Вы находитесь на странице: 1из 30

Modelli descrittivi delle lingue (Prof. C.

Vallini)
Anno accademico 2009-2010
Dagli appunti degli studenti
marted, 02/03/2010
Introduzione al concetto di plurilinguismo.
Esso si manifesta come una dimensione in cui luomo immerso, anche in modo inconsapevole:
anche chi non in grado di parlare pi lingue, ha coscienza dellesistenza di lingue diverse dalla
propria.
Introduzione al concetto di diasistema.
Il sistema un insieme di elementi (nel caso del sistema linguistico possono essere le parole)
legati tra loro da rapporti (rapporti associativi/sintagmatici) ed un concetto introdotto da
Ferdinand De Saussure.
La nozione di diasistema stata introdotta dal linguista Weinreich e definisce un sistema
linguistico che raccoglie in s tutte le varianti della lingua stessa.
Esempi che dimostrano la natura di diasistema dellitaliano:
Il latino aveva il grafema <c>, pronunciato come unocclusiva velare /k/. Nel passaggio dal
latino classico al latino tardo e in seguito allitaliano, /k/, davanti ai foni vocalici /e/ ed /i/
diventata affricata palatale /t/ per assimilazione regressiva. In coppia con il fonema /n/,
locclusiva velare /k/ era invece pronunciata /g/ (sonorizzazione), evolvendosi poi
nellitaliano //,gn. Nelle lingue diverse dallitaliano o non appartenenti al diasistema
dellitaliano non si verificano questi fenomeni. Ad esempio, nel francese il latino /k/ anche
davanti a foni vocalici come /a/ evoluto in una fricativa // (come in chanter). Fenomeni come
questo hanno permesso ai linguisti di individuare il ladino friulano (nel quale /k/ e /g/ si
palatalizzano davanti ad /a/ (cjan cane, gjat gatto) come una variet non appartenente al
diasistema dellitaliano, nonostante le condizioni geografiche. Ad ulteriore conferma di ci, la
frase ladina Ce fastu? (it.: Cosa fai?), mostra non solo fenomeni fonologici differenti nella
pronuncia del che, ma anche differenze morfo-sintattiche (lenclitico tu posto dopo il verbo
estraneo al diasistema della lingua italiana).
Lo studio di Weinreich parte da una posizione strutturalista: egli mira ad analizzare la dimensione
strutturale della lingua e riconosce nei diasistemi i tratti comuni dal punto di vista fonetico,
sintattico, morfologico etc.
Cenni storici sul diasistema della lingua italiana.
La cultura greca tendeva a considerare la propria variet linguistica come superiore ed unica
possibile. Roma, invece, viveva il fenomeno del bilinguismo, dovuto al fatto che i colti
conoscessero il greco perch allevati da schiavi greci. I popoli italici assoggettati ai Romani (Osci,
Iberici, Galli, Umbri, Veneti etc.) dovettero apprendere il latino per ottenere la cittadinanza romana
e godere di diritti. Il latino imparato da questi popoli e foneticamente influenzato dalle parlate
originarie ha poi generato le parlate romanze. Nel Medioevo il latino rappresentava la seconda
lingua per tutti ed era lingua ufficiale per atti pubblici e della religione cattolica. Solo con Lutero si
ebbe la rivoluzione della traduzione ufficiale della Bibbia in tedesco obbligatoria per i Luterani.
In Italia, una lingua letteraria basata sul dialetto fiorentino esisteva gi dal Trecento con Dante,
Petrarca e Boccaccio, ed era una lingua compresa ma non parlata da tutti gli italiani. Loperazione
politica di rendere una variet universale per tutti gli italiani venne compiuta solo nellOttocento da
Manzoni, il quale frequent la Firenze dei ben parlanti e scrisse i Promessi sposi basandosi su
tale variet. I Manzoniani scrissero in seguito litaliano a tavolino: il fiorentino costituiva la

variet pi semplice dal punto di vista diasistematico e strutturale perch simile al latino, ma fu
svecchiato.

Il diasistema delle lingue indoeuropee.


Allinizio dellOttocento, con il Romanticismo, nata una particolare attenzione al passato, alla
dimensione popolare e allesotico, ragion per cui la cultura indiana fu molto studiata. Nel 1806/8
Friedrich Schlegel, compiendo la traduzione di una novella indiana, fa osservazioni sul sanscrito e
le sue somiglianze col greco antico e il tedesco, dando il primato al sanscrito per la sua antichit.
(Sulla lingua e la sapienza degli indiani)
Durante il periodo delle guerre napoleoniche, lo studioso tedesco Franz Bopp studi il sanscrito con
la collaborazione degli studiosi inglesi prigionieri di guerra a Parigi. Egli not che la grammatica
del sanscrito era identica a quella greca in molte forme, desinenze, suffissi, flessioni e classi verbali
e che somigliava in larga misura al latino e al tedesco. Lo studio incluse un confronto col persiano e
port alla teorizzazione di un unico grande diasistema che comprendesse le lingue asiatiche ed
europee, detto poi indoeuropeo. Col saggio Sul sistema di coniugazione del sanscrito in
confronto col latino, col greco, col persiano e col germanico (1816), nasce la Linguistica moderna,
che a) studia le lingue paragonandole; b) studia su base di un diasistema; c) studia in confronto ad
un metro unico (in questo caso il sanscrito). Attraverso la descrizione strutturale delle lingue, si pu
determinare se esse appartengono o no al diasistema indoeuropeo.
Riferimenti bibliografici: Atlante, pag. 257-8-9 (parole della variante regionale napoletana nel
contesto classe di ragazzini per definire oggetti dellambito scolastico; errori tipici dei parlanti
italiano meridionali; ipercorrettismi).

gioved, 04/03/2010
1) Definizione concetti di lingue e linguaggio.
Linguaggio: facolt universalmente umana.
Lingua: fatto inizialmente storico, sistema di segni linguistici (def. di F. de Saussure) usati nella
vita sociale, differente a seconda dei gruppi umani.
2) Approfondimento del concetto di diasistema.
Litaliano non unitario, ma linsieme di sub-lingue (come i dialetti o le variet) con
caratteristiche che le accomunano, quindi un diasistema.
Anche quello delle lingue romanze un diasistema: esse presentano dei caratteri comuni e
discendono tutte dal latino. (ad es., nessuna di loro presenta la forma duale, essendo questa non
prevista dal latino).
Storia dei modelli descrittivi delle lingue.
Il filosofo greco Aristotele distinse delle categorie di pensiero considerate universali, nel senso
che esse erano proprie di tutti i pensieri ed applicabili a qualsiasi pensiero. Tuttavia, nel
compiere questa categorizzazione, Aristotele proiett le categorie grammaticali della lingua
greca generalizzando la loro funzione e considerandole universalmente valide per qualsiasi
forma di pensiero.
Ad esempio, egli distinse le categorie di SOSTANZA, QUALITA, QUANTITA, AZIONE,
dello STARE etc. e ad ognuna di essa associava una struttura grammaticale (allo STARE egli
associava il tempo perfetto e cos via). Una simile categorizzazione del pensiero, basata sulle
regole della propria lingua, porta a due conseguenze; 1) che ogni pensiero abbia categorie
diverse a seconda della lingua dellindividuo da cui generato 2) che il pensiero universale
abbia categorie che coincidono con quelle della lingua greca. (cfr. Atlante pp. 98-99, brani di
Aristotele e Benveniste )
Il filosofo francese Cartesio riteneva che ci fossero solo le idee innate, sostenendo quindi
luniversalit del pensiero (v. res cogitans vs. res extensa). In base al suo pensiero, fu redatta la
Grammatica universale di Port-Royal, una grammatica di tutte le lingue, ma banalmente
basata solo sulle regole grammaticali francesi, commettendo lo stesso errore di fondo di
Aristotele di voler avere unottica universale usando un riferimento particolare. (Brani della
Grammatica di Port-Royal Atlante pp. 148 e 187 )
Durante il Romanticismo, i f.lli Grimm raccolsero testi popolari tedeschi e li raccolsero (v. le
celebri fiabe), notando la pluralit storica e diastratica della lingua tedesca, che era stata
ufficialmente unificata da Lutero. In particolare Jakob studi le lingue germaniche dal punto di
vista fonetico e formul la legge di Grimm.
I f.lli Friedrich e August Wilhelm Schlegel studiano la diversit tra le lingue tedesca, provenzale
e sanscrita e compiono una prima classificazione delle lingue.
1) Al primo posto essi posero le lingue viventi o organiche (indoeuropee e in parte semitiche).
Queste lingue avevano la caratteristica di avere una radice, che sembrava accrescersi, generando
ampliamenti, diversi in base alla natura della radice.
2) Al secondo posto posero le lingue ad affissi o meccaniche(in linea di massima le lingue
dellAsia centrale).
Anchesse erano caratterizzate dal sistema radice + affissi, ma la modalit di affissazione era
meccanica, ossia indipendente dalla natura della radice. Per Schlegel, nel primo caso la radice
generava i suoi affissi, nel secondo no.
Esempio: Latino re-mitt-eba-nt-ur, (it. Erano stati mandati indietro) dove mitt- la
radice verbale e gli affissi re-, eba, -nt, e ur (rispettivamente del tempo imperfetto, della
terza persona plurale e della diatesi passiva) sono dipendenti dalla radice: se ci fosse stata
una radice diversa, gli affissi sarebbero potuti essere altri.

