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Aforismi
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Aforismi

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About this ebook

A cura di Riccardo Reim

Con un saggio di James Joyce

Questa raccolta di aforismi, pubblicata un anno dopo la morte di Wilde dal suo esecutore testamentario, rappresenta una parte minore ma significativa della produzione letteraria dell’autore. Gli aforismi, infatti, esprimono il suo pensiero e i suoi sentimenti in forma immediata e solo apparentemente superficiale. È l’espressione in prosa libera delle più complesse profondità di un animo irrequieto e controcorrente, delizia, stupore e scandalo dell’Inghilterra vittoriana, che in poche righe riesce a dare conto delle sue convinzioni più severe e autentiche sulla vita, le donne, la morale, l’arte e la società.

«Non bisogna mai cercare di capire una donna. Le donne sono immagini; gli uomini sono problemi. Se volete sapere quello che una donna intende veramente – ed è sempre un desiderio pericoloso – bisogna guardarla, non ascoltarla.»

Oscar Wilde

nacque a Dublino nel 1854. Poeta, romanziere, commediografo, è il più importante scrittore dell’epoca vittoriana. Nel 1895, al culmine della sua fama, venne condannato per omosessualità a due anni di carcere duro. Morì nel 1900. Di Wilde la Newton Compton ha pubblicato: Poesie e Ballata dal carcere di Reading; L’importanza di chiamarsi Ernesto - Il ventaglio di Lady Windermere - Una donna senza importanza - Un marito ideale; De Profundis - Due lettere al «Daily Chronicle»; Il ritratto di Dorian Gray; Il manuale del perfetto impertinente, Aforismi e il volume unico Tutte le opere.
LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2011
ISBN9788854130517
Author

Oscar Wilde

Born in Ireland in 1856, Oscar Wilde was a noted essayist, playwright, fairy tale writer and poet, as well as an early leader of the Aesthetic Movement. His plays include: An Ideal Husband, Salome, A Woman of No Importance, and Lady Windermere's Fan. Among his best known stories are The Picture of Dorian Gray and The Canterville Ghost.

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    Aforismi - Oscar Wilde

    Nota biobibliografìca

    Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde nacque a Dublino il 16 ottobre 1854. Il padre, Sir William, era un oculista di fama europea (curò anche re Oscar I di Svezia, che fu per procura padrino di W.), nonché antiquario; dedito alle avventure galanti, ebbe la carriera stroncata da uno scandalo, e morì nel 1876. La madre, Jane Francesca Elgee, aveva sostenuto in gioventù la causa dell'indipendenza irlandese con scritti firmati «Speranza» e raccolse intorno a sé un salotto letterario a Dublino e poi a Londra.

    Allevato nella religione protestante, W. studiò alla Portora Royal School di Enniskillen e al Trinity College di Dublino, dove si distinse come latinista e grecista e vinse una borsa di studio per il Magdalene College di Oxford. Qui fu sensibile a varie influenze: il cattolicesimo di Newman, che lo interessò come critica alla religione della maggioranza borghese, e per il fascino misterioso dei suoi riti; la propaganda dell'arte e del bello di Ruskin; gli Studies in the History ofthe Renaissance di Pater (1873), dove si teorizzava una vita di intense e squisite emozioni estetiche.

    W. lasciò Oxford nel 1878 con una laurea eccellente e con una piccola reputazione di poeta (aveva conquistato l'ambito premio Newdigate con il poemetto «Ravenna»). Stabilitosi a Londra e autoproclamatosi capo del mai ben definito «movimento estetico» (era di moda, nei salotti, sospirare contro le brutture del mondo moderno), si dedicò a un'alacre vita mondana, presto segnalandosi per le sue pose stravaganti. Già prima dell'uscita dei suoi Poems (Poesie, 1881) W. era una figura caratteristica nel panorama letterario, grazie anche alle frequenti ironie di periodici come «Punch». Quando fu trasferito a New York il successo di Patience, l'operetta di Gilbert e Sullivan in cui si parodiava il movimento estetico, un impresario ebbe l'idea di scritturare W. per un ciclo di conferenze in quel paese, onde fornire al pubblico in carne ed ossa il soggetto della parodia.

