2.12; Neem 13,25 ecc.; altri
termini paralleli in W.PIautz, ZAW 76, 1964,
31 ls.).
o m
m 's
RIFIUTARE
758
Pr
Lev
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Is 40-55
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7(1)
II
2
3
72(3)
I li/
1/ a) Il verbo pu essere usato in modo
assoluto (Giob 42,6 ritrattare ), ma di solito
costruito con be o (pi frequentemente) col sem
plice accusativo. Non si pu dire su che cosa si
fondi la distinzione tra questi due usi possibili (cfr.
GK. 117uv.ll9k e BrSynt 106d).
In base al contesto m's esige una traduzione dif
ferenziata. Certamente lo sviluppo semasiologico
gravita attorno al concetto teologico del rifiuto.
Tultavia altri sensi possibili sono: disprezzare,
disdegnare, sdegnare, scacciare, respingere, non
stimare, non volere, ritrattare. Anche nelPuso
teologico si deve usare con precauzione la tradu
zione rifiutare , che determinata dal suo op
posto scegliere ; m's ancor meno di bhr un
termine tecnico di un sistema teologico, con signi
ficato rigorosamente circoscrtto.
759
760
761
763
validit dellalleanza. Naturalmente anche lIsraele postesilico si rende conto della sua infedelt, ma non si osa
pi spiegare questa disobbedienza come rifiuto della
legge o di Jahwe stesso. La scomparsa di m's anche dalle
accuse di minor importanza pu essere messa in rap
porto col fatto che il verbo aveva assunto un valore teo
logico sempre pi accentuato, consistente nel rinnega
mento di Jahwe. Un atteggiamento di Israele, che an
dava condannato con un rimprovero cosi duro, avrebbe
potuto evocare di nuovo, come reazione, il rifiuto del po
polo da parte del suo Dio. La comunit postesilica per
certa della sua elezione e sa di poter godere della prote
zione del suo Dio.
764
768
nifi
mt
MORIRE
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mt MORIRE
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TROVARE
794
8,12).
796
ITO m rd RIBELLARSI
J
mn
mrh
ESSERE OSTINATO
-
1/
La radice mrh (*mrj) essere ostinato com
pare con questo significato solo in ebr,; Brockelmann ed altri (LS 402a; KBL 565a) collocano Pebr.
mrh accanto alParam. giud. mrj af. far adirare ,
al sir. mrj pa. contendere e alParab. mrj HI di
sputare .
NelPebr. delPAT si trova il verbo al qal e alPhi.
causativo interno (GK 53d; Bergstr. n,102) e il
sostantivo segolato merl ostinazione (BL
577ss.).
Per i nomi di persona M erqj M erqjt cfr. Noth, IP 250;
Rudolph, HAT 20,66s. ( caparbio ?), per Jmra (ICron
7,36 txt?) Noth, IP 246; Rudolph, HAT 21,74; per il
nome di luogo M ertjim (per designare Babilonia, con
un gioco di parole che ricorda Tacc. nar marrtu) cfr. Ru
dolph, HAT 12,302s.
I I - A l.
4/ a) Tranne che in poche eccezioni (Deut
21,18.20; Giob 17,2; 32,2; Prov 17,11), mrh/men
designa sempre una ribellione contro Dio. Cfr. le
formule mrh <,im-/a>t-/beJhwh essere ostinato
contro Jahwe (Deut 9,7.24; 31,27; Ger 4,17; Ez
20,8.13.21; Sai 5,11; 78,40; contro Dio: Os 14,1;
Sai 78,56; contro lo spirito di Dio: Sai 106,33; con
tro gli occhi del suo kbd: Is 3,8),
b) I testi pi antichi (vd. sp. 2) indicano che il ter
mine usato in origine solo per determinate situa
zioni: ostinazione del figlio contro i genitori (Deut
21,18.20), ostinazione in quanto divinazione
(ISam 15,23 par. con il non chiaro hafsar = psr
hi.), in quanto disubbidienza ad una precisa parola
di Jahwe (Re 13,21.26; Is 1,20). La letteratura
profetica dell8 e del 7 secolo estende poi il ter
mine a tutto quanto il comportamento del popolo
verso Jahwe (Is 3,8; 30,9; Os 14,1 ; Ger 4,17; 5,23).
800
hm
rrisl
mceicek.
DOMINARE
1/
802
Tin m a ta j QUANDO?