Nellungherese kert-ek-ben, (it. Nei giardini) invece, dove kert significa giardino,
laffissazione di ek (plurale) e di ben (dentro), indipendente dalla radice: se la radice
fosse stata diversa, i suffissi sarebbero rimasti comunque gli stessi.
3) Infine posero le lingue isolanti, definite da A.W. Schlegel lingue senza grammatica in
quanto non vi era composizione. Tutte le loro parole sono infatti monosillabiche o atomiche e
risultavano quindi le pi rozze secondo lideale dellepoca (la creativit era alla base del
pensiero del Romanticismo).
Una curiosit: quando F. Schlegel si convert al Cattolicesimo, sostitu dalla prima posizione in
classifica il sanscrito con lebraico, considerata dalla Sacre Scritture la lingua di Dio.
Ancora oggi questa classificazione considerata valida, ma la terminologia variata (lingue
flessive, agglutinanti e isolate).
Data lanalisi squisitamente formale delle lingue, la classificazione dei f.lli Schlegel viene detta
di tipo strutturale.
Nel Novecento, un assicuratore americano che comp degli studi di Linguistica, Benjamin Lee
Whorf, formul lipotesi del relativismo dei pensieri, anche detta ipotesi della relativit
linguistica, che nasceva proprio dallo studio su lingue e culture cos diverse tra loro, che non
permettevano una categorizzazione universalmente valida del pensiero.
Charles Darwin, daltronde, proprio durante il secolo precedente si era affermato con la sua
teoria evoluzionista, che affermava che la crescita delle capacit e levoluzione dellessere
umano avesse portato alla differenziazione delle culture e quindi delle lingue: le lingue sono
fatti storici inseriti in una dimensione culturale.
Whorf e Sapir studiarono le lingue non appartenenti alla famiglia indoeuropea, ma
estremamente distanti dalla struttura comune al diasistema delle lingue occidentali.
Notando delle categorie grammaticali completamente estranee a quelle delle lingue
indoeuropee, essi ipotizzarono che le stesse categorie di pensiero fossero differenti. In poche
parole, se parlo in modo diverso, penso anche in modo diverso. Esemplificativa fu una parola
della lingua degli Indiani dAmerica Paiute, traducibile con quelli che stanno seduti e tagliano
a pezzi un bisonte nero, (cfr. Atlante pp. 137-8) che conteneva in s un soggetto, due verbi +
specificazioni e un complemento oggetto, dimostrando la relativit del pensiero e
conseguentemente la relativit della sua manifestazione tramite le strutture linguistiche.
Le lingue indiane dAmerica sono un esempio di lingue polisintetiche per il loro carattere
iper-agglutinante (I Paiute, che sono divisi in due gruppi, parlano una lingua della famiglia Utoazteca)

marted 09/03/10
Il modello storico nella descrizione dei dialetti italiani

Dialetti italiani:

Dialetti gallo-italici a sostrato celtico;

Dialetti veneti a sostrato veneto;

Dialetti toscani a sostrato etrusco;

Dialetti mediani (Lazio, Umbria, Marche meridionali) a sostrato sabino;

Dialetti meridionali a sostrato osco (Campania, Molise, Abruzzo meridionale, Puglia,


Basilicata, Calabria settentrionale);

Dialetti salentino-calabro-siculi a sostrato mediterraneo.

Teoria del sostrato di Graziadio Isaia Ascoli: azione che una lingua vinta esercita su quella
vincitrice. Ad esempio, il fenomeno della gorgia, tipicamente toscano, ovvero la
spirantizzazione di [K], [T], [P] in posizione intervocalica (in locuzioni tipo "la casa", "la

cosa") viene attribuito dai linguisti al sostrato etrusco, cio all'azione dell'antica lingua
etrusca, anche se non ci sono prove certe in quanto si conosce poco di questa lingua.
Altro esempio quello dei dialetti mediani, cui caratteristica principale la trasformazione di
[ND] in [NN] (es. graNDezza = graNNezza, moNDo = muNNo). Questo fenomeno si verifica
anche a Roma, dove non dovrebbe esserci sostrato. Tuttavia si sa che essa fu spopolata dalle
pestilenze del Medioevo e poi ripopolata dalla gente proveniente dal contado sabino. Una
prova di ci la si trova nellopera di autore anonimo romano Vita di Cola di Rienzo, che
dimostra quanto il latino si fosse sabinizzato, perdendo la sua antica purezza e
avvicinandosi ai dialetti meridionali. Il romanesco di oggi pi simile al toscano che al
napoletano poich nel 500 arrivarono a Roma i Papi della famiglia dei Medici, che portarono
con s la corte e ri-toscanizzando il dialetto di Roma. Nel 1926 il linguista Merlo scrisse il
saggio Lazio sannita e Etruria latina?, in cui affermava che gi allepoca dellespansione di
Roma in Etruria si era conservato il latino pi puro, mentre il Lazio era influenzato dal
sostrato sannita.
Secondo Ascoli, per ipotizzare un sostrato sono necessarie due condizioni:

Coincidenza geografica;

Coincidenza di un certo fenomeno nella lingua antica e in quella moderna.

Alla fine dellOttocento si assiste alla contrapposizione di due linee di pensiero: da un lato
Ascoli, che introduce il concetto di isoglossa, cio una linea che, su una carta
geografica, delimita la zona di un territorio che condivide un tratto linguistico comune, e di
fascio di isoglosse, ossia un loro addensamento nello spazio geografico che indica la
prossimit di zone critiche dei sistemi linguistici, che pu rappresentare un confine
linguistico,
sebbene
una
unit dialettale non
sia
esattamente
individuabile
mediante isoglosse perch non possibile tracciare confini netti tra una variet linguistica e
l'altra. Dallaltro troviamo invece le idee della scuola dialettologica francese, con Gaston
Paris, secondo cui non possibile individuare alcun confine dialettale, ma ogni comune deve
avere una sua monografia descrittiva, tracciata con tutto il rigore di osservazione che esigono
le scienze naturali ( Les parlers de France. Lecture faite la sance gnrale de clture du
Congrs des Socits savantes, le samedi 26 mai 1888), e Jules Gilliron, autore dellAtlante
linguistico della Francia, il quale ritiene che si debbano rappresentare i fatti lessicali (parole)
sulla carta geografica della Francia, dato che ogni parola ha la sua storia e la sua distribuzione
areale.

gioved 11/03/10
Aspetti del modello descrittivo strutturalista
Negli anni 50 del 1900, quando cominciano a diffondersi gli studi sullo strutturalismo, ci si chiede
se bisogna continuare a studiare i dialetti secondo il modello ottocentesco di Ascoli o se ci sia un
nuovo modello strutturale per studiare la dialettologia.

Nel 1954 Uriel Weinriech pubblica possibile una dialettologia strutturale?, la cui
traduzione nel 74 apre le porte allingresso del modello strutturalista.

Nel modello strutturalista il primo sistema ad essere studiato e formalizzato stato quello
fonetico. Fondatore della fonologia Trubeckoj, studioso russo autore dellopera postuma
Fondamenti di fonologia. Saussure invece considerato il padre dello strutturalismo, anche
se nelle sue opere non compare il concetto di fonema poich per lui lunit linguistica del
sistema la parola, il segno linguistico, che ha un significato e un significante, al contrario del
fonema che non ha significato, ma contribuisce alla articolazione del significante.
Ogni suono della lingua pu essere descritto da due punti di vista:

Articolatorio: come si fa a produrre un certo suono usando lapparato di fonazione

umano;
Acustico: i suoni sono diversi in quanto li percepiamo come diversi.

Mentre Trubeckoj privilegia laspetto articolatorio, Saussure attribuisce maggiore importanza


alla dimensione acustica, affermando che chi veramente conta nel circuito della parole
lascoltatore, che ricostruisce il rapporto tra significato e significante, collegando limmagine
acustica al concetto.

Lopposizione saussuriana langue / parole viene ripensata da Eugenio Coseriu, uno


studioso di origine rumena, che possiamo definire come uno strutturalista idealista. Ha fatto
una distinzione tra:

Sistema: quello delle pure differenze ma anche delle potenzialit, astratto e potenziale;

Norma: legge di applicazione del sistema in un certo periodo storico;

Uso: il concreto modo di esprimersi del parlante, che pu prescindere dalla norma ma
non dal sistema.
Altra distinzione quella tra:

Struttura: paragonata alle fondamenta che sorreggono un edificio;

Architettura: quella che si vede esternamente (e che differenzia i testi).


Studiando larchitettura, Coseriu introduce il concetto di dia, cio la dimensione della
variabilit della lingua, riconoscendo diversi tipi di variet:

Diacronica: differenza attribuibile al tempo;

Diatopica: differenza attribuibile al luogo;

Distratica: differenza che si realizza in funzione dellappartenenza sociale;

Diafasica: variet che implica luso di certi registri;

Diamesica: differenza che riguarda il mezzo di comunicazione.

marted 16/03/10

Uriel Weinriech possibile una dialettologia strutturale?, tradotto in italiano e


ripubblicato in appendice a Lingue in contatto. Vengono rivalutati tutta una serie di
problemi, tra cui quello di sincronia.
Saussure diceva che la lingua poteva essere studiata sia dal punto di vista diacronico
(attraverso il tempo), sia da quello sincronico (studio delle lingue come sistema

omogeneo e compatto in un certo momento). Tuttavia, questultimo crea maggiori


problemi, poich una prima difficolt rappresentata dallindividuazione di un preciso
momento, e una seconda difficolt dallindividuazione della lingua come sistema unico e
compatto.
Weinreich ritiene che bisogna confrontare sistemi parzialmente simili, e non sistemi
totalmente diversi, sia in sincronia che in diacronia, cercando di interpretare le differenze.
Negli anni 60 si riflette sul termine struttura e in particolare Bastide scrive Usi e

significati del termine struttura, in cui si parla di struttura del sistema ( Saussure parlava
solo di sistema). Tra i lavori di questo periodo c un articolo che si avvicina ai problemi
sollevati da Weinreich intitolato Stilistica al bivio?, di Benvenuto Terracini, che si
chiede se anche nello studio della stilistica si debba introdurre lo strutturalismo.
Nellarticolo di Weinreich ci sono molte riflessioni metalinguistiche. Ad esempio dice
di sostituire il termine dialetto con variet, in quanto il primo per la sua lunga e
ininterrotta storia risulta creare maggiori problemi perch designa una realt non
omogenea. Per questo motivo nell800 era stato introdotto il termine idioletto per indicare
linsieme complessivo delle abitudini linguistiche di un individuo in un dato momento.
Weinreich distingue inoltre tra lingua popolare (folk language) e lingua standardizzata.
La prima intesa come lingua effettivamente parlata dalle comunit linguistiche, anche
piccole, la seconda come una realt linguistica pi o meno artificiale che a partire da
variet dialettali parzialmente simili e diverse, crea una terza variet diversa dalle altre.