    W. girò quindi gli Stati Uniti nel 1882, descrivendo il movimento e tentandone una storia, e parlando dell'importanza del bello come antidoto agli orrori della società industriale. Benché il pubblico non lo prendesse sul serio, il viaggio gli consentì di fare rappresentare a New York nel 1883 (ma senza successo) la commedia Vera, or the Nihilists (Vera o i nichilisti), scritta nel 1880; e soprattutto, con i denari guadagnati, di trascorrere alcuni mesi a Parigi. Qui (1883) W. dichiarò morto e sepolto l'Oscar del periodo «estetico», ed entrò in contatto con quel mondo letterario, non di rado affascinandolo con la sua conversazione inconsueta e brillante.

    Tornato in patria, riprese per un anno l'attività di conferenziere (la rinnovata amicizia col pittore J.M. Whistler, in seguito interrotta, servì a dare un impianto più moderno alle sue idee e a incoraggiare la sua abilità di coniatore di paradossi); pubblicò una tragedia di ispirazione elisabettiana, The Duchess of Padua (La duchessa di Padova: rappresentata, ancora senza successo, a New York nel 1891); sposò Constance Lloyd, figlia di un avvocato di Dublino, e mise su casa a Chelsea, allora la Montmartre londinese, dove nacquero i due figli, Cyril nel 1885 e Vyvyan nel 1886. Sempre immerso nel gran mondo dell'arte e della mondanità, W. assunse un tenore di vita splendido, arrotondando la dote della moglie con l'attività giornalistica: recensì libri per la «Pali Mail Gazette» e altri periodici e diresse una rivista femminile, «The Woman's World» (1885-89).

    Gli anni fra il 1887 e il 1895 contengono il meglio dell'attività di W. Escono su varie riviste gli spiritosi racconti poi riuniti in Lord Arthur Savile's Crime and Other Stories (Il delitto di Lord Arthur Savile e altri racconti, 1891); le preziose fiabe di The Happy Prince and Other Tales (Il principe felice e altre fiabe, 1888) e di A House of Pomegranates (Una casa di melograni, 1891); e il famoso romanzo The Picture of Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray, 1891), che fu subito un successo di scandalo. È la storia della corruzione di un giovane, operata dal cinico elegante mentore Lord Henry Wotton. Grazie a un patto magico, Dorian passa attraverso le peggiori dissolutezze senza guastarsi i bellissimi e innocenti lineamenti: un suo ritratto, dipinto da un amico pittore, s'incarica di registrare le rughe e i segni del vizio invece del suo volto. Dorian tiene celato a tutti il quadro, ma torna segretamente a guardarlo come affascinato dalla rappresentazione sensibile della propria decadenza morale. Da ultimo, non resistendo più all'angoscia di quella visione, lo trafigge; i suoi servi troveranno il ritratto incontaminato, e un irriconoscibile, precocemente avvizzito Dorian morto ai suoi piedi. Con quest'opera W. innestava un simbolismo estetizzante alla Huysmans sul filone del romanzo tenebroso anglosassone in cui si era già distinto un suo prozio, Charles Maturin, autore di Melmoth the Wanderer (1820); e pur annacquando talvolta il vigore drammatico del tema con l'esibizione di raffinatezze mal digerite dai modelli francesi, riuscì a scuotere l'angusto moralismo della borghesia vittoriana, che nell'arte voleva vedere soltanto uno strumento didattico. Arguta sintesi delle proprie teorie estetiche W. fornì nei saggi raccolti in Intentions (Intenzioni, 1891), fra cui «The Decay of Lying» («La decadenza del mentire») e «The Critic as Artist» («Il critico come artista»), in cui popolarizzò efficacemente concetti «decadenti» (la natura imita l'arte; la vera arte è immorale; parlare di una cosa è più difficile che farla, e pertanto il critico è più creatore dell'artista), trovò nella forma dialogica la sua vena più felice, quella che in seguito avrebbe messa a profitto nelle commedie. Un altro saggio, «The Soul of Man under Socialism» («L'anima dell'uomo sotto il socialismo», 1891), si rifaceva a Ruskin e a W. Morris nella condanna della civiltà industriale, e seguiva modelli anarchici nella visione di una società futura dove le macchine, assumendosi il peso del lavoro abbrutente, consentiranno a ciascun individuo di coltivare la propria personalità. Nel 1891 W. affrontò un classico mito decadente scrivendo in francese una Salomé in cui orecchiava la languida staticità lunare dei drammi di Maeterlinck (la musica di Strauss, composta dopo la morte di W., avrebbe garantito al lavoro una fama imperitura). Proibita dalla censura britannica, Salomé fu rappresentata a Parigi nel 1896; nel 1892 ne era apparsa in Inghilterra la versione di Lord Alfred Douglas, arricchita dalle crudeli illustrazioni del giovane Aubrey Beardsley, che contribuirono non poco a consacrarne la fama di testo maledetto. Frattanto W. conosceva un improvviso successo come autore di commedie: Lady Windermere's Fan (Il ventaglio di Lady Windermere, 1893), A Woman of No Importanc e (Una donna senza importanza, 1894), e An Ideal Husband (Un marito ideale, 1895), opere in cui metteva a frutto la propria familiarità col teatro di boulevard di Sardou e di Dumas figlio, e soprattutto trasferiva sulla scena la scintillante conversazione che già lo aveva reso noto in società. Per questa strada W. giunse al capolavoro, con The ìmportance of Being Earnest (L'importanza di chiamarsi Ernesto, 1895), aereo scherzo dove il gusto cerebrale dell'artificialità proprio dei decadenti si anima grazie a un brio innato.