1/ Lavverbio temporale interrogativo mtaj
quando? uno degli elementi fondamentali
del semitico comune (Bergstr. Einf. 192; Moscati,
Introduction 121).
Escludendo Pebr. e Pacc. (AHw 632b; GAG 113k,
119a), mancano finora attestazioni nei testi pi antichi
(ug.; fen. pun.; aram. mt quando ricorre per la prima
volta sul coccio RES 1793 de! sec. 5\ cfr. A.DupontSommer, REJ 7, 1946/47, 39-51; BMAP 96; P.Grelot,
VT 4, 1954, 378 n. 1; DISO 18).
804
*05
806
INDICE EBRAICO
L'asterisco indica munitilo ad altre voci.
ebraico
italiano
autore
traduttore.
V7b
padre
E. Jenni
G . Cadeddu
'bd
andare in rovina
E. Jenni
M. Sampaolo
15
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volere
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M . Sampaolo
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povero
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forte
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M . Sampaolo
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22
22
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essere in pena
F. Stolz
M . Sampaolo
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pietra
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signore
E. Jenni
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potente
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27
M. Sampaolo
27
M. Sampaolo
34
C. Westermann
G . Cadeddu
36
suolo
H. H. Schmid
M . Sampaolo
49
hb
amare
E. Jenni
M. Sampaolo
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ah!
E, Jenni
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forse
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iniquit
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G . Massi-
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fratello
E. Jenni
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G. Massi
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G . Cadeddu
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G. Massi
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M. Sampaolo
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confidare
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G. Massi
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capire
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E. Jenni
M. Sampaolo
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piangere
F. Stolz
N. Negretti
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figlio
J. Kuhlewein
G . Cadeddu
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costruire
A. R. Hulst
N. Negretti
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padrone
J. Kuhlewein
B. Vercesi
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G . Gerleman
G. Massi
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G . Massi
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impegno
E. Kutsch
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benedire
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G . Wehmeier (IV-V)
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[406]
annunziare un messaggio
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G . Massi
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G . Gerleman
G. Cadeddu
essere alto
H.-P. Sthli
N. Negretti
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redimere
J. J. Stamm
G. Testa
332
essere alto
H.-P. Sthli
N. Negretti
342
essere superiore
J. Kuhlewein
B. Vercesi
345
grande
E. Jenni
G. Massi
348
326
329
354
popolo
dimorare come forestiero
R. Martin-Achard
N. Negretti
355
sorte
H. H. Schmid
N. Negretti
358
esultare
C. Westermann
N. Negretti
360
scoprire
363
rendere, tributare
G. Sauer
N. Negretti
370
rimproverare
G . Liedke
N. Negretti
371
forestiero
373
aderire
E. Jenni
B. Vercesi
373
parola
G. Gerleman
G . Cadeddu
375
generazione
G . Gerleman
G . Massi
384
giudicare
G . Liedke
G . Massi
386
388
povero
sangue
G . Gerleman
G. Massi
388
essere uguale
E. Jenni
N. Negretti
391
conoscenza
395
via
G . Sauer
M. Sampaolo
395
cercare
G . Gerleman (l-4a, 5)
E. Ruprecht (4b-e)
N. Negretti
399
soffio
R. Albertz
N. Negretti
405
splendore
G . Wehmeier (1-3)
D. Vetter (4-5)
N. Negretti
407
D . Vetter
N. Negretti
410
E. Jenni
N. Negretti
411
S. Amsler
N. Negretti
414
nobilt
guai!
essere
421
tempio
andare i
G . Sauer
G . Testa
42!
lodare
C. Westermann
M . Sampaolo
427
creare confusione
F. Stolz
M. Sampaolo
435
ecco!
D. Vetter
M. Sampaolo
437
439
monte
ricordare
W . Schottroff
G, L. Prato
440
fornicare
J. Kuhlewein
M. Sampaolo
449
maledire
451
gridare
451
straniero
R. Martin-Achard
M. Sampaolo
4SI
braccio
M. Sampaolo
453
nuovo
C. Westermann
G. Massi
IN D IC E E B R A IC O
ebraico
italiano
cultore
traduttore
col.
hwh hiSt.