DIASISTEMA: esempio fonologico. Lesigenza quella di costruire sistemi di


livello superiore a partire da sistemi discreti, separati e omogenei. Weinreich esamina la
parola man in quattro variet:

[man] = /mn/ = appartiene a una variet che distingue tra lunghe e brevi;

[man] = /man/ = appartiene a una variet che non distingue tra lunghe e brevi;

[mon] = /man/ = appartiene a una variet che trasforma la o in a quando tra

nasali, per cui la o una variante di a;


[mon] = /mon/ = appartiene a una variet che non trasforma la o in a quando

tra nasali.
Lidentit che si viene a stabilire, quindi, non tra i primi due e gli ultimi due, come
potrebbe sembrare a prima vista, bens tra il secondo e il terzo esempio.
DIASISTEMA: esempio lessicale
Weinreich propone lesempio dei termini usati nella lingua jiddish per indicare sedia e
poltrona:

Si pu partire dalla constatazione che shtul significa sedia nella variet A e


poltrona nella variet B. Ma non lo stesso shtul!

Nella variet A c un sistema a 3 membri per cui si ha: benkl (panchetta) che si

oppone a shtul (sedia) che a sua volta si oppone a fotel (poltrona);


Nella variet B c invece un sistema a 2 membri in cui abbiamo: benkl (sedia)
che si oppone a shtul (poltrona).

gioved 18/03/10
Normalmente quando si parla di sistemi e di strutturalismo si pensa allo studio
sincronico, ma esiste anche lo studio strutturale della variazione nel tempo, cio quello
diacronico. La possibilit di applicare il punto di vista strutturale alla diacronia , per,
negata da Saussure, il quale ritiene che ogni sistema deve essere descritto
sincronicamente e che, laddove lo si voglia descrivere dal punto di vista diacronico,
bisogna considerare levoluzione delle singole unit che si trasformano e non il tutto. Fa
lesempio dei due verbi latini etimologicamente connessi capio e percipio, (il secondo
una forma composta del primo); sincronicamente si pu dire che la radice cap- nel
primo e cip- nel secondo. Un modo sbagliato di descrivere questa differenza dire che la
a di capio diventata i in percipio, poich per notare la differenza necessario
stabilire due epoche:

Epoca A: capio percapio;

Epoca B: capio
percipio;
Come si pu notare, la a di percapio ad essere diventata i in percipio.
Altro esempio quello del tedesco singolare hand plurale hnde [hende], per cui
individua tre epoche:

Epoca A: hand handi;

Epoca B: hand hendi; (la i finale ha modificato la a- per metafonesi

Epoca C: hand hende.


Alla fine il sistema cambia perch non pi i a manifestare il plurale bens e e il
parlante nellepoca C percepisce che la e segno del plurale e ne fa una regola.
Possibile applicazione del disistema al vocalismo latino:
il latino aveva 10 vocali e distingueva tra vocali brevi e lunghe. Nel passaggio dal latino
classico al latino tardo, in sillaba tonica le vocali lunghe tendevano a diventare chiuse e
quelle brevi aperte. Alcune coppie di vocali si fusero per via della loro somiglianza,
determinando la nascita di un nuovo sistema vocalico.

Si cos passati da un sistema di 10 vocali a un sistema di 7 vocali, per via di


rifonologizzazioni (passaggio da un tipo di opposizione a unaltra) e defonologizzazioni
(perdita di unopposizione fonologica).
In sillaba atona si sono invece verificati fenomeni di dittongazione, per cui la e breve e la
o breve in sillaba aperta non accentata si dittongano, determinando la presenza di sole 5
vocali.
Weinreich, nel suo articolo, fa una distinzione tra dialettologia interna ed esterna,

affermando che nella descrizione di una lingua bisogna considerare non i fatti esterni, cio
quelli che fanno riferimento ai dati non linguistici, alla realt, ma i fatti strutturali. Tuttavia,
quando si individuano le variet e si cerca di creare confini tra queste, i fatti di
dialettologia interna non servono.
Distinzione tra punto di vista semasiologico e onomasiologico: termini usati in
lessicografia secondo cui il lessico pu essere descritto a partire dal segno, cio dalla
parola oppure dal significato.

WEINREICH 1954

Marted 23/03/10
Coscienza linguistica del dialetto
La sensibilit metalinguistica di Giuseppe Gioachino Belli
Luomo parla per natura grazie ad un meccanismo innato che gli permette di acquisire il linguaggio,
ma anche capace di riflettere sulla lingua, senza essere perci un linguista.
Un esempio di riflessione metalinguistica lo ritroviamo nellintroduzione ai sonetti romaneschi di
Giuseppe Gioachino Belli, poeta vissuto durante il Romanticismo. Nell'Introduzione ai suoi
"Sonetti", uno dei capolavori assoluti della letteratura italiana, afferma di voler lasciare
testimonianza della plebe di Roma, la quale si caratterizza per quella mancanza di autocontrollo,
propria delle classi superiori; ci deforma la fisionomia dei popolani e si rispecchia anche nella
lingua.
Belli precisa che non esiste una grammatica del romanesco ma che egli cercher di trarla dalluso, e
che solo la poesia e il modo di raccontare sono i suoi, mentre i discorsi sono quelli del popolo che
egli cerca di rappresentare. Per riprodurre in forma scritta il modo di parlare dei popolani,
caratterizzato da un timbro di voce cupo e gutturale, dovr ricorrere alle lettere gi conosciute ma
sar anche costretto ad aggiungerne di altre.
Esempio: la b tra due vocali si raddoppia, se per seguita da m diventa m, se invece
seguita da r alcuni mutano la b in m altri no.
La c quella che maggiormente si distacca dalla norma, infatti: davanti a e ed i o preceduta
da consonante viene pronunciata come in cibo, mentre se preceduta da vocale pronunciata con
suono simile a quello del francese chanter [Questo suono presente anche in fiorentino, tuttavia
Belli ha preferito fare lesempio del francese perch nel fiorentino si tratta di un dialettalismo, di un
difetto.]. Quando la c a inizio parola ed preceduta da a-e-o o da monosillabo ha suono
intenso ma non fricativo, cos come la gorgia toscana non funziona quando preceduta da
monosillabo.
Altri esempi sono quello della s che non mai dolce come nella corretta pronuncia, quello del
verbo avere che nella sua funzione di ausiliare viene usato normalmente mentre quando indica
possesso preceduto dalla particella ci. Per quanto riguarda invece il sistema delle vocali, la a

gutturale, e-o seguono le regole del toscano, da cui si differenzia per via del fatto che non c
differenza tra e-o aperte e chiuse.
Lintroduzione ai Sonetti

Gioved 25/03/10
(sospensione didattica per Consiglio di Facolt)

Marted 30/03/10
Linguistica storica e linguistica strutturale nello studio della variet linguistica.
Dialetti: variet di una lingua letteraria. La differenza che c tra lingua standard e dialetto una
distinzione sociologica, che non si pone dal punto di vista strutturale.
Il latino puro era parlato a Roma, mentre al di fuori, nel contado, fatta eccezione per gli Etruschi
che erano gli unici a parlarlo meglio, veniva parlato con interferenze delle altre lingue.
Ascoli ritiene la propria teoria del sostrato causa della diversificazione delle lingue romanze ed
affronta la dialettologia dal punto di vista storico.
Anche Coseriu prende in considerazione fatti storici ma colloca la differenza della lingua
nellarchitettura, nellambito della quale riconosce diversi tipi di variet.
Esempi di riflessione metalinguistica li ritroviamo in Manzoni e in Belli. Ne I Promessi Sposi
Manzoni fa unesibizione di italiano diacronico, lavora con attenzione e critica, rappresenta il vero
che per frutto di unelaborazione. Belli fa considerazioni di carattere strutturale, mettendo a
confronto i fonemi del romanesco con quelli dellitaliano (e in parte con quelli del fiorentino),
rappresentando la struttura fonetica e fonologica del romanesco.
Carlo Porta, milanese che si cimentato nella traduzione dellInferno di Dante in milanese; Renato
Fucini, scrittore toscano che scrive sonetti in vernacolo pisano; Salvatore Di Giacomo, poeta
napoletano (nelle sue poesie interviene la coscienza linguistica del parlante napoletano che
aggiunge le vocali in finale di parola pur sapendo che non vengono pronunciate); Giovanni Meli,
poeta siciliano; Pierpaolo Pasolini, friulano- ha scritto molte poesie nella sua lingua materna ma usa
anche una forma di romanesco in Ragazzi di vita; Carlo Emilio Gadda, il maggiore prosatore
italiano del 1900 - milanese - usa variet diverse della stessa lingua nelle sue opere, ha creato una
lingua post-moderna, dissonante.
Indicazione dei brani da studiare sull Atlante di materiali e citazioni