    Il successo finanziario e mondano causò in un certo senso la rovina di W. Al centro dell'attenzione generale, l'irlandese si rimise a provocare il pubblico atteggiandosi in modi eccentrici, ma senza più l'autoironia della giovinezza; e sembrandogli di avere raggiunto il culmine di ogni possibile aspirazione, cominciò a parlare della catastrofe che sola avrebbe reso perfetto quel capolavoro che affettava di andar componendo con la propria vita. Da anni, e sempre più apertamente, si era dato a pratiche omosessuali, proibite dalla legge inglese; il violento marchese di Queensbeny, padre del giovane poeta e sodale di W., Lord Alfred Douglas, insultò l'esteta in un biglietto, e ne venne querelato per diffamazione. Al processo Queensberry dimostrò la fondatezza della sua accusa, e W., passato sul banco degli imputati, fu condannato a due anni di carcere duro, con conseguente rovina sociale ed economica. I suoi libri scomparvero dalle vetrine e le commedie dai cartelloni, i suoi beni furono venduti all'asta per pagare le spese del processo, i figli furono sottratti alla sua tutela; scontata la pena, dovè riparare sul Continente, dapprima sotto lo pseudonimo di Sebastian Melmoth. Avendo invano tentato di riprendere l'attività teatrale (un dramma in versi rimase incompiuto), morì di meningite in un modesto albergo parigino, essendosi convertito in extremis alla religione cattolica, il 30 novembre 1900.

    Dal carcere di Reading W. scrisse ma non spedì all'amico Lord Alfred Douglas la lunga epistola nota come De Profundis, accusandolo di essere stato la causa della sua rovina. L'epistola uscì in forma espurgata nel 1905 (il testo integrale fu diffuso solo nel 1959), ed ebbe ammiratori per la raffinatezza della prosa e per certi atteggiamenti misticheggianti che peraltro alcuni trovano estranei alla vena più genuina di W. Altro celebrato frutto del soggiorno al penitenziario fu The Ballad of Reading Gaol (La ballata del carcere di Reading), uscita anonima e che ha accenti di sincera partecipazione, resuscitando felicemente un metro popolaresco; per molti rimane l'unica opera in versi di W. tuttora degna di nota.

    OPERE

    Chorus of Clouds Maidens [Coro di fanciulle delle nuvole] (adattamento da Aristofane), in «The Dublin University Magazine», giugno 1875.

    From Spring Days to Winter [Dai

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