prostrarsi
H.-P. Stahli
M. Sampaolo
459
hzh
guardare
D. Vetter
M. Sampaolo
462
hzq
essere saldo
M. Sampaolo
466
hf
hjh
mancare
R. Knierim
M. Sampaolo
469
vivere
G . Gerleman
M. Sampaolo
475
* hajil
forza
hkm
essere saggio
M. S*eb0
M. Sampaolo
433
hlh
essere am malalo
F. Stolz
M. Sampaolo
491
hll pi,
profanare
F. Maass
M. Sampaolo
494
hlq
dividere
H. H. Schmid
G . L. Prato
499
hmd
desiderare
E. Gerstenberger
M. Sampaolo
501
hni
eccitazione
G . Sauer
M. Sampaolo
503
* hml
aver compassione
hms
violenza
H. J. Stoebe
M. Sampaolo
505
hnn
essere misericordioso
H. J. Stoebe
M. Sampaolo
509
hnp
essere pervertito
R. Knierim
M. Sampaolo
518
hcsced
bont
H. J. Stoebe
G. Cadeddu
520
hsh
rifugiarsi
E. Gerstenberger
M. Sampaolo
539
hps
compiacersi
G . Gerleman
M. Sampaolo
541
hqq
incidere, stabilire
G . Liedke
M. Sampaolo
543
hrh
accendersi
G . Sauer
M, Sampaolo
549
hircem
scomunica
C. Brekelrnans
G . Massi
551
hrs
tacere
M. Delcor
G . Cadeddu
554
hsb
pensare
W. SchottrofF
G . Cadeddu
556
thr
essere puro
F. Maass
M. Sampaolo
561
tb
buono
H. J . Stoebe
G . Cadeddu
565
tnt*
essere impuro
F. Maass
M. Sampaolo
576
j d
mano
M. Sampaolo
578
jd h hi.
esaltare
C. Westermann
G . Cadeddu
584
conoscere
W , Schottroff
G . Cadeddu
591
Jhw h
Jahwe
E. Jenni
G. Cadeddu
607
jm
giorno
E. Jenni
G. Cadeddu
612
jhl pi./hi.
aspettare
C. Westermann
B. Chiesa
629
* jtb
essere buono
jk h hi.
G. Liedke
B. Chiesa
631
Hd
generare
J. KLihlewein
B. Chiesa
633
* jm
mare
jsd
fondare
W. H . Schmidt
B. Chiesa
637
jsr
punire
M. Sieb0
B. Chiesa
638
i'd
determinare
G . Sauer
B. Chiesa
642
r i hi.
giovare
M. Saeb0
B. Chiesa
646
rt
* jfcr
consigliare
H.-P. Stahli
B. Chiesa
647
P1 hi.
risplendere
E. Jenni
G. L. Prato
652
uscire
E. Jenni
G . Cadeddu
653
[408]
483
505
631
637
651
bello
IN D IC E E B R A IC O
ebraico
italiano
autore
traduttore
coi.
m
* jqr
modellare
essere pesante, prezioso
temere
scendere
istruire
ereditare
Israele
sedere, risiedere, abitare
aiutare
essere retto, giusto
come
essere pesante
stare saldo
mentire
forza
negare
totalit
essere alla fine
ala
stolto
adirarsi
espiare
tagliare
W, H. Schmidt
G. Cadeddu
658
* jrd
* jrh hi,
v
jrs
Jsr&l
* jsb
js1 hi.
\t
fsr
*
* ke
khd
kun ni.
kzb
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khs pi.
kol
klh
knf
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k's
kpr pi.
krt
cuore
m
vestirsi
lu ri
opporsi
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combattere
imd
imparare
Iqh
prendere
m s
ri fi litare
miti
morire
* majim
acqua
mt
essere pieno, riempire
malk
messaggero
* mlt pi.
salvare
niddcck
re
fti't
essere infedele
ms'
trovare
* nutre (aram.) signore
leb
mrd
mrh
* msh
msl
mtaj
ribellarsi
essere ostinato
ungere
dominare
quando?
H.-P, Statili
G. Cadeddu
H. H. Schmid
G. Gerleman
G. Cadeddu
G. Cadeddu
F. Stolz
G. Liedke
G. Cadeddu
G. Cadeddu
C. Westermann
E. Gerstenberger
M. A. Klopfenstein
A. S. van der Woude
M, A. Klopfenstein
G. Sauer
G. Gerleman
A. S. van der Woude
M. SiEb0
F. Stolz
F. Maass
E. Kutsch
G.
G.
F.
F.
F.
F.
F.
F,
F,
F.
G.
F.