Gioved 8/04/10
test di autovalutazione

Marted 20 aprile
Tipologia e classificazione delle lingue
Nella tipologia di Friedrich von Schlegel (e poi di suo fratello August Wilhelm) appare elaborata
una graduatoria delle lingue, in cui al primo posto si trovano le lingue flessive e sintetiche (es. le
lingue indoeuropee nella loro fase arcaica). Ad un gradino inferiore troviamo le lingue agglutinanti,

che hanno una forma linguistica non compatta poich ogni elemento della parola ha un suo
significato. Ad esempio, mentre in latino c una gerarchia allinterno della parola, in cui la parte
pi importante la radice, intorno alla quale si raggruppano gli altri morfemi (Latino: re-MIT-ebant-ur), in una lingua agglutinante ogni morfema che compone la parola ha un suo valore intrinseco.
Lingua giapponese
Franz Bopp sosteneva che le lingue indoeuropee non sono flessive bens agglutinanti in quanto
allorigine uniscono nella parola due radici, una verbale, che esprime un concetto relativo al mondo,
un aspetto della realt, e una pronominale, che rappresenta un aspetto del soggetto, e che si ritrova
nelle desinenze sia verbali sia nominali.
Anche Wilhelm von Humboldt, che si occupato in modo profondo ed originale della differenza fra
le lingue, mostra ammirazione per le lingue flessive. La lingua per lui espressione e forma del
pensiero, ed introduce il concetto di forma linguistica interna, definita come un modo di pensare
linguistico, che pu mutare nel tempo. Questa considerazione lo porta a riprendere di fatto un
concetto settecentesco, quello di genio della lingua, una specie di personalit presente in ogni
lingua, che nascosta, interna e si manifesta nella grammatica. La sua opera pi importante La
diversit delle lingue, che rappresenta unintroduzione alla descrizione di una lingua dellisola di
Giava, la lingua Kawi, molto ricca di parole sanscrite ma la cui forma interna era profondamente
diversa da quella esterna che poteva appunto sembrare sanscrita. Inoltre, secondo Humboldt la
lingua non stata creata pezzo per pezzo, ma un qualcosa di unitario; la forma interna si modifica
in base alluso perch questo, modificando la forma esterna, fa s che i parlanti non possano
riconoscere la forma interna; le lingue si differenziano soprattutto dal punto di vista grammaticale e
poi in base alla fonetica e alla sintassi.

Gioved 22 aprile
Tipologia e classificazione delle lingue
La tipologia dei fratelli Schlegel, che hanno classificato le lingue in base alla loro forma, di tipo
olistico, cio inquadra una lingua esattamente nel suo tipo, ed contemporanea ai primi studi
antropologici che classificano le tipologie umane in razze, considerando migliori le razze pure
rispetto a quelle ibride. La tipologia dei fratelli Schlegel andata incontro ad una svalutazione
proprio per questo suo carattere olistico, ma anche perch accusata di essere statica, in quanto non
tiene conto dellevoluzione storica delle lingue, ed ideologica. Uno importante storico e filologo
italiano, Sebastiano Timpanaro, ha addirittura accusato Friedrich Schlegel di razzismo e in qualche
modo questaccusa trova le sue ragioni nella distinzione che Schlegel ha fatto sulla base di
unideologia che porta a privilegiare le lingue della razza bianca, ossia le lingue europee e
semitiche, definite lingue organiche (flessive), e contrapposte a quelle inorganiche (agglutinanti),
isolanti e iperagglutinanti (lingue amerindiane). Queste ultime erano considerate cos mostruose e
diverse da quelle indoeuropee da giustificare pienamente linferiorit culturale dei popoli che le
parlavano.
La tipologia olistica dei fratelli Schlegel in parte ripresa, con profonda rielaborazione, da Edward
Sapir, che, nel 1921 propone un modello tipologico estremamente. Sapir parte dalla constatazione
che tutte le lingue esprimono concetti, che egli definisce grammaticali. Tutte le lingue esprimono
concetti concreti, definiti come aspetti dellesperienza, che possono essere oggetti, azioni o qualit.
Tutte le lingue del mondo devono inoltre poter mettere in relazione tra loro i concetti concreti, cio
costruire frasi, pertanto esprimono anche concetti relazionali, che possono essere puri o concreti. I

concetti relazionali puri si esprimono senza dover modificare i concetti concreti, mentre i concetti
relazionali concreti si esprimono a contatto con i concetti concreti. Esempio:
nella frase inglese The farmer kills the duckling ci sono tre concetti concreti espressi dalle forme
FARM- KILL- DUCK-. La relazione tra questi concetti espressa in inglese dallordine delle
parole, infatti il verbo posto al centro perch la verbalit si esprime con la posizione e si tratta di
un concetto relazionale puro perch non ha bisogno di materia che lo qualifichi, ma la semplice
posizione che rende verbale il concetto, cos come sono concetti relazionali puri anche i due articoli
determinativi the che precedono farmer e duckling.
[Nella frase latina Pullum agricola occidit, invece, verbalit, soggettivit e oggettivit sono tutti e
tre concetti relazionali concreti , in quanto si esprimono insieme, a contatto con i concetti concreti.
Quindi, lordine delle parole indispensabile in inglese per esprimere concetti relazionali, pi libero
in latino.]
Per quanto riguarda le forme -ER di farmer e -ING di duckling, esprimono un altro tipo di concetti,
i concetti derivativi (si tratta di concetti che derivano da altri concetti).
Riassumendo:
tutte le lingue possono esprimere concetti concreti e concetti relazionali, per non tutte le lingue li
esprimono nello stesso modo. Tutte le lingue hanno concetti relazionali puri ma possono non avere
concetti relazionali concreti. Alcune lingue possono esprimere concetti derivativi altre no perch ne
sono prive: le lingue che hanno concetti derivativi sono dette lingue derivanti ( o complesse), quelle
che non li hanno sono dette lingue non derivanti (o semplici)..
Le lingue nel corso della storia possono acquisire concetti derivativi ma non possono mai
acquisire concetti relazionali concreti se non li hanno sempre avuti.
Parametri della tipologia di Sapir:
in base ai Tipi di concetti espressi:
1. puro relazionale semplice: esprime concetti relazionali puri ma non quelli derivativi;
2. complesso puro relazionale: esprime concetti relazionali puri e concetti derivativi;
3. semplice misto relazionale: esprime concetti relazionali concreti ma non quelli derivativi;
4. complesso misto relazionale: esprime concetti relazionali concretii e concetti derivativi;
in base alle Tecniche di espressione:
1. isolamento;
2. agglutinazione;
3. fusione;
4. simbolismo.
in base al Grado di sintesi:
1. lingue analitiche (in una parola c un unico concetto);
2. lingue sintetiche (in una parola ci sono pi concetti);
3. lingue polisintetiche (in una parola ci sono moltissimi concetti).
Al primo posto c il cinese, lingua puro - relazionale semplice, analitica e isolante.
Allestremo opposto ci sono le lingue semitiche (arabo ed ebraico), complesso misto - relazionale,
sintetica, simbolico - fusivo.

Marted 27 aprile
Nella classificazione tipologica delle lingue ideata da Sapir vi un chiaro richiamo alla
terminologia introdotta in precedenza dai fratelli Schlegel, egli infatti classifica le lingue in base
alle "tecniche di espressione", dove viene chiamata in causa la segmentabilit della parola stessa,
ovvero la difficolt di individuare i morfemi che la compongono. In base a tale criterio egli

distingue lingue isolanti, agglutinanti, fusive e simboliche. Le diciture fusiva e simbolica si


riferiscono a due aspetti della flessione, in particolar modo con la seconda ci si riferisce ai fenomeni
di apofonia.
L'altro parametro impiegato da Sapir il grado di sintesi, in base al quale possibile distinguere
lingue analitiche da lingue sintetiche. Questo parametro in realt persino anteriore ai fratelli
Schlegel, normalmente fatto risalire a Adam Smith, autore di una dissertazione sullorigine della
lingua nella quale sostiene che le lingue moderne siano analitiche, quelle antiche, invece, sintetiche.
Per Smith le lingue antiche possiedono maggiore prestigio di quelle moderne, anzi il passaggio da
sintetico ad analitico per Smith una degradazione.
Tabella tratta da: http://www.bartleby.com/186/6.html: (= testo on-line di Language 1921)
Fundamental Type II
A
(Simple Pure
relational)

B
(Complex Purerelational)

III IV

Technique

Synthesis

Examples

Isolating

Analytic

Chinese; Annamite

(d)

a, b

(b)

a, b,
c

b, (d) a

Isolating
(weakly
Analytic
aggultinative)
Agglutinative
(mildly
Analytic
agglutinative
fusional)
AgglutinativeAnalytic
isolating

Ewe (Guinea Coast)

Modern Tibetan

Polynesian

AgglutinativePolysynthetic Haida
isolating
Fusionalc
a
Analytic
Cambodgian
isolating
b
b
Agglutinative Synthetic
Turkish
Agglutinative
b, d (b) b
(symbolic
Polysynthetic Yana (N. California)
tinge)
Fusionalc, d,
agglutinative Synthetic
a, b
Classical Tibetan
(b)
(symbolic
(mildly)
tinge)
Synthetic
Agglutinative
b
c
(mildly
Sioux
fusional
polysynthetic)
Salinan
c
c
Fusional
Synthetic
(S.W. California)
d, c (d) d, c, a Symbolic
Analytic
Shilluk (Upper Nile)
NOTE.Parentheses indicate a weak development of the process in question.
Fundamental
II III
IV Technique
Synthesis
Examples
Type
C
(Simple Mixed- (b) B
Agglutinative
Synthetic
Bantu
relational)
(c) c, (d), a Fusional
Analytic
French 22a
b

a,
(b)

27

(mildly
synthetic)
D
(Complex
Mixedrelational)

b, c,
B
d
c,
(d)
c,
(d)
c

Agglutinative
b (symbolic
tinge)

Polysynthetic

Nootka (Vancouver
Island) 22b

Fusionalagglutinative

Polysynthetic
(mildly)

Chinook (lower
Columbia R.)

Polysynthetic

Algonkin

Analytic

English

Synthetic

Latin, Greek,
Sanskrit

Synthetic

Takelma
(S. W. Oregon)

Synthetic

Semitic (Arabic,
Hebrew)

c, (d),
Fusional
(b)
c, d a Fusional
Fusional
c, d c, d (symbolic
tinge)
Fusional
c, b,
c, d (a) (strongly
d
symbolic)
Symbolicd, c c, d (a)
fusional

La tipologia di Sapir ha il merito di mettere in relazione lingue di origini genealogiche diverse


poich si basa sulle loro caratteristiche. Questo influenzer tutta la linguistica fino ad oggi. Ci non
significa che la classificazione genealogica sia superata, ma semplicemente che oltre a tale tipo di
ricerche, i linguisti si interessano anche all'elaborazione dei cosiddetti Universali Linguistici .
Pioniere degli studi sugli universali linguistici nel secolo scorso fu l'americano Joseph Greenberg
(1915-2001), studia presso la Stanford University sulla West Coast (N.B. Chomsky pu essere
definito un esponente della linguistica della Est Coast!); nonostante la distanza geografica e le
differenze nell'approccio allo studio delle lingue, entrambi gli studiosi approderanno in alcuni casi a
conclusioni concordanti.
Greenberg si occupa sia della classificazione genealogica delle lingue, sia di quella basata su criteri
tipologici. Per quanto riguarda la prima egli si distacca dal tradizionale metodo di comparazione
adottato da Franz Bopp, padre della materia, il quale partiva dal confronto sistematico di lingue che
presentavano caratteristiche simili sul paino morfosintattico, ma adotta un approccio (mass
comparison) che pu essere definito di massa, che gli consentiva di mettere a confronto un
numero pi alto di lingue di quanto non fosse invece possibile con i metodi tradizionali; inoltre gli
prendeva in considerazione nelle sue comparazioni gli aspetti lessicali. Greenberg importante per
aver applicati i suoi criteri a nuove classificazioni delle lingue. Nella classificazione delle lingue
Africane egli propone la sostituzione della denominazione delle lingue Camito-Semitiche,
impregnata di una forte componente ideologica, con la denominazione di lingue Afro-Asiatiche.
Egli fa anche una classificazione delle lingue Americane, classificazione molto criticata per quella
che sembrata leccessiva ampiezza del gruppo delle lingue Amerinde. Lultima classificazione
(dopo quella delle lingue Indo-pacifiche) quella delle lingue dellEurasia (Europa e Asia
settentrionale) per la quale egli recupera la teoria nostratica elaborata dallo studioso russo IllichSvitych .

Oltre ai suoi interessi per gli studi genealogici, Greenberg senza ombra di dubbio famosissimo per
la classificazione tipologica. Egli pubblica un articolo Alcuni universali della grammatica con
riferimento particolare allordine degli elementi significativi (1963) (di cui si riporta il link per la
consultazione on line dellarticolo disponibile solo in inglese http://ling.kgw.tuberlin.de/Korean/Artikel02/ )
Nellapproccio di G. predomina la visione universale, i tipi sono fatti statistici, per cui possibile
annoverare una lingua in una data tipologia sulla base di considerazioni di tipo statistico. In
particolar modo G. si interessa ai cosiddetti universali implicativi, che seguono la seguente forma:
"se una lingua ha struttura X, allora deve anche avere la struttura Y". Le sue classificazioni non
sono di tipo olistico, come le precedenti dei fratelli Schlegel o dello stesso Sapir, lo scopo di G. di
ritrovare tratti universali che siano potenzialmente presenti in altre lingue, riprendendo in questa sua
formulazione la teoria di Coseriu sugli universali concettuali (sono universali intesi come
possibilit, un tratto qualsiasi presente in una lingua che potrebbe essere presente in tutte le lingue
del mondo.). Egli applica i suo parametri valutativi alle seguenti 30 lingue di diverse parti del
mondo: Basco, Serbo, Gallese, Norvegese, Greco moderno, Italiano, Finlandese (lingue Europee);
Yoruba, Nubico, Swahili, Fulani, Masai, Songhai, Berbero (lingue Africane); Turco, Ebraico,
Burushaski, Hindi, Kannada, Giapponese, Thai, Burmese, Malay (Lingue Asiatiche); Maori, Loritja
(Lingue Oceaniche); Maya, Zapoteco, Quechua, Chibcha, Guarani (lingue Amerindiane).
In prima istanza Greenberg si occupa della tipologia dellordine basico ( ovvero lordine di:
soggetto, oggetto, verbo) partendo, come presupposto, dallesistenza di preposizioni e posposizioni .
Secondo il primo universale ad esempio:
Universal 1. In declarative sentences with nominal subject and object, the dominant order is
almost always one in which the subject precedes the object.
This leaves us with three common types: VSO, SVO, and SOV. These will be symbolized as I, II,
and III, respectively, reflecting the relative position of the verb.
The third basis of classification will be the position of qualifying adjectives (i.e., those designating
qualities) in relation to the noun. As will be seen later, the position of demonstratives, articles,
numerals, and, quantifiers (e.g., 'some', 'all') frequently differs from that of qualifying adjectives.
Here again there is sometimes variation, but the vast majority of languages have a dominant order.
Dominant order with adjective preceding noun will be symbolized by A and dominant order with

noun preceding adjective by N. We thus arrive at a typology involving 2 x 3 x 2, that is, twelve
logical possibilities. The 30 languages of the sample are distributed among these twelve classes as
shown in Table 1.6
TABLE

1
I

II

III

Po-A

Po-N

Pr-A

Pr-N

The table has been arranged so that the 'extreme' types Po-A and Pr-N are in the first and fourth row,
respectively. It is evident that with respect to these extremes, I and III are polar types, the former
being strongly correlated with Pr-N and the latter with Po-A. Type II is more strongly correlated
with Pr-N than with Po-A. It is also clear that adjective position is less closely related to types I, II,
and III than is the Pr/Po contrast. The table is, I believe, a fair representation of the relative
frequency of these alternatives on a world-wide basis. Type II is the most frequent; type III almost
as common; type I is a definite minority. This means that the nominal subject regularly precedes the
verb in a large majority of the world's languages.
(per
la
visione
degli
altri
universali
si
rimanda
a
http://ling.kgw.tuberlin.de/Korean/Artikel02/basicorder.html,
http://ling.kgw.tuberlin.de/Korean/Artikel02/Appendix3.html, oppure in italiano allAtlante di materiali e citazioni
pag. 204 a 207)
Universali trattati in classe:
Universale numero 35: Non c una lingua in cui il plurale non abbia un allomorfo diverso da
zero, mentre vi sono lingue dove il singolare espresso solo dal grado zero. Il duale o il triale non
sono quasi mai espressi con zero.
In particolare lultima affermazione di questo universale <<il duale o il triale non sono quasi mai
espressi con zero>> , pone laccento sul valore semiotico degli universali linguistici, poich le
rilevanze statistiche dimostrano come forme linguistiche non basilari come quelle del duale o del
triale vengano segnalate, o meglio dire marcate, nella stragrande maggioranza dei casi da un
morfema, e solo in rari casi esse sono segnalate dal morfema zero.
Universale numero 38: Quando c un sistema di casi, lunico caso che ha sempre e solo
allomorfo zero quello che include tra i suoi significati il soggetto del verbo transitivo.
Ci sono lingue in cui il soggetto del verbo transitivo trattato in modo diverso dal soggetto del
verbo intransitivo. Ad esempio il Basco ha una marca per il soggetto del verbo transitivo (il caso
quello ergativo) e non per quello del verbo intransitivo, questultimo sar dunque uguale
alloggetto del verbo transitivo. Ci perch il soggetto del verbo intransitivo cos come loggetto
qualcosa che non agisce, mentre il soggetto del verbo transitivo ha una ricaduta sul mondo.

Aspetto interessante da notare nella formulazione degli universali di Greenberg la scarsa presenza
di espressioni quali mai, sempre, ecc, e di qualsiasi tipo di espressione a carattere assolutistico,
generalizzante, egli preferisce invece sottolineare il carattere statistico di alcuni fenomeni.
Grande merito di Greenberg, e segno della sua modernit, quello di aver instaurato una linguistica
cooperativa, poich le sue proposte vengono messe a disposizione di altri studiosi per sviluppare
nuove riflessioni. Va segnalato in particolare la vicinanza fra gli Universali di Greenberg ed i
Parametri di Chomsky, a cui si dedicher particolare attenzione nella seconda e ultima parte
di questo corso.
Nella Grammatica Universale, che Chomsky collega rappresenta la predisposizione genetica della
mente umana allapprendimento del linguaggio, vengono individuati una serie di universali
linguistici rappresentati dai PARAMETRI e dai PRINCIPI.
I principi sono propriet molto astratte e generali valide per tutte le lingue del mondo ( ad .esempio
la dipendenza dalla struttura, o il principio di soggiacenza)
I parametri, sono anchessi validi per tutte le lingue ma possono essere fissati con valori diversi da
lingua a lingua. Un esempio di parametro quello del soggetto nullo, che d origine alla distinzione
di lingue pro-drop come litaliano, nelle quali possibile, anzi preferibile non ripetere il soggetto,
poich vi sono altri fattori morfosintattici ad esempio la desinenza del verbo, dellaggettivo ecc a
rendere chiaro chi sia il soggetto, e lingue non pro-drop come linglese dove la specificazione del
soggetto obbligatoria nella maggioranza dei casi.

Gioved 29 aprile
Collegamenti fra scienze naturali e linguistica

La biologia stata un polo di attrazione per la linguistica in diverse fasi: nell800 con il modello
evoluzionista di Darwin e nel 900 con il modello genetico.
Infatti, nell800, quando si scopr la parentela tra le lingue europee e si configur lindoeuropeo
come lingua madre, il modello dominante era quello darwiniano che fu poi ripreso da Schleicher
secondo il quale le lingue dovevano essere studiate come se fossero organismi viventi perch, in
quanto tali, hanno una vita e si differenziano luna dallaltra. Propone pertanto il modello
dellalbero genealogico in cui il tronco rappresentato dalla lingua madre indoeuropea da cui
partono due rami, che sono le lingue fondamentali: la lingua fondamentale nordeuropea e la lingua
fondamentale asiatica sud europea, ognuna delle quali si suddivide a sua volta in due rami. La
lingua fondamentale nordeuropea si divide in lingua fondamentale germanica e lingua
fondamentale baltoslava; la lingua fondamentale asiatica sud europea si divide in lingua
fondamentale asiatica e lingua fondamentale sud europea. La lingua fondamentale asiatica si
suddivide in lingua indiana e lingua iranica; la lingua fondamentale sud europea si divide in lingua
albanese, greco e italo-celtico. Il grafo orientato nello spazio e nel tempo, man mano che si scende
ci sono lingue pi moderne.