F. Stolz
E. Jenni
R. Knierim
G. Cadeddu
F. Bontempi
F. Bontempi
E. Jenni
G. Massi
H. H. Schmid
H. Wildberger
G. Gerleman
G. Massi
F. Bontempi
G. Massi
M. Delcor
R. Ficker
G. Testa
G. Massi
Cadeddu
Cadeddu
Bontempi
Bontempi
Bontempi
Bontempi
Bontempi
Bontempi
Bontempi
Bontempi
Cadeddu
Bontempi
J. A. Soggi n
R. Knierim
G. Gerleman
G, Cadeddu
M, Sampaolo
F. Bontempi
R. Knierim
R. Knierim
G. L. Prato
G. L. Prato
J. A. Soggin
E. Jenni
M. Sampaolo
F. Bontempi
IN D IC E EBRAICO
661
661
673
673
673
676
679
679
683
686
686
701
706
711
712
715
717
719
721
724
727
739
743
748
750
752
752
755
758
769
773
773
776
782
782
792
794
796
797
799
801
801
804
[409]
INDICE ITALIANO
Lasterisco indica rimando ad altre voci.
679
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
549
773
373
724
93
64
.
.
.
.
.
.
.
,
679
.
719
329.342
.
53
. 491
.
421
.
629
.
buono .....................................
* buono (essere b.) . . . .
braccio.....................................
.
.
.
.
.
*
.
c a p ir e ......................................
carne ......................................
c a s a .....................................
cercare ......................................
* c o m b a tte r e .........................
* c o m e .....................................
* compassione (avere c.)
. .
compiacersi...............................
* c o n .....................................
c o n fid a r e ...............................
confusione (creare c.) . .
.
* conoscenza
. . . . .
- .
266
.
.
326
.
.
268
, 289.399
.
.
752
. .
68f)
.
.
505
.
.
541
. .
228
.
.
261
. 435
.
.
395
.
.
.
.
.
225
651
306
520
565
631
673
conoscere...............................
consigliare...............................
c o s t r u i r e ...............................
c r e a r e .....................................
cuore .....................................
. .
. .
. .
.
.
CT-
* a b i t a r e ...............................
accendersi...............................
* acqua .
. * .........................
aderire......................................
adirarsi......................................
a f f e r r a r e ...............................
a h ! ............................................
aiutare .....................................
a l a ............................................
alto (essere a . ) .........................
a m a r e .....................................
ammalato (essere a.) . . .
andare . ................................
a s p e tta r e ...............................
647
282
292
743
desiderare...............................
65.501
determinare...............................
D io ............................................
dire............................................
dividere.....................................
dove? .....................................
d o m in a r e ...............................
donna .....................................
d o p o .....................................
.
.
.
.
.
.
.
642
124.134
.
185
.
499
.
J08
.
801
.
.
,
.
216
96
eccitazione...............................
e c c o ! .....................................
e l e g g e r e ...............................
ereditare
. . . . . .
esaltare . . . . . . .
esam in are ...............................
espiare.....................................
esserci (non e .).........................
.
.
.
.
.
.
503
437
241
.
.
.
.
.
.
.
,
.
.
.
.
.
.
673
584
238
727
Ili
414
360
essere .....................................
e s u l t a r e ...............................
fid a n z a r s i...............................
* f ig lia .....................................
figlio
. . . . . . .
fine (essere alla f.) . .
.
.
f o n d a r e ...............................
* forestiero...............................
.
.
.
.
.
.
210
329
275
.
.
.
.
.
.
717
637
373
.
.
.
.
355
449
IN D IC E ITALIANO
1411]
fo rs e
f o r t e .....................................
forte (essere f . ) .........................
forza
fratello.....................................
* f u g g i r e ...............................
fuoco .....................................
................................................................
generare
...............................
generazione...............................
g io r n o .....................................
giovare
g iu d ic a r e ...............................
giusto (essere g.)
giusto (stabilire ci che g.)
grande .....................................
* g r i d a r e ...............................
g u a i ! .....................................
guardare
...............................
.
*483.711
85
295
212
*
'
im p a r a r e ...............................
im p e g n o
impuro (essere i.)
in c id e r e
infedele (essere i.)
infedelmente (comportarsi i.)
iniquit
io
ir a
Israe le
* is tr u ir e
......................................................
......................................................
4L
................................................................
............................................................................
............................................................................
................................................................
......................................................
Ja h w e
.................................................................
le o n e
lodare . . ' .........................
l u c e .....................................
............................................