Nel 900 gli studiosi si accorgono che le lingue sono tra loro simili e dissimili, cos come lo sono gli
esseri umani e le popolazioni che le parlano, pertanto si cercato di collegare gli studi genetici alle
differenze delle lingue.
Uno dei pi grandi genetisti del 900 Luigi Luca Cavalli Sforza, che, avendo insegnato alla
Stanford University, entrato in contatto con Greenberg. Lui, cos come gli altri genetisti, prendono
in esame popolazioni pi o meno ampie e ne studiano il corredo genetico, notando che le variazioni
possono essere casuali, perch dovute ad esempio a errori nella riscrittura del codice genetico.
Cavalli Sforza ha elaborato un albero delle lingue e dei geni, in cui il tronco si biforca: c un ramo
autonomo, quello africano, e un altro che si suddivide in due rami, uno pi meridionale (Australia,
Nuova Guinea ecc.) e uno pi settentrionale (amerindi, indoeuropei, caucasici ecc.). Cavalli Sforza
lavorava prendendo dei campioni di sangue dalle popolazioni pi pure, quelle cio rimaste pi
isolate, il materiale genetico cos raccolto veniva portato alla Stanford University, dopo di che
venivano identificate le variazioni genetiche. (Vedi sullAtlante)
Caratteristica delle popolazioni la loro stanzializzazione; luomo segue infatti due tendenze: da un
lato c il nomadismo, dallaltro egli tende a rimanere l dov accontentandosi di ci che c dove
abita. Talvolta, quando il prodotto agricolo non basta pi, gruppi di sedentari si muovono per
trovare altre terre in cui installarsi e stanziarsi, senza essere per questo nomadi. Tutto ci fa s che
restino tracce di questo processo di ominazione, sia genetiche sia linguistiche.
Differenza tra la comparazione dell800 e quella massiva di Greenberg:
Nellambito della comparazione tradizionale il confronto avviene sempre tra due lingue, tra loro
vicine nello spazio, che vengono confrontate, si scoprono le somiglianze e si costruisce una lingua
madre comune. I fondamenti di questa comparazione sono due: la grammatica (le lingue sono infatti
confrontate sulla base di morfemi grammaticali, quali desinenze e suffissi) e la corrispondenza
fonetica regolare (la corrispondenza regolare di suoni che si scopre nel confronto tra due lingue
detta legge fonetica, che riguarda da un lato la variazione interna di una lingua e dallaltro il
confronto tra le lingue, che pu avvenire o tra due fasi diacroniche (una pi antica e una pi
recente) o tra due lingue).
La comparazione di massa di Greenberg, invece, avviene sulla base di un gruppo ampio di lingue.
Si parte da una prospettiva onomasiologia, in quanto si sceglie un concetto o un oggetto e si
interrogano i parlanti su oggetti presumibilmente comuni nelle loro lingue. Dopo questa inchiesta, si
mettono insieme le parole che hanno tra loro una somiglianza e si arriva alla nozione di gruppo
linguistico omogeneo, in quanto ha una formulazione simile, senza pretendere di verificare le
somiglianze sulla base di grammatica e corrispondenze fonetiche.

Marted 6 maggio
Come visto nella lezione precedente, gli universali individuati da Greenberg sono poi ripresi da
Chomsky nella sua teoria generativista, una delle principali correnti di pensiero del 900. Durante
questo secolo inoltre si intensificano i rapporti tra la biologia e la linguistica nel tentativo di
approdare ad una ricostruzione genealogica delle lingue storiche. L'approccio seguito in biologia
per ricostruire relazioni genealogiche era basato sulle somiglianze strutturali, ovvero sulla
ricostruzione delle sequenze genetiche cercando di studiarne le varianti, ovvero gli alleli. Lo studio
dunque basato sulle variazioni genotipiche, che sottintendono alla manifestazione fenotipica di un
carattere. Allo stesso modo in linguistica viene adottato lo stesso metodo, si cerca di ricostruire i
rapporti di parentela delle lingue basandosi su congruenze genetiche piuttosto che morfologiche,
considerando le prime pi profonde.
I parametri della sintassi di Chomsky e linterrelazione tra biologia e linguistica costituiscono il
contesto che fa da premessa e nel quale si inserisce il lavoro di Giuseppe Longobardi e Cristina
Guardiano La sintassi come segnale di relazione storica. In: Paola Cotticelli Kurras, Giorgio
Graffi (eds), Lingue, ethnos e popolazioni: evidenze linguistiche, biologiche e culturali. Roma, Il
Calamo, 83-122.
SecondoChomsky la sintassi una dei procedimenti innati della mente umana, ha carattere
cognitivo, si instaura dunque ad un livello pi profondo. Essa costituita da un insieme di
generalizzazioni che permettono agli uomini di creare frasi bene formate che abbiano un significato
compiuto. Le strutture superficiali delle lingue si richiamano dunque ad una struttura pi profonda e
sono rappresentazioni di un modo di conoscere il mondo.
Ad esempio: la sequenza soggetto-predicato una struttura superficiale che sottintende ad una
struttura cognitiva pi profonda, la quale corrisponde ad un modo di pensare, ad un modo di
organizzare il pensiero.
Chomsky ipotizza nella sua teoria l'esistenza di una I-Language (lingua interna) e di una Elanguage (linga esterna). La prima si produce senza riferimento al contesto, senza condizionamenti,
e si instaura sul piano della competenza , la seconda si produce in relazione ad un contesto e si pone
a livello della performance, dunque costituita dalle lingue storiche.
Da qui nasce l'idea di Chomsky di una Grammatica Universale costituita da
Parametri.

Principi e

I Parametri sono un set aperto, come un quadro di interruttori, dove lindividuo ne attiva solo
alcuni, e i parametri attivati configurano la grammatica di una lingua, mentre gli altri restano spenti,
inattivi. I parametri sono applicati, ma non conosciuti dallindividuo poich la I language
qualcosa di inconscio (un po' come accade per ciascuno con il proprio corpo, non conosciamo i
nostri organi, non li abbiamo mai visti, non sappiamo come sono fatti o come si muovono ma li
usiamo).
I parametri sono delle scelte binarie che possono essere impostate su due valori 0 o 1,
limpostazione ad 1 di alcuni parametri comporta limpostazione a 0 di altri. Vi sono anche
collegamenti, implicazioni fra i parametri: ad esempio lingue che hanno il parametro del triale
attivato attivano anche quello del duale, ma non viceversa, oppure il tedesco che ha il parametro del
genere neutro impostato su 1 lo ha anche per i generi maschile e il femminile ecc...
Il metodo di comparazione classico, utilizzato nell800 per la ricostruzione della famiglia indoeuropea era basato sulla morfologia grammaticale. La coincidenza del lessico (ovvero la radice
delle parole) veniva tenuta distinta dalla coincidenza della morfologia delle parole, ossia quella fra

le desinenze e i suffissi che costituiscono la grammatica. In realt anche il sistema delle forme
flessionali (ovvero quello sui cui si basa la ricostruzione indo-europea) e dunque le somiglianze
grammaticali, costituisce un set di segni arbitrari, come quello delle radici (ad esempio: lat. pater patris / pa-tr-is radice-suffisso-desinenza - vanno considerati come tre segni, ciascuno dotato di
un suo significato ben preciso. Il sistema dei morfemi grammaticali, in quanto segni, rientra nella
dimensione dellarbitrariet (nozione introdotta da Saussure per spiegare il rapporto tra significante
e significato)
Ci che arbitrario appartiene al lessico, e in quanto arbitrario il lessico pu essere prestato e
divenire un fatto di moda. Prendiamo un pullover esso ha un'apertura centrale superiore, e due
aperture laterali ed una ampia alla base per permetterci di infilarlo, queste sue caratteristiche sono
un fatto necessario altrimenti il pullover sarebbe inutilizzabile, ma il suo colore , il fatto che esso sia
blu oppure viola un fatto totalmente arbitrario, un fatto esterno. Il lessico in quanto arbitrario
pu essere definito come un fatto esterno, e rientrare dunque nella E-language, allo stesso modo la
grammatica, cio il sistema flessionale, in quanto sistema di segni.
La sintassi invece una necessit, un modo per conoscere, un meccanismo cognitivo, grazie ad
essa si mettono in nesso forme mediante meccanismi. Appartiene dunque alla I-language.
La presenza di diversit nella sintassi delle varie lingue storiche spiegabile attraverso i parametri.
Chomsky coniuga nella sua teoria arbitrariet e necessit, poich i parametri pur essendo gli stessi
per tutte le lingue vengono scelti e poi "fissati" in modo diverso.
Uno degli aspetti pi duri della teoria di Chomsky il carattere innato della Grammatica
Universale, la visione della grammatica come un modulo della mente, di cui la lingua esterna solo
limmagine. Questultima per anche legata allambiente, tale caratteristica ha influenzato la
ricerca linguistica che da sempre pone al centro delle sue indagini il rapporto tra lingue ambiente
esterno; basti pensare alla Linguistica storica che si occupa di porre in relazione la lingua con
lambiente geografico in cui parlata per studiare i diversi dialetti e le loro evoluzioni.
Mentre lo studio della grammatica, che nell'ottica generativista si identifica con la sintassi, ad
esempio lo studio del rapporto tra SN e SV uno studio che prescinde dall'ambiente esterno poich
richiama a strutture innate, interne.
Su questo sfondo Giuseppe Longobardi, studia la dimensione interna delle lingue, egli il primo
che raccoglie questi dati sintattici per arrivare a formulare una tipologia che fosse in grado anche di
portare ad una ricostruzione genealogica. Longobardi studia le differenze parametriche delle lingue
per costruire degli alberi genealogici che ne dimostrino il grado di parentela, sperando che questi
alberi possano corrispondere a quelli tradizionalmente costituiti secondo il modello ottocentesco
elaborato da Schleicher.
Per Longobardi la comparazione di massa di Greenberg pi interessante del metodo di
comparazione ottocentesca, che prende in considerazione la dimensione fenotipica ovvero esterna, e
non quella fenotipica ovvero interna. Il metodo impiegato nell 800, difatti, si basava sulle
somiglianze fonetiche, che sono sicuramente la spia pi forte per intercettare una parentela. Le
leggi fonetiche, come ad esempio la Legge di Grimm, o il rotacismo permettono di rintracciare:
1) levoluzione interna di una lingua, per cui ad es. in latino la "s nella diviene r in
posizione intervocalica, un fatto diacronico che poi si stabilizza divenendo sincronico;
2) permettono di confrontare due sistemi linguistici
I fenomeni diacronici sono, per, influenzati da fattori storici, mentre la variazione parametrica ha
carattere genotipico e dunque non legata allambiente esterno.

Nella comparazione di massa si parte da una serie di significati possibile nelle lingue prese in
considerazione, dunque si parte da una similarit semantica, che non deve considerarsi come
completa corrispondenza ( per cui ad es. si potr parlare di sedia in una lingua e di poltrona in
unaltra), ed inoltre il numero delle lingue comparate deve essere molto ampio.
Longobardi nei suoi studi parte da lingue la cui parentela gia stata dimostrata. Individua 53
parametri nellambito del dominio nominale e la sintassi del determinante, e compara 23 lingue
contemporanee, e 5 antiche. Nella sua analisi non verifica semplicemente l'attivazione o meno di un
parametro, ma si occupa anche di verificare se la scelta di un parametro ha carattere implicazionale.
(proprio come Greenberg), e se queste implicazioni tra parametri si manifestano in tutte le lingue
oggetto della comparazione.

Marted 11 maggio
Modelli di grammatica comparata
Fondatore della grammatica comparata delle lingue ugro finniche Samuel Gyarmathy, che nel 700
scrive unopera, in latino, i cui propone la parentela tra ungherese e finlandese. Il metodo da lui
utilizzato si applica alle lingue agglutinanti, a differenza del metodo si Bopp che invece si applica
alle lingue flessive, anche se nella sua mente esse erano percepite come agglutinanti. Infatti,
secondo Bopp in ogni parola possibile riconoscere due radici, una verbale e laltra pronominale,
che appaiono sempre unite ma ciascuna delle quali indipendente ed ha un proprio significato
autonomo. Tuttavia, questo aspetto della teoria di Bopp stato trascurato dagli studiosi a lui
successivi, secondo un procedimento caratteristico nella storia della scienza , ben studiato da Kuhn
nella sua opera fondamentale La struttura delle rivoluzioni scientifiche, in cui vengono spiegati
casi non infrequenti di occultamento di acquisizioni della scienza del passato che avrebbero portato
a modelli interpretativi nuovi (in questo caso ad una ridefinizione del posto delle lingue indoeuropee nella classifica dei fratelli Schlegel!).
La grammatica indoeuropea nasce comunque con Bopp che, per, non arriva mai al concetto di
lingua madre o allelaborazione di un albero genealogico poich ci che gli interessa individuare
la somiglianza tra la grammatica del sanscrito e quella di altre lingue antiche e moderne. La sua
prima opera, pubblicata nel 1916, Sul sistema di coniugazione del sanscrito in confronto con
quello greco, latino, persiano e germanico, in cui si concentra sul verbo. Successivamente pubblica
La grammatica comparata, in vari momenti e in diverse edizioni, aggiungendo via via nuove
lingue. Lopera preceduta da una serie di monografie intitolate Spezzettamento comparato del
sanscrito con le lingue ad esso correlate (in tedesco Zergliederung), titolo che fa capire lidea di
Bopp secondo cui le lingue indoeuropee avevano una struttura agglutinante.
Progressivamente, la grammatica comparata di Bopp viene messa da parte in nome della ricerca
storica e lattenzione dei linguisti comparatisti si sposta sulla radice verbale: nasce letimologia, che
trova tra i suoi fondatori Adalbert Kuhn, interessato anche alla mitologia comparata, alla semantica
comparata e alla storia.
Nel 1861-1862 August Schleicher pubblica il Compendio della grammatica comparata delle lingue
indoeuropee, in cui prende le distanze da Bopp per almeno tre motivi: Schleicher individua una
lingua madre, costruisce un albero genealogico, considera le lingue organismi viventi con proprie
leggi di sviluppo (avendo accolta la teoria evoluzionista di Darwin). La cosa pi importante della
sua teoria la regolarit delle leggi fonetiche.
Nel corso degli anni 70 si assiste ad una vera e propria rivoluzione, detta neogrammatica. I
Neogrammatici sono un gruppo di linguisti tedeschi, in parte concentrati nellUniversit di Lipsia,
che si contrapposero ai primi indoeuropeisti proclamando che la lingua va studiata secondo due
ottiche: la dimensione psicologica e la dimensione fisiologica. Lambito fisiologico riguarda i

suoni: essendo infatti luomo costituito da una mente a da un corpo, la sua parte fisica si realizza
mediante la produzione di suoni, pronunciati inconsciamente e influenzati dallambiente in cui si
vive (dimensione dialettale). Laspetto psicologico, invece, si manifesta attraverso lanalogia,
fenomeno che ricorre soprattutto nella grammatica, definita come la capacit inconscia della
mente di rimediare alle difficolt grammaticali riformulando i paradigmi. A differenza delle leggi
fonetiche che sono etniche in quanto appartengono a gruppi etnici, lanalogia universale poich
riguarda luomo in generale. I Neogrammatici, inoltre (a differenza di Bopp interessato alle lettere
piuttosto che ai suoni) si interessano alla fonetica nella sua dimensione di produzione dei suoni.
Uno di principali esponenti neogrammatici Brugmann che pubblica il Grundriss (Grundriss
der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen. Kurzgefasste Darstellung der
Geschichte des Altindischen, Altiranischen (Avestischen und Altpersischen), Lateinischen,
Umbrisch-Samnitischen, Altirischen, Gotischen, Althochdeutschen, Litauischen und
Altkirchenslavischen (con Berthold Delbrck), 2a edizione, Strasburgo, Trubner, 1897-1916 ),, che
rappresenta una grande evoluzione anche metodologica del lavoro di Bopp, ponendosi come il
completamento della sua Grammatica Comparata.
Il modello dei Neogrammatici sopravvissuto a lungo, nella linguistica indeuropea. Con esso si
sono confrontati tutti coloro che hanno studiato negli anni 60-70: anche Longobardi si prtopone di
ricostruire una genealogia, al termine del suo articolo, La sintassi come segnale di reazione
storica, propone due alberi genealogici: uno costruito sulla base della comparazione lessicale,
secondo il modello della grammatica tradizionale, laltro, invece, costruito sulla base della
comparazione sintattica. I risultati mostrati dai due alberi genealogici non sono molto diversi e
distanti luno dallaltro e il fatto che sono state riscontrate somiglianze tra il modello proposto da
Longobardi e la comparazione fatta dagli indoeuropei classici, significa che dietro la teoria e gli
studi di questi ultimi, per quanto criticata possa essere stata, qualcosa di vero deve pur esserci.

Gioved 13 maggio
Dott. Pellegrino

Marted 18 maggio
Prof. di Pace
Metodo comparativo '800 vs. Comparazione di massa o multilaterale
La classificazione linguistica si sviluppata nell800 parallelamente alla classificazione biologica e
delle razze. Le popolazioni si classificavano in quanto razze sulla base di parametri come colore
della pelle e dei capelli, forma di occhi e cranio, ecc. Analogamente si procedeva in linguistica
operando classificazioni sulla base di fatti percepibili, ovvero lanalisi delle parole.
Quando in ambito biologico si andati a ricercare un criterio di discendenza pi profondo,
corrispondente alla genetica molecolare (per cui le popolazioni hanno cominciato ad esser
raggruppate non per aspetti fenotipici, ma per comune patrimonio genetico), parallelamente anche
in linguistica, si attribuita una maggiore importanza a fatti pi profondi, ovvero alle relazioni
sintattiche.
Per G. Longobardi, sia la classificazione comparativa standard (800), sia quella multilaterale o
massiva (J. Greenberg) o macrocomparativa, si fondano sullo stesso criterio di comparazione
che afferisce al dominio lessicale.
Tuttavia, esse sono molto diverse ed esiste, tra di loro, una dialettica conflittuale. I classici non
vogliono essere confusi con i macrocomparatisti e viceversa. Vediamone le differenze:
La linguistica macrocomparativa non una linguistica storica tout court bens preistorica in
quanto opera comparazioni di livello superiore, macro, tese a spostare il confronto tra le

lingue sempre pi indietro nel tempo. Si parla anche di DISTANT GENETIC


RELATIONSHIP. Va, dunque, oltre la genetic relationship indoeuropea della comparativa
standard.
Al maggior spazio temporale strettamente correlato lampliamento nel numero di lingue
prese in considerazione. anche definita LONG RANGE COMPARISON proprio per la
gamma pi ampia di lingue comparate, rispetto a quella classica.