[412]
IN D ICE ITALIANO
607
427
74
151
207. *451
i 31
469
121
578
4
637
706
776
.....................................................
.....................................................
752
295
576
543
792
22S
70
189
193
676
673
................................................................
......................................................
633
384
612
646
386
683
631
348
451
411
462
197
................................................................
m adre
m a le d ir e
maledizione
mancare
mangiare
. .
. .
.
.
m a n o .....................................
* m are
mentire
messaggero
* messaggio (annunziare un m.)
misericordioso (essere m )
modellare
* monte
morire
509
658
439
769
69
22
183
326
negare
nemico
nobilt
nullit
nuovo
obbligazione
opporsi
.
orecchio
.
ostinato (essere o.)
.
padre
padrone
paese
parola
pena (essere in P.)
pensare
pervertito (essere p.)
pesante (essere p.)
piangere
pieno (essere p.)
* pietra
* polvere
* popolo
potente
* povero
prendere
* prezioso (essere p.)
profanare .
prostrarsi .
punire .
.
puro (essere p.)
.
.................................
quando?
1
284
199
375
24
556
518
*661.686
273
773
.
220
750
83
799
712
103
410
146
455
27
196
354
34
22. 388
755
661
494
459
638
561
804
.
.
.
.
.
.
193
782
332
370
683
797
440
773
* raccogliere
re .
. .
redimere
.
rendere .
.
retto (essere r.)
ribellarsi
ricordare
riempire
.
ti
rifiutare.................................................. 758
r if u g ia r s i............................................539
rim p ro v e rare ..................................... 371
* risiedere............................................679
risplendere . .
............................... 652
rovina (andare inr . ) ........................... 15
saggio (essere s . ) ............................... 483
saldo (essere s . ) ............................... 466
saldo (stare s.) .
. -......................... 701
* salvare
. . . . . . . .
782
sangue .
............................................ 388
* scendere............................................673
scomunica . . . ............................ 551
s c o p r i r e ............................................363
* sedere.................................................. 679
s e g n o .................................................. 79
* se rv a.................................................. 155
s ic u r o .................................................. 155
signore . . . . . . . .
27. *796
smascherato (essere s .) ......................... 236
s o f f i o .................................................. 405
* solo (essere s.)......................................231
* s o r e l l a ............................................93
s o r t e .................................................. 358
s p le n d o re ............................................407
s ta b ile ..................................................155
stabilire. .
...............................543
s t o l t o ...........................................
67.721
s t r a n ie r o ............................................451
s u o l o ............................... ......
49
superiore (essere s.)............................... 345
s v e n t u r a ............................................106
ta c e r e ..................................................554
tagliare..................................................739
tem ere..................................................661
* tempio
. . . .
* te n d a..................................................65
t e r r a ..................................................199
to talit..................................................715
t r i b u t a r e ............................................370
trovare..................................................794
uguale (essere u . ) ............................... 391
* u n g e r e ........................................... 801
u n o ..................................................90
u o m o ..........................................36. 113. *189
u s c ir e ..................................................653
vedova..................................................148
v e n ir e ..................................... ...... *228.231
vestirsi..................................................748
v i a ..................................................*196.395
v i o l e n z a ........................................... 505
v iv e r e ..................................................475
v o le r e ..................................................18
INDICE ITALIANO
[413]
. . . 42
w
jt
ThW VII,
328, 34,
)>
329,
5,
)>
ThW VII,
329,
17,
17,
341,
VI,
ThW VI,
357, 30,
358, 1 14,
VI,
ThW VI,
462, ]>
5,
))
673,
ThW VU,
,
ThW VI,
776,
4,
889,
aggiungere: GLNT XI, 719 s.
t
885-915,
927-953,
---- GLNT XI, 1288 s.
$f
107 s.,
113,
*>
GLNT XI, 1294-1304.
113-151,
GLNT XI, 1304-1398.
i
GLNT XI, 1005 s.
j
1000,
727-745,
tl
283-309,
GLNT X, 633-712.
Per molivi lecnici di lolocomposizione, qualche cognome di autore straniero sialo suddiviso non confor
memente alTorlografia originale. Ci luliavia non pregiudica in alcun modo la comprensibilil del rife
rimento.
G
li
E d it o r i
INDICE
Premessa ......................................................................................................................................... V
............................................................................x
............................................................................................................ [405]
Indice italiano
........................................................................................ [411]
L. 75.000
IV A inclusa