La macrocomparazione ha una tale vocazione a occuparsi di preistoria che ambisce persino ad


arrivare al momento di fondazione delle lingue, il che rappresenta un altro punto di opposizione con
quella ottocentesca che non si interessa della dimensione dorigine delle lingue, anzi ne prende le
distanze. Essa, va oltre i confini di lingue canoniche e famiglie linguistiche, arrivando a comparare
lingue che appartengono a famiglie linguistiche diverse e individuandone delle macrofamiglie, di
cui il nostratico ne un esempio. Potremmo, infatti, sintetizzarlo nella formula:
linguistica comparativa '800 : indoeuropeo = linguistica macrocomparativa : nostratico
La linguistica macrocomparativa si sviluppa parallelamente a quella tradizionale, ma sempre stata
occultata in quanto considerata non-scientifica.
I comparatisti tradizionali indoeuropeisti prendono le distanze dai macrocomparatisti anche per una
differenza metodologica. Esistono, infatti, una serie di etichette metalinguistiche che sono spia di
tali differenze e che esprimono al tempo stesso un giudizio:
CLASSIFICAZIONE STANDARD
1. Microcomparatisti

CLASSIFICAZIONE MACROCOMPARATIVA
Macrocomparatisti

2. Splitters (dallingl. to split=separare. Essi Lumpers (dallingl. to lump=mettere insieme.


sostengono infatti che oltre lindoeuropeo Mescolano lingue indeuropee, uraliche, altaiche,
non si possa andare e pongono una netta dravidiche, afroasiatiche ecc.)
separazione tra lingue indoeuropee e ad es.
lingue uraliche)
3. Rigorists (rigore, fedelt ai principi del
metodo comparativo classico)

Vigorists (vigore e fantasia. Le loro classificazioni


sono considerate un po fantastiche e speculative)

4. Assessment method (ci si basa su prove


certe, c accertamento e dimostrazione =
leggi fonetiche)

Inspectional method (metodo visivo, si mette


insieme ci che appare simile in superficie)

Ricordiamo che, per G. Longobardi, sono entrambe visive perch si basano su fatti esterni,
percepibili, mentre la linguistica generativista va in profondit e guarda alla sintassi.
Tra gli esponenti della macrocomparazione abbiamo pi volte citato J. Greenberg che, nel capitolo
Amerind Etymologies di Languages in the Americas (1987), elabora schemi in cui vengono
messe insieme forme che apparentemente sembrano simili - distinguendosi nettamente dalla
linguistica tradizionale che arriva sino alletimologia ricostruita o attestata senza tuttavia spiegare
il perch del passaggio da una forma allaltra - come invece fanno i tradizionalisti sulla base di
corrispondenze fonetiche -. Quelle che vengono definire etimologie non sono in realt tali
secondo la visione dominante, sono semplici accostamenti. Greenberg riduce le circa 150 famiglie

linguistiche ad oggi riconosciute in America a sole 3, tra cui quella amerinda ( tendenza
allatteggiamento monogenista).
Ricordiamo anche M. Ruhlen che arriva a parlare di Global Etymologies, etmologie su scala
mondiale, anchegli senza limpiego di tavole di corrispondenze tra fonemi.
AUTORI COMPARAZIONE DI MASSA
GREENBERG, JOSEPH H. 1987
Language in the Americas, Stanford, CA: Stanford University Press.
GREENBERG, Joseph H. 2000
Indo-European and Its Closest Relatives. The Eurasiatic language family. Vol. I. Grammar,
Stanford, Ca: Stanford University Press.
GREENBERG, Joseph H. 2002
Indo-European and Its Closest Relatives. The Eurasiatic language family. Vol. II. Lexicon,
Stanford, Ca: Stanford University Press.
RUHLEN, Merrit, 1994a
On the Origin of Languages: Studies in linguistic taxonomy, Stanford: Stanford University Press,
342 pp.
RUHLEN, Merrit, 1994b
The Origin of Language: Tracing The Evolution of the Mother Tongue, New York: John Wiley &
Sons, 239 pp.

Seguono esempi di etimologie formulate in questo quadro teorico. Le prime sono


tratte da
GREENBERG, LANGUAGE IN THE AMERICAS , CAP. AMERIND
ETYMOLOGIES

Riassumendo, i tradizionalisti CRITICANO nel modo di procedere dei macrocomparatisti:

Mancanza del rispetto delle leggi fonetiche


Assenza del confronto grammaticale
Comparazione strettamente lessicale
Mancanza del proposito della ricostruzione
Mancanza di riconoscimento del coesistere di comparabilit sul piano della forma e del significato

J. Greenberg pensa che un fattore importante per dare credibilit al suo metodo e convalidarlo sia
quello di ampliare al massimo il numero di lingue prese in considerazione, evitando cos il rischio
che si pensi ad un fatto puramente casuale, ovvero pi aumento il numero delle lingue e trovo
somiglianze pi sono portato a credere che non si tratti di un fatto casuale.

Gioved 20 maggio
Dott. Pellegrino

Marted 25 maggio
Dott. Pellegrino

Gioved 27 maggio
J. Greenberg (1978) Diacronia, Sincronia e Universali Linguistici ( ripubblicato e tradotto in
Introduzione alla tipologia linguistica, a cura di P. RAMAT e S. CRISTOFARO, 1999, pp. 75-106)
Introduzione di Ramat e Cristofaro
Greenberg si pone il problema del campo in cui collocare gli studi sulla tipologia e gli universali,
ovvero se in quello diacronico o in quello sincronico. E noto che Ferdinand de Saussure (18571913) aveva affermato la necessit di distinguere nettamente fra questi due punti di vista; infatti, le
due dimensioni dovevano essere tenute distinte in quanto solo nella sincronia vale (il concetto di
valore fondamentale negli studi di FdS!) la dimensione strutturale e sistematica della lingua. In
diacronia, invece, gli elementi (= ad es. i suoni) devono essere studiati nella loro evoluzione uno
alla volta, singolarmente, dimenticando la dimensione sistematica.
Dunque, diacronia e sincronia si configurano come 2 modi di procedere, 2 metodologie
rigorosamente distinte.
Non cos, per, si comportano gi i contemporanei di FdS , anche a lui pi vicini. Tra questi, il
linguista francese Antoine MEILLET che parla di tendenze nellevoluzione fonetica: i suoni non
mutano in modo casuale ma seguono certe tendenze che, in quanto tali, non possono essere portate
allo stato di legge (per cui si dir che la s in posizione intervocalica tende a sonorizzarsi e poi a
diventare r (rotacismo in latino, ma anche in altre lingue).
Si configura, in questo modo, la possibilit di una diacronia interpretabile e interpretata, non pi
solo da descrivere e non pi cos libera come, invece, laveva vista FdS.
Al suo pensiero si oppongono gli studiosi della Scuola di Praga, che pongono al centro il carattere
strutturale dellevoluzione fonetica: il sistema che evolve e non gli elementi. Tra i pi illustri
esponenti di questa impostazione funzionale ricordiamo i russi Trubeckoj e Jakobson. Martinet
scrive Economia dei mutamenti fonetici (principio umano del massimo profitto nel minimo
sforzo) in cui spiega che i mutamenti fonetici non agiscono in modo cieco, anzi tendono a
migliorare il sistema quando si realizzano.
Greenberg riprende la dicotomia tra dia- e sincronia perch occupandosi di classificazione delle
lingue e di tipologia cerca di mandarle daccordo.

Nella Premessa al menzionato articolo di Greenberg, i curatori attribuiscono allo studioso due
aspetti importanti:
1) la dinamicizzazione della tipologia (p. 75), prevede che il tipo evolva e Greenberg si interroga
sul modo in cui evolve e come pu diventare (A diventa B e B diventa A; A diventa B ma B non
diventa A; A non diventa mai B).
2) luniformismo linguistico (p. 75), si tratta di una vecchia teoria, precedente Darwin (cfr. Ch.
Lyell) per cui i fenomeni che constatiamo nel presente non sono diversi da quelli che dobbiamo
supporre per le epoche passate. I tipi (intesi alla stregua di Greenberg, ovvero configurazioni di
tratti universali diversi) che constatiamo oggi, si presuppone ci siano stati anche nel passato. In
questottica occorre sottolineare che Greenberg rivendica non le astrazioni (ovvero le lingue
ricostruite contro le quali si scagliano i Neogrammatici affermando la necessit di lingue attestate
e/o parlate) bens le generalizzazioni. Le vere leggi scientifiche hanno carattere universale ( questa
la massima aspirazione di Greenberg!) e non sono legate a quel particolare momento. Per cui,
questo vale anche se non si trovano attestazioni (un po ci che sostiene Coseriu quando parla di
universali possibili). Greenberg va ben oltre la dimensione concretistica e storicistica.
Tale dinamicizzazione comporta:
1) il superamento della dicotomia saussuriana tra langue e parole, perch per Greenberg nella
parole, nel discorso, che si realizzano le forme linguistiche e le innovazioni (pare che FdS
avesse affermato che la linguistica aveva come oggetto di studio soltanto la langue ovvero il
sistema; del resto, nei suoi studi, la parole non compare trattata). Per Greenberg non c
sistema-norma-uso (Coseriu), poich nelluso che si realizzano varianze e differenze che
saranno generalizzate. Il sistema in perenne mutazione in quanto risultato delluso.
2) il superamento della dicotomia saussuriana tra diacronia e sincronia, perch per Greenberg
la variazione sincronica mutamento diacronico in atto. Greenberg unifica le due
dimensioni. La variazione governata da una sorta di legge della comodit: questo uno
dei principi cardini del Funzionalismo.
Tale dicotomia, peraltro, aveva dato vita a due modelli diversi di classificazione: una
genealogica, su base diacronica, e laltra tipologica, su base sincronica. Nella definizione del
termine tipologia, riportata nel Dizionario di Marozeau (1961) si legge infatti: la tipologia
fa astrazione dalla storia (p. 79-80). Essa, inoltre, manda insieme fatti inspiegabili come ad
es., il sistema di toni attestati in Africa e in Asia centro-meridionale.
Per Greenberg, dal momento che la tipologia sincronica individua delle restrizioni esse
sussisteranno anche in diacronia, poich impossibile che una lingua evolva trasgredendo
tali limiti.

Вам также может понравиться